TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 461 di Mercoledì 2 aprile 2025
MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE IN MATERIA DI APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO EUROPEO CHE ISTITUISCE UN QUADRO COMUNE PER I SERVIZI DI MEDIA, COSIDDETTO EUROPEAN MEDIA FREEDOM ACT, CON PARTICOLARE RIGUARDO ALLA GOVERNANCE DELLA RAI
La Camera,
premesso che:
1) l'European media freedom act (Emfa) è entrato in vigore nel maggio 2024 e in Italia sarà applicabile a partire dall'8 agosto 2025;
2) l'European media freedom act ha come obiettivo prioritario quello di garantire i media da interferenze politiche e contrastare minacce alla libertà di espressione, prevedendo anche misure specifiche a tutela della professione giornalistica e di lotta alla disinformazione;
3) il richiamato regolamento ha 29 articoli;
4) l'articolo 3 stabilisce che gli Stati membri hanno il dovere di rispettare il diritto dei destinatari dei servizi di media di avere accesso a una pluralità di contenuti mediatici, editorialmente indipendenti, nonché di garantire l'esistenza di condizioni generali, di contesto editoriale, finalizzate a salvaguardare un dibattito libero e democratico;
5) l'articolo 4 prevede che gli Stati membri dell'Unione europea debbano rispettare la libertà editoriale dei media, cioè non devono interferire nelle loro decisioni editoriali e che i giornalisti devono poter lavorare in un clima di garanzia che tuteli la propria professione;
6) l'articolo 5 prevede che gli Stati membri devono garantire che i fornitori di servizio pubblico siano indipendenti dal punto di vista editoriale e funzionale e forniscano in modo imparziale una pluralità di informazioni e opinioni al loro pubblico;
7) è altresì stabilito che le procedure per la nomina e il licenziamento del management di nomina pubblica dei fornitori di media di servizio pubblico tutelino la loro indipendenza, assicurandone massima trasparenza e principi non discriminatori;
8) suddetto regolamento interviene anche sulle procedure di finanziamento di media di servizio pubblico, prevedendo criteri trasparenti e oggettivi, proprio per salvaguardare l'indipendenza editoriale e il pluralismo;
9) l'articolo 7 disciplina le autorità o organismi nazionali di regolamentazione incaricate di applicare le regole dell'European media freedom act a livello nazionale, in quanto gli Stati membri devono assicurarsi che queste autorità abbiano le risorse necessarie, come personale e fondi, per svolgere il loro lavoro;
10) l'articolo 29 contiene le regole relative all'entrata in vigore e all'applicabilità dell'European media freedom act seguendo un sistema a step progressivi;
11) l'European media freedom act si applicherà integralmente a partire dall'8 agosto 2025 anche se alcune disposizioni entreranno in vigore prima;
12) in particolare l'articolo 3, sopra richiamato, è entrato in vigore a partire dall'8 novembre 2024, mentre parte degli articoli 4 e 6 e gli articoli che vanno dal 7 al 13, cioè quelli che istituiscono e disciplinano il Comitato europeo per i servizi di media, che riunisce le autorità nazionali di regolamentazione dei vari Stati membri dell'Unione europea, hanno vigenza dall'appena superato 8 febbraio 2025;
13) si fa presente che suddetto Comitato ha il compito di coordinare e supportare queste autorità, affinché le leggi sui media vengano applicate in modo coerente in tutta l'Unione europea;
14) gli articoli dal 14 al 17 entreranno in vigore dall'8 maggio 2025;
15) il mancato adeguamento alle misure che già avrebbero dovuto essere in vigore crea un oggettivo vulnus rispetto alla normativa di regolazione del settore;
16) a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo in Italia le criticità che si registrano nella governance della Rai, così come l'approccio ostile del Governo verso alcuni format e trasmissioni del servizio pubblico, evidenziano la necessità di una rapida applicazione delle misure contenute nell'European media freedom act proprio a garanzia della funzione del servizio pubblico e del pluralismo, nonché a tutela del giornalismo di inchiesta;
17) l'attuale paralisi nella designazione dei vertici dell'azienda del servizio pubblico, che si riverbera persino sull'ordinario funzionamento dell'organismo parlamentare di vigilanza, considerato che la Commissione parlamentare non si riunisce, ormai, da tre mesi, mostra quanto pesi il condizionamento partitico all'interno della Rai,
impegna il Governo:
1) a rispettare, tempestivamente, le scadenze previste dell'European media freedom act rimediando ai ritardi già in essere, nonché a porre in essere, nel pieno rispetto delle prerogative parlamentari e del ruolo della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, anche alla luce di quanto segnalato in premessa in ordine alla paralisi dell'attività parlamentare della Commissione, tutte le iniziative utili per la piena applicazione del richiamato regolamento e per favorire, per quanto di competenza, l'iter legislativo della riforma della governance della Rai, tutelando il ruolo e la funzione del servizio pubblico radiotelevisivo e la professionalità dei suoi dipendenti.
(1-00402) «Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Richetti, Faraone, Magi, Graziano, Carotenuto, Boschi, Casu».
(26 febbraio 2025)
MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE A PROMUOVERE LE MARATONE E A FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE DI ATLETI STRANIERI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI PROFILI AFFERENTI ALLA TUTELA SANITARIA
La Camera,
premesso che:
1) le maratone (42,195 chilometri) e le mezze maratone (21,0975 chilometri) sono tra gli eventi sportivi agonistici, a vocazione popolare, più partecipati e diffusi al mondo;
2) il 20 settembre 2023 la Camera dei deputati ha riconosciuto il valore dello sport, approvando la riforma dell'articolo 33 della Costituzione: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme.» (articolo 33 della Costituzione italiana);
3) come dichiarato dal Ministro Abodi: «Lo sport in Costituzione rappresenta la prima tappa di un percorso che concentra, in poche parole, un significato profondo e un valore inestimabile, che possiamo sintetizzare nell'auspicio dello “sport per tutti e di tutti”, parte delle indispensabili “difese immunitarie sociali” e importante contributo per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità.»;
4) l'Unione europea all'articolo 165 del Tfue stabilisce che l'azione dell'Unione è intesa «a sviluppare la dimensione europea dello sport, promuovendo l'equità e l'apertura nelle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport e proteggendo l'integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani tra di essi.»;
5) la libera circolazione delle persone rappresenta uno dei pilastri dell'Unione europea ed il combinato con l'articolo 165 Tfue fa sì che professionisti e dilettanti possano muoversi liberamente da un paese all'altro;
6) nel libro bianco sullo sport presentato dalla Commissione europea nel 2007 si riconosceva lo sport come «un fenomeno sociale ed economico d'importanza crescente che contribuisce in modo significativo agli obiettivi strategici di solidarietà e prosperità perseguiti dall'Unione europea.»;
7) nella risoluzione del Parlamento europeo del 29 ottobre 2015 su nuove sfide e strategie per promuovere il turismo in Europa (2014/2241(INI)) si sottolinea inoltre il potenziale del turismo sportivo, come uno dei settori più dinamici per la crescita del comparto europeo dei viaggi, chiedendo «l'introduzione di apposite politiche per incentivarne e sostenerne lo sviluppo» e allo stesso tempo «ricorda l'importanza delle attività sportive ai fini dell'attrattiva turistica delle regioni europee; pone l'accento sulle opportunità offerte dagli spostamenti di atleti e spettatori alla vigilia e nel corso degli eventi sportivi, che possono richiamare turisti anche nelle regioni più periferiche; sottolinea che le potenzialità del turismo sportivo non sono ancora adeguatamente sfruttate»;
8) il diritto alla salute è un bene primario ed assoluto, riconosciuto dalla Costituzione italiana ed intimamente connesso alla pratica sportiva, ed è un valore presente in quasi tutte le legislazioni sanitarie nazionali;
9) la normativa sanitaria di riferimento che regola l'attività sportiva non agonistica è composta da: il decreto ministeriale del 18 febbraio 1982, «Norme per la tutela sanitaria dell'attività sportiva agonistica»; il decreto interministeriale del 24 aprile 2013 «Disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l'utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita»; il decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158 convertito dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, cosiddetto decreto Balduzzi; l'articolo 42-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (cosiddetto «decreto del fare»), convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98; il decreto ministeriale dell'8 agosto 2014 che approva le linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l'attività sportiva non agonistica;
10) il livello di tutela richiesta dal nostro Paese è di gran lunga superiore a quella richiesta dalle legislazioni straniere in materia di partecipazione dei runners alle maratone, identificando le stesse quale attività sportiva agonistica;
11) va constatato che la maratona non è solo un semplice evento sportivo, ma una fonte qualificata per il mercato locale, generando occupazione e indotto economico ed assume pertanto un ruolo importante;
12) pur tenendo conto dell'impatto negativo che la diffusione del Covid e le necessarie regole restrittive hanno causato sul settore, va sottolineato come i numeri economici delle maratone mondiali sono costantemente cresciuti fino al 2019 (ultimo anno previo allo scoppio della pandemia), registrando dati di partecipazione in continua crescita e che hanno ripreso a crescere a partire dal 2021 (gli arrivati al traguardo di maratone e mezze maratone 2022 sono in crescita media del 70 per cento rispetto a quelli del 2021), con un contestuale beneficio economico per le città che le organizzano e dei territori limitrofi, collegato alla parte logistica e culturale, nonché legato al numero dei partecipanti alle manifestazioni, ma anche ai loro accompagnatori;
13) le cosiddette «6 Major Marathon», New York, Londra, Berlino, Chicago, Boston e Tokyo, oggi registrano la partecipazione di oltre 270.000 persone, la maggior parte da qualificarsi quali amatoriali, generando un importante impatto sotto il profilo economico;
14) gli atleti italiani partecipano alle grandi maratone internazionali in numero sempre crescente, ormai comunemente definite «mass races», senza avere norme limitative differenziate rispetto agli atleti locali;
15) tra le grandi maratone del mondo, la più amata dagli italiani si conferma ancora una volta la TCS New York City Marathon (prima domenica di novembre); la maratona di New York è attualmente la più partecipata al mondo, già nel 2019, prima dello scoppio del Covid, aveva raggiunto numeri record con 54.118 partecipanti, tra cui e 53.639 finisher. Nel 2024 la maratona di New York ha visto la partecipazione di 55.530 runner. Tra i partecipanti all'ultima edizione si contano 2586 connazionali; nel 2019 si calcolava un impatto economico della maratona di New York pari a circa 427 milioni di dollari;
16) alla maratona di Valencia 2024 hanno partecipato circa 28190 atleti e tra questi 1.841 italiani; segue Berlino che con i suoi 54105 arrivati ha visto la partecipazione di circa 1500 italiani; Atene con 1113 italiani iscritti su 16953 arrivati; Londra con 53380 arrivati con 763 italiani iscritti;
17) in Italia sono state inserite nel calendario della Federazione italiana atletica leggera del 2024 35 maratone e 151 mezze maratone, mentre per il 2025 sono previste 41 maratone e 173 mezze maratone. Nel 2023 si sono registrati 35.545 arrivati competitivi nelle maratone e 122.629 arrivati competitivi nelle mezze maratone;
18) la Federazione italiana di atletica leggera – Fidal, al 31 dicembre 2024 registra 243.333 tesserati; a questi numeri si aggiungono inoltre 54.794 runner tesserati con RunCard;
19) la maratona di Roma, capitale culturale del mondo, nell'ultima edizione del 2024 ha visto 15203 arrivati, (dati che comprendono atleti tesserati e non competitivi), numeri notevolmente inferiori rispetto al numero di partecipanti alle principali maratone europee;
20) tra gli elementi che frenano la partecipazione agli eventi svolti in Italia vi è sicuramente il limite troppo stringente dei certificati medici che vincolano la partecipazione dei runners stranieri nell'adeguarsi alla normativa italiana;
21) la certificazione per l'attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare, quali la maratona e la mezza maratona, è disciplinata dal decreto ministeriale del 24 aprile 2013;
22) la partecipazione degli atleti stranieri alle maratone svolte in Italia, a partire dal 2014, a seguito del decreto ministeriale del 24 aprile 2013 (cosiddetto «decreto Balduzzi») e successivo articolo 42-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (cosiddetto «decreto del fare»), convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, e del decreto ministeriale dell'8 agosto 2014, non è aumentata, anzi si è andata con gli anni riducendosi, secondo quanto riportato dagli organizzatori;
23) questa limitazione è stata segnalata, con apposite lettere, dagli organizzatori delle principali maratone italiane;
24) tale dato di partecipazione si riflette sulla capacità da parte degli organizzatori di attrarre sponsor qualificati internazionali, oltre alla ricaduta economica negativa sull'indotto (data dall'attività turistica) per i territori interessati, visto che gli stranieri, invece di venire e partecipare alle maratone in Italia, preferiscono andare a gareggiare altrove;
25) i partecipanti alle maratone svolte in Italia si dividono nelle seguenti categorie: atlete/i italiani e stranieri tesserate/i per società affiliate alla Fidal; atlete/i tesserate/i per federazioni straniere affiliate alla World Athletics; atlete/i italiani e stranieri in possesso di RunCard e atlete/i tesserate/i per società affiliata ad un ente di promozione sportiva (EPS) convenzionato con la Fidal (solo se in possesso di RunCard-EPS); infine cittadini stranieri, non tesserati e non in possesso di RunCard che intendono correre la maratona in maniera non competitiva e che vengono definiti in Italia come «runners turistico-sportivi»;
26) la partecipazione, per i «runners turistico-sportivi», alle maratone organizzate in Italia (qualora gli stessi volessero apparire ufficialmente in classifica e di conseguenza in qualità di «runners competitivi») è subordinata alla presentazione di un certificato medico (la cui responsabilità è in capo al singolo o all'ente sportivo di riferimento/tesseramento) ed il costo di tale documentazione risulta spesso limitante per la partecipazione degli atleti stranieri, pur in possesso di certificazione medico-sportiva valida nel Paese di origine; gli esami richiesti per poter partecipare come «runner amatoriale» sono: visita medica, esame completo delle urine, elettrocardiogramma a riposo e dopo sforzo, spirometria;
27) gli esami richiesti, in molti Paesi, hanno un costo mediamente superiore anche di 5 o 10 volte rispetto al costo medio applicato in Italia (circa 40/80 euro). Inoltre, non essendo prevista la figura dello specialista in medicina dello sport, spesso si rende necessario effettuare gli esami in diverse strutture;
28) in molti Paesi stranieri la partecipazione alle maratone per i runners amatoriali è subordinata alla sola presentazione di un'autocertificazione. Tra questi Spagna, Germania, Repubblica Ceca, Olanda e Svezia;
29) nel resto del mondo, l'industria del running globale dà grande peso ai numeri collegati alla partecipazione dei «runners turistico-sportivi», ovvero coloro che non sono vincolati ad alcun ente sportivo (federazione, ente, società, eccetera), ma che vengono accolti e fatti egualmente partecipare, al pari degli atleti tesserati;
30) dal 1° giugno 2016 per partecipare a manifestazioni organizzate sotto l'egida della Fidal, inserite nel calendario nazionale ed internazionale, occorre essere obbligatoriamente tesserati con la Fidal stessa, tramite una società affiliata oppure tramite la RunCard;
31) la partecipazione a manifestazioni agonistiche «no-stadia» di atleti italiani e stranieri non tesserati né con la Fidal né con federazioni straniere affiliate alla WA, ma in possesso della «RunCard», è subordinata alla presentazione di un certificato medico di idoneità agonistica specifica per l'atletica leggera;
32) dal 1° gennaio 2020 per la Fidal è consentita l'organizzazione di gare non competitive con finalità turistico-sportive sulla stessa distanza (maratone e mezze maratone), svolte al di fuori dell'egida federale, con partecipazione dei soli atleti stranieri non tesserati, riportati con le proprie prestazioni in ordine alfabetico e non in ordine d'arrivo;
33) tale tipologia di evento non competitivo e con finalità turistico-sportive non ricade sotto l'egida della Fidal e i partecipanti dovranno essere identificati con pettorali differenziati. Dovranno altresì essere inseriti in un ordine alfabetico di arrivo distinto dalle classifiche della manifestazione agonistica e non potranno beneficiare di premi sia in natura, che in denaro, né buoni valore, bonus, ingaggi e rimborsi spese di qualsiasi genere. A questa limitazione, si aggiunge l'aggravio organizzativo: è di competenza degli organizzatori della manifestazione non competitiva con finalità turistico-sportive l'applicazione di quanto previsto dalla nota esplicativa del Ministero della salute del 17 giugno 2015 relativa al decreto del Ministero della salute del 8 agosto 2014, che consente la partecipazione di atleti stranieri non tesserati in Italia senza certificato medico;
34) tali limitazioni riducono di fatto la partecipazione degli atleti stranieri alle maratone italiane, con danno economico per gli organizzatori e per il tessuto cittadino di riferimento,
impegna il Governo:
1) nel rispetto delle norme di tutela sanitaria presenti in Italia, ad adottare iniziative normative che consentano agli atleti stranieri di potersi iscrivere alle manifestazioni «no-stadia» che si svolgono sul territorio italiano (corsa e marcia su strada, corsa campestre, corsa in montagna, ultramaratona, trail running e nordic walking), basandosi sulle rispettive leggi di tutela sanitaria specifiche relative al proprio Paese di residenza (quindi consentendo, per esempio, ai runner statunitensi di poter presentare in Italia un'autocertificazione, così come previsto dalla normativa statunitense);
2) a far sì, per quanto di competenza, che le norme di tutela sanitaria che riguardano gli italiani per le maratone e mezze maratone sul territorio italiano continuino ad essere rispettate;
3) a considerare le maratone e le mezze maratone nell'ambito di un piano strategico di sviluppo economico, attivando, insieme al Coni, alla Fidal e a Sport e Salute spa, un tavolo di lavoro specifico;
4) ad adottare iniziative per individuare forme di sinergia con attività culturali da implementare nelle città, anche di concerto con l'Anci, in occasione delle maratone e delle mezze maratone a vantaggio degli atleti e dei loro accompagnatori, sia italiani che stranieri.
(1-00228) (Nuova formulazione) «Lupi, Amorese, Sasso, Tassinari, Bicchielli, Cangiano, Latini, Dalla Chiesa, Brambilla, Di Maggio, Matone, Mulè, Carfagna, Matteoni, Miele, Cavo, Messina, Alessandro Colucci, Mollicone, Pisano, Perissa, Romano, Roscani, Semenzato, Vietri, Tirelli, Ciocchetti, Lancellotta».
(28 dicembre 2023)
La Camera,
premesso che:
1) il diritto alla salute è un bene primario ed assoluto, riconosciuto dalla Costituzione italiana ed intimamente connesso alla pratica sportiva, ed è un valore presente in quasi tutte le legislazioni sanitarie nazionali;
2) la riforma dell'articolo 33 della Costituzione sancisce, infatti, che: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme.»;
3) il comitato consultivo per le linee guida sull'attività fisica nell'ultimo rapporto consultivo al Segretario della salute e dei servizi umani le «Physical Activity Guidelines Advisory Committee Report 2008 – U.S. Department of Health and Human Services», riassume le prove scientifiche sull'attività fisica e la salute, utilizzate dal Governo per sviluppare la prima edizione delle linee guida sull'attività fisica per gli americani, pubblicata nel 2008, e l'attività fisica appare, pertanto, un efficace strumento di prevenzione e come tale rientra nella strategia di intervento nei confronti di persone sane o affette da svariate patologie, al punto che l'esercizio fisico dovrebbe essere inserito nel normale iter terapeutico per il trattamento di diverse patologie;
4) una ricerca, guidata dall'Institute of Cardiovascular Science dello University College London, pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology ha dimostrato che la fase di allenamento e la gara di una maratona sono associati (...) a riduzioni della pressione sanguigna e dell'irrigidimento aortico, equivalenti a una riduzione di quattro anni nell'età vascolare, con i maggiori benefici osservati negli uomini anziani, più lenti e con pressione sanguigna di base più alta;
5) l'Organizzazione mondiale della sanità di recente, ha pubblicato le «WHO guidelines on physical activity and sedentary behaviour» – accompagnate dallo slogan Every move counts, Ogni movimento conta – in cui sono stati revisionati e aggiornati i livelli di attività fisica raccomandati per ottenere benefici per la salute, distinguendo sia per fasce di età sia per specifici gruppi di popolazione. Attraverso queste linee guida ogni persona è incoraggiata a limitare la quantità di tempo trascorso in comportamenti sedentari (per esempio, il tempo libero trascorso seduti davanti a uno schermo) a favore di uno stile di vita fisicamente più attivo. Chi riesce a superare i livelli di attività fisica raccomandati può ottenere ulteriori benefici per la propria salute;
6) esercitare un'attività fisica-motoria deve essere una possibilità offerta a tutti, indipendentemente dalla condizione socio-economica della persona e del suo nucleo familiare;
7) non è un'opinione ma un dato scientifico: un euro investito ne fa risparmiare almeno tre, nel lungo periodo, al Sistema sanitario nazionale;
8) in Italia sono state inserite nel calendario della Federazione italiana atletica leggera del 2024 ben 38 maratone e 156 mezze maratone; In totale, i maratoneti registrati al traguardo di maratone (italiani e stranieri) sono stati 53.825, +7.555 rispetto al 2023;
9) le analisi statistiche dei grandi eventi hanno messo in luce una presenza notevole di atleti stranieri, che testimonia come l'Italia sia meta turistica e sportiva, nonostante le difficoltà di accesso alle griglie di partenza a causa del certificato medico agonistico;
10) la certificazione per l'attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare, quali la maratona e la mezza maratona, è disciplinata dal decreto ministeriale del 24 aprile 2013;
11) la partecipazione degli atleti stranieri alle maratone svolte in Italia, a partire dal 2014, a seguito del decreto ministeriale del 24 aprile 2013 (cosiddetto «decreto Balduzzi») e successivo articolo 42-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (cosiddetto «decreto del fare»), convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, e del decreto ministeriale dell'8 agosto 2014, non è aumentata, anzi si è andata con gli anni riducendosi, secondo quanto riportato dagli organizzatori;
12) questa limitazione è stata segnalata, con apposite lettere, dagli organizzatori delle principali maratone italiane;
13) come segnalato dagli addetti ai lavori, se ci fosse libero accesso alle corse podistiche in maniera competitiva per tutti gli stranieri anche in Italia si potrebbero vantare maratone come quelle svolte a New York, Boston, Londra, Berlino;
14) paralleli ai grandi eventi sono diverse le manifestazioni, non competitive, che uniscono il benessere psicofisico al piacere della scoperta delle bellezze paesaggistiche del nostro territorio,
impegna il Governo:
1) nel rispetto delle norme di tutela sanitaria presenti in Italia, ad adottare iniziative normative che consentano agli atleti stranieri l'iscrizione alle manifestazioni «no-stadia» che si svolgono sul territorio italiano (corsa e marcia su strada, corsa campestre, corsa in montagna, ultramaratona, triathlon, trail running, nordic walking, orienteering, plogging), previo certificato che attesti un buon stato di salute, rilasciato, secondo le norme esistenti, nel Paese di residenza dell'atleta e accompagnato da un'autocertificazione che ne attesti la veridicità;
2) a far sì, per quanto di competenza, che le norme di tutela sanitaria che riguardano i residenti in Italia e partecipanti a corsa e marcia su strada, corsa campestre, corsa in montagna, ultramaratona, triathlon, trail running, nordic walking, orienteering, plogging continuino ad essere rispettate;
3) a sostenere azioni sinergiche con regioni, comuni ed enti locali volte ad adottare iniziative di sostegno del turismo esperienziale, in occasione delle maratone e delle mezze maratone a vantaggio degli atleti e dei loro accompagnatori, sia italiani che stranieri;
4) a considerare le maratone, le mezze maratone e le più grandi manifestazioni podistiche non competitive, ma con esplicita finalità relativa alla divulgazione della cultura della prevenzione e del benessere psicofisico, nell'ambito di un piano strategico di sviluppo economico, attivando, insieme al Coni, alla Fidal e a Sport e Salute spa, un tavolo di lavoro specifico;
5) a reperire risorse volte a garantire l'organizzazione delle manifestazioni non competitive, a sostegno della salute personale, del benessere psicofisico e della divulgazione della cultura del movimento e della prevenzione, al fine di garantire la gratuità dei servizi, quali le spese per il suolo pubblico, la vigilanza, la sicurezza e per snellire, de-burocratizzare e facilitare ciò che attiene il buono e corretto andamento dell'evento;
6) a sostenere e promuovere, individuando forme di agevolazioni organizzative, le forme organizzate di gruppi di cammino, di manifestazioni di camminata sportiva, il nordic walking, il fitwalking, l'orienteering e il plogging;
7) ad adottare iniziative volte a facilitare l'accesso all'attività sportiva, nel rispetto dell'articolo 33 della Costituzione, come necessario sviluppo dei valori educativi, sociale e di promozione del benessere psico-fisico, attraverso la promozione di voucher di spesa per sostenere i costi di iscrizione alla pratica sportiva con particolare attenzione per le famiglie in difficoltà economica nelle regioni con un maggiore tasso di dispersione scolastica;
8) a reperire risorse adeguate a sostenere le attività di promozione della cultura del movimento, quale strumento di prevenzione o controllo di patologie, e in particolare il diabete, anche attraverso interventi di ridisegno del paesaggio urbano, volte a individuare aree verdi idonee alla pratica sportiva.
(1-00393) «Berruto, Manzi, Prestipino, Orfini, Iacono, Casu, Gribaudo, Andrea Rossi, De Micheli».
(24 gennaio 2025)
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
DE MONTE, ORSINI, DEBORAH BERGAMINI, MARROCCO, BARELLI, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BELLOMO, BENIGNI, BOSCAINI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CASTIGLIONE, CATTANEO, CORTELAZZO, ENRICO COSTA, D'ATTIS, DALLA CHIESA, DE PALMA, FASCINA, GATTA, GENTILE, LOVECCHIO, MANGIALAVORI, MAZZETTI, MULÈ, NEVI, NAZARIO PAGANO, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, PAOLO EMILIO RUSSO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI, TASSINARI e TENERINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
fin dall'inizio della XIX legislatura, il Ministro interrogato ha promosso un deciso rafforzamento delle iniziative a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese italiane, in coerenza con la strategia di diplomazia della crescita;
l'attuazione di tale strategia, nel corso del 2025, dovrà misurarsi con uno scenario internazionale segnato da numerose incertezze, tra cui destano preoccupazione, per il tessuto produttivo italiano, le decisioni di politica commerciale dell'attuale Amministrazione statunitense;
secondo i dati diffusi dall'Istat, nel corso del 2024 le esportazioni italiane hanno raggiunto i 623,5 miliardi di euro su scala globale, registrando una complessiva tenuta, nonostante un contesto congiunturale particolarmente complesso. In tale quadro, si segnalano performance eccezionali in alcuni mercati extra Unione europea di rilievo strategico, tra cui – a titolo esemplificativo – Turchia, Emirati Arabi Uniti, Brasile, Arabia Saudita, Paesi Asean;
tali dati confermano l'importanza crescente dei mercati extra Unione europea, i quali rappresentano ormai quasi la metà del totale dell'export italiano;
il 21 marzo 2025, il Ministro interrogato ha presieduto un incontro con le imprese nel quale è stato presentato il «Piano d'azione per l'export italiano nei mercati extra Unione europea ad alto potenziale», con l'obiettivo di illustrare le iniziative previste a sostegno dello sforzo di diversificazione delle esportazioni delle imprese italiane, al fine di aiutarle a cogliere nuove opportunità di affari e compensare eventuali contrazioni di fatturato nel mercato statunitense –:
quali siano i mercati prioritari individuati nel Piano in questione, le azioni previste e le principali sfide che l'attuazione di tale strategia richiederà di affrontare, al fine di garantire che, nel corso del 2025, le imprese italiane possano consolidare la positiva performance dell'export registrata nel 2024, contribuendo nel contempo al raggiungimento degli obiettivi di crescita economica e occupazionale.
(3-01862)
(1° aprile 2025)
FRATOIANNI, BONELLI, ZANELLA, BORRELLI, DORI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
il 18 marzo 2025 il Governo israeliano ha infranto la tregua a Gaza con bombardamenti senza sosta su campi profughi, scuole e ospedali. Anche in questi giorni di Eid al Fitr, una festa che conclude il mese del Ramadan, i bombardamenti delle forze armate israeliane sono stati incessanti;
il 30 marzo 2025 l'esercito israeliano ha annunciato un'escalation della sua offensiva di terra a Rafah, emettendo un ordine di evacuazione che riguarda la maggior parte della città;
lo stesso giorno il Governo israeliano ha approvato un progetto per la costruzione di due nuove strade nella Cisgiordania occupata, che rafforzeranno l'attività di insediamento nell'area di Maale Adumim. Questo progetto taglierebbe in due la Cisgiordania e impedirebbe la creazione di un possibile Stato palestinese con continuità territoriale;
da circa due mesi il campo profughi di Tulkarem, in Cisgiordania, è nel mirino dell'esercito israeliano che espelle i palestinesi, radendo al suolo le loro case e arrestando gli abitanti. La municipalità di Jenin ha fatto sapere che, al 68esimo giorno dall'inizio dell'operazione militare denominata «Muro di ferro», sono stati uccisi 99 palestinesi e 600 case sono state distrutte;
Hamdan Ballal, uno dei registi di «No other land», il 24 marzo 2025 è stato aggredito da un gruppo di coloni armati nella sua casa a sud di Hebron e poi arrestato dalle forze di difesa israeliane. Il regista è stato rilasciato dopo una notte in una base militare, dove è stato bendato e ammanettato e ulteriormente picchiato dai militari;
la Knesset ha approvato una legge che modifica la composizione del comitato per le nomine giudiziarie, sottoponendo i giudici al controllo politico del Governo. Dopo il licenziamento di Ronen Bar direttore dello Shin bet, il Governo israeliano ha approvato una mozione di sfiducia nei confronti della procuratrice dello Stato Gali Baharav-Miara, avviando un'inedita procedura di destituzione;
da settimane decine di migliaia di israeliani stanno manifestando in tutto il Paese per la cessazione del conflitto e la liberazione degli ostaggi, accusando il Governo Netanyahu di una deriva autoritaria;
il Governo italiano a fronte di tutto ciò si è limitato unicamente ad invocare moderazione e generiche soluzioni diplomatiche –:
se il Governo intenda condannare fermamente quello che molti, tra cui gli interroganti, considerano un genocidio della popolazione palestinese e le politiche espansionistiche di Israele e porre in essere le conseguenti iniziative politico-diplomatiche anche in sede europea, a partire dalla richiesta di sospensione dell'accordo di associazione dell'Unione europea con Israele.
(3-01863)
(1° aprile 2025)
FORMENTINI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DE BERTOLDI, DI MATTINA, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale — Per sapere – premesso che:
l'India si configura come una potenza economica emergente dalla postura non antagonista nei confronti dell'Occidente;
sta prendendo corpo ad opera del Governo di New Delhi un ambizioso progetto – l'Imec, o India-Middle East-Europe economic corridor – che tende alla costruzione di un corridoio infrastrutturale funzionale alla promozione dell'interscambio commerciale tra gli Stati Uniti, l'Europa e l'India, che attraverserebbe la penisola arabica ed il Mediterraneo, allacciandosi anche all'Italia e comportando benefici per tutta la sua portualità, a partire dallo scalo di Trieste;
l'Imec non comporterebbe rischi di natura geopolitica, dal momento che l'India non persegue politiche di aperto contrasto con l'Occidente, tendendo piuttosto a cooperarvi;
l'Italia è tra i Paesi che hanno sottoscritto il 9 settembre 2023 il memorandum of understanding che ha delineato il tracciato e gli scopi dell'Imec;
appare a questo punto opportuno nominare un rappresentante speciale del nostro Paese che sia incaricato di assicurare la piena partecipazione dell'Italia allo sviluppo dell'Imec, dando attuazione alla risoluzione n. 7-00214 approvata dalla Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati il 14 maggio 2024 –:
se il Governo non ritenga utile monitorare lo sviluppo dell'Imec e garantirvi più efficacemente il coinvolgimento dell'Italia, provvedendo alla nomina di un rappresentante speciale ad hoc.
(3-01864)
(1° aprile 2025)
BOSCHI, GADDA, BONIFAZI, DEL BARBA, FARAONE, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. — Per sapere – premesso che:
con decisione di esecuzione dell'8 dicembre 2023, il Consiglio dell'Unione europea ha approvato la modifica sostanziale del Piano nazionale di ripresa e resilienza, adottata in seguito alla proposta presentata dal Governo italiano ai sensi del regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio;
con il decreto-legge n. 19 del 2024, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 56 del 2024, il Governo ha rinviato di tre anni i termini per la realizzazione del Piano nazionale complementare e definanziato diverse misure ivi previste;
in data 4 marzo 2024 il Governo italiano ha avanzato una nuova richiesta di revisione sostanziale del Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvata con la decisione di esecuzione del Consiglio dell'Unione europea datata 14 maggio 2024, rinviando ulteriormente la realizzazione di taluni investimenti e riforme;
in data 10 ottobre 2024 il Governo ha richiesto un'ulteriore variazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvata dal Consiglio dell'Unione europea il 18 novembre 2024, con cui si propone il rinvio di target e milestone previsti;
al netto dei continui rinvii delle scadenze del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ad oggi, secondo la Corte dei conti, il livello di spesa delle relative risorse è di circa un terzo inferiore a quello programmato. Sul piano degli investimenti il 20 per cento dei progetti risulta in ritardo nonostante i rinvii, registrando un tasso di attuazione della spesa complessiva pari al 35,6 per cento: un livello che scende a circa il 20 per cento per le opere infrastrutturali;
anche se il Governo continua a concentrare nella parte finale del Piano la realizzazione di molti interventi, la sesta relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza della cabina di regia certifica come nei prossimi due anni debbano essere impiegati 130,5 miliardi di euro, con una netta accelerazione rispetto alla capacità di spesa dell'ultimo biennio;
secondo il Governo, delle risorse stanziate per la missione 7 «Repower EU» è stato speso l'1,45 per cento, della missione 6 «Salute» il 18 per cento, della missione 5 «Inclusione e coesione» il 18,6 per cento, della missione 4 «Istruzione e ricerca» il 33,9 per cento, della missione 3 «Infrastrutture per una mobilità sostenibile» e missione 2 «Rivoluzione verde e transizione ecologica» il 38,7 per cento e, infine, della missione 1 «Digitalizzazione» il 52,2 per cento;
appare evidente come il livello di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza sia in ritardo o comunque ben al di sotto delle aspettative e, non a caso, esponenti del Governo hanno confermato la volontà di richiedere un rinvio e una rimodulazione ulteriori del Piano –:
se sia vero che il Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà concluso nei termini previsti oppure il Governo intenda chiedere una proroga del cronoprogramma e per quale ragione.
(3-01865)
(1° aprile 2025)
DE LUCA, UBALDO PAGANO, FILIPPIN, MADIA, PRESTIPINO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO. — Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. — Per sapere – premesso che:
la sesta relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, trasmessa dal Governo alle Camere con ingiustificato ritardo rispetto agli obblighi di legge, da un lato, evidenzia che la settima rata richiesta il 30 dicembre 2024, del valore di 18 miliardi e 300 milioni di euro, ancora non è stata pagata dalla Commissione europea, dall'altro lato, conferma le enormi criticità rilevate anche dalla Corte dei conti rispetto all'attuazione concreta degli investimenti programmati a pochi mesi ormai dalla scadenza del Piano fissata a giugno 2026;
questa relazione periodica non fornisce un quadro completo e trasparente dello stato di avanzamento delle opere, tralasciando dettagli fondamentali sull'effettiva realizzazione fisica dei progetti e sugli impatti concreti per cittadini e imprese;
secondo le dichiarazioni rese dal Ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, apparse su organi di stampa e mai smentite, il Governo italiano ha intenzione di chiedere una proroga di almeno un anno per completare l'attuazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza;
tale richiesta appare non solo incompatibile con l'attuale quadro normativo dell'Unione europea e con la volontà della Commissione europea di non concedere proroghe, come confermato dal Commissario Serafin, ma anche contraddittorio rispetto alle rassicurazioni fornite dal Governo sull'efficacia della governance attuale e sul rispetto della tabella di marcia del Piano;
il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta uno strumento strategico non solo per la modernizzazione del Paese, ma anche per la coesione territoriale e sociale, in particolare attraverso investimenti mirati alla costruzione di case e ospedali di comunità, nuovi asili nido e scuole dell'infanzia, residenze universitarie, così come alla realizzazione di opere strutturali contro il dissesto idrogeologico, al potenziamento delle infrastrutture ferroviarie nel Mezzogiorno, incluse le linee ad alta velocità –:
se il Governo ritenga di poter confermare formalmente, in modo trasparente e verificabile, che tutte le opere previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – in particolare quelle relative alle case e ospedali di comunità, agli asili nido, alle residenze universitarie, agli interventi contro il dissesto idrogeologico e alle linee ferroviarie nel Mezzogiorno – saranno effettivamente completate entro il termine del 2026, come stabilito dal cronoprogramma vigente, e se non ritenga necessario pubblicare con urgenza una nuova e diversa relazione, aggiornata e disaggregata per missione, localizzazione e soggetto attuatore, sullo stato di attuazione fisica e procedurale di tutte le opere in programma, al fine di assicurare piena trasparenza nei confronti del Parlamento e dei cittadini.
(3-01866)
(1° aprile 2025)
SCERRA, RICCARDO RICCIARDI, BRUNO e CANTONE. — Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. — per sapere – premesso che:
l'ultima relazione della Corte dei conti sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il 2024 certifica i ritardi nello stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti contenuti nel Piano, in vista della scadenza prevista il 30 giugno 2026;
oltre ai continui scostamenti dell'andamento della spesa sostenuta rispetto al cronoprogramma, la magistratura contabile avrebbe confermato le preoccupazioni della Ragioneria generale dello Stato quanto all'individuazione, in particolare, di 19 misure a rischio significativo di mancato completamento entro le scadenze attuali, in missioni fondamentali come l'istruzione, l'inclusione sociale e la salute, proprio quelle in cui si registrano i ritardi maggiori nell'avanzamento della spesa, rispettivamente al 25, 14 e 27 per cento;
secondo gli ultimi dati a disposizione, la spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza risulterebbe complessivamente ferma a circa 62,2 miliardi di euro, meno di un terzo dei fondi a disposizione, con oltre 130 miliardi di euro restanti da spendere entro giugno del 2026;
proprio a fronte delle difficoltà nella spesa a meno di un anno e mezzo dalla conclusione del Piano, nonostante le numerose modifiche del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che hanno comportato il definanziamento totale o parziale di numerose misure, il Governo, stando alle dichiarazioni del Ministro Giorgetti, sembrerebbe ora intenzionato a chiedere una proroga della scadenza del Piano oltre il 2026, proroga ad oggi esclusa dal Commissario europeo al bilancio, Piotr Serafin, e dallo stesso Commissario europeo Fitto e che richiederebbe l'unanimità dei 27 Stati membri, oltreché la ratifica da parte dei Parlamenti di tutti i Paesi dell'Unione europea;
i ritardi accumulati nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, così come il mancato rispetto degli obiettivi prefissati o una loro revisione al ribasso, nonché i rallentamenti nella messa a terra delle relative risorse finanziarie, avranno inevitabili ripercussioni sulla finanza pubblica, con conseguente complessiva rimodulazione che coinvolgerebbe inevitabilmente anche gli investimenti del Piano e che rischia di far perdere al sistema Paese un'irrepetibile occasione di rilancio –:
se il Ministro interrogato possa confermare o meno l'intenzione del Governo italiano di chiedere una proroga oltre il 2026 per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, chiarendo l'impatto e gli effetti che tale proroga avrebbe sugli investimenti e sulle riforme del Piano, con particolare riguardo alla loro realizzazione, sia in termini di spesa che di tempistiche, nonché su quelle misure individuate come a rischio realizzazione per mancato rispetto dei target previsti.
(3-01867)
(1° aprile 2025)
BIGNAMI, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, MANTOVANI, AMBROSI, DI MAGGIO, DONZELLI, GABELLONE, GIORDANO, ROTONDI e RACHELE SILVESTRI. — Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. — Per sapere – premesso che:
il 27 marzo 2025 si è svolta a Palazzo Chigi la cabina di regia del Piano nazionale di ripresa e resilienza, presieduta dal Ministro interrogato, alla presenza dei Ministri e dei Sottosegretari competenti, dei rappresentanti dell'Anci, dell'Upi e della Conferenza delle regioni e province autonome;
la cabina di regia ha adottato la sesta relazione sullo stato di attuazione del Piano per il successivo invio al Parlamento e, inoltre, è stato illustrato il lavoro svolto dal Governo nel secondo semestre 2024, per conseguire tutti gli obiettivi programmati che hanno consentito all'Italia di ricevere il pagamento della quinta rata, pari a 11 miliardi di euro, della sesta rata pari a 8,7 miliardi di euro e di richiedere il pagamento della settima rata, pari a 18,3 miliardi di euro, connessa al conseguimento di 67 obiettivi, tra cui 32 target e 35 milestone;
nel corso della cabina di regia sono stati evidenziati i principali interventi normativi adottati a sostegno dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dettagliatamente illustrati nella relazione: si tratta, in particolare, del decreto-legge n. 19 del 2024, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 56 del 2024, che, tra le altre cose, ha portato i soggetti attuatori ad aggiornare i dati sulla piattaforma ReGiS, ha rafforzato la governance delle azioni antifrode e ha visto la piena operatività di oltre cento cabine di coordinamento presso le prefetture, rendendo più efficace il raccordo tra la struttura di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la cabina di regia, le amministrazioni centrali e i soggetti attuatori, al fine di assicurare la risoluzione delle criticità legate alla realizzazione delle opere;
inoltre, è stato illustrato il decreto-legge n. 113 del 2024, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 143 del 2024, che consente di accelerare i trasferimenti delle risorse finanziarie sino al 90 per cento, al fine di andare incontro alle esigenze di liquidità manifestate dall'Anci e dagli stessi soggetti attuatori durante le riunioni delle citate cabine di coordinamento;
nella relazione al Parlamento si evidenzia, inoltre, che dei 145,3 miliardi di euro di risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza territorializzabili e destinati al Sud, il Governo Meloni ha destinato al Mezzogiorno 59,3 miliardi di euro, pari al 40,8 per cento del totale delle misure relative ai singoli territori –:
quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare al fine di proseguire l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche alla luce della richiesta di pagamento della settima rata che ammonterà a 18,3 miliardi di euro.
(3-01868)
(1° aprile 2025)
MANES. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
per le assunzioni dei vincitori del concorso a cattedre nella scuola secondaria cosiddetto «Pnrr 1», effettuate a tempo determinato nell'anno scolastico 2024-2025 (come previsto dal decreto legislativo n. 59 del 2017), occorre, per la successiva conferma in ruolo dall'anno scolastico 2025-2026, l'apposita abilitazione all'insegnamento;
gli aspiranti dovranno conseguire necessariamente la prescritta abilitazione all'insegnamento entro il 31 agosto 2025, previa la frequenza di appositi corsi abilitanti solo recentemente autorizzati dal Ministro dell'università con decreto ministeriale 24 febbraio 2025, n. 156. Tali corsi si svolgeranno nelle università italiane nel breve periodo compreso tra aprile e agosto 2025;
i suddetti corsi universitari prevedono l'obbligo di frequenza obbligatorio, il cui mancato assolvimento pregiudica la possibilità di conseguire il titolo finale. I corsi, inoltre, comprendono anche l'attività di tirocinio diretto, il cui espletamento si configura come attività lavorativa cui non possono essere adibite le gestanti;
è da rilevare che né il decreto legislativo n. 59 del 2017, né il decreto ministeriale n. 205 del 2023, né il decreto dipartimentale n. 2575 del 2023 prevedono alcuna possibilità di deroga alla scadenza del 31 agosto 2025, oltre il quale l'aspirante vincitore di concorso che non abbia conseguito l'abilitazione all'insegnamento perde il diritto alla conferma in ruolo;
pertanto, a parere dell'interrogante, risulta grave ed imminente il rischio che corrono le lavoratrici aspiranti all'abilitazione e alla conferma in ruolo che si trovino in gestazione e, in particolare, nel periodo di astensione obbligatoria e/o anticipata di cui al decreto legislativo n. 151 del 2001 –:
quali iniziative intenda adottare per tutelare la particolare condizione delle vincitrici di concorso assunte a tempo determinato nel corrente anno scolastico che si trovano in gestazione e, quindi, nell'impossibilità di adempiere ai corsi per l'abilitazione all'insegnamento, tenuto conto anche del fatto che la normativa scolastica prevede appositi istituti di tutela per situazioni analoghe (come, per esempio, nel caso di gestazione durante l'anno iniziale di formazione e prova).
(3-01869)
(1° aprile 2025)
GRIPPO, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
l'11 marzo 2025 è stata pubblicata la bozza delle «Nuove indicazioni per la scuola dell'infanzia e primo ciclo di istruzione 2025», operative dall'anno scolastico 2026/2027;
il documento ha suscitato molti interrogativi tra il personale scolastico, sia rispetto al merito che al metodo. In primo luogo, malgrado la titolazione, le nuove indicazioni, più che «indicare», prescrivono, configurandosi come «programmi» veri e propri, densi di contenuti e metodologie vincolanti, imponendo un ritorno al modello antecedente al riconoscimento dell'autonomia scolastica. Quest'ultima, infatti, prevedrebbe che sia la comunità professionale di ciascuna scuola a elaborare il piano dell'offerta formativa e il curricolo di istituto, nel rispetto delle disposizioni stabilite dalle indicazioni nazionali e tenendo conto delle specificità culturali e sociali del contesto di riferimento;
inoltre, il questionario di valutazione inviato alle scuole sta provocando potenziali conflitti ideologici perché non prevede pareri negativi e propone una triade di risposte seriali ai quesiti sull'impianto delle discipline, ma, soprattutto, perché l'intervallo di tempo concesso è talmente breve da non garantire il necessario approfondimento dei tanti temi trattati, vanificando anche gli effetti positivi dell'apertura di una casella email ad hoc per raccogliere suggerimenti. Tutto ciò non consente un dibattito consapevole e costruttivo, né l'elaborazione di osservazioni e proposte migliorative. I docenti e i dirigenti scolastici sembrano essere considerati meri esecutori di disposizioni insindacabili e unilaterali;
le indicazioni, così dettagliate nei contenuti da trattare e nel prescrivere gli obiettivi didattici, vanno di fatto, da una parte, a ridurre significativamente la libertà di insegnamento dei docenti e l'autonomia didattica, organizzativa e di ricerca delle istituzioni scolastiche e, dall'altra, a definire ex ante la struttura e l'impianto culturale su cui le case editrici redigeranno i libri di testo, i quali non potranno non essere i binari su cui viaggeranno percorsi didattici standardizzati;
se viene confermata l'entrata in vigore a settembre 2026 e se, come vuole una prassi anche normativamente consolidata, i libri di testo dovranno essere sottoposti alla valutazione dei docenti in tempo utile per l'eventuale adozione a maggio 2026, è evidente che dovranno andare in stampa entro febbraio 2026, lasciando ad autori e redattori tempi di lavorazione talmente ristretti da far dubitare dell'adeguatezza e della validità dei materiali prodotti –:
se intenda estendere la finestra temporale di consultazione per garantire un percorso maggiormente condiviso ed efficace, nell'ambito di una più generale valutazione di rinvio dell'entrata in vigore delle nuove indicazioni all'anno scolastico 2027-2028, anche per concedere alle case editrici i tempi necessari a produrre materiali didattici di qualità.
(3-01870)
(1° aprile 2025)
LUPI, CAVO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CARFAGNA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito — Per sapere – premesso che:
in un'epoca segnata da trasformazioni rapide e profonde, il nostro Paese avverte più che mai la necessità di investire con visione e coraggio nell'educazione delle nuove generazioni;
il rapporto «Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)» di Unioncamere ha segnalato che «la difficoltà di reperimento del personale riguardava il 26 per cento delle assunzioni nel 2019, prima della pandemia, mentre nel 2022 ha riguardato il 42 per cento delle assunzioni e nel 2023 tale quota ha superato il 45 per cento delle assunzioni», che corrisponde a circa 2,5 milioni di lavoratori;
in questi anni l'impegno del Governo e della maggioranza si è profuso nella ricerca di una reale alleanza tra scuola e lavoro, con riforme e sperimentazioni che rappresentano un'occasione per riconoscere la dignità dell'educazione e favorire autentici laboratori di innovazione, sperimentazione e dialogo con le esigenze del Paese e dei suoi territori;
la riforma dell'istruzione tecnico-professionale, approvata nel mese di luglio 2024, ha introdotto il modello della filiera del cosiddetto «4+2», con programmi fortemente innovativi per assicurare competenze teoriche e pratiche di qualità;
il 26 febbraio 2025 il Ministro interrogato ha fornito dati aggiornati sulla filiera formativa tecnologico-professionale, dichiarando che nell'anno scolastico in corso il cosiddetto «4+2» ha visto iscriversi al primo anno quasi 6.300 studenti;
il 22 ottobre 2024 è stato sottoscritto l'accordo di programma quadro per l'istituzione del distretto educativo dell'innovazione (Dedi) in Val Polcevera in provincia di Genova;
il distretto citato è un progetto che mira a promuovere la cultura dell'innovazione all'interno delle istituzioni scolastiche del territorio ligure, tra cui il nuovo liceo statale tecnologico sperimentale nella Val Polcevera, candidato a diventare un esempio di eccellenza, che coniuga un solido approccio umanistico con un maggiore avvicinamento alle eccellenze tecnologiche del territorio –:
quali ulteriori iniziative intenda assumere per realizzare un'alleanza virtuosa tra la scuola e il lavoro, anche esplicitando gli obiettivi delle ultime azioni intraprese come la nascita del liceo statale tecnologico sperimentale citato in premessa.
(3-01871)
(1° aprile 2025)