TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 356 di Venerdì 27 settembre 2024

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   unità sguarnite, mezzi insufficienti, assunzioni inadeguate. Alle carenze complessive, tra le quali spicca quella degli organici, sia nel settore operativo che nel ruolo tecnico professionale – più volte segnalate con allarme dalle sigle sindacali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco – si aggiungono i limiti della stessa dotazione organica: nel complesso, si tratta di mancanze che non consentono l'apertura delle sedi territoriali opportune e necessarie e allungano i tempi di intervento a scapito dei cittadini e della sicurezza degli operatori;

   la situazione di carenza al livello di presenze medie nazionali si acuisce con riguardo alla ripartizione territoriale per regione, in particolare per quelle a più alta densità abitativa e i maggiori insediamenti produttivi;

   un soccorso puntuale ed efficiente richiede, oltre a una puntuale formazione dei soccorritori, una attenta pianificazione rispetto alla presenza, uniformemente dislocata sul territorio, delle sedi permanenti dei vigili del fuoco e per garantire un soccorso puntuale ed efficiente a tutti i cittadini del nostro Paese, indipendentemente dalla loro collocazione geografica, occorrono risorse per personale ed energici investimenti;

   tra le proprie altre funzioni, il corpo assicura il «soccorso tecnico urgente», interventi caratterizzati proprio dalla loro urgenza e dall'immediatezza della prestazione e sono tali da richiedere professionalità tecniche anche altamente specializzate e idonee risorse strumentali;

   in particolare, si contano circa 4.000 operativi e 2.500 amministrativi (Rtp) in meno rispetto al necessario e tutti i sindacati di categoria da tempo denunciano che nel 2030 la dotazione organica dei vigili del fuoco, considerando i pensionamenti dei prossimi anni, avrà una carenza tale per cui si correrà il concreto rischio di non coprire l'intero territorio, limitando gli interventi di soccorso ordinario solo nelle città metropolitane;

   tale strutturale insufficienza di personale ha come conseguenze sovraccarichi di lavoro inaccettabili e l'utilizzo di straordinario per far fronte all'ordinario;

   inoltre, il concorso pubblico recentemente bandito dal Ministero interpellato prevede l'assunzione di sole 350 unità di personale, tale numero risulta estremamente irrisorio o comunque insufficiente considerando che, a esempio, solo la regione Lazio, che tra qualche mese dovrà affrontare il Giubileo, ha denunciato la carenza di circa 700 vigili del fuoco;

   per alcune figure come gli autisti, il deficit incide fortemente sull'organizzazione e operatività del corpo – al riguardo, si ricorda che l'ultimo corso dedicato agli autisti risale agli anni '90 – i passaggi di qualifica, i pensionamenti, la perdita dell'operatività, le mobilità hanno portato la carenza di autisti a un punto tale da mettere a rischio il soccorso ordinario;

   l'utilizzo dello straordinario per coprire la cronica carenza di autisti con il consequenziale aumento del carico di lavoro di quei pochi autisti rimasti, pone in rischio di infortuni o incidenti le attività dei lavoratori richiamati in orario straordinario;

   la fragilità del nostro territorio, le gravi conseguenze dei fenomeni climatici sempre più estremi e le ormai costanti calamità naturali appesantiscono quella che in Italia da tempo è una emergenza di interesse nazionale e che investe il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, fiore all'occhiello del nostro Paese e che riguarda la carenza oramai cronica di personale;

   la carenza di personale sarà oltremodo sentita e acuita a fronte dagli interventi e dei servizi che saranno necessari e dovranno essere garantiti con l'avvio dell'anno giubilare e il conseguente incremento esponenziale di eventi, pellegrini e turisti, senza contare la presidenza italiana del G7 in corso e l'avvio della campagna antincendio boschiva;

   tutto ciò rende necessario, a parere degli interpellanti, affrontare con celerità ed energia le carenze che investono il Corpo dei vigili del fuoco con misure e risorse da adottare e impiegare immediatamente e repentinamente, ma anche con l'adozione di un piano quinquennale di assunzioni straordinarie e la destinazione di ingenti investimenti in mezzi e tecnologia –:

   quali iniziative intenda adottare al fine di alleviare tempestivamente la carenza di organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, onde affrontare le emergenze in atto e quelle alle porte e se non intenda elaborare un progetto organico, che tenga conto di tutti gli elementi esposti in premessa, unitamente ai fattori di rischio, al fine di individuare una dotazione organica in linea con le funzioni che il Corpo nazionale deve garantire alla collettività in tutto il territorio nazionale.
(2-00438) «Auriemma, Alfonso Colucci, Alifano, Penza, Amato, Bruno, Cantone, Caramiello, Carmina, Caso, Cherchi, Dell'Olio, Donno, Fede, Fenu, Ilaria Fontana, Iaria, L'Abbate, Morfino, Santillo».

(24 settembre 2024)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la bronchiolite è un'infezione delle vie respiratorie inferiori causata generalmente da virus, principalmente da virus respiratorio sinciziale (respiratory syncytial virus o Rsv); è dunque un'infezione della parte finale dei bronchi; l'infezione colpisce prevalentemente i bambini sotto i cinque anni di età, soprattutto nel primo anno di vita;

   la bronchiolite è generalmente una conseguenza di una prima infezione delle alte vie respiratorie, caratterizzata da sintomi simili al comune raffreddore e quando il virus raggiunge le vie respiratorie inferiori, l'infezione dei bronchioli innesca un processo infiammatorio, che causa un aumento della produzione di muco, tosse insistente e ostruzione delle vie aeree, con comparsa di difficoltà respiratorie; nei casi più gravi, la bronchiolite può provocare distress respiratorio e la conseguente necessità di cure ospedaliere;

   secondo i dati della Società italiana di neonatologia (Sin), nel 2023 in Italia, si sono registrati circa 15.000 ricoveri in età pediatrica, di cui 3 mila in terapia intensiva, e 16 decessi;

   le bronchioliti causate da virus respiratorio sinciziale in neonati e bambini possono essere prevenute con il medicinale Beyfortus (Nirsevimab), un nuovo anticorpo monoclonale che si somministra per via intramuscolare come un vaccino;

   l'efficacia e la sicurezza del farmaco sono state valutate in diversi studi clinici, tra cui Melody di fase 2b e fase 3, Medley di fase 2 e 3, e lo studio Harmonie di fase 3b, per la prevenzione delle ospedalizzazioni da malattie causate virus respiratorio sinciziale nei bambini sotto i due anni di età;

   il predetto farmaco, sviluppato da AstraZeneca e Sanofi, è stato autorizzato in Europa dal 2022 ed è erogato in diversi Paesi europei (Spagna, Francia, Germania e altri), con una conseguente riduzione dell'80 per cento dei ricoveri ospedalieri; in Italia, invece, è stato erogato solo in alcune regioni, con oneri a loro carico, poiché si tratta di un farmaco non rimborsabile da parte del Servizio sanitario nazionale;

   i medici e pediatri hanno rappresentato l'auspicio che l'Aifa proceda il prima possibile alla riclassificazione di Nirsevimab come farmaco a carico del Servizio sanitario nazionale (dalla fascia A alla fascia C), previa negoziazione del costo con il Ministero della salute;

   a riguardo, in data 18 settembre 2024, il Ministero della salute ha diramato a tutte le regioni una circolare volta a precisare che:

    a) l'anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus, utilizzato per la cura delle infezioni di virus respiratorio sinciziale (respiratory syncytial virus) in età pediatrica, con determina Aifa n. 9 del 4 gennaio 2023 è stato classificato tra i farmaci di classe «C» con ricetta ripetibile limitativa e vendibile al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti;

    b) il predetto anticorpo monoclonale non è incluso nel vigente Piano nazionale prevenzione vaccinale;

    c) tale prestazione si configura pertanto come un extra lea;

    d) a livello nazionale, più regioni hanno previsto, autonomamente, la somministrazione monodose dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab senza oneri per i pazienti;

   sulla base di quanto sopra chiarito, il Ministero della salute, pur riservandosi ulteriori approfondimenti con Aifa, ha quindi rappresentato che:

    a) le regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia), non possono, ad oggi, garantire la somministrazione dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab (classificato in fascia «C» da Aifa) in quanto, come già rappresentato, trattasi di prestazione «extra lea»;

    b) le restanti regioni e province autonome possono, ad oggi, garantire la somministrazione dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab, solo a condizione che la copertura finanziaria sia garantita con risorse a carico dei bilanci autonomi regionali aggiuntive rispetto a fondo sanitario regionale;

   questa circolare ha suscitato un diffuso sdegno sia della popolazione sia degli osservatori e rappresentati del panorama sanitario; il presidente della Fnomceo è intervenuto affermando: «È una cosa che non si può sentire, non si possono discriminare i neonati in base alla regione in cui vengono al mondo. E temo che con la devoluzione si andrà sempre più in quella direzione. I cittadini sono tutti uguali nella nostra Repubblica davanti alla salute, come recita l'articolo 32 della Costituzione»;

   a seguito delle diffuse perplessità e proteste che la circolare ha suscitato per l'evidente e odiosa sperequazione regionale che induceva a considerare un farmaco così importante, come riservato solo a regioni e/o pazienti pediatrici di «serie A» e negato invece a regioni/pazienti pediatrici di «serie B», il giorno successivo, 19 settembre 2024, il Ministero della salute è ritornato sui suoi passi comunicando che «in considerazione dell'aumentata incidenza del virus respiratorio sinciziale nella popolazione pediatrica, il Ministero della salute ha avviato interlocuzioni con Aifa, di cui sono state informate tutte le regioni con nota trasmessa dalla direzione della programmazione sanitaria, affinché si proceda al trasferimento dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab-Bey dai farmaci in fascia C a quelli in fascia A, dunque a carico del Servizio sanitario nazionale»;

   dagli annunci del Ministero della salute non si evince una tempistica certa e modalità relative alla negoziazione del farmaco che, peraltro, arriva comunque in ritardo rispetto agli appelli già rivolti al Ministero fin dall'anno 2023 –:

   secondo quale tempistica e modalità intenda rafforzare le strategie di prevenzione e immunizzazione universale a tutela dei bambini su tutto il territorio nazionale, garantendo a tutte le regioni la somministrazione dell'anticorpo monoclonale per la prevenzione delle bronchioliti in età pediatrica, senza oneri per i pazienti;

   come intenda arginare, per quanto di competenza, questa grave sperequazione regionale che, ad avviso degli interpellanti, si aggraverà ulteriormente e inevitabilmente con l'autonomia differenziata concessa in materia di salute.
(2-00437) «Sportiello, Marianna Ricciardi, Quartini, Di Lauro, Ascari, D'Orso, Giuliano, Baldino, Lomuti, Pellegrini, Appendino, Cappelletti, Ferrara, Pavanelli, Aiello, Barzotti, Carotenuto, Tucci, Scutellà, Torto».

(24 settembre 2024)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della cultura, per sapere – premesso che:

   la maschera di Pulcinella è la maschera più diffusa nel mondo; il personaggio di Pulcinella e stato esportato da artisti italiani emigrati secoli fa in Inghilterra, dove si è trasformata in Mr. Punch, in Francia (Polichinelle), in Russia (Petruska), Spagna (Don Cristóbal Polichinela), Olanda (Punk), Germania (Kaspar); in tutti questi Paesi la maschera è accomunata, oltre che da sensibili similitudini drammaturgiche, anche e soprattutto dal suono identico della sua voce, stridulo;

   oltre a quelli citati, ci sono altri Paesi, in cui un'immigrazione di Pulcinella sarebbe difficile se non impossibile da provare, dove si sono sviluppate e sono attualmente in vita maschere che presentano molteplici analogie con il modello italiano, come in Iran (dove c'è Mobarak), in Ungheria (Vitez-Lazlo), e, ancora, in Grecia, in India, in Sud Africa, in Cina (con la Saga dello Scimmiottino); pertanto si potrebbe sicuramente sostenere che in realtà si sia in presenza di un «tipo» universale, che nasce e si afferma tra i popoli autonomamente;

   il 27 aprile 2016, presso la Direzione «Unità Unesco» dell'allora Ministero dei beni culturali, si svolse la riunione del comitato promotore e delle istruzioni a supporto per il riconoscimento della maschera di Pulcinella come patrimonio immateriale dell'Unesco;

   nel dicembre 2021 l'iter sembrava arrivato a un punto di svolta con l'approvazione, da parte dell'ente rappresentato dal Ministro interrogato, nel supportare tale dossier individuato come «Valori, pratiche e funzioni della maschera di Pulcinella»;

   al riguardo, come evidenziato dal Prof. Scafoglio, presidente di «La Rete» – associazione per l'integrazione dei saperi antropologici, letterari, filosofici, psicologici, Napoli – già professore ordinario di Antropologia culturale, «Pulcinella è espressione di un cosmopolitismo che dal Seicento ha portato la maschera in giro per l'Europa e il Mediterraneo, lasciando del suo passaggio tracce durevoli, da cui sono emerse figure similari, integrate nelle culture locali, come Polichinelle in Francia, Poncinello poi Punch in Inghilterra, Don Cristóbal Pulchinela in Spagna, Hans Wurst in Germania, Petrushka in Russia, Kacial in Iran»;

   va inoltre considerata l'importanza di tale riconoscimento sotto il profilo culturale, economico e di immagine, in particolar modo per il Mezzogiorno e le realtà locali che ne riconoscono l'appartenenza e le radici, dedicandone – come nel comune di Acerra che la tradizione riconosce come suolo natio di una delle rappresentazioni della maschera, – percorsi museali e rassegne –:

   se il Ministro interrogato intenda supportare, fino al conseguimento del risultato, l'iter di cui sopra e, in caso affermativo, quali siano le iniziative in itinere e/o quelle che si intendano perseguire per arrivare alla riuscita del riconoscimento della maschera come patrimonio immateriale dell'Unesco e quale sia il cronoprogramma a tal fine predisposto.
(2-00439) «Auriemma, Amato, Caso, Caramiello, Penza, Sergio Costa, Carotenuto, Santillo, Alifano, Bruno, Marianna Ricciardi, Sportiello».

(24 settembre 2024)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   l'Irpinia in questa stagione estiva ha sofferto particolarmente la criticità idrica non tanto per la mancanza della risorsa acqua ma soprattutto per il degrado della rete idrica e per la sua gestione;

   parliamo di uno dei bacini idrografici più importanti del Paese che fornisce acqua non solo all'Irpinia e alla Campania ma anche a Puglia e Molise;

   la beffa è che intere comunità del territorio ricadente nel suddetto bacino idrografico dell'Alto Calore finiscono per rimanere senz'acqua o con orari di erogazione e sospensione che rendono la vita impossibile alle famiglie e alle attività economiche;

   esiste inoltre una delicatissima questione afferente alla gestione della risorsa idrica;

   la divisione tra Acquedotto pugliese e Alto Calore servizi s.p.a. l'altra società che gestisce il servizio di captazione, adduzione e distribuzione di acqua potabile per 125 comuni compresi tra le province di Avellino e Benevento accentua una serie di disagi per i cittadini e una disparità tra comunità servite;

   le continue interruzioni per riparazioni tampone non fanno che aggravare ulteriormente il problema, con disagi quotidiani per i cittadini;

   l'esasperazione di intere comunità con situazioni paradossali con frazioni servite da una rete che avevano l'acqua e altre no perché servite da gestore differente ha fatto esplodere la protesta;

   sono state sottoscritte numerose petizioni e giunte e consigli comunali hanno adottato delibere per chiedere un intervento strutturale sulla rete che porti a superare l'attuale criticità e ad avere una migliore e più efficace governance delle risorse idriche sul territorio irpino;

   occorrerebbero investimenti sulla rete e sull'efficientamento delle condotte riducendo la dispersione dell'acqua;

   il Pnrr ad oggi rappresenta una occasione mancata per il raggiungimento di questo obiettivo;

   l'obiettivo è programmare interventi con la massima urgenza in considerazione di mutamenti climatici strutturali e scongiurare il ripetersi di disagi e disservizi riscontrati nel corso di questa estate –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda promuovere per accogliere la richiesta di intervento da parte delle comunità irpine al fine di efficientare la rete e di promuovere un tavolo di confronto per quel che concerne l'attuale governance della risorsa idrica sul territorio, superando le attuali criticità e irrazionalità di gestione che tanti problemi e tensioni stanno creando sul territorio, nonché programmando una migliore capacità di raccolta in considerazione degli strutturali mutamenti climatici.
(2-00440) «Toni Ricciardi, De Luca, Sarracino, Stumpo, Serracchiani, Manzi, D'Alfonso, Girelli, Roggiani, Marino, Porta, Gribaudo, Laus, Iacono, Scotto, Furfaro, Casu, Berruto, Vaccari, Amendola, Forattini, Barbagallo, Carè».

(24 settembre 2024)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   dopo due scioperi nazionali, il 18 luglio e il 20 settembre 2024, tutte le lavoratrici e i lavoratori dipendenti delle imprese cui si applica il Ccnl autoferrotranvieri internavigatori (mobilità Tpl) si fermeranno una terza volta l'8 novembre 2024 per uno sciopero di 24 ore senza la garanzia delle fasce protette;

   infatti, le segreterie nazionali dei sindacati di riferimento, in maniera unitaria, hanno dovuto proclamare la terza azione di sciopero a causa della mancanza di interventi fattivi per il settore, nell'assoluta indifferenza del Governo;

   come dichiarato dalle rappresentanze sindacali, il Ccnl autoferrotranvieri internavigatori (mobilità Tpl) è scaduto dal 31 dicembre 2023 e, ad oggi, ancora non si è arrivati ad un accordo sul nuovo Ccnl dato che, lo scorso maggio, si è interrotto il tavolo di trattativa a causa della scarsa disponibilità delle associazioni datoriali in relazione ad avanzamenti normativi ed assunzione di azioni concrete nei confronti del settore e della categoria;

   le associazioni datoriali, in varie occasioni, hanno confermato che il quadro finanziario del trasporto pubblico nazionale è preoccupante perché c'è un ammanco di 1,7 miliardi, dovuto anche all'inflazione, che rischia di non far centrare l'obiettivo indicato dal Pniec, il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, che indica uno shift modale, dalla mobilità privata a quella collettiva, del 10 per cento;

   «Le analisi di esperti – hanno segnalato le associazioni commentando uno studio del Politecnico di Milano in occasione di un convegno organizzato a Milano a Nme, la fiera internazionale dedicata al trasporto pubblico a maggio 2024 – confermano un pericoloso sbilancio finanziario, dovuto sia alla carenza annuale del Fondo nazionale di finanziamento del trasporto pubblico locale, si tratta di quasi 800 milioni di euro, sia alle risorse che servirebbero a far fronte ai futuri costi di rinnovo del Ccnl di categoria, scaduto nel 2023, e che le organizzazioni sindacali hanno quantificato in circa 900 milioni di euro aggiuntivi a regime.»;

   il Governo sembra rimanere inerte rispetto a tale situazione e, a fronte di ripetute e continue sollecitazioni delle stesse istituzioni, sia di maggioranza che di opposizione, continua ad ignorare la crisi che investe da tempo il settore del trasporto pubblico e l'urgente necessità di interventi;

   è oramai palese che un adeguato finanziamento del settore non sia più rinviabile tanto per garantire un rinnovo dignitoso del contratto collettivo della categoria, quanto per sostenere e valorizzare il capitale umano;

   il settore risulta, oramai, caratterizzato da un crescente deterioramento delle condizioni lavorative e retributive, dalla conseguente e strutturale carenza negli organici aziendali, dagli episodi di aggressioni fisiche e verbali sempre più diffusi ai danni degli operatori front-line, dalla cronica difficoltà nel reperire nuovi conducenti e altre figure specializzate, dal rischio sempre più tangibile della riduzione dei servizi, nonché dall'impossibilità di offrire un trasporto pubblico locale adeguato, ma anche riguardo a tematiche inerenti la sopravvivenza e gli interessi complessivi del settore;

   da tempo la IX Commissione della Camera dei deputati (Trasporti, poste e telecomunicazioni) e l'Assemblea della Camera dei deputati, con atti di indirizzo, hanno chiesto al Governo di porre queste tematiche al centro della propria agenda per affrontare in modo efficace le problematiche evidenziate, a partire dalla disponibilità ad effettuare un robusto investimento a livello nazionale per implementare il Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale;

   l'enorme crisi che tutto il trasporto pubblico locale sta affrontando è stata, dunque, ripetutamente portata all'attenzione del Governo che tuttavia sembra non essere in grado di risolverla. Da ultimo in occasione della discussione dell'ordine del giorno n. 9/1937-A/9 presentato dal primo firmatario del presente atto in cui si è impegnato il Governo a potenziare in tempi rapidi il fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, adeguandolo all'inflazione e ai nuovi fabbisogni tecnologici del settore, incomprensibilmente, il Governo ha chiesto di farlo con una riformulazione che ha cancellato ogni riferimento al necessario rinnovo del Ccnl degli autoferrotranvieri;

   il sistema del trasporto pubblico locale è, quindi, penalizzato da una cronica mancanza di risorse, nonostante secondo i dati 2019 dell'Osservatorio nazionale sul trasporto pubblico locale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il settore rivesta un ruolo strategico sia a livello economico che sociale in cui operano circa 900 imprese, per un totale di circa 114 mila lavoratori, con un giro d'affari di 12 miliardi di euro e un trasporto annuo di 5,5 miliardi di passeggeri;

   il Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale presenta, a parere degli interpellanti, una dotazione insufficiente, pari a poco più di 5 miliardi di euro lordi annui per il triennio 2024-2026, i quali, anche secondo quanto sottolineato dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, coprono appena il 55 per cento della spesa totale affrontata dagli enti;

   il 20° Rapporto sulla mobilità degli italiani – pubblicato dall'Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti (Isfort) nel novembre 2023 mostra in relazione agli altri Paesi europei come l'Italia soffra di una «rilevante sotto-dotazione di servizi per il trasporto pubblico», con un'incidenza sul prodotto interno lordo pari ad appena lo 0,4 per cento, meno della metà del dato tedesco (0,86 per cento) e persino inferiore alla media dell'unione europea (0,48 per cento). Stesso discorso per quanto riguarda gli addetti del settore del trasporto pubblico locale, che in Italia sono 11,3 ogni 10.000 abitanti, contro il 25,8 della Germania e il 16,4 della media dell'Unione europea;

   è necessario ricercare un accordo che preveda un incremento economico del Ccnl in linea con l'aumento del costo della vita e rimodulando la parte normativa per consentire una migliore conciliazione tra tempi di vita e del lavoro, nonché ad individuare soluzioni per contrastare il fenomeno delle aggressioni –:

   in che modo il Governo intenda implementare il sistema di finanziamento pubblico nazionale per il sistema del trasporto pubblico locale che possa garantire al più presto il rinnovo contrattuale in linea con le esigenze del settore per assicurare il giusto salario e condizioni di sicurezza per tutte le lavoratrici ed i lavoratori;

   se non ritengano necessario avviare un'analisi attenta ed approfondita dell'intera struttura delle competenze e delle regole orientata a consentire al settore di rispondere efficacemente all'aumento della domanda di mobilità pubblica, favorendo lo shift modale dal trasporto privato a quello pubblico e vigilando affinché la centralità di tale trasformazione sia nel rinnovo del Ccnl.
(2-00441) «Casu, Barbagallo, Ubaldo Pagano, Bakkali, Ghio, Guerra, Lai, Morassut, Roggiani».

(24 settembre 2024)