TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 98 di Venerdì 5 maggio 2023
INTERPELLANZE URGENTI
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro delle imprese e del made in Italy, per sapere – premesso che:
come anticipato dal Financial Times già a gennaio 2023, in data 13 marzo 2023, presso la sede di Unindustria a Roma, Vodafone ha presentato alle segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Uil, la situazione aziendale e un piano di riassetto dei costi che equivale a circa 1000 eccedenze di personale, vale a dire un taglio di quasi il 20 per cento della forza lavoro, accolto con preoccupazione e anche con toni molto critici dalla parte sindacale, come si legge nei comunicati speculari delle parti sindacali;
si tratta dell'esito di un modello economico evidentemente non produttivo per il settore delle telecomunicazioni (Tlc) per cui la contrazione delle tariffe, causata da una competitività esasperata ed assenza di visione industriale – per un settore che nel resto d'Europa continua ad essere attivatore della transizione digitale –, viene compensata da una pesantissima riduzione dell'occupazione, che non dovrebbe invero essere mai la leva principale per contrastare il calo dei ricavi;
se è vero che la strutturale trasformazione del mercato e il drastico calo dei prezzi causato dalla straordinaria pressione competitiva, hanno portato a una forte contrazione di fatturato e margini del settore delle Tlc, su cui grava anche il peso della crisi energetica, allora è necessario individuare con urgenza un modo di conciliazione tra esigenza di incremento di ricavi e marginalità da un lato, e capacità occupazionale e qualità del lavoro dall'altro;
scongiurare un così drastico ridimensionamento degli occupati in Vodafone è fondamentale. Al fine di evitare percorsi così invasivi da coinvolgere circa il 20 per cento dell'intera forza occupazionale, sarebbe auspicabile coinvolgere maggiormente le parti interessate e ipotizzare soluzioni diverse quali, ad esempio, l'azionamento di interventi mirati di riqualificazione professionale, supportati da percorsi di formazione, per consentire lo sviluppo delle competenze in linea con la spinta di innovazione tecnologica, così come iniziative di riconversione professionale (reskilling e upskilling), nonché insourcing di attività;
similmente, una ulteriore strada percorribile potrebbe essere quella del ricorso alla formula del contratto di solidarietà ovvero una diversa e ridotta organizzazione oraria del lavoro, in tal senso ampliando quanto pure già previsto dal contratto di espansione, strumentale alle finalità generali del Piano di reindustrializzazione dell'azienda;
le preoccupazioni in tema occupazionale sul caso Vodafone sono oltremodo serie in quanto investono una azienda leader di un settore come quello delle Tlc che, nel sistema Paese, dovrebbe costituire un volano per la digitalizzazione anziché rischiare il default;
da una simile vicenda, che di certo comporterà un impoverimento di know how, ne potrebbero altresì derivare conseguenze negative anche sul piano di futuri investimenti in Italia, aspetti entrambi che evidentemente non giovano alle prospettive di crescita e rilancio del Paese, attraverso una maggiore innovazione e digitalizzazione, anche coerentemente agli obiettivi previsti dal Pnrr;
è quindi necessario intervenire in maniera determinata di modo che, coinvolgendo tutte le parti interessate al confronto, si definisca con urgenza un significativo e chiaro indirizzo politico-economico per il settore delle Tlc, suscettibile di garantire primariamente livelli e qualità occupazionali di un comparto altrimenti condannato alla mera gestione delle eccedenze –:
nell'ambito del processo, tuttora in atto, di riorganizzazione delle strutture e di riqualificazione del personale di Vodafone, se il Governo sia a conoscenza dei fatti citati in premessa e quali siano i suoi intendimenti, nonché le iniziative che intenda porre in atto al fine di bilanciare l'interesse a contenere i costi della filiale italiana con la fondamentale esigenza di garantire i livelli occupazionali, così scongiurando l'imminente e drastica riduzione della forza lavoro citata in premessa.
(2-00139) «Aiello, Barzotti, Carotenuto, Tucci, Cappelletti».
(26 aprile 2023)
B)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno – per sapere – premesso che:
in Emilia, segnatamente a Reggio Emilia, vi sarebbe stato uno strano caso di infiltrazione mafiosa, ma senza amministrazioni infiltrate: questa sarebbe la paradossale conclusione che scaturirebbe, da un articolo di stampa de Il Giornale di inizio marzo 2023;
all'inizio del 2015, è scattata l'operazione antimafia denominata Aemilia, un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna che ha portato all'arresto di 160 persone, di cui 117 in Emilia-Romagna, accusate a vario titolo dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, detenzione illegale di armi, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti e altro;
sui contorni fino a ieri sconosciuti e politicamente importanti di tale operazione ha fatto il punto il quotidiano Il Giornale con un articolo del 9 marzo 2023, che lascia sconcertati se quanto in esso contenuto fosse effettivamente accertato;
l'articolo de Il Giornale riporta le dichiarazioni e le parti di una relazione del sostituto procuratore della Direzione nazionale Antimafia Roberto Pennisi, che per un breve periodo di due anni ha affiancato come pubblico ministero la Procura di Bologna nelle indagini sulla penetrazione della 'ndrangheta in Emilia, mettendo in risalto la non banale questione esposta dal magistrato: «Una organizzazione mafiosa per essere tale ha bisogno di legami nella politica, nell'economia, nella finanza. Altrimenti è una normale banda di criminali e gangster. Ecco, in Emilia è mancata esattamente questa parte dell'indagine. Era l'indagine che io volevo fare, e che non è stata fatta»;
secondo l'articolo vi sarebbe una relazione firmata da Pennisi, rimasta nei cassetti della Cassazione e del Ministero della giustizia, in cui emergerebbe una differente, ma vera storia del processo Aemilia in cui vennero incriminati solo due politici di centrodestra, innocenti, e nessuno dei tanti nomi importanti della sinistra che comparivano nelle carte;
il suddetto articolo scava a fondo nei legami nei risvolti di favore che vi sarebbero tra parte della magistratura, la sinistra emiliana ed il relativo sistema produttivo nonché della società da esse rappresentato –:
se siano a conoscenza dei fatti riportati dall'articolo de Il Giornale del 9 marzo 2023 di cui in premessa e degli altri numerosi articoli che ne sono seguiti;
se e nel caso quali iniziative di competenza intendano intraprendere in ordine alla vicenda rappresentata.
(2-00119) «Vinci, Foti, Maschio, Varchi, Buonguerrieri, Dondi, Palombi, Pellicini, Polo, Pulciani, Lucaselli, Pietrella, Gaetana Russo, Malaguti, Colombo, Ruspandini, Urzì, Cerreto, Mura, Mantovani, Sbardella».
(4 aprile 2023)
C)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
nel corso dell'informativa urgente del Governo sulla vicenda della fuga di Artem Uss, svolta alla Camera dei deputati il 20 aprile 2023, il Ministro della giustizia Nordio ha affermato: «sono in corso ulteriori accertamenti da parte del Ministero dell'interno»;
dal 22 marzo, data dell'evasione di Uss dai domiciliari, al 20 aprile, data in cui si è svolta l'informativa del Ministro, sono passati 29 giorni: da oltre un mese, quindi, il Ministero dell'interno sta svolgendo accertamenti, di cui non si ha alcuna informazione;
il quotidiano «Il Giorno» del 29 marzo 2023 riporta: «quattro macchine mai viste da quelle parti. Su quali di queste è salito Uss? Ruota anche attorno a questa domanda l'indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e della Compagnia di Corsico sulla rete di complici (almeno cinque o sei quello “operativi”) che ha aiutato l'imprenditore russo a evadere dai domiciliari... Le telecamere che monitorano la zona di Cascina Vione a Basiglio riprendono il momento in cui Uss esce dal complesso residenziale in compagnia di un altro uomo: alle 14:07 del 22 marzo. Fino a ieri, l'ipotesi principale era che Uss fosse salito con il complice a bordo di un'auto nera e che dopo alcuni chilometri avesse fatto un cambio macchina per proseguire via terra verso la frontiera. Ora c'è una pista alternativa: che quell'auto sia stata soltanto uno specchietto per le allodole e che in realtà il figlio del governatore di Krasnoyarsk sia salito su uno degli altri tre veicoli “misteriosi” censiti nella zona in quei minuti, di cui uno di grossa cilindrata, e che quello abbia compiuto almeno la prima parte del viaggio che quasi certamente l'ha portato già nelle ore successive a uscire dall'Italia da Est»;
durante l'informativa Nordio ha affermato: «Dalla relazione dei Carabinieri della Lombardia, gruppo di Milano, risulta che l'ultimo contatto trasmesso dal braccialetto elettronico applicato al signor Uss era delle ore 13,52 del giorno in cui è evaso, quando veniva registrato un allarme “uscito dal sito durante il periodo di coprifuoco”, cioè era evaso, allarme giunto “a video diversi minuti dopo”»;
la relazione del Ministro non chiarisce numerosi aspetti, di competenza del Ministro dell'interno, a partire dall'orario esatto in cui l'allarme sarebbe «giunto a video» e quali sarebbero state le operazioni per impedire la fuga all'estero e da parte delle autorità italiane;
Uss è accusato di presunti traffici illeciti di materiale civile e militare, di contrabbando di petrolio dal Venezuela verso Cina e Russia, riciclaggio e frode bancaria. In particolare, è accusato di aver acquistato negli USA componenti elettronici destinati a equipaggiare aerei, radar e missili, e averli rivenduti a compagnie russe, da utilizzare nel conflitto contro l'Ucraina, eludendo così le sanzioni occidentali contro Mosca;
da quanto si apprende, il braccialetto elettronico di Uss, durante l'arresto domiciliare, avrebbe mandato decine di segnali d'allarme, almeno in 20 casi. Fastweb ha già precisato che «non risulta alcun malfunzionamento né del braccialetto elettronico assegnato a Uss né di altri dispositivi in uso. Gli allarmi emessi dal braccialetto indicherebbero, al contrario la piena funzionalità del dispositivo nel segnalare alle forze dell'ordine l'allontanamento del braccialetto dal domicilio o possibili tentativi di manomissione»;
secondo notizie di stampa, la vigilanza era affidata ai carabinieri di Basiglio, che lo controllavano a casa ogni 72 ore;
Formiche.net riporta la notizia che il 5 aprile 2023 un canale Telegram russo, con ottimi rapporti con l'intelligence moscovita, affermerebbe che nell'esfiltrazione di Uss sarebbe coinvolto anche «un ex ufficiale delle forze speciali dell'esercito italiano, che vive a Mosca da oltre sei anni». Una fonte del canale afferma: «è chiaro che i servizi speciali non hanno fatto mancare il loro aiuto», ma è stato l'ex militare italiano a «organizzare la fuga» dell'uomo, che attendeva l'estradizione dall'Italia verso gli Stati Uniti. La fonte fornisce altri dettagli della missione per riportare Uss in Russia: sarebbero stati coinvolti cittadini croati e autovetture croate e documenti falsi. Uss avrebbe attraversato il confine triestino, poi Slovenia, Serbia, fino in Russia, probabilmente con un volo. Uss avrebbe avuto un passaporto falso e uno dei Paesi utilizzati per la fuga sarebbe stata la Turchia;
«Il Giorno» riporta che, durante l'assenza della moglie, Maria Yagodina, «all'imprenditore pensava una specie di tuttofare originario dell'est Europa, che faceva la spesa e si occupava di tutte le sue esigenze». Se l'informazione corrisponde al vero, costui essendo stato autorizzato ad accedere all'abitazione, quindi, identificabile dovrebbe essere già stato ascoltato immediatamente; comunque non sarebbe stato l'unico autorizzato a visitare Uss: «potevano accedervi pure alcuni esponenti di spicco della diplomazia russa in Italia, andati a trovarli anche in carcere. Intanto, l'inchiesta, coordinata dal procuratore capo Viola e dal pm Tarzia, si concentra anche su un possibile “secondo livello”, cioè su chi avrebbe assoldato coloro che hanno materialmente prelevato l'imprenditore per farlo fuggire. Un aspetto che contempla ovviamente un intervento esterno dei Servizi Segreti di Mosca»;
il 4 aprile Uss ha dichiarato all'agenzia di stampa russa RiaNovosti: «Sono in Russia. In questi giorni particolarmente drammatici, persone forti e affidabili sono state con me. Grazie a loro» –:
se il Ministro interpellato intenda chiarire lo stato degli accertamenti svolti relativamente alla vicenda della fuga di Uss;
se sia in grado di ricostruire i fatti avvenuti a partire dal 22 marzo 2023, con particolare riferimento ai minuti immediatamente successivi all'evasione dai domiciliari e alle operazioni di ricerca dello stesso e dei controlli alle frontiere;
se sia in possesso dell'elenco dei soggetti che potevano fargli visita nel domicilio di Basiglio, con particolare riferimento al soggetto dell'Est Europa;
per quale motivo il domicilio di Basiglio fosse controllato dai carabinieri soltanto ogni 72 ore, considerato le gravi accuse mosse dagli USA nei suoi confronti;
se corrisponda al vero che nella vicenda sarebbe coinvolto anche un cittadino italiano, ex ufficiale delle forze speciali dell'esercito, e i servizi segreti russi.
(2-00141) «Dori, Bonelli, Zanella, Grimaldi, Ghirra, Piccolotti, Mari, Zaratti».
(26 aprile 2023)
D)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro per lo sport e i giovani, per sapere – premesso che:
la «Reggina 1914 Srl» è una società a responsabilità limitata affiliata alla FIGC, che milita nel campionato di calcio della Lega Professionisti di Serie B;
in data 17 giugno 2022, la società è stata acquisita dalla società «Enjoy S.r.l.» unipersonale, controllata al 100 per cento dalla Holding di proprietà dell'imprenditore Felice Saladini. L'acquisto (100 per cento di una società con debiti per circa 20 milioni di euro) avviene a cinque giorni dalla scadenza del termine per provvedere agli adempimenti necessari per ottenere l'iscrizione al campionato per la stagione 2022-2023, ed evitare così il fallimento della società;
la società, superato il rischio di mancata iscrizione al campionato, inizia così a operare per cercare di ovviare al grosso monte debitorio ereditato dalla precedente gestione (che ha portato all'arresto del presidente Gallo), riscontrando però con certi creditori difficoltà importanti nella definizione delle diverse posizioni debitorie, e subendo anche azioni esecutive individuali che mettono a rischio la prosecuzione dell'attività sociale. Motivo per il quale decide di intervenire depositando, il 19 dicembre 2022, presso il Tribunale di Reggio Calabria, domanda di omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti e di transazione su crediti tributari e previdenziali, con riserva di presentare la documentazione di cui all'articolo 39 del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (CCII), a sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera a), CCII;
con decreto del 29 dicembre 2022, il Tribunale, accogliendo il ricorso della Reggina ha, tra l'altro, concesso alla società il termine di 60 giorni dalla data di trascrizione del decreto nel Registro delle Imprese per la presentazione della domanda di omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti e di transazione su crediti tributari e previdenziali; termine ulteriormente prorogato di altri 60 giorni con decreto del 20 febbraio 2023. Nel decreto viene inoltre evidenziato che la società dovrà attenersi a regole chiare e ferree nella gestione dell'attività durate la vigenza della procedura e sotto il controllo del nominato Commissario Giudiziale. In particolare il decreto impone di richiedere specifiche autorizzazioni per i pagamenti anteriori alla presentazione della domanda e non necessari per la continuità aziendale;
la società, in data 28 aprile 2023, ha depositato il ricorso ex articoli 40 e 48, comma 5, CCII, per l'omologazione di accordi di ristrutturazione dei debiti a sensi dell'articolo 57 CCII e transazione su crediti tributari e previdenziali a sensi dell'articolo 63 CCII, restando così ad oggi in attesa di una auspicata e prevedibile omologa;
la procedura di accordo di ristrutturazione dei debiti risulta essere una delle opzioni che la normativa italiana ha messo a disposizione del tessuto sociale imprenditoriale nazionale per anticipare e riscrivere le situazioni di difficoltà economico finanziarie ancora reversibili, con l'intento di dare la possibilità agli imprenditori di superare le tensioni e le difficoltà delle proprie società, comprese quelle di calcio professionistico;
il 15 febbraio 2023 (in previsione della scadenza federale del 16 febbraio 2023 per la dimostrazione del pagamento degli emolumenti e dei relativi oneri), la Reggina deposita istanza presso il Tribunale per chiedere di essere autorizzata al pagamento dei contributi previdenziali e delle ritenute relativi alle retribuzioni dei mesi di novembre e dicembre 2022, ricevendone il diniego; la motivazione richiama la non necessità per la continuità aziendale. Anche in data 13 marzo 2023 (in previsione della scadenza del 16 marzo 2023), la società deposita istanza di autorizzazione ai pagamenti in argomento ricevendo nuovamente e per le stesse motivazioni, il diniego. In entrambe le occasioni la società, pur sapendo di incorrere in possibili sanzioni federali, ha ritenuto di dover adeguarsi ai provvedimenti del Tribunale ordinario di Reggio Calabria (per evitare il rischio di estromissione dalla procedura), in ossequio a quanto ben esplicitato nel provvedimento di diniego ai pagamenti del 16 febbraio 2023: «le norme dell'ordinamento sportivo non possono derogare nemmeno implicitamente all'applicazione della disciplina dell'ordinamento statale ovvero comportarne la sua disapplicazione»;
nel frattempo la giustizia sportiva ha già sanzionato la Reggina per non aver rispettato le scadenze. Questo perché le norme della Figc non contemplano la procedura messa in atto. Lo scorso 28 marzo 2023, è arrivato, da parte della Procura federale, il deferimento relativo alle scadenze saltate, previste per il 16 febbraio. Inoltre, sono stati deferiti la società Reggina e l'AD Paolo Castaldi; il 17 aprile 2023 il Tribunale federale nazionale ha quindi sanzionato la Reggina con 3 punti di penalizzazione da scontare nella corrente stagione sportiva, disponendo anche l'inibizione di 3 mesi per l'amministratore delegato Castaldi;
inoltre, lo scorso 26 aprile 2023, la Procura federale, a seguito della segnalazione della Co.Vi.So.C., ha di nuovo deferito al Tribunale federale nazionale – Sezione disciplinare – l'AD Castaldi, per il mancato pagamento di emolumenti in favore di diversi tesserati e per il mancato versamento delle ritenute Irpef (scadenze del 16 marzo 2023);
ad oggi, il Tribunale federale nazionale ha accolto l'istanza della Reggina e anticipato l'udienza (inizialmente prevista per l'11 maggio 2023) al 4 maggio 2023, per la discussione del secondo deferimento; la decisione del Tribunale potrebbe procurare altri 3 punti di penalizzazione, oltre 2 per recidiva;
recentemente la Figc ha comunicato di voler intervenire per la modifica degli articoli 85 e 90 delle Noif, in esito all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 14 del 2019; modifiche che non parrebbero essere orientate all'armonizzazione del diritto sportivo con quello nazionale della crisi d'impresa, quanto piuttosto a rafforzare la volontà di decisione del diritto sportivo anche su quello nazionale;
infine, proprio il Coni, ovvero l'istituto statale di riferimento per lo sport nazionale e per tutte le federazioni sportive, auspica l'applicazione del codice della crisi di impresa ai club in difficoltà e con debiti pregressi, così da scongiurare diversi fallimenti;
si tratta, a parere degli interpellanti, di un caso emblematico che sembra manifestare criticità di carattere generale circa il regime a cui sono sottoposte le società calcistiche che, per diversi profili, risulta penalizzante –:
se e quali iniziative di carattere normativo intendano intraprendere al fine di evitare che una società calcistica – in stato di crisi – possa essere destinataria di una disciplina giuridica diversa da quella riservata ad una normale società commerciale – o comunque essere penalizzata – solo per il fatto che soggiace anche ad un ordinamento settoriale che, seppur autonomo, è però subordinato e derivato rispetto a quello statale, nonché per armonizzare il diritto sportivo con quello della crisi d'impresa, anche per escludere, per gli amministratori di una società calcistica, l'eventualità di esporsi al rischio di commettere il reato di cui all'articolo 650 del codice penale solo per il fatto di amministrare una società di questo tipo, che è pur sempre una società di capitali.
(2-00143) «Cannizzaro, Battilocchio, Arruzzolo».
(2 maggio 2023)
E)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
con il decreto ministeriale 9 ottobre 2020 è stata costituita la società per azioni denominata Italia Trasporto Aereo S.p.a. (Ita s.p.a.) avente per oggetto sociale l'esercizio delle attività di impresa nel settore del trasporto aereo di persone e merci ed interamente controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze;
con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 dicembre 2022 sono state integralmente riviste le modalità di dismissione della partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze in Ita s.p.a. attraverso una cessione di quote in più fasi anche di minoranza e prevedendo l'afflusso dei proventi ricavati dalla vendita direttamente a Ita come aumento di capitale per aumentare cassa e liquidità;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha riservato la gara ai soggetti che avevano già partecipato alla procedura di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 febbraio 2022 (Lufthansa, Msc, Certares, Indigo Partners) ed ha però stabilito che, nell'ambito degli offerenti, dovesse essere presente una compagnia aerea in modo tale che questa alla fine della privatizzazione possa risultare socio di maggioranza;
ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri la cessione della partecipazione in Ita s.p.a. è effettuata dal Ministero dell'economia e delle finanze tramite trattativa diretta attraverso cui definire il piano industriale di sviluppo e crescita di Ita s.p.a. imperniato sulla crescita, potenziando lo sviluppo degli hub nazionali e delle rotte strategiche;
è stato inoltre assicurato dal Governo che la trattativa avrebbe garantito una gestione di Ita s.p.a. improntata a modalità idonee ad assicurare il conseguimento degli obiettivi del piano industriale, prevedendo a tal fine il preminente coinvolgimento nella gestione della compagnia area offerente ed il riconoscimento di poteri di controllo del Ministero dell'economia e delle finanze sulla gestione e l'adozione di meccanismi di presidi sulle decisioni rilevanti ai fini del perseguimento degli obiettivi di sviluppo e potenziamento di Ita s.p.a.;
Il 27 gennaio 2023 il Ministro dell'economia e delle finanze ha sottoscritto la lettera di intenti della società Lufthansa per acquisire una quota di minoranza di Ita s.p.a. ed avviare le trattative in esclusiva per siglare un accordo preliminare di vendita (signing), previsto entro il 24 aprile, che dovrà avere il via libera della Corte dei conti, dell'Antitrust italiano e di quello europeo per firmare in seguito il contratto definitivo (closing);
si conclude, quindi, una fase centrale del negoziato rispetto alle richieste del Governo italiano e di Lufthansa, con riferimento alla quale è necessario capire come si sono sciolti i tre nodi centrali relativi: al prezzo di acquisto del 40 per cento di Ita da parte di Lufthansa; alla valorizzazione di Ita e degli aeroporti strategici (Fiumicino, Linate, Malpensa, Catania) anche per quel che riguarda il mercato transatlantico; ai patti parasociali con particolare riferimento alla tutela dell'occupazione; da capire anche la modalità con cui Lufthansa crescerà nel capitale, i poteri in assemblea dei due soggetti e il ruolo dell'Antitrust che potrebbe influenzare il piano industriale nei prossimi anni;
i conti di Ita per il 2022 indicano che, su ricavi per 1,57 miliardi, il vettore ha visto un margine operativo lordo in perdita per 338 milioni, un risultato operativo in rosso per ben 550 milioni e una perdita netta di 486: se nei mesi scorsi circolava l'informazione che Lufthansa avrebbe offerto tra i 250 e 350 milioni per il 40 per cento di Ita s.p.a., oggi sembrerebbe esserci una trattativa al ribasso ben lontana dalle attese del passato;
inoltre, secondo l'agenzia d'informazione Bloomberg il «vettore tedesco cerca di ottenere l'opzione di ritirarsi da un'acquisizione completa nel caso l'impresa non dovesse funzionare» e in un articolo di la Repubblica si afferma che «La condizione di socio maggioritario – se non esclusivo – di Ita spaventa i tedeschi che non vogliono reggere il peso del futuro possibile debito del vettore». I tedeschi sarebbero preoccupati dal dominio delle low cost sostenute da incentivi alti nel mercato nazionale ma soprattutto dalle 1147 cause di lavoro che hanno avviato i lavoratori di Alitalia, ora in cassa integrazione, con l'obiettivo di essere assunti in Ita;
il fattore tempo è decisivo soprattutto per ITA, che quest'anno potrà contare sull'ultima iniezione di 250 milioni di risorse pubbliche (nell'ambito degli 1,35 miliardi autorizzati dalla commissione Ue) e dovrà attendere il closing dell'operazione per avere la disponibilità delle risorse di Lufthansa; in gioco c'è anche l'attuazione dell'ambizioso piano di sviluppo che prevede l'acquisto di 39 nuovi velivoli e 1.200 assunzioni entro l'anno;
notizie stampa rivelano che c'è un rinvio sulla chiusura delle trattative con il Governo italiano per l'ingresso di Lufthansa in Ita Airways. Indipendentemente dalla scadenza originariamente annunciata per il 24 aprile, un portavoce della compagnia tedesca conferma che i negoziati sono tuttora in corso e, anche se sulla buona strada, non si sarebbero ancora conclusi. Dettagli o una nuova data per la firma del contratto non sono stati comunicati dal gruppo tedesco –:
quale sia il piano industriale per Ita condiviso con Lufthansa, anche in relazione alla valorizzazione del vettore e degli aeroporti strategici con riferimento alle destinazioni ed al numero di tratte effettuate;
quali garanzie siano state individuate per il mantenimento dei livelli occupazionali e la positiva risoluzione delle controversie dei lavoratori ex Alitalia, oggi in cassa integrazione, che chiedono di essere assunti in Ita;
quale sarà il valore economico riconosciuto da Lufthansa per l'acquisizione del 40 per cento di Ita e quali le tempistiche e le risorse messe in campo per l'acquisizione totale del vettore da parte di Lufthansa.
(2-00140) «Barbagallo, Morassut, Casu, Ghio, Bakkali, Berruto, Boldrini, Curti, Fornaro, Fossi, Furfaro, Gnassi, Guerini, Iacono, Lacarra, Madia, Mauri, Merola, Orfini, Andrea Rossi, Scarpa, Serracchiani, Stumpo, Marino, Girelli, Roggiani, Toni Ricciardi, Manzi, Ferrari, Laus, Carè, Scotto, Gianassi, D'Alfonso, Forattini, Cuperlo, De Luca, Lai, Graziano, Malavasi, Simiani, Gribaudo, Bonafè, Sarracino, Guerra».
(26 aprile 2023)
F)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:
l'ipotesi di reintroduzione dell'orso è nata nel 1996, con il progetto Life Ursus per la tutela della popolazione di orso bruno finanziato dall'Unione europea;
il progetto è stato promosso dal Parco naturale Adamello Brenta in collaborazione con la provincia autonoma di Trento e l'Ispra; a tal fine è stato predisposto uno studio di fattibilità, in base al quale si è stabilito che c'erano le condizioni per reintrodurre gli orsi;
in particolare sono stati studiati parametri ambientali (vegetazione, altitudine, esposizione, pendenza, presenza d'acqua, clima) e antropici (strade e abitati, densità popolazione, turismo, densità bestiame);
è emerso che nelle Alpi centrali erano ancora presenti circa 2000 chilometri quadrati di ambienti idonei alla presenza dell'orso e si è valutato se la presenza dell'orso, in un'area così densamente antropizzata, avrebbe potuto sollevare problemi per danni alle attività o per l'incolumità dell'uomo;
nello studio di fattibilità sono state analizzate le seguenti problematiche: compatibilità di un grande carnivoro in un Paese densamente abitato; sostenibilità dei conflitti; capacità delle amministrazioni di gestire il progetto;
la fase preparatoria ha previsto un sondaggio di opinione, da cui è emerso che più del 70 per cento era a favore del ripopolamento; la percentuale ha raggiunto addirittura l'80 per cento con l'assicurazione di adottare misure di prevenzione e di emergenza; il parco ha pianificato questi provvedimenti nelle linee guida;
nel corso dello studio di fattibilità sono state definite misure per eliminare o ridurre al minimo il rischio di aggressioni degli orsi, attraverso: capillare e specifica informazione, considerato che bastano semplici norme di comportamento per ridurre al minimo il rischio di aggressione; creazione di un «Emergency team», composto da persone appositamente addestrate per applicare misure dissuasive per gli orsi; procedere alla loro eventuale cattura e trasferimento, in modo da assicurare la sicurezza delle persone;
nello studio di fattibilità si afferma che l'obiettivo del rilascio è raggiungibile a patto di comprendere che «questo richiederà da parte delle amministrazioni e dei tecnici impegnati uno sforzo lungo e straordinario»;
al fine di garantire il mantenimento degli impegni, l'Unione europea ha erogato due finanziamenti Life, con l'obiettivo di: salvaguardare la biodiversità evitando l'estinzione dell'orso bruno sulle Alpi;
dare continuità alla positiva esperienza di convivenza tra uomo e orso nel territorio; sensibilizzare l'opinione pubblica su una delle principali ricchezze naturalistiche della regione; acquisire importanti dati scientifici relativamente alla biologia e all'etologia della specie;
il programma prevedeva un accurato sistema di monitoraggio attraverso radiocollari e marche auricolari radioemettitrici, la cui corretta gestione avrebbe consentito un controllo capillare e costante di tutti gli individui della popolazione ursina;
il progetto esecutivo per la reintroduzione viene completato da tre ulteriori programmi operativi, che definiscono ruoli e compiti dei soggetti responsabili rispettivamente di «ricerca scientifica», «monitoraggio periodico della popolazione» e «valutazione dei danni»;
a quanto risulta gli interpellanti sono state riscontrate numerose carenze nella corretta attuazione del piano: scarsi e tardivi investimenti per posizionare bidoni anti-orso; mancanza di corridoi faunistici che permetterebbero la diffusione degli orsi su territori più vasti, diminuendo così le probabilità di incontro con l'uomo; cartellonistica scarsa, inadeguata e non aggiornata; mancata inibizione al transito delle persone ove presenti cucciolate; mancata installazione di recinzioni elettrificate anti-orso; mancata gestione di monitoraggio; continuo foraggiamento della selvaggina a scopo venatorio, tramite mangiatoie con frutta e mais che attirano inevitabilmente anche gli orsi –:
se il Ministro interpellato intenda fornire un quadro analitico e dettagliato delle modalità di utilizzo delle risorse stanziate fino ad oggi per il progetto di ripopolamento degli orsi in Trentino;
a quanto ammonti l'investimento complessivo – europeo, statale e provinciale – per la realizzazione del progetto e quali strategie siano state adottate per un corretto monitoraggio degli orsi anche a lungo termine;
quali iniziative siano state adottate per garantire il corretto e continuo funzionamento dei dispositivi di monitoraggio previsti dal piano;
se la squadra di emergenza prevista dallo studio di fattibilità sia stata istituita e, nel caso, da chi sia composta e quali siano le azioni poste in essere nelle situazioni di emergenza verificatesi;
quali iniziative di comunicazione e sensibilizzazione siano state effettivamente adottate;
quali informazioni siano in possesso del Ministro interpellato in merito al monitoraggio della popolazione, considerato che al momento non si hanno dati ufficiali sulla sua consistenza;
se il Ministro interpellato non ritenga opportuno avviare un'interlocuzione con la provincia di Trento per sapere se intenda rispettare gli impegni assunti con il progetto «Life Ursus» e, in tal caso, promuovere le iniziative di competenza necessarie per garantire la massima sicurezza possibile, nel rispetto del piano d'azione Pacobace per le situazioni che potrebbero richiedere la deroga al divieto di cattura o uccisione nei grandi predatori e previo esperimento delle valutazioni scientifiche del caso (in particolar modo attraverso Ispra) ai fini della concreta valutazione del rischio per l'incolumità pubblica, escludendo l'abbattimento come misura ordinaria di gestione.
(2-00142) «Sergio Costa, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo, Di Lauro, Caramiello, Quartini, Marianna Ricciardi, Sportiello, Aiello, Barzotti, Carotenuto, Tucci, Auriemma, Alfonso Colucci, Penza, Riccardo Ricciardi, Amato, Caso, Cherchi, Orrico, Alifano, Fenu, Lovecchio, Raffa, Carmina, Donno, Dell'Olio, Torto».
(2 maggio 2023)
G)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
la pandemia ha fatto emergere le gravi criticità delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa), soprattutto in riferimento alle condizioni di lavoro degli operatori socio-sanitari che continuano a segnalare gravissime e inaccettabili inadempienze contrattuali;
è il caso ad esempio delle segnalazioni fatte qualche tempo fa in Sicilia dagli operatori socio sanitari di Palermo, che lamentavano il mancato pagamento degli stipendi nonostante l'Asp (Aziende sanitarie provinciali) avesse versato regolarmente i soldi alle strutture; la grave situazione delle Rsa siciliane ha già portato a numerose segnalazioni ai commissari straordinari delle Asp e ai dipartimenti per le attività sanitarie ed anche ad un incontro con la prefettura per denunciare le omissioni contrattuali operate da un'azienda che gestisce diverse Rsa a Palermo e anche in Calabria; ma tutto questo non ha ancora avuto adeguato riscontro;
quelli registrati in Sicilia non sono purtroppo casi isolati ma riguardano molte strutture, che per ogni degente incassano cospicue risorse sia dal Servizio sanitario nazionale sia dai degenti medesimi e dalle loro famiglie;
le violazioni delle condizioni di lavoro delle Rsa riguardano spesso anche il personale infermieristico, con un organico inferiore a quanto richiesto dall'accreditamento o previsto dalla normativa oppure con il pagamento irregolare di stipendi o contributi ed anche la gestione dello straordinario è spesso fuori controllo sia per ore in eccesso sia per assenza di retribuzione;
l'accesso alle prestazioni residenziali è regolato dai principi generali di universalità, equità ed appropriatezza e l'assistenza sociosanitaria di tipo residenziale è garantita a diverse categorie di assistiti e, a seconda delle specifiche condizioni personali, le prestazioni possono essere erogate in forma intensiva o estensiva, garantendo un percorso assistenziale integrato che includa, se necessario, sia le prestazioni sanitarie sia le prestazioni sociali;
il Servizio sanitario nazionale si fa carico solo del costo delle prestazioni sanitarie erogate, mentre il costo delle prestazioni non sanitarie e delle prestazioni di natura alberghiera (vitto, pulizia, svago, ecc.) sono a carico dell'assistito o, in caso di disagio economico, del comune di residenza; tuttavia, poiché le prestazioni sanitarie e non sanitarie non sono sempre facilmente distinguibili, si applica un criterio forfettario e la retta a carico della Azienda sanitaria locale (Asl) varia secondo percentuali individuate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017;
le tariffe che possono essere addebitate dai centri di assistenza privati accreditati sono determinate da disposizioni delle diverse regioni e il rapporto tra tali strutture e il Ssn è regolato dall'accordo contrattuale che consente l'esatta individuazione del numero di prestazioni erogabili dalla struttura e la relativa remunerazione a tariffa;
le regioni assegnano le risorse finanziarie alle Asl in base a diversi parametri, e le impiegano per garantire ai cittadini l'erogazione delle prestazioni di loro competenza previste dai livelli essenziali di assistenza (Lea), tra le quali sono incluse anche le prestazioni erogate in ambito residenziale;
è evidente dunque come il sistema di erogazione delle risorse e degli accordi contrattuali differenziati a livello regionale determini una rilevante sperequazione regionale;
l'ultima legge sulla concorrenza approvata nella XVIII legislatura ha introdotto talune disposizioni volte a garantire la trasparenza dell'accreditamento e del convenzionamento delle strutture private;
in particolare, prevede che nel caso di richiesta di accreditamento da parte di nuove strutture o per l'avvio di nuove attività in strutture preesistenti, l'accreditamento può essere concesso in base alla qualità e ai volumi dei servizi da erogare, nonché sulla base dei risultati dell'attività eventualmente già svolta, tenuto altresì conto degli obiettivi di sicurezza delle prestazioni sanitarie;
la legge sulla concorrenza prevede altresì che l'individuazione delle strutture sanitarie private per la stipula degli accordi contrattuali, avvenga mediante procedure trasparenti, eque e non discriminatorie, previa pubblicazione da parte delle regioni di un avviso contenente criteri oggettivi di selezione, che valorizzino prioritariamente la qualità delle specifiche prestazioni sanitarie da erogare; tale selezione deve essere effettuata periodicamente, tenuto conto della programmazione sanitaria regionale e sulla base di verifiche delle eventuali esigenze di razionalizzazione della rete in convenzionamento e, per i soggetti già titolari di accordi contrattuali, dell'attività svolta (non più dunque attraverso valutazioni comparative della qualità dei costi);
nel corso dell'esame del disegno di legge recante deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane si è tentato di intervenire affinché in riferimento all'autorizzazione e all'accreditamento dei soggetti erogatori, pubblici e privati, dei servizi di rete, domiciliari, diurni, residenziali e centri multiservizi socioassistenziali, sociosanitari e sanitari, vi fossero criteri minimi stringenti con riferimento alle necessità strutturali, organizzative e di congruità del personale, con revoca o diniego di qualsiasi accreditamento in caso di violazione dei diritti dei lavoratori e dei trattamenti economici e normativi dei contratti collettivi;
sarebbe auspicabile intervenire in maniera senz'altro più incisiva sulla ridefinizione dei requisiti minimi e delle modalità organizzative per il rilascio delle autorizzazioni, dell'accreditamento istituzionale e per la stipulazione degli accordi contrattuali, per l'esercizio di attività sanitarie e sociosanitarie al fine di superare ogni forma di sfruttamento del lavoro nelle strutture residenziali e al fine di garantire prestazioni appropriate ai degenti –:
quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza e in raccordo con gli enti locali interessati:
a) per garantire il controllo e la vigilanza sul rispetto dei contenuti degli accordi contrattuali, assicurando anche un rigoroso sistema sanzionatorio, che contempli la revoca e la sospensione, in caso di mancato rispetto delle previsioni contrattuali in merito alla tipologia e alla qualità delle prestazioni e in merito al rispetto delle condizioni contrattuali di lavoro del personale impiegato;
b) per rafforzare e uniformare su tutto il territorio nazionale il piano di controlli delle strutture residenziali, assicurando procedure certe e scadenzate nel tempo, garantendo la terzietà e indipendenza degli organi ispettivi;
se intenda adottare iniziative di competenza volte a uniformare, attraverso apposite linee guida, gli elementi essenziali da ricomprendere all'interno degli accordi contrattuali, al fine di assicurare il personale idoneo e appropriato nelle strutture assistenziali residenziali, senza alcuna forma di sfruttamento o carenza.
(2-00138) «Quartini, Aiello, Di Lauro, Marianna Ricciardi, Sportiello, Barzotti, Carotenuto, Tucci, Alifano, Amato, Appendino, Ascari, Bruno, Cafiero De Raho, Cantone, Caramiello, Carmina, Caso, Cherchi, Alfonso Colucci, Dell'Olio, Donno, D'Orso, Fede, Fenu, Ilaria Fontana, Giuliano, Gubitosa, Iaria, L'Abbate, Morfino».
(26 aprile 2023)