TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 231 di Martedì 23 gennaio 2024

 
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INTERROGAZIONI

A)

   MALAVASI. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nella Gazzetta Ufficiale del 22 gennaio 2021 è stato pubblicato il decreto del 27 ottobre 2020, firmato dal Ministro per le pari opportunità e la famiglia, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, contenente i «Criteri e modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare per gli anni 2018-2019-2020», ai sensi di quanto disposto dall'articolo 1, comma 254, della legge 27 dicembre 2017, n. 205;

   le risorse sono state destinate alle regioni che le hanno trasferite successivamente agli ambiti territoriali, per interventi di sollievo e sostegno destinati al caregiver familiare (comma 255, articolo 1 della citata legge n. 205 del 2017). Le priorità sono le seguenti: a) caregiver di persone in condizione di disabilità gravissima (articolo 3 del decreto ministeriale lavoro e politiche sociali del 26 settembre 2016 recante il Riparto delle risorse finanziarie del Fondo nazionale per le non autosufficienze, anno 2016); b) caregiver di coloro che non hanno avuto accesso alle strutture residenziali a causa delle disposizioni normative emergenziali, comprovata da idonea documentazione; c) programmi di accompagnamento finalizzati alla deistituzionalizzazione e al ricongiungimento del caregiver con la persona assistita;

   con la legge n. 178 del 2020, all'articolo 1, comma 334, si è ritenuto di riallocare le risorse per interventi legislativi, destinando le risorse dell'apposito Fondo a interventi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del caregiver familiare, come definito al comma 255, dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, non risulta essere stato fatto alcun monitoraggio in merito alla spesa delle risorse stanziate con decreto 27 ottobre 2020; è stato emanato il decreto 17 ottobre 2022 del Ministro per le disabilità, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali che stabilisce i criteri e le modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare per l'anno 2022;

   l'articolo 5 del decreto di cui sopra – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 2022 – stabilisce all'articolo 5 che «l'erogazione delle risorse assegnate dal presente decreto per l'annualità 2022 è comunque subordinata alla trasmissione, mediante compilazione del suddetto Allegato A, dei dati di monitoraggio relativi alle risorse già liquidate e messe a disposizione delle regioni per le annualità 2018-2019-2020»;

   ad oggi, infatti, non risulta alcun monitoraggio ed appare evidente che senza non è possibile valutare quali iniziative siano state messe in campo; se siano stati realizzati – per esempio – interventi di immediato impatto per le singole persone oppure siano stati strutturati percorsi di presa in carico nel tempo, articolando il tutto rispetto anche ad una nuova concezione di welfare di comunità, sostenendo e valorizzando quindi anche forme flessibili di servizi alla persona, anche con l'utilizzo dello strumento della co-progettazione;

   il riconoscimento del ruolo centrale svolto dai milioni di cittadini che si prendono quotidianamente cura e carico di persone con disabilità e non autosufficienti, svolgendo il fondamentale ed insostituibile ruolo di «caregiver familiari», auspica che si pervenga al più presto all'emanazione di un'apposita legge che collochi tale figura all'interno della rete integrata di servizi, e riconoscendone ruolo, funzioni ed adeguati sostegni nonché idonee coperture previdenziali –:

   a che punto sia il monitoraggio previsto, quali le ragioni di eventuali ritardi e come si intenda procedere – per quanto di competenza – per accelerare questo processo ed evitare che si creino ulteriori disparità territoriali;

   se siano previste iniziative ulteriori e specifiche a favore dei caregiver.
(3-00926)

(22 gennaio 2024)
(ex 5-01259 del 5 settembre 2023)

B)

   TONI RICCIARDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   in data 22 dicembre 2023 il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale ha adottato il decreto n. 1233 del 2023, ammettendo a finanziamento programmi di intervento con punteggio fino a 84,30, operando una riduzione del numero di operatori volontari di quasi 20 mila unità, passando dai circa 71 mila del 2023 ai 50 mila per il 2024;

   tale contrazione ha suscitato la dura reazione di molti enti e amministrazioni locali, come ad esempio in Irpinia, evidenziando il ferale colpo inferto ai territori delle aree interne, che attraverso questo progetti declinano princìpi di coesione che altrimenti verrebbero ad essere pregiudicati;

   a detta degli animatori della protesta si tratta di un provvedimento incoerente rispetto agli annunci espressi dal Governo con l'ipotesi di estendere anagraficamente la platea dei volontari e con l'aumento dell'importo mensile percepito dai volontari, portato da 444 a 507 euro;

   si tratta di un taglio di posti penalizzante anche rispetto al 15 per cento dei posti messi a concorso nella pubblica amministrazione riservati ai candidati che hanno concluso un periodo di servizio civile volontario –:

   quali siano le ragioni di tale contrazione di disponibilità e quali iniziative si intenda adottare al fine di reperire le risorse necessarie per riportare le disponibilità a quelle almeno dell'anno precedente tutelando i progetti che riguardano le aree interne.
(3-00911)

(11 gennaio 2024)

C)

   BELLOMO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la situazione dell'ordine pubblico nella città di Bari, già problematica da diversi mesi, è degenerata negli ultimi giorni tanto da verificarsi episodi criminosi quotidiani nel centro cittadino che stanno creando non pochi timori nella popolazione che risulta pervasa da un senso di profonda insicurezza scossa da una siffatta recrudescenza di rapine, furti e aggressioni;

   basta leggere le cronache locali per rendersi conto di come i cittadini e commercianti di Bari siano sottoposti ad uno stillicidio di reati che non li fa più sentire sicuri:

    Ansa Puglia del 13 marzo 2023 «Nuovo furto con spaccata nel centro di Bari, indaga la polizia»;

    La Repubblica di Bari del 10 marzo 2023 «Bari, ancora un furto con spaccata in centro: ladri da Pronti a tavola in via Piccinni, è il secondo colpo in 24 ore»;

    Gazzetta del Mezzogiorno del 9 marzo 2023 «Bari, rompono vetrina con un masso e scappano con cassa e tablet, ennesimo furto in centro»;

    Gazzetta del Mezzogiorno del 21 febbraio 2023 «Bari, notte di spaccate in centro nel mirino 4 negozi di Via Dante, Corso Cavour e Via Argiro»;

    Gazzetta del Mezzogiorno dell'11 febbraio 2023 «Bari, continua l'escalation di furti e spaccate nel Murattiano: nel mirino anche Jerome»;

    La Repubblica di Bari dell'8 febbraio 2023 «Bari furto da 2.500 euro a Game Stop in Corso Cavour: svuotata la cassaforte»;

    La Repubblica di Bari del 7 febbraio 2023 «Bari, furto con spaccata in centro ladri nella notte da Kiki fish e poke per portare via 180 euro e un tablet».

   Ed ancora:

    il 10 febbraio 2023, in una via centrale a Bari, una anziana signora è stata violentemente rapinata; il 15 febbraio ci sono state due tentate rapine tra San Pasquale e Carrassi e un'aggressione in pieno centro, in piazza Umberto; il 21 febbraio una coppia è stata rapinata in pieno centro in Via Crisanzio; tali fatti confermano purtroppo l'affermarsi della malavita in città;

    il sindaco di Bari, ingegner Antonio Decaro, ha rilasciato agli organi di stampa, nella giornata del 14 marzo 2023, la seguente dichiarazione «l'ordine pubblico non è competenza del Comune, men che meno del Sindaco, nonostante ciò, non ci siamo mai sottratti a richiedere la convocazione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, garantendo tutta la disponibilità dell'amministrazione comunale...»;

   ad avviso dell'interrogante, la farsesca dichiarazione del sindaco del comune di Bari va considerata come vero e proprio atto di inerzia –:

   se il Governo sia a conoscenza degli episodi di criminalità che «tormentano» ormai quotidianamente la città di Bari;

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere per far sentire, ai cittadini residenti nel comune di Bari, la presenza dello Stato ed arginare il crescente ripetersi di atti criminosi;

   se non si ritenga opportuno potenziare i livelli di sicurezza sul territorio, prevedendo anche una maggiore presenza delle forze armate.
(3-00251)

(15 marzo 2023)

D)

   TASSINARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   una recente manifestazione dei lavoratori dell'ispettorato territoriale del lavoro, tenutasi il lunedì 30 ottobre 2023 davanti alla prefettura di Forlì-Cesena, nell'ambito dello sciopero nazionale proclamato da tutte le sigle sindacali di categoria, ha portato alla luce una grave problematica che investe l'efficacia dell'azione di tale categoria di lavoratori;

   con il decreto legislativo n. 149 del 2015, attuativo della legge 183 del 2014, il cosiddetto Jobs Act, istituendo l'Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), ha separato dal Ministero del lavoro le competenze degli ispettorati territoriali del lavoro: i dipendenti si trovano in una situazione di inquadramento ibrido, in quanto non più dipendenti direttamente dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali – che sull'Inl esercita poteri di vigilanza – ma neppure completamente inquadrati nell'Agenzia;

   l'Inl si è costituito col passaggio, a livello centrale, del personale già in forza presso la Direzione generale per l'attività ispettiva e, a livello periferico, delle Direzioni territoriali ed interregionali del lavoro che continuano a svolgere i medesimi compiti prima assegnati;

   la collaborazione con la struttura centrale manca di fluidità: è sufficiente pensare che anche banche dati in possesso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, a distanza di anni, non sono pienamente disponibili per gli ispettori, determinando una limitazione all'efficiente svolgimento delle delicatissime funzioni svolte dagli ispettorati del lavoro;

   ai dipendenti Inl si applica il CCNL 2016/2018 comparto Ministeri-funzioni centrali, nonché il successivo CCNL 2019/2021. Parte della retribuzione dei dipendenti di tale comparto è «indennità di amministrazione», in misura differente fra i vari Ministeri, ma corrisposta agli ispettori del lavoro, sia prima che dopo il trasferimento coattivo all'Inl;

   l'articolo 1, comma 143, della legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio 2020), interveniva per ridurre la differenza fra i vari Ministeri e introdurre un percorso di perequazione della anzidetta indennità di cui all'articolo 56 CCNL 2019/2021, da attuare con appositi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;

   l'11 marzo 2022, in ottemperanza al citato articolo 1, comma 143, legge n. 160 del 2019, veniva pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 dicembre 2021 che attuava la prevista perequazione per il comparto Ministeri-funzioni centrali, quantificando gli incrementi per le diverse amministrazioni, a titolo di arretrati per gli anni 2020 e 2021, nonché per il prosieguo del rapporto in continuità lavorativa per l'anno 2022 e successivi;

   nell'ambito del nuovo CCNL comparto funzioni centrali 2019/2021, applicato ex lege anche ai dipendenti Inl, sono stati recepiti pure gli incrementi disposti dalla perequazione di cui all'articolo 1, comma 143, legge n. 160 del 2019: detti incrementi, benché previsti dal CCNL, applicabile anche all'Inl, sono stati corrisposti ai dipendenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ma non ai dipendenti dello stesso Ispettorato nazionale del lavoro, nonostante questi ultimi svolgessero le medesime e fondamentali attività di ispezione e di controllo a cui erano adibiti quando prestavano servizio presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

   quindi, nonostante la perfetta equiparazione ex lege tra i dipendenti dell'ispettorato e i dipendenti ministeriali, i primi non hanno mai percepito gli incrementi titolo di indennità di amministrazione ex articolo 56 CCNL 2019/2021, per la perequazione di cui alla legge di stabilità 2020 e del CCNL 2019/2021;

   la legge n. 197 del 2022 (legge di bilancio 2023), all'articolo 1, comma 334, stabiliva, solo a decorrere dal 2023, la perequazione dell'indennità di amministrazione anche per gli ispettori del lavoro –:

   se e quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di riconoscere per gli anni 2020, 2021 e 2022 al personale Inl l'indennità di amministrazione di cui in premessa, al fine di garantire l'efficiente svolgimento dei compiti in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro da parte dei dipendenti dell'Ispettorato territoriale del lavoro.
(3-00925)

(22 gennaio 2024)
(ex 5-01628 del 15 novembre 2023)

MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE IN ORDINE ALLA REVOCA DELLA NOMINA A SOTTOSEGRETARIO DI STATO DI VITTORIO SGARBI.

   La Camera,

   premesso che:

    1) da un articolo de Il Fatto Quotidiano del 24 ottobre 2023, è emerso che il Sottosegretario per la cultura Vittorio Sgarbi avrebbe percepito, nel corso del 2023, sostanziosi emolumenti, pari a oltre 300 mila euro, per aver presenziato a inaugurazioni, mostre, conferenze, premi e manifestazioni culturali;

    2) il quotidiano afferma, inoltre, che sulla base dei documenti visionati «attorno al critico-politico e ai suoi collaboratori di fiducia ruoterebbe invece una vera e propria industria fondata sull'arte di procacciare attività che si svolgono pure alla luce del sole, ma le cui remunerazioni restano nell'ombra, a volte erogate ad altri, non di rado spacciate come “missioni” e poi messe a rimborso del ministero»;

    3) a fine ottobre 2023, l'Antitrust ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti del Sottosegretario, Vittorio Sgarbi, «per possibili condotte illecite in violazione di quanto previsto dalla legge n. 215/2004 in materia di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo»;

    4) sempre da un articolo de Il Fatto Quotidiano del 25 ottobre 2023, si riporta che il Sottosegretario Sgarbi sarebbe indagato a Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per non aver onorato i debiti con l'Agenzia delle entrate (in totale circa 715 mila euro) e per l'acquisto di quadri (si veda Il Fatto Quotidiano del 9 gennaio 2024) il medesimo Sottosegretario Vittorio Sgarbi risulterebbe indagato per furto di beni culturali in merito ad una vicenda oggetto di un'inchiesta svolta da ultimo dalla trasmissione Report e dallo stesso Il Fatto Quotidiano;

    5) in particolare l'inchiesta si è concentrata su un quadro di Rutilio Manetti, pittore senese del Seicento, «La cattura di San Pietro», che fino al 2013 si trovava esposta presso il Castello di Buriasco (vicino a Pinerolo, in Piemonte). La proprietaria del castello e del dipinto, Margherita Buzio, a febbraio del 2013 denunciò il furto dell'opera: la tela era stata tagliata nella notte, lasciando la cornice; all'epoca le indagini furono senza esito;

    6) la trasmissione Report ha sottolineato che, stando alle dichiarazioni di Buzio, poche settimane prima del furto si era detto interessato all'acquisto Paolo Bocedi, collaboratore di Sgarbi fino al 2003 e ancora in buoni rapporti con il Sottosegretario. Il servizio di Report aggiunge che il critico d'arte avrebbe già visto l'opera alcuni anni prima, in un pranzo al castello, cosa che lo stesso Sgarbi ha confermato;

    7) il dipinto, secondo quanto riportato da Report, sarebbe riapparso nel 2021 in una mostra inaugurata dallo stesso Sgarbi, in cui sarebbe stato esposto un dipinto di Manetti «inedito». L'opera esposta dal Sottosegretario è estremamente simile a quella sparita nel 2013: una differenza visibile è che, in alto a sinistra, c'è una candela che nel dipinto rubato non c'era;

    8) Sgarbi, negando che si tratti della stessa opera, ha parlato di «coincidenze»: il dipinto esposto, infatti, si sarebbe trovato in una villa nel Viterbese che Rita Cavallini (madre di Sgarbi) aveva acquistato anni prima, nel 2000, già presente in un inventario dei beni della villa risalente al Seicento. Tuttavia Report ha sottolineato come nell'inventario in questione l'opera non risulti;

    9) la stessa trasmissione di Rai 3 avrebbe interpellato anche con Gianfranco Mingardi, restauratore di Brescia, che ha detto di aver ricevuto la tela senza cornice, la quale sembrerebbe identica all'opera trafugata a Pinerolo, se non per il particolare di una candela che non c'era sul dipinto da lui sistemato; Sgarbi dal canto suo ha negato e da articoli di stampa emerge che il legale di Vittorio Sgarbi abbia inviato una Pec diffidando la Rai prima della messa in onda della puntata di Report;

    10) tuttavia, a quanto pare, ciò che per Sgarbi era solo frutto di fantasia, incompetenza e livore giornalistico, sembra sia divenuto un fascicolo aperto dalla procura di Imperia e trasmesso alla procura di Macerata;

    11) in data 9 gennaio 2024 la procura di Macerata ha confermato che il Sottosegretario Sgarbi è indagato per il reato di autoriciclaggio di beni culturali di cui all'articolo 518-septies del codice penale;

    12) in data 12 gennaio 2024 il Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale ha sequestrato al Sottosegretario il dipinto;

    13) il decreto ministeriale n. 458 del 28 dicembre 2022 del Ministero della cultura attribuisce al Sottosegretario Sgarbi, tra le altre, la funzione di responsabile della «sicurezza del patrimonio culturale»;

    14) la legge 20 luglio 2004, n. 215, impone a chi ricopre un incarico di Governo di dedicarsi «esclusivamente alla cura degli interessi pubblici». Dal giuramento in poi, «al titolare non può derivare, per tutta la durata del governo, alcuna forma di retribuzione o vantaggio». La legge vieta anche di «esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati». Il legislatore precisa: «Sono vietate anche all'estero»;

    15) tuttavia, ad avviso dei firmatari del presente atto, oltre ai connessi profili di carattere penale, la condotta getta una oscura e pesante ombra sulla sua attività governativa in un dicastero di così tale rilievo e delicatezza e, dunque, si pone in palese contrasto con l'articolo 54 della Costituzione, che recita: «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore»;

    16) le condotte summenzionate, inoltre, lascerebbero trasparire in ogni caso una condotta grave, uno sfacciato abuso del potere, una violazione dei doveri, non compatibile con il decoro e la decenza delle istituzioni repubblicane;

    17) non può, in altri termini, ritenersi che l'azione del Sottosegretario sia stata ispirata in tale frangente dal superiore interesse esclusivo della Nazione, come espressamente imposto dalla legge n. 400 del 1988,

impegna il Governo

1) ad avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a Sottosegretario di Stato del professor Vittorio Sgarbi.
(1-00208) (Ulteriore nuova formulazione) «Caso, Manzi, Piccolotti, Orrico, Amato, Cherchi, Francesco Silvestri, Baldino, Santillo, Auriemma, Cappelletti, Fenu, Alfonso Colucci, D'Orso, Onori, Pellegrini, Torto, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Caramiello, Scutellà, Berruto, Orfini, Zingaretti, Braga, Bonafè, Ciani, Ghio, Toni Ricciardi, Fornaro, Casu, De Luca, Ferrari, Morassut, Roggiani, De Maria, Grimaldi, Ghirra, Mari, Lomuti».

(25 ottobre 2023)