TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 101 di Mercoledì 10 maggio 2023
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
BORRELLI. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
nell'ambito della proposta di riforma governativa che definisce i principi per l'attribuzione alle regioni a statuto ordinario di ulteriori forme di autonomia, l'articolo 1, commi 791 e seguenti, della legge n. 197 del 2022 affida ad una cabina di regia il compito di determinare i livelli essenziali delle prestazioni, ai fini della completa attuazione del cosiddetto regionalismo differenziato di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione;
il suddetto organismo è chiamato a conseguire entro il mese di giugno 2023, una serie di obiettivi, tra i quali:
a) la ricognizione della normativa statale in ognuna delle materie di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione e la ricognizione della relativa spesa storica a carattere permanente dell'ultimo triennio, sostenuta dallo Stato in ciascuna regione;
b) l'individuazione delle materie riferibili ai livelli essenziali delle prestazioni, sulla base delle ipotesi tecniche formulate dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard;
c) la determinazione, con l'ausilio di Sose spa, Istat e Cinsedo, nell'ambito degli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente, dei livelli essenziali delle prestazioni;
il procedimento di ricognizione e determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni dovrà avvenire ad invarianza finanziaria, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e in coerenza con i relativi obiettivi programmati;
il 23 novembre 2022, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, nel rispondere alla Camera dei deputati ad un'interrogazione a risposta immediata dichiarava testualmente: «In base alle ipotesi di lavoro predisposte dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il criterio della spesa storica già sostenuta per le funzioni attribuite in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione non altera, anche ove applicato in via transitoria, fino alla compiuta determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, i livelli essenziali delle prestazioni, la distribuzione delle risorse per le altre regioni o aree del Paese, né incide sui fondi perequativi. Nessuna regione potrà ricevere meno risorse rispetto a quelle attuali, nessuna regione potrà riceverne di più»;
sotto il profilo finanziario, come confermato dal Governo, resisterebbe ancora, nel trasferimento delle risorse economiche alle singole regioni, il criterio della spesa storica, disattendendo ad avviso dell'interrogante, in tal modo, qualsiasi prospettiva di riallineamento tra il Nord e il resto del Paese, in comparti cruciali come la sanità e l'istruzione –:
come intenda procedere, per quanto di competenza, per evitare che l'autonomia differenziata come delineata dal Governo, anteponendo il criterio della spesa storica alla determinazione del livelli essenziali delle prestazioni, acuisca il divario tra il Nord e il Sud del Paese.
(3-00382)
(9 maggio 2023)
D'ALESSIO, CASTIGLIONE, DE MONTE, GADDA, RUFFINO e SOTTANELLI. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
i cosiddetti «Cis» (contratti istituzionali di sviluppo) sono finalizzati all'accelerazione della realizzazione degli interventi speciali che prevedono la realizzazione di opere infrastrutturali, funzionali alla coesione territoriale e a uno sviluppo equilibrato del Paese;
il 23 maggio 2022 si è tenuto, presso la sede della provincia di Salerno, il «pre-tavolo» finalizzato a dare il via all'iter per la sottoscrizione del contratto istituzionale di sviluppo denominato «Grande Salerno»;
il territorio interessato dal «patto», pur avendo grandi potenzialità, sconta un gap comune a molte aree del Sud Italia in materia di infrastrutture, valorizzazione delle risorse esistenti e sviluppo occupazionale;
il termine per la presentazione delle proposte progettuali da parte dei comuni e di altri enti del territorio era il 1° agosto 2022;
l'adesione dei comuni e degli enti pubblici al suddetto bando è stata importante, con circa 250 progetti proposti alla valutazione tecnica per un totale di circa un miliardo di euro;
l'istruttoria tecnica si è conclusa a settembre 2022 per dare avvio alla fase di concertazione con le amministrazioni, con una previsione di impegno a valere sul Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020 di 250 milioni di euro;
il 20 ottobre 2022 il Ministro pro tempore per il Sud e la coesione territoriale ha informato la regione Campania degli esiti dell'istruttoria per dare avvio alla fase di concertazione, ma da allora non vi sono stati passi in avanti;
a quanto risulta, sono in stallo anche altri contratti istituzionali di sviluppo, quali quello di Taranto, per cui si attende la convocazione del tavolo istituzionale, così come quello di Brindisi-Lecce e il Cis Area sisma, nonché – al di fuori dei contratti istituzionali di sviluppo ma nella competenza del Ministro interrogato – i lavori della cabina di regia su Bagnoli e la riqualificazione dell'area delle baraccopoli di Messina;
dato il congruo periodo intercorso dall'insediamento del nuovo Governo, non vanno deluse le aspettative dei cittadini rispetto a progetti che hanno il merito di accorciare i tempi e il divario territoriale esistente tra le aree del Paese e va tenuto in considerazione l'impegno degli enti locali nella redazione delle proposte progettuali, onde evitare di alimentare l'insoddisfazione e la distanza nei confronti delle istituzioni centrali –:
quali iniziative di competenza intenda assumere per sbloccare i contratti istituzionali di sviluppo attualmente fermi, con particolare riferimento al Cis «Grande Salerno», affinché si giunga celermente alla successiva fase della definizione del numero degli interventi immediatamente finanziabili e alla conseguente sottoscrizione del contratto.
(3-00383)
(9 maggio 2023)
FOTI, MESSINA, GARDINI, ANTONIOZZI, RUSPANDINI, MONTARULI, AMICH, BALDELLI, CANGIANO, DEIDDA, FRIJIA, LONGI, RAIMONDO, GAETANA RUSSO e LAMPIS. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il 6 maggio 2023 un guasto alla linea elettrica di alimentazione, avvenuto tra Roma Tiburtina e Settebagni prontamente risolto dai tecnici di Rete ferroviaria italiana, ha avuto un grande impatto sulla tabella di marcia di varie corse dei treni, causando tuttavia parecchi problemi ai viaggiatori, sia in direzione nord che in direzione sud, coinvolgendo, in particolare, la linea Roma-Milano;
l'episodio ripropone un aspetto importante, che riguarda il sistema della rete infrastrutturale ferroviaria nazionale obsoleta, oramai satura anche per l'aumento record di traffico passeggeri, che sconta una carenza di investimenti che si protrae da decenni e nelle aree chiave geografiche del Paese, opera al limite della capacità, anche e soprattutto a giudizio degli interroganti a causa dei Governi di sinistra del passato e degli oramai noti ambientalisti da salotto, contrari ad ogni forma di ammodernamento e di sviluppo anche in tema di trasporti e infrastrutture ferroviarie;
gli interroganti, al riguardo, evidenziano, al contrario, come lo sviluppo infrastrutturale e dei collegamenti nel settore dei trasporti rappresenti una leva fondamentale per la crescita dell'Italia, in grado di attivare e attrarre investimenti in tutti i settori dell'economia nazionale, con importanti effetti diretti anche sul numero degli occupati;
secondo quanto risulta da un'indagine del centro studi Divulga, che ha incrociato i dati dei più autorevoli istituti di ricerca nazionali e internazionali per analizzare come il gap logistico e di trasporti incida in maniera significativa sull'economia italiana, il ritardo infrastrutturale dell'Italia è costato nel 2022 oltre 77 miliardi di euro di mancate esportazioni, pari al 15 per cento del valore complessivo dell'export nazionale, colpendo tutti i settori più importanti del made in Italy;
la presente iniziativa del Gruppo di Fratelli d'Italia rappresenta, pertanto, l'occasione per ribadire la nostra convinzione che il potenziamento e l'ammodernamento delle opere di collegamento infrastrutturali, sia stradali, ferroviarie oltre che marittime, rappresenta un'azione strategica e fondamentale per il ruolo del Governo Meloni, orientato verso una visione innovativa di sviluppo che guarda al futuro del Paese in un'ottica di «resilienza trasformativa», in grado di garantire crescita alle imprese e nuova occupazione –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere, al fine di incrementare le politiche di sviluppo infrastrutturale del Paese e dei collegamenti ferroviari in particolare, alla luce dei recenti guasti avvenuti lungo alcune tratte della rete ferroviaria nazionale, le cui carenze e i mancati investimenti adeguati hanno evidentemente a giudizio degli interroganti responsabilità imputabili a scelte politiche adottate nel recente passato.
(3-00384)
(9 maggio 2023)
BALDINO, ILARIA FONTANA, IARIA, L'ABBATE, CANTONE, MORFINO, FEDE, SANTILLO, TRAVERSI e FRANCESCO SILVESTRI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il 3 maggio 2023, durante una giornata particolarmente piovosa che ha provocato la piena del Fiume Trionto, è collassata la campata centrale del viadotto Ortiano 2, lungo la strada statale 177 Dir «di Longobucco» dal chilometro 6,500 nel comune di Longobucco, in provincia di Cosenza;
la strada, nota anche come strada Sila-mare, è un'infrastruttura strategica per l'area dello Ionio cosentino, in quanto, una volta ultimata, consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne dell'altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina;
la costruzione dell'opera, con una spesa complessiva ad oggi di circa 100 milioni di euro, è stata avviata negli anni '90 con l'esecuzione di un primo lotto di lavori a valle dell'abitato di Longobucco; sono stati successivamente realizzati il secondo e il terzo lotto e, successivamente, con l'accordo di programma 2002-2006: «Sistema delle infrastrutture di trasporto», il primo stralcio dell'originario progetto del IV lotto, garantendo la viabilità fino al ponte sul Trionto posto in località Destro; pertanto, solo 11 dei 25 chilometri totali sono percorribili e risulterebbero aperti al traffico dal 2015;
è in via di completamento il IV lotto-II stralcio, finanziato con risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2007/2013 di cui alla delibera Cipe n. 62 del 3 agosto 2011, lungo circa sei chilometri, che dalla località Destro giunge al ponte di Cropalati; la consegna dei lavori di questo lotto era prevista per il 2018 poi via via prorogata fino ai giorni nostri; da Cropalati, poi, deve essere ultimato il V lotto, quello finale, per arrivare a Mirto Crosia e ricongiungersi alla strada statale 106 ionica; il progetto per questo ultimo tratto è stato affidato ad Anas, individuato come soggetto attuatore, e il costo è di 21,80 milioni di euro;
Anas, nel ruolo di gestore della rete stradale e autostradale di interesse nazionale, è tenuta a garantire la viabilità e la sicurezza della rete;
l'allegato infrastrutture al documento di economia e finanza, recentemente approvato, non senza difficoltà dalla maggioranza, sottolinea l'esigenza di perseguire la finalità costituzionale di ridurre il divario economico, sociale e territoriale tra le diverse aree del Paese –:
se non ritenga, alla luce delle gravità di quanto accaduto, di riconsiderare le priorità del proprio Dicastero, privilegiando gli investimenti nel ripristino e nel miglioramento delle infrastrutture esistenti nel Sud del Paese rispetto al finanziamento di alcune grandi opere prive delle opportune informazioni circa la loro sostenibilità economico-finanziaria e carenti di un adeguato studio sul rapporto tra costi e benefici.
(3-00385)
(9 maggio 2023)
MOLINARI, MACCANTI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
dotarsi di infrastrutture di collegamento della rete ferroviaria efficienti, che consentano di mobilitare tonnellate di merci e milioni di persone ogni giorno su tutto il territorio, è di primaria importanza per l'economia di un Paese;
nelle scorse settimane si sono verificati alcuni deragliamenti di treni che, pur in assenza di feriti, hanno causato disagi dovuti ai ritardi sulla circolazione ferroviaria di alcune zone del Paese;
le interruzioni testimoniano, in particolare, l'assenza di linee alternative del sistema di trasporto Nord-Sud Italia a fronte di imprevisti che potrebbero verificarsi sulle linee principali;
appare evidente che il settore del trasporto ferroviario italiano presenti alcune criticità e che incidenti di questo tipo sono per lo più dovuti alla carenza di manutenzione degli impianti di circolazione, spesso obsoleti;
i disagi, oltre a ripercuotersi su tutti gli utenti, in particolare sui pendolari che regolarmente pagano il titolo di viaggio, rischiano di ledere l'immagine del trasporto pubblico italiano all'estero in concomitanza con l'apertura della stagione estiva, che rappresenta un'opportunità irrinunciabile per il rilancio dell'economia nazionale;
nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è previsto lo stanziamento di 24,7 miliardi di euro per le infrastrutture ferroviarie, in particolare su linee ad alta velocità e sull'acquisto di nuovo materiale rotabile per i treni pendolari, e ulteriori risorse per questo settore sono stanziate nel Piano nazionale complementare, per un totale di oltre 36 miliardi di euro –:
alla luce delle problematiche esposte in premessa, quali investimenti siano programmati e quali ulteriori iniziative intenda adottare per migliorare l'efficienza della rete ferroviaria.
(3-00386)
(9 maggio 2023)
TENERINI, TASSINARI, BARELLI, BATTILOCCHIO e D'ATTIS. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
il quadro d'insieme del mercato del lavoro italiano risulta particolarmente complesso, scontando dal passato dati sull'occupazione preoccupanti, soprattutto in riferimento alle giovani generazioni;
il report Istat relativo a occupati e disoccupati pubblicato il 3 maggio 2023 registra variazioni incoraggianti, fotografando nel mese di marzo 2023 un aumento degli occupati rispetto al mese precedente e una corrispondente diminuzione del tasso di disoccupazione;
tra gli indicatori da monitorare appare assai rilevante quello relativo al numero di inattivi, cresciuto significativamente negli ultimi anni quale vero e proprio allarme occupazionale;
la tendenza positiva rilevata dall'Istat nel primo trimestre del 2023 appare confermata anche in riferimento agli inattivi, di cui emergono dati favorevoli sia su base annua, sia nel confronto tra il primo trimestre del 2023 e l'ultimo trimestre del 2022. Confrontando i due trimestri si osserva un incremento dello 0,6 per cento delle persone in cerca di lavoro e, al contempo, una diminuzione degli inattivi intorno all'1 per cento;
la situazione dei cosiddetti «neet», ovvero i soggetti che non lavorano e non sono inseriti in corsi di studi o di formazione, merita particolare attenzione, anche tramite interventi che aiutino a rendere strutturale il suddetto trend occupazionale favorevole;
è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, il 4 maggio 2023, il decreto-legge n. 48 del 2023 in materia di lavoro –:
quali iniziative, anche normative, abbia già intrapreso o intenda assumere al fine di incrementare ulteriormente i livelli occupazionali, combattere la disoccupazione giovanile e favorire l'attivazione dei soggetti cosiddetti neet.
(3-00387)
(9 maggio 2023)
LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la componente 1 della missione 5 del Piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto il programma «Garanzia occupabilità dei lavoratori» (Gol), per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro;
il programma appena citato dispone di una dotazione di 4,4 miliardi di euro di fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e di 500 milioni di euro del pacchetto di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (React-EU), con l'obiettivo di coinvolgere 3 milioni di beneficiari entro il 2025, di cui 800.000 in attività formative;
l'attuazione del programma è realizzata dalle regioni e dalle province autonome sulla base dei piani regionali approvati dall'Agenzia nazionale politiche attive lavoro (Anpal), ente pubblico operante sotto la vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
le recenti modifiche al cosiddetto «reddito di cittadinanza», introdotte dalla legge 29 dicembre 2022, n. 197, recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025», e dal decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante «Misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro», rendono necessarie azioni più efficaci per reinserire nel mercato del lavoro le persone disoccupate considerate «occupabili»;
secondo i dati pubblicati nell'ultima «Nota di monitoraggio Gol» disponibile, aggiornati al 31 marzo 2023, il tasso di occupazione a 150 giorni dall'ingresso nel programma – relativo ai nuovi rapporti di lavoro – è pari al 21,6 per cento, equivalente a 92.760 persone;
a livello regionale si osservano divari rilevanti, con valori al di sotto del 20 per cento in alcune regioni del Mezzogiorno, tra cui Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania, e valori vicini al 30 per cento in molte regioni del Centro-Nord, fino ad arrivare al 35,7 per cento in Friuli Venezia Giulia e al 44,5 per cento nella provincia autonoma di Bolzano –:
quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per favorire l'attuazione del programma «Garanzia occupabilità dei lavoratori» (Gol) e il raggiungimento dei propri obiettivi e traguardi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare nelle regioni che presentano tassi di disoccupazione superiori alla media nazionale.
(3-00388)
(9 maggio 2023)
SCOTTO, BRAGA, LAUS, GUERRA, FOSSI, GRIBAUDO, SARRACINO, FERRARI, GHIO, FORNARO e CASU. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
sempre più frequenti sono le pronunce dei tribunali, da ultimo quello di Milano sul caso di una lavoratrice della società di vigilanza Civis, che dichiarano l'illegittimità di retribuzioni che, violando l'articolo 36 della Costituzione, non assicurano un'esistenza libera e dignitosa per i lavoratori;
il Governo ha affrontato il tema del potere di acquisto dei lavoratori solo con misure di carattere fiscale, motivando tale orientamento con l'esigenza di contribuire alla moderazione della crescita salariale, per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi;
l'ulteriore intervento di tagli del cuneo contributivo, alla luce delle disponibilità finanziarie e degli effetti fiscali, produrrà un incremento medio delle retribuzioni di gran lunga inferiore rispetto al solo andamento dell'inflazione;
secondo gli economisti della Banca centrale europea, non sarebbe in corso alcuna pericolosa spirale salari-prezzi, tanto più nel caso italiano, ma ad alimentare la corsa dei prezzi innescata da ripresa post Covid e dalla guerra in Ucraina il fattore più incisivo sono i profitti nell'eurozona;
alla proposta del Partito democratico di introdurre il salario minimo e una norma sulla rappresentatività delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro, con la conseguente estensione erga omnes dei contratti stipulati dalle medesime organizzazioni, la maggioranza ha saputo contrapporre solo un diniego aprioristico;
uno dei fattori che maggiormente condizionano l'adeguatezza delle retribuzioni, soprattutto alla luce dell'impennata dei prezzi al consumo, è rappresentato dal mancato rinnovo dei contratti collettivi che, in alcuni casi, risultano scaduti da molti anni;
anche nel decreto-legge n. 48 del 2023, nonostante l'ampiezza del provvedimento, della questione dei rinnovi dei contratti collettivi non vi è traccia e non vi sono misure volte a indurre le parti sociali a sbloccare la situazione, soprattutto in particolari settori;
secondo il Cnel, nel 2022, sui 955 contratti collettivi allora vigenti, ne risultavano scaduti ben 591, pari a 6,8 milioni di lavoratori;
il prolungato mancato rinnovo dei contratti costituisce un'ingiustificabile forma di squilibrio nella distribuzione della ricchezza prodotta, a tutto svantaggio dei lavoratori, soprattutto in una fase di forte pressione sui prezzi, mancando per di più ogni forma di adeguamento di salari e stipendi all'inflazione –:
quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare al fine di favorire il rinnovo dei contratti collettivi scaduti, anche attraverso la previsione di apposite misure di premialità laddove il rinnovo intervenga entro la scadenza o di penalizzazione nel caso in cui il rinnovo si protragga oltre i termini fisiologici.
(3-00389)
(9 maggio 2023)