TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 342 di Mercoledì 7 agosto 2024
PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA
alla VII Commissione (Cultura):
S. 785. – Senatori CALANDRINI ed altri: «Disposizioni per la celebrazione del centenario della città di Latina 1932-2032» (approvata dalla 7ª Commissione permanente del Senato). (1956)
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
SANTILLO, BALDINO, PAVANELLI, ALFONSO COLUCCI e ALIFANO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:
è stata promulgata il 26 giugno 2024 la legge recante la cosiddetta autonomia differenziata, dopo un iter parlamentare caratterizzato da un acceso dibattito;
in merito, il Gruppo di Forza Italia, con ordini del giorno presentati nel corso dell'esame in Assemblea, ha chiesto espressamente al Governo di «non avviare negoziati su atti di iniziativa delle regioni e a non procedere nel confronto congiunto sugli atti di iniziativa sui quali tale confronto sia stato già avviato fino alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni»;
il 5 luglio 2024 il Ministro della giustizia dichiarava «problemi di attuazione che effettivamente ci sono. Sono certo che arriveremo a una composizione»;
l'8 luglio 2024 il presidente della regione Calabria: «Il mio auspicio è che Forza Italia non voti in Consiglio dei ministri e in Parlamento alcuna intesa con singole regioni se prima non saranno interamente finanziati i livelli essenziali delle prestazioni e se non ci sarà la matematica certezza che determinate intese possano produrre danni al Sud»;
il 1° agosto 2024 il deputato Donzelli (Fratelli d'Italia), ha dichiarato che «Le preoccupazioni dei governatori anche di centrodestra sull'autonomia differenziata le abbiamo sempre accolte. Continueremo ad ascoltarli» e, ancora, «se i presidenti di regione si trovano con delle difficoltà il Governo li ascolterà»;
sempre il 1° agosto, la Presidente del Consiglio dei ministri: «solo dopo che verrà fissata questa soglia» – riferendosi alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni – «potrà essere accordata l'autonomia alle regioni che ne faranno richiesta»;
il 1° agosto è il giorno in cui, a dieci giorni dall'avvio, sono state raggiunte le 500.000 firme per richiedere il referendum abrogativo dell'autonomia differenziata;
l'attuazione dell'autonomia differenziata non può prescindere dal principio di solidarietà e l'unità dei diritti fondamentali esigibili devono essere preliminari a qualsiasi passaggio; ciò vale anche per le richieste di attribuzione di materie o ambiti di materie e delle relative funzioni non associate ai livelli essenziali delle prestazioni, che dovrebbero comunque considerare parametri di coesione socioeconomica nell'ambito di tutto il territorio nazionale, nel rispetto del principio fondamentale di non discriminazione nel godimento dei diritti e dei servizi relativi, affermati, ma privati di un concreto presidio legislativo di tutela –:
se, per quanto di competenza, non intenda sostenere la sospensione dell'avvio dei negoziati su atti di iniziativa regionale e del prosieguo dell'iter di quelli già avviati, fino alla determinazione e al conseguente finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione.
(3-01374)
(6 agosto 2024)
FARAONE, GADDA e DE MONTE. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:
il patrimonio culturale e paesaggistico dell'Italia rappresenta un'eccellenza universalmente riconosciuta che, con 60 siti naturali e culturali, è il primo Paese per siti Unesco;
gli ultimi dati Istat – pubblicati il 4 giugno 2024 – confermano un trend di notevole crescita del turismo, con oltre 134 milioni di arrivi e 451 milioni di presenze negli esercizi ricettivi: un turismo che, come noto, si concentra quasi esclusivamente nelle principali città d'arte della penisola;
il turismo, nel 2023, ha rappresentato il 9,5 per cento del prodotto interno lordo italiano, contribuendo a stimolare l'occupazione e gli investimenti;
diversi studi, tuttavia, dimostrano come il fenomeno di overtourism possa trasformare il turismo da volano dell'economia a vero e proprio fenomeno problematico per i territori e la crescita;
il sovraffollamento delle principali mete turistiche e il forte incremento dell'offerta ricettiva (ad esempio, affitti brevi) dovuto alle prospettive di guadagno sta portando le principali mete turistiche del globo (ivi incluse quelle italiane) allo spopolamento, all'abbandono delle attività tradizionali, per fare spazio a un'offerta di servizi attenta esclusivamente alle esigenze del turismo, portando al sostanziale snaturamento delle città;
tali fenomeni spesso si accompagnano anche al pregiudizio per la quiete e l'ordine pubblico delle mete interessate. Ma è anche sul piano della vivibilità che si registrano le maggiori ripercussioni, con difficoltà per i cittadini di trovare alloggi in locazione, di accedere al trasporto pubblico locale (di linea e non) e agli altri servizi pubblici, nonché di accedere allo stesso patrimonio culturale e naturale del proprio luogo di residenza;
l'overtourism spesso comporta, in particolare, l'aumento dei prezzi sia degli alloggi che dei titoli d'accesso ai beni culturali, pregiudicando la popolazione interessata anche sotto questo versante;
l'articolo 9 della Costituzione vincola il patrimonio culturale e paesaggistico della Nazione alla promozione della conoscenza e riconosce quest'ultimo come strumento di sviluppo personale e sociale, che non può in alcun modo essere pregiudicato né dallo sfruttamento intensivo dei beni culturali e paesaggistici, né da un condizionamento economico degli stessi che violerebbe direttamente il principio di eguaglianza sostanziale tra i cittadini –:
quali iniziative intenda assumere per gestire i crescenti fenomeni di overtourism che si registrano nel territorio nazionale e se non ritenga di preferire – ai tentativi di contrasto degli stessi attraverso barriere economiche – la promozione di mete turistiche spesso ritenute «secondarie» e che garantirebbero una maggiore diluizione dei flussi, rafforzando la tenuta dei territori.
(3-01375)
(6 agosto 2024)
BORRELLI, ZANELLA, BONELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il primo firmatario del presente atto con atti parlamentari ha portato da tempo all'attenzione del Ministro interrogato, non ricevendo risposta, le gravi e sconcertanti affermazioni del sindaco di Pomigliano d'Arco, Raffaele Russo, il quale sin dal periodo elettorale non solo ha negato la presenza della criminalità organizzata nel territorio, ma ha avviato una vera e propria campagna denigratoria e di delegittimazione di alcuni funzionari comunali, come il comandante della polizia municipale Luigi Maiello, sino alla sua rimozione;
ad aprile 2024, durante una seduta del consiglio comunale, il sindaco Lello Russo con un intervento, ripreso in diretta, ribadendo che a Pomigliano d'Arco la camorra non esiste, definiva il primo firmatario «un trombone» e minacciava querela a chiunque affermasse la presenza della camorra a Pomigliano;
a seguito di tale esternazione la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, Chiara Colosimo, indirizzava il 13 maggio 2024 una lettera al sindaco Russo, nella quale, come riportato dall'Ansa, lo invitava ad una maggiore prudenza e cautela, soprattutto in caso di incompleta consapevolezza del fenomeno, quando si parla di mafie e lo informava che, sulla base di riscontri ottenuti presso le forze dell'ordine, nel comune di Pomigliano d'Arco permane tuttora l'operatività di clan camorristici. Affermava che le dichiarazioni pubbliche dovrebbero essere improntate alla misura e alla sobrietà. Ricordando, infine, anche i contrasti sul tema tra il sindaco e l'ex comandante della polizia locale, concludeva: «Gli scontri con altre autorità impegnate sul territorio dovrebbero essere evitati, dato che si tratta di un fenomeno che mina alle basi la convivenza civile e la saldezza dei principi costituzionali su cui si fonda la nostra Nazione»;
il sindaco Russo replicava, con una dichiarazione all'Ansa, nella quale affermava di dover constatare «come la Presidente sia stata strumentalizzata» e che quanto da lui affermato era sostenuto «da un rapporto del Ministro dell'interno che non rileva la presenza di organizzazioni criminali attive nella nostra città» –:
se il Ministro interrogato confermi l'esistenza di un rapporto del suo dicastero che non rileva la presenza di organizzazioni criminali attive nel territorio del comune di Pomigliano d'Arco, che contrasterebbe con quanto affermato dalla presidente Colosimo circa il permanere dell'attività di clan camorristici, e se intenda valutare in accordo con la prefettura – in considerazione di tutti i fatti esposti in premessa e di quelli riportati dai mezzi di informazione – ogni opportuno accertamento con la nomina della commissione d'indagine prevista dall'articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
(3-01376)
(6 agosto 2024)
BOSCAINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il territorio della provincia di Verona sta assistendo a un significativo peggioramento delle condizioni dell'ordine pubblico, esponendo i cittadini e lo stesso personale delle forze di polizia a episodi ripetuti di criminalità e di vandalismo;
solo negli ultimi mesi si sono registrati risse con accoltellamento, furti, rapine, aggressioni, minacce e intimidazioni di significativa gravità, anche ai danni dello stesso personale di pubblica sicurezza;
a Verona, in particolare, in vaste aree sono presenti fenomeni di accattonaggio molesto, spaccio di droga, microcriminalità sistematica a danno di privati ed esercizi pubblici e commerciali, fino a reati di maggiore gravità riportati quotidianamente dalle cronache locali, come i recenti accoltellamenti avvenuti in zona Stazione Porta Nuova e le risse in Via Calvi;
sempre da quanto riportato da notizie di stampa, nei giorni scorsi si sono registrate, da Verona a Peschiera del Garda, a Roverchiara e sulla Transpolesana, corse clandestine di auto e scorribande che destano preoccupazione e mettono a rischio l'incolumità pubblica;
è in atto una vera e propria occupazione del territorio di Verona e provincia da parte di bande criminali più o meno organizzate, puntualmente descritta dagli organi di stampa delle varie zone interessate, che le forze dell'ordine faticano a fronteggiare, a dispetto dell'abnegazione e della dedizione dimostrata quotidianamente dal proprio personale, ormai quantitativamente insufficiente in rapporto alle dimensioni del fenomeno –:
se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative per fronteggiare le criticità di cui in premessa, con particolare riferimento all'incremento degli organici delle forze dell'ordine, anche di natura temporanea.
(3-01377)
(6 agosto 2024)
ONORI, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO, GRIPPO, SOTTANELLI, PASTORELLA, ROSATO e RUFFINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il fenomeno della violenza sulle donne e domestica è da tempo caratterizzato da cifre e trend significativi che, evidentemente, delineano l'insufficienza dei pur numerosissimi interventi normativi;
tra questi, figura sicuramente il decreto-legge n. 341 del 2000, che ha introdotto, all'articolo 16, il sistema dei cosiddetti «braccialetti elettronici», dotati di un sistema di localizzazione satellitare che permette alle autorità competenti di monitorare gli spostamenti degli individui sottoposti a misure alternative alla detenzione;
la carenza di dispositivi elettronici, oltre che i gravi e ripetuti malfunzionamenti degli stessi denunciati dal personale di sicurezza, da un lato rischiano di non permettere l'applicazione di misure alternative al carcere – traducendosi in una lesione dei principi dello Stato di diritto e dell'impianto garantista dell'ordinamento giurisdizionale – e, dall'altro, di non garantire quella stessa sicurezza dei cittadini per la quale gli stessi strumenti sono stati inizialmente concepiti;
si inserisce, su questo tema, anche la legge n. 168 del 2023 – approvata con il consenso di tutto l'arco parlamentare e che riprende la proposta già precedentemente varata dal Governo Draghi – la quale prevede l'applicazione della misura cautelare in carcere nel caso di manomissione dei mezzi elettronici e degli strumenti tecnici di controllo disposti con gli arresti domiciliari, con l'obbligo di allontanamento dalla casa familiare o con il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Agli articoli 1 e 14, poi, la legge prevede che per taluni reati, tra cui i maltrattamenti contro familiari e conviventi, atti persecutori nonché ipotesi aggravate di lesioni personali, commessi in ambito di violenza domestica, il prefetto possa adottare misure di vigilanza dinamica a tutela della persona offesa;
i casi denunciati ripetutamente dalle donne vittime di violenza e minacce di varia natura dimostrano come tali disposizioni siano solo raramente applicate nella realtà e come la tutela delle persone offese – spesso costrette a vivere terrorizzate e psicologicamente umiliate dentro le proprie mura di casa – venga sistematicamente disattesa –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di porre rimedio a quanto esposto, garantendo, da un lato, un numero e un funzionamento adeguato dei braccialetti elettronici e, dall'altro, una reale applicazione delle disposizioni, quali la vigilanza dinamica e la verifica dell'obbligo di allontanamento dalla casa familiare da parte degli autori dei delitti in oggetto.
(3-01378)
(6 agosto 2024)
IEZZI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nell'ultima riunione informale dei Ministri della giustizia e degli affari interni a Budapest di luglio 2024, l'Italia ha ribadito la necessità di mantenere alta l'attenzione sul fenomeno migratorio a livello europeo e di rafforzare i rimpatri volontari assistiti anche dai Paesi di transito, come Tunisia e Libia, verso i Paesi di origine;
grazie alle iniziative avviate dall'attuale Governo e al suo diverso approccio nella gestione del fenomeno migratorio, negli scorsi mesi il nostro Paese ha potuto vantare risultati eccezionali per il drastico calo degli arrivi illegali, diventando un vero e proprio punto di riferimento anche per gli altri Paesi europei;
oltre ai diversi bilaterali avviati con i Paesi di origine, già da qualche mese presso il Ministero dell'interno opera una cabina di regia finalizzata ad una collaborazione più stretta anche con i Paesi di transito, in particolare Libia e Tunisia, per il contenimento delle partenze illegali (con la fornitura di formazione e di dotazioni sulla terra ferma o per i recuperi in mare), il contrasto ai trafficanti che agiscono sul loro territorio, ma soprattutto per incentivare i rimpatri volontari assistiti;
contestualmente, sul piano della legislazione nazionale sono state adottate dal Governo e poi approvate dal Parlamento specifiche misure per una più rigorosa e corretta gestione dei flussi migratori e sono stati, altresì, rafforzati gli strumenti di contrasto all'immigrazione irregolare;
in particolare, il cosiddetto «decreto Cutro» (decreto-legge n. 20 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 50 del 2023) e il cosiddetto «decreto immigrazione» (decreto-legge n. 133 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 176 del 2023) hanno introdotto speciali disposizioni per rendere effettive e più celeri le procedure di espulsione, prevedendo l'allungamento dei tempi di trattenimento necessari per l'identificazione e il rimpatrio dell'immigrato irregolare, nonché la realizzazione di nuovi centri di permanenza per il rimpatrio e l'ampliamento di quelli già esistenti;
stando ai recenti dati del cruscotto giornaliero del Ministero dell'interno, ciò ha avuto da subito un evidente effetto deterrente rispetto alle partenze illegali verso il nostro Paese e rispetto anche all'utilizzo pretestuoso del sistema di asilo –:
quali siano stati i risultati ad oggi conseguiti con riguardo al numero degli sbarchi e dei rimpatri degli immigrati irregolari dall'Italia e dai Paesi di transito.
(3-01379)
(6 agosto 2024)
FOTI, ANTONIOZZI, GARDINI, MESSINA, MONTARULI, RUSPANDINI, KELANY, URZÌ, DE CORATO, MICHELOTTI, MURA e SBARDELLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
sin dal suo insediamento il Governo Meloni ha posto il tema migratorio nei principali consessi internazionali e le proposte italiane sull'immigrazione, che prevedono di affrontare il fenomeno nella sua dimensione esterna, bloccando i movimenti primari irregolari e contrastando i traffici, sono ormai ampiamente accolte in Europa, dove dopo diversi anni di stallo è stato possibile il raggiungimento, ad aprile 2024, dell'accordo sul Patto europeo sulla migrazione e l'asilo;
nell'ambito del contrasto all'immigrazione irregolare il Governo italiano si è reso protagonista della firma di diversi accordi internazionali, come il memorandum d'intesa tra Unione europea e Tunisia firmato nel luglio 2023 e il memorandum d'intesa tra Unione europea ed Egitto siglato nel marzo 2024, entrambi finalizzati, tra gli altri, a un'intensificazione della protezione delle frontiere, alla cooperazione nella lotta ai trafficanti e all'aumento dei rimpatri, agevolando, al contempo, percorsi di migrazione regolare, e, in ambito bilaterale, nel mese di novembre 2023, è stato sottoscritto l'accordo per la gestione dei flussi migratori con l'Albania;
secondo i dati preliminari raccolti dall'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex, il numero degli attraversamenti irregolari nell'Unione europea nei primi sei mesi del 2024 è calato di quasi un terzo: le rotte migratorie che hanno subito il calo più significativo sono state quella del Mediterraneo centrale, che conduce alle coste italiane, con una diminuzione del 61 per cento, e quella dei Balcani occidentali, che ha segnato una diminuzione del 72 per cento;
i dati riportati da Frontex sono speculari ai dati forniti dal Ministero dell'interno sul numero dei migranti sbarcati in Italia che evidenziano come dall'inizio di gennaio al 12 luglio 2024 siano sbarcate illegalmente in Italia 28.914 persone, contro le 73.792 arrivate nel 2023 (-61 per cento); risulta anche una drastica diminuzione dei minori: al 12 luglio 2024 3.500 contro i quasi 19 mila di tutto il 2023 –:
quali siano le valutazioni in ordine ai risultati conseguiti e se siano allo studio ulteriori iniziative in campo internazionale volte a contrastare la migrazione irregolare e i trafficanti di uomini.
(3-01380)
(6 agosto 2024)
BONAFÈ, CUPERLO, FORNARO, MAURI, AMENDOLA, ORFINI, PROVENZANO, BOLDRINI, GHIO, FERRARI e CASU. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
i centri per i migranti siti in Albania previsti dal Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania dovevano aprire «non oltre il 20 maggio 2024»;
si tratta di un investimento di oltre 700 milioni di euro per un sito che rappresenta, ad avviso degli interroganti, un vero e proprio «buco nero» per quanto riguarda lo Stato di diritto nella gestione dei migranti;
in data 22 maggio 2024 una delegazione parlamentare del gruppo del Partito democratico alla Camera dei deputati si è recata in Albania e ha mostrato con supporto di videodocumentazione gli enormi ritardi nella realizzazione del sito;
la Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, nella sua recente visita in Albania, del giugno 2024 aveva posticipato al 1° agosto 2024 il giorno di entrata in funzione delle strutture;
il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, il 30 luglio 2024, nell'ambito di una audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, aveva evidenziato come servisse ancora qualche settimana per l'apertura del centro a causa dei ritardi dei lavori;
i ritardi riguarderebbero il sito previsto presso l'ex base dell'Aeronautica albanese di Gjiader – una ventina di chilometri all'interno – dove si stanno allestendo tre differenti strutture: un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un centro di permanenza per il rimpatrio (144 posti) e un penitenziario (20 posti);
attualmente la cronologia del Governo prevede, secondo fonti giornalistiche, per il 20 agosto 2024 il collaudo del genio militare per aprire una parte del centro di detenzione di Gjiader e per il 1° settembre 2024 quello per tutto il sito;
nel frattempo ha suscitato molte proteste, in particolare da parte delle organizzazioni sindacali delle forze di polizia, la notizia di un vademecum fornito nell'ambito della formazione del primo contingente di polizia penitenziaria che dovrebbe operare presso il sito, con una serie di prescrizioni surreali su come devono comportarsi al ristorante, sull'attenzione al linguaggio e addirittura per un divieto di corteggiamento;
come testimoniano anche i reportage giornalistici di questi giorni, si è di fronte ad un enorme spreco di denaro pubblico per un'infrastruttura che ad avviso degli interroganti lede i diritti delle persone migranti e serve al Governo esclusivamente come arma di propaganda –:
quando il centro sarà completamente attivo e quali siano le ragioni vere del ritardo che hanno peraltro distolto le forze di polizia, mandate a sorvegliare il sito del porto non attivo, dall'ordinario servizio in Italia.
(3-01381)
(6 agosto 2024)
LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
in data 30 luglio 2024, alle ore 18.30 circa, un incendio di vaste dimensioni si è sviluppato nel comprensorio militare di Persano, in provincia di Salerno;
l'incendio ha interessato un'area significativa dell'area militare, a circa 5 chilometri dalla prima caserma, coinvolgendo circa 6 mila tonnellate di ecoballe provenienti dalla Tunisia e altri rifiuti, con dimensioni paragonabili a un campo di calcio;
secondo quanto riportato dagli organi di stampa, a Persano erano stoccati rifiuti oggetto di un'inchiesta della procura di Salerno, spediti nel 2020 in Tunisia in 70 container e poi ritornati in Campania dopo la scoperta di irregolarità. Il Governo tunisino e la magistratura avevano obbligato l'Italia a ritirare circa 6 mila tonnellate di rifiuti altamente nocivi, esportati illegalmente nel Paese nordafricano;
nel 2022 i residenti della zona hanno protestato contro la decisione regionale di individuare l'area militare di Persano come sito di deposito dei rifiuti di ritorno dalla Tunisia;
secondo gli organi di stampa regionali, nella prima metà del 2020 la regione Campania ha autorizzato una ditta a spedire migliaia di tonnellate di rifiuti in Tunisia, giustificando l'operazione con la maggiore economicità del processo di recupero rispetto al trattamento in Italia. A tutela del progetto era stata sottoscritta una fideiussione di 3,3 milioni di euro in favore del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica;
nel mese di febbraio 2024 un'indagine della procura della Repubblica di Potenza sul traffico internazionale di rifiuti speciali ha rivelato un intricato giro di affari e il coinvolgimento di dirigenti pubblici e imprenditori. Nel corso dell'operazione sono state notificate 16 misure cautelari e sequestrate tre aziende coinvolte nel traffico illecito;
le indagini hanno portato all'arresto di un funzionario della regione Campania, mentre un altro dirigente è attualmente sotto indagine, insieme a diversi imprenditori coinvolti nelle operazioni considerate illecite –:
quali iniziative di competenza intenda assumere per garantire la trasparenza e l'efficacia delle operazioni di gestione dei rifiuti speciali, anche a fronte degli episodi riportati in premessa.
(3-01382)
(6 agosto 2024)