Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Difesa
Titolo: Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2024-2026 - Doc. CCXII, n. 2
Riferimenti: DOC N.2
Serie: Documentazione e ricerche   Numero: 128
Data: 07/10/2024
Organi della Camera: IV Difesa


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Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2024-2026 - Doc. CCXII, n. 2

7 ottobre 2024
Documentazione e ricerche


Indice

Premessa|La struttura del Documento|Parte I: L'approccio strategico nazionale|Parte II: Lo sviluppo dello strumento militare|Parte III: Il bilancio della difesa|Il Finanziamento delle missioni internazionali|Il bilancio della difesa in chiave NATO|


Premessa

Il Ministro della difesa, lo scorso 12 settembre, ha trasmesso alle Camere, il Documento programmatico pluriennale per la Difesa (DPP) per il triennio 2024-2027 (Doc. CCXII, n.2).

La presentazione del documento è prevista, entro la data del 30 aprile di ogni anno, dall'articolo 536, comma 1, del codice dell'ordinamento militare (decreto legislativo n. 66 del 2010). La legge lo definisce un "piano di impiego pluriennale", finalizzato a riassumere:

  • il quadro generale delle esigenze operative delle Forze armate, comprensive degli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo capacitive;
  • l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca in corso ed il relativo piano di programmazione finanziaria, indicante le risorse assegnate a ciascuno dei programmi per un periodo non inferiore a tre anni, compresi i programmi di ricerca o di sviluppo finanziati nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico,  le condizioni contrattuali, con particolare riguardo alle eventuali clausole penali e  le spese relative alla funzione difesa, comprensive delle risorse assegnate da altri Ministeri.

La struttura del Documento

Il documento è diviso in due tomi.

Il tomo I è composto da tre parti e da cinque  allegati (che riguardano, tra l'altro, le priorità politiche,  le schede delle missioni internazionali e  i dati sul personale). La prima parte definisce l'approccio Strategico Nazionale, delineando il contesto geopolitico globale, la cooperazione a livello internazionale e l'evoluzione degli impegni operativi. La seconda parte riguarda lo sviluppo dello Strumento militare, cioè  gli indirizzi strategici, le esigenze operative di ciascuna Forza Armata e quelle interforze e quelle trasversali, le linee di sviluppo capacitativo e i programmi per la sicurezza del territorio (con riferimento all'Arma dei carabinieri). La parte terza è dedicata al Bilancio della difesa, e  definisce il quadro delle risorse disponibili, articolate in missioni, programmi e azioni, nonché il bilancio in chiave NATO.

Il tomo II è invece dedicato alla programmazione della difesa, con l'indicazione dei programmi di previsto avvio, di quelli operanti e delle ulteriori esigenze prioritarie da finanziare.

La struttura del documento è uguale a quella della versione precedente, anche se il testo è  più sintetico: ad esso dovrebbe infatti accompagnarsi un "Report Difesa", non ancora  pubblicato, dal carattere più divulgativo.

 

L'introduzione del Ministro

L'introduzione al documento – firmata dal Ministro Crosetto - si sofferma innanzitutto sul quadro politico internazionale. In uno scenario caratterizzato da molteplici crisi e conflitti in atto, dinamico, e con tendenza al peggioramento – si legge nel testo – "le Forze Armate sono oggi chiamate a rispondere sfide diverse, per periodi prolungati, e a sostenere uno sforzo senza precedenti, per intensità complessità e durata. Dopo decenni di relativa stabilità, la "semplice" gestione delle crisi non è più sufficiente: dobbiamo essere in grado di affrontare, in caso di necessità, anche un conflitto prolungato, ad alta intensità, contro possibili nemici/avversari in possesso di capacità simili alle nostre".

Lo strumento militare deve essere in grado di "assolvere tre funzioni imprescindibili: la difesa dello Stato, includendo in tale compito anche la dissuasione da atti potenzialmente ostili nei confronti nostri e dei nostri alleati; la tutela dei prioritari interessi strategici nazionali, se e ovunque essi siano minacciati; lo stimolo e incentivo alla ricerca e allo sviluppo tecnologico e nei confronti del settore industriale nazionale".

Gli interessi nazionali – sottolinea il Ministro – "sono a rischio anche laddove non vi è conflitto aperto, oppure le situazioni di crisi sono oramai endemiche e "fanno meno rumore", come ad esempio nel continente africano". In Africa, "continente povero, instabile, ma … soggetto geopolitico rilevante e di grande prospettiva", l'Italia deve "adottare una strategia mirata, affiancando i paesi africani, incentivandone la crescita, aiutandoli a divenire stabili e sicuri e limitando gli effetti della presenza di attori terzi, che perseguono interessi predatori, incompatibili con il loro sviluppo e con la nostra presenza, al momento marginalizzata".

Occorre poi rafforzare il "ruolo di volano di crescita e stimolo alla competitività industriale, che gli investimenti nel settore della Difesa hanno sull'intera economia. Ne sono un esempio chiarissimo gli investimenti in ricerca e sviluppo, necessari per l'operatività dell'apparato militare e per la competitività dell'Industria di settore, con straordinarie ricadute sul Sistema Italia". Si tratta quindi di portare avanti "le iniziative finalizzate a supportare l'Industria della Difesa e a superare la frammentazione del tessuto industriale europeo".

 Si segnala che quest'ultimo è l'unico riferimento contenuto nell'introduzione, seppure indiretto, ai temi della difesa comune europea.

Il Ministro poi dà conto del processo di riorganizzazione strutturale e funzionale del Ministero, volto a potenziare i settori strategici della ricerca, dell'innovazione tecnologica, industriale e del procurement militare nonché a valorizzare le professionalità del personale civile. Tra le misure realizzate, le due più significative sono: - la separazione delle strutture del Segretariato generale e della Direzione nazionale degli armamenti; - il potenziamento e la razionalizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro. Il Direttore nazionale degli armamenti avrà, fra gli altri, il compito di "proporre le azioni necessarie per armonizzare gli obiettivi del dicastero con la politica economico-industriale e tecnico-scientifica nazionale, negli ambiti afferenti all'industria e alla tecnologia, all'innovazione, alla ricerca tecnologica, alla sperimentazione". Il Segretario generale, di contro, manterrà le competenze di gestione generale, con funzioni di indirizzo e coordinamento riguardanti il personale, gli aspetti giuridici e amministrativi di procurement, i servizi e le infrastrutture. Per entrambe le posizioni, verrà inoltre valorizzato il ruolo del personale civile, che potrà assumere la posizione apicale di una delle due. Per quanto riguarda gli uffici di diretta collaborazione: sono stati istituiti il Direttore per la politica di difesa e due ulteriori uffici di diretta collaborazione nei settori della comunicazione e dell'innovazione tecnologica.

Per quanto attiene alle consistenze organiche, il Ministro ribadisce la necessità (già evidenziata nello scorso documento) di "superare definitivamente" la contrazione dei volumi organici, introdotta dalla legge n.244 del 2012 (c.d. "legge Di Paola"), pensata in un contesto geopolitico completamente diverso.  Occorre poi "trovare soluzioni per ringiovanire lo Strumento militare, soprattutto nella sua componente operativa, favorendo il continuo ricambio generazionale". Tutto ciò postula una profonda revisione del settore reclutamento, formazione e addestramento, anche "rompendo gli schemi" e imponendo un cambio di mentalità, poiché gli attuali paradigmi operativi e i domini emergenti richiedono "approcci formativi variegati, nuove competenze, percorsi professionali differenti e più flessibili". Sempre in tema di personale, il 2024 segna anche l'avvio delle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, che hanno sostituito gli organismi della rappresentanza militare, nella tutela degli interessi del personale. Il ministro ricorda che già 30 associazioni hanno superato la soglia di rappresentatività prevista dalla legge, e che le esigenze emerse nella fase di prima applicazione indicano già la necessità di apportare qualche correttivo e integrazione.

Per quanto riguarda lo sviluppo capacitivo, il ministro prevede di procedere "con vigore per completare l'evoluzione in chiave interforze sul piano ordinativo, logistico, tecnologico e normativo. Questo si potrà ottenere unificando i settori e i servizi comuni alle diverse Forze Armate ed eliminando le ridondanze". Ciò vale in primo luogo per settori come  la formazione (anche linguistica),  l'impiego delle forze speciali, la sanità militare, le infrastrutture, le comunicazioni e l'informatica.  Sul piano operativo – precisa peraltro il documento – "l'interforze è forse già superato dal multi-dominio: un concetto a volte un po' abusato, che sottende l'integrazione di sistema, anche con organizzazioni e istituzioni non militari, nazionali ed internazionali".

Il documento evidenzia il rilievo sempre crescente di domini come lo spazio (in cui "occorre adottare un approccio strutturato, che assuma quale paradigma la centralità della sicurezza, pre-requisito senza il quale non può esserci sviluppo"), il cyber (in cui "la Difesa deve poter agire autonomamente, pianificando e conducendo operazioni militari difensive e offensive, tanto nel caso di conflitti palesi, quanto di attacchi alle infrastrutture e, più in generale, agli interessi vitali del Paese") e l'ambiente subacqueo (che è orami "scenario di confronto e competizione, per la presenza di infrastrutture critiche nel settore energetico e delle comunicazioni, ma anche potenziale risorsa per la ricerca delle materie prime e terre rare, indispensabili per la transizione tecnologica"). Altre sfide, impegnative ma ineludibili, riguardano la dimensione cognitiva (per "i rischi derivanti dallo sfruttamento della comunica-zione/disinformazione e dell'informatica") e la trasformazione digitale ("sfruttando le opportunità offerte dall'Intelligenza Artificiale e dal Quantum Computing, al fi ne di incrementare la nostra capacità di analisi predittiva e ottimizzare, se necessario rivoluzionare, il processo decisionale"). Al fine di sostenere processi di innovazione di questo tipo – sottolinea il Ministro - "occorre dare un forte impulso alla Ricerca e Sviluppo, militare e civile, da implementare in modo sinergico, individuando le priorità e i campi di intervento, massimizzando gli investimenti, ottimizzando le risorse, evitando gli sprechi e favorendo la condivisione". I conflitti in Ucraina e Medio Oriente, infine, indicano due ulteriori esigenze dal punto di vista delle capacità: una maggiore attenzione a "sviluppo, impiego, ma anche contrasto, dei sistemi unmanned/remotely piloted nei vari domini e ambienti" e l'incremento della prontezza operativa e degli stock di armamenti e materiali, "soprattutto per quanto riguarda il munizionamento, l'armamento e le parti di rispetto, anche per soddisfare ciò che la NATO ci chiede quale contributo alla difesa collettiva".

L'introduzione passa poi ad affrontare il tema finanziario, ribadendo la necessità di "disporre di finanziamenti adeguati, certi e stabili". L'obiettivo di conseguire una spesa per la difesa pari al 2% del PIL entro il 2028, come da impegni NATO, è ancora "lontano", tanto più che questi "oggi non più obiettivo ma requisito minimo". L'attuale finanziamento annuale del Fondo per l'attuazione dei programmi per le esigenze della difesa nazionale, "rappresenta sicuramente lo strumento più adatto per l'ammodernamento delle Forze Armate, oggi non è ancora sufficiente a soddisfare le esigenze della Difesa". Si tratta inoltre di uno strumento su base solo annuale, spesso inadeguato a fronte di programmi molto più lunghi. Per questo "il Dicastero continua a proporre l'adozione di un meccanismo di rifinanziamento triennale del Fondo Investimenti Difesa, che renda disponibili nell'immediato i volumi finanziari relativi ad almeno 3 provvedimenti successivi, con profondità a 17 anni, favorendo la relativa programmabilità per l'intero periodo".

In conclusione – sottolinea il Ministro – "oltre a dare l'opportunità al Dicastero di illustrare al Parlamento le previsioni di spesa per l'anno in corso e per il biennio a venire", il DPP "assolve anche alla fondamentale funzione di condividere con i cittadini le attività e le esigenze intrinseche dello Strumento militare, contribuendo ad aumentare, nella collettività nazionale, la consapevolezza del ruolo svolto dalle Forze Armate e la partecipazione democratica alle scelte governative, in materia di sicurezza e difesa nazionale e internazionale. L'obiettivo  dichiarato è quello di "concorre alla diffusione di una "cultura della Difesa", coerente con gli obiettivi dello Stato e con il ruolo che svolge nell'attuale scenario mondiale".


Parte I: L'approccio strategico nazionale

Il contesto globale di riferimento è – come ben noto - caratterizzato da molti elementi di instabilità. Rispetto a tale quadro – sottolinea il DPP - l'aggressione russa all'Ucraina  ha determinato un punto di rottura, delineando "una profonda polarizzazione a livello globale, in uno scenario che vede tendenzialmente contrapposti il modello liberaldemocratico e quello autoritario-totalitario, a cui partecipano attori globali (in primis Russia e Cina) e potenze regionali (in primis l'Iran)". Lo shock sistemico – si legge ancora - "ha coinvolto anche l'intero sistema economico e commerciale globale, determinando la necessità di rivedere le catene di approvvigionamento energetico e confermando, al contempo, la strategicità delle infrastrutture critiche, siano esse logistiche, energetiche o di comunicazione".

Su un altro quadrante, la crisi mediorientale "costituisce una concreta minaccia di escalation a livello regionale, come dimostrato dal coinvolgimento di numerosi attori – statuali e non… con un rischio di spill over del conflitto, con effetti devastanti su scala globale", mentre l'Iran continua a costituire "un fattore determinante di instabilità". Nel Mediterraneo, in contesto già complesso e delicato, si assiste ad un rinnovato fenomeno di "territorializzazione" del mare da parte dei Paesi rivieraschi, cui si somma l'assertiva influenza di Mosca.

Nei Balcani occidentali il percorso di integrazione euro-atlantico, oltre che dalla persistente influenza russa, è messo a rischio "dal riaccendersi di tensioni etniche, soprattutto nelle relazioni tra Serbia e Kosovo e in Bosnia-Erzegovina".

La situazione del Sahel sta vivendo "un grave deterioramento, con la proliferazione di gruppi armati ribelli affiliati alle principali sigle terroristiche", cui si aggiunge la competizione strategica, cui partecipano attori globali e potenze regionali… soprattutto per quanto attiene lo sfruttamento delle "terre rare", sempre più determinanti per lo sviluppo tecnologico. 

Nel Corno d'Africa, oltre alle criticità perduranti, una ulteriore "fonte di instabilità è stato il recente riconoscimento formale del Somaliland da parte dell'Etiopia, in cambio della concessione del porto di Berbera quale importante accesso etiope al Mar Rosso".

Il documento cita poi la crescente competizione nell'Indo-Pacifico, l'attenzione che deve essere prestata alla regione artica, ai cambiamenti climatici e agli squilibri demografici

Per quanto riguarda il contesto delle alleanze, l'attenzione principale del documento è, ovviamente, su NATO, UE e ONU. L'invasione russa ha spinto la Nato a un processo di adeguamento e rafforzamento della propria postura, cui l'Italia partecipa attivamente. Tra le priorità nazionali emerge anche "il consolidamento del c.d. "pilastro europeo" della NATO, attraverso il rafforzamento della sinergia e della complementarietà con l'UE".   Per l'Ue si cita l'evoluzione della Capacità di dispiegamento rapido, l'impegno nella Cooperazione strutturata permanente (PESCO), nella Strategia di sicurezza marittima e il finanziamento dello Strumento europeo per la pace (EPF). Per le missioni ONU L'Italia continua ad essere un rilevante contributore, il primo tra i Paesi occidentali in termini schierate (22° su base mondiale) e 7° in assoluto per finanziamento delle attività di peace keeping.  Vengono poi citate altre iniziative multilaterali, come l'Iniziativa europea d'intervento (EI2), di cui alcune a guida italiana.  

Dal punto di vista geografico – sottolinea infine il documento - "l'impiego dello Strumento militare copre tutti i punti nevralgici delle aree di prioritario interesse strategico nazionale: dai Paesi baltici lungo tutto il Fianco Est della NATO, dal Medio Oriente al Corno d'Africa, dal Mar Rosso sino al Golfo di Guinea passando per il Sahel, oltre ovviamente all'impegno sul territorio, sulle acque e sui cieli nazionali". Sotto il profilo della loro durata, "si tratta di operazioni di portata variabile, in quanto si passa da missioni esauritesi nel lasso di tempo di qualche mese ad altre che arrivano a coprire un notevole arco temporale".


Parte II: Lo sviluppo dello strumento militare

Nella seconda parte del Tomo I, relativa allo sviluppo dello Strumento militare, vengono analizzate le principali linee di sviluppo capacitivo di ciascuna componente della Difesa e interforze. Questa parte è poi dettagliata nel Tomo II, che contiene i singoli programmi di ammodernamento e rinnovamento

Per ciascuna componente, il documento dà conto delle   principali esigenze operative e delle sue linee di sviluppo capacitivo, nell'ottica di ottimizzare quelle che sono definite le Capacità operative fondamentali (COF), e cioè: comando e controllo; capacità informativa; protezione delle forze e capacità di ingaggio;  preparazione delle forze; proiezione delle forze; sostegno delle forze.    

Per la componente interforze, il documento conferma l'intenzione di continuare nella direzione, già intrapresa negli scorsi anni, dei programmi "nativamente interforze", che siano in grado di massimizzare i benefici attraverso la piena integrazione delle componenti delle singole Forze Armate.  In quest'ottica la Difesa intende continuare a potenziare in particolare i seguenti settori:

- comando e controllo (tra l'altro con il completamento delle attività del Comando operativo di vertice interforze e la prosecuzione dei programmi spaziali SICRAL3;

- tecnologie emergenti;

- supporto informativo e cibernetica;

- operazioni speciali (tra l'altro con l'ammodernamento della mobilità terrestre e della logistica di proiezione delle Forze speciali);

- preparazione delle forze (con nuove risorse per il Poligono interforze Salto di Quirra).

Si prevede anche il potenziamento degli strumenti abilitanti a supporto strategico alle operazioni; il ripianamento delle scorte di armamenti e munizionamenti (con il potenziamento   degli stabilimenti di produzione dell'Agenzia Italiana Difesa) e la "sinergizzazione" delle attività logistiche comuni.

Per quanto riguarda la componente terrestre, che costituisce "il fondamentale presidio di deterrenza e difesa del territorio e degli interessi nazionali, sia in Patria sia all'estero" l'obiettivo principale  è "il raggiungimento di un livello tecnologico paritetico" rispetto alle altre componenti. Proseguirà quindi il processo di ammodernamento/rinnovamento dei sistemi e delle piattaforme disponibili, attraverso:

-l'acquisizione di sistemi "c.d. high end", cioè piattaforme da combattimento per le forze corazzate e sistemi d'ingaggio anche di precisione e in profondità;

-sistemi di nuova generazione per l'artiglieria, nell'ambito del supporto di fuoco;

- il rafforzamento della mobilità tattica e della protezione delle forze;

- il rafforzamento dei sistemi di comando e controllo.

La componente marittima – sottolinea il documento -  continuerà ad assicurare "la difesa marittima del territorio e delle linee di comunicazione… la difesa e la protezione degli interessi nazionali e la sicurezza marittima". Essa assicurerà inoltre la funzione di polizia dell'alto mare nei bacini più prossimi alla Penisola, anche sorvegliando e proteggendo all'occorrenza le infrastrutture critiche subacquee e offshore di interesse nazionale. Sarà quindi necessario:

-l'ammodernamento/rinnovamento della capacità subacquea;

-il rinnovamento della capacità di pattugliamento aereo marittimo;

-il potenziamento delle capacità antisommergibile (mediante sistemi di scoperta e di ingaggio anche profondo);

-il completamento della capacità di pattugliamento marittimo e di contrasto alle mine;

-il completamento della capacità unmanned air e della capacità dei velivoli  F-35B imbarcati (e relativo armamento).

La componente aerospaziale dovrà garantire adeguate capacità di difesa e superiorità aerea, di sorveglianza e di ricognizione, di supporto al suolo e d'ingaggio di precisione anche in profondità. Nelle aree d'interesse nazionale, l'aeronautica potrà anche essere chiamate ad assicurare zone di "divieto di sorvolo". Per quanto riguarda le capacità di ingaggio, il documento cita

-il programma internazionale denominato Global Combat Air Programme (GCAP), teso allo sviluppo di un caccia di 6a generazione;

(Si segnala che in relazione a tale programma è attualmente all'esame del Senato il disegno di legge A.S. 1225, di autorizzazione alla ratifica della Convenzione, stipulata tra Italia, Regno Unito e Giappone, per l'istituzione di un'organizzazione internazionale per  lo sviluppo del progetto

- il potenziamento della flotta Eurofighter F-2000A, mediante l'avvio dell'iter di acquisizione di ulteriori 24 velivoli nell'ambito del programma in cooperazione con Germania, Regno Unito e Spagna;

- il potenziamento della flotta F-35 Joint Strike Fighter, con l'ulteriore acquisizione di 15 F35-A e 5 F35-B (a decollo verticale).

Di rilievo sono anche gli approfondimenti su ricerca scientifica e tecnologica (esigenza "trasversale" a tutte le componenti), efficientamento energetico delle infrastrutture e dei sistemi  e  progressiva riqualificazione del patrimonio infrastrutturale del comparto.

Il paragrafo conclusivo è dedicato alla funzione di sicurezza del territorio esercitata dall'Arma dei Carabinieri.


Parte III: Il bilancio della difesa

La terza parte del documento è dedicata all'analisi delle principali voci di spesa del comparto difesa.

Il DPP fa presente che Le risorse per il triennio 2022-2024la legge di bilancio per il 2024 (L.213/2023) ha autorizzato per lo stato di previsione del Ministero della difesa spese finali, in termini di competenza, per 29.184,2 M€ nel 2024 (pari al 1,37% del PIL previsionale di (2.130.480 M€), 28.875,5 M€ (1,31%) per il 2024 e 28.745,4 M€ (1,26%) per il 2026. Con riferimento all'esercizio finanziario 2024, le previsioni del budget
evidenziano, se poste a confronto con il 2023, un apprezzabile incremento in valore assoluto di circa 1.435,7M€ sui tre principali Settori di spesa del Dicastero (Personale, Esercizio ed Investimento).

Nell'ottica di realizzare un'analisi completa delle risorse finanziarie a disposizione della Difesa, non si può prescindere dal prendere in esame il cd. Il bilancio integrato della DifesaBilancio Integrato.

Esso rappresenta l'intero Bilancio Ordinario della Difesa a cui si aggiungono gli altri stanziamenti di interesse del Dicastero non presenti nel proprio stato di previsione della spesa.

In definitiva, si prendono in considerazione le risorse del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) a sostegno del settore investimento della Difesa e quelle presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) per il sostegno alla partecipazione dell'Italia alle missioni militari internazionali.

In aggiunta a quanto espresso, a partire dalla presente edizione del Documento Programmatico Pluriennale della Difesa, in considerazione dell'importanza strategica che gli interventi afferenti il PNRR rappresentano per l'intero Sistema Paese, si reputa necessario prendere in considerazione all'interno del Bilancio Integrato della Difesa anche la disponibilità delle risorse recate dagli interventi del PNRR. In merito alla disponibilità delle citate risorse, va necessariamente rammentato che il Ministero della Difesa, pur non risultando "Amministrazione centrale titolare di interventi PNRR", è stato indicato, quale responsabile per la finalizzazione di alcuni interventi, che si riassumono come di seguito elencato:

  • l'Intervento 1.6.4 - Digitalizzazione del Ministero della Difesa (che riguarda essenzialmente la digitalizzazione delle procedure e la migrazione di applicazioni, oltre ad ulteriori attività minori a connotazione unitaria) ha ricevuto una dotazione finanziaria, a valere sui fondi PNRR e relativamente al triennio 2024-2026, rispettivamente di 10M€ nel 2024 e 2,5M€ nel 2025;
  • l'Intervento 1.5 - Cybersecurity (mirante al rafforzamento delle Capacità Cyber Defence della Difesa e alla Realizzazione di un dedicato "Centro di Valutazione" dei sistemi di rispettiva competenza) ha ricevuto una dotazione finanziaria, a valere sui fondi PNRR e relativamente al triennio 2024-2026, di 22,68M€ nel 2024, 10,69M€ nel 2025 e 6,37M€ nel 2026;
  • l'Intervento 4.1 – SatCom (che si pone l'obiettivo di realizzare un sistema spaziale di SATellite COMmunication, basato su 2 satelliti, SICRAL 3A e SICRAL 3B) ha ricevuto una dotazione finanziaria, sia a valere di fondi PNRR, 60M€ nel 2024, 59M€ nel 2025 e 31M€ nel 2026, che su quelli relative al c.d. Piano Nazionale per gli investimenti Complementari (PNC), 60M€ nel 2024 e 25M€ nel 2025;
  • l'Investimento relativo all'avviso pubblico 1.1 infrastrutture digitali – Migrazione al PSN, che ha ricevuto una dotazione per le sole esigenze del Ministero della Difesa, a valere sui fondi PNRR e relativamente al triennio 2024-2026, secondo il seguente profilo pluriennale: 10M nel 2024, 15,5M€ nel 2025 e 4M€ nel 2026, pari dunque ai citati 29,5M€, oltre a 11M€ circa stanziati per le specifiche esigenze dell'Arma dei Carabinieri.

Per il 2024, il DPP calcola un valore del bilancio integrato di 32.331,8 M€.

Si segnala che tale valore risulta dalla somma:

  • degli stanziamenti a Bilancio Ordinario della Difesa (29.184,2 milioni di euro);
  • del fabbisogno 2024 per le missioni internazionali relativo alla Difesa (1.179,6 milioni di euro, di cui 68,62 M€ riferiti alle obbligazioni relative al 2023 esigibili nel 2024 e 1.111,01 M€ relative alle obbligazioni 2024 esigibili nell'anno stesso);
  • i contributi a valere di risorse del MIMIT per programmi ad alta valenza tecnologica della Difesa (1.807,7 M€);
  • le risorse assentite nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - PNRR, stimate in 160,3 milioni di euro (vedi grafico in figura 2).

Con riferimento al Andamento delle risorse destinate alla Difesatrend del bilancio integrato delle "Risorse destinate alla difesa" si registra come nell'ultimo quindicennio vi sia stato un andamento altalenante ma comunque in crescita, passando dal valore di 23.655,6 M€ del 2008 all'importo di circa 32.331,8 M€ del 2024 (fig. 1). Il grafico relativo al bilancio integrato mostra, a partire dal 2008, una generale stabilità delle "spese per la Difesa" fino al 2019, con una importante inversione di tendenza nelle annualità 2020 e 2021 (correlata però alla riduzione del PIL derivante dai riflessi della crisi pandemica da COVID-19). Questo trend positivo ha avuto un sistematico consolidamento nel 2022, confermato nel 2024. Il DPP conferma, come avvenuto anche nel 2023, che la crescita degli stanziamenti nel 2024 presenta un impatto significativo, ma non esaustivo, su quegli ambiti che maggiormente qualificano la spesa per l'operatività dello Strumento militare. Infatti, gli incrementi sono da imputare prevalentemente agli effetti derivanti dagli stanziamenti riconosciuti alla Difesa nel settore Investimento. Ne consegue che, tuttora, permangono tangibili criticità: sul settore Esercizio addirittura in contrazione rispetto agli anni precedenti; sul settore Investimento per una non sufficiente prospettiva pluriennale che assicuri certezza e profondità finanziaria in un momento di particolare rilevanza geostrategica per il comparto, cui di certo non giovano le riprogrammazioni e i tagli che sono occorsi, in quanto vanificano le attività di programmazione della spesa, con evidenti ripercussioni su settori critici che vanno dalla Difesa Aerea a quella missilistica.

Si ricorda che la rappresentazione onnicomprensiva fornita dal bilancio integrato della Difesa contempla anche spese non propriamente classificabili nell'alveo delle spese militari, quali quelle relative alle funzioni di polizia (ordine pubblico) svolte dall'Arma dei Carabinieri, a differenza del bilancio della Difesa in chiave NATO. Il bilancio integrato della Difesa, quindi, ha natura puramente indicativa, e risulta rappresentativa del trend delle risorse su cui la Difesa ha potuto contare negli ultimi anni.

Il DPP, nell'Analisi delle risorse aggiuntiveanalisi delle citate risorse aggiuntive relative al periodo considerato, evidenzia che: le integrazioni finanziarie provenienti dal MIMIT nel settore investimento (figura 2) consentono di sostenere programmi ad alto contenuto tecnologico contemporaneamente allo sviluppo progressivo di tutto il comparto industriale nazionale interessato. A dispetto di ciò viene evidenziato che con la LdB 2024-2026 non è stato previsto alcun tipo di rifinanziamento delle progettualità attestate al citato Ministero e, inoltre, sono state riprogrammate parte delle risorse già assegnate al MIMIT per un valore complessivo di circa 620,00M€ a partire dagli esercizi finanziari 2024 e 2025 fino agli esercizi finanziari 2027 – 2028.

Infine, si sottolinea che il D.L 2 marzo 2024, n. 19 "Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)", è intervenuto riducendo parzialmente tali assegnazioni a sostegno dei programmi di investimento della Difesa sul MIMIT, accantonando volumi finanziari per un totale di -267,52M€ distribuiti come segue: -89,15M€ nel 2026, -118,94M€ nel 2027 e, infine, -59,43M€ nel 2028. Il DPP precisa tuttavia che tale diminuzione di risorse, per omogeneità di contenuto ed in coerenza con i precedenti DPP, non è stata riportata nei successivi grafici e nei dati acclusi al presente documento per la parte MIMIT, ma solo citata per dovere di informazione.

Gli altri stanziamenti d'interesse del Dicastero, recati nello stato di previsione del MEF, si riferiscono alle dotazioni del Fondo per le missioni internazionali – c.d. "Fuori Area" - che, per il 2024, attraverso la Legge di Bilancio 2024-2026, è stato rifinanziato per ulteriori 1.500,0M€ e, in attualità, può previsionalmente contare su un complessivo di 1.569,2M€ tutti da ripartire tra i vari Ministeri interessati. Ciò posto, si rileva che l'intero volume finanziario del Fondo, insufficiente rispetto alle iniziali esigenze prospettate dalla Difesa, ha comportato la necessità di operare una ridefinizione dello sforzo complessivo da mettere in campo, rimandando l'impiego di ulteriori assetti o l'avvio di ulteriori nuove missioni alla possibilità di ricevere ulteriori finanziamenti attraverso portati normativi successivi. Allo stato attuale, il fabbisogno rappresentato dalla Difesa non ancora affluito nelle previsioni di budget del Dicastero ammonta, per l'anno 2024, a 1.179,6M€ e per il 2025 a 300,0M€.

 

Lo stesso andamento altalenante si registra per il trend del bilancio ordinario della difesa dove si è passati da un valore pari a 21.132,4 M€ nel 2008 a 29.184,2 M€ nel 2024 (fig. 1).

Figura 1 - Serie storica del Bilancio integrato e del Bilancio ordinario della difesa 2008-2026 (in milioni di euro)

Fonte: DPP 2024-2026
*I valori ricompresi nel Bilancio Integrato difesa prendono in considerazione gli stanziamenti a Bilancio Ordinario, i finanziamenti delle missioni internazionali, le risorse assentite nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed i contributi a valere di risorse del MIMIT per programmi ad alta valenza tecnologica della Difesa.

Figura 2 - Serie storica degli stanziamenti della Difesa (settore investimento), di quelli del MIMiT a favore della Difesa e delle risorse assentite in ambito PNRR, anni 2008-2026 (in milioni di euro)

Fonte: DPP 2024-2026

 

Il bilancio per funzioni

Un apposito paragrafo del DPP 2024-2026 analizza il bilancio del dicastero della Difesa nella sua tradizionale articolazione per funzioni.

Le funzioni del ministero: funzione difesa, sicurezza del territorio, funzioni esterne e pensioni provvisorieAl riguardo viene ricordato che la Funzione difesa comprende tutte le spese necessarie all'assolvimento dei compiti istituzionali dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, nonché dell'Area interforze e della struttura amministrativa e tecnico- industriale del Ministero. A sua volta la Funzione sicurezza del territorio, comprende tutti gli stanziamenti destinati all'Arma dei Carabinieri, ivi compresi quelli derivanti dall'assorbimento dell'ex Corpo Forestale dello Stato per l'assolvimento dei propri compiti istituzionali di natura specificamente militare. Le Funzioni esterne, attengono alle esigenze correlate ad attività affidate al Dicastero, ma non specificamente rientranti nei propri compiti istituzionali. Infine, la quarta funzione attiene alle Pensioni provvisorie del personale in ausiliaria, che sono relative ai trattamenti economici corrisposti al personale militare in ausiliaria e a talune altre esigenze non correlate al trattamento economico in attività.

Ciò premesso, anche in questo caso attraverso l'ausilio di grafici e tabelle il DPP dà conto dell'evoluzione nel tempo degli stanziamenti relativi alle richiamate funzioni.

Nel 2024 La spesa per il 2022la spesa totale è pari a 29.184,2 M€  così ripartita: funzione difesa (20.848,6 M€), funzione sicurezza del territorio (7.751,0 M€), funzioni esterne (165,1 M€) e pensioni provvisorie del personale in ausiliaria (419,5 M€). 

La tabella riportata in figura 3 mette in evidenza la spesa suddivisa per funzioni e per esercizio finanziario (2018-2024).

Nel 2024, in termini la ripartizione della spesa in percentualepercentuali rispetto alla spesa totale, la funzione difesa è pari al 71,4%, la funzione sicurezza del territorio è il 26,6%, le funzioni esterne meno dell'1% e, infine, le pensioni provvisorie arrivano all'1,4% (grafico a torta in fig.3). 

Figura 3 - Serie storica della spesa del Ministero della Difesa per funzioni 2018-2024
Fonte: Elaborazione Servizio Studi Camera - Dipartimento Difesa su dati tratti dai DPP.

Nella figura 4 che segue è indicata lEvoluzione degli stanziamenti in relazione alle funzioni'evoluzione, a partire dal 2008, degli stanziamenti in termini correnti riferiti agli aggregati/ funzioni tradizionalmente utilizzati dal Dicastero:

Figura 4 - Serie storica dei bilanci della Difesa per funzioni 2008-2025 (in Miliardi di euro a valori correnti)

Fonte: DPP 2024-2026


Funzione difesa

Con riguardo alla funzione difesa le previsioni di spesa sono suddivise nei settori del personale, dell'esercizio e dell'investimento.

I settori della funzione difesa: personale, esercizio, investimentoIl settore del personale raggruppa tutte le spese destinate alla retribuzione del personale (militare e civile) in servizio con e senza rapporto continuativo d'impiego; il settore esercizio include, invece, tutte le voci di spesa correlate alle attività di addestramento e formazione, piccola manutenzione dei mezzi, mantenimento delle scorte e altre voci destinate a garantire la funzionalità e l'efficienza dello Strumento militare; il settore investimento, infine, raggruppa le spese destinate all'ammodernamento e rinnovamento (A/R) dello Strumento militare, al suo sostegno (ricostruzione scorte e grandi manutenzioni) nonché alla ricerca.

In termini di autorizzazione di spesa, la funzione difesa ha risorse complessive pari a 20.848,6 M€ di cui 11.123,5 M€ per il personale, 7.503,5 M€ per l'investimento e 2.221,6 M€ per l'esercizio. La distribuzione delle risorse è in massima parte assorbita dalle spese per il personale pari al 53,35% (percentuale in costante diminuzione rispetto al 56,9% del 2023, al 58,6 del 2022, al 62,4% del 2021 e al 67,6% del 2020), mentre all'investimento e all'esercizio vengono destinate, rispettivamente, il 35,99% (percentuale in aumento rispetto al 31,2% del 2023, al 30% del 2022, al 24% del 2021 e al 18,3% del 2020) ed il 10,66% (era l'11,9% nel 2023, l'11,4% nel 2022, il 13,6% nel 2021 e il 14% nel 2020) del totale delle risorse (fig. 5).

Figura 5 - Serie storica delle spese della Funzione Difesa ripartite per settori 2018-2024

Fonte: Elaborazione Servizio Studi Camera - Dipartimento Difesa su dati tratti dai DPP.
Personale

Il DPP ricorda che, con l'approvazione del d.lgs 23 novembre 2023, n. 185, lo Strumento militare è stato riconfigurato su un "Modello organico a 160.000 unità" (figura 6) che dovrà essere raggiunto, sia in termini complessivi, sia di ripartizione per ciascuna categoria/ruolo e Forza Armata, al 1° gennaio 2034.

In figura 6 si riporta la relativa composizione delIl modello da conseguire al 2024 modello da conseguire al 2034, con contingenti suddivisi tra Esercito, Marina e Aeronautica, come risulta dall'articolo 798-bis COM, come modificato dall'art. 1, comma 1, lett. b), d.lgs. 23 novembre 2023, n. 185.

Figura 6 - Modello di difesa a 160.000 unità, ripartito tra le Forze armate, da raggiungere entro il 2034

Fonte: DPP 2024-2026

Per quanto concerne le consistenze medie previsionali del personale militare, le stesse sono stimate nel DPP, in: 165.537 unità per il 2024 (a fronte delle 165.564 unità autorizzate nel 2023), 165.415 unità per il 2025 e 165.261 unità per il 2026.

Tuttavia, sempre secondo il DPP, appare plausibile ipotizzare una revisione, anche in lieve rialzo, del dato programmatico a partire dall'anno 2025, in ragione delle succitate innovazioni normative riguardanti gli organici delle Forze Armate, operate dal d.lgs. n. 185/2023, nonché dell'implementazione del nuovo modello di accesso alle carriere iniziali dei volontari introdotto dalla legge n. 119/2022.

Le consistenze medie previste nel 2024-2026 Le consistenze medie previste per categoria/ruolo nel triennio 2024-2026, confrontate con i volumi del 2023, sono evidenziate nella tabella riportata in figura 7.
Figura 7 - Consistenze medie suddivise per categoria/ruolo nel triennio 2024-2026 rispetto all'anno 2023

Fonte: DPP 2024-2026 (allegato E). Per un refuso presente nel DPP, le ultime due colonne della tabella sono da intendersi relativamente agli AA.P. 2025 e 2026.

Il DPP riporta che, in merito alle prospettive d'intervento nel settore del personale militare, permane la volontà di adeguare il modello di Difesa allo scenario di riferimento.

A tal fine si intende, tra l'altro:

  • porre in essere un'attenta valutazione, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, dell'attuale modello organizzativo/organico, nell'ottica di:
    • superare definitivamente gli effetti contrattivi dei volumi organici, prevedendo numeri adeguati a garantire l'equilibrio tra le dotazioni organiche e le esigenze funzionali, frutto dei compiti assegnati alla Difesa;
    • esplorare possibili soluzioni per favorire un ricambio generazionale e mitigare gli effetti negativi sull'operatività dello Strumento militare, derivanti dall'invecchiamento del personale;
  • valorizzare lo strumento della riserva e adoperarsi per adottare una sua riorganizzazione, in termini capacitivi e quantitativi;
  • adottare specifiche iniziative volte a rendere maggiormente proficui gli strumenti reclutativi orientati a reperire professionalità nei settori cyber e spazio;
  • concorrere attivamente alla predisposizione dei provvedimenti normativi discendenti dalle deleghe di cui all'art. 9, della Legge n. 119/2022 (relativamente a quelle non ancora esercitate con il d.lgs. n. 185/2023);
  • prevedere che il personale militare, non idoneo al servizio militare incondizionato, che transita nei ruoli del personale civile del Ministero della Difesa, non sia computato nei volumi organici di legge, per evitare che venga intaccata l'operatività dello Strumento militare;
  • valorizzare le professionalità e le esperienze maturate dai volontari in ferma, anche al fi ne di agevolarne l'eventuale collocamento preferenziale nel mondo del lavoro.

Con riferimento Le dotazioni organiche del personale civile alle dotazioni organiche del personale civile della Difesa, il DPP segnala l'esigenza di raggiungere l'obiettivo delle complessive 20.000 unità alla data del 1 gennaio 2025 da realizzare mediante l'adozione di piani graduali, in attuazione della legge delega n. 244 del 2012 (art. 3) e del discendente d.lgs n. 8 del 2014 (art. 12).

Sulla tematica della riduzione dell'organico dei civili viene fatto presente che, tale riduzione va inquadrata nella cornice della valorizzazione e della qualificazione professionale di tale personale, ponendo particolare attenzione a quelle competenze e a quelle professionalità il cui contributo è essenziale per il conseguimento dei fini istituzionali dell'Amministrazione, in coerenza con le effettive esigenze della stessa alla luce dell'attuale contesto di riferimento.

 

Esercizio

Il settore Esercizio del bilancio della difesa, principalmente indirizzato al "funzionamento" dello Strumento militare, comprende tutte le spese relative alla formazione e addestramento del personale, all'acquisto di beni e servizi, al mantenimento in efficienza di mezzi e infrastrutture, nonché all'operatività delle unità.

La contrazione di risorse Le risorse assegnateper il settore esercizio negli anni dal 2008 al 2024 è stata particolarmente rilevante, arrivando ad un taglio degli stanziamenti di circa il 19%. Si è infatti passati da 2,7Mld€ nel 2008 ai circa 2,3Mld€  nel 2023. Nel 2024 il livello di risorse risulta pari a 2.221,6M€, registrando quindi una riduzione di risorse pari a -115M€ rispetto al 2023.

Il DPP evidenzia la pluralità di oneri che gravano sul settore. In particolare:

- il DPCM 7 agosto 2023 che ha inizialmente assegnato al Dicastero obiettivi da conseguire per complessivi 36,2M€ nell'anno 2024, di cui 25,3M€ attestati sul settore Esercizio. Tuttavia, tale stato di situazione è venuto successivamente a modificarsi per effetto di un nuovo intervento del MEF che ha rideterminato le riduzioni di budget, ridefinendo per l'anno 2024 l'impatto sul settore Esercizio per circa 51,3M€;

- gli obiettivi di spesa 2023-2025 definiti con DPCM 4 novembre 2022, che per l'anno 2024 ammontano a 47M€;

- l'attuazione della legge 5 agosto 2022 n. 119 (concernente la revisione del modello di Forze Armate interamente professionali), la cui copertura finanziaria è assicurata con risorse tratte dal Fondo di cui all'art. 619 del Codice dell'Ordinamento militare (c.d. Fondo per la riallocazione delle funzioni), ha imposto degli oneri sul settore pari a 45,73M€ nel 2024;

- il contributo fornito al finanziamento della Cassa di Previdenza delle Forze Armate ai sensi della Legge n.197 del 2022 (Legge di Bilancio 2023).

Da quanto appena esposto, il DPP sottolinea la necessità di tracciare linee di intervento che dovranno tenere conto del perseguimento dei citati obiettivi di spesa e del carattere ormai strutturale e integrato all'interno del ciclo di bilancio assunto dalla "spending review".

Investimento
Le disponibilità finanziarie ricomprese nel settore Investimento sono orientate al continuo sviluppo capacitivo dello Strumento militare, necessario per rispondere alle sfide degli scenari presenti e futuri e garantire l'assolvimento delle Missioni delle Forze Armate. Le Le risorse per gli investimenti risorse previsionalmente disponibili, sul settore dell'Investimento del Ministero della Difesa, ammontano per l'anno 2024 a 7.503,5 M€, 7.544,0 M€ per il 2025 e 7.388,9 M€ per il 2026. Per approfondire le fonti di finanziamento delle risorse disponibili per l'investimento nel 2024 si rinvia al DPP, alla pag. 54.
La tabella di figura 8 fornisce una comparazione tra l'assegnazione a bilancio relativa al periodo 2018-2023 e le previsioni a legge di bilancio per il triennio 2024-2026.
Figura 8 - Spese per investimento nel periodo 2018-2023 e previsioni a legge di bilancio per il triennio 2024-2026

Fonte: Rielaborazione Servizio Studi Camera - Dipartimento difesa - su dati DPP 2018-2020, DPP 2019-2021, DPP 2020-2022, DPP 2021-2023, DPP 2022-2024, DPP 2023-2025 e DPP 2024-2026.
In relazione alle risorse destinate al  Gli strumenti per il finanziamento dei programmi di ammodernamento e rinnovamento finanziamento dei programmi di ammodernamento e rinnovamento il DPP ricorda che la Difesa può contare su assegnazioni finanziarie specifiche definite dal legislatore attraverso le Leggi di Bilancio, nonché di risorse aggiuntive rinvenienti nei fondi iscritti sullo Stato di Previsione della Spesa del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. 
Per tale motivo, il DPP afferma che è indispensabile ripristinare il supporto del MIMIT in questo delicato settore, da cui non si può prescindere per l'ordinata prosecuzione dei programmi già avviati e che consentono all'industria nazionale di competere nell'area dell'export e della supremazia tecnologica.
Per quanto attiene l'andamento delle principali assegnazioni, il DPP cita il "Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese", il "Fondo per il rilancio degli investimenti per le Amministrazioni Centrali" ed il "Fondo per la realizzazione e lo sviluppo di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale".
Viene segnalato infine che - in merito alle risorse finanziarie previste per l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) - pur non risultando il Ministero della Difesa "Amministrazione centrale titolare di interventi PNRR", viene previsto il coinvolgimento del Dicastero limitatamente alla finalizzazione dei programmi nel settore della cyber security, per le attività di digitalizzazione, compreso l'investimento sulle infrastrutture digitali (PSN) e, infine, nel settore delle comunicazioni satellitari con il Programma SICRAL 3.
Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese

A partire dalla la legge di bilancio per il 2017 è stato messo a disposizione dei principali Ministeri il "Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese" (L. 232/2016 - art. 1 co. 140). A valle della prevista ripartizione avvenuta tramite apposito DPCM, alla Difesa sono stati assicurati circa 12,2 Mld€ (9,4 Mld€ in quota Difesa e 2,8 Mld€ in quota MIMiT), da impegnare in un orizzonte temporale di sedici anni, la maggior parte destinati al potenziamento dei settori dell'alta tecnologia, delle infrastrutture e delle bonifiche ambientali. Con la legge di bilancio 2018 (L. 205/2017 - art. 1 co. 1072) tale fondo è stato rifinanziato per circa 9,3 Mld€ complessivi a favore della Difesa (5,8 Mld€ sul bilancio del dicastero e 3,5 Mld€ in quota MIMiT).

Fondo per il rilancio degli investimenti per le amministrazioni centrali

La Legge di bilancio 2019-2021, ha istituito il "Fondo per il rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali" (L. 145/2018 - art.1 c. 95). 

Alla Difesa sono state assegnate risorse per un totale di 9,7Mld€ (5,8 Mld€ sul bilancio del dicastero e 3,9 in quota MIMiT), distribuiti in quindici anni.
Nella LdB 2020 il fondo è stato rifinanziato per un ammontare complessivo di 20,8 Mld€, in quindici anni, a favore di tutte le Amministrazioni pubbliche aventi titolo, e la Difesa ha presentato una proposta dettagliata tesa a veder assentita una quota di 4,3 Mld€ (2,1 Mld€ in quota Difesa e 1,9 Mld€ in quota del Ministero del Made in Italy).

Fondo per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale

La legge di bilancio 2021-2023 ha messo a disposizione su tale fondo un volume complessivo di risorse per il periodo 2021-2035 pari a circa 12-15 Mld €.

Tale strumento finanziario, che di fatto consente l'alimentazione dei capitoli a fabbisogno del Dicastero, risulta più aderente in termini di programmabilità rispetto alle precedenti forme di finanziamento, in quanto caratterizzato da meccanismi tecnici più attagliati alle esigenze dello Strumento e alla struttura organizzativa e procedurale del Dicastero.

La legge di bilancio 2022-2024 ha rifinanziato tale Fondo per complessivi 12,8 Mld€ sullo stato di previsione della Difesa e 3,9 Mld€ sul MIMiT nel periodo 2022-2036.

La legge di bilancio 2023-2025 ha rifinanziato il Fondo per complessivi 15,35 Mld€ sullo stato di previsione della Difesa e 2,19 Mld€ sul MIMiT, sempre con profondità quindicennale.

Tale modalità di afflusso delle risorse è stata confermata anche per la LdB 2024-2026 per complessivi 22,5Mld€. Sul bilancio del MIMIT, invece, non si sono registrati per quest'anno ulteriori interventi integrativi.

In figura 9 viene rappresentato il volume degli stanziamenti disponibili per gli investimenti sul Bilancio Integrato della Difesa – mettendo a fattor comune sia gli interventi sul settore investimento del bilancio della Difesa che sul bilancio del MIMiT - iLa ripartizione delle risorsen termini assoluti, in riferimento al triennio in corso.

Figura 9 - Riepilogo volumi finanziari disponibili per la programmazione dell'investimento della Difesa - triennio 2024-2026

 
Fonte: DPP 2024-2026
 

Nella parte seconda (pag. 2, tomo II) il DPP presenta i principali programmi d'investimento della Difesa.

È presente infatti la ripartizione delle risorse del Fondo a Legge di Bilancio 2024-2026 per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale tra i vari programmi e, in particolare, 1.824 M€ per programmi di previsto avvio e 20.676 M€ per programmi operanti, per un totale di 22.500 M€ (vedi figura 10).

La tabella in figura 10 riassume tali proposte di ripartizione.

Figura 10 - Interventi a favore dei programmi di previsto avvio e già operanti finanziati con le risorse del Fondo per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale (rifinanziamento LdB 2024)

Fonte: DPP 2024-2026 (Tomo II)

Funzione sicurezza del territorio

Con riferimento alla Funzione "Sicurezza del Territorio" - pertinente alle esigenze finanziarie dell'Arma dei Carabinieri - lo stanziamento previsionale per l'esercizio finanziario 2024 ammonta a circa 7.751 M€ mentre per il 2025 e 2026 si attesterà rispettivamente a 7.867,3 M€ e 7.856,7 M€

La tabella e il grafico sottostanteLe risorse assegnate mostrano l'ammontare delle risorse per il periodo 2018-2024 e la ripartizione delle spese per il 2024 tra personale (88,03%), esercizio (7,85%) e investimento (4,12%).

Figura 11 - Serie storica delle spese della Funzione Sicurezza del territorio ripartite per settori 2018-2024

Fonte: Elaborazione Servizio Studi Camera - Dipartimento Difesa su dati tratti dai DPP

Personale

Per il 2024 le risorse per il personale ammontano a 6.823,3 M€, suddivise tra la missione 5 "Difesa e sicurezza del territorio" e la missione 18 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente".

Per quanto concerne la missione 5, nel 2024 le risorse per il personale, pari a 6.370,1 M€ rappresentano la "traduzione", in valore finanziario, della spesa legata alle Le consistenze organicheconsistenze previsionali di personale militare con rapporto di impiego continuativo di impiego. Per gli anni 2025 e 2026, esse si attestano, rispettivamente, a 6.459,7M€ e 6.480,4M€.

 Per quanto attiene alla missione 18, le risorse per il personale, Risorse per il corpo forestalepari a 453,2 M€ per il 2024, salgono a 465,7M€ e 476,9M€ rispettivamente per gli anni 2025 e 2026.

Esercizio

Le risorsePer il 2024, le spese per il settore esercizio ammontano a 608,1 M€. Per quanto concerne la quota di stanziamento riferita alla missione 5 "Difesa e sicurezza del territorio", nel 2024 le risorse ammontano a 568,5 M€, attestandosi nel 2025 a 570 M€ e nel 2026 a 546,6 M€. Per la "missione 18", le risorse di esercizio ammontano, per il 2024, a 39,5 M€, con un andamento pressoché costante nel 2025 e nel 2026, con una dotazione rispettivamente di 40,3 M€ e 39,9 M€.

Investimento

Per il 2024 le somme assegnate al settore investimento Le risorse a bilancio e i fondi di investimento pluriennaliammontano complessivamente a 319,6 M€. Più nel dettaglio nell'ambito della "missione 5", nel 2024 le spese per l'Investimento sono pari a 312,5 M€, mentre per la "missione 18", le spese per l'investimento ammontano, per il 2024, a 7,2 M€.

Le disponibilità complessive nel settore sono comprensive delle integrazioni derivanti dai "fondi di investimento pluriennali" previsti dall'art. 1, commi 140, 623, 1072, 95, delle leggi di bilancio per gli anni 2017- 2018-2019, sui Fondi per altri investimenti della Difesa e sul "Fondo di potenziamento del parco infrastrutturale dell'Arma e GdF". L'Arma è inoltre benefi ciaria di circa 11,6M€ nell'ambito del Programma di Riqualifi cazione Energetica della Pubblica Amministrazione.  Le disponibilità complessive riconosciute a carattere pluriennale (periodo 2024-2036) funzionali ad assicurare le esigenze di ammodernamento e rinnovamento dell'Arma ammontano a 2.681,6 M€ (con esclusione delle risorse del Ministero dell'Interno e del MIMiT).


Le funzioni esterne

Le spese non direttamente collegate ai compiti istituzionali della Difesa si integrano con la struttura del bilancio dello Stato, articolato per Missioni e Programmi, per mezzo dell'aggregato finanziario delle Funzioni Esterne, relativo al soddisfacimento di specifiche esigenze regolate da leggi e decreti.

Le risorse assegnateLo stanziamento previsionale per il 2024 ammonta a 165,1 M€  in lieve incremento (+2,2 milioni di euro) sulle assegnazioni 2023. Per il biennio successivo gli stanziamenti previsionali diminuiscono a 139,9 M€ per il 2025 e 133,7 per il 2026.


La tipologia delle spese Si ricorda che le spese sono finalizzate a:
  • rifornimento idrico delle isole minori territorialmente inglobate nella Regione a statuto speciale Sicilia (24,5 milioni di euro nel 2024);
  • trasporto aereo di Stato e Sanitario di urgenza, per il trasporto in sicurezza delle alte cariche dello stato e per il soccorso di malati e traumatizzati gravi (36,31 milioni);
  • contributi all'Associazione della Croce Rossa Italiana per il funzionamento del Corpo Militare Volontario e del Corpo delle Infermiere Volontarie (3,91 milioni);
  • contributi all'Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO) (0,08 milioni);
  • contributi a Enti e Associazioni (1,62 milioni);
  • liquidazione d'indennizzi, contributi e spese accessorie connesse con l'imposizione di servitù militari (28,42 milioni);
  • adeguamento dei servizi per il traffico aereo civile in aeroporti militari aperti al traffico civile e radioassistenza sugli aeroporti minori (14,16 milioni);
  • esercizio del satellite meteorologico METEOSAT e partecipazione alla Organizzazione europea per lo sviluppo e l'esercizio di satelliti meteorologici (EUMETSAT) (56,09 milioni);
  • contributi per ammortamento mutui contratti dall'Istituto Nazionale Case per gli Impiegati Statali (INCIS) per la costruzione di alloggi (0,01 milioni).

Pensioni provvisorie del personale in ausiliaria

La categoria dell'ausiliaria comprende il personale militare che a seguito di cessazione dal servizio per raggiungimento del limite di età previsto per il grado rivestito o a domanda ha manifestato la propria disponibilità a prestare servizio nell'ambito del comune o della provincia di residenza presso l'amministrazione di appartenenza o altra amministrazione. Il particolare istituto, tipico del personale militare, compresa la Guardia di Finanza, è volto a remunerare vincoli ed obblighi (disponibilità al richiamo in servizio, divieto di svolgimento di altra attività lavorativa, ecc.) posti dal legislatore in capo a soggetti che abbiano già raggiunto i limiti d'età vigenti, ma ancora idonei sotto il profilo fisico-sanitario ed il cui trattamento ordinario, diversamente, sarebbe erogato dall'INPS. La norma devolve infatti la gestione del trattamento di ausiliaria all'Amministrazione della Difesa, dal momento che la mutabilità del trattamento economico durante il periodo di ausiliaria non consente la determinazione, in via definitiva, del trattamento di quiescenza all'atto della cessazione dal servizio effettivo.

Le risorse assegnatePer l'anno 2024 lo stanziamento previsionale ammonta a 419,5 M€, in aumento di 7,1 milioni rispetto al 2023. Per gli anni 2025 e 2026 gli stanziamenti previsionali si attestano rispettivamente a 419,5 e 498,3 M€.


Il Finanziamento delle missioni internazionali

Gli stanziamenti per le missioni internazionali destinati alla Difesa hanno avuto un andamento crescente, dal 2008 al 2011 in ragione dell'aumentato impegno del Paese, passando da un importo di 1.008 M€ ad un ammontare di 1.497 M€, per poi diminuire gradualmente fino ai 1.035 M€ del 2016. Dal 2017, a seguito dell'entrata in vigore della legge 145/2016, le esigenze del c.d. "Fuori Area" sono finanziate da un Fondo appositamente istituito nello stato di previsione del MEF. A partire da tale anno gli stanziamenti a favore della Difesa  hanno evidenziato un andamento costante con tendenza al rialzo a seguito dei maggiori impegni assunti in ambito internazionale, in particolare a seguito della crisi Ucraina per il potenziamento del fianco est della NATO, fino ad attestarsi a oltre 1,5 miliardi di euro nel 2024.
Per il 2024 il DPP evidenzia che:

  • la Fondo missioni internazionali nel 2022dotazione del Fondo missioni internazionali, comprensivo delle esigenze di tutti i Dicasteri interessati, è pari a 1.569,2 M€ (a legge di bilancio, di cui 1.500,0M€ di rifinanziamento e 69,2 M€ provenienti da leggi di bilancio precedenti), a cui vanno aggiunti circa ulteriori 25,5 M€ relativi ai versamenti eff ettuati dall'ONU per la partecipazione dell'Italia alle missioni sotto egida dell'ONU stessa che alimentano il richiamato Fondo del MEF. Per l'anno 2025 le risorse disponibili sono al momento pari a 300 M€;
  • l'intero volume finanziario del Fondo, insufficiente rispetto alle iniziali esigenze prospettate dalla Difesa, ha comportato la necessità di operare una ridefinizione dello sforzo complessivo da mettere in campo, rimandando l'impiego di ulteriori assetti o l'avvio di ulteriori nuove missioni alla possibilità di ricevere ulteriori finanziamenti attraverso interventi normativi successivi. Allo stato attuale, il fabbisogno rappresentato dalla Difesa non ancora affluito nelle previsioni di budget del Dicastero ammonta, per l'anno 2024, a 1.179,6 M€ (di cui 68,62 M€ riferiti al saldo dell'impianto programmatico 2023 esigibile nel 2024 e 1.111,01 M€ alle esigenze dell'impianto programmatico 2024 esigibile nell'anno stesso) e per il 2025 a 300,0M€.

Si ricorda che la citata legge 145/2016 (cd. "legge quadro") prevede una particolare procedura da seguire per l'avvio (e l'eventuale proroga) del personale al fine di assicurare il coinvolgimento dei poteri costituzionali, nell'ambito delle relative attribuzioni. La disciplina per l'autorizzazione e la proroga delle missioni internazionaliIl primo passaggio procedurale è rappresentato dalla delibera del Consiglio dei ministri in ordine alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali. Tale deliberazione dovrà essere adottata previa comunicazione al Presidente della Repubblica ed eventualmente convocando il Consiglio supremo di difesa, ove se ne ravvisi la necessità. Successivamente, le deliberazioni del Consiglio dei ministri dovranno essere comunicate alle Camere le quali tempestivamente le discutono e con appositi atti di indirizzo, secondo le norme dei rispettivi regolamenti, le autorizzano, per ciascun anno, eventualmente definendo impegni per il Governo, ovvero ne negano l'autorizzazione. Al fine di garantire la massima informazione in merito alle missioni in corso si prevede lo svolgimento di una apposita sessione parlamentare sull'andamento delle missioni autorizzate, da svolgere entro il 31 dicembre di ciascun anno. In particolare, entro tale data (31 dicembre) il Governo, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di concerto con il Ministro della difesa e con il Ministro dell'interno per la parte di competenza, presenta alle Camere, per la discussione e le conseguenti deliberazioni parlamentari, una relazione analitica sulle missioni in corso, anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno successivo, ivi inclusa la proroga della loro durata. Per quanto concerne, poi, il profilo finanziario connesso alla partecipazione del personale civile e militare alle missioni internazionali, è prevista l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un apposito Fondo, destinato al finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali, la cui dotazione è stabilita annualmente dalla legge di bilancio, ovvero da appositi provvedimenti legislativi. 

Sempre in merito alla legge quadro per le missioni internazionali, si ricorda che lo scorso 25 gennaio il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge di riforma della legge 145/2016. Il provvedimento è attualmente all'esame del Senato (cfr. infra). Tra l'altro, il ddl punta alla semplificazione della procedura per la ripartizione delle risorse tra le varie missioni all'estero mediante l'eliminazione della previsione dell'adozione di uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, sostituiti con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, e la soppressione dell'obbligo di previa acquisizione del parere parlamentare sugli schemi di decreto.

Per quanto concerne la procedura autorizzativa relativa al 2024, in virtù della situazione di crisi nel quadrante medio-orientale (in particolare nella Striscia di Gaza e nel Mar Rosso), le Camere hanno effettuato due distinte deliberazioni:

  • una per l'autorizzazione delle nuove missioni (relativa al Doc. XXV n. 2, che ha previsto l'avvio di tre nuove missioni internazionali per il 2024, autorizzate dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica il 5 marzo 2024),
  • una, successiva, per la proroga delle missioni in corso (relativa al Doc. XXVI, n. 2, che riguarda la proroga per l'anno 2024, autorizzata dalla Camera e dal Senato rispettivamente l'8 e il 14 maggio 2024).

Di conseguenza si sono resi necessari due distinti DPCM di riparto:

  • quello previsto dall'A.G. 151 relativo all'avvio di nuove missioni nel 2024, sul quale le Commissioni parlamentari hanno espresso il parere e che attualmente è in fase di perfezionamento;
  • quello attualmente in esame presso le competenti Commissioni parlamentari (A.G. n. 191), che riguarda la prosecuzione nel 2024 delle missioni e di altre attività, come gli interventi di cooperazione, già avviate.

Per approfondimenti sulla deliberazione e sull'iter parlamentare si rinvia al tema dell'attività parlamentare Autorizzazione e proroga delle missioni internazionali nel 2024.


Il bilancio della difesa in chiave NATO

Analogamente ai precedenti Documenti programmatici, il DPP 2024-2026 riporta dati in merito al bilancio della Difesa in chiave NATO (pag. 46-48), quale rappresentazione del bilancio elaborato in base a parametri e criteri indicati dall'Alleanza. Il DPP ricorda, infatti, che la Difesa è chiamata annualmente, in ambito internazionale, a fornire, secondo formati standardizzati, i propri dati  finanziari inerenti al budget e alla diversa allocazione delle risorse all'interno dello stesso. 

Per quanto attiene il complessivo volume finanziario da prendere a riferimento, il budget in chiave NATO si discosta dal bilancio della Difesa in quanto, rispetto a quest'ultimo si:

  • detrae l'intero importo della Funzione Sicurezza, presente nel bilancio della Difesa, ad esclusione della quota parte afferente al personale dell'Arma dei Carabinieri impiegabile presso i Teatri Operativi del Fuori Area;
  • detrae dalle Pensioni Provvisorie del Personale in Ausiliaria l'importo afferente all'Arma dei Carabinieri, a meno della quota parte impiegabile presso i Teatri Operativi;
  • aggiunge l'importo della spesa pensionistica del personale militare e civile sostenuta dall'INPS, includendo solo la quota deployable del personale dell'Arma dei Carabinieri;
  • aggiunge l'importo relativo al finanziamento di selezionati programmi della Difesa da parte del MIMiT (che risulta già incluso nel bilancio integrato della Difesa);
  • aggiunge il finanziamento relativo alla partecipazione del contingente militare italiano alle missioni internazionali (che risulta già incluso nel bilancio integrato della Difesa).
Tali dati, comparati con quelli forniti dalle altre Nazioni, vengono poi utilizzati  per la compilazione di statistiche, situazioni, schede, documenti e pubblicazioni allo scopo di fornire agli operatori del settore un valido strumento di approfondimento su tematiche quali il controllo degli armamenti, la risoluzione dei conflitti e la creazione di condizioni di sicurezza internazionale e pace durevole. Al riguardo si ricorda che nella Dichiarazione conclusiva  del Summit NATO tra Capi di Stato e di Governo, svoltosi in Galles, il 4 e 5 settembre del 2014, gli Stati membri dell'Alleanza hanno s I due impegni in materia di spese militari ottoscritto un impegno formale, relativo al raggiungimento di un obiettivo di spese militari in rapporto al Prodotto Interno Lordo (PIL). In base alla dichiarazione, le Nazioni NATO si sono impegnate affinché le rispettive spese nazionali per la Difesa convergano - in tempi definiti - verso riferimenti comuni, tra cui una spesa per la Difesa pari al 2% del PIL entro il 2024. Ulteriori impegni riguardano una quota per le spese dedicate agli investimenti in equipaggiamenti pari al 20% del complessivo delle spese per la difesa (corrispondente allo 0,4% del PIL). Gli impegni assunti dagli Stati membri dell'Alleanza si riassumono nelle "3 C": tendere, entro il 2024, al 2% delle spese per la difesa rispetto al PIL nazionale (" cash") e, contestualmente, al 20% delle spese per  l'investimento rispetto a quelle della difesa (" capabilities") nonché contribuire alle missioni, alle operazioni ed alle altre attività nel contesto NATO e nel più ampio alveo di sicurezza internazionale (" contributions").

La più recente previsione per il bilancio NATO 2024 ammonta a 31.957 M€.

Riguardo all'obiettivo del 2% (componente "cash") il DPP fa presente che l'Italia conferma l'obiettivo nazionale di conseguire progressivamente la percentuale di almeno il 2% delle spese per la difesa sul PIL nel 2028 e di aver presentato al riguardo, alla Ministeriale NATO di giugno, una situazione che evidenzia:

  • un incremento dei valori assoluti del Budget Difesa, coerentemente con il trend registrato dal 2019;
  • un poco significativo calo del rapporto budget per la difesa/PIL per il 2024, da imputare alle ultime stime in rialzo del PIL nazionale;
  • il soddisfacimento dei requisiti delle componenti Capabilities e Contribution.

Per quanto riguarda la componente Cash, il valore del budget Difesa/PIL, che nel 2023 si era attestato sull'1,50%, per il 2024 prevede una stima pari all'1,49%. Un dato in ulteriore calo si prevede nel 2025 e nel 2026, con una percentuale dell'1,44%.

Si confermano dunque le difficoltà nel conseguire gli impegni assunti sin dal 2014 con il Defence Investment Pledge, nonostante il rifinanziamento, per il quarto anno consecutivo, del "Fondo relativo all'attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di Difesa nazionale" che prevede una assegnazione in Legge di Bilancio 2024-2026 di 22,5Mld€ nei prossimi 15 anni, per favorire lo sviluppo dello Strumento con migliore spessore finanziario, stabilità e profondità temporale. Mentre nel 2024 23 Alleati conseguono il 2% del rapporto budget per la difesa/PIL, superandolo nella maggioranza dei casi, l'Italia rimane ancora lontana dal parametro del 2%.

Anche l'Investimento - rileva il DPP - risente ormai del sotto-finanziamento, collocandosi ben al di sotto della media dei Paesi NATO che superano il 30% del rapporto bugdet per l'investimento/budget per la difesa. E' comunque confermato il superamento della soglia del 20%, prevedendo prospetticamente valori pari al 22,08% per il 2024, al 24,30% per il 2025 e al 24,67% per il 2026. 

Il DPP fa presente che le stime non considerano, tra l'altro, il probabile rifinanziamento del Fondo investimenti per la difesa e inoltre, riguardo al trend negativo della componente "cash", sottolinea che il parametro è comunque previsionale e dovuto principalmente al fatto che il PIL Nazionale è previsto in crescita.

In merito ai contributi operativi ("contributions"), le Forze Armate italiane continueranno ad assicurare una signifi cativa partecipazione sia per quanto riguarda le operazioni e le attività della NATO, sia per le attività connesse alla postura di deterrenza e difesa.