Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa) |
|
---|---|
Autore: | Servizio Controllo parlamentare - Servizio Controllo parlamentare |
Titolo: | I provvedimenti attuativi delle leggi - Monitoraggio e controllo - XIX Legislatura - Novembre 2024 |
Serie: | L'attività di controllo parlamentare Numero: 6 |
Data: | 26/11/2024 |
Organi della Camera: | Assemblea |
Camera dei deputati
XIX LEGISLATURA
I PROVVEDIMENTI ATTUATIVI DELLE LEGGI
MONITORAGGIO E CONTROLLO
Numero 6 –Novembre 2024
SERVIZIO PER IL CONTROLLO PARLAMENTARE
A cura del Servizio per il Controllo Parlamentare ( 06.6760-3381/3206– * sgcp_segreteria@camera.it
|
______________________________________________________________ |
La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera è destinata alle esigenze di documentazione interna per l’attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte. |
Indice
1. Linee d’indirizzo in tema di provvedimenti attuativi
Il nuovo Protocollo d’intesa tra DPG e RGS
2.. Quadro di sintesi dei provvedimenti attuativi del Governo Meloni
FOCUS – L’Ottava Relazione del Governo Meloni
FOCUS – I provvedimenti attuativi previsti dalle Leggi di bilancio 2023 e 2024
FOCUS – I provvedimenti attuativi previsti dal disegno di legge di bilancio per il 2025
3.. I provvedimenti attuativi relativi alla XVIII Legislatura
4.. Quadro di sintesi del monitoraggio
La tipologia dei provvedimenti
5.. La classificazione per Aree tematiche e il contenuto degli Allegati
Il presente dossier reca il monitoraggio dei provvedimenti attuativi (DPR, DPCM, DM, provvedimenti dei direttori delle Agenzie, ecc.) previsti da leggi ed atti aventi forza di legge approvati a partire dalla XVIII Legislatura che risultano ancora da adottare alla data del 1° novembre 2024.
In questo numero, si segnalano l’illustrazione dei più recenti indirizzi adottati dal Governo al fine di contenere il numero dei provvedimenti attuativi (cfr. par. 1), nonché un nuovo focus dedicato ai profili attuativi del disegno di legge di bilancio per il 2025, corredato da un Allegato recante la descrizione dei singoli provvedimenti di carattere secondario ivi previsti.
Come di consueto, è stato aggiornato, rispetto alla precedente edizione del dossier, il quadro dei provvedimenti di normazione secondaria o comunque attuativi previsti da iniziative legislative governative, nonché da leggi di iniziativa parlamentare.
Al fine di agevolarne l’analisi, i provvedimenti attuativi ancora da adottare sono classificati, negli Allegati al dossier, in base alla specifica politica pubblica entro la quale gli stessi si inquadrano, seguendo, di norma, la ripartizione per Aree tematiche adottata nel Portale della documentazione della Camera dei deputati.
In particolare, negli Allegati sono indicati, articolati in base alle suddette Aree tematiche, i provvedimenti attuativi che alla data del 1° novembre 2024 risultano ancora da adottare. Per ciascuno di essi sono riportati la fonte normativa, le amministrazioni competenti all’adozione, la tipologia, l’oggetto, la natura (di origine governativa o parlamentare), nonché i termini, i pareri e i concerti di altre amministrazioni eventualmente previsti.
Il monitoraggio contenuto nel presente dossier è effettuato sulla base delle informazioni rinvenibili nella banca dati curata dal Dipartimento per il programma di Governo della Presidenza del Consiglio dei ministri, verificate ed integrate con le risultanze delle banche dati legislative della Camera dei deputati e di altre fonti aperte.
L’Esecutivo Meloni sta proseguendo l’attività di smaltimento dello stock dei provvedimenti attuativi ereditati dai Governi che si sono succeduti nella precedente Legislatura, unitamente a quelli derivanti da proprie iniziative legislative predisposte con l’intento di limitare il ricorso ad atti di natura secondaria, rendendo quanto più possibile “autoapplicative” le disposizioni deliberate.
Tale obiettivo, volto a rendere tempestivamente efficaci le previsioni legislative introdotte e immediatamente disponibili le eventuali risorse finanziarie ad esse associate, è stato ribadito anche nell’Ottava Relazione sul monitoraggio dei provvedimenti legislativi e attuativi elaborata dal Dipartimento per il programma di Governo della Presidenza del Consiglio dei ministri, nella quale viene tra l’altro evidenziato l’andamento crescente del tasso di adozione dei provvedimenti attuativi di iniziativa del Governo in carica e di quelli di iniziativa governativa della XVIII Legislatura (sul punto cfr., oltre, il relativo focus).
Dal punto di vista metodologico, il Governo ha dato maggior rilievo e priorità all’adozione di quei provvedimenti attuativi che comportano lo “sblocco” di risorse finanziarie, in particolare a quelli che rendono disponibili risorse uguali o superiori a 10 milioni di euro, il cui tasso di adozione risulta pertanto superiore di oltre 13 punti percentuali rispetto a quello registrato per i provvedimenti che non prevedono valori finanziari, analogamente a quanto riscontrato per i provvedimenti che non prevedono concerti e/o pareri, che presentano un tasso di adozione di circa 11 punti percentuali superiore a quello registrato per i provvedimenti che necessitano almeno di un concerto o parere.
L’Esecutivo ha inoltre messo in atto un’opera di ricognizione dello stock di decreti pendenti, volta a individuare i provvedimenti attuativi per i quali sono venuti meno i presupposti di adottabilità, prevedendo di conseguenza l’abrogazione espressa delle relative norme autorizzative nell’ambito del disegno di legge recante “Disposizioni per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese” attualmente all’esame del Senato (A.S. 1184). Tale linea d’indirizzo dovrebbe consentire di pervenire ad un quadro dei provvedimenti attuativi pendenti più realistico, circoscrivendo al contempo la prassi di espungere dalla banca dati del Governo i provvedimenti attuativi ancora formalmente previsti da norme vigenti, ma ritenuti superati in via di fatto in virtù di molteplici ragioni (ad es. abrogazioni implicite, normative sopravvenute, venir meno degli stanziamenti finanziari, ecc.).
Nell’ambito dell’impegno profuso dal Governo al fine di limitare il ricorso alla normativa di carattere secondario, si segnala che è stato recentemente adottato il DPCM del 30 ottobre 2024, che integra la disciplina relativa ai tempi e modalità di effettuazione dell’Analisi tecnico-normativa (ATN), contenuta nella direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 settembre 2008, con specifiche indicazioni volte ad incentivare l’adozione di norme autoapplicative e circoscrivere il rinvio a provvedimenti attuativi.
In particolare, è stato introdotto un criterio di redazione in base al quale qualora sia necessario, per l’implementazione di una disciplina di rango primario, ricorrere all’adozione di provvedimenti successivi attuativi, l’ATN dovrà dare conto dei motivi per i quali non è possibile esaurire la disciplina con la normativa primaria proposta.
Al fine di tradurre e meglio specificare sul piano operativo tale innovazione, il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha emanato la circolare applicativa n. 9916 del 14 novembre 2024, con la quale ha fornito agli Uffici legislativi dei Ministeri alcuni criteri da seguire nella redazione degli atti normativi di rango primario.
Nella circolare viene anzitutto specificato come sia necessario evitare che il “ricorso ad atti attuativi costituisca il rimedio ad una non adeguata progettazione della legislazione primaria o sia considerabile come sintomo di incertezze su scelte non approfonditamente ponderate o su coperture finanziarie non esattamente quantificate, così da rimandare ad atti successivi non solo elementi di dettaglio, quanto vere e proprie decisioni sostanziali determinanti per l’impianto complessivo del provvedimento”.
In tale prospettiva, il rinvio a provvedimenti attuativi dovrebbe “intendersi giustificato solo quando la complessità, anche tecnica, della disciplina introdotta esige una sua attuazione con fonte di rango secondario”.
Ciò premesso, la circolare suggerisce in particolare agli Uffici legislativi dei Ministeri di seguire nella redazione degli atti normativi di rango primario i seguenti criteri:
· prioritariamente, introdurre norme immediatamente precettive e tendenzialmente auto-applicative, evitando il ricorso a disposizioni di principio o programmatiche prive di reale efficacia innovativa dell’ordinamento;
· valutare il ricorso - specialmente laddove la normativa attuativa abbia contenuto prevalentemente tecnico - agli allegati all’atto normativo; sul punto la circolare evidenzia come utilizzando la tecnica normativa impiegata nel Codice dei contratti pubblici sia possibile preservare le esigenze di chiarezza del testo normativo, rimandando agli allegati le disposizioni attuative e di dettaglio, che avrebbero così la caratteristica di entrare in vigore contestualmente al testo normativo e di rendere il provvedimento immediatamente operativo, senza necessità di atti attuativi eventualmente richiedenti il concerto di altre amministrazioni;
· evitare il rinvio ad atti secondari per l’attuazione delle norme primarie, qualora essa possa essere affidata ad atti amministrativi generali di indirizzo, che peraltro non necessitano di una previsione in norma primaria che ne specifichi modalità e tempistiche;
· escludere, in particolar modo, il rinvio ad atti attuativi all’interno di disposizioni inserite in un decreto-legge, potendo questa previsione in concreto risultare indice sintomatico della carenza dei presupposti di necessità e urgenza di cui all’art. 77 della Costituzione.
Infine, la circolare specifica che, laddove sia ritenuto necessario procedere comunque al rinvio ad atti secondari, tale rinvio dovrà essere operato definendo con congruità ambito, criteri, tempistiche e, con precisione, lo specifico procedimento e gli organi per esso competenti, valutando attentamente la natura normativa o non normativa dell’atto cui si fa rinvio. Viene inoltre ritenuto opportuno che la norma primaria preveda l’espressione dei concerti solo nei casi di effettivo coinvolgimento di funzioni attribuite ad altre amministrazioni.
Da ultimo, si segnala la sottoscrizione, il 29 luglio 2024, di un nuovo Protocollo di intesa tra il citato Dipartimento per il programma di Governo (DPG) e il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato (RGS), che ridetermina gli indicatori comuni tra i ministeri volti a misurare l’efficacia, l’efficienza e la tempestività delle Amministrazioni nell’emanazione dei provvedimenti di attuazione degli atti legislativi.
In particolare, il Protocollo prevede l’elaborazione di alcuni indicatori, utili alla compilazione delle note integrative al bilancio dello Stato, sul grado di emanazione dei provvedimenti attuativi previsti da disposizioni legislative quali: la capacità di attuazione dei provvedimenti con scadenza nell’anno di riferimento e successivi (Indicatore 1); la capacità attuativa entro i termini di scadenza (Indicatore 2); la capacità attuativa dei provvedimenti scaduti negli anni precedenti a quello di riferimento (Indicatore 3); la capacità di utilizzare risorse finanziarie collegate ai provvedimenti attuativi (Indicatore 4).
Il Protocollo, che dopo una sperimentazione da condurre nel 2025 si applicherà a regime a partire dal ciclo di programmazione del bilancio 2026-2028, prevede inoltre che i due citati Dipartimenti esplorino modalità per incoraggiare l’adozione di indicatori, anche di outcome, comuni a tutte le Amministrazioni centrali, atti a rappresentare, all’interno delle note integrative, le attività svolte dagli uffici di diretta collaborazione dei ministri in tema di adozione dei provvedimenti attuativi previsti dalle disposizioni legislative, fornendo, in coerenza, eventuali obiettivi alle amministrazioni.
Il DPG e la RGS collaboreranno altresì per individuare ulteriori iniziative comuni per favorire una maggiore focalizzazione delle note integrative al bilancio sugli obiettivi del programma di Governo e una maggiore integrazione tra ciclo del bilancio e ciclo di programmazione strategica, anche in riferimento all’avvio di progetti pilota di valutazione delle politiche pubbliche che si servano di indicatori di output, di performance e di outcome come ulteriore strumento di analisi dell’attuazione del programma di Governo.
In merito agli esiti del monitoraggio, alla data del 1° novembre 2024 i provvedimenti attuativi previsti da disposizioni legislative approvate su iniziativa del Governo Meloni, al netto di quelli superati da normativa successiva, sono pari a 807, di cui 405 provvedimenti già adottati e 402 da adottare. Rispetto al dossier aggiornato al 1° maggio 2024, il numero dei provvedimenti adottati ha superato quello dei provvedimenti da emanare.
Tra i 405 provvedimenti già adottati, il maggior numero è stato emanato dal Ministero dell’economia e delle finanze (86), seguito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (32) e dal Ministero dell’interno (31).
Da un’analisi per singolo intervento legislativo, risulta che tra i provvedimenti adottati 130 (circa il 32,1 per cento) sono stati emanati in attuazione delle leggi di bilancio approvate nella XIX Legislatura. In particolare, 91 atti sono stati emanati in attuazione della Legge di bilancio per il 2023, mentre in attuazione della Legge di bilancio per il 2024 sono stati adottati 29 provvedimenti.
Quanto ai 402 provvedimenti da adottare previsti dal Governo Meloni, il maggior numero risulta essere di spettanza del Ministero dell’economia e delle finanze (88), seguito dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (36), nonché dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali (32 ciascuno)
La maggior parte dei provvedimenti da adottare è costituita da decreti ministeriali (300), seguiti da decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (62), da provvedimenti direttoriali (24) e da decreti del Presidente della Repubblica (16).
Inoltre, di questi 402 provvedimenti da adottare, 138 atti presentano un termine di adozione scaduto alla data del 1° novembre 2024, 219 non hanno un termine di adozione previsto dal Legislatore e per gli altri 45 il termine prefissato non è scaduto.
Oltre ai predetti 402 provvedimenti attuativi derivanti da atti di iniziativa legislativa del Governo Meloni, si segnala che ne restano da adottare ulteriori 177, di cui 140 riferibili ai tre Governi che si sono succeduti nella XVIII Legislatura e 37 derivanti da leggi di iniziativa parlamentare, per un totale complessivo di 579 atti di natura secondaria (cfr. oltre il quadro di sintesi del monitoraggio contenuto nel par. 4).
Il monitoraggio dei provvedimenti attuativi d’iniziativa governativa
L’Ottava Relazione sul monitoraggio dei provvedimenti legislativi e attuativi del Dipartimento per il programma di Governo della Presidenza del Consiglio dei ministri, presenta, in continuità con le precedenti, una ricognizione dei provvedimenti legislativi e attuativi d’iniziativa del Governo in carica e riferisce su quelli derivanti della scorsa Legislatura che sono stati “smaltiti”- ovvero adottati o abrogati - dall’Esecutivo fornendo dati aggiornati al 30 settembre 2024.
La Relazione, articolata in due parti, contiene nella prima una sezione nella quale sono illustrati i principali risultati emersi dal monitoraggio sui provvedimenti attuativi previsti dalle disposizioni legislative del Governo Meloni dal suo insediamento (22 ottobre 2022) alla data del 30 settembre 2024, con specifico riguardo alle attività poste in essere nell’ultimo trimestre.
In particolare, il documento evidenzia che dei 189 provvedimenti legislativi di iniziativa dell’Esecutivo in carica, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale, 82 (il 43 per cento) sono “autoapplicativi”, mentre i restanti 107 (il 57 per cento) rinviano a 787 provvedimenti attuativi.
Rispetto alla precedente Relazione, aggiornata al 28 giugno 2024, il numero dei decreti attuativi previsti è cresciuto di 105 unità, da 682 a 787 (inclusi 34 provvedimenti abrogati o superati da normativa successiva). Al riguardo, si fa presente che 40 provvedimenti (il 38 per cento del totale) derivano da norme introdotte in sede parlamentare durante l’iter di conversione di decreti-legge.
Per i restanti provvedimenti, la Relazione osserva che si continua a evidenziare l’impegno del Governo a rendere tempestivamente efficaci le previsioni normative introdotte. In tal senso depone il fatto che dei 189 provvedimenti legislativi pubblicati nella Gazzetta Ufficiale, 82 sono “autoapplicativi” e 33 rinviano ciascuno a una sola misura attuativa, sicché nell’insieme gli atti che hanno previsto nessuno o un solo provvedimento attuativo ammontano al 61 per cento dei provvedimenti legislativi emanati.
Venendo all’analisi dei provvedimenti attuativi complessivamente recati dalle disposizioni legislative introdotte dal Governo Meloni, pari come detto a 787, la Relazione evidenzia che 346 (pari al 44 per cento), sono previsti da soli 9 atti legislativi, che presentano più di 20 provvedimenti attuativi ciascuno. Tra questi ultimi si segnalano, in particolare, le Leggi di bilancio per il 2023 e per il 2024 a cui afferiscono, rispettivamente, 118 e 55 misure attuative; la legge n. 206/2023 sulla valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy, che ne prevede 36 e il decreto-legge n. 13/2023 sull’attuazione del PNRR e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC) e sull’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune, che rimanda a 29 provvedimenti di carattere secondario.
Per quanto attiene alle amministrazioni proponenti, più di un quinto (il 20,3 per cento, pari a 160 provvedimenti) è di competenza del Ministero dell’economia e delle finanze, seguito dal Ministero delle infrastrutture e trasporti (62 provvedimenti), dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (56 provvedimenti) e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali (52 provvedimenti).
Sotto il profilo della tipologia di atto, la quota maggiore dei provvedimenti attuativi da adottare previsti dalle disposizioni legislative di iniziativa del Governo Meloni (579, ossia il 74 per cento) è rappresentata da decreti ministeriali, 119 (il 15 per cento) da decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e 71 (il 9 per cento) da provvedimenti direttoriali. Infine, sono 18 (il 2 per cento) i decreti del Presidente della Repubblica.
Il 63 per cento (ossia 496) dei 787 provvedimenti attuativi è rappresentato da decreti che prevedono almeno un concerto o un parere.
Per quanto concerne lo stato di adozione dei provvedimenti attuativi previsti dalle disposizioni legislative del Governo Meloni, la Relazione riferisce che alla data del 30 settembre 2024, i provvedimenti adottati dall’Esecutivo sono 413 su 787, con un tasso di adozione pari al 52,5 per cento. Dei 374 provvedimenti non adottati, 52 hanno un termine di adozione non ancora scaduto, 188 sono senza termine prefissato e 134 quelli con termine scaduto.
Si segnala che il tasso di adozione dei provvedimenti attuativi presenta un andamento crescente, atteso che la precedente Settima Relazione riferiva che alla, data del 28 giugno 2024, le misure attuative adottate dall’Esecutivo erano 353 su 682, con un tasso di adozione pari al 51,8 per cento, mentre la Sesta Relazione, aggiornata al 31 marzo 2024, segnalava un tasso di adozione del 44,7 per cento.
Sul punto, l’Ottava Relazione evidenzia che, considerando l’andamento del tasso di adozione dei provvedimenti attuativi di iniziativa del Governo in carica e dello stock dei provvedimenti attuativi di iniziativa dei Governi della XVIII legislatura ereditato dall’Esecutivo al momento del suo insediamento, al 30 settembre 2024 è stato raggiunto il valore più alto. A tale data, il 54,8 per cento dei provvedimenti attuativi pendenti è stato definitivamente adottato.
Per quanto riguarda l’analisi per Amministrazione proponente, la Relazione fa presente che il Ministero dell’economia e delle finanze ha “smaltito” il maggior numero di provvedimenti (il 19,9 per cento, pari a 82 provvedimenti), seguito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (35 provvedimenti, l’8,5 per cento), dal Ministero dell’interno (33 provvedimenti, l’8 per cento) e dalla Presidenza del Consiglio che ne ha adottati 31 (il 7,5 per cento).
Considerando invece i tassi di adozione, la Relazione segnala che le Amministrazioni che hanno adottato almeno il 60 per cento dei provvedimenti previsti sono: il Ministero del turismo che ha adottato 18 dei 20 provvedimenti previsti (con un tasso di adozione del 90 per cento); il Ministero dell’università e della ricerca, che ha adottato il 72,2 per cento dei 18 provvedimenti previsti, seguito dal Dicastero dell’interno, che ha adottato il 68,8 per cento dei 48 provvedimenti di competenza, dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR con l’adozione del 66,7 per cento dei 15 provvedimenti previsti, dal Ministro per la pubblica amministrazione, che ha adottato 9 dei 14 provvedimenti previsti (il 64,3 per cento) e dal Ministero della difesa che ha adottato 9 decreti dei 15 ad esso riferibili (il 60 per cento).
Dall’esame dei 374 provvedimenti del Governo Meloni che risultavano ancora da adottare alla data del 30 settembre 2024, suddivisi sempre per Amministrazione proponente, il maggior numero (78) compete al Ministero dell’economia e delle finanze, seguito dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali (30), dal Ministero della salute (30) e dai Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (27 ciascuno).
Con riferimento alla tipologia dei provvedimenti attuativi, risultano adottati il 69 per cento dei decreti direttoriali (inclusi i provvedimenti delle Agenzie fiscali), il 52,9 per cento dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e il 51,3 per cento dei decreti ministeriali. I decreti del Presidente della Repubblica presentano un tasso di adozione pari al 22,2 per cento.
Inoltre, la Relazione sottolinea che i provvedimenti che non prevedono concerti e/o pareri presentano un tasso di adozione pari al 59,5 per cento, superiore di circa 11 punti percentuali rispetto a quello registrato per i provvedimenti che prevedono almeno un concerto o parere (pari al 48,4 per cento).
La Relazione riferisce inoltre circa la valutazione dello stato di adozione dei provvedimenti attuativi in ragione delle risorse finanziarie a essi afferenti. Dall’analisi emerge, in particolare, che il Governo ha dato priorità all’adozione dei provvedimenti che sbloccano risorse uguali o superiori a 10 milioni di euro, il cui tasso di adozione, pari al 62,9 per cento, risulta superiore del 13,1 per cento a quello registrato per i provvedimenti che non prevedono valori finanziari (pari al 49,8 per cento) e di quasi il 10 per cento superiore a quelli che prevedono valori finanziari inferiori a 10 milioni di euro (pari al 53,3 per cento).
Lo stock dei provvedimenti attuativi della XVIII Legislatura
Con riguardo allo stock dei provvedimenti ancora da adottare “ereditati” dai Governi della XVIII Legislatura, pari, al 22 ottobre 2022, a 376 provvedimenti, la Relazione riferisce che al 30 settembre 2024 tale ammontare si è ridotto a 147 (dei quali 76 provvedimenti senza termine e 71 con termine scaduto). Nel complesso, è stato “smaltito” il 92,7 per cento dei provvedimenti previsti per la XVIII Legislatura. La Relazione segnala, inoltre, che l’adozione dei 229 provvedimenti di secondo livello relativi alle disposizioni legislative della XVIII legislatura ha reso disponibili risorse pari a 8.325.288.000 euro.
La Relazione evidenzia altresì come il Governo abbia messo in atto un’opera di ricognizione approfondita dello stock di decreti pendenti volta a individuare i provvedimenti attuativi per i quali sono venuti meno i presupposti di adottabilità, prevedendo di conseguenza l’abrogazione espressa delle relative norme autorizzative nell’ambito del disegno di legge recante “Disposizioni per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese”, all’esame del Senato (AS 1184).
Le risorse finanziarie “sbloccate” dal Governo Meloni
La Relazione evidenzia come la tendenza a limitare il ricorso alla normativa secondaria per lo stanziamento delle risorse previste, al fine di renderle prontamente disponibili, sia confermata dagli esiti dell’analisi economico-finanziaria.
In merito, fa presente che i provvedimenti legislativi di iniziativa governativa hanno previsto, per gli esercizi finanziari 2022, 2023 e 2024, un ammontare di risorse pari a 179.337.176.677,70 euro, di cui il 90,2 per cento (161.795.345.468,76 euro) è riferibile a norme “autoapplicative” e solo il 9,8 per cento (17.541.831.208,94 euro) è riconducibile a norme che rimandano alla successiva adozione di decreti attuativi.
Al 30 settembre 2024, con l’adozione di 413 misure attuative (più specificatamente dei 139 decreti legati a risorse finanziarie), sono stati resi disponibili 11.898.313.215,94 euro, pari al 67,8 per cento dei 17.541.831.208,94 euro legati all’adozione di provvedimenti di secondo livello. Considerando i 161.795.345.468,76 euro già disponibili in quanto riferiti a norme “autoapplicative” e i 11.898.313.215,94 euro “sbloccati” con l’adozione dei provvedimenti attuativi, risulta pertanto che, al 30 settembre 2024 è stato messo a disposizione il 96,9 per cento dell’ammontare complessivo delle suddette risorse previste per gli esercizi finanziari 2022, 2023 e 2024.
Sommando a tali importi le risorse rese disponibili grazie all’adozione dei provvedimenti attuativi ereditati dalla XVIII legislatura, pari a 8.325.288.000 euro, la Relazione evidenzia come l’Esecutivo Meloni abbia complessivamente reso utilizzabili risorse pari a 182.018.946.684,70 euro.
Si rammenta, infine, che nei 4 Allegati alla Relazione sono riportati, tra gli altri, i provvedimenti legislativi pubblicati nella Gazzetta Ufficiale distinti in base ai punti del programma di Governo, nonché diverse tabelle di sintesi sullo stato di adozione dei provvedimenti attuativi con particolare riguardo ad alcune variabili che li caratterizzano.
Tra i 402 provvedimenti ancora da adottare previsti da iniziative legislative del Governo Meloni, alla data del 1° novembre 2024, 45 risultano connessi all’attuazione delle manovre di bilancio, di cui 20 riferiti alla Legge di bilancio per il 2023 e 25 alla Legge di bilancio per il 2024.
Nella seguente tabella sono riepilogati il numero dei provvedimenti attuativi – adottati e non adottati – previsti dalle predette leggi di bilancio suddivisi in base all’Amministrazione competente in via primaria alla loro adozione.
Il disegno di legge recante il “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027” (AC 2112), all’esame del Parlamento, prevede l’adozione di 50 provvedimenti attuativi, con riferimento alla sola Sezione I e al netto di quelli la cui adozione è normativamente prevista come eventuale ovvero di quelli recanti mere regolazioni contabili.
Nell’Allegato 14 è invece riportata l’elencazione completa di ciascuno dei predetti provvedimenti.
Alla data di insediamento del Governo Meloni (22 ottobre 2022), lo stock ereditato dei provvedimenti attuativi previsti dalle disposizioni legislative derivanti da atti di iniziativa governativa approvati nella XVIII Legislatura era pari a 376 provvedimenti, di cui 21 riferibili al Governo Conte I, 71 al Governo Conte II e 284 al Governo Draghi.
Al 1° novembre 2024 questo stock si è ridotto del 62,8 per cento, avendo il Governo Meloni “smaltito” 236 provvedimenti attuativi. Risultano pertanto ancora da adottare 140 atti di secondo livello (10 relativi al primo Governo, 35 al secondo e 95 al terzo).
Tra i 140 provvedimenti ancora da adottare, riconducibili ad atti di iniziativa legislativa governativa approvati nella XVIII Legislatura, il numero più significativo è di competenza del Ministero dell’ambiente e sicurezza energetica (27), seguito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (17) e dal Ministero delle imprese e del made in Italy (13).
Si segnala che ai predetti provvedimenti attuativi occorre aggiungerne 23, derivanti da leggi di iniziativa parlamentare approvate nella XVIII Legislatura, alla quale è pertanto riferibile nel complesso uno stock di 163 provvedimenti ancora da adottare.
Nel presente paragrafo è esposto il quadro di sintesi del monitoraggio dei provvedimenti attuativi previsti da leggi ed atti aventi forza di legge, di iniziativa sia parlamentare che governativa, approvati a partire dalla XVIII Legislatura.
In esito al monitoraggio, risulta che alla data del 1° novembre 2024 restano da adottare 579 provvedimenti previsti da iniziative legislative approvate a partire dalla XVIII Legislatura.
In particolare, sono da adottare:
Ø 542 provvedimenti connessi ad atti di iniziativa legislativa governativa, di cui:
ü 140 riferiti ai tre Governi della XVIII Legislatura (10 relativi al Governo Conte I, 35 al Governo Conte II e 95 al Governo Draghi);
ü 402 riferiti al Governo Meloni.
Ø 37 provvedimenti attuativi derivanti da leggi di iniziativa parlamentare, di cui 23 riferibili a leggi approvate nella XVIII Legislatura e 14 a leggi approvate nella Legislatura in corso.
Si segnala che tra i 542 provvedimenti da adottare previsti da atti di iniziativa legislativa governativa, 101 sono riconducibili a norme introdotte in esito all’approvazione di emendamenti parlamentari.
Inoltre, nell’ambito dello stock complessivo dei 579 provvedimenti attuativi da adottare, 9 sono soggetti al previo parere delle Commissioni parlamentari competenti e per 76 atti è previsto il parere del Consiglio di Stato. Circa un quarto dei provvedimenti da adottare (145) non prevede, invece, pareri, né concerti di altre amministrazioni.
Infine, l’adozione di 130 provvedimenti attuativi comporta il coinvolgimento, a vario titolo, del sistema delle Conferenze delle Autonomie territoriali, nei termini riportati nella seguente tabella.
Nella seguente tabella è indicato il numero dei provvedimenti attuativi da adottare, ripartiti per Legislatura e Governo.
Rispetto alla precedente edizione del dossier recante il monitoraggio aggiornato al 1° maggio 2024, si registra un lieve incremento dello stock dei provvedimenti da adottare relativi alla XVIII Legislatura e a quella in corso, con un aumento di 35 atti (da 544 a 579).
Tale esito è la risultante del flusso dei provvedimenti previsti da nuovi atti legislativi entrati medio tempore in vigore e della parallela adozione di provvedimenti attuativi già previsti dalla disciplina vigente.
In particolare, la predetta variazione deriva da:
Ø un incremento di 191 provvedimenti attuativi, di cui 187 derivanti da nuove iniziative legislative governative poste in essere da Governo Meloni e 4 derivanti da leggi di iniziativa parlamentare approvate nel periodo di riferimento;
Ø lo “smaltimento” di 156 provvedimenti attuativi, di cui:
o 120 derivanti da iniziative legislative del Governo Meloni;
o 27 connessi a iniziative legislative governative della XVIII Legislatura (2 del Governo Conte I, 5 del Governo Conte II e 20 del Governo Draghi);
o 9 riferibili a leggi di iniziativa parlamentare (di cui 5 relativi alla XVIII Legislatura e 4 a quella in corso).
Tra i 579 atti secondari da adottare la maggior parte è costituita da decreti ministeriali (440), seguiti da decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (87), da decreti del Presidente della Repubblica (25) e da provvedimenti direttoriali (27).
Nell’ambito dello stock complessivo dei provvedimenti da adottare:
ü 229 atti presentano, alla data del 1° novembre 2024, un termine di adozione scaduto, di cui 22 riferibili a leggi di iniziativa parlamentare;
ü 47 provvedimenti prevedono un termine non ancora scaduto, di cui 2 riferibili a leggi di iniziativa parlamentare;
ü 301 non hanno un termine di adozione previsto dal Legislatore, di cui 11 riferibili a leggi di iniziativa parlamentare.
Inoltre, 2 atti, che originano da leggi di iniziativa parlamentare, recano una scadenza periodica.
Tra le Amministrazioni centrali deputate in via primaria all’adozione dei 579 provvedimenti attuativi, quella maggiormente coinvolta è il Ministero dell’economia e delle finanze, cui spetta complessivamente l’iniziativa per l’adozione di 97 atti secondari, seguito dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (63) e da quelli delle infrastrutture e dei trasporti (45) e del lavoro e delle politiche sociali (44).
L’elenco dei provvedimenti attuativi da adottare previsti da norme vigenti è riportato negli Allegati al presente dossier.
In particolare, nei primi 13 Allegati sono indicati i provvedimenti attuativi che alla data del 1° novembre 2024 risultano ancora da adottare, derivanti sia da atti legislativi di iniziativa governativa (disegni di legge, decreti-legge, decreti legislativi), sia da leggi di iniziativa parlamentare, approvati nella XVIII Legislatura e in quella in corso, suddivisi in base alla specifica politica pubblica entro la quale gli stessi si inquadrano.
Ciascun provvedimento è stato classificato seguendo, di norma, la ripartizione per Aree tematiche adottata nel Portale della documentazione della Camera dei deputati. Tali aree risultano, in linea di massima, riconducibili alle materie di competenza delle Commissioni parlamentari permanenti. In particolare si tratta delle seguenti 14 Aree.
Nota metodologica
La classificazione di un determinato provvedimento attuativo in una specifica Area è stata effettuata tenendo conto di un criterio di prevalenza della materia cui lo stesso si riferisce. Tale classificazione non coincide con quella per policy e aree tematiche adottata per i provvedimenti attuativi inseriti nella banca dati del Dipartimento per il programma di Governo della Presidenza del Consiglio dei ministri e non ha altra valenza se non quella di facilitare la lettura per ambiti tematici dei provvedimenti attuativi ancora da adottare, tenendo conto delle materie di interesse delle Commissioni permanenti e della relativa ripartizione per aree tematiche contenuta nel Portale di documentazione della Camera dei deputati.
Si segnala che i diversi provvedimenti attuativi inerenti al recepimento della normativa comunitaria e all’adeguamento al diritto dell’UE riportati negli Allegati sono di norma ricondotti nella singola Area tematica su cui la specifica materia da essi trattata verte.
Secondo la classificazione operata, dal monitoraggio risulta la seguente ripartizione dei 579 provvedimenti attuativi tra le diverse Aree.
Come di consueto, per ciascun provvedimento sono riportati la fonte normativa, le amministrazioni competenti alla sua adozione, la tipologia, l’oggetto, la natura (di origine governativa o parlamentare), nonché i termini, i pareri e i concerti di altre amministrazioni eventualmente previsti.
Il monitoraggio contenuto nel presente dossier è effettuato sulla base dei dati rinvenibili nella banca dati curata dal Dipartimento per il programma di Governo della Presidenza del Consiglio dei ministri, verificati ed integrati con le risultanze delle banche dati legislative della Camera dei deputati e di altre fonti aperte.
Si segnala, infine, che nell’Allegato 14 è riportato l’elenco dei 50 provvedimenti attuativi previsti dal disegno di legge di bilancio per il 2025, suddivisi in base all’Amministrazione competente in via primaria alla loro adozione.
Per consultare gli allegati cliccare qui.
Indice delle abbreviazioni contenute nelle tabelle
· AFAM: Alta formazione artistica, musicale e coreutica
· AGEA: Agenzia per le erogazioni in agricoltura
· AGENAS: Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali
· ACN: Agenzia per la cybersicurezza nazionale
· AGID: Agenzia per l’Italia digitale
· AIFA: Agenzia italiana del farmaco
· ANAC: Autorità nazionale anticorruzione
· ANCI: Associazione nazionale dei comuni italiani
· ANVUR: Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca
· ARERA: Autorità di regolazione per energia reti e ambiente
· ASI: Agenzia spaziale italiana
· AGCOM: Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
· CICR: Comitato interministeriale per il credito e il risparmio
· CIP: Comitato italiano paralimpico
· CIPA: Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana
· CIR: Comitato interministeriale per la resilienza
· CISR: Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica
· Conferenza Stato-Città: Conferenza Stato-Città ed autonomie locali
· Conferenza Stato-Regioni: Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano
· CONI: Comitato olimpico nazionale italiano
· CONSOB: Commissione nazionale per le società e la borsa
· COPASIR: Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica
· COVIP: Commissione di vigilanza sui fondi pensione
· CREA: Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria
· CRUI: Conferenza dei rettori delle università italiane
· CSM: Consiglio superiore della magistratura
· CUN: Consiglio universitario nazionale
· ENAC: Ente nazionale per l’aviazione civile
· ENEA: Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile
· Garante privacy: Garante per la protezione dei dati personali
· GdF: Corpo della Guardia di Finanza
· INAIL: Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro
· INAPP: Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche
· INL: Ispettorato nazionale del lavoro
· INMP: Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà
· ISIN: Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione
· ISPRA: Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
· ISS: Istituto superiore di sanità
· ISTAT: Istituto nazionale di statistica
· IVASS: Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni
· LAMMA: Consorzio laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile
· MAECI: Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale
· MASAF: Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
· MASE: Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica
· MEF: Ministero dell’economia e delle finanze
· MIC: Ministero della cultura
· MIMIT: Ministero delle imprese e del made in Italy
· MIT: Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
· MLPS: Ministero del lavoro e delle politiche sociali
· MUR: Ministero dell’università e della ricerca
· OO.SS.: Organizzazioni sindacali di categoria
· PA: Ministero per la pubblica amministrazione
· PCM: Presidenza del Consiglio dei ministri
· PNRR: Piano nazionale di ripresa e resilienza
· SSN: Servizio sanitario nazionale
· ZES: Zona economica speciale