Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Cultura
Titolo: Rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2021-2023, con riferimento alla regione Emilia-Romagna
Riferimenti: SCH.DEC N.35/XIX
Serie: Atti del Governo   Numero: 35
Data: 29/03/2023
Organi della Camera: VII Cultura


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Rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2021-2023, con riferimento alla regione Emilia-Romagna

29 marzo 2023
Atti del Governo


Indice

Premessa|Presupposti normativi|Contenuto|


Premessa

Il presente provvedimento (atto del Governo 35), composto di un solo articolo, reca lo schema di decreto ministeriale recante rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2021-2023, con riferimento alla regione Emilia-Romagna.

Di seguito, si procederà a una breve ricostruzione del quadro normativo di riferimento, per poi analizzare nel merito i contenuti dell'atto.


Presupposti normativi

L'atto in esame è stato trasmesso ai sensi dell'art.1, commi 9 e 10, della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità per il 2015).

In particolare, il comma 9, al fine di assicurare risorse stabili alla tutela del patrimonio culturale (esigenza direttamente discendente dall'art. 9 della Costituzione), ha istituito nello stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (oggi Ministero della cultura) il Fondo per la tutela del patrimonio culturale, con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2016 al 2020.

Tale fondo è stato successivamente rideterminato nel suo ammontare:

- in riduzione, ai sensi dell'art. 14, comma 4, del D.L. n. 109 del 2018, che ha destinato 10 milioni di euro del fondo a una distinta finalità, consistente nel piano straordinario nazionale di monitoraggio e conservazione dei beni culturali immobili;

- in aumento, con i rifinanziamenti disposti ai sensi dell'art.1, comma 95, della legge n. 145 del 2018 (legge di bilancio per il 2019), della seconda sezione della legge n. 178 del 2020 (legge di bilancio 2021), nonchè della seconda sezione della legge n. 234 del 2021 (legge di bilancio 2022). La seconda sezione della legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio 2020) ha, inoltre, definanziato il Fondo di cui al citato art. 1, comma 95 della legge n. 145 del 2018 (cosiddetto Fondo investimenti, allocato presso il MEF e ripartito tra le diverse amministrazioni dello Stato), di 21 milioni di euro annui sino al 2031.

Le somme rispettivamente stanziate sul capitolo 8099, pg. 1 (Fondo per la tutela del patrimonio culturale) e pg. 3 (quota ripartita del Fondo investimenti), al momento della predisposizione della programmazione 2021-2023, sono riepilogate nella tabella seguente.

Il comma 10, dell'art. 1 della legge n. 190 del 2014 dispone infatti che le risorse del Fondo sono utilizzate nell'ambito di un programma triennale che il MIC trasmette al Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile - CIPESS, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.

Si ricorda che il CIPE, cui fa riferimento testuale tale disposizione, ha assunto la denominazione di CIPEES - a decorrere dal 1° gennaio 2021 - ex art. 1- bis del decreto-legge n. 111 del 2019.

Il programma individua gli interventi prioritari da realizzare, le risorse agli stessi destinate e il relativo cronoprogramma, definendo contestualmente le modalità di definanziamento in caso di mancata attuazione degli interventi programmati.

Il comma 10 prescrive inoltre che il programma deve essere attuato in coerenza con il D.LGS. 228/2011 e il D.LGS. 229/2011, che contengono, il primo, disposizioni in materia di valutazione degli investimenti relativi alle opere pubbliche e, il secondo, la disciplina delle procedure per il monitoraggio sullo stato di attuazione delle opere pubbliche, nonché per la verifica dell'utilizzo dei finanziamenti nei tempi previsti.

Seguendo la procedura prevista per la predisposizione del programma triennale, gli ultimi schemi di rimodulazione dello stesso - come il provvedimento in esame - sono stati trasmessi al Parlamento per il parere.

 

Entro il 31 gennaio di ciascun anno, è trasmesso al CIPESS il programma aggiornato, corredato della puntuale indicazione dello stato di attuazione degli interventi, in termini di avanzamento fisico e finanziario.

Il programma triennale 2021-2023

Il programma triennale 2021-2023 del Fondo per la tutela del patrimonio culturale, che il presente provvedimento intende modificare - pur limitatamente ad un solo intervento relativo alla Regione Emilia-Romagna - è stato adottato con il decreto ministeriale n. 450 del 16 dicembre 2021. Tale decreto è stato emanato a seguito della presentazione al Parlamento, nella scorsa legislatura, dell'atto del Governo 324, sul quale hanno espresso il proprio parere le Commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato.

 Nello specifico, la VII Commissione cultura della Camera aveva espresso, il 9 dicembre 2021, parere favorevole sullo schema di programma, con la condizione che il Ministero della cultura accelerasse il processo di reclutamento del personale già programmato, e predisponesse un nuovo piano assunzionale, in considerazione delle proiezioni di organico dei prossimi anni e con l' osservazione che fosse auspicabile, nelle future programmazioni, un incremento della dotazione del Fondo per la tutela del patrimonio culturale, in modo tale da poter finanziare la totalità, o quasi, dei progetti presentati e finanziabili. La 7^ Commissione del Senato istruzione e beni culturali aveva espresso, il 30 novembre 2021, parere favorevole con le seguenti osservazioni: considerato che la prima annualità del triennio della programmazione è il 2021, anno che si avvia alla conclusione, si segnala l'esigenza di anticipare, per il futuro, l'iter di definizione del programma per l'utilizzazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale; si ribadisce al Governo l'invito, già formulato in occasione dell'esame del precedente schema di decreto, a valutare l'opportunità di integrare il decreto in titolo e il relativo allegato con il cronoprogramma degli interventi inseriti; preso atto che il decreto in esame - a differenza del precedente - reca una disposizione ad hoc per il definanziamento degli interventi per i quali, entro 24 mesi dall'assegnazione del relativo stanziamento, non sia stato individuato il contraente da parte della stazione appaltante, si invia il Governo a considerare anche il caso in cui, pur essendo stato individuato il contraente nei termini, l'intervento non sia comunque attuato; si invita infine il Governo a garantire un monitoraggio qualitativo efficace degli interventi, informando le Commissioni parlamentari dei relativi esiti, nonché ad armonizzare tutti gli interventi che tutelano e valorizzano i beni culturali soprattutto con riferimento ai territori più vulnerabili.

Per un approfondimento su tale programma triennale, si rinvia all'apposito dossier predisposto sul relativo schema di decreto.

Il programma triennale 2022-2024

Si ricorda, che, da ultimo, nella scorsa legislatura, è stato adottato il decreto ministeriale n. 289 del 18 luglio 2022, il quale reca il successivo programma triennale 2022-2024 del Fondo per la tutela del patrimonio culturale.

Sullo schema del predetto decreto ministeriale ( atto del Governo 394) era stato precedentemente espresso parere favorevole, da parte della VII Commissione cultura della Camera dei deputati, il 29 giugno 2022, con l'ossservazione che il Governo valutasse, per il futuro, un incremento dei fondi destinati alla tutela del patrimonio culturale al fine di ridurre il divario tra il numero delle richieste di intervento e l'ammontare degli stanziamenti. Dal canto suo, la 7^ Commissione del Senato istruzione e beni culturali aveva espresso, il 5 luglio 2022, parere favorevole su tale programmazione 2022-2024 con le seguenti osservazioni: si esprime l'auspicio che la trasmissione alle Camere dell'annuale schema di approvazione del programma per l'utilizzazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale possa essere, in futuro, ulteriormente anticipata; si ribadisce l'invito al Governo, già formulato in anni precedenti, a integrare il decreto in titolo con il cronoprogramma degli interventi di cui all'articolo 1, comma 10, della legge n. 190 del 2014; si invita il Governo ad impegnare maggiori risorse umane e finanziarie per la tutela del patrimonio culturale e a garantire il monitoraggio qualitativo degli interventi, informando le Commissioni parlamentari degli esiti degli interventi di tutela del patrimonio culturale.

Per un approfondimento su quest'ultimo programma triennale, si rinvia all'apposito dossier predisposto sul relativo schema di decreto.


Contenuto

Lo schema di decreto ministeriale in esame propone una rimodulazione – senza oneri aggiuntivi – del programma triennale relativo alle annualità 2021-2023, per la regione Emilia-Romagna, per un importo complessivo pari a € 98.000.

Al riguardo, si rileva che, contestualmente allo schema di decreto in oggetto, sono stati presentati gli schemi AG 33 e AG 34 concernenti la rimodulazione del DM 4 giugno 2019 per le annualità 2019-2020, con riguardo, rispettivamente, alla regione Puglia e alla regione Toscana e AG 36 in relazione alla regione Lazio, concernente la rimodulazione del DM 16 dicembre 2021 per le annualità 2021-2023, oggetto di distinti dossier.

In particolare, si propone che, nell'ambito dell'intervento, relativo all'esercizio finanziario 2021, concernente l'Archivio di Stato di Ravenna, le risorse destinate all'"Acquisizione Certificato prevenzione incendi (CPI): conclusione progettazione ed esecuzione" siano, invece, destinate alla "Revisione bombole di azoto impianto spegnimento automatico" (non presente tra gli interventi prima della proposta di rimodulazione in esame).

Nello specifico, lo schema di decreto riporta la suddetta rimodulazione:

                                                                                                                                                                                (euro)

La premessa dello schema e la relazione che accompagna lo stesso evidenziano che la proposta di rimodulazione è stata avanzata dallo stesso Archivio di Stato di Ravenna al Segretariato generale per l'Emilia-Romagna, il quale l'ha presentata alla Direzione generale Archivi del MIC, cui afferisce l'istituto.

 

A sua volta, la Direzione generale Archivi ha sottoposto la proposta di rimodulazione al Comitato tecnico scientifico per gli Archivi che ha espresso parere favorevole alla rimodulazione.

 

Allo schema sono allegati vari documenti ministeriali istruttori, in uno dei quali l'Archivio di Stato di Ravenna comunica che "il lavoro individuato come acquisizione CPI del deposito archivistico al servizio dell'Archivio di Stato di Ravenna è già stato finanziato in altre programmazioni". I competenti uffici del MIC hanno comunicato che il predetto finanziamento è quello di cui al decreto direttoriale del Ministero della cultura n. 1026 dell'11 maggio 2021, con il quale, in particolare, sono stati impegnati € 90.024 a favore dell'Archivio di Stato di Ravenna per "Interventi di adeguamento impiantistico finalizzati al rilascio del CPI".

Si ricorda che, da quando è stata adottata la programmazione 2021-2023 (AG 324, trasfuso nel DM 16 dicembre 2021), era stato presentato, finora, al termine della scorsa legislatura (l'assegnazione è del 3 agosto 2022), un solo schema di rimodulazione di risorse riferito ad alcuni interventi relativi alla regione Lazio (atto del Governo n. 408). Le Commissioni parlamentari competenti, allora, non si erano espresse su tale provvedimento ed è stato quindi emanato il decreto ministeriale n. 339 del 13 settembre 2022, decorsi i termini per l'espressione del parere.

Tale provvedimento di rimodulazione di cui al DM 339/2022, in sintesi, è stato adottato destinando i fondi relativi ai lavori di "Manutenzione straordinaria e restauro dei mosaici e degli apparati decorativi degli ambienti romani sottostanti alla chiesa" della Basilica di San Cesareo de Appia in Roma, oggetto già di altri interventi, a favore della messa in sicurezza e dell'accessibilità delle superfici murarie del Passetto di Borgo di Castel Sant'Angelo in Roma, necessari per la fruizione pubblica dell'intera aria del passetto, per un importo pari a € 500.000 complessivi nel triennio 2021-2023.