TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 78 di Mercoledì 29 marzo 2023
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
GIANASSI, FORNARO, LACARRA, SERRACCHIANI, ZAN, FERRARI, GHIO e CASU. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il reato di tortura è stato finalmente istituito con la legge n. 110 del 2017, all'esito di un lungo e complesso iter parlamentare;
l'approvazione della legge sul reato di tortura e di istigazione alla tortura (articoli 613-bis e 613-ter del codice penale) ha rappresentato un fondamentale passo avanti per la difesa dei diritti e per la civiltà del nostro Paese, fornendo, in questo modo, un segno concreto di civiltà e di allineamento all'Europa;
il reato di tortura è presente in tutti gli ordinamenti democratici ed è richiesto, infatti, dalle convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani;
l'Italia è stata uno degli ultimi Paesi occidentali ad averlo introdotto;
sono molte le norme internazionali che affermano che nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti, tra le quali: la Convenzione di Ginevra del 1949, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo del 1950, la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, la Convenzione internazionale contro la tortura del 1984, lo Statuto di Roma, istitutivo della Corte penale internazionale del 1998;
si apprende con stupore e preoccupazione che il partito di Fratelli d'Italia ha presentato la proposta di legge Vietri e altri, n. 623, che intende abrogare i reati di cui agli articoli 633-bis e 633-ter del codice penale;
i proponenti, nella relazione alla proposta di legge, sosterrebbero che l'abrogazione del reato di tortura aiuterebbe le forze dell'ordine nel loro lavoro quotidiano, valutazione estremamente offensiva nei confronti delle forze dell'ordine nazionali che operano nel rispetto delle regole, con straordinaria professionalità e con profondo senso del dovere, delle istituzioni e dei principi;
al contrario, chi viola i principi democratici commettendo il reato di tortura offende proprio le istituzioni democratiche e il prestigio delle stesse forze dell'ordine e, di fronte a tali fatti, occorre una risposta dello Stato per l'accertamento della verità e per la tutela delle vittime –:
quali siano gli orientamenti del Governo in ordine ai delitti di tortura e di istigazione alla tortura, di cui agli articoli 633-bis e 633-ter del codice penale, in particolare se intenda assumere iniziative normative al fine di modificarli, depotenziarli o addirittura abrogarli, il che allontanerebbe, una volta di più, l'Italia dagli standard di civiltà e di rispetto dei diritti umani richiesti dalla Costituzione e dalle norme internazionali ed europee.
(3-00285)
(28 marzo 2023)
PELLEGRINI, BALDINO, GUBITOSA, FRANCESCO SILVESTRI e CONTE. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
il 21 marzo 2023 al Senato della Repubblica si sono tenute le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023. In tale contesto la Presidente Meloni ha definito «puerile la propaganda di chi racconta che l'Italia starebbe spendendo soldi per mandare armamenti in Ucraina sottraendoli di fatto alle tante necessità dei nostri concittadini», sottolineando che: «L'Italia sta inviando all'Ucraina materiali e componenti già in suo possesso, che, per fortuna, noi non abbiamo necessità di utilizzare e che inviamo agli ucraini anche per prevenire la possibilità di doverli un giorno utilizzare noi»;
le affermazioni della Presidente del Consiglio dei ministri, ossia che l'invio di armi in Ucraina non sottrarrebbe risorse al bilancio dello Stato, appaiono a giudizio degli interroganti palesemente in contrasto con quanto sostenuto dal Ministro interrogato il 25 gennaio 2023 in audizione presso le Commissioni riunite difesa della Camera dei deputati ed affari esteri e difesa del Senato della Repubblica sulle linee programmatiche del suo dicastero. In tale sede, il Ministro interrogato ha dichiarato che: «L'aiuto che abbiamo dato in questi mesi all'Ucraina è un aiuto che in qualche modo ci impone di ripristinare le scorte che servono per la difesa nazionale»;
con il decreto interministeriale del 31 gennaio 2023 è stato disposto l'invio di ulteriori materiali d'armamento, tra cui una batteria del sistema del programma italo-francese Samp-t (Sol-air moyenne-portee/terrestre), per un costo pari a oltre 700 milioni di euro;
contrariamente a quanto sostenuto dalla Presidente Meloni, non si tratta di armamenti che non vengono utilizzati; basti pensare che fra il 2015 ed il 2016 un'unità Samp-t è stata schierata a Roma per la sorveglianza dei cieli in occasione del Giubileo straordinario della misericordia;
una possibile escalation militare sembrerebbe dettata da scelte esageratamente interventiste, tra le quali si annoverano quella del Regno Unito di inviare all'Ucraina proiettili con l'uranio impoverito, gli annunci del Presidente Putin circa il completamento della costruzione di un deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia, nonché l'addestramento dei soldati ucraini, per l'uso del Samp-t, nel nostro Paese –:
stante il conflitto evidenziato in premessa tra le dichiarazioni della Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro interrogato, quale sia l'indirizzo politico unitario del Governo in materia di difesa e, conseguentemente, se e quali strumenti intenda adottare per farvi fronte, anche rendendo noto il costo delle forniture militari già inviate da marzo 2022 e i relativi limiti stabiliti nella strategia militare, anche sul fronte economico-finanziario.
(3-00286)
(28 marzo 2023)
DEL BARBA, FARAONE, PASTORELLA, ENRICO COSTA, GADDA, GRIPPO, MARATTIN e SOTTANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede di garantire entro il 2026 una connettività internet a 1 gigabit al secondo per circa 7 milioni di indirizzi (numeri civici) in tutta Italia, con l'obiettivo di colmare il digital divide che affligge l'Italia, in particolare nelle aree più interne e periferiche, anche a favore della competitività delle imprese;
la rete Tim è la principale infrastruttura nazionale di trasmissione dati della pubblica amministrazione, delle imprese e dei cittadini e per questo è considerata un asset strategico del Paese, rete attualmente in vendita al fine di ridurre il forte indebitamento di Tim;
il 1° febbraio 2023 il fondo americano Kkr ha fatto un'offerta per l'acquisto della rete Tim, offerta ritenuta insufficiente e dunque respinta dal consiglio di amministrazione di Tim;
il 5 marzo 2023 Cassa depositi e prestiti, insieme al fondo d'investimento australiano Macquarie, ha presentato un'offerta per l'acquisto della società veicolo della rete di Tim al fine di realizzare una rete unica con la controllata OpenFiber, offerta anch'essa non accettata perché considerata inferiore alle aspettative;
il respingimento delle due offerte ha lanciato una procedura competitiva tra i due contendenti che scadrà il 18 aprile 2023;
il 17 marzo 2023, in un articolo apparso sul sito della testata giornalistica L'Espresso, si ipotizza che le due offerte, seppur apparentemente equivalenti, avrebbero significative differenze soprattutto sul punto della valorizzazione e sul futuro della rete in rame;
secondo la medesima fonte l'offerta di Kkr non prevederebbe nuovi investimenti per lo spegnimento del rame a favore della fibra ottica e l'offerta di Cassa depositi e prestiti-Macquarie garantirebbe una nuova liquidità di circa 2 miliardi di euro rispetto all'offerta concorrente, con effetti positivi anche per l'attuale livello occupazionale;
il Ministro interrogato è intervenuto in più occasioni sull'argomento –:
se e quali iniziative di competenza si intenda intraprendere, nel rispetto dei vincoli del golden power e dei limiti antitrust, per tutelare un'infrastruttura strategica per il Paese e il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in ambito di digitalizzazione.
(3-00287)
(28 marzo 2023)
PIZZIMENTI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
gli investimenti in opere pubbliche di rilievo strategico portano benefici concreti a tutta la collettività. Un patrimonio infrastrutturale moderno e connesso è fondamentale per sviluppare una mobilità di merci e persone, efficace ed efficiente, che possa sostenere una crescita sostenibile e a lungo termine di un territorio, oltre che incrementarne l'attrattività e consolidarne le capacità competitive;
la regione Friuli Venezia Giulia, per la sua collocazione geografica, è interessata da tempo da un notevole aumento del traffico di persone e, soprattutto, merci legato ai grandi mutamenti geopolitici intervenuti nell'Europa orientale. Tale traffico, in larga parte di attraversamento, si aggiunge a quello, anch'esso con persistenti forti tassi di incremento, legato alla mobilità interna ed alle connessioni regionali e interregionali;
il porto di Trieste, in particolare, rappresenta una grande opportunità per lo sviluppo della logistica della regione e del Paese; ulteriori interventi sulla sua capacità infrastrutturale ne accentuerebbero ulteriormente il ruolo di centro nevralgico del commercio marittimo internazionale;
altri investimenti molto attesi riguardano l'intervento di velocizzazione della tratta ferroviaria tra Trieste e Venezia e quello relativo al nodo ferroviario di Udine, che ha lo scopo, anche eliminando i passaggi a livello all'interno della città di Udine, di eliminare il traffico ferroviario in ambito urbano sulla direttrice per Tarvisio, con correlato effetto positivo sia sulla sicurezza delle aree urbane che sulla possibilità di sviluppo dei porti e degli interporti della regione –:
quali investimenti siano programmati per le infrastrutture strategiche e per sistemi di trasporto più efficienti per la regione Friuli Venezia Giulia e quali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare al fine di incrementarne ulteriormente lo sviluppo e la competitività.
(3-00288)
(28 marzo 2023)
LUPI, ROMANO, PISANO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
in Sicilia, per percorrere il tratto da Palermo a Catania (215 chilometri) tramite il servizio regionale veloce, si impiega una media di 5 ore. Per un tratto di pari distanza e con il medesimo servizio, al Nord Italia si impiegano una media di 3 ore e 30 minuti (tratta presa ad esempio Gorizia-Verona, 245,3 chilometri);
interi lotti della tratta Palermo-Catania sono ancora in fase di progettazione esecutiva, come i 47 chilometri della Caltanissetta-Lercara che saranno tutti su un nuovo tracciato;
al 2023 l'Italia risulta collegata da Nord a Sud dalla dorsale e Milano-Roma-Napoli-Salerno tramite l'alta velocità, che, attraverso tecniche che permettono velocità superiori ai 300 chilometri all'ora, consente di andare da Milano Centrale a Salerno in 5 ore e 52 minuti;
per il 2026, in occasione delle Olimpiadi Milano-Cortina, si prevede il completamento della linea Milano-Verona-Venezia tramite l'alta velocità, con tecniche che permetteranno di dimezzare i tempi di percorrenza. La linea Milano-Venezia rientra, altresì, tra le linee che costituiscono la parte italiana del «corridoio 5», che attraversa l'Europa sull'asse ovest-est, dal Portogallo all'Ucraina, fondamentale per il trasporto sia di merci che di passeggeri;
per percorrere la tratta Milano-Palermo vi è un tempo di percorrenza medio di 16 ore effettuato solamente con il servizio intercity;
nella trasmissione «5 minuti», andata in onda il 22 marzo 2023, il Ministro interrogato ha affermato: «A ponte fatto e ad alta velocità completata sia in Sicilia che in Calabria, tra Palermo e Roma ci si metterà cinque ore e mezza rispetto alle 12 ore in treno di oggi»;
dalla documentazione ufficiale riportata sul sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è, invece, possibile ricavare le seguenti tempistiche finali dalla realizzazione delle nuove infrastrutture: 165 minuti per la tratta da Catania a Palermo, più 210 minuti da Roma a Villa San Giovanni, più 18 minuti di percorrenza del ponte, se costruito ad una campata, per un totale di 6 ore e 23 minuti –:
quali siano i lavori in programma e quali quelli già completati nelle tratte Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, quale sarà l'esatto tempo di percorrenza da Roma a Palermo con il completamento di tutti i lavori e, se per raggiungere il tempo di percorrenza indicato dal Ministro interrogato, si intendano utilizzare le medesime tecniche utilizzate già per tratte quali Milano-Torino e Roma-Napoli, al fine di ottenere tempi di percorrenza simili anche tra Palermo e Catania a parità di lunghezza del percorso.
(3-00289)
(28 marzo 2023)
FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, RUSPANDINI, SCHIFONE, RIZZETTO, COPPO, GIOVINE, MALAGOLA, MASCARETTI, VOLPI e ZURZOLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
al fine di mitigare l'impatto economico del «caro energia» sulle famiglie e dare un sostegno economico agli utenti dei servizi di trasporto pubblico locale e ferroviario, il Governo, con l'articolo 4 del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5 (cosiddetto decreto carburanti), convertito, con modificazioni, dalla legge 10 marzo 2023, n. 23, ha istituito, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un fondo, con dotazione pari a 100 milioni di euro per l'anno 2023, finalizzato a riconoscere, nei limiti della dotazione del fondo e fino ad esaurimento delle risorse, un buono da utilizzare per l'acquisto, fino al 31 dicembre 2023, di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale ovvero per i servizi di trasporto ferroviario nazionale;
per dare attuazione alla misura, la disposizione prevede l'adozione di un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per la definizione delle modalità di presentazione delle domande per il rilascio del buono e delle modalità di emissione dello stesso, anche ai fini del rispetto del limite di spesa, nonché di rendicontazione da parte delle aziende di trasporto dei buoni utilizzati ai fini dell'acquisito degli abbonamenti;
da parte dei cittadini c'è molta attesa per l'emanazione del citato decreto interministeriale affinché sia consentito a tutti i possibili beneficiari, con particolare riguardo agli studenti, di acquistare o riscattare gli abbonamenti per i servizi di trasporto, gravando il meno possibile sulle proprie risorse –:
se intenda fornire chiarimenti sullo stato di attuazione della misura, anticipando al Parlamento le modalità operative per l'ottenimento del bonus con la relativa tempistica.
(3-00290)
(28 marzo 2023)
MARI, EVI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, GRIMALDI, GHIRRA, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
nel 2022 l'inflazione si era attestata all'8,7 per cento (indice armonizzato Ipca a livello europeo), un record dal 1985;
secondo i dati di Banca d'Italia di gennaio 2023, nel 2023 l'inflazione resterà alta: la previsione è di un tasso del 6,5 per cento, anche se nel mese di febbraio 2023 il dato Istat registra un aumento dello 0,2 per cento su base mensile e del 9,1 per cento su base annua;
al contrario, i salari sono rimasti stagnanti: quelli contrattuali, ha appena rilevato l'Istat, sono cresciuti solo dell'1,1 per cento; la differenza tra i due ritmi nel 2022 è stata del 7,6 per cento: non si vedeva dal 2001;
già il Global wage report 2022-2023 dell'Organizzazione internazionale del lavoro vedeva il nostro Paese «maglia nera» tra i 20 dell'Ocse, essendo i salari italiani più bassi del 12 per cento rispetto al 2008;
sempre secondo la Banca d'Italia, i salari continueranno a crescere pochissimo, mentre il 67 per cento dei lavoratori dipendenti nel privato è in attesa di rinnovare il proprio contratto;
in Italia un quarto dei lavoratori ha una retribuzione individuale bassa, inferiore al 60 per cento della mediana e più di un lavoratore su dieci si trova in situazione di povertà;
l'8,7 per cento dei lavoratori, subordinati e autonomi, percepisce una retribuzione annua lorda di meno di 10 mila euro, mentre solo il 26 per cento dichiara redditi annui superiori a 30 mila euro;
tra il 40 per cento dei lavoratori con reddito più basso, il 12 per cento non è in grado di provvedere autonomamente ad una spesa improvvisa, il 20 per cento riesce a fronteggiare spese fino a 300 euro e il 28 per cento spese fino a 800 euro; uno su tre ha dovuto posticipare cure mediche;
oggi è rilevante l'effetto inflazionistico su stipendi e pensioni che non vedono, da una parte, nessuna indicizzazione e, dall'altra, vedono un ritardo dei rinnovi contrattuali e spesso si assiste a rinnovi contrattuali che prevedono adeguamenti non in linea con l'aumento dei prezzi –:
quali iniziative urgenti il Ministro interrogato e il Governo intendano adottare per contrastare la grave perdita del potere d'acquisto dei salari e se, in particolare, non ritengano necessario attivarsi urgentemente, per quanto di competenza, verso tutte le parte sociali per il rinnovo dei contratti collettivi non rinnovati, nonché per introdurre meccanismi similari a quello introdotto dal contratto collettivo nazionale di lavoro dei metalmeccanici, dove è previsto un meccanismo che consente di compensare gli effetti dell'inflazione con un aumento proporzionale del salario.
(3-00291)
(28 marzo 2023)
TENERINI e TASSINARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
il sistema pensionistico italiano, a valle di numerosi interventi che negli ultimi anni si sono susseguiti, modificando costantemente la normativa vigente, necessita di un complessivo riordino e di una razionalizzazione che consenta un dialogo semplificato per tutti gli assicurati fra le rispettive gestioni assicurative;
qualsiasi iniziativa di riforma in campo previdenziale necessita di un'attenta analisi degli incrementi della spesa pubblica, mantenendo un equilibrio fra la necessità di favorire il ricambio generazionale e il contenimento dei costi generati da nuovi anticipi pensionistici;
si parte dal presupposto che qualsiasi intervento in ambito pensionistico debba tenere in considerazione gli scenari demografici odierni, i cambiamenti nei modelli organizzativi delle imprese e la congiuntura economica attuale;
si deve tenere conto dell'oggettiva necessità di rilanciare il ruolo della previdenza complementare, che, con l'incremento delle pensioni calcolate con il sistema contributivo, svolge un ruolo cruciale di potenziamento del reddito pensionistico rispetto agli assegni erogati dal primo pilastro;
particolare importanza rivestono i meccanismi di staffetta generazionale, al fine di favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro senza disperdere il patrimonio di competenze dei più anziani, con una cooperazione virtuosa fra Stato e imprese per favorire il ricambio generazionale –:
quali iniziative intenda assumere per monitorare la spesa previdenziale presente e futura ed analizzare i vari scenari possibili di intervento nel sistema pensionistico, anche tenendo conto dei trend demografici e occupazionali nel medio e nel lungo periodo.
(3-00292)
(28 marzo 2023)