Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Difesa
Titolo: Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali - anno 2024
Riferimenti: DOC N.2
Serie: Atti del Governo   Numero: 2
Data: 28/02/2024
Organi della Camera: IV Difesa, III Affari esteri

28 febbraio 2024

 

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali - anno 2024

 

Esame della deliberazione

del Consiglio dei ministri del 26 febbraio 2024

 

DOC. XXV - N. 2

 

 

 

 

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Dossier n. 247

 

 

 

 

 

 

 

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Atto del Governo-DOC n. 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DI0088

 


 

I N D I C E

 

§  Premessa......................................................................................................... 3

§  La procedura di autorizzazione della partecipazione italiana alle missioni internazionali.................................................................................................. 3

Schede di lettura

§  Scheda 13-bis/2024 (Operazione Levante).................................................. 11

§  Scheda 26-bis/2024 (Potenziamento dispositivi nazionali dell’Unione europea)........................................................................................................ 12

§  Scheda 34-bis/2024 (Partecipazione di personale di magistratura alla missione civile dell’Unione europea EUAM Ukraine - European Union Advisory Mission)......................................................................................... 17

 


Premessa

 

In data 26 febbraio 2024, il Consiglio dei ministri ha deliberato su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale:

a)  la prosecuzione delle missioni internazionali e delle iniziative di cooperazione allo sviluppo;

b)  l’avvio di tre nuove missioni internazionali per il 2024.

Il presente dossier reca le schede di lettura relative alle richiamate tre nuove missioni.

 

 

La procedura di autorizzazione della partecipazione italiana alle missioni internazionali

La partecipazione italiana alle missioni internazionali viene autorizzata dal Parlamento ai sensi della legge n. 145 del 2016 (c.d. "legge quadro sulle missioni internazionali"), che, al di fuori dei casi di dichiarazione dello stato di guerra, di cui agli dell’artt. 78 e 87, nono comma, della Costituzione, si applica per:

-      la partecipazione delle Forze armate, delle Forze di polizia ad ordinamento militare o civile e dei corpi civili di pace a missioni internazionali istituite nell’ambito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) o di altre organizzazioni internazionali cui l’Italia appartiene o comunque istituite in conformità al diritto internazionale, comprese le operazioni militari e le missioni civili di polizia e per lo stato di diritto dell’Unione europea (art. 1, comma 1);

-      l’invio di personale e di assetti, civili e militari, fuori del territorio nazionale, che avvenga secondo i termini della legalità internazionale, delle disposizioni e delle finalità costituzionali, in ottemperanza agli obblighi di alleanze o ad accordi internazionali o intergovernativi, o per eccezionali interventi umanitari (art. 1, comma 2).

Per le modalità procedurali di autorizzazione e finanziamento, la legge distingue tra l’avvio di nuove missioni (articolo 2) e la proroga delle missioni già in corso per l’anno successivo (articoli 3 e 4).

Per quanto concerne la partecipazione a nuove missioni il primo passaggio procedurale è un’apposita delibera del Consiglio dei ministri, da adottarsi previa comunicazione al Presidente della Repubblica ed eventualmente convocando il Consiglio supremo di difesa, “ove se ne ravvisi la necessità” (art. 2, comma 1). La deliberazione del Consiglio dei ministri dovrà essere comunicata alle Camere le quali tempestivamente (i) la discutono e (ii) con appositi atti di indirizzo, secondo le norme dei rispettivi regolamenti, autorizzano la/le missione/i, eventualmente definendo impegni per il Governo, ovvero ne negano l’autorizzazione.

Per ciascuna missione deve essere indicata l’area geografica di intervento, gli obiettivi, la base giuridica di riferimento, la composizione degli assetti da inviare, compreso il numero massimo delle unità di personale coinvolte, nonché la durata programmata e il fabbisogno finanziario per l’anno in corso.

Dovrà, inoltre, essere allegata la relazione tecnica sulla quantificazione dei relativi oneri, verificata ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 196/2009.

Per quanto attiene, invece, alla proroga delle missioni in corso, entro il 31 dicembre di ogni anno il Governo presenta alle Camere, una relazione analitica sulle missioni in corso, anche ai fini della loro prosecuzione per l’anno successivo. Le Camere esaminano i provvedimenti e approvano appositi atti di indirizzo, autorizzando singolarmente la prosecuzione delle missioni, eventualmente definendo impegni per il Governo.

La legge prevede che la discussione e il voto sulla relazione abbia luogo nell’ambito di un’apposita sessione parlamentare sull’andamento delle missioni autorizzate, da svolgere entro il 31 dicembre di ciascun anno (articolo 3).

Nella prassi, la tempistica prevista dalla legge 145/2016 è stata però raramente rispettata. Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un notevole ritardo nell’approvazione delle delibere governative, allungando ovviamente, a cascata, il processo di autorizzazione. La delibera per il 2019 è stata adottata dal Governo il 23 aprile dello stesso anno (invece del 31 dicembre 2018), nel 2020 il 21 maggio, nel 2021 il 17 giugno, nel 2022 il 15 giugno. Lo scorso anno la delibera è stata approvata il 1° maggio.

Anche la relazione analitica sulle missioni in corso deve essere accompagnata da un documento di sintesi operativa che riporti i dettagli attualizzati della missione. Anche la relazione analitica sulle missioni in corso dovrà essere corredata della relazione tecnica sulla quantificazione dei relativi oneri.

Per quanto concerne gli aspetti finanziari, l’articolo 4 della legge n. 145 del 2016 ha previsto l’istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, di un apposito Fondo, destinato al finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali, la cui dotazione è stabilita annualmente dalla legge di bilancio, ovvero da appositi provvedimenti legislativi (comma 1).

A tal proposito si segnala che nello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sul capitolo 3006/1 programma 5.8 (Fondo per le missioni internazionali di cui all’ articolo 4, comma 1 della legge n. 145 del 2016) sono appostati fondi, per il 2024, pari a 1.569 milioni di euro.

Entro sessanta giorni dalla data di approvazione degli atti di indirizzo delle Camere che autorizzano la partecipazione italiana alle missioni, con uno o più DPCM, adottati su proposta dei Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della difesa, dell’interno e dell’economia e delle finanze, le risorse del Fondo sono ripartite tra le missioni nei termini risultanti dalle relative deliberazioni parlamentari. Gli schemi di tali decreti, corredati di relazione tecnica esplicativa, sono trasmessi alle Camere ai fini dell'espressione del parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, entro venti giorni dall'assegnazione. Qualora il Governo non intenda conformarsi a tale parere, trasmette nuovamente i testi alle Camere con le proprie osservazioni e con eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione. In tal caso, i pareri definitivi delle Commissioni competenti per materia e per i profili finanziari sono espressi entro il termine di dieci giorni dalla data della nuova trasmissione; decorso tale termine, i decreti possono essere comunque adottati.

Fino all’emanazione dei decreti di riparto del Fondo, per la prosecuzione delle missioni in atto le amministrazioni competenti sono autorizzate a sostenere spese trimestrali determinate in proporzione alle risorse da assegnare a ciascuna missione. Il decreto legge n. 148 del 2017 ha novellato l’articolo 4 della “legge quadro” al fine di inserirvi una specifica disposizione (comma 4-bis), stabilendo che, fino all’emanazione dei decreti di riparto delle risorse del fondo, le amministrazioni interessate possano ottenere un’anticipazione di tesoreria non superiore al 75 per cento delle somme iscritte nel fondo missioni, tenuto conto delle spese quantificate nelle relazioni tecniche.

L’anticipazione del 75 per cento deve intervenire:

-        entro dieci giorni dalla data di presentazione alle Camere delle deliberazioni del Governo concernenti l’avvio di nuove missioni;

-        entro dieci giorni dalla data di approvazione degli atti di indirizzo delle Camere nel caso di prosecuzione di missioni in corso di svolgimento.

Ulteriori disposizioni della legge quadro regolano poi, il trattamento economico e assicurativo del personale impiegato nelle missioni internazionali e la normativa penale ad essi applicabile.

Durante la scorsa legislatura, con i decreti-legge n. 14 e n.169 del 2022 è stata operata una deroga alla procedura di autorizzazione appena esposta.

Il decreto-legge n. 14/2022, in particolare, approvato il 25 febbraio, il giorno successivo all’avvio dell’aggressione russa all’Ucraina), ha disposto:

a)   l’avvio di una nuova missione, consistente nella partecipazione, fino al 30 settembre 2022, di personale militare italiano alle iniziative della NATO per l’impiego della forza ad elevata prontezza, denominata Very High Readiness Joint Task Force – VJTF (tale partecipazione è poi stata prorogata al 31 dicembre 2022 dal d.l. n. 169/2022);

b)  la prosecuzione, fino al 31 dicembre 2022, della partecipazione di personale militare al potenziamento di quattro dispositivi della NATO sul fianco est dell’alleanza (Sorveglianza dello spazio aereo dell’Alleanza; Sorveglianza navale nell’area sud dell’Alleanza; Enhanced Forward Presence in Lettonia e Air Policing nello spazio aereo Nato).

Successivamente, la partecipazione ad alcune delle missioni di cui alla lettera b) è stata potenziata dalla delibera del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2022, contenente la relazione analitica delle missioni in corso, anche allo scopo della loro prosecuzione per l’anno successivo (cioè la procedura ordinaria prevista dalla legge 145/2016).

 

Si segnala che lo scorso 25 gennaio il consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge di riforma della legge 146 del 2016 (AS. 1020 https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/Ddliter/57950.htm ). Il comunicato di Palazzo Chigi sottolinea che il testo ha la finalità di rendere il procedimento di autorizzazione e finanziamento delle missioni internazionali italiane più snello e più rispondente alle rapide evoluzioni del contesto geo-politico internazionale.

Tali modifiche – si legge nella relazione illustrativa allegata al provvedimento - si inseriscono a pieno titolo nel quadro del più ampio processo di semplificazione normativa portato avanti dal Governo e, in sintesi, esse riguardano principalmente:

- la semplificazione della procedura per la ripartizione delle risorse tra le varie missioni all’estero mediante l’eliminazione della previsione dell’adozione di uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, sostituiti con decreti del Ministro dell’economia e delle finanze, e la soppressione dell’obbligo di previa acquisizione del parere parlamentare sugli schemi di decreto;

- la possibilità di prevedere in anticipo le possibili “interoperabilità” tra missioni della stessa area;

- l’individuazione di forze ad alta e altissima prontezza operativa, da impiegare all’estero al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza, prevedendo una procedura accelerata con decisione delle Camere entro cinque giorni dalla deliberazione del Consiglio dei ministri;

- l’aggiornamento delle tempistiche annuali (dal 31 dicembre al 31 gennaio) per la presentazione da parte del Governo alle Camere della relazione analitica sulle missioni in corso, anche ai fini della loro prosecuzione;

- l’implementazione dell’elenco degli acquisti e lavori che, in caso di necessità e di urgenza, possono essere eseguiti in economia da parte dei dicasteri introducendo ulteriori materiali e servizi.

 


Schede di lettura

 


Scheda 13-bis/2024
(Operazione Levante)

 

La scheda 13-bis/2024 prevede la partecipazione, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, di 192 unità di personale militare, 10 mezzi terrestri, una unità navale e una unità aerea al dispositivo militare, definito “Operazione Levante”.

A tal riguardo nella richiamata scheda il Governo fa presente che a seguito dello scoppio del conflitto Israele-Hamas, avvenuto il 7 ottobre 2023, “la Difesa italiana è stata chiamata a fornire contributi per fronteggiare una situazione che prefigura una potenziale escalation e impone un approccio integrato”.

 

Il contributo italiano all’ “Operazione Levante” è pertanto finalizzato a:

1.     trasportare beni di prima necessità a favore di civili;

2.     schierare un ospedale da campo e una unità navale con capacità sanitaria, in supporto alla popolazione civile;

3.     predisporre misure precauzionali per l’eventuale evacuazione di connazionali o l’”estrazione delle forze italiane dalla regione”;

4.     rafforzare la presenza nel Mediterraneo Orientale.

 

 Si precisa, inoltre, che il dispositivo in esame potrà interagire con altre missioni internazionali già attive ed in particolare con il dispositivo aeronavale “Mare sicuro”.

L’area geografica dell’Operazione è la seguente; Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza, Libano, Egitto, Giordania, Cipro, EAU, Qatar e regione del Mediterraneo Orientale

 

Il fabbisogno finanziario dell’Operazione, per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2024 è stimato in euro 3.213.780 euro.


 

Scheda 26-bis/2024
(Potenziamento dispositivi nazionali dell’Unione europea)

 

La scheda in esame riguarda “la proroga dell’impiego di un dispositivo multidominio in iniziative di presenza, sorveglianza e sicurezza nell’area del Mar Rosso e Oceano Indiano Nord-Occidentale”.

Il nuovo impegno operativo ricomprende alcune missioni già attive, cui nella delibera di autorizzazione per il 2023 erano dedicate singole schede, e missioni nuove.

Tra queste ultime la più significativa è la nuova operazione dell’Unione europea EUNAVFOR ASPIDES, avviata in occasione del Consiglio Ue dello scorso 19 febbraio.  

L’area geografica dei dispositivi che rientrano nella scheda in esame è la seguente: Mar Mediterraneo, Mar Rosso e Paesi rivieraschi, Golfo di Aden, Mar Arabico, bacino somalo, Canale del Mozambico, Oceano Indiano, Stretto di Hormuz, Golfo Persico, Golfo di Oman, Bahrain, Gibuti, Emirati Arabi Uniti e altri Paesi rivieraschi.

 

L’operazione EUNAVFOR ASPIDES

 

L’operazione Aspides (“Scudo” in lingua greca) è stata istituita per la durata di un anno, con l’obiettivo di proteggere le navi civile in transito davanti alle coste dello Yemen dagli attacchi provenienti dalla terraferma.

L'obiettivo dell’operazione – si legge nella scheda in esame – è contribuire alla salvaguardia della libera navigazione e alla protezione del naviglio mercantile in transito in un’area di Operazioni che include Mar Rosso, Golfo di Aden e Golfo Persico, con compiti eminentemente difensivi, estesi alla difesa del naviglio mercantile nella sola area prospiciente lo Yemen e nel Mar Rosso,

Il Consiglio Ue ha affidato ad ASPIDES i seguenti compiti:

a) garantire la conoscenza della situazione marittima e accompagnare le navi nell'area di operazione;

c) proteggere le navi da attacchi multi-dominio in mare, nel pieno rispetto del diritto internazionale, compresi i principi di necessità e proporzionalità.

I documenti preparatori del Consiglio UE affrontano il tema dei confini del diritto di auto-difesa e della differenza tra il compito di “accompagnamento” e quello di “protezione”. Da tali documenti emerge che gli assetti di Aspides, nel rispetto dei princìpi di necessità e proporzionalità, dovranno avere la capacità di neutralizzare i diversi tipi di minaccia alle navi commerciali in transito, che possono venire da droni e missili, senza escludere gli attacchi marittimi o aerei.

Il Comando operativo dell’operazione ha sede a Larissa in Grecia e il comandante è il commodoro greco Vasilios Griparis. Il Force commander (che guida le operazioni nel teatro operativo, a bordo della nave ammiraglia) è il contrammiraglio italiano Stefano Costantino.

Come per tutte le missioni e operazioni militari PSDC, il controllo politico e la direzione strategica spetterà al Comitato politico e di sicurezza (PSC), composto di rappresentanti degli Stati. Il Comitato militare UE, composto dai Capi di Stato maggiore, e il suo Presidente, dovranno svolgere un ruolo di interfaccia tra il comandante dell’operazione e il vertice politico.

Le “spese comuni” dell’operazione, il cui importo di riferimento è fissato a 8 milioni di euro, saranno a carico dello Strumento europeo per la pace (EPF), fondo fuori bilancio dell’UE (si tratta dello stesso fondo che rimborsa gli aiuti militari all’Ucraina). Il resto lo metteranno gli Stati nazionali, finanziando la propria partecipazione nazionale.

In occasione dell’audizione alle commissioni congiunte di Camera e Senato dello scorso 31 gennaio, il ministro della difesa, Crosetto, ha indicato che l’Italia metterà a disposizione una delle tre navi.

La nuova operazione dovrà coordinarsi strettamente con le altre iniziative presenti nell’area, in particolare con l’operazione UE Atalanta (che opera in un’area parzialmente sovrapposta), la missione multinazionale europea EMASOH e la coalizione Combined Marittime Forces. Così come per Atalanta, anche per Aspides sarà essenziale un efficace canale di comunicazione con le compagnie di navigazione, per assicurare una protezione tempestiva.

EUNAVFOR Aspides – si legge della decisione del Consiglio Ue che l’ha istituita - coopera con le autorità competenti degli Stati membri, con gli organi e gli organismi competenti dell'Unione, in particolare il Centro satellitare dell'Unione europea (Satcen), nonché con la missione militare dell'Unione europea volta a contribuire alla formazione delle forze di sicurezza somale (EUTM Somalia) e con la missione dell'Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Somalia (EUCAP Somalia). Inoltre, EUNAVFOR Aspides gode del sostegno del Centro dell'Unione europea di situazione e di intelligence per la raccolta delle informazioni necessarie allo svolgimento dei suoi compiti.

 

L'operazione EUNAVFOR Atalanta

 

ATALANTA è un'operazione esecutiva dell'Unione europea, avviata nel dicembre del 2008, con due compiti principali: fornire protezione alle navi di aiuti umanitari del Programma alimentare mondiale (WFP) diretti in Somalia e proteggere la libera navigazione delle navi mercantili transitanti nell'area geografica di intervento.

Tale area ricomprende: Mar Mediterraneo, Mar Rosso, Golfo di Aden, Mar Arabico, bacino somalo, Canale del Mozambico e Oceano Indiano. Tale area è stata estesa dalla decisione 2012/174/PESC del Consiglio dell'Unione europea nel senso di consentire, in presenza di determinate condizioni, azioni anche a terra (limitatamente a una definita fascia costiera).

Il quartier generale della missione (EU OHQ) attualmente ha sede a Rota (Spagna).

Fino al 2 marzo del 2022, Atalanta ha potuto esercitare i suoi compiti principali anche all'interno delle acque territoriali somale, in virtù di un mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Da quella data le attività anti-pirateria devono invece limitarsi alle acque internazionali. Il governo somalo si è infatti opposto al rinnovo della risoluzione delle Nazioni Unite, ritenendo raggiunti gli obiettivi dell'operazione e dichiarando la propria intenzione di farsi direttamente carico della sicurezza marittima delle proprie acque territoriali.

Tra i compiti secondari di Atalanta figurano l'implementazione dell'embargo alle armi nei confronti della Somalia (sancito dal Consiglio di sicurezza dell'ONU nel 2014) e il contrasto al traffico di stupefacenti al largo della Somalia. Compiti secondari non esecutivi sono la sorveglianza su altri fenomeni illeciti (pesca illegale, traffico di carbone da legna) e il supporto alle altre iniziative UE (a cominciare dalle missioni EUTM e EUCAP sulla terraferma somala) e internazionali.

Dal 12 dicembre 2022 Atalanta ha assunto la nuova denominazione di "operazione militare volta contribuire alla sicurezza marittima nell'Oceano Indiano occidentale e nel Mar Rosso".

Nel 2023 il Parlamento ha autorizzato l’operazione (scheda 24) con 198 unità di personale, 1 mezzo navale e 2 mezzi aerei, per un costo previsto di quasi 27 milioni di euro.

Il Comando dell’operazione è a Rota (Spagna). Dal 12 febbraio 2024 il Force Commander dell’operazione è il contrammiraglio Francesco Saladino.

 

L'operazione EMASOH/Agenor

 

Agenor è la componente militare di EMASOH (European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz), che non è una missione dell'UE, ma un'iniziativa multilaterale di singoli Stati membri (e paesi associati). La missione è stata avviata su proposta dalla Francia, a margine del Consiglio Affari esteri del gennaio 2020, e ha visto poi l'adesione di Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo e Norvegia, oltre che dell'Italia.

Il quartier generale della missione si trova nella base francese ad Abu Dhabi.

L'obiettivo della missione è salvaguardare la libertà di navigazione e la sicurezza delle navi in transito nello stretto di Hormuz, quadrante delicatissimo per il traffico commerciale e arteria essenziale per il trasporto di petrolio, minacciato dalle crescenti tensioni regionali.

I dispositivi aeronavali dei paesi che aderiscono all'iniziativa svolgono attività di presenza, sorveglianza e sicurezza per proteggere il naviglio mercantile nazionale (anche con attività di scorta); supportare il naviglio mercantile non nazionale (con attività di accompagnamento ma non protezione diretta); effettuare attività di ricognizione e raccolta informativa e rafforzare la cooperazione con gli altri assetti internazionali.

L'area geografica di intervento ricomprende: Stretto di Hormuz, Golfo Persico, Golfo di Oman, Mare Arabico, Golfo di Aden, Oceano Indiano, Mar Rosso.

L'iniziativa non ha un termine di scadenza predeterminato.

Il Parlamento ha autorizzato, per il 2023 (scheda 33) la partecipazione alla missione con un contingente massimo 200 unità di personale, 1 mezzo navale e 3 mezzi aerei, per un costo previsto di 19.702.823 euro.

In aggiunta al previsto dispositivo, a protezione degli interessi nazionali, potranno essere impiegati gli assetti aerei nazionali presenti nell'ambito della Coalizione anti Daesh.

 

Presenza e sorveglianza nell’ambito dell’iniziativa a guida USA Combined Maritime Forces CMF

La Combined Maritime Forces – si legge nella scheda in esame - è una forza marittima multinazionale che opera nelle acque medio-orientali di Mar Rosso, Oceano Indiano e Golfo Persico, e il cui scopo è di migliorare la sicurezza marittima nella regione. Il personale nazionale riveste, in aggiunta alle altre funzioni (tra cui il contributo nelle attività di capacity building nei paesi inclusi nella propria area di operazioni), ruoli di staff, anche imbarcato. La sede del Comando è in Bahrain, presso le strutture del Comando Americano di USNAVCENT.

Si segnala che ad aprile l’Italia assumerà il Comando della Combined Task Force CTF-153, che opera nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden.

 

La scheda in esame ricomprende anche i seguenti due ulteriori impegni operativi (che non vengono ulteriormente dettagliati):

- attività di presenza e sorveglianza navale nelle acque internazionali del Canale del Mozambico di interesse strategico nazionale;

- attività di presenza e sorveglianza a tutela degli interessi nazionali nell’area (che deve intendersi quella complessiva dei diversi impegni), anche svolte in coordinamento con iniziative multilaterali e/o di organizzazioni internazionali.

 

L’impegno complessivo, per tutte le missioni indicate nella scheda in esame, è il seguente:

-   fino a 642 unità di personale;

-   3 mezzi navali;

-   5 mezzi aerei.

 

Il fabbisogno finanziario è di euro 42.550.121, di cui 10.650.000 esigibili nel 2015.


 

Scheda 34-bis/2024
(Partecipazione di personale di magistratura alla missione civile dell’Unione europea EUAM Ukraine - European Union Advisory Mission)

 

La scheda n. 34-bis/2024 riguarda una missione internazionale in Europa con cui viene disposta la partecipazione di personale di magistratura alla missione civile dell’Unione europea EUAM Ukraine (European Union Advisory Mission). Si tratta di una missione che l’Italia aveva già istituito nel 2021, come risulta dal Doc. XXV n. 4 della XVIII legislatura, e che non era stata rinnovata per gli anni successivi.

Istituita a seguito della crisi ucraina il 22 luglio 2014 con la decisione 2014/486/PESC del Consiglio dell’Unione europea, modificata, da ultimo, con la decisione (PESC) 2021/813 del Consiglio, del 20 maggio 2021, la missione civile non armata e senza compiti esecutivi dell’Unione europea EUAM Ukraine ha iniziato le operazioni il 1º dicembre 2014. Il suo obiettivo generale è sostenere l'Ucraina nello sviluppo di servizi di sicurezza sostenibili, responsabili ed efficienti che rafforzino lo Stato di diritto; essa risulta così incentrata principalmente su tre questioni traversali: i diritti umani e di genere, il buon governo e la lotta alla corruzione.

A sostegno degli impegni assunti dall'Ucraina per le riforme del settore della sicurezza, la missione civile in esame si propone di offrire ai competenti organi ucraini tutoraggio e consulenza per elaborare rinnovate strategie in materia di sicurezza e mettere quindi in atto opportuni sforzi di riforma globali e coerenti, al fine di:

·       creare un quadro concettuale per la pianificazione e l'attuazione di riforme che porti a servizi di sicurezza sostenibili in grado di garantire lo stato di diritto, in modo tale da contribuire a rafforzarne la legittimità e accrescere la fiducia dell'opinione pubblica, nel pieno rispetto dei diritti umani e coerentemente con il processo di riforma costituzionale;

·       riorganizzare e ristrutturare i servizi di sicurezza in modo da ripristinare il controllo e la responsabilità su di essi.

Nell'ambito del proprio mandato iniziale la missione presta assistenza nel processo operativo della riforma del settore della sicurezza civile, sostenendo la rapida preparazione e attuazione delle misure di riforma.

Il personale dell'EUAM Ucraina è costituito da personale distaccato dagli Stati membri, dalle istituzioni dell'Unione o dal Servizio Europeo per l'Azione Esterna (SEAE).

Tutti i costi connessi alla partecipazione del personale distaccato sono a carico dell’istituzione o dello Stato membro di rispettiva appartenenza, incluse le spese di viaggio per e dal luogo di schieramento, gli stipendi, la copertura sanitaria e le indennità. L'EUAM Ucraina ha tuttavia la facoltà di assumere personale internazionale e locale su base contrattuale se le mansioni richieste non possono essere fornite da personale distaccato dagli Stati membri.

Lo status dell'EUAM Ucraina e del relativo personale compresi, se del caso, i privilegi, le immunità e le altre garanzie necessarie ai fini del compimento e del buon funzionamento dell'EUAM Ucraina, è oggetto di un accordo concluso ai sensi dell'articolo 37 TUE e secondo la procedura di cui all'articolo 218 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea., concluso in data 21 novembre 2014 fra l’Unione europea e l’Ucraina.

L’Italia parteciperà a tale missione con l’invio di 1 unità di personale della magistratura, per un fabbisogno finanziario pari a 66.543 euro.

La missione decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024.