Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa) |
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Autore: | Servizio Controllo parlamentare - Servizio Controllo parlamentare |
Titolo: | Società a partecipazione pubblica e ricognizione degli assetti organizzativi - Monitoraggio e controllo - XIX Luglio 2024 |
Serie: | L'attività di controllo parlamentare Numero: 6 |
Data: | 17/07/2024 |
Organi della Camera: | Assemblea |
Camera dei deputati
XIX LEGISLATURA
Monitoraggio e controllo
sulle società a partecipazione pubblica e ricognizione degli assetti organizzativi
Numero 6 – Luglio 2024
Servizio per il Controllo parlamentare A cura del Servizio per il Controllo Parlamentare ( 066760-3206/3381 – * sgcp_segreteria@camera.it
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INDICE
1. Novità in tema di società partecipate
1.1. Banca Monte dei Paschi di Siena
1.4. Il processo di alienazione della partecipazione in ITA Airways
1.6. La costituzione di Autostrade dello Stato S.p.A.
1.7. Il nuovo Istituto per il credito sportivo e culturale – S.p.A.
2. L’attuazione del Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica
2.1. Il Rapporto del MEF sulle partecipazioni societarie pubbliche
2.2. I provvedimenti attuativi
3. L’attuazione della disciplina in materia di quote di genere
4. Le novità in tema di assetti societari
4.1. Mutamenti nella composizione degli organi amministrativi
4.2. Ulteriori società con organi amministrativi rinnovati
4.3. Società oggetto di rinnovo anticipato
4.4. Variazioni nelle partecipazioni societarie
4.5. Costituzione di nuove società
4.6. Ulteriori mutamenti degli assetti societari
5. Società con organi amministrativi oggetto di rinnovo nel 2024, nel 2025 e nel 2026
5.1. Società partecipate i cui organi amministrativi sono oggetto di rinnovo nel 2024
5.2. Società partecipate i cui organi amministrativi sono da rinnovare nel 2025
5.3. Società partecipate i cui organi amministrativi sono da rinnovare nel 2026
6. Le relazioni della Corte dei Conti sulla gestione delle società partecipate
7. Il contenuto degli Allegati
ALLEGATI
Allegato 1 - Quadro delle società direttamente partecipate dai Ministeri e delle società partecipate di secondo livello
Allegato 2 – Quadro delle società partecipate di terzo livello di CDP
Allegato 3 - Assetti organizzativi delle società direttamente partecipate dal MEF e di quelle di secondo e terzo livello
Allegato 4 - Assetti organizzativi delle società direttamente partecipate dai Ministeri della difesa, delle imprese e del made in Italy, dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, delle infrastrutture e dei trasporti e della cultura
Allegato 5 - Società partecipate i cui organi amministrativi sono da rinnovare nel 2024
Il presente dossier reca un aggiornamento degli assetti organizzativi delle principali società a partecipazione pubblica rispetto a quanto riportato nella precedente edizione, con indicazione delle novità sul piano normativo, della composizione degli organi sociali e delle operazioni societarie intervenute sino alla data del 1° luglio 2024.
Le informazioni societarie riportate nel dossier sono estratte dalla banca dati del Registro delle imprese (Telemaco) alla predetta data e in taluni casi integrate dai dati pubblicati nei siti internet istituzionali delle società interessate.
In questo numero si segnalano:
· la ricognizione delle innovazioni intervenute in materia di società a controllo pubblico nel periodo febbraio-giugno 2024 (v. par. 1);
· la disamina dell’ultimo Rapporto del Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) sulle partecipazioni societarie pubbliche (v. par. 2) e dello stato di attuazione della disciplina in materia di quote di genere (v. par. 3);
· l’aggiornamento degli assetti organizzativi delle società monitorate, con indicazione delle variazioni di quote di partecipazione, delle operazioni societarie e delle nomine negli organi amministrativi intervenute al di fuori delle ordinarie scadenze degli organi sociali (v. par. 4);
· l’elencazione riassuntiva delle 213 società monitorate i cui organi di amministrazione sono oggetto di rinnovo nel triennio 2024-2026, con indicazione, laddove intervenute, delle nomine sinora effettuate (v. par. 5);
· gli abstract delle Relazioni della Corte dei Conti trasmesse alle Camere nel periodo di riferimento sulla gestione di 22 società partecipate (v. par. 6).
Come di consueto, negli Allegati del dossier sono state aggiornate la consistenza numerica dei consigli di amministrazione, la loro attuale composizione, con indicazione della percentuale del genere meno rappresentato in tali organi, le date di nomina, sia dei singoli amministratori sia dei consigli di amministrazione, e le date di scadenza (v. par. 7).
Analisi relative al monitoraggio e alla verifica sull’attuazione del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 (Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, TUSP) e altri approfondimenti concernenti le società a controllo pubblico sono consultabili nel portale della documentazione della Camera dei deputati, ove sono pubblicati e periodicamente aggiornati i seguenti temi web:
ü le società a partecipazione pubblica e l’attuazione della riforma del 2016, ove si dà conto del quadro complessivo delle partecipazioni pubbliche, della disciplina vigente e delle analisi relative agli esiti della sua applicazione;
ü l’equilibrio di genere nelle società a partecipazione pubblica, ove si dà conto dell’attuazione della normativa in materia di quote di genere negli organi sociali;
ü le novità normative in tema di società partecipate, ove si dà conto dei principali interventi legislativi concernenti il settore.
Nel corso degli ultimi mesi sono intervenute diverse innovazioni in tema società partecipate dalle amministrazioni centrali che hanno riguardato gli assetti organizzativi e le quote di partecipazione, cui si aggiunge l’istituzione di ulteriori nuove società a controllo pubblico.
Nel complesso, emerge un duplice orientamento di politica economica che:
- da un lato, in coerenza con il piano di dismissione delle partecipazioni indicato già nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2023 (NADEF)[1], è diretto a porre sul mercato quote di rilevanti entità societarie, come nel caso di Banca Monte dei Paschi di Siena, Poste Italiane e, da ultimo, ENI, cui si aggiunge l’alienazione di una quota della partecipazione statale in ITA Airways;
- dall’altro, è volto a estendere l’utilizzo dello strumento societario per il perseguimento di specifiche finalità, mediante una pluralità di modalità, quali:
ü l’istituzione di nuove società, come nei casi di ENIT, Acque del Sud, Istituto per il credito sportivo e culturale e, da ultimo, della nuova Autostrade dello Stato S.p.A.;
ü l’aumento di capitale e la modifica della governance di società già partecipate, come nel caso della Stretto di Messina S.p.A.;
ü l’acquisizione di nuove partecipazioni societarie di interesse strategico, come nel caso dello scorporo della c.d. Rete TIM e della relativa acquisizione di una quota del capitale della NetCo, cui si aggiunge la trattativa in corso per l’acquisto di Telecom Sparkle.
In tema di dismissioni, si segnala anzitutto che con comunicato stampa del 26 marzo 2024 il MEF ha reso noto di aver perfezionato con successo la cessione di 157.461.216 azioni ordinarie di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., pari al 12,5 per cento del capitale sociale. La domanda raccolta è stata pari a oltre 3 volte l’ammontare iniziale. Il corrispettivo per azione è stato pari a 4,150 euro per un controvalore complessivo pari a circa 650 milioni di euro.
A seguito dell’operazione, la partecipazione detenuta dal MEF in MPS è passata dal 39,23 per cento al 26,73 per cento circa del capitale sociale.
Si ricorda che in precedenza, nel novembre 2023, il MEF aveva già provveduto a cedere una quota pari al 25 per cento del capitale sociale della Banca, per un controvalore complessivo di circa 920 milioni di euro.
In entrambi i casi, la cessione della quota azionaria è avvenuta attraverso un “Accelerated Book Building – ABB” riservato ad investitori istituzionali italiani ed esteri.
Il 25 gennaio 2024 il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame preliminare, uno schema di DPCM, adottato su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle imprese e del made in Italy, che regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal MEF nel capitale di Poste Italiane S.p.A., tale da mantenere una partecipazione dello Stato, anche indiretta, che assicuri il controllo pubblico.
Le modalità di alienazione, secondo quanto riportato nel comunicato relativo al Consiglio dei ministri, tenderanno anche a favorire la tutela dell’azionariato diffuso e la stabilità dell’assetto proprietario.
Si ricorda che il MEF detiene una partecipazione diretta del 29,26 per cento nel capitale della Società ed una quota indiretta, tramite Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (di seguito “CDP”), del 35 per cento del capitale sociale. Quest’ultima, in base a quanto disposto dal DM n. 59627 del 18 giugno 2004, si uniforma alle indicazioni del MEF per ciò che attiene all’esercizio dei diritti dell’azionista relativi alla partecipazione in Poste Italiane.
Lo schema, che si compone di un solo articolo, al comma 1 regolamenta l’alienazione di una ulteriore quota della partecipazione diretta del Ministero al capitale di Poste Italiane S.p.A.. Tale alienazione dovrà consentire il mantenimento di una partecipazione dello Stato al relativo capitale non inferiore al 35 per cento, anche per il tramite di società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero.
Lo schema di decreto prevede, anche in questo caso, come nelle tranche di privatizzazione realizzate nel 2015 e nel 2016, che l’alienazione della quota di partecipazione possa essere effettuata, anche in più fasi, attraverso il ricorso singolo e/o congiunto ad un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali, nonché attraverso collocamento sul mercato, anche mediante modalità di vendita accelerate o attraverso vendita in blocchi (comma 2).
Il comma 3, analogamente a quanto previsto nelle due precedenti tranche di privatizzazione del 2015 e del 2016, consente di attivare forme di incentivazione per la partecipazione all’offerta pubblica di vendita da parte dei risparmiatori e dei dipendenti del gruppo Poste italiane, tenuto conto anche della prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione. Tali forme di incentivazione potranno tradursi in: a) quote dell’offerta riservate; b) agevolazioni di prezzo: in proposito, la relazione illustrativa precisa che si potrebbe ipotizzare un bonus share, vale a dire una clausola che in seguito ad un’offerta pubblica di vendita o di sottoscrizione prevede l’allocazione a titolo gratuito ai sottoscrittori iniziali di un certo quantitativo di azioni in caso di possesso azionario ininterrotto per un determinato arco temporale; c) agevolazioni nelle modalità di finanziamento (verosimilmente con riferimento all’acquisto di azioni della società).
Come accennato, la dismissione in oggetto rientra nel piano programmatico di vendite sul mercato di quote di partecipazioni dello Stato nell’orizzonte 2024-2026 per un valore pari circa ad un punto percentuale di PIL, annunciato dal Governo nella NADEF 2023 anche al fine di conseguire una apprezzabile riduzione del rapporto debito/PIL dei prossimi anni. Il provvedimento, pertanto, si pone come atto che autorizza l’alienazione alla partecipazione in Poste Italiane S.p.A. in modo da finalizzare l’operazione allorquando il contesto consenta di massimizzare l’effetto di riduzione sul debito pubblico. Per ulteriori approfondimenti si veda la documentazione predisposta dal Servizio Studi.
Si rammenta che lo schema di DPCM è stato trasmesso alle Camere il 29 febbraio 2024 per l’espressione del parere delle competenti Commissioni parlamentari. Alla Camera, è stato assegnato alle Commissioni V (Bilancio e Tesoro) e IX (Trasporti). La V Commissione ha espresso parere favorevole con rilievo nella seduta del 3 aprile 2024. La IX Commissione ha espresso in pari data parere favorevole con osservazioni.
Al Senato lo schema di decreto è stato assegnato alle Commissioni: 8ª (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) in sede consultiva; 5ª (Bilancio) in sede osservazioni e alla 6ª (Finanze e tesoro) in sede osservazioni. Nella seduta del 3 aprile 2024 è stato espresso parere favorevole.
Si segnala, infine, che sul tema le Commissioni riunite (V-IX Camera e 5ª-6ª-8ª Senato) hanno proceduto all’audizione del Ministro dell’economia e delle finanze nella seduta del 27 marzo 2024.
Alla data di pubblicazione del presente dossier lo schema di DPCM non risulta ancora adottato in via definitiva.
Con comunicato stampa del 16 maggio 2024 il MEF ha comunicato di aver perfezionato la cessione di 91.965.735 azioni ordinarie di ENI S.p.A., pari a circa il 2,8 per cento del capitale sociale attraverso un “Accelerated Book Building – ABB” riservato ad investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri.
Il corrispettivo per azione è risultato pari a 14,855 euro, per un controvalore complessivo pari a circa 1,4 miliardi di euro. Il corrispettivo incorpora uno sconto pari all’1,7 per cento rispetto al prezzo di chiusura delle azioni della Società registrato in data 15 maggio 2024. A seguito dell’operazione, la partecipazione detenuta dal MEF è scesa da circa il 4,8 a circa il 2 per cento del capitale sociale. Goldman Sachs International, Jefferies e UBS Europe SE hanno agito nel ruolo di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners. White & Case (Europe) LLP ha agito in qualità di consulente legale. Il comunicato specifica, infine, che con questa cessione il MEF completa una operazione programmata che si pone a valle di un programma di buy-back da parte della società.
Si segnala peraltro che, rispetto alla precedente edizione del dossier, la partecipazione di CDP in ENI S.p.A. è invece aumentata dal 26,37 al 28,503 per cento del capitale.
Dopo un lungo confronto con i competenti uffici della Commissione europea, si sono realizzati i presupposti per il perfezionamento del processo di alienazione di una quota della partecipazione statale in ITA Airways S.p.A, avviato con la sottoscrizione, nel gennaio 2023, di una lettera di intenti tra il MEF e Deutsche Lufthansa AG[2].
Il 3 luglio 2024 la Commissione europea ha infatti approvato, a norma del regolamento UE sulle concentrazioni, il progetto di acquisizione del controllo congiunto di ITA Airways da parte di Lufthansa e del MEF.
L’approvazione, come spiega il comunicato stampa della Commissione, è subordinata al pieno rispetto delle misure correttive offerte dalle parti coinvolte (cfr. oltre) e fa seguito a un’indagine approfondita dell’operazione proposta che ha previsto anche l’invio di una comunicazione delle obiezioni[3].
Si ricorda che a seguito dell’indagine la Commissione aveva espresso il timore che l’operazione, quale inizialmente notificata, avrebbe potuto: a) ridurre la concorrenza su un certo numero di rotte a corto raggio che collegano l’Italia ai paesi dell’Europa centrale attraverso voli diretti e voli con uno scalo; b) ridurre la concorrenza su un limitato numero di rotte a lungo raggio tra Italia e Stati Uniti e Canada; c) creare o rafforzare la posizione dominante di ITA nell’aeroporto di Milano-Linate, situazione che avrebbe potuto rendere più difficile per i concorrenti fornire servizi di trasporto aereo di passeggeri da e verso tale aeroporto.
Il citato comunicato stampa ricorda che per rispondere alle preoccupazioni della Commissione relative alla concorrenza, Lufthansa e il MEF hanno presentato un pacchetto di misure correttive comprendente:
Il medesimo comunicato stampa precisa, infine, che Lufthansa e il MEF possono attuare l’operazione solo previa approvazione da parte della Commissione di adeguati beneficiari di misure correttive per ciascuno degli impegni relativi alle rotte a breve e lungo raggio e a Milano Linate.
La Commissione valuterà l’adeguatezza dei beneficiari nel contesto di una procedura distinta di autorizzazione degli acquirenti.
In conclusione, l’operazione, così come modificata dai suddetti impegni, non desta più preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza, fermo restando che, come detto, la decisione è subordinata al pieno rispetto degli impegni, la cui attuazione sarà monitorata da un fiduciario indipendente, sotto la supervisione della Commissione europea.
Tra le ulteriori novità si segnala la prosecuzione dell’operazione societaria conseguente allo scorporo della c.d. Rete TIM, avviata anche sulla base di quanto disposto dall’articolo 1 del decreto-legge 31 agosto 2023, n. 118 – recante misure urgenti in materia di finanziamento di investimenti di interesse strategico (il cui contenuto è stato poi trasfuso nell’articolo 13-bis del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104) - che ha autorizzato una spesa massima di 2.525 milioni di euro per la realizzazione di operazioni inerenti a società di rilievo strategico, come l’acquisizione o la riacquisizione di partecipazioni azionarie, a valere sulle disponibilità del cosiddetto “Patrimonio destinato” istituito dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
In via preliminare, si segnala che l’articolo 16 del decreto-legge 25 giugno 2024, n. 84 – in corso di conversione – ha novellato il citato articolo 13-bis nel senso di posporre dall’anno 2023 all’anno 2024 l’autorizzazione di spesa di 2 miliardi e 525 milioni per la realizzazione di operazioni inerenti a società di rilievo strategico[4]; inoltre, ha previsto, per tali società di cui il MEF conseguirà una partecipazione ai sensi del medesimo articolo 13-bis, la non applicazione delle disposizioni del TUSP, nonché di quelle di cui all’articolo 23-bis del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 in materia di compensi per gli amministratori e per i dipendenti delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni[5].
Per quanto concerne gli ultimi aggiornamenti, si segnala che il 30 maggio 2024 la Commissione europea ha approvato senza condizioni, a norma del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione di NetCo - che comprende le attività della rete di telefonia fissa primaria e dorsale di TIM e di FiberCop - da parte di Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (nel prosieguo, KKR[6]), rilevando come l’operazione non sollevi preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza nello Spazio economico europeo.
Con comunicato stampa del 1° luglio TIM ha annunciato di aver perfezionato la cessione di NetCo a KKR mediante il conferimento in FiberCop (società controllata al 58 per cento da TIM) del ramo d’azienda di TIM che comprende l’infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale, e la successiva acquisizione dell’intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo S.p.A., società controllata da KKR.
La relazione illustrativa al citato decreto-legge n. 84 del 2024 rammenta che NetCo, controllata dal fondo d’investimento statunitense KKR, sarà altresì partecipata da altri investitori internazionali e dai fondi italiani gestiti da F2i SGR[7].
Per quanto concerne Telecom Italia Sparkle[8], si rammenta che dopo l’offerta per l’acquisizione del 100 per cento della società presentata dal MEF il 31 gennaio 2024, il consiglio di amministrazione di TIM svoltosi il successivo 7 febbraio, ritenendola non soddisfacente, ha dato mandato al suo amministratore delegato di negoziare con il Ministero una diversa opzione, con possibili adeguamenti delle condizioni contrattuali. Alla data di chiusura del presente dossier non risultano comunicazioni ufficiali circa il prosieguo dell’operazione.
Con riferimento ai dettagli dello svolgimento delle operazioni societarie in oggetto, si rammenta che TIM S.p.A. (il cui capitale è detenuto da CDP al 9,81 per cento) ha deliberato la dismissione della quota del suo attivo imputabile alla propria rete di accesso onde rendere possibile la costituzione di un veicolo societario (c.d. “NetCo”) destinato a detenere il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa detenuta da TIM. Al riguardo, già in data 22 giugno 2023 TIM aveva comunicato di aver avviato, in esclusiva, una negoziazione migliorativa con KKR, finalizzata a ottenere la presentazione di un’offerta conclusiva e vincolante secondo i migliori termini e condizioni, nonché di convenire il perimetro, le modalità e i tempi per l’esecuzione dell’attività di due diligence confirmatoria richiamata nella stessa offerta di KKR. Alla luce delle predette finalità, il Governo ha manifestato l’intendimento di aderire all’iniziativa di scorporo della rete, come definita da TIM, assicurando allo Stato, anche tramite adeguati presidi di governance, un ruolo di vigilanza e controllo sulle materie di rilevanza strategica e di sicurezza nazionale.
In particolare, l’Esecutivo aveva ritenuto opportuno che il MEF sottoponesse, all’esito della definizione della struttura dell’operazione, un’offerta vincolante unitamente a KKR volta all’acquisizione da parte del Ministero di una quota di minoranza nel capitale di NetCo idonea a garantire al Ministero presidi di vigilanza e controllo sulle materie di rilevanza strategica e di sicurezza nazionale.
A seguito del DPCM di attuazione dell’articolo 1 del citato decreto-legge n. 118 del 2023, emanato il 1° settembre 2023, il MEF è stato autorizzato a presentare congiuntamente con KKR (e, eventualmente, altri investitori di minoranza) l’offerta vincolante idonea a consentire l’acquisizione di una quota di partecipazione di minoranza compresa tra il 15 e il 20 per cento del capitale di NetCo, nel limite massimo di 2 miliardi e 200 milioni di euro.
Per quanto concerne l’articolazione e la tempistica dell’operazione societaria in oggetto, si rammenta che il termine originario previsto per la presentazione dell’offerta vincolante per l’acquisto di NetCO era fissato al 30 settembre 2023.
Su richiesta di KKR, il consiglio di amministrazione di TIM, riunitosi il 27 settembre 2023, ha inizialmente deliberato di concedere una proroga al 15 ottobre del periodo di esclusiva per la presentazione dell’offerta vincolante. Successivamente, si segnala che:
1. con comunicato stampa del 16 ottobre 2023, TIM ha reso noto di aver ricevuto da KKR l’offerta vincolante su NetCo, relativa alle attività di rete fissa di TIM, inclusa FiberCop. Con riferimento alla partecipazione detenuta da TIM in Sparkle, KKR ha formulato una nuova offerta non vincolante, in attesa di procedere alla trasmissione di un’offerta vincolante entro 4/8 settimane, al termine delle attività di due diligence in corso, richiedendo un periodo di esclusiva fino al 20 dicembre 2023;
2. con comunicato stampa del 5 novembre 2023, è stato reso noto che il consiglio di amministrazione di TIM, riunitosi nelle giornate del 3, 4 e 5 novembre, ha esaminato l’offerta vincolante presentata da KKR relativamente all’acquisto di attività relative alla rete fissa di TIM (la cd. NetCo), inclusa FiberCop, da parte di una società (Optics BidCo), controllata da KKR, nonché l’offerta non vincolante sull’intera partecipazione detenuta da TIM in Sparkle. Tale consiglio, all’esito di un esame condotto con l’assistenza di advisor finanziari e legali, ha approvato a maggioranza (con 11 voti favorevoli e 3 contrari) l’offerta vincolante per NetCo presentata da KKR. Il comunicato ha precisato come, a seguito dell’approvazione consiliare, si sarebbe proceduto alla sottoscrizione di un transaction agreement (cfr. oltre). Il medesimo consiglio ha altresì deliberato a maggioranza (con 11 voti favorevoli e 3 contrari) che la decisione sull’offerta è di competenza esclusiva consiliare, dando mandato all’amministratore delegato di finalizzare e sottoscrivere i contratti vincolanti relativi all’offerta. L’offerta vincolante valorizza NetCo (esclusa Sparkle) a un Enterprise value di 18,8 miliardi di euro, senza considerare eventuali incrementi del predetto valore derivanti dal potenziale trasferimento di parte del debito a NetCo e da earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni, che potrebbero aumentare il valore sino a 22 miliardi di euro. In particolare, secondo il comunicato stampa, l’offerta ipotizza che il closing avvenga entro l’estate 2024 e prevede che il prezzo del ramo d’azienda oggetto di conferimento in FiberCop sia soggetto ad aggiustamento (usuale per questa tipologia di operazione) al closing in relazione a determinati parametri e target predefiniti, quali, inter alia, la cassa e il debito trasferiti, il livello del capitale circolante, il costo registrato negli ultimi 12 mesi dei dipendenti trasferiti e il rispetto di alcuni obbiettivi di investimento e di installazione della rete in fibra ottica. Il pagamento di eventuali earn-out a favore di TIM è, invece, legato al verificarsi di eventi futuri dettagliati nel predetto comunicato stampa;
3. con comunicato stampa del 6 novembre 2023, TIM ha reso noto che, in esecuzione delle deliberazioni assunte il giorno precedente dal consiglio di amministrazione, è stato sottoscritto con Optics BidCo (società controllata da KKR e come ulteriore investitore Azure Vista, società interamente controllata da Abu Dhabi Investment Authority) il predetto transaction agreement relativo a Netco. Quest’ultimo disciplina il conferimento da parte di TIM di un ramo d’azienda – costituito da attività relative alla rete primaria, all’attività wholesale e dall’intera partecipazione nella controllata Telenergia – in FiberCop, società che già gestisce le attività relative alla rete secondaria in fibra e rame, e il contestuale acquisto da parte di Optics Bidco dell’intera partecipazione detenuta da TIM in FiberCop medesima, all’esito del predetto conferimento (FiberCop post conferimento “Netco”).
Il transaction agreement prevede che alla data del closing dell’operazione si proceda alla sottoscrizione di un master services agreement che regolerà i termini e le condizioni dei servizi che saranno resi da NetCo a TIM e da TIM a NetCo a seguito del completamento dell’operazione. Il comunicato ribadisce che il perfezionamento dell’operazione è atteso per l’estate del 2024, una volta completate le attività prodromiche e soddisfatte le condizioni sospensive (completamento del conferimento della rete primaria, autorizzazione Antitrust, autorizzazione in materia di sovvenzioni estere distorsive e golden power);
4. con comunicato stampa del 24 novembre 2023, TIM ha reso noto di aver varato l’organizzazione della NetCo, il ramo d’azienda che verrà conferito in FiberCop al closing dell’operazione di cessione della rete fissa a KKR. Il ramo d’azienda comprenderà l’infrastruttura di rete fissa e gli immobili di pertinenza, di cui avrà in carico la gestione, l’attività wholesale e l’intera partecipazione nella controllata Telenergia;
5. con comunicato stampa del 5 dicembre 2023, TIM ha riferito che Optics Bidco, nel confermare il proprio interesse alla prosecuzione delle negoziazioni per l’acquisto di Sparkle, ha chiesto di poter approfondire fino alla fine di gennaio 2024 le attività di due diligence, in modo da poter disporre di tutte le informazioni necessarie per formulare un’offerta finale. In seguito, con comunicato stampa del 14 dicembre 2023 TIM ha reso noto che il consiglio di amministrazione in pari data ha deliberato all’unanimità di prorogare a fine gennaio 2024 il termine concesso a Optics Bidco per completare le attività di due diligence;
6. con comunicato stampa del 15 dicembre 2023, TIM ha fatto presente di aver ricevuto in pari data la notifica di un ordinario atto di citazione da parte di Vivendi, nel quale viene contestata la legittimità della delibera consiliare assunta dalla società in data 5 novembre, con la quale è stata approvata la cessione della NetCo. Il medesimo comunicato stampa segnala che Vivendi non ha formulato alcuna richiesta cautelare, né ha chiesto di inibire in via d’urgenza l’esecuzione della delibera e degli atti negoziali conseguenti, precisando che le attività previste dagli accordi con KKR finalizzate al closing dell’operazione proseguiranno, pertanto, secondo quanto previsto, senza ritardi o interruzioni;
7. con comunicato stampa del 17 gennaio 2024 TIM ha reso noto, nell’ambito delle attività volte alla conclusione dell’operazione di cessione di NetCo e in seguito alla firma del transaction agreement con Optics BidCo (società, come accennato, controllata da KKR), di aver ricevuto l’assenso all’esecuzione dell’operazione ai fini della normativa c.d. golden power. Il comunicato precisa inoltre che il provvedimento autorizzativo, con il quale il Consiglio dei ministri ha esercitato i poteri speciali nella sola forma delle prescrizioni, ha fatto propri gli impegni presentati nel corso del procedimento e che si tratta di impegni ritenuti dal Governo pienamente idonei a garantire la tutela degli interessi strategici connessi agli asset oggetto dell’operazione;
8. con comunicato stampa del 31 gennaio 2024 il MEF ha reso noto di aver presentato a TIM in pari data e nei tempi previsti una offerta per l’acquisto del 100 per cento di Sparkle. A sua volta TIM, in un comunicato ha reso noto di aver ricevuto dal Ministero l’offerta, precisando che nella stessa si faceva riferimento altresì all’eventualità di negoziare una diversa opzione, con possibili adeguamenti delle condizioni contrattuali, nel caso TIM avesse mantenuto una quota minoritaria per un determinato arco temporale e supportato la realizzazione del piano strategico. L’offerta aveva efficacia per 15 giorni e il 7 febbraio è stata sottoposta all’esame del consiglio di amministrazione di TIM;
9. con comunicato stampa del 7 febbraio 2024 TIM ha reso noto che consiglio di amministrazione, riunitosi in pari data, ha esaminato l’offerta ricevuta dal MEF per l’acquisto di Sparkle e, avendola ritenuta non soddisfacente, ha dato mandato all’amministratore delegato di negoziare con il Ministero una diversa opzione, con possibili adeguamenti delle condizioni contrattuali, nell’assunto che TIM mantenga una partecipazione nella società per un determinato arco temporale e supporti la realizzazione del piano strategico;
10. con comunicato stampa del 15 aprile 2024 TIM ha reso noto che l’assemblea dei soci di Sparkle si è riunita in pari data per l’approvazione del bilancio 2023 e per il rinnovo del consiglio di amministrazione, nominando Alessandro Pansa presidente. Il nuovo consiglio, composto da sette consiglieri e con una rappresentanza femminile del 40 per cento, ha confermato Enrico Maria Bagnasco amministratore delegato. In tale comunicato si forniscono anche alcune informazioni su Sparkle, rilevando, tra l’altro, come la società sia principale operatore nel settore dei cavi sottomarini e gestisca una rete proprietaria in fibra ottica che si estende per oltre 600.000 km attraverso Europa, Africa, Medio Oriente, America e Asia;
11. con comunicato stampa del 19 aprile 2024 Tim ha reso noto, nell’ambito delle attività volte al perfezionamento dell’operazione di cessione di NetCo di cui al transaction agreement sottoscritto con Optics BidCo (società controllata da “KKR”), di aver ricevuto conferma dall’acquirente dell’avvenuta notifica dell’operazione presso la direzione generale della concorrenza della Commissione europea. La società ha in tal modo inteso confermare che l’operazione di cessione procede secondo le tempistiche programmate;
12. con comunicato stampa del 30 maggio 2024 la Commissione europea ha approvato senza condizioni, a norma del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione di NetCo da parte di KKR. Nel rilevare come l’operazione non ridurrebbe in modo significativo il livello di concorrenza sul mercato all’ingrosso dei servizi di accesso alla banda larga in Italia, la Commissione ha constatato che:
ü KKR non avrà la capacità di limitare l’accesso ai servizi passivi (ossia le infrastrutture). Per ciascun prodotto all’ingrosso, infatti, il numero di reti disponibili e di fornitori all’ingrosso rimarrà invariato e il potere di mercato di NetCo non aumenterà sostanzialmente rispetto a quello che detengono attualmente TIM o FiberCop. Gli accordi a lungo termine esistenti con diversi richiedenti l’accesso, tra cui Fastweb e Iliad, conclusi dopo la creazione di FiberCop nel 2021, garantiscono che KKR non potrà rendere meno favorevoli le condizioni di accesso all’ingrosso o porre fine a tale accesso;
ü l’operazione non aumenterà la probabilità di un coordinamento tra NetCo e OpenFiber, dal momento che Fastweb continuerà a esercitare una pressione concorrenziale su NetCo e sulla sua concorrente di lunga data, Open Fiber. Inoltre, è probabile che NetCo e Open Fiber continuino a competere, sia per attrarre nuovi clienti sia per installare reti in fibra ottica, in nuove zone o in quelle dell’altra parte.
Nel comunicato si rileva, inoltre, come KKR e TIM abbiano concordato un accordo quadro di servizi (“MSA”) che disciplinerà il rapporto tra NetCo e TIM a seguito dell’operazione. La Commissione ha constatato che tale accordo non è parte integrante dell’operazione, in quanto non si tratta di un accordo con cui KKR acquisisce il controllo su NetCo. Sebbene non rientri nell’ambito di applicazione del regolamento UE sulle concentrazioni, l’accordo MSA può tuttavia essere oggetto di un controllo sulla base delle norme antitrust dell’UE o dell’Italia nonché essere sottoposto a vigilanza regolamentare.
La Commissione ha quindi concluso che la concentrazione proposta non solleva problemi sotto il profilo della concorrenza sul mercato all’ingrosso dei servizi di accesso alla banda larga in Italia e l’ha pertanto autorizzata senza condizioni.
Da ultimo, come accennato, con comunicato stampa del 1° luglio TIM ha annunciato di aver perfezionato la cessione di NetCo a KKR mediante il conferimento in FiberCop del ramo d’azienda di TIM che comprende l’infrastruttura di rete fissa e la successiva acquisizione dell’intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo S.p.A.. Il comunicato precisa come l’operazione di cessione di NetCo valorizzata fino a un massimo di 22 miliardi di euro comprensivi di earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni, permetta a TIM una riduzione dell’indebitamento finanziario in linea con quanto già comunicato al mercato.
Con DPCM 9 aprile 2024 è stata costituita la società “Autostrade dello Stato S.p.A.”, in seguito alla deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione svoltasi in pari data.
I presupposti normativi
La base giuridica per la costituzione della nuova Società è rinvenibile nell’articolo 2, commi 2-sexies e seguenti, del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, che ha autorizzato, per l’esercizio dell’attività di gestione delle autostrade statali in regime di concessione mediante affidamenti in house, la costituzione di una nuova società, interamente controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze e soggetta al controllo analogo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Il citato DPCM adottato, ai sensi dell’articolo 7 del TUSP, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ha disposto, anche in virtù di quanto previsto dal richiamato articolo 2 del decreto-legge n. 121 del 2021:
ü che il controllo analogo della nuova Società in house operi secondo i contenuti e le modalità di esercizio definiti con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (non ancora emanato) di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Ai sensi dell’articolo 16, comma 3, del TUSP, oltre l’80 per cento del fatturato della Società deriva dallo svolgimento dei compiti a essa affidati dal MIT;
ü gli elementi essenziali dell’atto costitutivo della Società;
ü l’approvazione dello statuto sociale, che viene allegato al DPCM;
ü la nomina degli organi sociali (consiglio di amministrazione e collegio sindacale) per il primo periodo di durata in carica.
Oggetto sociale
La Società ha per oggetto sociale l’espletamento delle attività di gestione e, ove previsto da norme di legge, di costruzione, delle autostrade statali in regime di concessione.
Nel comunicato stampa del Consiglio dei ministri che ha deliberato la costituzione della Società viene precisato come alla stessa “saranno trasferite le funzioni e le attività a oggi attribuite ad ANAS S.p.A. con riferimento alle autostrade statali a pedaggio, nel quadro del percorso di ridefinizione del quadro della connettività su gomma, finalizzato, tra l’altro, a dare impulso a investimenti produttivi significativi. ANAS S.p.A. si concentrerà sulla missione di gestione di strade non a pedaggio, anche tramite l’adozione di sistemi di contabilità separata per le attività oggetto di diritti speciali o esclusivi”.
Il citato DPCM e lo statuto dispongono inoltre che, nei limiti delle risorse disponibili, la Società possa stipulare – anche in deroga alla disciplina di cui al Codice dei contratti pubblici, a eccezione delle norme che costituiscono attuazione delle disposizioni delle direttive 2014/24/UE e 2014/25/UE in materia di appalti – apposite convenzioni, anche a titolo oneroso, con società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato ai fini dell’assistenza tecnica, operativa e gestionale, nonché costituire società di gestione di autostrade statali ovvero acquisire partecipazioni nelle medesime società nel rispetto della normativa vigente.
Organi e capitale sociale
La Società è amministrata da un consiglio di amministrazione composto da tre o cinque membri. In sede di prima applicazione, il consiglio è composto da:
- Carlo Vaghi, presidente;
- Vito Cozzoli, amministratore delegato;
- Gioia Gorgerino, consigliere.
Gli amministratori durano in carica per tre esercizi, possono essere rinnovati e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro carica. Le successive nomine dei componenti del consiglio di amministrazione saranno deliberate a norma del codice civile. Il DPCM definisce altresì la remunerazione del presidente e dei consiglieri e indica procedura e criteri per la determinazione della remunerazione da corrispondere agli amministratori investiti di particolari cariche.
L’articolo 10 dello statuto sociale precisa che in ogni caso la nomina degli amministratori è effettuata nel rispetto dei criteri in materia di equilibrio di genere.
Il successivo articolo 11 detta i requisiti di cui debbono essere in possesso gli amministratori, scelti secondo criteri di professionalità e competenza tra persone che abbiano maturato un’esperienza complessiva di almeno un triennio, anche non continuativo, in una serie di attività ivi specificate, periodo elevato ad almeno un quinquennio per il presidente e l’amministratore delegato. Viene, inoltre, precisato che gli amministratori cui siano state delegate in modo continuativo attribuzioni gestionali proprie del consiglio, possono rivestire la carica di amministratore in non più di tre ulteriori consigli in società per azioni. Ai fini del calcolo di tali limiti, non si considerano gli incarichi di amministratori in società controllate o collegate. Gli amministratori cui non siano state delegate le predette attribuzioni possono invece rivestire la carica di amministratore in non più di cinque ulteriori consigli in società per azioni. Il venir meno dei requisiti previsti comporta la decadenza dalla carica.
Il collegio sindacale è composto da tre sindaci effettivi e da due sindaci supplenti iscritti nel registro dei revisori legali, che durano in carica per tre esercizi e possono essere rinnovati una sola volta. Per il primo periodo di durata in carica, il collegio sindacale è composto da Christian Schiavon (presidente), Patrizia Cappai e Antonio Paravia (sindaci effettivi), nonché da Giacomo Granata e Paola Luretti (sindaci supplenti).
Il capitale sociale iniziale della Società è stabilito in 50 milioni di euro, rappresentato da 2.500.000 azioni ordinarie senza valore nominale. Lo statuto precisa che tale capitale può essere aumentato anche mediante conferimenti di beni in natura e di crediti, prevedendo altresì che l’assemblea straordinaria possa deliberare, nel rispetto della normativa vigente, l’emissione di obbligazioni.
Con comunicato stampa del 3 luglio 2024 è stata resa nota la conclusione del processo di trasformazione in società per azioni di diritto singolare dell’Istituto per il credito sportivo che, a seguito dell’iscrizione della relativa delibera presso il Registro delle imprese della Camera di commercio di Roma, è divenuto Istituto per il credito sportivo e culturale S.p.A. (ICSC).
Nella medesima data si è tenuta la prima riunione del consiglio d’amministrazione, composto, fino alla data dell’assemblea dei soci, che provvederà al rinnovo degli organi, dai consiglieri in carica all’atto di trasformazione[9]. Il comunicato della società specifica che l’ICSC, in continuità con l’ente pubblico Istituto per il credito sportivo, opererà come banca per lo sviluppo sostenibile attraverso lo sport e la cultura al servizio degli enti territoriali, degli organismi sportivi, delle parrocchie e degli enti religiosi, delle università, del no profit e dei privati che investono in infrastrutture sportive e in infrastrutture rivolte alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Si ricorda che i commi da 619 a 626 dell’articolo 1 della Legge di bilancio per il 2023 (legge 29 dicembre 2022, n.197) hanno disposto la trasformazione dell’Istituto per il credito sportivo in una nuova società per azioni di diritto singolare, assoggettata alle disposizioni del Testo Unico in materia bancaria e creditizia (TUB) di cui al decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, nonché ai poteri di controllo della Corte dei conti.
In base a tale disciplina, alla medesima società non si applicano invece le disposizioni previste dal TUSP, nonché i limiti ai compensi per gli amministratori e i dipendenti delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni (articolo 23-bis del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201).
In particolare, il comma 621 dell’articolo 1 della Legge di bilancio per il 2023 prevede che la società persegua una missione di pubblico interesse esercitando l’attività bancaria finalizzata allo sviluppo e al sostegno dei settori dello sport e della cultura, mediante la raccolta del risparmio tra il pubblico sotto forma di depositi e in ogni altra forma, l’esercizio del credito e di ogni altra attività finanziaria, nonché la promozione, secondo logiche e a condizioni di mercato, dello sviluppo di attività finanziarie e di investimento nei predetti settori, informando la propria attività alla responsabilità sociale e allo sviluppo sostenibile, in favore di soggetti pubblici o privati. A uno o più decreti di natura non regolamentare del Ministro per lo sport e i giovani, da adottare di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze e con il Ministero della cultura, sentita la Banca d’Italia, è demandata la definizione, tra l’altro, dei princìpi di governo della società concernenti la composizione e la nomina degli organi di amministrazione e controllo in coerenza con le finalità istituzionali e l’assetto proprietario, la destinazione dell’utile di esercizio e le modalità per garantire la vigilanza sull’attività da parte delle Autorità competenti.
Per quanto concerne gli organi dell’Istituto, si rammenta che l’articolo 16, comma 3, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, ne aveva prorogato il mandato al 30 giugno 2023, modificando a tal fine l’articolo 1, comma 24, del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, che aveva già disposto una proroga degli organi fino al 31 dicembre 2022. L’articolo 5, comma 1, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51 ha poi differito dal 30 giugno al 31 dicembre 2023 la durata in carica del presidente e degli altri organi dell’Istituto, prorogando conseguentemente i termini entro i quali avrebbe dovuto perfezionarsi la trasformazione dell’Istituto da ente pubblico in società per azioni.
In seguito, l’articolo 14, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, aveva ulteriormente differito al 30 giugno 2024 la durata in carica del presidente e degli altri organi dell’Istituto.
A decorrere dal 27 febbraio 2024 è stata formalmente costituita la nuova società per azioni denominata “ENIT S.p.A.”, in base a quanto disposto dal decreto ministeriale del 30 novembre 2023, adottato ai sensi dei commi da 1 a 8 dell’articolo 25 del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, che avevano autorizzato il Ministero del turismo a costituire la società con un capitale sociale iniziale di 7 milioni di euro, prevedendo, contestualmente, la soppressione dell’ente pubblico ENIT – Agenzia nazionale del turismo[10].
In pari data è stato nominato il consiglio di amministrazione, composto da Alessandra Priante (presidente), Ivana Jelinic (amministratore delegato) e Sandro Pappalardo (consigliere).
Si ricorda che la nuova ENIT S.p.A., interamente partecipata dal MEF è qualificata come società in house, ai sensi dell’articolo 16 del TUSP, e sottoposta ai poteri di indirizzo, vigilanza e controllo del Ministero del turismo.
Le azioni sono attribuite al MEF che esercita i diritti dell’azionista.
La nascita di ENIT S.p.A. è finalizzata a supportare e promuovere l’offerta turistica nazionale, così da potenziarne la attrattività, anche attraverso adeguate forme di destagionalizzazione, diversificazione dell’offerta, valorizzazione mirata di strutture e siti con spiccata vocazione turistica, nonché tramite la formazione specialistica degli addetti ai servizi e lo sviluppo di un ecosistema digitale per la più efficiente e razionale fruizione dei beni e servizi offerti in tali settori.
La disciplina della società è contenuta nel citato DM del 30 novembre 2023 e nello statuto ad esso allegato, ai sensi del quale la società è amministrata da un consiglio di amministrazione composto da tre membri, di cui uno con funzioni di presidente e uno con funzioni di amministratore delegato, designati dal Ministro del turismo, nel rispetto delle disposizioni di legge e regolamentari vigenti in materia di equilibrio tra i generi. La carica di presidente del consiglio di amministrazione è assunta dal soggetto designato dal Ministro del turismo.
Gli amministratori durano in carica per tre esercizi e sono rieleggibili. La scelta dei componenti degli organi di amministrazione deve avvenire secondo criteri di professionalità e competenza tra persone che abbiano maturato una significativa esperienza nell’esercizio di attività indicate nello statuto. Il componente del consiglio cui siano state delegate in modo continuativo attribuzioni gestionali proprie del consiglio medesimo, può rivestire la carica di amministratore in non più di due ulteriori consigli in società per azioni, eccetto gli incarichi in società o enti controllati o collegati. Gli amministratori privi di deleghe gestionali possono invece rivestire la carica di amministratore in non più di cinque ulteriori consigli in società per azioni.
Il presidente del collegio sindacale della società è designato dal Ministro dell’economia e delle finanze e gli altri componenti (2 sindaci effettivi e 2 supplenti) dal Ministro del turismo.
La nuova società è assoggettata al controllo della Corte dei conti con le modalità previste dall’articolo 12 della legge 21 marzo 1958, n. 259.
Tra le questioni di rilievo, si segnala che il 20 febbraio 2024, con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, Acciaierie di Italia S.p.A. (ADI) è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria.
Quali commissari straordinari sono stati nominati dapprima Giancarlo Quaranta, in seguito affiancato da Giovanni Fiori e Davide Tabarelli.
Il predetto decreto ministeriale fa seguito all’istanza formulata al Ministero delle imprese e del made in Italy il precedente 18 febbraio da Invitalia, titolare del 38 per cento del capitale della holding che controlla la Società, di ammissione immediata alla procedura ai sensi di quanto disposto dal decreto-legge 18 gennaio 2024, n. 4, che ha introdotto una serie di disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico (cfr. oltre).
Il successivo 17 aprile 2024, su istanza dei commissari straordinari di ADI, con decreto del medesimo Ministro delle imprese e del made in Italy la procedura di amministrazione straordinaria è stata estesa anche alla holding (Acciaierie d’Italia Holding S.p.A.), confermando i commissari straordinari già nominati per le altre società del gruppo[11] (Fiori, Quaranta e Tabarelli).
Secondo quanto affermato in un comunicato stampa del citato Ministero, l’amministrazione straordinaria anche per la holding consentirà ai commissari di gestire in modo unitario e coordinato tutte le attività del gruppo, al fine di assicurare la prosecuzione dell’attività economica e produttiva dei rami in affitto.
Per quanto concerne le innovazioni introdotte dal citato decreto-legge n. 4 del 2024, si rammenta che l’articolo 1 del provvedimento consente, nei casi di società partecipate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche statali, ai soci che detengano almeno il 30 per cento delle quote societarie di ottenere l’ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria di imprese che gestiscono uno o più stabilimenti industriali di interesse strategico, in caso di inerzia dell’organo amministrativo (in precedenza, tale facoltà era attribuita, nel caso di società partecipate dallo Stato, al solo socio pubblico detentore di una partecipazione di almeno il 30 per cento).
L’articolo interviene altresì sul programma dell’amministrazione straordinaria, prevedendo che esso possa riguardare, in via alternativa la cessione dei complessi aziendali, la cessione dei contratti o dei diritti, anche di natura obbligatoria, aventi a oggetto, in tutto o in parte, gli stessi complessi aziendali. Inoltre, dispone che, a seguito dell’ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria di imprese che gestiscono uno o più stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale, il commissario straordinario, entro sei mesi dal provvedimento di ammissione, comunica il piano industriale al Ministero delle imprese e del made in Italy.
L’articolo 2 del provvedimento consente inoltre al MEF di concedere, previa richiesta motivata del commissario straordinario, uno o più finanziamenti a titolo oneroso della durata massima di cinque anni, nel limite massimo di 320 milioni di euro per l’anno 2024, in favore delle società che gestiscono gli impianti siderurgici della società ILVA S.p.A., qualora le stesse siano ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria. Ciò al fine di supportare le indifferibili e urgenti esigenze di continuità aziendale e assicurare la salvaguardia dell’ambiente e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per approfondimenti relativi anche alle restanti disposizioni del decreto-legge, si rinvia al seguente dossier del Servizio Studi.
Per completezza si rammenta, da ultimo, che l’articolo 39 del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19 , al fine di assicurare la continuità operativa degli stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale e la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori addetti ai predetti stabilimenti, ha previsto che l’amministrazione straordinaria di Ilva S.p.A. trasferisca all’amministrazione straordinaria della società Acciaierie d’Italia, su richiesta del commissario, somme fino a un massimo di 150 milioni di euro. L’articolo 13 del successivo decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, integra tale previsione disponendo che tali risorse possano essere incrementate fino a ulteriori 150 milioni di euro. Anche tali importi sono reperiti a valere sulle somme rivenienti dalla sottoscrizione delle obbligazioni emesse da Ilva S.p.A. in amministrazione straordinaria, che sono state versate in apposito patrimonio destinato e originariamente destinate alle attività di bonifica ambientale, tutela della salute e sicurezza e a progetti di decarbonizzazione del ciclo produttivo.
A distanza di diversi anni dall’entrata in vigore del TUSP, il processo di razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche presenta ancora delle criticità. Secondo l’edizione 2024 del Rapporto sulle partecipazioni delle amministrazioni pubbliche del MEF, si conferma, infatti, in linea con le precedenti rilevazioni, come un’alta percentuale di partecipazioni societarie pubbliche siano prive dei requisiti necessari per poter essere mantenute senza interventi di razionalizzazione. Persiste, quindi, un basso tasso di adeguamento delle amministrazioni alle prescrizioni del legislatore di adottare misure di razionalizzazione idonee a ridurre il numero delle partecipazioni societarie non conformi ai parametri dettati dal TUSP.
In particolare, le elaborazioni contenute nel Rapporto evidenziano che, su 24.613 partecipazioni societarie per le quali è stata effettuata l’analisi di conformità rispetto al disposto normativo, 9.700 (pari a circa il 40 per cento del totale) non rispettano uno o più parametri previsti dal TUSP per il mantenimento. Per 7.241 di queste ultime (il 75 per cento dei casi) le pubbliche amministrazioni hanno espresso la volontà di mantenimento, nonostante l’obbligo di razionalizzazione disposto dal Testo Unico.
Il Rapporto rileva inoltre come in sede di approvazione dei provvedimenti di revisione periodica, da adottarsi entro il 31 dicembre 2022, le amministrazioni pubbliche abbiano dichiarato di aver dismesso o comunque razionalizzato più di 700 partecipazioni dirette, rispetto a quelle detenute al 31 dicembre 2020.
Nel dettaglio, si ricorda che il MEF redige ogni anno un “Rapporto annuale sulle partecipazioni delle amministrazioni pubbliche” che contiene l’analisi delle informazioni riguardanti le caratteristiche delle partecipazioni pubbliche.
Tale rilevazione, che si svolge su base annuale, è stata avviata nel 2011, in attuazione dell’articolo 2, comma 222, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, nell’ambito del Progetto Patrimonio della PA di ricognizione degli asset pubblici.
A partire dal 2018, le amministrazioni interessate trasmettono, contestualmente e in maniera integrata, oltre ai dati relativi al censimento annuale delle partecipazioni pubbliche e dei loro rappresentanti in organi di governo di società ed enti (ai sensi dell’articolo 17 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90), le informazioni relative alla razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche, secondo quanto previsto dall’articolo 20 del TUSP.
La nuova edizione del Rapporto sulle partecipazioni delle amministrazioni pubbliche, presentata nel febbraio 2024, reca le analisi svolte sui dati relativi alle partecipazioni pubbliche al 31 dicembre 2021, dichiarate dalle amministrazioni attraverso l’applicativo Partecipazioni del Portale Tesoro.
Nel merito, il Rapporto illustra:
a) i risultati dell’adempimento degli obblighi di comunicazione;
b) i dati sulle società partecipate e sulle partecipazioni societarie dichiarati dalle amministrazioni pubbliche, con un particolare approfondimento sui servizi affidati dalle amministrazioni locali alle società partecipate;
c) le analisi svolte dalla Struttura di indirizzo, monitoraggio e controllo sull’attuazione del TUSP, in relazione agli effetti applicativi del Testo Unico in termini di partecipazioni razionalizzate e riduzione del numero delle società a partecipazione pubblica;
d) le informazioni comunicate sulle partecipazioni non societarie;
e) l’esito della rilevazione dei rappresentanti in organi di governo di società ed enti, partecipati e non partecipati.
Alla rilevazione ha risposto complessivamente oltre l’80 per cento delle amministrazioni censite nella banca dati del Dipartimento del Tesoro (10.623 adempienti su 13.246 nel perimetro soggettivo), in linea rispetto alla rilevazione dei dati 2020.
Per le amministrazioni del perimetro TUSP (12.833) il tasso di risposta si è attestato all’81,5 per cento (10.458 amministrazioni hanno assolto l’obbligo di comunicare i dati, -0,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente).
Le partecipazioni societarie dichiarate dalle amministrazioni del perimetro soggettivo TUSP sono pari a 39.657 - di cui il 71 per cento dirette e il 29 per cento indirette detenute attraverso “tramiti controllate” – riconducibili a 5.081 società, di cui la società a responsabilità limitata e la società per azioni sono le tipologie prevalenti, rappresentando, rispettivamente, circa il 46,68 e il 30,25 per cento del totale.
Le analisi sullo stato di attività evidenziano che il 77,66 per cento delle società censite dalle amministrazioni del perimetro TUSP, a cui corrisponde l’86,08 delle partecipazioni societarie, risulta attivo.
Le società in liquidazione rappresentano circa il 14,11 per cento del totale e corrispondono al 9,6 per cento delle partecipazioni. Il dettaglio delle 717 società con procedure di liquidazione in corso al 2021 mostra come per il 52 per cento di queste la procedura sia iniziata da oltre 5 anni dalla data di rilevazione, mentre per il 19 per cento le procedure si protraggono da oltre 10 anni.
Le società soggette a procedure concorsuali sono il 5,57 per cento del totale e corrispondono al 3 per cento delle partecipazioni e anche in questo caso è evidente il protrarsi delle procedure concorsuali, con il 59 per cento delle società interessate da procedure iniziate da oltre 5 anni e il 17 per cento da oltre 10 anni.
I risultati della rilevazione al 31 dicembre 2021
Delle 39.657 partecipazioni societarie dichiarate dalle amministrazioni, riconducibili a 5.081 società, il Rapporto reca le analisi relative a un perimetro più circoscritto, poiché esclude le partecipazioni in società alle quali il TUSP si applica solo ove espressamente previsto o per le quali le amministrazioni socie sono esentate dall’obbligo di razionalizzazione, nonché altre partecipazioni meno significative.
Le partecipazioni considerate sono quindi pari a 26.320, detenute in 3.287 società da 7.403 amministrazioni adempienti, di cui l’84,37 per cento del totale è riferibile ai Comuni.
Rispetto a tali partecipazioni, le amministrazioni hanno comunicato di volerne mantenere 23.025 (87,48 per cento); per le rimanenti 3.295 (12,52 per cento) hanno invece manifestato la volontà di procedere con un intervento di razionalizzazione, che nel 38,76 per cento dei casi si sostanzierebbe in una cessione a titolo oneroso.
In più di un quinto dei casi (21,82 per cento) è stata indicata la volontà di mantenere la partecipazione, mettendo in atto altre azioni di razionalizzazione della società, di tipo gestionale, da attuarsi, ad esempio, attraverso la riduzione dei costi di funzionamento.
L’analisi di conformità alle prescrizioni del TUSP
Il Rapporto, come di consueto, reca l’analisi del tasso di adempimento delle amministrazioni all’obbligo di razionalizzare le partecipazioni che non soddisfano i requisiti indicati dall’articolo 20, comma 2, del TUSP.
Si ricorda che i parametri previsti dal Testo Unico sono sia di tipo quantitativo (numero di risultati di esercizio in perdita nell’ultimo quinquennio, livello del fatturato medio nell’ultimo triennio, numero dei dipendenti rispetto a quello degli amministratori), sia di tipo qualitativo (attività svolta, necessità di aggregazione di società o di contenimento dei costi di funzionamento, svolgimento di attività analoghe o similari ad altre società partecipate dalla stessa amministrazione).
Rispetto al perimetro delle predette 26.320 partecipazioni, il Rapporto articola l’analisi su piani separati sulla base della data di costituzione della società partecipata rispetto alla data di entrata in vigore del TUSP (23 settembre 2016).
In linea generale, per le 2.829 società costituite anteriormente a tale data, cui fanno riferimento 24.613 partecipazioni, il Rapporto rileva come 9.700 di queste partecipazioni (pari al 39,41 per cento del totale) risultino non conformi al TUSP in quanto non rispondenti a uno o più dei criteri previsti dal Testo Unico. Per il 74,65 per cento delle 9.700 partecipazioni non conformi (pari a 7.241 partecipazioni) le pubbliche amministrazioni hanno espresso la volontà di mantenimento, nonostante l’obbligo di razionalizzazione disposto dal Testo Unico.
Continua pertanto a persistere un basso tasso di adeguamento delle amministrazioni alle prescrizioni del Legislatore di adottare misure idonee a ridurre il numero delle partecipazioni societarie non conformi ai parametri dettati dal TUSP. Infatti, continua il Rapporto, il mancato adeguamento a tali prescrizioni riguarda circa il 30 per cento delle partecipazioni esaminate.
Analisi per fatturato
In particolare, il Rapporto evidenzia che, a fronte dell’obbligo di cui all’articolo 20, comma 2, lett. d), del TUSP – ai sensi del quale le amministrazioni pubbliche devono adottare misure di razionalizzazione per le partecipazioni detenute in società che, nel triennio precedente, abbiano conseguito un fatturato medio non superiore a un milione di euro – sono 1.912 le società (riferibili a 20.137 partecipazioni) che registrano un valore di fatturato medio nel triennio 2019-2021 superiore a quello minimo indicato dal TUSP (si tratta del 67,59 per cento dei casi).
Invece, tra le 917 società (riferibili a 4.476 partecipazioni) che registrano un fatturato medio non in linea con il TUSP, solo nel 27,37 per cento dei casi le amministrazioni hanno scelto di attuare interventi di razionalizzazione, mentre per il restante 72,63 per cento dei casi hanno manifestato la volontà di mantenere comunque la partecipazione nella società.
Risultato d’esercizio negativo
A fronte dell’obbligo di razionalizzare le “partecipazioni in società diverse da quelle costituite per la gestione di un servizio d’interesse generale che abbiano prodotto un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti”, disposto dall’articolo 20 comma 2, lettera e), del TUSP, il Rapporto segnala che su un totale di 2.829 società partecipate, 215 società, il 7,6 per cento del totale, presentano un risultato economico negativo in almeno quattro degli ultimi cinque esercizi (108 per quattro esercizi e 107 per cinque esercizi).
Rispetto al totale delle 708 partecipazioni riferibili alle suddette 215 società, solo nel 39,12 per cento dei casi (pari a 277 partecipazioni) le amministrazioni hanno deciso di porre in essere delle azioni di razionalizzazione, mentre per il restante 60,88 per cento (pari a 431 partecipazioni), le amministrazioni hanno dichiarato di voler mantenere la partecipazione nella società, senza porre in essere alcuna azione di razionalizzazione. Tuttavia, per 216 delle 708 partecipazioni considerate, le amministrazioni hanno espresso legittimamente la volontà di mantenerle, in quanto detenute in società che, pur presentando un risultato economico negativo per almeno 4 degli ultimi 5 esercizi, gestiscono un servizio di interesse generale e, pertanto, rientrano nell’ambito dell’eccezione riportata nel disposto del citato articolo 20, comma 2, lettera e), del TUSP.
Dipendenti delle società a partecipazione pubblica
L’articolo 20, comma 2, lettera b), del TUSP, impone alle amministrazioni l’obbligo di razionalizzare le partecipazioni detenute in “società che risultino prive di dipendenti o abbiano un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti”.
Al riguardo il Rapporto rileva che su 2.829 partecipate, 637 società, pari al 22,52 per cento del totale, risultano prive di dipendenti (407) o con un numero di dipendenti inferiore al numero degli amministratori (230), risultando pertanto carenti del citato requisito prescritto dal TUSP.
Inoltre, rispetto al totale delle partecipazioni riferibili alle società che non rispettano il parametro sui dipendenti, solo nel 30,79 per cento dei casi le amministrazioni hanno deciso di attuare azioni di razionalizzazione, mentre per il restante 69,21 per cento le amministrazioni hanno dichiarato di voler mantenere la partecipazione nella società.
Attività delle società
Per quanto concerne il requisito qualitativo di cui all’articolo 20, comma 2, lettera a), del TUSP, che impone la razionalizzazione delle partecipazioni societarie che non rientrino in alcuna delle categorie di cui all’articolo 4 del medesimo Testo unico, dall’analisi dei dati dichiarati è emerso che, su un totale di 24.613 partecipazioni, il 16 per cento circa, pari a 3.928 partecipazioni, è detenuto in società che non rispettano il suddetto requisito inerente all’attività svolta.
Inoltre, su 3.928 partecipazioni detenute in società non conformi a tale requisito, solo per 942 partecipazioni è stata indicata la decisione di adottare una misura di razionalizzazione.
Il Rapporto indica altresì una serie di fattispecie residuali concernenti ulteriori parametri di conformità al TUSP delle partecipazioni societarie (attività analoghe, contenimento costi di funzionamento, aggregazione societaria) in base ai quali risulta che per 3.147 partecipazioni (il 12,79 per cento) le amministrazioni hanno dichiarato la sussistenza di una delle ulteriori casistiche di non conformità ai sensi dell’articolo 20, lettere c), f) e g), del TUSP.
Infine, il Rapporto analizza i dati forniti dalle amministrazioni in merito alle società partecipate costituite dopo il 23 settembre 2016, rilevando come nella quasi totalità dei casi (91,53 per cento) le amministrazioni abbiano comunicato l’intenzione di mantenere senza interventi la propria partecipazione.
L’organo di amministrazione nelle società a controllo pubblico
Prendendo in considerazione l’organo amministrativo delle società partecipate in misura superiore al 50 per cento da soci pubblici, il Rapporto rileva come l’amministratore unico sia la tipologia prescelta nella maggioranza dei casi (48,36 per cento), di poco superiore ad un organo collegiale di 3 o 5 membri (47,93 per cento).
L’analisi mostra altresì come vi siano anche alcune società con una composizione dell’organo amministrativo non in linea con il dettato normativo[12], per le quali evidenzia l’esigenza di avviare una specifica verifica.
Introiti finanziari derivanti dalle operazioni di razionalizzazione
In occasione delle due precedenti rilevazioni (dati 2019 e 2020) le amministrazioni hanno dichiarato di aver razionalizzato 2.640 partecipazioni. In particolare, 579 sono state razionalizzate attraverso cessioni a titolo oneroso, mentre in 488 casi l’amministrazione partecipante ha esercitato il diritto di recesso. Nella restante parte, le partecipazioni sono state razionalizzate ad esito della liquidazione della società o in virtù di operazioni di fusione.
Gli introiti derivanti dalle cessioni a titolo oneroso e dai recessi sono risultati pari a circa 150 milioni di euro. Nel contesto delle cessioni a titolo oneroso, pari a poco più di 110 milioni, circa il 47 per cento è riconducibile a operazioni effettuate con soggetti pubblici o con partecipate pubbliche.
Nel corso della rilevazione dei dati 2021, le amministrazioni hanno comunicato di aver alienato 150 partecipazioni; nel 50 per cento circa dei casi la partecipazione è stata ceduta ad un’altra amministrazione pubblica o a una partecipata pubblica.
***
Per completezza, si segnala, infine, che un quadro sintetico delle partecipazioni pubbliche è offerto anche dall’ISTAT, che nell’ultimo Rapporto, pubblicato il 19 febbraio 2024, evidenzia come negli ultimi anni continuino a diminuire le partecipate pubbliche, mentre crescono gli occupati e il valore aggiunto. Sul punto si rinvia al relativo tema web.
Con riguardo all’attuazione del TUSP si segnala, infine, che alla data di pubblicazione del presente dossier non risultano ancora adottati alcuni provvedimenti attuativi da esso previsti. Si tratta, in particolare:
- del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, che ai sensi dell’articolo 11, comma 1, del TUSP dovrebbe stabilire i requisiti di onorabilità, professionalità e autonomia che devono possedere i componenti degli organi amministrativi e di controllo di società a controllo pubblico, fatti salvi gli ulteriori requisiti previsti dallo statuto societario; il decreto va adottato previa intesa in Conferenza unificata;
- del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze che, ai sensi dell’articolo 11, comma 6, del TUSP, dovrebbe essere adottato per definire gli indicatori dimensionali quantitativi e qualitativi al fine di individuare fino a cinque fasce per la classificazione delle società a controllo pubblico nell’ambito delle quali determinare il limite dei compensi massimi al quale gli organi delle società dovranno fare riferimento per la determinazione del trattamento economico annuo da corrispondere agli amministratori, ai titolari e componenti degli organi di controllo, ai dirigenti e ai dipendenti (c.d. decreto fasce). Il citato decreto dovrebbe essere adottato previo parere delle Commissioni parlamentari competenti e, per le società controllate dalle regioni o dagli enti locali, previa intesa in Conferenza unificata. In assenza del decreto attuativo in oggetto continua ad applicarsi un regime transitorio incentrato sul criterio della spesa storica.
Il 14 giugno 2024 il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, la Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB), la Banca d’Italia e l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS) hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa per il rinnovo e l’integrazione dell’Osservatorio interistituzionale sulla partecipazione femminile negli organi di amministrazione e controllo delle società di capitali italiane.
L’Osservatorio – in origine costituito nel 2018 e ora rinnovato, anche con la partecipazione dell’IVASS, sino al 30 giugno 2029 – è chiamato a definire le linee di indirizzo per lo svolgimento, a cura del citato Dipartimento, di analisi periodiche aventi carattere scientifico, sulla presenza femminile negli organi di amministrazione e controllo delle società di capitali italiane e a divulgarne i relativi risultati, nonché a promuovere attività volte a valorizzare la presenza femminile negli organi di amministrazione e controllo delle società di capitali italiane.
Nelle premesse del Protocollo, ove è riepilogata l’evoluzione normativa in materia di partecipazione femminile negli organi di amministrazione e controllo delle società, viene rilevato, tra l’altro, che:
- per la prima volta l’Italia si è dotata di una Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 che rappresenta il punto di riferimento per l’attuazione del PNRR all’interno del quale la parità di genere rappresenta una delle tre priorità trasversali in termini di inclusione sociale, unitamente a quelle riguardanti l’occupazione giovanile ed il Mezzogiorno;
- l’attuazione della legge 12 luglio 2011, n. 120 (c.d. Legge Golfo-Mosca), secondo dati rilevati a metà 2023, ha significativamente innalzato la presenza di donne al vertice delle controllate pubbliche e prodotto modifiche qualitative nei board, tanto che le donne rappresentano il 35 per cento dei componenti degli organi collegiali di amministrazione e controllo di tali società. Sussiste, comunque, un numero consistente (quasi la metà) di società controllate da pubbliche amministrazioni che, rinnovando gli organi sociali, sono passate dal modello del consiglio di amministrazione a quello dell’amministratore unico e tra questi solo il 13 per cento è donna;
- anche con riguardo alle società quotate, l’attuazione della predetta legge n. 120 del 2011 e delle successive innovazioni introdotte con la Legge di bilancio 2020 (articolo 1, commi da 302 a 305, della legge 27 dicembre 2019, n. 160), ha significativamente aumentato la presenza femminile negli organi sociali di tali società. Secondo le più recenti rilevazioni della Consob, a fine 2023 le donne ricoprono oltre il 43 per cento degli incarichi di amministratore e oltre il 41 per cento di quelli di componente dell’organo di controllo. Le donne nei consigli di amministrazione si qualificano nella maggior parte dei casi come consiglieri indipendenti.
Con specifico riferimento all’attuazione della disciplina in materia di equilibrio di genere si segnala che non risulta ancora adottato il regolamento previsto dall’articolo 6 della legge 5 novembre 2021, n. 162, che ha esteso la normativa sull’equilibrio di genere negli organi amministrativi delle società quotate in mercati regolamentati - in virtù della quale due quinti degli amministratori eletti, ossia il 40 per cento, debbono essere riservati al genere meno rappresentato per sei mandati consecutivi - alle società controllate da pubbliche amministrazioni non quotate[13].
Si evidenza, inoltre, come non siano allo stato disponibili, con riferimento alle società a controllo pubblico, dati complessivi aggiornati agli ultimi esercizi, poiché la nuova Relazione triennale sullo stato di applicazione delle norme in tema di parità di genere nelle società a controllo pubblico, prevista dall’articolo 4, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251, che dovrebbe riferirsi al periodo febbraio 2019-febbraio 2022, non risulta ancora presentata al Parlamento alla data di pubblicazione del presente dossier.
Alcune informazioni sono peraltro rinvenibili nella settima edizione della Relazione sul bilancio di genere riferita all’esercizio finanziario 2022 (Doc. CCXX, n. 2), presentata al Parlamento il 4 gennaio 2024, i cui contenuti, per le parti di competenza, sono stati illustrati nella precedente edizione del dossier, alla quale si rinvia. Per ulteriori approfondimenti circa l’equilibrio di genere nelle società a partecipazione pubblica si rinvia anche al seguente tema web.
Come di consueto, il presente dossier effettua una ricognizione degli assetti organizzativi:
· delle società partecipate direttamente dai Ministeri (società di primo livello);
· delle ulteriori società, con sede legale in Italia, nelle quali le società di primo livello detengano quote di partecipazione pari o superiori al 25 per cento (società partecipate di secondo livello);
· delle società per azioni di terzo livello partecipate da società di Cassa Depositi e Prestiti con una quota pari o superiore al 25 per cento.
Attualmente, la banca dati alimentata dal Servizio per il Controllo parlamentare monitora nel complesso 246 società i cui organi amministrativi sono indicati negli Allegati al dossier (cfr. par. 5).
Il presente paragrafo reca l’aggiornamento, riferito al periodo febbraio-giugno 2024, delle informazioni relative agli assetti societari e alle quote di partecipazione delle società monitorate, alla creazione di nuove società e alla cessazione di alcune di quelle esistenti, nonché ai mutamenti che hanno interessato la composizione degli organi amministrativi al di fuori delle ordinarie procedure di rinnovo degli organi sociali che sono invece trattate nel successivo paragrafo 6.
Si segnala che tale aggiornamento ricomprende anche le variazioni societarie intervenute in un periodo antecedente a quello di riferimento, ma non registrate nella banca dati Telemaco alla data di pubblicazione della precedente edizione del dossier.
Con riguardo alla composizione degli organi amministrativi, la seguente tabella evidenzia le variazioni societarie intervenute nel periodo febbraio-giugno 2024 al di fuori delle ordinarie procedure di rinnovo.
Si tratta, in particolare, di 52 nomine che hanno interessato 51 società, cui si aggiungono i casi di cessazione dalla carica.
Società |
Data |
Componenti |
Cariche |
Altre info |
I.P. Iniziative Portuali Porto Romano S.r.l. (Invitalia) |
21 dicembre 2023 |
Ascanio Borghese |
liquidatore |
Fino alla revoca. |
Polo Strategico Nazionale S.p.A. (Leonardo) |
9 gennaio 2024 |
Cristina Barbaranelli |
consigliera di amministrazione |
Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
BTX Italian Retail and Brands S.p.A. (Invitalia) |
18 gennaio 2024 |
Arvind Kumar Vij |
amministratore delegato |
Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 luglio 2024. |
Hotelturist S.p.A. (CDP Equity) |
19 gennaio 2024 |
Giorgio Palmucci |
vicepresidente |
È cessato dalla carica. |
Nexive Network S.r.l. (Poste Italiane) |
19 gennaio 2024 |
Massimo Rosini |
presidente |
È cessato dalla carica. |
ENEL Reinsurance – Compagnia di Riassicurazione S.p.A. (ENEL) |
23 gennaio 2024 |
Gabriele Frea |
amministratore delegato |
Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025. |
SACE FCT S.p.A. (SACE) |
26 gennaio 2024 |
Cristina Morelli |
consigliera di amministrazione |
È cessata dalla carica. |
Agile Lab S.r.l. (Poste Italiane) |
31 gennaio 2024 |
Maddalena Amoruso |
presidente |
È cessata dalla carica. |
Bancoposta Fondi SGR S.p.A. (Poste Italiane) |
31 gennaio 2024 |
Vladimiro Ceci |
consigliere di amministrazione |
Il mandato scadrà con la prossima assemblea. |
Difesa Servizi S.p.A. (Min. Difesa) |
31 gennaio 2024 |
Francesca Gerosa |
consigliera di amministrazione |
È cessata dalla carica. |
Europa Gestioni Immobiliari S.p.A. (Poste Italiane) |
31 gennaio 2024 |
Maria Paola Lombardi |
consigliera di amministrazione |
In sostituzione di Matteo Cavazzoli. Il mandato scadrà con la prossima assemblea. |
Holding Reti Autostradali S.p.A. (CDP Equity) |
1° febbraio 2024 |
Roberta Battaglia |
consigliera di amministrazione |
È cessata dalla carica. |
ALES – Arte Lavoro e Servizi S.p.A. (Min. Cultura) |
1° febbraio 2024 |
Fabio Tagliaferri |
presidente |
In sostituzione di Mario De Simoni. Il mandato durerà fino alla scadenza dell’attuale consiglio. |
Widiba S.p.A. (BMPS) |
6 febbraio 2024 |
Pasquale Marchese |
vicepresidente |
È cessato dalla carica. |
Axa MPS Danni S.p.A. (BMPS) |
6 febbraio 2024 |
Pasquale Marchese |
consigliere di amministrazione |
È cessato dalla carica. |
Axa MPS Vita S.p.A. (BMPS) |
6 febbraio 2024 |
Pasquale Marchese |
consigliere di amministrazione |
È cessato dalla carica. |
Open Fiber Holdings S.p.A (CDP Equity) |
7 febbraio 2024 |
Manuela Carra |
consigliera di amministrazione |
In sostituzione di Roberta Battaglia. Il mandato scadrà con la prossima assemblea. |
Holding Reti Autostradali S.p.A. (CDP Equity) |
7 febbraio 2024 |
Fabio Barchiesi |
consigliere di amministrazione |
Il mandato scadrà con la prossima assemblea. |
Acque del Sud S.p.A. (MEF) |
19 febbraio 2024 |
Claudia Stella Dastice, Antonio Palmisano, Marco Renzi, Crescenzio Rivellini, Carmen Salvia e Anna Rita Tateo |
consiglieri di amministrazione |
Il mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026. |
CDP Real Asset SGR S.p.A. (CDP) |
21 febbraio 2024 |
Maurizio Di Fonzo |
consigliere di amministrazione |
In sostituzione di Fabio Barchiesi Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
Ceramica Dolomite S.p.A. (Invitalia) |
29 febbraio 2024 |
Paolo Fregolent |
consigliere di amministrazione |
È cessato dalla carica. |
Agile Lab S.r.l. (Poste Italiane) |
1° marzo 2024 |
Michele Scarpelli |
presidente |
Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025. |
Giulia Di Giovanni |
consigliera di amministrazione |
Il mandato durerà fino alla scadenza dell’attuale consiglio. |
||
ENI Plenitude S.p.A. (ENI) |
8 marzo 2024 |
Roland Dorig |
consiglieri di amministrazione |
I mandati scadranno con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025. |
Claudia Vignati |
||||
Niche Fusina Rolled Products S.r.l. (Invitalia) |
12 marzo 2024 |
David Francis D’Addario |
presidente (già consigliere di amministrazione) |
In sostituzione di Thomas Howard Robb. |
Daniel Joseph Byrne |
consigliere di amministrazione |
- |
||
I mandati scadranno con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
||||
Difesa Servizi S.p.A. (Difesa) |
15 marzo 2024 |
Anna Lorusso |
consigliera di amministrazione |
Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025. |
Auditel S.r.l. (RAI) |
19 marzo 2024 |
Giovanni Modina |
consigliere di amministrazione |
Il mandato scadrà con la prossima assemblea. |
SACE FCT S.p.A. (SACE) |
21 marzo 2024 |
Maria Morgan Randa |
consigliera di amministrazione |
In sostituzione di Cristina Morelli. Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
Fondo Italiano d’Investimento SGR S.p.A. (CDP Equity) |
22 marzo 2024 |
Emilio Giorgi |
consigliere di amministrazione |
In sostituzione di Domenico Pimpinella Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
ENEL Reinsurance – Compagnia di Riassicurazione S.p.A. (ENEL) |
22 marzo 2024 |
Federica Natola |
consigliera di amministrazione |
In sostituzione di Nicole Della Vedova. Il mandato scadrà con la prossima assemblea. |
Ceramica Dolomite S.p.A. (Invitalia) |
28 marzo 2024 |
Claudio Del Vecchio |
consiglieri di amministrazione |
I mandati scadranno con la prossima Assemblea. |
Pablo Ignacio Battistini |
||||
Daniele Straventa |
||||
Poste Welfare Servizi S.r.l. (Poste Italiane) |
5 aprile 2024 |
Marco Vecchietti |
consigliere di amministrazione |
Il mandato durerà fino alla scadenza dell’attuale consiglio. |
Redo SGR S.p.A. (Cassa Depositi e Prestiti) |
5 aprile 2024 |
Vincenzo Barbieri |
consiglieri di amministrazione |
In sostituzione di Giulio Bastia e di Arturo Nattino. I mandati dureranno fino alla scadenza dell’attuale consiglio. |
Flavio Gianetti |
||||
Poste Welfare Servizi S.r.l. (Poste Italiane) |
8 aprile 2024 |
Marco Vecchietti |
amministratore delegato (già consigliere) |
Il mandato durerà fino alla scadenza dell’attuale consiglio. |
Widiba S.p.A. (BMPS) |
10 aprile 2024 |
Marco Tiezzi |
vicepresidente |
Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025. |
D-Flight S.p.A. (ENAV) |
10 aprile 2024 |
Giovannantonio Macchiarola |
consigliere di amministrazione |
Confermato nella carica. Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
Acciaierie d’Italia Holding S.p.A. (Invitalia) |
17 aprile 2024 |
Giancarlo Quaranta |
commissari straordinari |
I mandati hanno durata illimitata. |
Giovanni Fiori |
||||
Davide Tabarelli |
||||
Elettronica S.p.A. (Leonardo) |
18 aprile 2024 |
Marc Michel Georges Darmon |
consigliere di amministrazione |
In sostituzione di Hervé Dammann. Il mandato scadrà con la prossima assemblea. |
Holding Reti Autostradali S.p.A. (CDP Equity) |
18 aprile 2024 |
Fabio Barchiesi e Rodriguez Ignacio Botella |
consiglieri di amministrazione |
In sostituzione di Gordon Ian Winston Parsons e Roberta Battaglia. I mandati scadranno con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
Valoridicarta S.p.A. (Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato) |
19 aprile 2024 |
Marco Ferraro |
amministratore delegato |
In sostituzione di Davide Mantovani. Il mandato scadrà con la prossima assemblea. |
CDP Real Asset SGR S.p.A. (CDP) |
22 aprile 2024 |
Angelo Piazza |
consigliere di amministrazione |
È cessato dalla carica. |
Polo Strategico Nazionale S.p.A. (Leonardo) |
22 aprile 2024 |
Andrea Campora |
consigliere di amministrazione |
In sostituzione di Angelo Barabino. Il mandato scadrà con la prossima assemblea. |
Auditel S.r.l. (RAI) |
22 aprile 2024 |
Andrea Imperiali D’afflitto |
presidente |
È cessato dalla carica. |
Consip S.p.A. (MEF) |
24 aprile 2024 |
Barbara Luisi |
presidente |
È cessata dalla carica. |
Axa MPS Danni S.p.A. (BMPS) |
24 aprile 2024 |
Chiara Costanza Francesca Soldano |
amministratrice delegata |
Confermata nella carica. Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
Paola Basagni |
consigliera di amministrazione |
Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
||
Axa MPS Vita S.p.A. (BMPS) |
24 aprile 2024 |
Chiara Costanza Francesca Soldano |
amministratrice delegata |
Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
Paola Basagni |
consigliera di amministrazione |
Il mandato scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024. |
||
Reithera S.r.l. (Invitalia) |
30 aprile 2024 |
Stefano Colloca |
presidente (già consigliere di amministrazione) |
In sostituzione di Antonella Folgori. Il mandato è a tempo indeterminato. |
Fondo Italiano d’Investimento Sgr S.p.A. (CDP Equity) |
13 maggio 2024 |
Giovanni Sabatini |
consigliere di amministrazione |
È cessato dalla carica. |
CFI – Cooperazione Finanza Impresa S.c.p.A. (MIMIT) |
28 maggio 2024 |
Silvia Rimondi |
vicepresidente (già consigliere) |
Il mandato durerà fino alla scadenza dell’attuale Consiglio. |
Fabio Orlando Travaglini |
consigliere di amministrazione |
Il mandato scadrà con la prossima assemblea. |
||
Fincantieri S.p.A. (CDP Equity) |
17 giugno 2024 |
Claudio Graziano |
presidente |
È deceduto. |
Cinecittà S.p.A. (MEF) |
26 giugno 2024 |
Nicola Maccanico |
presidente |
Si è dimesso. |
ITALFERR (FS) |
4 luglio 2024 |
Franco Fenoglio |
consigliere di amministrazione |
È cessato dalla carica. |
Si espone di seguito l’elenco delle 6 società, il cui rinnovo degli organi amministrativi in scadenza nel 2023 è stato pubblicato sul registro delle imprese successivamente alla data di pubblicazione della precedente edizione del dossier.
SOCIETÀ I LIVELLO
Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti |
Ø Ferrovie Appulo Lucane (assemblea 25 gennaio 2024) rinnovo per il quinquennio 2024-2028
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· ZIZZA Vittorio (presidente)
· ALLEGRETTI Gioacchino (componente)
· DI TULLO Rossella (componente)
SOCIETÀ DI II LIVELLO
Monte dei Paschi di Siena |
Ø Magazzini Generali Fiduciari di Mantova (assemblea 7 novembre 2023) rinnovo per il triennio 2023-2025
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· TIEZZI Marco (presidente)[14]
· BESCHI Alessandra (vicepresidente)[15]
· SCHINTU Fabrizio Angelo (componente)
· GIULIANI Nicola (componente)
· D’ONOFRIO Pasquina (componente)[16]
|
Ø Consorzio per l’attuazione del Progetto Divertor Tokamak Test DTT (assemblea 22 dicembre 2023) rinnovo per il biennio 2024-2025
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· ROMANELLI Francesco (presidente)
· OLIVA Alessandro (componente)[17]
· ASTOLFI Fulvia (componente)
Ø ENILIVE (assemblea 8 febbraio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· PETRACCHINI Marco (presidente)
· BALLISTA Stefano (amministratore delegato)
· LAURENTI Massimo (componente)
· MOLAJONI Giorgia (componente)
· PERNA Mariangela (componente)
Ferrovie dello Stato |
Ø Italcertifer (assemblea 18 gennaio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· AZZARONI Antonella (presidente)
· ZAPPACOSTA Carmine (amministratore delegato)
· PASTORE Francesca (componente)
· RINDI Andrea (componente)
· DELL’ACQUA Gianluca (componente)
Ø Treno Alta Velocità – TAV (posta in liquidazione il 20 marzo 2024)
Ø ROCCO Francesco (liquidatore)
Nel 2024 tre società monitorate di secondo livello, i cui organi amministrativi sarebbero dovuti scadere nel 2025, sono state oggetto di un rinnovo anticipato per il triennio 2024-2026. Le relative nomine sono indicate di seguito.
ENEL |
Ø ENEL Innovation Hubs (assemblea 9 aprile 2024)
Organo monocratico:
· ROSSI Nicola (amministratore unico)
Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo |
Ø Ceramica Dolomite (assemblea 2 maggio 2024)
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· FORCOLIN Gianluca (presidente)
· FAVERO Luciano (componente)
· TREVISAN Nicola (componente)
· BATTISTINI Pablo Ignacio (componente)
· DEL VECCHIO Claudio (componente)
· STRAVENTA Daniele (componente)
Leonardo
|
Ø Leonardo Global Solutions (assemblea 20 maggio 2024)
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· GRASSO Filippo Maria (presidente)
· GRASSI Stefano (amministratore delegato)
· CUCCARO Manlio (componente)
· NIGRO Flavia (componente)
· DI FLUMERI Giusj (componente)
Si segnala, infine, che una ulteriore società monitorata di secondo livello, i cui organi amministrativi sarebbero dovuti scadere nel 2026, nell’anno in corso è stata oggetto di un rinnovo anticipato per il biennio 2024-2025. Le relative nomine sono indicate di seguito.
Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo |
Ø Titagarh Firema S.p.A. (Invitalia) (assemblea 28 marzo 2024)
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· TRAETTINO Luigi (presidente)
· SUBRAMANIAN Vijay (amministratore delegato)
· CHOWDHARY Umesh (componente)
· MOHANKA Manoj (componente)
· SOMMA Ernesto (componente)
· ACCETTA Ciro (componente)
· SINGH Jasbir (componente)
Con riguardo alle partecipazioni societarie, si segnala che nel periodo considerato:
v la partecipazione di CDP Equity S.p.A. in Ansaldo Energia S.p.A. è aumentata dall’88,57 per cento al 99,57 per cento;
v la partecipazione di Leonardo S.p.A. in Alea S.r.l. è aumentata dal 69,97 per cento al 100 per cento;
v la partecipazione di Invitalia S.p.A. in Titagarh Firema S.p.A. è aumentata dal 30,3 per cento al 31,01 per cento;
v la partecipazione di ENI S.p.A. in ENI Plenitude S.p.A. è diminuita dal 100 per cento al 92,42 per cento;
v la partecipazione del MEF in Amco S.p.A. è diminuita dal 100 per cento al 99,78 per cento;
v la partecipazione del MEF in Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. è diminuita dal 39,23 per cento al 26,732 per cento;
v la partecipazione del MEF in ENAV S.p.A. è diminuita dal 53,37 per cento al 53,28 per cento;
v la partecipazione del MEF in ENI S.p.A. è diminuita dal 3,93 per cento all’1,997 per cento;
v la partecipazione di CDP in ENI S.p.A. è aumentata dal 26,37 per cento al 28,503 per cento;
v la partecipazione del MEF in Stretto di Messina S.p.A. è aumenta dal 51 per cento al 55,16 per cento;
v la partecipazione di Invitalia S.p.A. in Ceramica Dolomite S.p.A. è diminuita dal 40,35 per cento al 33,33 per cento;
v le partecipazioni di Invitalia S.p.A. e di Leonardo S.p.A. in Industria Italiana Autobus S.p.A. sono rispettivamente aumentate dal 42,76 per cento al 59,88 per cento e dal 28,65 per cento al 40,12 per cento.
Si segnala, inoltre, che:
v Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. ha ceduto la partecipazione totalitaria che deteneva in CDP Immobiliare S.r.l. alla sua controllata Fintecna S.p.A.;
v Leonardo S.p.A. ha ceduto la partecipazione totalitaria che deteneva in Ansaldobreda S.p.A. alla sua controllata Leonardo Partecipazioni S.p.A.;
v ENI S.p.A. ha ceduto la partecipazione totalitaria che deteneva in ENI Energia Italia S.r.l. alla sua controllata ENI Natural Energies S.p.A..
In ragione delle predette cessioni di partecipazioni, le società M.T. Manifattura Tabacchi S.p.A., controllata da CDP Immobiliare S.r.l., Ansaldobreda S.p.A ed ENI Energia Italia S.r.l., sono uscite dal perimetro di monitoraggio del presente dossier.
Rispetto all’ultima edizione del dossier, sono entrate nel perimetro del monitoraggio le seguenti 12 nuove società:
· il 12 gennaio 2024 ENI S.p.A ha acquisito una partecipazione del 100 per cento nella società ENI Energy Italy S.p.A, costituitasi in data 10 gennaio 2024. La società ha per oggetto l’assunzione e la gestione di partecipazioni e di interessenze in società e imprese sia italiane che estere ed è retta da un amministratore unico, Luigi Marnetto, nominato il 10 gennaio 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026;
· il 27 febbraio 2024 il MEF ha acquisito una partecipazione del 100 per cento nella società ENIT S.p.A, costituitasi in pari data. La società ha per oggetto l’attività di supporto e la promozione dell’offerta turistica nazionale e internazionale ed è retta da un consiglio di amministrazione, nominato il 27 febbraio 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026. Il consiglio è composto da Alessandra Priante (presidente), Ivana Jelinic (amministratore delegato) e Sandro Pappalardo (componente). (sul punto cfr. anche il par. 1.8);
· il 5 marzo 2024 Poste Italiane S.p.A ha acquisito una partecipazione del 100 per cento nella società Poste Logistics S.p.A, costituitasi in data 4 marzo 2024. La società ha per oggetto l’attività logistica, in Italia e all’estero, di ogni tipo di merce o prodotto ed è retta da un consiglio di amministrazione, nominato il 4 marzo 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026, composto da Corrado Del Rosso (presidente), Gabriele Di Marzio (amministratore delegato), Patrizia Alfiero, Armando Salvatori e Maria Grazia D’auria (componenti);
· il 21 marzo 2024 ENI S.p.A ha acquisito una partecipazione del 50 per cento nella società Green Hydrogen Venezia S.r.l, costituitasi in data 14 marzo 2024. La società ha per oggetto la progettazione, lo sviluppo, la costruzione, la messa in opera e la gestione di impianti per la produzione di idrogeno e la sua commercializzazione ed è retta da un consiglio di amministrazione, nominato il 14 marzo 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026, composto da Daniela Ambrosi (presidente), Giuseppina Riggio (amministratrice delegata), Michele Dall’Ora e Andrea Pisano (componenti);
· il 24 aprile 2024 Poste Italiane S.p.A ha acquisito una partecipazione del 50 per cento nella società Locker Italia S.p.A, costituitasi in data 18 aprile 2024. La società ha per oggetto la messa a disposizione dell’infrastruttura di una rete di armadietti automatici (lockers) agli operatori postali e a privati. È retta da un consiglio di amministrazione - nominato il 18 aprile 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026 - che risulta composto da Guido Crozzoli (presidente), Enrico Rosina (amministratore delegato), Rosario Barbato, Maria Barletta, Caterina Di Monaco e Edoardo Eminyan (componenti);
· il 10 maggio 2024 Poste Italiane S.p.A ha acquisito una partecipazione del 100 per cento nella società Postego S.p.A, costituitasi in data 9 maggio 2024. La società ha per oggetto la gestione di veicoli in genere, “parchi aziendali” e “flotte aziendali” di terzi ed è retta da un consiglio di amministrazione, nominato il 9 maggio 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026, composto da Paolo Gencarelli (presidente), Paolo Ghinolfi (amministratore delegato), Gennaro Celotto, Giada Scarpini e Flavia Speranza (componenti);
· il 23 maggio 2024 Invitalia S.p.A ha acquisito una partecipazione del 44,66 per cento nella società Mer Mec Ferrosud S.r.l, costituitasi in data 7 dicembre 2022. La società ha per oggetto l’esercizio diretto o indiretto di lavori ferroviari ed è retta da un consiglio di amministrazione, nominato il 22 maggio 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026, composto da Riccardo Capecchi (presidente), Donato Pepe, Francesco Mazzone, Francesco Antonio Crupi e Ciro Accetta (componenti);
· il 23 maggio 2024 ENI S.p.A ha acquisito una partecipazione del 94 per cento nella società Eniquantic S.p.A, costituitasi in pari data. La società ha per oggetto l’esercizio di attività di carattere innovativo ad alto valore tecnologico ed è retta da un consiglio di amministrazione, nominato il 23 maggio 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026, composto da Massimo Inguscio (presidente), Serena Zuccarini e Dario Pagani (componenti);
· il 4 giugno 2024 il MEF ha acquisito una partecipazione del 100 per cento nella società Autostrade dello Stato S.p.A, costituitasi in pari data. La società ha per oggetto l’attività di gestione e di costruzione delle autostrade statali in regime di concessione ed è retta da un consiglio di amministrazione, nominato il 23 aprile 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026, composto da Carlo Vaghi (presidente), Vito Cozzoli (amministratore delegato) e Gioia Gorgerino (componente) (sul punto cfr. anche il par. 1.6);
· il 14 giugno 2024 Leonardo S.p.A ha acquisito una partecipazione del 100 per cento nella società Wass Submarine Systems S.r.l, costituitasi in data 10 giugno 2024. La società ha per oggetto l’attività di sviluppo di sistemi integrati di difesa e di sorveglianza subacquea ed è retta da un consiglio di amministrazione, nominato il 10 giugno 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026, composto da Federico Bonaiuto (presidente), Andrea Adorni e Emanuela Cavalaglio (componenti);
· il 24 giugno 2024 Poste Italiane S.p.A. ha acquisito una partecipazione del 72 per cento nella società Casina Poste S.s.d.a.r.l, costituitasi in data 21 giugno 2024. La società ha per oggetto l’organizzazione e la gestione di attività sportive dilettantistiche ed è retta da un consiglio di amministrazione, nominato il 21 giugno 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026, composto da Giuseppe Lasco (presidente), Paolo Iammatteo, Angela Francesca Giannone, Tiziana Morandi e Paolo Gencarelli (componenti);
· il 26 giugno 2024 Poste Italiane S.p.A. ha acquisito una partecipazione del 95 per cento nella società Spv Cosenza S.p.A., costituitasi in data 25 giugno 2024. La società ha per oggetto la gestione e la razionalizzazione della logistica sanitaria integrata per l’A.S.P. di Cosenza ed è retta da un consiglio di amministrazione, nominato il 25 giugno 2024, il cui mandato scadrà in occasione dell’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026, composto da Daniela Corbi (presidente), Santo Davide Sodano e Fabio Grossi Gondi (componenti).
Si segnala, infine, che:
ü il 17 aprile 2024 è stata posta in amministrazione straordinaria Acciaierie d’Italia Holding S.p.A. (Invitalia);
ü il 16 aprile 2024 è stata sottoposta alla procedura di scioglimento Eur tel S.r.l. (Eur);
ü il 18 aprile 2024 è cessata la società Nuova Sistemi Urbani S.p.A (Ferrovie dello Stato), per fusione mediante incorporazione in Fs Sistemi Urbani S.p.A..
Sono state, inoltre, poste in liquidazione le seguenti società:
ü I.P. Iniziative Portuali Porto Romano S.r.l. (Invitalia) il 21 dicembre 2023;
ü Treno Alta Velocità – TAV S.r.l. (Ferrovie dello Stato) il 20 marzo 2024.
Nel presente paragrafo sono elencate le 213 società[18] monitorate i cui organi di amministrazione sono oggetto di rinnovo nel triennio 2024-2026, con indicazione, laddove intervenute, delle nomine effettuate.
Le società oggetto di rinnovo nel 2024
Nell’anno 2024, nell’ambito delle ordinarie scadenze riferite alle assemblee di approvazione del bilancio 2023, sono oggetto di rinnovo, in tutto o in parte, gli organi di amministrazione di 62 società monitorate, di cui 12 società direttamente partecipate, 45 società di II livello e 5 società per azioni di III livello indirettamente partecipate da CDP con una quota pari o superiore al 25 per cento del capitale[19].
Si rammenta, inoltre, che nel medesimo anno dovrà essere composto il consiglio di amministrazione della nuova società Istituto per il credito sportivo e culturale (ICSC) S.p.A. (v. par. 1.7).
Alla data di chiusura del presente dossier, sono stati rinnovati gli organi amministrativi di 31 delle suddette società, di cui 5 di I livello e 26 di II livello.
I rinnovi da effettuare nel 2025 e nel 2026
Nell’anno 2025 dovranno invece essere oggetto di rinnovo, in tutto o in parte, gli organi di amministrazione di 70 società monitorate, di cui 7 società direttamente partecipate, 54 società di II livello e 9 società per azioni di III livello indirettamente partecipate da CDP.
Nell’anno 2026 dovranno invece essere oggetto di rinnovo, in tutto o in parte, gli organi di amministrazione di 80 società monitorate, di cui 20 società direttamente partecipate, 57 società di II livello e 3 società per azioni di III livello indirettamente partecipate da CDP.
Nel biennio 2025-2026 dovranno pertanto essere rinnovati gli organi di amministrazione di 152 società monitorate.
Si espone di seguito l’elenco delle 62 società i cui organi amministrativi sono oggetto di rinnovo, in tutto o in parte, nel 2024, con indicazione delle relative nomine ove già effettuate alla data di chiusura del presente dossier.
SOCIETÀ DI I LIVELLO
Ministero dell’economia e delle finanze |
Società con organi rinnovati
Ø Banca Monte dei Paschi di Siena (assemblea 11 aprile 2024) nomina fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025:
· ORIANI Raffaele (componente)[20]
Ø Cassa Depositi e Prestiti (assemblea 15 luglio 2024) nomina per il triennio 2024-2026[21]
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· GORNO TEMPINI Giovanni (presidente),
· SCANNAPIECO Dario (amministratore delegato)
· BINI Matilde (componente)
· CANNATA Maria (componente)
· CUZZILLA Stefano (componente)
· D’ARCANO Luisa (componente)
· DI CIOMMO Francesco (componente)
· GUISO Luigi (componente)
· LAMANNA Giorgio (componente)
· MILANI Valentina (componente)
· MAZZARELLA Flavia (componente)
Ø Ferrovie dello Stato (assemblea 27 giugno 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026[22]
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· TANZILLI Tommaso(presidente)
· DONNARUMMA Stefano (amministratore delegato)
· BELLETTI Caterina (componente)
· FENOGLIO Franco (componente)
· RICCIOTTI Loredana (componente)
· DE LUCA Tiziana (componente)
· BRACCO Pietro (componente)
Ø Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 (assemblea 16 febbraio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· VECCHI Veronica (presidente)
· SALDINI Fabio Massimo (amministratore delegato)
· DE AMICI Angelo (componente)
· MANENTI Manuela (componente)
· CAMPITELLI Maria Rosaria Anna (componente)
Ø Sogei (assemblea 3 febbraio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· SAVINI Paolo (presidente)
· CANNARSA Cristiano (amministratore delegato)
· FUSCO Nicoletta (componente)
· DI STEFANO Leonardo (componente)
· D’ONOFRIO Alessandra (componente)
Ø Sviluppo Lavoro Italia (assemblea 15 febbraio 2024) nomina fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025:
· NICASTRO Paola (presidente e amministratrice delegata)
Società con organi da rinnovare
Cinecittà |
EUR |
GSE |
INVIMIT |
MEFOP |
RAI |
Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti |
Società con organi rinnovati
Ø Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 (assemblea 16 febbraio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· VECCHI Veronica (presidente)
· SALDINI Fabio Massimo (amministratore delegato)
· DE AMICI Angelo (componente)
· MANENTI Manuela (componente)
· CAMPITELLI Maria Rosaria Anna (componente)
SOCIETÀ DI II LIVELLO
Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo |
Società con organi rinnovati
Ø Corneliani (assemblea 12 giugno 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· SALINI Silvio (presidente)
· BRANDAZZA Giorgio Mario (amministratore delegato)
· DAVIS Andrea Jayne (componente)
· MANGANI Valeria Franca (componente)
· MONTIRONI Paolo (componente)
Ø Italian Cool Design (assemblea 27 maggio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· DI SERAFINO Enzo (presidente)
· ORAZI Francesco (componente)
· RICCIO Antonio (componente)
Società con organi da rinnovare
Canepa |
Invitalia Partecipazioni |
Italia Turismo |
Sicamb |
Snaidero Rino |
Toscana Life Sciences Sviluppo |
|
Società con organi da rinnovare
Interporto Toscano Amerigo Vespucci Livorno-Guasticce |
Banca Monte dei Paschi di Siena |
Società con organi rinnovati
Ø MPS Covered Bond 2 (assemblea 10 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· TROMBINI Samuele (presidente)
· MARCHESIN Pino (componente[23])
· CASINI Claudia (componente)
Cassa Depositi e Prestiti |
Società con organi da rinnovare
CDP Reti |
FINTECNA |
ENEL |
Società con organi rinnovati
Ø CESI – Centro Elettronico Sperimentale Italiano Giacinto Motta (assemblea 29 maggio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
· BORTONI Guido Pier Paolo Gian Luigi (presidente)
· MELCHIOTTI Nicola (amministratore delegato)
· ARMANI Gianni Vittorio (componente)
· VILLA Flavio (componente)
· DALLA CHIESA Chiara (componente)
· SALERNI Francesco (componente)
· DE RAI Luca Giorgio Maria (componente)
· DICEMBRINO Claudio (componente)
· GUARNIERE Maria Rosaria (componente)
· SCOGLIO Carmine (componente)
ENI |
Società con organi rinnovati
Ø ENI Corporate University (assemblea 23 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· GRANATA Claudio (presidente)
· RAPPINI Silvia (amministratrice delegata)
· FABRIZIO Elvira (componente)
Ø Eniprogetti (assemblea 10 giugno 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
· FIORILLO Lorenzo (presidente)
· ZUCCARINI Serena (componente)
· DELLA ZOPPA Alessandro (componente)
· MANZATI Alberto (componente)
· FERRAZZA Francesca (componente)
Ø Raffineria di Milazzo (assemblea 9 maggio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· GRILLO Roberto (presidente)
· RIZZI Walter (vicepresidente)
· ARCES Ignazio (amministratore delegato)
· ALHADLOQ Imad A H M (componente)
· ALFARAJ Fadhel A E M (componente)
· SPADA Monica (componente)
· SALEM Faisal S SH M (componente)
· ZANCHI Samanta (componente)
Ø Saipem (assemblea 14 maggio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· SERAFIN Elisabetta (presidente)
· PULITI Alessandro (componente)
· DIACETTI Roberto (componente)
· GIANGUALANO Patrizia Michela (componente)
· SCHAPIRA Paul Simon (componente)
· SIAS Paolo (componente)
· SCAGLIA Francesca (componente)
· MARIOTTI Francesca (componente)
· MOSSA Mariano (componente)
Ø Seram (assemblea 29 aprile 2024) rinnovo per l’anno 2024
· PELAGALLI Andrea (presidente)
· PRISTERA’ Francesco (vicepresidente)
· COSTANTINO Fortunato (componente)
· POMPA Gianluca (componente)
· CAO Alessandro (componente)
Ø Servizi Aerei (assemblea 16 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· MILANI Giovanni (presidente)
· MAFFEI Giovanni Anteo (componente)
· REPETTI Paolo (componente)
· SQUEGLIA Claudia (componente)
· PAOLETTI Claudia (componente)
Ø Società Oleodotti Meridionali (assemblea 15 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· LO FASO Massimo (presidente)
· CAIANELLO Maria (componente)
· FIGINI Mario (componente)
· MISTRI Matteo (componente)
· RACANO Emiliano
· RUGGIERO Gabriella (componente)
· BOSCHETTI Patrizia (componente)
Ø Società Petrolifera Italiana (assemblea 23 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· PORRETTA SERAPIGLIA Claudia (presidente)
· COLOMBO Davide Maria (componente)
· DE CARO Luca (componente)
Società con organi da rinnovare
Ecofuel (limitatamente al presidente) |
|
Ferrovie dello Stato |
Società con organi da rinnovare
ANAS |
BUSITALIA – SITA Nord |
FS Sistemi Urbani |
ITALFERR |
Metro 5 |
|
Leonardo
|
Società con organi rinnovati
Ø Alea (assemblea 24 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· FABIANI Milco (presidente)
· MERLINO Giuseppe (amministratore delegato)
· BERARDI Emanuela (componente)
· DI SANDRO Francesco (componente)
· INDINO Antonella (componente)
Ø IAMCO – International Aerospace Management Company (assemblea 30 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· MARFE’ Dario (presidente)
· WEINER-SILVA Dominik (vicepresidente)
· BURTON Stephane Eli C (componente)
· POLS Christian (componente)
· B GLOBAL Management Sprl (componente)
Ø IVECO – Oto Melara (assemblea 10 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· CATALANO Claudio (presidente)
· PERAZZO Luca (vicepresidente)
· POLI Alessia (componente)
· COSTA Wanda (componente)
Ø Leonardo CAE Advanced Jet Training (assemblea 26 marzo 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· DE SERRE Gaetan (presidente)
· MARFE’ Dario (componente)
· RECCHIA Giuseppe (componente)
· BOYLE James Anthony (componente)
Ø Leonardo International (assemblea 14 maggio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· MARIANI Lorenzo (presidente)
· GUALDARONI Carlo (amministratore delegato)
· CIOFFI Margherita (componente)
· GHEDA Laura (componente)
· MANCHIA Elisabetta (componente)
Ø Rotorsim (assemblea 22 marzo 2023) nomina del presidente per il triennio 2023-2025:
· SABOURIN Marc-Olivier (presidente)
Ø Telespazio (assemblea 16 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· CHARPENTIER EP RAVILLY Nathalie (presidente)
· GUALDARONI Carlo (vicepresidente)
· PERUZZI Enrico (vicepresidente)
· PIERALLI Gabriele (amministratore delegato)
· DERREY Hervé (componente)
· TOMASSI Stefania (componente)
· RICCIOTTI Valeria (componente)
Poste Italiane |
Società con organi rinnovati
Ø Financit (assemblea 19 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· MACHETTI Giovanni (presidente)
· ALMI Gianluca (amministratore delegato)
· GIANGIULIO Carmine (componente)
· MARTINI Barbara (componente)
· SERRAVALLE Gabriella (componente)
Ø Nexive (assemblea 7 maggio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· MONTICELLI Andrea (presidente)
· CESTARO Raffaele (componente)
· GREGORI Francesca (componente)
Ø Nexive Network (assemblea 5 aprile 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· CESTARO Raffaele (presidente)
· MONTICELLI Andrea (amministratore delegato)
· CAPOLUPO Saverio (componente)
· MODAFFARI Maria (componente)
· COLAGRANDE Antonella (componente)
Ø Patentiviaposte (assemblea 9 maggio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· PICARDI Lucia (presidente)
· CARDILLO Diego (amministratore delegato)
· FOLGORI Roberto (componente)
· MAURER Wolfgang Gerhard (componente)
· NIGRO Maria Santa (componente)
Ø Poste Welfare Servizi (assemblea 6 giugno 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· PEZZI Andrea (presidente)
· MONTELATICI Monica (componente)
· VECCHIETTI Marco (componente)
Ø Postel (assemblea 29 maggio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· IALONGO Giovanni (presidente)
· ROSINI Carlo (amministratore delegato)
· CROZZOLI Guido (componente)
· FABRIZIO Enrica (componente)
· CINQUEPALMI Luca (componente)
Ø SDA Express Courier (assemblea 6 maggio 2024) rinnovo per il triennio 2024-2026
Composizione del consiglio d’amministrazione:
· CAPOLUPO Saverio (presidente)
· MANGIANTE Benedetto (amministratore delegato)
· CAPPELLINI Gabriele (componente)
· FRACASSI Federica (componente)
· D’AURIA Maria Grazia (componente)
Società con organi da rinnovare
Replica Società di Intermediazione Mobiliare |
RAI |
Società con organi da rinnovare
AUDITEL |
Sport e Salute |
Società con organi da rinnovare
CONINET |
Parco Sportivo Foro Italico |
SOCIETÀ DI III LIVELLO
|
Società con organi da rinnovare
Holding reti autostradali (limitatamente a un consigliere) |
Hotelturist |
Open Fiber Holdings |
|
CDP Real Asset SGR |
Società con organi da rinnovare
Alfiere |
Residenziale Immobiliare 2004 |
Si espone di seguito l’elenco delle 70 società i cui organi amministrativi sono da rinnovare, in tutto o in parte, nel 2025[24]. In particolare, si tratta di 7 società di I livello, 54 di II e 9 di III indirettamente partecipate da CDP.
SOCIETÀ DI I LIVELLO
Ministero dell’economia e delle finanze |
|
Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – INVITALIA |
Arexpo |
Eutalia |
Giubileo 2025 |
SACE |
|
Ministero delle imprese e del made in Italy |
CFI – Cooperazione Finanza Impresa |
Ministero della cultura |
ALES – Arte Lavoro e Servizi |
SOCIETÀ DI II LIVELLO
Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo |
|
BTX Italian Retail and Brands |
CTC Conceria del Chienti |
Dri d’Italia |
Lirsa |
Niche Fusina Rolled Products |
S.A.L.P. Società Appalto Lavori Pubblici |
Banca Monte dei Paschi di Siena |
|
Axa MPS Danni |
Axa MPS Vita |
Fidi Toscana |
Microcredito di Solidarietà |
Cassa Depositi e Prestiti – CDP |
|
CDP Equity |
CDP Real Asset SGR |
Redo SGR |
SIMEST |
ENAV |
|
D – Flight |
IDS Airnav |
ENEL |
|
ENEL Global Trading |
ENEL Green Power |
ENEL Holding Finance |
ENELpower |
ENI |
|
Ecofuel (limitatamente a due consiglieri) |
ENI Gas Transport Services |
ENI Mozambico |
ENI Natural Energies |
ENI Rewind |
ENI Timor Leste |
ENI West Africa |
Enipower |
Eniservizi |
Eniverse Ventures |
Floaters |
Seram |
Versalis |
|
Ferrovie dello Stato |
|
Fer Credit Servizi Finanziari |
Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici |
FSTechnology |
Mercitalia Logistics |
Nuova Sistemi Urbani |
|
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - IPZS |
Valoridicarta |
ITA – Italia Trasporto Aereo |
Volare Loyalty |
Leonardo
|
|
Ansaldobreda |
Elettronica |
Leonardo Partecipazioni |
Polo Strategico Nazionale |
UTM Systems & Services |
|
Poste Italiane |
|
Bancoposta Fondi SGR |
Consorzio Logistica Pacchi |
Europa Gestioni Immobiliari |
Sourcesense |
RAI |
|
RAI Pubblicità |
Tivù |
SACE |
|
SACE BT |
SACE FCT |
SOGIN |
Nucleco – Società per l’Ecoingegneria nucleare |
SOCIETÀ DI III LIVELLO
|
|
Ansaldo Energia |
CDPE Investimenti |
Fincantieri |
Fondo Italiano d’Investimento SGR |
Greenit |
Holding reti autostradali (salvo un consigliere) |
Renovit |
|
CDP Reti |
|
Italgas |
SNAM |
Si espone di seguito l’elenco delle 80 società i cui organi amministrativi sono da rinnovare, in tutto o in parte, nel 2026. In particolare, si tratta di 20 società di I livello, 57 di II e 3 di III indirettamente partecipate da CDP.
SOCIETÀ DI I LIVELLO
Ministero dell’economia e delle finanze |
|
AMCO – Asset Management Company |
Banca Monte dei Paschi di Siena |
Consap |
Consip |
ENAV |
ENEL |
ENI |
Equitalia Giustizia |
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato |
Italia Trasporto Aereo |
Leonardo |
PagoPA |
Poste Italiane |
Ram |
Sogin |
Sport e Salute |
Stretto di Messina |
Sviluppo Lavoro Italia |
|
|
Difesa Servizi |
Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste |
Unirelab |
SOCIETÀ DI II LIVELLO
Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo |
|
Bellotti |
Industria Italiana Autobus |
Infratel Italia |
Mediocredito Centrale – Banca del Mezzogiorno |
Pernigotti Holding |
|
Banca Monte dei Paschi di Siena |
|
G.Imm.Astor |
Immobiliare Novoli |
Magazzini Generali Fiduciari di Mantova |
Monte Paschi Fiduciaria |
MPS Covered Bond |
MPS Tenimenti |
Widiba |
|
ENAV |
|
Techno Sky |
|
ENEL |
|
ENEL Global Services |
ENEL Grids |
ENEL Italia |
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Nel periodo febbraio – giugno 2024 sono pervenute al Parlamento le seguenti 22 relazioni concernenti il controllo di gestione su società direttamente o indirettamente partecipate da amministrazioni centrali, presentate dalla Corte dei conti, Sezione del controllo sugli enti, ai sensi dell’articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259:
1. Simest S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 180);
2. ENEL S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 186);
3. EUR S.p.A., per l’esercizio 2021 (Doc. XV, n. 187);
4. Poste Italiane S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 188)
5. CDP S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 189);
6. Difesa Servizi S.p.A., per l’esercizio 2021 (Doc. XV, n. 190)
7. RFI S.p.A., per l’esercizio 2021 (Doc. XV, n. 192)
8. ITA S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 196);
9. ANAS S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 197);
10. PagoPA S.p.A., per l’esercizio 2021 (Doc. XV, n. 208);
11. InvImIt SGR S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 221);
12. AMCO S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 222);
13. MEFOP S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 225);
14. Giubileo S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 228);
15. Eutalia S.r.l., per l’esercizio 2021 (Doc. XV, n. 230)
16. SACE S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 231);
17. RAI S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 233);
18. ENI S.p.A, per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 237);
19. Fintecna S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 238);
20. SOGESID S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 246);
21. GSE S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 252);
22. Sport e Salute S.p.A., per l’esercizio 2022 (Doc. XV, n. 257).
Si espone di seguito la sintesi di ciascuna delle predette relazioni della Corte dei conti, direttamente consultabili attraverso l’apposito link o QR-Code.
SIMEST SPA: LA GESTIONE 2022
La SIMEST S.p.A. – Società italiana per le imprese all’estero – è una società finanziaria a partecipazione pubblica costituita ai sensi della legge 24 aprile 1990, n. 100 per lo sviluppo e promozione delle imprese italiane all’estero, con il compito di sostenere il processo di internazionalizzazione e di assistere gli imprenditori italiani nelle loro attività nei mercati stranieri. La Corte dei conti segnala innanzitutto che l’esercizio 2022 si è caratterizzato per il trasferimento del 76,005 per cento del capitale sociale di SIMEST da Servizi assicurativi del commercio estero (SACE S.p.A.) a Cassa depositi e prestiti (CDP), disposto con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale del 22 gennaio 2022. La Società è, pertanto, assoggettata al potere di direzione e coordinamento di CDP.
Nel documento la magistratura contabile ha rilevato che, in seguito all’assoggettamento di Simest alla direzione di CDP, a dicembre 2022 è stato varato il nuovo piano strategico per il triennio 2023-2025, che tiene conto anche delle linee di coordinamento e sviluppo della capogruppo stessa.
La società svolge un ruolo particolarmente significativo nell’ambito dell’attuazione delle misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), trattandosi di soggetto “intermediario” della sub-Misura M1C2, Investimento 5.1. “Rifinanziamento e ridefinizione del Fondo 394 gestito da SIMEST” di cui è titolare il MAECI. Le operazioni complessivamente deliberate dal Comitato interministeriale agevolazioni sulla misura PNRR gestita da Simest ammontano a complessivi 1.320.615.514 euro.
La Corte dei conti segnala un incremento delle unità di personale e della relativa spesa (dai 17,84 milioni del 2021 ai 19,6 del 2022), oltreché dei costi per consulenze esterne, passati da 4.408.058 a 6.791.051 euro, anche in considerazione del supporto esterno per la gestione dei picchi di operatività nell’ambito dei finanziamenti agevolati, che raggiunge l’importo di 4.771.694 euro, in aumento rispetto al dato di 3.006.911 euro del precedente esercizio. Sul punto, la Corte ribadisce la necessità di prestare la massima diligenza nel conferimento di consulenze che vanno a gravare sul bilancio societario, considerato anche l’aumento delle spese amministrative che passano da 31.767.229 euro del 2021 a 38.848.976 euro del 2022.
L’Assemblea ordinaria tenutasi il 27 giugno 2022 ha provveduto alla nomina dei nuovi organi sociali la cui durata avrà scadenza con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2024 ed ha confermato l’importo dei compensi annui lordi del presidente in 36.000 euro, dei consiglieri in 18.000 euro, oltre i rimborsi spese, e del collegio sindacale in 31.200 euro per il presidente e 22.000 euro per ciascun sindaco effettivo, oltre i rimborsi spese. Il compenso complessivo percepito dall’amministratore delegato per il 2022 ammonta a 386.615 euro.
Riguardo alla realizzazione degli obiettivi istituzionali, dalla relazione emerge che le risorse mobilitate su disponibilità dell’Ente e gestite attraverso i fondi agevolativi ammontano a 1,738 miliardi, in consistente diminuzione rispetto ai 9,338 miliardi del 2021 (- 81 per cento).
Alla data del 31 dicembre 2022, SIMEST supportava 14.958 imprese (10.170 nel 2021) per programmi di internazionalizzazione ed export in 124 nazioni.
Notevole rilevanza – nell’opinione del giudice contabile – assumono, nell’ambito delle principali attività svolte dalla società, le disposizioni normative dettate per il Fondo rotativo 394/1981 destinato alla concessione di finanziamenti a tasso agevolato alle imprese esportatrici.
Per quanto riguarda le voci del passivo patrimoniale, al 31 dicembre 2022, i “debiti per finanziamenti valutati al costo ammortizzato” ammontano a circa 215 milioni (221,2 milioni nel 2021), con una diminuzione del 2,8 per cento rispetto all’esercizio precedente.
Il patrimonio netto, al 31 dicembre 2022, ammonta a 309,6 milioni, in lieve incremento rispetto al 2021 ove si attestava a 309 milioni. Le partecipazioni al 31 dicembre 2022 raggiungono un valore complessivo di 658,1 milioni, in diminuzione rispetto ai 672 milioni in essere alla stessa data dell’anno precedente. La gestione economica dell’esercizio 2022 – segnala la Corte dei conti – mostra un utile di circa 505,3 mila euro, in netto decremento rispetto al risultato dell’esercizio precedente pari a 3,9 milioni (- 87 per cento).
Anche il risultato di gestione decresce nel biennio 2021-2022, passando da 11.429.625 euro del 2021 a 8.912.968 euro nel 2022.
Il margine di intermediazione, che rappresenta il risultato dell’attività prevalente della SIMEST, registra un incremento del 17,8 per cento, da euro 43.388.272 del 2021 a euro 51.129.233, soprattutto per effetto delle commissioni attive, pari a 35,2 milioni, in aumento del 23,6 per cento rispetto al precedente esercizio (28,5 milioni nel 2021).
Diminuiscono leggermente gli “interessi passivi e oneri assimilati” (-1,1 per cento) che da 2,089 milioni nel 2021 sono passati a 2,066 milioni nel 2022 e che si riferiscono agli interessi passivi maturati sullo scoperto di conto corrente attivato con il sistema bancario e sulle linee di credito utilizzate per sostenere i flussi finanziari degli investimenti in partecipazioni.
Il risultato del rendiconto finanziario espone un debito finanziario finale di 214.966.785 euro, peraltro in miglioramento rispetto al 2021 (-221.142.202 euro). Il dato trova corrispondenza nello stato patrimoniale (debiti per finanziamenti valutati al costo ammortizzato detratte le disponibilità liquide e mezzi equivalenti).
La liquidità totale netta generata nell’esercizio 2022, pari a 6.175.417 euro, si dimezza quasi (48,89 per cento) rispetto al dato del precedente esercizio, pari a 12.082.283 euro.
La SIMEST detiene, alla fine dell’esercizio 2022, quote di partecipazione per un valore pari a 658 milioni che eccedono il patrimonio netto, pari a 309 milioni.
In conclusione, la Corte dei conti ribadisce la considerazione già espressa in sede di precedente referto, con la raccomandazione di prestare una particolare cura nella determinazione degli accantonamenti necessari a fronteggiare i rischi connessi ad una siffatta struttura finanziaria.
ENEL SPA: LA GESTIONE 2022
Il Gruppo ENEL si colloca tra le principali aziende elettriche europee, detenendo la leadership nel mercato dell’energia elettrica in Italia e una posizione rilevante nel mercato della vendita al dettaglio di gas naturale sia in Italia che in Spagna.
Dalla relazione della magistratura contabile emerge che il Gruppo ENEL ha registrato un lieve aumento della produzione netta, legato soprattutto all’aumento della produzione termoelettrica a carbone. La quota di incidenza ENEL rispetto alla produzione elettrica netta nazionale è conseguentemente aumentata, così come la vendita complessiva di energia.
La relazione segnala che la società ha avviato da anni un percorso verso la semplificazione e il ribilanciamento degli asset in portafoglio al fine di focalizzarsi nei Paesi in cui la presenza del Gruppo copre l’intera catena del valore. Nel 2022 sono state realizzate operazioni di dismissione che hanno contribuito alla riduzione dell’indebitamento netto di Gruppo, per un valore complessivo di quasi 6 miliardi.
Nel piano strategico del Gruppo relativo al periodo 2023-2025 è stata prevista un’ulteriore razionalizzazione della struttura societaria al fine di conseguire una struttura più agile e focalizzata in sei Paesi core attraverso un piano di dismissioni del valore complessivo di circa 21 miliardi. La relazione rappresenta inoltre che ENEL ha assunto iniziative che contribuiscono allo sviluppo del PNRR coerentemente con la propria strategia, ottenendo nel corso del 2022 e 2023 contributi sia per 13 progetti relativi a smart grids (per un totale di 3.203 milioni), che per 11 progetti relativi alla resilienza delle reti (per un importo pari a 275 milioni).
Il consiglio di amministrazione è stato rinnovato il 10 maggio 2023 e resterà in carica fino all’approvazione del bilancio dell’esercizio 2025.
La relazione rileva che nel corso del 2022 il Gruppo ENEL ha gestito attività di approvvigionamento di beni, lavori e servizi per un totale di 22,7 miliardi, registrando un incremento del 14 per cento rispetto al 2021. Il valore complessivo delle consulenze assegnate nella medesima annualità dalle società italiane del Gruppo (con esclusione di quelle infra-gruppo) ammonta a circa 41,5 milioni, con una riduzione di circa 2,2 milioni rispetto al precedente esercizio.
La consistenza del personale del Gruppo ENEL si è ridotta, nel 2022, di 1.155 unità (-1,7 per cento circa) in conseguenza delle variazioni del perimetro operativo derivante da cessioni e acquisizioni societarie e del saldo positivo tra le assunzioni intervenute nel corso dell’esercizio e le cessazioni effettuate nel medesimo periodo. La relazione evidenzia poi che il costo complessivo del personale in Italia nel 2022 è calato del 25,8 per cento, principalmente per effetto della diminuzione degli “Incentivi all’esodo derivanti da accordi di ristrutturazione”.
Il piano strategico relativo al periodo 2023-2025, presentato il 22 novembre 2022, indica le nuove linee guida e gli obiettivi di crescita del Gruppo, prevedendo che la generazione da fonti rinnovabili raggiunga nel 2025 circa il 75 per cento del totale e la percentuale di digitalizzazione dei clienti di rete circa l’80 per cento.
La magistratura contabile segnala altresì che dai dati di sintesi del bilancio di esercizio 2022 di ENEL si rileva un margine operativo lordo negativo per 205 milioni con un decremento di 1.583 milioni rispetto al 2021 e un risultato operativo negativo per 1.535 milioni che, confrontato con il valore rilevato nel 2021, presenta una variazione negativa di 2.179 milioni (-338,4 per cento), un risultato netto (utile di esercizio) di 7.157 milioni, in crescita di 2.395 milioni rispetto al 2021, da ricondurre essenzialmente all’incremento dei proventi da partecipazioni e al risultato della gestione finanziaria.
Quanto alla struttura patrimoniale al termine del 2022, dalla relazione emerge un decremento dell’indebitamento finanziario netto di 3.088 milioni, come risultato di un minore indebitamento finanziario netto a lungo termine per 7.377 milioni, in parte compensato da una maggiore esposizione debitoria netta a breve termine per 4.289 milioni, nonché una crescita del patrimonio netto (+9,7 per cento), in aumento di 3.375 milioni rispetto all’esercizio 2021.
Per quanto concerne il Gruppo, i risultati economici conseguiti nel 2022 evidenziano un incremento dei ricavi (63,9 per cento) e un incremento dei costi (63,2 percento), legato prevalentemente ai maggiori approvvigionamenti dei combustibili con prezzi medi in aumento; il margine operativo lordo si attesta a 19.918 milioni (+2.685 milioni, pari al +15,6 per cento).
Secondo quanto evidenziato dalla Corte, la performance economico-finanziaria del 2022 ha dimostrato la resilienza del Gruppo anche in contesti fortemente volatili e avversi come quello che ha caratterizzato il 2022.
Le disponibilità liquide e mezzi equivalenti al 31 dicembre 2022 risultano pari a 11.041 milioni, in aumento rispetto al precedente esercizio (8.858 milioni).
La Corte ha infine rilevato la tendenza in crescita dell’indebitamento finanziario netto del Gruppo, aumentato di 8.375 milioni rispetto al 2021 (+16,2 per cento), ribadendo la necessità che vengano adottate misure per contenere il fenomeno e che i programmi di investimento della società siano improntati a criteri di prudenza, tesi a mantenere l’equilibrio patrimoniale di lungo periodo.
EUR SPA: LA GESTIONE 2021
EUR S.p.A. è un ente costituito in forma societaria, il cui oggetto sociale prevede la gestione, la valorizzazione e la massimizzazione reddituale del complesso dei beni di cui la società è titolare, nel rispetto del loro valore storico ed artistico. Nell’ambito di tali attività è compresa l’utilizzazione dei beni immobili per la promozione ovvero per l’organizzazione di iniziative nel campo congressuale espositivo, artistico, sportivo e ricreativo. Nella sua missione statutaria, EUR S.p.A. ha realizzato il Nuovo Centro Congressi (c.d. Nuvola), che ha gestito per il tramite della propria partecipata Roma Convention Group S.p.A., nei confronti della quale ha avviato un processo di revisione dei rapporti organizzativi e finanziari, definito con la fusione per incorporazione nella società capogruppo, intervenuta nel 2021.
Secondo quanto rilevato dalla Corte dei conti, la spesa per gli organi societari è rimasta sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente. Al 31 dicembre 2021 il numero dei dipendenti è pari a 132 unità, in aumento di 21 unità rispetto al 2021, con conseguente incremento del 28,62 per cento rispetto al 2021 del costo complessivo del personale (9,28 milioni). I costi delle consulenze e degli incarichi esterni, affidati dalla società nell’anno 2021, risultano in aumento rispetto all’esercizio precedente (+33 per cento dal raffronto 2020-2021) con una tendenza crescente nel periodo 2018-2021: euro 943.649 nel 2018, 1,414 milioni nel 2019, euro 1,738 milioni nel 2020, 2,305 milioni nel 2021. Sul punto, la Corte, considerato anche l’andamento incrementale dei costi per incarichi esterni e tenuto conto del notevole squilibrio di bilancio, richiama l’attenzione della società ad una attenta valutazione della necessità di ricorrere a consulenze, verificando preliminarmente l’eventuale presenza di professionalità interne.
EUR S.p.A. risulta titolare di una partecipazione di controllo in EUR Tel S.r.l, della quale detiene il 65,63 per cento del capitale sociale. Al 31 dicembre 2021, EUR S.p.A., oltre ad aver rilevato un accantonamento ad un fondo rischi per la perdita futura prevista a budget 2022 per 539.000 euro (pari al 65,63 per cento pro-quota), ha provveduto ad azzerare il valore della partecipazione in EUR Tel per perdite durevoli di valore, rilevando una svalutazione di 652.000 euro, nonché a svalutare tutti i crediti in essere nei confronti della società controllata per complessivi 810.000 euro.
I giudici contabili evidenziano poi come la situazione economica, patrimoniale e finanziaria di EUR S.p.A. mostri una serie di criticità, per cui la gestione caratteristica espone un risultato ampiamente negativo, con un aumento del deficit rispetto al 2020 di oltre il 428 per cento, passato da 7.970.025 a 42.101.332 euro. Tale risultato negativo è stato influenzato dal notevole incremento dei costi per servizi, dagli oneri diversi di gestione derivanti da fusioni per incorporazioni e dai costi del personale.
La Corte, pertanto, raccomanda un adeguamento dei piani strategici al fine di garantire per il futuro il rispetto degli obiettivi fissati dall’azionista e la salvaguardia degli equilibri di bilancio, nonché l’adozione di un piano di risanamento dei conti e di contenimento dei costi al fine di riportare in equilibrio la gestione della società.
La relazione evidenzia infine una riduzione, a chiusura dell’esercizio 2021, del patrimonio netto della società (571,71 milioni) rispetto al 2020 (-6,99 per cento).
Le disponibilità liquide, al 31 dicembre 2021, ammontano a 18,96 milioni, con una riduzione rispetto all’esercizio precedente (25,13 milioni) per effetto di un flusso monetario negativo per 18,427 milioni, mitigato dagli apporti da fusione per incorporazione di Roma Convention Group S.p.A. (12,2 milioni) ed Acquadrome S.r.l. (euro 49.577).
In conclusione, la relazione rappresenta una variazione in diminuzione dei debiti della capogruppo, tutti iscritti al valore nominale, che passano da 60,502 milioni a 53,060 milioni (-12,30 per cento).
POSTE ITALIANE SPA: LA GESTIONE 2022
Poste italiane S.p.A. è una società emittente titoli quotati sul mercato telematico azionario organizzato e gestito da Borsa italiana. È partecipata per il 29,26 per cento dal MEF, per il 35 per cento da CDP, a sua volta controllata dal MEF. La parte residua è rappresentata per il 35,38 per cento dal flottante e per lo 0,82 per cento da azioni proprie.
Nella sua relazione, la Corte dei conti riporta i compensi e le spese sostenute dalla società nell’esercizio 2022, pari a 2 milioni per gli amministratori e a 265.000 euro per il collegio sindacale, nonché il costo del lavoro, pari a 5.109 milioni, contro i 5.348 milioni del 2021.
Nel 2022 la società ha realizzato importanti investimenti industriali (751 milioni, a fronte di 708 milioni del 2021) per il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche e della rete logistica, legato alle operazioni di trasformazione a operatore logistico completo, nonché per il rinnovo della flotta con mezzi a bassa emissione, l’installazione del fotovoltaico e l’efficientamento degli immobili nell’ambito del percorso intrapreso verso la carbon neutrality entro il 2030.
La relazione riferisce inoltre che nel corso dell’esercizio 2022 il Gruppo ha posto in essere diverse iniziative di rimodulazione dell’assetto organizzativo e rafforzamento societario, che hanno coinvolto le quattro aree di business. In particolare, per quanto riguarda il settore postale e logistico, il documento riferisce che nel corso dell’anno sono state finalizzate alcune importanti operazioni societarie, tra le quali l’acquisizione di una quota di maggioranza della società Plurima S.p.A., società leader di mercato in Italia nella logistica ospedaliera e nei servizi di custodia e gestione documentale, per un corrispettivo complessivo di 135 milioni. Ulteriori acquisizioni hanno riguardato il 70 per cento della Sourcesense S.p.A. e il 70 percento del Gruppo Agile Lab, società che offrono soluzioni tecnologiche avanzate, utili per consentire al Gruppo Poste di supportare cittadini, imprese e pubblica amministrazione nel processo di digitalizzazione.
Tra gli aspetti più rilevanti che hanno caratterizzato l’area pagamenti e mobile, la Corte dei conti ha evidenziato che, nel mese di settembre 2022, PostePay S.p.A. ha perfezionato l’acquisto del 100 per cento di LIS Holding S.p.A. (insieme alla società controllata LIS Pay S.p.A., “LIS”) a fronte di un corrispettivo di 700 milioni. Inoltre, a partire dal 1° novembre 2022, si è tenuta la fusione per incorporazione in Poste italiane di PSIA S.r.l., che consentirà a Poste di detenere direttamente azioni della società quotata NEXI S.p.A.
Nell’ambito del rafforzamento dell’area dei Servizi finanziari, la relazione segnala che il 31 gennaio 2022 è stato perfezionato il mandato di gestione di portafogli avente a oggetto il trasferimento della gestione di alcuni fondi di investimento a Eurizon Capital Real Asset SGR S.p.A. (Gruppo Intesa San Paolo). Quanto ai servizi assicurativi, nell’ultimo trimestre 2022 il Gruppo Poste Vita ha promosso un’offerta pubblica di acquisto (Opa) volontaria su Net Insurance S.p.A.; tale operazione, perfezionatasi nel mese di aprile 2023, ha consentito a Net Holding (controllata da Poste Vita) di detenere una partecipazione di controllo del 97,81 per cento in Net Insurance. L’esborso netto per il Gruppo Poste per l’acquisizione della partecipazione è stato di 108,5 milioni.
Con riferimento alla struttura patrimoniale della società al 31 dicembre 2022, la Corte evidenzia un patrimonio netto di 3.808 milioni, in diminuzione di 3.226 milioni rispetto al 2021 (7.034 milioni) in relazione alla movimentazione delle riserve di fair value, e da un disavanzo della posizione finanziaria netta di 3.380 milioni, in diminuzione di 5.319 milioni rispetto al 31 dicembre 2021 (in cui presentava un avanzo di 1.939 milioni).
Poste italiane S.p.A. ha chiuso il bilancio d’esercizio 2022 con un utile netto di 847 milioni, in crescita del 6,3 per cento rispetto al 2021 (797 milioni).
Si rappresenta inoltre un aumento del 3,7 per cento dei ricavi totali (10.053 milioni, contro i 9.691 del 2021). In particolare, si segnalano una crescita del 2 per cento di quelli da mercato (2.796 milioni) legati all’erogazione dei servizi postali, nonché l’incremento dei ricavi conseguiti dai servizi BancoPosta (5.467 milioni, rispetto ai 5.123 milioni del 2021), a fronte di andamenti in flessione degli altri comparti, tra cui il risparmio postale (-107 milioni) che ha registrato minori attività di raccolta.
La relazione riporta poi i costi totali sostenuti nell’esercizio, che aumentano a 8.977 milioni (8.807 milioni nel 2021), anche in considerazione dei maggiori accantonamenti per rischi su crediti d’imposta (320 milioni), in parte compensati dalla riduzione del costo del lavoro (-248 milioni).
La dinamica dei ricavi e dei costi ha portato a un risultato operativo e di intermediazione di 1.076 milioni, a fronte degli 884 milioni relativi all’esercizio 2021. Le disponibilità liquide a fine esercizio 2022 ammontano a 2.258 milioni, di cui 1.724 milioni soggette a vincolo d’impiego.
La struttura patrimoniale del Gruppo evidenzia un patrimonio netto di 8.937 milioni; essa copre ampiamente il capitale investito netto che si attesta a 6.531 milioni.
Il Gruppo Poste italiane – riferisce in conclusione la Corte - ha chiuso l’esercizio 2022 con un utile di 1.511 milioni, in flessione del 4 per cento rispetto al 2021 (1.580 milioni), mentre aumentano a 9.598 milioni di euro (+2,4 per cento) i costi sostenuti dal Gruppo. I ricavi del Gruppo, pari a 11.889 milioni, registrano un incremento del 6 per cento rispetto al 2021.
Le disponibilità liquide a fine esercizio 2022 ammontano a 4.983 milioni, di cui 3.755 sono soggetti a vincolo d’impiego.
CDP SPA: LA GESTIONE 2022
Cassa depositi e prestiti S.p.A. (CDP), società emittente titoli quotati nei mercati regolamentati, agisce per la concessione di finanziamenti allo Stato, alle regioni, agli enti locali, agli enti pubblici e agli organismi di diritto pubblico, destinati a operazioni promosse dai medesimi soggetti, nonché a favore di soggetti aventi natura pubblica o privata dotati di soggettività giuridica, con esclusione delle persone fisiche.
Ribadendo quanto già affermato nella precedente relazione, la Corte evidenzia che per far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19, l’articolo 27 del c.d. “decreto rilancio” ha autorizzato CDP S.p.A. a costituire un patrimonio destinato, denominato “Patrimonio Rilancio”, al quale sono stati apportati taluni beni e rapporti giuridici individuati dal MEF per il sostegno al rilancio del sistema economico produttivo italiano. A partire dal bilancio di esercizio relativo al 2021, negli allegati al bilancio di CDP sono ricompresi i rendiconti annuali dei comparti del Patrimonio Rilancio (Fondo nazionale supporto temporaneo, Fondo nazionale strategico, Fondo nazionale ristrutturazioni imprese); tali comparti sono separati, autonomi, distinti a tutti gli effetti dal patrimonio degli altri comparti, nonché dal patrimonio di CDP, e riferibili a differenti modalità di intervento a supporto delle imprese.
La relazione prosegue rilevando come la società abbia proseguito il sostegno al tessuto imprenditoriale italiano (Mid Cap e Large Corporate) tramite la mobilitazione di ingenti risorse nell’anno, attraverso vari strumenti e supportando la crescita delle esportazioni. Ha, altresì, continuato a fornire il proprio supporto alle Amministrazioni pubbliche centrali e regionali nella gestione delle diverse fasi dei bandi che regolano l’assegnazione di fondi pubblici, ampliando il perimetro dei mandati gestiti, con un incremento delle risorse oggetto di tali mandati pari a circa 1,4 miliardi di euro rispetto al 2021.
La società ha inoltre assicurato continuità alle operazioni di concessione di credito verso enti locali, regioni e province autonome (oltre a enti pubblici e organismi di diritto pubblico), perfezionando oltre 2.000 prestiti per un volume complessivo di circa 4,1 miliardi di euro.
Quanto ai risultati economico finanziari, la magistratura contabile segnala l’incremento dell’1,7 percento del patrimonio netto della società (passato da 25,3 miliardi nel 2021 a 25,7 miliardi nel 2022), grazie alla quota di utile maturata nell’esercizio e non distribuita agli azionisti, che ha compensato la riduzione delle riserve da valutazione. Anche l’utile netto risulta aumentato a 2,5 miliardi a fronte dei 2,4 miliardi del 2021, in cui si evidenziavano maggiori plusvalenze per cessioni di titoli in portafoglio, pari a circa 430 milioni.
Il margine di interesse, pari a 1.693 milioni di euro, risulta in diminuzione rispetto al 2021 di 84 milioni, principalmente per l’appiattimento della curva dei tassi.
Nell’esercizio 2022 si è registrata una variazione positiva della liquidità netta pari a 2 miliardi (2,2 miliardi nel 2021). La cassa e la liquidità a fine esercizio ammontano a 159.517.539.496 euro.
In riferimento alla spesa per il personale di CDP S.p.A., si segnala un aumento del 14 per cento, sostanzialmente dovuto alla crescita della dotazione aziendale, in linea con gli obiettivi del piano strategico.
Con riferimento ai dati economico-finanziari del Gruppo, il patrimonio netto consolidato è passato – secondo quanto riportato dalla relazione - da 35.442 milioni nel 2021 a 39.739 milioni nel 2022. Sempre a livello di Gruppo si registra poi un aumento dell’utile netto da 5.324 milioni del 2021 a 6.802 milioni, riferibile principalmente all’apporto delle società (Poste italiane S.p.A. ed ENI S.p.A., in particolare) valutate con il metodo del patrimonio netto.
La cassa e la liquidità netta ammontano a fine esercizio a 163.353 milioni di euro, in diminuzione di 30,7 miliardi di euro per effetto dell’uscita dal perimetro di consolidamento del gruppo SACE.
La relazione ricorda poi come nel 2021 sia stato approvato il Piano Strategico 2022-2024 che ha individuato per il triennio tre pilastri trasformativi che incidono in modo trasversale sull’attività del Gruppo CDP: analisi settoriale e valutazione d’impatto, centrata sull’adozione di specifiche politiche di finanziamento e investimento (“policy”); advisory e gestione di fondi pubblici, nazionali ed europei, soprattutto a beneficio della pubblica amministrazione, per facilitare l’impiego delle risorse e con l’intento di orientare gli investimenti verso progetti di qualità; strumenti finanziari a disposizione di imprese e pubbliche amministrazioni in qualità di istituto di promozione e sviluppo.
In tale quadro, la Corte evidenzia come siano in linea con gli indirizzi del Piano Strategico anche le azioni di advisory svolte in materia di PNRR, fra cui l’accordo quadro sottoscritto a fine 2021 con il MEF che ha consentito a CDP di stipulare al 31 dicembre 2022 14 piani di attività con Ministeri e Amministrazioni centrali per il supporto nella realizzazione degli investimenti del PNRR. Il supporto di CDP, in termini di advisory, riguarda l’implementazione di 50 misure per un controvalore di circa 60 miliardi.
La relazione segnala, infine, che il Gruppo CDP sta contribuendo sia al monitoraggio dello stato di avanzamento del PNRR e alla produzione della relativa reportistica di sintesi, sia all’implementazione diretta e indiretta di undici iniziative relative al PNRR che hanno già prodotto alcuni risultati concreti, come ad esempio la realizzazione del Polo Strategico Nazionale (PSN), infrastruttura per l’erogazione dei servizi cloud destinati alla PA.
DIFESA SERVIZI SPA: LA GESTIONE 2021
La Difesa Servizi S.p.A., interamente partecipata dal Ministero della difesa, è stata costituita ai sensi dell’articolo 535, comma 1, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 e svolge la sua attività in favore del Ministero della difesa quale società in house, provvedendo, in qualità di concessionario o mandatario, alla gestione economica di beni, anche immateriali, e servizi derivanti dalle attività istituzionali dell’amministrazione, nonché all’acquisto di beni e servizi occorrenti per lo svolgimento dei compiti istituzionali dell’amministrazione medesima.
La relazione della Corte dei conti segnala anzitutto che l’area di intervento della società è stato inciso dal decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77 e dal decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, in virtù dei quali è stato previsto che la Presidenza del Consiglio dei ministri possa avvalersi della società Difesa Servizi S.p.A. quale centrale di committenza, per l’espletamento delle procedure di gara relative all’infrastruttura ad alta affidabilità per la razionalizzazione e il consolidamento dei Centri per l’elaborazione delle informazioni (CED), di cui all’articolo 33-septies, comma 1, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179.
Sul piano dell’assetto interno, la magistratura contabile segnala il nuovo statuto, deliberato dal Ministero della difesa il 20 dicembre 2021, ed approvato dal MEF il 28 gennaio 2022 che, tra le modifiche più rilevanti, prevede che la società debba impiegare oltre l’80 per cento del fatturato nello svolgimento dei compiti alla stessa affidati dal Ministero vigilante. La produzione ulteriore rispetto al suddetto limite è consentita solo a condizione che la stessa permetta di conseguire economie di scala o altri recuperi di efficienza sul complesso dell’attività principale della società.
Gli organi societari – i cui compensi sono rimasti complessivamente invariati nel corso dell’esercizio – sono l’Assemblea, il consiglio di amministrazione, composto da 5 membri, tratti anche tra gli appartenenti alle Forze armate in servizio permanente e il collegio sindacale, con tre membri effettivi e due supplenti.
La relazione segnala inoltre che non sembra aver trovato soluzione la questione circa l’applicabilità alla società delle disposizioni sul contenimento della spesa di cui all’articolo 11, comma 7, del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 (TUSP), che richiama l’articolo 4, comma 4, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, non rinvenendosi ragioni per l’inapplicabilità alla società della suddetta disposizione.
La Corte, nel richiamare la peculiare fisionomia della società anche sotto il profilo del trattamento economico accessorio del personale, segnala l’opportunità di ulteriormente sviluppare i raccordi con l’Organismo indipendente di valutazione della performance del Ministro della Difesa, cui sono assegnati la vigilanza e il controllo strategico sulla società stessa, onde consentire un virtuoso processo propulsivo e premiale, in grado di maggiormente incidere sulla gestione del personale in coerenza con l’assetto funzionale.
Per quanto concerne i dati contabili, la relazione evidenzia che il patrimonio netto – pari a circa 12,5 milioni (rispetto a 11 milioni del 2020) - è costituito dal capitale sociale per 1 milione di euro, al quale va aggiunto l’utile di esercizio di circa 3 milioni e le riserve, per circa 8,4 milioni (contro i 6,6 milioni del 2020).
I risultati economici positivi sono imputabili principalmente alle convenzioni che la società ha stipulato con lo Stato maggiore della difesa, con le articolazioni delle tre Forze armate, con il Comando generale dell’Arma dei carabinieri, con il Segretariato generale della difesa e con l’Agenzia industrie difesa. Peraltro, la magistratura contabile segnala che persiste la circostanza che larga parte dei costi operativi (immobili, mezzi strumentali, personale) è sostenuta direttamente dal Ministero della difesa.
La Corte rileva poi un aumento del valore della produzione del 33 per cento rispetto al 2020 (da circa 54,3 milioni nel 2020 a circa 71,1 milioni nel 2021), mentre tra i ricavi contabilizzati nelle vendite e prestazioni, segnala il forte incremento della voce “formazione/addestramento”, che contribuisce per circa il 60 per cento con 40 milioni (12,3 milioni in più rispetto al 2020). Emerge altresì l’aumento da circa 48,9 milioni a circa 66,7 milioni dei costi della produzione (+ 36 per cento rispetto al 2020). Tra questi ultimi incide il valore della retrocessione, che nel bilancio rappresenta contabilmente un costo della produzione, e costituisce il motivo primario della costituzione della società stessa, essendo il valore che Difesa Servizi restituisce alle Forze armate per la valorizzazione degli asset disponibili, generando nuovo fatturato.
Per il 2021 la somma retrocessa alla Difesa è pari a circa 59 milioni di euro - anch’essa in aumento rispetto all’esercizio precedente, pari a circa 46,3 milioni - a cui vanno aggiunti 6,2 milioni di euro, derivanti dagli asset per i quali Difesa Servizi sviluppa una semplice attività di tesoreria. Si rileva pertanto che, in termini patrimoniali, ricomprendendo anche i valori di retrocessione derivanti dalla Tesoreria, le somme complessivamente versate ammontano circa a 65 milioni di euro (con un incremento del 40 per cento circa rispetto al 2020).
La magistratura contabile rappresenta che nonostante una maggiore velocità delle procedure di individuazione dei pagamenti da effettuare, la complessità del meccanismo della retrocessione ha determinato, come emerge dal rendiconto finanziario, un ulteriore aumento delle disponibilità liquide, già passate da circa 67,4 milioni a fine 2019 a 102,5 milioni a fine 2021. A tal riguardo la Corte ribadisce l’esigenza di snellimento di dette procedure attraverso lo sviluppo di ulteriori iniziative intese a rendere maggiormente efficace l’apporto della società invertendo il trend che ha portato ad una consistente formazione di giacenze di cassa.
L’utile d’esercizio a disposizione dell’azionista, al netto delle imposte, è risultato pari a circa 3 milioni di euro, a fronte di circa 3,3 milioni del 2020. Tale utile è destinato a riserva straordinaria, avendo la riserva legale raggiunto già il limite di legge.
RFI SPA: LA GESTIONE 2021
Rete ferroviaria italiana (RFI) S.p.A. è una società interamente partecipata dalla Ferrovie dello Stato italiane S.p.A. holding (FS), che gestisce l’infrastruttura ferroviaria nazionale in virtù della concessione sessantennale di cui al decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione n. 138/T del 2000.
Nell’ambito del nuovo assetto di governance del Gruppo FS (organizzato in quattro Poli) a partire dal 1° giugno 2022 RFI è capogruppo di settore del Polo Infrastrutture e svolge un ruolo primario nell’attuazione degli interventi previsti dal PNRR.
Secondo quanto emerge dalla relazione, al 30 giugno 2023, RFI risultava destinataria, quale soggetto attuatore, di 24,30 miliardi di euro per 159 interventi.
La relazione rileva che nel 2021 i compensi annui per gli amministratori sono ammontati a 771.000 euro, compresa la retribuzione per il direttore generale, mentre quelli per i sindaci a 83.000 euro. Quanto alla consistenza del personale, segnala un aumento – al 31 dicembre 2021- delle unità totali (27.892 a fronte dei 26.395 nel 2020), di cui 262 dirigenti e 27.630 tra addetti e quadri.
Si registra inoltre un aumento del costo per personale da 1,37 miliardi a 1,54 miliardi.
Quanto ai risultati contabili, nel 2021 il patrimonio netto è pari a 33,93 miliardi, con un incremento di 269,7 milioni rispetto al 2020 (33,66 miliardi).
Il conto economico nel 2021 registra un risultato netto positivo di 274,65 milioni, presentando un incremento di 236,39 milioni rispetto al 2020, anno caratterizzato dalle conseguenze economiche negative della pandemia, che aveva comportato anche un sostanziale blocco della circolazione ferroviaria e delle attività lavorative in genere. La Corte osserva, inoltre, che nel 2021 i flussi di cassa hanno generato liquidità per 458,9 milioni determinando, a fine esercizio, disponibilità liquide per 859,8 milioni.
La relazione rammenta poi che i rapporti tra concessionario della rete (RFI) e concedente (MIT) sono regolati da uno o più contratti di programma, secondo la disciplina recata dal decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112 e dalla legge 14 luglio 1993, n. 238.
Con delibere nn. 24 e 25 del 2 agosto 2022 il CIPESS ha espresso parere favorevole sui nuovi contratti di programma, parte servizi (CdP-S) e parte investimenti (CdP-I), 2022-2026, poi sottoscritti da RFI con il Ministero nel dicembre 2022.
Con riguardo alla parte investimenti, la Corte evidenzia che le risorse finanziarie contrattualizzate ammontano a circa 13 miliardi, mentre con riguardo ai servizi l’ammontare dei fabbisogni annui del ciclo programmatico si attesta ad un totale di 3,36 miliardi, di cui 1,1 miliardi per ciascun anno del periodo 2022-2026 per le attività in conto esercizio e 2,2 miliardi per ciascun anno del periodo 2022-2026 per le attività in conto capitale di manutenzione straordinaria.
Con riferimento alle risorse finanziarie disponibili, il CdP-S prevede una programmazione delle attività nel medio periodo (per 5,1 miliardi nel periodo 2022-2027 in conto investimenti, e risorse per circa 1 miliardo all’anno per il triennio 2022-2024 in conto esercizio). In base agli obblighi contrattuali, RFI ha trasmesso al MIT e al MEF nel luglio 2023 la prevista relazione sullo stato di attuazione dei programmi e dei progetti di investimento di cui al CdP-I.
Il 6 marzo 2023 il Cda ha approvato il piano di impresa societario 2023-2032, rientrante nel più ampio piano decennale di Gruppo.
ITA SPA: LA GESTIONE 2022
La società Italia Trasporto Aereo S.p.A. (ITA Airways) è stata costituita con decreto interministeriale 9 ottobre 2020, in attuazione dell’articolo 79 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 con un capitale sociale iniziale di 20 milioni, interamente sottoscritto e versato dal MEF, con previsione di un apporto complessivo sino a 3 miliardi da versarsi in più fasi, anche mediante successivi aumenti di capitale.
Per approfondimenti sugli ultimi sviluppi del processo di alienazione di una quota di partecipazione statale in ITA S.p.A., si rinvia al par. 1.4.
Nella sua relazione, la Corte dei conti segnala che nel corso del 2022, al netto dell’impatto derivante da alcuni fattori esogeni, quali, ad esempio, l’aumento del costo del carburante, il mutamento dello scenario macroeconomico conseguente al conflitto russo-ucraino, nonché la debolezza della domanda per le residue restrizioni legate alla pandemia da Covid-19, ITA ha implementato il piano industriale e operato circa 97.400 voli di linea, trasportando circa 10,1 milioni di passeggeri (6,2 milioni sulla rete nazionale, 3 milioni sulla rete internazionale e 0,9 milioni su quella intercontinentale).
La società ha così ottenuto un incremento sulla quota di mercato pari ad 8 punti percentuali fra marzo e settembre e ha implementato notevolmente anche il network della compagnia nel lungo raggio.
La relazione rileva che il load factor (percentuale di riempimento di voli) si è attestato al 73,3 per cento, con punte, nella fase post-pandemica (giugno/dicembre 2022), pari al 78,7 per cento, mentre il totale dei ricavi del traffico si è attestato a 1.487,464 milioni (1.272,158 milioni circa riferibili al traffico passeggeri, 88,181 milioni per il settore cargo, 4,277 milioni per il servizio posta, 65,789 milioni riferibili ad altri proventi derivanti da voli charter e 51,074 milioni di altri ricavi operativi).
I costi operativi, pari a 2.127,795 milioni, sono riferibili principalmente ai costi per servizi (949,198 milioni), ai costi per consumi di materie prime e materiali di consumo (644,375 milioni) e ad ammortamenti e svalutazioni (251,664 milioni).
L’esercizio si è chiuso con un risultato operativo negativo (EBIT) pari a -589.257.379 milioni, un patrimonio netto di 524.059.921 euro, una perdita economica di 486.185.467 euro (che è stata riportata a nuovo) ed una posizione finanziaria netta di 418.289.097 euro.
A distanza di quasi cinque mesi dall’inizio dell’attività operativa ed in vista dell’avvio delle trattative per la scelta del partner strategico, il 31 gennaio 2022 il consiglio di amministrazione ha aggiornato il piano industriale estendendone la durata al quinquennio 2022-2026, successivamente prorogato al 2027 (seduta del 28 marzo 2023).
La relazione rappresenta poi che con DPCM 11 febbraio 2022 è stata disposta l’apertura del capitale sociale di ITA, da realizzare, anche in più fasi, attraverso il ricorso, singolo o congiunto, a una offerta pubblica di vendita e a una trattativa diretta, al fine di favorire la conclusione di partnership e integrazioni per potenziare l’attività della società e le sue prospettive industriali e occupazionali. La procedura competitiva, segnala la Corte, si è protratta senza giungere a soluzione per l’intero anno, al termine del quale, con DPCM 22 dicembre 2022, dopo la dichiarazione di conclusione della procedura indetta col precedente provvedimento, è stata confermata la necessità di procedere alla dismissione della partecipazione del MEF in ITA Airways, rivedendone integralmente le modalità.
A seguito del completamento delle attività propedeutiche all’ingresso in ITA del futuro partner (Lufthansa) e della firma del relativo accordo, il 30 novembre 2023 le due società hanno notificato l’operazione alla direzione generale “Concorrenza” della Commissione europea. Per una disamina delle più recenti novità intervenute sul punto si rinvia nuovamente al par. 1.4.
In merito all’assetto della governance relativo al 2022, la relazione evidenzia che a causa di una persistente contrapposizione tra il presidente esecutivo e la maggioranza dei consiglieri non esecutivi su alcuni rilevanti temi di gestione aziendale - che ha determinato le dimissioni di taluni consiglieri - si è pervenuti, ad iniziativa del MEF e previa modifica statutaria, ad un nuovo assetto del governo societario, per ciò che concerne sia il numero dei componenti dell’organo amministrativo, sia, parzialmente, le persone chiamate a rivestire l’incarico. In particolare, l’8 novembre 2022 l’Assemblea dei soci ha stabilito la revoca del presidente (anche dall’incarico di componente del consiglio di amministrazione), per il venir meno del rapporto di fiducia dell’azionista e il 16 novembre 2022 ha nominato un nuovo consiglio di amministrazione composto di cinque membri, indicando tra quelli di recente nomina il nuovo presidente della società.
Nella seduta dell’assemblea del 20 luglio 2023 i soci hanno quindi nominato, fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025, un consiglio di amministrazione composto da tre componenti, tra i quali il presidente e due consiglieri. È stato nominato anche un collegio sindacale composto da 3 componenti e destinato a rimanere in carica fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025.
Il nuovo consiglio di amministrazione si è quindi ridotto da cinque a tre consiglieri, mentre è stata confermata la composizione del collegio sindacale. Sul punto, conclude la relazione, ITA ha spiegato che la decisione di nominare un consiglio di tre componenti è coerente con gli accordi intercorsi tra il MEF e Lufthansa, in base ai quali, per effetto della sottoscrizione di un aumento di capitale a lei riservato, la compagnia tedesca entrerà nell’azionariato ed esprimerà altri due consiglieri, di cui uno con il ruolo di amministratore delegato.
ANAS SPA: LA GESTIONE 2022
ANAS S.p.A., è una società controllata da FS S.p.A. che emette strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati.
In via preliminare si segnala che il perimetro di attività della società è stato recentemente inciso dalla costituzione della società “Autostrade dello Stato S.p.A.”, disposta con DPCM 9 aprile 2024 ai sensi di quanto in precedenza previsto dal decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, che ha autorizzato, per l’esercizio dell’attività di gestione delle autostrade statali in regime di concessione mediante affidamenti in house, la costituzione di una nuova società, interamente controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze e soggetta al controllo analogo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Per gli approfondimenti sul punto si rinvia al par. 1.6.
La relazione della Corte dei conti riferisce che nell’esercizio 2022 la produzione complessiva, che comprende il valore degli investimenti realizzati e contabilizzati, è stata pari a 2,2 miliardi di euro, il 18 per cento in più rispetto all’anno precedente.
La manutenzione programmata ha raggiunto un valore di oltre 1,3 miliardi di euro con un aumento dell’11 per cento sul 2021 e, gli investimenti in nuove opere, (0,9 miliardi), mostrano un aumento rispetto all’anno precedente del 30 per cento.
Al 31 dicembre 2022 la consistenza numerica del personale ammontava a 7.236 unità ed il costo complessivo del personale è stato pari a 473,22 milioni, il 3,6 per cento in più rispetto al 2021.
La Corte precisa inoltre che nel corso del 2022 sono stati pubblicati bandi di gara per appalti di lavori, forniture e servizi per un totale a base d’appalto di 4,2 miliardi; rispetto al 2021 si registra un incremento dell’importo bandito (+2,0 miliardi) a fronte di un decremento dell’importo aggiudicato (-2,0 miliardi) e stipulato (-1 miliardo).
Durante l’esercizio considerato l’importo complessivo dei lavori in corso relativi a nuove infrastrutture stradali è pari a 5,56 miliardi, mentre quello dei lavori avviati ed ultimati si è attestato a 477 milioni e 216 milioni. I lavori di manutenzione ricorrente e programmata, invece, sono ammontati, rispettivamente a 125 milioni e 741 milioni.
La relazione passa quindi ad illustrare l’assetto relativo alle società direttamente o indirettamente controllate da ANAS al 31 dicembre 2022, nonché alle altre società partecipate non in regime di controllo. Tra queste, la Corte cita la società Stretto di Messina - che, al 1° aprile 2023, non risulta più in stato di liquidazione a seguito della revoca disposta dall’articolo 1, comma 491 della Legge di bilancio per il 2022, per la ripresa delle attività per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria – rilevando come la valorizzazione nel bilancio 2022 della partecipazione di ANAS nella medesima società risulti connotata da criticità e necessiti pertanto di attento monitoraggio per le possibili ripercussioni sul bilancio 2023.
Quanto ai dati contabili, la relazione riferisce che il patrimonio netto ammonta a 2.449.477.299 di euro, in aumento rispetto all’esercizio precedente di euro 8.009.495. Segnala poi che nel 2022 si è registrato un decremento delle disponibilità liquide per 167,76 milioni, raggiungendo un valore di 220.500.368 euro.
Il conto economico si è chiuso con un utile di 4,8 milioni, destinato per 0,24 milioni a riserva legale e per euro 4,59 milioni al MEF, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 49, comma 11, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50.
La Corte evidenzia inoltre che la gestione operativa mostra un aumento del saldo rispetto all’anno precedente, che, pur restando positivo per euro 203,46 milioni, risulta eroso dagli ammortamenti e svalutazioni per un valore netto di - 204,27 milioni, facendo registrare un Ebit negativo di 0,81 milioni. A tale risultato operativo si aggiunge una gestione finanziaria positiva pari a euro 5,63 milioni.
Quanto alla rappresentazione della concessione ANAS–MIT nel bilancio societario, la relazione segnala come essa presenti nel 2022 un valore contabile pari a 993,75 milioni.
PAGOPA SPA: LA GESTIONE 2021
PagoPA S.p.A. è una società partecipata interamente dal MEF, costituita il 24 luglio 2019 per promuovere l’innovazione digitale e per favorire la diffusione dei pagamenti cashless, tramite lo sviluppo di infrastrutture e soluzioni avanzate al servizio del Paese. In particolare, si ricordano lo sviluppo, la gestione e la diffusione della piattaforma PagoPA, lo sviluppo sull’app IO (punto di accesso unico per i servizi digitali della pubblica amministrazione), nonché lo sviluppo e la gestione della piattaforma digitale per le notifiche ai sensi dell’articolo 1, comma 402, della legge 27 dicembre 2019, n. 160.
Quanto all’organico della società, la relazione segnala che al 31 dicembre 2021 lo stesso constava di 169 dipendenti (per un costo complessivo pari a 9,99 milioni, a fronte dei 4,38 milioni del 2020). Nel 2021, infatti, sono state assunte 110 risorse, di cui il 99 per cento a tempo indeterminato e l’1 per cento a tempo determinato, e con età media di 36,25 anni, un incremento correlato principalmente allo sviluppo delle attività e dei progetti che hanno portato la PagoPA alla piena operatività.
Il patrimonio netto è pari a 4,04 milioni (1,054 milioni nel 2020) ed è costituito dal capitale sociale di 1 milione, interamente versato, dall’utile d’esercizio, pari ad 2,98 milioni, e per la parte residua dagli utili portati a nuovo. Stante la natura di start up – evidenzia la relazione - PagoPA ha mantenuto il trend in crescita dell’attivo dello stato patrimoniale, passato da 21,81 milioni nel 2020, a 35,19 milioni a fine 2021.
L’esercizio 2021 ha chiuso con un utile pari a 2,98 milioni, con una variazione in aumento di 2,95 milioni rispetto all’esercizio 2020.
La Corte illustra altresì il valore della produzione, pari a 31,16 milioni, di cui i ricavi delle vendite e delle prestazioni di servizi si riferiscono principalmente a corrispettivi provenienti dai prestatori dei servizi di pagamento della piattaforma PagoPA relativi alle commissioni per l’utilizzo dei servizi della piattaforma stessa.
La relazione prosegue indicando i costi della produzione (26,86 milioni, a fronte dei 13,06 milioni nel 2020), nonché la differenza tra ricavi e costi, pari a 4,3 milioni.
Il costo per i servizi sostenuti per l’attività produttiva e le spese di gestione della società ha registrato un sensibile aumento (da 7,05 milioni nel 2020 a 12,76 milioni nel 2021), riferibile prevalentemente all’incremento dei volumi di attività e della complessità gestita per l’ampliamento dei prodotti e dei servizi offerti, nonché dell’organico aziendale.
Con riferimento al rendiconto finanziario, conclude infine la Corte, le disponibilità monetarie nette iniziali, pari a 14,42 milioni, sono passate a 11,73 milioni a fine 2021, con un decremento di 2,69 milioni, per effetto dell’estinzione del debito verso la Presidenza del Consiglio dei ministri (per 1 milione) e dell’anticipo del flusso finanziario relativo al PNRR.
INVIMIT SGR SPA: LA GESTIONE 2022
Investimenti Immobiliari Italiani Società di gestione del risparmio S.p.A. è una società costituita con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 19 marzo 2013, ai sensi dell’articolo 33, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, per la prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio attraverso la promozione e gestione di fondi comuni di investimento immobiliare di propria o altrui istituzione, nonché per la gestione di fondi immobiliari per la valorizzazione, trasformazione, gestione e dismissione del patrimonio immobiliare di proprietà dello Stato, delle regioni e degli enti locali.
Il capitale sociale, pari a 5,7 milioni di euro, è detenuto interamente dal Ministero dell’economia e delle finanze, che esercita i diritti dell’azionista.
La Corte dei conti rileva che nel 2022 la spesa per gli organi societari, pari a 498.446 euro, è risultata sostanzialmente stabile rispetto al precedente esercizio (508.203 euro). Per quanto riguarda il personale la relazione evidenzia un incremento di cinque unità (per un totale di 47 risorse in servizio), con conseguente incremento dell’11, 8 per cento del relativo costo globale (pari a 426.036 euro).
La relazione segnala altresì che le spese sostenute per compensi professionali e di lavoro autonomo, pari a 1.105.411 euro, segnano un aumento del 36,9 per cento rispetto al 2021, legato alle necessità di adeguamento delle strutture di supporto alle funzioni di controllo, alla implementazione del sistema contabile e a consulenze strategiche.
Il valore complessivo lordo (AUM) dei fondi gestiti dalla società ammonta a 2.330 milioni di euro, ripartiti tra un fondo di gestione di altri fondi comuni di investimento immobiliare (fondo I3-Core, con un asset di circa euro 621,2 milioni) e diversi fondi a gestione diretta. Tra questi ultimi, nel corso dell’esercizio 2022, è stato istituito un ulteriore comparto del fondo i3- Sviluppo Italia, denominato ‘Invitalia’, mediante l’apporto di 7 strutture alberghiere per un valore di 94 milioni. Sottolinea ancora la relazione che dal 1° gennaio 2023, la società è subentrata nella gestione del fondo “Mefin” (già Neopolis), con un patrimonio di circa 300 milioni, locato in prevalenza alla pubblica amministrazione.
La magistratura contabile riporta quindi i risultati del bilancio 2022, evidenziando un patrimonio netto pari a 17.634.731 euro, in aumento di quasi il 12 per cento rispetto al precedente esercizio, nonché un utile di esercizio che è passato da 2.611.769 euro a 1.868.946 euro, con un incremento del margine di intermediazione (da 9.120.566 euro a 9.274.022 euro) e dei costi di struttura (da 5.240.433 euro a 6.190.022 euro). Il 5 per cento dell’utile d’esercizio è stato destinato a riserva legale e per 1.775.499 euro a utili a nuovo.
La Corte riporta infine che i ricavi da commissioni di gestione, pari a 9.241.903 euro, sono aumentati dell’1,13 per cento rispetto al 2021, principalmente in virtù dei flussi del nuovo comparto Invitalia. Il rendiconto finanziario inoltre evidenzia un decremento delle disponibilità liquide a fine esercizio da euro 14.616.309 ad euro 1.255.027, essenzialmente determinato dall’impiego delle disponibilità liquide in contratti di deposito vincolato a breve termine (time deposit), per un valore di 15,5 milioni, reso possibile dalle mutate condizioni di mercato.
AMCO SPA: LA GESTIONE 2022
AMCO – Asset Management Company S.p.A. è stata acquisita nel 2017 dal MEF, nel quadro del piano di risoluzione della crisi finanziaria degli istituti di credito Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza; alla società (all’epoca denominata S.G.A. – società di gestione di attività), in particolare, è stata affidata ex lege la gestione di un rilevante compendio di crediti deteriorati di tali banche – dei quali è stato previsto il conferimento in distinti patrimoni separati - allo scopo di promuovere ogni utile azione per il recupero delle pertinenti esposizioni. Successivamente, è stato progressivamente ampliato il perimetro di attività della società, attraverso alcune modifiche statutarie, che ne hanno consentito l’accesso ad ulteriori strumenti di intervento sul mercato delle “non performing exposures”, consolidandone l’operatività al di là dei portafogli provenienti dalle ex banche venete.
Secondo quanto riportato nella relazione della Corte dei conti, l’esercizio 2022 ha segnato per AMCO S.p.A. il ritorno ad un risultato di bilancio positivo, dopo il forte impatto finanziario negativo assorbito nel 2021, conseguente alla rivalutazione delle posizioni facenti parte del compendio acquisito dalla banca Monte dei Paschi di Siena (MPS). I giudici contabili rilevano inoltre una contrazione molto consistente rispetto alla precedente annualità (da 477 milioni del 2021 a 63 milioni del 2022) della voce relativa alle “rettifiche/riprese di valore sui crediti verso la clientela”, incisa in maniera rilevante dalla revisione della valutazione del portafoglio MPS.
Con riferimento agli organi societari, la relazione richiama la scadenza del mandato triennale del consiglio di amministrazione in concomitanza con l’approvazione del bilancio 2022 e la contestuale nomina della nuova compagine, ampliata da tre a cinque membri (assemblea del 20 giugno 2023).
Nel documento è evidenziato altresì l’incremento della dotazione di personale, con l’assunzione di 32 nuove risorse, per un totale di 373 dipendenti, rispetto alle 342 unità riportate in chiusura dell’esercizio 2021, e il conseguente aumento della corrispondente voce di spesa per salari e stipendi (26,8 milioni rispetto ai 26,1 milioni registrati nel 2021).
Per quanto concerne i dati della gestione nell’esercizio 2022 la Corte ha registrato un andamento complessivamente positivo sia sul fronte degli incassi (aumentati del 12,7 per cento), sia su quello delle masse gestite (35,1 miliardi), in aumento di 2,6 miliardi rispetto alla precedente annualità. A tal proposito, rileva che sono state confermate anche per il 2022 le linee evolutive del piano industriale (aggiornate e riviste nel 2021) per effetto, da un lato, della crisi pandemica, che ha portato a rimodulare il budget 2021 e ad aggiornare gli scenari inerziali di sviluppo del conto economico e, dall’altro, della rielaborazione dei criteri di classificazione dei crediti effettuata con l’acquisto del portafoglio MPS, che ha comportato la revisione dell’andamento prospettico dei ricavi, nell’orizzonte temporale 2020-2025.
La Corte rammenta inoltre che nel 2022 AMCO S.p.A. è stata sottoposta ad una verifica ispettiva da parte della Banca d’Italia che ha rilevato “carenze nell’organizzazione e nei controlli interni con riflessi sul processo del credito” per le quali ha disposto l’irrogazione di una sanzione pecuniaria (provvedimento n. 226 del 23 luglio 2023).
Per quanto concerne gli aspetti contabili e finanziari, la relazione riferisce che l’esercizio 2022 presenta un risultato economico positivo pari a 38,3 milioni, con una persistente crescita degli interessi attivi (+37,9 per cento); risulta in contrazione, invece, la voce interessi passivi (-5,8 per cento), riferita prevalentemente agli oneri relativi ai prestiti obbligazionari senior unsecured, emessi dalla società, pari a 72,2 milioni.
Si registra poi un aumento dei costi operativi, anche se in termini marcatamente inferiori all’esercizio 2021 (che aveva registrato +92 per cento), nella misura di 5,6 punti percentuali (150 milioni nel 2022, a fronte di 142 milioni). Anche il saldo costi-ricavi risulta positivo, attestandosi a 57,2 milioni, laddove nel 2021 si era registrato un risultato negativo di 441,8 milioni. La Corte conferma altresì la perdurante variazione incrementale (+12,5 per cento) delle spese amministrative, che si attestano a 143 milioni (127 milioni nel 2021), dato che connota significativamente il bilancio della società, in quanto legato all’evoluzione ed implementazione delle sue attività.
Per quanto concerne le componenti patrimoniali, la consistenza dell’attivo, nell’esercizio 2022, risulta pari a circa 6,6 miliardi, in incremento rispetto all’esercizio 2021 di 7,5 punti percentuali.
Con riferimento al passivo, nel 2022, viene in rilievo l’aumento delle passività finanziarie valutate al costo ammortizzato, pari al 14,1 per cento, per un importo di 4,1 miliardi (contro i 3,6 miliardi del 2021), riferibile principalmente ai prestiti obbligazionari senior unsecured emessi dalla società e quotati sulla Borsa del Lussemburgo. Il valore del capitale societario, pari a 655 milioni, rimane invece invariato. La consistenza della voce complessiva del patrimonio netto si attesta a 2.374.147.570 euro, a fronte dei 2.394.010.320 euro registrati nel 2021.
La relazione segnala inoltre che il risultato complessivo delle disponibilità liquide a fine esercizio evidenzia una consistente riduzione, per un importo pari a 39.442.023 euro rispetto al 2021 (151.795.953 euro).
Quanto ai risultati dell’attività di gestione e di recupero crediti, la Corte riferisce che nel 2022 si è registrata una crescita complessiva degli incassi e dei portafogli in gestione. Con specifico riferimento ai compendi delle ex banche venete, tuttavia, i flussi di cassa retrocessi da AMCO risultano in flessione rispetto al 2021, per un ammontare di 588 milioni, dei quali 293 milioni relativi al Gruppo Vicenza e 295 milioni attinenti al Gruppo Veneto Banca. Viceversa, i dati gestionali sono stati migliori di quelli registrati nel 2021, con incassi per 671 milioni a fronte di 665 milioni.
La Corte conclude evidenziando l’andamento complessivamente positivo delle attività di AMCO nell’esercizio 2022, nonché l’impegno degli organi societari e dei vertici operativi per il rafforzamento della struttura organizzativa e l’aggiornamento degli strumenti regolamentari.
MEFOP SPA: LA GESTIONE 2022
La Società per lo sviluppo del mercato dei fondi pensione – Mefop S.p.A., costituita nel 1999 dal Mediocredito centrale S.p.A., è controllata dal MEF e svolge attività di formazione, studio, assistenza e promozione, in materie attinenti alla previdenza complementare, al fine di favorire lo sviluppo dei fondi pensione. Negli anni più recenti, il mercato di riferimento per l’offerta dei servizi della società si è esteso anche agli altri operatori del welfare integrato (in particolare, casse di previdenza e fondi sanitari).
Con riferimento ai risultati di bilancio 2022, dalla relazione emerge che il conto economico chiude con un utile d’esercizio di 711.386 euro, con un lieve decremento rispetto al precedente esercizio (- 2,49 per cento), dovuto principalmente ad un incremento del valore della produzione pari all’1,74 per cento, a fronte di un incremento dei corrispondenti costi pari al 2,83 per cento. La Corte inoltre conferma quanto attestato dal collegio sindacale in ordine al rispetto degli gli obiettivi di contenimento dei costi operativi fissati dal MEF.
Il patrimonio netto della società al 31 dicembre 2022 risulta in crescita, passando da 7.152.603 euro nel 2021 a 7.863.988 euro nell’esercizio di riferimento (con una crescita di 9,95 punti percentuali rispetto all’anno precedente). Viene inoltre segnalato l’aumento del 7,62 per cento rispetto ad inizio anno delle disponibilità liquide (8.756.365 euro), principalmente riferibile alla decisione dell’assemblea di non distribuire il dividendo, con conseguente rafforzamento della capacità di autofinanziamento della società.
Il costo del personale dipendente, pari a 1.660.104 euro, è risultato in aumento del 3,39 per cento rispetto al 2021 (54.499 euro). Al riguardo la magistratura contabile richiama l’attenzione della società sull’esigenza di verificare costantemente il rispetto del quadro normativo applicabile al sistema premiale, nonché più in generale di monitorare l’andamento dei costi del personale, da mantenere il più possibile aderenti rispetto ai livelli retributivi medi di mercato.
GIUBILEO 2025 SPA: LA GESTIONE 2022
La società Giubileo 2025 S.p.A. è una società di “diritto singolare”, istituita dall’articolo 1, comma 427, della Legge di bilancio per il 2022, interamente controllata dal MEF, che si innesta nel complesso delle istituzioni, deputate a curare le celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025, per la pianificazione e la realizzazione delle opere e degli interventi funzionali all’evento. La missione di Giubileo 2025 S.p.A. si inquadra nel complesso di norme che stanziano le risorse e regolano i ruoli, le funzioni e le attività per la gestione degli interventi da effettuare, delle iniziative di accoglienza e dei servizi da rendere ai partecipanti al Giubileo, nonché degli interventi previsti dalla Misura “Caput Mundi” del PNRR.
Con DPCM 15 giugno 2022 è stato nominato sia il consiglio di amministrazione, composto dal presidente, un amministratore delegato e tre consiglieri, sia il collegio sindacale, costituito dal presidente, due sindaci effettivi e due supplenti.
La relazione passa in rassegna i costi sostenuti dalla società nell’esercizio 2022: 114.605 euro per gli organi societari e 377.432 euro per il personale.
La magistratura contabile segnala in particolare che il giudizio in merito alle attività nell’esercizio 2022 è condizionato dalla circostanza che la pubblicazione del Programma dettagliato degli interventi sia avvenuta solo il 12 gennaio 2023. Dalla data di approvazione dello statuto (15 giugno 2022) fino al termine dell’esercizio, Giubileo 2025 S.p.A. ha implementato le strutture indispensabili per garantire il perseguimento dei fini statutari, senza disporre di un piano certo delle iniziative e dei compiti da svolgere. Poiché le attività che è chiamata ad espletare richiedono specifiche e diverse professionalità, la società ha ritenuto di far prevalere le esigenze di celerità selezionando, nel corso dell’esercizio 2022, professionisti a supporto delle funzioni di vertice aziendale anteriormente all’approvazione del primo DPCM e del Regolamento per la selezione e assunzione del personale (29 settembre 2022). La Corte sul punto rileva che se la scelta di assumere consulenti, almeno nella fase di avvio, è apparsa come necessitata per una società costituita ex novo, dubbi ha invece suscitato l’affidamento diretto e a carattere biennale di una consulenza per servizi legali, con un compenso molto consistente; tale affidamento diretto è stato oggetto di rilievi da parte dell’Anac, che ha adottato il provvedimento di conclusione del procedimento di vigilanza il 20 luglio 2023.
La Corte dei conti rappresenta inoltre che, sulla scorta della ricostruzione dei rapporti fra la società, il commissario straordinario e la Presidenza del Consiglio dei ministri, sembrano sussistere i presupposti per inquadrare la Giubileo 2025 come società in house, in conformità con le prescrizioni eurounitarie.
L’inquadramento della Giubileo 2025 come società in house incide anche sul regime di pubblicazione dei provvedimenti e degli atti in conformità alle prescrizioni di cui al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. La relazione segnala come la società ritenga al riguardo di non essere tenuta all’applicazione delle norme sulla trasparenza, in ragione della non applicazione del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 (TUSP). Tale interpretazione, tuttavia, ad avviso della magistratura contabile, appare non conforme al sistema ordinamentale. La relazione richiama, all’uopo, il disposto di cui all’articolo 2-bis, comma 2, del citato decreto legislativo n. 33 del 2013 che, con riferimento agli obblighi di pubblicazione, sancisce che “la medesima disciplina prevista per le pubbliche amministrazioni… si applica anche, in quanto compatibile”, ad una serie di soggetti quali, ai sensi della lett. b), le “società in controllo pubblico, gli enti pubblici economici”. In virtù di tale ricostruzione, appare indefettibile, ad avviso della Corte, l’integrale adeguamento delle informazioni presenti presso il sito web della società a tutte le prescrizioni pubblicitarie vigenti.
La relazione riferisce poi che al 31 dicembre 2022, nell’attivo dello stato patrimoniale, risultano crediti verso controllanti per 14 milioni, derivanti dal credito nei confronti del MEF per contributi stanziati in favore della società e non ancora erogati.
Le disponibilità liquide, alla data di chiusura dell’esercizio, ammontano a 300,524 milioni e sono rappresentate principalmente dai saldi attivi dei conti correnti della società. Il 1° dicembre 2022 il MEF ha autorizzato Banca d’Italia all’apertura di un conto corrente infruttifero presso la Tesoreria centrale dello Stato, sul quale il Dipartimento del Tesoro ha trasferito il primo stanziamento, pari a 285 milioni di euro per il 2022, destinati ai soggetti attuatori del programma di investimenti nell’ambito delle attività relative al Giubileo 2025. In contropartita – prosegue la Corte - figurano debiti per complessivi 285,356 milioni, che includono anche, in misura minore, debiti verso fornitori (177.348 euro), debiti tributari (76.132 euro), debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale (60.102 euro) e altri debiti.
Il valore della produzione è pari a 845.651 euro, mentre i relativi costi ammontano a 845.570 euro e sono riferibili principalmente al costo del lavoro (287.477 euro), agli accantonamenti per MBO e LTI (89.955 euro), alle consulenze legali, amministrative e al reclutamento del personale (285.117 euro), ai compensi ad amministratori e sindaci (114.605 euro) e ad altri costi (56.317 euro).
Dalla relazione emerge che il bilancio di esercizio evidenzia una perdita pari a 11.629 euro, mentre il patrimonio netto, a fine esercizio, ammonta a 4,988 milioni di euro.
La magistratura contabile conclude rilevando che, a causa della tardiva pubblicazione (gennaio 2023) del programma dettagliato della società, nell’esame dell’esercizio 2023 si procederà a verificare gli effetti delle procedure accelerate prospettate per recuperare il differimento della programmazione.
EUTALIA SRL: LA GESTIONE 2021
Studiare Sviluppo S.r.l. (ora Eutalia S.r.l.) è una società in house del MEF costituita per dare supporto e assistenza tecnica alle pubbliche amministrazioni centrali, anche di paesi terzi, in materia di sviluppo locale. I progetti in cui la società è impegnata sono finanziati principalmente da fondi comunitari ed internazionali.
La Corte dei conti rileva innanzitutto che, sebbene la nuova governance della società risulti conforme alla previsione di cui all’articolo 11, comma 2 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 (TUSP), secondo cui l’organo di amministrazione delle società a controllo pubblico è costituito di norma da un amministratore unico, salvo specifiche e motivate ragioni di adeguatezza organizzativa, le modalità organizzative adottate non consentono al magistrato delegato al controllo il pieno svolgimento della funzione di cui all’articolo 12 della legge 21 marzo 1958, n. 259.
Per quanto riguarda il controllo analogo, la Corte segnala la mancata osservanza dell’articolo 13 dello statuto e il mancato aggiornamento delle direttive pluriennali, ivi richiamate, impartite dal Dipartimento del Tesoro, di intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri e l’Agenzia per la Coesione Territoriale, in ordine alle strategie, al piano delle attività, all’organizzazione e alle politiche economiche, finanziarie e di sviluppo. L’ultima di tali direttive risale infatti al 2012 e pertanto la relazione segnala l’esigenza che le amministrazioni vigilanti provvedano, entro il 30 novembre di ogni anno, a fornire direttive aggiornate, anche per dare attuazione alle prescrizioni fornite dall’ANAC.
Con riferimento agli organi sociali, la relazione specifica che la società dal 2016 opera senza la presenza di un direttore generale, le cui funzioni sono state esercitate dall’amministratore unico. A tal riguardo, viene raccomandato al collegio sindacale e al socio unico di svolgere i necessari approfondimenti, nell’ambito delle rispettive funzioni di vigilanza e controllo, in ordine ai profili di conflitto di interessi emersi nel corso dalla procedura di interpello che è stata avviata nel corso del 2022 (e non ancora conclusa alla data della relazione) per la selezione del nuovo direttore generale.
La relazione prosegue illustrando la struttura societaria, composta da 15 unità di personale, di cui 2 dirigenti, 12 impiegati a tempo indeterminato e 1 impiegato a tempo determinato. La società si avvale altresì di professionisti esterni per specifiche esigenze relative alla realizzazione delle attività progettuali, in considerazione delle varie commesse assegnate. I costi delle consulenze, con cui vengono remunerati circa un migliaio di soggetti provvisti di partita IVA, risultano pari nel 2021 a 16.334.539 di euro, con un incremento del 27,7 per cento rispetto all’esercizio precedente.
La Corte evidenzia che l’esercizio 2021 è risultato un anno di crescita del portafoglio aziendale, costituito, al netto delle commesse chiuse nell’anno, da 74 progetti, di cui 54 nazionali e 20 internazionali, per i quali è ipotizzabile una durata media di circa 3 anni per la realizzazione delle attività.
Il valore complessivo delle commesse nel 2021 ammonta a 172 milioni. L’Assemblea dei soci ha deliberato l’approvazione del bilancio d’esercizio 2021 in data 18 maggio 2022 e ha deliberato di riportare a nuovo i restanti utili (32.001 euro). Il patrimonio netto a fine esercizio 2021 è risultato pari a 948.262 euro (a fronte degli 822.379 euro nel 2020). Sono risultati altresì in aumento il valore della produzione annua (21.843.596 euro, pari al 14,8 per cento in più rispetto all’esercizio precedente) e i costi della produzione (21.458.484 euro, pari al 14,5 per cento in più rispetto al 2020), con un margine positivo di 385.112 euro. Detratti i costi della gestione finanziaria e fiscale emerge un risultato positivo netto di 125.883 euro, contro il minor utile di 6.998 euro registrato nel 2020. Sotto il profilo finanziario, le disponibilità liquide al 31 dicembre 2021 ammontano a 545.309 euro, con un decremento di circa 800 mila euro rispetto all’esercizio precedente.
La magistratura contabile segnala inoltre che la dinamica finanziaria della società prevede un crescente ricorso al circuito bancario ed evidenzia l’esigenza che la stessa, nel programmare la propria attività, valuti attentamente la sostenibilità finanziaria dei progetti, tenendo conto della capacità dei committenti di rimborsare i costi sostenuti in tempi congrui senza che sorga l’esigenza di ricorrere al credito bancario. In questa prospettiva, concludono i giudici, la società deve porre attenzione al fatto che l’ampliamento dell’attività non vada a discapito del mantenimento degli equilibri di bilancio. La relazione ribadisce, infine, la necessità che l’azionista fornisca chiare direttive organizzative e gestionali.
SACE SPA: LA GESTIONE 2022
La SACE S.p.A. - Servizi assicurativi del commercio estero, ai sensi del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269 è subentrata, a decorrere dal 1° gennaio 2004, in tutti i rapporti attivi e passivi all’Istituto per i servizi assicurativi del commercio con l’estero. La Società, fino al 2021, interamente partecipata da CDP, a seguito di un processo di riassetto, è ora detenuta dal MEF.
Come già riferito nella precedente relazione, la Corte rammenta che nel corso del 2020 numerosi interventi normativi hanno previsto per SACE un nuovo ruolo volto a contrastare gli effetti economici della pandemia da Covid-19, con conseguenti riflessi sulla struttura dello stato patrimoniale e del conto economico della società.
Nel complesso, dopo il forte incremento registrato nel 2020, determinato dalle azioni straordinarie intraprese a sostegno delle imprese durante la fase più acuta della pandemia, nell’esercizio 2022 il Gruppo SACE ha mobilitato complessivamente risorse pari a 44,2 miliardi (rispetto ai 27,6 miliardi nel 2021), di cui 12,2 miliardi relativi all’operatività export e internazionalizzazione, 10,9 miliardi a supporto del programma Garanzia Italia, ai sensi dell’articolo 1 del c.d. “decreto liquidità”, 18 miliardi a supporto del programma Garanzia Supportitalia, ai sensi dell’articolo 15 del c.d. “decreto aiuti”, e 3 miliardi per garanzie e bondistica, ai sensi dell’articolo 64 del c.d. “decreto semplificazioni”.
In merito alle società controllate, nel corso del 2022 sono state mobilitate risorse nette per euro 10,1 miliardi.
Il totale clienti serviti del perimetro SACE ammonta a oltre 11.400, di cui l’82 per cento riferito al segmento PMI.
La magistratura contabile rileva come tutte le società del Gruppo hanno registrato risultati economici positivi. Al 31 dicembre 2022, l’esposizione totale al rischio di SACE (somma di capitale e interessi dei crediti e delle garanzie perfezionate) è risultata pari a 61,9 miliardi, il 7,4 per cento in meno rispetto al 2021 (66,8 miliardi). Anche la quota in riassicurazione è risultata in diminuzione (78,8 per cento rispetto al 80,5 per cento del 2021). Pur apprezzando il miglioramento rispetto alla situazione preesistente, la Corte ribadisce la necessità di sorveglianza, da parte degli organi aziendali e dell’azionista dell’evoluzione della concentrazione dei rischi assunti da SACE, ponendo in essere comportamenti volti ad assicurare una maggiore diversificazione settoriale.
La relazione rappresenta che anche nel 2022 i dati di bilancio di SACE risentono fortemente delle ripetute novità normative, in particolare del trasferimento fino a una percentuale di riassicurazione del 90 per cento del portafoglio in bonis risultante alla data dell’8 aprile 2020, mediante cessione in riassicurazione al MEF del portafoglio con contestuale iscrizione di un debito verso lo stesso MEF per circa 1,5 miliardi.
La relazione ricorda inoltre che il bilancio al 31 dicembre 2022 include le disponibilità liquide giacenti sul conto corrente di tesoreria intestato a SACE, pari a 31 miliardi e relative al fondo istituito dall’articolo 1, comma 14, del citato decreto liquidità, a copertura degli impegni dello Stato connessi alla concessione delle garanzie riferite alla nuova operatività della stessa società, iscritto con contropartita nella voce “passività diverse”.
La relazione prosegue rilevando come il patrimonio netto di SACE S.p.A. per l’esercizio 2022, risulti pari a 4.879.529.296 euro, in lieve diminuzione (-0,02 per cento) rispetto al 2021, con un utile di esercizio ridotto del 20,6 per cento rispetto al 2021.
Quanto al rendiconto finanziario, la relazione evidenzia una diminuzione delle disponibilità liquide e mezzi equivalenti a fine esercizio pari a 444,5 milioni, ascrivibile principalmente agli investimenti in titoli di Stato ed obbligazionari.
Nel 2022 l’attivo dello stato patrimoniale consolidato del Gruppo si attesta a 46.179 milioni (-3 per cento rispetto al 2021). Risultano in aumento di 70,6 punti percentuali rispetto al 2021 gli investimenti (pari a 8.409 milioni), per effetto principalmente dell’incremento delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato.
Dal lato del passivo, invece, nel 2022 emerge un patrimonio netto consolidato pari a 5.570 milioni (-1,3 per cento rispetto al 2021).
L’andamento economico consolidato dell’esercizio 2022 evidenzia un utile netto di 89,923 milioni, in diminuzione del 23,09 per cento rispetto al risultato registrato nell’esercizio precedente. Il rendiconto finanziario consolidato mostra, in sintesi, che le disponibilità liquide e mezzi equivalenti (all’inizio dell’esercizio pari a euro 5.927 milioni) subiscono un decremento, assestandosi a 615,2 milioni.
RAI SPA: LA GESTIONE 2022
La RAI – Radiotelevisione Italiana S.p.A., è la società concessionaria in esclusiva, per espressa previsione di legge, del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale. La concessione è regolata attraverso un contratto di servizio stipulato con il Ministero delle imprese e del made in Italy. Il Gruppo RAI è composto, oltre dalla capogruppo, da quattro società: RAI Way, RAI Cinema, RAI Com e RAI Pubblicità.
La Corte rammenta in primo luogo come l’articolo 1, comma 19, della Legge di bilancio per il 2024, abbia ridotto la misura del canone annuo di abbonamento alla televisione per uso privato da 90 a 70 euro, prevedendo, inoltre, un contributo di 430 milioni da erogare in tre rate, per il 2024, per il miglioramento della qualità del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale su tutto il territorio nazionale. Sul punto, la magistratura contabile segnala che saranno sottoposte a monitoraggio e valutazione tutte le azioni correttive che saranno assunte nella gestione della società, alla luce del mutato quadro normativo di riferimento.
Quanto ai dati societari, la relazione riferisce che il costo del personale della Rai, nel 2022, ammonta a 909,7 milioni, con un decremento di 27,7 milioni rispetto al precedente esercizio, imputabile per lo più alla mancata previsione di una iniziativa straordinaria di incentivazione all’esodo come previsto per l’anno 2021 e alla riduzione della voce retribuzione e oneri sociali. Il personale in organico, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, comprensivo delle figure apicali con contratto a tempo determinato, alla data del 31 dicembre 2022 risulta diminuito a 11.146 unità (a fronte delle 11.386 unità alla fine del 2021).
A livello di Gruppo, la voce di costo del personale si attesta invece a 1.007,4 milioni, in calo di 31,2 milioni rispetto all’esercizio precedente (1.038,6 milioni); anche a livello consolidato la consistenza del personale al 31 dicembre 2022 risulta diminuita, attestandosi a 12.336 unità (12.584 unità alla fine del 2021).
Sul versante delle criticità già evidenziate nelle precedenti relazioni – riferisce la Corte – la RAI conferma la tendenza a un minor ricorso a proroghe di contratti e lo sviluppo di un sistema informatico di monitoraggio continuo del processo acquisti.
Quanto al settore immobiliare, la relazione richiama l’attuazione del piano di razionalizzazione, valorizzazione e ammodernamento degli edifici di proprietà o in locazione. A tal riguardo, viene ribadita la necessità che la società adotti iniziative per la valorizzazione degli asset, per la riduzione degli oneri per fitto locali, nonché per la realizzazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili che presentano ammaloramenti.
Proseguendo nell’analisi, la magistratura contabile riferisce che nel 2022 la RAI ha chiuso con un risultato in perdita di 29,84 milioni, mostrando un lieve miglioramento sul dato altrettanto negativo del 2021 (-30,44 milioni).
Quanto alla gestione caratteristica, RAI S.p.a. nel 2022 ha chiuso con un peggioramento di 30,7 milioni del risultato operativo, già di segno negativo nel 2021, passando da -125,9 a -156,6 milioni. In particolare, l’esercizio 2022 ha fatto registrare un aumento dei costi, di 53,13 milioni (+2,01 per cento), a fronte di un incremento minore dei ricavi di 22,44 mln (+0,89 per cento). I ricavi da canone ammontano a 1.864,28 milioni, con un incremento rispetto al 2021 di 44,51 milioni. Di converso, gli introiti pubblicitari, pari a 531,59 milioni, presentano una diminuzione di 58,58 milioni rispetto all’esercizio 2021 (-9,9 per cento).
In termini economici, la gestione finanziaria della RAI chiude con un saldo positivo tra proventi e oneri finanziari di 65 milioni (60,2 nel 2021); il risultato economico ante imposte è comunque peggiorato rispetto al precedente esercizio, di -91 milioni (-58,2 milioni nel 2021).
La relazione rileva poi che le risorse da canone, integralmente imputate all’aggregato del servizio pubblico, non sono sufficienti a pareggiare i costi sostenuti dalla concessionaria per l’assolvimento dei compiti di servizio pubblico. Infatti, l’applicazione dello schema di contabilità separata al bilancio civilistico della RAI chiuso al 31 dicembre 2022 evidenzia un primo margine in disavanzo di 269,6 milioni (-230,2 milioni nel 2021), risultante dalla differenza tra i ricavi complessivi, pari a 1.970 milioni ed i costi complessivi (diretti e indiretti e transfer charge) ammontanti a 2.239,6 milioni.
Tale deficit è stato ridotto per l’importo di 184,1 milioni, attraverso l’attribuzione al servizio pubblico dei ricavi commerciali da pubblicità, che residuano dopo aver imputato all’aggregato “commerciale” le risorse tratte dal mercato. Con l’accreditamento della pubblicità, l’aggregato del servizio pubblico chiude con un margine finale in disavanzo di 85,5 milioni (-12,6 mln nel 2021); anche l’aggregato “commerciale” presenta un margine economico negativo (-103,1 milioni, rispetto a - 92,7 nel 2021).
A fronte di tale situazione, la Corte ribadisce la necessità che l’azienda realizzi ogni misura organizzativa, di processo e gestionale idonea ad eliminare inefficienze e diseconomie, onde assicurare un maggior contenimento dei costi nell’ottica di un recupero dell’equilibrio economico e gestionale.
Secondo i dati esaminati dalla Corte, si segnala inoltre l’aumento di 50,6 milioni dell’indebitamento finanziario netto, che si attesta a 599,3 milioni per la Rai. La relazione riporta altresì i dati relativi alle disponibilità liquide, evidenziando un decremento rispetto all’esercizio 2021 da 42,54 milioni a 4,42 milioni.
Con riferimento alla situazione finanziaria, la Corte rileva il permanere di un indebitamento verso banche e obbligazionisti di ammontare elevato ed invita pertanto l’azienda a monitorarne con attenzione la dinamica al fine di assicurarne la sostenibilità anche nel medio/lungo.
Con riferimento al bilancio consolidato, nel 2022 esso chiude, in linea con l’esercizio precedente, con un risultato netto in pareggio, ancorché il Gruppo chiuda con un risultato di esercizio in perdita di 25,2 milioni, atteso che il pareggio è conseguito grazie all’utile di pari importo attribuibile a terzi. La gestione finanziaria chiude con un saldo negativo proventi/oneri di 14,5 milioni (-11,1 nel 2021).
Anche il Gruppo Rai, rispetto all’esercizio precedente, ha aumentato l’indebitamento finanziario netto che si attesta, nel 2022, a 660,5 milioni, indicando un apprezzabile livello di esposizione verso il sistema bancario e finanziario. Si registra inoltre il decremento rispetto all’esercizio precedente delle disponibilità liquide da 59,8 milioni a 39,7 milioni e l’incremento dell’indebitamento corrente (+129,6 milioni), parzialmente compensato dal minor indebitamento finanziario non corrente (-62,3 milioni).
ENI SPA: LA GESTIONE 2022
ENI S.p.A., azienda globale nel campo dell’energia, svolge attività di esplorazione, estrazione e produzione, nonché di distribuzione e commercializzazione di prodotti energetici ed è impegnata nello sviluppo di processi di economia circolare.
Al 31 dicembre 2022 il Gruppo ENI, presente in 62 Paesi, controlla, tramite la capogruppo, 401 società e detiene partecipazioni in 134 società controllate congiuntamente (joint venture e joint operation), e altre 24 partecipazioni rilevanti. Pur non essendo assoggettata alla direzione e al coordinamento del MEF e di Cassa depositi e prestiti S.p.A. (CDP) ai sensi dell’articolo 2497 del codice civile, il MEF dispone dei voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria della società, in forza della partecipazione azionaria detenuta direttamente (all’epoca della relazione 4,41 per cento, allo stato ridotta al 2 per cento – v. par 1.8) e indirettamente tramite CDP (26,21 per cento, ora elevata al 28,503 per cento).
La relazione evidenzia che il 2022 si è chiuso con risultati consolidati particolarmente positivi per il Gruppo, con un utile netto di competenza degli azionisti di 13,89 miliardi (rispetto ai 5,82 del 2021) e un flusso di cassa operativo di 17,46 miliardi, cresciuto di 4,6 miliardi rispetto al 2021.
Quanto ad ENI, nel 2022 si registra una riduzione rispetto all’esercizio precedente della consistenza del personale in servizio (-730 risorse medie), per effetto di un piano di turn-over che ha concentrato le assunzioni nella seconda metà dell’anno. Il costo del lavoro passa da 1.286 a 1.231 milioni, con una diminuzione di 55 milioni rispetto al 2021.
Con riferimento al Gruppo, la forza lavoro a fine 2022 era di 31.376 risorse, di cui 20.471 in Italia (65,2 per cento) e 10.905 all’estero (34,8 per cento). In lieve crescita risulta il costo del lavoro del Gruppo al 2022, con un incremento di 127 milioni rispetto al 2021 (+4,4 per cento), principalmente a seguito del deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro USA e delle dinamiche retributive.
Quanto ai principali risultati economico-finanziari, si evidenzia che ENI S.p.A. ha chiuso l’esercizio 2022 con un utile netto di 5.403 milioni, rispetto a 7.675 milioni del 2021, con un decremento di 2.272 milioni, per effetto essenzialmente del peggioramento del risultato operativo (-343,674 milioni), del risultato finanziario (-9,560 milioni), dei minori proventi su partecipazioni (-3.147 milioni) e di maggiori imposte per 1.229 milioni.
Il patrimonio netto di ENI, pari a 52.521 milioni, risulta in aumento del 2,9 per cento rispetto al 2021 (esercizio in cui era pari a 51.039 milioni). Parimenti, le disponibilità liquide sono aumentate a 7.628 milioni (6.630 milioni nel 2021).
Per quanto riguarda il Gruppo ENI, si segnala un utile netto di 13.961 milioni, rispetto ai 5.840 milioni del 2021. I risultati sono stati influenzati in maniera significativa dalla ripresa dello scenario dei prezzi delle commodity energetiche.
La Corte evidenzia inoltre che i ricavi della gestione caratteristica conseguiti nel 2022 (132.512 milioni) sono aumentati di 55.937 milioni rispetto al 2021 (+73,05 per cento). Il flusso di cassa netto da attività operativa (cash flow) ammonta a 17,46 miliardi, con un aumento del 35,8 per cento rispetto al 2021 (12,86 miliardi). L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2022 risulta pari a 11.977 milioni, rispetto ai 14.324 milioni del 2021. I debiti finanziari e obbligazionari ammontano a 26.917 milioni.
Con riferimento al patrimonio netto consolidato di ENI, i giudici contabili segnalano un aumento di 10.322 milioni per effetto, principalmente, dell’incremento dell’utile dell’esercizio (+8.066 milioni), dell’utile relativo agli esercizi precedenti (+705 milioni), della riserva per acquisto di azioni proprie (+1.979 milioni), della riserva per differenze cambio da conversione (+1.034 milioni) e della riserva OCI per strumenti derivati cash flow hedge (+554 milioni). Infine, risultano in aumento anche le disponibilità liquide (10.181 milioni, a fronte degli 8.265 milioni del 2021). Gli importi – precisa la Corte - non coincidono con quelli inclusi nello stato patrimoniale consolidato (10.155 milioni nel 2022; 8.254 milioni nel 2021); il differenziale positivo (26 milioni per il 2022 e 11 milioni nel 2021) è costituito da disponibilità liquide di società consolidate destinate alla vendita, incluse nello stato patrimoniale nella voce “attività destinate alla vendita”.
La Corte evidenzia in conclusione i risultati positivi riportati nell’esercizio 2022 sostenuti dall’efficacia operativa, del controllo dei costi e dell’attenta gestione dei rischi derivanti dalla volatilità dei prezzi e dalla carenza di offerta.
FINTECNA SPA: LA GESTIONE 2022
Fintecna è una società per azioni che fa parte del gruppo CDP, che dal 9 novembre 2012, con il perfezionamento dell’operazione di acquisizione dell’intero pacchetto azionario, ne è diventata azionista unico. Le attività della società sono principalmente finalizzate alla gestione di partecipazioni e processi liquidatori, con particolare riferimento al contenzioso, al supporto prestato alla pubblica amministrazione per le necessità derivanti da eventi sismici calamitosi, all’acquisto e vendita di beni immobili nonché allo svolgimento di operazioni e negozi giuridici riguardanti gli stessi.
A decorrere dal 1° gennaio 2022 la società è stata inclusa nell’elenco, redatto dall’Istat, delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato, individuate ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
La relazione segnala che le linee evolutive dell’attività di Fintecna sono state delineate nel piano strategico 2022-2024 del gruppo CDP – approvato dalla capogruppo il 25 novembre 2021 – e confluite in specifici interventi di sviluppo nel piano strategico industriale 2022-2024 della società.
In relazione alla gestione, la magistratura contabile riferisce che nel 2022 l’attività generale mostra un patrimonio netto di 1,18 miliardi e un risultato d’esercizio di 112,76 milioni, mentre le disponibilità liquide a fine 2022 ammontano a 172,86 milioni.
Per quanto concerne Fintecna-attività storica, il patrimonio netto nell’esercizio esaminato è pari a 1,21 miliardi, con un incremento del 9,65 per cento rispetto all’esercizio precedente. Con riferimento alla gestione economica, risulta in aumento il valore della produzione, passato da 81,08 milioni a 218,74 milioni, come anche i relativi costi (113,06 milioni a fronte dei 29,08 milioni del 2021). Si registra parimenti un incremento di 125 punti percentuali dell’utile d’esercizio, passato da 60,13 milioni nel 2021 a 135,89 milioni a fine 2022.
Quanto al costo complessivo del personale (16,14 milioni) si evidenzia un aumento rispetto all’esercizio precedente (10,07 milioni), mentre l’organico è diminuito da 93 unità nel 2021 a 82 unità a fine 2022, principalmente a causa del numero significativo di adesioni al Fondo di solidarietà. Gli oneri complessivi per incarichi e consulenze sono passati da 3,42 milioni nel 2021 a 4,59 milioni a fine 2022 e hanno principalmente riguardato l’attività legale in vari settori (in particolare quello relativo ai contenziosi: 4,17 milioni nel 2022 rispetto a 2,98 milioni nel 2021).
La Corte dei conti illustra infine le gestioni dei tre patrimoni separati (Efim, Iged ed Expo), evidenziando che a fine periodo si è registrato un patrimonio netto rispettivamente di 66,76 milioni, 128,20 milioni e zero (in quanto il patrimonio netto finale in liquidazione, così come approvato dal bilancio finale, è stato ripartito tra i soci e i residui passivi sono stati trasferiti a Fintecna congiuntamente al portafoglio crediti da gestire e alle disponibilità liquide), con risultato economico negativo di -17,59 milioni per Efim, -5,54 milioni per Iged e pari a zero per Expo. Quanto alle disponibilità liquide al 31 dicembre 2022, Efim registra 142,51 milioni, Iged 4,51 milioni e Expo 4 milioni.
Infine, la magistratura contabile, rilevando come le procedure liquidatorie siano molto risalenti nel tempo, conclude la relazione invitando l’azionista, nell’ottica di una più efficace ed efficiente gestione, ad adottare le iniziative volte ad accelerare e definire tali procedure, con specifico riguardo alle posizioni creditorie ed alla dismissione di beni immobili.
SOGESID SPA: LA GESTIONE 2022
SOGESID S.p.A. – Società per la Gestione degli Impianti Idrici, società controllata interamente dal MEF, è stata costituita ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 aprile 1993, n. 96 per la realizzazione di interventi riguardanti opere infrastrutturali idriche di adduzione, distribuzione, depurazione e di fognature già in gestione diretta da parte della Cassa per il Mezzogiorno.
Secondo quanto riferito nella relazione della Corte dei conti, nel 2022 la Società si configurava come in house rispetto al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Tuttavia, il comitato attraverso il quale i due Ministeri esercitano il controllo analogo congiunto sulla società, dopo le dimissioni dei precedenti componenti nell’ottobre 2019, è stato ricostituito soltanto nel 2023.
Da ultimo, l’articolo 12-ter del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181 ha previsto che la SOGESID sia individuata quale società in house di tutte le amministrazioni centrali dello Stato. Anche tenuto conto di tali modifiche normative, la Corte ribadisce che la società dovrà valutare gli effetti delle riduzioni (a partire dal 2026) delle attività di assistenza e di supporto specialistico e operativo in materia ambientale a favore del Mase, sotto il profilo organizzativo ed economico-finanziario.
Allo stesso tempo raccomanda che l’ampliamento e la diversificazione delle attività di intervento si collochino nel quadro delle direttive strategiche dei Ministeri di riferimento e nel rispetto delle norme eurounitarie, recepite dall’ordinamento nazionale, che consentono l’affidamento diretto degli appalti nei limiti della relazione in house, imponendo, nella generalità degli altri casi, lo svolgimento di procedure comparative.
Proseguendo, la relazione segnala che la spesa per gli organi sociali nel 2022 (248.520 euro) ha subito una variazione molto circoscritta rispetto all’esercizio precedente (249.960 euro). Il numero complessivo delle unità di personale è passato da 524 nel 2021 a 497 unità nel 2022, mentre la relativa spesa, pari a 26,3 milioni di euro, risulta in aumento di circa 276.384 euro rispetto al 2021; sul punto i giudici contabili evidenziano l’esigenza di una politica di contenimento della voce di spesa da parte della società.
La Corte raccomanda altresì di ridurre in modo significativo il ricorso alle collaborazioni esterne, giustificato dalla società in ragione del carattere temporaneo delle commesse, tenuto conto non solo del già elevato costo del personale dipendente, che incide per il 50 per cento sui costi della produzione, ma anche del rischio che il frequente ricorso alle prestazioni di soggetti esterni possa determinare l’erosione del patrimonio di competenze specialistiche che caratterizzano il personale della società, costituita proprio per fornire ai Ministeri di riferimento un supporto di peculiare valenza tecnica.
Sotto il profilo contabile, la relazione segnala una riduzione del 4,8 per cento rispetto al 2021 del patrimonio netto, che si attesta a 43,6 milioni, principalmente a causa delle perdite di esercizio portate a nuovo. Infatti, il conto economico presenta una perdita di circa 2,2 milioni, con un valore della produzione (52,7 milioni di euro) in aumento dell’11,9 per cento rispetto quello del 2021 (circa 47,1 milioni), a fronte di costi della produzione pari a 54,6 milioni (+9,2 per cento). La gestione caratteristica è parimenti negativa per 1,896 milioni, sebbene in miglioramento rispetto al dato, ugualmente negativo, del 2021, di 2,907 milioni.
Questi risultati, che hanno impedito anche per il 2022 il rispetto dell’obiettivo minimo gestionale di efficientamento della spesa fissato dal MEF per le società da esso controllate, sono riconducibili, secondo quanto riferito dalla società, soprattutto al mancato adeguamento dei costi indiretti dell’assistenza tecnica al MASE e al minor avanzamento di alcune commesse per ritardi e rallentamenti di varia natura.
Per quanto riguarda le disponibilità liquide al 31 dicembre 2022 esse ammontano a 18,7 milioni, con un incremento di 3,9 milioni rispetto all’inizio dell’esercizio.
GSE SPA: LA GESTIONE 2022
Il Gestore dei Servizi Energetici- GSE S.p.A. è una società per azioni interamente partecipata dal MEF, che nel 2022 ha svolto le proprie attività secondo gli indirizzi strategici pianificati dal Ministero dello sviluppo economico (oggi Ministero delle imprese e del made in Italy) e, dal 2021, dal Ministero della transizione ecologica, ai sensi dell’articolo 2, comma 7, lett. b) del decreto-legge 1 marzo 2021, n. 22.
La Società ricopre altresì un ruolo importante nel mercato del gas attraverso il meccanismo dello stoccaggio virtuale e dal 2012 colloca sul mercato le quote CO2 spettanti all’Italia quale Stato Membro.
La relazione ricorda anzitutto che l’Assemblea dei soci, dopo aver nominato un amministratore unico il 6 agosto 2021 che sarebbe dovuto restare in carica fino all’approvazione del bilancio 2023, in data 9 marzo 2023 ha deliberato il ritorno dell’organo amministrativo in modalità collegiale e ha proceduto alla nomina di cinque componenti del consiglio di amministrazione, tra i quali e? stato nominato il presidente.
Con riferimento al personale, si evidenzia che il costo del lavoro è risultato pari a 52,5 milioni, in aumento di 967.318 euro rispetto al 2021, per effetto dell’incremento delle risorse (passate da 658 a 676 unità nel 2022), nonché dei diversi aumenti retributivi.
La relazione segnala inoltre che nel 2022 GSE ha gestito oltre 1,5 milioni di contratti, quasi 60 TWh di energia incentivata e ha erogato circa 11 miliardi di euro a titolo di incentivi.
Nel ricordare come con il c.d. decreto semplificazioni siano stati modificati portata e presupposti per l’esercizio dei poteri riconosciuti al GSE nell’ambito dei procedimenti di verifica e controllo su impianti incentivati, la magistratura contabile rileva che, per sopperire alla perdurante mancata adozione – alla data della relazione - del decreto ministeriale di attuazione della novella normativa, la società ha adottato un proprio “regolamento controlli”, pubblicato sul sito istituzionale il 22 dicembre 2023, volto a chiarire l’ambito applicativo delle modifiche intervenute. Sul punto, la relazione auspica che tale decreto, più volte annunciato come prossimo, venga emanato quanto prima, in aderenza ai principi stabiliti al riguardo dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 237 del 2020, con la quale si riconosce che l’evoluzione del quadro normativo di riferimento appare orientata a rendere maggiormente flessibili le conseguenze derivanti dalle violazioni, poste in essere dagli operatori economici, dovendosi pur sempre tenere conto dell’effettiva gravità delle stesse, sì da consentire al Gestore di rigettare l’istanza di ammissione agli incentivi o dichiarare la decadenza dal relativo diritto nelle ipotesi di violazioni rilevanti di maggiore gravità.
Viene inoltre evidenziato come l’attività di verifica e controllo che la società esercita mediante sopralluoghi abbia registrato una ulteriore riduzione rispetto al 2021. A tale proposito, la Corte, pur tenendo in debito conto il progressivo affinamento dei metodi di controllo del GSE, osserva come occorra potenziare ulteriormente le verifiche documentali e soprattutto i sopralluoghi effettuati, che appaiono estremamente contenuti rispetto all’ampia platea dei beneficiari, rammentando la capacità deterrente delle verifiche in situ rispetto ai controlli documentali.
Con riferimento ai profili patrimoniali ed economico-finanziari, la relazione rappresenta che al 2022 il patrimonio netto della società si è incrementato di 750,6 milioni. L’utile si attesta a circa 5,8 milioni, in diminuzione di 2,4 milioni rispetto all’anno precedente.
A livello consolidato, grazie anche al contributo delle tre società controllate Acquirente Unico – Au S.p.A., Gestore dei Mercati Energetici – Gme S.p.A. e Ricerca sul Sistema Energetico – Rse S.p.A., il Gruppo ha registrato un fatturato di 121,9 miliardi e un utile di 10,2 milioni.
Crescono a 18,5 miliardi i ricavi complessivi della Capogruppo, registrando un incremento di 3,1 miliardi rispetto al 2021.
Secondo quanto rilevato dalla relazione, risultano in aumento i costi per acquisti di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci, per un totale di 11,3 miliardi (circa 6,1 miliardi in più rispetto all’esercizio precedente). Parimenti si segnala la crescita dei costi per servizi (32,6 milioni), con un incremento di 4,8 milioni rispetto all’esercizio precedente. La voce più consistente rimane quella relativa alle prestazioni professionali, anch’essa in aumento, per un importo di 11,8 milioni.
Il risultato della gestione caratteristica mostra un saldo negativo di 502.400 euro, con una variazione positiva di 4,1 milioni rispetto al risultato del 2021 e un utile netto di esercizio pari a 5,8 milioni.
Per quanto concerne il Gruppo, dalla relazione emerge una variazione positiva di 67 miliardi del valore della produzione (121,9 miliardi), conseguente agli incrementi dei ricavi delle vendite di energia e gas. Risultano in aumento anche i costi della produzione (121,9 miliardi) e, in particolare, la posta relativa a materie prime sussidiarie e di consumo, che ha subito un aumento di 69,1 miliardi, dovuto all’incremento dei costi d’acquisto di energia e gas sui mercati gestiti dal GME.
Il risultato dell’esercizio di Gruppo ammonta a 10,2 milioni, con una diminuzione di 3,1 milioni rispetto al 2021, mentre cresce di 5,1 milioni il patrimonio netto del Gruppo, essenzialmente per effetto del maggior utile dell’esercizio.
SPORT E SALUTE SPA: LA GESTIONE 2022
Sport e salute S.p.A. è una società interamente posseduta dal MEF, la cui attività è finalizzata alla produzione e alla fornitura di servizi di interesse generale a favore dello sport, secondo le direttive e gli indirizzi dell’autorità di Governo competente in materia, nei cui confronti agisce come organismo in house.
Sport e salute, inoltre, eroga prestazioni e servizi anche al Comitato italiano paralimpico (Cip), in virtù di un apposito contratto di servizio previsto dall’articolo 17, comma 3, del decreto legislativo 27 febbraio 2017, n. 43.
La relazione segnala anzitutto talune novità normative, tra cui la Legge di bilancio per il 2022 – intervenuta ulteriormente nell’ambito della riorganizzazione del funzionamento Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) – che ha previsto la cessione in favore del CONI di 146 contratti di lavoro di dipendenti di Sport e salute già in comando e/o impiegati nei servizi per l’ente.
Con riferimento alla governance di Sport e salute, l’articolo 22 del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44 ha ampliato da tre a cinque il numero dei componenti del consiglio di amministrazione ed è venuta meno la previsione che consentiva il cumulo della carica di presidente e amministratore delegato. Per effetto delle nuove disposizioni l’assemblea dei soci (3 agosto 2023) ha nominato per il triennio 2023 - 2025, con decorrenza dalla data di nomina e sino alla data dell’assemblea ordinaria convocata per l’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio della carica, i nuovi componenti del consiglio di amministrazione, individuando fra gli stessi il nuovo presidente ed il nuovo amministratore delegato.
Quanto ai dati societari, la relazione segnala che al 31 dicembre 2022 la società presentava un organico di 600 unità dipendenti (718 nel 2021) e che l’andamento del costo del lavoro ha fatto registrare nel 2022 un decremento di circa 1.781.000 euro, con una riduzione netta di 118 unità (-16,4 per cento) rispetto all’esercizio 2021.
Con riguardo all’attività contrattuale della società, che si configura quale centrale di committenza qualificata di diritto per il settore di diretta competenza, per il 2022 viene evidenziato il frequente ricorso a procedure sottosoglia comunitaria per importi economici estremamente ridotti, nonché l’aumento rispetto all’esercizio precedente (+19,09 per cento) del valore complessivo dell’attività contrattuale, passato da 50,3 milioni a 59,9 milioni nel 2022.
La relazione segnala poi che a partire dall’esercizio di bilancio 2019, la società ha introdotto, coerentemente con le prescrizioni normative, un sistema separato, ai fini contabili ed organizzativi, per il riparto delle risorse agli organismi sportivi, che si è sostanziato nella separazione finanziaria, organizzativa, contabile, nonché in operazioni di pagamento e trasferimento fondi con atti distinti e separati.
Si rileva poi che nel corso dell’esercizio 2022 la società ha amministrato, nell’ambito dei progetti gestiti con contributi specifici ricevuti dallo Stato, risorse per un ammontare complessivo pari a 551,4 milioni, di cui 429,5 milioni a valere sulla gestione dei contributi agli organismi sportivi, 20,6 milioni a valere su quella del fondo “Sport e Periferie”, 47,3 milioni a valere sui progetti di promozione dell’attività sportiva di base e, infine, 54,0 milioni relativamente alle indennità dei collaboratori sportivi.
Nel medesimo anno la società ha versato alle casse dello Stato la somma di 860.559 euro, quale dividendo deliberato in sede di approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2021.
Sotto il profilo contabile, la relazione evidenzia una diminuzione dei crediti, che si attestano, al 31 dicembre 2022, a 31.402.187 euro, a fronte dei 53.139.054 euro dell’esercizio precedente.
Quanto alla situazione debitoria “ordinaria”, pari nell’esercizio 2022 a 127.680.786 euro (cui si debbono aggiungere gli acconti per la gestione separata pari a 223.720.012 euro e i debiti per la gestione contributi dello Stato pari 16.599.417 euro), essa registra un incremento di 1.867.010 euro rispetto all’esercizio 2021.
In relazione al conto economico, viene in evidenza un utile d’esercizio di 21.291 euro, in diminuzione di 12.729.870 euro rispetto al 2021.
Si registra altresì una diminuzione di 2.954.508 euro del valore della produzione pari all’1,9 per cento rispetto al 2021 (da 159.360.764 a 156.406.256 euro), cui corrisponde un aumento dei costi pari al 7,1 per cento, pari in valore assoluto ad euro 10.282.805 (da 145.166.899 a 155.449.704 euro). Tra questi, i “costi per servizi” – osservano i giudici contabili - risultano pari a 79.214.039 euro, corrispondenti al 15,1 per cento in più rispetto all’esercizio precedente. Il risultato prima delle imposte, pari a 406.815 euro (rispetto a euro 13.494.460 del 2021), registra un decremento pari al 97 per cento.
Il rendiconto finanziario evidenzia infine disponibilità liquide che al 31 dicembre 2022 ammontano a 266,7 milioni di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente di 35,2 punti percentuali.
La Corte dei conti segnala infine, con riferimento all’applicazione dell’articolo 19, comma 5, del TUSP, relativo alla fissazione di obiettivi specifici sul complesso delle spese di funzionamento, ivi comprese quelle per il personale, che la società, diversamente all’esercizio precedente e anche in ragione della profonda riorganizzazione voluta dal Legislatore, non ha raggiunto gli obiettivi prefissati, come attestato anche dal collegio sindacale nella relazione al bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2022, ed ha assunto l’impegno di rientrare nei limiti nell’esercizio seguente, così come avvenuto nell’anno 2023.
Negli Allegati al presente dossier sono riportate un’esposizione del quadro delle partecipazioni societarie monitorate e una selezione dei dati disponibili nella Banca dati sugli organi amministrativi delle società partecipate gestita dal Servizio per il Controllo parlamentare.
Come di consueto, sono state aggiornate: la consistenza numerica dei consigli di amministrazione, la loro attuale composizione, le date di nomina, sia dei singoli amministratori sia dei consigli di amministrazione, e le date previste di scadenza.
A seguito dell’entrata in vigore della disciplina in materia di equilibrio di genere nelle società controllate dalle pubbliche amministrazioni, è altresì disponibile, per ciascuna società monitorata, l’indicazione della percentuale del genere meno rappresentato negli organi amministrativi.
In particolare, l’Allegato 1 reca la ricognizione, in forma sintetica, delle società direttamente partecipate dai Ministeri (società di primo livello), nonché delle ulteriori società, con sede legale in Italia, nelle quali le società di primo livello detengano quote di partecipazione pari o superiori al 25 per cento (società di secondo livello)[25]. I dati sono organizzati sia raggruppando le società partecipate di primo livello in un unico aggregato, sia indicando, per ognuna di esse, le relative società partecipate di secondo livello.
L’Allegato 2 reca il quadro delle società di III livello partecipate da società per azioni di Cassa Depositi e Prestiti con una quota azionaria pari o superiore al 25 per cento.
Il contenuto degli Allegati 1 e 2 è elaborato sulla base della Banca dati Telemaco e dei siti del MEF e della CONSOB.
L’Allegato 3 reca la ricognizione degli assetti organizzativi delle società direttamente partecipate dal MEF e di quelle di secondo e terzo livello.
L’Allegato 4 reca la ricognizione degli assetti organizzativi delle società direttamente partecipate dagli altri Ministeri.
Nell’Allegato 5 è indicata l’attuale composizione degli organi di amministrazione delle società partecipate dai Ministeri (di primo e di secondo livello), nonché delle suddette società per azioni di III livello partecipate da Cassa Depositi e Prestiti, che dovranno essere oggetto di rinnovo nel 2024, ivi comprese quelle i cui organi amministrativi sono scaduti nel 2023 e non risultano ancora rinnovati.
Per visualizzare gli allegati cliccare qui.
[1] Si rammenta che la NADEF 2023 ha previsto l’avvio di un piano di dismissioni delle partecipazioni dello Stato tale da generare proventi pari ad almeno l’1 per cento del PIL nell’arco del triennio 2024-2026. La dismissione di partecipazioni societarie pubbliche concerne, in particolare, quelle rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione europea legati alla disciplina degli aiuti di Stato, oppure quelle la cui quota di possesso del settore pubblico eccede quella necessaria a mantenere un’opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico.
[2] Si ricorda che con nota del 27 gennaio 2023 il MEF aveva comunicato di aver sottoscritto una lettera di intenti con Lufthansa per l’acquisizione di una quota di minoranza della società; con comunicato stampa del 30 marzo 2023 il consiglio di amministrazione di ITA aveva annunciato di avere approvato il piano industriale già condiviso con Lufthansa e il successivo 25 maggio 2023 Lufthansa e ITA avevano raggiunto un’intesa per la cessione a Lufthansa di una quota di minoranza della compagnia aerea. Con comunicato stampa del 16 giugno 2023 il MEF aveva reso noto la registrazione, da parte della Corte dei Conti, dell’atto di approvazione dell’accordo per la cessione della predetta quota di minoranza. Nel comunicato veniva precisato come il contratto firmato dal Ministero dell’economia e delle finanze, dalla compagnia tedesca e da ITA prevedesse l’acquisizione da parte di Lufthansa di una partecipazione pari al 41 per cento del capitale sociale di ITA Airways a fronte di un investimento di 325 milioni di euro.
[3] Si ricorda che il 30 novembre 2023 il MEF aveva formalmente notificato alla Direzione generale della concorrenza della Commissione europea l’operazione di concentrazione che prevede l’ingresso di Lufthansa nel capitale di ITA Airways. L’8 gennaio 2024 Lufthansa aveva presentato una serie di impegni per rispondere ad alcune delle riserve preliminari in materia di concorrenza della Commissione, che tuttavia erano risultati insufficienti. Con comunicato stampa del 23 gennaio 2024, la Commissione europea aveva quindi reso noto di aver avviato un’indagine approfondita per valutare, a norma del regolamento UE sulle concentrazioni, il progetto di acquisizione del controllo comune di ITA Airways. Con un successivo comunicato stampa del 25 marzo 2024, la Commissione europea aveva informato Lufthansa e il MEF di ritenere in via preliminare che il loro progetto di acquisizione del controllo congiunto di ITA Airways potesse limitare la concorrenza per alcune rotte sul mercato dei servizi di trasporto aereo di passeggeri in Italia e all’estero. La Commissione temeva che, dopo l’operazione, potesse registrarsi un aumento dei prezzi o un calo della qualità dei servizi a scapito dei clienti. Veniva altresì precisato che una comunicazione delle obiezioni è una fase formale di un’indagine in cui la Commissione informa per iscritto le imprese interessate relativamente alle obiezioni mosse nei loro confronti; pertanto l’invio della predetta comunicazione delle obiezioni non avrebbe pregiudicato l’esito dell’indagine. Lufthansa e il MEF avevano infatti la possibilità di rispondere alla comunicazione delle obiezioni della Commissione e di proporre misure correttive per risolvere le riserve preliminari individuate dalla medesima Commissione. A tal proposito, con comunicato stampa del 25 marzo 2024, il MEF aveva reso noto di aver ricevuto i predetti rilievi della Commissione europea, precisando che il Ministero avrebbe continuato a lavorare sul dossier al fine di presentare nel più breve tempo possibile i rimedi per giungere a una positiva soluzione della questione. Con comunicato stampa del 18 giugno 2024 il medesimo Ministero aveva infine reso noto di aver riposto agli ultimi dubbi della Commissione.
[4] La relazione illustrativa al citato decreto-legge n. 84 del 2024 ricorda come il DPCM del 1° settembre 2023 abbia previsto, tra l’altro, l’acquisizione da parte del MEF di una quota di partecipazione di minoranza, compresa fra il 15 e il 20 per cento, del capitale di NetCo, nel limite massimo di risorse di 2.200 milioni di euro. Precisa inoltre che l’importo stanziato potrà essere in parte utilizzato per l’acquisizione del controllo, da parte del MEF, del capitale di Telecom Italia Sparkle. Il residuo ammontare di 325 milioni riguarda invece lo stanziamento per l’impegno che il MEF ha nei confronti di DLH, società del Gruppo Lufthansa, per l’eventuale riacquisto dalla stessa DLH della partecipazione che tale società potrà acquisire in Italia Trasporto Aereo ITA.
[5] La relazione illustrativa al decreto-legge n. 84 del 2024 precisa al riguardo che la finalità della disposizione è quella di fornire certezza giuridica e stabilire un quadro normativo coerente con il settore di operatività, trattandosi di operazioni attinenti a società di rilievo strategico che operano sul mercato, rendendosi pertanto necessario prevedere l’applicazione delle norme di diritto comune per consentire l’operatività a condizioni simmetriche a qualunque altro operatore.
[6] Si ricorda che KKR è un’impresa di investimento di livello mondiale con sede negli Stati Uniti, che offre soluzioni per la gestione alternativa di attivi, per i mercati dei capitali e in ambito assicurativo.
[7] Sui dettagli del coinvolgimento del MEF nell’operazione non sono rinvenibili, alla data di chiusura del presente dossier, ulteriori informazioni ufficiali. Secondo fonti di stampa, al consorzio guidato dal fondo KKR parteciperebbe il MEF con una quota del 16 per cento e la citata F2i (Fondi italiani per le infrastrutture Sgr) con l’11,2 per cento. A sua volta, un comunicato stampa del 1° luglio 2024 di quest’ultima società di gestione del risparmio (di cui CDP Equity detiene il 14 per cento del capitale) afferma che la nuova società, derivante dall’incorporazione della rete fissa di TIM in FiberCop, è interamente controllata da un gruppo di investitori guidati dal fondo KKR e comprende il MEF, una società interamente controllata da Abu Dhabi Investment Authority, CPP Investment (fondo pensioni canadese) e, appunto, F2i SGR.
[8] Sparkle è un operatore primario nel settore dei cavi sottomarini che gestisce una rete proprietaria in fibra ottica che si estende per oltre 600.000 km attraverso Europa, Africa, Medio Oriente, America e Asia.
[9] Si tratta in particolare del presidente Beniamino Quintieri e dei consiglieri di amministrazione Antonella Baldino, Pierfrancesco Barletta, Elisa Grande e Paolo Vaccari.
[10] Si ricorda che per il personale a tempo determinato e indeterminato in servizio presso l’Agenzia nazionale del turismo alla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 44 del 2023 viene disposto il trasferimento a ENIT S.p.A. in ragione delle medesime funzioni esercitate dall’ente, con mantenimento del trattamento economico complessivo in godimento. Fatto salvo il trasferimento del personale, è stato inoltre previsto che tutti i rapporti attivi e passivi esistenti alla data di costituzione di ENIT S.p.A., come risultanti dalle scritture contabili, nonché tutte le risorse finanziarie e strumentali siano trasferiti al Ministero del turismo. A tale fine, il Ministro del turismo ha nominato con proprio decreto del 10 maggio 2023 un commissario liquidatore ai fini della redazione di un inventario del patrimonio dell’ente soppresso ENIT (Agenzia). Con successive determinazioni, il Ministero del turismo è chiamato ad assegnare alla società ENIT S.p.A. le risorse strumentali necessarie per il perseguimento degli obiettivi. Per ulteriori informazioni si rinvia al seguente link.
[11] Si ricorda che con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy del 1° marzo 2024, altre società del gruppo (ADI Energia S.r.l., ADI Servizi Marittimi S.r.l., ADI Tubiforma S.r.l. e ADI Socova S.a.s.) erano state ammesse in estensione alla procedura madre di amministrazione straordinaria aperta nei confronti di ADI, preponendo alle predette società il medesimo organo commissariale nominato per ADI. Si ricorda altresì che con le sentenze del 29 febbraio 2024, del 14 marzo 2024 e del 21 marzo 2024, il Tribunale di Milano aveva dichiarato lo stato di insolvenza di ADI e delle altre citate società.
[12] Si rammenta che ai sensi dell’articolo 11 del TUSP, commi 2 e 3, “l’organo amministrativo delle società a controllo pubblico è costituito, di norma, da un amministratore unico” e che “l’assemblea della società a controllo pubblico, con delibera motivata con riguardo a specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa e tenendo conto delle esigenze di contenimento dei costi, può disporre che la società sia amministrata da un consiglio di amministrazione composto da tre o cinque membri (..)”.
[13] Si ricorda che il citato articolo 6 della legge n.162 del 2021 ha disposto, al comma 2, che con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400 entro due mesi dalla data di entrata in vigore della medesima legge n. 162 – termine spirato il 3 febbraio 2022 – avrebbero dovuto essere apportate modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251 conseguenti alle disposizioni introdotte al comma 1 dello stesso articolo 6 che hanno esteso la disciplina in materia di quote di genere applicabile alle società quotate - di cui al comma 1-ter dell’articolo 147-ter del Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria – anche alle società, costituite in Italia, controllate da pubbliche amministrazioni ai sensi dell’articolo 2359, commi primo e secondo, del codice civile e non quotate in mercati regolamentati.
[14] Nominato presidente il 14 novembre 2023.
[15] Nominata vicepresidente il 14 novembre 2023.
[16] Nominata consigliera il 28 marzo 2024.
[17] Nominato consigliere l’8 aprile 2024, in sostituzione di Francesca FERRAZZA.
[18] Tra le predette 213 società è inclusa Seram (ENI), società i cui organi amministrativi, in scadenza nel 2024, sono stati rinnovati per un solo esercizio e verranno quindi a scadenza nel 2025. Nel novero delle medesime società ne vanno inoltre aggiunte due - Geoweb (Sogei) e Rustichella d’Abruzzo (Simest) - i cui organi amministrativi sono scaduti nel 2023 e che, alla data di chiusura del presente dossier, risultano ancora da rinnovare. Si rammenta, infine, che:
- tre società – ENEL Innovation Hubs (ENEL), Ceramica Dolomite (Invitalia) e Leonardo Global Solutions (Leonardo) – con organi amministrativi originariamente in scadenza nel 2025, sono state oggetto di rinnovo anticipato (v. par. 5.2);
- un’ulteriore società – Titagarh Firema (Invitalia) – con organi amministrativi originariamente in scadenza nel 2026, è stata anch’essa oggetto di rinnovo anticipato (v. par. 5.2).
[19] Per quanto concerne specificamente il quadro complessivo delle società partecipate dal MEF, si ricorda che il 31 gennaio 2024 il Ministero ha pubblicato, come di consueto, l’elenco delle società direttamente e indirettamente partecipate con organi sociali (di amministrazione e/o controllo) da rinnovare nel 2024 in occasione delle assemblee di approvazione del bilancio 2023.
[20] Si rammenta che nel 2024 risultava in scadenza un solo membro del consiglio di amministrazione, da ultimo rinnovato lo scorso anno.
[21] Tale informazione è stata reperita da un comunicato stampa della Società del 15 luglio 2024, nel quale si dà conto delle modifiche statutarie approvate in sede straordinaria dall’assemblea svoltasi in pari data che “riguardano l’incremento del numero dei membri che compongono il consiglio di amministrazione da 9 a 11 e il rinvio al rispetto della normativa in materia di equilibrio tra i generi nella composizione degli organi sociali (sia per il consiglio in composizione ordinaria e separata, sia per il collegio sindacale), nonché la conseguente revisione dei quorum costitutivi e deliberativi rafforzati”.
[22] Tale informazione è stata reperita da un comunicato stampa della Società del 27 giugno 2024.
[23] Designato come rappresentante della società amministratrice Blade Management S.r.l.
[24] Si ricorda che tre società monitorate di secondo livello, i cui organi amministrativi sarebbero dovuti scadere nel 2025, sono state oggetto di un rinnovo anticipato per il triennio 2024-2026. In particolare, si tratta di Ceramica Dolomite (Invitalia), ENEL Innovation Hubs (ENEL), Leonardo Global Solutions (Leonardo).
[25] Si rammenta che nella Banca dati non sono presenti informazioni relative a Stm Holding NV, società controllata dal MEF, in quanto la suddetta società ha sede all’estero.