Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Controllo parlamentare - Servizio Controllo parlamentare
Titolo: Le relazioni da obbligo di legge - Monitoraggio e controllo - XIX Luglio 2024
Serie: L'attività di controllo parlamentare   Numero: 11
Data: 24/07/2024
Organi della Camera: Assemblea

Camera dei deputati

XIX LEGISLATURA

 

S E R V IZ IO  P E R  I L  C O N T R O L L O P AR L AM E NT AR E

 

MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE RELAZIONI DA OBBLIGO DI LEGGE

 

 

Numero 11 – Luglio 2024

Servizio per il Controllo parlamentare

 

A CURA DEL SERVIZIO PER IL CONTROLLO PARLAMENTARE

( 06.6760-3381/9886– * sgcp_segreteria@camera.it

 

 

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INDICE

 

PREMESSA.. 1

RELAZIONI PRESENTATE DAL GOVERNO AL PARLAMENTO (MAGGIO - GIUGNO 2024) 5

I Commissione (Affari costituzionali) 7

Attività dell’ISTAT. 7

Analisi di impatto della regolamentazione. 9

II Commissione (Giustizia) 11

Misure cautelari e riparazioni per ingiusta detenzione 11

Messa alla prova dell’imputato. 13

Stato di attuazione del programma di edilizia penitenziaria. 15

Esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni 17

Attività della Cassa delle ammende. 19

III Commissione (Affari esteri) 20

Valutazioni del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE) 20

V Commissione (Bilancio) 21

Razionalizzazione della spesa per l’acquisto di beni e servizi per le pubbliche amministrazioni 21

Attività del CIPESS. 23

XI Commissione (Lavoro) 24

Attività dell’Ente di assistenza per il personale dell’Amministrazione penitenziaria (EAP) 24

XII Commissione (Affari sociali) 25

Progetto di ammodernamento delle strutture sanitarie nell’area di Taranto. 25

Attività del Comitato nazionale per la bioetica. 26

Commissioni I (Affari costituzionali) e II (Giustizia) 27

Attività del Laboratorio centrale per la Banca dati nazionale del DNA.. 27

Attività della Direzione investigativa antimafia (DIA) 28

Commissioni I (Affari costituzionali), II (Giustizia) e V (Bilancio) 30

Spesa e azione amministrativa del Ministero della giustizia. 30

Commissioni I (Affari costituzionali), III (Affari esteri) e V (Bilancio) 32

Spesa e azione amministrativa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. 32

Commissioni I (Affari costituzionali), IV (Difesa) e V (Bilancio) 33

Spesa e azione amministrativa del Ministero della difesa. 33

Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) 35

Spesa e azione amministrativa del Ministero dell’interno. 35

Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio) e VI (Finanze) 37

Spesa e azione amministrativa del Ministero dell’economia e delle finanze. 37

Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio), IX (Trasporti) e X (Attività produttive) 39

Spesa e azione amministrativa del Ministero delle imprese e del made in Italy. 39

Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio) e XII (Affari sociali) 41

Spesa e azione amministrativa del Ministero della salute. 41

Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio) e XIII (Agricoltura) 42

Spesa e azione amministrativa del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. 42

Commissioni I (Affari costituzionali) e IX (Trasporti) 43

Attività dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) 43

Commissioni I (Affari costituzionali) e XIV (Politiche dell’Unione europea) 45

Procedura d’infrazione n. 2024/2062 sulla governance europea dei dati 45

Commissioni II (Giustizia) e V (Bilancio) 46

Interventi di competenza del Ministero della giustizia finanziati con le risorse destinate agli investimenti e allo sviluppo infrastrutturale del Paese. 46

Stato delle spese di giustizia. 47

Commissioni II (Giustizia) e XII (Affari sociali) 48

Stato delle tossicodipendenze in Italia. 48

Commissioni III (Affari esteri), VIII (Ambiente), IX (Trasporti), X (Attività produttive) e XIII (Agricoltura) 50

Stato di attuazione del Piano del mare. 50

Commissioni V (Bilancio) e VII (Cultura) 52

 Finali ATP Torino 2021-2025. 52

Commissioni VIII (Ambiente), X (Attività produttive) e XIV (Politiche dell’Unione europea) 53

Procedura d’infrazione n. 2024/2053 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente  53

Commissioni IX (Trasporti) e XII (Affari sociali) 55

Comunicazione concernente la Relazione sull’attuazione delle disposizioni per la sicurezza dei minori in ambito digitale. 55

Commissioni XI (Lavoro), XII (Affari sociali) e XIV (Politiche dell’Unione europea) 57

Procedura d’infrazione n. 2024/0162 sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. 57

Tutte le Commissioni permanenti e Commissione parlamentare per le questioni regionali 58

Elenco delle procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l’UE (primo trimestre 2024) 58

Commissione parlamentare per la semplificazione. 59

Attuazione dei progetti Normattiva e x-leges. 59

RELAZIONI PRESENTATE DA ALTRI SOGGETTI (MAGGIO - GIUGNO 2024) 60

VII Commissione (Cultura) 61

Attività della SIAE. 61

X Commissione (Attività produttive) 63

Contenimento dei prezzi nei settori elettrico e del gas naturale. 63

Monitoraggio dello sviluppo degli impianti di generazione distribuita. 65

XIII Commissione (Agricoltura) 67

Deroghe in materia di protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio – Regione Piemonte. 67

Commissioni I (Affari costituzionali) e VIII (Ambiente) 68

Attività dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) 68

Commissioni I (Affari costituzionali) e XII (Affari sociali) 70

Attività dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA) 70

 

 

 

PREMESSA

 

Il presente dossier reca il monitoraggio delle relazioni che la Presidenza del Consiglio dei ministri e i diversi Dicasteri devono trasmettere al Parlamento in conformità a quanto stabilito dalle vigenti disposizioni di legge; tale monitoraggio è esteso anche agli obblighi di relazione a carico di soggetti non governativi.

A questo fine, il Servizio per il Controllo parlamentare cura una banca dati che viene alimentata sia attraverso la registrazione delle relazioni di volta in volta trasmesse ed annunciate nel corso delle sedute dell’Assemblea, sia mediante l’individuazione degli obblighi informativi previsti da norme di nuova introduzione. Il monitoraggio si completa con l’accertamento degli obblighi di relazione conclusi a seguito dell’abrogazione della norma che li aveva introdotti, ovvero da ritenersi superati, pur se formalmente vigenti, alla luce di valutazioni discendenti dall’analisi del contesto di fatto in cui si iscrivono.

Nella presente pubblicazione si dà dunque conto delle risultanze dell’attività di monitoraggio sopra illustrata con riferimento alle relazioni trasmesse e annunciate in Assemblea nei mesi di maggio e giugno 2024.

Le relazioni sono suddivise sulla base degli ambiti di competenza delle Commissioni permanenti cui sono assegnate.

Per ciascun documento esaminato vengono forniti l’inquadramento normativo e una sintesi del contenuto finalizzata a renderne più agevole la consultazione, evidenziando, ove presenti, i contenuti informativi concernenti l’attuazione di specifici provvedimenti legislativi.

 

***

 

Nei mesi di maggio e giugno 2024 sono state annunciate 35 relazioni governative e 6 relazioni presentate da altri soggetti trasmesse alle Camere in attuazione di disposizioni di legge, di cui si dà conto nelle schede informative contenute nella presente pubblicazione.

A seguire si indicano invece i nuovi obblighi di relazione al Parlamento individuati sulla base del monitoraggio delle disposizioni normative pubblicate nella Gazzetta Ufficiale nel bimestre di riferimento.

 

La legge 26 giugno 2024, n. 86 (Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione), all’articolo 2, disciplina il procedimento di approvazione delle intese tra Stato e regione relative alla richiesta di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. I commi 3 e 4 di tale articolo prevedono che lo schema di intesa preliminare negoziato tra Stato e regione, una volta approvato dal Consiglio dei ministri, sia immediatamente sottoposto alla Conferenza unificata per l’espressione del parere, da rendere entro sessanta giorni dalla data di trasmissione. Successivamente al parere e comunque decorso il relativo termine, lo schema di intesa preliminare è immediatamente trasmesso alle Camere per l’esame da parte dei competenti organi parlamentari, che si esprimono con atti di indirizzo. Il comma 5 dell’articolo 2 stabilisce quindi che il Presidente del Consiglio dei ministri (o il Ministro per gli affari regionali e le autonomie), valutato il parere della Conferenza unificata e sulla base dei suddetti atti di indirizzo e comunque una volta decorso il termine di novanta giorni, predisponga lo schema di intesa definitivo. Il medesimo comma 5 stabilisce altresì che ove il Presidente del Consiglio dei ministri ritenga di non conformarsi in tutto o in parte agli atti di indirizzo, riferisca alle Camere con apposita relazione, nella quale fornisce adeguata motivazione della scelta effettuata[1].

 

L’articolo 3 della legge n. 86 del 2024, ai fini dell’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (LEP). L’articolo 3 prevede altresì che tali decreti definiscano le procedure e le modalità operative per monitorare l’effettiva garanzia in ciascuna regione dell’erogazione dei LEP in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell’utilizzo delle risorse, nonché la congruità tra le prestazioni da erogare e le risorse messe a disposizione. Per ciascuna delle regioni che hanno sottoscritto intese ai sensi dell’articolo 2 della legge n. 86 del 2024 l’attività di monitoraggio, in relazione alle materie o agli ambiti di materie oggetto di intesa, è svolta dalla Commissione paritetica Stato-regione-autonomie locali (di cui all’articolo 5, comma 1[2]), sulla base di quanto previsto dalle rispettive intese, la quale riferisce annualmente sugli esiti del monitoraggio alla Conferenza unificata.

Il comma 6 dell’articolo 3 dispone che sull’esito delle procedure di monitoraggio il Ministro per gli affari regionali e le autonomie trasmetta alle Camere una relazione annuale.

 

L’articolo 8 della legge n. 86 del 2024, al comma 1, prevede che la Commissione paritetica Stato-regione-autonomie locali proceda annualmente alla valutazione degli oneri finanziari derivanti, per ciascuna regione interessata, dall’esercizio delle funzioni e dall’erogazione dei servizi connessi alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, secondo quanto previsto dall’intesa, in coerenza con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e, comunque, garantendo l’equilibrio di bilancio. Il comma 1 dispone inoltre che la Commissione paritetica fornisca alla Conferenza unificata e alle Camere adeguata informativa degli esiti della valutazione degli oneri finanziari.

 

L’articolo 10 della legge n. 86 del 2024, al comma 1, prevede che lo Stato, in attuazione dell’articolo 119, commi terzo e quinto, della Costituzione, promuova l’esercizio effettivo dei diritti civili e sociali che devono essere garantiti dallo Stato stesso e dalle amministrazioni regionali e locali nell’esercizio delle funzioni riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni o alle funzioni fondamentali di cui all’articolo 117, secondo comma, lettere m) e p), della Costituzione[3], previa ricognizione delle risorse allo scopo destinabili. Il medesimo comma 1 elenca quindi una serie di fonti, non esclusive, di risorse destinabili agli scopi sopra indicati.

Il comma 3 dell’articolo 10 dispone che il Governo informi le Camere e la Conferenza unificata, ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, circa le attività poste in essere ai sensi del comma 1.

 

***

Da ultimo si segnalano, in quanto incidono su un obbligo di relazione già esistente, le disposizioni recate dall’articolo 1 della legge 17 maggio 2024, n. 70 (Disposizioni e delega al Governo in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo), che modifica la legge 29 maggio 2017, n. 71, estendendone il perimetro di applicazione alla prevenzione e contrasto anche del bullismo[4], oltre che del cyberbullismo. A seguito delle modifiche introdotte, risulta coerentemente ampliata anche al fenomeno del bullismo la competenza del Tavolo tecnico, istituito dall’articolo 3 della legge n. 71 del 2017, chiamato a redigere un piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione – nella formulazione originaria – del solo cyberbullismo.

Sugli esiti dell’attività del Tavolo tecnico (divenuto “Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo”) il Ministro dell’istruzione e del merito, come già previsto dall’articolo 3 della legge n. 71 del 2017, trasmette alle Camere una relazione entro il 31 dicembre di ogni anno[5].

 

 

 

 

RELAZIONI PRESENTATE DAL GOVERNO AL PARLAMENTO
(MAGGIO - GIUGNO 2024)

 

I Commissione (Affari costituzionali)

Doc. LXIX, n. 2

 

Annuncio 3/6/2024

Relazione sull’attività dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) sulla raccolta, trattamento e diffusione dei dati statistici della pubblica amministrazione, nonché sullo stato di attuazione del programma statistico nazionale

(Dati relativi all’anno 2023 con allegato il rapporto redatto dalla Commissione per la garanzia della qualità dell’informazione statistica a norma dell’articolo 12 del decreto legislativo n. 322 del 1989, riferito alla medesima annualità)

Trasmessa dal Ministro per la pubblica amministrazione

L’articolo 24 del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri trasmetta al Parlamento, entro il 31 maggio di ciascun anno, una relazione sull’attività dell’ISTAT, sulla raccolta, trattamento e diffusione dei dati statistici della pubblica amministrazione, nonché sullo stato di attuazione del programma statistico nazionale in vigore. L’articolo 24 dispone inoltre che alla relazione sia allegato il rapporto annuale da redigersi da parte della Commissione per la garanzia della qualità dell’informazione statistica (Cogis) ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo n. 322 del 1989. Si segnala altresì che l’articolo 3 della legge 5 maggio 2022, n. 53 (Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere) stabilisce che la relazione al Parlamento sull’attività dell’ISTAT sia integrata da una relazione sull’attuazione dell’articolo 2, ossia sulle rilevazioni statistiche dell’ISTAT e del Sistema statistico nazionale (SISTAN) in materia di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne.

Sintesi del contenuto

La relazione, suddivisa in quattro parti, descrive nella prima la produzione statistica dell’ISTAT nell’annualità 2023, evidenziando le iniziative più significative che hanno caratterizzato nel periodo di riferimento i diversi ambiti tematici oggetto di indagine. Si riferisce pertanto in merito alle statistiche socioeconomiche (con riferimento alle condizioni economiche delle famiglie, ai prezzi, all’istruzione e formazione, alla salute e alla sanità, settore quest’ultimo caratterizzato nel 2023, tra l’altro, da un’intensa collaborazione con Eurostat per la preparazione della nuova edizione dell’European Health Interview Survey - Ehis 2025) e alle statistiche sociodemografiche (con numerose attività collegate al censimento permanente della popolazione). Sul versante sociale l’attività statistica nel 2023 è stata particolarmente intensa e ha visto, tra le altre iniziative, la messa a punto sul piano organizzativo e metodologico di due fondamentali indagini “Cittadini e tempo libero” e “Famiglie e soggetti sociali” che saranno condotte nel 2024, nonché l’avvio di diverse attività per raccordare le statistiche sociodemografiche ai fabbisogni informativi del PNRR. La relazione descrive poi la produzione dell’ISTAT connessa alla misurazione del benessere, con la pubblicazione ad aprile 2023 del Rapporto sul benessere equo e sostenibile e l’aggiornamento intermedio dei 152 indicatori BES. Per quanto riguarda le statistiche economiche, si dà conto del rilascio dei dati congiunturali e strutturali sulle imprese (con la diffusione degli indici della produzione industriale, dei prezzi alla produzione e all’importazione), rilevando che il 2023 è stato caratterizzato dagli adempimenti connessi al Regolamento (UE) 2019/2152 (European Business Statistics -Ebs) e dalla prosecuzione del processo di definizione della nuova versione della classificazione delle attività economiche Ateco 2025. Ulteriori versanti di indagine illustrati dalla relazione hanno riguardato le statistiche ambientali e territoriali - con la predisposizione del sistema informativo Indicatori di sviluppo sostenibile (SDGs) e la pubblicazione del relativo rapporto - con riferimento agli ambiti del turismo, della cultura (con la conclusione nel 2023 dei censimenti dei musei e delle biblioteche) dei trasporti, dell’agricoltura, delle politiche di coesione. La relazione descrive poi l’attività svolta dall’ISTAT in merito alla contabilità nazionale, segnalando che nel 2023 sono proseguite le attività di miglioramento del processo di compilazione delle statistiche di finanza pubblica e per lo sviluppo e la promozione dei conti economici ambientali. Altri aspetti affrontati riguardano i conti satellite (con la firma di una convenzione con l’ASI per definire il perimetro della space economy), gli indicatori di benessere e sostenibilità e la valutazione delle politiche pubbliche, in particolare delle policy rivolte alle famiglie, con la pubblicazione del report “La redistribuzione del reddito in Italia”. La parte prima della relazione riguarda inoltre le attività di supporto metodologico della produzione statistica e i servizi necessari allo svolgimento delle indagini e alla diffusione dei risultati.

La parte seconda del documento concerne il Sistema statistico nazionale (SISTAN), che nel 2023 registra l’adesione di 3.305 Uffici di statistica (Us), di cui si analizza organizzazione, attività ed evoluzione con riferimento al periodo 2016-2023, dando anche conto di talune criticità persistenti, tra le quali in primo luogo la scarsa presenza di uffici dedicati esclusivamente alla funzione statistica.

La parte terza della relazione riguarda lo stato di attuazione dei lavori previsti nel Programma statistico nazionale (PSN). In particolare, si fa presente che nel 2023 sono stati realizzati 766 degli 811 lavori programmati per il 2023 nel PSN 2023-2025 (325 a titolarità ISTAT e 486 in capo a 61 soggetti del SISTAN), con un tasso di realizzazione del 94,5 per cento, in aumento rispetto all’anno precedente (92,3 per cento) e all’intero decennio (85 per cento nel 2013). I lavori non realizzati nel 2023 sono in tutto 45. Tra le 16 aree tematiche del PSN, quelle con i più elevati tassi di mancata realizzazione sono “Turismo e cultura” e “Indicatori e metodologie per la valutazione delle policy”.

La parte quarta riferisce sul contributo richiesto dalla legge 5 maggio 2022, n. 53, all’ISTAT e al SISTAN per la misurazione e l’analisi del fenomeno della violenza contro le donne e per la rappresentazione statistica delle differenze di genere. In particolare, si fa presente che l’indagine sulla violenza contro le donne, prevista ogni tre anni dall’articolo 2 della citata legge n. 53, pur progettata dall’ISTAT, non è stata ancora condotta per problemi amministrativi e legali connessi all’individuazione della società incaricata della rilevazione dei dati. L’attività di monitoraggio dell’ISTAT sull’attuazione da parte dei soggetti del SISTAN del disposto di cui all’articolo 2 si è concentrata soprattutto sulla verifica degli adempimenti riguardanti la produzione di statistiche disaggregate per genere, di cui si dà conto.

Alla relazione è allegata la relazione sull’attività svolta nel 2023 dalla Commissione per la garanzia della qualità della informazione statistica, ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo n. 322 del 1989.

 

Doc. LXXXIII, n. 2

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Relazione sullo stato di applicazione dell’analisi di impatto della regolamentazione

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro per i rapporti con il Parlamento

L’articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246, che disciplina l’analisi dell’impatto della regolamentazione (AIR), prevede che entro il 31 marzo di ogni anno le amministrazioni comunichino al Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri (DAGL) i dati e gli elementi informativi necessari per la presentazione al Parlamento, entro il 30 aprile, della relazione annuale del Presidente del Consiglio dei ministri sullo stato di applicazione dell’AIR.

Sintesi del contenuto

La relazione rileva che nel corso del 2023 l’analisi di impatto della regolazione (AIR) e la verifica dell’impatto regolatorio (VIR), disciplinate dal regolamento di cui al DPCM 5 settembre 2017, n. 169 e dalle Linee guida approvate con Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 febbraio 2018, hanno conosciuto un notevole impulso, come testimoniato dalle percentuali di atti normativi approvati in Consiglio dei ministri trasmessi alle Camere corredati dalla documentazione relativa all’analisi di impatto già verificata dal Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi (DAGL) della Presidenza del Consiglio, percentuali che ormai si attestano stabilmente oltre l’80%.

In particolare, nel periodo 2021-2023, il numero totale delle relazioni AIR prodotte dal Governo è raddoppiato, passando da 120 a 241. Nel corso del 2022, gli atti corredati da relazioni AIR approvati in Consiglio dei ministri ammontavano al 61%, mentre nei due anni precedenti (2021 e 2020) tale percentuale si attestava, rispettivamente, al 53% e al 51%. Alla luce di tale andamento la relazione segnala l’opportunità di concentrare lo svolgimento dell’AIR sugli atti normativi maggiormente incidenti su interessi, oneri e competitività degli interessati, anche rendendo più flessibile l’attuale disciplina delle esenzioni (di cui all’articolo 7 del DPCM n. 169 del 2017). La relazione evidenzia inoltre l’importanza dell’avvio tempestivo dell’AIR, in un momento in cui essa è ancora in grado di influenzare le decisioni finali dei policy maker, tempestività da perseguire anche attraverso un più stretto coordinamento con la fase di programmazione dell’attività normativa.

Per quanto riguarda le verifiche dell’impatto della regolamentazione (VIR), la relazione riferisce che nel corso del 2023 le amministrazioni hanno avviato le attività in base al rispettivo “Piano per la valutazione e la revisione della regolamentazione” per il biennio 2023-2024 ed indica le relazioni VIR pervenute sinora e le relative disposizioni normative.

Il documento illustra quindi l’operato del Nucleo per la valutazione di impatto della regolamentazione (NUVIR), che nel corso del 2023 ha valutato, in primo esame, 241 relazioni AIR, di cui 131 riferite a disposizioni contenute in decreti-legge e 110 riferite ad altri provvedimenti. Nel complesso il NUVIR ha prodotto 338 valutazioni (277 nel 2022, con un incremento del 22%), di cui 147 riferite a disposizioni contenute in decreti-legge (87 nel 2022) e 191 ad altri provvedimenti (190 nel 2022). Sempre rispetto al 2022, emerge che in sede di prima valutazione del NUVIR si riduce significativamente la percentuale di AIR “non adeguate” (dal 64% al 33%) e aumenta, in misura pressoché omogenea, quella delle AIR “adeguate” o “parzialmente adeguate”, con un miglioramento quindi della performance degli strumenti valutativi. Per quanto riguarda le VIR, il numero di quelle prodotte è in linea con il dato del 2022; quanto ai contenuti si osserva un parziale miglioramento della capacità di valutazione dell’Amministrazione, sebbene non omogeneo.

La relazione, oltre a riferire in merito all’analisi tecnico normativa (ATN) che deve accompagnare gli schemi di atti normativi di iniziativa governativa, presenta l’attività formativa svolta nel 2023 dalla Scuola nazionale dell’amministrazione (SNA) in tema di analisi e verifica di impatto della regolamentazione. Un capitolo del documento è poi dedicato l’utilizzo di AIR e VIR da parte delle Autorità indipendenti e delle regioni nell’esercizio delle rispettive potestà regolatorie e normative, con particolare riferimento, per le regioni, alla valutazione ex post attraverso clausole e missioni valutative. Nelle Appendici alla relazione sono riportati i contributi pervenuti da detti Enti. 

Da ultimo, la relazione illustra le attività svolte dal DAGL nel 2023 in materia di qualità della regolamentazione in ambito internazionale, in particolare nel corso delle riunioni del gruppo di lavoro “better regulation” del Consiglio dell’Unione europea e del Comitato per le politiche di regolazione dell’OCSE, nonché nell’ambito dell’organismo denominato Fit For Future – F4F (che fa parte del programma REFIT della Commissione UE, dedicato al controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione europea), dando conto dei temi di maggiore rilevanza affrontati.

 

II Commissione (Giustizia)

Doc. XCIV, n. 2

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Relazione sull’applicazione delle misure cautelari personali e sui provvedimenti di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione

(Dati relativi all’anno 2023)

Predisposta dal Ministero della giustizia e trasmessa dal Ministro per i rapporti con il Parlamento

L’articolo 15 della legge 16 aprile 2015, n. 47 (Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità) dispone che il Governo presenti alle Camere, entro il 31 gennaio di ogni anno, una relazione contenente dati, rilevazioni e statistiche relativi all’applicazione, nell’anno precedente, delle misure cautelari personali, distinte per tipologie, con l’indicazione dell’esito dei relativi procedimenti, ove conclusi. La relazione deve altresì contenere i dati relativi alle sentenze di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, pronunciate nell’anno precedente, con specificazione delle ragioni di accoglimento delle domande e dell’entità delle riparazioni, nonché i dati relativi al numero di procedimenti disciplinari iniziati nei riguardi dei magistrati per le accertate ingiuste detenzioni, con indicazione dell’esito, ove conclusi.

Sintesi del contenuto

La relazione è articolata in due parti, la prima delle quali concerne le misure cautelari personali e analizza i dati rilevati presso gli uffici giudiziari, il cui tasso di rispondenza per l’anno 2023 è stato dell’89%. In particolare, si riferisce che nell’anno considerato sono state emesse in totale 82.035 misure cautelari personali coercitive, osservando che il confronto tra i dati degli anni 2020-2023 con quelli del biennio 2018-2019 evidenzia una diminuzione significativa del numero totale delle misure emesse. Non emergono, invece, significative variazioni nella distribuzione percentuale per tipologia, se non una lieve flessione della misura degli arresti domiciliari senza braccialetto negli anni 2020-2023, nonché della misura custodiale in carcere con riferimento al biennio 2019-2020. Le misure cautelari custodiali (carcere - arresti domiciliari - luogo cura) costituiscono il 57% circa di tutte quelle emesse. Una misura cautelare coercitiva su tre emesse è quella carceraria (32%), mentre una su quattro è quella degli arresti domiciliari (25%).

Per ciò che riguarda la distribuzione percentuale delle misure emesse per area geografica, al Nord si concentra il 39,9% delle misure emesse, al Centro il 20,9%, al Sud il 26,6% e nelle Isole il 12,6%. Delle 4 aree geografiche, la maggiore quota delle misure si concentra quindi al Nord. La relazione riferisce poi che il 40,2% (32.970) delle 82.035 misure cautelari assunte nell’anno 2023 è stato adottato in procedimenti definiti nel medesimo anno e che l’82,1% (27.070) delle 32.970 misure emesse appartiene a procedimenti iscritti e definiti nel medesimo anno 2023. In circa il 90% dei casi la modalità definitoria di un procedimento ove è stata emessa una qualche misura cautelare coercitiva è la condanna, mentre nel restante 10% circa si è avuta un’assoluzione o un proscioglimento a vario titolo. Con riferimento alla fase procedimentale, la relazione segnala che il 74% delle misure è stato emesso dalle sezioni GIP.

La parte seconda della relazione è dedicata ai provvedimenti di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, all’entità delle riparazioni e ai procedimenti disciplinari iniziati nei confronti dei magistrati.

In merito ai provvedimenti di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, si riferisce che quelli sopravvenuti nell’anno 2023 sono stati 1.271 e 1.120 quelli definiti, osservando che, approssimativamente, le percentuali delle ordinanze di accoglimento definitive e non (46,7%) e dei rigetti (49,4%) si equivalgono, mentre le definizioni per inammissibilità risultano residuali (3,9%). Circa le ragioni degli accoglimenti definitivi nell’anno 2023, nel 72,8% dei casi le richieste sono state accolte a motivo dell’accertata estraneità della persona ai fatti contestati, mentre nei restanti casi (27,2%) per illegittimità dell’ordinanza cautelare.

Quanto alla entità delle riparazioni, dai dati forniti dal MEF risulta che l’importo complessivamente versato a titolo di riparazione per ingiusta detenzione nell’anno 2023 è pari a 27.844.794 euro (riferito a 619 ordinanze delle Corti di appello), ammontare molto simile a quello versato nell’anno 2022 (27.378.085 euro), con un importo medio per ordinanza pari a 44.983 euro (50.794 euro nel 2022).

Infine, circa i procedimenti disciplinari iniziati nei riguardi dei magistrati per le accertate ingiuste detenzioni, la relazione riferisce che dall’analisi dei dati relativi agli anni 2017-2022 emerge che nell’88,7% dei casi gli illeciti disciplinari si sono conclusi con esito positivo (assoluzione e non doversi procedere), mentre vi è stato esito negativo solo nel restante 11,3% dei casi (censura, ammonimento e trasferimento).

 

Doc. CCVII, n. 2

Annuncio 13/5/2024

Relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni in materia di messa alla prova dell’imputato

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro della giustizia

L’articolo 7 della legge 28 aprile 2014, n. 67, modificato dal decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, stabilisce che entro il 31 maggio di ciascun anno il Ministro della giustizia riferisca alle Commissioni parlamentari in merito all’attuazione delle disposizioni in materia di messa alla prova e di pene sostitutive delle pene detentive, nonché sullo stato generale dell’esecuzione penale esterna.

Sintesi del contenuto

La relazione descrive l’evoluzione del sistema nazionale della probation, osservando che il 2023 è stato caratterizzato dalle novità apportate dall’entrata in vigore del decreto legislativo n. 150 del 2022 (c.d. “riforma Cartabia”), che ha ridisegnato, tra l’altro, il sistema delle sanzioni sostitutive e ampliato l’ambito di applicazione della messa alla prova. Viene quindi esposta una dettagliata analisi, supportata da numerose rappresentazioni grafiche, dell’andamento statistico e dell’evoluzione dell’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova per i maggiorenni. Con riferimento al dato quantitativo, si riferisce che il numero dei casi è passato da 34.931 nel 2020 a 55.534 nel 2023, registrando un incremento pari al 59%, in linea con la crescita costante conosciuta dalla misura fin dalla sua introduzione nell’ordinamento. A tale incremento (risultato uniforme sull’intero territorio nazionale) corrisponde, come negli anni passati, un tasso percentuale delle revoche contenuto, pari all’1,8%. Circa le istanze pervenute agli Uffici di esecuzione penale esterna (UEPE) da marzo 2022 a marzo 2023, la relazione rileva che 21.154 risultano concluse e 18.501 pendenti.

In merito alle caratteristiche dell’imputato medio ammesso all’istituto della messa alla prova, trovano conferma le risultanze già riscontrate negli anni precedenti: si tratta, in prevalenza, di soggetti di giovane età, di sesso maschile, di cittadinanza italiana, non ancora avviati al processo deviante, coinvolti in attività lavorativa non retribuita di tipo socioassistenziale e sociosanitaria.

La relazione dà quindi conto dell’attività di supporto del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità all’azione degli UEPE al fine di potenziare le possibilità di accesso alla messa alla prova e renderne effettiva l’applicabilità. In merito si segnala, tra l’altro, la promozione della stipula e/o l’aggiornamento di protocolli operativi con i tribunali ordinari e la sigla di accordi inerenti alle pene sostitutive, anche ampliando la platea di interlocutori qualificati del territorio, così da garantire programmi di trattamento maggiormente individualizzati, tendenti ad una concreta prospettiva di riparazione. Si evidenzia altresì l’attività relativa alla diffusione di presidi di prossimità per la messa alla prova/lavori di pubblica utilità e la costituzione di osservatori permanenti presso i tribunali ordinari. Quanto alle indicazioni di tipo organizzativo, il Dipartimento prosegue nell’orientare gli UEPE verso la specializzazione degli operatori e il potenziamento organizzativo in senso multiprofessionale per implementare una rinnovata metodologia di presa in carico dell’imputato, il quale presenta caratteristiche e bisogni decisamente diversi dai condannati. La relazione riferisce poi in merito agli interventi del Dipartimento per l’incremento e la differenziazione dell’offerta di posti per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità nell’ambito della messa alla prova, fornendo dati inerenti al numero di convenzioni stipulate dai presidenti di tribunali a livello locale, alla distribuzione regionale, al numero di posti previsti, al tipo di attività lavorative di pubblica utilità rese disponibili.

Per quanto attiene poi al lavoro di pubblica utilità quale pena sostitutiva, al 31 marzo 2024 risultavano in carico agli UEPE un totale di 2.244 condannati, con un incremento del 50% rispetto al dato riferito al 31 dicembre 2023.

La relazione illustra poi dettagliatamente l’andamento delle misure alternative alla detenzione. In particolare, si riferisce che al 31 dicembre 2023 i soggetti in carico agli UEPE risultano 132.300 (117.411 maschi, dei quali 22.775 stranieri, e 14.889 femmine, delle quali 2.856 straniere), di cui 84.610 per l’esecuzione di misure (con una crescita di 9.486 unità rispetto al 2022) e 47.690 per attività di consulenze e indagini. Sempre in materia di misure alternative alla detenzione, i soggetti in carico per affidamento in prova al servizio sociale sono 28.252; per detenzione domiciliare 11.782; per semilibertà 1.142.

Ulteriori dati forniti indicano che l’attività di indagine maggiormente realizzata negli UEPE riguarda l’eventuale sospensione del procedimento con messa alla prova (22.298 indagini), seguita da quella per l’accesso alle misure alternative (7.872 indagini).

Attraverso grafici e tabelle vengono inoltre forniti i dati relativi alla distribuzione delle misure alternative per regione e nelle diverse aree geografiche del Paese, nonché secondo la nazionalità e il genere. La regione con il più alto numero di misure alternative in termini percentuali è la Lombardia, con il 17,9%. Nella stessa regione sono eseguiti il 21,6% degli affidamenti in prova; in Sicilia e in Puglia, rispettivamente, il 12,9% e 1’8,1% degli affidamenti. Relativamente alla detenzione domiciliare, la maggiore frequenza si riscontra in Campania con 16,6%; seguono Sicilia, Lombardia e Puglia con circa 1’11%.

 

Doc. CXVI, n. 2

Annuncio 22/5/2024

Relazione sullo stato di attuazione del programma di edilizia penitenziaria

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro della giustizia

L’articolo 10 della legge 1° luglio 1977, n. 404 (Aumento dello stanziamento previsto dall’art. 1 della legge 12 dicembre 1971, n. 1133, relativo all’edilizia degli istituti di prevenzione e pena), stabilisce che il Ministro della giustizia riferisca annualmente al Parlamento sullo stato di attuazione del programma dei lavori di edilizia penitenziaria, da eseguire in applicazione della citata legge n. 1133 e della stessa legge n. 404, nonché sui criteri seguiti in ordine alla priorità di attuazione dei lavori stessi.

Sintesi del contenuto

La relazione ricorda che il Programma di edilizia penitenziaria, avviato dalla legge n. 1133 del 1971, è volto alla costruzione, al completamento, all’adeguamento e alla permuta di edifici destinati a istituti di prevenzione e pena. Il Programma, approvato dal Comitato paritetico per l’edilizia penitenziaria, ha consentito di realizzare 87 nuovi istituti, nonché di procedere ad alcune ristrutturazioni integrali di edifici penitenziari esistenti. Circa gli interventi avviati in base al cosiddetto “Piano carceri”, varato del Commissario del Governo per le infrastrutture carcerarie (costituito per far fronte alla grave situazione di sovrappopolamento delle carceri, il cui mandato si è concluso anticipatamente nel luglio 2014), si segnala che i procedimenti inclusi nell’elenco A allegato al decreto del Ministro della giustizia del 10 ottobre 2014, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, comprendente tutti gli interventi di nuova edificazione e la maggior parte di quelli di ristrutturazione avviati dal suddetto Piano, sono stati trasferiti al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Rispetto a tali interventi, si riferisce che sono stati completati i nuovi padiglioni da 200 posti presso gli istituti di Caltagirone, Siracusa, Trapani, Vicenza, Lecce, Parma, Trani e Taranto e si dà conto degli interventi ancora in corso (presso l’istituto di Sulmona, la Casa circondariale di Roma Rebibbia, la Casa di reclusione di Milano Opera). Si riferisce altresì circa il nuovo padiglione da edificarsi presso l’istituto di Bologna, oggetto di un contenzioso a seguito della risoluzione contrattuale con l’appaltatore da parte del MIT, per i cui effetti non risultano allo stato disponibili i fondi al tempo assentiti.

Si dà poi conto delle opere di manutenzione straordinaria e riqualificazione conservativa del II e IV raggio di Milano San Vittore (per i quali è in corso di acquisizione il nulla osta per le indagini sismiche) e dell’ultimazione dei lavori di ristrutturazione dei padiglioni C e D della casa circondariale di Livorno, le cui operazioni di collaudo sono state avviate il 23 aprile 2024. Ulteriori informazioni fornite riguardano il nuovo istituto di Pordenone – per il quale è previsto l’inizio dei lavori – e l’ampliamento del penitenziario di Brescia Verziano, rispetto alla cui progettazione si è raccomandata una riduzione della capacità ricettiva (da 340 a 220 unità circa) con un contestuale aumento degli spazi per le attività all’esterno, al fine di ricondurre l’intervento entro un limite di spesa sostenibile. La relazione illustra quindi lo stato dell’arte degli interventi previsti nell’ambito della rimodulazione del Piano carceri e del relativo programma finanziario, approvata dal predetto Comitato paritetico, concernenti la progettazione definitiva del nuovo padiglione da 200 posti presso l’istituto di Milano Bollate, l’istituto penitenziario di Forlì – per il quale sono attualmente in corso le procedure di riappalto dei lavori – e la Casa circondariale di Cagliari, il cui nuovo padiglione da 92 posti destinato al regime 41-bis è stato collaudato e consegnato formalmente alla Direzione competente il 20 marzo 2024.

Tra gli altri procedimenti di maggiore rilevanza in corso, la relazione segnala il completamento dei lavori di demolizione e ricostruzione di un padiglione detentivo da circa 30 posti presso l’istituto di Brindisi, il prosieguo dei lavori di efficientamento energetico dell’istituto di Potenza, nonché il mancato superamento delle problematiche inerenti al completamento di un nuovo padiglione dell’istituto di Agrigento.

Quanto al programma avviato dall’amministrazione penitenziaria ai sensi dell’articolo 7 del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, per l’aumento dei posti detentivi anche con la riconversione ad uso detentivo di caserme dismesse, la relazione ricorda che, ai sensi del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, il finanziamento dei lavori ivi previsti per la parte relativa a 8 nuovi padiglioni (CR Vigevano, CC di Rovigo, Perugia, Viterbo, Civitavecchia, Santa Maria Capua Vetere, Ferrara, Reggio Calabria Arghillà) è stato inserito negli interventi complementari al PNRR (per i quali è stato individuato quale soggetto attuatore il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti). La realizzazione di tali padiglioni, entro il 2026, produrrà ulteriori 640 posti detentivi. Infine, la relazione segnala che il 18 gennaio 2024 è stato firmato il verbale di acquisizione della caserma “Barbetti” di Grosseto.

 

Doc. XXVII, n. 16

Annuncio 12/6/2024

Relazione sulla disciplina dell’esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro della giustizia

Il decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 121, recentemente modificato dall’articolo 9 del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, ha introdotto una normativa speciale per l’esecuzione della pena nei confronti dei condannati minorenni e dei giovani al di sotto dei venticinque anni (c.d. giovani adulti). L’articolo 25 del provvedimento prevede che il Ministro della giustizia trasmetta alle Camere, con cadenza annuale, per il triennio 2019-2021, una relazione sullo stato di attuazione del medesimo decreto legislativo n. 121 a valere sulle risorse da esso stanziate o comunque disponibili a legislazione vigente. La relazione deve evidenziare eventuali criticità e le iniziative che si intendono conseguentemente realizzare, ivi incluse quelle di carattere finanziario, da adottare d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze.

Sintesi del contenuto

La relazione descrive preliminarmente le tendenze evolutive in atto nella società e le loro ricadute sull’utenza che transita nell’intero circuito dei Servizi minorili, sia in area penale interna che esterna. Tra l’altro, si evidenzia l’incremento costante negli ultimi tre anni della popolazione detenuta, con la progressiva saturazione della capienza degli istituti penali per minorenni (IPM) e con gravi difficoltà di convivenza, dovuta anche alla presenza di minori stranieri portatori di gravi disagi psichici e con pregresse esperienze di violenze e abusi. Il documento fornisce quindi i dati di riepilogo relativi ai minorenni e giovani adulti in carico ai Servizi minorili del Ministero della giustizia (USSM) al 31 dicembre 2023, in totale 13.861 (12.667 maschi e 1.194 femmine), di cui 1.402 presenti nelle strutture residenziali. I dati inerenti alle misure penali di comunità segnalano un totale di soggetti in carico pari a 16.937 (15.273 maschi), dei quali 4.887 stranieri (4.470 maschi). Il numero complessivo di ragazzi in carico per misure penali di comunità/alternative alla detenzione (594, dei quali 351 con misura disposta nel 2023) è relativamente esiguo. La serie storica 2018-2023 evidenzia un lieve aumento del numero di minori sottoposti a misure di comunità rinvenibile soprattutto nelle misure dell’affidamento in prova e della detenzione domiciliare. Le misure penali di comunità investono principalmente ragazzi ultradiciottenni, in netta prevalenza di italiani (258 su 351, a fronte di 93 stranieri).

Quanto ai flussi di utenza presso gli IPM presenti sul territorio nazionale, la relazione segnala l’incremento nel corso del 2023 del numero di ingressi (1.142), tornato ai livelli pre-pandemia. Si riportano inoltre i dati relativi agli ingressi e alle uscite negli anni dal 2018 al 2023. L’analisi dei motivi di uscita mostra un progressivo aumento dei trasferimenti a strutture per adulti.

Il documento presenta poi le principali iniziative intraprese nel 2023 in ambito educativo dagli IPM (in stretta collaborazione con le istituzioni scolastiche territorialmente competenti) e le criticità riscontrate. Si riferisce altresì sui corsi di formazione professionale attivati (richiamando taluni esempi particolarmente significativi), in molti casi gestiti da enti accreditati o da esperti o associazioni locali, che spesso agiscono in forma volontaria.

La relazione, dato conto dell’attività anche dei centri diurni polifunzionali, espone nodi critici e prospettive del collocamento dei minorenni e dei giovani adulti infra-venticinquenni sottoposti a misure penali nelle comunità pubbliche e del privato sociale, di competenza dei Centri per la giustizia minorile. Oltre a illustrare le modalità di collocamento nonché di selezione delle strutture e di verifica del loro operato, anche con riferimento alle rette, si espongono le problematiche inerenti al notevole incremento negli ultimi anni dei provvedimenti di collocamento in comunità terapeutica (disposti dall’AGM) di soggetti con problematiche psicopatologiche e/o abuso di sostanze psicotrope. Al riguardo, si segnala la necessità di ampliare l’offerta residenziale e l’urgenza di intraprendere percorsi innovativi e specializzati nel trattamento dei disagi psichici e delle problematiche, anche sanitarie, con cui si manifestano sempre più le devianze giovanili. Ulteriori profili approfonditi dalla relazione riguardano la tutela della salute, anche per quanto concerne la prevenzione del rischio autolesivo e suicidario, e la valorizzazione dei rapporti affettivi, in particolare dei legami familiari. La relazione espone quindi i diversi fattori, tra i quali l’incremento degli ingressi, che nel 2023 non sempre ha consentito, in particolare nei distretti del Nord Italia, di rispettare il principio di territorialità nell’esecuzione della pena e le problematiche derivanti dall’afflusso negli IPM del Sud e anche del Centro Italia di ragazzi provenienti da altri contesti territoriali, con una prevalenza di utenza straniera, che hanno compromesso gli equilibri interni agli IPM e reso difficile la convivenza tra i detenuti, appartenenti a differenti culture, e tra detenuti e personale di polizia penitenziaria.

Si illustrano quindi le iniziative messe in campo per fare fronte a tali problematiche, tra le quali, in particolare, un progetto sperimentale di mediazione etnoclinica negli IPM di Nisida e di Torino e il progetto “Re-Integrando. Minorenni e giovani adulti stranieri del sistema penale minorile”, ammesso a finanziamento dal Fondo asilo, migrazione e integrazione (FAMI).

Il documento riferisce da ultimo in merito al costante impegno di promozione di interventi di giustizia riparativa e di mediazione con le vittime di reato posto in essere da parte dei servizi minorili, segnalando l’incidenza sulla programmazione per l’anno 2023 dell’entrata in vigore della disciplina organica in materia recata dal decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150. Si riferisce altresì sulle collaborazioni instaurate dal Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, attraverso accordi e protocolli d’intesa, con enti locali e con associazioni ed enti del Terzo settore, volti all’ampliamento e alla maggiore qualificazione dell’offerta trattamentale dei minori e dei giovani adulti.

 

NN. 4, n. 20

Annuncio 21/6/2024

Relazione sull’attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell’organico della Cassa delle ammende

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro della giustizia

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70 (Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente), prevede che entro il 31 luglio di ogni anno ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche, nonché i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Sintesi del contenuto

La relazione riferisce che nel corso del 2023 si è consolidato il nuovo approccio metodologico avviato dalla Cassa delle ammende nel 2018, volto a garantire l’erogazione di servizi di qualità attraverso una programmazione integrata degli interventi e il coordinamento interistituzionale. Tale consolidamento è stato attuato con l’Accordo della Conferenza unificata del 28 aprile 2022 tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e gli Enti locali. Secondo quanto stabilito nelle Linee guida indicate nell’Accordo, la programmazione condivisa con le regioni e le province autonome è attuata tramite la definizione del Piano di azione regionale triennale, che prevede diverse linee di finanziamento, allo scopo precipuo di garantire servizi rispondenti alle esigenze differenziate delle persone e dei contesti territoriali di riferimento e un utilizzo efficace delle risorse provenienti da diversi ambiti ed istituzioni. La relazione riferisce quindi che nel corso del 2023, in attuazione di quanto programmato nei Piani di azione triennale e degli obiettivi strategici, declinati nelle Linee programmatiche annuali, sono stati approvati e sono in corso di realizzazione 8 Piani triennali, per un importo complessivo pari a 22.780.060 euro a valere sul bilancio della Cassa delle ammende e a 9.942.000 euro a carico delle regioni. Di ciascuno dei Piani si indica la regione presentatrice e l’ammontare delle risorse. I destinatari che si prevede di raggiungere nel triennio sono in totale circa 12.500.

La relazione indica poi i programmi approvati nel 2023 nell’ambito del Programma nazionale per il lavoro penitenziario professionalizzante, diretto non solo ad aumentare le opportunità di lavoro, ma anche la riqualificazione professionale, quali elementi fondamentali per il reinserimento sociale delle persone in esecuzione penale.

Si riferisce inoltre che nell’ambito del Programma nazionale per la realizzazione di servizi di assistenza generalista alle vittime di reato ai sensi della diretti             va UE 29/2012, nonché per lo sviluppo di percorsi di giustizia riparativa sono stati finanziati sedici progetti pluriennali per un importo complessivo pari a 2.370.078,34 euro a valere sul bilancio della Cassa delle ammende e a 1.801.296,22 euro a carico delle regioni. Quanto al programma nazionale “Innovazione sociale dei servizi di reinserimento delle persone in esecuzione penale: formazione e lavoro”, si indicano gli ambiti degli interventi finanziabili. Tali interventi prevedono un approccio atto ad assicurare la parità di genere, con specifica indicazione del numero di donne detenute previste per ciascun intervento. I destinatari che si prevede di raggiungere sono in totale 937. Sono quindi elencati i progetti approvati e i relativi importi. Infine, si dà conto dei Programmi a sostegno dell’attività volontaria gratuita nei progetti di pubblica utilità, nonché degli importi previsti per i progetti approvati.

Quanto al monitoraggio sull’attuazione degli interventi previsti nelle programmazioni, la relazione segnala che la Cassa delle ammende ha stipulato il 31 gennaio 2024 un Protocollo di intesa con il CNEL, finalizzato a integrare qualitativamente il sistema di valutazione trimestrale già attivo con la valutazione di impatto di programmi e progetti. Si indicano inoltre le linee programmatiche di indirizzo generale approvate dal Consiglio di amministrazione della Cassa per il 2024.

La relazione riferisce quindi che la dotazione finanziaria della Cassa al 31 dicembre 2023 è pari a 116.725.446,99 euro, di cui 48.169.073,60 euro di Fondo depositi e 68.556.373,39 euro di Fondo patrimonio. Nel 2023 le entrate complessive, accertate e riscosse, sono state pari a 26.518.946,23 euro, le spese impegnate a 46.117.488,49 euro e le spese pagate a 37.774.487,60 euro. I residui passivi di bilancio alla fine dell’esercizio 2023 ammontano a 26.295.892,60 euro, l’avanzo di amministrazione alla fine dell’anno a 90.429.554,39 euro.

La relazione è corredata dalla dotazione organica al 31 dicembre 2023, nonché dal bilancio di previsione, dal rendiconto generale per la medesima annualità e dal bilancio pluriennale 2023-2025.

 

III Commissione (Affari esteri)

Doc. CXLIX, n. 3

Annuncio 3/5/2024

Relazione sulle valutazioni del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE)

(Dati relativi all’anno 2022, con proiezione per il triennio 2023-2025)

Trasmessa dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale

L’articolo 2 della legge 6 novembre 1989, n. 368 (Istituzione del Consiglio generale degli italiani all’estero), prevede che il Consiglio (CGIE) elabori una relazione annuale con proiezione triennale da presentare, tramite il Governo, al Parlamento, nella quale si valutino gli eventi dell’anno precedente e si traccino prospettive ed indirizzi per il triennio successivo.

Sintesi del contenuto

La relazione illustra l’attività svolta dal Consiglio generale degli italiani all’estero nell’anno 2022, fornendo le valutazioni del segretario generale del CGIE, dei vicesegretari e dei presidenti delle commissioni tematiche in cui si articola il Consiglio medesimo.

Dai contributi presentati emerge come tale attività nell’annualità di riferimento sia stata connotata da una sostanziale paralisi a partire dal mese di aprile, durante il quale si sono svolte le consultazioni delle Assemblee elettive per il rinnovo dei membri territoriali, quando il CGIE è entrato in regime di prorogatio in attesa dei decreti di designazione dei suoi componenti di nomina governativa. Tale condizione si è tuttavia protratta a causa delle dimissioni del Governo Draghi e del conseguente scioglimento delle Camere. La relazione ricorda quindi che finché ha esercitato le piene funzioni, il Consiglio generale ha tenuto due riunioni plenarie tematiche, due riunioni del comitato di presidenza e due incontri relativi all’emergenza ucraina con i comitati degli italiani all’estero (Com.It.Es.) interessati, richiamando i principali temi affrontati in tali occasioni.

In particolare, è emersa l’urgenza di un aggiornamento normativo delle leggi istitutive di Com.It.Es. e CGIE – non più adeguate all’attuale realtà della diaspora italiana – così come la necessità di rivedere la tabella di ripartizione territoriale dei consiglieri, il cui criterio di assegnazione esclude l’intero continente africano, nonché l’Asia e l’America centrale. Inoltre, con riferimento al progetto “Turismo di Ritorno” – che l’Esecutivo ha inserito tra i piani strategici del PNRR da realizzare nel 2023 – il CGIE ha chiesto, in particolare, di conoscere le modalità con le quali il Governo intende coinvolgere le collettività nel mondo.

Per quanto attiene alla diffusione della lingua e della cultura nazionali, la relazione evidenzia come il sistema della formazione italiana nel mondo risulti penalizzato da ritardi, contraddizioni e criticità sorti con l’entrata in vigore della circolare n. 3 del 31 luglio 2020, riferita al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 64. Nello specifico, si rileva il marcato affievolimento dei diritti elementari in materia di formazione scolastica, pur evidenziando la sussistenza di margini migliorativi per rendere maggiormente fruibile la politica di promozione culturale e linguistica, in primis valorizzando i soggetti da anni impegnati nel settore.

La relazione si sofferma poi sull’emergenza ucraina, evidenziando come - fin dai primi giorni dall’inizio del conflitto – il Consiglio generale abbia promosso l’azione umanitaria della rete degli italiani all’estero a sostegno dei profughi, in collaborazione con i Com.It.Es. Tale azione si è esercitata, tra l’altro, con l’istituzione di call center al fine di alleggerire la pressione sulle Ambasciate, il collegamento fra gli imprenditori per la fornitura di presidi medici, il coordinamento dei proprietari di case per l’accoglienza dei profughi e la creazione di punti di raccolta di generi di prima assistenza.

Richiamati gli eventi di maggiore rilevanza che hanno caratterizzato la consiliatura uscente, la relazione elenca gli indirizzi per il triennio 2023-2025, ribadendo la necessità di procedere alla riforma delle leggi istitutive di Com.It.Es. e CGIE e di individuare una soluzione alla mancata rappresentanza dell’Africa, dell’Asia e del Centro America, oltre che di rendere anche gli italiani residenti in Paesi extra-UE protagonisti delle consultazioni elettorali per il rinnovo del Parlamento europeo del giugno 2024. Si segnala inoltre la necessità di rivedere la Circolare n. 2 del 9 ottobre 2013 relativa all’albo consolare e, in generale, di cogliere l’occasione della presidenza italiana del G7 del 2024 per riconoscere le potenzialità scientifiche, economiche e culturali di cui sono portatori gli italiani all’estero.

In conclusione, viene sollecitata la convocazione entro il 2024, come previsto dalla legge, della Quinta Assemblea plenaria della Conferenza permanente Stato-Regioni-PA-CGIE.

V Commissione (Bilancio)

Doc. CLXV, n. 1

Annuncio 10/5/2024

Relazione sui risultati ottenuti in materia di razionalizzazione della spesa per l’acquisto di beni e servizi per le pubbliche amministrazioni

(Dati relativi all’anno 2022)

Trasmessa dal Ministro dell’economia e delle finanze

L’articolo 26 della legge n. 488 del 1999 (Legge finanziaria 2000), al comma 5, dispone che il Ministro dell’economia e delle finanze presenti annualmente alle Camere una relazione che illustri i risultati conseguiti in materia di razionalizzazione della spesa per l’acquisto di beni e servizi per le pubbliche amministrazioni.

L’articolo 26 della citata legge n. 488 ha dato avvio al programma e al complessivo sistema di ottimizzazione e razionalizzazione degli acquisti pubblici, con l’obiettivo di rendere più efficiente e trasparente l’utilizzo delle risorse pubbliche, assegnando al Ministero dell’economia e delle finanze il compito di stipulare convenzioni-quadro per l’approvvigionamento di beni e servizi attraverso l’espletamento di procedure a evidenza pubblica, avvalendosi di società di consulenza specializzate: a tal fine, con DM 24 febbraio 2000, il Ministero ha individuato la Consip S.p.A.

L’assetto normativo del programma di razionalizzazione degli acquisti pubblici è stato interessato, nel tempo, da molteplici modifiche e implementazioni aventi a oggetto sia gli strumenti messi a disposizione delle stazioni appaltanti, sia l’ambito di operatività del programma di razionalizzazione degli acquisti.

Sintesi del contenuto

La relazione ricostruisce l’evoluzione del quadro normativo del Programma di razionalizzazione degli acquisti pubblici e ne illustra gli strumenti operativi (convenzioni, mercato elettronico della PA, accordi quadro, Sistema Dinamico di Acquisizione per la pubblica amministrazione-SDAPA, portale “Acquistinretepa.it”), dando altresì conto degli obiettivi programmatici espressi nelle linee guida per il triennio 2022-2024. Vengono quindi descritte le attività realizzate nel corso del 2022 nei diversi ambiti di intervento e i risultati raggiunti.

Nel 2022 il sistema delle convenzioni ha reso disponibili 290 lotti attivi nell’anno, afferenti a 44 diverse iniziative, di cui 11 attivate nell’anno. Il valore di spesa presidiata si è attestato a 17.489 milioni di euro, con un lieve decremento rispetto al 2021 (17.844 milioni di euro) dovuto all’effetto combinato dell’aggiornamento dei valori di spesa annua di alcune categorie merceologiche e del cambiamento dello strumento prevalente di presidio merceologico in favore degli accordi quadro. Il risparmio potenziale 2022, corrispondente a 2.483 milioni di euro, presenta anch’esso un lieve decremento rispetto al 2021 (-1%). Il valore a consuntivo dell’erogato attraverso lo strumento delle convenzioni ha raggiunto nel 2022 un valore di 7.372 milioni di euro (+55% circa rispetto all’anno precedente).

Relativamente allo strumento accordo quadro, il relativo sistema nel corso del 2022 ha reso disponibili 156 lotti attivi nell’anno, afferenti a 35 diverse iniziative (di cui 10 attivate nell’anno) per un valore complessivo di spesa presidiata di 8.682 milioni di euro, in significativa crescita rispetto al 2021 (6.278 milioni di euro). L’erogato consuntivo 2022 ha raggiunto un valore di 1.699 milioni di euro, quasi raddoppiato rispetto al 2021 (858 milioni di euro).

La relazione riferisce altresì che il numero di appalti specifici pubblicati nel corso dell’anno su iniziative che prevedono il rilancio competitivo è leggermente diminuito rispetto all’anno precedente, passando dai 52 del 2021 ai 42 del 2022, con un significativo decremento del valore di importo bandito (223 milioni di euro rispetto ai 432 milioni di euro del 2021, per la quasi totalità realizzato sugli accordi quadro di ambito ICT Servizi sistemistici 2, Servizi applicativi 2 e Desktop outsourcing 3).

La relazione fa poi presente che le attività del mercato elettronico della pubblica amministrazione (MePA) hanno riguardato il rinnovo della struttura delle categorie merceologiche presenti (dalle precedenti 70 categorie a oltre 270). Rispetto al 2021, il valore consuntivo di erogato complessivo (considerando tutti i bandi attivi) si è attestato a 6.588 milioni di euro con un incremento di circa il 2% rispetto al 2021 (6.465 milioni di euro).

Per quanto attiene al bando lavori, si registra un erogato pari a circa 1,4 miliardi di euro. I punti ordinanti attivi registrano una lieve flessione rispetto al 2021 (39.425 nel 2022, a fronte dei 41.039 del 2021).

Nell’ambito del Sistema dinamico di acquisizione, al netto delle procedure revocate e deserte, nel corso dell’anno 2022 sono stati pubblicati 467 appalti specifici (438 nel 2021) per un valore di bandito complessivo di circa 3.929 milioni di euro, valore inferiore del 56% rispetto agli 8.960 milioni di euro del 2021, prevalentemente riconducibile alla “ciclicità” delle grandi gare per l’approvvigionamento di farmaci bandite sull’apposito bando SDAPA. Il valore consuntivo dell’erogato si è attestato a circa 3.818 milioni di euro, con un incremento di circa il 25% rispetto al 2021 (3.060 milioni di euro).

Anche nel 2022 si è registrato un costante utilizzo della piattaforma di e-Procurement da parte delle amministrazioni autorizzate ad utilizzare tale strumento per l’esecuzione di gare in ASP (Application Service Provider). Il numero di stazioni appaltanti che ha utilizzato la piattaforma per lo svolgimento delle proprie procedure di appalto nel 2021 è stato pari a 253, di cui 177 afferenti al comparto delle amministrazioni centrali e 76 riferite a quello delle amministrazioni territoriali.

In conclusione, la relazione osserva che l’analisi dei dati riportati fa emergere il consistente contributo fornito dal programma di razionalizzazione degli acquisti nella PA al consolidamento del sistema degli approvvigionamenti pubblici, da cui deriva una riduzione e una razionalizzazione della spesa per beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni e un incremento della trasparenza nello svolgimento delle procedure di acquisto.

 

Doc. CLXXVI, n. 2

Annuncio 20/5/2024

Relazione sull’attività e le deliberazioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS)

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Segretario del CIPESS

L’articolo 6 della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica), al comma 4, come sostituito dal decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, dispone che il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri (DIPE) trasmetta alle Camere, entro il 30 giugno di ciascun anno, una relazione concernente l’attività e le deliberazioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) adottate nel corso dell’anno precedente e che, a decorrere dall’anno 2022, la relazione contenga anche le attività svolte in materia di sviluppo sostenibile.

Sintesi del contenuto

La relazione riferisce che nel 2023 si sono svolte 7 sedute del CIPESS, precedute da 9 riunioni preparatorie, nel corso delle quali sono state adottate 43 delibere, evidenziando che trova conferma la tendenza alla riduzione dei tempi di perfezionamento procedurale delle deliberazioni, anche attraverso un più efficiente espletamento delle attività istruttorie, agevolato dalla riorganizzazione delle attività e delle strutture del DIPE. Sono state inoltre presentate al CIPESS 26 informative che, pur non avendo carattere decisorio/deliberativo, costituiscono parte importante dell’attività del Comitato.

La relazione fornisce quindi, in distinti capitoli, l’analisi delle delibere adottate e delle informative nelle seguenti materie: infrastrutture, politiche di coesione, ricostruzione post-sisma, internazionalizzazione delle imprese, sviluppo economico e ambiente.

Con riferimento alla materia delle infrastrutture, la relazione evidenzia, per la loro strategicità, i seguenti provvedimenti: l’approvazione del progetto definitivo, ai fini del nuovo limite di spesa di 384.452.760,96 euro, relativo al collegamento della Pedemontana Piemontese fra la A4 (Torino-Milano) e la A26 (Genova Voltri - Gravellona Toce); l’autorizzazione del nuovo limite di spesa di 2.180 milioni di euro per la tratta AV/AC Verona - Vicenza - Padova, 2° lotto funzionale “Attraversamento di Vicenza”; l’avvio della realizzazione del lotto n. 3 del tunnel di base della linea ferroviaria Torino-Lione per 1.274,32 milioni di euro; l’espressione del parere alla proposta di aggiornamento del Piano economico-finanziario della Società Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A.; l’approvazione del nuovo limite di spesa dell’opera di potenziamento dell’asse ferroviario Monaco - Verona, galleria di base del Brennero, pari a 10.535,68 milioni di euro.

In materia di politiche di coesione, viene segnalata, tra le altre, la delibera n. 25/2023, che ha disposto l’imputazione programmatica del 60% della dotazione disponibile del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027 (pari a circa 32,4 miliardi di euro), mentre per quanto concerne la ricostruzione post-sisma Abruzzo 2009, particolare rilievo viene dato alla delibera n. 10/2023, di approvazione di un addendum al secondo Piano annuale degli interventi di ricostruzione degli edifici scolastici nei comuni colpiti dal terremoto, per un importo complessivo di oltre 50 milioni di euro.

Tra le decisioni più significative adottate nel Comitato nell’anno 2023, la relazione segnala inoltre le delibere nn. 4/2023 e 33/2023, di riparto – rispettivamente – delle somme del Fondo sanitario nazionale relative all’anno 2022 (pari a circa 125 miliardi di euro) e al 2023 (pari a 128 miliardi di euro). In particolare, con la seconda delibera viene data la prima attuazione ai nuovi criteri di riparto previsti dal decreto del Ministro della salute del 30 dicembre 2022, che attribuiscono peso a indicatori di c.d. “deprivazione sociale” (come, ad esempio, l’incidenza della povertà relativa individuale e il tasso di disoccupazione).

Viene altresì ritenuta meritevole di menzione la delibera n. 23/2023 con cui, nell’approvare l’aggiornamento dell’Atto di indirizzo per le attività svolte da SACE S.p.A. nel settore delle garanzie green, il Comitato ha istituito un Tavolo tecnico permanente per la valutazione di eventuali proposte di modifica o integrazione all’Atto di indirizzo vigente.

Infine, per quanto concerne l’attività del CIPESS in materia di sviluppo sostenibile, viene evidenziata l’approvazione di 15 deliberazioni, articolate in interventi di promozione dello sviluppo sostenibile, di tutela della salute, del territorio e delle attività green, nonché di sostegno alle attività produttive.

 

XI Commissione (Lavoro)

NN. 4, n. 19

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21/6/2024

Relazione sull’attività svolta, il bilancio di previsione e la consistenza dell’organico dell’Ente di assistenza per il personale dell’Amministrazione penitenziaria – EAP

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro della giustizia

L’articolo 30 della legge 20 marzo 1975, n. 70 (Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente), prevede che entro il 31 luglio di ogni anno ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche e i conti consuntivi dell’esercizio precedente.

Sintesi del contenuto

La relazione ricorda le forme di intervento assicurate dall’Ente di assistenza per il personale dell’Amministrazione penitenziaria – EAP, segnalando per l’anno 2023 entrate correnti complessive pari a 8.779.642,40 euro. Dalle riassegnazioni per aggi derivanti dalla vendita di tabacchi e ritenute per punizioni è pervenuta un’entrata di 4.240.552,61 euro; si registra inoltre un’entrata di 76.768,67 euro quali interessi attivi conseguiti sui fondi impegnati in titoli e conti correnti. I versamenti volontari effettuati da 27.270 dipendenti (il 68,10% dei 40.052 presenti in servizio) per una quota mensile di 3 euro in favore dell’Ente ammontano a 993.774,43 euro; l’importo comprende la quota annuale di 10 euro pro capite versata da 304 pensionati. Si registra un incremento dello 1,24% dei contribuenti rispetto al 2022, in controtendenza rispetto agli ultimi anni. Quali risarcimenti in applicazione dell’articolo 341-bis del codice penale (relativo alla estinzione del reato di oltraggio a pubblico ufficiale) sono stati riscossi 8.300 euro.

La relazione dà conto inoltre dei proventi derivanti dalla gestione degli spacci (pari a 2.622.881,81 euro), segnalandone l’incremento conseguente all’internalizzazione della gestione, specie degli spacci ubicati presso gli istituti di grandi dimensioni. Si segnalano altresì le entrate provenienti dalla gestione degli stabilimenti balneari di Maccarese e di Lecce Torre Chiana (98.250 euro). Altre voci di entrata per 90.984,91 euro riguardano le quote di partecipazioni, differenziate in base all’ISEE, versate dai dipendenti che hanno fruito dei soggiorni estivi organizzati ad Is Arenas, gli utili realizzati per la partecipazione ai soggiorni presso la Foresteria di Venezia Giudecca e l’Istituto di istruzione di Verbania.

Quanto ai servizi erogati, si riferisce che nell’esercizio 2023 la somma utilizzata per l’erogazione di sussidi agli orfani è stata pari a 367.265 euro, mentre ammontano, rispettivamente, a 236.000 e a 20.000 euro gli importi elargiti per 62 sussidi in occasione di decesso del dipendente e per sussidi “funeratizi”.

Nell’anno 2023 sono stati liquidati i sussidi Covid-19 ai dipendenti i quali hanno contratto la malattia nel 2020, nel 2021 e nei primi tre mesi del 2022, per una somma totale di 1.553.950 euro. Inoltre sono stati liquidati i sussidi ordinari anno 2022 per una somma di 1.184.541,80 euro.

La relazione riferisce infine sulla fruizione da parte di figli e orfani di dipendenti dell’Amministrazione penitenziaria e dei nuclei familiari e pensionati di soggiorni presso la “Colonia marina Porto Clementino” di Tarquinia (VT), il centro estivo “Luigi Daga” Is Arenas e la Foresteria di Venezia, nonché sulle attività sociali svolte nel 2023.

La relazione è corredata dal bilancio di previsione relativo all’esercizio 2023, redatto in conformità al DPR 27 febbraio 2003, n. 97 (Regolamento concernente l’amministrazione e la contabilità degli enti pubblici di cui alla legge 20 marzo 1975, n. 70), dal conto consuntivo e dalla dotazione organica per la medesima annualità, nonché dal bilancio pluriennale 2023-2025.

 

XII Commissione (Affari sociali)

NN. 6, n. 94

 

Annuncio 3/6/2024

Relazione della regione Puglia sulle attività svolte per la realizzazione del progetto di ammodernamento tecnologico delle apparecchiature e dei dispositivi medico-diagnostici delle strutture sanitarie pubbliche ubicate nei comuni di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola (cosiddetto progetto “Area Taranto”)

(Dati aggiornati al 31 dicembre 2023)

Trasmessa dal Ministro della salute

L’articolo 1 del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, stabilisce che le risorse rivenienti dalla restituzione dei finanziamenti statali destinati all’attuazione del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dell’ex ILVA (di cui all’articolo 1, comma 6-bis, del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191), nel limite di 50 milioni di euro per il 2017 e di 20 milioni di euro per il 2018, siano trasferite alla regione Puglia per la realizzazione di un progetto volto all’acquisizione dei beni e dei servizi necessari ad interventi di ammodernamento tecnologico delle apparecchiature e dei dispositivi medico-diagnostici delle strutture sanitarie pubbliche ubicate nei comuni di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola, avvalendosi, in via esclusiva, della CONSIP S.p.A., nonché alla conseguente e necessaria formazione e aggiornamento professionale del personale sanitario. Il progetto è trasmesso dalla Regione Puglia ed è approvato dal Ministero della salute, sentito l’Istituto superiore di sanità (ISS). L’articolo 1 prevede altresì che la regione Puglia, entro il 31 gennaio di ciascun anno, presenti una relazione sulle attività svolte, con la rendicontazione delle risorse utilizzate e degli interventi realizzati nell’anno precedente, al Ministero della salute, che la invia alle Camere per la trasmissione alle Commissioni parlamentari competenti per materia.

Sintesi del contenuto

La relazione ricorda che il progetto presentato dalla regione Puglia, valutato positivamente dall’ISS e dal Tavolo istituzionale permanente per l’area di Taranto, prevede il potenziamento dello stabilimento “Moscati” di Statte, plesso dell’Ospedale di II livello “Santissima Annunziata” di Taranto, quale centro di riferimento per le patologie oncologiche del tarantino. Gli aspetti operativi, i tempi e le modalità di erogazione delle risorse sono stati disciplinati con apposito Protocollo di intesa tra il Ministero della salute e la regione Puglia, sottoscritto in data 27 febbraio 2018, la cui durata, originariamente di 24 mesi a decorrere dal 22 marzo 2018, è stata successivamente prorogata. A causa di molteplici problematiche riscontrate nell’esecuzione del progetto e connesse anche all’emergenza pandemica, la regione Puglia ha presentato due nuove istanze di proroga, da ultimo per ulteriori 12 mesi a decorrere dal 23 marzo 2022. In data 4 agosto 2022 è stato sottoscritto un Protocollo integrativo. A seguito della rimodulazione autorizzata dal Ministero della salute, il progetto, già strutturato dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Taranto, beneficiaria finale del finanziamento in qualità di stazione appaltante, in dieci linee di intervento, è stato riprogrammato su nove, articolate, come in precedenza, in diciotto procedure di gara, avviate da aprile 2018.

La relazione, evidenziato che il progetto richiede adempimenti più onerosi rispetto alle procedure di gara per acquisizioni ordinarie, esplicita nella tabella allegata l’attività svolta per ciascuna procedura.

In sintesi, si riferisce che al 31 gennaio 2023 risultano completati e collaudati 10 interventi (per un valore di circa 33 milioni di euro); sono in corso di esecuzione 2 interventi (per un valore di circa 3 milioni di euro); è stata avviata l’esecuzione dell’intervento di realizzazione di un blocco operatorio e di una piastra endoscopica con tecnologia ICT integrata per un valore di circa 18 milioni di euro (per questo intervento si prevede la conclusione e la rendicontazione nel 2025); è stata indetta la procedura aperta suddivisa in lotti per la fornitura di due sistemi per biopsia mammaria ECO/MRI guidata (VABB) e di un sistema di navigazione sotto guida radiologica per noduli polmonari (la commissione di gara è stata nominata e il 1° agosto 2023 si è proceduto all’aperture delle buste tecniche); è stata avviata la predisposizione degli atti relativi ad altre 3 gare, la cui indizione è prevista nei prossimi mesi (per un valore di circa 3 milioni di euro).

La relazione rendiconta, con riferimento al terzo quadrimestre 2023, la somma di 2.235.269,99 euro. Il totale rendicontato (dalla prima alla dodicesima rendicontazione) risulta pari a 38.445.179,42 euro. Ad oggi sono stati erogati dal Ministero della salute 35.524.900,04 euro.

 

Doc. CXXXIV, n. 1

Annuncio 17/6/2024

Attività svolte dal Comitato nazionale per la bioetica

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri

L’articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 marzo 1990, all’articolo 1, ha istituito il Comitato nazionale per la bioetica, tra i cui compiti istituzionali rientra la formulazione di pareri e l’indicazione di soluzioni, anche ai fini della predisposizione di atti normativi, nell’ambito delle scienze della vita e della cura della salute. L’articolo 6 del medesimo decreto stabilisce che le attività del Comitato costituiscano oggetto di una relazione annuale al Presidente del Consiglio dei ministri, che ne cura la successiva trasmissione al Parlamento.

Sintesi del contenuto

La relazione, dato conto dell’attuale composizione del Comitato nazionale per la bioetica (CNB), rinnovata con DPCM del 6 dicembre 2022, delinea le principali attività svolte dal Comitato nel corso del 2023. La relazione riferisce, in primo luogo, sulla produzione documentale del Comitato, illustrando le risposte fornite ai quesiti posti dal Ministero della salute e dal Ministero della giustizia, in merito, rispettivamente, all’individuazione dei comitati etici competenti a rendere il parere in materia di suicidio assistito e in materia di disposizioni anticipate di trattamento (DAT); si illustra, altresì, il parere sull’implementazione delle cure palliative come parte integrante dei livelli essenziali di assistenza.

La relazione dà quindi conto dell’attività dei gruppi di lavoro attivi nell’anno 2023 su specifici argomenti bioetici (tra i quali maternità surrogata, medicina palliativa, tecnologie emergenti e problemi bioetici di medicina veterinaria), approfonditi anche nel corso di audizioni con il coinvolgimento di esperti esterni e rappresentanti di varie istituzioni.

La relazione riferisce poi sulla partecipazione del CNB ad audizioni su questioni bioetiche, tenutesi presso gli organi parlamentari e in altri ambiti istituzionali. Inoltre, il Comitato ha organizzato conferenze per le scuole e partecipato ad iniziative, incontri e convegni su problemi etici.

Sul versante internazionale, il Comitato ha preso parte ad eventi e meeting organizzati dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione europea, contribuendo in particolare ai lavori del terzo e quarto meeting dello Steering Committee for Human Rights in the field of Biomedicine and Health (CD-BIO), tenutisi a Strasburgo a giugno e novembre 2023, nonché al 31° e 32° National Ethics Councils Forum del 2023, svoltisi rispettivamente a Stoccolma e Madrid nei mesi di maggio e novembre dello stesso anno.

Da ultimo, la relazione riporta un elenco di tutte le riunioni plenarie svolte dal Comitato, nonché le date delle riunioni dei singoli gruppi di lavoro, distinti per materia trattata.

 

Commissioni I (Affari costituzionali) e II (Giustizia)

Doc. CLXI, n. 2

Annuncio 15/5/2024

Relazione sull’attività del Laboratorio centrale per la Banca dati nazionale del DNA

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro della giustizia

La legge 30 giugno 2009, n. 85, con la quale l’Italia ha aderito al Trattato di Prüm, concluso il 27 maggio 2005, relativo all’approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale, ha istituito la Banca dati nazionale del DNA e il Laboratorio centrale per la medesima Banca dati. L’articolo 19 della citata legge prevede che i Ministri dell’interno e della giustizia informino il Parlamento, con cadenza annuale, sulle attività svolte, nel periodo di riferimento, rispettivamente dalla Banca dati nazionale e dal Laboratorio centrale. Le modalità di funzionamento e di organizzazione della Banca dati nazionale del DNA e del Laboratorio centrale, nonché lo scambio di dati sul DNA per le finalità di cooperazione transfrontaliera sono stati disciplinati con il regolamento adottato con decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2016, n. 87.

Sintesi del contenuto

La relazione riferisce che, alla data del 31 dicembre 2023, risultano complessivamente ricevuti presso il Laboratorio centrale per la Banca dati nazionale del DNA 218.598 campioni biologici salivari, relativi a 109.299 soggetti. I plichi relativi ai campioni biologici ricevuti nell’anno sono stati 27.851, a fronte dei 12.552 del 2022, con un incremento del 122%. Nel corso del 2023 è inoltre proseguita l’attività di distruzione dei campioni biologici che hanno restituito esito negativo o parziale, secondo le modalità di cui all’articolo 5 del DPR n. 87 del 2016. La consistenza numerica di tale attività si è attestata a 272 card complessive, riferibili a 136 soggetti.

La relazione riferisce poi che nel 2023 i campioni analizzati sono stati 26.204, di cui 22.242 provenienti da individui di sesso maschile e 2.540 da individui di sesso femminile. In 2.505 casi il risultato dell’analisi è stato negativo o parziale, pertanto il tasso di successo analitico si è attestato al 90,4%. Si segnala, inoltre, che nell’anno di riferimento, il Laboratorio centrale ha dato riscontro analitico a 203 “procedure d’urgenza”, evidenziando che la celerità nel fornire gli esiti genotipici ha permesso agli organi inquirenti rapidi riscontri dalla Banca dati nazionale ed una conseguente maggiore incisività nell’azione repressiva dei fatti reato.

Per quanto riguarda l’alimentazione della Banca dati, la relazione fa presente che l’andamento del 2023 conferma il trend incrementale già rilevato per la ricezione dei campioni biologici: a fronte dei 20.309 profili inseriti nel 2022, nell’anno di riferimento si è registrato l’inserimento di 24.527 nuovi profili (+21% circa), portando, al 31 dicembre 2023, la platea complessiva degli individui tipizzati presenti all’interno della Banca dati nazionale a 93.681. La relazione evidenzia come i match (vale a dire le corrispondenze di identità genetiche) ottenute mediante il confronto tra i profili inseriti dal Laboratorio e i campioni provenienti dalle scene del crimine sono stati 2.001, di cui 917 afferenti a identità genetiche “internazionali”, che hanno permesso di rafforzare la cooperazione transfrontaliera tra Stati parte.

La relazione segnala poi che nelle giornate del 13 e 14 dicembre 2023 ha avuto luogo l’audit annuale del Laboratorio centrale, a cura dell’Ente italiano di accreditamento, che ha confermato la piena conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018, senza formulare alcun rilievo critico.

Il documento fa quindi presente che, come per i precedenti esercizi finanziari, il budget 2023, pari a 2.282.580 euro, è stato impiegato prevalentemente per l’acquisto di beni e servizi specificatamente necessari alla attività del Laboratorio.

In ultimo, la relazione segnala il perdurare nell’anno di riferimento di criticità costituite dall’esiguità degli spazi ricettivi della Biobanca del Laboratorio centrale, che non rende possibile la movimentazione di circa 200.000 campioni biologici già prelevati, e dalla carenza di organico dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria. Alla luce delle richiamate problematiche, la relazione evidenzia la necessità di una revisione migliorativa del capitolo di spesa 1752 dedicato alle attività del Laboratorio centrale e di un ripianamento degli organici dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria, al fine di evitare il rischio di dover distruggere i campioni biologici già acquisiti e non ancora analizzati.

 

Doc. LXXIV, n. 3

Annuncio 23/5/2024

Relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia (DIA)

(Dati relativi al primo semestre 2023)

Trasmessa dal Ministro dell’interno

L’articolo 109 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136), prevede che il Ministro dell’interno riferisca al Parlamento, ogni sei mesi, sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia (DIA).

Sintesi del contenuto

La relazione espone preliminarmente talune considerazioni di carattere generale che confermano l’orientamento, da tempo in atto, delle organizzazioni criminali di tipo mafioso a sostituire l’uso della violenza, sempre più residuale seppure mai ripudiato, con strategie di silenziosa infiltrazione nei settori economico, finanziario, degli appalti e della pubblica amministrazione. Le incessanti e profonde trasformazioni delle organizzazioni criminali sono, inoltre, funzionali a limitare l’attenzione delle strutture investigative sul loro operato e contestualmente a raccogliere consenso sociale nel presentarsi come organismi che dispensano servizi e opportunità di guadagno, esercitando così capacità attrattiva, in particolare sui titolari di piccole e medie aziende in difficoltà. A tali dinamiche si accompagna lo sviluppo di nuove modalità organizzative da parte dei gruppi criminali, che aderiscono ad una nuova e accattivante immagine imprenditoriale, in cui l’uso della tecnologia e il ricorso ai molteplici strumenti del web e dei social media assumono un ruolo determinante.

La relazione analizza, a seguire, le singole matrici mafiose (‘ndrangheta, cosa nostra, camorra, mafie pugliesi, altre mafie nazionali), descrivendone la struttura, le articolazioni territoriali, gli equilibri interni, i collegamenti internazionali, gli obiettivi e le modalità operative. Sono altresì illustrate l’organizzazione e le metodologie d’azione dei sodalizi criminali stranieri operanti in Italia (albanesi, cinesi, nigeriani, romeni, sudamericani, Nord-Centro africani, provenienti dai Balcani e dai Paesi ex Urss, nonché del Medio-Oriente e del Sud-Est asiatico), anche nei rapporti con le organizzazioni criminali italiane, il cui interesse prevalente continua ad essere incentrato sul traffico di droga; sempre maggiore significatività assumono poi la tratta di esseri umani (spesso correlata al fenomeno dello sfruttamento della prostituzione) e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Un fenomeno emergente che suscita particolare allarme sociale è quello delle baby gang, per lo più di origine salvadoregna o magrebina.

Nella relazione sono poi descritte le attività criminali e i rapporti posti in essere sia dalle organizzazioni criminose italiane, sia da gruppi e soggetti stranieri in ciascuna regione del territorio nazionale (anche al di fuori delle di quelle d’origine e infiltrando aree non connotate da fenomeni mafiosi autoctoni), quali emergono dagli esiti dalle azioni di contrasto; si dà inoltre conto delle evoluzioni dello scenario criminale documentate dalle risultanze delle operazioni condotte nel primo semestre 2023 e dalle evidenze giudiziarie.

Vengono quindi illustrate le operazioni di polizia che hanno coinvolto i sodalizi mafiosi italiani svolte nel primo semestre 2023 all’estero, in Paesi europei e di altri continenti (Canada, Stati Uniti e Cina).

Il documento affronta quindi il tema della cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria per il contrasto alla criminalità organizzata italiana all’estero, il cui principale interesse rimane rivolto al narcotraffico e alle aree di produzione e di transito degli stupefacenti. Oltre al ruolo svolto dall’Agenzia EUROPOL, tra gli strumenti di cooperazione internazionale multilaterale si ricorda il “progetto I-CAN”, che nel primo semestre 2023 ha conseguito importanti risultati operativi e la cui durata è stata prolungata fino al 31 dicembre 2024, e la Rete Operativa Antimafia@ON, di cui la DIA è ideatore e Project Leader.

Il capitolo quinto della relazione dà conto delle attività eseguite dalla DIA nel periodo di riferimento nel settore degli appalti pubblici, anche tramite il proprio Osservatorio centrale sugli appalti pubblici (OCAP), monitorando le imprese interessate, anche con accessi ai cantieri disposti dall’autorità prefettizia, ed elaborando le richieste di verifica antimafia inoltrate dalle prefetture, anche ai fini del contrasto alle infiltrazioni mafiose nell’attuazione dei progetti del PNRR e nell’accesso ai relativi finanziamenti.

Da ultimo, il documento riferisce sull’attività della DIA di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, principalmente condotta attraverso l’analisi e l’approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette (SOS) trasmesse dall’Unità d’informazione finanziaria per l’Italia (UIF), caratterizzate, negli ultimi anni, da una crescita esponenziale, che trova conferma anche nel semestre in esame (con 77.466 SOS complessivamente analizzate, circa il 7% in più rispetto al 2022); 20.378 SOS sono risultate potenzialmente attinenti alla criminalità organizzata.

La relazione contiene, infine, una scheda riassuntiva dei risultati e delle attività di prevenzione e investigative concluse dalla DIA nel semestre in oggetto.

 

Commissioni I (Affari costituzionali), II (Giustizia) e V (Bilancio)

Doc. CLXIV,

n. 16

Annuncio 10/6/2024

Relazione sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta dal Ministero della giustizia

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro della giustizia

L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato.

Sintesi del contenuto

La relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria condotta dall’Organismo indipendente di valutazione (OIV), illustra preliminarmente il contesto esterno in cui si è iscritta l’azione del Ministero nel 2023, evidenziando che nell’anno in esame l’impegno dell’amministrazione di intervenire con decisione sui tempi della giustizia penale e civile per l’efficientamento del sistema giustizia ha prodotto i primi risultati. In particolare, sul versante del PNRR i dati statistici rilevati a dicembre 2022 e a giugno 2023 confermano il trend di positivo avanzamento nel raggiungimento dei target quantitativi di efficientamento. Si dà quindi conto dell’attività del Ministero preordinata alla produzione normativa, richiamando gli atti normativi primari più rilevanti.

Quanto al contesto interno, il documento rileva che il 2023 è stato caratterizzato dall’interlocuzione con gli uffici delle diverse articolazioni per favorire la definizione, l’adozione e l’implementazione delle misure organizzative più adeguate a sostegno del processo di assestamento e adattamento alle modifiche della normativa primaria ed unionale e per l’attuazione del PNRR. La relazione riferisce, tra l’altro, sulla prosecuzione nel 2023 della definizione di una strategia pluriennale per la transizione digitale del Ministero, nonché sulle azioni programmate e poste in essere per garantire il corretto ed efficace funzionamento degli Uffici giudiziari. Nel corso del 2023, oltre alla prosecuzione della politica di reclutamento del personale, è stato implementato l’impegno volto alla realizzazione delle politiche concernenti il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, agendo su plurimi piani, a partire da quello inerente ai “luoghi di esecuzione della pena”. Importanti emergenze sono state inoltre affrontate dal Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità.

La relazione illustra quindi le seguenti priorità politiche, individuate per l’anno 2023 con l’atto di indirizzo del Ministro, emanato il 10 gennaio 2023: il consolidamento della politica sul personale; l’integrazione dei processi di innovazione e trasformazione digitale; il miglioramento dell’efficienza, dell’efficacia e della trasparenza dell’azione amministrativa; il miglioramento della qualità del servizio giustizia; una giustizia vicina alle esigenze dei propri utenti; un modello di esecuzione penale tra certezza della pena e dignità della detenzione, da attuarsi valorizzando il lavoro come forma principale di rieducazione e reinserimento sociale delle persone detenute, unitamente allo studio e alla cultura; il rilancio di una cooperazione giudiziaria internazionale rafforzata su molteplici piani.

Quanto agli obiettivi e indirizzi generali di interesse dell’amministrazione, il documento riferisce sulla progettazione e attuazione di un sistema di monitoraggio degli interventi previsti dal PNRR.

La relazione indica quindi, con l’ausilio di tabelle, la spesa, in termini di competenza e di cassa, collegata a ciascuna delle priorità politiche contenute nell’Atto di indirizzo, dettagliate in obiettivi strategici per il 2023 formulati dai centri di responsabilità amministrativa del Ministero. Oltre agli obiettivi di carattere strategico sono previsti obiettivi strutturali, ai quali sono destinate le restanti risorse. Il documento descrive quindi i principali risultati raggiunti nel 2023: dall’Unità di Missione per l’attuazione del PNRR, da ciascun Dipartimento del Ministero, dall’amministrazione degli Archivi notarili.

A seguire, viene sintetizzata l’attività dei singoli centri di responsabilità amministrativa del Ministero mediante schede che riportano, per ciascun obiettivo, una breve descrizione, gli indicatori di raggiungimento, il target e il consuntivo 2023.

La relazione dà conto, infine, della situazione debitoria e fornisce l’entità dello stock del debito 2023 dell’amministrazione, comunicato dall’Ufficio di bilancio del gabinetto del Ministro mediante estratto dalla Piattaforma dei crediti commerciali.

La relazione è corredata dai seguenti allegati: Note Integrative al Rendiconto generale dello Stato per l’anno 2023; Consuntivo finanziario 2023 per capitoli di spesa; Rendiconto economico 2023; Relazione del Ministro sull’Amministrazione della giustizia per l’anno 2023 ai sensi dell’articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, presentata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.

 

Commissioni I (Affari costituzionali), III (Affari esteri) e V (Bilancio)

Doc. CLXIV,

n. 15

 

Annuncio 28/5/2024

Relazione sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, corredata del rapporto sull’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio, di cui all’articolo 9, comma 1-ter, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal

Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale

L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato.

L’articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, stabilisce che, allo scopo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ed evitare la formazione di nuove situazioni debitorie, i Ministeri avviino un’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio e che i risultati di tali analisi siano illustrati in appositi rapporti dei Ministri competenti, che costituiscono parte integrante delle relazioni sullo stato della spesa.

Sintesi del contenuto

La relazione richiama preliminarmente il contesto internazionale in cui ha operato l’amministrazione, caratterizzato in particolare dal perdurare del conflitto russo-ucraino e delle sue ricadute; sul piano interno, si dà conto, in particolare, della prosecuzione dell’attività di razionalizzazione delle strutture ministeriali all’estero.

Il documento illustra quindi le priorità politiche individuate per l’annualità 2023 con la direttiva generale per l’azione amministrativa e per la gestione dei centri di responsabilità del 9 gennaio 2023. Viene inoltre descritto l’assetto organizzativo del Ministero.

Il Rapporto sull’attività di analisi e revisione della spesa ricorda che la legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Legge di bilancio 2023) ha assegnato al MAECI uno stanziamento iniziale pari a 3,285 miliardi di euro (sostanzialmente invariato rispetto a quello attribuito nel 2022, allora pari a 3,305 miliardi di euro). Al netto dei trasferimenti all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e del contributo al FES (Fondo europeo di sviluppo), l’onere finanziario del MAECI si riduce a 2,351 miliardi di euro, che rappresenta lo 0,2 per cento del bilancio complessivo dello Stato e lo 0,13 per cento del PIL nazionale, una quota di dimensione limitata rispetto a quella che i principali partner europei impiegano per le funzioni di politica estera. Si fa quindi presente che nel 2023 il MAECI ha proseguito la propria attività di razionalizzazione delle strutture all’estero, anche ricorrendo a personale a contratto reclutato localmente e alla valorizzazione della rete consolare onoraria. Anche nell’anno di riferimento la carenza di risorse è stata affrontata dal MAECI tramite il ricorso ad alcuni strumenti straordinari, in primo luogo il DPCM di ripartizione del Fondo missioni del 2023, che ha stanziato complessivamente sul bilancio del Dicastero oltre 358 milioni di euro, in gran parte destinati alle iniziative di cooperazione allo sviluppo, a sostegno dei processi di pace e di rafforzamento della sicurezza e relative al funzionamento degli uffici. Sul versante delle entrate, la relazione fa presente che nel 2023 al MAECI sono stati riassegnati complessivamente 9.047.473,76 euro per operazioni di finanziamento, tramite prelevamento dai CCVT in valuta inconvertibile ed intrasferibile, utilizzati dalle sedi interessate anche per spese di ristrutturazione e per acquisti di immobili. Inoltre, la Farnesina ha conseguito introiti consolari pari a 120.986.202,84 euro e l’Autorità Nazionale - Unità per le Autorizzazioni di Materiali d’Armamento (UAMA) ha ottenuto nel 2023 la riassegnazione di entrate riscosse per i servizi resi alle imprese, correlati alle autorizzazioni necessarie per i materiali di armamento, per complessivi 1.429.564 euro.

Si dà poi conto dell’attività di accertamento dei residui (scesi dai 420 milioni del 2022 ai 399 milioni del 2023).

La Sezione II della relazione contiene infine i seguenti Allegati: a) scheda indicatori per obiettivo 2023; b) piano degli obiettivi per programma; c) schede obiettivo da controllo strategico 2023.

 

Commissioni I (Affari costituzionali), IV (Difesa) e V (Bilancio)

Doc. CLXIV,

n. 21

 

Annuncio 19/6/2024

Relazione sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta dal Ministero della difesa, corredata del rapporto sull’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio, di cui all’articolo 9, comma 1-ter, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal

Ministro della difesa

L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato.

L’articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, stabilisce che, allo scopo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ed evitare la formazione di nuove situazioni debitorie, i Ministeri avviino un’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio e che i risultati di tali analisi siano illustrati in appositi rapporti dei Ministri competenti, che costituiscono parte integrante delle relazioni sullo stato della spesa.

Sintesi del contenuto

La relazione delinea in premessa l’attuale scenario internazionale, caratterizzato da un’elevata instabilità i cui effetti si riverberano direttamente nell’area del Mediterraneo allargato, di preminente interesse nazionale, osservando che la portata della crisi in atto e delle sfide che ne conseguono richiedono uno strumento di difesa credibile ed efficace, capace di garantire adeguati livelli di prontezza e sostenibilità in contesti mutevoli.

Il documento illustra quindi il processo di definizione della programmazione strategica, che trae origine dall’emanazione da parte del Ministro della difesa dell’atto di indirizzo che per l’annualità 2023 ha tradotto il mandato istituzionale e la missione del Dicastero nelle seguenti priorità politiche (PP): PP1 operatività ed impiego dello strumento militare; PP2 ammodernamento dello strumento; PP3 revisione della governance, razionalizzazione dell’organizzazione, miglioramento dei processi e gestione delle risorse umane.

Circa le risorse finanziarie disponibili, la relazione riferisce che gli stanziamenti, comprensivi dei residui perenti reiscritti in bilancio, risultano pari a 30.455,86 milioni di euro con un incremento di 2.707,38 milioni rispetto allo stanziamento iniziale a legge di bilancio (pari a 27.748.473.356 euro). A queste risorse vanno aggiunte gli stanziamenti di interesse della Difesa presenti negli stati di previsione dei Ministeri dell’economia e delle finanze e delle imprese e del made in Italy per finanziare la partecipazione dell’Italia alle missioni militari internazionali e a sostegno del settore investimento. Il volume degli stanziamenti di competenza del bilancio ordinario della Difesa anno 2023 risulta superiore di circa 559 milioni rispetto al 2022. La relazione rileva che anche a fronte delle maggiori risorse nella disponibilità del Dicastero, gli impegni e i pagamenti sostenuti hanno mantenuto elevati livelli di performance, limitando le economie di bilancio. Si osserva inoltre che anche nel corso dell’esercizio finanziario 2023 l’afflusso delle assegnazioni di risorse per il “fuori area” è risultato non tempestivo rispetto alle reali necessità delle Forze armate, con il permanere di criticità nella corretta e ordinata esecuzione delle attività di spesa poste in essere dalla Difesa.

La relazione dà quindi conto della consistenza numerica del personale civile e militare della Difesa, inclusa l’Arma dei carabinieri e i cappellani militari, che si attesta al 31 dicembre 2023 su un valore di 282.718 unità complessive, con una riduzione nell’anno di 1.859 unità. Richiamate le novità apportate in termini di implementazione della dotazione organica delle Forze armate dalla legge delega 5 agosto 2022, n. 119, e dal conseguente decreto legislativo 23 novembre 2023, n. 185, rispetto al ridimensionamento organico disposto dalla legge 31 dicembre 2012, n. 244, si fa presente che le consistenze previsionali per 165.564 unità autorizzate con il bilancio della Difesa per l’anno 2023 confermano il trend di riduzione già delineato. Per gli anni a venire è tuttavia possibile ipotizzare un rallentamento di tale andamento ovvero una lieve inversione di tendenza, quale esito della riconfigurazione dello Strumento militare su un organico di 160.000 unità.

La relazione illustra, quindi, i risultati conseguiti nel 2023 con riferimento alle tre priorità politiche, osservando che tali risultati appaiono tendenzialmente in linea con i livelli di performance attesi e con le risorse finanziarie rese disponibili.

Per quanto attiene all’indicatore di “tempestività dei pagamenti” (ITP), il valore rilevato al 31 dicembre 2023 (pari a -12,29 giorni) presenta un quadro nettamente migliorativo rispetto a quello accertato al termine del 2022 (pari a -6,69 giorni), collocando il Ministero tra le Amministrazioni centrali più virtuose.

Si segnala infine che la relazione è corredata da sei Allegati e tre Annessi. In particolare, l’Annesso I fornisce l’ammontare complessivo del debito al 31 dicembre 2023 (270.592.715,27 euro) e il numero (8.594) delle imprese creditrici.

 

Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio)

Doc. CLXIV, n. 18

 

Annuncio 12/6/2024

Relazione sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta dal Ministero dell’interno, corredata del rapporto sull’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio, di cui all’articolo 9, comma 1-ter, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro dell’interno

L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato.

L’articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 stabilisce che, allo scopo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ed evitare la formazione di nuove situazioni debitorie, i Ministeri avviino un’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio e che i risultati di tali analisi siano illustrati in appositi rapporti dei Ministri competenti, che costituiscono parte integrante delle relazioni sullo stato della spesa.

Sintesi del contenuto

La relazione descrive la struttura organizzativa del Ministero dell’interno e fornisce i dati inerenti alle risorse umane (personale dell’amministrazione civile dell’interno, della Polizia di Stato e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, per un totale generale di 151.214 unità) e i risultati di gestione conseguiti nell’esercizio finanziario 2023. Una tabella riassuntiva riepiloga le 6 Missioni e i 12 Programmi assegnati al Ministero dell’interno nell’ambito della classificazione del bilancio dello Stato relativo al 2023.

Vengono quindi richiamati i principali fenomeni emergenti dallo scenario socio-economico, interno e internazionale, che hanno contrassegnato il contesto in cui ha operato il Ministero nell’anno di riferimento. Sul versante interno, sono indicate le risultanze delle principali linee di azione dei cinque Dipartimenti in cui si articola il Ministero, segnalando specificatamente, per ciascuno di essi, i punti di forza e di debolezza.

La relazione presenta quindi le priorità politiche alle quali il Dicastero orienta nel triennio 2023-2025 l’azione amministrativa: a) proseguire l’attuazione del disegno programmatico finalizzato al coordinamento e alla modernizzazione del sistema sicurezza; b) potenziare la governance dell’accoglienza; c) rafforzare la collaborazione interistituzionale con nuove forme di sinergia e raccordo, nonché assicurare la corretta applicazione dei principi contabili da parte degli enti locali, realizzare interventi volti a contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle amministrazioni locali; d) sviluppare le strategie di intervento di soccorso pubblico, anche nei contesti emergenziali nazionali e internazionali; accrescere le capacità di risposta del sistema di difesa civile in situazioni di crisi; realizzare linee di azione mirate alla prevenzione ed alla protezione dal rischio; promuovere, anche in partenariato, la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, di studio, di vita; e) promuovere i progetti d’innovazione e sviluppo dell’assetto organizzativo delle strutture centrali e periferiche dell’Amministrazione e le politiche di reclutamento e valorizzazione delle risorse umane, incentivando, contestualmente, il processo di digitalizzazione e semplificazione delle procedure e le iniziative volte a favorire la razionalizzazione della spesa; potenziare la funzione d’indirizzo e coordinamento delle prefetture-uffici territoriali del Governo; assicurare la piena affermazione dei principi di legalità, integrità e trasparenza dell’azione amministrativa, anche attraverso l’attuazione delle misure di prevenzione e repressione della corruzione e, parallelamente, rafforzare gli strumenti di prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico e imprenditoriale. Le priorità politiche richiamate sono ripartite in 23 obiettivi strategici, dei quali il documento fornisce un quadro sinottico, con indicazione delle azioni correlate.

Per ciascuno degli obiettivi in cui si articolano le priorità la relazione fornisce quindi una scheda descrittiva che illustra dettagliatamente i risulti conseguiti, riportando gli indicatori di misurazione utilizzati per verificare il grado di attuazione, i target fissati per le annualità di riferimento ed i valori registrati a consuntivo 2023, con le motivazioni degli scostamenti riscontrati.

Il Rapporto sull’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa riferito al 2023, allegato alla relazione, fornisce la ricognizione della situazione debitoria del Ministero dell’interno, anche alla luce delle riduzioni degli stanziamenti, di competenza e di cassa, operati dalla legge di bilancio 2023 per conseguire gli obiettivi di riduzione della spesa fissati con il DPCM 4 novembre 2022. Il Rapporto, segnalato un ammontare complessivo dei debiti pregressi, alla data del 31 dicembre 2023, pari a 269.777.168,10 euro, fornisce il confronto con gli importi dei debiti deli ultimi quattro esercizi finanziari e illustra, per centro di responsabilità, i settori di spesa che presentano situazioni di maggiore criticità.

 

Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio) e VI (Finanze)

Doc. CLXIV, n. 22

Annuncio 26/6/2024

Relazione sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta dal Ministero dell’economia e delle finanze

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro dell’economia e delle finanze

L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato.

Sintesi del contenuto

La relazione rileva in premessa che la pianificazione per il 2023, e di conseguenza per il triennio 2023-2025, è stata impostata in modo da tenere conto del valore pubblico prodotto dall’azione del Ministero dell’economia e delle finanze (MEF), ai sensi dell’articolo 6 del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, in una logica di un miglioramento progressivo e un graduale adeguamento alle previsioni normative. Si illustrano poi gli assetti organizzativi, a livello centrale e territoriale, dell’Amministrazione, che nel corso del 2023 sono stati interessati da rilevanti modifiche. Si dà altresì conto del personale in servizio, suddiviso per tipologia di contratto e con indicazione delle retribuzioni medie, anche con riferimento alla Guardia di finanza. Vengono inoltre sintetizzate alcune delle principali attività collegate alla gestione delle risorse umane, in particolare per quanto attiene alla prosecuzione anche nel 2023 dell’esperienza del lavoro agile e per l’avvio sperimentale del telelavoro.

Richiamati i dati economici che hanno caratterizzato nel 2023 il quadro generale di riferimento entro cui il MEF ha esplicato la propria attività, la relazione indica le priorità politiche che hanno guidato l’azione del Ministero, individuate nell’Atto di indirizzo adottato il 26 gennaio 2023, in coerenza con gli assi strategici, le priorità trasversali e le missioni contenute nel PNRR e con i 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals-SDGs) adottati dall’ONU con l’Agenda 2030.

Attraverso una serie di tabelle e grafici la relazione offre quindi una panoramica della distribuzione delle risorse finanziarie sugli obiettivi individuati dai Centri di responsabilità amministrativa del MEF. In particolare, si riporta la ripartizione delle risorse (stanziate e impegnate) tra obiettivi strategici e strutturali; per CDR; per cluster; per missione. Si fornisce poi un quadro delle missioni e delle priorità politiche perseguite con i relativi stanziamenti e gli impegni complessivi assunti.

La relazione illustra quindi i risultati conseguiti, premettendo che tutte le strutture del Ministero hanno orientato le proprie azioni, negli specifici ambiti di competenza, in coerenza con le priorità definite nell’Atto di indirizzo e in continuità con la pianificazione strategica avviata negli anni precedenti.

Sul piano dell’esito generale, si rileva che la performance risulta conforme alle previsioni, con riferimento sia agli obiettivi collegati alle aree di intervento, sia agli obiettivi strutturali di funzionamento. Si precisa che l’analisi fornita è stata realizzata anche sulla base degli elementi comunicati dai Centri di responsabilità rappresentando, laddove segnalati dai CDR, gli interventi di integrazione/revisione degli obiettivi e lo scostamento dal valore target.

In particolare, la relazione riferisce, separatamente, in merito all’attività svolta nel 2023 e ai risultati conseguiti: dal Gabinetto e dagli Uffici di diretta collaborazione all’opera del Ministro, che partecipano al processo di pianificazione e programmazione a partire dall’esercizio 2017; dal Dipartimento del Tesoro, tra l’altro per la gestione del debito pubblico nazionale, per dare impulso al sistema produttivo, per il monitoraggio del sistema normativo bancario e finanziario italiano e la valutazione di eventuali necessità di intervento, nell’azione di contrasto agli utilizzi illegali del sistema finanziario e al finanziamento del terrorismo, in tema di partecipazione delle pubbliche amministrazioni; dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato (RGS), anche per garantire la corretta gestione e la rigorosa programmazione delle risorse pubbliche, contribuendo, altresì, al coordinamento operativo, al monitoraggio, alla rendicontazione e al controllo nell’attuazione del PNRR, alla sua revisione e all’aggiunta del nuovo capitolo dedicato al Piano REPowerEU; dal Dipartimento delle finanze, in particolare assicurando il necessario supporto tecnico-legislativo in ordine alla stesura della delega al Governo per la riforma fiscale (legge 9 agosto 2023, n. 111), nell’ambito della governance nei confronti delle Agenzie fiscali, sul fronte della giustizia tributaria, per garantire un sistema fiscale più equo ed efficiente; dal Dipartimento dell’Amministrazione generale, del personale e dei servizi (DAG), per il funzionamento di tutte le strutture del Ministero; dal Corpo della Guardia di finanza, in particolare per il contrasto delle frodi in materia di cessioni dei crediti d’imposta. Vengono altresì illustrati gli esiti di efficacia istituzionale per il biennio 2022-2023 delle Agenzie delle entrate, delle dogane e dei monopoli e del demanio.

 

Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio), IX (Trasporti) e X (Attività produttive)

Doc. CLXIV, n. 19

 

Annuncio 17/6/2024

Relazione sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta dal Ministero delle imprese e del made in Italy, corredata del rapporto sull’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio, di cui all’articolo 9, comma 1-ter, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro delle imprese e del made in Italy

L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta nelle amministrazioni di rispettiva competenza. L’articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 stabilisce che, allo scopo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ed evitare la formazione di nuove situazioni debitorie, i Ministeri avviino un’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio e che i risultati di tali analisi siano illustrati in appositi rapporti dei Ministri competenti.

Sintesi del contenuto

La relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria svolta dagli organismi indipendenti di valutazione della performance, illustra in primo luogo il processo di programmazione strategica dell’azione amministrativa del Ministero per l’anno 2023, alla luce del contesto internazionale e interno e del mandato istituzionale, volto alla crescita del tessuto produttivo in ogni sua forma, incluse le componenti legate alla domanda e alla tutela dei consumatori.

Per ciò che concerne l’aspetto organizzativo del Ministero, si dà conto della riorganizzazione disposta dal decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75 (strutturata con 4 dipartimenti e 9 direzioni generali), entrata in vigore a partire dal 16 dicembre 2023.

Vengono quindi elencate le sei priorità politiche del MIMIT per il 2023 e le connesse linee di intervento per il triennio 2023–2025, definite nell’Atto di indirizzo adottato con decreto ministeriale 18 gennaio 2023: sostegno alle imprese attraverso una strategia industriale integrata a livello nazionale ed europeo; tutela e sostegno del made in Italy e dei settori strategici nazionali; autonomia strategica e tecnologica nell’aerospazio, nei settori ad alta innovazione e nelle telecomunicazioni; rimozione degli oneri burocratici che rallentano gli investimenti delle imprese; monitoraggio continuo sui prezzi e vigilanza per il buon funzionamento del mercato; efficienza, efficacia e integrità dell’azione amministrativa.

La relazione fornisce quindi i dati concernenti le risorse finanziarie iniziali e definitive assegnate nel 2023 ai Centri di responsabilità, ripartite per missioni e programmi di spesa. Nel confronto con gli stanziamenti per il 2022 si registrano, rispettivamente, un incremento pari al 34% circa di quelli iniziali e un aumento pari al 29% circa di quelli definitivi, ascrivibile in massima parte a manovre funzionali al perseguimento delle misure varate dal Governo. Vengono inoltre indicate le risorse stanziate, impegnate ed erogate per la realizzazione delle priorità politiche del Ministero per il triennio 2023-2025. I dati sono rappresentati per missioni, programmi e azioni. Si evidenzia che anche per il 2023 trova conferma lo stretto collegamento tra le priorità politiche programmate dal Dicastero, alle quali risultano collegati obiettivi strategici, e le risorse stanziate dalla Legge di bilancio, essendo il 99,8% di queste ultime destinate alla realizzazione delle prime. Ulteriori tabelle rappresentano, per ciascuno dei programmi di spesa, l’andamento gestionale delle risorse ed evidenziano gli indicatori, rispettivamente, della capacità di spesa (pagamenti/impegni) e della capacità di smaltimento dei residui. Vengono inoltre indicati, per l’esercizio finanziario 2023, gli stanziamenti definitivi di bilancio, l’importo complessivo degli impegni assunti in conto competenza, l’importo totale dei pagamenti effettuati in conto competenza e quanto rimane da pagare (residui propri di nuova formazione). Per l’anno 2023 si conferma la contrazione dei residui complessivi da smaltire e la destinazione della parte più consistente delle risorse, iniziali e definitive, agli investimenti (rispettivamente per il 96,61% e il 94,99%).

La relazione espone poi la struttura organizzativa del MIMIT e le informazioni relative al personale in servizio presso il Ministero al 31 dicembre 2023. La quarta sezione della relazione illustra le azioni intraprese e i risultati conseguiti dall’Amministrazione nel 2023 nel perseguimento degli indirizzi politici e le ragioni degli eventuali scostamenti negativi rispetto ai valori target previsti dai relativi indicatori. In particolare, si riferisce in merito ai principali programmi posti in essere nell’ambito delle politiche: a sostegno della competitività e dello sviluppo delle imprese; relative alla regolazione dei mercati e alla tutela dei consumatori; nel settore delle comunicazioni e in quello della ricerca e dell’innovazione; nell’ambito dei servizi istituzionali e generali.

Il Rapporto sull’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa del MIMIT, allegato alla relazione, fornisce il quadro della consistenza di debiti e l’analisi delle posizioni debitorie. In particolare, la ricognizione dei debiti del Ministero al 31 dicembre 2023, ha individuato uno stock di posizioni debitorie fuori bilancio pari a 40,51 milioni di euro, rispetto agli 8,01 del 2022. I debiti sono largamente riconducibili alle spese per liti e contenzioso ed a spese per canoni di utenze, in questo caso riferite ad una situazione debitoria nei confronti di Poste Italiane S.p.A.

 

Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio) e XII (Affari sociali)

Doc. CLXIV,

n. 17

Annuncio 11/6/2024

Relazione sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta dal Ministero della salute

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro della salute

L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato.

Sintesi del contenuto

La relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dell’Organismo indipendente di valutazione (OIV) del Ministero della salute, illustra lo stato di attuazione della direttiva generale per l’attività amministrativa e la gestione adottata il 1° marzo 2023, che ha declinato in 22 obiettivi strategici – a loro volta articolati in 35 obiettivi operativi – ripartiti tra i centri di responsabilità amministrativa (CDR), le priorità politiche individuate per l’anno 2023 con l’Atto di indirizzo del 28 febbraio 2023.

La relazione fornisce, attraverso un’apposita tabella, il quadro riassuntivo degli obiettivi suddivisi per centro di responsabilità amministrativa, missione, programma e priorità politica. A tale quadro riassuntivo fa seguito la descrizione dei risultati conseguiti e delle attività svolte dalle Direzioni generali in cui è strutturato il Ministero, con riferimento ai singoli obiettivi, incentrata sui temi più rilevanti emersi dall’analisi e sulle problematiche riscontrate nella fase di attuazione, evidenziando tra le attività svolte quelle ritenute più indicative. Per ciascun obiettivo viene indicato il livello di raggiungimento, fornendo la percentuale di realizzazione al 31 dicembre 2023.

A conclusione dell’analisi offerta, la relazione fa presente che rispetto alle previsioni iniziali di realizzazione degli obiettivi strategici assegnati ai centri di responsabilità amministrativa non emergono scostamenti, segnalando che un obiettivo operativo è stato interessato da un intervento di rimodulazione. Un apposito prospetto riassume per ciascun obiettivo strategico i risultati ottenuti nel 2023 raffrontati con i livelli prefissati per lo stesso periodo, riportando in ultimo la media semplice delle percentuali di raggiungimento, che è risultata essere pari al 100 per cento. Per quanto riguarda gli obiettivi strategici si fornisce, laddove possibile in quanto gli indicatori sono rimasti gli stessi, il confronto tra i risultati raggiunti nel 2023 e nel 2022.

La relazione dà quindi conto delle risorse finanziarie e umane impiegate per il conseguimento degli obiettivi, In particolare, una tabella esplicativa riepiloga i dati inerenti alla distribuzione delle risorse finanziarie e di quelle umane, con l’indicazione degli stanziamenti disposti per il triennio e quelli risultanti dal consuntivo dell’anno precedente, gli impegni assunti a consuntivo e le spese di cassa sostenute con riferimento al 2023.

Si riportano inoltre le disposizioni di contenimento della spesa che negli ultimi anni hanno comportato significative riduzioni a carico degli stanziamenti di bilancio del Ministero della salute. Si ricorda, inoltre che con i DPCM 28 giugno 2017 e 4 novembre 2022 sono stati fissati, in conformità all’articolo 22-bis, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, gli obiettivi di riduzione di spesa per il Ministero della salute, fornendo il dettaglio delle riduzioni. Si indicano altresì le risorse aggiuntive stanziate nell’esercizio 2023 e si forniscono i dati inerenti alle retribuzioni del personale.

Alla luce dell’analisi fornita, la relazione evidenzia la rilevanza, ai fini della piena attuazione ai principi di cui al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 in tema di misurazione, valutazione e trasparenza della performance e anche per aderire ai suggerimenti forniti dall’OIV, della qualità degli indicatori scelti per misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi e dei relativi target, che possono essere ottimizzati per renderli più sfidanti e maggiormente utili anche alla differenziazione nei giudizi connessi alla performance individuale.

Da ultimo si segnala l’esigenza di integrare i processi di controllo strategico e di gestione: ossia che il controllo strategico si basi anche sui risultati del controllo di gestione, avendo particolare riferimento all’impiego delle risorse umane, che costituiscono una delle maggiori voci di spesa delle amministrazioni pubbliche.

 

Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio) e XIII (Agricoltura)

Doc. CLXIV, n. 20

 

Annuncio 17/6/2024

Relazione sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste

L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato.

Sintesi del contenuto

La relazione descrive nella prima sezione il contesto di riferimento nel quale ha operato nel 2023 il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF), rilevando che, in un quadro contrassegnato dal persistere della fase di debolezza del commercio mondiale e da una crescita modesta della media del PIL dell’area euro (+0,4%), le esportazioni italiane di alimenti e bevande nel 2023 hanno raggiunto il valore di 64,2 miliardi di euro (+5,7% rispetto al 2022), mentre nello stesso periodo il valore dell’export nazionale complessivo è rimasto praticamente fermo, attestandosi intorno ai 626 miliardi.

La relazione indica quindi le priorità politiche individuate per l’anno in esame e gli obiettivi che hanno improntato l’azione del Ministero. Si osserva che anche nel corso del 2023 si è realizzata una sostanziale integrazione tra programmazione economico-finanziaria e pianificazione strategico gestionale: a 19 obiettivi (12 strategici e 7 strutturali) assegnati ai Centri di responsabilità amministrativa (CRA) dalla Direttiva generale sull’azione amministrativa e sulla gestione per l’anno 2023 corrispondono 19 obiettivi (11 strategici, in coerenza con le suddette priorità politiche, e 8 strutturali) attribuiti al MASAF nella Nota integrativa 2023 nell’ambito delle 3 missioni di spesa e dei 6 programmi dello stato di previsione della spesa del Ministero. Un prospetto riassuntivo elenca gli obiettivi assegnati ai CRA, con indicati gli stanziamenti definitivi. I risultati raggiunti dai CRA, con i corrispondenti obiettivi, indicatori e target sono sinteticamente riportati in una tabella allegata alla relazione.

La seconda sezione del documento descrive l’assetto organizzativo del Ministero con riferimento all’annualità 2023, mentre la terza offre la rappresentazione dei risultati finanziari. In particolare, si forniscono grafici che illustrano: la ripartizione degli stanziamenti iniziali 2023 distinti per tipologia di obiettivo (strategico o strutturale); l’incidenza percentuale degli obiettivi strategici e strutturali sul totale degli obiettivi ministeriali; la ripartizione degli stanziamenti definitivi 2023 distinti per centro di responsabilità amministrativa; le risorse stanziate e definitivamente assegnate, nel corso del 2023, a ciascuno dei CRA. La relazione, ricordato che la legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Legge di bilancio 2023) ha previsto per il MASAF uno stanziamento di 2.556.501.716 euro, fa presente che, al termine dell’esercizio finanziario 2023, per effetto delle variazioni in corso di gestione, le risorse definitivamente assegnate al Dicastero sono risultate pari a 2.726.195.406 euro, registrando, al termine dell’anno, un incremento pari al 6,64% delle dotazioni (a fronte di un incremento del 21,93% nel corso del 2022). Sono quindi indicati i programmi cui si riferiscono le variazioni e i relativi importi, nonché l’entità delle variazioni delle risorse di ciascun CRA intervenute nel 2023.

Si evidenzia poi che, a fronte dell’assegnazione finanziaria complessiva di 2.726.195.406 euro, sono state impegnate risorse per un importo pari a 2.649.049.322,38 euro, corrispondente al 97,17% degli stanziamenti definitivi. Vengono altresì riportati i dati articolati per missioni di spesa evidenziando, oltre alla capacità di impegno delle risorse in conto competenza, anche gli importi dei pagamenti in conto competenza. In merito allo stato dei pagamenti dei debiti commerciali, si riferisce che l’indicatore di tempestività dei pagamenti relativo al 2023 si attesta su -17.

Per quanto attiene alla realizzazione degli obiettivi, misurata da 49 indicatori, la relazione osserva che le risultanze segnalano la continuità del livello quantitativo e qualitativo delle prestazioni lavorative rispetto al 2022. Si evidenzia, inoltre, la prosecuzione nel 2023 dell’impegno del MASAF nelle attività di avanzamento e gestione inerenti al PNRR.

 

Commissioni I (Affari costituzionali) e IX (Trasporti)

Doc. CCXVIII, n. 3

Annuncio 3/5/2024

Relazione sull’attività svolta dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri

L’articolo 14 del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82 (Disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell’architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale), al comma 1, prevede che entro il 30 aprile di ogni anno il Presidente del Consiglio dei ministri trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta dall’Agenzia nell’anno precedente in materia di cybersicurezza nazionale.

Sintesi del contenuto

 

La relazione illustra l’operato dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) nell’annualità 2023, in un contesto caratterizzato dal considerevole incremento della minaccia cyber, sempre più connotata da eventi di tipo ransomware e DDoS (Distributed Denial of Service), ma anche dalla diffusione di malware via e-mail e phishing.

In primo luogo si dà conto dell’attività di prevenzione e gestione di incidenti e attacchi cibernetici, rilevando che, a fronte di un numero di comunicazioni ricevute dal Computer Security Incident Response Team nazionale (CSIRT Italia) sostanzialmente allineato a quello del 2022, sono aumentati di circa il 30% il numero di eventi cyber e più che raddoppiati gli incidenti. Nel 2023 il CSIRT ha individuato 3.302 soggetti italiani target di eventi cyber (a fronte dei 1.150 del 2022) e trattato 1.411 eventi cyber (per una media di circa 117 al mese, con un picco di 169 a ottobre), di cui 303 classificati come incidenti, per una media di circa 25 al mese. Per quanto riguarda i settori di attività dei soggetti target, prevalgono le telecomunicazioni e la Pubblica Amministrazione, sia a livello locale che centrale.

Il ransomware si è confermato quale minaccia maggiormente significativa. L’Agenzia ha osservato 165 eventi diretti verso operatori privati e PA, con un incremento del 27% rispetto al 2022. Il settore manifatturiero emerge come il settore economico più colpito.

Si riferisce quindi sugli interventi a supporto delle vittime di incidenti di sicurezza cibernetica (anche con interventi in loco), nonché sulle attività di monitoraggio proattivo. Specifici focus sono dedicati: all’ascesa del fenomeno del cyber attivismo (attraverso azioni cyber malevole, prevalentemente di tipo Distributed Denial of Service-DDoS), connessa al conflitto russo-ucraino e al mutamento degli equilibri in Medio Oriente; agli eventi cyber in danno della pubblica amministrazione, in sensibile aumento rispetto al 2022; alle attività ostili da parte di attori cosiddetti Advanced Persistent Threats (APT).

Sul versante della prevenzione e preparazione a situazione di crisi cibernetica, si illustra l’attività di coordinamento tecnico-operativo del Nucleo per la cybersicurezza (NCS), nonché il primo anno di esercizio dello European Cyber Crisis Liaison Organisation Network (EU-CyCLONe) dopo l’entrata in vigore della Direttiva NIS 2 (Direttiva (UE) 2022/2555).

La relazione presenta quindi l’azione condotta dall’ACN nel 2023 per il rafforzamento della resilienza cyber del Paese e la protezione degli asset critici nazionali, riferendo: sul contributo dell’Agenzia all’attuazione degli impianti normativi e regolatori relativi al Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica (PSNC) e ad altre specifiche norme cyber (quali, ad esempio, la già citata Direttiva NIS 2 del 2022, sostitutiva della Direttiva (UE) 2016/1148); sulle attività di scrutinio tecnologico portate avanti dalle apposite articolazioni tecniche dell’Agenzia; sullo sforzo per ridurre i rischi connessi all’uso di strumenti digitali tramite soluzioni di certificazione che garantiscano elevati standard di sicurezza. Si riferisce altresì sul coinvolgimento dell’ACN nelle attività correlate all’esercizio dei poteri speciali (c.d. Golden Power), nonché sul ruolo svolto nei processi relativi alla transizione al cloud della PA e nella valorizzazione della crittografia come strumento di cybersicurezza.

Il documento dedica poi un capitolo al coordinamento da parte dell’ACN di diverse progettualità nell’ambito dell’Investimento 1.5 “Cybersecurity” della Missione 1 – Componente 1 – Asse 1 del PNRR, di cui l’Agenzia è soggetto attuatore, che prevede una dotazione di 623 milioni di euro al fine di migliorare le difese del Paese, rilevando il conseguimento di tutti gli obiettivi previsti per il 2022.

Ulteriori capitoli della relazione illustrano l’attività di cooperazione internazionale dell’ACN nell’annualità 2023, a livello sia bilaterale sia multilaterale (in ambito ONU, NATO, OSCE, G20 e G7), oltre che nell’articolato quadro della governance cyber dell’Unione europea, nonché sul versante della ricerca, dell’innovazione e della promozione della consapevolezza in materia di cybersicurezza (c.d. cybersecurity awareness).

La relazione illustra infine il ruolo svolto nel 2023 dall’ACN di indirizzo, coordinamento e monitoraggio dell’attuazione del Piano di implementazione della Strategia nazionale di cybersicurezza 2022-2026, anche ai fini della prima assegnazione (con DPCM del 9 agosto 2023) delle risorse a valere sui fondi per l’attuazione e gestione della Strategia (istituiti dalla legge di bilancio 2023) per un totale di 66,7 milioni di euro, per sostenere 39 interventi condotti da 10 Amministrazioni.

 

Commissioni I (Affari costituzionali) e XIV (Politiche dell’Unione europea)

NN. 15, n. 415

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12/6/2024

Relazione concernente la procedura d’infrazione n. 2024/2062, avviata, ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, per la mancata attuazione del regolamento (UE) 2022/868, relativo alla governance europea dei dati e che modifica il regolamento (UE) 2018/1724 (Regolamento sulla governance dei dati)

Trasmessa del Ministro per la pubblica amministrazione

L’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea), prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l’avvio di una procedura d’infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l’inadempimento o la violazione contestati con la procedura d’infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. La relazione è trasmessa contestualmente al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari europei. Le Camere possono assumere al riguardo tutte le opportune deliberazioni in conformità ai rispettivi Regolamenti. Si ricorda che il comma 3 dell’articolo 15 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari europei informi senza ritardo le Camere e la Corte dei conti di ogni sviluppo significativo relativo a procedure d’infrazione basate sull’articolo 260 del TFUE. La legge n. 234 del 2012 prevede inoltre che il Governo possa raccomandare l’uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi.

Sintesi del contenuto

La relazione ricorda che con lettera di messa in mora del 23 maggio 2024 la Commissione europea contesta all’Italia la mancata attuazione del regolamento (UE) 2022/868 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2022, relativo alla governance europea dei dati, con particolare riguardo agli obblighi imposti agli Stati Membri dall’articolo 7, dall’articolo 13, paragrafo 1, dall’articolo 23, paragrafo 1 e dall’articolo 26, paragrafo 5. Tali obblighi attengono, in particolare, alla designazione da parte degli Stati Membri degli organismi e delle autorità competenti allo svolgimento delle attività relative alla procedura di notifica per i servizi di intermediazione dei dati, nonché responsabili dei rispettivi registri pubblici nazionali delle organizzazioni per l’altruismo dei dati riconosciute. Il regolamento dispone altresì l’obbligo di notifica alla Commissione dell’identità di tali organismi e autorità entro il 24 settembre 2023.

La relazione, evidenziata la necessità di effettuare la designazione attraverso un provvedimento normativo, non essendo a tal fine sufficiente l’adozione di un mero atto amministrativo, ricorda che la legge 21 febbraio 2024, n. 15 (Legge di delegazione europea 2022-2023), all’articolo 17, al fine di adeguare la normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2022/868, del 30 maggio 2022, ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge medesima, ossia entro il 10 luglio 2024.

La relazione segnala che, a seguito di una complessa istruttoria, si è reputato di poter individuare quale autorità competente ai sensi degli articoli 13 e 23 del regolamento (UE) 2022/868, l’Agenzia per l’Italia digitale, fornendo rassicurazioni circa l’imminente risoluzione della problematica di mancato adeguamento dell’ordinamento nazionale, di cui alla messa in mora della Commissione, mediante il tempestivo esercizio della delega conferita al Governo.

A tale ultimo riguardo, per completezza, si fa presente che nella riunione del Consiglio dei ministri del 3 luglio 2024 è stato approvato in esame preliminare lo schema di decreto legislativo di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2022/868; tale schema (A.G. 177) è stato trasmesso alla Camera e assegnato per l’espressione del prescritto parere alle Commissioni I (Affari costituzionali) e XIV (Politiche dell’Unione europea), nonché alla V Commissione (Bilancio) per i rilievi carattere finanziario, nella seduta dell’Assemblea dell’8 luglio 2024.

 

Commissioni II (Giustizia) e V (Bilancio)

Doc. XL, n. 5

 

Annuncio 15/5/2024

Relazione sullo stato di avanzamento degli interventi di competenza del Ministero della giustizia, finanziati con le risorse del fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, di cui all’articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, del fondo di cui all’articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e del fondo di cui all’articolo 1, comma 14, della legge 27 dicembre 2019, n. 160

(Dati relativi agli anni 2022 e 2023)

Trasmessa dal Ministro della giustizia

L’articolo 1, comma 1075, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Legge di bilancio 2018), dispone che ai fini del monitoraggio dello stato di avanzamento degli interventi finanziati con le risorse del fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, di cui all’articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Legge di bilancio 2017), ciascun Ministero invii alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dell’economia e delle finanze e alle Commissioni parlamentari competenti per materia, entro il 15 settembre di ogni anno, una relazione contenente un aggiornamento della previsione sugli ulteriori stati di avanzamento, nonché un’indicazione delle principali criticità riscontrate nell’attuazione delle opere. L’articolo 1, comma 105, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Legge di bilancio 2019) e l’articolo 1, comma 25, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (Legge di bilancio 2020) prevedono che nella predetta relazione i Ministeri riferiscano anche sull’utilizzo delle risorse ad essi assegnate a valere sui fondi di cui all’articolo 1, comma 95, della legge n. 145 del 2018 e all’articolo 1, comma 14, della legge n. 160 del 2019.

Si ricorda che, ai sensi dell’articolo 47 del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, al fine del raggiungimento degli obiettivi del PNRR, le risorse già utilizzate per i progetti in essere, sono vincolate, dall’annualità 2022 all’annualità 2026, alla realizzazione degli stessi.

Sintesi del contenuto

La relazione fornisce preliminarmente il quadro delle risorse assegnate al Ministero della giustizia per gli interventi di competenza. In particolare, un ammontare pari complessivamente a 1.327.136.024 euro è stato conferito con DPCM 21 luglio 2017 a valere sul fondo di cui al comma 140 della legge n. 232 del 2016, per il periodo 2017-2032. A seguito del rifinanziamento del Fondo (operato dall’articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2017, n. 205), con DPCM 28 novembre 2018 al Ministero sono state attribuite ulteriori risorse pari a 725.400.000 euro per il periodo 2018–2033. Le risorse del Fondo di cui all’articolo 1, comma 95, della legge n. 145 del 2018, assegnate al Ministero a seguito della ripartizione attuata con DPCM 11 giugno 2019, ammontano in totale a 650.000.000 euro per gli anni 2019-2033.

Quanto al Fondo di cui all’articolo 1, comma 14, della legge n. 160 del 2019, al Ministero sono stati destinati (con DPCM 23 dicembre 2020) per il periodo 2020-2029, 197.000.000 euro, di cui 37.018.967 per l’edilizia giudiziaria; 114.981.033 per l’edilizia penitenziaria; 45.000.000 per l’informatizzazione. La relazione segnala inoltre che la legge 30 dicembre 2020, n. 178 (Legge di bilancio 2021), ha assegnato al Ministero della giustizia, per il periodo 2021-2026, risorse pari a 500.000.000 euro, di cui 80.000.000 euro autorizzati dall’articolo 1, comma 155, e destinate ad interventi straordinari per l’ampliamento e l’ammodernamento degli spazi e delle attrezzature per il lavoro dei detenuti, nonché per il cablaggio e la digitalizzazione degli istituti penitenziari, e 420.000.000 euro iscritti in bilancio nella Sezione II, così ripartiti: 250.000.000 euro per l’edilizia giudiziaria; 17.800.000 euro per l’adeguamento impiantistico degli edifici giudiziari; 30.430.000 euro per l’informatizzazione dell’amministrazione giudiziaria; 121.770.000 euro per l’edilizia penitenziaria.

La relazione fornisce quindi gli esiti del monitoraggio con riferimento agli anni 2022-2023 sullo stato degli interventi finanziati con le risorse complessivamente destinate: all’edilizia giudiziaria; all’informatizzazione; all’edilizia penitenziaria, al potenziamento infrastrutture e mezzi per l’ordine pubblico, la sicurezza e il soccorso, anche per il settore minorile, segnalando, dove esistenti, le criticità rilevate e dando indicazione, tra l’altro, delle risorse finalizzate non impegnate.

 

Doc. XCV, n. 2

Annuncio 26/6/2024

Relazione sullo stato delle spese di giustizia

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Ministro della giustizia

L’articolo 37 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, reca disposizioni per l’efficienza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie. Il comma 16 di tale articolo dispone che, a decorrere dall’anno 2012, il Ministro della giustizia presenti alle Camere, entro il mese di giugno, una relazione sullo stato delle spese di giustizia che comprenda anche un monitoraggio delle spese relative al semestre precedente.

Sintesi del contenuto

La relazione ricorda preliminarmente che le spese di giustizia sono imputate a tre distinti capitoli (1360, 1362 e 1363) del bilancio del Ministero.

Al capitolo 1360 “spese di giustizia” viene ascritta la generalità delle spese processuali (quali, ad esempio, quelle per consulenti, periti, traduttori, custodi, difensori, giudici popolari, testimoni, trasferte per il compimento di atti processuali). La relazione fa presente che nell’anno 2023 lo stanziamento iniziale del cap. 1360 ammonta a 612.448.184 euro, a fronte di uno stanziamento totale definitivo di 635.718.890 euro, inferiore al fabbisogno di spesa registrato per l’anno 2023; in base ai dati aggiornati al 31 maggio 2024 è stata sostenuta una spesa di circa 720 milioni di euro. Dalla gestione finanziaria dell’anno 2023 sono dunque emerse situazioni debitorie pregresse fuori bilancio, al 31 dicembre 2023, per 85 milioni di euro. I dati del consuntivo di spesa trasmessi all’amministrazione dagli uffici giudicanti (comprensivi di IVA e cassa forense) evidenziano una spesa in costante aumento, tra l’altro imputabile alla spesa per i difensori di soggetti ammessi al patrocinio a spese dello Stato, che è passata dai circa 215 milioni dell’anno 2015 ai circa 493 milioni di euro del 2023.

Il documento illustra quindi le attività inerenti all’espletamento del servizio amministrativo per la gestione integrata degli esiti delle notificazioni a mezzo posta degli atti giudiziari in materia penale e civile, dando conto del pagamento in favore di Poste italiane S.p.A. – affidataria del predetto servizio sulla base di una convenzione prorogata fino al 2024 – delle fatture residue alla data del 25 luglio 2023, per un importo di 4.558.105,41 euro, e alla data del 20 dicembre 2023, pari a 7.664.992,64 euro.

Quanto al fabbisogno inerente alle “spese di giustizia” per l’anno 2024, la relazione segnala che tale fabbisogno risulta quantificato su base previsionale, in via prudenziale, in misura non inferiore a quello registrato nell’anno 2023.

Circa il capitolo 1363 “spese di giustizia per l’intercettazione di conversazioni e comunicazioni, la relazione segnala che nell’anno 2023 lo stanziamento iniziale e definitivo è stato pari a 212.143.598 euro, mentre la spesa sostenuta (dati aggiornati al 31 maggio 2024) è stata di circa 239 milioni di euro.

Dalla gestione finanziaria dell’anno 2023 sono dunque emerse situazioni debitorie pregresse fuori bilancio, al 31 dicembre, per 27 milioni di euro. La relazione, illustrato l’andamento della spesa per intercettazioni negli ultimi 10 anni, dedica uno specifico paragrafo al lavoro svolto per la razionalizzazione di tale spesa, allo scopo di assicurare una effettiva riconduzione della spesa per le intercettazioni ad un canone rispondente, da un lato, alle necessità degli uffici giudiziari che dispongono le operazioni e, dall’altro, ai reali costi attualmente sostenuti dagli operatori del settore.

La spesa relativa alle indennità spettanti alla magistratura onoraria, a valere sul capitolo 1362, pari nel 2023 a circa 131 milioni di euro, è stata inferiore allo stanziamento definitivo di bilancio (pari a complessivi 196.998.351 euro), con conseguente insussistenza di situazioni debitorie.

In ultimo – con riferimento al ripianamento delle citate posizioni debitorie pregresse al 31 dicembre 2023, pari a 85 milioni di euro a valere sul capitolo 1360 e 27 milioni di euro a valere sul capitolo 1363 – la relazione rappresenta la necessità di uno stanziamento straordinario, oggetto di una specifica richiesta al Ministero dell’economia e delle finanze, mediante prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine.

 

Commissioni II (Giustizia) e XII (Affari sociali)

Doc. XXX, n. 2

Annuncio 25/6/2024

Relazione sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche antidroga

L’articolo 131 del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza), dispone che il Ministro per la solidarietà sociale, anche sulla base dei dati allo scopo acquisiti dalle regioni, presenti entro il 30 giugno di ciascun anno una relazione al Parlamento sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia. Si ricorda che i compiti in materia di politiche antidroga sono stati trasferiti alla Presidenza del Consiglio dei ministri dal decreto-legge 16 maggio 2008, n. 85.

Sintesi del contenuto

La relazione delinea lo scenario della diffusione e del consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope in Italia, complessivamente contrassegnato nel 2023 da trend in aumento in rapporto ai consumi, ai reati penali in violazione del DPR n. 309 del 1990, nonché alla domanda di trattamento, elementi tornati a crescere dopo la flessione registrata nella fase pandemica. Si segnala quindi che, in tale contesto, sono 20.489 le operazioni antidroga condotte nel 2023 (con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente) e che i quantitativi di sostanze stupefacenti sequestrati ammontano a quasi 89 tonnellate (+17% rispetto al 2022, di cui circa il 76% costituito da prodotti della cannabis).

Sulla base delle analisi condotte sui campioni di sostanze stupefacenti sequestrate si evidenzia, inoltre, la crescita nella purezza di alcune tra le più diffuse di tali sostanze: preoccupante, in particolare, è l’aumento della percentuale media di principio attivo nei prodotti a base di resina (hashish) che, dal 2016 al 2023, quadruplica quasi il suo valore passando da 7,4% a 29%. La relazione informa poi sui prezzi di mercato delle sostanze stupefacenti e riferisce che, secondo le stime ISTAT, la spesa per il consumo totale di sostanze stupefacenti sul territorio nazionale per il 2022 (ultimo anno disponibile) è stata di 16,4 miliardi di euro (di cui il 40% legato al consumo dei derivati della cannabis e il 32% all’utilizzo della cocaina), in ulteriore salita rispetto al 2021, attestandosi sui livelli pre-Covid del 2019.

Si dà conto quindi dell’operato del Sistema Nazionale di Allerta Precoce (SNAP), che nel 2023 ha individuato 70 nuove sostanze psicoattive circolanti sul territorio nazionale, e dell’aggiornamento delle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope.

La relazione si sofferma poi in modo particolare sul consumo di sostanze psicoattive illegali tra i giovani, rilevando che nel 2023 quasi 960mila giovani tra 15 e 19 anni, pari al 39% della popolazione studentesca, riferiscono di aver consumato una sostanza psicoattiva illegale almeno una volta nella vita e oltre 680mila studenti (28%) nel corso del 2023, con una prevalenza nei ragazzi (30%) rispetto alle ragazze (25%).

Si conferma pertanto il trend in crescita osservato nel post pandemia che già dal 2022 torna ai valori osservati nel 2019.

In particolare, la cannabis e dei suoi derivati, pur rimanendo le sostanze più diffuse (il 22% della popolazione studentesca riferisce di averla consumata nell’ultimo anno e per il 2,8% si è trattato di un uso pressoché quotidiano), presentano una leggera contrazione nel consumo rispetto al 2022. Rimane inoltre tendenzialmente stabile il livello di diffusione fra i giovanissimi degli oppiacei (che si attesta su una quota di poco superiore all’1%). Aumentano invece le percentuali di studenti tra i 15 e i 19 anni che riferiscono di aver usato almeno una volta nel corso del 2023 cocaina (dall’1,8% al 2,2%), stimolanti (dal 2,1% al 2,9%), allucinogeni (dall’1,6% al 2%) e nuove sostanze psicoattive (dal 5,8% al 6,4%). Tra gli studenti che hanno assunto cocaina, la metà circa riferisce un primo utilizzo tra i 15 e i 17 anni, mentre il 39% si è approcciato a questa sostanza prima dei 15 anni (dato in crescita rispetto al 2022).

Accanto al consumo di sostanze illegali, vengono analizzati i consumi nella popolazione giovanile di sostanze psicoattive legali, come il tabacco, l’alcol e psicofarmaci assunti senza prescrizione medica. Nel 2023, l’uso di tabacco ha riguardato oltre 500mila studenti under 18 (34% del totale), con percentuali superiori tra le studentesse, così come per gli eccessi alcolici. Gli psicofarmaci senza prescrizione medica hanno raggiunto le prevalenze più alte mai registrate e sono stati utilizzati da 170mila minorenni nel corso dell’anno (11%), con una diffusione più che doppia tra le ragazze.

Il documento prende poi in considerazione l’evoluzione di nuove dipendenze e di comportamenti a rischio, anche legati all’accesso a Internet o al suo abuso, e lo sviluppo di fenomeni quali il cyberbullismo, il gaming, le Internet challenge, il ritiro sociale volontario (hikikomori). In particolare, nel 2023 oltre 1 milione e 100mila giovani, equivalente al 45% della popolazione studentesca (soprattutto ragazze), riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo e 610mila di ghosting.

In forte crescita risulta il gioco d’azzardo, anche on line. In particolare, gli studenti con un profilo di gioco “problematico” sono quasi raddoppiati nel 2023 rispetto al 2022 e raggiungono i valori più elevati mai osservati dal 2008.

La relazione descrive, infine, il complesso e articolato sistema dei Servizi pubblici e privati dell’offerta e della domanda di trattamento, delineando il ruolo dei sistemi socio-sanitari regionali e del privato sociale nella gestione dei servizi per le dipendenze. Si forniscono informazioni sulle attività di prevenzione (si segnala che nel 2023 sono stati realizzati 289 i progetti di prevenzione rivolti alla popolazione studentesca), sugli accessi in pronto soccorso e i ricoveri ospedalieri droga correlati, sull’assistenza offerta nei Servizi ambulatoriali per le dipendenze (SerD) e nelle strutture terapeutiche del privato sociale, sulle implicazioni sanitarie (quali la diffusione di HIV e AIDS), sui decessi per intossicazione acuta da sostanze stupefacenti, nonché sugli incidenti stradali alcol e droga correlati e sui reati droga correlati.

 

Commissioni III (Affari esteri), VIII (Ambiente), IX (Trasporti), X (Attività produttive) e XIII (Agricoltura)

Doc. CCXXVII,

n. 2

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10/6/2024

Relazione sullo stato di attuazione del Piano del mare

(Dati aggiornati al 30 maggio 2024)

Trasmessa dal Ministro per la protezione civile e le politiche del mare

L’articolo 12 del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173 (Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri), istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Comitato interministeriale per le politiche del mare (CIPOM), che provvede alla elaborazione e approvazione, con cadenza triennale, del Piano del mare.

Il medesimo articolo 12 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri o un Ministro da lui delegato trasmetta alle Camere, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione sullo stato di attuazione del Piano.

Si segnala che l’articolo 12 del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Dipartimento per le politiche del mare. Il Dipartimento cura l’attuazione delle funzioni di indirizzo e coordinamento e di promozione dell’azione strategica del Governo con riferimento alle politiche del mare.

Sintesi del contenuto

La relazione illustra il lavoro svolto dal Comitato interministeriale per le politiche del mare (CIPOM) per conseguire gli obiettivi del Piano del mare, approvato dal medesimo Comitato il 31 luglio 2023, sulla base dei dati acquisiti dalle Amministrazioni che ne fanno parte. Il Piano, che costituisce il riferimento per gli strumenti di pianificazione di settore, si sviluppa intorno a sedici direttrici, riguardanti: gli spazi marittimi, le rotte commerciali, i porti, l’energia proveniente dal mare, la transizione ecologica dell’industria del mare, la pesca e l’acquacoltura, la cantieristica, l’industria armatoriale, il lavoro marittimo, la conservazione degli ecosistemi e le aree marine protette, la dimensione subacquea e le risorse geologiche dei fondali, il sistema delle isole minori, i turismi e sport del mare, i cambiamenti climatici, la cooperazione europea e internazionale e la sicurezza.

Gli obiettivi del Piano sono stati riassunti in un quadro sinottico allegato alla relazione.

Quest’ultima (in attuazione dell’articolo 1, comma 5, del Regolamento interno del CIPOM, di cui al DM 8 marzo 2023), ripercorre il processo finalizzato all’approvazione del Piano del mare e riferisce sugli orientamenti che hanno improntato le successive riunioni del CIPOM, nelle quali, oltre all’approvazione della direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri relativa a “Misure di coordinamento delle Politiche del mare” volta ad assicurare il coordinamento e la coerenza dell’azione dei singoli Ministeri, si è avviata la discussione sulle norme di attuazione della legge 17 maggio 2022, n. 60 (c.d. Salvamare) e manifestato l’intento, da parte del Ministro delle imprese e del made in Italy, di redigere, di concerto con il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, un disegno di legge sulla “economia blu”. Da ultimo, durante la seduta del Comitato del 30 maggio 2024, è stata presentata un’informativa preventiva in ordine al disegno di legge concernente la c.d. “dimensione subacquea”, che costituisce uno degli obiettivi previsti dal Piano del mare.

La relazione dà quindi conto, per ciascuna delle sedici direttrici del Piano, delle iniziative segnalate dalle amministrazioni competenti ad adottarle.

A titolo di esempio, per quanto attiene alla direttrice del lavoro marittimo, si riferisce in merito all’istituzione con il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, come convertito (articolo 36, comma 1-bis), del Fondo destinato all’erogazione di contributi alle imprese armatoriali per la formazione iniziale del personale impiegato sulle navi, al fine di incrementare la sicurezza del trasporto marittimo, e alla determinazione delle modalità per accedere al cosiddetto bonus marittimi”. Si riferisce altresì sull’introduzione con la legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 471) del Fondo per l’incentivazione alla qualificazione del lavoro portuale, destinato alla concessione del “buono portuale”. Si segnala inoltre l’avvio del riordino delle normative di settore al fine di emanare nuove procedure semplificate per gli uffici di collocamento della Gente di mare (di cui al DPR 18 aprile 2006, n. 231) e l’avvio e sviluppo del “portale del lavoro marittimo”. Sempre rispetto alla direttrice del lavoro marittimo, la relazione riporta le innovazioni in materia di formazione dei lavoratori marittimi, in aderenza agli obiettivi fissati al paragrafo 2.9.3 del Piano del mare. Con riferimento al ruolo degli Istituti tecnologici superiori e all’educazione del mare, secondo quanto delineato dal paragrafo 2.9.5 del Piano del mare, si riferisce l’avvio di un progetto con quattro Atenei (Bari, Genova, Napoli e Messina) per il riconoscimento delle classi di laurea L28 e M72 (Scienze e tecnologie della navigazione) per l’accesso alla carriera marittima.

Alla relazione sono allegate le relazioni di tutte le amministrazioni componenti il CIPOM.

 

Commissioni V (Bilancio) e VII (Cultura)

Doc. XXVII, n. 15

Annuncio 7/5/2024

Relazione consuntiva sulle attività organizzative concernenti le Finali ATP Torino 2021-2025

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dal Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri

L’articolo 9 del decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16 (Disposizioni urgenti per l’organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paraolimpici invernali Milano Cortina 2026 e delle finali ATP Torino 2021 - 2025, nonché in materia di divieto di attività parassitarie) prevede che la Federazione italiana tennis e padel (FITP) predisponga ogni anno, nonché a conclusione delle attività organizzative concernenti le Finali ATP Torino 2021-2025, una relazione consuntiva, corredata del rendiconto analitico della gestione dei contributi pubblici ricevuti a questo fine e la invii alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Ufficio per lo Sport, che provvede alla sua trasmissione alle Camere, per il deferimento alle Commissioni parlamentari competenti per materia.

Sintesi del contenuto

La relazione illustra in premessa il processo di definizione dei principali termini e condizioni per l’organizzazione delle Finali ATP per mezzo della sottoscrizione, in data 11 aprile 2019, da parte della Federazione italiana tennis (dal 1° gennaio 2023 Federazione italiana tennis e padel – FITP) e di ATP Tour Inc. (l’ente internazionale che gestisce il circuito di tennis maschile professionistico noto come “ATP Tour”), di uno “Short Form Agreement” cui ha fatto seguito, in data 22 ottobre 2021, il “Long Form Agreement” contenente in maniera estesa le pattuizioni che erano state oggetto del precedente atto. Per quanto attiene alla governance dell’evento, la relazione segnala che Federazione ha curato, anche grazie ad apposita convenzione sottoscritta con Sport e Salute S.p.A., ogni attività organizzativa ed esecutiva diretta allo svolgimento della manifestazione sportiva, mentre l’ATP ha assunto tutte le decisioni relative alla gestione delle competizioni tennistiche. È stato inoltre istituito un Comitato per le ATP Finals che svolge funzioni di coordinamento e monitoraggio in ordine alla promozione della città e del territorio di Torino. La relazione illustra quindi le location della manifestazione, il format dell’evento (disputatosi, nella sua ultima edizione, da domenica 12 a domenica 19 novembre 2023) e i risultati sportivi conseguiti.

Si riferisce inoltre che la società Nielsen è stata incaricata di effettuare un’indagine per misurare il livello di gradimento degli spettatori che hanno assistito all’Evento (Customer Satisfaction), i cui esiti – riportati in allegato alla relazione (allegato 2) – evidenziano livelli di soddisfazione complessiva pari al 98% (+1% rispetto all’edizione 2022), con il 90% degli spettatori propensi a ripetere l’esperienza (+5% sul 2022). Con riferimento alla visibilità del “brand Torino”, l’analisi riferisce un miglioramento significativo della sua esposizione in misura pari al +23% rispetto alla precedente edizione.

Nella relazione si dà inoltre conto di un report (allegato 3) che analizza l’impatto economico diretto, indiretto, indotto e fiscale delle Finali ATP, nonché i benefici (economici e non) da esse derivanti. In estrema sintesi, l’analisi stima una valutazione delle ricadute economiche pari a 306,3 milioni di euro – dei quali oltre 65 milioni di oneri fiscali che rappresentano entrate per le casse dello Stato – mentre i posti di lavoro a tempo pieno per un anno creati dall’ultima edizione sono risultati pari a 1.950. Si dà quindi conto dell’impegno della Federazione per la sostenibilità dell’evento (con riferimento a: mobilità e ambiente circostante; riutilizzo di materiali; riduzione dell’uso e consumo di carta; compensazione delle emissioni di greenhouse gas; consumi energetici).

In merito ai contributi pubblici concessi dal Governo, dal comune di Torino e dalla regione Piemonte, la relazione fa presente che essi sono stati utilizzati a copertura della Licence Fee e del Prize Money stabiliti nel Long Form Agreement e fornisce una tabella che riporta il dettaglio delle spese complessive sostenute, distinguendo la quota coperta dalla contribuzione dei predetti soggetti pubblici (14,4 milioni di euro da parte del Governo, 1,72 milioni della regione Piemonte e 1,5 milioni del comune di Torino) e gli importi sostenuti direttamente dalla Federazione. Complessivamente, si riferisce che la FITP ha coperto con contribuzione pubblica il 59% delle spese per Licence Fee e Prize Money, mentre rimane a carico dell’autofinanziamento dell’evento la quota restante di tali voci e tutti i costi di organizzazione.

 

Commissioni VIII (Ambiente), X (Attività produttive) e XIV (Politiche dell’Unione europea

NN. 15, n. 414

Annuncio 21/6/2024

Relazione concernente la procedura d’infrazione n. 2024/2053, avviata, ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, per violazione del diritto dell’Unione europea in relazione al non corretto recepimento della direttiva (UE) 2019/904 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente

Trasmessa dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica

L’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea), prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l’avvio di una procedura d’infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l’inadempimento o la violazione contestati con la procedura d’infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. La relazione è trasmessa contestualmente al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari europei. Le Camere possono assumere al riguardo tutte le opportune deliberazioni in conformità ai rispettivi Regolamenti. Si ricorda che il comma 3 dell’articolo 15 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari europei informi senza ritardo le Camere e la Corte dei conti di ogni sviluppo significativo relativo a procedure d’infrazione basate sull’articolo 260 del TFUE. La legge n. 234 del 2012 prevede inoltre che il Governo possa raccomandare l’uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi.

Sintesi del contenuto

La relazione segnala che con lettera notificata ai sensi dell’articolo 258 del TFUE il 23 maggio 2024, la Commissione europea ha contestato il non corretto recepimento della direttiva (UE) 2019/904, attuata nell’ordinamento nazionale con il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 196. Nello specifico, la Commissione ha avanzato alcune osservazioni in merito all’iter di adozione del citato decreto legislativo relativamente al mancato rispetto del periodo sospensivo previsto all’articolo 6, primo paragrafo, della direttiva (UE) 2015/1535, che impone agli Stati membri l’obbligo di comunicare alla Commissione tutti i progetti di regole tecniche riguardanti prodotti e servizi della società dell’informazione prima che vengano adottati nell’ordinamento nazionale. La relazione ricorda che il progetto del decreto legislativo di recepimento, la cui adozione è stata avviata dalla legge 22 aprile 2021, n. 53 (legge di delegazione europea 2019-2020), è stato notificato, ai sensi della citata direttiva (UE) 2015/1535, il 22 settembre 2021, con conseguente conclusione del periodo sospensivo il 23 dicembre 2021. Alla richiesta di informazioni in ordine al contenuto del progetto, avanzata la Commissione in pendenza del periodo di sospensione, è stato dato riscontro il 28 ottobre 2021. Successivamente all’adozione del decreto legislativo di recepimento, il 17 dicembre 2021, la Commissione ha formulato un parere circostanziato, sollevando diversi rilievi in relazione alla risposta fornita dall’Italia ed estendendo il periodo sospensivo di ulteriori tre mesi, ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 2, della direttiva (UE) 2015/1535. Sul punto la relazione fa presente che, stante la già intervenuta scadenza il 3 luglio 2021 del termine di recepimento della direttiva (UE) 2019/904, l’adozione del decreto legislativo n. 196 del 2021 ha rispettato i termini previsti dal diritto interno relativi alla scadenza l’8 novembre 2021 della delega legislativa, ai sensi degli articoli 31, commi 1 e 3, della legge n. 234 del 2012.

La relazione segnala poi che la lettera della Commissione del 23 maggio 2024 ha inoltre sollevato alcune questioni di non conformità del decreto legislativo di recepimento alla direttiva (UE) 2019/904, tra le quali assumono rilievo quelle relative ai prodotti realizzati in materiale biodegradabile e compostabile. La relazione fa quindi presente che la possibilità, a condizioni tassativamente elencate, prevista dall’articolo 5, comma 3, del decreto legislativo n. 196 del 2021, di immettere sul mercato prodotti realizzati in materiale biodegradabile e compostabile, nel rispetto di specifiche norme UNI, in deroga al divieto generale (di cui al comma 1 dello stesso articolo 5) per i prodotti di plastica monouso, elencati nella parte B dell’allegato, discende dall’applicazione del criterio di delega di cui all’articolo 22, comma 1, lettera c), della legge n. 53 del 2021, dove è prevista la possibilità di immissione sul mercato dei prodotti in oggetto nei casi in cui non sia possibile l’uso di alternative riutilizzabili ai prodotti di plastica monouso.

Tra le segnalazioni si riferisce poi che la Commissione ritiene non conforme il recepimento dell’articolo 3, punto 1, della direttiva (UE) 2019/904, relativo alla definizione di plastica, già oggetto di precedenti chiarimenti forniti dall’Italia nel corso del procedimento di notifica ai sensi direttiva (UE) 2015/1535. La relazione fa presente che alcune ulteriori osservazioni appaiono di carattere meramente redazionale, mentre altre risultano superabili fornendone motivazione, ovvero con provvedimenti correttivi. Si riferisce, infine, che i competenti uffici del Ministero sono impegnati nel predisporre la documentazione necessaria ai fini del riscontro alla Commissione entro il termine di due mesi dal ricevimento della lettera di messa in mora.

 

Commissioni IX (Trasporti) e XII (Affari sociali)

NN. 6, n. 97

Annuncio 13/6/2024

Comunicazione concernente la Relazione sull’attuazione delle disposizioni per la sicurezza dei minori in ambito digitale, prevista dall’articolo 14, comma 5, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, convertito, con modificazioni dalla legge 13 novembre 2023, n. 159, nonché la guida “Luci e ombre di una generazione interconnessa. Cyberbullismo: impara a conoscerlo”

Trasmessa dalla Ministra per la

famiglia, la natalità e le pari opportunità

L’articolo 14 del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123 (Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale), al comma 5, stabilisce che entro il 31 maggio di ciascun anno, l’Autorità politica con delega alle politiche per la famiglia presenti una relazione al Parlamento sull’attuazione degli articoli 13 e 13-bis, nonché del medesimo articolo 14, recanti misure per la sicurezza dei minori in ambito digitale. Tale documento è redatto sulla base della relazione che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) deve a sua volta predisporre – ai sensi del comma 4 dell’articolo 14 – entro il 31 gennaio di ciascun anno, sull’impatto dell’attuazione dell’articolo 13, con particolare riferimento all’uso delle applicazioni di controllo parentale nei dispositivi di comunicazione elettronica, nonché dell’articolo 13-bis, con specifico riguardo all’attuazione della misura di verifica della maggiore età per l’accesso a siti pornografici. La relazione dell’Autorità politica con delega alle politiche per la famiglia è altresì redatta sulla base degli ulteriori elementi acquisiti nell’ambito dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile e dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, nonché dell’Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica.

Sintesi del contenuto

La comunicazione evidenzia, in via preliminare, che l’AGCOM non ha proceduto alla predisposizione della relazione di sua competenza destinata all’Autorità politica con delega alle politiche per la famiglia, considerato che il decreto-legge n. 123 del 2023 è stato convertito in legge nel mese di novembre 2023.

Rappresentato, inoltre, che l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pedopornografia è attualmente  , a seguito della scadenza dell’organismo già istituito con decreto ministeriale 12 gennaio 2021, la comunicazione fa presente che le tempistiche illustrate comportano che la relazione annuale al Parlamento sull’attuazione degli articoli 13, 13-bis e 14 del decreto-legge n. 123 del 2023 possa essere predisposta a partire dal prossimo anno. Ciò premesso, si forniscono elementi informativi che si reputa utile mettere a disposizione del Parlamento su quanto sinora implementato dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri in relazione alle finalità di cui agli articoli richiamati.

Nello specifico, si segnala la celebrazione il 18 novembre 2023 dell’ottava Giornata europea per la protezione dei minorenni contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale, che promuove l’attuazione della Convenzione di Lanzarote, il cui obiettivo è quello di preservare la salute e lo sviluppo psico-sociale delle ragazze e dei ragazzi vittime di sfruttamento sessuale.

Si riferisce poi che, in ossequio a quanto previsto dall’articolo 13 del decreto-legge n. 123 del 2023, il 9 novembre 2023 è stata resta disponibile sul sito internet istituzionale del Dipartimento per le politiche della famiglia una prima informativa pubblica relativa all’utilizzo del parental control. Il 28 dicembre 2023, inoltre, è stata lanciata la nuova campagna di comunicazione e informazione sul parental control (anch’essa disponibile sul citato sito internet), che ha previsto un piano di diffusione sui principali social media, in particolare su Instagram e Facebook, a partire dall’8 gennaio 2024. L’iniziativa ha inteso informare i genitori, gli adulti di riferimento e le famiglie sugli strumenti di controllo genitoriale a loro disposizione per proteggere i più piccoli e sulla possibilità di attivazione gratuita di app di parental control su tutti i dispositivi tecnologici con accesso a internet rivolgendosi ai fornitori di servizi di comunicazione elettronica.

Si segnala, infine, che il 6 febbraio 2024 il Ministero dell’istruzione e del merito, coordinatore del Safer Internet Centre - Generazioni Connesse, ha organizzato l’edizione 2024 del Safer Internet Day, giornata mondiale per la sicurezza in rete, istituita e promossa dalla Commissione europea. In tale occasione è stata pubblicata sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia la Guida per genitori e adulti di riferimento “Luci e ombre di una generazione interconnessa. Cyberbullismo: impara a conoscerlo”.

 

Commissioni XI (Lavoro), XII (Affari sociali) e XIV (Politiche dell’Unione europea)

NN. 15, n. 413

Annuncio 18/6/2024

Relazione concernente la procedura d’infrazione n. 2024/0162, avviata, ai sensi degli articoli 258 e 260, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, per il mancato recepimento della direttiva (UE) 2022/431 che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro

Trasmessa dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali

L’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea), prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l’avvio di una procedura d’infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l’inadempimento o la violazione contestati con la procedura d’infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. La relazione è trasmessa contestualmente al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari europei. Le Camere possono assumere al riguardo tutte le opportune deliberazioni in conformità ai rispettivi Regolamenti. Si ricorda che il comma 3 dell’articolo 15 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari europei informi senza ritardo le Camere e la Corte dei conti di ogni sviluppo significativo relativo a procedure d’infrazione basate sull’articolo 260 del TFUE. La legge n. 234 del 2012 prevede inoltre che il Governo possa raccomandare l’uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi.

Sintesi del contenuto

La relazione riferisce che con lettera di messa in mora ex articolo 258 TFUE del 23 maggio 2024, la Commissione europea censura il mancato recepimento della direttiva (UE) 2022/431 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2022, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro, estendendone l’ambito di applicazione anche alle sostanze tossiche per la riproduzione umana. La relazione ricorda che tale ampliamento è giustificato dal considerando n. 3 della direttiva (UE) 2022/431, in cui si rileva che “secondo i dati scientifici più recenti, le sostanze tossiche per la riproduzione possono avere effetti nocivi sulla funzione sessuale e sulla fertilità di uomini e donne in età adulta, nonché sullo sviluppo della progenie” e che dunque “anche le sostanze tossiche per la riproduzione dovrebbero essere disciplinate dalla direttiva 2004/37/CE al fine di migliorare la coerenza, tra l’altro, con il regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e di garantire un analogo livello di protezione minima su scala dell’Unione”.

Ciò premesso, la relazione osserva che benché l’articolo 2, paragrafo 1, della direttiva indichi quale termine di recepimento la data del 5 aprile 2024, va rilevato che la legge 21 febbraio 2024, n. 15 (Legge di delegazione europea 2022-2023), contenente la relativa delega legislativa, è entrata in vigore il 10 marzo 2024. Con riferimento alla fattispecie in esame, la relazione rileva come abbia trovato applicazione l’articolo 31, comma 1, seconda parte, della legge n. 234 del 2012, in base al quale per le direttive il cui termine sia già scaduto alla data di entrata in vigore della legge di delegazione europea, ovvero scada nei tre mesi successivi, il Governo adotta i decreti legislativi di recepimento entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della medesima legge. La relazione fa presente quindi che il termine per il recepimento della direttiva (UE) 2022/431 risulterebbe fissato al 10 giugno 2024 e che tale termine è stato osservato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, atteso che il testo del decreto legislativo di recepimento della direttiva (UE) 2022/431 è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri del 4 giugno 2024 e che lo stesso è stato trasmesso alle Camere per l’acquisizione dei prescritti pareri delle competenti Commissioni parlamentari.

Per completezza, si fa presente che il predetto schema (A.G. 157) è stato assegnato per l’espressione del parere alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali), che nella seduta del 10 luglio 2024 hanno reso parere favorevole con un’osservazione. Lo schema di decreto è stato, inoltre, assegnato alle Commissioni V (Bilancio) e XIV (Politiche UE), che si sono espresse favorevolmente nelle sedute del 9 e 10 luglio 2024 per i profili di competenza.

 

Tutte le Commissioni permanenti e Commissione parlamentare per le questioni regionali

Doc. LXXIII-bis, n. 7

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28/5/2024

Elenco delle procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l’Unione europea

(Dati relativi al primo trimestre 2024)

Trasmessa dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR

L’articolo 14 della legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea), dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri – o il Ministro per gli affari europei – sulla base delle informazioni ricevute dalle amministrazioni competenti, trasmetta ogni tre mesi alle Camere, alla Corte dei conti, alle regioni e alle province autonome un elenco, articolato per settore e materia: a) delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea relative a giudizi di cui l’Italia sia stata parte o che abbiano rilevanti conseguenze per l’ordinamento italiano; b) dei rinvii pregiudiziali disposti ai sensi dell’articolo 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) da organi giurisdizionali italiani; c) delle procedure d’infrazione avviate nei confronti dell’Italia ai sensi degli articoli 258 e 260 del TFUE con informazioni sintetiche sull’oggetto e sullo stato del procedimento, nonché sulla natura delle eventuali violazioni contestate all’Italia; d) dei procedimenti di indagine formale avviati dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia in materia di aiuti di Stato alle imprese, ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 2, del TFUE.

Sintesi del contenuto

La relazione reca l’elenco trimestrale, aggiornato al 31 marzo 2024, delle questioni inerenti al precontenzioso e al contenzioso con l’Unione europea, nonché dei procedimenti di indagine formale avviati dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia in materia di aiuti di Stato alle imprese.

Il documento, predisposto dal Dipartimento per gli affari europei sulla base delle informazioni pervenute dalle Amministrazioni competenti, è suddiviso in distinti allegati, corrispondenti alle categorie individuate dall’articolo 14, comma 1, lettere a), b), c) e d), della legge 24 dicembre 2012, n. 234. Oltre all’Allegato I, dove sono indicati i criteri di classificazione delle informazioni, nella relazione vengono pertanto riportate: le sentenze della Corte di giustizia e del Tribunale dell’Unione europea relative a giudizi di cui l’Italia sia stata parte o che abbiano rilevanti conseguenze per l’ordinamento italiano (Allegato II); i rinvii pregiudiziali disposti ai sensi dell’articolo 267 del TFUE da organi giurisdizionali italiani (Allegato III); le procedure d’infrazione avviate nei confronti dell’Italia ai sensi degli articoli 258 e 260 del TFUE, con informazioni sintetiche sull’oggetto e sullo stato del procedimento, nonché sulla natura delle eventuali violazioni contestate all’Italia (Allegato IV), unitamente ad una suddivisione per Amministrazione competente (Allegato V); i procedimenti di indagine formale avviati dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 2, del TFUE, in materia di aiuti di Stato alle imprese (Allegato VI).

I dati contenuti nella documentazione riportata negli Allegati II e III (sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea e rinvii pregiudiziali) sono stati suddivisi, all’interno delle suddette categorie, per settore e materia, utilizzando una classificazione non tassativa riportata al punto 1 dell’Allegato I. Con riferimento alle informazioni contenute nell’Allegato IV (procedure di infrazione), la classificazione riproduce invece l’articolazione delle attività della Commissione europea, indicata al punto 2 del medesimo Allegato I.

In ultimo, con riferimento all’elenco dei procedimenti di indagine formale avviati dalla Commissione nei confronti dell’Italia (Allegato VI), la relazione precisa che viene adottato un diverso criterio redazionale, che fa riferimento allo stadio di avanzamento della relativa procedura, in quanto la materia degli aiuti di Stato alle imprese mal si presta ad un’articolazione per materia analoga a quella utilizzata per i rinvii pregiudiziali, le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea e le procedure d’infrazione.

Per consultare gli aggiornamenti dello stato delle infrazioni a carico dell’Italia sulla base delle decisioni assunte dalla Commissione europea, si rinvia alla pagina relativa del sito internet del Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

 

Commissione parlamentare per la semplificazione

NN 6, n. 98

Annuncio 14/6/2024

Relazione sui risultati raggiunti nell’attuazione dei progetti Normattiva e x-leges e loro prospettive di sviluppo

(Dati aggiornati al 30 aprile 2024)

Trasmessa dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri

L’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge di stabilità 2014), al comma 313, prevede che il Governo, entro il 30 aprile di ogni anno, riferisca alla Commissione parlamentare per la semplificazione, di cui all’articolo 14, comma 19, della legge 28 novembre 2005, n. 246, e successive modificazioni, sui risultati raggiunti nell’attuazione dei progetti Normattiva e x-leges e sulle loro prospettive di sviluppo.

Sintesi del contenuto

La relazione fornisce elementi informativi sulla gestione dei progetti Normattiva e x-leges e sulle loro prospettive di sviluppo, riferendo sulle rispettive fasi progettuali nel periodo intercorrente da maggio 2023 ad aprile 2024. Si dà quindi conto dell’attuazione nel corso del 2023 della Convenzione quadro 2022-2024 per la gestione del portale Normattiva, sottoscritta il 14 novembre 2022 dal Capo del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi (DAGL) della Presidenza del Consiglio dei ministri e dall’amministratore delegato dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS), previa acquisizione delle intese da parte dei Segretari generali della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

La Convenzione quadro, avente effetti fino al 7 dicembre 2024, per un costo complessivo di 1.673.890,22 euro, oltre ad assicurare la gestione e la manutenzione delle attività correnti con l’aggiornamento dei contenuti informativi della banca dati, demanda alla stipula di specifici Accordi esecutivi la realizzazione degli sviluppi evolutivi del portale. A tali sviluppi il Comitato di gestione del portale ha scelto di destinare 625.380 euro, circa il 37% dell’importo totale. La relazione riferisce, pertanto, in merito all’attuazione dell’Accordo esecutivo sottoscritto il 22 marzo 2023 tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e l’IPZS per l’adozione della modalità di visualizzazione responsive del portale Normattiva (con il superamento di quella originaria con un testo preformattato a “80 colonne”), anche ai fini della corretta visualizzazione sui dispositivi mobili (tablet e smartphone). Si fa presente che, conclusi i lavori della commissione di collaudo, l’IPZS ha provveduto alla messa in linea del sito responsive.

La relazione illustra poi le ulteriori attività evolutive previste dalla Convenzione, tra le quali lo sviluppo di un’apposita funzionalità che consenta il download di collezioni di atti normativi nelle varie versioni vigenti, anche in vista della realizzazione di un nuovo portale open data. Al riguardo, si rappresenta che l’iter di perfezionamento dell’accordo esecutivo per la creazione di tale portale, in grado di rendere disponibili, in formato aperto e riutilizzabile, gli atti normativi pubblicati in multivigenza su www.normattiva.it, è in fase di conclusione. L’accordo è stato approvato dal Comitato di gestione del portale nella riunione del 18 gennaio 2024; nella medesima riunione il Comitato ha approvato, in via preliminare, l’accordo relativo alla creazione dell’app Normattiva. Un ulteriore accordo esecutivo in fase di definizione riguarda la classificazione a livello di atto normativo e di articolo utilizzando il thesaurus EuroVoc standard di riferimento dell’Unione europea. Parallelamente alle suddette attività il Poligrafico ha assicurato, nel periodo di riferimento, la gestione in via ordinaria del portale Normattiva.

Quanto al finanziamento del progetto “Normattiva”, a valere sul Capitolo 119 “Fondo per l’informatizzazione e la classificazione della normativa vigente” del bilancio della PCM, si riferisce che le somme complessivamente assegnate nell’anno 2023 a tale capitolo sono state pari a 656.522 euro quale somma oggetto dello stanziamento iniziale in conto competenza. Si dà quindi conto delle spettanze corrisposte all’IPZS. Il totale degli ordini di pagamento in conto competenza, nel periodo maggio 2023-aprile 2024 è stato di 366.991,07 euro.

In merito al progetto x-leges, previsto dall’articolo 1, comma 312, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, si fa presente che a causa del mancato rifinanziamento del Fondo per il completamento e lo sviluppo di tale progetto, ad oggi, non vi sono risorse finanziarie per la sua implementazione. Sono tuttavia allo studio nuove funzionalità della piattaforma, anche con il coinvolgimento delle istituzioni interessate. La fase di studio delle ipotesi di rilancio del progetto x-leges si concluderà improrogabilmente il 31 dicembre 2024.

 

 

 

RELAZIONI PRESENTATE DA ALTRI SOGGETTI
(MAGGIO - GIUGNO 2024)

 

VII Commissione (Cultura)

Doc. CXIII, n. 2

Annuncio 26/6/2024

Relazione sui risultati dell’attività svolta dalla Società italiana degli autori ed editori (SIAE)

(Dati riferiti all’anno 2023)

Trasmessa dalla Società italiana degli autori ed editori (SIAE)

L’articolo 28 del decreto legislativo 15 marzo 2017, n. 35 (Attuazione della direttiva 2014/26/UE sulla gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno), dispone che la Società italiana degli autori ed editori (SIAE) trasmetta al Parlamento, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione sui risultati dell’attività svolta, relativa ai profili di trasparenza ed efficienza. Si segnala che la relazione deve essere altresì trasmessa agli enti vigilanti di cui al comma 3 dell’articolo 1 della legge 9 gennaio 2008, n. 2 (Disposizioni concernenti la Società italiana degli autori ed editori), in base al quale il Ministro della cultura esercita, congiuntamente con il Presidente del Consiglio dei Ministri, la vigilanza sulla SIAE, sentito il Ministro dell’economia e delle finanze per le materie di sua specifica competenza.

Sintesi del contenuto

La relazione, strutturata in due sezioni, ripercorre nella prima le origini e le finalità della SIAE e dà conto della composizione della governance e degli organi di controllo dell’ente. Si riferisce quindi in merito all’evoluzione nel 2023 del quadro normativo incidente sull’ambito di attività della SIAE, segnalando, tra l’altro, l’istruttoria delle istituzioni europee in merito all’AI Act, provvedimento volto a fornire una prima cornice regolatoria al fenomeno dell’intelligenza artificiale, l’avvio della concreta applicazione del Digital Markets Act (DMA) negli Stati Membri e l’approvazione di regolamenti di competenza dell’AGCOM, con riferimento all’attuazione delle direttive Copyright” e “Broadcasting” dell’Unione europea.

La relazione illustra quindi le iniziative cui la SIAE ha partecipato in ambito internazionale, tra le quali viene segnalato l’ingresso nella fase operativa del progetto FairMusE, nell’ambito del programma UE Horizon 2000, nonché la stipula di accordi di reciproca rappresentanza con diverse società di gestione collettiva dei diritti d’autore europee.

Quanto all’attività svolta dalla SIAE per gli associati e per gli utilizzatori, si ricorda che la Società (ente no profit che non riceve contributi pubblici) destina i risultati della gestione a vantaggio degli associati mediante la riduzione dei costi a loro carico (quote di spettanza SIAE), alla promozione culturale e agli investimenti strategici.

Si evidenziano altresì le specifiche iniziative a tutela dei giovani (tra cui l’iscrizione gratuita per gli under 31), nonché per la promozione internazionale degli autori italiani. La relazione descrive quindi l’attività di tutela del diritto d’autore che la SIAE rivolge a tutti i settori artistici (attualmente suddivisi in cinque specifici repertori: Musica, DOR, Lirica, OLAF e Cinema), svolgendo anche servizi complementari alla gestione autorale. La relazione richiama poi le principali attività del 2023, nonché i risultati più significativi sul piano della trasformazione tecnologica e applicativa.

Si dà quindi conto delle misure adottate per la razionalizzazione del costo del personale (pari a 66,1 milioni di euro nel 2023) e a sostegno di attività per fini sociali, culturali ed educativi, finanziate per complessivi 3,6 milioni di euro.

La seconda sezione della relazione analizza la situazione economica e patrimoniale complessiva. In particolare, si fa presente che nel 2023 il bilancio della Società ha registrato, dopo tre anni di disavanzo, un utile pari a circa 4,1 milioni di euro, mentre – complessivamente – la situazione finanziaria e patrimoniale relativa al 2023 vede un incremento della propria consistenza di 94,3 milioni di euro rispetto all’esercizio 2022. L’aliquota media delle quote provvigionali SIAE a carico degli associati risulta pari al 14%, tendenzialmente in linea con l’esercizio precedente (14,1%) e comunque inferiore ai livelli pre-pandemia (+14,9% nel 2019).

Nel 2023 il fatturato complessivo si è attestato a 883,1 milioni di euro (+91,1 milioni rispetto al 2022), raggiungendo il massimo livello dell’ultimo decennio, mentre i diritti ripartiti/liquidati agli aventi diritto (compresa la Copia Privata) ammontano a 675 milioni. Infine, gli incassi per diritto d’autore registrati nel 2023 risultano pari a 683,6 milioni (+106,5 milioni sul 2022).

La relazione illustra infine la gestione finanziaria della Società e fornisce i prospetti contabili sintetici.

 

X Commissione (Attività produttive)

Doc. CCXXV, n. 2

Annuncio 3/6/2024

Relazione sull’utilizzo delle risorse destinate al contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nei settori elettrico e del gas naturale

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA)

L’articolo 2-bis del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, al comma 4, dispone che, entro il 31 dicembre di ogni anno, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) trasmetta al Ministero dell’economia e delle finanze, al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e alle competenti Commissioni parlamentari una relazione sull’effettivo utilizzo delle risorse destinate al contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nei settori elettrico e del gas naturale per l’anno in corso, con particolare riferimento alle disponibilità in conto residui trasferite alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA), distinguendo nel dettaglio tra il comparto elettrico e il comparto del gas. L’articolo 1 del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 131, stabilisce che con riferimento all’anno 2023 la relazione sia trasmessa entro il 31 maggio 2024.

Sintesi del contenuto

La relazione illustra in primo luogo le misure adottate dal Governo per contrastare gli effetti della crisi dei prezzi nel 2023, suddivise in tre gruppi di manovre: relative agli oneri generali elettrici; per l’annullamento degli oneri generali gas e il contrasto ai prezzi elevati del gas naturale all’ingrosso; per il rafforzamento dei bonus sociali (elettricità e gas).

Per ciascun gruppo di disposizioni si forniscono tabelle che indicano la ripartizione delle somme del bilancio dello Stato trasferite alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA), nonché lo stato dei trasferimenti a CSEA alla data del 31 dicembre 2023. Si riferisce inoltre in merito ad alcune disposizioni dell’Autorità relative a giroconti tra conti di gestione.

La relazione riporta quindi la rendicontazione dell’utilizzo delle risorse provenienti dal bilancio dello Stato per l’anno 2023.

Per quanto riguarda il settore elettrico, per il quale il 2023 ha segnato un graduale ritorno alla normalità, si osserva che, diversamente dal 2022, il fabbisogno dei conti di gestione relativi agli oneri generali è stato per lo più coperto con il gettito tariffario degli utenti. Ciò in quanto a partire dal primo trimestre del 2023 le aliquote delle componenti tariffarie ASOS e ARIM sono state riattivate per tutte le utenze non domestiche di maggiori dimensioni e, a partire dal secondo trimestre dell’anno, per tutte le utenze in generale. Le manovre relative al bonus elettrico sono state invece finanziate da contributi del bilancio dello Stato e/o poste in capo ai residui dei precedenti finanziamenti per tutto il 2023. Come per il 2022, si tiene conto delle risorse in più o dei deficit registrati dai conti di gestione alla fine dell’anno precedente.

Per quanto riguarda, invece, il settore del gas, si osserva che la situazione è simile a quella del 2022, in quanto i gettiti tariffari delle componenti a copertura degli oneri generali (componenti RE/RET, GS/GST e UG3/UG3T) sono stati completamente annullati per l’intero 2023 e per tutte le utenze e sostituiti da trasferimenti dal bilancio dello Stato a CSEA e/o posti in capo ai residui dei precedenti finanziamenti. Lo stesso dicasi per la conferma della componente straordinaria negativa UG2c fino ad aprile 2023, nonché per il rafforzamento e l’ampliamento della platea dei beneficiari del bonus gas. La relazione evidenzia poi le difficoltà per la stima delle risorse da trasferire alla CSEA causate dall’elevata volatilità dei prezzi all’ingrosso e dalla valutazione dei volumi di consumo, soprattutto per quanto riguarda il settore del gas, che nel 2023 hanno registrato, rispetto al 2022, una contrazione del 7,45% (dati relativi alla distribuzione da Snam rete gas).

La relazione fornisce quindi tabelle di rendicontazione (distinte per il settore elettrico e per quello del gas) e ne analizza le risultanze, offrendo inoltre focus di approfondimento su specifici aspetti. Le tabelle pongono a confronto il fabbisogno del 2023 per i conti degli oneri generali di sistema con le risorse raccolte per il medesimo anno. Si rileva che rispetto al 2022 non deve essere più considerato il fabbisogno dei conti di gestione relativi agli “oneri nucleari”, posti strutturalmente in capo alla fiscalità generale per effetto delle disposizioni della Legge di bilancio 2023; a differenza del 2022, inoltre, si considerano i giroconti tra i vari conti di gestione stabiliti dalle deliberazioni dell’Autorità.

Per favorire una migliore comprensione delle dinamiche del tutto peculiari che hanno caratterizzato il 2023, la rendicontazione è stata integrata con un’analisi dei flussi di entrata e uscita di CSEA. Si ricorda, infatti, che a differenza dei periodi normali, con aliquote e/o oneri relativamente costanti, nei quali gli ordinari sfasamenti temporali tra competenza delle esigenze di raccolta e manifestazioni finanziarie, oltre che naturali disallineamenti tra le tempistiche di incasso del gettito tariffario e l’effettivo pagamento a favore dei beneficiari, tendono a equivalersi dinamicamente tra un anno e l’altro, ciò non si è verificato tra il 2022 e il 2023, a causa dell’andamento dei prezzi delle commodities energetiche. Le risultanze del confronto fra fabbisogni stimati e risorse raccolte per il sistema elettrico e per quello del gas, riportate in una tabella di sintesi, mostrano che a fine 2023, di fatto, si è arrivati ad una situazione di equilibrio, in cui il surplus registrato nel settore gas è quasi perfettamente bilanciato dal deficit del settore elettrico.

Il capitolo conclusivo della relazione riguarda le proposte presentate dall’ARERA nel quadro delle funzioni consultive di cui all’articolo 2, comma 6, della legge 14 novembre 1995, n. 481.

 

Doc. XCVIII, n. 1

Annuncio 21/6/2024

Monitoraggio dello sviluppo degli impianti di generazione distribuita

(Dati relativi all’anno 2021)

Trasmessa dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA)

La legge 23 agosto 2004, n. 239 (Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia), all’articolo 1, comma 89, dispone che l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) effettui annualmente il monitoraggio dello sviluppo degli impianti di piccola generazione e di microgenerazione e invii una relazione sugli effetti della generazione distribuita sul sistema elettrico ai Ministri delle imprese e del made in Italy, dell’ambiente e della sicurezza energetica e dell’interno, nonché alla Conferenza unificata e al Parlamento.

Sintesi del contenuto

La relazione chiarisce preliminarmente che fino al 2012, ai fini del monitoraggio, l’Autorità aveva definito e analizzato la generazione distribuita come l’insieme degli impianti di generazione con potenza nominale inferiore a 10 MVA, indipendentemente dalla rete cui sono connessi, facendo riferimento alla legge n. 239 del 2004 e considerando che, storicamente, gli impianti di potenza inferiore a 10 MVA sono sempre stati trattati come “non rilevanti” ai fini della gestione del sistema elettrico complessivo. A partire dall’anno 2012, per rendere i dati confrontabili con quelli degli altri Paesi europei, si è utilizzata la definizione di “generazione distribuita” introdotta dalla direttiva 2009/72/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 luglio 2009, che la identifica come l’insieme degli “impianti di generazione connessi al sistema di distribuzione”, indipendentemente quindi dal valore di potenza dei medesimi impianti.

Con riferimento alla nozione di “piccola generazione” e di “microgenerazione” si continua a fare riferimento alle definizioni introdotte dal decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, poiché esse sono di carattere nazionale. Pertanto, ai fini del monitoraggio su cui si riferisce sono considerati “piccola generazione (PG)” l’insieme degli impianti per la produzione di energia elettrica, anche in assetto cogenerativo, con capacità di generazione non superiore a 1 MW; “microgenerazione (MG)” l’insieme degli impianti per la produzione di energia elettrica, anche in assetto cogenerativo, con capacità di generazione inferiore a 50 kWe.

Il capitolo secondo della relazione espone l’analisi della “generazione distribuita GD” in Italia sulla base dei dati relativi all’anno 2021, ponendo in evidenza l’utilizzo delle diverse fonti primarie e la diffusione delle diverse tipologie impiantistiche installate. I principali risultati sono riportati anche in relazione alla generazione distribuita definita come l’insieme degli impianti di generazione con potenza nominale inferiore a 10 MVA. In particolare, si riferisce che nel 2021 la produzione lorda di energia elettrica da impianti di GD è stata pari a 72,1 TWh (il 24,9% dell’intera produzione nazionale di energia elettrica), con un incremento pari a 1,2 TWh rispetto all’anno 2020. La produzione lorda di energia elettrica da impianti di GD-10 MVA è stata pari a 58,9 TWh (il 20,4% dell’intera produzione nazionale di energia elettrica), con un incremento pari a 0,8 TWh rispetto all’anno 2020. Al 31 dicembre 2021 con riferimento alla GD risultavano installati 1.032.080 impianti per una potenza efficiente lorda totale pari a 35.276 MW (il 29,5% della potenza efficiente lorda del parco di generazione nazionale); con riguardo alla GD-10 MVA, 1.032.099 impianti per una potenza efficiente lorda pari a 30.601 MW (il 25,5% della potenza efficiente lorda del parco di generazione nazionale).

Il capitolo terzo presenta l’analisi della “piccola generazione PG”, con alcuni spunti relativi alla “microgenerazione (MG)”. Nell’anno 2021 in Italia, la produzione lorda di energia elettrica da impianti di PG è stata pari a 32.729 GWh (il 55,6% dell’intera produzione nazionale di energia elettrica da GD-10 MVA) con una riduzione di 0,16 TWh rispetto all’anno 2020. La produzione lorda di energia elettrica della parte degli impianti di PG che, al tempo stesso, rientrano nell’ambito della generazione distribuita definita come l’insieme degli impianti connessi alle reti di distribuzione nel 2021 è stata pari a 32.671 GWh (il 45,3% dell’intera produzione nazionale di energia elettrica da GD). La produzione di energia elettrica da PG deriva da 1.028.873 impianti per una potenza efficiente lorda pari a 21.159 MW, a fronte di 948.269 impianti da PG nell’anno 2020 per una potenza efficiente lorda pari a 20.188 MW. L’evidente aumento del numero di impianti di PG installati è da imputare principalmente agli impianti alimentati da fonte solare.

Il capitolo quarto offre il confronto tra la situazione rilevata nell’anno 2021 e quella degli anni precedenti, anche in relazione alla generazione distribuita definita come l’insieme degli impianti di generazione con potenza nominale inferiore a 10 MVA. La relazione rileva che nel 2021 si nota, rispetto agli anni precedenti, un trend marcato di aumento con riferimento al numero di impianti (soprattutto fotovoltaici di taglia ridotta), mentre la potenza installata e la produzione di energia elettrica sono entrambe in lieve aumento (in quanto i nuovi impianti sono quasi tutti di taglia ridotta).

 

XIII Commissione (Agricoltura)

NN. 6, n. 95

Annuncio 13/6/2024

Stato di attuazione delle deroghe in materia di protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio previste dall’articolo 9 della direttiva 2009/147/CE – Regione Piemonte

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dalla Regione Piemonte

L’articolo 19-bis della legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) stabilisce che le regioni disciplinano l’esercizio delle deroghe in materia di protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio conformandosi alle prescrizioni dell’articolo 9 della direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, ai principi e alle finalità degli articoli 1 e 2 della stessa direttiva ed alle disposizioni della medesima legge n. 157.

L’articolo 19-bis dispone altresì che entro il 30 giugno di ogni anno, ciascuna regione trasmetta al Presidente del Consiglio dei ministri ovvero al Ministro per gli affari regionali, al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, nonché all’ISPRA una relazione sull’attuazione delle deroghe di cui al citato articolo 19-bis e che detta relazione sia altresì trasmessa alle competenti Commissioni parlamentari. La medesima norma prevede che le deroghe possono essere disposte dalle regioni e province autonome, con atto amministrativo, solo in assenza di altre soluzioni soddisfacenti, in via eccezionale e per periodi limitati.

Sintesi del contenuto

La relazione consta della sola comunicazione del fatto che la regione Piemonte non ha adottato nell’anno 2023 provvedimenti di deroga ai sensi dell’articolo 9 della direttiva 2009/147/CE.

 

Commissioni I (Affari costituzionali) e VIII (Ambiente)

Doc. XLIII, n. 2

Annuncio 10/6/2024

Relazione sull’attività svolta dall’Autorità nazionale anticorruzione

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dall’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC)

L’articolo 222 del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 (Nuovo codice degli appalti) dispone che l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) predisponga e invii al Governo e al Parlamento la relazione annuale sull’attività svolta prevista dall’articolo 1 della legge 6 novembre 2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione), evidenziando le disfunzioni riscontrate nell’esercizio delle proprie funzioni.

Sintesi del contenuto

La relazione, articolata in cinque parti, illustra nella prima l’intensa attività di confronto e di collaborazione interistituzionale espletata dall’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nel 2023, in particolare per il superamento delle criticità legate alla prima fase di attuazione del nuovo Codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36. Si dà quindi conto dell’impegno espletato dall’Autorità a livello europeo e internazionale.

La parte seconda del documento concerne la prevenzione della corruzione e la trasparenza. In particolare, si dà conto dell’aggiornamento 2023 del Piano nazionale anticorruzione (PNA), incentrato sull’adeguamento alla nuova disciplina dei contratti pubblici. Per quanto attiene all’attività consultiva, la relazione segnala che nel 2023 l’ANAC ha dato riscontro a 157 quesiti (rilasciando, per le questioni più complesse, 148 pareri, e trattato 92 richieste di parere) e si illustrano le problematiche più significative. Quanto alle iniziative a sostegno dei responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), si segnala la predisposizione di un sistema informatico per guidarli nella corretta redazione dei Piani triennali di prevenzione della corruzione e tutela della trasparenza (PTPCT), cui gli stessi sono tenuti, in conformità alle indicazioni del PNA. La relazione riferisce poi sul contributo dell’Autorità alla standardizzazione degli atti previsti dal decreto legislativo 23 dicembre 2022, n. 201 sull’affidamento di servizi pubblici locali di rilevanza economica, sulla creazione sul Portale ANAC della sezione dedicata “Trasparenza dei servizi pubblici locali di rilevanza economica – Trasparenza SPL”, ex articolo 31 del citato decreto (riportando l’analisi statistica dei dati sugli affidamenti di SPL pubblicati sul sito di ANAC alla data del 1° marzo 2024), nonché sul percorso di realizzazione della Piattaforma unica della trasparenza. Si illustra inoltre l’esperienza di ANAC in materia di misurazione dei rischi di corruzione e sui possibili sviluppi.

Il documento fornisce poi i dati inerenti all’attività di vigilanza in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza svolta dall’ANAC nel 2023, anche in relazione alle segnalazioni ricevute dalla società civile, e sull’attività sanzionatoria, approfondendo i diversi profili di criticità. Viene quindi affrontata la tematica inerente all’attività di vigilanza svolta dall’Autorità in materia di conferimento di incarichi pubblici, sul rispetto delle disposizioni legislative in materia di inconferibilità e incompatibilità e divieto di pantouflage, sul conflitto di interessi nell’affidamento dei contratti pubblici. La relazione dà quindi conto dell’emanazione nel 2023 da parte dell’Autorità delle nuove Linee guida in materia di whistleblowing e del Regolamento per la gestione delle segnalazioni esterne e per l’esercizio del potere sanzionatorio dell’ANAC, in attuazione del decreto legislativo 10 marzo 2023, n. 24, e fornisce i dati sulle segnalazioni ricevute.

La parte terza della relazione concerne il mercato dei contratti pubblici, di cui si analizza l’andamento con riferimento alla domanda (che registra una leggera flessione rispetto al 2022, pari al 3,3%), alle modalità di scelta del contraente e alla tipologia delle stazioni appaltanti. Si illustra quindi l’azione di elaborazione da parte dell’Autorità dei prezzi di riferimento di beni e servizi, anche alla luce delle dinamiche inflattive registratesi nel periodo post-pandemico, e l’attività di indirizzo attraverso l’adozione di bandi-tipo, capitolati-tipo, contratti-tipo. Particolare attenzione è dedicata anche alle sotto-discipline derogatorie previste per gli affidamenti rientranti nel PNRR o ad esso correlati. Si riferisce altresì sulla funzione esercitata dall’Autorità, in attuazione del nuovo Codice, nel processo di qualificazione delle stazioni appaltanti (il cui numero a fine 2023 superava di poco le 3.600 unità a fronte dei quasi 30.000 soggetti iscritti all’Anagrafe unica delle stazioni appaltanti), anche avvalendosi della qualificazione con riserva, dando conto degli esiti delle procedure svolte nel 2023.

La parte quarta della relazione, dedicata alla vigilanza sul mercato dei contratti pubblici svolta dall’ANAC nel 2023 nel quadro delineato dal decreto legislativo n. 36 del 2023, riferisce sull’attività di alta sorveglianza sulle grandi opere esercitata dal presidente dell’Autorità attraverso l’Unità operativa speciale (UOS) (da diversi anni particolarmente impegnata nell’ambito della ricostruzione pubblica post sisma 2016 e 2017 del Centro Italia), sulla vigilanza collaborativa (estesa dal nuovo Codice a supporto delle stazioni appaltanti), sul consolidamento dello strumento della vigilanza “partecipata”. Viene poi illustrata l’attività di vigilanza speciale, riportando le indagini più significative del 2023, nonché la vigilanza sulle concessioni, sul partenariato pubblico-privato, sulle centrali di committenza, anche mediante verifiche ispettive, e nel settore dei servizi pubblici locali. Ulteriori temi trattati nella parte quarta riguardano la vigilanza sui lavori pubblici e sui contratti di servizi e forniture, dando conto delle criticità emerse nelle fasi sia di progettazione e affidamento (anche con riferimento agli interventi finanziati con i fondi del PNRR e del PNC) sia di esecuzione.

Quanto al sistema di qualificazione degli operatori economici, la relazione riferisce sul contributo dell’ANAC in merito al rilascio del rating di legalità, sui controlli periodici sulle Società organismi di attestazione (SOA) e sulle attestazioni di qualificazione delle imprese da esse rilasciate. Si fornisce, quindi, l’analisi dei dati relativi alle imprese qualificate.

La parte quinta della relazione riguarda i profili organizzativi dell’ANAC.

 

Commissioni I (Affari costituzionali) e XII (Affari sociali)

Doc. CCI, n. 2

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Relazione sull’attività svolta dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza

(Dati relativi all’anno 2023)

Trasmessa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA)

Per assicurare la piena attuazione e la tutela dei diritti e degli interessi delle persone di minore età, la legge 12 luglio 2011, n. 112, ha istituito l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA), prevedendo, all’articolo 3, che presenti alle Camere, entro il 30 aprile di ogni anno, sentita la Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, una relazione sull’attività svolta con riferimento all’anno solare precedente. Si segnala che la legge 29 dicembre 2022, n. 197 (articolo 1, comma 889), ha disposto il trasferimento diretto al bilancio dello Stato delle risorse spettanti all’Autorità, cui viene così riconosciuta piena autonomia finanziaria e contabile.

Sintesi del contenuto

La relazione è strutturata in tre parti, la prima delle quali descrive il contributo offerto dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza nel quadro dei rapporti istituzionali, mediante l’elaborazione di note, pareri e raccomandazioni, nonché attraverso la partecipazione ad audizioni, osservatori e tavoli istituzionali. Viene quindi presentata l’attività svolta dall’AGIA in ambito internazionale, evidenziando tra l’altro la partecipazione alle iniziative promosse dallo European Network of Ombudspersons for Children (ENOC) nel corso del 2023, in particolare sul tema del rafforzamento delle istituzioni indipendenti per i diritti dei minorenni.

La seconda parte della relazione analizza l’attività dell’Autorità con riferimento ai diversi ambiti che ne formano oggetto, trattati in separati capitoli. Il capitolo relativo alla tutela dei minori nei rapporti familiari, descrive pertanto il ruolo dell’AGIA con riferimento alla mediazione familiare, al diritto alle relazioni familiari in ambiente protetto, alla sottrazione internazionale dei minorenni, ai diritti dei figli di genitori in stato di detenzione, all’oblio oncologico e al certificato europeo di filiazione.

Nel successivo capitolo, riguardante il “diritto a essere protetti”, la relazione dà conto dell’impegno dell’AGIA per l’adozione di una legge organica per la protezione integrale dell’infanzia e dell’adolescenza da ogni forma di violenza, sulle problematiche relative ai minorenni autori di reato e per la valorizzazione della giustizia riparativa, sulla quale nel 2023 si è concluso un progetto di ricerca di durata pluriennale i cui esiti sono stati approfonditi attraverso un ciclo di tre webinar sul tema “La giustizia riparativa in ambito penale minorile”. Viene inoltre illustrato l’operato dell’AGIA sulla condizione dei figli dei collaboratori di giustizia e si segnala l’avvio di una nuova indagine sul maltrattamento nei confronti dei minorenni.

Il terzo capitolo sulla promozione del benessere concerne la tutela del diritto alla salute, con un focus specifico sulla ricerca sull’impatto della pandemia sulla salute mentale dei minorenni, condotta dall’AGIA in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità.

Il quarto capitolo si concentra sulla promozione dei diritti dei minori stranieri, con particolare riferimento ai bisogni degli ospiti delle strutture del sistema di accoglienza e integrazione; si riferisce altresì sul monitoraggio dell’andamento in Italia del sistema di tutela volontaria in forza dell’articolo 11 della legge 7 aprile 2017, n. 47.

Il quinto capitolo– intitolato “La centralità dell’ascolto e della partecipazione” – dà conto delle attività della Consulta delle ragazze e dei ragazzi, organo permanente che supporta l’AGIA, segnalando inoltre la costituzione di un ulteriore organismo – il Consiglio nazionale delle ragazze e dei ragazzi (Cnrr) – avente l’obiettivo di costruire una rete diffusa sul territorio nazionale volta a facilitare processi di partecipazione e di inclusione dei minorenni di diversa provenienza geografica e con differenti esperienze di vita.

Il sesto capitolo, avente ad oggetto il tema dell’educazione, si concentra in particolare sull’indagine relativa al lavoro minorile regolare, avviata nel 2022 nell’ambito del progetto Formazione sicura in età adolescenziale (Fase), nonché sulla mediazione scolastica e sulle iniziative per il contrasto alla povertà educativa, mentre il settimo ed ultimo capitolo della relazione riguarda il tema dei media e i diritti dei minorenni, dando conto – tra l’altro – della definizione del Manifesto dei bambini sui diritti in ambiente digitale e della partecipazione dell’Autorità garante al Safer Internet Day 2023.

La terza e ultima parte della relazione descrive infine le attività di informazione e comunicazione svolte dall’AGIA nel corso del 2023, tra le quali – oltre a specifiche campagne di comunicazione, anche social – il lancio di una nuova piattaforma online dedicata all’ascolto dei ragazzi, “Io partecipo”.

Chiude il documento un’appendice contenente, oltre alla rilevazione su norme, prassi e procedure dei Garanti per l’infanzia e l’adolescenza delle regioni e delle province autonome,

la riproduzione integrale delle note ufficiali e dei pareri resi dall’Autorità garante nel corso del 2023.

 



[1] Ai sensi del comma 5 dell’articolo 2 della legge n. 86 del 2024, lo schema di intesa definitivo è trasmesso alla regione interessata, che lo approva secondo le modalità e le forme stabilite nell’ambito della propria autonomia statutaria, assicurando la consultazione degli enti locali. Entro quarantacinque giorni dalla data della comunicazione dell’approvazione da parte della regione, lo schema di intesa definitivo, corredato di una relazione tecnica redatta ai sensi dell’articolo 17 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, anche ai fini del rispetto dell’articolo 9, comma 1, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, è deliberato dal Consiglio dei ministri.

[2] L’articolo 5 della legge n. 86 del 2024, al comma 1, prevede che facciano parte della Commissione, per lo Stato, un rappresentante del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, un rappresentante del Ministro dell’economia e delle finanze e un rappresentante per ciascuna delle amministrazioni competenti e, per la regione, i corrispondenti rappresentanti regionali, oltre a un rappresentante dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e un rappresentante dell’Unione delle province d’Italia (UPI).

[3] Il secondo comma dell’articolo 117 della Costituzione elenca le materie rientranti nella potestà legislativa esclusiva dello Stato, tra le quali figurano, alla lettera m) la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; alla lettera p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane.

[4] L’articolo 1 della legge n. 71 del 2017, al comma 1-bis, introdotto dalla legge n. 70 del 2024, definisce “bullismo” l’aggressione o la molestia reiterate, da parte di una singola persona o di un gruppo di persone, in danno di un minore o di un gruppo di minori, idonee a provocare sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione, attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni o violenze fisiche o psicologiche, istigazione al suicidio o all’autolesionismo, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni.

[5] Si segnala che il Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo – la cui denominazione e composizione sono stati modificati dalla legge n. 70 del 2024 – originariamente istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri con DPCM n. 2566 del 26 ottobre 2017, si è insediato il 6 febbraio 2018. Nessuna relazione risulta trasmessa alla Camera dei deputati in attuazione del previgente articolo 3 della legge n. 71 del 2017. Quest’ultima disposizione, come modificata dalla legge n.70 del 2024, ribadisce che la relazione debba essere trasmessa alle Camere entro il 31 dicembre di ogni anno, “a decorrere dall’anno successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente disposizione”; alla luce della novella la prossima relazione dovrebbe pertanto essere trasmessa entro il 31 dicembre 2025.