Le elezioni presidenziali e politiche in Brasile 8 novembre 2022 |
Indice |
Assetto istituzionale|Le elezioni presidenziali|Le consultazioni politiche| |
Capitale: Brasilia
Superficie: 8.515.770 kmq
Popolazione: 212.599.409 abitanti
Lingua ufficiale: portoghese
PIL annuo: 1.444,7 mld di dollari
Valuta: Real
Indice di libertà globale (0-100): 74
Indice di libertà di stampa: 36,25
Indice di libertà su internet (0-100): 63
fonte: Atlante geopolitico Treccani 2021
Assetto istituzionalell Brasile si configura come una repubblica federale di tipo presidenziale (República Federativa do Brasil) ed è indipendente dal 7 settembre 1822, quando venne posta fine alla sovranità portoghese La vigente Costituzione, adottata il 5 ottobre 1988 dopo il ritorno alla democrazia, definisce il Brasile quale "Repubblica federale formata dall'unione indissolubile di Stati e Municipi e dal Distretto federale" (art. 1 Cost.); il sistema federale comprende quindi tre livelli territoriali di governo: l'Unione, 26 Stati, un Distretto federale (dove si trova la capitale Brasilia) ed oltre 5500 Comuni. La nuova Carta costituzionale ha rifondato la Federazione brasiliana, ampliato le competenze amministrative e legislative degli Stati membri, conferito loro più risorse tributarie, tentato di riequilibrare il federalismo, garantendo più autonomia alle unità federali. Secondo alcuni studiosi, con la Costituzione del 1988 si è optato per la sostituzione del federalismo centralizzato o dualistico, di derivazione autoritaria e con ripartizione delle competenze esclusive, con un modello cooperativo che desse forma alle aspirazioni di decentralizzazione e riforma sociale ampiamente diffuse nella società brasiliana al termine della dittatura militare. In generale la Costituzione del 1988 delinea un assetto classico della ripartizione delle competenze istituzionali, destinando all'Unione e ai Municipi competenze espresse ed agli Stati i poteri restanti e residuali; tale sistema, tuttavia, ammette alcune eccezioni. Per l'Unione, gli Stati e i Municipi, la Costituzione ha previsto competenze comuni nei settori della salute, assistenza sociale, educazione, cultura, edilizia e bonifica, ambiente, protezione del patrimonio storico, lotta alla povertà e integrazione sociale di categorie svantaggiate e educazione al traffico. La legislazione di attuazione definisce le forme di cooperazione tra i tre livelli di governo (art. 23 Cost.). D'altro lato, sono state attribuite competenze legislative concorrenti ai governi federale e statali in un'ampia gamma di settori, dalla protezione dell'ambiente e delle risorse naturali all'organizzazione della polizia civile (art. 24 Cost.). In relazione alla materia tributaria, l'Unione detiene la competenza residuale, oltre a quelle enumerate come proprie. A partire dagli anni Novanta la produzione legislativa ha dato contenuto ai princìpi costituzionali. Le vicissitudini di tale processo non sembrano dovute alle carenze del modello cooperativo consacrato dal testo del 1988, quanto piuttosto alle circostanze economiche e alle limitazioni politiche, che rendono difficile la definizione da parte del centro degli strumenti di cooperazione e di incentivi alla decentralizzazione. La Repubblica federale brasiliana si caratterizza per la tradizionale tripartizione dei poteri e per il suo carattere presidenziale, essendo il potere esecutivo esercitato dal Presidente della Repubblica, coadiuvato dai Ministri di Stato (art. 76 Cost.). Il Presidente è quindi Capo dello Stato, del Governo e dell'Amministrazione. E' eletto a suffragio universale per un mandato di 4 anni, (art. 82 Cost.), rinnovabile una sola volta. In base all'articolo 77 Cost., l'elezione del Presidente e del Vicepresidente della Repubblica avviene simultaneamente: risulta eletto il candidato che ottenga la maggioranza assoluta dei voti, non computando le schede bianche e nulle. Qualora nessun candidato ottenga tale maggioranza in prima votazione, si dà luogo ad una seconda votazione nella quale concorrono i candidati più votati e risulta eletto chi ottiene la maggioranza dei voti validi. I poteri del Presidente sono enumerati dall'art. 84 Cost. In caso di assenza temporanea o impossibilità all'esercizio dell'incarico, il Presidente è sostituito, nell'ordine, dal Vicepresidente della Repubblica, dal Presidente della Câmara dos Deputados, da quello del Senado Federal e dal Presidente del Supremo Tribunal Federal (art. 80 Cost.). Tra le funzioni principali del Presidente, si ricordano:
Ai sensi dell'art. 44 Cost., la funzione legislativa è principalmente di competenza del Parlamento federale, il Congresso Nacional, composto dalla Câmara dos Deputados e dal Senado Federal, dotati dei medesimi poteri. Ogni legislatura dura 4 anni. La Camera dei deputati si compone di 513 deputati, eletti con sistema proporzionale in 27 circoscrizioni plurinominali (corrispondenti ai 26 Stati membri più il distretto federale di Brasilia, alle quali vengono assegnati un minimo di 8 ed un massimo di 70 seggi in proporzione alla loro popolazione). Tra le sue prerogative esclusive figura quella di autorizzare l'apertura di procedimenti penali a carico del Presidente della Repubblica. Il Senato federale è formato da 81 membri eletti con sistema maggioritario nelle 27 circoscrizioni in cui è suddiviso il paese. Ciascuno Stato e il Distretto federale eleggono 3 senatori per un mandato di 8 anni. Di conseguenza il loro mandato dura due legislature; si prevede, tuttavia, che la rappresentanza degli Stati e del Distretto venga rinnovata di 4 anni in 4 anni, alternativamente, per uno e due terzi.Ogni circoscrizione elegge tre senatori. Nell'ambito del sistema presidenziale brasiliano, il Senato federale è, come accennato, titolare di poteri legislativi pariordinati rispetto a quelli della Camera dei deputati; le uniche limitazioni al principio di parità sono costituite dalla necessaria presentazione presso la Camera bassa dei disegni di legge non di iniziativa di senatori (tra i quali, spiccano per importanza quelli d'iniziativa riservata al Presidente delle Repubblica) - prescrizione rilevante perché la camera di prima lettura ha poteri di decisione prevalenti - e l'esame in seduta comune delle due Camere di alcuni disegni di legge, tra i quali quelli di bilancio e quelli sottoposti a veto dal Presidente. Il Senato esercita inoltre poteri esclusivi di supervisione in materia finanziaria, con particolare riferimento al sistema tributario e alle operazioni creditizie degli Enti federati, e di nomina dei componenti delle supreme magistrature e dei rappresentanti diplomatici. È altresì titolare del potere di impeachment del Presidente della Repubblica (su autorizzazione della Camera bassa) e giudica dei reati commessi nell'esercizio delle funzioni da alte cariche dello Stato. Il voto è obbligatorio e l'astensione senza giustificato motivo è sanzionato con una multa. L'elettorato attivo è fissato a 18 anni (da 16 a 18 anni l'esercizio del diritto di voto ha carattere opzionale) sia per la Camera, sia per il Senato, mentre quello passivo è fissato a 21 anni per la Camera e 35 per il Senato. Le operazioni di voto si svolgono con procedura elettronica, sistema introdotto nel 1996, che consente di conoscere in tempi brevissimi i risultati elettorali. In base alla legge 12.034 del 29 settembre 2009, i partiti sono tenuti a riservare a candidati di genere femminile almeno il 30% dei posti di lista per le elezioni al Parlamento ed hanno l'obbligo di utilizzare almeno il 10% delle pubblicità elettorali e il 5% dei finanziamenti pubblici per la campagna al fine di promuovere la partecipazione delle donne alla politica. |
Le elezioni presidenzialiIl 30 ottobre, al secondo turno, Luis Inácio Lula da Silva è stato eletto per la terza volta alla Presidenza della Repubblica, superando di strettissima misura l'attuale Presidente in carica, Jair Bolsonaro. Lula ha infatti ottenuto il 50,9% dei suffragi (pari a 60. 345.999 voti), contro il 49,1% (pari a 58.206.354 voti) ottenuti dal suo avversario; l'astensione è stata del 20,58%. Il Presidente Lula entrerà in carica il 1° gennaio 2023. Il risultato dà la misura dell'estrema polarizzazione del Paese e del clima che ha caratterizzato una campagna elettorale definita da analisti e stampa "la più sporca della sua storia", caratterizzata da menzogne colpi bassi e conclusasi, nel dibattito televisivo prima del voto, con insulti reciproci. Nel suo primo discorso da Presidente eletto, Lula ha dichiarato la volontà di governare "per tutti i 215 milioni di brasiliani. Non ci sono due Brasili, c'è un unico Paese, un unico popolo, un'unica Nazione" ed ha aggiunto che "non si tratta di una vittoria mia, né del Partito dei lavoratori, né dei partiti che mi hanno appoggiato, è la vittoria di un grande movimento democratico che è al di sopra dei partiti e degli interessi personali". Ha poi indicato che la sua priorità è la stessa del 2003, "vincere nuovamente la fame" che attualmente colpisce 33 milioni di brasiliani, mentre la povertà avanza, la crescita economica arretra e la congiuntura internazionale è complessa. Per i commentatori, il discorso di Lula rafforza la prospettiva di un governo di coalizione, con una prospettiva più stabile, sostenuto nella prospettiva di un'apertura ai partiti di centro e conservatori dal suo neo vicepresidente, Gerardo Alckmin. La scelta di Alckim, ex governatore di San Paolo ed ex esponente della formazione di centro destra PSDB (Partito della Social Democrazia brasiliana), ed avversario sconfitto da Lula alle consultazioni presidenziali del 2006, pur considerata da molti sorprendente per la durezza dello scontro tra i due che aveva caratterizzato la campagna elettorale del 2006, ha consentito al nuovo Presidente di avvicinarsi all'elettorato appartenente classe media urbana, delusa dalle politiche di Bolsonaro e tradizionalmente legata al centro destra, di cui Alckim è stato a lungo rappresentante. Il presidente Bolsonaro, dopo l'annuncio del risultato ha mantenuto un lungo silenzio, cui sono seguite manifestazioni di protesta dei suoi sostenitori, in particolare il potente sindacato dei camionisti che hanno bloccato oltre 400 vie di comunicazione nel Paese. Il mancato riconoscimento da parte del Presidente in carica della vittoria di Lula ha fatto temere che la situazione potesse degenerare e mettere a rischio la tenuta democratica del Paese. Infine, il 1° novembre, Bolsonaro è intervenuto con un breve discorso nel quale, dopo aver ringraziato gli 58 milioni di elettori che hanno votato per lui, ha dichiarato che "come Presidente e cittadino continuerò ad adempiere a tutti gli obblighi della Costituzione. Sono sempre stato etichettato come antidemocratico, ma ho sempre agito nell'ambito della Costituzione. Non ho mai parlato di controllo dei media e dei social network. È un onore essere leader di milioni di brasiliani. Seguirò a difendere la libertà economica e religiosa e i colori verde e giallo del Brasile". Subito dopo, il Ministro della Casa Civil, Ciro Nogueira, ha comunicato di essere stato autorizzato dal Presidente a condurre il processo di transizione al Presidente Lula. La Presidente del Partito dei lavoratori, Gleisi Hoffmann, ha quindi annunciato che sarà il Vice Presidente Alckim a rappresentare nel processo di transizione la nuova Presidenza.
Il
primo turno delle elezioni presidenziali, svoltosi il
2 ottobre, non aveva confermato i sondaggi che davano il candidato del
Partido dos TrabalhadoresI, Luis Inácio Lula da Silva, in ampio vantaggio sul Presidente in carica. Il responso delle urne ha riportato invece un distacco di misura:
Lula ha infatti ottenuto il
48,43% delle preferenze (57.259.504 milioni di voti su 156 milioni di elettori), contro
il 43,2% di
Bolsonaro (51.072.345 voti) risultato non previsto da nessuno dei recenti sondaggi. Secondo gli analisti a pesare sul risultato del primo turno è stato l'alto numero di astensioni pari al 20,95%, anche se - come rilevato da alcuni osservatori - il numero di suffragi ottenuto dall'
ex Presidente al primo turno è risultato il più alto mai ottenuto da un candidato al primo turno. Al terzo posto – ma con grande distacco - si è piazzata
Simon Tebet, del Movimento per la democrazia brasiliana (Mdb) che ha ottenuto il 4,16% delle preferenze (4.915.423 voti), superando a sorpresa l'ex governatore dello Stato di Ceara,
Ciro Gomes che si è fermato al 3,04% delle preferenze (3.599.287 voti).
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Le consultazioni politicheContestualmente al primo turno delle elezioni presidenziali, si sono svolte le consultazioni per il rinnovo della Camera dei deputati e di 2/3 dei componenti del Senato (pari a 54 senatori). I risultati hanno confermato, oltre alla considerevole frammentazione della rappresentanza politica, che il Presidente eletto che uscirà dalle urne il 30 ottobre non potrà contare su una maggioranza parlamentare, ma dovrà necessariamente trovare accordi con i partiti rappresentati in Parlamento per vedere approvate le proprie proposte. La Federazione Brasile della speranza (FE Brasile), che comprende il Partito dei lavoratori del Presidente Lula (PT), il Partito Verde (PV) ed il Partito comunista del Brasile (PCdoB) e formerà un gruppo unico alla Camera, ha eletto complessivamente 80 deputati (PT 68, PV 6 e 6 PCdoB). Complessivamente i partiti che hanno appoggiato la candidatura di Lula hanno eletto 122 deputati e 12 senatori, se a questi si aggiungono il Partito Democratico PDT Brazil (PDT) e quello della Cittadinanza che hanno annunciato al secondo turno il sostegno al leader del PT, il Presidente Lula potrebbe contare su un massimo di 144 deputati e 16 senatori a suo favore. Il Partito liberale – nelle cui fila si è presentato il presidente Bolsonaro – si è confermato primo partito sia alla Camera dei deputati, sia al Senato federale. Alla Camera ha conquistato 99 seggi, 23 in più di quelli dell'attuale legislatura, e al Senato 13 seggi (sei in più degli attuali), oltre ad altri due neo eletti considerati vicini all'attuale mandatario. Complessivamente i partiti che hanno sostenuto l'elezione di Bolsonaro al primo turno hanno eletto 187 deputati e 24 senatori, cui sommando i voti dei partiti che al secondo turno hanno annunciato il sostegno a Bolsonaro, ovvero il Partito cristiano sociale (PSC) e Partito laburista brasiliano (PTB) si arriva a 194 deputati e 25 senatori. Contestualmente al primo turno delle elezioni presidenziali, si sono svolte le consultazioni per il rinnovo della Camera dei deputati e di 2/3 dei componenti del Senato (pari a 54 senatori). I risultati hanno confermato, oltre alla considerevole frammentazione della rappresentanza politica, che il Presidente eletto che uscirà dalle urne il 30 ottobre non potrà contare su una maggioranza parlamentare, ma dovrà necessariamente trovare accordi con i partiti rappresentati in Parlamento per vedere approvate le proprie proposte. |