Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Bilancio
Titolo: Indicatori economici e finanziari
Serie: Documentazione e ricerche   Numero: 125
Data: 03/10/2024
Organi della Camera: V Bilancio

 

Camera dei deputati

XIX LEGISLATURA

 

Documentazione e ricerche

 

 

 

 

Indicatori economici e finanziari

 

 

 

Le previsioni del Piano Strutturale di Bilancio a Medio Termine

 

 

 

n. 125

 

 

3 ottobre 2024


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Bilancio

( 066760-2233 – * st_bilancio@camera.it          @CD_bilancio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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File: BI0002i.docx

 


I N D I C E

 

 

SEZIONE I: ANDAMENTI MACROECONOMICI

Conto economico delle risorse e degli impieghi

§  FORMULAZIONE PREVIGENTE. 2

§  Conto economico delle risorse e degli impieghi 2

§  Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2010-2023. 4

§  Conto economico delle risorse e degli impieghi – Previsioni 7

§  Prodotto interno lordo – Confronti internazionali - Dati di Consuntivo 2011-2023 e previsioni 2024-2025. 9

Gli indicatori del mercato del lavoro

§  Gli indicatori del mercato del lavoro.. 12

§  Occupazione– Consuntivo 2010-2023. 13

§  Occupazione – Previsioni 13

§  Disoccupazione – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2011-2023 e previsioni 2024-2025. 14

Gli indicatori dell’Inflazione

§  Gli indicatori dell’inflazione. 16

§  Inflazione – Consuntivo 2010-2023. 17

§  Inflazione – Previsioni 17

§  Inflazione – Confronti internazionali Dati di consuntivo 2011-2023 e previsioni 2024-2025. 18

SEZIONE II: ANDAMENTI FINANZIARI

Tassi ufficiali, tassi di interesse, tasso di cambio

§  Tassi ufficiali – Anni 2011-2024. 24

§  Rendimenti dei titoli di Stato – Anni 2010-2024. 25

§  Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute - Anni 2010-2024. 26

SEZIONE III: ANDAMENTI DI FINANZA PUBBLICA

Conto economico delle P.A.

§  Il conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni 30

§  Conto economico delle amministrazioni pubbliche in valori assoluti – Consuntivo 2011-2023. 32

§  Conto economico delle amministrazioni pubbliche in % del PIL – Consuntivo 2011-2023. 33

§  Conto economico delle amministrazioni pubbliche – Previsioni 34

Indebitamento netto delle P.A.

§  Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2010-2022 e previsioni 2023-2024. 36

Debito delle P.A.

§  Il debito delle pubbliche amministrazioni 38

§  Debito della P.A. – Dati di consuntivo 2010-2023. 38

§  Debito delle P.A. – Previsioni 38

§  Debito delle P.A. – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2011-2023 e previsioni 2024-2025. 39

 

 


Legenda

Con la dizione “Area Euro” si intende l’area costituita, a partire dal 1° gennaio 1999, dagli Stati membri dell’Unione europea che hanno adottato l’euro come valuta. Ne facevano parte in origine Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna. Sono poi entrati successivamente Grecia (dal 1° gennaio 2001), Slovenia (dal 1° gennaio 2007), Cipro (dal 1° gennaio 2008), Malta (dal 1° gennaio 2008), Slovacchia (dal 1° gennaio 2009), Estonia (dal 1° gennaio 2011), Lettonia (1° gennaio 2014), Lituania (1° gennaio 2015), Croazia (dal 1° gennaio 2023).

Con la dizione “UE”, si intende l’insieme dei Paesi membri dell’Unione europea. Oltre a quelli dell’Area euro, ne fanno parte la Danimarca, la Svezia e, a partire dal 1° maggio 2004, la Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria. Dal 1° gennaio 2007, ne fanno parte la Bulgaria e la Romania, dal 1° luglio 2013, ne fa parte la Croazia che ha inoltre adottato l’euro – dieci anni dopo l’ingresso.

L'Accordo di recesso del Regno Unito dalla UE è entrato in vigore il 1° febbraio 2020. A partire da tale data, il Regno Unito è diventato uno Stato terzo, dopo un periodo di transizione conclusosi il 31 dicembre 2020.

 

Fonti:

Per l’Italia:

§  Dati di consuntivo:

-      ISTAT, Conti economici nazionali anni 1995 - 2023 (23 settembre 2024) come rettificati il 26 settembre 2024.

-      ISTAT, Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle amministrazioni pubbliche secondo il trattato di Maastricht - anni 2020-2023 (22 aprile 2024)

-      ISTAT, banca dati IstatData

-      Banca d’Italia, Statistiche (“Bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero”, “Mercato finanziario”) (settembre 2024)

-      Banca d’Italia, “Finanza pubblica: fabbisogno e debito (settembre 2024)

-      BCE, Bollettino economico n. 6/2024 (settembre 2024)

 

§  Dati di previsione:

-      Governo: Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine 2024 (settembre 2024)

-      Prometeia: Rapporto di previsione (settembre 2024)

-      UPB: Nota sulla congiuntura (agosto 2024)

-      CER: Rapporto CER n. 1/2024” (luglio 2024)

-      REF Ricerche: Congiuntura Ref – Previsione (luglio 2024)

-         Banca d’Italia, Proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana (giugno 2024)

-      ISTAT, Le prospettive dell’economia italiana nel 2024-2025 (giugno 2024)

-      Confindustria: Rapporto di previsione (aprile 2024)

 

Per i confronti internazionali:

-    FMI: World Economic Outlook (aprile 2024) e, per il PIL, WEO Update (luglio 2024)

-    Commissione UE: Spring forecast 2024 (maggio 2024).

-    OCSE: Economic outlook, n. 115 (maggio 2024). Per PIL e inflazione: Interim Report (settembre 2024).


SEZIONE I

 

ANDAMENTI MACROECONOMICI

 


FORMULAZIONE PREVIGENTE

Conto economico delle risorse e degli impieghi

Il Conto economico delle risorse e degli impieghi riassume la situazione macroeconomica del Paese, mettendo in evidenza l’equilibrio tra l’offerta, rappresentata dalle risorse (prodotto interno lordo ed importazioni dall’estero) e la domanda, data dagli impieghi (consumi finali delle famiglie, delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni sociali private (I.S.P.) ed investimenti fissi lordi, cui vanno aggiunte le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore, nonché le esportazioni verso l’estero).

 

Risorse

Il PIL (Prodotto interno lordo) corrisponde alla produzione totale di beni e servizi dell’economia, diminuita dei consumi intermedi e aumentata dell’IVA e delle imposte indirette sulle importazioni. È altresì pari alla somma dei valori aggiunti delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui prodotti (incluse l’IVA e le imposte sulle importazioni), al netto dei contributi ai prodotti e dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (SIFIM).

Quando gli importi sono espressi in termini di valori correnti ci si riferisce al PIL ai prezzi di mercato o PIL nominale.

Per determinare il PIL reale, al fine di disporre di un indicatore sulla crescita dell’economia depurato dall’inflazione, è necessario fare riferimento al PIL a prezzi costanti o, in base alla metodologia adottata dall’ISTAT dal marzo 2006, al PIL calcolato sulla base degli indici a catena[1].

Le importazioni sono costituite dagli acquisti all’estero di beni e di servizi, introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio del paese dal resto del Mondo. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a unità residenti.

Le importazioni di beni possono essere valutate:

§  al valore “FOB” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione;

§  al valore “CIF” (cost, insurance, freight) che comprende: il valore “FOB” dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del paese esportatore e la frontiera del paese importatore.

Nel conto economico delle risorse e degli impieghi sono valutate al valore “FOB”.

 

Impieghi

I consumi finali nazionali rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per il soddisfacimento diretto dei bisogni umani, individuali e collettivi. Si dividono in:

§  consumi delle famiglie residenti;

§  consumi delle pubbliche amministrazioni[2] e delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie.

Gli investimenti fissi lordi sono costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dai produttori residenti, cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti. Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.

Sono fissi in quanto non comprendono le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore. Sono lordi in quanto includono gli ammortamenti.

Le esportazioni sono costituite dai trasferimenti di beni e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti.

Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere destinati al resto del Mondo.

Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti.

Le esportazioni di beni sono valutate al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.

Le esportazioni nette risultano dalla differenza tra le esportazioni e le importazioni.

 

Si ricorda che a partire da settembre 2014, è stato adottato dagli Stati membri dell'Unione europea il nuovo sistema europeo dei conti nazionali e regionali, Sec2010 - in sostituzione del Sec95 - ai sensi del Regolamento Ue n. 549/2013, pubblicato il 26 giugno 2013.

Il Sec2010 definisce i principi e i metodi di Contabilità nazionale a livello europeo. Fissa in maniera sistematica e dettagliata il modo in cui si misurano le grandezze che descrivono il funzionamento di una economia, in accordo con le linee guida internazionali stabilite nel Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite (2008 SNA).

 


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2010-2023

(valori assoluti - miliardi di euro)

Conto risorse e impieghi

ISTAT

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

Valori a prezzi correnti (miliardi di euro)

PIL (*)

1.617,9

1.657,4

1.632,9

1.621,3

1.635,9

1.663,3

1.704,9

1.744,5

1.777,7

1.804,1

1.670,0

1.842,5

1.997,1

2.128,0

Importazioni

432,7

462,6

439,2

419,2

422,6

437,3

437,0

478,7

506,0

500,5

421,1

536,7

737,6

691,8

Consumi finali nazionali

1.311,0

1.337,0

1.321,7

1.307,9

1.310,9

1.328,4

1.348,9

1.380,5

1.404,2

1.414,9

1.312,4

1.399,5

1.539,0

1.617,8

- spesa delle famiglie residenti

967,5

997,6

987,5

975,7

980,6

1.000,4

1.013,7

1.039,6

1.058,8

1.067,9

958,0

1.028,5

1.154,0

1.224,4

- spesa delle P.A.

334,7

330,5

325,5

323,4

321,0

318,9

326,3

331,4

335,7

337,1

346,2

361,8

375,1

382,6

- spesa delle I.S.P.

8,8

8,8

8,7

8,9

9,2

9,1

9,0

9,4

9,7

9,9

8,2

9,2

9,9

10,8

Investimenti fissi lordi

327,5

330,0

301,8

280,7

279,4

287,4

302,0

317,0

331,7

327,1

304,0

382,7

436,3

479,0

- costruzioni

168,6

171,1

154,7

141,2

132,6

131,0

131,6

134,8

139,9

141,7

134,0

186,2

220,6

253,9

- macchinari, attrezzature (**)

98,5

98,2

91,0

85,6

80,6

83,2

87,9

93,6

99,2

107,5

97,6

116,0

131,0

131,6

Esportazioni

404,0

443,1

461,0

461,8

468,2

484,7

491,0

525,8

547,8

558,4

479,7

574,3

701,3

717,8

Valori concatenati – anno di riferimento 2020 (miliardi di euro)

PIL (*)

1.820,9

1.833,6

1.776,3

1.744,0

1.744,0

1.759,4

1.781,2

1.809,7

1.824,7

1.832,5

1.670,0

1.819,2

1.904,0

1.917,2

Importazioni

435,8

436,5

400,9

390,1

404,2

429,7

446,6

472,6

486,6

481,1

421,1

488,2

552,6

550,7

Consumi finali nazionali

1.458,3

1.452,0

1.404,1

1.376,4

1.377,3

1.396,1

1.408,6

1.422,5

1.428,0

1.426,3

1.312,4

1.376,8

1.429,9

1.447,4

- spesa delle famiglie residenti

1083,9

1086,0

1046,8

1022,9

1.025,7

1.044,8

1.053,1

1.065,7

1.071,1

1.070,9

958,0

1.013,3

1.064,0

1.074,1

- spesa delle P.A.

364,0

355,8

347,5

343,8

341,7

341,3

345,6

346,6

346,5

345,1

346,2

354,2

356,5

363,3

- spesa delle I.S.P.

9,8

9,8

9,2

9,3

9,5

9,3

9,3

9,6

9,7

9,7

8,2

9,3

9,4

10,1

Investimenti fissi lordi

352,2

346,8

312,6

291,6

275,5

280,3

291,5

300,9

310,2

327,2

304,0

369,5

397,3

431,0

- costruzioni

184,1

180,1

160,9

146,6

132,9

131,0

131,0

133,0

135,7

142,9

134,0

177,6

193,8

222,0

- macchinari, attrezzature (**)

105,1

103,3

93,2

88,6

81,9

83,2

88,3

92,5

97,6

106,5

97,6

112,7

120,1

119,0

Esportazioni

436,6

458,2

466,5

467,7

479,6

498,7

510,4

537,8

549,2

555,9

479,7

547,3

600,9

605,8

(*)     Dati non corretti per il numero dei giorni lavorativi.

(**)    Apparecchiature ICT, altri impianti e macchinari, armamenti e risorse biologiche coltivate.

Fonte: ISTAT, Conti economici nazionali anni 1995 - 2023 (23 settembre 2024). Per gli anni precedenti il 2019: IstatData.

Il Comunicato riporta la revisione generale dei conti nazionali effettuata dall’Istat in accordo con le raccomandazioni europee, che prevedono tale possibilità almeno ogni 5 anni. A seguito di tale operazione, rispetto alle stime diffuse a marzo 2024, il Pil a prezzi di mercato del 2021 è risultato superiore di oltre 20,5 miliardi. Allo stesso modo, anche il PIL nel 2022 e 2023 è stato rivisto al rialzo, rispettivamente, di 34,2 e 42,6 miliardi.


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2010-2023

(variazioni %, PIL reale calcolato secondo i valori concatenati, anno di riferimento 2020)

 

Conto risorse e impieghi

ISTAT

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

PIL (*)

1,5

0,7

-3,1

-1,8

0,0

0,9

1,2

1,6

0,8

0,4

-8,9

8,9

4,7

0,7

Importazioni

12,0

0,2

-8,2

-2,7

3,6

6,3

3,9

5,8

3,0

-1,1

-12,5

16,0

13,2

-0,4

Consumi finali nazionali

0,6

-0,4

-3,3

-2,0

0,1

1,4

0,9

1,0

0,4

-0,1

-8,0

4,9

3,9

1,2

- spesa delle famiglie residenti

1,0

0,2

-3,6

-2,3

0,3

1,9

0,8

1,2

0,5

0,0

-10,5

5,8

5,0

0,9

- spesa delle P.A.

-0,5

-2,3

-2,3

-1,1

-0,6

-0,1

1,3

0,3

0,0

-0,4

0,3

2,3

0,6

1,9

- spesa delle I.S.P.

0,1

-0,5

-5,3

0,3

2,0

-1,1

-0,8

3,5

1,5

0,0

-15,6

12,7

2,0

7,3

Investimenti fissi lordi

0,0

-1,5

-9,8

-6,7

-2,2

1,9

3,8

3,3

3,3

1,6

-7,1

21,5

7,5

8,5

- costruzioni

-4,4

-2,2

-10,7

-8,9

-6,7

-1,2

-0,4

1,7

1,8

2,6

-6,2

32,5

9,1

14,5

- macchinari, attrezzature (**)

9,3

-1,7

-9,8

-4,9

1,5

1,2

6,6

4,5

6,2

-1,1

-8,4

15,5

6,6

-0,9

Esportazioni

11,6

4,9

1,8

0,2

2,5

4,0

2,3

5,4

2,1

1,2

-13,7

14,1

9,8

0,8

(*)     Dati non corretti per il numero dei giorni lavorativi.

(**)    Apparecchiature ICT, altri impianti e macchinari, armamenti e risorse biologiche coltivate.

 

Fonte: ISTAT, Conti economici nazionali anni 1995 - 2023 (23 settembre 2024). Per gli anni precedenti il 2019: IstatData.

Il Comunicato riporta la revisione generale dei conti nazionali effettuata dall’Istat in accordo con le raccomandazioni europee, che prevedono tale possibilità almeno ogni 5 anni. A seguito di tale operazione, rispetto alle stime diffuse a marzo 2024, il Pil ai prezzi di mercato del 2021 è risultato superiore di oltre 20,5 miliardi. Anche il PIL per l’anno 2022 e per l’anno 2023 è stato rivisto al rialzo, rispettivamente, di 34,2 e 42,6 miliardi. Per effetto della revisione, il tasso di crescita del Pil in volume per il 2021 risulta ora pari a +8,9%, con una revisione in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto alla stima di marzo (8,3%). Per il 2022 la crescita del PIL è ora pari al 4,7%, mentre era risultata del 4,0% nella versione di marzo 2024. Mentre per l’anno 2023, il tasso di crescita del Pil in volume è stato rivisto lievemente al ribasso, allo 0,7% rispetto al precedente 0,9%. Dal lato della domanda, la nuova stima in volume del 2023 implica una revisione in forte rialzo della dinamica degli investimenti (da +4,7% a +8,5%) e delle esportazioni, sebbene più moderata (da +0,2 a +0,8%). Un lieve ribasso si osserva per la dinamica delle importazioni in volume (da -0,5 a -0,4%) mentre la dinamica delle esportazioni passa da 0,2% a 0,8%.

Tra le principali innovazioni metodologiche che hanno determinato revisioni quantitative delle stime si possono segnalare una diversa procedura di stima dell’economia sommersa, l’impatto delle diverse modalità di calcolo degli aggregati per le AP e il trattamento statistico dei dati di impresa.


 

 

Fonte: IstatData

Conto economico delle risorse e degli impieghi – Previsioni

(variazioni % a prezzi costanti)

 

 

Governo

Prometeia

UPB

CER

REF Ricerche

ISTAT

Banca d’Italia

Confindustria

PSBMT 2024 Tendenziale

settembre 2024

agosto 2024

luglio 2024

luglio 2024

giugno 2024

giugno 2024

aprile 2024

 

2024

2025

2026

2027

2028

2029

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

PIL

1,0

0,9

1,1

0,7

0,8

0,7

0,8

0,8

1,0

1,0

0,9

1,0

0,6

0,8

1,0

1,1

0,6

0,9

0,9

1,1

Importazioni

-2,9

3,6

3,6

2,8

2,6

2,6

-3,5

2,1

1,0

3,1

-1,1

-1,6

3,2

4,0

-0,1

2,8

-0,7

2,9

1,3

2,4

Consumi finali nazionali

-

-

-

-

 

 

 

 

0,8

0,8

-0,3

0,6

0,7

1,1

-

-

-

-

-

-

- spesa famiglie e I.S.P.

0,2

1,0

1,0

0,9

0,9

0,8

0,1

0,8

0,7

1,0

0,3

0,7*

0,9*

1,3*

0,4

1,0

0,2*

1,2*

0,2*

1,2*

- spesa delle P.A.

0,0

1,7

1,2

-0,4

0,5

0,3

0,1

0,8

0,9

1,0

0,6

0,3

0,2

-

0,6

0,5

-

-

0,8

0,7

Investimenti fissi lordi

2,8

1,4

1,8

0,6

0,9

0,9

2,6

-1,9

0,4

0,8

1,9

1,2

1,0

-1,2

1,5

1,2

0,9

-0,2

1,0

0,7

- costruzioni

-

-

-

-

 

 

 

 

-

-

2,0

2,3

0,8

-6,1

-

-

0,6

-3,5

 

 

Esportazioni

0,7

3,1

3,0

2,8

2,6

2,6

0,5

1,8

2,7

3,4

2,7

0,7

2,1

3,2

2,0

2,8

2,3

3,0

2,2

2,5

* solo famiglie

 


 

Conto economico delle risorse e degli impieghi – Anni 2010-2029

(variazioni % a prezzi costanti)


N.B. Per la voce spesa delle famiglie, le previsioni 2024-2029 fanno riferimento ai consumi privati, cioè, spesa per consumi finali delle famiglie e delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie (I.S.P.)

Prodotto interno lordo – Confronti internazionali -
Dati di Consuntivo 2011-2023 e previsioni 2024-20
25

(variazioni % a prezzi costanti)

 

PIL

CONSUNTIVO

OCSE
Interim report

FMI
WEO

Commissione UE
Spring forecast

EUROSTAT e FMI

settembre 2024

luglio 2024

maggio 2024

 

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

2024

2025

2024

2025

Italia

0,7

-3,1

-1,8

0,0

0,9

1,2

1,6

0,8

0,4

-8,9

8,9

4,7

0,7

0,8

1,1

0,7

0,9

0,9

1,1

Francia

2,2

0,3

0,6

1,0

1,1

1,1

2,3

1,9

1,8

-7,5

6,4

2,5

0,7

1,1

1,2

0,9

1,3

0,7

1,3

Germania

3,9

0,4

0,4

2,2

1,5

2,2

2,7

1,0

1,1

-3,8

3,2

1,8

-0,3

0,1

1,0

0,2

1,3

0,1

1,0

Spagna

-0,8

-3,0

-1,4

1,4

3,8

3,0

3,0

2,3

2,0

-11,2

6,4

5,8

2,5

2,8

2,2

2,4

2,1

2,1

1,9

AREA EURO

1,7

-0,9

-0,2

1,4

2,0

1,9

2,6

1,8

1,6

-6,1

5,9

3,4

0,4

0,7

1,3

0,9

1,5

0,8

1,4

UE

1,8

-0,7

0,0

1,6

2,3

2,0

2,8

2,1

1,8

-5,6

6,0

3,5

0,4

-

-

-

-

1,0

1,6

Regno Unito

1,1

1,5

1,8

3,2

2,4

1,9

2,7

1,4

1,6

-10,4

8,7

4,3

0,1

1,1

1,2

0,7

1,5

0,5

1,4

Usa

1,6

2,3

1,8

2,3

2,7

1,8

2,5

3,0

2,5

-2,2

5,8

1,9

2,5

2,6

1,6

2,6

1,9

2,4

2,1

Giappone

0,0

1,4

2,0

0,3

1,6

0,8

1,7

0,6

-0,4

-4,2

2,6

1,0

1,9

-0,1

1,4

0,7

1,0

0,8

0,8

Fonte:   I dati di consuntivo dei paesi dell’Area euro sono tratti da EUROSTAT.

I consuntivi di Regno Unito, USA e Giappone sono tratti da FMI.

 


Prodotto interno lordo – Confronti internazionali - Anni 2011-2025

(variazioni % a prezzi costanti)


 


Fonte:  Consuntivi dei Paesi Area Euro: Eurostat. Previsioni: Commissione UE (Spring forecast, maggio 2024).

Consuntivi e Previsioni Regno Unito e Usa: FMI (World Economic Outlook, aprile 2024).


Gli indicatori del mercato del lavoro

Occupati[3]

Nella rilevazione sulle forze di lavoro, comprendono le persone tra 15 e 89 anni che nella settimana di riferimento:

§  hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti;

§  sono temporaneamente assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia).

§  sono in congedo parentale e ricevono e/o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro, indipendentemente dalla durata dell’assenza;

§  sono assenti in quanto lavoratori stagionali ma continuano a svolgere regolarmente mansioni e compiti necessari al proseguimento dell’attività (da tali mansioni e compiti va escluso l’adempimento di obblighi legali o amministrativi);

§  sono temporaneamente assenti per altri motivi e la durata prevista dell’assenza è pari o inferiore a tre mesi.

Persone in cerca di occupazione (o disoccupati)

Comprendono le persone non occupate tra 15 e 74 anni che:

§  hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista;

oppure

§  inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

Unità di lavoro standard (o Equivalente tempo pieno)

Rappresenta la quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro, a prescindere dalla residenza del lavoratore.

Questo indicatore non è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato a un numero di ore annue corrispondenti a un’occupazione esercitata a tempo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa.

Esso quantifica dunque in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione realizzato sul territorio economico di un paese ed è l’indice utilizzato per l’occupazione nelle stime di contabilità nazionale.

Tasso di attività

Rapporto percentuale tra le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione) e la corrispondente popolazione di riferimento.

Tasso di occupazione

Rapporto percentuale tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento.

Tasso di disoccupazione

Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione).


Occupazione– Consuntivo 2010-2023

 

Lavoro

ISTAT

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

Numero occupati (migliaia di unità) *

21.961

22.037

21.891

21.420

21.458

21.634

21.938

22.161

22.333

22.443

21.721

21.849

22.412

22.835

Numero occupati variazione %*

-0,8

0,3

-0,7

-2,2

0,2

0,8

1,4

1,0

0,8

0,5

-3,2

0,6

2,6

1,9

Totale Unità di lavoro standard

23.523

23.531

23.229

22.676

22.734

22.932

23.270

23.490

23.698

23.755

21.088

23.115

23.960

24.507

Unità di lavoro standard - variazione %

-0,8

0,0

-1,3

-2,4

0,3

0,9

1,5

0,9

0,9

0,2

-11,2

9,6

3,7

2,3

Tasso di attività*

61,6

61,7

63

62,9

63,6

63,8

64,8

65,3

65,6

65,7

63,5

64,5

65,5

66,7

Tasso di occupazione*

56,9

56,3

56,3

56,1

55

55,3

56

57,1

57,9

58,5

59

57,5

58,2

60,1

Tasso di disoccupazione*

8,6

8,6

11,0

12,5

13,0

12,2

11,9

11,4

10,8

10,1

9,5

9,7

8,2

7,7

* (classe età 15-64 anni)

Fonte: Anni 2019-2023, ISTAT, Conti economici nazionali anni 1995-2023 (23 settembre 2024). Per i dati precedenti: IstatData.

 

 

Occupazione – Previsioni

 

Lavoro

Governo

Prometeia

UPB

CER

REF Ricerche

ISTAT

Banca d’Italia

Confindustria

PSBMT 2024 Tendenziale

settembre 2024

agosto 2024

luglio 2024

luglio 2024

giugno 2024

giugno 2024

aprile 2024

 

2024

2025

2026

2027

2028

2029

2024

2025

2024

2005

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

Occupazione – Var. %
(unità di lavoro standard) *

1,2

0,9

0,8

0,8

0,7

0,7

1,0

0,2

1,2

1,1

1,1

0,5

1,2

0,8

0,9

1,0

1,3

0,6

0,7

1,0

Tasso di attività (partecipazione)

-

-

-

-

-

-

67,0

67,5

-

-

69,1

69,4

67,6

68,2

-

-

-

-

-

-

Tasso di occupazione
(15-64 anni)

-

-

-

-

-

-

62,2

62,6

-

-

-

-

62,6

63,5

-

-

-

-

-

-

Tasso di disoccupazione

7,0

6,7

6,6

6,5

6,4

6,4

6,9

7,0

7,7

7,1

6,9

6,8

7,3

6,7

7,1

7,0

7,3

7,3

7,5

7,1

* N-B. Nel Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine, nello scenario macroeconomico a legislazione vigente si riportano le previsioni riferite all’aggregato “Occupazione nazionale”.

 


Disoccupazione – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2011-2023 e previsioni 2024-20
25

(in % della forza lavoro)

 

DISOCCUPAZIONE

CONSUNTIVO

Commissione UE
Spring forecast

OCSE
Economic Outlook

FMI
WEO

Commissione UE e FMI

maggio 2024

maggio 2024

aprile 2024

 

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

2024

2025

2024

2025

Italia

8,6

11,0

12,5

13,0

12,2

11,9

11,4

10,8

10,1

9,5

9,7

8,2

7,7

7,5

7,3

7,4

7,3

7,8

8,0

Francia

9,2

9,8

10,3

10,3

10,3

10,1

9,4

9,0

8,4

8,0

7,9

7,3

7,3

7,7

7,8

7,7

7,8

7,4

7,0

Germania

5,5

5,1

5,0

4,7

4,4

3,9

3,6

3,2

3,0

3,7

3,7

3,1

3,1

3,1

3,1

3,1

3,0

3,3

3,1

Spagna

21,4

24,8

26,1

24,5

22,1

19,6

17,2

15,3

14,1

15,5

14,9

13,0

12,2

11,6

11,1

11,7

11,3

11,6

11,3

AREA EURO

10,3

11,5

12,2

11,7

11,0

10,1

9,1

8,2

7,6

8,0

7,8

6,8

6,6

6,6

6,5

6,6

6,4

6,6

6,4

UE

10,1

11,1

11,6

11,0

10,2

9,3

8,3

7,4

6,8

7,2

7,1

6,2

6,1

6,1

6,0

-

-

-

-

Regno Unito

8,1

8,0

7,6

6,2

5,4

4,9

4,4

4,1

3,8

4,6

4,5

3,7

4,0

4,4

4,4

4,5

4,7

4,2

4,1

Usa

8,9

8,1

7,4

6,2

5,3

4,9

4,4

3,9

3,7

8,1

5,4

3,6

3,6

3,9

4,0

3,9

4,0

4,0

4,2

Giappone

4,6

4,3

4,0

3,6

3,4

3,1

2,8

2,4

2,4

2,8

2,8

2,6

2,6

2,5

2,5

2,5

2,4

2,5

2,5

 

Fonte:   I dati di consuntivo dei paesi europei sono tratti da Eurostat.

I consuntivi di Regno Unito, USA e Giappone sono tratti da FMI (World Economic Outlook, aprile 2024).


Disoccupazione – Confronti internazionali - Anni 2011-213 e previsioni 2024-2025
(in % delle forze lavoro)


 


Fonte:  Consuntivi Paesi Area Euro: dati Eurostat. Previsioni: Commissione UE (Spring forecast, maggio 2024)

Consuntivi e Previsioni di Regno Unito e Usa: dati FMI (World Economic Outlook, aprile 2024)


Gli indicatori dell’inflazione

L'inflazione al consumo è un processo di aumento del livello generale dei prezzi dell'insieme dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Generalmente, si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo.

Un indice dei prezzi al consumo è uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo dei consumi delle famiglie in uno specifico anno. In particolare, l'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI) e l'indice armonizzato europeo (IPCA).

§  L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico italiano. In altre parole, considera l’Italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche.

§  L’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (non agricolo). È l'indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari (ad es. gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato).

Questi due indici vengono calcolati anche nella versione che esclude il consumo dei tabacchi.

§  L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo. Infatti, viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell'Unione Europea, ai fini dell'accesso e della permanenza nell'Unione monetaria.

I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale.

L’indice NIC e l’indice FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell'importanza che questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera popolazione italiana, che conta oltre 57 milioni di persone; per il FOI è l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o un impiegato.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo ha in comune con l’indice NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita.

Un'ulteriore differenziazione riguarda il concetto di prezzo considerato. L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività e quello per le famiglie di operai e impiegati considerano il prezzo pieno di vendita; l’indice armonizzato dei prezzi al consumo si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico del consumatore (il ticket); l’indice armonizzato europeo tiene inoltre conto delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).

 

Un ulteriore indice del livello generale dei prezzi è il deflatore del PIL, che consente di evidenziare, nell’ambito della variazione del PIL nominale, la componente riconducibile alla variazione dei prezzi dei beni e servizi. Esso viene calcolato come rapporto tra il valore dei beni e servizi nell’anno considerato e il valore che gli stessi avevano in un anno precedente assunto come termine di riferimento. Si differenzia dagli indici dei prezzi al consumo in quanto: a) non considera i beni prodotti all’estero; b) non fa riferimento ad un paniere costante di beni, ma alla produzione corrente.

Più in generale, il deflatore è un indicatore implicito dei prezzi che viene calcolato mediante il rapporto tra due grandezze concernenti il medesimo aggregato economico (produzione, consumi, investimenti, importazioni, esportazioni…) misurate l’una in termini nominali (a moneta corrente) e l’altra in termini reali (a moneta costante).

 

Il tasso di inflazione programmata rappresenta il tasso di inflazione fissato nel Documento di programmazione come valore di riferimento per l’anno successivo. Tale tasso viene indicato in relazione all’indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (FOI), esclusi i tabacchi. Il tasso di inflazione programmata rappresenta il parametro di riferimento per la definizione degli aumenti salariali nella contrattazione nazionale (sono peraltro previsti meccanismi successivi di adeguamento degli aumenti di salario nel caso in cui si registri, per un periodo significativo, un’inflazione effettiva superiore a quella programmata).

Inflazione – Consuntivo 2010-2023

 

Inflazione

ISTAT

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

Indice prezzi al consumo (NIC)

1,5

2,8

3,0

1,2

0,2

0,1

-0,1

1,2

1,2

0,6

-0,2

1,9

8,1

5,7

Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA)

1,6

2,9

3,3

1,2

0,2

0,1

-0,1

1,3

1,2

0,6

-0,1

1,9

8,7

5,9

Deflatore del PIL

0,6

1,7

1,7

1,1

0,9

0,8

1,2

0,7

1,1

1,0

1,6

1,3

3,6

5,8

Indice generale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (esclusi i tabacchi) (FOI)

1,6

2,8

3,1

1,1

0,2

0,0

-0,1

1,2

1,1

0,5

-0,2

1,9

7,9

5,3

Fonte: Anni 2019-2023, ISTAT, Conti economici nazionali anni 1995-2023 (23 settembre 2024). Per i dati precedenti: IstatData.

 

 

Inflazione – Previsioni

 

inflazione

Governo

Prometeia

UPB

CER

REF Ricerche

ISTAT

Banca d’Italia

Confindustria

PSBMT 2024 Tendenziale

settembre 2024

agosto 2024

luglio 2024

luglio 2024

giugno 2024

giugno 2024

aprile 2024

 

2024

2025

2026

2027

2028

2029

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

Inflazione Programmata (*)

1,0

1,8

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Indice prezzi al consumo (NIC)

-

-

-

-

-

-

1,2

1,9

-

-

1,4

2,3

1,3

2,0

-

-

-

-

1,7

1,8

IPCA (indice prezzi al consumo armonizzato)

1,2

2,0

1,8

1,8

1,9

2,0

 

 

-

-

-

-

-

-

-

-

1,1

1,5

-

-

Deflatore del PIL

1,9

2,1

1,9

1,8

2,0

2,0

 

 

2,4

2,0

1,6

1,8

2,1

1,9

2,4

2,1

-

-

1,8

1,8

Deflatore dei consumi

1,1

1,8

1,8

1,8

1,9

2,0

 

 

1,2

1,5

-

-

-

-

-

-

-

-

1,5

1,7

(*)      Il dato relativo all’inflazione programmata è fissato nel DEF o nella Nota di aggiornamento del DEF, ora nel Piano Strutturale di Bilancio di medio Termine, nel Quadro macroeconomico programmatico.


Inflazione – Confronti internazionali
Dati di consuntivo 2011-2023 e previsioni 2024-20
25

 

Inflazione

CONSUNTIVO

OCSE
InterimReport

Commissione UE
Spring forecast

FMI
WEO

EUROSTAT e FMI

settembre 2024

maggio 2024

aprile 2024

 

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

2024

2023

2024

2025

Italia

2,9

3,3

1,2

0,2

0,1

-0,1

1,3

1,2

0,6

-0,1

1,9

8,7

5,9

1,3

2,2

1,6

1,9

1,7

2,0

Francia

2,3

2,2

1,0

0,6

0,1

0,3

1,2

2,1

1,3

0,5

2,1

5,9

5,7

2,4

1,9

2,5

2,0

2,4

1,8

Germania

2,5

2,2

1,6

0,8

0,7

0,4

1,7

1,9

1,4

0,4

3,2

8,7

6,0

2,4

2,0

2,4

2,0

2,4

2,0

Spagna

3,0

2,4

1,5

-0,2

-0,6

-0,3

2,0

1,7

0,8

-0,3

3,0

8,3

3,4

3,0

2,1

3,1

2,3

2,7

2,4

AREA EURO

2,7

2,5

1,4

0,4

0,2

0,2

1,5

1,8

1,2

0,3

2,6

8,4

5,4

2,4

2,1

2,5

2,1

2,4

2,1

UE

2,9

2,6

1,3

0,4

0,1

0,2

1,6

1,8

1,4

0,7

2,9

9,2

6,4

-

-

2,7

2,2

-

-

Regno Unito

4,5

2,8

2,6

1,5

0,0

0,7

2,7

2,5

1,8

0,9

2,6

9,1

7,3

2,7

2,4

2,4

2,0

2,5

2,0

Usa

3,1

2,1

1,5

1,6

0,1

1,3

2,1

2,4

1,8

1,2

4,7

8,0

4,1

2,4

1,8

2,9

2,4

2,9

2,0

Giappone

-0,3

-0,1

0,3

2,8

0,8

-0,1

0,5

1,0

0,5

0,0

-0,2

2,5

3,3

2,5

2,1

2,8

2,2

2,2

2,1

N.B.: Indice dei prezzi al consumo. Per i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP).

Fonte:   I dati di consuntivo dei paesi europei sono tratti da Eurostat.

I consuntivi di Regno Unito, USA e Giappone sono tratti da FMI.

 


Inflazione – Confronti internazionali – Anni 2011-2023 e previsioni 2024-2025


 

 


Fonte: Consuntivi dei Paesi Area Euro: dati Eurostat. Previsioni, Commissione UE (indice armonizzato dei prezzi al consumo) (Spring Forecast, maggio 2024).

     Consuntivi e previsioni di Regno Unito e Usa: dati FMI ((World Economic Outlook, aprile 2024).


SEZIONE II

 

ANDAMENTI FINANZIARI

 

 

                                                                                                                

 


Tassi ufficiali, tassi di interesse, tasso di cambio

Tassi ufficiali

L’attuazione della politica monetaria dell’Eurosistema è affidata al Comitato esecutivo della Banca Centrale europea (BCE) secondo le decisioni e gli indirizzi stabiliti dal Consiglio direttivo. Per il raggiungimento degli obiettivi di politica monetaria l’Eurosistema ha a disposizione un insieme di strumenti di politica monetaria:

·        la conduzione di operazioni di mercato aperto, le quali possono essere divise in diverse tipologie: operazioni di rifinanziamento principali (main refinancing operations) che consistono in operazioni regolari di immissione di liquidità, con frequenza o cadenza settimanale; operazioni di rifinanziamento più a lungo termine, operazioni di regolazione puntuale (fine-tuning) e operazioni di tipo strutturale;

·        le operazioni attivabili su iniziativa delle controparti, che consentono di porre un limite superiore e inferiore alle fluttuazioni dei tassi di interesse overnight (cioè relativi ad operazioni con scadenza a ventiquattro ore e regolamento nel giorno stesso) del mercato, mediante l’immissione o assorbimento di liquidità. In tal caso, si possono avere operazioni di rifinanziamento marginale (marginal lending facility), con le quali gli enti creditizi ottengono liquidità overnight dalle banche centrali nazionali, a fronte di attività idonee stanziate a garanzia, ovvero operazioni utilizzabili dagli enti creditizi per costituire depositi overnight presso le banche centrali nazionali dell’Eurosistema;

·        la riserva obbligatoria, cioè l’obbligo per gli istituti di credito di detenere riserve obbligatorie sui conti presso l’Eurosistema (tali riserve obbligatorie si trovano su conti accesi presso le Banche centrali nazionali).Ogni ente creditizio deve detenere una determinata percentuale di alcuni depositi effettuati dalla propria clientela (e di altre passività delle banche) in un conto deposito costituito presso le Banche centrali nazionali di competenza, in media per un periodo di mantenimento delle riserve della durata approssimativa di un mese. L’Eurosistema corrisponde un tasso di interesse a breve termine su questi conti.

I tassi ufficiali delle operazioni dell’Eurosistema, fissati dal Consiglio direttivo della BCE, sono:

·        il tasso di partecipazione alle operazioni di rifinanziamento principali (main refinancing operations rate);

·        il tasso di interesse per i depositi presso la Banca centrale (deposit facility rate);

·        il tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento marginale (marginal lending facility rate).

Il tasso di partecipazione alle operazioni di rifinanziamento principali - che forniscono la maggior parte della liquidità necessaria al sistema - segnala al mercato l’orientamento di politica monetaria, in quanto indica le condizioni alle quali la BCE è disposta a effettuare transazioni con il mercato.

Gli altri due tassi, invece, si riferiscono ad operazioni attivabili su iniziativa delle controparti e i loro tassi costituiscono, di regola, il limite massimo e minimo per il tasso di interesse overnight (prestiti a breve e brevissima scadenza).

 

Tassi di interesse o rendimenti sui Titoli di Stato

I Titoli di Stato sono i Titoli obbligazionari del Tesoro italiano. Essi comprendono attualmente i prestiti della Repubblica, emessi sui mercati esteri, e le seguenti tipologie di titoli emessi sul mercato interno: BOT, BTP e alcune tipologie di Certificati del Tesoro (CCT).

I Buoni ordinari del Tesoro (BOT) sono Titoli di Stato privi di cedole[4], emessi con scadenza compresa tra 1 e 12 mesi.

I Buoni del Tesoro poliennali (BTP) sono titoli di debito emessi dallo Stato a tasso fisso. Hanno scadenza compresa tra 2 e 30 anni e il pagamento degli interessi, chiamato “stacco cedola”, avviene con cadenza semestrale.

I Buoni del tesoro poliennali indicizzati all’inflazione europea (BTP€i) sono titoli di Stato che forniscono all’investitore una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi: sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole pagate semestralmente sono rivalutati sulla base dell’inflazione dell’area euro, misurata dall’Eurostat attraverso l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC) con esclusione del tabacco.

I Certificati di credito del Tesoro (CCT), a medio e a lungo termine, sono soggetti a indicizzazione finanziaria delle cedole. Le cedole semestrali successive alla prima sono attualmente indicizzate al rendimento dei BOT a 6 mesi relativo all’asta della fine del mese precedente il periodo di decorrenza della cedola stessa, maggiorato di uno spread;

Vi sono poi, quali titoli obbligazionari emessi dal Tesoro, i Certificati del Tesoro zero-coupon (CTZ) con scadenza a 18 e a 24 mesi. Si ricorda che zero-coupon significa “privi di cedole”; pertanto, i CTZ non pagano interessi periodici, ma esclusivamente il rimborso alla scadenza.

Sono inoltre emessi Certificati di credito del Tesoro a tasso fisso, utilizzati principalmente per il ripianamento di debiti pregressi del settore pubblico.

La Banca d’Italia collabora con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nella gestione del debito pubblico. Sono responsabilità della Banca d'Italia l’organizzazione e la conduzione – per conto del MEF – delle attività di collocamento/riacquisto dei titoli di Stato e di servizio finanziario del debito.

La Banca d’Italia, inoltre, fornisce assistenza nella definizione della politica di emissione, formulando ipotesi di copertura del fabbisogno mediante collocamento di titoli. Quest’ultima attività è strettamente collegata con le previsioni sull’andamento della liquidità del sistema bancario utilizzate dalla Banca Centrale Europea per la definizione degli interventi di mercato aperto. La Banca d’Italia, infine, effettua elaborazioni finanziarie connesse con i titoli del debito pubblico.

 

Rendimenti dei Titoli di Stato guida. I valori mensili sono calcolati come medie semplici di quelli giornalieri. I dati, ad esclusione di quelli del totale dei BTP, si riferiscono ai titoli scambiati sul mercato telematico dei titoli di Stato (M.T.S.). Per ogni categoria, il titolo guida è l'ultimo titolo emesso da quando diventa il più scambiato. I dati relativi al totale dei BTP si riferiscono al campione dei titoli con vita residua superiore all'anno scambiati alla Borsa valori italiana (M.O.T.).

 

Tassi di cambio

Il tasso di cambio bilaterale fra due monete o valute si può definire come il rapporto al quale la valuta nazionale viene scambiata con quella straniera. Il tasso di cambio nominale bilaterale è dunque definito come il prezzo di una valuta nei termini di un’altra moneta.

Il tasso di cambio può essere pertanto espresso in due modi alternativi, secondo la quotazione incerto per certo (cioè considerando una quantità di valuta nazionale per una unità di valuta estera), ovvero secondo la quotazione certo per incerto (cioè considerando una quantità di valuta estera per una unità di valuta nazionale). La quotazione certo per incerto è quella usata per l’euro (ad esempio, per il cambio euro/dollaro (dollari per euro).


 

Tassi ufficiali – Anni 2011-2024

(Valori di fine periodo – in %)

Periodo

Area Euro

Regno Unito

Stati Uniti

Giappone

Dicembre 2011

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

tra 0 e 0,10

Dicembre 2012

0,75

0,50

tra 0 e 0,25

tra 0 e 0,10

Dicembre 2013

0,25

0,50

tra 0 e 0,25

tra 0 e 0,10

Dicembre 2014

0,05

0,50

tra 0 e 0,25

tra 0 e 0,10

Dicembre 2015

0,05

0,50

tra 0,25 e 0,50

tra 0 e 0,10

Dicembre 2016

0,00

0,25

tra 0,50 e 0,75

tra -0,1 e 0

Dicembre 2017

0,00

0,50

tra 1,25 e 1,50

tra -0,1 e 0

Dicembre 2018

0,00

0,75

tra 2,25 e 2,50

tra -0,1 e 0

Dicembre 2019

0,00

0,75

tra 1,50 e 1,75

tra -0,1 e 0

Dicembre 2020

0,00

0,10

tra 0,0 e 0,25

tra -0,1 e 0

Dicembre 2021

0,00

0,25

tra 0,0 e 0,25

tra -0,1 e 0

Dicembre 2022

2,50

3,50

tra 4,00 e 4,50

tra -0,1 e 0

2023

 

 

 

 

Gennaio

2,50

3,50

tra 4,00 e 4,50

tra -0,1 e 0

Febbraio

3,00

4,00

tra 4,50 e 4,75

tra -0,1 e 0

Marzo

3,50

4,25

tra 4,75 e 5,00

tra -0,1 e 0

Aprile

3,50

4,25

tra 4,75 e 5,00

tra -0,1 e 0

Maggio

3,75

4,00

tra 5,00 e 5,25

tra -0,1 e 0

Giugno

4,00

5,00

tra 5,00 e 5,25

tra -0,1 e 0

Luglio

4,00

5,00

tra 5,25 e 5,50

tra -0,1 e 0

Agosto

4,25

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra -0,1 e 0

Settembre

4,50

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra -0,1 e 0

Ottobre

4,50

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra -0,1 e 0

Novembre

4,50

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra -0,1 e 0

Dicembre

4,50

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra -0,1 e 0

2024

 

 

 

 

Gennaio

4,50

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra -0,1 e 0

Febbraio

4,50

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra -0,1 e 0

Marzo

4,50

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra 0 e 0,1

Aprile

4,50

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra 0 e 0,1

Maggio

4,50

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra 0 e 0,1

Giugno

4,25

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra 0 e 0,1

Luglio

4,25

5,25

tra 5,25 e 5,50

tra 0 e 0,1

Agosto

4,25

5,00

tra 5,25 e 5,50

0,25

Settembre

3,65

5,00

tra 4,75 e 5,00

0,25

Area Euro: tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali; Regno Unito: base rate; Stati Uniti: tasso obiettivo sui Federal funds; Giappone: tasso di interesse a breve termine (uncollateralised overnight call rate).


Rendimenti dei titoli di Stato – Anni 2010-2024

(Valori medi nel periodo)

 

PERIODO

RENDIMENTI LORDI

BTP

CCT

 

3 anni

5 anni

10 anni

2010

2,175

2,899

4,034

1,729

2011

4,188

4,684

5,428

4,291

2012

3,633

4,530

5,507

5,112

2013

2,205

3,106

4,316

2,533

2014

0,956

1,568

2,893

1,356

2015

0,338

0,763

1,714

0,713

2016

0,082

0,467

1,487

0,529

2017

0,189

0,825

2,113

0,737

2018

0,930

1,615

2,610

1,357

2019

0,640

1,147

1,951

1,337

2020

0,230

0,592

1,168

0,485

2021

-0,191

0,105

0,811

-0,030

2022

1,960

2,408

3,157

1,188

2023

3,578

3,754

4,283

4,450

Settembre

3,842

3,971

4,513

4,900

Ottobre

4,018

4,282

4,885

5,536

Novembre

3,615

3,859

4,428

5,607

Dicembre

3,009

3,248

3,821

5,483

2024

 

 

 

 

Gennaio

2,996

3,222

3,811

5,430

Febbraio

3,185

3,338

3,872

5,386

Marzo

3,167

3,231

3,696

5,245

Aprile

3,311

3,395

3,856

5,093

Maggio

3,364

3,413

3,844

5,006

Giugno

3,417

3,505

3,942

5,110

Luglio

3,211

3,340

3,830

5,046

Agosto

2,883

3,080

3,682

5,075

Fonte:   Banca d’Italia, Statistiche Mercato finanziario” (16 settembre 2024) – Tavola 6.


Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute - Anni 2010-2024

(Valori medi nel periodo)

Periodo

Dollaro USA

Yen giapponese

Renminbi cinese

Sterlina britannica

Franco svizzero

2010

1,326

116,24

8,971

0,858

1,380

2011

1,392

110,96

8,996

0,868

1,233

2012

1,285

102,49

8,105

0,811

1,205

2013

1,328

129,66

8,165

0,849

1,231

2014

1,329

140,31

8,186

0,806

1,215

2015

1,110

134,31

6,973

0,726

1,068

2016

1,107

120,20

7,352

0,819

1,090

2017

1,130

126,71

7,629

0,877

1,112

2018

1,181

130,40

7,808

0,885

1,155

2019

1,119

122,006

7,735

0,878

1,112

2020

1,142

121,846

7,875

0,890

1,071

2021

1,183

129,877

7,628

0,860

1,081

2022

1,053

138,027

7,079

0,853

1,005

2023

1.081

151,990

7,660

0,870

0,972

Agosto

1,091

157,962

7,910

0,859

0,959

Settembre

1,068

157,795

7,797

0,862

0,960

Ottobre

1,056

158,038

7,720

0,868

0,955

Novembre

1,081

161,844

7,809

0,870

0,963

Dicembre

1,090

157,213

7,787

0,862

0,944

2024

 

 

 

 

 

Gennaio

1,091

159,458

7,820

0,859

0,937

Febbraio

1,079

161,377

7,765

0,855

0,946

Marzo

1,087

162,773

7,830

0,855

0,966

Aprile

1,073

165,030

7,766

0,857

0,976

Maggio

1,081

168,536

7,821

0,856

0,983

Giugno

1,076

169,813

7,805

0,846

0,962

Luglio

1,084

171,171

7,875

0,843

0,968

Agosto

1,101

161,055

7,874

0,852

0,945

Fonte:   BCE, Bollettino economico, n.6/2024 (26 settembre 2024) (tab. 4.9).


Quotazioni dell’euro rispetto alle principali valute 2010-2024

(Valori medi mensili)

2011 2012 2017 2018
2013
2010 2015 2016 2020 2022 2023
2014 2019 2021
2010
2011 2012 2013 2019
2015 2021
2014 2016 2017 2018 2020 2022 2023

x


.


SEZIONE III

 

ANDAMENTI DI FINANZA PUBBLICA


Il conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni

Il Conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni espone le entrate e le spese del settore istituzionale delle amministrazioni pubbliche, nell’ambito del sistema di contabilità nazionale. Esso viene predisposto in termini di competenza economica, secondo i criteri definiti dal Sistema europeo dei conti (SEC2010).

Nel conto economico consolidato delle P.A. sono registrate solo le operazioni finali in grado di incidere sulla situazione economica o patrimoniale degli altri settori istituzionali, mentre sono escluse tutte le operazioni finanziarie con le quali ad una passività di un settore corrisponde una attività di un altro (concessione di mutui, partecipazioni e conferimenti, riscossione di crediti).

Il conto consolidato delle P.A. è il quadro contabile di riferimento per la programmazione degli obiettivi di finanza pubblica, sia a livello comunitario (negli aggiornamenti annuali del programma di stabilità) sia a livello nazionale (nel documento di programmazione economico-finanziaria).

Le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato sono individuate annualmente in un elenco pubblicato dall’ISTAT.

Le spese (o uscite) si dividono in:

§  spese correnti (o uscite correnti), destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi delle amministrazioni pubbliche, nonché alla redistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi;

§  spese in conto capitale (o uscite in conto capitale), che incidono direttamente o indirettamente sulla formazione di capitale.

Le principali spese correnti sono:

§  le spese per redditi da lavoro dipendente, cioè il costo sostenuto dalle amministrazioni pubbliche a titolo di remunerazione dell'attività prestata alle proprie dipendenze dai lavoratori sia manuali che intellettuali;

§  le spese per consumi intermedi, che corrispondono al valore dei beni e dei servizi consumati quali input nel processo produttivo e nelle attività delle pubbliche amministrazioni, con esclusione del capitale fisso (il cui consumo è registrato come ammortamento). I beni e i servizi possono essere trasformati oppure esauriti nel processo produttivo;

Si segnala in proposito una differenza tra i dati forniti dall’ISTAT ed i dati contenuti nei documenti di finanza pubblica del Governo; questi ultimi comprendono infatti, oltre ai consumi intermedi secondo la definizione riportata (cd. consumi intermedi in senso stretto), anche le prestazioni sociali in natura.

§  le spese per prestazioni sociali in denaro e in natura, costituite dai trasferimenti in denaro e in natura alle famiglie da parte delle pubbliche amministrazioni finalizzati a sollevare queste ultime dagli oneri derivanti da determinati rischi o bisogni (quali malattia, vecchiaia, morte, invalidità, disoccupazione…). Le prestazioni sociali in natura, sono individuate nel conto economico consolidato pubblicato dall’ISTAT secondo la definizione ad esse data dal SEC 2010 di “acquisto di beni e servizi prodotti da produttori market”;

§  le spese per interessi passivi, relativi principalmente agli interessi da corrispondere su titoli del debito pubblico.

Fra le ulteriori spese correnti si ricordano l’acquisto di beni e servizi corrispondenti a prestazioni sociali (prestazioni sociali in natura), gli ammortamenti, le imposte indirette, i contributi alla produzione gli aiuti internazionali e gli ulteriori trasferimenti correnti (all’UE, alle istituzioni sociali private, alle famiglie e alle imprese).

Le spese in conto capitale (o uscite in conto capitale) sono costituite principalmente dagli investimenti fissi lordi, costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dalle pubbliche amministrazioni. Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno. Fra le ulteriori spese in conto capitale si ricordano i contributi agli investimenti (soprattutto in favore di imprese) e altri trasferimenti in conto capitale (anch’essi soprattutto in favore di imprese).

Le spese (o uscite) complessive corrispondono alla somma delle spese correnti e delle spese in conto capitale.

Anche le entrate sono suddivise in entrate correnti e entrate in conto capitale.


Le entrate correnti sono costituite principalmente da:

§  entrate tributarie, suddivise in:

-     entrate derivanti da imposte dirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione immediata di capacità contributiva, quale la percezione di un reddito o il possesso di un patrimonio;

-     entrate derivanti da imposte indirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione mediata di capacità contributiva, rilevata, ad esempio, al momento del consumo o dello scambio di un bene o del trasferimento di un’attività patrimoniale;

§  contributi sociali, suddivisi in:

-     contributi sociali effettivi, che comprendono i versamenti effettuati agli organismi della sicurezza sociale dai datori di lavoro, a beneficio dei loro dipendenti, e dai lavoratori dipendenti o non dipendenti o anche da persone non occupate, a proprio beneficio al fine di garantirsi le prestazioni sociali. Tali versamenti comprendono tutti i contributi obbligatori e volontari, relativi all'assicurazione contro i rischi di malattia, maternità, invalidità, vecchiaia e superstiti, disoccupazione, infortuni sul lavoro e malattie professionali e per gli assegni familiari;

-     contributi sociali figurativi, definiti, in base al SEC2010, come la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente – cioè senza passare per gli organismi della sicurezza sociale - dai datori di lavoro pubblici ai loro dipendenti, ex dipendenti ed aventi diritto. Comprendono le pensioni provvisorie corrisposte dallo Stato e da altre amministrazioni pubbliche ai propri dipendenti in quiescenza (da contabilizzare al netto delle ritenute pensionistiche), le aggiunte di famiglia, l’equo indennizzo, i sussidi al personale, le rendite, le indennità temporanee e le spese per cure e infortuni.

Le entrate in conto capitale sono le entrate derivanti da imposte in conto capitale, da cofinanziamenti dell’Unione europea e da trasferimenti in conto capitale delle imprese e delle famiglie.

Le imposte in conto capitale: si tratta delle imposte percepite a intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul valore delle attività o del patrimonio netto o sul valore dei beni trasferiti per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti. Comprendono:

a)  le imposte sui trasferimenti in conto capitale, quali le imposte sulle successioni e sulle donazioni, con esclusione delle imposte sulle vendite di beni (che non costituiscono trasferimenti);

b)  le imposte straordinarie sulle attività o sul patrimonio netto (quali i condoni).

Le entrate complessive corrispondono alla somma delle entrate correnti e delle entrate in conto capitale.

 

La pressione fiscale indica l’incidenza percentuale sul PIL dell’ammontare complessivo delle entrate tributarie (imposte dirette, indirette e in conto capitale) e contributive (contributi sociali effettivi e figurativi).

Il dato fornito è al lordo delle imposte dirette pagate allo Stato dalle altre amministrazioni pubbliche.

 

Il saldo corrente è il saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti.

 

Il saldo primario è il saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate complessive ed uscite complessive al netto della spesa per interessi passivi. Rappresenta uno dei principali indicatori per valutare la sostenibilità delle finanze pubbliche. Può essere scomposto in saldo corrente primario (differenza tra entrate correnti e uscite correnti al netto degli interessi passivi) e saldo in conto capitale (differenza tra entrate in conto capitale e uscite in conto capitale).

 

L’indebitamento netto è il saldo conclusivo del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni, risultante dalla differenza tra le spese complessive e le entrate complessive; se le entrate superano le spese, si ha “accreditamento netto”. È il parametro di riferimento per il rispetto dei vincoli sul disavanzo (o deficit) previsti a livello europeo.


 

Conto economico delle amministrazioni pubbliche in valori assoluti – Consuntivo 2011-2023

(milioni di euro)

 

Conto delle P.A.

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

Entrate correnti

743.457

770.691

769.427

776.553

785.248

786.720

800.003

815.413

842.695

785.963

858.064

917.134

969.038

- entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

460.148

487.561

483.293

489.461

492.853

492.572

500.982

504.770

519.693

482.282

530.462

570.313

611.520

- contributi sociali (effettivi e figurativi)

216.407

215.906

215.394

214.429

219.171

220.752

225.992

234.142

242.020

230.337

247.577

260.268

269.464

Entrate in c/capitale

10.680

4.861

9.202

7.007

9.544

7.321

7.245

4.637

4.742

5.706

11.149

17.838

23.070

Entrate complessive

754.137

775.552

778.629

783.560

794.792

794.041

807.248

820.050

847.437

791.669

869.213

934.972

992.108

Uscite correnti

746.541

759.025

764.860

769.137

765.586

776.646

780.021

798.863

808.890

 854.848

 879.965

 942.237

 960.002

- uscite correnti al netto interessi

672.661

678.393

689.376

697.437

700.385

713.474

719.268

737.294

752.021

801.074

823.892

853.223

874.392

di cui
- Redditi da lavoro dipendente

171.964

168.598

167.452

165.827

164.604

167.286

168.952

172.077

173.522

174.541

181.825

183.341

187.131

- Consumi intermedi

90.903

91.538

92.708

91.867

93.266

96.900

98.765

100.520

101.050

102.351

111.433

119.900

121.490

- Prestazioni sociali in natura (1)

44.774

43.268

43.363

44.308

43.837

44.329

45.245

46.230

45.898

46.284

47.520

50.169

53.340

- Prestazioni sociali in denaro

304.478

311.748

319.978

327.010

332.924

336.370

341.404

348.474

361.203

399.175

397.876

406.898

424.486

- interessi passivi

76.566

83.582

77.659

74.442

68.116

66.258

65.333

64.366

60.214

57.126

62.994

81.845

77.987

Uscite in c/capitale

63.529

62.515

58.500

58.145

67.673

55.849

67.008

58.176

61.363

90.096

145.457

161.479

192.464

Uscite complessive

812.756

824.490

825.535

830.024

836.174

835.581

851.609

859.836

873.598

948.296

1.032.343

1.096.547

1.144.843

Saldo corrente della P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

-5.770

8.716

2.392

4.674

16.747

6.988

15.402

13.753

30.460

-72.237

-28.822

-17.934

16.659

Saldo primario della P.A.
(indebitamento netto – spesa per interessi)

17.947

34.644

30.753

27.978

26.734

24.718

20.972

24.580

34.053

-99.501

-100.136

-79.730

-74.748

Indebitamento netto della P.A. (*)

-58.619

-48.938

-46.906

-46.464

-41.382

-41.540

-44.361

-39.786

-26.161

-156.627

-163.130

-161.575

-152.735

(1)     Acquisto di beni e servizi prodotti da produttori market. Nelle previsioni, di cui alla tabella successiva, sono ricompresi nell’ambito dei consumi intermedi.

Fonti: ISTAT, Conti economici nazionali anni 1995 - 2023 (23 settembre 2024); IstatData.

 


 

Conto economico delle amministrazioni pubbliche in % del PIL – Consuntivo 2011-2023

Conto delle P.A.

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

Entrate correnti

45,1

47,4

47,7

47,7

47,4

46,4

46,1

46,0

46,7

47,1

46,6

45,9

45,5

 - entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

27,9

30,0

30,0

30,1

29,8

29,0

28,8

28,5

28,8

28,9

28,8

28,6

28,7

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

13,1

13,3

13,4

13,2

13,2

13,0

13,0

13,2

13,4

13,8

13,4

13,0

12,7

Entrate in c/capitale

0,6

0,3

0,6

0,4

0,6

0,4

0,4

0,3

0,3

0,3

0,6

0,9

1,1

Entrate complessive

45,7

47,7

48,3

48,1

48,0

46,8

46,5

46,3

47,0

47,4

47,2

46,8

46,6

Uscite correnti

45,3

46,7

47,4

47,3

46,2

45,8

44,9

45,1

44,8

51,2

47,8

47,2

45,1

- uscite correnti al netto interessi

40,8

41,8

42,7

42,9

42,3

42,1

41,4

41,6

41,7

48,0

44,7

42,7

41,1

di cui:
- Redditi da lavoro dipendente

10,4

10,4

10,4

10,2

9,9

9,9

9,7

9,7

9,6

10,5

9,9

9,2

8,8

- Consumi intermedi

5,5

5,6

5,7

5,6

5,6

5,7

5,7

5,7

5,6

6,1

6,0

6,0

5,7

- Prestazioni sociali in natura

2,7

2,7

2,7

2,7

2,6

2,6

2,6

2,6

2,5

2,8

2,6

2,5

2,5

- Prestazioni sociali in denaro

18,5

19,2

19,8

20,1

20,1

19,8

19,7

19,7

20,0

23,9

21,6

20,4

19,9

 - interessi passivi

4,6

5,1

4,8

4,6

4,1

3,9

3,8

3,6

3,3

3,4

3,4

4,1

3,7

Uscite in c/capitale

3,9

3,8

3,6

3,6

4,1

3,3

3,9

3,3

3,4

5,4

7,9

8,1

9,0

Uscite complessive

49,3

50,8

51,2

51,0

50,5

49,3

49,0

48,5

48,4

56,8

56,0

54,9

53,8

Pressione fiscale

41,2

43,2

43,4

43,1

42,9

42,2

41,8

41,7

42,3

42,7

42,3

41,7

41,5

Saldo corrente della P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

-0,3

0,5

0,1

0,3

1,0

0,4

0,9

0,8

1,7

-4,3

-1,6

-0,9

0,8

Saldo primario della P.A.
(indebitamento netto – spesa per interessi)

1,1

2,1

1,9

1,7

1,6

1,5

1,2

1,4

1,9

-6,0

-5,4

-4,0

-3,5

Indebitamento netto della P.A.

-3,6

-3,0

-2,9

-2,9

-2,5

-2,4

-2,6

-2,2

-1,5

-9,4

-8,9

-8,1

-7,2

Fonte: Conti economici nazionali anni 1995 - 2023 (23 settembre 2024); IstatData.


 

Conto economico delle amministrazioni pubbliche – Previsioni

(% del PIL)

Conto della P.A.

Governo

Prometeia

CER

REF Ricerche

Confindustria

PSBMT 2024 - Tendenziale

settembre 2024

luglio 2024

luglio 2024

aprile 2024

 

2024

2025

2026

2027

2028

2029

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

Entrate correnti

46,3

47,0

46,9

46,6

-

-

-

-

47,3

47,3

-

-

 

 

 - entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

29,5

29,3

29,2

29,3

-

-

-

-

29,9

29,8

-

-

 

 

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

12,7

13,4

13,4

13,4

-

-

-

-

13,3

13,4

-

-

 

 

Entrate in c/capitale (comprese tributarie)

0,4

0,6

0,7

0,8

-

-

-

-

0,6

0,6

-

-

 

 

Entrate complessive

46,7

47,5

47,6

46,9

-

-

-

-

47,9

47,9

47,6

47,2

46,8

47,3

Uscite correnti

45,2

45,1

44,6

44,0

-

-

-

-

46,5

46,2

-

-

 

 

 - uscite correnti al netto interessi

41,2

41,2

40,6

40,0

-

-

-

-

42,5

42,1

-

-

 

 

- Redditi da lavoro dipendente

8,9

8,8

8,6

8,3

-

-

-

-

9,2

9,1

-

-

 

 

- Consumi intermedi (*)

7,9

8,0

7,9

7,6

-

-

-

-

8,3

8,3

-

-

 

 

- Prestazioni sociali in denaro

20,4

20,2

20,1

20,1

-

-

-

-

20,8

20,8

-

-

 

 

- interessi passivi

3,9

3,9

3,9

4,1

-

-

4,0

4,1

4,0

4,2

4,0

4,1

 

 

Uscite in c/capitale

5,3

5,3

5,2

4,5

-

-

-

-

5,5

5,3

-

-

 

 

Uscite complessive

50,4

50,4

49,8

48,5

-

-

-

-

52,0

51,6

52,0

51,1

51,2

51,3

Pressione fiscale

42,3

42,8

42,7

42,8

-

-

43,4

43.3

43,3

43,4

42,9

42,4

42,1

42,3

Saldo corrente della P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

1,2

1,9

2,4

2,6

-

-

-

-

0,8

1,1

0,7

0,7

-

-

Saldo primario della P.A.
(indebitamento – spesa per interessi)

0,1

1,0

1,8

2,5

-

-

0,2

-0,4

-0,1

0,5

-0,3

0,2

-0,2

0,2

Indebitamento netto della P.A. - Tendenziale

-3,8

-2,9

-2,1

-1,5

-

-

-4,2

-3,7

-4,1

-3,7

-4,3

-3,9

-4,4

-3,9

 

(*)   Nei consumi intermedi, considerati nelle previsioni, sono comprese anche le prestazioni sociali in natura.

 

I dati tendenziali del Governo sono tratti dalla TAVOLA A.III.2 Conto della PA a legislazione vigente, pagine 188-189 del PSB.


Conto economico delle amministrazioni pubbliche – Dati di consuntivo 2011-2023 e previsioni 2024-2027

(% del PIL)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2010-2022 e previsioni 2023-20
24

(variazioni % del PIL)

Indebitamento netto delle P.A.

CONSUNTIVO

Commissione UE
Spring forecast

OCSE
Economic Outlook

FMI
WEO

EUROSTAT e FMI

maggio 2024

Maggio 2024

aprile 2024

 

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

2024

2025

2024

2025

Italia

-3,6

-2,9

-2,9

-3,0

-2,6

-2,4

-2,4

-2,2

-1,5

-9,4

-8,7

-8,6

-7,4

-4,4

-4,7

-4,4

-3,8

-4,6

-3,2

Francia

-5,2

-5,0

-4,1

-3,9

-3,6

-3,6

-3,0

-2,3

-3,1

-8,9

-6,6

-4,8

-5,5

-5,3

-5,0

-5,2

-4,4

-4,9

-4,9

Germania

-0,9

0,0

0,0

0,6

1,0

1,2

1,3

1,9

1,5

-4,3

-3,6

-2,5

-2,5

-1,6

-1,2

-1,5

-0,9

-1,5

-1,3

Spagna

-9,7

-10,7

-7,5

-6,1

-5,3

-4,3

-3,1

-2,6

-3,1

-10,1

-6,7

-4,7

-3,6

-3,0

-2,8

-3,3

-2,6

-3,1

-3,0

AREA EURO

-4,2

-3,7

-3,1

-2,5

-2,0

-1,5

-0,9

-0,4

-0,6

-7,0

-5,2

-3,7

-3,6

-3,0

-2,8

-2,9

-2,3

-2,9

-2,6

UE

-4,1

-3,6

-3,0

-2,4

-1,9

-1,4

-0,8

-0,4

-0,5

-6,7

-4,7

-3,4

-3,5

-3,0

-2,9

-

-

-

-

Regno Unito

-7,5

-7,6

-5,5

-5,5

-4,5

-3,3

-2,5

-2,3

-2,5

-13,0

-7,9

-4,6

-5,9

-4,8

-4,1

-4,6

-3,5

-4,6

-3,7

Usa

-9,7

-8,1

-4,5

-4,0

-3,5

-4,4

-4,8

-5,3

-5,8

-14,8

-11,5

-4,2

-8,4

-7,5

-7,8

-7,6

-7,7

-6,5

-7,1

Giappone

-9,0

-8,2

-7,6

-5,6

-3,7

-3,6

-3,1

-2,5

-3,0

-9,1

-6,1

-4,1

-5,4

-6,0

-5,4

-3,0

-2,2

-6,5

-3,2

N.B.  Indebitamento (-), accreditamento (+).

 

Fonte: I dati di consuntivo dei paesi europei sono tratti da Eurostat.

  I consuntivi di Regno Unito, USA e Giappone sono tratti da FMI.

 

 


Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali - Anni 2011-2023 e previsioni 2024-2025

(% del PIL)


 

N.B.     Indebitamento (deficit) (-), accreditamento (surplus) (+).

Fonte:  Consuntivi Paesi Area Euro: dati Eurostat. Previsioni, Commissione UE (Spring forecast, maggio 2024).

Consuntivi e Previsioni Regno Unito e Usa: dati FMI (World Economic Outlook, aprile 2024)


Il debito delle pubbliche amministrazioni

Il debito delle amministrazioni pubbliche è calcolato dalla Banca d’Italia in coerenza con i criteri definiti dall’Unione europea. Esso risulta dall’insieme delle passività finanziarie del settore delle amministrazioni pubbliche; è consolidato tra e nei sottosettori, ossia esclude le passività incluse nell’attivo degli enti appartenenti allo stesso settore. L’aggregato include i seguenti strumenti finanziari:

a)  le monete e i depositi; questi comprendono le monete in circolazione, i depositi presso la tesoreria statale intestati a soggetti non appartenenti al settore delle amministrazioni pubbliche e la raccolta postale inclusa nel passivo di queste ultime[5].

b)  i titoli diversi dalle azioni (esclusi gli strumenti finanziari derivati) emessi dallo Stato e dalle amministrazioni locali;

c)  i prestiti erogati in favore di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche o il cui onere di rimborso sia a carico di queste ultime[6].

 

Debito della P.A. – Dati di consuntivo 2010-2023

(valori assoluti - in milioni di euro - e in % del PIL)

Debito della P.A.

Banca d’Italia

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

Debito della P.A.

1.920.620

1.973.445

2.054.728

2.136.202

2.202.972

2.239.383

2.285.668

2.329.859

2.381.513

2.410.323

2.574.153

2.680.558

2.758.225

2.863.438

% del PIL

118,7

119,1

125,8

131,8

134,7

134,6

134,1

133,6

134,0

133,6

154,1

145,5

138,1

134,6

Fonte:   Banca d’Italia, Base dati Statistica. Cfr. Collana Statistiche, “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” (16 settembre 2024), Tavola 4 e Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle amministrazioni pubbliche secondo il trattato di Maastricht - anni 2020-2023 (22 aprile 2024).

 

Debito delle P.A. – Previsioni

(valori in % del PIL)

Debito delle P.A. (*)

Governo

Prometeia

CER

REF Ricerche

Confindustria

PSMT 2024 - Tendenziale

settembre 2024

luglio 2024

luglio 2024

aprile 2024

 

2024

2025

2026

2027

2028

2029

2024

2025

2024

2025

2024

2025

2024

2025

Debito della P.A. tendenziale -
% del PIL

-

-

-

-

-

-

137,9

140,2

139,7

142,2

138,6

141,0

139,1

141,1

Debito della P.A. programmatico (**)
% del PIL

135,8

136,9

137,8

137,5

136,4

134,9

-

-

-

-

-

-

-

-

(*) al lordo sostegni, cioè delle quote di pertinenza dell’Italia dei prestiti a Stati membri dell'UEM, bilaterali o attraverso l'EFSF, e del contributo al capitale dell'ESM.

(**) I dati programmatici del Governo sono tratti dalla TAVOLA II.2.4 “Proiezioni di bilancio”, pagine 73-74 del PSB.

 

Debito delle P.A. – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2011-2023 e previsioni 2024-20
25

(% del PIL)

 

Debito delle P.A.

CONSUNTIVI

Commissione UE
Spring forecast

OCSE
Economic Outlook

FMI
WEO

EUROSTAT e FMI

maggio 2024

maggio 2024

aprile 2024

 

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

2024

2025

2024

2025

Italia

119,1

125,8

131,8

134,7

134,6

134,1

133,6

134,0

133,6

154,1

145,5

138,1

134,6

138,6

141,7

139,1

140,0

139,2

140,4

Francia

87,8

90,6

93,4

94,9

95,6

98,0

98,1

97,8

97,4

114,9

113,0

111,9

110,6

112,4

113,8

113,6

115,6

111,6

112,8

Germania

79,7

81,1

78,3

75,3

71,9

69,0

65,2

61,9

59,6

68,8

69,0

66,1

63,6

62,9

62,2

64,2

64,3

63,7

62,3

Spagna

69,9

86,3

100,5

105,1

103,3

102,7

101,8

100,4

98,2

120,3

116,8

111,6

107,7

105,5

104,8

107,1

106,7

106,3

104,9

AREA EURO

88,4

92,7

93,0

93,2

91,0

90,4

88,1

86,1

84,1

99,2

96,6

92,4

90,0

90,0

90,4

91,1

91,5

88,7

88,3

UE

82,4

86,4

86,8

86,9

85,1

84,3

81,9

79,8

77,7

91,7

89,0

84,8

82,9

82,9

83,4

-

-

-

-

Regno unito

79,8

83,1

84,1

86,1

86,7

87,8

86,7

86,3

85,7

105,8

105,2

100,4

101,1

-

-

103,9

105,4

104,3

106,4

USA

99,5

103,1

104,5

104,5

105,1

106,6

105,5

106,8

108,1

132,0

125,0

120,0

122,1

-

-

125,4

129,4

123,3

126,6

Giappone

219,2

226,1

229,5

233,3

228,3

232,4

231,3

232,4

236,4

258,3

253,9

257,2

252,4

-

-

239,2

238,0

254,6

252,6

Fonte: I dati di consuntivo dei paesi europei sono tratti da Eurostat.

                     I consuntivi di Regno Unito, USA e Giappone sono tratti da FMI.

 

 


Debito delle P.A. – Confronti internazionali – anni 2011-2023 e previsioni  2024-2025

(% del PIL)


 

Fonte:  Consuntivi Paesi Area Euro: dati Eurostat. Previsioni: Commissione UE (Spring forecast, maggio 2024)

Consuntivi e previsioni Regno Unito e Usa: dati FMI (World Economic Outlook, aprile 2024)



[1]     In Italia, nel sistema adottato fino al marzo 2006, le valutazioni reali degli aggregati economici sono state ottenute attraverso un sistema a base fissa, prendendo come riferimento l'anno base 1995. La procedura maggiormente usata è stato il ricorso alla deflazione con opportuni indici di prezzo, specifici per ciascun aggregato.

      Dal marzo 2006 sono utilizzati, in accordo con gli standard definiti dai regolamenti comunitari, gli indici a catena, prendendo a riferimento in ciascun anno i prezzi dell’anno precedente. Il nuovo metodo risponde all’esigenza di introdurre un indicatore delle variazioni di prezzo o di volume che non tenga solo conto dei valori assunti dalle variabili considerate in due tempi precisi, l’anno corrente e l'anno base, ma che incorpori l'andamento complessivo presentato dal fenomeno nell'intervallo temporale esaminato.

      Il principale vantaggio della metodologia del concatenamento è che viene utilizzato un sistema di ponderazione che si rinnova annualmente in virtù delle dinamiche del mercato, in modo da garantire la migliore rappresentazione della crescita reale degli aggregati economici. Il principale svantaggio è invece la perdita della proprietà dell’additività quando le serie sono concatenate rispetto ad un anno di riferimento fisso; l’additività viene mantenuta solo quando vengono presentati gli aggregati in valori ai prezzi dell’anno precedente. L’additività è la proprietà delle misure in volume per cui dalla somma delle componenti deflazionate di un aggregato si ottiene l’aggregato totale a sua volta deflazionato; essa consente dunque di ottenere il valore totale di un aggregato dalla somma dei suoi componenti, così come accade con le valutazioni a prezzi correnti.

[2]     La spesa per consumi delle pubbliche amministrazioni comprende le seguenti voci del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni: consumi intermedi, redditi da lavoro dipendente e prestazioni sociali in natura.

[3]     Si segnala che la definizione di occupati utilizzata nella rilevazione sulle forze di lavoro differisce da quella utilizzata nella contabilità nazionale, che include tutte le persone (a prescindere dalla residenza) che prestano la propria attività lavorativa presso unità produttive residenti nel Paese.

[4]     La cedola in un’obbligazione rappresenta gli interessi che vengono periodicamente pagati al portatore del titolo in misura percentuale rispetto al valore dell’obbligazione.

[5]     Questa componente comprende la quota dei buoni postali attribuita al Ministero dell’Economia e delle finanze e i conti correnti postali intestati a soggetti privati.

[6]     Questa categoria include anche i proventi di alcune operazioni di cartolarizzazione, individuate in base ai criteri statistici stabiliti dall’Eurostat; tali operazioni sono state classificate come accensione di prestito anziché come cessione di attività.