Relazione della Commissione europea sull'applicazione nel 2023 del regolamento concernente l'accesso del pubblico ai documenti di Parlamento europeo, Consiglio, Commissione 3 settembre 2024 |
Finalità
La
relazione in esame è presentata in attuazione del
regolamento sull'
accesso del
pubblico ai
documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, nella parte in cui obbliga ciascuna di tali istituzioni a pubblicare ogni anno una
relazione riguardante l'anno precedente e comprendente il numero dei casi in cui ha
rifiutato l'
accesso ai documenti, i
motivi di tali rifiuti, nonché il numero dei
documenti sensibili non inseriti nel registro.
La relazione, basata sui
dati statistici riepilogati nell'
allegato, riguarda l'applicazione del regolamento da parte della Commissione nel 2023, riferendo altresì l'attività del
Mediatore europeo e gli ultimi sviluppi in materia della giurisprudenza della Corte di giustizia dell'UE.
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Le disposizioni dei Trattati
L'articolo 1, secondo comma, del Trattato sull'UE (TUE) sancisce il principio generale della trasparenza dell'UE. Tale principio viene declinato dal successivo articolo 10, paragrafo 3, secondo cui ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione e che le decisioni siano prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini.
L'articolo 15 del Trattato sul funzionamento dell'UE (TFUE) stabilisce, per attuare il principio, l'obbligo di istituzioni, organi e organismi dell'Unione di operare nel modo più trasparente possibile, nonché il diritto di accedere ai documenti di questi ultimi, a prescindere dal loro supporto, da parte di qualsiasi cittadino dell'UE e persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro.
Il medesimo diritto di accesso è previsto dall'articolo 42 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, mentre l'articolo 41 della Carta, relativo al diritto ad una buona amministrazione, al paragrafo 2, lettera b, prevede il diritto di ogni persona di accedere al fascicolo che la riguarda, nel rispetto dei legittimi interessi della riservatezza e del segreto professionale e commerciale.
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Il regolamento relativo all'accesso del pubblico ai documenti
Il
regolamento
relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione prevede, in particolare, che:
Il Regolamento introduce inoltre disposizioni specifiche per il trattamento dei documenti sensibili (articolo 9), disposizioni concernenti le modalità di consultazione dei documenti (articolo 10), i registri di documenti che ciascuna istituzione rende accessibili (articolo 11) e i documenti soggetti a pubblicazione in GUUE (articolo 13).
Proposte di modifiche al regolamento
1049/2001 sono state presentate nel 2008 e nel 2011, ma il loro iter non è mai stato completato.
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La relazione sull'attuazione del regolamento da parte della Commissione europea nel 2023
La relazione indica che le domande iniziali di accesso ai documenti - che all'interno della Commissione europea sono trattate su base decentrata dai vari servizi e direzioni generali - nel 2023 sono state 7.274, e le domande di conferma, con cui i richiedenti chiedono il riesame del rifiuto iniziale dell'accesso integrale o parziale, sono state 599.
Le domande di conferma sono trattate dall'unità del segretariato generale "Trasparenza, gestione documentale e accesso ai documenti", così da garantire un riesame indipendente delle risposte date nella fase iniziale.
Tale unità gestisce il
sistema informatico interno della Commissione europea "Electronic AccesS to European Commission Documents" ("EASE") che a partire dal settembre 2022 ha sostituito il precedente sistema GestDem, con l'obiettivo di favorire un miglioramento dell'efficienza contribuendo a rendere l'intero processo di presentazione e di gestione delle domande di accesso ai documenti della Commissione più automatizzato, più chiaro e trasparente, sia per i cittadini sia per la Commissione. Il
sistema EASE si articola in due parti: a) un
nuovo portale online che, tra le altre funzionalità, consente ai cittadini di acquisire maggiori informazioni sull'accesso ai documenti, presentare domande iniziali e di conferma, ricevere orientamenti, seguire casi in corso e pregressi, gestire i propri dati personali, comunicare con la Commissione, ricevere la risposta per via elettronica, cercare documenti divulgati ad altri richiedenti; b) un
nuovo sistema di gestione dei casi che consente al personale della Commissione di registrare, assegnare e trattare le domande di accesso ai documenti.
Secondo quanto riportato dalla relazione e dai dati statistici contenuti nell'allegato, nel 2023 sono stati aggiunti al
registro dei documenti della Commissione
11.501 nuovi documenti e il numero di
pagine visionate per il sito web di accesso ai documenti sul portale Europa è stato di
7.613, mentre per il nuovo portale pubblico EASE è stato di
6.142.
Le
domande iniziali di accesso ai documenti sono leggermente diminuite nel
2023 rispetto alle 7.410 del 2022 e alle 8420 del 2021, ma con aumento della percentuale di
richiedenti italiani (
11% dei richiedenti in fase iniziale, rispetto al 5,87% del 2022).
Le risposte fornite dalla Commissione europea rispetto alle domande iniziali ai sensi del regolamento (CE) n. 1049/2001 sono state
6.469 e le risposte in totale
7.737, con una percentuale di
accessi rifiutati nel 2023 pari al
16%.
Le
domande di conferma sono invece notevolmente
aumentate rispetto al 2022, di oltre il 43%, passando da 418 a
599.
Nel caso delle domande di conferma la Commissione ha fornito
366 risposte ai sensi del regolamento (CE) n. 1049/2001 e
393 risposte in totale, con una percentuale di
accessi rifiutati pari al
14,7%.
Per quanto riguarda le eccezioni di cui al richiamato articolo 4 del regolamento, l'eccezione maggiormente applicata ai documenti richiesti (
62,9% nella fase iniziale e
65,1% nella fase di conferma) è quella inerente il possibile
pregiudizio alla vita privata e all'integrità dell'individuo.
Sia nella fase iniziale che in quella di conferma la percentuale più elevata di domande è stata presentata al
segretariato generale (
10% nella
fase iniziale,
12,5% nella
fase di conferma).
La
relazione sottolinea che nel
2023 la Mediatrice europea ha aperto
96 indagini riguardanti la Commissione europea e l'accesso ai documenti come questione principale o accessoria, ha
chiuso 78 casi di denunce ed ha riscontrato
13 casi di cattiva amministrazione (12 avvenuti nel 2023).
Nel 2023 inoltre sono stati proposti dinanzi agli organi giurisdizionali
19
ricorsi
riguardanti il diritto di accesso del pubblico ai documenti e in cui la Commissione era parte in causa (15 dinanzi al Tribunale e 4 dinanzi alla Corte di giustizia avverso sentenze o ordinanze del Tribunale), rispetto agli 11 del 2022.
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Le relazioni sull'attuazione del regolamento da parte del Consiglio per il 2023 e del Parlamento europeo per il 2019-2021 |
La relazione del Consiglio per il 2023
Il
Consiglio ha approvato il 21 maggio 2024 la sua
relazione
2023 sull'accesso al pubblico dei documenti, nella quale si rileva un livello molto elevato di
attività legislativa nel 2023, riconducibile all'avvicinarsi della fine del ciclo istituzionale 2019-2024.
Complessivamente sono stati concordati
98 mandati negoziali del Consiglio e sono stati avviati negoziati per quasi tutti i fascicoli corrispondenti; in linea con l'approccio volto a rafforzare la trasparenza legislativa,
tutti i mandati, l'esito dei negoziati con il Parlamento e altri
documenti principali relativi alla procedura legislativa sono stati resi pubblici.
Al
31 dicembre 2023 il
registro pubblico del Consiglio contava oltre
505.000 documenti in lingua originale, oltre il 72% dei quali
pubblico e scaricabile (26.000 dei quali aggiunti nel corso dell'anno). Sono inclusi oltre 5.300 documenti legislativi, di cui quasi l'81% è stato messo interamente a disposizione del pubblico, direttamente al momento della circolazione (43%) o su richiesta (38%).
Nel
2023 il
registro pubblico del Consiglio è stato
consultato più di 534.000 volte e
il numero delle domande di accesso ai documenti del Consiglio ha registrato un
aumento di oltre il 35% rispetto al 2022, che va a sommarsi all'aumento del 32% nel 2022 rispetto all'anno precedente.
Il Consiglio ha ricevuto oltre
3.700 domande iniziali di accesso ai documenti e 40 domande di conferma, che hanno richiesto l'analisi di circa 13.900 documenti. A seguito delle domande iniziali e di conferma, è stato
concesso l'accesso integrale al 79% dei documenti richiesti, mentre la
divulgazione parziale ha interessato un ulteriore 12%.
Per quanto riguarda la tipologia delle domande, come negli scorsi anni, oltre la metà delle domande di accesso ai documenti sono state presentate da
rappresentanti di varie organizzazioni della società civile e del settore privato (31%) e del
mondo accademico (23%).
I documenti richiesti riguardavano una serie di settori, in particolare la
giustizia e gli affari interni (18%), la
competitività (12%) e la
politica estera e di sicurezza comune (9%).
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La relazione del PE sull'accesso del pubblico ai documenti per gli anni 2019-2021
Il Parlamento europeo ha approvato il
13 luglio 2023 la sua
relazione annuale per gli anni 2019-2021 sull'accesso al pubblico ai documenti (l
a relazione 2022-2023 non è stata ancora approvata).
In particolare, il Parlamento europeo:
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Le principali pronunce della Corte di giustizia dell'Unione europea
La Corte di giustizia nelle sentenze del 1° luglio 2008
, Regno di Svezia e Maurizio Turco/Consiglio dell'UE, cause riunite
C-39/05 P e C-52/05
, e del 17 ottobre 2013,
Consiglio dell'UE/Access Info Europe,
C-280/11P
, ha sottolineato che il
controllo pubblico delle informazioni su cui si basa l'azione legislativa è una condizione preliminare per l'esercizio dei diritti democratici e che l'apertura su tali informazioni contribuisce a rafforzare la democrazia consentendo ai
cittadini di controllare tutte le informazioni che hanno costituito la base di un atto legislativo. Ha affermato, inoltre, che mettere in grado i cittadini di conoscere il fondamento dell'azione legislativa è
condizione per l'esercizio effettivo, da parte di questi ultimi, dei loro
diritti democratici.
Il 22 marzo 2018 il Tribunale dell'UE con la sentenza
De Capitani c. Parlamento europeo,
causa T-540/15
, ha annullato la
decisione con la quale il Parlamento aveva respinto una domanda di accesso a documenti contenenti informazioni riguardo alle posizioni tenute dalle istituzioni nell'ambito di un trilogo, meccanismo consistente in negoziati interistituzionali informali tra rappresentanti dei protagonisti della procedura legislativa ordinaria (Parlamento europeo, Consiglio e Commissione) e codificato nella
Dichiarazione comune sulle modalità pratiche della procedura di codecisione del 13 giugno 2007. Secondo il Tribunale, i
triloghi, usati nel 70-80% delle procedure legislative, vanno
considerati parte integrante della procedura legislativa ordinaria, di cui costituiscono anzi una fase decisiva, e, dato che i principi di pubblicità e di trasparenza sono inerenti alle procedure legislative dell'UE, nessuna presunzione generale di non divulgazione può essere ammessa rispetto ai documenti dei triloghi, il cui
accesso dev'essere quindi possibile,
a seguito di una domanda precisa presentata sulla base del regolamento n. 1049/2001, a meno che l'istituzione interessata non dimostri che l'accesso integrale ai documenti possa arrecare concreto ed effettivo pregiudizio, in modo ragionevolmente prevedibile e non puramente ipotetico, al suo processo decisionale.
Infine, il Tribunale
nella sentenza del 25 gennaio 2023,
causa T-163/21,
De Capitani/Consiglio, ha ribadito che:
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La relazione annuale 2023 del Mediatore europeo
Nella
relazione annuale per il 2023 del
Mediatore europeo, pubblicata il 19 marzo 2024, si richiamano le seguenti iniziative per quanto riguarda il
profilo dell'accesso ai documenti delle istituzioni dell'UE:
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Esame presso altri parlamenti nazionali
Sulla base dei dati forniti dal sito
IPEX l'esame dell'atto non risulta ancora avviato da alcun Parlamento.
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