TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 441 di Giovedì 6 marzo 2025
MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE PER CONTRASTARE IL RINCARO DEI COSTI DELL'ENERGIA PER FAMIGLIE E IMPRESE
La Camera,
premesso che:
1) il sistema sociale e produttivo italiano risulta fortemente in crisi a causa del persistere dell'enorme incremento dei costi di generazione dell'energia, con conseguenze economiche molto preoccupanti, sia sul versante dell'inflazione, che rischia di danneggiare la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali, che per il pericolo di un rallentamento per l'economia nazionale, con impatti significativi anche sulla stabilità dei lavoratori e sulle nuove assunzioni;
2) ad essere colpiti duramente sono i redditi delle famiglie e delle imprese che vedono erodere il loro potere di acquisto per far fronte agli alti livelli di prezzi dell'energia. Le cause intrinseche di tale aumento derivano dalla struttura del sistema energetico europeo e dalla relativa dipendenza dal gas, per cui l'Unione europea e l'Italia, pur disponendo di un sistema di infrastrutture di importazione diversificato, non sono riuscite a sottrarsi alle dinamiche globali, non dominabili, degli aumenti di prezzo;
3) come noto, infatti, l'impennata dei prezzi dell'energia elettrica appare, quantomeno nel nostro Paese, sostanzialmente legata ai fondamentali che condizionano i costi di produzione termoelettrici, ossia il prezzo «spot» del gas naturale, fortemente influenzato da dinamiche finanziarie non soggette a controllo e in larga parte disconnesse dalle regole di mercato, tanto che il prezzo sul mercato all'ingrosso del gas più rappresentativo in Europa (il cosiddetto Ttf dei Paesi Bassi) ha raggiunto il 1° gennaio 2025 il prezzo di oltre 50 euro al megawattora;
4) nella situazione odierna del mercato, la crescita significativa dei prezzi spot ha determinato anche una rilevante crescita delle rendite inframarginali, e quindi dei corrispondenti extraprofitti, sia nell'ambito delle compravendite del gas naturale nel mercato che per le tecnologie di generazione caratterizzate da costi variabili di produzione cresciuti meno di quelli dei cicli combinati, come nel caso degli impianti a carbone, o addirittura pressoché nulli, come nel caso degli impianti a fonti rinnovabili. In un siffatto contesto, in cui le dinamiche di formazione dei prezzi non sono determinate da dinamiche economiche di mercato ma da speculazioni finanziarie, così alimentando una extra-remunerazione per le aziende favorite dall'aumento del prezzo del gas, il Governo si ostina a credere che la strada del «gas e del nucleare» sia percorribile rimanendo inerte di fronte alle distorsioni del mercato elettrico a discapito di imprese e famiglie;
5) tali fenomeni perlopiù speculativi riaccendono l'attenzione sull'importanza di individuare la migliore soluzione per contenere le bollette di luce e gas relative alle forniture domestiche e non domestiche. Dalle analisi del mercato elettrico, emerge in modo evidente l'esposizione alle variazioni al rialzo del Pun (Prezzo unico nazionale) per i clienti dei mercati energetici, in particolare per chi ha scelto un'offerta indicizzata al Pun con prezzi variabili, rispetto a quelli che invece hanno scelto offerte a prezzo fisso sulla componente energia, i quali, nella situazione attuale di incremento dei costi, godono di una sorta di protezione;
6) i dati forniti dal Gestore mercati energetici (Gme) mostrano, inoltre, rilevanti incrementi dei costi dell'energia nel mercato del giorno prima (Mgp), ossia dove i produttori, i grossisti e i clienti finali idonei possono vendere o acquistare energia elettrica per il giorno successivo: da fine dicembre ad oggi la media del Pun è di 130 euro a megawattora rispetto ai 38,92 del 2020, mentre il prezzo medio del gas sul mercato infragiornaliero si aggira intorno i 50 euro a megawattora, rispetto a 11,4 del 2021;
7) l'Arera ha reso noto che nel primo trimestre del 2025 la bolletta elettrica per il «cliente tipo» vulnerabile servito in maggior tutela aumenterà del 18,2 per cento, mentre il valore della materia prima del gas nel servizio di tutela della vulnerabilità dall'ottobre del 2024 è incrementato del 12,4 per cento. L'Associazione Federconsumatori stima aumenti nel 2025 per circa 1.000 euro in più a famiglia. Per le imprese, Nomisma ha calcolato per il 2025 una crescita del costo dell'elettricità del 15 per cento e per il gas del 14 per cento;
8) nonostante l'impatto significativo del «caro energia» sul sistema produttivo e sulle famiglie sia iniziato nel mese di novembre 2024, nella conferenza di inizio d'anno del 9 gennaio 2025 il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non si è espressa né ha risposto ai giornalisti sul tema. La legge di bilancio è stata caratterizzata dall'assenza di interventi volti a mitigare la dinamica dei prezzi al consumo: non si è intervenuti per ridurre gli oneri di sistema, per rafforzare il bonus sociale né per tassare gli extraprofitti da rendita inframarginale. Ci si è unicamente limitati a ridurre ai minimi storici le aliquote relative alle detrazioni fiscali per l'efficientamento energetico delle abitazioni (dal 65 per cento previsto nel 2024 al 36 per cento per la prima casa e 30 per cento per le altre abitazioni nel 2026);
9) le scelte energetiche sinora intraprese non hanno sortito alcun risultato. Il Piano Mattei si è mostrato del tutto inefficace e la frammentata progressione, non priva di ripetuti correttivi postumi, di misure quali Transizione 5.0 e Comunità energetiche rinnovabili ha inciso fortemente sulla piena operatività delle medesime e sulla messa a terra dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza;
10) in generale, occorre chiedersi se un modello di mercato elettrico come quello spot a prezzo marginale, il cui presupposto fondamentale è l'effettuazione di offerte a livelli di prezzo correlati ai costi di produzione variabili di breve periodo, avrà ancora senso laddove una quota sempre più ampia del mercato sarà coperta da fonti, quali quelle rinnovabili, caratterizzate da costi di produzione variabili pressoché nulli (per la parte esistente, anche incentivate);
11) appare evidente che, poiché gli impianti a fonti rinnovabili hanno significativi costi fissi, in particolare di investimento, in assenza di incentivi, la copertura di tali costi, e quindi la bancabilità degli investimenti, sia meglio garantita da contratti di vendita dell'energia di lungo periodo, quali i Ppa (Power purchase agreement), più che da una quotidiana ed incerta competizione sul mercato spot, dove attualmente sono in larga misura le altre fonti a fare il prezzo. Stabilizzare il prezzo di acquisto sul medio-lungo periodo sarebbe peraltro altrettanto benefico per il consumatore controparte del contratto;
12) laddove la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili, in particolare non programmabile, fosse opportunamente contrattualizzata sul medio-lungo termine, e quindi per nulla esposta al prezzo spot, il ruolo del mercato spot rimarrebbe quello di coprire la domanda residua, che a sua volta andrebbe progressivamente a ridursi per via degli obiettivi di neutralità climatica al 2050;
13) infatti, il rispetto degli obiettivi climatici comporterà la notevole decrescita dei consumi finali da fonti fossili e l'incremento della produzione di energia da Fer. Ne consegue che, nel prossimo futuro, il mercato spot per l'energia sopravvivrebbe, in pratica, per la sola funzione di bilanciamento;
14) le aste tenute dal gestore dei servizi energetici a fine ottobre 2024 per impianti fotovoltaici ed eolici sopra il megawatt hanno riconosciuto al soggetto responsabile del progetto un prezzo di circa 67 euro al megawattora, mentre sul mercato elettrico i prezzi medi dello stesso mese risultavano superare i 116 euro a megawattora;
15) risulta ormai indifferibile l'esigenza di valutare il finanziamento strutturale di misure di politiche pubbliche in campo sociale e industriale, attualmente coperte tramite il gettito di componenti tariffarie degli oneri generali (elettricità e gas), attraverso trasferimenti alla fiscalità generale delle voci diverse da quelle legate all'incentivazione delle fonti rinnovabili;
16) perseguire velocemente la transizione verso le energie pulite è essenziale per il nostro Paese, al fine di conseguire la massima autonomia energetica possibile e parallelamente la riduzione dei costi energetici;
17) risulta cruciale intervenire con misure strutturali attraverso la piena attuazione della riforma del mercato elettrico, oltre che accelerare sugli investimenti e sulla rimozione degli ostacoli burocratici, nonché sulla semplificazione delle procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti di produzione di energia attraverso le fonti rinnovabili, di impianti per l'accumulo di energia, di interventi per la riduzione e l'efficientamento dei consumi, anche attraverso la partecipazione attiva sul mercato da parte della domanda, sugli interventi per il potenziamento dell'infrastruttura elettrica di alta e media tensione a carico dell'operatore di reti di trasmissione (Tso) Terna e sugli interventi di adeguamento da parte dei distributori (media e bassa tensione),
impegna il Governo:
1) ad adottare opportune iniziative normative volte a rivedere, al fine di innalzarlo, il limite Isee che consente alle famiglie di percepire il bonus sociale elettrico e gas, attraverso la copertura dei costi necessari con risorse derivanti dalla fiscalità generale, con un opportuno effetto redistributivo;
2) ad adoperarsi affinché ai cittadini in condizioni di vulnerabilità, conformemente al dettato della direttiva (UE) 2019/944 relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica, sia assicurato, attraverso il ricorso ad un operatore pubblico che persegua esclusivamente l'equilibrio di bilancio non avendo come obiettivo la massimizzazione degli utili, un approvvigionamento di energia che ne contenga i costi e mitighi la volatilità dei prezzi, prevedendo che tale operatore, di comprovata esperienza nell'attività di acquisto, operi utilizzando tutti gli strumenti di mercato e privilegiando l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili, acquistata anche con contratti di lungo termine (Ppa);
3) ad intervenire con iniziative di carattere normativo nell'ambito della fiscalità generale, al fine di azzerare l'Iva sulla quota di aumento dei prezzi del gas e dell'elettricità;
4) ad adottare urgentemente ogni iniziativa normativa utile ad avviare una riforma della disciplina degli oneri generali attraverso la sua parziale traslazione sulla fiscalità generale al fine di ridurre, a carico di famiglie ed imprese, l'aggravio economico per il finanziamento delle medesime attraverso il pagamento in bolletta delle corrispondenti voci di copertura;
5) ad adottare le opportune iniziative di carattere normativo finalizzate ad istituire un fondo di solidarietà volto a calmierare gli incrementi dei prezzi energetici, sia per i clienti domestici che per i non domestici, da alimentare anche attraverso un contributo derivante dagli extraprofitti nel settore energetico fossile, in particolare prevedendo:
a) un cap ai ricavi per i servizi sul mercato del dispacciamento;
b) il pagamento degli oneri di sistema anche da parte degli utenti alimentati da impianti fossili situati all'interno di reti interne di utenze;
c) l'incremento dei canoni annui sui titoli minerari conferiti per la ricerca, la coltivazione di idrocarburi e per lo stoccaggio del gas naturale;
d) l'incremento delle royalty sulla produzione di idrocarburi;
e) la riduzione delle franchigie sulla produzione degli idrocarburi;
f) l'individuazione di extraprofitti alimentati nell'ambito delle compravendite nel mercato del gas naturale;
6) ad adottare iniziative di carattere normativo volte a istituire un fondo ad hoc per la compensazione dei maggiori costi sostenuti dagli enti locali connessi ai rincari dell'energia elettrica e del gas;
7) ad adottare le necessarie iniziative finalizzate a promuovere, anche attraverso un'adeguata campagna di comunicazione sui media nazionali e locali, tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili per i clienti finali relativi agli interventi rivolti alla decarbonizzazione e alla transizione ecologica, per la riduzione e l'efficientamento dei consumi di energia, l'incremento dell'autoconsumo di energia individuale e collettivo e la produzione di energia rinnovabile;
8) ad adottare le opportune iniziative volte a completare, nel più breve tempo possibile, la definizione delle condizioni e dei criteri per il graduale passaggio, nell'ambito del mercato all'ingrosso dell'energia elettrica, dall'applicazione di un Prezzo unico nazionale all'applicazione di prezzi zonali definiti in base agli andamenti del mercato, tenendo conto non solamente dell'esigenza di salvaguardare gli indicatori di prezzo di riferimento per lo sviluppo e la trasparenza dei mercati, ma anche il corretto funzionamento di questi ultimi, oltre a valorizzare il ruolo delle rinnovabili, in grado di ridurre e stabilizzare i prezzi nel mercato elettrico, per favorire le imprese più esposte alla competizione internazionale;
9) ad accelerare le condizioni volte a far sì che la diminuzione del costo dell'energia generata dall'ingresso di nuova energia rinnovabile si riflettano in minori costi per i consumatori, attraverso la possibilità di avvalersi di prezzi dinamici oppure di contratti Power purchase agreement dedicati;
10) ad adottare iniziative di carattere normativo volte a istituire un fondo di garanzia per la realizzazione degli impianti e delle misure di efficienza relativi alle comunità energetiche rinnovabili;
11) a farsi promotore e a sostenere le opportune iniziative in ambito unionale volte alla determinazione di un price cap europeo temporaneo sulla transazione di gas naturale all'ingrosso e una strategia europea per lo stoccaggio e l'acquisto comune del gas naturale;
12) anche al fine di rilanciare gli investimenti nel settore della transizione ecologica e, in particolare, per sostenere gli interventi di riduzione dei consumi di energia, d'efficienza energetica, di produzione di energia da fonti rinnovabili, per l'impiego delle tecnologie per l'accumulo e lo sviluppo della relativa filiera produttiva tecnologica, a promuovere in sede europea la costituzione di un energy recovery fund.
(1-00390) «Cappelletti, Conte, Pavanelli, Appendino, Ferrara, Santillo, Ilaria Fontana, Morfino».
(16 gennaio 2025)
La Camera,
premesso che:
1) il persistere dell'incremento dei costi dei prodotti energetici sta comportando conseguenze economiche molto preoccupanti, con l'inflazione che può tornare a livelli che rischiano di danneggiare la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali e con il rallentamento in atto dell'economia nazionale che registra il 23esimo calo consecutivo della produzione industriale che, come certificato dall'Istat, nel 2024 ha avuto una riduzione del 3,5 per cento rispetto al 2023, con impatti significativi anche sulla stabilità del numero di lavoratori occupati e sulle nuove assunzioni;
2) l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ha annunciato che per il primo trimestre del 2025 è previsto un aumento del 18,2 per cento della tariffa dell'energia elettrica per circa 3,4 milioni di clienti vulnerabili, ossia per gli anziani sopra i 75 anni, per i disabili, per i percettori di bonus sociale e altre categorie deboli rimaste nel servizio di maggior tutela e che non sono passate al mercato libero. Nel primo trimestre 2025, infatti, il prezzo dell'energia elettrica sarà di 31,28 centesimi di euro per chilowattora a causa degli aumenti di spesa per l'acquisto di energia elettrica e dei costi di dispacciamento. Gravano, poi, sui clienti già nel libero mercato gli eccessivi costi di commercializzazione dell'energia elettrica aggiuntivi al Pun, che portano ad un incremento delle bollette elettriche a livelli insostenibili;
3) il processo di liberalizzazione del settore elettrico italiano ha previsto la graduale eliminazione del «servizio di maggior tutela», ovvero il regime di prezzi regolati per i clienti che non sceglievano un fornitore nel mercato libero e per i quali l'approvvigionamento era assicurato dall'Acquirente unico spa, consentendo loro di ottenere condizioni vantaggiose rispetto ai prezzi medi del mercato libero;
4) negli anni passati, infatti, le bollette del clienti sul servizio di maggior tutela sono state sistematicamente più convenienti di quelle medie disponibili sul mercato libero retail, con l'unica eccezione del 2022 e inizio del 2023, proprio a causa dell'assenza di ogni copertura dal rischio di prezzo e del parallelo blocco, per il libero mercato, delle modifiche unilaterali dei contratti attivi;
5) dal 1° luglio 2024 i clienti domestici ancora serviti in maggior tutela che non hanno scelto un fornitore di energia sul mercato libero sono passati automaticamente nel servizio a tutele graduali e i clienti domestici vulnerabili continuano ad essere serviti in maggior tutela anche dopo tale scadenza: il servizio di maggior tutela è stato quindi sostituito, temporaneamente, dal servizio a tutele graduali che ha una durata di poco meno di 3 anni (fino al 31 marzo 2027) in mancanza di una scelta espressa, al termine di questo periodo il cliente sarà rifornito sempre dallo stesso venditore sulla base della propria offerta di mercato libera più favorevole;
6) si è, pertanto, creato un paradosso, sottolineato dalla stessa Arera: i clienti non vulnerabili del mercato tutelato, senza fare nulla, hanno oggi un vantaggio sulla bolletta rispetto ai clienti vulnerabili, perché gli operatori si sono aggiudicati i clienti con aste al ribasso con un risparmio che può arrivare a 110 euro all'anno;
7) sarebbe opportuno intervenire in maniera organica e strutturale per assicurare la fornitura di energia elettrica a prezzi ridotti ai clienti domestici vulnerabili, rispettando principi di efficienza, trasparenza e non discriminazione: è necessario consentire all'Acquirente unico di approvvigionarsi di energia in piena libertà di valutazione delle modalità più convenienti in termini di prezzo e di garanzia della fornitura, visto che continuerà ad approvvigionarsi di energia per i clienti serviti nelle tutele graduali;
8) anche il mercato del gas è destinato ad essere ancora molto volatile nei prossimi mesi, quando la domanda salirà per effetto del riempimento degli stoccaggi e dopo i rincari del gas previsti, dovuti principalmente ad una tempesta perfetta che unisce il blocco dei flussi dall'Ucraina, l'interruzione di un impianto di Gnl in Norvegia e le temperature più rigide rispetto alla media stagionale. Una tendenza che si segnala in aumento anche per i clienti vulnerabili, come testimoniano i dati recenti dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, che segnalano un aumento del 2,5 per cento a dicembre 2024. L'Autorità ha evidenziato come le quotazioni all'ingrosso della materia siano in aumento rispetto a quelle registrate a novembre 2024 e il prezzo per i clienti vulnerabili abbia raggiunto i 47,5919 euro a megawattora;
9) ad essere colpiti duramente sono dunque i redditi delle famiglie e delle imprese che vedono erodere il loro potere di acquisto per far fronte agli alti livelli di prezzi dell'energia. Le cause intrinseche di tale aumento derivano dalla struttura del sistema energetico europeo e dalla relativa dipendenza dal gas, per cui l'Unione europea e l'Italia, pur disponendo di un sistema di infrastrutture di importazione diversificato, non sono riuscite a sottrarsi alle dinamiche globali, non dominabili, degli aumenti di prezzo;
10) l'aumento costante dei prezzi dell'energia elettrica appare, quantomeno nel nostro Paese, sostanzialmente legato ai fondamentali che condizionano i costi di produzione termoelettrici, ossia il prezzo spot del gas naturale, fortemente influenzato da dinamiche finanziarie non soggette a controllo e in larga parte disconnesse dalle regole di mercato, tanto che il prezzo sul mercato all'ingrosso del gas più rappresentativo in Europa (il Ttf olandese) ha raggiunto il 1° gennaio 2025 il prezzo di oltre 50 euro al megawattora;
11) nonostante gli sforzi per incrementare le fonti rinnovabili, l'Italia rimane quindi fortemente dipendente dal gas importato e il modello di mercato spot, dove le offerte quotidiane riflettono prezzi instabili, si dimostra inadeguato: in Italia il prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso, sul mercato spot, è il più alto d'Europa. Il nostro prezzo unico nazionale, determinato sostanzialmente dal gas, è oltre il triplo del valore del gas medesimo sul mercato spot all'ingrosso, quando in condizioni normali dovrebbe essere circa il doppio oltre il costo dell'anidride carbonica;
12) si determina, pertanto, una difficoltà nel pagare le bollette per i cittadini e una perdita di produzione e competitività per le imprese, come segnalato più volte dalle associazioni imprenditoriali e da quelle dei consumatori: chi ha scelto il mercato libero uscendo dal mercato tutelato nel primo semestre del 2024 si è trovato a pagare bollette più care di oltre il 50 per cento, come certificato dall'Istat, spesso per via di pratiche commerciali poco trasparenti e del mancato controllo delle autorità di regolazione competenti. Inoltre, l'eccessiva concentrazione del mercato nelle mani di pochissimi operatori, sostanzialmente quelli che producono l'energia, rende il mercato molto simile ad un oligopolio, anticoncorrenziale per definizione, con la difficoltà di offrire un prezzo efficiente e adeguato per i clienti domestici che si trovano a doversi confrontare con contratti e bollette caratterizzati da prezzi superiori rispetto agli altri cittadini europei;
13) il costo dell'energia rimane, quindi, il problema principale per il nostro sistema economico, con un prezzo medio dell'energia elettrica all'ingrosso, nel 2024, di 108 megawatt l'ora, il 35 per cento in più della Germania, il 72 per cento della Spagna, l'87 per cento della Francia, Paesi con mix energetici diversi che dimostrano la specificità italiana. Nelle prime settimane del 2025 si è arrivati a 150 euro megawatt l'ora ed è puntualmente arrivato il grido d'allarme delle imprese che rischiano costi aggiuntivi di 10 miliardi euro su base annua, che significa mettere fuori mercato interi settori produttivi;
14) per contrastare il caro energia, nel 2022 e nel 2023 il Governo Draghi ha introdotto numerose disposizioni normative che hanno sostenuto famiglie e imprese, come la sterilizzazione degli oneri di sistema, il credito d'imposta per l'acquisto di energia elettrica, gas e carburanti, l'Iva ridotta per il gas;
15) in questi due anni e mezzo, invece, il Governo Meloni, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, si è dimostrato indifferente e inefficace; la legislatura è iniziata con i ritardi accumulati sul decreto attuativo delle comunità energetiche, per poi arrivare al testo unico delle rinnovabili, provvedimento chiesto a gran voce da tutti gli operatori e poi giudicato inutile tanto da far rimpiangere la normativa precedente. Non sono state previste misure o iniziative incisive per contrastare il caro prezzi dell'energia e per sostenere le famiglie e le imprese, nemmeno quelle energivore; non si è intervenuti per ridurre gli oneri di sistema e nemmeno per rafforzare il bonus sociale, è stato ostacolato il percorso dell'energy release e del gas release, l'idroelettrico è in un limbo tra gare e ricorsi, in attesa, da un anno, di una quarta via per sbloccare il piano degli investimenti;
16) l'Italia ha bisogno di più energia a minor costo: per ottenerlo è fondamentale aumentare le rinnovabili, i contratti a lungo termine e adottare un'iniziativa a livello europeo per un approccio unitario sui costi dell'energia, con un prezzo unico dell'elettricità europea, interagendo anche a livello comunitario per intervenire sul meccanismo del «prezzo marginale», ricollegando in maniera fattuale i prezzi ai costi di produzione delle singole tecnologie. In questa ottica, si potrebbe disaccoppiare il segmento delle tecnologie ad elevati costi del capitale (Capex based) e con costi variabili quasi nulli per kilowattora, come le rinnovabili elettriche (idrico, geotermoelettrico, eolico e solare), da quelle caratterizzate da elevati costi variabili governati per lo più dal costo delle materie prime energetiche fossili;
17) è necessario un intervento urgente e strutturale che metta a disposizione, a livelli di prezzo accettabile, forniture di gas su logiche di lungo termine riservate alle imprese energy intensive, anche sfruttando la dotazione infrastrutturale unica del nostro Paese che lo porta ad avere capacità di interconnessione sovrabbondante e particolarmente differenziata geograficamente;
18) un altro ambito di azione è quello dell'efficienza energetica: è dentro il Pniec, ma poi negli atti di Governo è sparita, anzi contrastata. Del recepimento della direttiva europea sulle case green non si sa più niente, c'è la drastica riduzione delle agevolazioni fiscali per l'efficientamento nella legge di bilancio, così come l'altro aspetto fondamentale è quello dei contratti a lungo termine, il meccanismo dei ppa che permette contratti bilaterali strutturali tra le parti per stabilizzare il prezzo a lungo periodo (5-10 anni) e su questo c'è l'esperienza spagnola, con la loro Cassa depositi e prestiti che fa da garante di ultima istanza. C'è la richiesta di Confindustria, che prevede un ruolo di garanzia di ultima istanza del Gestore dei servizi energetici, c'è la proposta di legge presentata dal gruppo del Partito democratico alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica che riguarda i vulnerabili per conferire maggiori poteri all'Acquirente unico per le acquisizioni di lungo percorso;
19) occorre, inoltre, evitare ulteriori oneri in bolletta. La recente proroga delle concessioni per la rete di distribuzione elettrica, approvata senza un adeguato confronto, rischia di aggiungere nuovi costi al già pesanti oneri di sistema. È indispensabile una strategia concreta e tempestiva per ridurre il costo dell'energia e garantire maggiore equità per cittadini e imprese,
impegna il Governo:
1) a favorire, per quanto di competenza, il rapido iter della proposta di legge del Partito democratico che prevede che l'Acquirente unico possa svolgere attività di vendita di energia elettrica nei confronti dei clienti vulnerabili a prezzi calmierati;
2) ad adottare iniziative di competenza per favorire il disaccoppiamento del prezzo dell'energia elettrica da quello del gas attraverso la stipula di contratti di lungo termine di compravendita di energia elettrica rinnovabile tra produttori e acquirenti/consumatori, revisionare l'attuale meccanismo di formazione dei prezzi dell'energia elettrica e prevedere l'approvvigionamento tramite acquisti congiunti europei;
3) ad adottare appositi interventi anche di carattere normativo finalizzati ad evitare il previsto aumento, a partire dal 1° gennaio 2025, della tariffa dell'energia elettrica del 18,2 per cento per circa 3,4 milioni di clienti domestici vulnerabili, ossia per gli anziani over 75, per i disabili, per i percettori di bonus sociale e per altre categorie deboli rimaste nel servizio di maggior tutela e che non sono passate al mercato libero;
4) ad attivarsi affinché, in raccordo con le rispettive autorità di riferimento di ciascun settore, siano predisposti specifici interventi finalizzati a correggere tutti i fattori che concorrono all'incremento ingiustificato di aumenti dei prezzi, a partire dalle tariffe per l'acqua e per le bollette elettriche e del gas;
5) ad adottare iniziative di competenza volte a dare seguito alla riforma degli oneri di sistema su beni energetici, eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale;
6) ad adottare iniziative di competenza volte ad estendere la platea di beneficiari dei bonus sociali elettrico e gas;
7) ad adottare misure di sostegno in favore delle imprese manifatturiere, già gravate da 23 mesi consecutivi di riduzione della produzione, e delle imprese del settore agricolo a fronte dell'incremento dei costi di approvvigionamento di carburanti, energia elettrica e gas, a partire dalla riduzione degli oneri di sistema e dal riconoscimento di un contributo straordinario, sotto forma di credito d'imposta in favore delle imprese, ivi comprese quelle agricole;
8) ad adottare iniziative di competenza affinché si introduca un cap al meccanismo di formazione del prezzo del mercato italiano del gas naturale indicizzato al Ttf;
9) ad attivarsi per accelerare senza ulteriori indugi lo sviluppo e l'espansione delle energie rinnovabili, attraverso la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili, delle reti elettriche intelligenti, dei sistemi di accumulo e stoccaggio e dell'efficienza energetica.
(1-00398) «Peluffo, Simiani, Braga, Curti, De Micheli, Di Sanzo, Evi, Ferrari, Gnassi, Pandolfo».
(18 febbraio 2025)
La Camera,
premesso che:
1) i prezzi dell'elettricità sul mercato spot italiano sono i più alti fra le borse europee. Complessivamente nel 2024 il prezzo medio dell'energia elettrica nel mercato all'ingrosso è risultato di 108,52 euro per megawattora, mentre in Germania 78,51 euro per megawattora, in Spagna 63,04 euro per megawattora e in Francia 58,02 euro per megawattora;
2) l'Italia non solo registra i prezzi più elevati dell'energia, ma è anche il principale importatore europeo: nel 2024 ha acquistato 52 terawattora, pari al 17 per cento del fabbisogno nazionale, quasi il doppio rispetto alla Germania, secondo importatore dell'Unione europea. Inoltre, la forte dipendenza dal gas rende il mercato italiano particolarmente vulnerabile alle instabilità geopolitiche;
3) l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) ha annunciato che nel primo trimestre del 2025 è previsto l'aumento della tariffa dell'energia elettrica del 18,2 per cento per circa 3,4 milioni di clienti vulnerabili, ossia per gli anziani sopra i 75 anni, per i disabili, per i percettori di bonus sociale e altre categorie deboli rimaste nel servizio di maggior tutela e che non sono passate al mercato libero. Nel primo trimestre 2025, infatti, il prezzo dell'energia elettrica sarà di 31,28 centesimi di euro per chilowattora a causa degli aumenti di spesa per l'acquisto di energia elettrica e dei costi di dispacciamento;
4) secondo le ultime stime fornite da Nomisma energia, la spesa per l'elettricità per il 2025 è in aumento del 28 per cento per le imprese e del 31 per cento per la «famiglia tipo», che si traduce in più 201 euro l'anno. Assoutenti indica un incremento delle tariffe del gas praticate in bolletta in media del 21 per cento, con una stangata di circa 309 euro aggiuntivi rispetto al 2024;
5) sul mercato all'ingrosso (la Borsa elettrica) il prezzo dell'elettricità viene determinato con il sistema del «prezzo marginale», ovvero viene fissato al livello del costo variabile dell'impianto di generazione più costoso necessario per soddisfare la domanda. Nel mercato italiano questo costo corrisponde quasi sempre alle centrali a gas, che nel 2023 hanno generato il 45 per cento dell'elettricità consumata a livello nazionale;
6) l'impennata dei prezzi dell'energia elettrica appare sostanzialmente legata ai fattori che condizionano i costi di produzione termoelettrici, ossia il prezzo «spot» del gas naturale che sul mercato all'ingrosso del gas più rappresentativo in Europa (il cosiddetto Ttf di Amsterdam) ha raggiunto il 1° gennaio 2025 il prezzo di oltre 50 euro al megawattora, dato fortemente influenzato sia dall'interruzione, a partire dal 1° gennaio 2025, del flusso di metano dalla Russia attraverso l'Ucraina, ma anche dai movimenti degli hedge fund e di altri fondi d'investimento non di rado puramente speculativi;
7) nonostante il netto calo della produzione semestrale termoelettrica (-10 per cento), il gas rimane la commodity che ancora influenza di più la formazione del prezzo dell'energia elettrica. Oltre il 95 per cento del gas italiano proviene dalle importazioni, una dipendenza che porta le aziende elettriche italiane alla mercé dei mercati internazionali del gas. Inoltre la sostituzione del gas proveniente dalla Russia ha fatto aumentare i prezzi complessivi della commodity e il gas naturale liquefatto acquistato dall'Italia è notevolmente più costoso del gas fornito tramite gasdotto;
8) tali fenomeni perlopiù speculativi pongono la necessità di individuare la migliore soluzione per contenere le bollette di luce e gas relative alle forniture domestiche che stanno mettendo ancora una volta a dura prova le famiglie italiane, proprio a causa dell'aumento generalizzato dei prezzi a fronte di retribuzioni salariali che – per la maggioranza dei lavoratori – non tengono il passo con l'aumento del costo della vita;
9) secondo i dati dell'ultimo rapporto sulla povertà energetica elaborati dall'Osservatorio italiano sulla povertà energetica (Oipe), 2,36 milioni di famiglie sono in povertà energetica, pari al 9 per cento delle famiglie italiane, dati in forte crescita rispetto al 2022, con un +1,3 per cento, pari a più di 340.000 famiglie che si aggiungono a quelle già colpite dal fenomeno. Ad aumentare significativamente è la componente di famiglie in povertà energetica nascosta, cioè le famiglie con spesa complessiva al di sotto della media, che hanno dichiarato di non aver speso nulla per il riscaldamento, fenomeno preoccupante perché segnala un inasprimento delle condizioni di disagio delle famiglie più povere, costrette a spegnere i sistemi di riscaldamento per risparmiare;
10) l'aumento del costo dell'energia sta pesando in modo rilevante anche sul sistema economico e produttivo del Paese, la cui produzione industriale risulta in diminuzione da 23 rilevazioni consecutive, facendo registrare a dicembre 2024 un calo del 7,1 per cento;
11) secondo l'ufficio studi della Cgia, basato sul prezzo medio dell'energia elettrica nel 2025 di 150 euro per megawattora e del gas a 50 euro per megawattora, le bollette potrebbero costare all'intero sistema imprenditoriale italiano ben 13,7 miliardi di euro in più rispetto al 2024, pari a un aumento del 19,2 per cento, con un totale della spesa complessiva che potrebbe toccare gli 85,2 miliardi di euro, di cui 65,3 sarebbero per l'energia elettrica e 19,9 per il gas;
12) nonostante l'impatto significativo del «caro energia» sul sistema produttivo e sulle famiglie sia in corso almeno dal mese di novembre 2024, il Governo fino ad ora si è limitato a denunciare il preoccupante fenomeno speculativo, senza peraltro adottare con provvedimenti adeguati, a cominciare dalla legge di bilancio, interventi volti a mitigare la dinamica dei prezzi al consumo, né per ridurre gli oneri di sistema o per rafforzare il bonus sociale, né tantomeno per tassare gli extraprofitti da rendita inframarginale delle grandi società energetiche che acquistano e distribuiscono gas, le quali hanno realizzato oltre 60 miliardi di euro di extraprofitti in due anni e mezzo, una vera e propria rapina sociale ai danni di famiglie e imprese;
13) a pesare sul costo dell'energia sono anche le scelte energetiche sinora intraprese dal Governo Meloni che, con il Piano Mattei, a giudizio dei firmatari del presente atto d'indirizzo, ha reso esplicito il suo unico obiettivo di trasformare l'Italia in un hub energetico del gas attraverso una pseudo-cooperazione, che sa di neocolonialismo, che passa dall'Africa e dalle fonti inquinanti, aumentando la dipendenza energetica del Paese da tale fonte fossile;
14) secondo i dati dell'associazione degli operatori delle reti di trasmissione (Entsc) nel 2024 l'Europa ha utilizzato quasi il 20 per cento di gas metano in meno rispetto ai 2023 e uno stupefacente 60 per cento in meno rispetto al picco di utilizzo registrato nel 2017, con un consumo di gas metano sceso di un ammontare pari alla somma della domanda annuale di Danimarca, Irlanda, Norvegia e Portogallo messi insieme;
15) la ragione principale della diminuzione del consumo di gas è la decisa crescita della produzione da energia da fonte rinnovabile. Nel primo semestre del 2024 la produzione di energia nell'Unione europea è venuta per metà da fonti rinnovabili (fonte: Reuters), la cui capacità è aumentata di ben 72 gigawatt solo nel 2023. Per la prima volta nella storia, l'energia da solare ed eolico è la prima fonte nel mix totale dell'Unione europea. Ciò ha comportato per l'Europa significativi vantaggi. In primo luogo, la riduzione della bolletta energetica: i prezzi all'ingrosso sono crollati rispetto ai picchi del 2022 e del 2023 e in alcuni Paesi, come Francia e Spagna, sono tornati addirittura ai minimi precedenti il 2021;
16) la strada che l'Italia deve seguire è quella fondata sulla forte crescita delle rinnovabili, che devono rappresentare l'asse portante della politica di decarbonizzazione secondo gli impegni assunti dal nostro Paese, nel quadro degli accordi internazionali, di fuoriuscita dalle fonti fossili. Investire sulle rinnovabili non è solo una scelta ecologica, ma l'unico strumento concreto per ridurre i costi dell'energia e garantire un futuro sostenibile per il Paese, portando al disaccoppiamento del prezzo tra gas e rinnovabili;
17) non è condivisibile la dichiarata necessità di puntare anche sul nucleare nel mix energetico. Si dimentica, infatti, degli alti costi di questa energia, che attualmente in Europa supera i 170 euro per megawattora. Si trascura, inoltre, di ricordare che in Europa, a partire dalla Francia, il nucleare è finanziato dallo, Stato, lo stesso Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, nel rispondere all'interrogazione n. 5-03450 in Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, ha affermato che «nell'oggi non sia possibile stimare i costi del riavvio della produzione di energia elettrica da fonte nucleare». I dati dicono che il nucleare porta alla triplicazione dei costi dell'energia, come dimostra l'accordo franco-inglese che ha sterilizzato il prezzo dell'energia nucleare a 170 euro per megawattora. Tra il 2009 e il 2022, mentre i costi di produzione dell'energia onshore e del solare sono diminuiti rispettivamente del 70 per cento e del 90 per cento, quelli del nucleare sono aumentati del 33 per cento. Il nucleare non è la risposta né per la competitività economica, perché triplicherebbe i costi dell'energia per imprese e famiglie, né per la transizione ecologica, perché sottrarrebbe investimenti alle rinnovabili e non sarebbe una soluzione per la decarbonizzazione, visti tempi lunghissimi per la realizzazione delle centrali, mentre la crisi climatica necessita di risposte oggi;
18) altro elemento fondamentale per ridurre il costo della bolletta energetica di famiglie ed imprese è quella di agire sulla riduzione dei consumi finali, considerato che con quasi il 45 per cento dei consumi finali, quello degli edifici è il primo settore in Italia per consumi di energia, con oltre i due terzi derivanti da abitazioni residenziali, settore che nel corso degli anni ha aumentato più di tutti gli altri la propria fame di energia;
19) secondo l'analisi condotta da Odyssee-Mure, lo strumento che fornisce un monitoraggio completo dei consumi energetici e delle tendenze dell'efficienza, nonché una valutazione delle misure di politica di efficienza energetica per settore per i Paesi dell'Unione europea, a parità di condizioni climatiche un'abitazione media italiana consuma circa il 50 per cento in più della media europea. Tale situazione è conseguenza del fatto che negli ultimi due decenni, mentre gli altri Paesi europei hanno progressivamente ridotto i consumi delle abitazioni mettendo in campo politiche e misure di efficientamento efficaci, l'Italia è rimasta ferma al palo: in vent'anni, infatti, i consumi energetici medi di una casa italiana non sono praticamente cambiati, mentre in Europa in media sono stati tagliati del 17 per cento e alcuni Paesi, come la Francia, si sono spinti verso un taglio di oltre il 20 per cento;
20) gli interventi di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare sono fondamentali sia per raggiungere l'obiettivo di piena decarbonizzazione riducendo l'uso delle fonti fossili, considerando che oltre il 60 per cento del parco edilizio residenziale italiano (12,42 milioni di edifici) ha più di 45 anni e fa affidamento sul gas naturale come principale fonte di energia, sia per migliorare le prestazioni energetiche degli immobili riducendo le dispersioni di calore e, più in generale, il fabbisogno energetico annuale dell'energia primaria per il riscaldamento, il raffrescamento, per la ventilazione e per la produzione di acqua calda sanitaria, con l'abbattimento dei costi di esercizio degli impianti domestici;
21) gli immobili più energivori sono quelli in cui si ritiene che, attraverso una spesa minore, sia possibile raggiungere benefici maggiori in termini di riduzione dei consumi, di ritorno economico e anche di benessere sociale, stante che i residenti di queste abitazioni sono quelli più spesso colpiti da povertà energetica;
22) per quanto concerne la quantificazione del potenziale risparmio per gli utenti, si stima che ogni passaggio di classe energetica ottenuta da un edificio, oltre a rappresentare un aumento del valore immobiliare del bene per i proprietari e contestualmente un vantaggio in termini di riduzione di circa il 20 per cento dei consumi energetici, contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra associate all'energia;
23) il Parlamento europeo, ad aprile 2024, ha approvato la direttiva europea «case green» (o Epbd-Energy performance of buildings directive) sulla prestazione energetica nell'edilizia, segnando un momento decisivo per l'efficienza energetica e la sostenibilità ambientale delle costruzioni nell'Unione europea, con l'obiettivo di ridurre le emissioni del settore edilizio del 60 per cento entro il 2030 per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative volte a individuare un operatore pubblico con funzione di aggregatore centrale che garantisca ai cittadini in condizioni di vulnerabilità la fornitura di una quota dell'energia che ne contenga i costi e mitighi la volatilità dei prezzi, tramite la stipula di contratti di lungo termine (Ppa) con produttori di fonti energetiche rinnovabili o mediante la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili;
2) ad adottare ogni possibile iniziativa, anche di carattere normativo, finalizzata ad istituire un fondo di solidarietà volto a calmierare l'aumento dei prezzi dell'energia, sia per i clienti domestici che per i non domestici, da finanziare attraverso il gettito derivante da un'imposta straordinaria sugli extraprofitti nel settore energetico fossile;
3) ad assumere iniziative di competenza volte a prevedere l'istituzione nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica di un apposito fondo denominato «Fondo di garanzia per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili», con l'obiettivo di garantire una parziale assicurazione ai crediti concessi dalle banche e da altri soggetti abilitati all'esercizio del credito in Italia per la realizzazione delle comunità energetiche rinnovabili, previste dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199;
4) ad adottare le necessarie iniziative volte a raggiungere la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili pari ad almeno il 42,5 per cento del consumo complessivo a livello nazionale, in conformità con gli obiettivi fissati dall'Unione europea, prevedendo l'istallazione di almeno 12 gigawatt annui di nuovi impianti a fonte rinnovabile;
5) ad escludere il ricorso al nucleare nel mix energetico sia per gli alti costi di questa energia, sia per l'impossibilità di stimare i costi del riavvio della produzione di energia elettrica da fonte nucleare come riconosciuto dallo stesso Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica;
6) ad adottare iniziative di carattere normativo volte a definire una riforma del mercato energetico che preveda il disaccoppiamento dei prezzi elettrici da quelli del gas, in modo da riflettere i reali costi di produzione di ciascuna fonte e garantire tariffe eque e sostenibili;
7) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a rivedere il quadro degli incentivi e delle agevolazioni fiscali sugli interventi edilizi in vigore, stabilizzando la misura di detrazione fiscale dell'ecobonus nell'arco di 10 anni per far fronte al costo degli interventi per l'efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato, escludendo dal sistema incentivante le tecnologie di riscaldamento a combustione alimentati da fonti fossili, con un meccanismo semplificato e legato in modo più stringente al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici e prevedendo percentuali di detrazione differenziate secondo le fasce di reddito, con la massima detrazione destinata alle fasce più deboli e ai proprietari di immobili destinati alla prima casa;
8) ad adottare iniziative di carattere normativo volte a prevedere un adeguato finanziamento del Fondo nazionale per l'efficienza energetica di cui all'articolo 15 del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102, prevedendo una riserva delle risorse all'erogazione di contributi per gli interventi di riqualificazione energetica dell'edilizia residenziale pubblica;
9) ad adottare misure, anche di carattere normativo, volte alla massima semplificazione delle procedure amministrative per la realizzazione di interventi di efficienza e riqualificazione energetica degli edifici e per l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, che devono essere esonerati dal pagamento di oneri e contributi a qualsiasi titolo, anche mediante l'istituzione di sportelli unici telematici territoriali con funzioni di formazione, informazione, assistenza tecnico-amministrativa e finanziaria, a supporto di cittadini ed imprese, per la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica, la produzione di energia da fonti rinnovabili, l'autoconsumo collettivo e le comunità energetiche;
10) ad adottare iniziative volte a disporre un piano straordinario di formazione professionale per il green building, riconvertendo parte dell'attuale sistema di formazione professionale verso specifici profili tecnici di esperti progettisti ed esecutori di interventi di efficienza e riqualificazione energetica degli edifici, anche accompagnando la riqualificazione di lavoratori provenienti da imprese in crisi aziendale.
(1-00399) «Bonelli, Ghirra, Zanella, Borrelli, Dori, Fratoianni, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».
(18 febbraio 2025)
La Camera,
premesso che:
1) i prezzi medi dell'energia elettrica in borsa in Italia nel 2024 sono stati i più alti dell'Unione europea: il doppio della Francia, il 70 per cento in più della Spagna e il 30 per cento in più della Germania;
2) al prezzo di borsa dell'energia si aggiungono in bolletta altri oneri, tanto maggiori quanto maggiore è il peso delle fonti intermittenti nel mix elettrico;
3) l'Italia non è solo il Paese dell'Unione europea in cui l'energia elettrica è più cara, ma è anche quello che ne importa di più, 52 terawattora, pari al 17 per cento del fabbisogno e quasi il doppio della Germania, che è il secondo importatore dell'Unione europea;
4) il prezzo dell'energia elettrica incide sui bilanci delle famiglie e delle imprese in modo determinante e, per la natura del mercato elettrico e per il ruolo che vi svolge il gas, è particolarmente sensibile anche all'instabilità del contesto geopolitico;
5) tutto ciò impone, nel medio-lungo periodo, una sfida relativa alla composizione del mix elettrico nazionale, ma esige nell'immediato misure volte a contenere il costo della bolletta elettrica per le imprese, che costituisce uno dei fattori più gravi di deindustrializzazione e perdita di competitività economica;
6) la misura più utile, nell'immediato, è rappresentata dal disaccoppiamento del prezzo dell'energia elettrica da fonti rinnovabili da quello di borsa, che nel 2024 in Italia è stato fissato dal gas per il 65 per cento delle ore;
7) le quotazioni del prezzo del gas attese per il 2025 sono tra 45 e 50 euro a megawattora, mentre il prezzo dei diritti di emissione (Ets) dovrebbe attestarsi intorno a 75-80 euro per tonnellata di anidride carbonica. Il risultato è che l'energia elettrica prodotta a gas nel 2025 dovrebbe costare intorno a 135 euro per megawattora (due volte e mezza il prezzo medio 2011-2020, pari a 57 euro a megawattora);
8) il disaccoppiamento può essere realizzato senza necessariamente creare due mercati paralleli, ad esempio attraverso la contrattualizzazione a termine – anche attraverso Ppa (Power purchase agreement) o Cfd (contratti per differenza) a due vie – per gli impianti rinnovabili, ovvero con altri meccanismi che consentano di evitare che si generino eccessive rendite inframarginali,
impegna il Governo:
1) ad adottare le opportune iniziative normative finalizzate:
a) a introdurre misure funzionali a contenere il prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso, anche evitando che si generino eccessive rendite inframarginali per gli impianti alimentati a fonti rinnovabili e che, al contempo:
1) siano efficaci già nel breve termine;
2) non presentino criticità sotto il profilo della legittimità;
3) non scoraggino i necessari investimenti nelle fonti energetiche rinnovabili;
4) siano effettive, ovvero intercettino effettivamente una quantità elevata di energia;
b) a consentire il contenimento dei costi variabili sostenuti per la produzione termoelettrica a gas, eventualmente nei limiti degli oneri di varia natura che oggi colpiscono il consumo di gas per la produzione termoelettrica;
c) ad assicurare che le misure di compensazione si trasferiscano appieno nei prezzi dell'energia elettrica su tutto il mercato;
d) a mantenere comunque il costo della produzione di energia elettrica con il gas a livelli che non scoraggino l'ingresso di nuova capacità rinnovabile;
e) a liberalizzare le installazioni di impianti fotovoltaici su coperture per autoconsumo;
2) a valutare, nel più ampio dibattito sulla riassegnazione delle relative concessioni, anche l'opzione di inserire una clausola che preveda la cessione di energia al Gestore dei servizi energetici attraverso contratti a due vie che mantengano, ad esempio prevedendo profili contrattuali standard, adeguati incentivi per i produttori alla gestione efficiente degli impianti anche in termini di profilo di produzione;
3) a valutare le modalità con cui il Gestore dei servizi energetici cede ai consumatori finali – in particolare a quelli industriali energivori – almeno quota parte dell'energia elettrica rinnovabile, approvvigionata con i meccanismi di supporto – quali il cosiddetto Ferx – nonché con i contratti a due vie già menzionati, attraverso contratti pluriennali di lungo periodo nel rispetto della normativa sugli aiuti di Stato e sulla non discriminazione dei consumatori.
(1-00404) «Benzoni, Richetti, Bonetti, D'Alessio, Grippo, Sottanelli, Ruffino, Onori, Pastorella, Rosato».
(26 febbraio 2025)
La Camera,
premesso che:
1) negli ultimi mesi del 2024 e nei primi mesi dell'anno in corso il costo dell'energia ha registrato un aumento che nel mese di gennaio ha visto attestarsi il prezzo medio giornaliero dell'energia elettrica a 143 euro a megawattora e il prezzo medio giornaliero del gas a circa 50 euro a megawattora;
2) a gennaio 2025 l'energia elettrica in Italia è costata 143 euro a MWh in media, dai 99 di gennaio 2024, con un rincaro del 44 per cento in un anno. A febbraio 2025 la media italiana è salita a 154 euro a MWh;
3) le associazioni dei consumatori analizzando le previsioni sull'andamento del prezzo delle materie prime, hanno calcolato come la bolletta elettrica e del gas 2025 di una famiglia con contratto di fornitura a prezzo indicizzato nel mercato libero, potrebbe arrivare a superare i 2.930 euro, vale a dire quasi il 13,6 per cento rispetto a quella del 2024;
4) per quanto riguarda le Pmi, i rincari energetici penalizzano maggiormente quelle minori, con un costo dell'energia superiore del 22,5 per cento superiore a quello della corrispondente media europea. Le piccole imprese pur rappresentando solo un terzo dei consumi industriali, pagano circa la metà del costo degli incentivi alle rinnovabili. Nel 2024 esse hanno pagato l'energia elettrica mediamente 164 euro a MWh, comprensivo del prezzo dell'energia (108,52 euro) e degli oneri per le rinnovabili (54,4 euro). A febbraio 2025 il costo complessivo è salito a 208 euro a MWh, insostenibile per aziende che non possono facilmente assorbire tali incrementi;
5) come illustrato dal Governo in una recente informativa svolta alla Camera dei deputati il 23 gennaio 2025 l'aumento dei costi dell'energia nel mercato domestico è dovuto ad una molteplicità di fattori di carattere internazionale, quali la crescente domanda di energia in atto in Asia, i rischi della frammentazione delle supply chain a livello europeo, le tensioni geopolitiche in alcune aree del mondo – Ucraina e Medio Oriente – e i possibili impatti derivanti dalla situazione politica internazionale implicano, tra i diversi effetti, il persistere di condizioni di volatilità dei mercati energetici e di possibili speculazioni;
6) per quanto riguarda la dinamica dei costi del gas l'interruzione totale dal primo di gennaio 2025 delle forniture di gas russo tramite l'Ucraina ha prodotto a livello europeo una riduzione di circa 15 miliardi di metri cubi, pari al 5 per cento delle importazioni complessive dell'intero continente del 2024;
7) a questa riduzione si sono aggiunte quelle del flusso di gas proveniente dall'Algeria per circa 30 milioni di metri cubi al giorno e il calo di circa un terzo del gas proveniente dall'Azerbaijan;
8) tali eventi hanno imposto a un maggiore utilizzo degli stoccaggi e ad un aumento delle importazioni dal Nord Europa, influenzando quindi i prezzi in Italia, anche in riferimento al prezzo sui mercati europei;
9) il prezzo dell'energia elettrica in Italia è determinato nel 70 per cento delle ore dalla generazione termoelettrica a gas, nonostante questa pesi poco più del 40 per cento sulla generazione complessiva. Per questa tipologia di impianti, al costo della materia prima gas si somma il costo della CO2, che sul mercato Ets ha fatto registrare nel 2024 il prezzo medio di circa 65 euro a tonnellata, equivalente a circa 25 euro al megawattora da caricare. Tale extracosto si riflette per il 70 per cento delle ore su tutta la generazione elettrica indipendentemente dalla fonte di generazione;
10) come illustrato dal Governo nella citata informativa le direttrici di intervento perseguite da tempo riguardano da un lato, misure per accelerare lo sviluppo di nuova capacità da fonti rinnovabili, sia attraverso gli strumenti di sostegno sia attraverso misure di contesto volte a promuovere condizioni di mercato più favorevoli e procedure amministrative più chiare, rapide ed efficaci; dall'altro, misure per mitigare il prezzo di generazione termoelettrica;
11) il meccanismo del cosiddetto energy release, introdotto con il decreto-legge n. 181 del 2023, convertito con modificazioni dalla legge n. 11 del 2024, si muove in tale direzione. Tale meccanismo consiste nell'anticipazione dell'energia elettrica da fonti rinnovabili nella disponibilità del Gse a prezzo calmierato a favore delle imprese, in questo caso imprese energivore, configurandosi come un Ppa di medio termine. In cambio, le imprese energivore hanno l'obbligo di realizzare capacità Fer pari al doppio di quella anticipata: l'obiettivo finale è spingere l'autoproduzione sostenibile da parte delle imprese energivore;
12) con il meccanismo del cosiddetto gas release introdotto con il decreto-legge n. 181 del 2023, si è inteso rendere disponibili alle imprese gasivore 2-3 miliardi di metri cubi l'anno di gas nazionale a prezzi regolamentati. Nel 2024 sono stati estratti circa 2,7 miliardi di metri cubi, anche se le riserve accertate si aggirano fra i 50 e i 100 miliardi di mc, tali da permettere per diversi anni un aumento significativo della produzione. Con il decreto-legge n. 153 del 2024, convertito con modificazioni dalla legge n. 191 del 2024, si è provveduto a rivedere il Pitesai e a consentire la finalizzazione di parte della nuova produzione alla suddetta misura;
13) il Governo è altresì al lavoro per individuare soluzioni che possano ridurre significativamente l'incidenza nel prezzo elettrico degli oneri di varia natura (Ets compreso), che oggi gravano sul consumo di gas per la produzione termoelettrica; assicurino che le misure di compensazione di cui al punto precedente si trasferiscano appieno nei prezzi dell'energia elettrica su tutto il mercato; mantengano comunque il costo della produzione di energia elettrica con il gas a livelli che non scoraggino l'ingresso di nuova capacità rinnovabile;
14) in sede europea è in corso un'iniziativa del Governo finalizzata all'individuazione di meccanismi strutturali funzionali a prevenire che eventuali fenomeni speculativi determinino l'aumento dei prezzi del gas sul Ttf;
15) in tal senso il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica si sta confrontando anche con la Germania per fronteggiare i rincari del costo dell'energia, per valutare in sede Ue l'introduzione di misure adeguate ad abbassare il prezzo del gas per famiglie e imprese e per consentire il disaccoppiamento dei prezzi del gas e dell'elettricità;
16) accanto all'istallazione di nuova capacità, il repowering e l'integrale ricostruzione degli impianti rinnovabili, in particolare l'eolico e il fotovoltaico, come anche previsto dall'aggiornamento del Pniec, rappresentano un'opportunità per incrementare la produzione di energia rinnovabile, senza consumare nuove superfici, funzionale al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030;
17) al fine di favorire l'adozione di contratti a lungo termine (cosiddetti Ppa), tra i produttori di energia elettrica da fonte rinnovabile coi consumatori industriali finali, con l'articolo 8 del decreto-legge n. 208 del 2024, convertito con modificazioni dalla legge n. 20 del 2025, è stata introdotta una misura di garanzia di ultima istanza gestita dal Gse con l'impegno di 45 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2025 al 2027, cui si provvede con i proventi delle aste Ets;
18) in aggiunta alle linee di intervento già in essere, di lungo e medio periodo, il governo ha annunciato il 13 febbraio 2025 in Senato, in risposta ad un atto di sindacato ispettivo, la volontà di adottare un provvedimento per intervenire anche nell'immediato sulla dinamica dei prezzi dell'energia,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative normative volte ad intervenire nell'immediato sulla dinamica dei prezzi dell'energia e sulle ripercussioni prodotte in danno dei clienti domestici, delle Pmi e delle imprese, anche promuovendo una capillare campagna informativa in merito alla possibilità per i clienti vulnerabili di passare al servizio a tutele graduali entro il 30 giugno 2025;
2) ad adottare le possibili iniziative per ridurre gli oneri generali di sistema sulle bollette elettriche e del gas delle famiglie e delle Pmi, valutando altresì se non sia opportuno ridurli sul gas utilizzato a fini di produzione energetica per ridurre i costi di generazione degli impianti termoelettrici a gas e conseguentemente il prezzo marginale dell'energia elettrica;
3) ad adottare iniziative normative volte a incrementare il bonus sociale per i clienti in condizioni di difficoltà economica, anche attraverso l'ampliamento della platea dei beneficiari, avendo particolare riguardo ai componenti del nucleo familiare e ai soggetti in gravi condizioni di salute;
4) ad introdurre iniziative di competenza volte a ridurre il costo dell'energia per le attività produttive, in particolare per le Pmi;
5) a dare piena attuazione all'energy release 2.0 di cui all'articolo 1 del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, al fine di garantire ai clienti finali energivori energia elettrica a prezzo calmierato a fronte dell'impegno di sviluppare nuova energia da fonti rinnovabili;
6) a procedere all'attuazione del gas release, di cui all'articolo 2 del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, alla luce delle modifiche introdotte dal decreto-legge n. 153 del 2024, favorendo così la fornitura di gas naturale di nuova produzione a favore prioritariamente delle imprese gasivore;
7) a intervenire in sede comunitaria per individuare misure in linea con la disciplina degli aiuti di Stato volte a mitigare gli impatti economici del sistema di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (Ets), in particolare per il settore energetico e sugli eventuali effetti distorsivi sulla competitività degli Stati appartenenti all'Unione europea;
8) a favorire in conformità a quanto previsto dall'articolo 10, paragrafo 3, della direttiva 2003/87/CE, recepito nell'articolo 23, comma 7, del decreto legislativo n. 47 del 2020, così come modificato dal decreto legislativo n. 147 del 2024 il ricorso all'utilizzo dei proventi delle aste Ets per calmierare i prezzi delle bollette di cittadini e imprese, valutando altresì un incremento della quota destinata a finanziare interventi strutturali per la decarbonizzazione dei settori industriali manifatturieri, come previsto dalla direttiva (Ue) 2018/410 e dalle nuove prescrizioni del pacchetto «Fit for 55»;
9) a proseguire nell'azione già intrapresa finalizzata a rimuovere il differenziale fra il prezzo del gas sul mercato europeo Ttf di Amsterdam e quello sul mercato italiano Psv;
10) ad avviare un percorso virtuoso di disaccoppiamento dei prezzi del gas da quelli dell'energia elettrica al fine di favorire il contenimento dei prezzi e lo sviluppo di mercati energetici più efficienti e legati alle singole strutture di costo di produzione;
11) a caldeggiare in sede europea il principio della neutralità tecnologica nel definire le politiche e nel promuovere lo sviluppo delle diverse tecnologie per il raggiungimento dei target climatici al 2030 e al 2050;
12) ad adottare iniziative volte a potenziare lo strumento dei contratti di lungo termine per l'energia verde, sia favorendo l'aggregazione della domanda con le piccole e medie imprese e sia prevedendo il coinvolgimento di una controparte centralizzata pubblica che possa offrire ai consumatori finali quota dell'energia elettrica da fonti rinnovabili e relative garanzie di origine oggetto delle procedure competitive relative ai sistemi di incentivazione tariffaria delle rinnovabili;
13) ad adottare iniziative volte a favorire la stabilizzazione dei prezzi e l'integrazione delle rinnovabili nel mercato, anche valutando misure affinché il Gse organizzi aste per l'acquisto di energia elettrica a medio-lungo (Ppa), aperte su base volontaria agli impianti Fer esistenti ed oggetto di revamping non incentivati;
14) ad adottare iniziative normative volte a semplificare, come previsto dalla direttiva Red III, l'iter autorizzativo e di connessione alla rete per gli interventi di repowering degli impianti Fer;
15) ad andare avanti nel percorso di reintroduzione della produzione di energia nucleare per salvaguardare la competitività delle imprese, predisponendo, alla luce anche delle recenti conoscenze scientifiche e nell'ottica degli obiettivi di decarbonizzazione, indipendenza energetica nazionale e tutela dell'economia nazionale, un percorso normativo finalizzato a consentire la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile di nuova generazione;
16) ad adottare iniziative normative volte ad introdurre una semplificazione efficace sotto il profilo ambientale e autorizzativo per la realizzazione di interventi di repowering eolico su impianti esistenti, in considerazione del contributo che tali interventi possono offrire per il raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica contenendo al contempo l'utilizzo di nuovo suolo, nonché a prevedere un diverso criterio per la priorità di trattazione delle procedure ambientali e autorizzative basato sul parametro dell'efficienza della produzione energetica rispetto all'impatto ambientale provocato;
17) a proseguire ed implementare l'azione predisposta attraverso il cosiddetto Piano Mattei per rafforzare la cooperazione tra l'Italia e i Paesi africani per diversificare e aumentare le fonti e le forniture nell'approvvigionamento di energie;
18) a promuovere l'ottimizzazione, l'efficientamento e lo sviluppo degli impianti idroelettrici, sia da acqua fluente che da pompaggio, in modo da massimizzare la produzione programmabile di energia da fonte idrica.
(1-00408) «Squeri, Caramanna, Gusmeroli, Cavo, Casasco, Zucconi, Andreuzza, Polidori, Mattia, Barabotti, Milani, Di Mattina, Antoniozzi, Toccalini, Colombo, Comba, Giovine, Maerna, Pietrella, Schiano di Visconti».
(4 marzo 2025)