Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa) |
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Autore: | Servizio Controllo parlamentare - Servizio Controllo parlamentare |
Titolo: | Monitoraggio e controllo delle relazioni da obbligo di legge - XIX Luglio 2023 |
Serie: | L'attività di controllo parlamentare Numero: |
Data: | 21/07/2023 |
Organi della Camera: | Assemblea |
XIX Legislatura
Monitoraggio e controllo delle relazioni da obbligo di legge
Servizio per il Controllo Parlamentare
Luglio 2023
A cura del Servizio per il Controllo Parlamentare
066760-3206/3381
La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera è destinata alle esigenze di documentazione interna per l’attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.
INDICE
RELAZIONI GOVERNATIVE (MAGGIO - GIUGNO 2023)
I Commissione (Affari costituzionali)
Analisi di impatto della regolamentazione
Stato della giustizia amministrativa e incarichi fuori ruolo
Messa alla prova dell’imputato
Misure cautelari e riparazioni per ingiusta detenzione
Carceri di sicurezza (art. 41-bis.)
Sussidi ambientalmente dannosi e favorevoli
Bonifica dei siti di discarica abusivi
Liberalizzazione dei servizi a terra negli aeroporti
Incidente aereo a Padova del 19 giugno 2021
Incidente aereo a Vigevano (PV) del 14 febbraio 2021
Contratti di programma stipulati dal MIT e RFI Spa
XII Commissione (Affari sociali)
Strutture sanitarie nell’area di Taranto
Alcol e problemi alcolcorrelati
Commissioni I (Affari costituzionali) e II (Giustizia)
Commissioni I (Affari costituzionali), III (Affari esteri) e V (Bilancio)
Spesa e azione amministrativa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale
Commissioni I (Affari costituzionali), IV (Difesa) e V (Bilancio)
Spesa e azione amministrativa del Ministero della difesa
Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio)
Spesa e azione amministrativa del Ministero dell’interno
Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio) e VI (Finanze)
Spesa e azione amministrativa del Ministero dell’economia e delle finanze
Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio), IX (Trasporti) e X (Attività produttive)
Spesa e azione amministrativa del Ministero delle imprese e del made in Italy
Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio) e XII (Affari sociali)
Spesa e azione amministrativa del Ministero della salute
Commissioni I (Affari costituzionali) e IX (Trasporti)
Attività dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale
Commissioni I (Affari costituzionali) e XIV (Politiche dell’Unione europea)
Procedura d’infrazione sui lavoratori stagionali di Paesi terzi
Commissioni II (Giustizia), VI (Finanze) e XIV (Politiche dell’Unione europea)
Procedura d’infrazione sulla prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo
Commissioni III (Affari esteri), IV (Difesa) e X (Attività produttive)
Esportazione, importazione e transito di materiali di armamento
Messa al bando delle mine antipersona
Commissioni V (Bilancio) e VII (Cultura)
Commissioni XII (Affari sociali) e XIV (Politiche dell’Unione europea)
Procedura d’infrazione sui pagamenti del servizio sanitario della regione Calabria
Tutte le Commissioni permanenti
Procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l’UE
Commissione parlamentare per la semplificazione
RELAZIONI PRESENTATE DA ALTRI SOGGETTI (MAGGIO - GIUGNO 2023)
Attività del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale
Attività dell'IVASS
Attività della SIAE
Attività della Fondazione Ugo Bordoni
X Commissione (Attività produttive)
Attività dell'AGCM
Contenimento degli aumenti dei prezzi energetici
Commissioni I (Affari costituzionali) e VIII (Ambiente)
Attività dell'ANAC
Commissioni VII (Cultura) e VIII (Ambiente)
Commissario per la viabilità statale nella provincia di Belluno per Cortina 2021
Nell’ambito della propria competenza per la verifica dell’adempimento da parte del Governo degli obblighi di legge nei confronti del Parlamento, il Servizio per il controllo parlamentare effettua il monitoraggio delle relazioni che la Presidenza del Consiglio dei ministri e i diversi Dicasteri devono trasmettere al Parlamento in conformità a quanto stabilito dalle vigenti disposizioni di legge; nella prassi, tale verifica è stata estesa anche agli obblighi di relazione a carico di soggetti non governativi.
A questo fine, il Servizio cura una banca dati che viene alimentata sia attraverso la registrazione delle relazioni di volta in volta trasmesse ed annunciate nel corso delle sedute dell’Assemblea, sia mediante l’individuazione degli obblighi informativi previsti da norme di nuova introduzione. Il monitoraggio si completa con l’accertamento degli obblighi di relazione conclusi a seguito dell’abrogazione della norma che li aveva introdotti, ovvero da ritenersi superati, pur se formalmente vigenti, alla luce di valutazioni discendenti dall’analisi del contesto di fatto in cui si iscrivono.
Nella presente pubblicazione si dà dunque conto delle risultanze dell’attività di monitoraggio sopra illustrata con riferimento alle relazioni trasmesse e annunciate in Assemblea nei mesi di maggio e giugno 2023.
Le relazioni sono suddivise sulla base degli ambiti di competenza delle Commissioni permanenti.
Per ciascun documento esaminato vengono forniti l’inquadramento normativo e una sintesi del contenuto finalizzata a renderne più agevole la consultazione, evidenziando, ove presenti, i contenuti informativi concernenti l’attuazione di specifici provvedimenti legislativi.
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Nei mesi di maggio e giugno sono state annunciate 32 relazioni governative e 8 relazioni di altri soggetti, trasmesse alle Camere in attuazione di disposizioni di legge, di cui si dà conto nelle schede informative contenute nella presente pubblicazione.
Si segnala inoltre la trasmissione, nel periodo di riferimento, da parte del Ministro per i rapporti con il Parlamento, della Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione (Doc. XXVI, n. 1), riferita all’anno 2022, anche al fine della loro prosecuzione per l’anno 2023, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145 (Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali). La relazione è stata esaminata dalla Camera congiuntamente alla deliberazione del Consiglio dei ministri il 1° maggio 2023 sulla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali (Doc. XXV, n. 1). L’esame si è concluso nella seduta dell’Assemblea del 29 giugno 2023. Per approfondimenti si rimanda al seguente tema dell’attività parlamentare.
Il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, ha trasmesso la Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nell’anno 2023 (Doc. LXXXVI, n. 1), prevista dall’articolo 13, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea). Si ricorda che tale disposizione prevede che entro il 31 dicembre di ogni anno il Governo presenti alle Camere una relazione che indichi: a) gli orientamenti e le priorità che l’esecutivo intende perseguire nell’anno successivo con riferimento agli sviluppi del processo di integrazione europea, ai profili istituzionali e a ciascuna politica dell’Unione europea, tenendo anche conto delle indicazioni contenute nel programma legislativo e di lavoro annuale della Commissione europea e negli altri strumenti di programmazione legislativa e politica delle istituzioni dell’Unione stessa. Nell’ambito degli orientamenti e delle priorità, particolare e specifico rilievo è attribuito alle prospettive e alle iniziative relative alla politica estera e di sicurezza comune e alle relazioni esterne dell’Unione europea; b) gli orientamenti che il Governo ha assunto o intende assumere in merito a specifici progetti di atti normativi dell’Unione europea, a documenti di consultazione ovvero ad atti preordinati alla loro formazione, già presentati o la cui presentazione sia prevista per l’anno successivo nel programma legislativo e di lavoro della Commissione europea; c) le strategie di comunicazione e di formazione del Governo in merito all’attività dell’Unione europea e alla partecipazione italiana all’Unione europea.
Come stabilito con il parere della Giunta per il Regolamento del 14 luglio 2010, la Camera esamina la relazione congiuntamente al programma di lavoro della Commissione europea per il 2023 – Un’Unione salda e unita (COM(2022) 548 final), corredato dai relativi allegati, e al programma di diciotto mesi del Consiglio dell’Unione europea (1º luglio 2023-31 dicembre 2024).
Per approfondimenti sui contenuti della relazione e dei citati programmi si rinvia al seguente dossier.
Si segnala, infine, che il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha trasmesso la terza Relazione semestrale sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), aggiornata al 31 maggio 2023 (Doc. XIII, n. 1), in conformità all’articolo 2 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77 (Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure). La disposizione richiamata prevede che la Cabina di regia per il PNRR, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri[1], trasmetta alle Camere, con cadenza semestrale, per il tramite del Ministro per i rapporti con il Parlamento, una relazione sullo stato di attuazione del PNRR, recante i prospetti sull’utilizzo delle risorse del programma Next Generation EU e sui risultati raggiunti, nonché le eventuali misure necessarie per accelerare l’avanzamento dei progetti e per una migliore efficacia degli stessi rispetto agli obiettivi perseguiti. A seguito della modifica introdotta dal decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, (art. 9-bis), la relazione contiene anche una nota esplicativa relativa alla realizzazione dei traguardi e degli obiettivi stabiliti nel periodo di riferimento.
Per approfondimenti sui contenuti della relazione e sul monitoraggio dell’attuazione del PNRR si rinvia al seguente dossier.
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A seguire si dà conto dei nuovi obblighi di relazione al Parlamento individuati sulla base del monitoraggio delle disposizioni di legge pubblicate nella Gazzetta Ufficiale nei mesi di giugno e luglio 2023.
L’articolo 10 della legge 21 aprile 2023, n. 49, recante Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali, istituisce, presso il Ministero della giustizia, l’Osservatorio nazionale sull’equo compenso[2], con il compito di vigilare sul rispetto della legge medesima, segnalando al Ministro della giustizia eventuali condotte o prassi applicative o interpretative in contrasto con le disposizioni in materia di equo compenso e di tutela dei professionisti dalle clausole vessatorie, nonché di esprimere pareri o formulare proposte sugli atti normativi che intervengono sui criteri di determinazione dell’equo compenso o disciplinano le convenzioni che regolano la prestazione d’opera intellettuale, di cui all’articolo 2230 del codice civile, svolta a favore di determinate categorie di committenti in posizione di forza.
Il medesimo articolo 10 dispone che l’Osservatorio presenti alle Camere, entro il 30 settembre di ogni anno, una relazione sulla propria attività di vigilanza.
Il decreto-legge 17 marzo 2023, n. 25, recante Disposizioni urgenti in materia di emissioni e circolazione di determinati strumenti finanziari in forma digitale e di semplificazione della sperimentazione FinTech, all’articolo 32 stabilisce che entro tre anni dall’entrata in vigore del medesimo decreto-legge la Consob e la Banca d’Italia trasmettano al Comitato FinTech (istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze ai sensi dell’articolo 36 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34[3]), una relazione illustrativa del fenomeno di mercato e dei risultati emersi dall’applicazione della nuova disciplina della circolazione digitale. All’interno della relazione le suddette Autorità indicano, ciascuna per i profili di propria competenza, le criticità riscontrate dai soggetti interessati e dalle Autorità medesime, incluse le valutazioni relative alla disciplina del responsabile del registro che svolga la relativa attività esclusivamente con riferimento a strumenti digitali di propria emissione o emessi da soggetti diversi, attesa la specifica novità del nuovo soggetto, gli eventuali limiti della disciplina e gli interventi normativi che si rendono necessari, anche tenuto conto degli eventuali successivi sviluppi del quadro regolamentare europeo. L’articolo 32 prevede altresì che il Ministro dell’economia e delle finanze trasmetta alle Camere la relazione dando conto dei risultati emersi.
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Trasmessa dal Ministro per i rapporti con il Parlamento |
L’articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246 (Semplificazione e riassetto normativo per l’anno 2005), disciplina l’analisi dell’impatto della regolamentazione (AIR), consistente nella valutazione preventiva degli effetti di ipotesi di intervento normativo ricadenti sulle attività dei cittadini e delle imprese e sull’organizzazione e sul funzionamento delle pubbliche amministrazioni, a supporto alle decisioni dell’organo politico di vertice dell’amministrazione in ordine all’opportunità dell’intervento normativo. Il medesimo articolo 14 prevede che entro il 31 marzo di ogni anno le amministrazioni comunichino al Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri (DAGL) i dati e gli elementi informativi necessari per la presentazione al Parlamento, entro il 30 aprile, della relazione annuale del Presidente del Consiglio dei ministri sullo stato di applicazione dell’AIR. Le procedure e le modalità di effettuazione dell’analisi dell’impatto della regolamentazione (AIR) e della verifica dell’impatto della regolamentazione (VIR), sono disciplinate dal regolamento adottato con DPCM 5 settembre 2017, n. 169. |
Sintesi del contenuto |
La relazione fornisce nel primo capitolo le principali risultanze sull’applicazione degli strumenti di qualità della regolazione nell’annualità 2022, dando conto delle criticità riscontrate e degli elementi di novità introdotti. In particolare, quanto ai dati inerenti alle relazioni AIR trasmesse alle Camere, si riferisce che nel 2022 sono state complessivamente inviate al DAGL dalle amministrazioni statali, per la prima verifica, 226 relazioni AIR, di cui 165 riferite a 72 schemi di atti normativi sottoposti all’esame del Consiglio dei ministri e 38 a corredo di regolamenti ministeriali e DPCM adottati ai sensi della legge n. 400 del 1988 (art. 17, co. 3); per 7 provvedimenti normativi deliberati in Consiglio dei ministri, in esame preliminare o unico, non è stato possibile produrre la relazione AIR. Si riferisce quindi che il 64% dei provvedimenti normativi deliberati nei Consigli dei ministri dell’anno 2022, è corredato da relazioni AIR anche solo per singole norme. Le richieste di esenzioni dall’AIR pervenute al DAGL nell’anno 2022 sono state in totale 31, di cui 29 concesse (36 nel 2021). I provvedimenti esentati dall’AIR per intero o per norme di provvedimento sono stati 18 (26 nel 2021). La relazione fa pertanto presente che dal 2021 al 2022 si osserva un aumento della percentuale dei provvedimenti corredati da AIR pari a 10 punti, con una diminuzione sia della percentuale delle richieste di esenzione, sia delle dichiarazioni di esclusione. In merito alla verifica dell’impatto della regolamentazione (VIR), si riferisce che nel 2022 si sono perfezionate le istruttorie sui Piani VIR relativi agli anni 2023 e 2024 per 7 Amministrazioni (per il biennio 2021-2022 erano stati adottati rispettivamente 5 Piani VIR e 4 per il biennio 2019-2020). La relazione elenca inoltre le relazioni VIR pervenute al DAGL nell’annualità 2022 per le relative attività di istruttoria. Si espongono quindi gli esiti dell’attività del Nucleo per la valutazione di impatto della regolamentazione (NUVIR) per la valutazione delle relazioni AIR e delle proposte di Piani VIR trasmessi al DAGL dalle amministrazioni. Uno specifico paragrafo della relazione riguarda poi l’attività di formazione svolta nell’annualità 2022 dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA). Il capitolo secondo illustra le attività svolte dal DAGL nell’ambito delle politiche di regolazione a livello internazionale, in particolare nel corso delle riunioni del gruppo di lavoro “better regulation” e del Comitato per le politiche di regolazione dell’OCSE, dando conto dei temi di maggiore rilevanza affrontati. Si illustra inoltre l’operato del DAGL nell’ambito dell’organismo denominato Fit For Future – F4F della Commissione UE, al fine di semplificare le norme dell’UE e ridurre i relativi costi superflui. Il capitolo terzo, infine, analizza l’utilizzo di AIR e VIR da parte delle Autorità indipendenti e delle Regioni nell’esercizio delle rispettive potestà regolatorie e normative, con particolare riferimento, per le Regioni, alla valutazione ex post attraverso clausole e missioni valutative. Nelle Appendici alla relazione sono riportati i contributi pervenuti da detti Enti. |
I Commissione (Affari costituzionali)
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(Dati relativi all’anno 2022 con allegato il rapporto redatto dalla Commissione per la garanzia della qualità dell’informazione statistica a norma dell’articolo 12 del decreto legislativo n. 322 del 1989, riferito alla medesima annualità) |
Trasmessa dal Ministro per la pubblica amministrazione |
L’articolo 24 del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322 (Norme sul Sistema statistico nazionale e sulla riorganizzazione dell’Istituto nazionale di statistica, ai sensi dell’art. 24 della legge 23 agosto 1988, n. 400), prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri trasmetta al Parlamento, entro il 31 maggio di ciascun anno, una relazione sull’attività dell’ISTAT, sulla raccolta, trattamento e diffusione dei dati statistici della pubblica amministrazione, nonché sullo stato di attuazione del programma statistico nazionale in vigore. L’articolo 24 dispone inoltre che alla relazione sia allegato il rapporto annuale da redigersi da parte della Commissione per la garanzia della qualità dell’informazione statistica (Cogis) ai sensi dell’articolo 12 del medesimo decreto legislativo n. 322 del 1989. Si segnala altresì che l’articolo 3 della legge 5 maggio 2022, n. 53 (Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere) stabilisce che la relazione al Parlamento sull’attività dell’ISTAT sia integrata da una relazione sull’attuazione dell’articolo 2, ossia sulle rilevazioni statistiche dell’ISTAT e del Sistema statistico nazionale (SISTAN) in materia di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne. |
Sintesi del contenuto |
La relazione, suddivisa in quattro parti, dedica la prima alla descrizione della produzione statistica dell’ISTAT nell’annualità 2022, evidenziando le iniziative più significative che hanno caratterizzato il periodo di riferimento nei seguenti ambiti tematici: statistiche socioeconomiche (con riferimento alle condizioni socioeconomiche delle famiglie, ai prezzi, al mercato del lavoro, all’istruzione e formazione, alla salute e alla sanità); statistiche sociodemografiche (segnalando la diffusione del conteggio della popolazione al 31 dicembre 2021) e sociali (dando conto, tra l’altro, dei risultati dell’indagine “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri); statistiche economiche (riferendo sul versante sia congiunturale sia strutturale), in tema di ambiente e territorio, sul turismo, sulle politiche di coesione. Ulteriori versanti di indagine illustrati dalla relazione hanno riguardato la contabilità nazionale (per quanto attiene i dati sui conti economici, sui conti satellite e in tema di finanza pubblica), nonché l’area riferita alla valutazione delle politiche, agli indicatori sulla sostenibilità e analisi integrate e per il monitoraggio delle misure del benessere (richiamando, tra l’altro, la pubblicazione del Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile - BES). Si riferisce altresì sulle statistiche concernenti sviluppo sostenibile e Sustainable Development Goals (SDGs) e in tema di valutazione delle politiche. La parte prima della relazione riguarda inoltre le attività a supporto della produzione statistica e i servizi necessari allo svolgimento delle indagini e alla diffusione dei risultati, oltre che a garantire il buon funzionamento dell’ISTAT sul piano tecnologico, organizzativo e amministrativo. La parte seconda della relazione concerne il SISTAN, di cui si analizzano struttura, organizzazione, attività, competenze ed evoluzione con riferimento al periodo 2016-2022, dando conto di talune criticità persistenti, tra le quali spicca la carenza di competenze specifiche. La parte terza riguarda lo stato di attuazione dei lavori previsti nel Programma statistico nazionale (PSN), con informazioni su quelli effettivamente eseguiti nell’anno precedente, su quelli riprogrammati o annullati, sulla base normativa e sulle modalità di diffusione. In particolare, si fa presente che nel 2022 sono stati realizzati 741 degli 803 lavori programmati nel PSN 2020-2022 –Aggiornamento 2022, con un tasso di realizzazione del 92,3 per cento, in aumento rispetto agli anni precedenti (91,5 per cento nel 2021 e 90,5 nel 2020). La parte quarta della relazione illustra le attività svolte dall’ISTAT e dal SISTAN in materia di statistiche in tema di violenza di genere, in attuazione di quanto disposto dalla citata legge n. 53 del 2022. |
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Trasmessa dal Ministro per i rapporti con il Parlamento |
L’articolo 31 della legge 27 aprile 1982, n. 186, recante “Ordinamento della giurisdizione amministrativa e del personale di segreteria ed ausiliario del Consiglio di Stato e dei tribunali amministrativi regionali”, prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri eserciti l’alta sorveglianza su tutti gli uffici e su tutti i magistrati e riferisca annualmente al Parlamento con una relazione sullo stato della giustizia amministrativa e sugli incarichi conferiti a norma del terzo comma dell’articolo 29, concernente la disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati. |
Sintesi del contenuto |
La relazione, strutturata in tre capitoli, fornisce dati concernenti rispettivamente: l’organizzazione ed il personale (sia di magistratura che di segreteria) della giustizia amministrativa; l’attività giurisdizionale svolta dagli organi della giustizia amministrativa; l’attività consultiva demandata al Consiglio di Stato e al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana. Quanto al primo profilo, la relazione dà conto dell’operato del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa (CPGA) per far fronte al protrarsi nell’anno 2021 dell’emergenza sanitaria e assicurare l’attuazione del PNRR e l’efficienza della giustizia, in particolare attraverso lo smaltimento dell’arretrato. Uno degli obiettivi su cui maggiormente si è concentrata l’attenzione del CPGA è stato inoltre quello di rafforzare la dotazione organica del personale di magistratura della giustizia amministrativa. La relazione riferisce poi in merito alle iniziative assunte in tema di incarichi extraistituzionali, nella logica di assicurare prevalenza alla funzione giurisdizionale e consultiva, nonché in tema di criteri di valutazione dei ritardi nel deposito dei provvedimenti giurisdizionali dei magistrati amministrativi e di procedimenti disciplinari. Vengono quindi forniti i dati aggiornati al 31 dicembre 2021 in merito al personale di magistratura in servizio e fuori ruolo (17 unità, di cui 12 magistrati del Consiglio di Stato e 5 magistrati di TAR). La relazione fornisce poi informazioni quanto agli aspetti finanziari, riferendo che il bilancio autonomo di previsione della giustizia amministrativa per l’anno finanziario 2021 è stato formulato prevedendo in entrata e in uscita lo stanziamento di 326.345.639 euro, e dando conto delle entrate e delle spese. Viene poi estesamente descritto il sistema informativo della giustizia amministrativa, nonché l’organizzazione e l’attività del Servizio studi. In merito all’attività giurisdizionale, la relazione riferisce che nel 2021 il contenzioso in appello registra un aumento del 6,2 % rispetto al 2020 e i ricorsi presentati in primo grado del 14,4%. Si evidenzia poi l’impegno della giustizia amministrativa per la riduzione delle pendenze, facendo presente che non solo sono stati definiti 11.789 affari presso il Consiglio di Stato e 59.949 presso i TAR, ma che i magistrati amministrativi hanno ulteriormente ridotto l’arretrato rispetto al 2020 nella misura di 12.185 ricorsi, mentre le pendenze (passate da 158.147 al 31 dicembre 2020 a 145.962 al 31 dicembre 2021) hanno registrato una flessione di quasi l’8%. Oltre alla costante riduzione dell’arretrato della giustizia amministrativa, negli ultimi 10 anni in misura pari al 68,7%, si riscontra un incremento della produttività, salita dal 2010 al 2021 del 9,7%. La relazione fornisce dati inerenti la specifica materia degli appalti pubblici e riferisce dettagliatamente sul contenzioso presso i TAR, analizzando i profili della distribuzione dei ricorsi territoriale e per materia. La relazione illustra quindi l’andamento del contenzioso presso il Consiglio di Stato, dove nel 2021 risultano pervenuti complessivamente 10.797 nuovi affari (il 6,2 % in più rispetto al 2020), nonché presso il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana. La terza e ultima parte della relazione concerne l’attività consultiva, obbligatoria e facoltativa. Quanto alla prima, si segnalano 60 affari definiti in ordine a atti normativi statali e 1.539 pareri definitivi su ricorsi straordinari (-2% rispetto ai 1.570 del 2020). Circa l’attività consultiva facoltativa, nel 2021 sono pervenuti 11 quesiti, 7 dei quali definiti con parere. Nel complesso, si riferisce che non risulta un problema rilevante di arretrato. |
II Commissione (Giustizia)
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Trasmessa dal Ministro della giustizia |
L’articolo 7 della legge 28 aprile 2014, n. 67 (Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili), modificato dal decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, stabilisce che entro il 31 maggio di ciascun anno il Ministro della giustizia riferisca alle Commissioni parlamentari in merito all’attuazione delle disposizioni in materia di messa alla prova e di pene sostitutive delle pene detentive, nonché sullo stato generale dell’esecuzione penale esterna. |
Sintesi del contenuto |
La relazione descrive preliminarmente l’evoluzione del sistema dell’esecuzione penale esterna vigente in Italia, ridisegnato dal citato decreto legislativo n. 150 del 2022, che ha anche ampliato l’ambito di applicazione dell’istituto della messa alla prova. Si fornisce quindi una dettagliata analisi, supportata da numerose rappresentazioni grafiche, dell’andamento statistico e dell’evoluzione dell’istituto della messa alla prova per adulti. Con riferimento all’andamento quantitativo della misura, si precisa che il numero dei casi è passato da 48.008 nel 2021 a 52.814 nel 2022, registrando un incremento del 10%, in linea con la crescita costante conosciuta dalla misura fin dalla sua introduzione nell’ordinamento. Al considerevole incremento del numero di persone in messa alla prova corrisponde, come negli anni passati, un tasso percentuale delle revoche piuttosto contenuto, pari al 2,2%. La relazione evidenzia anche che dal 2012 ad oggi il numero dei soggetti sottoposti a misure e sanzioni di comunità ha avuto un incremento pari a +192%. Circa le istanze pervenute agli uffici di esecuzione penale esterna (UEPE) da gennaio a dicembre 2022, la relazione riferisce che 22.472 risultano concluse e 15.145 pendenti. In merito alle caratteristiche dell’imputato medio ammesso all’istituto della messa alla prova, trovano conferma le risultanze già riscontrate negli anni precedenti. Si tratta, in prevalenza, di soggetti: di giovane età, di sesso maschile, di cittadinanza italiana, non ancora avviati al processo deviante. Infine, il lavoro di pubblica utilità assegnato ai soggetti ammessi alla prova si svolge per l’83% in strutture o servizi socioassistenziali e sociosanitari alla persona. La relazione dà quindi conto dell’attività di supporto all’azione degli UEPE al fine di potenziare le possibilità di accesso alla messa alla prova, anche attraverso il rafforzamento dell’organico, e renderne effettiva l’applicabilità, anche in considerazione dell’impatto atteso dalle previsioni introdotte dal citato decreto legislativo n. 150 del 2022. Si riferisce altresì in merito all’azione proseguita nel 2022 per la promozione della stipula, a livello sia centrale che locale, di convenzioni e protocolli con enti e organizzazioni pubbliche e private senza scopo di lucro, finalizzata a rispondere alla richiesta di un numero crescente e diversificato di posti per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità da parte di coloro che chiedono di essere ammessi all’istituto della messa alla prova. La relazione espone poi dettagliatamente l’andamento delle misure alternative alla detenzione. In particolare, al 31 dicembre 2022 il totale complessivo dei soggetti in carico agli UEPE è pari a 119.938 (106.086 maschi), di cui 45.956 per indagini e consulenze e 73.982 per misure e sanzioni di comunità. Alla medesima data, i soggetti in carico per l’esecuzione di misure alternative alla detenzione (affidamento, semilibertà e detenzione domiciliare) risultano 35.802, pari al 48,39% del totale dei 73.792 soggetti in carico. Si osserva, in generale, che l’affidamento in prova rimane la misura numericamente più rappresentata. La detenzione domiciliare registra un lievissimo incremento rispetto al 2021, mentre si era osservato un forte aumento nel 2020 a seguito dei provvedimenti emanati per fronteggiare l’emergenza epidemiologica negli istituti penitenziari. Per quanto attiene alla misura di sicurezza della libertà vigilata, si osserva un lieve decremento: i soggetti in carico sono passati da 4.565 al 31 dicembre 2021 a 4.540 nello stesso mese del 2022. Ulteriori dati forniti riguardano la distribuzione per regioni e per aree geografiche delle misure alternative. |
II Commissione (Giustizia)
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Trasmessa dal Ministro per i rapporti con il Parlamento |
L’articolo 15 della legge 16 aprile 2015, n. 47 (Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità) dispone che il Governo presenti alle Camere, entro il 31 gennaio di ogni anno, una relazione contenente dati, rilevazioni e statistiche relativi all’applicazione, nell’anno precedente, delle misure cautelari personali, distinte per tipologie, con l’indicazione dell’esito dei relativi procedimenti, ove conclusi. La relazione deve altresì contenere i dati relativi alle sentenze di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, pronunciate nell’anno precedente, con specificazione delle ragioni di accoglimento delle domande e dell’entità delle riparazioni, nonché i dati relativi al numero di procedimenti disciplinari iniziati nei riguardi dei magistrati per le accertate ingiuste detenzioni, con indicazione dell’esito, ove conclusi. |
Sintesi del contenuto |
La relazione è articolata in due parti, la prima delle quali concerne le misure cautelari personali e analizza i dati rilevati presso gli uffici giudiziari, illustrando preliminarmente la metodologia di monitoraggio, che riguarda 11 tipologie di misure cautelari (di cui agli artt. 281, 282, 282-bis, 282-ter, 283, 284, 284+275-bis, 285, 285-bis e 286 del codice di procedura penale). In particolare, si riferisce che nell’anno 2022 sono state emesse 81.568 misure cautelari personali coercitive. Il confronto tra i dati del triennio 2020-2022 con quelli del biennio 2018-2019 evidenzia una diminuzione significativa del numero totale delle misure emesse, forse dovuta anche agli effetti della pandemia, mentre non emergono significative variazioni nella distribuzione percentuale per tipologia di misura emessa, se non una lieve flessione della misura custodiale in carcere. Le misure cautelari custodiali (carcere - arresti domiciliari - luogo cura) costituiscono il 57% circa di tutte quelle emesse. Una misura cautelare coercitiva su tre emesse è quella carceraria (32%), mentre una su quattro è quella degli arresti domiciliari (25%). Circa il 75% delle misure è stato emesso dalle sezioni GIP. La relazione riferisce poi che il 40,5% (33.039) delle 81.568 misure cautelari assunte nell’anno 2022 è stato adottato in procedimenti definiti nel medesimo anno e che l’82,3% (27.203) delle 33.039 misure emesse appartiene a procedimenti iscritti (ed appunto anche definiti) nel medesimo anno 2022. In circa il 90% dei casi la modalità definitoria di un procedimento ove è stata emessa una qualche misura cautelare coercitiva è la condanna, mentre nel restante 10% circa si è avuta un’assoluzione o un proscioglimento a vario titolo. La parte seconda della relazione è dedicata ai provvedimenti di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, all’entità delle riparazioni e ai procedimenti disciplinari iniziati nei confronti dei magistrati, precisata la necessità di distinguere i casi di riparazione per ingiusta detenzione (ex artt. 314 e 315 del codice di procedura penale) da quelli di riparazione derivante da errore giudiziario (articolo 643 del codice di procedura penale), che non costituiscono oggetto di trattazione. Quanto ai provvedimenti di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, si riferisce che quelli sopravvenuti nell’anno 2022 sono stati 1.229, osservando che, approssimativamente, le percentuali delle ordinanze di accoglimento (definitive e non) e dei rigetti si equivalgono, mentre le definizioni per inammissibilità risultano molto residuali. Le ragioni degli accoglimenti definitivi (classificate secondo il dettato normativo di cui all’art. 314 c.p.p.), nell’anno 2022, derivano, nel 76,8% dei casi da sentenze di proscioglimento irrevocabile e, nei restanti casi (23,2%), da illegittimità dell’ordinanza cautelare. Quanto alla entità delle riparazioni, dai dati forniti dal MEF risulta che l’importo complessivamente versato a titolo di riparazione per ingiusta detenzione nell’anno 2022 è pari a 27.378.085 euro (riferito a 539 ordinanze delle Corti di appello), simile a quello versato nell’anno 2021 (24.506.190 euro), entrambi di ammontare significativamente inferiore rispetto agli importi versati nel triennio precedente (2018-2020), aventi media annua pari a circa 38.000.000 euro. |
II Commissione (Giustizia)
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Presentata dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Segretario del CIPESS |
L’articolo 6 della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica), al comma 4, come sostituito dal decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, dispone che il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri (DIPE) trasmetta alle Camere, entro il 30 giugno di ciascun anno, una relazione concernente l’attività e le deliberazioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) adottate nel corso dell’anno precedente e che, a decorrere dall’anno 2022, la relazione contenga anche le attività svolte in materia di sviluppo sostenibile. |
Sintesi del contenuto |
La relazione riferisce che nel 2022 si sono svolte cinque sedute del CIPESS, precedute da sei riunioni preparatorie, nel corso delle quali sono state adottate 62 delibere, osservando che si conferma, anche per l’anno 2022, la tendenza alla riduzione dei tempi di perfezionamento procedurale delle deliberazioni. Sono state inoltre presentate al CIPESS diciotto informative che, pur non avendo carattere decisorio/deliberativo, costituiscono parte importante dell’attività del Comitato. La relazione fornisce quindi un’analisi dettagliata delle delibere adottate, oggetto di distinti capitoli articolati secondo le seguenti materie: infrastrutture strategiche e opere pubbliche; politiche per lo sviluppo e la coesione territoriale e la ricostruzione nella regione Abruzzo post sisma 2009; iniziative per lo sviluppo sostenibile, la tutela dell’ambiente e della salute, la riqualificazione del territorio e la difesa del suolo; attività a favore dell’export e dall’internazionalizzazione delle imprese; iniziative Green New Deal e monitoraggio degli investimenti pubblici. Tra le decisioni più significative adottate nel Comitato nell’anno 2022, la relazione segnala, in materia di infrastrutture, le delibere nn. 24 e 25 del 2 agosto 2022 concernenti i contratti di programma (Cdp) tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e Rete ferroviaria italiana S.p.A., nonché la delibera n. 43 del 27 dicembre 2022, relativa all’approvazione dell’Atto aggiuntivo al contratto di programma 2016-2020 tra MIT e ANAS S.p.A. Si evidenziano, inoltre, la delibera n. 44 del 27 dicembre 2022, con la quale è stato approvato il progetto definitivo del completamento di alcuni itinerari dell’opera denominata Quadrilatero Umbria Marche, rientrante nel Programma delle infrastrutture Strategiche, e la delibera n. 3 del 15 febbraio 2022 relativa ai lavori nell’ambito della nuova linea ferroviaria Torino-Lione (sezione internazionale). In merito al Fondo sviluppo e coesione (FSC), si segnala la delibera n. 48 del 27 dicembre 2022 in tema di obbligazioni giuridicamente vincolanti, ai sensi dell’articolo 56 del decreto-legge n. 50 del 2022. In tema di politiche di coesione europea la relazione evidenzia la delibera n. 36 del 2 agosto 2022 di presa d’atto dell’Accordo di Partenariato (AP) per l’Italia – concernente la programmazione dei Fondi FESR, FSE Plus, JTF e FEAMPA per il periodo di programmazione 2021-2027. Si ricorda altresì che in materia di ricostruzione post-sisma Abruzzo 2009, il CIPESS nel 2022 ha adottato nove deliberazioni, per complessivi 296,71 milioni di euro assegnati. Circa il sostegno alle attività produttive, si sottolinea il rilievo delle deliberazioni concernenti il Piano annuale e il sistema dei limiti di rischio (RAF) per l’anno 2023 relativamente alle attività di SACE S.p.A. (delibera n. 57 del 2022) e, con riferimento a SIMEST S.p.a., il Piano strategico annuale e il Piano previsionale dei fabbisogni finanziari del Fondo rotativo 295 (delibera n. 58 del 2022). Riguardo all’attività del CIPESS in materia di sviluppo sostenibile, si riferisce che nel corso del 2022 sono state istruite e approvate da parte del Comitato 13 deliberazioni, articolate in interventi di tutela della salute e della promozione delle politiche urbane, di tutela del territorio e delle attività green, e di sostegno alle attività produttive. La relazione illustra infine l’attività di monitoraggio degli investimenti pubblici svolta dal DIPE in collaborazione con la Ragioneria generale dello Stato (RGS) e l’operato delle strutture tecniche a supporto del CIPESS. |
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Presentata dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica |
L’articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221 (Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali), istituisce presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, a sostegno dell’attuazione degli impegni comunitari e internazionali, il Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli. L’articolo 68, come modificato dall’articolo 4 del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, dispone che il Catalogo sia aggiornato entro il 30 giugno di ogni anno e che il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica invii alle Camere e al Comitato interministeriale per la transizione ecologica, entro il 15 luglio di ogni anno, una relazione concernente gli esiti dell’aggiornamento del Catalogo e le proposte per la progressiva eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi e per la promozione dei sussidi ambientalmente favorevoli, anche al fine di contribuire alla realizzazione del Piano per la transizione ecologica. |
Sintesi del contenuto |
La relazione analizza i sussidi presenti nel sistema economico italiano per valutarne l’impatto ambientale, fornendo una quantificazione dell’effetto finanziario associato. Si rileva che il disposto dell’articolo 68 della legge n. 221 del 2015 ha accolto la nozione più ampia di sussidio, comprendente gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati e le esenzioni da tributi direttamente finalizzati alla tutela dell’ambiente. Si ricorda quindi che il Catalogo suddivide i sussidi in diretti (leggi di spesa) e indiretti (spese fiscali) e che i sussidi potenzialmente rilevanti sotto il profilo ambientale sono distinti in ambientalmente favorevoli (SAF), ambientalmente dannosi (SAD) o incerti, in quanto con effetti ambientali divergenti (SAI). La relazione riprende quindi le analisi effettuate nelle precedenti edizioni aggiornando i sussidi ripartiti in cinque categorie: Agricoltura e pesca, Energia, Trasporti, IVA agevolata e Altri sussidi. Per il 2021 sono stati identificati 168 sussidi, di cui SAF pari a 18,6 miliardi di euro e SAD pari a 22,4 miliardi di euro. Rispetto al 2020, sono cessati 14 sussidi di cui 11 SAF, per un totale di 0,4 miliardi di euro in meno di sussidi favorevoli. Inoltre, si segnala che nel 2022 sono stati eliminati (con il decreto-legge n. 4 del 2022, art. 18) 5 SAD presenti nella categoria Energia del Catalogo e classificati anche come sussidi alle fonti fossili, per un totale di 105,9 milioni di euro non stanziati a partire dal 2022. La relazione dedica a ciascun sussidio del Catalogo una scheda (“carta d’identità”) contenente le informazioni essenziali sulle singole misure e le motivazioni della valutazione ambientale. Nello specifico, ogni sussidio è descritto mediante: un titolo, in modo da rendere più fruibile la comunicazione del riferimento alle singole misure; un codice, afferente alla categoria in cui è incluso; i riferimenti normativi riguardanti la sua introduzione e le eventuali modifiche; una sintesi delle modalità di funzionamento, prevedendo per le spese fiscali l’esplicitazione dell’informazione sul livello ordinario della tassazione (es. aliquota ordinaria) e sul livello di agevolazione (aliquota agevolata); il livello di riformabilità, ovvero se possa essere modificato autonomamente dal Governo nazionale, esclusivamente in sede comunitaria o a livello internazionale; la classificazione dell’impatto ambientale (sussidio ambientalmente favorevole-SAF, dannoso-SAD o incerto-SAI) e la motivazione della valutazione ambientale. La relazione aggiorna inoltre rispetto alla precedente l’analisi delle misure di emergenza messe in atto per contrastare l’emergenza pandemica e per contenere e ridurre gli effetti dell’aumento dei prezzi del gas naturale, dell’elettrico e dei carburanti. Per la prima volta viene altresì presentato uno studio approfondito che analizza i sussidi ad impatto ambientale in base ai principi dell’economia circolare, offrendo anche il confronto fra la valutazione ambientale del Catalogo e quella di circolarità. Si riportano, infine, in un distinto capitolo gli aggiornamenti pervenuti dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e da alcune regioni in merito alle proprie misure di fiscalità ambientale per il 2021. |
VIII Commissione (Ambiente)
Annuncio 19/6/2023 |
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Presentata dal Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale |
L’articolo 22 del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113 (Misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio), dispone che tutte le risorse finanziarie statali destinate, a qualsiasi titolo, alla messa a norma delle discariche abusive oggetto della sentenza di condanna della Corte di giustizia dell’Unione europea del 2 dicembre 2014, relativa alla procedura di infrazione comunitaria n. 2003/2077, siano assegnate al commissario straordinario nominato ai sensi del comma 2-bis dell’articolo 41 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, su specifico conto di contabilità speciale, intestato al commissario straordinario stesso. Il medesimo articolo 22 stabilisce che il commissario straordinario comunichi semestralmente al Ministero dell’economia e delle finanze e al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, nonché alle Commissioni parlamentari competenti, l’importo delle risorse finanziarie impegnate per la messa a norma delle discariche abusive e che presenti un dettagliato rapporto sullo stato di avanzamento dei lavori concernenti la messa a norma di tutte le discariche abusive oggetto della sentenza di condanna. Si ricorda che con delibera del Consiglio dei ministri 31 marzo 2021, il mandato commissariale di Giuseppe Vadalà è stato confermato per un triennio dalla data della medesima deliberazione. |
Sintesi del contenuto |
La relazione, articolata in due volumi, ricostruisce il contesto che ha originato la missione del Commissario straordinario e illustra dettagliatamente il metodo operativo adottato per il risanamento delle discariche abusive ispirato, tra l’altro, alla logica di ridurre i tempi di bonifica dei siti oggetto di condanna, al fine di contenere l’ammontare della sanzione europea. Ciò in quanto la Corte di giustizia UE, oltre ad una somma forfettaria di 40 milioni di euro, ha inflitto all’Italia una penalità iniziale di 42,8 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie a dare piena esecuzione alla sentenza del 2 dicembre 2014 (causa C-196/13). Da tale penale, da liquidarsi sino alla permanenza in stato di infrazione di ciascuna discarica, vengono detratti gli importi semestrali di 400.000 euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi e di 200.000 euro per ogni altra discarica nel frattempo posta a norma, su richiesta avvalorata dalla documentazione probante. Si segnala che dal 2 dicembre 2014 al 2 dicembre 2022 l’Italia ha corrisposto all’UE una sanzione complessiva di 307.000.000 euro. In particolare, la relazione, ricordato che le discariche da sanare affidate al Commissario straordinario erano 81 (dislocate in 9 regioni, 27 province e 73 comuni), segnala che, a dicembre 2022, i siti posti in condizioni di sicurezza e di cui è stata richiesta la fuoriuscita dalla procedura sanzionatoria europea sono 69 (l’85% del totale dei siti oggetto della causa C-196/13 affidati al Commissario) e 58 quelli espunti definitivamente dalla sanzione. La sanzione semestrale attuale, ritenendo accolti gli 11 dossier di adeguamento inviati a giugno e dicembre 2022, ammonta a 2.800.000 euro (per 12 siti, di cui 1 contenente rifiuti pericolosi); la sanzione effettiva (in attesa però del vaglio e dello stralcio degli 11 dossier richiamati) è di 5.000.000 euro. La relazione segnala inoltre che il risparmio economico a semestre sulla sanzione a seguito dell’espunzione definitiva dalla procedura UE C-196/13 di 58 siti (57 contenenti rifiuti normali e 1 contenente rifiuti speciali) risulta di 11.800.000 euro; il risparmio economico sulla sanzione dal 2017 (I semestre di commissariamento) è di 118.000.000 euro. Si fa altresì presente che le spese di funzionamento della missione sono pari a 887.943,90 euro (con una spesa annua di 177.588,78 euro). La spesa economica per interventi di bonifica per i siti commissariati è pari a 20.756.344 euro. La relazione descrive quindi, attraverso schede illustrative, regione per regione, lo stato dell’arte di ciascuno dei siti affidati al commissario; riferisce, quindi, in merito alle proposte di fuoriuscita dalla procedura di infrazione dei siti regolarizzati, alle notifiche di espunzione, ai protocolli d’intesa siglati, nonché al cronoprogramma operativo e previsionale. |
Annuncio 9/5//2023 |
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Presentata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti |
L’articolo 50 della legge 23 luglio 2009, n. 99 (Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia), prevede che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ogni sei mesi, presenti alle Camere una relazione sul grado di liberalizzazione dei servizi a terra negli aeroporti civili, con particolare riferimento: a) al mercato dei servizi aeroportuali a terra; b) al miglioramento del servizio di vendita dei biglietti aerei in termini di reperibilità, informazione in tempo reale all’utenza, minori costi per i consumatori; c) ai rapporti fra scali aeroportuali, trasporti intermodali, infrastrutture di trasporto e territorio; d) alle misure e ai correttivi concreti adottati per un’effettiva liberalizzazione nel settore; e) agli ulteriori eventuali provvedimenti volti a garantire un’effettiva concorrenzialità del mercato. Si ricorda che il decreto legislativo 13 gennaio 1999, n. 18, attuativo della direttiva 96/67/CE, riconosce il libero accesso al mercato dei servizi di assistenza a terra ad ogni aeroporto aperto al traffico commerciale avente un traffico annuale superiore o pari a 2 milioni di movimenti passeggeri o a 50.000 tonnellate di merci. Il medesimo decreto legislativo, all’articolo 13, affida all’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC) la verifica dell’idoneità dei prestatori di servizi di assistenza a terra. |
Sintesi del contenuto |
La relazione presenta gli elementi informativi forniti dall’ENAC in qualità di unica Autorità di regolazione e controllo dei settori del trasporto aereo e dei servizi aeroportuali, riportati in due allegati che costituiscono parte integrante della relazione medesima. Ciò premesso, si riferisce che nel secondo semestre 2022 è proseguita la ripresa del traffico aereo, che è quasi raddoppiato rispetto all’annualità precedente, e sta progressivamente ritornando ai valori del 2019 attestandosi al -14,6%, in miglioramento anche rispetto alla precedente rilevazione (-15%). Anche relativamente al numero dei movimenti a terra si conferma la crescita rispetto al 2021 (+54,8%) e il ritorno verso i livelli del 2019, con un gap che si attesta a -10,5%. Per il settore cargo i numeri della merce trasportata fanno registrare un incremento rispetto sia al 2021 (+1,7%), sia al 2019 (+1.3%). La relazione segnala poi che al 31 dicembre 2022 risultano vigenti 135 certificati di prestatore di servizi di assistenza a terra, valore in diminuzione rispetto ai 139 certificati rilevati al 30 giugno 2022. Negli allegati alla relazione l’ENAV dà conto dei mutamenti intervenuti nel mercato dei servizi di assistenza segnalando, tra l’altro, che la società SWISSPORT è risultata aggiudicataria dei servizi di handling di Alitalia nello scalo romano di Fiumicino. Si ricorda inoltre che nell’ambito delle attività di regolazione l’ENAC ha pubblicato il 17 ottobre 2022 la settima edizione emendata del Regolamento per la certificazione dei prestatori di servizi aeroportuali di assistenza a terra, con la quale l’ente ha avviato il riordino di tutta la materia. Si riferisce quindi sull’attività svolta dall’ENAC con riferimento agli aeroporti di Roma Fiumicino, Catania, Venezia, Milano Malpensa, Olbia, Firenze e Pisa in merito alle richieste di limitazione avanzate dai prestatori di servizi di assistenza a terra. In allegato sono altresì fornite le schede inerenti ai seguenti aeroporti liberalizzati: Bari, Bergamo, Bologna, Brindisi, Catania, Cagliari, Firenze, Lamezia Terme, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Pisa, Roma Ciampino, Roma Fiumicino, Torino, Treviso, Verona e Venezia. Ciascuna scheda riporta i dati di traffico annuali dal 2020 al 2022 e le quote di mercato servite dai prestatori full handler nel primo e nel secondo semestre 2022. |
IX Commissione (Trasporti)
Annuncio 15/5/2023 |
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Presentata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento |
L’articolo 12 del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66 prevede che per ciascuna inchiesta concernente un incidente aereo l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) rediga una relazione contenente anche elementi utili ai fini della prevenzione, nonché eventuali raccomandazioni di sicurezza. La relazione, a carattere eventuale, è trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l’invio alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, all’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAV), alla Commissione europea ed all’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale (ICAO). La relazione è altresì trasmessa ai soggetti che dalle conclusioni in essa contenute possano trarre un vantaggio ai fini della sicurezza ed è messa a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, nelle forme stabilite dall’Agenzia. Il comma 4 dell’articolo 12 specifica che le relazioni e i rapporti d’inchiesta e le raccomandazioni di sicurezza non riguardano in alcun caso la determinazione di colpe e responsabilità, poiché l’unico obiettivo dell’inchiesta di sicurezza dell’Agenzia consiste nel prevenire futuri incidenti e inconvenienti. |
Sintesi del contenuto |
La relazione d’inchiesta predisposta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo fornisce dati tecnici concernenti l’incidente occorso all’aeromobile Beechcraft V-35 marche di identificazione I-BMBN, presso l’aeroporto di Padova il 19 giugno 2021. |
Annuncio 15/6/2023 |
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Presentata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento |
L’articolo 12 del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66 prevede che per ciascuna inchiesta concernente un incidente aereo l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) rediga una relazione contenente anche elementi utili ai fini della prevenzione, nonché eventuali raccomandazioni di sicurezza. La relazione, a carattere eventuale, è trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l’invio alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, al Ministero infrastrutture e dei trasporti), all’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAV), alla Commissione europea ed all’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale (ICAO). La relazione è altresì trasmessa ai soggetti che dalle conclusioni in essa contenute possano trarre un vantaggio ai fini della sicurezza ed è messa a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, nelle forme stabilite dall’Agenzia. Il comma 4 dell’articolo 12 specifica che le relazioni e i rapporti d’inchiesta e le raccomandazioni di sicurezza non riguardano in alcun caso la determinazione di colpe e responsabilità, poiché l’unico obiettivo dell’inchiesta di sicurezza dell’Agenzia consiste nel prevenire futuri incidenti e inconvenienti. |
Sintesi del contenuto |
La relazione d’inchiesta predisposta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo fornisce i dati tecnici concernenti l’incidente occorso all’aeromobile Seamax M-22 marche di identificazione 1-7608 in località Buccella, nel comune di Vigevano (Pavia) il 14 febbraio 2021. |
IX Commissione (Trasporti)
IX Commissione (Trasporti)
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Presentata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti |
L’articolo 15 del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112, recante Attuazione della direttiva 2012/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, che istituisce uno spazio ferroviario europeo unico (Rifusione), modificato dal decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, regola i rapporti tra Rete Ferroviaria Italiana Spa (RFI), società titolare della concessione sessantennale della rete e che gestisce l’infrastruttura ferroviaria nazionale (IFN) e lo Stato, stabilendo che siano disciplinati da un atto di concessione e da uno o più contratti di programma stipulati per un periodo minimo di cinque anni. L’articolo 15 dispone altresì che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti riferisca annualmente alle Camere sullo stato di attuazione dei medesimi contratti di programma. Si ricorda che dal 2013 i rapporti dello Stato con RFI sono regolati attraverso due distinti atti: il Contratto di programma-parte servizi (CdP-S) e il Contratto di programma-parte investimenti (CdP-I). |
Sintesi del contenuto |
La relazione consta di quattro capitoli, il primo dei quali illustra gli adempimenti previsti dal decreto legislativo n. 112 del 2015 e il quadro normativo di riferimento. Il secondo capitolo concerne il contratto di programma – Parte servizi (CdP-S) 2016-2021, aggiornato attraverso due successivi atti integrativi, e riferisce sul processo di manutenzione (ordinaria e straordinaria) dell’infrastruttura ferroviaria e sulle altre attività di gestione della rete (Safety, Security, Navigazione ecc.), con riguardo anche alle risorse necessarie e a quelle in esercizio; si dà inoltre conto delle risultanze del sistema di contabilità regolatoria per l’esercizio 2021. La relazione riferisce poi sul controllo svolto da RFI nell’anno 2021 su ponti e viadotti, sullo stato della sicurezza delle gallerie, sul monitoraggio della qualità della Rete ferroviaria e sulle attività inerenti all’applicazione della normativa sugli appalti e i connessi adempimenti antimafia. Il terzo capitolo della relazione verte sul Contratto di Programma – Parte Investimenti 2017-2021 (CdP-I), che delinea il complesso degli investimenti in corso e programmatici, aggiornato per le annualità 2018-2019 e 2020-2021. Viene quindi presentato il quadro finanziario relativo agli interventi previsti dal CdP-I e si fornisce il rendiconto al 31 dicembre 2021 delle risorse stanziate dallo Stato e da altri Enti finanziatori (UE, EE.LL.) per la rete convenzionale. Si riferisce altresì in merito alla situazione finanziaria del progetto AV/AC Torino-Milano-Napoli, nonché sullo stato di attuazione, al 31 dicembre 2021, degli investimenti realizzati nell’ambito del CdP-I 2017-2021 con indicate le principali opere attivate all’esercizio ferroviario. La relazione segnala che gli investimenti previsti nei CdP-S e CdP-I hanno fatto registrare nel 2021 un volume di spesa pari a 5.720,22 milioni di euro, di cui 5.640,34 per i progetti della Rete Convenzionale/Alta Capacità e 79,88 relativi al completamento della Rete AV/AC Torino-Milano-Napoli. Si evidenzia che la spesa è cresciuta, nel periodo 2014-2021, ad un tasso annuo composto del 10%, passando da 2,85 a 5,72 miliardi di euro l’anno, con una risalita della curva di spesa rispetto al recente periodo 2018-2020. La spesa si è concentrata per il 43% su investimenti per la sicurezza, le tecnologie e il mantenimento in efficienza della rete e, quanto al restante 57%, per la realizzazione di opere relative al superamento dei colli di bottiglia ed ai progetti di sviluppo infrastrutturale della rete convenzionale e alle grandi opere da realizzarsi per lotti costruttivi. In merito all’analisi effettuata sulle ipotesi delle future attivazioni dei progetti, la relazione evidenzia per l’anno di riferimento alcuni notevoli ritardi rispetto alle precedenti previsioni (tra i quali il potenziamento delle linee Castelli Romani, il completamento del Nodo di Falconara, il Nodo di Genova e Terzo Valico dei Giovi), principalmente per criticità nella fase autorizzativa e di progettazione. La relazione dà infine conto delle risorse apportate dal PNRR per interventi ricompresi principalmente nella Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” (per 23,86 miliardi di euro, pari all’11% dell’intero PNRR italiano), in larga misura di competenza di RFI, e del loro stato di avanzamento. |
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Presentata dal Ministro della salute |
L’articolo 1 del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, stabilisce che le risorse rivenienti dalla restituzione dei finanziamenti statali destinati all’attuazione del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dell’ex ILVA (di cui all’articolo 1, comma 6-bis, del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191), nel limite di 50 milioni di euro per il 2017 e di 20 milioni di euro per il 2018, siano trasferite alla regione Puglia per la realizzazione di un progetto volto all’acquisizione dei beni e dei servizi necessari ad interventi di ammodernamento tecnologico delle apparecchiature e dei dispositivi medico-diagnostici delle strutture sanitarie pubbliche ubicate nei comuni di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola, nonché alla conseguente e necessaria formazione e aggiornamento professionale del personale sanitario. Il progetto è trasmesso dalla Regione Puglia ed è approvato dal Ministero della salute, sentito l’Istituto superiore di sanità (ISS). L’articolo 1 prevede altresì che la regione Puglia, entro il 31 gennaio di ciascun anno, presenti una relazione sulle attività svolte, con la rendicontazione delle risorse utilizzate e degli interventi realizzati nell’anno precedente, al Ministero della salute, che la invia alle Camere per la trasmissione alle Commissioni parlamentari competenti per materia. |
Sintesi del contenuto |
La relazione ricorda che il progetto presentato dalla regione Puglia, valutato positivamente dall’ISS e dal Tavolo istituzionale permanente per l’area di Taranto, prevede il potenziamento dello stabilimento “Moscati” di Statte, plesso dell’Ospedale di II livello “Santissima Annunziata” di Taranto, quale centro di riferimento per le patologie oncologiche del tarantino. Gli aspetti operativi, i tempi e le modalità di erogazione delle risorse sono stati disciplinati con apposito Protocollo di intesa tra il Ministero della salute e la regione Puglia, sottoscritto in data 27 febbraio 2018, la cui durata, originariamente di 24 mesi a decorrere dal 22 marzo 2018, è stata successivamente prorogata. A seguito di molteplici problematiche riscontrate nell’esecuzione del progetto e connesse anche all’emergenza pandemica, la regione Puglia ha presentato due nuove istanze di proroga, da ultimo per ulteriori 12 mesi a decorrere dal 23 marzo 2022. In data 4 agosto 2022 è stato quindi sottoscritto un Protocollo integrativo. A seguito della rimodulazione autorizzata dal Ministero, il progetto, già strutturato dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Taranto, beneficiario finale del finanziamento in qualità di stazione appaltante, in dieci linee di intervento, è stato riprogrammato su nove, articolate, come in precedenza, in diciotto procedure di gara, avviate da aprile 2018. La relazione riferisce che, alla data del 31 gennaio 2023, risultano avviati 15 dei 18 interventi previsti, mentre per i rimanenti si è ormai prossimi all’indizione della gara. Nella tabella allegata alla relazione (ALL. A-bis) si esplicita, per ciascuna procedura, l’attività svolta. In sintesi, al 31 gennaio 2023 risultano completati e collaudati 10 interventi (per un valore di circa 33 milioni di euro); sono in corso di esecuzione 2 interventi (per un valore di circa 3 milioni di euro); è stata avviata l’esecuzione dell’intervento di realizzazione di un blocco operatorio e di una piastra endoscopica con tecnologia ICT integrata per un valore di circa 18 milioni di euro; è stata indetta la procedura aperta suddivisa in lotti per la fornitura di due sistemi per biopsia mammaria ECO/MRI guidata (VABB) e di un sistema di navigazione sotto guida radiologica per noduli polmonari; risulta avviata la predisposizione degli atti relativi ad altre 3 gare, la cui indizione è prevista nei prossimi mesi (per un valore di circa 3 milioni di euro). La relazione fornisce inoltre la nona rendicontazione per un valore di ulteriori 6.630.861,46 euro, mentre il totale rendicontato dalla prima alla nona rendicontazione risulta pari a 35.524.900,15 euro. Ad oggi sono stati erogati dal Ministero 23.837.138,58 euro. Nel corso del 2023 si prevede di rendicontare ulteriori spese per un valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro, mentre altri 15 milioni circa lo saranno successivamente. |
XII Commissione (Affari sociali)
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Presentata dal Ministro della salute |
L’articolo 8 della legge 30 marzo 2001, n. 125 (Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati), dispone che il Ministro della salute trasmetta al Parlamento una relazione sugli interventi realizzati diretti alla prevenzione, alla cura e al reinserimento sociale degli alcoldipendenti. La relazione è predisposta sulla base delle relazioni che le regioni e province autonome di Trento e di Bolzano devono a loro volta inviare entro il 30 giugno di ogni anno al Ministero della salute, ai sensi del comma 2 dell’articolo 9. |
Sintesi del contenuto |
In via preliminare è illustrato il quadro epidemiologico aggiornato al 2021 correlato al consumo di alcol in ambito internazionale, con particolare riguardo ai Paesi UE, e segnatamente da parte della popolazione italiana. Vengono inoltre forniti i dati dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità sul monitoraggio dei consumi delle bevande alcoliche nelle regioni e nelle province autonome di Trento e Bolzano. I dati ISTAT riferiti al 2021 mostrano un consumo di alcol stabile rispetto all’anno precedente (66,4% nel 2020 e 66,3% nel 2021), mentre si riduce il consumo giornaliero e il consumo fuori pasto; risulta, invece, in aumento il consumo occasionale. Si segnala poi il progressivo incremento della quota di donne consumatrici di bevande alcoliche e la permanente criticità data dal consumo di bevande alcoliche tra i giovani, con comportamenti a rischio particolarmente diffusi nella fascia compresa tra i 18 e i 24 anni. Il consumo esclusivo di vino e birra diminuisce in quasi tutte le fasce di età, mentre aumenta l’abitudine a consumare altri alcolici insieme al vino e alla birra, specialmente tra le donne di 45 anni e più. La relazione riferisce che l’alcoldipendenza è, a tutt’oggi, un ambito che continua a necessitare di grande attenzione: nel 2021 sono stati presi in carico presso i 449 servizi o gruppi di lavoro 63.490 soggetti, con il 24% di utenti nuovi. La relazione analizza quindi i dati inerenti ai diversi programmi di trattamento (in regime ambulatoriale, “counseling”, inserimento in gruppi di auto/mutuo aiuto, trattamenti psicoterapeutici, inserimento in comunità, ricovero). Si fa presente che nel 2021 si registra, rispetto all’anno precedente, una forte riduzione del consumo di farmaci (-14,2%), a cui si associa una marcata riduzione della spesa a carico del SSN (-17,7%), verosimilmente come risultato della contrazione degli accessi da parte dei pazienti alle strutture sanitarie pubbliche a causa dell’emergenza pandemica da COVID-19. Ulteriori dati forniti riguardano gli accessi in Pronto Soccorso (35.307 nel corso del 2021) caratterizzati da una diagnosi principale o secondaria attribuibile all’alcol. Quanto gli incidenti stradali alcol correlati, dai dati forniti dal Comando generale dell’Arma dei carabinieri e dal Servizio della Polizia stradale del Ministero dell’interno risulta che, nel 2021, su un totale di 52.459 incidenti con lesioni, sono stati 5.085 quelli con almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti in stato di ebbrezza. La parte seconda della relazione riguarda gli interventi posti in essere nel 2022 dal Ministero della salute in attuazione della legge n. 125 del 2001. In particolare, si richiamano le otto aree strategiche di intervento prioritario individuate dal Piano nazionale alcool e salute (PNAS) del 2007 le cui indicazioni sono state poi inserite tra gli obiettivi del Piano nazionale di prevenzione 2020-2025; si segnala inoltre il programma-quadro governativo “Guadagnare in salute”, volto a contrastare i quattro principali fattori di rischio modificabili (fumo, alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica). Si dà poi conto della Seconda Conferenza Nazionale Alcol, svoltasi presso il Ministero della Salute dal 15 al 17 marzo 2022, ricordando che le tematiche affrontate dalla Conferenza sono divenute oggetto del Libro bianco “Informare, educare, curare: verso un modello partecipativo ed integrato dell’alcologia italiana”. La relazione riferisce altresì sulla partecipazione nel 2022 alle politiche internazionali sull’alcool, sulle misure in materia di informazione e comunicazione, sull’utilizzo dei finanziamenti previsti dalla legge n. 125 del 2001. La parte terza della relazione presenta i progetti attuati dalle regioni capofila (Emilia-Romagna e Sardegna) con le risorse di cui alla legge n. 125 del 2001 (art. 3, co. 4). |
XII Commissione (Affari sociali)
Annuncio 12/6//2023 |
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Presentata dal Ministro della salute |
L’articolo 47-ter del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 (Riforma dell’organizzazione del Governo, a norma dell’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59), attribuisce al Ministro della salute il monitoraggio della qualità delle attività sanitarie regionali con riferimento ai livelli essenziali delle prestazioni erogate, prevedendo che su tale monitoraggio riferisca annualmente al Parlamento. Le modalità di monitoraggio sono definite dal decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze 12 marzo 2019, emanato ai sensi dell’articolo 9 del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56. |
Sintesi del contenuto |
La relazione ricorda preliminarmente che il Sistema di garanzia, previsto dal decreto legislativo n. 56 del 2000 e reso operativo con il DM 12 dicembre 2001, costituisce lo strumento attraverso il quale accertare che l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) venga assicurato a tutti i cittadini italiani in condizioni di qualità, appropriatezza ed uniformità. Vengono quindi illustrati la struttura e i profili innovativi del nuovo Sistema di garanzia (NSG) introdotto con il DM 12 marzo 2019 che, ai fini del monitoraggio, ha individuato 88 indicatori (di cui si forniscono, in apposite tabelle, sigle, nomi e descrizioni) distribuiti per macro-aree (o macro-livelli). Ai sensi del DM 12 marzo 2019, nell’ambito del sistema di garanzia è elaborato un sottoinsieme di 22 indicatori (denominato CORE), suddivisi in tre macro-aree (prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera) che costituisce parte integrante del Sistema di verifica degli adempimenti LEA (di competenza del Comitato LEA) cui sono tenute le regioni per accedere alla quota integrativa di finanziamento prevista dall’articolo 2, comma 68, della legge 23 dicembre 2009, n. 191. I restanti 66 indicatori fanno parte del sottoinsieme “NO CORE”. Viene quindi descritto il meccanismo valutativo, evidenziando che per ciascun indicatore appartenente al sottoinsieme CORE è stata predisposta una specifica funzione di valorizzazione che, dato il valore dell’indicatore, calcoli un punteggio su una scala da 0 a 100. Affinché una regione sia adempiente, il punteggio di ciascuna area di assistenza deve collocarsi nell’intervallo di 60-100. La relazione fornisce quindi i risultati dell’anno 2021 con riferimento agli indicatori del sottoinsieme CORE, evidenziando che, nell’impossibilità di procedere con una valutazione disgiunta dagli effetti della pandemia, è stato stabilito (Comitato LEA 26 gennaio 2023) che, analogamente a quanto previsto per il 2020, tutti gli indicatori del NSG fossero calcolati a scopo informativo sull’intera annualità 2021. Complessivamente, si fa presente che nell’anno in esame Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia e Basilicata registrano un punteggio superiore a 60 (soglia di sufficienza) in tutte le macroaree; presentano un punteggio inferiore alla soglia in una macro-area la Provincia autonoma di Bolzano (Prevenzione) e le regioni Molise (Ospedaliera), Campania (Distrettuale) e Sicilia (Prevenzione); in due macro-aree (Distrettuale e Ospedaliera) la regione Sardegna; in tutte le macro-aree le regioni Valle d’Aosta e Calabria. Distinte tabelle riportano i punteggi del sottoinsieme CORE raggiunti da regioni e province autonome per ciascuna area di assistenza (prevenzione, distrettuale, ospedaliera) negli anni 2020 e 2021 e nelle ultime tre annualità (2017-2019) della sperimentazione del NSG. La relazione illustra inoltre, con l’ausilio di ulteriori tabelle, i principali risultati relativi agli indicatori NO CORE, sempre ripartiti per le aree Prevenzione, Distrettuale e Ospedaliera. La relazione fornisce infine le schede sulla performance dei sistemi regionali come misurata dal NSG per l’anno 2021. Per ciascuna regione, i risultati ottenuti sono sintetizzati anche attraverso grafici che presentano, per ciascuna area di assistenza, i punteggi CORE complessivi e per singolo indicatore. Per i file di dettaglio relativi agli indicatori NSG 2021 si rinvia al portale ministeriale salute.gov.it (area tematica dedicata ai LEA - sezione Monitoraggio LEA). |
Annuncio 24/5/2023 |
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Presentata dal Ministro della giustizia |
La legge 30 giugno 2009, n. 85, con la quale l’Italia ha aderito al Trattato di Prum, concluso il 27 maggio 2005, relativo all’approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale, ha istituito la Banca dati nazionale del DNA e il Laboratorio centrale per la medesima Banca dati. L’articolo 19 della citata legge prevede che i Ministri dell’interno e della giustizia informino il Parlamento, con cadenza annuale, sulle attività svolte, nel periodo di riferimento, rispettivamente dalla Banca dati nazionale e dal Laboratorio centrale. Le modalità di funzionamento e di organizzazione della Banca dati nazionale del DNA e del Laboratorio centrale, nonché lo scambio di dati sul DNA per le finalità di cooperazione transfrontaliera sono stati disciplinati con il regolamento adottato con decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2016, n. 87. |
Sintesi del contenuto |
La relazione riferisce che l’attività dell’Ufficio VI Laboratorio centrale per la Banca dati nazionale del DNA relativa al processamento dei campioni biologici prelevati ai sensi della legge n. 85 del 2009 e al successivo inserimento dei profili genetici nella Banca dati nazionale del DNA ha confermato anche per il 2022 il trend in crescita del numero di inserimenti. In particolare, si segnala che alla data del 31 dicembre 2022 risultano ricevuti presso il laboratorio 81.450 campioni biologici salivari e sono state effettuate complessivamente 258.988 analisi. La relazione segnala inoltre che nel corso dell’anno 2022 sono pervenute all’Ufficio 142 richieste in cui è stata rappresentata dall’Autorità giudiziaria o dalle Forze di polizia delegate l’esigenza di profilazione di campioni biologici di soggetti detenuti, o che sono stati detenuti negli Istituti penitenziari, e del conseguente inserimento del profilo del DNA nella Banca dati nazionale. La relazione dà quindi conto dell’esito positivo dell’audit relativo alla visita di valutazione del Laboratorio a cura dell’Ente italiano di accreditamento (ACCREDIA), svoltasi il 13 e 14 dicembre 2022. Si riferisce inoltre sulle semplificazioni prospettate in ordine alla ripetizione del prelievo del campione biologico per tipizzazione negativa o parziale, prevista dall’articolo 5 del regolamento di cui al DPR n. 87 del 2016. La relazione segnala poi che nel corso del 2022 sono stati movimentati ed accettati presso il Laboratorio centrale 12.724 campioni biologici, di cui 5.258 provenienti dai Provveditorati regionali e 7.466 dalle altre Forze di Polizia. È stata inoltre portata a termine l’acquisizione di tutti i campioni prelevati nell’anno 2016 ancora presenti sul territorio ed avviata la consegna di tutti i campioni biologici dell’anno 2017 residui. Da ultimo la relazione fa presente che, come per i precedenti esercizi finanziari, il budget annuo del 2022 di 2.282.580 euro è stato impiegato prevalentemente per l’acquisto di beni e servizi specificatamente necessari alla attività del Laboratorio. |
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Presentata dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale |
L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato. L’articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, stabilisce che, allo scopo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ed evitare la formazione di nuove situazioni debitorie, i Ministeri avviino un’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio e che i risultati di tali analisi siano illustrati in appositi rapporti dei Ministri competenti, che costituiscono parte integrante delle relazioni sullo stato della spesa. |
Sintesi del contenuto |
La relazione illustra preliminarmente le priorità politiche individuate per l’annualità 2022 con la direttiva generale per l’azione amministrativa e per la gestione dei centri di responsabilità del 5 gennaio 2022 e descrive il contesto interno, caratterizzato dal superamento dello stato emergenziale, ed esterno, fortemente condizionato dal conflitto ucraino, in cui ha operato l’amministrazione. Si dà inoltre conto dell’assetto organizzativo del Ministero. Il Rapporto sull’attività di analisi e revisione della spesa ricorda che la legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di bilancio 2022) ha assegnato al MAECI uno stanziamento iniziale pari a 3,305 miliardi di euro (con un decremento rispetto a quello attribuito nel 2021, allora pari a 3,587 miliardi di euro). Al netto dei trasferimenti all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e dei fondi FES (Fondo europeo di sviluppo), l’onere finanziario del MAECI ha rappresentato lo 0,21 per cento del bilancio complessivo dello Stato e lo 0,13 per cento del PIL nazionale, una quota molto contenuta rispetto a quella che i partner europei di dimensioni paragonabili all’Italia impiegano per le funzioni di politica estera. Si fa quindi presente che nel 2022 il MAECI ha proseguito la propria attività di razionalizzazione delle strutture all’estero, anche ricorrendo a personale a contratto reclutato localmente e alla valorizzazione della rete consolare onoraria. Si riferisce poi che anche nel 2022 la carenza di risorse è stata affrontata dal MAECI tramite il ricorso ad alcuni strumenti straordinari, in primo luogo il DPCM di ripartizione del Fondo missioni del 2022, che ha stanziato sul bilancio del Dicastero oltre 408 milioni di euro, in gran parte destinati alle iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (290,6 milioni, di cui 40 esigibili nel 2023). La relazione riferisce poi in merito ad altre rilevanti integrazioni (di cui, in particolare, ai decreti-legge 1° marzo 2022, n. 17 e 9 marzo 2022 n. 23), nonché alle ulteriori risorse per importi pari a oltre 24 milioni di euro, finalizzati alle operazioni di voto per il referendum del 12 giugno 2022, e a 27 milioni per consentire le elezioni politiche del 25 settembre. Sul versante delle entrate la relazione fa presente che nel 2022 al MAECI sono stati riassegnati complessivamente 770.000 euro per operazioni di finanziamento, tramite prelevamento dai CCVT in valuta inconvertibile ed intrasferibile. Inoltre, la Farnesina ha conseguito introiti consolari pari a 146.122.030 di euro e l’Autorità Nazionale - Unità per le Autorizzazioni di Materiali d’Armamento (UAMA) ha ottenuto la riassegnazione di entrate riscosse per i servizi resi alle imprese, correlati alle autorizzazioni necessarie per i materiali di armamento per complessivi 1.673.244 euro. Si dà poi conto dell’attività di accertamento dei residui (scesi da 736 milioni di euro del 2021 a 420 milioni del 2022). La Sezione II della relazione contiene infine i seguenti Allegati: a) scheda indicatori per obiettivo 2022; b) piano degli obiettivi per programma; c) schede obiettivo. |
Annuncio 19/6/2023 |
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Presentata dal Ministro della difesa |
L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato. L’articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, stabilisce che, allo scopo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ed evitare la formazione di nuove situazioni debitorie, i Ministeri avviino un’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio e che i risultati di tali analisi siano illustrati in appositi rapporti dei Ministri competenti, che costituiscono parte integrante delle relazioni sullo stato della spesa. |
Sintesi del contenuto |
La relazione delinea in premessa l’attuale scenario internazionale, che si conferma caratterizzato da elevata instabilità e da molteplici fattori di crisi, i cui effetti sono particolarmente evidenti nell’area del Mediterraneo allargato, di preminente interesse nazionale. Si illustra quindi il processo di definizione della programmazione strategica, che trae origine dall’emanazione a inizio anno da parte del Ministro della difesa dell’atto di indirizzo e che per l’annualità 2022 ha tradotto il mandato istituzionale e la missione del Dicastero nelle seguenti priorità politiche (PP): PP1 operatività ed impiego dello strumento militare; PP2 ammodernamento dello strumento; PP3 revisione della governance, razionalizzazione dell’organizzazione, miglioramento dei processi e gestione delle risorse umane. Circa le risorse finanziarie disponibili, la relazione riferisce che gli stanziamenti, comprensivi dei residui perenti reiscritti in bilancio, risultano pari a 29.896,87 milioni di euro con un incremento di 3.940,80 milioni rispetto allo stanziamento iniziale a Legge di bilancio (pari a 25.956.070.253 euro). A queste vanno aggiunte le quote attinte dal bilancio del Ministero delle imprese e del made in Italy, pari a 2.426,8 milioni. Più in generale, rispetto all’esercizio finanziario 2021 le poste finanziarie attestate alla Difesa sono incrementate di circa 2 miliardi di euro mentre rispetto al 2019 lo stanziamento di competenza è incrementato di circa il 26,8%. Peraltro, si rileva che anche nel corso dell’esercizio finanziario 2022 l’afflusso delle assegnazioni di risorse per il “fuori area” è risultato non tempestivo rispetto alle reali necessità delle Forze Armate, nonostante gli interventi emendativi alla legge 21 luglio 2016, n. 145 (Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali), con effetti indiretti sul conseguimento dei target programmati e sulla formazione di residui passivi. La relazione dà quindi conto della consistenza numerica del personale civile e militare della Difesa, inclusa l’Arma dei carabinieri e i cappellani militari, che si attesta al 31 dicembre 2022 su un valore di 284.666 unità complessive, con un calo nell’anno di 3.170 unità. Si segnalano quindi le novità apportate in termini di implementazione della dotazione organica delle Forze armate dalla legge 5 agosto 2022, n. 119. Quanto ai risultati conseguiti, la relazione fa presente che i livelli di performance conseguiti dal Dicastero risultano generalmente in linea con gli obiettivi prefissati, specie nei settori core del Dicastero, quali ad esempio l’addestramento, la formazione e la prontezza operativa. In particolare, si segnala che per l’indicatore di “tempestività dei pagamenti” (ITP) riferito all’intero Dicastero, il valore rilevato al 31 dicembre 2022 (pari a -6,69 giorni) presenta un quadro nettamente migliorativo rispetto al medesimo valore rilevato al termine del 2021 (pari a 23,20 gg.). Tale aspetto è peraltro una delle riforme previste dal PNRR (M1C1 – Riforma 1.11). Si segnala infine che la relazione è corredata da sei Allegati e tre Annessi. |
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Presentata dal Ministro dell’interno |
L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato. L’articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 stabilisce che, allo scopo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ed evitare la formazione di nuove situazioni debitorie, i Ministeri avviino un’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio e che i risultati di tali analisi siano illustrati in appositi rapporti dei Ministri competenti, che costituiscono parte integrante delle relazioni sullo stato della spesa. |
Sintesi del contenuto |
La relazione descrive la struttura organizzativa del Ministero dell’interno e fornisce i dati inerenti alle risorse umane (personale dell’amministrazione civile dell’interno, della Polizia di Stato e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, per un totale generale di 150.394 unità) e i risultati di gestione conseguiti nell’esercizio finanziario 2022. Vengono quindi richiamati i principali fenomeni emergenti dallo scenario socio-economico, interno e internazionale, che hanno contrassegnato il contesto in cui ha operato il Ministero nell’anno di riferimento. Sul versante interno, sono indicate le linee di azione dei cinque Dipartimenti in cui si articola il Ministero, indicando specificatamente, per ciascuno di essi, i punti di forza e di debolezza. La relazione presenta quindi le priorità politiche alle quali il Dicastero orienta nel triennio 2022-2024 l’azione amministrativa: a) proseguire l’attuazione del disegno programmatico finalizzato al coordinamento e alla modernizzazione del sistema sicurezza; b) potenziare la governance dell’accoglienza; c) rafforzare la collaborazione interistituzionale con nuove forme di sinergia e raccordo, nell’ottica del miglioramento della coesione sociale e di una maggiore interazione con le autonomie locali, nonché assicurare la corretta applicazione dei principi contabili da parte degli enti locali, realizzare interventi volti a contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle amministrazioni locali e ogni forma di condizionamento delle stesse; d) sviluppare le strategie di intervento di soccorso pubblico, anche nei contesti emergenziali nazionali e internazionali; accrescere le capacità di risposta del sistema di difesa civile in situazioni di crisi; e) realizzare interventi volti a garantire il rispetto dei principi di legalità, integrità e trasparenza dell’azione amministrativa. Le priorità politiche sono ripartite in 20 obiettivi strategici (a loro volta articolati in obiettivi operativi), associati alle missioni/programmi/azioni assegnate al Ministero nell’ambito della classificazione del bilancio dello Stato relativo al 2022. Per ciascun obiettivo strategico la relazione fornisce una scheda descrittiva che riporta gli indicatori di misurazione utilizzati, i target programmati ed i valori raggiunti a consuntivo; sono quindi dettagliatamente illustrati i risulti conseguiti. Il Rapporto sull’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa del Ministero dell’interno riferito al 2022, allegato alla relazione, fornisce la ricognizione della situazione debitoria, segnalando un ammontare complessivo dei debiti pregressi, alla data del 31 dicembre 2022, pari a 385.798.870 euro, segnalando le azioni di efficientamento della spesa. |
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Presentata dal Ministro dell’economia e delle finanze |
L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato. |
Sintesi del contenuto |
La relazione, richiamati i fattori che hanno caratterizzato il contesto esterno ed interno entro cui il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) ha esplicato la propria attività politica e amministrativa, ne descrive l’assetto organizzativo, a livello centrale e territoriale, ricordando che nel 2022 è continuata l’attività volta ad adeguare tale assetto alle modifiche normative intervenute. In particolare, si segnala il rafforzamento della struttura della Ragioneria generale della Stato (RGS) per le attività connesse all’attuazione del PNRR, anche in conformità alle previsioni del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152. Si dà altresì conto della dotazione organica e del personale in servizio, suddiviso per tipologia di contratto e con indicazione delle retribuzioni medie, anche con riferimento alla Guardia di finanza. Vengono poi sintetizzate alcune delle principali attività collegate alla gestione delle risorse umane, in particolare per quanto attiene alla prestazione lavorativa nell’annualità 2022 in modalità agile. La relazione riferisce quindi che le priorità politiche per l’annualità 2022, le aree di attività e gli indirizzi strategici che hanno guidato l’azione del MEF sono state individuate nell’Atto di indirizzo adottato il 31 dicembre 2021, in coerenza con gli assi strategici, le priorità trasversali e le missioni contenute nel PNRR e con i 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals-SDGs) adottati dall’ONU con l’Agenda 2030. Attraverso una serie di tabelle e grafici si illustra quindi la ripartizione delle risorse finanziarie tra gli obiettivi individuati dai Centri di responsabilità amministrativa (CDR) del Ministero. Premesso che tutte le strutture del Ministero hanno orientato le proprie azioni, negli specifici ambiti di competenza, in coerenza con le priorità definite nell’Atto di indirizzo e in continuità con la pianificazione strategica avviata negli anni precedenti, si dà conto dei risultati conseguiti, rilevando che sul piano dell’esito generale la performance risulta essere conforme alle previsioni, con riferimento sia agli obiettivi collegati alle aree di intervento sia agli obiettivi strutturali di funzionamento. Si precisa che l’analisi è realizzata anche sulla base degli elementi contenuti nelle relazioni inviate dai Centri di responsabilità amministrativa rappresentando, laddove segnalati dai CDR, gli interventi di integrazione/revisione degli obiettivi. In particolare, la relazione riferisce, separatamente, in merito all’attività svolta nel 2022 e ai risultati conseguiti: dal Gabinetto e dagli Uffici di diretta collaborazione del Ministro (che partecipano al processo di pianificazione e programmazione a partire dall’esercizio 2017); dal Dipartimento del Tesoro, principalmente per la gestione del debito pubblico nazionale e nel processo di valorizzazione e dismissione di parte del patrimonio pubblico, nonché per consentire il percorso di risanamento finanziario cercando, per quanto possibile, di intervenire nel processo di revisione della spesa; dal Dipartimento della Ragioneria generale dello stato (RGS), per garantire la corretta gestione e la rigorosa programmazione delle risorse pubbliche, contribuendo, altresì, al coordinamento operativo, al monitoraggio, alla rendicontazione e al controllo nell’attuazione del PNRR; dal Dipartimento dell’Amministrazione generale, del personale e dei servizi (DAG), per il funzionamento di tutte le strutture del Ministero; dal Dipartimento delle finanze, per supportare l’autorità politica nell’adozione delle scelte di policy, fornendo le analisi giuridico-economiche e fiscali, per il miglioramento dell’analisi statistica ed economica e lo sviluppo di una strumentazione più adeguata ad analizzare gli aspetti economici e distributivi delle misure fiscali. Vengono altresì illustrati gli esiti di efficacia delle Agenzie delle entrate, delle dogane e dei monopoli e del demanio. |
Annuncio 15/6/2023 |
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Presentata dal Ministro delle imprese e del made in Italy |
L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta nelle amministrazioni di rispettiva competenza. L’articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 stabilisce che, allo scopo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ed evitare la formazione di nuove situazioni debitorie, i Ministeri avviino un’attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell’allocazione delle relative risorse in bilancio e che i risultati di tali analisi siano illustrati in appositi rapporti dei Ministri competenti. |
Sintesi del contenuto |
La relazione illustra il processo di programmazione strategica dell’azione amministrativa del Ministero per l’anno 2022, alla luce del contesto internazionale e interno, dando conto anche della riorganizzazione interna al Dicastero, delineata dal DPCM n. 149 del 2021. Vengono quindi elencate le nove priorità politiche del MIMIT per il 2022 e le connesse linee di intervento per il triennio 2022–2024, definite nell’Atto di indirizzo adottato con decreto ministeriale 22 settembre 2021. La relazione fornisce quindi i dati concernenti: le risorse finanziarie iniziali e definitive assegnate nel 2022 ai Centri di responsabilità, ripartite per missioni e programmi di spesa; le risorse stanziate, impegnate ed erogate per la realizzazione delle priorità politiche del Ministero definite per il triennio 2022-2024. I dati sono rappresentati per missioni, programmi e azioni. Si evidenzia che anche per il 2022 trova conferma lo stretto collegamento tra le priorità politiche programmate dal Dicastero, alle quali risultano collegati obiettivi strategici, e le risorse stanziate dalla Legge di bilancio, essendo il 99,7% di queste ultime destinate alla realizzazione delle prime. In particolare, il 41,2% dello stanziamento di bilancio connesso alla realizzazione delle priorità politiche è destinato alla priorità politica “Attuare le misure e investimenti presenti nel PNRR nell’ambito delle TLC e delle politiche industriali a sostegno del settore produttivo” (5.225.376.379 di euro); il 30,6% all’attuazione della priorità politica “Razionalizzare gli strumenti di incentivazione e potenziare gli interventi a favore delle PMI” (3.886.090.883 di euro); il 25,2% all’attuazione della priorità politica “Migliorare la capacità di attrarre gli investimenti e di accedere alle risorse dell’UE” (3.204.900.204 di euro). Distinte tabelle rappresentano, per ciascuno dei programmi di spesa, l’andamento gestionale delle risorse ed evidenziano gli indicatori, rispettivamente, della capacità di spesa (pagamenti/impegni) e della capacità di smaltimento dei residui, nonché le risorse assegnate, distinte per tipologia di spesa. Si rileva la contrazione dei residui complessivi da smaltire e la destinazione della parte più consistente delle risorse, iniziali e definitive, agli investimenti (rispettivamente per il 93,33% e il 91,93%). La relazione espone poi la struttura organizzativa del MIMIT e fornisce il quadro delle risorse umane. La quarta sezione della relazione illustra i risultati conseguiti dall’Amministrazione nell’annualità 2022 nel perseguimento degli indirizzi politici. In particolare, si espongono i principali programmi realizzati nell’ambito delle politiche: a sostegno della competitività e dello sviluppo delle imprese; relative alla regolazione dei mercati e alla tutela dei consumatori; nel settore delle comunicazioni, della ricerca e dell’innovazione; nell’ambito dei servizi istituzionali e generali; in relazione alle principali misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e dal Piano nazionale complementare (PNC) di competenza del MIMIT. Il Rapporto allegato alla relazione fornisce il quadro della consistenza di debiti e l’analisi delle posizioni debitorie, anche a confronto con l’anno 2021. |
Annuncio 27/6/2023 |
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Presentata dal Ministro della salute |
L’articolo 3, comma 68, della legge 31 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008), prevede che entro il 15 giugno di ogni anno ogni Ministro trasmetta alle Camere una relazione, predisposta sulla base di un’istruttoria dei servizi per il controllo interno, sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell’azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato. |
Sintesi del contenuto |
La relazione illustra lo stato di attuazione della direttiva generale per l’attività amministrativa e la gestione adottata l’8 febbraio 2022, che ha declinato in 35 obiettivi strategici – a loro volta articolati in 48 obiettivi operativi – ripartiti tra i centri di responsabilità amministrativa (CDR), le priorità politiche individuate per l’anno 2022 con l’Atto di indirizzo adottato dal Ministro della salute il 4 gennaio 2022. La relazione fornisce, attraverso un’apposita tabella, il quadro riassuntivo degli obiettivi suddivisi per centro di responsabilità amministrativa, missione, programma e priorità politica. A tale quadro riassuntivo fa seguito la descrizione dei risultati conseguiti e delle attività svolte dalle Direzioni generali in cui è strutturato il Ministero, con riferimento ai singoli obiettivi, incentrata sui temi più rilevanti emersi dall’analisi e sulle problematiche riscontrate nella fase di attuazione, evidenziando tra le attività svolte quelle ritenute più significative. Si precisa che per il monitoraggio del livello di raggiungimento degli obiettivi degli obiettivi strategici si è utilizzata un’applicazione dedicata, alimentata con i dati e le informazioni prodotti e validati dai CDR. Per ciascun obiettivo, il predetto livello di raggiungimento è esplicitato nella percentuale di realizzazione indicata dal sistema di monitoraggio alla data del 31 dicembre 2022. A conclusione dell’analisi offerta, la relazione fa presente che rispetto alle previsioni iniziali di realizzazione degli obiettivi strategici assegnati ai centri di responsabilità amministrativa non emergono scostamenti, segnalando che tre obiettivi operativi sono stati interessati da un intervento di rimodulazione. Un apposito prospetto riassume per ciascun obiettivo strategico i risultati ottenuti nel 2022 raffrontati con i livelli prefissati per lo stesso periodo, riportando in ultimo la media semplice delle percentuali di raggiungimento, che è risultata essere pari al 100 per cento. La relazione dà quindi conto delle risorse finanziarie e umane impiegate per il conseguimento degli obiettivi, segnalando le disposizioni di contenimento della spesa, che negli ultimi anni hanno comportato significative riduzioni a carico degli stanziamenti di bilancio del Ministero della salute. In particolare, una tabella esplicativa riepiloga i dati inerenti alla distribuzione delle risorse finanziarie e di quelle umane, con l’indicazione degli stanziamenti disposti per il triennio e quelli risultanti dal consuntivo dell’anno precedente, gli impegni assunti a consuntivo e le spese di cassa sostenute con riferimento al 2022. Alla luce dell’analisi fornita, la relazione segnala conclusivamente che ai fini della piena attuazione ai principi di cui al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 in tema di misurazione, valutazione e trasparenza della performance e anche per aderire ai suggerimenti forniti dall’Organismo indipendente di valutazione (OIV), un percorso di miglioramento potrà riguardare la qualità degli indicatori scelti per misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi. Si segnala altresì l’esigenza di integrare i processi di controllo strategico e di gestione: in altri termini, il controllo strategico deve basarsi anche sui risultati del controllo di gestione, avendo particolare riferimento all’impiego delle risorse umane, che costituiscono una delle maggiori voci di spesa pubblica delle amministrazioni pubbliche. |
Annuncio 19/6/2023 |
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Presentata dal Presidente del Consiglio dei ministri |
L’articolo 14 del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82 (Disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell’architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale), prevede che entro il 30 aprile di ogni anno il Presidente del Consiglio dei ministri trasmetta al Parlamento una relazione sull’attività svolta dall’Agenzia nell’anno precedente in materia di cybersicurezza nazionale. |
Sintesi del contenuto |
La relazione illustra la prosecuzione nel corso del 2022 del processo di strutturazione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), anche con riferimento al reclutamento del personale, e di raccordo con le altre Amministrazioni interessate dai temi della cybersicurezza, in primo luogo il Comitato interministeriale per la cybersicurezza (CIC) e il Nucleo per la cybersicurezza (NCS). Si riferisce altresì sul processo di pianificazioni strategica per il triennio 2023-2025, nonché sulle politiche di bilancio e di approvvigionamento, dando conto delle risorse conferite all’Agenzia e segnalando che al termine del 2022 sono stati registrati introiti per complessivi 104.048.942 di euro. La relazione analizza quindi i contenuti della Strategia nazionale di cybersicurezza 2022-2026 (adottata il 17 maggio 2022), incentrata sui tre obiettivi fondamentali di protezione, risposta e sviluppo, e dell’annesso Piano di implementazione. Viene poi descritta l’attività di prevenzione e gestione di incidenti e attacchi cibernetici (a fronte di un deciso aumento nel 2022, a livello globale, di attività malevole ai danni di settori governativi e infrastrutture critiche, specie dei comparti sanitario ed energetico), esercitata attraverso la componente operativa del Computer Security Incident Response Team-CSIRT Italia, cui si affianca l’operato del Nucleo per la cybersicurezza (NCS). Nel periodo di riferimento, il CSIRT Italia ha trattato 1.094 eventi cyber, per una media di circa 90 eventi al mese, con un picco di 118 a febbraio 2022. Specifici Focus sono dedicati alle attività connesse al conflitto russo-ucraino, nonché agli eventi ransomware osservati (130 nel 2022), agli attacchi Denial of Service (DoS) e in danno di istituzioni pubbliche nazionali (160 eventi cyber). Vengono altresì descritte le principali criticità rilevate e le attività di monitoraggio volte all’individuazione di fattori di rischio, evidenziando il ruolo di coordinamento esercitato dal Nucleo per la cybersicurezza, e la progettazione dei servizi cyber nazionali ai fini del potenziamento della cyber-resilienza del Paese, in linea con gli obiettivi dell’investimento 1.5 Cybersecurity della Missione 1 Componente 1 del PNRR, di cui l’ANC è soggetto attuatore. Le azioni intraprese nel corso del 2022 dall’Agenzia a supporto dei soggetti pubblici nella realizzazione di interventi di potenziamento della postura di sicurezza sono approfondite in un distinto capitolo della relazione. Un ulteriore capitolo riguarda invece l’attività di protezione degli asset ICT critici e delle funzioni e servizi essenziali del Paese. In merito, si ricorda la conclusione nel 2022 dell’attuazione della normativa in materia di Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica (PSNC), delineato dal decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, e si dà conto, tra l’altro, della partecipazione dell’ANC al Gruppo di coordinamento che cura le istruttorie per l’esercizio dei poteri speciali del Governo, di cui al decreto-legge 15 marzo 2021, n. 21. In particolare, si segnala che nel corso del 2022 ACN ha fornito supporto tecnico nella fase istruttoria di 64 notifiche Golden Power, di cui 16 relative a tecnologia 5G. La relazione si sofferma quindi sull’azione dell’ANC concernente l’attuazione della Strategia Cloud Italia, finalizzata a promuovere la sovranità e l’autonomia tecnologica nazionale e dell’Unione europea nella gestione dei dati dei cittadini e delle aziende europee, a partire dal settore pubblico, anche con l’adozione delle Determinazioni nn. 306 e 307 del 2022, di implementazione del c.d. Regolamento “Cloud per la PA“. Conclusivamente, la relazione riferisce in merito alla cooperazione dell’ANC con gli altri Paesi, in particolare quelli c.d. “like-minded”, e al posizionamento nelle organizzazioni intergovernative di cui fa parte l’Italia. |
NN 15, n. 129
Annuncio 7/6/2023 |
Relazione concernente la procedura d’infrazione n. 2023/2022, avviata, ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, per violazione del diritto dell’Unione europea in relazione al non corretto recepimento della direttiva 2014/36/UE sulle condizioni di ingresso e di soggiorno dei cittadini di Paesi terzi per motivi di impiego in qualità di lavoratori stagionali |
Presentata dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali |
L’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l’avvio di una procedura d’infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l’inadempimento o la violazione contestati con la procedura d’infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. La relazione è trasmessa contestualmente al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari europei. Le Camere possono assumere al riguardo tutte le opportune deliberazioni in conformità ai rispettivi Regolamenti. Si ricorda che il comma 3 dell’articolo 15 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri – o il Ministro per gli affari europei – informi senza ritardo le Camere e la Corte dei conti di ogni sviluppo significativo relativo a procedure d’infrazione basate sull’articolo 260 del TFUE. La legge n. 234 del 2012 prevede inoltre che il Governo possa raccomandare l’uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi. |
Sintesi del contenuto |
La relazione ricorda che la Commissione europea ha avviato nei confronti dell’Italia la procedura di infrazione n. 2023/2022 per il non corretto recepimento della direttiva 2014/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014, sulle condizioni di ingresso e di soggiorno dei cittadini di Paesi terzi per motivi di impiego in qualità di lavoratori stagionali. Si riferisce che la mancata attuazione e il recepimento non conforme concernono, in particolare, le seguenti disposizioni della direttiva: l’articolo 9, paragrafo 1, relativo ai motivi di revoca dell’autorizzazione per motivi di lavoro stagionale; l’articolo 17, paragrafo 1, in combinato disposto con l’articolo 20, recante la disciplina dell’alloggio, secondo la quale tutti i lavoratori stagionali devono beneficiare di un alloggio che garantisca loro un tenore di vita adeguato, cui si ricollega la previsione sanzionatoria recata dall’articolo 17 in caso di inadempimento; l’articolo 18, paragrafo 3, relativamente ai termini per la richiesta e la presentazione delle informazioni e della documentazione mancanti; l’articolo 20, paragrafo 1, con riferimento alle comunicazioni relative al cambiamento di alloggio; l’articolo 24, concernente il monitoraggio, la valutazione e l’ispezione volti a garantire un’efficace tutela dei lavoratori stagionali contro il rischio che vengano sottoposti a condizioni lavorative di sfruttamento e a condizioni di vita inadeguate. La relazione fa inoltre presente che la Commissione ritiene che l’Italia non abbia ottemperato ad alcuni obblighi derivanti dalla direttiva e, segnatamente, a quanto previsto dall’articolo 26, relativo alla comunicazione annuale delle statistiche. Osservato che sono in corso interlocuzioni, a livello tecnico, sia con il Ministero dell’interno sia con l’Ispettorato nazionale del lavoro per trovare soluzioni, anche di carattere normativo, alle contestazioni mosse, la relazione indica le previsioni normative nonché i principi generali già rinvenibili nell’ordinamento giuridico nazionale che appaiono utili a dare una risposta esaustiva ai rilievi della Commissione. Si fa inoltre presente che il Ministero dell’interno, sentito con riferimento alla censura concernente la mancata comunicazione annuale delle statistiche ai sensi dell’articolo 26 della direttiva, si è reso disponibile a trasmettere i dati richiesti. |
NN 15, n. 127 Annuncio 30/5/2023 |
Relazione concernente la procedura d’infrazione n. 2023/2029, avviata, ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, per violazione del diritto dell’Unione europea in relazione al non corretto recepimento della direttiva (UE) 2018/843 che modifica la direttiva (UE) 2015/849 relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo e che modifica le direttive 2009/138/CE e 2013/36/UE |
Presentata dal Ministro dell’economia e delle finanze |
L’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l’avvio di una procedura d’infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l’inadempimento o la violazione contestati con la procedura d’infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. La relazione è trasmessa contestualmente al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari europei. Le Camere possono assumere al riguardo tutte le opportune deliberazioni in conformità ai rispettivi Regolamenti. Si ricorda che il comma 3 dell’articolo 15 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri – o il Ministro per gli affari europei – informi senza ritardo le Camere e la Corte dei conti di ogni sviluppo significativo relativo a procedure d’infrazione basate sull’articolo 260 del TFUE. La citata legge n. 234 del 2012 prevede inoltre che il Governo possa raccomandare l’uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi. |
Sintesi del contenuto |
La relazione ricorda che la lettera di messa in mora del 19 aprile 2023, con la quale la Commissione europea ha avviato la procedura d’infrazione n. 2023/2029, contesta all’Italia il non corretto recepimento dell’articolo 47, paragrafo 1, della direttiva (UE) 2015/849, come modificato dalla direttiva (UE) 2018/843, laddove dispone di obblighi di licenza o registrazione preventiva per lo svolgimento delle attività di prestatori di servizi relativi a società o trust, invitando il Governo italiano, ai sensi dell’articolo 258 TFUE, a trasmettere osservazioni entro due mesi dal ricevimento della suddetta lettera. La relazione, ricordato altresì che il recepimento del richiamato articolo 47 era già stato oggetto di interlocuzioni informali con le competenti strutture tecniche del Ministero, fa presente che le contestazioni sollevate dalla Commissione derivano da una non corretta comprensione del quadro nazionale di riferimento. In particolare, si osserva che i servizi relativi a società o trust, di cui all’articolo 1, comma 2, lettera ee) del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, sono forniti da professionisti o soggetti sottoposti ad un regime di autorizzazione o licenza già in forza della normativa italiana vigente. Da ciò consegue la mancata specifica previsione di un regime di licenze o autorizzazioni ad hoc, circostanza confermata anche dall’ultima valutazione FATF-GAFI sul sistema di prevenzione e sulla normativa italiana in materia AML/CFT. Tuttavia, la relazione riferisce che al fine di dare efficace e tempestivo riscontro ai rilievi della Commissione e chiudere, positivamente e in tempi brevi, la procedura di infrazione n. 2023/2029, l’articolo 3 del decreto legislativo n. 231 del 2007 è stato emendato dall’articolo 26-bis del decreto-legge 17 marzo 2023, n. 25 (cd. “D.L. FinTech”), introdotto in sede di conversione. Il nuovo comma 6-bis dell’articolo 3 chiarisce che i servizi relativi a società o trust sono riservati a operatori soggetti a regimi di licenza o registrazione nazionale. La legge 10 maggio 2023, n. 52, di conversione del decreto-legge n. 25 del 2023 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 15 maggio 2023, n. 112, ed è entrata in vigore il 16 maggio 2023. Pertanto, la relazione fa presente che, allo stato, non risultano necessari altri interventi normativi al fine della positiva risoluzione della procedura di infrazione n. 2023/2029. |
Annuncio 8/5/2023 |
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Presentata dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri |
L’articolo 5 della legge 9 luglio 1990, n. 185 (Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento), prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri invii al Parlamento, entro il 31 marzo di ciascun anno, una relazione in ordine alle operazioni autorizzate e svolte entro il 31 dicembre dell’anno precedente, fermo l’obbligo governativo di riferire analiticamente alle Commissioni parlamentari circa i contenuti della relazione entro 30 giorni dalla sua trasmissione. L’articolo 5 prevede inoltre che i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dell’interno, della difesa e dell’economia e delle finanze, per quanto di rispettiva competenza, riferiscano annualmente sulle attività di cui alla legge n. 185 del 1990 al Presidente del Consiglio dei ministri, il quale allega tali relazioni alla relazione al Parlamento. Si ricorda che deroghe alle disposizioni di cui alla legge n. 185 del 1990, nonché agli articoli 310 e 311 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare) e alle connesse disposizioni attuative, sono state introdotte dall’articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14 (Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina). |
Sintesi del contenuto |
La relazione, articolata in due volumi, include le relazioni predisposte, ai sensi dell’articolo 5 della legge n. 185 del 1990, dai Ministeri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dell’interno, della difesa e dell’economia e delle finanze, nonché il contributo dell’Agenzia delle dogane, per quanto di rispettiva competenza. La relazione fornisce dati relativi alle attività di esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, riferendo che nel 2022 il valore complessivo delle autorizzazioni per movimentazioni di materiali d’armamento è stato di 6,017 miliardi di euro, dei quali 5,289 in uscita dall’Italia e 728 milioni in entrata (esclusi i trasferimenti intracomunitari UE/SEE, le esportazioni temporanee e le importazioni effettuate direttamente dall’Amministrazione dello Stato per l’armamento e l’equipaggiamento delle Forze armate e di polizia). Per quanto attiene alle attività di esportazione, si segnala, in particolare, che il valore delle autorizzazioni individuali all’esportazione, ammonta nel 2022 a 3,83 miliardi di euro e registra un incremento del 4,98% rispetto ai 3,649 miliardi del 2021, ponendosi in linea con il triennio precedente. Complessivamente il valore delle autorizzazioni in uscita sale dai 4,661 miliardi del 2021 a 5,289 miliardi nel 2022. I Paesi destinatari delle autorizzazioni all’esportazione sono stati 84 (92 nel 2021) e il numero delle autorizzazioni è stato di 2.155 (2.189 nel 2021). Nessun Paese è risultato destinatario di autorizzazioni per un valore complessivo superiore al miliardo di euro. Rispetto al 2021 risulta in forte crescita il valore delle autorizzazioni di intermediazione, passato da 91 a 397 milioni di euro. Il valore dei trasferimenti intracomunitari e delle esportazioni verso i Paesi NATO è stato pari al 61,54% del totale (1.536 autorizzazioni), a conferma di una crescita tendenziale iniziata nel 2018, mentre il restante 38,46 % ha interessato Paesi extra UE/NATO (619 autorizzazioni). Per quanto attiene all’import, nel 2022, il valore delle 309 autorizzazioni individuali di importazione cd. definitive è stato di 727.696.795,46 euro, di cui il 61,56% proviene dal Canada, il 19,89% dagli USA, il 10,94 % dal Regno Unito e il 4,14 % dalla Svizzera. Circa le transazioni bancarie per operazioni di esportazione, importazione e transito di materiali di armamento, la relazione riferisce che nel 2022 sono state effettuate, dagli operatori bancari, 19.646 comunicazioni (+9,56% rispetto al 2021, quando sono state 17.931), per un importo complessivamente movimentato pari a 16,8 miliardi di euro (14 miliardi nel 2021). In merito ai profili doganali, la relazione fornisce i dati concernenti le operazioni a licenza, nonché le operazioni riferite ai programmi di coproduzione intergovernativa, a licenze globali di progetto e ad autorizzazione globale di trasferimento. |
Commissioni III (Affari esteri), IV (Difesa) e X (Attività produttive)
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Presentata dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale |
L’articolo 9 della legge 29 ottobre 1997, n. 374, recante Norme per la messa al bando delle mine antipersona, prevede che i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della difesa e dell’industria, del commercio e dell’artigianato (ora delle imprese e del made in Italy) presentino semestralmente alle competenti Commissioni parlamentari una relazione sullo stato di attuazione della legge medesima. |
Sintesi del contenuto |
La relazione riferisce in merito al proseguimento nel secondo semestre 2022 da parte del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per quanto di propria competenza, dell’azione di rafforzamento, sul piano sia nazionale sia internazionale, della Convenzione di Ottawa sulla messa al bando delle mine antipersona, nell’ottica dell’universalizzazione della Convenzione stessa e del conseguimento dell’obiettivo di eliminare le mine antipersona entro il 2025. In particolare, ricorda che al 31 dicembre 2022 la Convenzione contava 164 Stati Parte, due dei quali avevano ancora obblighi pendenti in relazione alla distruzione delle scorte (ex articolo 4 della Convenzione) e 33 relativi alla bonifica di territori contaminati (ex articolo 5). La relazione dà quindi conto dei lavori della 20ma riunione annuale degli Stati Parte della Convenzione di Ottawa, tenutasi a L’Aja dal 21 al 25 novembre 2022, alla quale hanno preso parte i rappresentanti di oltre 90 dei 164 Stati Parte e 13 Stati osservatori, tra cui India, Myanmar, Siria, Stati Uniti, Israele e Corea del Sud. Il documento ricorda poi che nel 2022 il Fondo per lo sminamento umanitario e la bonifica di aree con residuati bellici esplosivi, istituito dalla legge 7 marzo 2011, n. 58, ha avuto una dotazione finanziaria pari a 8.590.733 euro, analoga a quella prevista per il 2021, assicurata per 8 milioni di euro dalla Deliberazione Missioni 2022 e per la restante quota dalla Legge di bilancio 2022 (legge 30 dicembre 2021, n. 234). I progetti sostenuti con le risorse del Fondo sono stati presentati dalla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo il 19 luglio 2022, in occasione della XXV Riunione del Comitato nazionale per l’azione umanitaria contro le mine antipersona – CNAUMA. I progetti da finanziare sono stati identificati tenendo conto di tre esigenze: finanziare progetti in Paesi parte della Convenzione di Ottawa; sostenere progetti in Paesi e aree geografiche di interesse strategico per l’Italia; identificare iniziative in linea con l’evoluzione del regime di Ottawa, mirate a privilegiare interventi di assistenza alle vittime e di educazione al rischio rispetto alle attività tradizionali di sminamento e bonifica. È stata, infine, tenuta in considerazione l’evoluzione della stessa natura del Fondo, che oggi consente di finanziare interventi in attuazione delle clausole di assistenza e di cooperazione internazionale previste non solo dalla Convenzione di Ottawa, ma anche dal V Protocollo sui residuati bellici esplosivi della Convenzione su certe armi convenzionali (Certain Conventional Weapons – CCW) e dalla Convenzione di Oslo sulla messa al bando delle munizioni a grappolo. La relazione riferisce che nel II semestre 2022 sono state deliberate le iniziative a valere su fondi della Programmazione 2022 per un importo complessivo di 7.590.733 euro. È stato inoltre deliberato un contributo di un milione di euro a valere sui fondi della programmazione 2021. Si fornisce quindi una sintetica descrizione delle attività realizzate nell’ambito dei progetti sostenuti con le risorse del Fondo sminamento umanitario. |
Annuncio 4/5/2023 |
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Presentata dal Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri |
L’articolo 9 del decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16 (Disposizioni urgenti per l’organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paraolimpici invernali Milano Cortina 2026 e delle finali ATP Torino 2021 - 2025, nonché in materia di divieto di attività parassitarie) prevede che la Federazione italiana tennis e padel predisponga ogni anno, nonché a conclusione delle attività organizzative concernenti le Finali ATP Torino 2021-2025, una relazione consuntiva, corredata del rendiconto analitico della gestione dei contributi pubblici ricevuti a questo fine e la invii alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Ufficio per lo Sport, che provvede alla sua trasmissione alle Camere, per il deferimento alle Commissioni parlamentari competenti per materia. |
Sintesi del contenuto |
La relazione illustra in premessa il processo di definizione dei principali termini e condizioni per l’organizzazione delle Finali ATP per mezzo della sottoscrizione, in data 11 aprile 2019, da parte della Federazione italiana tennis (dal 1° gennaio 2023 Federazione italiana tennis e padel – FITP) e di ATP Tour Inc. (l’ente internazionale che gestisce il circuito di tennis maschile professionistico noto come “ATP Tour”), di uno “Short Form Agreement” cui ha fatto seguito, in data 22 ottobre 2021, il “Long Form Agreement” contenente in maniera estesa le pattuizioni che erano state oggetto del precedente atto. Per quanto attiene alla governance dell’evento, la relazione segnala che Federazione ha curato, anche grazie ad apposita convenzione sottoscritta con Sport e Salute S.p.A., ogni attività organizzativa ed esecutiva diretta allo svolgimento della manifestazione sportiva, mentre l’ATP ha assunto tutte le decisioni relative alla gestione delle competizioni tennistiche. Si ricorda inoltre che la FITP e l’ATP hanno assicurato il coordinamento delle attività inerenti alla direzione della manifestazione attraverso la costituzione di un Joint Committee, previsto dal Long Form Agreement. È stato inoltre istituito un Comitato per le ATP Finals che svolge funzioni di coordinamento e monitoraggio in ordine alla promozione della città e del territorio di Torino, favorendo lo sviluppo delle locali attività economiche, sociali e culturali. La relazione illustra quindi le location della manifestazione, il format dell’evento (disputatosi da domenica 13 a domenica 20 novembre 2022) e i risultati sportivi conseguiti. Si riferisce inoltre che la società Nielsen è stata incaricata di effettuare un’indagine per misurare il livello di gradimento degli spettatori che abbiano assistito all’Evento (Customer Satisfaction) ed un’analisi qualitativa dei contenuti digitali (Digital Listening), i cui esiti sono riportati in allegato alla relazione (allegato 2). Nel 2022 la manifestazione ha fatto registrare livelli di soddisfazione ancora più alti rispetto al 2021, come testimoniato anche dal numero di biglietti emessi, che ha raggiunto nel 2022 le 159.961 unità, con un incremento di 47.452 biglietti rispetto alla prima edizione. Nella relazione è inoltre riportato uno report (allegato 3) che analizza l’impatto economico diretto, indiretto, indotto e fiscale delle Finali ATP, nonché i benefici (non sempre misurabili in termini direttamente economici) da esse derivanti. Si dà quindi conto dell’impegno della Federazione per la sostenibilità dell’evento (con riferimento a: mobilità e ambiente circostante; riutilizzo di materiali; riduzione dell’uso e consumo di carta; consumi energetici). In merito ai contributi pubblici concessi dal Governo, dal comune di Torino e dalla regione Piemonte, la relazione fa presente che essi sono stati utilizzati a copertura della Licence Fee e del Prize Money stabiliti nel Long form Agreement e fornisce una tabella che riporta il dettaglio delle spese coperte dalla Federazione con i 14,4 milioni di euro di contributi versati dal Governo. Complessivamente, considerando anche i contributi deliberati dal comune di Torino e dalla regione Piemonte, si riferisce che la Federazione è riuscita a coprire il 58% delle spese sostenute per Licence Fee e Prize Money, mentre rimane a carico dell’autofinanziamento dell’evento la parte restante di tali voci e tutti i costi di organizzazione. |
NN 15, n. 128 Annuncio 7/6/2023 |
Relazione concernente la procedura d’infrazione n. 2023/4001, avviata, ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, per violazione del diritto dell’Unione europea in relazione alla presunta violazione della direttiva 2011/7/UE concernente i pagamenti dovuti dal servizio sanitario della regione Calabria |
Presentata dal Ministro della salute |
L’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l’avvio di una procedura d’infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l’inadempimento o la violazione contestati con la procedura d’infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa. La relazione è trasmessa contestualmente al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari europei. Le Camere possono assumere al riguardo tutte le opportune deliberazioni in conformità ai rispettivi Regolamenti. Si ricorda che il comma 3 dell’articolo 15 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri – o il Ministro per gli affari europei – informi senza ritardo le Camere e la Corte dei conti di ogni sviluppo significativo relativo a procedure d’infrazione basate sull’articolo 260 del TFUE. La legge n. 234 del 2012 prevede che il Governo possa raccomandare l’uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi. |
Sintesi del contenuto |
La relazione ricorda che con la procedura di infrazione n. 2023/4001, avviata con lettera di messa in mora del 19 aprile 2023, la Commissione europea ha contestato all’Italia la violazione degli articoli 4 (Transazioni fra imprese e pubbliche amministrazioni) e 7 (Clausole contrattuali e prassi inique) della direttiva 2011/7/UE, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, nonché dell’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE (diritto ad un ricorso effettivo e a un giudice imparziale) da parte del disposto della lettera g) del comma 2 dell’articolo 16-septies del decreto-legge n. 146 del 2021. La relazione segnala che la disposizione contestata, recante misure volte a garantire la liquidità del servizio sanitario della regione Calabria attraverso il divieto di intraprendere azioni esecutive nei confronti dei suoi enti, oltre a considerare non produttive di effetti le azioni esecutive già intraprese sino alla data del 31 dicembre 2025, è stata dichiarata illegittima dalla sentenza della Corte Costituzionale 11 novembre 2022, n. 228, per contrasto con gli articoli 24 e 111 della Costituzione, e pertanto non è più in vigore. La relazione richiama quindi le ragioni ispiratrici della disposizione oggetto della procedura d’infrazione, ascrivibili alla situazione di incertezza economico-finanziaria della regione Calabria (che, si ricorda, si traduce in incertezza nell’erogazione delle prestazioni sanitarie e nella garanzia dei livelli essenziali di assistenza), alla luce delle quali il legislatore nazionale aveva ritenuto di adottare una misura, per la sola regione interessata, temporalmente limitata, ma che consentisse alle aziende del Servizio sanitario regionale di procedere ai pagamenti dei debiti di nuova o contestuale insorgenza senza accumulare ulteriori ritardi e in modo da gestire in maniera ordinata la liquidità degli stessi enti. Si segnala quindi che, persistendo la situazione di crisi, il legislatore ha ritenuto di proporre una nuova norma funzionale al processo di riordino in atto della sanità calabrese, rispettosa dei canoni forniti dalla Corte costituzionale con la citata sentenza n. 228/2022. A tal fine, in sede di conversione è stato introdotto all’articolo 2 del decreto-legge 8 novembre 2022, n. 169, il nuovo comma 3-bis. |
Annuncio 10/5/2023 |
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Presentata dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR |
L’articolo 14 della legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea), dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri – o il Ministro per gli affari europei – sulla base delle informazioni ricevute dalle amministrazioni competenti, trasmetta ogni tre mesi alle Camere, alla Corte dei conti, alle regioni e alle province autonome un elenco, articolato per settore e materia: a) delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea relative a giudizi di cui l’Italia sia stata parte o che abbiano rilevanti conseguenze per l’ordinamento italiano; b) dei rinvii pregiudiziali disposti ai sensi dell’articolo 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) da organi giurisdizionali italiani; c) delle procedure d’infrazione avviate nei confronti dell’Italia ai sensi degli articoli 258 e 260 del TFUE con informazioni sintetiche sull’oggetto e sullo stato del procedimento, nonché sulla natura delle eventuali violazioni contestate all’Italia; d) dei procedimenti di indagine formale avviati dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia in materia di aiuti di Stato alle imprese, ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 2, del TFUE. |
Sintesi del contenuto |
La relazione fornisce l’elenco, riferito al primo trimestre 2023, delle questioni inerenti al precontenzioso e al contenzioso con l’Unione europea, nonché dei procedimenti di indagine formale avviati dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia in materia di aiuti di Stato alle imprese. L’elenco, predisposto dal Dipartimento per le politiche europee sulla base delle informazioni pervenute dalle Amministrazioni competenti, è suddiviso in distinti allegati, corrispondenti alle categorie individuate dall’articolo 14, comma 1, lettere a), b), c) e d), della legge n. 234 del 2014. I dati contenuti nella documentazione riportata negli allegati sono stati suddivisi, all’interno delle categorie, per settore e materia, utilizzando una classificazione, non tassativa, riportata nell’Allegato I (punto 1) alla relazione. La relazione fa presente che la classificazione scelta è applicata alle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea ed ai rinvii pregiudiziali (Allegati II e III), mentre per le procedure di infrazione (Allegato IV) la classificazione seguita (riportata al punto 2 dell’Allegato I) è basata essenzialmente sull’articolazione in cui sono ripartite le attività della Commissione europea. Le procedure d’infrazione sono elencate inoltre per Amministrazione competente (Allegato V). La relazione segnala quindi che per quanto concerne la redazione dell’elenco dei procedimenti di indagine formale avviati dalla Commissione nei confronti dell’Italia ai sensi dell’art. 108 TFUE (Allegato VI), si è invece seguito un criterio diverso, che fa riferimento allo stadio di avanzamento della relativa procedura, in quanto la materia degli aiuti mal si presta ad un’articolazione per materia analoga a quella utilizzata per i rinvii pregiudiziali, le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea e le procedure d’infrazione. Per consultare gli aggiornamenti dello stato delle infrazioni a carico dell’Italia sulla base delle decisioni assunte dalla Commissione europea, si rinvia alla pagina relativa del sito internet del Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri. |
NN. 06, n. 40 Annuncio 17/5/2023 |
Relazione sui risultati raggiunti nell’attuazione dei progetti Normattiva e x-leges e loro prospettive di sviluppo(Dati aggiornati al 30 aprile 2023) |
Trasmessa dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri |
L’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014)”, al comma 313, prevede che il Governo, entro il 30 aprile di ogni anno, riferisca alla Commissione parlamentare per la semplificazione, di cui all’articolo 14, comma 19, della legge 28 novembre 2005, n. 246, e successive modificazioni, sui risultati raggiunti nell’attuazione dei progetti Normattiva e x-leges e sulle loro prospettive di sviluppo. |
Sintesi del contenuto |
La relazione fornisce elementi informativi sulla gestione dei progetti Normattiva e x-leges e sulle loro prospettive di sviluppo, dando conto delle rispettive fasi progettuali nel periodo intercorrente da maggio 2022 ad aprile 2023. Essa evidenzia che il 2022 ha costituto un anno di particolare e intensa attività per la gestione del progetto Normattiva, che ha ricevuto un rinnovato impulso. La relazione dà quindi conto della conclusione della Convenzione per la reingegnerizzazione e la manutenzione correttiva/adeguativa del portale “Normattiva”, stipulata tra il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi (DAGL) della Presidenza del Consiglio dei ministri e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. (IPZS), con decorrenza dall’8 agosto 2019 al 7 ottobre 2021, in conformità con quanto previsto dall’articolo l, comma 310, della legge n. 147 del 2013. Si ricorda quindi che l’esigenza di assicurare la necessaria continuità della gestione corrente del portale, unanimemente condivisa nell’ambito del Comitato di gestione del portale Normattiva, ha determinato la predisposizione di due successivi atti aggiuntivi che hanno previsto l’ultrattività della predetta Convenzione e la proroga delle relative attività, rispettivamente, fino al 7 giugno 2022 e fino al 7 ottobre 2022, per i quali al Poligrafico sono stati corrisposti importi complessivi pari a 278.008,13 euro e a 139.004,07 euro. La relazione illustra quindi la fase di predisposizione della nuova Convenzione, sottoscritta il 14 novembre 2022 (previo parere favorevole di congruità economica e tecnica dell’Agenzia per l’Italia digitale) dal Capo DAGL e dall’Amministratore delegato di IPZS, con acquisizione delle intese da parte dei Segretari generali di Camera e Senato. La nuova Convenzione quadro ha effetti fino al 7 dicembre 2024, per un costo complessivo pari a 1.673.890,22 euro, di cui 625.380 destinati alle attività di realizzazione degli sviluppi evolutivi del portale, da attuare mediante la stipula di specifici accordi esecutivi. Tra le attività evolutive, la relazione evidenzia il superamento dell’originaria visualizzazione con un testo preformattato a 80 colonne, derivante dalla Gazzetta Ufficiale e l’adozione della modalità di visualizzazione responsive anche ai fini della corretta visualizzazione sui dispositivi mobili (tablet e smartphone), oggetto di Accordo esecutivo sottoscritto tra la PCM e il Poligrafico in data 22 marzo 2023. La relazione menziona quindi ulteriori attività evolutive previste dalla nuova Convenzione, tra le quali lo sviluppo di un’apposita funzionalità che consenta il download di collezioni di atti normativi nelle varie versioni vigenti anche in vista della realizzazione di un nuovo portale open data. Quanto al finanziamento del progetto “Normattiva”, a valere sul Capitolo 119 “Fondo per l’informatizzazione e la classificazione della normativa vigente” del bilancio della PCM, la relazione riferisce che le somme complessivamente assegnate nell’anno 2022 a tale capitolo sono pari a 656.522 euro quale somma oggetto dello stanziamento iniziale in conto competenza. Gli impegni assunti per l’anno 2022 ammontano a 777.585,41 euro, comprensivi delle somme disponibili accertate nell’esercizio 2021 (pari a euro 121.336,40). In merito al progetto x-leges (di cui all’art. 1, comma 312, della legge n. 147 del 2013), si fa presente che a causa del mancato rifinanziamento del Fondo per il completamento e lo sviluppo di tale progetto, ad oggi, non vi sono risorse finanziarie per la sua implementazione. Sono tuttavia allo studio nuove funzionalità della piattaforma, anche con il coinvolgimento delle istituzioni interessate. |
Annuncio 27/6/2023 |
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Presentata dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale |
L’articolo 7 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146 (Misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria), ha istituito presso il Ministero della giustizia il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, prevedendo che trametta annualmente una relazione sull’attività svolta ai Presidenti del Senato e della Camera, nonché al Ministro dell’interno e al Ministro della giustizia. Il mandato del Garante in carica è stato prorogato di due anni oltre la scadenza dal decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130. |
Sintesi del contenuto |
La relazione sulle attività svolte nell’anno 2022, aggiornata al mese di maggio 2023, l’ultima presentata Collegio del Garante nella sua attuale composizione, offre una prospettiva di sintesi dell’esperienza maturata al termine del proprio mandato. Si analizzano pertanto i mutamenti intervenuti, segnalando le evoluzioni che appaiono ulteriormente necessarie con riferimento alle diverse aree in cui il Garante esercita le proprie funzioni. Nell’area penale, per quanto attiene alla funzione di prevenzione delle violazioni dei diritti delle persone private della libertà, si riferisce che il Garante nazionale ha effettuato oltre 300 visite a strutture per adulti e per minorenni, evidenziando la crescente autorevolezza acquisita dalle raccomandazioni formulate con i rapporti redatti a seguito delle visite condotte. Circa la funzione reattiva alle violazioni di tali diritti e di verifica delle circostanze critiche che possono determinarle, si segnala la crescita dell’entità dei reclami e delle segnalazioni, passati dai 234 del 2016 ai 649 del 2022, per un ammontare complessivo di 3.764 fascicoli istruiti nel corso del mandato. Si ricorda inoltre il ruolo acquisito nel tempo dal Garante nei processi che si sono avviati, negli anni, per fatti di violenza all’interno di strutture privative della libertà, in prevalenza penitenziarie. La relazione descrive quindi i perduranti aspetti di criticità e degrado della situazione carceraria emersi, in particolare, nell’emergenza pandemica, sulla quale si sono innescate le numerose manifestazioni di protesta esplose nel mese di marzo 2020, evidenziati anche dagli atti suicidari (85 nel 2022). La relazione dà poi conto dell’attività di vigilanza condotta dal Garante nel contesto delle diverse Forze di Polizia, in particolare nei presidi territoriali, per valutare l’adeguatezza delle strutture adibite alle esigenze restrittive, segnalando, in particolare, che al 31 dicembre 2022, le camere di sicurezza sul territorio italiano sono 1.956 di cui soltanto 1.230 agibili, con il rischio di alimentare il fenomeno delle cosiddette “porte girevoli del carcere”. Si ricorda inoltre l’azione condotta dal Garante per accertare che la persona arrestata o fermata sia messa a conoscenza dei propri diritti, per prevenire maltrattamenti o verificarli in caso di denunce o segnalazioni, nonché sul tema dell’identificabilità degli operatori, degli strumenti e dei mezzi previsti per la difesa dell’ordine e della sicurezza. La relazione affronta quindi, sempre alla luce di un percorso settennale, i temi attinenti l’attività del Garante nazionale nell’area della privazione di libertà dei migranti trattenuti nei centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), o in luoghi diversi (come i locali di frontiera, i “locali idonei, o gli hotspot), e per il monitoraggio dei rimpatri forzati, prevalentemente tramite voli charter (nel 2022 sono stati 2.724 i cittadini stranieri scortati dalla Polizia nel proprio Paese d’origine con un vettore interamente loro dedicato), richiamando l’attenzione sui numerosi Rapporti pubblicati al riguardo dal Garante e sulle raccomandazioni in essi formulate. La relazione riferisce poi in merito all’operato e alle valutazioni del Garante nelle ulteriori aree e nei relativi luoghi in cui le persone possono essere ristrette: si tratta delle strutture aventi connotazione penale (come le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, Rems), dei servizi psichiatrici ospedalieri di diagnosi e cura (Spdc) e delle residenze di natura sanitaria, socio-sanitaria e socio-assistenziale, che ospitano disabili e anziani, che si trasformano de facto in contesti di privazione della libertà. |
Annuncio 30/6/2023 |
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Presentata dall’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni |
L’articolo 13 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), istituisce l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS), disponendo che trasmetta annualmente al Parlamento e al Governo una relazione sulla propria attività. Lo statuto dell’IVASS, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 12 dicembre 2012, specifica che la trasmissione avvenga entro il mese di giugno di ogni anno. L’articolo 1 della legge 4 agosto 2017, n. 124 (Legge annuale per il mercato e la concorrenza), al comma 33, stabilisce che l’IVASS eserciti poteri di vigilanza e di controllo sull’osservanza delle disposizioni di cui alla stessa legge n. 124, con speciale riguardo a quelle relative alla riduzione dei premi dei contratti di assicurazione, all’evoluzione dei costi per il risarcimento dei sinistri e al rispetto degli obblighi di pubblicità e di comunicazione, anche in fase di offerta contrattuale, prevedendo che dell’esito dell’attività svolta sia dato specificamente conto nella relazione al Parlamento. |
Sintesi del contenuto |
La relazione descrive preliminarmente l’andamento nel 2022 del mercato assicurativo in ambito mondiale ed europeo e fornisce una dettagliata analisi di quello nazionale. In particolare, si segnala che al 31 dicembre 2022 in Italia operano 88 imprese di assicurazione nazionali e 4 rappresentanze di imprese estere con sede legale in Paesi non appartenenti allo Spazio economico europeo (SEE). La relazione fa presente che nel 2022 il ROE (risultato di esercizio su patrimonio netto) per l’intero comparto assicurativo è pari al 3,2%, oltre 5 punti percentuali in meno rispetto al 2021. Nella gestione vita si passa dal 9,9% nel 2021 al -1%, mentre per la gestione danni la redditività aumenta di un punto percentuale raggiungendo l’8,1%. La ridotta profittabilità dei rami vita si traduce in un risultato d’esercizio in perdita per -0,4 miliardi, a fronte dei +4,3 miliardi nell’anno precedente. Le perdite dei rami vita interrompono una successione di risultati positivi nel periodo 2012-2021. I rami danni registrano un utile pari a 2,7 miliardi, quasi invariato rispetto al 2021. Anche l’andamento dei premi è stato nettamente differenziato tra i comparti vita e danni: nel secondo i premi sono cresciuti, con l’eccezione del ramo auto, nel primo il calo è stato marcato nel 2022 (11 per cento) ed è proseguito nei primi mesi del 2023. La relazione riporta poi, in distinti paragrafi, i dati relativi alle imprese vigilate dall’IVASS con riferimento ai due diversi sistemi di valutazione local gaap e Solvency II. Si forniscono quindi approfondimenti sulle polizze r.c. auto (anche con il raffronto sui premi e costi tra l’Italia e altri Paesi europei, nonché tra le diverse province italiane e tra le imprese assicuratrici), sui rami vita e sull’effetto dei tassi di interesse nel mercato assicurativo. Vengono altresì fornite informazioni sul servizio di comparazione informativa on line sulle tariffe r.c. auto “Preventivass” e sull’attività antifrode svolta dall’IVASS. La relazione riferisce poi sull’evoluzione della normativa europea e sul suo recepimento nella normativa nazionale e illustra il contributo dell’IVASS all’attività degli organismi internazionali. Viene quindi descritta l’azione di vigilanza prudenziale dell’IVASS volta a valutare i rischi ai quali sono esposte le imprese del settore assicurativo in relazione all’andamento del quadro macroeconomico, rilevando che nei confronti delle compagnie più esposte alle dinamiche dei tassi e dei riscatti sono state adottate opportune iniziative di vigilanza e previsti, nonché in molti casi attuati, interventi per migliorare la posizione di solvibilità. Alla vigilanza prudenziale si affianca quella macroprudenziale, attraverso monitoraggi con diversa frequenza volti a identificare un eventuale accumulo di rischio sistemico. La relazione si sofferma infine diffusamente sull’attività svolta dall’IVASS a tutela dei consumatori, articolata nei diversi aspetti della relazione tra consumatore e prodotto assicurativo, anche attraverso la gestione dei reclami, nonché sull’impegno dell’Istituto per la diffusione capillare dell’educazione assicurativa. |
Annuncio 27/6/2023 |
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Presentata dalla Società italiana degli autori ed editori |
L’articolo 28 del decreto legislativo 15 marzo 2017, n. 35 (Attuazione della direttiva 2014/26/UE sulla gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno), dispone che la Società italiana degli autori ed editori (SIAE) trasmetta al Parlamento, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione sui risultati dell’attività svolta, relativa ai profili di trasparenza ed efficienza. Si segnala che la relazione deve essere altresì trasmessa agli enti vigilanti di cui al comma 3 dell’articolo 1 della legge 9 gennaio 2008, n. 2 (Disposizioni concernenti la Società italiana degli autori ed editori), in base al quale il Ministro della cultura esercita, congiuntamente con il Presidente del Consiglio dei Ministri, la vigilanza sulla SIAE, sentito il Ministro dell’economia e delle finanze per le materie di sua specifica competenza. |
Sintesi del contenuto |
La relazione, strutturata in due sezioni, ripercorre nella prima le origini e le finalità della SIAE e dà conto della composizione della governance e degli organi di controllo dell’ente. Si riferisce quindi in merito all’evoluzione nel 2022 del quadro normativo incidente sull’ambito di attività della SIAE, segnalando, tra l’altro, l’avvio dell’iter approvativo di due degli otto regolamenti applicativi delle direttive UE 2019/790 (c.d. Copyright) e 789/2019 (c.d. Broadcasting) e l’approvazione del Regolamento sui servizi digitali (DSA-Digital Services Act) e del Regolamento DMA-Digital Markets Act, volto a contrastare la posizione dominante di alcune piattaforme e mettere fine alle pratiche commerciali sleali. La relazione illustra quindi le iniziative cui la SIAE ha partecipato in ambito comunitario in collaborazione con GESAC (Gruppo Europeo delle Società di Autori e Compositori), tra le quali l’adesione all’iniziativa Creators for Ukraine, e l’avvio del progetto FairMusE, nell’ambito del programma UE Horizon 2000. Quanto all’attività svolta dalla SIAE per gli associati e per gli utilizzatori, si ricorda che la Società (ente no profit che non riceve contributi pubblici) destina i risultati della gestione a vantaggio degli associati mediante la riduzione dei costi a loro carico (quote di spettanza SIAE), alla promozione culturale e agli investimenti strategici. Si evidenziano altresì le specifiche iniziative a tutela dei giovani (tra cui l’iscrizione gratuita per gli under 31), nonché per la promozione internazionale degli autori italiani. La relazione descrive quindi l’attività di tutela del diritto d’autore, che la SIAE rivolge a tutti i settori artistici (attualmente suddivisi in cinque specifici repertori: Musica, DOR, Lirica, OLAF e Cinema), svolgendo anche servizi complementari alla gestione autorale. La relazione richiama poi le principali iniziative del 2022, nonché i risultati più significativi sul piano della trasformazione tecnologica e applicativa. Si dà quindi conto delle misure adottate per la razionalizzazione del costo del personale e a sostegno dell’attività di promozione culturale e sociale a favore della quale sono stati erogati 1,3 milioni di euro di contributi, di cui 1,1 milioni a carico del conto economico SIAE e 0,2 milioni finanziati con i conti speciali sezionali e il Fondo importi non distribuibili. La seconda sezione della relazione analizza la situazione economica e patrimoniale complessiva, illustrando la gestione finanziaria e i risultati di esercizio; vengono inoltre forniti i prospetti contabili sintetici. In particolare, si fa presente che nel 2022 la gestione SIAE ha registrato una consistente perdita d’esercizio, pari a circa 29,8 milioni di euro al netto delle imposte che, sostanzialmente, recepisce le svalutazioni operate a valere sul Fondo Nabucco (immobiliare) e sul Fondo Alben (finanziario). L’aliquota media delle quote provvigionali SIAE a carico degli associati risulta pari al 14,1% (12,8% nell’esercizio precedente), comunque inferiore ai livelli pre-pandemia (+14,9% nel 2019). Nel 2022 il fatturato complessivo si è attestato a 792 milioni di euro (+194,2 milioni rispetto al 2021), mentre i diritti ripartiti/liquidati agli aventi diritto (compresa la Copia Privata) ammontano a 557,2 milioni. Gli incassi per diritto d’autore registrati nel 2022 sono pari a 577,1 milioni (+181,9 milioni sul 2021). |
Annuncio 2/5/2023 |
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Presentata dalla Fondazione Ugo Bordoni |
L’articolo 7 del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, recante Disposizioni urgenti nell’ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale, prevede che la Fondazione Ugo Bordoni invii, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione al Governo e alle competenti Commissioni parlamentari nella quale dia conto delle attività svolte nell’anno precedente. La Fondazione Ugo Bordoni, riconosciuta dalla legge 16 gennaio 200,3 n. 3 istituzione di alta cultura e ricerca sottoposta alla vigilanza del Ministero delle imprese e del made in Italy, è un ente finalizzato alla ricerca, all’innovazione tecnologica e alla prestazione di servizi, con lo scopo di promuovere l’innovazione, lo sviluppo tecnologico del Paese e l’alta formazione tecnologica, favorendo lo sviluppo del sistema produttivo nazionale. I compiti e la struttura organizzativa della Fondazione Ugo Bordoni sono stati ridefiniti dall’articolo 27 del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44. Si ricorda che la legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Legge di bilancio 2018), all’articolo 1, comma 1042, ha individuato nella Fondazione il soggetto che ha supportato il Ministero dello sviluppo economico nelle attività di transizione della banda 700 Mhz dall’uso televisivo alla banda larga e di assegnazione delle frequenze 5G agli operatori di telecomunicazioni |
Sintesi del contenuto |
La relazione illustra il percorso storico, la missione, la struttura e la governance della Fondazione Ugo Bordoni (FUB). Vengono quindi delineate le aree di competenza in cui si esplica l’attività dell’ente. L’area analisi dati è caratterizzata da un’elevata competenza sulle tecnologie avanzate di intelligenza artificiale, information retrieval e big data, unitamente alle capacità di ingegnerizzazione e di sviluppo prototipale necessarie per risolvere problemi complessi in domini specifici mediante l’uso di tali tecnologie. La relazione segnala che le attività 2022, in particolare, si sono concentrate su valutazione dell’impatto economico del 5G, rilevazione automatica della contraffazione online, valutazione della comunicazione pubblica sulle reti sociali, soluzioni innovative per smart mobility, e sviluppo di motori di ricerca IoT. Nel corso del 2022, inoltre, sono state rafforzate le collaborazioni con le altre aree della FUB. L’area cybersecurity persegue la crescita di conoscenze e competenze nell’ambito della cybersicurezza. La relazione fa presente che nella seconda metà del 2022, a seguito dell’istituzione dell’Agenzia nazionale della cybersicurezza (ANC), le attività che la FUB svolgeva per il Ministero dello sviluppo economico sono state esercitate in collaborazione con l’Agenzia, con la quale è in corso di definizione una convenzione triennale. L’area servizi digitali è dedicata allo sviluppo di progetti nel campo della digitalizzazione della PA, nei servizi di supporto al cittadino e nelle metodologie di sviluppo software, oltre che di supporto ai progetti sviluppati dalle altre aree della FUB. La relazione riferisce che un importante risultato raggiunto nel corso del 2022 è stato il rilascio del nuovo Registro pubblico delle opposizioni (RPO), esteso anche alle numerazioni mobili. Nell’area TLC- Reti e spettro si collocano tutte le competenze afferenti alle reti di telecomunicazioni. Nel corso del 2022 sono state condotte diverse attività che riguardano il calcolo della copertura di determinati sistemi radio. Ulteriori attività hanno riguardato lo studio dei modelli di radiopropagazione per le frequenze di prossima armonizzazione (WRC-2023) e di modelli di coesistenza e di politiche di spectrum sharing, nella creazione di test bed per soluzioni tipo o-RAN, nello studio di funzioni di rete per l’integrazione tra le reti terrestri e satellitari (progetto ESA Spazio – Dinos5G) e nel monitoraggio delle sperimentazioni 5G nel territorio Genova. La relazione descrive quindi i progetti condotti dalla FUB, illustrandoli tramite distinte schede illustrative di ciascuno di essi, con riferimento agli anni 2022 e 2023. Si dà altresì conto della partecipazione della Fondazione a gruppi di studio e di lavoro, commissioni, tavoli tecnici e azioni COST (European Cooperation in Science and Technology). La relazione riferisce infine in merito agli obiettivi strategici che la Fondazione intende perseguire nel periodo 2023-2025. |
Annuncio 4/5/2023 |
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Presentata dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri |
L’articolo 23 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, recante Norme per la tutela della concorrenza e del mercato, prevede che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato presenti, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione sull’attività svolta nell’anno precedente al Presidente del Consiglio dei Ministri, il quale la trasmette entro trenta giorni al Parlamento. Il medesimo articolo 23, al comma 1-bis, introdotto dall’articolo 1 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 185, stabilisce che la relazione annuale includa informazioni circa la nomina e la rimozione dei membri dell’Autorità, l’importo della dotazione finanziaria finalizzata a provvedere all’onere derivante dal funzionamento dell’Autorità medesima (di cui all’articolo 10, comma 7-ter, della legge n. 287 del 1990) per l’anno in questione e la variazione di tale importo rispetto agli anni precedenti. |
Sintesi del contenuto |
La relazione consta di cinque capitoli, il primo dei quali concernente la politica della concorrenza e la tutela del consumatore nell’ordinamento nazionale, descrive il contesto macroeconomico e l’esigenza di regolazione del potere di mercato delle piattaforme digitali, ricordando il varo nel 2022 del Digital Markets Act, volto ad assicurare l’equità e la contendibilità dei mercati digitali e il contributo offerto dall’Autorità alla predisposizione del disegno di legge annuale per la concorrenza 2021. Il secondo capitolo riguarda specificamente l’attività di tutela e di promozione della concorrenza: in proposito si forniscono preliminarmente i dati di sintesi circa i procedimenti istruttori condotti dall’Autorità, approfonditi nei successivi paragrafi. I procedimenti descritti riguardano l’accertamento di intese restrittive della concorrenza, gli abusi di posizione dominante e di dipendenza economica e le operazioni di concentrazione. In particolare, si segnala che nel 2022 sono stati condotti complessivamente 28 procedimenti istruttori in applicazione della legge n. 287 del 1990. Tre istruttorie hanno riguardato l’abuso di dipendenza economica ai sensi dell’art. 9 della legge 18 giugno 1998, n. 192 (Disciplina della subfornitura nelle attività produttive). Per le istruttorie concluse con l’accertamento dell’illecito, sono state complessivamente irrogate sanzioni amministrative pecuniarie per 24.892.989 euro. Quanto all’attività di promozione della concorrenza, la relazione segnala che nel 2022 l’AGCM ha realizzato 62 interventi di advocacy pubblicati (di cui 55 ai sensi degli artt. 21, 21-bis e 22 della legge n. 287 del 1990), dando conto dei profili anticoncorrenziali evidenziati. Il capitolo secondo espone inoltre la stima effettuata dall’AGCM con riferimento al periodo 2015-2022 dei benefici per la collettività determinati dalla propria attività di contrasto alle condotte restrittive della concorrenza (customer savings valutabile, nell’intero periodo considerato, in quasi 8 miliardi di euro), nonché gli esiti del monitoraggio sul tasso di ottemperanza da parte dei destinatari alle prescrizioni contenute negli interventi di advocacy. Nel 2022 il monitoraggio ha avuto ad oggetto 161 dei 180 interventi adottati nel biennio 2020-2021 e da esso è emerso che nel 66% dei casi l’esito degli interventi è stato positivo. Il capitolo terzo affronta la tematica della tutela dei consumatori, riferendo, in particolare, che nel 2022 sono stati conclusi 117 procedimenti istruttori condotti per pratiche commerciali scorrette, violazione della disciplina consumer rights, clausole vessatorie e inottemperanze e, in un caso, per violazione del divieto di attività parassitarie. Le sanzioni amministrative pecuniarie irrogate ammontano nel 2022 a un totale di 78.253.000 euro. Il quarto capitolo riguarda l’attività svolta e i principi giurisprudenziali ai fini del riconoscimento alle imprese da parte dell’Autorità del rating di legalità evidenziando l’andamento crescente, nel periodo 2013-2022, del numero di istanze pervenute (nuove attribuzioni e rinnovi) e di procedimenti condotti. Il capitolo quinto riferisce infine sui profili organizzativi e di gestione dell’Autorità, anche per quanto attiene al contenimento della spesa e al miglioramento dell’efficienza, rilevando che nel 2022, le entrate da contributi agli oneri di funzionamento dell’Autorità ammontano complessivamente a 79.730.989 euro (79.879.309 nel 2021). |
X Commissione (Attività produttive)
Annuncio 19/6/2023 |
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Presentata dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente |
L’articolo 2-bis del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17 (Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali), dispone che, entro il 31 dicembre di ogni anno, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) trasmetta al Ministero dell’economia e delle finanze, al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e alle competenti Commissioni parlamentari una relazione sull’effettivo utilizzo delle risorse destinate al contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nei settori elettrico e del gas naturale per l’anno in corso, con particolare riferimento alle disponibilità in conto residui trasferite alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA), distinguendo nel dettaglio tra il comparto elettrico e il comparto del gas. L’articolo 1 del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, stabilisce che con riferimento all’anno 2022 la prima relazione sia trasmessa entro il 31 maggio 2023. |
Sintesi del contenuto |
La relazione elenca in primo luogo le misure adottate dal Governo per contrastare gli effetti della crisi dei prezzi nel 2022, suddivise in tre gruppi di manovre: per l’annullamento degli oneri generali elettrici; per l’annullamento degli oneri generali gas e il contrasto ai prezzi elevati del gas naturale all’ingrosso; per il rafforzamento dei bonus sociali (elettricità e gas). Per ciascun gruppo di disposizioni si riportano tabelle che indicano la ripartizione delle somme trasferite a CSEA dal bilancio dello Stato, nonché lo stato dei trasferimenti a CSEA alla data del 31 dicembre 2022. Per quanto riguarda la rendicontazione, la relazione evidenzia come il 2022 costituisca un anno di assoluta singolarità, osservando che per l’intero anno i gettiti tariffari a copertura degli oneri generali di sistema sia per gli oneri generali elettrici che per gli oneri generali gas sono stati completamente annullati e sostituiti da trasferimenti a CSEA dal bilancio dello Stato per l’anno 2022. Inoltre, mentre in condizioni normali le uniche componenti tariffarie negative degli oneri generali di sistema (vale a dire, a favore dell’utente) sono quelle relative ai bonus sociali a livello “base”, nel 2022 è stata introdotta una nuova componente tariffaria negativa per contrastare i prezzi elevati del gas naturale all’ingrosso. Per gli oneri generali elettrici la relazione evidenzia inoltre la difficoltà nella stima delle risorse da trasferire alla CSEA per mantenere annullato il gettito tariffario, a causa dell’elevata volatilità dei prezzi all’ingrosso. La relazione presenta quindi, per il settore elettrico e per il settore gas, le tabelle di rendicontazione relative al 2022 elaborate confrontando il fabbisogno dell’anno in esame con le risorse raccolte per il medesimo anno e ne analizza le risultanze, con specifici approfondimenti. Per favorire una migliore comprensione delle dinamiche del tutto peculiari che hanno caratterizzato il 2022, la rendicontazione è stata integrata con un’analisi dei flussi di entrata e uscita di CSEA. Si ricorda, infatti, che mentre gli ordinari sfasamenti temporali tra competenza delle esigenze di raccolta e manifestazioni finanziarie, oltre che i naturali disallineamenti tra le tempistiche di incasso del gettito tariffario e l’effettivo pagamento a favore dei beneficiari, in periodi normali, con aliquote e/o oneri relativamente costanti, tendono a equivalersi dinamicamente, tra un anno e l’altro, ciò non è successo nel 2022, in un contesto di rapida ed inattesa variazione dei prezzi delle commodities energetiche, che ha comportato una continua revisione delle previsioni di fabbisogno, nonché dell’onere del bonus elettrico anche in relazione all’allargamento della platea dei beneficiari. La relazione fa presente che dal punto di vista economico le risorse trasferite dal bilancio dello Stato non sono state sufficienti, nel complesso, a coprire il fabbisogno per il 2022, in particolare in relazione al settore elettrico dove l’abbassamento dei prezzi negli ultimi mesi del 2022 ha portato a un aumento del fabbisogno della componente ASOS (oneri per il supporto alle fonti rinnovabili). Il settore gas invece presenta un sostanziale equilibrio dal punto di vista economico. Infine, la relazione delinea le prospettive per il 2023, alla luce delle tendenze emerse nei primi mesi dell’anno in corso. |
Annuncio 30/6/2023 |
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Presentata dall’Autorità nazionale anticorruzione |
L’articolo 213 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici) dispone che l’Autorità nazionale anticorruzione predisponga e invii al Governo e al Parlamento la relazione annuale sull’attività svolta prevista dall’articolo 1 della legge 6 novembre 2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione), evidenziando le disfunzioni riscontrate nell’esercizio delle proprie funzioni. Si ricorda che il decreto legislativo n. 50 del 2016 è stato abrogato, a decorrere dal 1° luglio 2023, dall’articolo 226 del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 (Nuovo codice degli appalti). L’obbligo di relazione è stato riprodotto dall’articolo 222, comma 3, del citato decreto legislativo n. 36 del 2023. |
Sintesi del contenuto |
La relazione, articolata in cinque parti, illustra nella prima il ruolo dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nel contesto interno ed internazionale. Sul primo versante si dà conto dell’intensa attività di dialogo e di collaborazione con gli organi costituzionali svolta nel corso dell’anno 2022, attraverso segnalazioni e audizioni, in particolare per la predisposizione del nuovo Codice dei contratti pubblici (decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36). La parte seconda concerne la prevenzione della corruzione e la trasparenza. In particolare, circa l’attività di regolazione dell’ANAC in tale ambito, si dà conto dell’adozione, nel corso del 2022, del Piano nazionale anticorruzione 2022-2024 (PNA 2022) e si riferisce sull’attività consultiva assicurata dall’Autorità sui temi della trasparenza. La relazione illustra poi i poteri regolatori dell’ANAC nel sistema di tutela del dipendente pubblico che denuncia illeciti (whistleblowing). Per quanto attiene all’analisi dei dati, si segnala l’avvio dell’implementazione degli strumenti informatici per la realizzazione della Piattaforma unica della trasparenza amministrativa e si illustrano le risultanze del monitoraggio sui dati inerenti i fenomeni corruttivi forniti dalle amministrazioni e dagli enti tenuti all’adozione di idonei Piani triennali di prevenzione della corruzione e tutela della trasparenza (PTPCT) e al rispetto delle misure in esso contenute. Tra i traguardi significativi raggiunti nel 2022 si segnala la messa a disposizione sul sito web dell’ANAC della sezione “Misura la corruzione”, con cui sono stati elaborati un insieme di indicatori scientifici volti a misurare il rischio di corruzione sul territorio. Si riferisce quindi sull’attività di vigilanza svolta dall’ANAC a prevenzione della corruzione e a tutela della trasparenza, con particolare attenzione al conflitto di interessi nell’ambito dei contratti pubblici. La parte terza analizza il mercato dei contratti pubblici (di cui si evidenzia la forte crescita nel 2022) ed illustra la funzione di regolazione dell’ANAC alla luce della nuova disciplina degli appalti, con riferimento all’aggiornamento del bando-tipo n. 1 del 2021, alle linee guida adottate e alla revisione dei prezzi di beni e servizi. Viene quindi affrontato il tema dell’attuazione del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza. La relazione riferisce altresì sulla gestione di ANAC dell’elenco delle amministrazioni e degli enti aggiudicatori che affidano a società in house, nonché sugli aspetti problematici connessi all’eliminazione di tale elenco disposta dal decreto legislativo 31 marzo 2023 n. 36. Specifici capitoli riguardano l’istituto del precontenzioso e l’attività di arbitrato. La parte quarta, dedicata all’attività di vigilanza svolta dall’ANAC sul mercato dei contratti pubblici, riferisce sulla vigilanza collaborativa (a favore delle stazioni appaltanti) e speciale, sulle concessioni e sul partenariato pubblico/privato, nonché sull’attività di alta sorveglianza sulle grandi opere esercitata dal presidente dell’ANAC. Ulteriori temi trattati riguardano la vigilanza sui lavori pubblici e sui contratti di servizi e forniture. La relazione riferisce inoltre sull’attività inerente agli istituti di premialità (rating di legalità e di impresa), sui controlli periodici sulle Società organismi di attestazione (SOA), nonché sulle attestazioni di qualificazione delle imprese rilasciate dagli operatori economici e sulla gestione del Casellario informatico. La parte quinta della relazione riguarda i profili organizzativi dell’ANAC. |
Annuncio 10/5/2023 |
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Presentata dal Commissario per l’individuazione, progettazione e tempestiva esecuzione delle opere connesse all’adeguamento della viabilità statale nella provincia di Belluno per l’evento sportivo Cortina 2021 |
L’articolo 61 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, stabilisce che il presidente pro tempore della società ANAS S.p.a., nominato Commissario per l’individuazione, progettazione e tempestiva esecuzione delle opere connesse all’adeguamento della viabilità statale nella provincia di Belluno per l’evento sportivo Cortina 2021, predisponga un piano degli interventi di adeguamento della rete viaria statale e delle relative connessioni con la viabilità locale, contenente la descrizione di ciascun intervento con la relativa previsione di durata e l’indicazione delle singole stime di costo, salva la possibilità di rimodulazione e integrazione, nei limiti delle risorse disponibili. Il medesimo articolo 61 dispone inoltre che, con cadenza annuale e al termine dell’incarico il Commissario invii alle Camere, per la trasmissione alle competenti Commissioni parlamentari, al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per lo sport e al Ministro della cultura una relazione sulle attività svolte, insieme alla rendicontazione contabile delle spese sostenute. Si ricorda che il Commissario cessa dalle sue funzioni con la consegna delle opere del piano, prevista entro il termine del 31 gennaio 2021, ad esclusione di quelle individuate con decreto commissariale n. 12 del 14 gennaio 2021 come non indispensabili al regolare svolgimento degli eventi sportivi, da consegnare entro il 31 dicembre 2022. |
Sintesi del contenuto |
La relazione ricorda che il Piano originario degli interventi di adeguamento della viabilità statale in provincia di Belluno è stato trasmesso ai soggetti istituzionali indicati dall’articolo 61 del decreto-legge n. 50 del 2017 il 23 giugno 2017. Il Piano, rimodulato e integrato, è stato nuovamente inviato il 5 dicembre 2019. Ulteriori rimodulazioni e integrazioni sono state trasmesse il 17 agosto 2021 e il 18 ottobre 2022. L’importo complessivo degli interventi contenuti nel Piano è pari a 383.564.150,68 euro; tuttavia le risorse necessarie alla copertura del Piano medesimo ammontano a 378.028.694,62 euro, stante l’utilizzo delle economie degli interventi ultimati e collaudati. Relativamente alla Strada Statale 51 di Alemagna il Piano ha previsto la realizzazione di 52 interventi, di cui 49 di potenziamento, riqualificazione e messa in sicurezza, sostanzialmente insistenti sul sedime attuale della strada statale, e 3 di variante in nuova sede stradale per l’attraversamento dei centri abitati di Tai di Cadore, Valle di Cadore e San Vito di Cadore. Riguardo alle strade statali 51 bis e 52, il Piano comprende la realizzazione di 24 interventi di potenziamento, riqualificazione e messa in sicurezza, sostanzialmente insistenti sul sedime attuale delle suddette strade statali, di cui 7 sulla SS 51 bis e 17 sulla SS 52. Tutte le procedure di autorizzazione degli interventi del Piano (come aggiornato e rimodulato a ottobre 2022) sono state concluse. La relazione dà quindi conto, attraverso apposite tabelle, dello stato di attuazione al 31 dicembre 2022, data di cessazione dell’incarico commissariale, degli interventi previsti dal Piano sulle SS 51, SS 51-bis e SS 52, indicando anche l’importo del corrispondente investimento. Per le 3 varianti in nuova sede stradale, si segnala che a dicembre 2022 si è proceduto all’avvio delle gare per la scelta dell’appaltatore cui affidare l’esecuzione dei lavori. Quanto alla rendicontazione delle spese, la relazione riferisce che, a fronte del finanziamento complessivamente assegnato (pari, come ricordato, a circa 378 milioni di euro) sono stati finanziati tutti i 76 interventi per un importo complessivo di 375,6 milioni, di cui contrattualizzati 98,4 milioni. I costi consuntivati al 31 dicembre 2022, comprensivi di time sheet e costi interni ribaltati sulle varie commesse, sono pari a 85,2 milioni, non comprensivi dell’eventuale avanzamento lavori non ancora oggetto di SAL (stato di avanzamento lavori). Vengono riepilogate le fonti di finanziamento degli interventi. Si dà infine conto dei contenziosi pendenti concernenti gli interventi del Piano e, sul versante della trasparenza, si rinvia al sito www.anaspercortina2021.it. |
[1] Alla Cabina di regia, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri, partecipano i Ministri e i Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri competenti in ragione delle tematiche affrontate in ciascuna seduta.
[2] L’Osservatorio, nominato per tre anni con decreto del Ministro della giustizia, che lo presiede personalmente o per mezzo di un proprio delegato, è composto da un rappresentante nominato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, da un rappresentante per ciascuno dei Consigli nazionali degli ordini professionali, da cinque rappresentanti, individuati dal Ministero delle imprese e del made in Italy, per le associazioni di professionisti non iscritti a ordini e collegi, di cui al comma 7 dell’articolo 2 della legge 14 gennaio 2013, n. 4.
[3] Il Comitato e la sperimentazione FinTech sono stati disciplinati con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze 30 aprile 2021, n. 100. L’articolo 2 del citato DM stabilisce che il Comitato ha il compito di individuare gli obiettivi, definire i programmi e porre in essere le azioni per favorire lo sviluppo della tecno-finanza, anche in cooperazione con soggetti esteri, nonché di formulare proposte di carattere normativo e agevolare il contatto degli operatori del settore con le istituzioni e con le autorità. Sono membri permanenti del Comitato i Ministri dell’economia e delle finanze, dello sviluppo economico (ora Ministro delle imprese e del made in Italy) e per gli affari europei, la Banca d’Italia, la CONSOB, l’IVASS, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, il Garante per la protezione dei dati personali, l’Agenzia per l’Italia digitale e l’Agenzia delle entrate. Il Comitato è presieduto dal Ministro dell’economia e delle finanze. Il Comitato può invitare alle proprie riunioni, con funzioni consultive e senza diritto di voto, ulteriori istituzioni e autorità, nonché associazioni di categoria, imprese, enti e soggetti operanti nel settore della tecno-finanza.