Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Controllo parlamentare - Servizio Controllo parlamentare
Titolo: Le relazioni da obbligo di legge - XIX Novembre 2023
Serie: L'attività di controllo parlamentare   Numero: 7
Data: 30/11/2023
Organi della Camera: Assemblea

 

Camera dei deputati

XIX LEGISLATURA

 

 

 

 

S E R V IZ IO  P E R  I L  C O N T R O L L O P AR L AM E NT AR E

 

 

 

 

 

 

MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE RELAZIONI DA OBBLIGO DI LEGGE

 

 

 

 

 

 

 

 

Novembre 2023


 

A CURA DEL SERVIZIO PER IL CONTROLLO PARLAMENTARE

( 06.6760-3381/9886– * sgcp_segreteria@camera.it

 

 

La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera dei deputati è destinata alle esigenze di documentazione interna per l’attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.


INDICE

 

PREMESSA..

RELAZIONI PRESENTATE DAL GOVERNO AL PARLAMENTO (SETTEMBRE - OTTOBRE 2023)

I Commissione (Affari costituzionali)

Trasparenza della pubblica amministrazione.

Semplificazione delle attività dell’ISTAT.

II Commissione (Giustizia)

Esecuzione delle pene per i minorenni

Attività della Cassa delle ammende.

Utilizzo dei beni sequestrati o confiscati

III Commissione (Affari esteri)

Provvedimenti per i profughi italiani

IV Commissione (Difesa)

Attività dell’ONFA..

V Commissione (Bilancio)

Introduzione delle azioni nel bilancio dello Stato.

VI Commissione (Finanze)

Strategia per l’educazione finanziaria.

Operazioni assistite dalla GACS.

VII Commissione (Cultura)

Attività della Fondazione Ordine mauriziano.

Semplificazione dell’attività degli enti di ricerca vigilati dal MUR..

Attività del Comitato italiano paralimpico.

Attività della “Fondazione La Biennale di Venezia”.

Attività dell’Accademia nazionale dei Lincei

VIII Commissione (Ambiente)

Incremento del verde pubblico e privato.

Attività dei commissari per il contrasto del dissesto idrogeologico.

IX Commissione (Trasporti)

Incidente aereo a Bolzano del 19 aprile 2022.

Incidenti aerei in varie località.

Incidente aereo a Fino Mornasco (CO) del 27 febbraio 2022.

X Commissione (Attività produttive)

Attività promozionale dell’ICE.

XII Commissione (Affari sociali)

Attuazione della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza.

Risorse per l’assistenza alle donne vittime di violenza.

Attività dell’AIFA..

Attività dell’AGENAS (I semestre 2022)

Attività dell’AGENAS (II semestre 2022)

Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio)

Attività della gestione commissariale di Roma Capitale

Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio), VIII (Ambiente) e IX (Trasporti)

Spesa e azione amministrativa del MIT.

Commissioni I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro)

Anagrafe degli incarichi conferiti ai pubblici dipendenti e a consulenti esterni

Commissioni II (Giustizia) e V (Bilancio)

Spese di giustizia.

Commissioni II (Giustizia) e XIV (Politiche dell’Unione europea)

Procedura d’infrazione sui diritti di difesa nel mandato d’arresto europeo.

Commissioni III (Affari esteri) e V (Bilancio)

Interventi del MAECI per lo sviluppo infrastrutturale.

Commissioni IV (Difesa) e V (Bilancio)

 Spesa per il personale militare.

Programmi di ammodernamento e rinnovamento.

Manutenzione straordinaria dei sistemi per la difesa nazionale.

Ammodernamento delle infrastrutture del Ministero della difesa.

Commissioni IV (Difesa) e VII (Cultura)

Attività dell’Unione italiana tiro a segno.

Commissioni IV (Difesa) e IX (Trasporti)

Attività della Lega navale italiana.

Commissioni IV (Difesa) e XI (Lavoro)

Attività svolta dalla Cassa di previdenza delle Forze armate.

Commissioni V (Bilancio) e VI (Finanze)

Sperimentazione dell’accertamento qualificato.

Commissioni V (Bilancio), VIII (Ambiente) e IX (Trasporti)

Interventi del MIT per lo sviluppo infrastrutturale.

Commissioni VIII (Ambiente), IX (Trasporti), X (Attività produttive) e XIII (Agricoltura)

Attuazione del Piano del mare.

Commissioni VIII (Ambiente) e XIV (Politiche dell’Unione europea)

Procedura d’infrazione sull’uso del piombo nelle leghe di alluminio.

Commissioni IX (Trasporti) e XIV (Politiche dell’Unione europea)

Procedura d’infrazione sul piano generale di gestione del traffico aereo in Europa.

Commissioni XIII (Agricoltura) e XIV (Politiche dell’Unione europea)

Procedura d’infrazione sui materiali di moltiplicazione delle piante ornamentali e da frutto.

Tutte le Commissioni permanenti e Commissione parlamentare per le questioni regionali

Procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l’UE.

RELAZIONI PRESENTATE DA ALTRI SOGGETTI (SETTEMBRE - OTTOBRE 2023)

Commissioni VII (Cultura) e IX (Trasporti)

Attività dell’AGCOM..

Commissioni VIII (Ambiente) e X (Attività produttive)

Stato della sicurezza nucleare nel territorio nazionale.

 



PREMESSA

 

Il presente dossier, ai fini della verifica dell’adempimento da parte del Governo degli obblighi di legge nei confronti del Parlamento, reca il monitoraggio delle relazioni che la Presidenza del Consiglio dei ministri e i diversi Dicasteri devono trasmettere al Parlamento in conformità a quanto stabilito dalle vigenti disposizioni di legge; nella prassi, tale verifica è stata estesa anche agli obblighi di relazione a carico di soggetti non governativi.

A questo fine, il Servizio per il Controllo parlamentare cura una banca dati alimentata sia attraverso la registrazione delle relazioni di volta in volta trasmesse ed annunciate nel corso delle sedute dell’Assemblea, sia mediante l’individuazione degli obblighi informativi previsti da norme di nuova introduzione. Il monitoraggio si completa con l’accertamento degli obblighi di relazione conclusi a seguito dell’abrogazione della norma che li aveva introdotti, ovvero da ritenersi superati, pur se formalmente vigenti, alla luce di valutazioni discendenti dall’analisi del contesto di fatto in cui si iscrivono.

Nella presente pubblicazione si dà dunque conto delle risultanze dell’attività di monitoraggio sopra illustrata con riferimento alle relazioni trasmesse e annunciate in Assemblea nei mesi di settembre e ottobre 2023.

Le relazioni sono suddivise sulla base degli ambiti di competenza delle Commissioni permanenti.

Per ciascun documento esaminato vengono forniti l’inquadramento normativo e una sintesi del contenuto finalizzata a renderne più agevole la consultazione, evidenziando, ove presenti, i contenuti informativi concernenti l’attuazione di specifici provvedimenti legislativi.

 

***

Nei mesi di settembre e ottobre 2023 sono state annunciate 46 relazioni governative e 2 relazioni non governative trasmesse alle Camere in attuazione di disposizioni di legge: di tali relazioni si dà conto nelle schede informative contenute nella presente pubblicazione.

 

Si segnala inoltre l’invio, nel periodo di riferimento, della relazione ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’articolo 81, sesto comma, della Costituzione), quale Annesso alla Nota di aggiornamento al DEF 2023 (Doc. LVII, n. 1-bis), con la quale, sentita la Commissione europea, il Governo chiede l’autorizzazione alla revisione degli obiettivi programmatici di indebitamento netto previsti nel Documento di economia e finanza 2023, nonché ad incrementare, per il solo anno 2023, il livello del saldo netto da finanziare di competenza e di cassa per ulteriori 15 miliardi di euro.

Sulla relazione l’Assemblea della Camera si è espressa favorevolmente nella seduta dell’11 ottobre 2023, approvando a maggioranza assoluta, a norma dell’articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell’articolo 6, commi 3 e 5, della legge n. 243 del 2012, la risoluzione n. 6-00058, presentata dai capigruppo di maggioranza e accettata dal Governo.

 

Si segnala altresì la trasmissione alla Camere, quali allegati alla NADEF 2023, dei seguenti documenti:

- la Nota illustrativa sulle leggi pluriennali di spesa in conto capitale a carattere non permanente, di cui all’articolo 10-bis, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica) (Allegato I). La Nota riporta i quadri contabili di ciascuna autorizzazione di spesa pluriennale (leggi pluriennali o contributi pluriennali), organizzati per missione e programma, con indicazione della relativa scadenza, dell’onere complessivo dell’autorizzazione di spesa, degli eventuali rifinanziamenti o definanziamenti, le somme complessivamente stanziate, quelle effettivamente impegnate ed erogate ed i relativi residui. In apposita sezione del quadro contabile è esposta la programmazione finanziaria di ciascuna legge, tenendo conto degli impegni pluriennali ad esigibilità, nonché del piano finanziario pluriennale dei pagamenti. Tali quadri contabili sono, inoltre, corredati da informazioni di carattere qualitativo afferenti alle finalità delle risorse ed allo stato di attuazione degli interventi programmati.

 

- il Rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali, previsto dall’articolo 10-bis, comma 5-bis, della legge n. 196 del 2009 (Allegato II), nel quale sono indicati gli interventi volti a ridurre, eliminare o riformare le spese fiscali in tutto o in parte ingiustificate o superate alla luce delle mutate esigenze sociali o economiche ovvero che si sovrappongono a programmi di spesa aventi le stesse finalità, che il Governo intende attuare con la manovra di finanza pubblica. Ai sensi del citato comma 5-bis, le spese fiscali per le quali sono trascorsi cinque anni dalla entrata in vigore sono oggetto di specifiche proposte di eliminazione, riduzione, modifica o conferma.

 

- il Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva, in conformità all’articolo 10-bis.1, comma 1, della legge n. 196 del 2009 (Allegato III), che riporta i risultati del recupero di gettito fiscale e contributivo. Il dettato normativo prevede che per la redazione del Rapporto il Governo si avvalga della Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva, predisposta ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 10-bis.1 da una Commissione istituita con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze. La relazione, corredata dalle Appendici metodologiche, anch’essa trasmessa in allegato alla NADEF 2023 (Allegato IV), riporta i dati relativi all’economia sommersa e le stime del tax gap - fiscale e contributivo - aggiornati al 2020 e la conseguente quantificazione delle maggiori risorse derivanti dal miglioramento dell’adempimento spontaneo. Il documento illustra inoltre i risultati conseguiti nell’azione di contrasto dell’evasione fiscale e contributiva nell’anno 2022, oltre a proporre alcune valutazioni di policy e analisi di aree di possibile intervento.

 

Per approfondimenti in ordine alla NADEF 2023 e ai relativi Allegati si rinvia al seguente tema web del portale della documentazione.

 

Si evidenzia altresì che, in conformità al comma 11-bis dell’articolo 21 della legge n. 196 del 2009, è stato trasmesso al Senato, in allegato allo stato di previsione dell’entrata del disegno di legge di bilancio per il 2024 (A.S. 926), il Rapporto annuale sulle spese fiscali 2023, redatto dalla Commissione per le spese fiscali del Ministero dell’economia e delle finanze, che elenca qualunque forma di esenzione, esclusione, riduzione dell’imponibile o dell’imposta ovvero regime di favore, derivante da disposizioni normative vigenti, con separata indicazione di quelle introdotte nell’anno precedente e nei primi sei mesi dell’anno in corso.

 

Infine, si segnala la trasmissione, ai sensi dell’articolo 536 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare), del Documento programmatico pluriennale per la Difesa (DPP) che illustra, partendo dal contesto di riferimento e dagli impegni assunti a livello nazionale e internazionale, le linee di indirizzo del complessivo piano di sviluppo dello Strumento militare e le previsioni di spesa per il triennio 2023-2025. Per l’approfondimento dei contenuti del documento si rinvia al seguente dossier.

 

***

 

Da ultimo, si fa presente che nel periodo di riferimento è stato introdotto un nuovo obbligo di relazione al Parlamento concernente l’imposta straordinaria prevista con riferimento al settore bancario.

 

In particolare, l’articolo 26 del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104 (Disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici) convertito, con modificazioni, dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136, istituisce per l’anno 2023, in dipendenza dell’andamento dei tassi di interesse e del costo del credito, una imposta straordinaria, determinata ai sensi dei commi 2 e 3 del medesimo articolo 26[1], a carico delle banche di cui all’articolo 1 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (TUB), di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385.

Il comma 6-bis stabilisce il divieto per le banche di traslare gli oneri derivanti dall’attuazione dell’articolo 26 sui costi dei servizi erogati nei confronti di imprese e clienti finali.

Il medesimo comma dispone quindi che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato vigili sulla puntuale osservanza del divieto, anche mediante accertamenti a campione, riferendo annualmente al Parlamento con apposita relazione.


 


RELAZIONI PRESENTATE DAL GOVERNO AL PARLAMENTO
(SETTEMBRE - OTTOBRE 2023)

 

I Commissione (Affari costituzionali)

Doc. LXXVIII, n. 1

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6/9/2023

Relazione sulla trasparenza dell’attività della pubblica amministrazione

(Dati relativi all’anno 2021)

Presentata dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri

L’articolo 27 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri la Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi, prevedendo che rediga una relazione annuale sulla trasparenza dell’attività della pubblica amministrazione e la comunichi alle Camere e al Presidente del Consiglio dei ministri.

Sintesi del contenuto

 

La relazione, predisposta dalla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi, evidenzia il costante incremento dei lavori della Commissione medesima, segnalando che nell’anno 2021 sono ad essa pervenuti 1.874 ricorsi a fronte dei 1.356 del 2020 (+27,64 per cento). Si fa presente che la percentuale maggiore di ricorsi trattati nel 2021 è rivolta, come negli anni precedenti, avverso i dinieghi di accesso delle amministrazioni ministeriali, nelle loro diverse articolazioni, centrali e periferiche, pari al 66,57 per cento dei gravami (59,26 nel 2020). La percentuale più alta di ricorsi è rivolta contro i dinieghi di accesso del Ministero dell’istruzione, pari al 29,9 per cento. Seguono, in ordine di grandezza, gli enti previdenziali, avverso i quali è stato rivolto nel 2021 il 6,42 per cento dei ricorsi, gli enti locali che totalizzano nell’anno di riferimento il 5,90 per cento di ricorsi, e le Agenzie fiscali (5,07%). La relazione riferisce quindi sulla distribuzione geografica dei ricorsi, osservando che, nell’anno 2021, la percentuale maggiore di ricorsi, pari al 66,75 per cento, è stata rivolta contro amministrazioni del Centro Italia, precisando che il dato deriva principalmente dalla presenza, a Roma, dei Ministeri e delle sedi centrali delle amministrazioni, contro i quali si concentrano il numero più alto di ricorsi.

La relazione dà quindi conto degli esiti dei ricorsi nell’annualità di riferimento, fornendo inoltre i dati relativi agli anni dal 2009 al 2021. In particolare, si rileva che la percentuale di ricorsi accolti nel 2021 è pari al 25,74 per cento, con un incremento di oltre il 3 per cento rispetto all’anno precedente (22,63 per cento nel 2020); i ricorsi parzialmente accolti sono stati il 4,71 per cento (in calo di oltre il 2 per cento rispetto al 2020), quelli respinti dalla Commissione ammontano al 9,54 per cento (10,9 per cento nel 2020). La relazione rileva che la bassa incidenza percentuale dei rigetti è un dato certamente positivo e denota la crescente efficacia del ricorso alla Commissione per la tutela degli interessi sostanziali dell’accedente. Nel 2021 le pronunce di inammissibilità sono state pari al 24,68 per cento, in aumento di circa un punto percentuale rispetto al 2020 (anno in cui si erano attestate al 23,70 per cento del totale), mentre le decisioni di improcedibilità ammontano al 18,85 per cento (erano il 15,69 per cento del totale nel 2020). La relazione fa presente che il consistente numero dei ricorsi dichiarati improcedibili per cessazione della materia del contendere evidenzia la propensione delle Amministrazioni a concedere l’accesso ai documenti chiesti in pendenza del ricorso alla Commissione per l’accesso.

In merito alla vigilanza sull’attuazione del principio di piena conoscibilità dell’attività della pubblica amministrazione (come previsto dall’articolo 27, comma 5, della legge n. 241 del 1990), attuata attraverso l’invio di una richiesta, su segnalazione del cittadino-utente, di fornire tutte le informazioni e i chiarimenti necessari, rivolta all’Amministrazione ritenuta poco trasparente, la relazione riferisce che nel 2021 la Commissione ha effettuato 47 interventi. Alla luce dei dati relativi agli anni dal 2006 al 2021 si riscontra anche in questo settore un incremento costante dei lavori della Commissione.

La relazione fa poi presente che nel 2021 il tasso di ricorsi al TAR avverso le decisioni della Commissione per l’accesso è stato pari appena allo 0,64 per cento (12 decisioni della Commissione impugnate sul totale di 1.874 ricorsi esaminati) e che, nell’arco temporale che va dal 2006 al 2021, il rapporto tra il totale dei ricorsi alla Commissione e i ricorsi al TAR, è stato dell’1,17 per cento, sottolineando il risultato positivo raggiunto dalla Commissione in termini di deflazione del contenzioso amministrativo in materia d’accesso.

La relazione illustra poi l’attività svolta dalla Commissione in sede consultiva, ai sensi dell’articolo 27 della legge n. 241 del 1990, la quale ha esaminato nel 2021 43 richieste di parere (a fronte dei 36 pareri del 2020). In appendice alla relazione, sono riportati i pareri e alcune tra le decisioni più significative assunte nell’annualità di riferimento.

Doc. CXXXII,

n. 4

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2/10/2023

Relazione concernente gli esiti del monitoraggio sull’attuazione delle prescrizioni del decreto legislativo n. 218 del 2016, recante semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca, da parte dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT)

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro per la pubblica amministrazione

Il decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218 (Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca) ha modificato la normativa in materia di enti pubblici di ricerca (EPR) nell’ottica di semplificarla e migliorarne il coordinamento con le migliori pratiche internazionali, in particolare introducendo: la piena autonomia statutaria, regolamentare, programmatoria e contabile degli EPR; valorizzando la premialità dei ricercatori e dei tecnologi e la loro piena mobilità, la portabilità dei progetti di ricerca e la relativa titolarità; razionalizzando il sistema contabile. L’articolo 2 del citato decreto legislativo stabilisce inoltre che i Ministeri vigilanti monitorino l’attuazione da parte degli enti pubblici di ricerca vigilati delle prescrizioni del decreto nonché della Raccomandazione della Commissione Europea dell’11 marzo 2005 riguardante la Carta Europea dei ricercatori e il Codice di Condotta per l’Assunzione dei Ricercatori (2005/251/CE) e del documento European Framework for Research Careers. Gli esiti dell’attività di monitoraggio sono illustrati in una dettagliata relazione annuale, recante anche la dimostrazione dei risultati attesi, che ogni Ministero vigilante, entro il mese di settembre di ciascun anno, pubblica sul proprio sito istituzionale e trasmette al Parlamento. La vigilanza esercitata sull’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi dell’articolo 14 del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, è stata delegata al Ministro per la pubblica amministrazione con DPCM 12 novembre 2022.

Sintesi del contenuto

 

La relazione, redatta sulla base degli elementi informativi forniti dall’ISTAT, illustra per l’anno 2022 il contesto generale nel quale s’inserisce l’attività di ricerca nel quadro programmatorio dell’Istituto ed espone quanto realizzato e in corso di realizzazione nell’ambito del processo di riforma avviato con il decreto legislativo n. 218 del 2016. Nello specifico, la relazione riferisce, in distinti capitoli, su ciascuno dei profili da monitorare elencati dall’articolo 2, comma 4, del citato provvedimento.

Per quanto attiene, in primo luogo, al previsto adeguamento dello statuto e dei regolamenti alle prescrizioni del decreto legislativo n. 218 del 2016, la relazione dà conto dell’adozione, il 7 dicembre 2017, del primo Statuto dell’ISTAT, fonte normativa non prevista in precedenza, e ne illustra i contenuti; si segnala altresì l’adozione dei regolamenti di organizzazione, del personale e di amministrazione, finanza e contabilità.

La relazione descrive quindi, quali prassi applicative virtuose realizzate dall’ISTAT nel 2022: il progressivo consolidamento dell’integrazione e semplificazione dei documenti di pianificazione e programmazione; l’introduzione della contabilità economico patrimoniale; il processo di infrastrutturazione dell’attività di ricerca.

Il capitolo terzo del documento dà conto delle iniziative, adottate dall’ISTAT nell’annualità 2022, di formazione, comunicazione istituzionale, informazione e disseminazione dei risultati delle ricerche, realizzate anche attraverso la pubblicazione e diffusione dei dati, delle analisi e degli studi effettuati dall’Istituto e l’attività di formazione per gli addetti al Sistema statistico nazionale. La relazione riferisce quindi in merito alla programmazione da parte dell’ISTAT di collaborazioni istituzionali e con soggetti privati (anche con erogazione di contributi economici destinati a finanziare attività di studio e ricerca in ambito statistico), nonché sulla partecipazione a progetti di ricerca internazionali e, nell’ambito del PNRR, al percorso di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni.

Successivi capitoli riferiscono, sempre in conformità al dettato del decreto legislativo n. 218 del 2016: sull’adozione di specifiche misure volte a facilitare la libertà di ricerca e la portabilità dei progetti; sull’individuazione di misure adeguate per la valorizzazione professionale e la tutela della proprietà intellettuale, anche connesse a strumenti di valutazione interna; sull’efficacia delle forme di partecipazione di ricercatori e tecnologi alle fasi decisionali per la programmazione e attuazione della ricerca; sul rientro in Italia di ricercatori e tecnologi di elevata professionalità e competenza e sul livello di competitività e attrattività delle strutture di ricerca italiane per i ricercatori stranieri; in merito all’equilibrio tra sostegno alle attività di ricerca e programmazione finanziaria.

La relazione è corredata di tre allegati che elencano i progetti realizzati nel 2022 nei laboratori per la ricerca tematica, nonché quelli realizzati e in corso di realizzazione nel laboratorio innovazione e le pubblicazioni e contributi a prodotti ISTAT.

II Commissione (Giustizia)

Doc. XXVII,

n. 9

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6/9/2023

Relazione sulla disciplina dell’esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della giustizia

Il decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 121, ha introdotto una normativa speciale per l’esecuzione della pena nei confronti dei condannati minorenni e dei giovani al di sotto dei venticinque anni (c.d. giovani adulti), finalizzata ad adattare la disciplina dell’ordinamento penitenziario alle specifiche esigenze di tali soggetti.

L’articolo 25 del provvedimento prevede che il Ministro della giustizia trasmetta alle Camere, con cadenza annuale, per il triennio 2019-2021, una relazione sullo stato di attuazione del medesimo decreto legislativo n. 121 a valere sulle risorse da esso stanziate o comunque disponibili a legislazione vigente. La relazione deve evidenziare eventuali criticità e le iniziative che si intendono conseguentemente realizzare, ivi incluse quelle di carattere finanziario, da adottare d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze.

Si segnala che il decreto legislativo n. 121 del 2018 è stato recentemente modificato dall’articolo 9 del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123.

Sintesi del contenuto

 

La relazione fornisce i dati di riepilogo relativi ai minorenni e giovani adulti in carico ai Servizi minorili del Ministero della giustizia (USSM) per l’esecuzione di misure penali di comunità e alternative alla data del 31 dicembre 2022, rilevando che il loro numero complessivo (569, di cui 354 ammessi nell’anno), anche nell’annualità considerata, è piuttosto ridotto, sia pure in lieve aumento. Dall’analisi dei dati emerge inoltre, rispetto al triennio precedente, un aumento nella concessione di misure alternative alla detenzione, sia pur non consistente, tra le quali l’affidamento in prova, nelle sue diverse tipologie, risulta la misura maggiormente applicata. Per quanto riguarda l’età dei giovani sottoposti alle misure di comunità, si osserva come ad accedervi siano prevalentemente maggiorenni, in particolare ultra-ventunenni.

In merito allo stanziamento previsto dal decreto legislativo n. 121 del 2018, pari a 2.800.000 euro annui, rinnovato anche nel 2022, la relazione riferisce che le risorse assegnate sono state utilizzate principalmente per far fronte alle rette relative ai collocamenti in comunità dei minorenni e dei giovani adulti (per un ammontare medio giornaliero di 110,42 euro, 109,04 nel 2021).

Quanto ai flussi di utenza presso i 17 istituti penali per i minorenni (IPM) presenti sul territorio nazionale, la relazione riferisce che nel corso del 2022 si sono registrati complessivamente 1.051 ingressi, rispetto agli 835 del 2021. Si riportano inoltre i dati relativi agli ingressi e alle uscite, con indicazione delle motivazioni, registrate negli istituti negli anni dal 2018 al 2022. Con riferimento all’evoluzione dell’utenza, la relazione evidenzia, dopo gli anni della pandemia, un incremento degli ingressi di minorenni e giovani adulti soprattutto stranieri (dai 18 ai 24 anni) nei Servizi residenziali della giustizia minorile e di comunità, in particolare negli IPM: dai 308 presenti del I semestre 2021 ai 381 del dicembre 2022, di cui 194 stranieri. La relazione illustra le problematiche emerse e la necessità di aggiornare i modelli organizzativi e trattamentali, anche in relazione al disagio psico-sociale dei minori, in particolare stranieri, e all’evoluzione della devianza giovanile, di gruppo e non, caratterizzata da maggiore efferatezza e gratuità.

La relazione presenta poi le criticità e le principali iniziative intraprese nel 2022 in ambito educativo-formativo, dà conto dell’attività dei centri diurni polifunzionali e riferisce sul collocamento del minorenne nelle comunità pubbliche e del privato sociale, evidenziando la carenza di posti disponibili nelle strutture, soprattutto nel Nord Italia. Ulteriori profili approfonditi dalla relazione riguardano la tutela della salute, con particolare attenzione al disagio psichico e la valorizzazione delle relazioni affettive del minorenne/ giovane adulto ristretto presso le strutture detentive minorili.

In merito all’attuazione del principio della territorialità dell’esecuzione della pena, si evidenzia come, nonostante gli sforzi posti in essere, nel 2022 stati 95 i minori e giovani adulti collocati fuori dei territori di appartenenza.

Il documento riferisce anche sugli interventi volti a favorire percorsi di giustizia riparativa e di mediazione con le vittime di reato, nonché sulle collaborazioni instaurate dal Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, attraverso accordi e protocolli d’intesa, con enti locali e con associazioni ed enti del Terzo settore, volti all’ampliamento e alla maggiore qualificazione dell’offerta trattamentale dei minori e giovani adulti.(

NN. 4, n. 6

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6/9/2023

Relazione sull’attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell’organico della Cassa delle ammende

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della giustizia

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70, recante Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente, prevede che entro il 31 luglio di ogni anno ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche, nonché i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Sintesi del contenuto

 

La relazione descrive l’assetto organizzativo e le finalità della Cassa delle ammende, ente con personalità giuridica di diritto pubblico istituito dalla legge 9 maggio 1932, n. 547, e vigilato del Ministro della giustizia, che eroga fondi per il finanziamento di programmi aventi ad oggetto il reinserimento di detenuti e di internati e delle persone sottoposte a misure alternative alla detenzione, a sanzioni di comunità nonché, in base all’attuale Statuto, emanato con DPCM n. 102 del 2017, in esecuzione penale esterna.

La relazione fornisce dati analitici in merito alla composizione della platea dei destinatari degli interventi della Cassa delle ammende (nel 2022 56.196 detenuti e 73.721 soggetti sottoposti a misure penali di comunità) e alla dotazione finanziaria dell’Ente. Tale dotazione, costituita dal Fondo depositi e dal Fondo patrimonio, è complessivamente pari, al 31 dicembre 2022, a 127.980.988,36 euro (Fondo depositi: 47.358.883,34; Fondo patrimonio: 80.622.105,02). Nell’anno 2022 le entrate complessive (accertate e riscosse) sono state pari a 19.961.196,33 euro; le spese complessive ammontano a 13.974.167,50 euro (spese impegnate) e a 5.330.638,29 euro (spese pagate).

La relazione si sofferma quindi sui principali risultati raggiunti, in attuazione delle finalità statutarie e degli obiettivi programmatici, in materia di inclusione sociale delle persone in esecuzione penale e di sviluppo della giustizia riparativa, anche attraverso l’estensione della programmazione condivisa tra Regioni e province autonome e il rafforzamento del coinvolgimento attivo delle articolazioni territoriali del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, della Magistratura di sorveglianza e dei Garanti delle persone private della libertà e con il contestuale rafforzamento della governance territoriale. Si riferisce inoltre sull’adeguamento dell’assetto amministrativo-contabile, sulla prevenzione della corruzione e sulla promozione della trasparenza e si rappresentano gli obiettivi programmati nell’ambito del ciclo della performance 2022 e il relativo stato di avanzamento in base agli indicatori e ai target ad essi associati.

Quanto alle attività progettuali, la relazione riferisce in merito ai seguenti programmi nazionali, approvati e in corso di realizzazione nel 2022: per l’inclusione sociale delle persone in esecuzione penale (al 31 dicembre 2022 sono state raggiunte 2.740 unità di destinatari, detenuti e persone sottoposte a misure penali di comunità); per favorire l’accesso alle misure alternative alla detenzione (risultano raggiunti 674 destinatari); per il lavoro penitenziario professionalizzante, in collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria; il programma nazionale “Nuovi spazi trattamentali” per la riqualificazione e implementazione degli spazi destinati alle attività trattamentali e lavorative; il programma per la realizzazione di servizi di assistenza generalista alle vittime di reato ai sensi della direttiva UE 29/2012 e per lo sviluppo di percorsi di giustizia riparativa; il programma triennale di interventi finanziati dalla Cassa delle ammende e cofinanziati dalle regioni e province autonome; il programma nazionale “Innovazione sociale dei servizi di reinserimento delle persone in esecuzione penale: cultura, sviluppo e coesione sociale”.

La relazione dà anche conto dei progetti di digitalizzazione di atti giudiziari di interesse storico e segnala i programmi pluriennali 2022-2025 presentati nel 2022 in attuazione del Programma di interventi finanziati dalla Cassa delle ammende e cofinanziati dalle regioni e province autonome.

La relazione è corredata dal conto consuntivo relativo all’esercizio 2022 e dalla dotazione organica riferita alla medesima annualità.

Doc. CLIV,

n. 2

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11/9/2023

Relazione sulla consistenza, destinazione e utilizzo dei beni sequestrati o confiscati e stato dei procedimenti di sequestro o confisca

(Dati aggiornati al mese di giugno 2023)

Predisposta dal Ministro della giustizia e presentata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento

L’articolo 49 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (c.d. Codice antimafia) prevede che il Governo trasmetta ogni sei mesi al Parlamento una relazione concernente i dati relativi ai beni sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata nel corso dei procedimenti penali e di prevenzione, lo stato del procedimento per il sequestro o la confisca e i dati concernenti la consistenza, la destinazione e l’utilizzazione dei beni sequestrati e confiscati, nonché la trasmissione di tali dati all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC). Il regolamento che disciplina la raccolta dei suddetti dati è stato approvato con decreto interministeriale 24 febbraio 1997, n. 73.

Sintesi del contenuto

 

La relazione analizza sia i dati statistici relativi ai beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata inseriti nella Banca dati centrale (Bdc), gestita dalla Direzione generale per gli affari interni del dipartimento affari di giustizia (DAG), sia quelli relativi ai beni destinati, estratti dalla Banca dati Open regio dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), riguardanti gli anni 2018-2022, aggiornati al 30 giugno 2023; preliminarmente, si evidenziano talune criticità inerenti all’implementazione dei dati e all’attivazione di un efficace flusso informativo tra gli Uffici giudiziari-Bdc e l’ANBSC.

La relazione riferisce quindi che al 30 giugno 2023 i procedimenti relativi alle misure di prevenzione patrimoniale, inseriti nella Bdc dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2022, risultano essere 2.244. La serie storica (2018-2022) delle nuove iscrizioni, pur mostrando un andamento altalenante, evidenzia una decisa diminuzione nell’ultimo anno (383 nel 2022, 84 procedimenti in meno rispetto ai 467 del 2021). I dati relativi al periodo 2020-2022 evidenziano la prevalenza di procedimenti iscritti da uffici giudiziari appartenenti all’area meridionale cui appare riconducibile il 42% dei 1.273 procedimenti rilevati a livello nazionale. Tale percentuale sale al 64% ove si tenga conto anche dell’area insulare, cui contribuisce in materia determinante la Sicilia e, in particolare, il distretto di Palermo. Si segnala tuttavia come nell’ultimo triennio l’incidenza dell’area settentrionale sia in aumento, arrivando a toccare il 27%, distanziando di vari punti la percentuale dell’area geografica delle Isole (al 21,5% nell’ultimo triennio).

La relazione riferisce quindi che, al 30 giugno 2023, i beni interessati da procedimenti di prevenzione, registrati nella Bdc dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2022, risultano complessivamente pari a 54.077, con un incremento complessivo di 9.188 unità rispetto ai 44.889 (relativi al periodo 2018-2021) rilevati al 30 giugno 2022.

Si fa presente che, rispetto al dato della Bdc “fotografato” al 30 giugno 2022, diminuisce l’incidenza percentuale (sul totale dei beni registrati nel database dal 1° gennaio 2018) dei beni ancora in fase di proposta (-1,7% rispetto a giugno 2022), mentre rimangono praticamente stabili quelli sottoposti a sequestro (-0,3%). Risultano invece in aumento, sempre in termini percentuali, i beni sottoposti a confisca (+2,1%). Al 30 giugno 2023, i beni oggetto di confisca dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2022 e presenti nella Bdc risultano essere 32.515, di cui 4.998 confische definitive; per l’anno 2022, si rilevano 6.095 beni in confisca non definitiva e 218 in confisca definitiva. Quanto alla distribuzione tipologica, i beni immobili e le aziende la cui confisca è divenuta definitiva nel biennio 2021-2022 ammontano, al 30 giugno 2023, rispettivamente, a 141 unità e 73 unità e rappresentano il 23,8% e il 12,3% del totale dei beni in confisca definitiva.

In merito ai beni oggetto di decreto di destinazione, la relazione segnala che al 30 giugno 2023 il totale di beni destinati per il periodo 2018-2022 è di 7.575 (di cui poco più del 23% provenienti da fascicoli penali), con un incremento di 1.151 rispetto a quelli comunicati al 30 giugno 2022. Considerando singolarmente il 2022, i beni destinati rilevati sono 992, di cui 899 immobili e 93 aziende. Con riferimento al quinquennio 2018-2022, la relazione evidenzia il calo nel numero dei beni destinati dall’anno 2019 in poi (dopo i 2.585 raggiunti nel 2018) e la rilevante incidenza numerica di beni situati nel meridione (Sud e Isole), aree che insieme registrano 5.776 beni su 7.575 (il totale 2018-2022); la Sicilia, con 2.831 beni immobili e aziende situati sul proprio territorio, è la regione con il più alto numero di beni destinati.

III Commissione (Affari esteri)

Doc. CVI, n. 1

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30/10/2023

Relazione sullo stato di attuazione della legge 26 dicembre 1981, n. 763, recante provvedimenti in favore dei profughi italiani

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale

L’articolo 9 della legge 15 ottobre 1991, n. 344, prevede che il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale riferisca al Parlamento, entro il 31 dicembre di ogni anno, sull’attuazione e gli effetti delle disposizioni della legge 26 dicembre 1981, n. 763, che disciplina la materia dei provvedimenti in favore dei profughi italiani.

Sintesi del contenuto

 

La relazione ricorda che la legge n. 763 del 1981 e le successive integrazioni individuano i criteri per l’attribuzione della titolarità dei benefici ai profughi italiani che possono essere prestati in Italia dalle diverse istituzioni a vario titolo competenti. La normativa trova applicazione in presenza di uno stato di necessità al rimpatrio, dichiarato con apposito decreto del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di concerto con i Ministri dell’interno e dell’economia e delle finanze, sulla base delle segnalazioni pervenute al riguardo dalle autorità diplomatiche accreditate nei Paesi interessati. Tale decreto cessa di avere efficacia dopo due anni dalla data di insorgenza dello stato di necessità al rimpatrio, indicata dal decreto stesso, salvo provvedimento di proroga.

La relazione riferisce che gli stati di necessità al rimpatrio dal Libano, dall’Eritrea, dalla Costa d’Avorio e dalla Siria sono scaduti rispettivamente il 12 gennaio 2007, il 6 giugno 2007, il 31 ottobre 2006 e il 2 agosto 2014 e non sono stati prorogati. Pertanto, la Direzione generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie del MAECI non ha rilasciato, nel 2022, attestati di rimpatrio dei profughi italiani.

IV Commissione (Difesa)

NN. 4, n. 9

 

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6/9/2023

Relazione sull’attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell’organico dell’Opera nazionale per i figli degli aviatori

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della difesa

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70, recante Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente, prevede che entro il 31 luglio di ogni anno ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche, nonché i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Sintesi del contenuto

 

La relazione ricorda preliminarmente che l’Opera nazionale per i figli degli aviatori (ONFA) è ente sottoposto alla vigilanza del Ministero della difesa regolato dal DPR 15 marzo 2010, n. 66 (artt. 54-58) e riferisce in merito agli organi di vertice (Consiglio di amministrazione, Collegio dei revisori e Segretario generale) e alla struttura organizzativa. Si segnala altresì che a seguito del DPCM del 14 gennaio 2016 l’Ente non è più sottoposto al controllo della Corte dei Conti.

La relazione illustra quindi l’attività istituzionale dell’ONFA, avente carattere assistenziale, riservata agli orfani figli (legittimi, legittimati, adottivi, affiliati, naturali regolarmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati) del personale militare dell’Aeronautica Militare deceduto per qualsiasi causa, nonché ai figli dei militari dell’Aeronautica grandi invalidi di 1ª categoria. L’attività è finalizzata alla loro formazione culturale e professionale ed al sollievo di particolari situazioni di disagio economico familiare e si articola attualmente in sussidi economici annuali (prescolastici; scolastici; universitari e post universitari; supplementare a disabili studenti; speciale a disabili permanenti; integrativi familiari) ed una tantum (per premi di studio; per accertati disagi economici familiari; per fine assistenza). È altresì previsto un assegno augurale di compleanno.

La relazione riferisce che nel 2022 l’Ente ha assistito con varie modalità, nell’ambito dei propri compiti statutari, 410 orfani, e segnala che la fine delle restrizioni dovute alla pandemia ha consentito di riprendere alcune iniziative di sensibilizzazione del personale dell’Aeronautica militare. Le prestazioni istituzionali dell’Ente sono infatti rese possibili dal costante flusso delle oblazioni del personale in servizio e in congedo, in totale assenza di qualsivoglia contributo finanziario dello Stato.

La relazione fornisce i principali dati del bilancio di previsione per l’anno 2022 e del consuntivo finanziario ed economico per la medesima annualità: segnalato che l’ONFA non ha ricevuto contributi dal Ministero della difesa, si rileva che nel complesso il risultato operativo conseguito può considerarsi soddisfacente, essendo state garantite le previste prestazioni istituzionali.

La relazione è corredata dal bilancio preventivo, dal conto consuntivo e dalla dotazione organica per l’annualità 2022, nonché dal bilancio di previsione per l’anno 2023.

 

V Commissione (Bilancio)

Doc. XXVII,

n. 10

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20/9/2023

Relazione in merito all’efficacia dell’introduzione delle azioni nel bilancio dello Stato

(Dati relativi all’anno finanziario 2022)

Presentata dal Ministro dell’economia e delle finanze

L’articolo 25-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica) introduce nel bilancio dello Stato le azioni quale ulteriore livello di dettaglio del programma di spesa (che rappresenta l’unità di voto parlamentare) per chiarire cosa si realizza con le risorse finanziarie e per quali scopi. A decorrere dall’esercizio 2017, l’articolo 25-bis dispone l’applicazione in via sperimentale delle azioni e stabilisce che con riferimento a ciascun esercizio finanziario in cui si svolge la sperimentazione, il Ministero dell’economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, sentita la Corte dei conti, predisponga una relazione annuale in merito all’efficacia dell’introduzione delle azioni, da trasmettere alle Camere entro il termine previsto per la presentazione del rendiconto generale dello Stato (ossia entro il mese di giugno). Le azioni sono state individuate tramite il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 ottobre 2016, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze.

L’articolo 25-bis dispone che l’esercizio finanziario a decorrere dal quale le azioni costituiscono le unità elementari di bilancio ai fini della gestione e della rendicontazione sia stabilito, in relazione alla valutazione positiva della sperimentazione, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze.

Sintesi del contenuto

 

 

La relazione si apre con un’introduzione che fornisce valutazioni generali e prospettive future inerenti alla sperimentazione delle azioni. In particolare, si rileva che, a qualche anno di distanza dalla loro introduzione, emerge un quadro sostanzialmente positivo sia in termini di leggibilità del bilancio, sia di maggiore flessibilità amministrativa esercitabile in corso d’esercizio a livello di azione con conseguenziale, maggiore efficienza nell’allocazione e quindi nell’utilizzo delle risorse. Posta l’esigenza di una puntuale revisione dell’articolazione delle azioni rispetto all’impianto delineato dal DPCM 14 ottobre 2016 e la necessità dell’adeguamento dei sistemi informativi del bilancio, la relazione stima che, a partire dalla gestione 2025, quando sarà pienamente operativo il nuovo sistema per la contabilità di Stato Init (che sostituirà gli applicativi in uso e che già contempla la possibilità che l’azione sostituisca il capitolo), si potrà procedere a definire la fase finale della sperimentazione.

La relazione dà quindi conto della struttura del bilancio per azioni, riferendo che la legge di bilancio 2022-2024 presenta 721 azioni (rispetto alle 710 del 2021), numero confermato a consuntivo, pur con due modifiche di segno opposto (con l’attivazione di un’azione e la disattivazione di un’altra). Si illustrano quindi le modifiche nella classificazione per azioni tra legge di bilancio 2022 e legge di bilancio 2023, derivanti principalmente dal processo di riorganizzazione che ha interessato nel corso del 2022 il Ministero della giustizia e il Ministero (allora) della transizione ecologica. La relazione, ricordata che la finalità che presiede all’introduzione delle azioni è quella di riordino e semplificazione delle autorizzazioni di spesa, che quindi acquisiscono una nuova centralità rispetto all’attuale ripartizione del bilancio in capitoli, evidenzia la necessità di una revisione di tali autorizzazioni (anche alla luce del loro numero: oltre 25 mila se contate in relazione ai singoli piani di formazione, riconducibili a oltre 6 mila norme distinte), in particolare di quelle relative alle spese di “fabbisogno” (il 4% dello stanziamento complessivo del bilancio 2023). Distinti capitoli della relazione trattano temi specifici relativi alla situazione delle azioni del bilancio che si riscontra per l’esercizio 2022 e, in particolare: la struttura per azioni dei programmi; la caratterizzazione delle azioni per natura economica delle spese; il contenuto dell’azione “Spese di personale per il programma”; la struttura e il contenuto delle azioni dei programmi di spesa trasversali a tutte le amministrazioni; la collocazione delle spese con caratteristiche analoghe a tutti i Ministeri e l’attribuzione di specifica azione ai fondi da ripartire. La relazione dà inoltre conto dell’introduzione delle azioni nella Nota integrativa, con particolare riferimento alla Nota allegata alla legge di bilancio 2023–2025.

Il capitolo conclusivo della relazione approfondisce, con riferimento all’esercizio 2022, gli esiti della disciplina sulla flessibilità del bilancio (di cui all’art. 33 della legge n. 196 del 2009), concessa alle amministrazioni attraverso il ricorso, in particolare, a decreti direttoriali (DDG) recanti variazioni compensative tra gli stanziamenti di spesa nell’ambito di una medesima azione.

VI Commissione (Finanze)

Doc. CIII, n. 1

 

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6/9/2023

Relazione sullo stato di attuazione della “Strategia nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale”

(Dati relativi all’anno 2022 e al primo semestre dell’anno 2023)

Presentata dal Ministro dell’economia e delle finanze

L’articolo 24-bis del decreto-legge 23 dicembre 2016, n. 237, recante Disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio, prevede misure e interventi volti a sviluppare l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale riconoscendone l’importanza quale strumento per la tutela del consumatore e per un utilizzo più consapevole degli strumenti e dei servizi finanziari offerti dal mercato. La citata disposizione stabilisce, inoltre, che il Ministero dell’economia e delle finanze, d’intesa con il Ministero dell’istruzione e il Ministero dell’università e della ricerca, adotti il Programma per una “Strategia nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale”, su cui è prevista l’espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari; l’articolo 24-bis dispone altresì che il Governo trasmetta alle Camere, entro il 31 luglio di ogni anno, una relazione sullo stato di attuazione della Strategia, che può contenere le eventuali proposte di modifica e di aggiornamento del programma.

Per l’attuazione della Strategia, con decreto interministeriale 3 agosto 2017, è stato istituito il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria.

Sintesi del contenuto

 

La relazione riferisce che nell’anno 2022 e nel primo semestre del 2023 il Comitato ha lavorato a progetti finalizzati all’attuazione del programma della Strategia nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale per il triennio 2021-2023, adottato con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con il Ministro dell’istruzione 14 gennaio 2022. Si fa quindi presente che nel 2022 il Comitato ha condotto, in collaborazione con la società di ricerche e analisi di mercato Bva - Doxa, la terza indagine conoscitiva sulla situazione economico-finanziaria delle famiglie italiane e sulle conoscenze finanziarie, assicurative e previdenziali degli italiani. Dal rapporto Edufin 2022 “Educazione finanziaria: strumento d’orientamento in tempo d’incertezza“ emerge che nonostante i lievi miglioramenti riscontrati nelle conoscenze finanziarie effettive, permane una certa difficoltà delle famiglie a compiere scelte economico-finanziarie: tale difficoltà è più evidente tra le categorie più fragili della popolazione: le donne (38%), i giovani (30,5%), i residenti al sud e isole (37,7%) e coloro che hanno un basso grado di istruzione (39%). Anche il tasso delle conoscenze assicurative e in ambito previdenziale si attesta su livelli bassi. Ad esempio, conoscono concetti di base quali franchigia e scoperto solo, rispettivamente, il 55,2% e il 40,1% del campione. La quarta indagine (Educazione finanziaria: “Iniziamo dalla scuola”) realizzata nei primi mesi del 2023, pur riscontrando un ulteriore miglioramento del livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani, conferma le difficoltà delle categorie più vulnerabili. I risultati ottenuti sono approfonditi in uno specifico paragrafo della relazione.

Quest’ultima, oltre a riferire sull’attività del Comitato finalizzata all’introduzione dell’insegnamento obbligatorio dell’educazione finanziaria nelle scuole, con la partecipazione alle audizioni svolte nel corso dell’esame al Senato dei disegni di legge a ciò finalizzati, illustra le iniziative attuate nell’ambito del Mese dell’educazione finanziaria, ricordando che il tema di Ottobre Edufin 2022 è stato “Costruisci oggi quello che conta per il tuo futuro”. Si dà altresì conto della predisposizione delle linee guida che le iniziative di soggetti esterni al Comitato devono rispettare per poter essere riconosciute e rilanciate sul portale del Comitato (www.quellocheconta.gov.it), online da aprile 2018, ulteriormente aggiornato e arricchito nei contenuti. La relazione descrive poi i progetti editoriali realizzati in collaborazione con taluni giornali e riviste, nonché attraverso radio, televisione e social media per la promozione del lavoro del Comitato e per iniziative di educazione finanziaria. Un ciclo di video lezioni disponibile sul portale è stato predisposto specificamente per l’educazione finanziaria degli adulti sul posto di lavoro.

La relazione descrive altresì le attività di sensibilizzazione dedicate ai ragazzi e rivolte agli studenti universitari. Specifico approfondimento è poi riservato alle attività del Comitato per la promozione di iniziative di educazione finanziaria indirizzate al mondo femminile, finalizzate ad accrescere le conoscenze e la consapevolezza delle ragazze e delle donne in materia finanziaria, assicurativa e previdenziale e a ridurre la disparità di genere.

Doc. CXIV, n. 1

 

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20/10/2023

Relazione sull’andamento delle operazioni assistite dalla garanzia dello Stato sulla cartolarizzazione delle sofferenze (GACS) e sugli obiettivi di performance collegati

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro dell’economia e delle finanze

L’articolo 4 del decreto-legge 14 febbraio 2016, n. 18, dispone che il Ministero dell’economia e delle finanze, entro il 30 giugno di ogni anno, trasmetta alle Camere una relazione contenente i dati relativi all’andamento delle operazioni assistite dalla garanzia dello Stato sulla cartolarizzazione delle sofferenze (GACS) e gli obiettivi di performance collegati, tra cui: a) cedente, cessionaria-società veicolo (SPV), prestatore di servizi (servicer); b) valore al lordo delle rettifiche di valore (gross book value) dei crediti oggetto di cessione, valore netto di cessione, valore nominale dei Titoli emessi; c) valore nominale dei Titoli senior emessi assistiti da garanzia pubblica; d) valore nominale dei Titoli senior assistiti da garanzia pubblica residui al 31 dicembre.

Lo strumento della garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (GACS), introdotto nell’ordinamento italiano al fine di agevolare lo smobilizzo dei crediti in sofferenza prevede la concessione della garanzia dello Stato, a condizioni di mercato, esclusivamente sul segmento senior dell’operazione di cartolarizzazione. La cessazione della GACS, la cui operatività è stata più volte estesa, è stata fissata con decreto del 15 luglio 2021 il Ministero dell’economia e delle finanze al 14 giugno 2022.

I dati riportati ed illustrati nella relazione sono stati forniti da Consap-Concessionaria servizi assicurativi pubblici S.p.A., società a capitale interamente pubblico di cui il MEF si avvale per la gestione dell’intervento GACS.

Sintesi del contenuto

 

 

La relazione descrive lo schema di funzionamento della garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (GACS) e le modifiche apportate alla disciplina originaria (di cui al decreto-legge n. 18 del 2016) dal decreto-legge 25 marzo 2019, n. 22. Si riferisce quindi che dall’introduzione nell’ordinamento nazionale di tale strumento sino al 31 dicembre 2022 risultano ammessi al beneficio della garanzia dello Stato titoli senior relativi a 46 operazioni di cartolarizzazione, di cui 28 su istanze multioriginator, che hanno riguardato crediti in sofferenza per un valore complessivo lordo pari a circa 117,8 miliardi di euro, a cui corrisponde un valore lordo aggregato al netto delle rettifiche pari a circa 30,3 miliardi (con un corrispettivo di cessione alle SPV pari a circa 28,2 miliardi di euro) a fronte del quale sono stati emessi titoli per un valore nominale complessivo di circa 26,6 miliardi di euro. A fronte di tali crediti sono stati emessi circa 21,5 miliardi di euro di titoli senior garantiti dallo Stato che, a seguito dei rimborsi di capitale effettuati fino al 31 dicembre 2022, si sono ridotti a circa 12,6 miliardi di euro.

In particolare, nel corso dell’annualità 2022, sono state accordate 10 garanzie, per un ammontare lordo di sofferenze oggetto di cartolarizzazione (GBV) pari a circa 29,2 miliardi di euro e un valore lordo aggregato al netto delle rettifiche pari a circa 7,1 miliardi di euro (a cui corrisponde un corrispettivo di cessione alle SPV pari a circa 6,3 miliardi di euro. A fronte di tali operazioni sono stati emessi titoli per un valore nominale di circa 5,1 miliardi di euro, di cui circa 3,9 miliardi di euro di titoli senior assistiti dalla garanzia pubblica. La relazione fornisce quindi il dettaglio delle singole operazioni assistite dalla GACS suddivise per periodo di operatività dello strumento, più volte prorogato.

In merito alla dotazione dell’apposito Fondo istituito presso il MEF per l’attuazione dell’intervento della GACS (Fondo GACS), la relazione riferisce che i corrispettivi versati per la GACS dalle società cessionarie dall’inizio della sua operatività fino al 31 dicembre 2021 erano pari a 268.278.375 euro. Nel corso del 2022 le società cessionarie hanno versato corrispettivi pari a 157.566.057 euro. Al 31 dicembre 2022, i corrispettivi versati per la GACS sul capitolo di bilancio dello Stato dedicato all’iniziativa, ammontano a complessivi 425.844.433 euro, che sommati alla dotazione iniziale del fondo (pari a 120 milioni di euro per l’anno 2016, incrementata di 100 milioni di euro per l’anno 2019 ai sensi dell’art. 23 del decreto-legge n. 22 del 2019), al netto degli oneri di gestione, determinano una disponibilità pari a 642.020.768 euro, di cui circa 601.735 mila euro già riassegnati al conto corrente di tesoreria presso Banca d’Italia dedicato allo strumento.

La relazione dà quindi conto delle risultanze dell’attività di monitoraggio delle operazioni cui sono tenuti i soggetti incaricati della riscossione dei crediti (servicer) ai sensi dell’articolo 7-bis del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 3 agosto 2016 e degli eventi intervenuti nei primi mesi del 2023.

 

VII Commissione (Cultura)

NN. 6, n. 50

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20/9/2023

Relazione sulle attività svolte dalla Fondazione Ordine mauriziano

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento

L’articolo 2 del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277 (Interventi straordinari per il riordino e il risanamento economico dell’Ente Ordine Mauriziano di Torino), istituisce la Fondazione Ordine Mauriziano, alla quale viene trasferito il patrimonio immobiliare e mobiliare dell’Ente ospedaliero Ordine Mauriziano, con l’esclusione dei presidi ospedalieri Umberto I di Torino e Istituto per la ricerca e la cura del cancro (IRCC) di Candiolo (Torino). Il predetto articolo stabilisce che sulla gestione del patrimonio vigili un Comitato di cinque membri, tenuto a presentare una relazione annuale al Presidente del Consiglio dei ministri, il quale provvede alla trasmissione alle competenti Commissioni parlamentari.

Sintesi del contenuto

 

La relazione, approvata all’unanimità dal Comitato di vigilanza della Fondazione il 19 gennaio 2023, ripercorre preliminarmente la vicenda storico-istituzionale dell’Ordine Mauriziano, conservato come ente ospedaliero ai sensi della XIV disposizione transitoria della Costituzione, in particolare dando conto del dissesto finanziario determinatosi dal 1999 e della conseguente scissione dell’Ordine, operata dal decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, in Ente propriamente detto, che ha proseguito le tradizionali attività di cura e assistenza, e Fondazione, con compiti di gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare. Sulla legittimità costituzionale di tali disposizioni la Corte costituzionale si è espressa con sentenza 28 novembre 2012, n. 263. La relazione riferisce altresì in merito al commissariamento disposto con il decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159 (art. 30), cui ha fatto seguito un ripianamento economico-contabile conclusosi nel 2013, e illustra l’assetto organizzativo dell’ente (presidente, comitato di vigilanza, consiglio di amministrazione) delineato dallo statuto vigente (approvato con decreto del Ministro dell’interno 16 aprile 2018), evidenziando taluni rischi di stallo nell’attività dell’ente medesimo che potrebbero conseguire al ritardo nel rinnovo degli organi a fine mandato.

La relazione descrive quindi il patrimonio della Fondazione (disponibile e indisponibile), evidenziandone l’interesse anche storico, culturale e artistico, con particolare riguardo all’Archivio storico dell’Ordine Mauriziano e alla Biblioteca, e delinea l’ambito dell’attività del Comitato di vigilanza sulla gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare della Fondazione, ricordando che tale comitato non è organo della Fondazione, ma opera dall’esterno, per conto della Presidenza del Consiglio. Si evidenzia quindi l’importanza della catalogazione dei beni della Fondazione, solo parzialmente informatizzata, riferendo sul processo di riscontro in atto ai fini della predisposizione di un inventario aggiornato e completo, anche ai fini della stipula di adeguati contratti di copertura assicurativa.

La relazione riferisce poi sulle vicende dell’utilizzo, tuttora non definito, di un’area industriale dismessa (ex FIAT, ALLYS, NEW HOLLAND, infine CNH) in grave degrado, nonché sulla predisposizione, protrattasi nel 2022, di un Documento programmatico pluriennale, la cui versione definitiva dovrà essere valutata e approvata dal Comitato. La relazione fa presente che peraltro, già dall’esame della quarta bozza (la più aggiornata), emerge un fabbisogno di manutenzioni straordinarie del patrimonio mauriziano per circa 10,7 milioni di euro (di cui circa 5,9 riferiti al comprensorio di Stupinigi).

Il documento segnala quindi l’approvazione da parte del Comitato di vigilanza delle deliberazioni assunte dal Cda della Fondazione in merito al bilancio consuntivo di esercizio per il 2021 e ai bilanci di previsione per il 2022 e per il 2023; si riportano inoltre i macro dati economico patrimoniali dell’ultimo triennio della Fondazione. La relazione informa poi che nel 2022 la Corte dei conti ha confermato la soggezione della Fondazione Ordine al controllo della Corte stessa.

La relazione dà infine conto della contribuzione straordinaria dello Stato destinata alla Fondazione per un importo di 1,5 milioni di euro per l’anno 2022, disposto con DPCM 27 settembre 2022, e dei rilievi della Corte dei conti in sede di registrazione di tale decreto, nonché dei contenziosi tuttora in essere tra la Fondazione e la regione Piemonte, prevalentemente concernenti alcuni immobili destinati a sedi ospedaliere.

Doc. CXXXII,

n. 3

 

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27/9/2023

Relazione concernente gli esiti del monitoraggio sull’attuazione delle prescrizioni del decreto legislativo n. 218 del 2016, recante semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca, da parte degli enti pubblici di ricerca vigilati dal Ministero dell’università e della ricerca

(Dati relativi all’anno 2023)

Presentata dal Ministro dell’università e della ricerca

Il decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218 (Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca) ha modificato la normativa in materia di enti di ricerca, in particolare: semplificando la regolazione degli enti pubblici di ricerca (EPR) e il suo coordinamento con le migliori pratiche internazionali; introducendo una piena autonomia statutaria, regolamentare, programmatoria e contabile degli EPR; valorizzando la premialità dei ricercatori e dei tecnologi e la loro piena mobilità, la portabilità dei progetti di ricerca e la relativa titolarità; razionalizzando il sistema contabile. Il citato provvedimento stabilisce inoltre che, entro il mese di aprile di ciascun anno, i Ministeri vigilanti monitorino l’attuazione da parte degli enti vigilati di quanto disposto dal decreto legislativo disponendo, all’articolo 2, che degli esiti di tale monitoraggio venga dato conto in una relazione annuale, recante anche la dimostrazione dei risultati attesi, che ogni Ministero vigilante, entro il mese di settembre di ciascun anno, pubblica sul sito istituzionale e trasmette al Parlamento. Gli EPR rientranti nell’ambito di applicazione del decreto legislativo sui quali esercita la vigilanza il MUR sono i seguenti: Area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste (Area Science Park); Consiglio nazionale delle ricerche (CNR); Istituto italiano di studi germanici (IISG); Istituto nazionale di astrofisica (INAF); Istituto nazionale di alta matematica “Francesco Severi” (INDAM); Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN); Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV); Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (OGS); Istituto nazionale di ricerca metrologica (INRIM); Museo storico della fisica e Centro studi e ricerche “Enrico Fermi(CREF); Stazione zoologica “Anton Dohrn”; Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) e Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE).

Sintesi del contenuto

 

La relazione, indicate le modalità operative dell’attività di monitoraggio, ne illustra gli esiti con riferimento ai diversi profili espressamente elencati dall’articolo 2 del decreto legislativo n. 218 del 2016, dando conto delle iniziative più significative poste in essere dai singoli enti di ricerca vigilati dal MUR. Si riferisce pertanto: sull’adeguamento degli statuti e dei regolamenti alle prescrizioni del suddetto decreto legislativo e delle Carte internazionali da esso richiamate (Carta Europea dei ricercatori, Codice di condotta per l’assunzione dei ricercatori, Documento European Framework for Research Careers); sull’elaborazione di prassi applicative virtuose; sulle attività di formazione e aggiornamento dei ricercatori e tecnologi e sull’adozione di iniziative di comunicazione e disseminazione dei risultati scientifici, nonché di comunicazione istituzionale, (anche con l’aggiornamento da parte degli enti delle sezioni “amministrazioni trasparenti” e attraverso i social network). La relazione riferisce inoltre sulla programmazione di iniziative di collaborazione pubblico-pubblico e pubblico-privato; sull’adozione di misure volte a facilitare la libertà di ricerca e la portabilità dei progetti; sull’individuazione di misure per la valorizzazione professionale e la tutela della proprietà intellettuale; sull’efficacia delle forme di partecipazione di ricercatori e tecnologi alle fasi decisionali per la programmazione e attuazione della ricerca; sul rientro in Italia di ricercatori e tecnologi di elevata professionalità e sul livello di competitività e attrattività delle strutture di ricerca italiane per i ricercatori stranieri; sull’equilibrio tra sostegno alle attività di ricerca e programmazione finanziaria. Viene poi osservato che i risultati dell’attività di monitoraggio evidenziano l’impegno degli EPR nel dare una concreta attuazione a quanto previsto dal decreto legislativo n. 218 del 2019 e che, pur permanendo delle obiettive difficoltà, le politiche volte a garantire il rientro dei ricercatori e tecnologi dall’estero hanno prodotto, per alcuni enti, dei risultati incoraggianti. Si evidenzia inoltre la consistente presenza di forme di collaborazione pubblico-pubblico e pubblico-privato (anche per dare attuazione ai progetti previsti nell’ambito del PNRR) e la rilevanza delle attività di formazione. Si segnala peraltro che il passaggio da parte degli enti alla contabilità economico-patrimoniale è ancora in fieri e l’esigenza dell’adeguamento della disciplina interna in tema di tutela della proprietà intellettuale alle modifiche di cui alla legge 24 luglio 2023, n. 102.

NN. 4, n. 14

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20/10/2023

Relazione sull’attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell’organico del Comitato italiano paralimpico (CIP)

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro per lo sport e i giovani

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70, recante Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente, prevede che entro il 31 luglio di ogni anno ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche, nonché i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Si ricorda che l’articolo 1 del decreto legislativo 27 febbraio 2017, n. 43, ha istituito il Comitato italiano paralimipico (CIP), scorporandolo dal CONI. Il CIP, al quale è attribuita personalità giuridica di diritto pubblico, è sottoposto alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, delegata al Ministro per lo sport e i giovani con DPCM 12 novembre 2022.

Sintesi del contenuto

 

La relazione illustra, in primo luogo, l’attività sportiva svolta dal CIP, a partire dalla partecipazione della delegazione italiana ai Giochi Paralimpici Invernali Beijing 2022, svoltisi dal 4 al 13 marzo. Oltre a evidenziare i positivi esiti sportivi conseguiti, si dà conto dei costi complessivi sostenuti, che ammontano a circa 1.300.000 euro, di cui 745.000 erogati agli atleti a titolo di premi medaglia e 87.000 quali premi in favore dello staff tecnico e medico-sanitario delle discipline vincitrici di medaglie. La relazione riferisce altresì in merito ad altri due eventi di particolare rilevanza per il movimento sportivo nazionale, ovvero le Deaflympics estive (evento sportivo dedicato agli atleti sordi, svoltosi a Caixa du Sol, in Brasile, dal 1° al 15 maggio) e gli European Youth Paralympic Games, evento multidisciplinare sotto l’egida dell’European Paralympic Committee riservato ai giovani atleti paralimpici di età compresa tra i 12 e i 23 anni, tenutesi in Finlandia, a Pajulathi, nel mese di giugno 2022, riferendo altresì sui costi sostenuti. Si segnala anche l’avvio nel corso del 2022 dei percorsi di qualificazione degli atleti/squadre in vista dei Giochi Paralimpici di Paris 2024 e si riferisce sulla partecipazione della rappresentativa nazionale a numerose competizioni internazionali che hanno avuto luogo nell’annualità considerata.

La relazione espone quindi l’attività svolta dal CIP di avviamento allo sport, che nel 2022 ha registrato un forte impulso rispetto agli anni precedenti, grazie alla graduale attenuazione degli effetti della pandemia, e si sofferma sulle attività istituzionali orientate al mondo della scuola, anch’esse in netta crescita. In quest’ambito si riferisce, tra l’altro, che il CIP ha aderito al progetto per la scuola primaria (anno scolastico 2021-2022), promosso dal Ministero dell’istruzione e da Sport e Salute S.p.A., e si illustra l’operato del Comitato per promuovere l’orientamento motorio e sportivo e la diffusione della cultura paralimpica, quale strumento di arricchimento formativo, in modalità inclusiva, dentro la scuola (a partire da quella dell’infanzia), nonché per condurre alunni e studenti con disabilità alla pratica sportiva paralimpica costante. In particolare, si segnala che il numero degli accordi quadro sottoscritti con gli Istituti scolastici è più che triplicato in due anni, raggiungendo i 223 accordi in vigore al 31 dicembre 2022, per un totale di circa 9.000 alunni con disabilità iscritti agli istituti firmatari. Si riferisce altresì sulla prosecuzione del progetto “Il Campione Paralimpico va a scuola”, avviato in via sperimentale nel 2020, sui corsi di formazione sul “mondo paralimpico”, riservati ai docenti scolastici e realizzati attraverso la piattaforma digitale S.O.F.I.A., attiva presso il MIUR, sui progetti attivati con gli atenei e destinati agli studenti universitari. La relazione affronta poi i temi dell’attività espletata nel 2022 sul versante della comunicazione e del marketing e dà conto dei risultati conseguiti dal Centro di preparazione paralimpica Tre Fontane, che nel 2022 ha realizzato 100 iniziative sportive a fronte delle 59 dell’anno precedente, con il coinvolgimento di 7.531 atleti.

La seconda parte della relazione sintetizza i dati del bilancio consuntivo 2022 (trasmesso in allegato alla relazione medesima unitamente al bilancio preventivo 2023). In particolare, si segnala che l’esercizio 2022 si è chiuso con un risultato positivo per 1.190.350,23 euro (di cui 864.778,54 relativi alle strutture territoriali), e un incremento del patrimonio netto determinato in 19.103.292 euro, costituito dal fondo di dotazione per 720.931 euro, dagli utili portati a nuovo per 17.192.011 euro e dal predetto risultato di esercizio pari a 1.190.350 euro. Per quanto concerne il rispetto delle disposizioni di contenimento della spesa pubblica, l’Ente, per il 2022, ha versato al bilancio dello Stato la somma di 358.318 euro.

Doc. CLXX,

n. 1

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24/10/2023

Attività svolta dalla “Fondazione La Biennale di Venezia”

(Dati relativi all’anno 2022)

 

Presentata dal

Ministro della cultura

Il decreto legislativo 29 gennaio 1998, n. 19, ha disposto la trasformazione dell’ente pubblico “La Biennale di Venezia” in persona giuridica privata, stabilendo, all’articolo 24, che il Ministero della cultura presenti alle Camere, entro il 30 settembre di ogni anno, una relazione sulle attività della “Fondazione La Biennale di Venezia”, che deve esporre in modo dettagliato l’analisi delle entrate, delle spese e dei programmi dell’ente, nonché l’ultimo bilancio.

Sintesi del contenuto

 

La relazione, richiamate preliminarmente le finalità e l’architettura istituzionale della Fondazione, nonché la composizione degli organi di amministrazione e di controllo, illustra le attività svolte nell’annualità 2022, programmate dal consiglio di amministrazione.

Le attività programmate hanno riguardato in particolare: l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC), che offre strutture di riferimento per le attività stabili di studio, ricerca e sperimentazione della Biennale attivate dai Direttori di Settore; l’iniziativa Biennale College, che persegue la finalità di formare giovani artisti dando loro la possibilità di confrontarsi con i maestri nei rispettivi campi, ma anche di cimentarsi nella realizzazione di creazioni, articolata nei progetti Arte (lanciato a giugno 2021), Teatro 2022, Musica 2022, Danza 2022, Cinema, Virtual reality, ASAC-Scrivere in residenza, Interno; l’Attività Educational, rivolta al pubblico delle mostre e ai ragazzi delle scuole. Quanto all’azione di riqualificazione e di sviluppo delle sedi in dotazione per le attività, in particolare si rappresenta che nel 2022 il progetto di sviluppo e potenziamento delle attività della Biennale è stato inserito nei fondi per i Grandi Attrattori Culturali del PNRR, con uno stanziamento di 169,556 milioni di euro. Tra gli altri interventi di riqualificazione, si evidenzia inoltre il trasferimento dell’ASAC all’Arsenale e il suo sviluppo nel Centro internazionale di ricerca delle arti contemporanee.

La relazione riferisce quindi sulle seguenti mostre e festival realizzati nel corso del 2022: la 59° Esposizione internazionale d’arte; la 79° Mostra internazionale d’arte cinematografica; il 50° Festival internazionale del teatro; il 16° Festival internazionale di danza contemporanea; il 66° Festival internazionale di musica contemporanea. Si dà altresì conto delle attività della Fondazione nell’ambito editoriale e della comunicazione digitale.

Per quanto concerne il profilo economico-contabile, la relazione riferisce che l’esercizio 2022 ha registrato un utile di 13.833.374 euro, in sostanziale aumento rispetto al risultato positivo già rilevato per il bilancio consuntivo 2021. Si rileva che le ragioni di questi risultati sono riconducibili alla modifica della programmazione delle attività della Fondazione a causa della pandemia globale, in particolare al trasferimento dal 2020 al 2021 della 17° Mostra internazionale d’architettura e il conseguente trasferimento al 2022 della 59° Esposizione internazionale d’arte, che ha comportato un mutamento del sistematico andamento alterno “strutturale” dei risultati di bilancio, in perdita nell’anno in cui si tiene la Mostra di architettura “coperto” dal bilancio in attivo dell’anno successivo, in cui si tiene la Mostra d’arte.

La relazione riferisce poi che il valore totale della produzione, pari a 72.695.856 euro, risulta superiore rispetto a quello dell’anno 2021 di 23.463.113 euro, differenza dovuta a un incremento dei ricavi propri in relazione alla realizzazione della 59° Esposizione internazionale d’arte, accompagnato da un aumento della contribuzione dello Stato. Sempre per l’esercizio 2022, i ricavi propri, direttamente connessi all’attività della Fondazione, si attestano a 34.636.875 euro e sono costituiti per il 53% del totale dai ricavi da biglietteria e sponsorizzazione. Il rapporto dei ricavi delle vendite e prestazioni, se commisurato al totale del valore della produzione, risulta pari al 47,65%.

I contributi pubblici, inclusi nel totale dei contributi in conto esercizio, sono stati pari a 36.122.009 euro, superiori di 7.930.484 euro a quelli del 2021. I costi della produzione ammontano a 58.203.805 euro e registrano un incremento rispetto al 2021 di 16.096.764 euro. La relazione riferisce inoltre che il risultato positivo della gestione finanziaria netta è pari a 50.125 euro e dà conto dei crediti e debiti della Fondazione.

Alla relazione è allegato il bilancio d’esercizio relativo all’anno 2022, corredato dalla relazione degli amministratori, dallo schema di bilancio al 31 dicembre 2022, nonché dalla relazione del Collegio dei revisori dei conti.

NN. 4, n 15

Annuncio 25/10/2023

Attività svolta, bilancio di previsione e consistenza dell’organico dell’Accademia nazionale dei Lincei

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della cultura

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70, recante Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente, prevede che entro il 31 luglio di ogni anno ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche, nonché i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Sintesi del contenuto

 

La relazione, redatta dalla Direzione generale educazione, ricerca e Istituti culturali del Ministero della cultura, richiama in estrema sintesi la storia e le finalità istituzionali dell’Accademia nazionale dei Lincei, ricordando che l’ente gestisce 15 Fondazioni (annesse all’Accademia) e 36 fondi autonomi (privi di personalità giuridica, a differenza delle Fondazioni), costituiti da eredità, legati e donazioni.

Si dà quindi conto della modifica apportata all’articolo 4 dello statuto dell’Accademia, concernente alcuni meccanismi relativi alla nomina e ai requisiti dei soci.

Con riferimento alla vigilanza esercitata, la relazione riferisce che, pur prendendosi atto di quanto evidenziato dal Presidente dell’Accademia nella relazione allegata al bilancio consuntivo 2022, da cui si evince lo sforzo dell’Ente di proseguire la riduzione dell’incidenza delle spese imputate alla missione 32 “Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche” programma 003, destinata ad accogliere solo le spese di carattere residuale volte a garantire il funzionamento generale dell’Accademia, la consistenza di tale incidenza appare ancora elevata.

La relazione riporta poi le valutazioni formulate dall’amministrazione vigilante in esito alla determinazione della Corte dei Conti del 24 novembre 2022, n. 145, relativa al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Accademia Nazionale dei Lincei per l’esercizio 2021 e i punti essenziali sui quali l’Ente ha fornito delucidazioni e rassicurazioni, concernenti, tra l’altro: il potenziamento dell’attività amministrativa e il miglioramento della rappresentazione dei dati contabili; la formulazione di una proposta di “Piano degli indicatori e risultati attesi di bilancio”, previsto dal decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91 (art. 19); la più precisa allocazione delle spese di funzionamento, generando un diverso impatto sul totale delle spese imputate alla missione “servizi istituzionale e generali”. Ulteriori aspetti oggetto di repliche da parte dell’Accademia riguardano: la formulazione della tabella dimostrativa dell’avanzo di amministrazione; la mancata motivazione della previsione di uscita per gli incrementi finanziari e la non adeguata rappresentazione delle imposte in relazione al risultato economico finale; la verifica del rispetto delle norme di contenimento.

La relazione fornisce quindi il bilancio preventivo 2022 e le relative variazioni, il preventivo gestionale e il rendiconto gestionale (relativi alla gestione della sola Accademia) per la medesima annualità. Per quanto riguarda il rendiconto gestionale, si riferisce che il bilancio consuntivo dell’Accademia per l’anno 2022, presenta accertamenti per 7.101.513,84 euro e impegni per 7.073.380,70 euro, con un avanzo finanziario di competenza corrispondente a 28.133,14 euro. Una tabella riepiloga le principali entrate e uscite.

La relazione dà infine conto della pianta organica dell’Accademia ed elenca le attività culturali svolte nel 2022.

 

VIII Commissione (Ambiente)

Doc. CCXV,

n. 1

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4/10/2023

Relazione sui risultati del monitoraggio sull’attuazione delle disposizioni con finalità di incremento del verde pubblico e privato e prospettazione degli interventi necessari per l’attuazione della normativa di settore

(Dati relativi agli anni 2021 e 2022)

Predisposta dal Comitato per lo sviluppo del verde pubblico e presentata dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica

 

 

L’articolo 3 della legge 14 gennaio 2013, n. 10 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), istituisce presso il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, tra i cui compiti rientra il monitoraggio sull’attuazione delle disposizioni della legge 29 gennaio 1992, n. 113 (Obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica), e di tutte le vigenti disposizioni di legge con finalità di incremento del verde pubblico e privato. L’articolo 3 prevede altresì che il Comitato predisponga una relazione, da trasmettere alle Camere entro il 30 maggio di ogni anno, recante i risultati del monitoraggio e la prospettazione degli interventi necessari a garantire la piena attuazione della normativa di settore. L’articolo 4 della legge n. 10 del 2013 stabilisce inoltre che, in allegato alla relazione, il Comitato, d’intesa con le regioni e i comuni, presenti un rapporto annuale sull’applicazione nei comuni italiani delle disposizioni di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, relative agli strumenti urbanistici generali e attuativi.

Sintesi del contenuto

 

La relazione dà conto in primo luogo dell’attività, svolta nel biennio 2020-2021 dal Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, di valutazione dei progetti di forestazione urbana pervenuti dalle città metropolitane, secondo le previsioni del decreto ministeriale 9 ottobre 2020 (recante modalità per la progettazione degli interventi di riforestazione di cui al decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111). Si riferisce quindi sull’aggiornamento degli elenchi degli alberi monumentali d’Italia (di cui all’articolo 7 della legge n. 10 del 2013), sull’istituzione, con decreto ministeriale 5 aprile 2023, della Rete nazionale dei boschi vetusti, nonché sul contributo del Comitato alla predisposizione delle Linee guida per la programmazione della produzione e l’impiego di specie autoctone di interesse forestale. Per quanto attiene alle attività di promozione e di attuazione della legge n. 10 del 2013, la relazione illustra le iniziative per la sensibilizzazione pubblica, richiamando, tra l’altro, il progetto nazionale di educazione ambientale “Un albero per il futuro”, lanciato dai Carabinieri forestali, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, per il periodo 2020-2023, e le iniziative attuate per la Giornata nazionale degli alberi fissata dalla legge n. 10 del 2013 per il 21 novembre di ciascun anno. Viene anche riportata un’ampia rassegna dei convegni e seminari pubblici e degli eventi CONAF (Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali) svoltisi a partire dal 2020.

La relazione riferisce quindi gli ultimi dati sul verde pubblicati nel Rapporto SNPA 2022 “Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la sostenibilità ambientale”, analizzati attraverso tre chiavi di lettura: vivibilità, circolarità e resilienza ai cambiamenti climatici. I dati si riferiscono ad un campione di 20 comuni capoluogo di regione più Bolzano. Vengono poi presentate le valutazioni del Rapporto ISPRA-SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, che analizza i processi di trasformazione del territorio nazionale. In particolare, si riferisce che il monitoraggio 2022 conferma la criticità del consumo di suolo nelle zone periurbane e urbane, in cui si rileva un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali, a scapito delle aree agricole e naturali. La relazione riporta altresì estesamente le principali evidenze riferite a tutto l’articolato della legge n. 10 del 2013 rilevate con il questionario del verde urbano dell’indagine ISTAT “Dati ambientali nelle città”, rivolta ai 109 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana (in cui risiede il 30% della popolazione italiana). Nel corso degli anni il questionario del verde urbano è stato adeguato alla normativa vigente e arricchito di nuovi contenuti informativi. Si riportano, inoltre, le “buone pratiche” per l’attuazione dell’articolo 6 della legge n. 10 del 2013 tratte dalla banca dati GELSO (Gestione Locale Sostenibile), riferite all’incremento degli spazi verdi urbani, ai servizi ambientali del verde, ai benefici terapeutici del verde e alle attività di conservazione e ripristino del paesaggio rurale o forestale.

Quanto alle iniziative di ricerca e condivisione delle conoscenze, la relazione illustra le proposte del Position paper 2022 “Infrastrutture verdi urbane e periurbane”, presentato a marzo 2022, e le altre attività divulgative dellIstituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e della competente direzione del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Doc. CCXXVIII,

n. 1

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11/10/2023

Relazione contenente l’indicazione degli interventi di competenza dei commissari di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico e il loro stato di attuazione

(Dati aggiornati al 31 dicembre 2022)

 

Presentata dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica

 

L’articolo 36-ter del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77 (Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure) stabilisce che gli interventi di prevenzione, mitigazione e contrasto al dissesto idrogeologico - ivi compresi quelli finanziabili tra le linee di azione del PNRR sulla tutela del territorio - siano qualificati come opere di preminente interesse nazionale, aventi carattere prioritario, e che i commissari di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico promuovano e adottino prioritariamente le misure necessarie per la più rapida attuazione di tali interventi. L’articolo 36-ter prevede altresì che il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica trasmetta al Parlamento, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione contenente l’indicazione degli interventi di competenza dei commissari di Governo e il loro stato di attuazione.

Sintesi del contenuto

 

La relazione, che costituisce il primo adempimento del citato obbligo, illustra: a) il quadro normativo di riferimento concernente l’individuazione degli interventi prioritari di mitigazione e contrasto al dissesto idrogeologico e dei relativi cronoprogrammi ai fini dell’ammissione al finanziamento, come delineata dal DPCM 27 settembre 2021; b) le modalità di erogazione dei fondi e il sistema monitoraggio, di cui al decreto legislativo 29 dicembre 2011, n. 229, cui sovrintendono i presidenti di regione in qualità di Commissari di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico con i compiti, le modalità, la contabilità speciale e i poteri di cui all’articolo 10 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91. I poteri di questa figura sono oggetto di specifico approfondimento. Vengono poi elencati i programmi di finanziamento dal 2010 al 2022, i relativi fondi, il numero degli interventi e le risorse programmate dal Ministero sulle contabilità speciali o ordinarie. In una specifica tabella sono riportati gli importi erogati dalle contabilità speciali e pagati al percettore finale sia nel corso dell’anno 2022, sia cumulativamente.

Descritta l’attività di monitoraggio degli interventi (distinta in tre tipologie: procedurale, finanziario e fisico), la relazione fornisce e analizza, in distinti capitoli, i dati concernenti gli interventi individuati nell’ambito: di appositi Accordi di programma sottoscritti tra il Ministro dell’ambiente e il presidente di ciascuna regione, ai sensi dell’articolo 2, comma 240, della legge 23 dicembre 2009, n. 191; del Piano stralcio per le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta al rischio di alluvioni, definito con il DPCM 15 settembre 2015 e con la successiva sottoscrizione di specifici Accordi di programma, in attuazione dell’articolo 7 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133; del Piano stralcio 2019, previsto con il DPCM del 20 febbraio 2019 nell’ambito del Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale; del Piano operativo per il dissesto idrogeologico 2019, approvato con DPCM 2 dicembre 2019, al fine di dare completa attuazione al Piano operativo “Ambiente” FSC 2014-2020; del Piano stralcio 2020 per la mitigazione del rischio idrogeologico, definito in applicazione dell’articolo 54, comma 2, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76; del Piano degli interventi 2021, ai sensi dell’articolo 7, comma 2, del citato decreto-legge n. 133 del 2014; del Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico (annualità 2022), istituito presso l’ex Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare dall’articolo 55 della legge 28 dicembre 2015, n. 221.

Per ciascuno dei Piani sopra richiamati la relazione indica il numero di interventi, le risorse previste, quelle assegnate e la loro ripartizione tra le regioni, le modalità di erogazione, la percentuale di attuazione degli interventi programmati. Alla relazione sono inoltre allegati i quadri di sintesi dell’attuazione degli interventi in Italia e nelle singole regioni e nella provincia autonoma di Trento.

La relazione riporta conclusivamente le criticità segnalate dai Commissari di Governo riguardanti sia l’iter di attuazione degli interventi, sia la fase di monitoraggio. Ulteriori difficoltà rappresentate attengono ai ritardi nel trasferimento delle risorse del Fondo sviluppo e coesione destinate agli interventi ricompresi nel Piano sviluppo e coesione del MASE, di cui alla delibera del CIPESS n. 6 del 29 aprile 2021, collegate principalmente alla gestione della rendicontazione delle spese.

IX Commissione (Trasporti)

NN. 6, n. 51

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20/9/2023

Relazione d’inchiesta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo concernente un incidente occorso ad un aeromobile

Predisposta dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e presentata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento

L’articolo 12 del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, prevede che per ciascuna inchiesta concernente un incidente aereo l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) rediga una relazione contenente anche elementi utili ai fini della prevenzione, nonché eventuali raccomandazioni di sicurezza.

La relazione, a carattere eventuale, è trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l’invio alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, all’Ente nazionale per l’aviazione civile, alla Commissione europea ed all’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale (ICAO).

La relazione è altresì trasmessa ai soggetti che dalle conclusioni in essa contenute possano trarre un vantaggio ai fini della sicurezza ed è messa a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, nelle forme stabilite dall’Agenzia.

Il comma 4 dell’articolo 12 specifica che le relazioni e i rapporti d’inchiesta e le raccomandazioni di sicurezza non riguardano in alcun caso la determinazione di colpe e responsabilità, poiché l’unico obiettivo dell’inchiesta di sicurezza dell’Agenzia consiste nel prevenire futuri incidenti e inconvenienti.

Sintesi del contenuto

La relazione d’inchiesta predisposta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo fornisce dati tecnici concernenti l’incidente occorso a un aeromobile presso l’aeroporto di Bolzano il 19 aprile 2022.

 


NN. 6, n. 54

 

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22/9/2023

Relazione d’inchiesta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo concernente incidenti occorsi ad aeromobili

Predisposta dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e presentata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento

L’articolo 12 del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66 prevede che per ciascuna inchiesta concernente un incidente aereo l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) rediga una relazione contenente anche elementi utili ai fini della prevenzione, nonché eventuali raccomandazioni di sicurezza.

La relazione, a carattere eventuale, è trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l’invio alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, all’Ente nazionale per l’aviazione civile, alla Commissione europea ed all’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale (ICAO).

La relazione è altresì trasmessa ai soggetti che dalle conclusioni in essa contenute possano trarre un vantaggio ai fini della sicurezza ed è messa a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, nelle forme stabilite dall’Agenzia.

Il comma 4 dell’articolo 12 specifica che le relazioni e i rapporti d’inchiesta e le raccomandazioni di sicurezza non riguardano in alcun caso la determinazione di colpe e responsabilità, poiché l’unico obiettivo dell’inchiesta di sicurezza dell’Agenzia consiste nel prevenire futuri incidenti e inconvenienti.

Sintesi del contenuto

La relazione d’inchiesta predisposta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo fornisce dati tecnici concernenti gli incidenti e gli inconvenienti gravi occorsi a aeromobili nei pressi delle seguenti località:

·         aeroporto di Venezia Tessera il 18 ottobre 2022;

·         Quargnento (Alessandria) il 27 maggio 2022;

·         campo di volo “Quartier del Piave”, nel comune di Farra di Soligo (Treviso), il 23 aprile 2022;

·         Arcisate (Varese) il 20 marzo 2022;

·         comune di Como l’11 ottobre 2021;

·         aeroporto di Ancona Falconara il 25 febbraio 2021;

·         Prignano Cilento (Salerno) il 23 febbraio 2020;

·         aeroporto di Casale Monferrato il 3 agosto 2019;

·         Peron di Perarolo di Cadore (Belluno) il 24 marzo 2019;

·         aeroporto di Carpi Budrione l’8 marzo 2019.

 

NN. 6, n. 55

 

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20/10/2023

Relazione d’inchiesta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo concernente un incidente occorso ad un aeromobile

Predisposta dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e presentata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento

L’articolo 12 del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66 prevede che per ciascuna inchiesta concernente un incidente aereo l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) rediga una relazione contenente anche elementi utili ai fini della prevenzione, nonché eventuali raccomandazioni di sicurezza.

La relazione, a carattere eventuale, è trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l’invio alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, all’Ente nazionale per l’aviazione civile, alla Commissione europea ed all’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale (ICAO).

La relazione è altresì trasmessa ai soggetti che dalle conclusioni in essa contenute possano trarre un vantaggio ai fini della sicurezza ed è messa a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, nelle forme stabilite dall’Agenzia.

Il comma 4 dell’articolo 12 specifica che le relazioni e i rapporti d’inchiesta e le raccomandazioni di sicurezza non riguardano in alcun caso la determinazione di colpe e responsabilità, poiché l’unico obiettivo dell’inchiesta di sicurezza dell’Agenzia consiste nel prevenire futuri incidenti e inconvenienti.

Sintesi del contenuto

La relazione d’inchiesta predisposta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo fornisce dati tecnici concernenti l’incidente occorso a un aeromobile nei pressi dell’eliporto “Cassina Rizzardi”, nel comune di Fino Mornasco (Como), il 27 febbraio 2022.

 

X Commissione (Attività produttive)

Doc. CXLIII,

n. 1

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27/10/2023

Relazione sull’andamento dell’attività promozionale svolta dall’ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal

Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale

L’articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, al comma 20-ter, stabilisce che, sulla base di una relazione predisposta dall’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale riferisca annualmente alle Camere sull’andamento dell’attività promozionale e sull’attuazione della programmazione di cui al comma 20-bis, concernente l’utilizzo delle risorse del Fondo per la promozione degli scambi e l’internazionalizzazione delle imprese. Si ricorda che significative innovazioni in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane sono state introdotte dall’articolo 9 del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173.

Sintesi del contenuto

 

La relazione riferisce che nell’annualità 2022, caratterizzata da una forte ripresa dell’attività economica e degli scambi internazionali successiva alla fine dell’emergenza pandemica, l’ICE-Agenzia ha sostenuto le aziende italiane organizzando interventi promozionali per una spesa complessiva di 230,3 milioni di euro, con un incremento del 53% rispetto all’anno precedente, che aveva registrato una spesa pari a 150 milioni di euro. In particolare, con la ripresa degli eventi promozionali in presenza, le attività di “promozionale puro” hanno segnato una spesa totale di 171 milioni, il risultato più alto nella storia dell’Agenzia. Quanto alla ripartizione per programmi della spesa promozionale complessiva, si fa presente che anche nel 2022 le attività dei Piani promozionali ordinario e straordinario ICE-MAECI hanno rappresentato la parte più rilevante dell’attività dell’ICE (96,8% pari a 223 milioni di euro). Il Piano Export Sud ha registrato una spesa di 6 milioni di euro (2,6% del totale).

La relazione illustra quindi l’azione promozionale sviluppata dall’Agenzia nell’annualità 2022 tenendo conto delle direttive emesse dalla Cabina di Regia per l’Italia internazionale del 13 dicembre 2021 a seguito del confronto con i principali stakeholder dell’ICE. Particolarmente rilevanti sono state le iniziative nel campo del commercio digitale e degli accordi con la grande distribuzione organizzata (GDO), il prosieguo della campagna di Nation Branding “beIT, l’avvio del progetto per l’erogazione del c.d.Bonus digitale” in convenzione con Invitalia, oltre alla realizzazione delle tradizionali iniziative di supporto alle piccole e medie imprese e l’attrazione degli investimenti esteri (AIE) in Italia.

Ricordato che nel 2022 il Governo ha destinato alla prosecuzione delle misure di promozione del made in Italy nel 2023/24 uno stanziamento per l’anno 2023 pari a 168,7 milioni di euro, la relazione riferisce sulla ripartizione della spesa promozionale 2022 per sistema merceologico, osservando che la distribuzione delle risorse riflette le indicazioni delineate dalla Cabina di Regia, che ha individuato come prioritari, oltre agli aggregati del sistema moda e dell’agroalimentare, quelli della tecnologia e in particolare della digitalizzazione. Si evidenziano, inoltre, come ambiti privilegiati gli interventi per il potenziamento delle fiere italiane, le azioni con le catene della GDO e con i player operanti nell’e-commerce, l’organizzazione di campagne di comunicazione e il supporto alle start-up tecnologiche. Quanto alla ripartizione della spesa promozionale 2022 per aree geografiche, gli Stati Uniti si confermano primo Paese per entità dell’investimento promozionale, seguiti dalla Francia e dalla Germania. Con riferimento alla tipologia di azione, l’importo più consistente della spesa promozionale è stato quello dedicato al sistema fieristico (nazionale e internazionale). In particolare, si fa presente che nel 2022 sono state realizzate complessivamente più di 900 iniziative promozionali, con 23.800 partecipanti italiani e 11.200 operatori esteri.

La relazione descrive quindi l’attività dell’Agenzia con riferimento ai comparti: dei beni di consumo (comprensivo delle industrie culturali e creative e dei sistemi moda e dell’abitare); agroalimentare e dei vini; della tecnologia industriale, dell’energia e dell’ambiente. Si dà inoltre conto delle attività di promozione del partenariato industriale, di marketing e dei servizi alle imprese, particolarmente sul versante del miglioramento degli strumenti digitali dedicati all’erogazione dei servizi di assistenza. Altri profili trattati riguardano l’offerta formativa e l’accompagnamento delle imprese sui mercati esteri, nonché le strategie attuate per l’attrazione in Italia degli investimenti esteri. In quest’ultimo ambito si segnala che nel 2022 sono stati oltre 80 i progetti di investimento portati in una fase avanzata di trattazione. La relazione è corredata da una serie di Tavole riassuntive dei dati esposti.

XII Commissione (Affari sociali)

Doc. XXXVII,

n. 1

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15/9/2023

Relazione sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978, recante “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”

(Dati relativi all’anno 2021)

Presentata dal Ministro della salute

 

L’articolo 16 della legge 22 maggio 1978, n. 194 (Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza), prevede che entro il mese di febbraio, a partire dall’anno successivo a quello dell’entrata in vigore della medesima legge n. 194, il Ministro della salute presenti al Parlamento una relazione sull’attuazione della legge stessa e sui suoi effetti, anche in riferimento al problema della prevenzione. Le regioni sono tenute a fornire le informazioni necessarie entro il mese di gennaio di ciascun anno, sulla base di questionari predisposti dal Ministro.

Sintesi del contenuto

 

 

La relazione analizza i dati relativi all’anno 2021 raccolti attraverso il Sistema di sorveglianza epidemiologica delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG), riferendo che, in totale, nel periodo di riferimento sono state notificate 63.653 IVG, e confermando il continuo andamento in diminuzione (-4,2% rispetto al 2020) registrato a partire dal 1983, anno in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia (234.801 casi). Il trend in diminuzione è confermato dal tasso di abortività (numero di IVG per 1.000 donne di età compresa tra 15 e 49 anni residenti in Italia), risultato pari a 5,3 per 1.000 nel 2021 (-2,2% rispetto al 2020), tra i valori più bassi a livello internazionale. In costante decremento risulta anche la percentuale di IVG effettuate da donne con precedente esperienza abortiva, nel 2021 risultata pari al 24,0% (24,5% nel 2020).

La relazione, evidenziato che il numero di IVG è diminuito in tutte le aree geografiche del Paese, maggiormente nell’Italia Centrale (in particolare nelle Marche e in Toscana), fornisce i dati relativi alla classe d’età, allo stato civile, al titolo di studio, allo stato occupazionale, alla nazionalità delle donne che fanno ricorso all’IVG. In particolare, si rileva che nel 2021 il ricorso all’IVG è diminuito o rimasto stabile rispetto al 2020 in tutte le classi di età, tranne che per le donne nella fascia di età <20 anni.

I tassi di abortività più elevati si riscontrano nelle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Le donne minorenni che hanno effettuato una IVG sono state 1.707, pari complessivamente al 2,7% di tutti gli interventi praticati in Italia, corrispondente a un tasso di abortività del 2,1, in aumento rispetto all’1,9 del 2020. Tale tasso, pur costantemente inferiore a quello di Paesi europei con analoghi sistemi socio-sanitari, registra il primo aumento dopo una costante diminuzione dal 2011 (quando era del 4,5%).

La relazione fa altresì presente che, dopo un aumento importante nel tempo, le IVG tra le donne straniere si sono stabilizzate e negli ultimi anni hanno mostrato una tendenza alla diminuzione (28,5 per cento del totale rilevato nel 2020; 27,1%, nel 2021); il tasso di abortività delle donne straniere (relativo al 2020, ultimo anno in cui si dispone del dato) si mantiene comunque più elevato rispetto a quello delle donne italiane.

In merito alle modalità di svolgimento dell’IVG, la relazione segnala: il ricorso prevalente anche per il 2021 al consultorio familiare per il rilascio della certificazione necessaria alla richiesta di IVG (42,8%), rispetto agli altri servizi; la diminuzione dei tempi di attesa tra rilascio della certificazione e intervento; il persistente aumento della percentuale di interventi effettuati precocemente.

I dati offerti mostrano, inoltre, che nel 2021 il 91,3% degli interventi è stato eseguito negli Istituti di cura pubblici e che il 90,3% delle IVG è stato effettuato senza necessità di ricovero ordinario (88,1% nel 2020). Prosegue la diminuzione degli interventi con ricorso all’anestesia generale (il 27,8% nel 2021 rispetto al 37,7% nel 2020 e al 44,8% del 2019), tendenza che può essere considerata una conseguenza del continuo incremento del ricorso all’aborto farmacologico, che nel 2021 è stato il metodo più usato (48,3%). Nel 2021 le IVG chirurgiche sono state il 50,7% del totale degli interventi effettuati in Italia (64,4% del 2020). L’isterosuzione ha rappresentato la modalità più utilizzata per le IVG chirurgiche.

La relazione approfondisce, infine, la valutazione dell’impatto dell’obiezione di coscienza sulla disponibilità del servizio e sul carico di lavoro degli operatori non obiettori, rilevando che il numero dei punti IVG appare adeguato, in particolare nel confronto con i punti nascita (nel 2021 si contano complessivamente 399 punti nascita e 340 punti IVG).

I dati sull’obiezione di coscienza mostrano un continuo calo del numero di IVG medie settimanali a carico dei ginecologi non obiettori.

Doc. CXXIX,

n. 1

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18/9/2023

Relazione sullo stato di utilizzo delle risorse stanziate per potenziare le forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli

                                   (Dati riferiti agli anni 2020, 2021 e 2022)

Presentata dal Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità

L’articolo 5-bis del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93 (Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e commissariamento delle province), prevede che, entro il 30 marzo di ogni anno, le regioni destinatarie delle risorse derivanti dalla ripartizione del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, presentino al Ministro delegato per le pari opportunità una relazione concernente le iniziative adottate nell’anno precedente a valere sulle medesime risorse per il potenziamento delle forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli e che, sulla base delle informazioni ricevute, il Ministro presenti alle Camere, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione sullo stato di utilizzo delle risorse stanziate. La legge 5 maggio 2022, n. 53, dispone che la relazione sia integrata dai dati e dalle informazioni derivanti dalle indagini effettuate dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) e dal Sistema statistico nazionale (SISTAN), previste dagli articoli 2 e 7 della medesima legge n. 53 del 2022, sulla violenza contro le donne, nonché sulle prestazioni e i servizi offerti rispettivamente dai Centri antiviolenza e dalle case rifugio.

Si ricorda che significative innovazioni al quadro normativo contro la violenza verso le donne e la violenza domestica sono state introdotte dall’articolo 1, comma 149, della legge 31 dicembre 2021, n. 234 (Legge di bilancio 2022).

Sintesi del contenuto

 

La relazione descrive analiticamente nel primo capitolo l’impiego dei fondi assegnati con il DPCM 13 novembre 2020. Oltre a fornire tabelle riepilogative delle somme attribuite a ciascuna regione e provincia autonoma, si riferisce (anche attraverso grafici e prospetti riepilogativi) sull’avanzamento finanziario della spesa, sulla tempistica per il trasferimento delle risorse e sulle attività realizzate con le risorse ripartite. Si fornisce quindi l’analisi del numero dei centri antiviolenza e delle case rifugio esistenti, rilevando che solo la regione Lazio ha utilizzato una parte delle somme assegnate per l’istituzione di una nuova casa Rifugio per le esigenze derivanti anche dall’emergenza Covid.

La relazione illustra poi le indicazioni ricavate dalle informazioni regionali in merito alle modalità adottate per la gestione degli interventi e per il trasferimento delle risorse ricevute ai fini del loro concreto impiego, nonché sulla governance per il coordinamento degli interventi. Quanto alla partecipazione delle amministrazioni regionali al finanziamento delle azioni previste attraverso risorse proprie, quindi aggiuntive rispetto ai trasferimenti nazionali del DPCM 13 novembre 2020, si riferisce che, complessivamente, al 30 marzo 2023 le risorse riconducibili ai bilanci regionali e ai fondi comunitari ammontano a 7.643.843,13 euro.

Il secondo capitolo della relazione illustra la ripartizione del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per l’annualità 2021, attuata con DPCM 16 novembre 2021, che prevede il trasferimento alle regioni di una somma pari a 30 milioni di euro, di cui 20 milioni per il finanziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio e 10 milioni per il finanziamento degli interventi degli interventi regionali di cui all’art. 5, comma 2, del decreto-legge n. 93 del 2013. Per l’annualità 2021, al 30 marzo 2023, le risorse riconducibili ai bilanci regionali e ai fondi comunitari rappresentano un importo aggiuntivo alle risorse statali pari a 11.053.509 euro.

Il terzo capitolo della relazione riferisce sullo stato delle procedure di trasferimento delle risorse assegnate per l’annualità 2022 con il DPCM 22 settembre 2022, evidenziando un incremento di 10 milioni di euro rispetto alle risorse assegnate per il 2021 (per un totale di 40 milioni di euro). Nel quarto capitolo si riportano infine per la prima volta, come previsto dagli articoli 2 e 7 della legge 5 maggio 2022 n. 53, i dati e le informazioni derivanti dalle indagini effettuate dall’ISTAT, al momento disponibili, in parte realizzate anche in base all’Accordo di collaborazione dell’Istituto con il Dipartimento per le pari opportunità.

Conclusivamente, alla luce dei dati stabilizzati riferiti al quadriennio 2017-2020, la relazione evidenzia il sempre maggior impegno da parte delle amministrazioni regionali per far fronte alle esigenze delle strutture territoriali deputate all’accoglienza e alla protezione delle donne vittime di violenza, che trova riscontro nella quota percentuale, crescente nel tempo, di risorse impegnate e nella maggiore celerità di trasferimento delle risorse volte a finanziare il funzionamento di centri antiviolenza e case rifugio rispetto ai tempi impiegati per l’utilizzo delle risorse a favore degli interventi regionali.

 

NN. 4, n. 11

 

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13/10/2023

Relazione sull’attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell’organico dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA)

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della salute

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70, recante Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente, prevede che entro il 31 luglio di ogni anno ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche, nonché i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Sintesi del contenuto

 

La relazione illustra l’attività svolta dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) nell’annualità 2022 nelle 5 Aree tecnico-scientifiche identificate come il core business dell’Agenzia, dando particolare evidenza ai risultati riferibili agli obiettivi triennali (per la parte realizzata nel 2022) e annuali contenuti nel Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO) 2022-2024.

Con riferimento all’Area 1 (Pre-autorizzazione), la relazione dà conto dell’operato dell’AIFA per garantire l’accesso uniforme sul territorio nazionale a tutti i farmaci essenziali per il trattamento delle patologie gravi, acute e croniche nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA), nonché l’accesso precoce ai farmaci innovativi e orfani. Si riferisce inoltre sull’attività dell’AIFA per incentivare la ricerca clinica in Italia attraverso la gestione regolatoria complessiva della sperimentazione clinica, sia con promotore commerciale che no-profit, e per promuovere la ricerca indipendente, oltre che sullo svolgimento dei compiti relativi a studi clinici COVID-19 demandati alla Commissione tecnico-scientifica (CTS).

I risultati esposti dalla relazione in merito all’Area 2 (Autorizzazione medicinali) riguardano l’obiettivo del miglioramento della trasparenza e la semplificazione amministrativa per l’autorizzazione dell’immissione in commercio dei medicinali; si riferisce altresì sulle nuove autorizzazioni all’immissione in commercio (procedure nazionali e IT-CMS) e ai rinnovi delle AIC, anche con riguardo ai medicinali omeopatici, allergeni, biologici e ai medicinali di importazione parallela.

In merito all’Area 3 (Vigilanza post marketing), si riportano le attività di promozione dell’informazione indipendente sui farmaci e si richiamano le relazioni redatte sulle attività di analisi dei dati di farmacovigilanza, rispettivamente, sui vaccini e sui principali medicinali anti-Covid-19. In particolare, per quanto riguarda la valutazione del rapporto rischio/beneficio di medicinali o classi di medicinali e delle misure di minimizzazione del rischio, si fa presente che sono state valutate tutte le 368 richieste pervenute; inoltre, sono state analizzate tutte le 65.072 segnalazioni di reazioni avverse pervenute.

L’attività illustrata concernente l’Area 4 (Strategia ed economia del farmaco) riguarda il controllo della spesa farmaceutica convenzionata e diretta per garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), anche a fronte dei nuovi farmaci approvati. Si dà altresì conto dell’attività della CTS dell’AIFA su diversi argomenti afferenti l’emergenza sanitaria da Covid-19 (quali il regime di fornitura dei vaccini autorizzati da EMA-European Medicines Agency e la formulazione di specifiche raccomandazioni per l’utilizzo dei vaccini stessi e dei medicinali per la prevenzione e il trattamento di COVID-19, in ambito domiciliare e ospedaliero) e delle valutazioni, anche in coordinamento con le strutture di altri Paesi, in tema di prezzo e rimborso dei medicinali.

La relazione descrive poi le attività poste in essere nell’ambito dell’Area 5 (Ispezioni e Certificazioni) per l’esecuzione delle diverse tipologie di ispezioni di materie prime e prodotti finiti e il contrasto al crimine farmaceutico. Viene inoltre illustrato lo stato di attuazione del Piano per l’informatica 2022-2024 dell’AIFA per la realizzazione di un ampio programma di digitalizzazione dei procedimenti amministrativi.

La relazione fornisce quindi un’analitica disamina del budget 2023 dell’AIFA, che prevede risorse pari a 116.459.095 euro, segnalando un risultato economico pari a circa 0,316 milioni, che risulta in lieve incremento rispetto al risultato pari a 0,296 milioni di euro rilevato nella revisione del preventivo 2022.

Viene infine rappresentata la dotazione organica al 31 dicembre 2022, pari a 602 unità.

La relazione è corredata dal bilancio di esercizio e dalla nota integrativa al 31 dicembre 2022.

NN. 4, n. 12

 

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20/10/2023

Relazione sull’attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell’organico dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali

(AGENAS)

(Dati relativi al primo semestre 2022)

Presentata dal Ministro della salute

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70 (Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente), prevede che entro il 31 luglio di ogni anno, ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi, le relative piante organiche e i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Si segnala che il comma 513 dell’articolo 1 della legge 30 agosto 2018, n. 145 (Legge di bilancio 2019) ha affidato all’AGENAS la realizzazione di un sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie, nonché il compito di monitorare la verifica da parte di ciascuna regione della qualità delle prestazioni delle singole unità assistenziali delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate. Si ricorda altresì che il decreto del Ministro della salute 23 maggio 2022, n. 77, ha affidato all’AGENAS il monitoraggio sullo stato di implementazione, in ogni singola regione e provincia autonoma di Trento e di Bolzano, degli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale. L’articolo 1 del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, che ha introdotto misure per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria, ha inoltre affidato all’AGENAS compiti di supporto alla struttura commissariale della regione Calabria. I decreti-legge n. 23 e n. 104 del 2020 sono intervenuti sull’assetto dell’Agenzia per esigenze di contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19.

Sintesi del contenuto

 

La relazione descrive l’attività svolta nel primo semestre 2022 dalle unità operative afferenti ai Dipartimenti Area amministrativa e Area sanitaria dell’AGENAS. Con riferimento all’Area amministrativa, la relazione dà conto dell’attività di verifica della legittimità degli atti e delle delibere sottoposte all’approvazione del Consiglio di amministrazione, della gestione delle risorse umane, anche in relazione al processo di riorganizzazione attuato, di razionalizzazione delle procedure di acquisto di beni e servizi e per l’affidamento della progettazione della Piattaforma nazionale di telemedicina, di cui alla Missione 6, Componente 1, del PNRR. Ulteriori attività descritte riguardano, tra l’altro, il potenziamento delle infrastrutture informatiche e l’aggiornamento del sito istituzionale, anche in funzione della promozione della trasparenza.

La relazione riferisce quindi estesamente sull’attività posta in essere nel periodo di riferimento dal Dipartimento Area sanitaria dell’AGENAS, sia a supporto delle regioni, (con specifico riguardo alle regioni Molise e Calabria), in particolare per la definizione di piani di rientro dai disavanzi, sia di monitoraggio delle performance dei Sistemi sanitari regionali, relative all’assetto economico-gestionale, all’assetto assistenziale e alla governance dei diversi SSR. Si riferisce altresì sul monitoraggio delle Reti cliniche ospedaliere e degli standard ospedalieri, di cui al DM 2 aprile 2015, n. 70. Si dà inoltre conto delle attività svolte per predisporre la metodologia per la definizione dei fabbisogni di personale del SSN, anche ai fini di garantire i servizi ospedalieri e l’assistenza domiciliare integrata. La relazione illustra poi le attività concernenti le macroaree della gestione economico-finanziaria e del controllo di gestione, il ciclo della performance dell’Agenzia, la misurazione e valutazione delle risultanze economiche e finanziarie e organizzativo-gestionali dei Servizi sanitari regionali e delle aziende sanitarie, la definizione delle metodologie di determinazione delle tariffe delle prestazioni sanitarie.

Il documento descrive altresì le attività a supporto della formazione continua in medicina, nonché per la gestione del rischio clinico e la sicurezza del paziente. Altri aspetti affrontati riguardano il monitoraggio delle liste di attesa e dell’attività libero professionale intramuraria (ALPI), la gestione dei progetti di ricerca, nazionali e internazionali, nonché le attività connesse al Programma Nazionale Esiti (PNE) e la prosecuzione, in sostanziale continuità con il semestre precedente, dell’Health Technology Assessment.

La relazione riferisce, infine, sulle attività dell’AGENAS finalizzate all’attuazione del PNRR, concernenti, in particolare, i servizi di telemedicina, il portale della trasparenza, l’intelligenza artificiale.

Le relazioni riferite al primo e secondo semestre 2022 (v. scheda seguente) sono corredate dal rendiconto generale 2022, dalla dotazione organica per la medesima annualità, nonché dal bilancio di previsione per l’anno 2023.

NN. 4, n. 13

 

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20/10/2023

Relazione sull’attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell’organico dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali

(AGENAS)

(Dati relativi al secondo semestre 2022)

Presentata dal Ministro della salute

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70, recante Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente, prevede che entro il 31 luglio di ogni anno, ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche e i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Per le integrazioni normative concernenti l’attività e l’assetto dell’AGENAS, si rinvia alla scheda precedente.

Sintesi del contenuto

 

La relazione, analogamente alla precedente, illustra l’attività svolta nel secondo semestre 2022 dalle unità operative afferenti ai Dipartimenti Area amministrativa e Area sanitaria in cui si struttura l’AGENAS.

Con riferimento all’Area amministrativa, la relazione dà conto delle attività di verifica della legittimità degli atti e delle delibere sottoposte all’approvazione del Consiglio di amministrazione, di aggiornamento del sito istituzionale dell’Agenzia, di gestione delle risorse umane, inerenti le procedure concorsuali e di selezione del personale. Altri profili descritti riguardano l’ottimizzazione delle procedure di acquisto di beni e servizi, il potenziamento dei servizi informatici, nonché il perseguimento degli obiettivi previsti dal Codice per l’Amministrazione digitale e connessi all’attuazione dell’Agenda digitale italiana, alla prevenzione della corruzione e alla promozione della trasparenza.

In merito all’operato nel periodo di riferimento del Dipartimento Area sanitaria dell’AGENAS, la relazione descrive, tra l’altro, le attività a supporto delle regioni (in particolare, Piemonte, Basilicata, Calabria e Toscana), nonché di analisi e monitoraggio delle performance dei sistemi sanitari regionali, anche in relazione ai piani di rientro dai disavanzi. Si segnala inoltre l’elaborazione dei Profili regionali, esaminando le tematiche relative alle reti ospedaliere, tempo-dipendenti, oncologica e territoriale, nonché all’area economico-patrimoniale.

La relazione riferisce poi in merito al monitoraggio delle Reti cliniche ospedaliere, nonché degli standard ospedalieri, di cui al DM 2 aprile 2015, n. 70, e per lo sviluppo dell’assistenza territoriale, ai sensi del DM 23 maggio 2022, n. 77. Si dà inoltre conto della prosecuzione delle attività legate al progetto “Metodo per la determinazione del Fabbisogno di personale del SSN”, rilevando che la metodologia proposta è stata approvata nella Conferenza Stato-Regioni del 21 dicembre 2022 e riferendo sulle prime sperimentazioni. La relazione dà quindi conto delle attività che hanno avuto ad oggetto le macroaree della gestione economico-finanziaria e del controllo di gestione, il ciclo della performance dell’Agenzia, la misurazione e valutazione delle risultanze economiche e finanziarie e organizzativo-gestionali dei Servizi sanitari regionali e delle aziende sanitarie, la definizione delle metodologie di determinazione delle tariffe delle prestazioni sanitarie.

Il documento illustra poi le attività attinenti alla formazione continua in medicina, nonché per la gestione del rischio clinico e la sicurezza del paziente e a supporto dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità. Si dà anche conto degli interventi volti alla promozione dell’umanizzazione delle cure e dei luoghi di cura, nonché delle analisi statistiche e dei flussi informativi sanitari resi disponibili nel portale statistico di AGENAS.

La relazione riferisce quindi sull’attività di monitoraggio delle liste di attesa, anche in relazione agli specifici dettati normativi connessi all’emergenza COVID, e di analisi del complesso quadro normativo della libera professionale intramuraria (ALPI). Altri aspetti affrontati riguardano la gestione dei progetti di ricerca, nazionali e internazionali, nonché le attività connesse al Programma Nazionale Esiti (PNE) e la prosecuzione, in sostanziale continuità con il semestre precedente, dell’Health Technology Assessment.

La relazione riferisce, infine, sulle attività dell’AGENAS volte all’attuazione del PNRR.

Le relazioni riferite al primo e secondo semestre 2022 (v. scheda precedente) sono corredate dal rendiconto generale 2022, dalla dotazione organica per la medesima annualità, nonché dal bilancio di previsione per l’anno 2023.

Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio)

Doc. CC, n. 1

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28/9/2023

Relazione sulla rendicontazione delle attività svolte dalla gestione commissariale per il piano di rientro del debito pregresso di Roma Capitale

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Commissario straordinario del Governo per il piano di rientro del debito pregresso del comune di Roma

L’articolo 14 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), prevede che il Commissario straordinario del Governo per il Piano di rientro del debito pregresso del comune di Roma invii annualmente al Parlamento e al Ministero dell’interno una relazione contenente la rendicontazione delle attività svolte all’interno della gestione commissariale e l’illustrazione dei criteri che hanno informato le procedure di selezione dei creditori da soddisfare.

Si ricorda che l’articolo 1, comma 751, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, prevede che entro il 31 maggio e il 30 novembre di ciascun anno, il Commissario straordinario proponga alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’aggiornamento del Piano di rientro.

Sintesi del contenuto

 

La relazione, delineato il quadro normativo che disciplina la gestione commissariale del debito pregresso del Comune di Roma, fornisce una sintesi dello stato di avanzamento del Piano di rientro, riferendo che il valore complessivo del debito è passato dai circa 22,45 miliardi di euro del Documento di accertamento del debito al 30 luglio 2010 (di cui 6,79 miliardi di debito commerciale e circa 15,66 miliardi di debito finanziario), ai 6,95 miliardi dell’ultima proposta di aggiornamento del Piano al 31 maggio 2023 (di cui 2,59 miliardi di debito commerciale e circa 4,36 miliardi di debito finanziario).

Si precisa che dal valore del debito finanziario è escluso il debito relativo al prestito obbligazionario RomeCity 5,345 per cento, con scadenza 27 gennaio 2048 (per brevità “BOC”), oggetto di accollo da parte dello Stato (complessivamente pari a circa 3,3 miliardi di euro), mentre sono inclusi i debiti finanziari con ammortamento a carico dello Stato (complessivamente pari a circa 2,04 miliardi di euro). La relazione quindi dà conto del Piano di rientro del 2008, approvato con DPCM 5 dicembre 2008, e del già citato “Documento di accertamento del debito” del Comune di Roma alla data del 30 luglio 2010, con effetti a decorrere dal 29 dicembre 2010, approvato dall’articolo 2, comma 196-bis, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, nonché del meccanismo di finanziamento della Gestione commissariale. Il documento illustra poi l’attività di aggiornamento del Piano, in particolare fornendo i saldi di massa attiva e passiva del Piano di rientro al 31 maggio 2022, approvato con DPCM 22 febbraio 2023, e quelli inerenti alla proposta di aggiornamento del Piano al 31 maggio 2023, in corso di approvazione.

Il documento descrive inoltre le principali attività poste in essere nel 2022 relativamente alle tre componenti del Piano di rientro: debito commerciale, debito finanziario e massa attiva. Per quanto attiene al versante sia del debito commerciale sia della massa attiva, si riferisce, in particolare: sul riaccertamento dei residui passivi e attivi di competenza della Gestione commissariale; sulla riacquisizione con delibera dell’Assemblea capitolina del 19 luglio 2022 , n. 57, da parte di Roma Capitale dei debiti e crediti nei confronti di AMA S.p.A.; sull’inserimento nel Piano di rientro del debito e del credito potenziali derivanti da garanzie fideiussorie riferite al progetto “Punti Verde Qualità”. Sul fronte del debito finanziario, la relazione fa presente che nel corso del 2022 non sono state svolte operazioni straordinarie e pertanto si è proceduto con il solo pagamento delle rate dei mutui in scadenza.

Il documento fornisce poi l’analisi dei flussi di cassa della Gestione commissariale, segnalando che il debito di competenza della medesima Gestione commissariale risulta finanziariamente sostenibile. Le risorse finanziarie residue fino al 2048 (al netto di quelle destinate al pagamento del BOC e del debito finanziario con ammortamento a carico del MEF), senza considerare, prudenzialmente, gli incassi sul fronte della massa attiva, ammontano complessivamente a circa 4,87 miliardi di euro, risultando superiori alla somma del valore del debito commerciale residuo (al netto dei debiti verso terze parti nei confronti delle quali sono presenti crediti contabilizzati in massa attiva e delle posizioni debitorie il cui quietanzamento è stato effettuato dalla Gestione ordinaria di Roma Capitale) pari a 2,50 miliardi di euro, e dei pagamenti certi per l’estinzione del debito finanziario residuo con ammortamento diretto a carico della Gestione commissariale, pari a circa 2,32 miliardi.

Da ultimo, la relazione riferisce in merito alle procedure per la selezione dei creditori da soddisfare.

Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio), VIII (Ambiente) e IX (Trasporti)

Doc. CLXIV,

n. 14

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6/10/2023

Relazione sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta nelle amministrazioni di rispettiva competenza.

L’articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, stabilisce che, allo scopo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ed evitare la formazione di nuove situazioni debitorie, i Ministeri avviino un’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio e che i risultati di tali analisi siano illustrati in appositi rapporti dei Ministri competenti, che costituiscono parte integrante delle relazioni sullo stato della spesa.

Sintesi del contenuto

 

 

La relazione illustra gli esiti dell’azione amministrativa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti volta al perseguimento delle quattro priorità politiche individuate per l’anno 2022 con l’atto di indirizzo ministeriale 15 giugno 2021, n. 253 (riportato in allegato): Aumento della sicurezza delle infrastrutture, della mobilità e delle persone (Priorità politica 1); Sviluppo delle infrastrutture sostenibili e resilienti, anche per tenere conto dei cambiamenti climatici (Priorità politica 2); Aumento dell’efficienza e della sostenibilità del sistema dei trasporti (Priorità politica 3); Miglioramento dell’efficacia dell’azione del Ministero e gestione sostenibile delle sue strutture (Priorità politica 4). Per ciascuna priorità la relazione indica, anche attraverso l’ausilio di tavole riepilogative, i correlati obiettivi strategici e operativi per ciascun Centro di responsabilità amministrativa coinvolto. La relazione dà inoltre conto della struttura organizzativa e delle risorse umane dell’amministrazione. Viene quindi fornito un quadro riassuntivo delle risorse finanziarie stanziate, impegnate e spese nell’anno 2022, in relazione a missioni e programmi, raffrontate con quelle dell’anno 2021 e, limitatamente agli stanziamenti di competenza, con quelle previste per il 2023 e il 2024. La relazione fa presente che il confronto dei dati degli stanziamenti definitivi di competenza 2022 con quelli dell’esercizio finanziario 2021 segnala, a livello globale, un incremento delle risorse stanziate di circa il 19%. Le missioni di bilancio registrano per lo più un incremento degli stanziamenti definitivi, in alcuni casi anche sostanziali. In particolare, si evidenzia che nell’ambito della Missione 14 “Infrastrutture pubbliche e logistica” le risorse stanziate sono circa il 66% rispetto all’anno precedente; la missione 19 “Casa e assetto urbanistico” registra un ulteriore incremento delle risorse stanziate nei due anni pari al 63%, a differenza degli anni precedenti e la missione “Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche” un incremento complessivamente pari al 18% circa.

Con riferimento a ciascuna priorità politica la relazione illustra le attività poste in essere per il conseguimento degli obiettivi strategici e operativi ad esse collegati, in connessione con le specifiche missioni e i programmi del bilancio, dando conto dei risultati raggiunti.

Tra gli obiettivi strategici connessi alla priorità politica 1, si segnalano il miglioramento della sicurezza delle varie modalità di trasporto e quello della sicurezza stradale attraverso il Piano nazionale della sicurezza stradale, nonché l’adeguamento della sicurezza delle grandi dighe e la sicurezza della navigazione e marittima. Nell’ambito della priorità politica 2 si richiamano, in particolare, gli obiettivi dell’attuazione tempestiva dei programmi di estensione e riqualificazione delle infrastrutture stradali e autostradali, l’adeguamento, potenziamento e sviluppo delle infrastrutture idriche primarie, l’attuazione tempestiva degli interventi di edilizia pubblica, l’accelerazione dell’iter autorizzativo delle opere pubbliche del PNRR. Per quanto riguarda la priorità politica 3, si ricordano, tra l’altro, gli obiettivi di riqualificazione delle infrastrutture ferroviarie, il miglioramento della qualità del trasporto pubblico locale della mobilità urbana sostenibile, il potenziamento del trasporto marittimo, il miglioramento dei trasporti aerei. Alla priorità politica 4 si riconnettono gli obiettivi della semplificazione e accelerazione dei procedimenti e della sostenibilità della gestione del MIT.

Alla relazione è allegato il Rapporto sull’attività di analisi e di revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio (di cui all’art. 9 del decreto-legge n. 185 del 2008), che descrive la situazione debitoria del MIT al 31 dicembre 2022.

Commissioni I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro)

Doc. CLI, n. 1

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22/9/2023

Relazione sui dati raccolti attraverso l’Anagrafe delle prestazioni e degli incarichi conferiti ai pubblici dipendenti e a consulenti e collaboratori esterni

(Dati relativi all’anno 2021)

Presentata dal Ministro per la pubblica amministrazione

L’articolo 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, prevede che il Dipartimento della funzione pubblica riferisca al Parlamento, entro il 31 dicembre di ciascun anno, sui dati raccolti in merito agli incarichi autorizzati e conferiti ai pubblici dipendenti e a consulenti e collaboratori esterni da parte delle amministrazioni pubbliche, adottando le relative misure di pubblicità e trasparenza e formulando proposte per il contenimento della spesa per gli incarichi e per la razionalizzazione dei criteri di attribuzione degli incarichi stessi. Il medesimo articolo dispone che le amministrazioni comunichino gli incarichi conferiti o autorizzati al Dipartimento della funzione pubblica e rendano noti gli elenchi dei propri consulenti (indicando l’oggetto, la durata e il compenso dell’incarico), inserendoli in proprie banche dati accessibili al pubblico.

Sintesi del contenuto

La relazione illustra con riferimento al 2021 i dati relativi agli incarichi conferiti o autorizzati a qualsiasi titolo a dipendenti pubblici e consulenti/collaboratori e acquisiti dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio attraverso la banca dati “Anagrafe delle prestazioni”, alimentata dalle amministrazioni pubbliche attraverso il piattaforma PerlaPA (www.perlapa.gov.it), in attuazione degli obblighi di comunicazione fissati dall’articolo 53 del decreto legislativo n. 165 del 2001. Si segnala che nel corso del 2022 si è operata una riconfigurazione dell’applicativo nell’ottica di monitorare gli incarichi derivanti dall’esigenza di attuare le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza, richiamando le disposizioni a tal fine predisposte.

La relazione riferisce che i dati riferiti al 2021, in raffronto con l’annualità precedente, evidenziano che il numero di incarichi affidati a consulenti e collaboratori aumenta del 37,3% (dai circa 136.600 del 2020 agli oltre 187.000 del 2021) e che gli incarichi esterni conferiti a dipendenti già in servizio presso la PA aumentano del 46,7%, passando dai circa 180.000 del 2020 agli oltre 263.000 del 2021. Tale andamento viene ricondotto sia alla fisiologica “ripresa” post pandemica, sia all’impulso derivante dalla strategia messa in atto per l’attuazione delle misure previste dal PNRR. A tale dinamica si associa un più spiccato incremento nel numero dei destinatari degli incarichi: +65% per i dipendenti pubblici (dai circa 41.000 del 2020, agli oltre 67.700 del 2021) e +67% per consulenti e collaboratori (dai circa 48.800 del 2020 agli oltre 81.500 del 2021).

La relazione fa presente che la spesa complessiva destinata alle consulenze (circa 722 milioni di euro) registra nel 2021 un incremento del 30% rispetto al 2020, con importi in crescita sia per la platea dei dipendenti pubblici (+34%, da poco più di 85 milioni di euro nel 2020 a quasi 130 milioni nel 2021) sia per quella dei consulenti (+29%, dai circa 420 milioni di euro nel 2020 agli oltre 590 milioni di euro nel 2021). In generale, gli incarichi conferiti a consulenti e collaboratori esterni alla PA hanno una maggiore incidenza in termini economici: nel 2021 il valore degli incarichi affidati ai dipendenti pubblici supera di poco i 1.100 euro (in oltre il 50% dei casi si tratta di importi addirittura non superiori ai 500 euro per incarico), mentre il compenso medio per un collaboratore o consulente esterno si attesta sui 5.000 euro (in leggero decremento rispetto all’annualità precedente), con importi che, tuttavia, nel 65% dei casi non superano i 2.500 euro per incarico. Per l’annualità considerata, sono le amministrazioni del comparto scuola ad incrementare maggiormente il ricorso agli incarichi ai dipendenti pubblici (+107%), mentre il segmento sanità rimane quello più dinamico sul fronte delle consulenze esterne, con un incremento nell’ordine del 64% di incarichi (dai 20 mila del 2020 ai quasi 33 mila del 2021).

Sotto il profilo della distribuzione territoriale, l’area del Centro Italia– con particolare riferimento alla regione Lazio, dove sono dislocate la maggior parte delle amministrazioni centrali – si conferma al primo posto come incidenza percentuale sul totale degli incarichi conferiti su base annua a dipendenti pubblici (circa 37 mila incarichi, pari al 28% del totale), mentre nelle regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest è maggiore l’incidenza degli incarichi conferiti a consulenti e collaboratori esterni (circa 71 mila incarichi nelle due aree, pari ad oltre il 50% del totale).

Commissioni II (Giustizia) e V (Bilancio)

Doc. XCV, n. 1

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7/9/2023

Relazione sullo stato delle spese di giustizia

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della giustizia

 

L’articolo 37 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, reca disposizioni per l’efficienza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie. Il comma 16 di tale articolo dispone che, a decorrere dall’anno 2012, il Ministro della giustizia presenti alle Camere, entro il mese di giugno, una relazione sullo stato delle spese di giustizia che comprenda anche un monitoraggio delle spese relative al semestre precedente.

Sintesi del contenuto

 

 

La relazione ricorda preliminarmente che le spese di giustizia sono imputate a tre distinti capitoli (1360, 1362 e 1363) del bilancio del Ministero. Al capitolo 1360 “spese di giustizia” viene ascritta la generalità delle spese processuali (quali, ad esempio, quelle per consulenti, periti, traduttori, custodi, difensori, giudici popolari, testimoni, trasferte per il compimento di atti processuali). La relazione fa presente che nell’anno 2022 lo stanziamento iniziale del cap. 1360, ammonta a 622.990.940 euro, a fronte di uno stanziamento totale definitivo di 667.967.859 euro; in base ai dati aggiornati al 30 giugno 2023 è stata sostenuta una spesa di circa 686,5 milioni di euro. Dalla gestione finanziaria dell’anno 2022 sono dunque emerse situazioni debitorie pregresse fuori bilancio, al 31 dicembre 2022, per 18,5 milioni di euro. La relazione comunica che i dati del consuntivo di spesa trasmessi all’amministrazione dagli uffici giudicanti (comprensivi di IVA e cassa forense) evidenziano una spesa in costante aumento, tra l’altro imputabile alla spesa per i difensori di soggetti ammessi al patrocinio a spese dello Stato, che è passata dai circa 215 milioni dell’anno 2015 ai circa 439 milioni di euro, secondo il dato aggiornato al 30 giugno 2023.

Il documento illustra quindi le problematiche inerenti all’espletamento del servizio amministrativo per la gestione integrata degli esiti delle notificazioni a mezzo posta degli atti giudiziari in materia penale e civile, dando anche conto dell’accordo transattivo raggiunto il 20 settembre 2022 tra Poste italiane S.p.A. e il Ministero della giustizia, a perfezionamento del quale è stato emesso, a valere sul capitolo 1360/1, un ordinativo di pagamento per l’importo di 14.731.486,93 euro. Quanto al fabbisogno per l’anno 2023 inerente alle “spese di giustizia”, la relazione segnala che tale fabbisogno, risulta quantificato su base previsionale, in via prudenziale, in misura non inferiore ai 600 milioni di euro.

Circa il capitolo 1363 “spese di giustizia per l’intercettazione di conversazioni e comunicazioni”, la relazione segnala che nell’anno 2022 lo stanziamento totale definitivo è stato pari a 220.018.734 euro (a fronte di uno stanziamento iniziale di 213.718.734 euro), mentre la spesa sostenuta (dati aggiornati al 30 giugno 2023) è di circa 231 milioni di euro. Dalla gestione finanziaria dell’anno 2022 sono dunque emerse situazioni debitorie pregresse fuori bilancio, al 31 dicembre 2022, per 10,8 milioni di euro. La relazione osserva peraltro che i dati evidenziano una significativa riduzione, nel corso degli ultimi dieci anni, della spesa per intercettazioni. Uno specifico paragrafo illustra il complesso lavoro svolto per la razionalizzazione della spesa per intercettazioni, allo scopo di assicurare una effettiva riconduzione della spesa per le intercettazioni ad un canone rispondente, da un lato, alle necessità degli uffici giudiziari che dispongono le operazioni e, dall’altro, ai reali costi attualmente sostenuti dagli operatori del settore.

La relazione riferisce quindi che nell’anno 2023 lo stanziamento di bilancio del cap. 1363 è stato pari a 212.143.598 euro, a fronte di una spesa presunta che, su base previsionale, può essere quantificata in linea con lo stanziamento di bilancio.

La spesa relativa alle indennità spettanti alla magistratura onoraria, a valere sul capitolo 1362, pari nel 2022 a circa 110 milioni di euro, è stata inferiore allo stanziamento definitivo di bilancio (pari a complessivi 160.221.106 euro), con conseguente insussistenza di situazioni debitorie. Osservato che l’emergente disponibilità di risorse rispetto al reale fabbisogno nell’esercizio finanziario 2022 è scaturita dal ritardo con cui si stanno realizzando gli effetti finanziari della riforma in itinere della magistratura onoraria, la relazione evidenzia che la spesa relativa alla magistratura onoraria ha, comunque, mostrato, negli ultimi dieci anni, un trend in sensibile diminuzione.

Commissioni II (Giustizia) e XIV (Politiche dell’Unione europea)

NN. 15, n. 212

 

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20/9/2023

Relazione concernente la procedura d’infrazione n. 2023/2006, avviata ai sensi degli articoli 258 e 260, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, per il non corretto recepimento della direttiva 2013/48/UE relativa al diritto di avvalersi di un difensore nel procedimento penale e nel procedimento di esecuzione del mandato di arresto europeo, al diritto di informare un terzo al momento della privazione della libertà personale e al diritto delle persone private della libertà personale di comunicare con terzi e con le autorità consolari

Presentata dal Ministro della giustizia

L’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l’avvio di una procedura d’infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l’inadempimento o la violazione contestati con la procedura d’infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. La relazione è trasmessa contestualmente al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari europei. Le Camere possono assumere al riguardo tutte le opportune deliberazioni in conformità ai rispettivi Regolamenti. Si ricorda che il comma 3 dell’articolo 15 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari europei informi senza ritardo le Camere e la Corte dei conti di ogni sviluppo significativo relativo a procedure d’infrazione basate sull’articolo 260 del TFUE. La legge n. 234 del 2012 prevede inoltre che il Governo possa raccomandare l’uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi.

Sintesi del contenuto

 

 

 

La relazione ricorda che con l’avvio della procedura d’infrazione n. 2023/2006 la Commissione europea contesta all’Italia la presunta violazione della direttiva 2013/48/UE. Nello specifico, si eccepisce la non conformità della disciplina nazionale prevista dal codice di procedura penale (agli articoli 350, comma 3, 104 commi 3 e 4, 350 commi 5, 6 e 7, e 387, comma 1) e dagli articoli 12 e 18 del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448 (Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni), alle seguenti previsioni della citata direttiva: articolo 3, paragrafo 3 lett b), concernente la partecipazione effettiva di un difensore agli interrogatori, e paragrafo 6, riguardante le deroghe al diritto di avvalersi di un difensore per esigenze investigative; articolo 5, paragrafo l, avente a oggetto l’informazione di terzi in merito alla privazione della libertà personale, e paragrafo 2, in combinato disposto con l’articolo 10, paragrafo 3, concernente l’informazione del titolare della potestà genitoriale o di un altro adulto idoneo in merito alla privazione della libertà personale di un minore.

La relazione espone le valutazioni del Dicastero della giustizia in ordine alle censure della Commissione europea. Per quanto attiene, in particolare, ai rilievi mossi all’articolo 387, comma l, del codice di procedura penale, che non recepirebbe correttamente l’articolo 5, paragrafo l, della direttiva 2013/48/UE, pur osservandosi che già le norme vigenti, lette in maniera organica e alla luce della prassi applicativa, consentono di ritenere sostanzialmente rispettata la richiamata previsione della direttiva, ove si reputi indispensabile provvedere ad un più completo e formale allineamento dell’articolo 387 del codice di procedura penale alla direttiva, la relazione manifesta la disponibilità del Ministero a elaborare il necessario intervento di adeguamento normativo.

Circa le contestazioni sollevate nei confronti degli articoli 12 e 18 del DPR n. 448 del 1988, rilevato che la censura riproduce, senza elementi di sostanziale novità, quella già formulata nella precedente procedura di infrazione 2021/2075, la relazione osserva che si ritiene risolutivo l’intervento operato con l’articolo 4 del decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69, che ha modificato l’articolo 18, comma l, delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni aggiungendovi un secondo periodo in cui - in accoglimento del rilievo della Commissione - si prevede ora quanto segue: “Quando risulta necessario a salvaguardare il superiore interesse del minorenne, in luogo dell’esercente la responsabilità genitoriale, dell’arresto o del fermo è informata altra persona idonea maggiorenne”.

Commissioni III (Affari esteri) e V (Bilancio)



Doc. XL, n. 2

 

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6/9/2023

Relazione sullo stato di avanzamento degli interventi di competenza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale finanziati con le risorse destinate agli investimenti e allo sviluppo infrastrutturale del Paese

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal

Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale

 

L’articolo 1, comma 1075, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Legge di bilancio 2018) prevede che ai fini del monitoraggio dello stato di avanzamento degli interventi finanziati con le risorse dei fondi per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese - di cui all’articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (rifinanziato dal comma 1072 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205), all’articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e all’articolo 1, comma 14, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 - ciascun Ministero invii alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dell’economia e delle finanze e alle Commissioni parlamentari competenti, entro il 15 settembre di ogni anno, una apposita relazione contenente, inoltre, un aggiornamento della previsione sugli ulteriori stati di avanzamento, nonché un’indicazione delle principali criticità riscontrate nell’attuazione delle opere.

Si ricorda che, ai sensi dell’articolo 47 del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, al fine del raggiungimento degli obiettivi del PNRR, le risorse dei fondi già utilizzate per i progetti in essere sono vincolate, dall’annualità 2022 all’annualità 2026, alla realizzazione degli stessi.

Sintesi del contenuto

 

 

La relazione riferisce che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale è destinatario, nel periodo 2017–2028, di un ammontare di risorse finanziarie per investimenti complessivamente pari a 306.864.397 euro, di cui 35.550.000 assegnati nel 2022. I finanziamenti in oggetto sono stati richiesti dal MAECI: a) per la realizzazione della manutenzione straordinaria del palazzo della Farnesina (14.984.397 euro nel periodo 2017-2019); b) per la sostituzione degli infissi e la centralizzazione degli impianti di riscaldamento e raffreddamento del citato palazzo (28.800.000 euro nel periodo 2022- 2024, di cui 5.000.000 nel 2022); c) per l’acquisto e la ristrutturazione di immobili da adibire a Sedi di rappresentanza diplomatica e consolare (157.080.000 euro nel periodo 2018- 2027, di cui 24.550.000 euro nel 2022);); d) per avviare interventi di digitalizzazione (16.000.000 euro nel periodo 2018-2022, di cui 1.000.000 euro nel 2022); e) per il rinnovamento dell’infrastruttura informatica e di rete della Farnesina (5.600.000 euro nel periodo 2021-2023, di cui 3 milioni nel 2022); f) per la ristrutturazione dell’immobile adibito a sede dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, il rifacimento dell’infrastruttura informatica della stessa e l’adeguamento delle sedi in Italia e all’estero (25.400.000 euro nel periodo 2019-2023, di cui 2.000.000 nel 2022); g) per la costruzione e l’allestimento del Padiglione Expo Dubai 2020 (9.000.000 euro nel 2019); h) per il rifinanziamento del Piano straordinario di promozione del Made in Italy (50.000.000 euro nel 2021).

La relazione dà quindi conto dell’avvio del programma di interventi di riqualificazione energetica del palazzo della Farnesina, anche per quanto attiene all’adeguamento del sistema antincendio e alla messa in conformità della sala conferenze internazionali. Circa l’acquisizione e ristrutturazioni di immobili da adibire a sedi di rappresentanza diplomatica e consolare, si segnala l’acquisto di un immobile che è stato destinato a nuova residenza del rappresentante permanente presso le Nazioni Unite a New York. La relazione riferisce poi (dando conto delle risorse necessarie e delle criticità riscontrate) sul programma degli interventi di digitalizzazione degli archivi consolari del MAECI, per lo sviluppo e la customizzazione della piattaforma documentale PRISMA, sul rinnovamento dell’infrastruttura di rete del Palazzo della Farnesina, nonché dell’infrastruttura sistemistica del MAECI, sulla ristrutturazione della sede dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e l’adeguamento delle sedi dell’AICS in Italia e all’estero. Quanto al rifinanziamento del Piano straordinario di promozione del Made in Italy (le cui azioni sono declinate in dieci linee di intervento, alla cui attuazione provvede l’ICE-Agenzia), la relazione fa presente che in totale, al 16 giugno 2023, sono stati impegnati 48,6 milioni di euro (pari al 97% dello stanziamento iniziale sul capitolo in conto capitale 7959/p.g.3 di 50 milioni di euro) e spesi 30,4 milioni di euro (corrispondenti al 63% di fondi impegnati). Alla stessa data, risultano finanziate con tali fondi un totale di 146 iniziative, che hanno visto il coinvolgimento attivo di 3.855 partecipanti italiani.

Commissioni IV (Difesa) e V (Bilancio)

Doc. CCVIII,

n. 2

 

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27/10/2023

Relazione sulla spesa complessiva per il personale militare

 (Dati previsionali per l’anno 2024)

Presentata dal Ministro della difesa

Il comma 1 dell’articolo 548 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare), alla lettera a), prevede che, entro il termine di presentazione del disegno di legge di bilancio (20 ottobre di ogni anno), il Ministro della difesa trasmetta al Parlamento una relazione illustrativa sulla spesa complessiva prevista per il personale militare, con indicazione degli oneri riferiti al personale in servizio permanente e a quello in servizio non permanente, distinguendo, altresì, i dati per grado e per stato giuridico, nell’ambito delle aree tecnico-operativa e tecnico-amministrativa della Difesa.

Sintesi del contenuto

 

La relazione consta di tabelle che riportano i dati inerenti alla spesa prevista per l’anno 2024 concernente il personale militare in servizio permanente (per un totale complessivo pari a 8.295.930.660 euro) e non in servizio permanente (per un totale complessivo pari a 747.590.343 euro) distinti per grado e per stato giuridico.

Ulteriori tabelle riguardano le spese previste per l’Arma dei carabinieri, anche in questo caso distinguendo gli oneri per il personale in servizio permanente (4.072.645.300 euro) e senza rapporto continuativo di impiego (47.217.977 euro) e indicando separatamente l’ammontare delle competenze fisse e delle competenze accessorie.

 

Doc. CCIX,

n. 2

 

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27/10/2023

Relazione sullo stato di attuazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento di mezzi, impianti e sistemi

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della difesa

Il comma 1 dell’articolo 548 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare), alla lettera b), prevede che, entro il termine di presentazione del disegno di legge di bilancio (20 ottobre di ogni anno), il Ministro della difesa trasmetta al Parlamento una relazione illustrativa sullo stato di attuazione dei programmi di costruzione, acquisizione e ammodernamento di mezzi, impianti e sistemi, di cui ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa. Per ciascun programma sono indicati l’esigenza operativa, l’oggetto, la quantità, l’onere globale, lo sviluppo pluriennale e la percentuale di realizzazione; sono, altresì, fornite indicazioni sui rapporti tra acquisti compiuti all’estero e in Italia e sulla quota di questi effettuata nel Mezzogiorno.

Sintesi del contenuto

 

La relazione dà conto, con riferimento all’annualità 2022, dello stato di attuazione dei programmi degli Stati Maggiori della Difesa, dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, del Comando generale dell’Arma dei carabinieri, del Segretariato nazionale della Difesa e dell’Ufficio centrale del bilancio e degli affari finanziari, relativi ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa.

Le tabelle allegate alla relazione riepilogano, per ciascun programma, l’esigenza operativa, l’onere globale previsto, l’arco temporale di sviluppo, l’impegno finanziario nell’anno 2022 e la percentuale di realizzazione; viene inoltre indicata la quota di spesa effettuata all’estero e nel Mezzogiorno.

 

Doc. CCX,

n. 2

 

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27/10/2023

Relazione sull’attività contrattuale concernente la manutenzione straordinaria e il reintegro dei sistemi d’arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della difesa

Il comma 1 dell’articolo 548 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare), alla lettera c), prevede che, entro il termine di presentazione del disegno di legge di bilancio (20 ottobre di ogni anno), il Ministro della difesa trasmetta al Parlamento una relazione illustrativa sull’attività contrattuale concernente la manutenzione straordinaria e il reintegro dei sistemi d’arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, che si espleta secondo programmi aventi di norma durata annuale, in relazione alle quote da impegnare sugli appositi capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa.

Sintesi del contenuto

 

La relazione fa preliminarmente presente che i programmi di manutenzione straordinaria dei sistemi d’arma, opere, mezzi e beni destinati alla difesa nazionale, svolti nell’anno 2022, sono stati finalizzati, come per il passato, al mantenimento della piena efficienza delle componenti che costituiscono la struttura delle forze operative e dei supporti diretti operativi. Si elencano quindi, con riferimento alle componenti Esercito, Marina e Aeronautica, l’oggetto dei programmi e le tipologie di procedure utilizzate.

L’importo della predetta attività contrattuale è risultato pari a 196.067.818,48 euro, così suddiviso: 63.939.392,46 euro per acquisti nazionali; 132.128.426,02 (67%) per acquisti all’estero.

La relazione riferisce quindi che i programmi di reintegro dei sistemi d’arma, opere, mezzi e beni destinati alla difesa nazionale, svolti nell’anno 2022, sono stati mirati al mantenimento dei livelli di dotazione e al ripianamento delle scorte di munizionamento e parti di ricambio. Viene quindi indicato, analogamente ai programmi di manutenzione straordinari, per le componenti Esercito, Marina e Aeronautica, l’oggetto dei programmi e le tipologie di procedure adottate per l’espletamento delle relative attività contrattuali.

L’importo di tale attività contrattuale è risultato pari a 686.200.758,45 euro, di cui 419.185.586,92 euro per acquisti nazionali e 267.015.171,53 euro (39%) per acquisti all’estero.

 

Doc. CCXI,

n. 2

 

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27/10/2023

Relazione sullo stato di attuazione dei programmi di potenziamento ed ammodernamento delle infrastrutture del Ministero della difesa

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della difesa

Il comma 1 dell’articolo 548 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare), alla lettera d), prevede che, entro il termine di presentazione del disegno di legge di bilancio (20 ottobre di ogni anno), il Ministro della difesa trasmetta al Parlamento una relazione illustrativa sullo stato di attuazione del programma di potenziamento e ammodernamento delle infrastrutture, con particolare riguardo agli alloggi dei militari di truppa, ai locali adibiti a cucine, mense e ad attività del tempo libero, e idonei a garantire attività di promozione sociale e sportiva, al quale si fa fronte mediante gli ordinari stanziamenti di bilancio, specificando, nell’ambito dei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa, le quote da destinare alla realizzazione del programma medesimo.

Sintesi del contenuto

 

 

 

La relazione riferisce sui programmi di potenziamento e ammodernamento delle infrastrutture, con particolare riguardo agli alloggi dei militari di truppa, ai locali adibiti a cucine, a mensa e ad attività del tempo libero ed idonei a garantire attività di promozione sociale e sportiva, di competenza, rispettivamente, degli Stati Maggiori della Difesa, dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, ai quali si fa fronte mediante gli ordinari stanziamenti di bilancio, indicando i capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa cui tali programmi afferiscono, nonché l’ammontare delle risorse impegnate nel 2022 e di quelle previste per il 2023 e il 2024. Attraverso tabelle riepilogative si richiama sinteticamente ciascun intervento e si indica il corrispondente importo.

 

Commissioni IV (Difesa) e VII (Cultura)

NN. 4, n. 8

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6/9/2023

Relazione sull’attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell’organico dell’Unione italiana tiro a segno (UITS)

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della difesa

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70, recante Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente, prevede che entro il 31 luglio di ogni anno ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche, nonché i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Sintesi del contenuto

 

La relazione ricorda preliminarmente che l’Unione italiana tiro a segno (UITS), ente di diritto pubblico sottoposto alla vigilanza del Ministero della difesa regolato dal DPR 15 marzo 2010, n. 90 (artt. 59-64), ha finalità di istruzione ed esercizio al tiro con arma da fuoco individuale o con arma/strumento ad aria compressa e di rilascio della relativa certificazione per gli usi di legge, nonché di diffusione e pratica sportiva del tiro a segno. L’Ente realizza i fini istituzionali per il tramite delle Sezioni di tiro a segno nazionale (TSN). La UITS è altresì federazione sportiva nazionale di tiro a segno riconosciuta dal Comitato olimpico nazionale italiano, sotto la cui vigilanza è posta ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, e successive modificazioni.

In merito all’attività svolta nell’annualità 2022, la relazione segnala che l’esercizio sociale è stato connotato dall’azione di riscossione delle somme a vario titolo dovute alla UITS dalle Sezioni TSN, che ha prodotto risultati importanti. A fine esercizio 2021 il valore dei crediti vantati dall’UITS nei confronti delle locali sezioni di tiro a segno ammontava a complessivi 1.831.226 euro, mentre alla data del 31 dicembre 2022 il valore di tali crediti si è ridotto nella misura di complessivi 1.375.295 euro, con un incremento nei flussi finanziari nella misura di 455.931 euro. Si segnala inoltre che sono stati accordati numerosi piani di rientro per quelle Sezioni che presentavano una forte esposizione e che ne hanno fatto esplicita richiesta.

La relazione dà quindi conto della promozione sul territorio dell’attività del tiro a segno, attraverso il sostentamento finanziario ai Comitati regionali, provinciali e delegati UITS, in linea con gli esercizi precedenti, con obbligo di rendiconto per l’attività dell’esercizio 2022, e delle consuete attività di vigilanza sulle Sezioni TSN. Anche nel corso dell’anno 2022 la UITS ha redistribuito le risorse economiche del “Fondo Poligoni” ed ha rilasciato i pareri normativamente richiesti sulla catalogazione delle armi sportive.

La relazione riferisce poi in merito all’attività di tesseramento e sulla ripresa dell’attività sportiva dopo l’emergenza pandemica, osservando che la stagione 2022 ha registrato segnali più confortanti (con una crescita dell’8,95% rispetto al 2021) in ambito amatoriale rispetto a quello agonistico. Viene quindi illustrato l’operato di consulenza tecnica e di supporto alle sezioni TSN svolto nel 2022 dall’Ufficio poligoni (l’organo tecnico che presiede all’intera materia dei poligoni di tiro, circa 600 impianti sul territorio nazionale) e si dà conto dei fondi istituiti per l’ammodernamento degli impianti di tiro necessari alla preparazione degli atleti tiratori. La relazione elenca poi le manifestazioni sportive alle quali ha partecipato la rappresentativa italiana di tiro nell’annualità 2022 ed indica gli obiettivi di performance raggiunti dalla UITS in tema di trasparenza, di standard di qualità dei servizi e di integrità/prevenzione della corruzione.

Il documento fornisce, infine, la sintesi dei risultati della gestione di bilancio. In particolare, si segnala che il rendiconto finanziario al 31 dicembre 2022 ha registrato entrate per 8.359.705 euro (di cui 2.173.063 euro di quote contributive), uscite per 14.620.040 euro. Tenuto conto del risultato di competenza, alla fine dell’esercizio 2022 si registra un disavanzo di amministrazione di competenza ammontante a 6.260.335 euro.

La relazione è corredata dal bilancio preventivo, dal conto consuntivo e dalla dotazione organica per l’annualità 2022, nonché dal bilancio di previsione per l’anno 2023.

Commissioni IV (Difesa) e IX (Trasporti)

NN. 4, n. 7

 

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6/9/2023

Relazione sull’attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell’organico della Lega navale italiana (LNI)

(Dati relativi all’attività svolta nel 2022)

Presentata dal Ministro della difesa

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70, recante Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente, prevede che entro il 31 luglio di ogni anno ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche, nonché i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Sintesi del contenuto

 

La relazione ricorda che la Lega navale italiana (LNI) è ente di diritto pubblico volto, in conformità al proprio statuto (approvato con decreto interministeriale del 21 maggio 2012), a diffondere nella popolazione, specie giovanile, lo spirito marinaro, la conoscenza dei problemi marittimi, l’amore per il mare e l’impegno per la tutela dell’ambiente marino e delle acque interne. Tra i compiti istituzionali della LNI rientrano l’approntamento di nuove sedi nautiche e il potenziamento di quelle esistenti, nonché la distribuzione alle proprie strutture periferiche e gruppi sportivi di imbarcazioni idonee per l’addestramento dei giovani e per l’esercizio collettivo degli sport nautici. L’ente ha il ruolo di centro di istruzione per la nautica da diporto ed il compito di collaborare con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in materia di formazione dei candidati agli esami per il conseguimento delle patenti nautiche. Si ricorda altresì che la LNI si ispira ai principi dell’associazionismo sanciti dalla legge 7 dicembre 2000, n. 383.

La relazione fornisce quindi i dati, riferiti al 2022, sul numero dei soci, delle strutture periferiche (53 delegazioni e 211 sezioni) e degli istruttori nautici. Inoltre, ricordato che la cessazione delle limitazioni dovute all’emergenza pandemica ha consentito la ripresa nel 2022 delle attività istituzionali della LNI, si riporta l’elenco dei corsi attivati e delle iniziative culturali, sportive, di protezione ambientale e di promozione sociale attuate, con indicazione delle sedi presso le quali hanno avuto luogo.

La relazione riferisce infine circa le sovvenzioni erogate dalla presidenza nazionale alle sedi periferiche (per 133.786,59 euro), evidenziando che a partire dal 2015 la Lega navale italiana non percepisce più sovvenzioni a carico del bilancio del Ministero della difesa.

La relazione è corredata dal bilancio preventivo, dal conto consuntivo e dalla dotazione organica della LNI riferiti all’annualità 2022, nonché dal bilancio di previsione per l’anno 2023.

Commissioni IV (Difesa) e XI (Lavoro)

NN. 4, n. 10

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6/9/2023

Relazione sull’attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell’organico della Cassa di previdenza delle Forze armate

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dal Ministro della difesa

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70, recante Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente, prevede che entro il 31 luglio di ogni anno ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche, nonché i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Sintesi del contenuto

 

La relazione ricorda preliminarmente che la gestione complessiva della Cassa di previdenza è la sommatoria dei risultati di gestione dei fondi previdenziali degli ufficiali e dei fondi previdenziali dei sottufficiali e dei militari dell’Arma dei carabinieri. Si illustra quindi il conto consuntivo 2022, fornendo i principali risultati d’esercizio. In particolare, si evidenzia un risultato economico positivo per i fondi previdenziali degli ufficiali e per quello degli appuntati e carabinieri e un esito invece negativo per tutti i fondi previdenziali dei sottoufficiali. Tale risultato è ascrivibile in larga parte al saldo positivo tra le entrate previdenziali e gli interessi dei titoli del debito pubblico dal lato delle entrate e l’importo delle prestazioni erogate (principalmente indennità supplementare e assegno speciale) dal lato delle uscite. In ogni caso le differenze rispetto al bilancio di previsione per il 2022 e relative variazioni sono riconducibili a prestazioni istituzionali obbligatorie, non differibili (in particolare, le liquidazioni delle indennità supplementari) e comunque non relative a spese discrezionali, approvate dal consiglio di amministrazione.

La relazione riporta un utile d’esercizio consolidato, risultante dalla sommatoria dei risultati economici dei singoli fondi, pari per il 2022 a 666.767,03 euro, con un considerevole decremento rispetto al risultato economico dell’esercizio precedente (30.692.984,60 euro), dovuto principalmente all’incremento del costo dell’indennità supplementare di competenza dell’esercizio finanziario 2022, rispetto allo stesso dato dell’esercizio finanziario precedente (+27,81%). Nel corso della gestione di competenza dell’esercizio 2022 le entrate accertate, al netto delle partite di giro, risultano pari a 357.630.591,63 euro, mentre le somme impegnate, in conto corrente e in conto capitale, si sono attestate a 359.280.753,43 euro. L’equilibrio tra le entrate e le spese è stato assicurato da un utilizzo dell’avanzo di amministrazione, per un importo di 1.650.161,80 euro. Avuto specifico riguardo ai valori finanziari complessivi relativi, da un lato, alle entrate accertate, riscosse e ancora da riscuotere e, dall’altro lato, alle spese impegnate, pagate e ancora da pagare, la gestione di competenza evidenzia: accertamenti (competenza) pari a 362.243.713,36 euro, di cui 324.478.363,04 euro incassati; impegni (competenza) pari a 363.893.875,16 euro, di cui 331.012.074,10 euro pagati. Con riguardo alla gestione corrente, nell’esercizio 2022 le entrate accertate, pari a 158.575.640,43 euro sono in aumento del 15,43%, rispetto al 2021 (137.376.919,13 euro); le somme impegnate, pari a 141.651.360,57 euro, registrano un incremento del 25,59% rispetto al 2021 (112.787.331,37 euro).

La relazione fa poi presente che il numero degli iscritti alla Cassa si attesta, al 31 dicembre 2022, su circa 190.000 unità, con un decremento di circa l’1,30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, osservando che tale consistenza non può considerarsi stabilizzata in quanto non si sono ancora prodotti gli effetti delle norme sulla riforma dello Strumento militare, con la conseguente riduzione complessiva degli organici. Nonostante la lieve flessione del numero degli iscritti, nel 2022 si è registrato un incremento complessivo dei contributi previdenziali di circa il 4,28% rispetto all’esercizio precedente, dovuto principalmente agli incrementi delle retribuzioni del personale.

La relazione richiama infine le modifiche introdotte dall’articolo 1, comma 651, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Legge di bilancio 2023) alle norme del Codice dell’ordinamento militare (decreto legislativo n. 66 del 2010) relative alla Cassa di previdenza delle Forze armate, al fine di superare paventate criticità evidenziate in uno studio attuariale appositamente redatto e garantire la sostenibilità finanziaria nel lungo periodo.

La relazione è corredata dal conto consuntivo 2022 e dalla dotazione organica per la medesima annualità, nonché dal bilancio di previsione per l’anno 2023.

Commissioni V (Bilancio) e VI (Finanze)

Doc. XXVII,

n. 11

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20/9/2023

Relazione sui risultati dell’applicazione sperimentale dell’accertamento qualificato

 

Presentata dal Ministro dell’economia e delle finanze

L’articolo 6 del decreto legislativo 16 marzo 2018, n. 29 (Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 12 maggio 2016, n. 93, recante riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, in attuazione dell’articolo 42, comma 1, della legge 31 dicembre 2009, n. 196), ha introdotto nella legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica), l’articolo 21-bis che delinea la nozione di accertamento qualificato, prevedendo che con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro il 31 maggio 2018, siano definite le modalità per la sua sperimentazione. Le modalità applicative della predetta sperimentazione sono state stabilite con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 25 maggio 2018.

L’articolo 6 dispone altresì che al termine del periodo di sperimentazione, il Ministro dell’economia e delle finanze trasmetta alle Camere e alla Corte dei conti una relazione sui risultati della sperimentazione compiuta. L’inizio e la conclusione della sperimentazione sono stati fissati, rispettivamente, al 1° ottobre 2018 e al 31 luglio 2020. Il periodo di sperimentazione è stato prorogato fino al 31 luglio 2021 con determina del Ragioniere generale dello Stato del 5 agosto 2020.

Sintesi del contenuto

 

 

La relazione analizza il quadro normativo tracciato dal decreto legislativo n. 29 del 2018, evidenziando che la novità rilevante del concetto di accertamento “qualificato” rispetto al c.d. “accertamento amministrativo” vigente, che privilegia il profilo giuridico del diritto dello Stato all’acquisizione delle risorse, è costituita dallo spostamento della fase della rilevazione contabile dei crediti dello Stato al momento in cui questi diventano esigibili. La relativa riscossione ha, pertanto, un’elevata probabilità di realizzazione, rendendo più prudente e più realistica la previsione di competenza delle entrate erariali. La relazione sottolinea anche che la nuova modalità di accertamento non determina una limitazione dell’attività amministrativa, né una perdita delle informazioni contabili rilevate nel bilancio in relazione ai crediti vantati dallo Stato. L’articolo 6 del decreto legislativo n. 29 del 2018 conferma, infatti, la vigente disciplina generale relativa all’accertamento e agli obblighi di registrazione delle entrate nonché alla riscossione.

La relazione ricorda poi che l’articolo 6 del decreto legislativo n. 29 del 2018 dispone la modifica delle norme inerenti alle entrate contenute nel regolamento di cui al regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, al fine di armonizzarne la disciplina con le nuove disposizioni introdotte. Il capitolo 4 della relazione illustra dettagliatamente gli esiti della revisione organica del Titolo VI (artt. 219-268), del regio decreto n. 827 del 1924, tradottasi in uno schema di regolamento presentato e approvato in via preliminare nella riunione del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2022. Il documento riferisce quindi sui contenuti del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 25 maggio 2018, volto a definire le modalità applicative della sperimentazione dell’accertamento qualificato, che ha riguardato la registrazione contabile di tutte le entrate del bilancio dello Stato secondo il nuovo concetto di accertamento qualificato. Si ricorda che, in conformità all’articolo 3 del citato decreto, con determina del Ragioniere generale dello Stato del 7 gennaio 2019, è stato istituito un apposito gruppo di lavoro con il compito di monitorare la sperimentazione.

La relazione descrive poi, in distinti capitoli, l’impatto della nuova definizione di accertamento qualificato sulle diverse fasi del bilancio dello Stato secondo un ordine logico-temporale, a partire dalla formazione delle previsioni di bilancio, alla rilevazione delle scritture contabili nel corso dell’esercizio, per concludersi con la rendicontazione e la predisposizione di un conto del bilancio “sperimentale”, limitatamente alla parte delle entrate, aggiornato in conformità alle modifiche introdotte.

Il capitolo conclusivo della relazione dà conto dell’adeguamento dei sistemi informativi, tanto del bilancio dello Stato quanto delle Agenzie fiscali per garantire coerenza e completezza alle novità introdotte nell’ambito del Programma InIt, volto a rendere disponibile un unico sistema informatico integrato a supporto dei processi contabili di tipo ERP (Enterprise resource planning).

La relazione è corredata di appositi allegati tecnici, prodotti nel corso della sperimentazione.

Commissioni V (Bilancio), VIII (Ambiente) e IX (Trasporti)



Doc. XL, n. 3

 

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22/9/2023

Relazione sullo stato di avanzamento degli interventi di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti finanziati con le risorse destinate agli investimenti e allo sviluppo infrastrutturale del Paese

(Dati relativi all’anno 2022, aggiornati al mese di agosto 2023)

Presentata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

 

L’articolo 1, comma 1075, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Legge di bilancio 2018) prevede che ai fini del monitoraggio dello stato di avanzamento degli interventi finanziati con le risorse dei fondi per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese - di cui all’articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (rifinanziato dal comma 1072 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205),

all’articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e all’articolo 1, comma 14, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 - ciascun Ministero invii alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dell’economia e delle finanze e alle Commissioni parlamentari competenti per materia, entro il 15 settembre di ogni anno, una relazione contenente un aggiornamento della previsione sugli ulteriori stati di avanzamento, nonché un’indicazione delle principali criticità riscontrate nell’attuazione delle opere.

Si ricorda che, ai sensi dell’articolo 47 del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, al fine del raggiungimento degli obiettivi del PNRR, le risorse dei fondi già utilizzate per i progetti in essere sono vincolate, dall’annualità 2022 all’annualità 2026, alla realizzazione degli stessi.

Sintesi del contenuto

 

La relazione ricostruisce il quadro delle risorse assegnate al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a valere sui Fondi sopra richiamati con i seguenti provvedimenti di riparto: DPCM 21 luglio 2017, per un l’importo complessivo di 21.009.658.434 euro, ripartito negli anni dal 2017 al 2032; DPCM 28 novembre 2018, per un importo complessivo di 13.202.050.000 euro, ripartito negli anni dal 2018 al 2033; DPCM 11 giugno 2019, per un importo complessivo di 16.101.000.000 euro, ripartito negli anni dal 2019 al 2033. Si segnala che tale assegnazione è stata ridotta a 15.917.978.664 euro a seguito di successive disposizioni di legge, nonché per corrispondere agli obiettivi di risparmio per la manovra 2020, e che con ulteriore DPCM 11 giugno 2019 (ai sensi del comma 96 dell’articolo 1 della legge n. 145 del 2018), sono stati assegnati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 900.000.000 euro, per gli anni dal 2019 al 2027, per il prolungamento della linea metropolitana 5 (M5) da Milano fino al comune di Monza.

La relazione ricorda inoltre che con DPCM 23 dicembre 2020 al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è stato assegnato l’importo complessivo di euro 6.091.100.000 (ripartito negli anni dal 2020 al 2034). Infine, con DPCM 27 gennaio 2021 è stata disposta, ai sensi dei commi 14, 18, secondo periodo, e 24 della legge n. 160 del 2019 l’assegnazione di: 8 milioni di euro per l’anno 2020 e 7 milioni di euro per l’anno 2021 per il completamento del polo metropolitano M1–M5 di Cinisello–Monza Bettola, rientrante nelle opere di infrastrutturazione, ivi comprese quelle per l’accessibilità, delle Olimpiadi invernali 2026; 20 milioni di euro nell’anno 2020, 20 milioni di euro nell’anno 2021 e 10 milioni di euro nell’anno 2022 per la realizzazione di interventi nel territorio della regione Lazio al fine di garantire la sostenibilità della Ryder Cup 2022.

La relazione dà quindi conto delle risorse destinate, delle modalità di erogazione, dello stato di avanzamento degli interventi finanziati e delle eventuali criticità riscontrate nell’ambito dei seguenti settori: 1) strade e autostrade; 2) edilizia; 3) infrastrutture idriche; 4) salvaguardia di Venezia e sistema MOSE; 5) interventi per intermodalità; 6) interventi per autotrasporto; 7) trasporto marittimo, fluviale e lacuale; 8) trasporto ferroviario; 9) trasporto pubblico locale; 10) istituzione della banca dati abusivismo edilizio; 11) capitanerie di porto.

Commissioni VIII (Ambiente), IX (Trasporti), X (Attività produttive) e XIII (Agricoltura)

Doc. CCXXVII,

n. 1

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6/9/2023

Relazione sullo stato di attuazione del Piano del mare

(Dati aggiornati al 31 luglio 2023)

Presentata dal Ministro per la protezione civile e le politiche del mare

L’articolo 12 del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173 (Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri), istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Comitato interministeriale per le politiche del mare (CIPOM), che provvede alla elaborazione e approvazione, con cadenza triennale, del Piano del mare.

Il medesimo articolo 12 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri o un Ministro da lui delegato trasmetta alle Camere, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione sullo stato di attuazione del Piano. In sede di prima applicazione e in relazione al solo anno 2023 il termine del 31 maggio è stato prorogato al 31 luglio 2023 dall’articolo 20 del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198 (Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi).

Sintesi del contenuto

 

La relazione ricorda che il primo Piano del mare è stato approvato dal CIPOM il 31 luglio 2023, rilevando che un’efficace valutazione della sua attuazione richiede un minimo e incomprimibile periodo applicativo. Pertanto, lo stato di realizzazione del Piano sarà esaminato nella prossima relazione annuale. Il documento dà quindi conto delle attività istruttorie che hanno condotto alla redazione del Piano, nell’ambito delle quali sono stati ascoltati oltre 190 stakeholder e raccolto 139 contributi presentati dai diversi portatori d’interesse. Viene quindi presentato il Piano, articolato su 16 linee direttici, la prima delle quali riguarda gli spazi marittimi, a partire dai “Piani di gestione dello spazio marittimo”, di cui alla direttiva 2014/89/UE (recepita dal decreto legislativo 17 ottobre 2016, n. 201): mentre tuttavia tali piani indicano la distribuzione spazio-temporale degli usi, il Piano del mare chiarisce gli indirizzi utili e le azioni generali per raggiungere quegli obiettivi. Altre direttrici sono costituite dalle rotte commerciali, considerate vere e proprie infrastrutture di interesse strategico nazionale su cui si innestano interessi primari dello Stato, e dai porti. Quest’ultima impone una profonda riflessione sul ruolo del sistema portuale e logistico, anche per un migliore sfruttamento delle aree retro-portuali a servizio di attività manifatturiere, favorendo il re-shoring. Un’ulteriore direttrice riguarda il contributo che il mare può offrire nella produzione di energia, attraverso i parchi eolici offshore ed il moto ondoso, e il conseguimento degli obiettivi della decarbonizzazione dell’industria dello shipping e dell’indipendenza energetica. Tra le direttrici si iscrive anche la transizione ecologica dell’industria del trasporto marittimo, e più in generale dell’industria del mare, verso l’utilizzo di combustibili alternativi ai carburanti fossili.

Il Piano individua ulteriori direttrici nella pesca sostenibile, con un’attenta pianificazione delle destinazioni d’uso dei fondali, oltre alla predisposizione di una banca dati che aiuti a definire i possibili utilizzi della “risorsa mare”, e nello sviluppo dell’acquacoltura.

Il Piano dedica poi ampio spazio alla cantieristica, di cui si sottolinea il potenziale strategico per lo sviluppo economico nazionale e per l’autonomia strategica europea, all’industria armatoriale e al lavoro marittimo. A quest’ultimo riguardo si rileva come il tema della formazione del personale e della semplificazione dei percorsi propedeutici all’accesso alle professioni del mare appaia non procrastinabile, anche alla luce della strutturale carenza di personale marittimo italiano.

Un’altra direttrice fissata dal Piano mira a valorizzare la protezione e la salvaguardia degli ecosistemi marini, che richiede non solo monitoraggio e controllo pubblico, ma anche la partecipazione di tutti gli attori economici. Inoltre, il Piano del mare evidenzia la risorsa costituita dall’ambiente subacqueo e sostiene l’istituzione di un Polo nazionale della subacquea, nonché, entro il 2024, di un’Autorità nazionale per il controllo delle attività subacquee. Il Piano del mare include poi le direttici rappresentate dall’attenzione al sistema delle isole minori, assicurando loro il miglioramento delle condizioni di vita, e lo sviluppo dei “turismi del mare”. Un ulteriore profilo riguarda il tema dei cambiamenti climatici e la definizione di strategie di adattamento e di misure di mitigazione dei rischi connessi. Infine, le direttrici del Piano comprendono la cooperazione europea e internazionale e la sicurezza, intesa sia come la ‘safety’ (per navi e imbarcazioni) sia come ‘security’ (azioni preventive e di contrasto di atti illeciti via mare).

Commissioni VIII (Ambiente) e XIV (Politiche dell’Unione europea

NN. 15, n. 216

 

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6/10/2023

Relazione concernente la procedura d’infrazione n. 2023/0152, avviata ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea per mancato recepimento della direttiva delegata (UE) 2023/544 che modifica la direttiva 2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le esenzioni relative all’uso del piombo nelle leghe di alluminio destinate a lavorazione meccanica, nelle leghe di rame e in determinati accumulatori

Presentata dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica

L’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l’avvio di una procedura d’infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l’inadempimento o la violazione contestati con la procedura d’infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. La relazione è trasmessa contestualmente al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari europei. Le Camere possono assumere al riguardo tutte le opportune deliberazioni in conformità ai rispettivi Regolamenti. Si ricorda che il comma 3 dell’articolo 15 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari europei informi senza ritardo le Camere e la Corte dei conti di ogni sviluppo significativo relativo a procedure d’infrazione basate sull’articolo 260 del TFUE. La legge n. 234 del 2012 prevede inoltre che il Governo possa raccomandare l’uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi.

Sintesi del contenuto

 

 

 

In merito alla procedura d’infrazione n. 2023/0152 riguardante il mancato recepimento, nel termine previsto del 1° giugno 2023, della direttiva delegata UE 2023/544, che modifica la direttiva 2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le esenzioni relative all’uso del piombo nelle leghe di alluminio destinate a lavorazione meccanica, nelle leghe di rame e in determinati accumulatori, la relazione riferisce che la suddetta direttiva delegata è stata recepita nell’ordinamento nazionale con decreto 26 giugno 2023 del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il Ministro delle imprese e del made in Italy e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, adottato ai sensi dell’articolo 15, comma 11, del decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, di attuazione della direttiva 2000/53/CE.

Il DM 26 giugno 2023 si compone di un articolo unico, il quale stabilisce che l’allegato II del decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209 è sostituito dall’allegato al medesimo decreto, che riproduce il contenuto dell’allegato alla direttiva delegata UE 2023/544.

Evidenziato che quest’ultima è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 10 marzo 2023 e che per l’adozione del decreto 26 giugno 2023 si è reso necessario acquisire gli assensi tecnici degli altri due Ministeri coinvolti e, quindi, i concerti dei rispettivi Ministri, la relazione fa presente che a seguito del controllo di legittimità della Corte dei conti, concluso con esito positivo in data 17 luglio 2023, il provvedimento è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 20 luglio 2023, n. 168 e, quindi, notificato formalmente alla Commissione europea. Si esprime pertanto l’auspicio che, fatte salve le verifiche spettanti alla Commissione medesima circa il corretto recepimento della direttiva, la procedura d’infrazione possa essere archiviata nella prima riunione utile del Collegio dei commissari.

Commissioni IX (Trasporti) e XIV (Politiche dell’Unione europea)

NN. 15, n. 213

 

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20/9/2023

Relazione concernente la procedura d’infrazione n. 2023/2056, avviata ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea per violazione del diritto dell’Unione europea in relazione al mancato rispetto del regolamento di esecuzione (UE) 2021/116 relativo all’istituzione del progetto comune uno a sostegno dell’attuazione del piano generale di gestione del traffico aereo in Europa di cui al regolamento (CE) n. 550/2004 che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 409/2013 e abroga il regolamento di esecuzione (UE) n. 716/2014

Presentata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

L’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l’avvio di una procedura d’infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l’inadempimento o la violazione contestati con la procedura d’infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. La relazione è trasmessa contestualmente al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari europei. Le Camere possono assumere al riguardo tutte le opportune deliberazioni in conformità ai rispettivi Regolamenti. Si ricorda che il comma 3 dell’articolo 15 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari europei informi senza ritardo le Camere e la Corte dei conti di ogni sviluppo significativo relativo a procedure d’infrazione basate sull’articolo 260 del TFUE. La legge n. 234 del 2012 prevede inoltre che il Governo possa raccomandare l’uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi.

Sintesi del contenuto

 

 

La relazione ricorda che i progetti comuni mirano ad attuare funzionalità interoperabili di gestione del traffico aereo (Air Traffic Management - ATM) in modo sincronizzato in tutta la rete ATM europea. Più nel dettaglio, il progetto comune uno comprende sei funzionalità ATM e fissa date di attuazione obbligatorie per il raggiungimento degli obiettivi previsti da ciascuna sotto-funzionalità ATM. Con la procedura di infrazione n. 2023/2056 la Commissione europea contesta all’Italia che il fornitore di servizi di navigazione aerea (air navigation service provider - ANSP) designato non ha attuato nel termine previsto del 31 dicembre 2022 le sottofunzionalità ATM, di cui al regolamento di esecuzione (UE) 2021/116, relative: alla gestione delle partenze sincronizzata con la sequenza pre-partenza; al potenziamento delle misure di gestione del flusso del traffico aereo e della capacità (Air Traffìc Flow and Capacity Management- ATFCM) a breve termine; al supporto automatico alla valutazione della complessità del traffico aereo. La relazione riferisce che la procedura di pre-departure sequencing è già implementata negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa. Il potenziamento delle misure di gestione del flusso del traffico aereo e della capacità a breve termine e il supporto automatico alla valutazione della complessità del traffico aereo (Sub ATM Functionality 4.1.1 e la Sub ATM Functionality 4.3.l ) costituiscono, invece, funzionalità che prevedono l’applicazione coordinata di misure e strumenti per valutare gli indicatori di complessità, per determinate porzioni di spazio aereo, al fine di poter meglio decidere le azioni di organizzazione dei flussi di traffico. A tal proposito, l’ENAV ha finalizzato l’implementazione del Local Traffic Load Management Tool (LTLMT) - strumento che copre le funzionalità previste dalle families 4.1.1. e 4.3.1 - presso la National Test Facility nel mese di luglio 2023 e prevede l’avvio della prima fase operativa del LTLMT entro la fine dell’estate 2023. Al riguardo, si sottolinea che il ritardo nell’implementazione del tool non ha generato alcun impatto nella fornitura del servizio, come comprovato la performance di puntualità ottenuta da ENAV nel 2022. La relazione evidenzia che i ritardi nell’operatività dei progetti (limitati come detto a due sole funzionalità), devono essere contestualizzati all’interno dell’evoluzione del quadro normativo nazionale a seguito delle modifiche apportate in tema di sicurezza informatica dal decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, con cui si è proceduto a definire il “perimetro di sicurezza nazionale cibernetica”, che hanno interessato l’organizzazione dell’ENAV e tutti i programmi di innovazione tecnologica che rientrano nella fornitura dei servizi di navigazione aerea.

Commissioni XIII (Agricoltura) e XIV (Politiche dell’Unione europea)

NN. 15, n. 215

 

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20/9/2023

Relazione concernente la procedura d’infrazione n. 2023/0151 avviata, ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, per mancato recepimento della direttiva di esecuzione (UE) 2022/2438 che modifica la direttiva 93/49/CEE e la direttiva di esecuzione 2014/98/UE per quanto riguarda gli organismi nocivi regolamentati non da quarantena rilevanti per l’Unione sui materiali di moltiplicazione delle piante ornamentali, sui materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e sulle piante da frutto destinate alla produzione di frutti

Presentata dal Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste

L’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l’avvio di una procedura d’infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l’inadempimento o la violazione contestati con la procedura d’infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. La relazione è trasmessa contestualmente al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari europei. Le Camere possono adottare al riguardo tutte le opportune deliberazioni in conformità ai rispettivi Regolamenti. Si ricorda che il comma 3 dell’articolo 15 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari europei informi senza ritardo le Camere e la Corte dei conti di ogni sviluppo significativo relativo a procedure d’infrazione basate sull’articolo 260 del TFUE. La legge n. 234 del 2012 prevede inoltre che il Governo possa raccomandare l’uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi.

Sintesi del contenuto

 

 

La relazione ricorda che la direttiva di esecuzione (UE) 2022/2438 della Commissione del 12 dicembre 2022, il cui termine di recepimento era fissato al 30 giugno 2023, ha introdotto modifiche alla direttiva 93/49/CEE e alla direttiva di esecuzione 2014/98/UE al fine di allineare gli organismi nocivi regolamentati non da quarantena rilevanti per l’Unione previsti dal regolamento (UE) 2019/2072, per i settori dei materiali di moltiplicazione delle piante ornamentali, dei materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e delle piante da frutto destinate alla produzione di frutti.

In merito alla procedura di infrazione n. 2023/0151, avviata dalla Commissione europea il 19 luglio 2023, si fa presente che le disposizioni in materia di piante ornamentali, contenute nell’articolo 1 della direttiva (UE) 2022/2438, sono state recepite con decreto 24 luglio 2023 a firma del Sottosegretario cui è stata delegata la materia, di modifica del decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali 9 agosto 2000, quali norme di natura prettamente tecnica le cui condizioni, fissate in ambito comunitario, sono adottate tal quali nella legislazione nazionale. Si precisa che le modifiche apportate riguardano esclusivamente l’aggiornamento degli elenchi degli organismi nocivi regolamentati non da quarantena (ORNQ), di cui all’allegato I del DM 9 agosto 2000, al fine di garantire la coerenza con l’elenco dei rispettivi ORNQ e le soglie di cui al regolamento di esecuzione (UE) 2019/2072.

Quanto alle disposizioni concernenti i materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e le piante da frutto destinate alla produzione di frutti, di cui all’articolo 2 della direttiva 2022/2438, la relazione fa presente che, in virtù della complessità e tecnicità del testo, il veicolo normativo più opportuno e coerente è stato individuato nell’articolo 8 del disegno di legge di delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione Europea (Legge di delegazione europea 2022-2023, AC 1342), approvato dal Consiglio dei ministri il 15 giugno 2023 e presentato alla Camera dei deputati, con procedura d’urgenza, in data 27 luglio 2023.

Tutte le Commissioni permanenti e Commissione parlamentare per le questioni regionali

Doc. LXXIII-bis, n. 4

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17/10/2023

Elenco delle procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l’Unione europea

(Dati relativi al secondo trimestre 2023)

Presentata dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR

L’articolo 14 della legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea), dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri – o il Ministro per gli affari europei – sulla base delle informazioni ricevute dalle amministrazioni competenti, trasmetta ogni tre mesi alle Camere, alla Corte dei conti, alle regioni e alle province autonome un elenco, articolato per settore e materia: a) delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea relative a giudizi di cui l’Italia sia stata parte o che abbiano rilevanti conseguenze per l’ordinamento italiano; b) dei rinvii pregiudiziali disposti ai sensi dell’articolo 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) da organi giurisdizionali italiani; c) delle procedure d’infrazione avviate nei confronti dell’Italia ai sensi degli articoli 258 e 260 del TFUE con informazioni sintetiche sull’oggetto e sullo stato del procedimento, nonché sulla natura delle eventuali violazioni contestate all’Italia; d) dei procedimenti di indagine formale avviati dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia in materia di aiuti di Stato alle imprese, ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 2, del TFUE.

Sintesi del contenuto

 

La relazione consiste nell’elenco, riferito al secondo trimestre 2023, delle questioni inerenti al precontenzioso e al contenzioso con l’Unione europea, nonché dei procedimenti di indagine formale avviati dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia in materia di aiuti di Stato alle imprese. L’elenco, predisposto dal Dipartimento per le politiche europee sulla base delle informazioni pervenute dalle Amministrazioni competenti, è suddiviso in distinti allegati, corrispondenti alle categorie individuate dall’articolo 14, comma 1, lettere a), b), c) e d), della legge 24 dicembre 2012, n. 234. Vengono pertanto indicate: le sentenze della Corte di giustizia e del Tribunale dell’Unione europea relative a giudizi di cui l’Italia sia stata parte o che abbiano rilevanti conseguenze per l’ordinamento italiano (Allegato II); i rinvii pregiudiziali disposti ai sensi dell’articolo 267 del TFUE da organi giurisdizionali italiani (Allegato III); le procedure d’infrazione avviate nei confronti dell’Italia ai sensi degli articoli 258 e 260 del TFUE, con informazioni sintetiche sull’oggetto e sullo stato del procedimento, nonché sulla natura delle eventuali violazioni contestate all’Italia (Allegato IV).

I dati contenuti nella documentazione riportata negli Allegati II, III e IV sono stati suddivisi, all’interno delle suddette categorie, per settore e materia, utilizzando una classificazione, non tassativa, riportata nell’Allegato I (punto 1) alla relazione. La relazione fa presente che la classificazione scelta è applicata alle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea ed ai rinvii pregiudiziali (Allegati II e III), mentre per le procedure di infrazione (Allegato IV) la classificazione seguita (riportata al punto 2 dell’Allegato I) è basata essenzialmente sull’articolazione in cui sono ripartite le attività della Commissione europea. Le procedure d’infrazione sono elencate inoltre per Amministrazione competente (Allegato V).

Il documento segnala che per quanto concerne la redazione dell’elenco dei procedimenti di indagine formale avviati dalla Commissione nei confronti dell’Italia ai sensi dell’articolo 108 del TFUE (Allegato VI), si è invece seguito un criterio diverso, che fa riferimento allo stadio di avanzamento della relativa procedura, in quanto la materia degli aiuti mal si presta ad un’articolazione per materia analoga a quella utilizzata per i rinvii pregiudiziali, le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea e le procedure d’infrazione.

Per consultare gli aggiornamenti dello stato delle infrazioni a carico dell’Italia sulla base delle decisioni assunte dalla Commissione europea, si rinvia alla pagina relativa del sito internet del Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

 

 

RELAZIONI PRESENTATE DA ALTRI SOGGETTI
(SETTEMBRE - OTTOBRE 2023)


 

Commissioni VII (Cultura) e IX (Trasporti)

Doc. CLVII,

n. 1

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6/9/2023

Relazione sull’attività svolta e sui programmi di lavoro dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - AGCOM

(Dati aggiornati al 30 aprile 2023)

Predisposta dall’AGCOM e presentata dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri

L’articolo 1 della legge 31 luglio 1997, n. 249, al comma 6, individua le competenze dell’Autorità, prevedendo alla lettera c), n. 12, che entro il 30 giugno di ogni anno l’Autorità medesima presenti al Presidente del Consiglio dei ministri per la trasmissione al Parlamento una relazione sull’attività svolta e sui programmi di lavoro. La relazione è stata illustrata presso la Camera dei deputati dal presidente della medesima Autorità il 19 luglio 2023.

Sintesi del contenuto

 

 

La relazione analizza nei primi quattro capitoli l’attività svolta dall’AGCOM nei comparti in cui l’Autorità esercita il proprio mandato - comunicazioni elettroniche; media; servizi internet e piattaforme online; servizi postali - descrivendo, per ciascuno di essi, l’andamento del mercato, l’evoluzione del quadro regolamentare nazionale e dell’Unione europea, gli interventi regolatori posti in essere dall’Autorità, la vigilanza esercitata e gli interventi attuati a tutela dei consumatori. Il quinto capitolo riferisce sulle dimensioni istituzionali e organizzative dell’Autorità. La relazione riporta inoltre gli indirizzi di programmazione strategica per il triennio 2023-2025 e i programmi di lavoro dell’AGCOM ed è corredata da un’Appendice statistica e da un’Appendice di documentazione, disponibili sul sito istituzionale dell’Autorità.

In merito al settore delle comunicazioni elettroniche, si riferisce che il mercato è stato caratterizzato nel 2022 dall’ulteriore riduzione delle risorse (-3,3% rispetto al 2021), ascrivibile soprattutto alla flessione dei ricavi nel segmento della telefonia mobile (-5,3%), dalla forte pressione concorrenziale (anche per l’ingresso di nuovi operatori), dal dinamismo dovuto all’innovazione tecnologica. La relazione segnala, tra l’altro, la definizione dei prezzi dei servizi di accesso alla rete fissa per gli anni 2022 e 2023 e l’esame dell’offerta di coinvestimento di TIM per la realizzazione di una nuova rete in fibra ottica VHC (Very High Capacity). Si richiamano inoltre le complesse attività di ridefinizione del radiospettro. Circa la tutela dei consumatori, si ricorda l’aggiornamento dei servizi MisuraInternet e Broadband Map, l’affermazione come modello della piattaforma per la risoluzione digitale delle controversie ConciliaWeb, nonché l’approvazione da parte di AGCOM delle linee guida per la fornitura dei servizi di controllo parentale (SCP).

Per quanto concerne il mercato dei media, la relazione conferma il declino strutturale del comparto editoriale (stampa quotidiana e periodica) e la tenuta di quello televisivo, insieme alla crescita dei ricavi di quello radiofonico (+3,1%). Si evidenzia anche l’ulteriore crescita dei ricavi, dell’offerta e del numero di abbonati dei servizi video on demand su piattaforme internet e le connesse esigenze di tutela dei principi del pluralismo. Si dà poi conto nel dettaglio dell’attuazione del Testo unico dei servizi audiovisivi (D.Lgs. 208/2021).

Circa le dinamiche che coinvolgono i mercati dei servizi digitali, la relazione sottolinea come i motori di ricerca, i social network e le piattaforme di condivisione di video gestiti dai grandi player globali costituiscano veri e propri gatekeeper di accesso all’informazione in rete, non solo per i cittadini, ma anche per gli editori online, e la conseguente esigenza di un monitoraggio costante e sistematico, nonché di iniziative istituzionali, anche di tipo regolamentare, per accrescere la trasparenza e assicurare una sempre più efficace tutela dei minori che navigano in rete. Tra le iniziative adottate in tema di tutela del diritto d’autore, si ricorda l’individuazione da parte dell’AGCOM dei criteri di riferimento per la determinazione dell’equo compenso spettante agli editori, il cui principio ispiratore è quello di colmare il c.d. value gap. In merito al diritto d’autore online, si segnala la sottoposizione a consultazione pubblica di specifiche previsioni di contrasto dei fenomeni di pirateria degli eventi sportivi live. L’AGCOM ha inoltre approvato linee guida per l’efficace applicazione del regolamento europeo c.d. P2B (Platform to Business). In tema di tutela della legalità online, la relazione ricorda il contrasto al secondary ticketing e la vigilanza sul divieto di qualsiasi forma di pubblicità del gioco d’azzardo. Infine, la relazione analizza l’evoluzione del mercato dei servizi postali, caratterizzato anche nel 2022 dalla crescita delle risorse, dovuta all’espansione dell’e-commerce, del mercato della spedizione e del recapito dei pacchi, evidenziando la fissazione da parte di AGCOM, per la prima volta a febbraio 2023, delle condizioni di fornitura dei servizi all’ingrosso offerti da Poste italiane.

Commissioni VIII (Ambiente) e X (Attività produttive)

Doc. CXCI,

n. 2

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15/9/2023

Relazione sulle attività svolte e stato della sicurezza nucleare nel territorio nazionale

(Dati relativi all’anno 2022)

Presentata dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione

(ISIN)

 

L’articolo 6 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45 (Attuazione della direttiva 2011/70/EURATOM, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi), individua l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN) quale autorità di regolamentazione competente in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione e prevede che il direttore dell’ISIN trasmetta al Governo e al Parlamento una relazione annuale sulle attività svolte dall’Ispettorato e sullo stato della sicurezza nucleare nel territorio nazionale. Il decreto legislativo 31 luglio 2020, n. 101, di recepimento della direttiva 2013/59/Euratom, all’articolo 61 stabilisce che, ai fini della predisposizione della relazione annuale, le amministrazioni territoriali titolari del potere autorizzativo trasmettano all’ISIN con cadenza annuale un rapporto sulle violazioni delle disposizioni inerenti i rifiuti radioattivi; l’articolo 73 del medesimo provvedimento stabilisce che l’ISIN, avvalendosi delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente e della collaborazione delle altre amministrazioni interessate, raccolga e inserisca nella relazione i dati sul rinvenimento di sorgenti orfane a livello nazionale.

Sintesi del contenuto

 

La relazione fornisce preliminarmente la descrizione della natura giuridica, della struttura organizzativa e della missione dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. Si dà inoltre conto delle risorse assegnate all’ISIN nel corso del 2022 (pari a complessivi 9.102.820,89 euro). Il documento fornisce quindi il quadro riepilogativo delle attività svolte dall’Ispettorato nel 2022, riferendo in primo luogo in merito alle istruttorie e ai controlli delle installazioni nucleari in disattivazione (decommissioning), facendo presente che sono stati gestiti con priorità il combustibile irraggiato e i rifiuti radioattivi ed evidenziando le criticità sulla disponibilità di adeguate volumetrie di stoccaggio. La relazione riferisce quindi sull’attività di vigilanza e controllo ispettivo sui reattori di ricerca (sorgenti di radiazioni utilizzate a scopo di ricerca scientifica, ad esempio didattico), nonché sul rilascio di abilitazioni alla conduzione tecnica di impianti nucleari (cd. patentamenti). Circa le attività ispettive e di vigilanza, riprese sul campo dopo l’emergenza Covid, si evidenzia un incremento delle azioni di vigilanza del 44% rispetto al 2021 e di oltre il 140% rispetto al 2020 e si segnalano le criticità riscontrate, pur evidenziando il sostanziale rispetto delle norme autorizzative. Il documento dà poi conto del monitoraggio della radioattività ambientale, riferendo che nel 2022 sono stati raccolti i dati dei rilevamenti effettuati nel 2021 relativi a circa 41.200 misure di radioattività. Con riferimento alla crisi ucraina, si osserva che i dati sul particolato atmosferico resi disponibili dalla Rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale – RESORAD (il cui coordinamento tecnico è affidato all’ISIN) relativi al periodo da febbraio a dicembre 2022, non hanno evidenziato alcun valore anomalo.

Si riferisce quindi sull’attività dell’ISIN quanto alla rilevazione dell’esposizione al radon e sul contributo tecnico dell’Ispettorato alla predisposizione di un Piano nazionale d’azione per il radon (ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo n. 101 del 2020).

Tra le ulteriori attività descritte, oltre ai controlli sull’impiego delle sorgenti di radiazioni ionizzanti (radioisotopi e macchine radiogene) per la protezione sanitaria dei lavoratori e delle popolazioni e sui trasporti delle materie radioattive (inclusi i rifiuti radioattivi), la relazione riferisce dettagliatamente sulla gestione dei rifiuti radioattivi (derivanti anche dai settori dell’industria, della ricerca e sanitario) e del combustibile nucleare esaurito, fornendo le risultanze dell’Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi, predisposto e aggiornato con cadenza annuale dall’ISIN, ed espone le criticità rappresentate dalla quantità residua di rifiuti ancora da trattare. Viene quindi illustrato il Sistema informativo integrato per la tracciabilità dei rifiuti radioattivi, entrato a regime a gennaio 2022.

Tra le ulteriori attività oggetto della relazione, si richiamano il supporto tecnico fornito alle autorità di protezione civile, il contributo alla procedura di localizzazione e realizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e alla gestione delle emergenze contro il rischio di natura nucleare e radiologica. Il capitolo conclusivo della relazione presenta le gli obiettivi da conseguire nell’ambito della pianificazione strategica 2023-2025.

 



[1] Il comma 2 dell’articolo 26 stabilisce che l’imposta straordinaria è determinata applicando un’aliquota pari al 40 per cento sull’ammontare del margine degli interessi ricompresi nella voce 30 del conto economico redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022. Resta ferma l’applicazione dell’articolo 10-bis della legge 27 luglio 2000, n. 212.

Il comma 3 dispone che l’ammontare dell’imposta straordinaria, in ogni caso, non può essere superiore a una quota pari allo 0,26 per cento dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio su base individuale, determinato ai sensi dei paragrafi 3 e 4 dell’articolo 92 del regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, con riferimento alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023.