Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: Incontro della Commissione politiche dell'UE con una delegazione della Commissione affari europei della Camera dei deputati romena - Roma, 27 aprile 2023
Serie: Documentazione per le Commissioni - Audizioni e incontri in ambito UE   Numero: 6
Data: 26/04/2023
Organi della Camera: XIV Unione Europea


Camera dei deputati

XIX LEGISLATURA

 

 

 

 

 

 

 

Documentazione per le Commissioni

audizioni e incontri in ambito ue

 

 

 

 

 

Incontro della Commissione Politiche dell’Unione europea con una delegazione della Commissione affari europei della Camera dei deputati romena

 

 

Roma, 27 aprile 2023

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 6

 

26 aprile 2023

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il dossier è stato curato dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea
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I N D I C E

 

La reazione dell’Unione europea all’aggressione militare russa contro l’Ucraina  1

·        La risoluzione dell’ONU del 23 febbraio 2023  3

·        Il quadro delle sanzioni dell’UE nei confronti della Russia  3

·        Sostegno militare dell’UE all’Ucraina  5

·        Assistenza umanitaria  7

·        Sostegno economico e alla ricostruzione dell’Ucraina  9

·        Giustizia penale internazionale  14

·        Il processo di adesione dell’Ucraina all’UE  15

·        La cooperazione nell’ambito dell’Accordo di associazione UE- Ucraina  16

·        Assistenza all’esportazione dei prodotti agricoli e alla connettività UE-Ucraina  17

·        Attività parlamentare  19

L’Unione europea e la Moldova  21

·        Domanda di adesione all’UE  21

·        Risoluzione del Parlamento europeo del 19 aprile 2023  23

·        Assistenza alla Moldova nel contesto della crisi in Ucraina  24

·        Missioni dell’UE in Moldova nell’ambito della politica di sicurezza e difesa dell’UE  25

·        Dialogo politico e di sicurezza ad alto livello UE-Repubblica di Moldova  25

·        Il 2° Vertice della Comunità politica europea a Chisinau  26

·        Assistenza finanziaria  27

·        Rapporti commerciali 28

L’allargamento dell’Unione europea  29

·        Il processo di adesione all’UE  29

·        La riforma della procedura dei negoziati di adesione  30

·        Tabella riepilogativa dello stato del processo di adesione all’UE  31

·        Ultimi sviluppi del processo di allargamento dell’UE  31

·        Il vertice UE-Balcani occidentali del 6 dicembre 2022  33

·        Le conclusioni del Consiglio su allargamento e processo di stabilizzazione e di associazione  35

·        Il pacchetto allargamento 2022 della Commissione europea  37

·        I pareri della Commissione europea sulle domande di adesione di Georgia, Moldova e Ucraina  44

·        Il piano economico di investimenti globale, l’agenda verde per i Balcani occidentali e il sostegno per la crisi energetica  45

·        Piano d’azione sulla migrazione nei Balcani occidentali 47

·        Assistenza finanziaria  47

·        Priorità del Governo Italiano  47

Il processo di adesione della Romania  allo Spazio Schengen  51

·        Elementi di carattere generale  51

·        L’iter della Romania  51

·        II mancato sostegno in sede di Consiglio dell’UE  52

Il PNRR italiano: struttura, risorse ed attuazione (a cura del Servizio Studi) 55

La sicurezza energetica dell’UE  59

·        La diversificazione dell’approvvigionamento energetico  59

·        Lo stoccaggio di gas  59

·        La riduzione del consumo di gas naturale  59

·        La produzione di rinnovabili per l’autosufficienza energetica e  60

·        Le iniziative adottate per affrontare la crisi energetica  60

·        Acquisti congiunti di gas  61

·        Idrogeno  62

·        Politiche a livello nazionale per la sicurezza energetica (a cura del Servizio Studi) 63

 

Focus Romania  65

·        Rapporti parlamentari tra la Camera dei deputati e il Parlamento della Romania (a cura del Servizio Rapporti internazionali) 67

·        Profilo biografico di Stefan Mu?oiu  69

·        Scheda paese (a cura del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale) 70

Allegato

·        Composizione della delegazione  73

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La reazione dell’Unione europea all’aggressione militare russa contro l’Ucraina

 

A partire dal Vertice straordinario del 24 febbraio 2022, data di inizio dell’invasione russa, il Consiglio europeo ha reiterato dichiarazioni di condanna dell'aggressione militare, ribadendo il sostegno a indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale. Ha conseguentemente adottato un quadro di sanzioni nei confronti della Russia e approvato il sostegno militare all’Ucraina.

Nella riunione del 23 e 24 giugno 2022 ha concesso all'Ucraina lo status di paese candidato all’adesione dell’UE, impegnandosi a contribuire, una volta cessato il conflitto, alla ricostruzione del Paese.

Il Consiglio europeo del 23 marzo 2023 ha adottato delle conclusioni sull’Ucraina nelle quali in particolare ha:

Ø  ribadito la condanna della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e riaffermare il pieno sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale del Paese all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale nonché al suo diritto naturale di autotutela contro l'aggressione russa;

Ø  accolto con favore la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per una pace globale, giusta e duratura in Ucraina, e ribadito il sostegno a favore del piano di pace in dieci punti del presidente Zelenskyy;

Il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha presentato il 15 novembre 2022, in occasione della riunione dei paesi del G20 in Indonesia, un piano di pace articolato in 10 punti: sicurezza nucleare e delle radiazioni, con particolare attenzione al ripristino della sicurezza intorno alla centrale nucleare europea, Zaporizhzhia in Ucraina; sicurezza alimentare, compresa la protezione e la garanzia delle esportazioni di dell'Ucraina verso le nazioni più povere del mondo; sicurezza energetica, con particolare attenzione alle restrizioni sui prezzi delle risorse energetiche russe e all'assistenza all'Ucraina nel ripristino delle infrastrutture elettriche, danneggiate dagli attacchi russi; rilascio di tutti i prigionieri e deportati, compresi i prigionieri di guerra e i bambini deportati in Russia; ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina e riaffermazione da parte della Russia della Carta dell’ONU; ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino e cessazione delle ostilità; ripristino dei confini statali dell'Ucraina con la Russia; l'istituzione di un tribunale speciale per perseguire i crimini di guerra russi; protezione dell'ambiente, con particolare attenzione allo sminamento e al ripristino degli impianti di trattamento delle acque; prevenzione di un'escalation del conflitto e costruzione di un'architettura di sicurezza nello spazio euro-atlantico, comprese le garanzie per l'Ucraina; conferma della fine della guerra con un documento firmato dalle parti coinvolte.

Ø  richiamato al rispetto del diritto umanitario internazionale, anche per quanto riguarda il trattamento dei prigionieri di guerra, condannare la violenza sessuale e di genere e chiesto alla Russia di garantire immediatamente il ritorno in sicurezza degli ucraini trasferiti o deportati con la forza in Russia, in particolare dei bambini. In questo contesto, il Consiglio europeo ha preso atto dei mandati di arresto recentemente emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti del Presidente russo e del suo Commissario per i diritti dell'infanzia. Il Consiglio europeo ha, inoltre, accolto con favore i prossimi negoziati relativi a una nuova convenzione sulla cooperazione internazionale in materia di accertamento e perseguimento del genocidio, dei crimini contro l'umanità, dei crimini di guerra e di altri crimini internazionali;

Ø  invitato la Russia a cessare immediatamente le azioni che mettono in pericolo la sicurezza degli impianti nucleari civili in Ucraina;

Ø  affermato la necessità di garantire il pieno accertamento delle responsabilità per i crimini di guerra in relazione alla aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, anche mediante l'istituzione di un meccanismo per il perseguimento del crimine di aggressione e accolto con favore l'accordo sulla creazione, all'Aia, del nuovo centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione nei confronti dell'Ucraina, ribadendo il sostegno alle indagini del procuratore della Corte penale internazionale;

Ø  espresso la volontà di mantenere e aumentare ulteriormente la pressione collettiva esercitata sulla Russia, sottolineando l'importanza di garantire l'effettiva attuazione delle sanzioni a livello europeo e nazionale e contrastarne l'elusione nei paesi terzi;

Ø  ribadito il sostegno a livello politico, economico, militare, finanziario e umanitario all’Ucraina per tutto il tempo necessario, ricordando che l'UE e i suoi Stati membri stanno intensificando gli sforzi intesi a contribuire a soddisfare le pressanti esigenze militari e di difesa del Paese. In tale ambito il Consiglio europeo accoglie con favore l'accordo raggiunto in sede di Consiglio per consegnare con urgenza munizioni terra-terra e munizioni di artiglieria all'Ucraina e, se richiesti, missili, anche attraverso l'acquisizione congiunta e la mobilitazione di finanziamenti adeguati, tra l'altro mediante lo strumento europeo per la pace, puntando a fornire, entro i prossimi dodici mesi, un milione di munizioni di artiglieria nell'ambito di uno sforzo congiunto;

Ø  affermato la determinazione a contribuire alla riparazione, ripresa e ricostruzione dell'Ucraina, in coordinamento con i partner internazionali, ribadendo il sostegno all'istituzione di un meccanismo internazionale per registrare i danni causati dalla Russia e continuando a intensificare i lavori volti a utilizzare per la medesima ricostruzione i beni congelati e bloccati della Russia stessa;

Ø  sottolineato l'importanza di portare avanti il processo di adesione dell'Ucraina all'UE;

Ø  impegnato a fornire sostegno alla Repubblica di Moldova, anche per contribuire a rafforzarne la resilienza, la sicurezza, la stabilità, l'economia e l'approvvigionamento energetico;

Ø  condannato il sostegno militare che l'Iran e la Bielorussia continuano a fornire alla guerra di aggressione della Russia, esortando tutti i paesi ad astenersi da analoghe condotte;

Ø  preso atto della proroga dell'iniziativa sui cereali del Mar Nero delle Nazioni Unite che, insieme ai corridoi di solidarietà dell'UE e all'iniziativa ucraina "Grain from Ukraine" ("Cereali dall'Ucraina"), è fondamentale per rafforzare la sicurezza alimentare globale e garantire la disponibilità e accessibilità economica di prodotti agricoli per i paesi più bisognosi.

La risoluzione dell’ONU del 23 febbraio 2023

L’Assemblea Generale dell'Onu il 23 febbraio 2023 ha approvato con 141 voti a favore, 7 contrari e 32 astenuti una risoluzione in cui si sottolinea "la necessità di raggiungere, il prima possibile, una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite". La risoluzione "ribadisce l'impegno per la sovranità, l'indipendenza, l'unità e integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti" e chiede "la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe".

Hanno votato contro la risoluzione, oltre alla Russia, Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea, Nicaragua e il Mali.  Si sono astenuti 32 Paesi tra cui Cina, India, Pakistan, Iran, Cuba, Armenia, Kazakistan, Uzbekistan e molti Paesi africani, tra cui Congo e Uganda.

Il quadro delle sanzioni dell’UE nei confronti della Russia

A partire dal 24 febbraio 2022, il Consiglio dell’UE ha adottato nei confronti della Russia 10 pacchetti consecutivi di sanzioni e misure restrittive, di cui l’ultimo approvato il 25 febbraio 2023 (la Commissione ha appena avviato la discussione su un 11° pacchetto di sanzioni, che potrebbe incentrarsi su misure per garantire l’attuazione e il contrasto all’aggiramento delle sanzioni all’interno ed all’esterno dell’UE e su sanzioni relative all’energia nucleare).

Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, le nuove sanzioni relative alle esportazioni dell'UE in Russia, approvate il 25 febbraio per un valore di 11,4 miliardi di euro (dati del 2021), si aggiungono ai 32,5 miliardi di euro di esportazioni già sanzionate nei pacchetti precedenti. Secondo quanto indicato dalla Commissione europea, con il 10 pacchetto, l'UE avrebbe sanzionato in totale quasi la metà (49%) delle sue esportazioni verso la Russia nel 2021, per un valore di circa 44 miliardi di euro e circa il 58% delle importazioni dell'UE dalla Russia nel 2021, per un valore complessivo di circa 90 miliardi di euro.

Sono attualmente in vigore:

·     misure restrittive (congelamento di beni e divieto di viaggio) nei confronti di 1.473 persone (tra cui il Presidente Putin, il Ministro degli esteri Lavrov, i membri della Duma di Stato russa) e 205 entità giuridiche;

·     sanzioni finanziarie, tra cui il divieto di finanziamento della Federazione russa, del suo governo e della sua Banca centrale nonché la sospensione dal sistema di messaggistica finanziaria per scambiare dati finanziari (SWIFT) per le principali banche russe;

·     il divieto di tutte le operazioni con determinate imprese statali, di partecipazione di società russe negli appalti pubblici nell’UE, di esportazione di prodotti siderurgici e beni di lusso, di esportazione dall’UE in Russia di computer quantistici e semiconduttori avanzati, elettronica di alta gamma, software, macchinari sensibili e attrezzature per il trasporto, legno, cemento, fertilizzanti, prodotti ittici e liquori, di importazione di oro e gioielli;

·     sanzioni nei confronti di società nei settori militare, dell'aviazione, dei beni a duplice uso, della cantieristica navale e della costruzione di macchinari. In particolare, nell’ambito del 10° pacchetto di sanzioni approvate dal Consiglio il 25 febbraio 2023, sono stati previsti ulteriori divieti all'esportazione per prodotti a duplice uso di tecnologia critica e beni industriali, come elettronica, veicoli specializzati, parti di macchine, pezzi di ricambio per camion e motori a reazione, nonché beni per il settore delle costruzioni, come antenne o gru e sono state imposte restrizioni alle importazioni dalla Russia di asfalto e gomma sintetica;

·     sanzioni nel settore energetico, quali in particolare: il divieto di acquistare, importare o trasferire nell'UE carbone e altri combustibili fossili solidi, se originari della Russia o esportati dalla Russia, nonché di importare petrolio dalla Russia via mare, con limitate eccezioni; il divieto di acquistare, importare o trasferire dalla Russia nell'UE petrolio greggio (a partire dal 5 dicembre 2022) e di prodotti petroliferi raffinati (a partire dal 5 febbraio 2023); la possibilità di introdurre un tetto al prezzo (price cap) per il petrolio greggio e altri prodotti petroliferi russi, al di sotto del quale le società Ue hanno il divieto di fornire servizi (trasporto, assicurazione ecc.) legati alla vendita per via marittima verso Paesi terzi (il Consiglio dell’UE, il 3 dicembre 2022, ha fissato un tetto al prezzo del petrolio grezzo a 60 dollari al barile e il 4 febbraio 2023 un tetto al prezzo ai prodotti petroliferi di alta qualità, come diesel e benzina, a 100 dollari al barile e di 45 dollari per i prodotti di bassa qualità, come gli oli combustibili);

È prevista un'eccezione temporanea per le importazioni di petrolio greggio mediante oleodotto negli Stati membri che, data la loro situazione geografica, soffrono di una dipendenza specifica dagli approvvigionamenti russi e non dispongono di opzioni alternative praticabili.

Per rafforzare il coordinamento nell'esecuzione delle misure restrittive, la Commissione ha istituito la task force "Freeze e Seize" con il compito di garantire il coordinamento tra gli Stati membri ed esaminare l'interazione tra misure restrittive e misure di diritto penale. Il 13 dicembre 2022 la Commissione ha inoltre istituito la nuova carica di inviato speciale internazionale per l'attuazione delle sanzioni dell'UE – conferendola a David O'Sullivan, ex Segretario generale della Commissione stessa -  per il coordinamento con i Paesi terzi al fine evitare che le misure restrittive dell’UE nei confronti della vengano aggirate.

Sostegno militare dell’UE all’Ucraina

Il Consiglio ha finora stanziato, attraverso pacchetti successivi di decisioni, 4,6 miliardi di euro per la fornitura all’Ucraina di attrezzatura militare nell’ambito dello Strumento europeo per la Pace. Complessivamente. L’UE e i suoi Stati membri, hanno sinora fornito aiuti militari all’Ucraina per circa 13 miliardi di euro.

Lo Strumento europeo per la pace (European Peace Facility – EPF) è un fondo fuori dal bilancio UE (ai sensi dei Trattati le spese nel settore militare o della difesa non possono essere finanziate dal bilancio dell’UE), istituito nel marzo del 2021, con lo scopo di sostenere una serie di azioni esterne dell’UE con implicazioni nel settore militare o della difesa. Il Fondo aveva una dotazione iniziale di 5,7 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, che con decisione del Consiglio del 14 marzo 2023 è stata aumentata a 7,979 miliardi di euro. L’EPF è alimentato mediante contributi degli Stati membri determinati secondo il criterio di ripartizione basato sul prodotto nazionale lordo e conformemente alla decisione relativa al sistema delle risorse proprie dell'UE (l’Italia contribuisce per circa il 12,8%).

Il Consiglio affari esteri del 20 marzo 2023 ha approvato, con l'astensione costruttiva dell'Ungheria, la proposta - presentata dall'Alto Rappresentante in occasione del Consiglio informale affari esteri nel formato difesa dell'8 marzo 2023 - di fornire munizioni all'Ucraina sulla base delle seguenti tre linee di intervento:

1.     rifornire l'esercito ucraino per circa 1 milione di proiettili di artiglieria (calibro 155 mm), e se richiesti dall’Ucraina anche di missili, entro i prossimi 12 mesi, attingendo alle scorte nazionali esistenti o sulla base di ordini già effettuati dai singoli Stati membri all'industria, prevedendo un rimborso di 1 miliardo di euro a titolo dello Strumento europeo per la pace (EPF) (tale proposta è stata poi adottata dal Consiglio il 13 aprile 2023 in riferimento alle forniture per il periodo tra il 9 febbraio e il 31 maggio 2023);

2.     mobilitare 1 miliardo di euro dell'EPF per effettuare in modo collettivo - attraverso l'Agenzia Europea per la Difesa (EDA) o attraverso progetti congiunti di acquisizione condotti da uno Stato membro – ordini di acquisti dall'industria europea della difesa (e dalla Norvegia) di munizioni da 155 mm, e se richiesti dall'Ucraini anche di missili, per ricostituire le scorte nazionali e aumentare le consegne all'Ucraina nel modo più rapido possibile prima del 30 settembre 2023 (tale proposta è ancora all’esame del Consiglio);

Per entrambe le suddette linee di intervento si prevede che i costi per le munizioni fornite all'Ucraina dagli Stati membri siano rimborsati dallo Strumento europeo per la pace con un tasso di rimborso compreso tra il 50-60% delle spese.

3.      invitare la Commissione a presentare proposte concrete per sostenere urgentemente l'incremento delle capacità di produzione dell'industria europea della difesa, garantire catene di approvvigionamento sicure, agevolare procedure di acquisizione efficienti, colmare le carenze nelle capacità di produzione e promuovere gli investimenti, anche, se del caso, mobilitando il bilancio dell'UE.

Il Consiglio ha, altresì, concordato di considerare – possibilità già prevista nell'accordo politico da esso raggiunto il 12 dicembre 2022 - il rifinanziamento dello Strumento europeo per la pace per ulteriori 3,5 miliardi di euro fino al 2027.

A margine del Consiglio affari esteri del 20 marzo 2023, è stato firmato un accordo di progetto dell'Agenzia europea per la difesa (EDA) per l'acquisto collaborativo di munizioni per aiutare l'Ucraina e rifornire le scorte nazionali degli Stati membri, al quale partecipano tutti gli Stati membri (ad eccezione di Bulgaria, Danimarca, Irlanda e Slovenia) e la Norvegia.

Il progetto prevede la possibilità di procedere lungo due percorsi: una procedura rapida di due anni per l'acquisto collaborativo i proiettili d'artiglieria da 155 mm e un progetto di sette anni per l'acquisto di più tipi di munizioni.

Il Consiglio affari esteri ha avviato il 15 novembre 2022 la missione dell’UE di addestramento per l'esercito ucraino (EUMAM Ucraina), che ha l'obiettivo di contribuire a rafforzarne la capacità di condurre efficacemente operazioni militari per difendere la propria integrità territoriale entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti, esercitare efficacemente la propria sovranità e proteggere i civili, integrando le attività di formazione già svolte da parte di alcuni Stati membri. L’Alto rappresentante ha poi annunciato il 2 febbraio 2023 che la missione EUMAM Ucraina incrementerà la sua attività di addestramento con l'obiettivo di formare 30.000 militari ucraini (15 .000 era l’obiettivo iniziale fissato a novembre 2022).

Con il decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 (convertito in legge 27 gennaio 2023, n. 8 ) sono state introdotte disposizioni urgenti per la proroga, fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell'Ucraina di cui all'articolo 2-bis del DL n. 14 del 2022, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 28 del 2022.

Secondo l’Osservatorio sulle Spese Militari Italiane, l’Italia avrebbe già fornito aiuti militari all’Ucraina per circa 450 milioni. Si ricorda che l’Italia si è impegnata (con la Francia) a fornire una batteria del sistema missilistico da difesa aerea Samp-T, acronimo di Sol-Air Moyenne Portée/Terrestre (suolo-aria media portata/terrestre), costruito dal consorzio italo-francese Eurosam. Tale fornitura dovrebbe essere compresa nel sesto decreto sugli aiuti militari all’Ucraina, nel quale dovrebbe essere compreso anche la fornitura di missili terra/aria Aspide.

Si ricorda che l'elenco dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari forniti all’Ucraina sono definiti tramiti uno o più decreti del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro degli affari esteri e con il Ministro dell'economia e delle finanze. Il Ministro della difesa e il Ministro degli affari esteri sono tenuti a riferire alle Camere sull'evoluzione della situazione in atto con cadenza almeno trimestrale.

Assistenza umanitaria

La decisione di esecuzione (UE) 2022/382, adottata dal Consiglio il 4 marzo 2022, ha attivato per la prima volta il meccanismo della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di rifugiati previsto dalla direttiva 2001/55/CE.  La decisione consente ai cittadini dell’Ucraina e loro familiari in fuga dal paese di risiedere e muoversi nel territorio dell’UE per un periodo fino a un anno, poi esteso automaticamente di un ulteriore anno fino al 4 marzo 2024 (e che può ancora essere prolungato per non oltre un ulteriore anno, ossia fino al 4 marzo 2025, non più in via automatica, ma su proposta della Commissione europea ed a maggioranza qualificata del Consiglio), con possibilità di lavorare e di avere accesso a diritti sociali, come il diritto di alloggio e di assistenza sanitaria.

La Commissione ha istituito inoltre una piattaforma di solidarietà per coordinare il sostegno agli Stati membri bisognosi e ha presentato il 28 marzo 2022 un piano per l'accoglienza delle persone in fuga dalla guerra.

L'Unione Europea ha fornito 668 milioni di euro in aiuti umanitari, di cui 630 milioni di euro per l'Ucraina e 38 milioni di euro per la Moldavia. Altri 330 milioni di euro sono destinati a programmi di sostegno di emergenza per la fornitura di beni e servizi di base, tra cui istruzione e assistenza sanitaria.

Secondo le rilevazioni dell'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati (UNHCR), al 11 aprile 2023, sono circa 8 milioni i rifugiati dall’Ucraina in Europa e circa 173.000 i rifugiati ucraini registrati in Italia. Gli altri Stati con un alto numero di rifugiati ucraini registrati sono: Polonia (circa 1.583.000 rifugiati); Germania (circa 1.056.000 rifugiati); Repubblica ceca (circa 504.000 rifugiati); Regno Unito (circa 199.000 rifugiati); Spagna (circa 173.000 rifugiati); Francia (circa 118.000 rifugiati. Secondo la Commissione europea, al 4 aprile 2023,sono circa 4 milioni i rifugiati ucraini per i quali l'UE ha registrato la protezione temporanea. La Commissione europea stima che sono 5,3 milioni (di cui circa 3 milioni minori) i cittadini ucraini che hanno abbandonato i loro luoghi di abitazione abituali, ma sono ancora presenti sul territorio ucraino mentre sono 34.200 i cittadini ucraini che hanno avviato la procedura di asilo nell’UE e 775.452 sono gli studenti ucraini integrati nei sistemi scolastici degli Stati membri.

Per sostenere finanziariamente l’accoglienza dei rifugiati ucraini l’UE ha adottato diverse misure:

Nell'ambito del Meccanismo di protezione civile dell'UE, che comprende Islanda, Norvegia, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia oltre ai 27 Stati membri dell'UE, viene fornita assistenza sotto forma di generatori, autopompe, ospedali mobili, kit di salvataggio e altre attrezzature.

Dal 2014 è operativa EUAM Ukraine, missione europea civile istituita per assistere le autorità ucraine verso riforme nel settore della sicurezza civile. Dal marzo 2022 EUAM ha un mandato più ampio in quanto fornisce anche sostegno alle istituzioni ucraine per facilitare il flusso di rifugiati verso gli Stati membri limitrofi, l'ingresso di aiuti umanitari in Ucraina nonché le indagini e il perseguimento dei crimini internazionali.

 

Sostegno economico e alla ricostruzione dell’Ucraina

Sostegno economico di urgenza

Dall'inizio dell'aggressione russa, l'UE ha intensificato il proprio sostegno all’Ucraina, mobilitando circa 19,7 miliardi di euro, gran parte dei quali sotto forma di assistenza macrofinanziaria (AMF). Sono stati inoltre erogati 620 milioni in sovvenzioni a titolo di sostegno al bilancio per aiutare l'Ucraina a far fronte a bisogni urgenti sul campo. Complessivamente l’UE e gli Stati membri, in via bilaterale, avrebbero fornito assistenza all’Ucraina per circa 67 miliardi di euro.

La Commissione europea ha annunciato il 2 febbraio 2023 un nuovo pacchetto di sostegno all’Ucraina del valore di 450 milioni di euro, di cui 145 milioni in assistenza umanitaria e 305 milioni in cooperazione bilaterale volti al rapido recupero delle infrastrutture, ad aumentare la resilienza del Paese e sostenerne il processo di riforma.

Dal 2014 al 2021 l'UE aveva già erogato all'Ucraina un'assistenza finanziaria pari a 1,7 miliardi di euro in sovvenzioni a titolo dello strumento europeo di vicinato, 5,4 miliardi di euro nell'ambito di cinque programmi di assistenza macrofinanziaria sotto forma di prestiti, 194 milioni di euro in aiuti umanitari e 355 milioni di euro a titolo di strumenti di politica estera. La BEI e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo hanno mobilitato a loro volta 10 miliardi di euro in prestiti.

L’UE ha varato a fine dicembre 2022 un piano di sostegno macroeconomico finanziario straordinario per una cifra massima di 18 miliardi di euro per tutto il 2023, volto a fornire una assistenza finanziaria stabile, regolare e prevedibile all’Ucraina con una media di 1,5 miliardi di euro al mese. Tali risorse sono destinate a coprire una parte significativa del fabbisogno di finanziamento a breve termine dell'Ucraina per il 2023, che le autorità del Paese e il Fondo monetario internazionale stimano da 3 a 4 miliardi di euro per mese.

 Il piano – che dovrebbe essere accompagnato da sforzi simili da parte di altri importanti donatori al fine di coprire tutte le esigenze di finanziamento dell'Ucraina per il 2023 - prevede alcune forme di condizionalità volte a impegnare le autorità ucraine a realizzare riforme per rafforzare ulteriormente lo stato di diritto, il buon governo, la modernizzazione delle istituzioni nazionali e locali e le misure antifrode e anticorruzione.

In occasione del Consiglio ECOFIN del 17 gennaio 2023, il vicepresidente della Commissione Dombrovskis ha fornito un aggiornamento sulla situazione economica in Ucraina, indicando che nel 2022, il PIL reale dovrebbe essersi contratto di circa di circa il 30%. In base alle stime del FMI, nello scenario base l'attività economica potrebbe espandersi dell'1% nel 2023 con inflazione elevata e prossima al 25%. Il fabbisogno finanziario atteso nel 2023 si colloca tra i 39,5 miliardi di dollari nello scenario base e i 49 miliardi di dollari nello scenario avverso, cui vanno aggiunte le necessità finanziarie per la ricostruzione delle infrastrutture critiche.

Il 15 febbraio 2023, il Consiglio ha aggiunto la Russia all'elenco delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali.

Sostegno alla ricostruzione

Il piano “RebuildUkraine” della Commissione europea

Il 18 maggio 2022 la Commissione europea ha presentato un piano di sostegno all'Ucraina contenente un quadro di riferimento per la ricostruzione a lungo termine attraverso la creazione di una Piattaforma per la ricostruzione dell'Ucraina. Questa funge da organismo di governance generale per un piano di ricostruzione denominato "RebuildUkraine" e articolato su quattro pilastri:

La Piattaforma per la ricostruzione dell'Ucraina, sotto la guida congiunta della Commissione (in rappresentanza dell'Unione europea) e del governo ucraino, dovrebbe riunire i partner e le organizzazioni sostenitrici, fra cui gli Stati membri dell'UE, altri partner bilaterali e multilaterali e istituzioni finanziarie internazionali; il Parlamento ucraino e il Parlamento europeo parteciperebbero in qualità di osservatori. Tale piattaforma costituirebbe l’organismo di governance strategica che  dovrebbe approvare il piano di ricostruzione strategico ad alto livello "RebuildUkraine" ed avrebbe il compito di: individuare i settori prioritari per il finanziamento e i progetti specifici per l'attuazione di tali priorità; coordinare le fonti di finanziamento e la loro destinazione per ottimizzarne l'uso, compreso il sostegno di bilancio allo Stato ucraino, il sostegno agli investimenti e le garanzie per gli investimenti del settore privato;  monitorare i progressi compiuti nell'attuazione del piano. La Commissione indica, inoltre, che sarà necessario fornire all'Ucraina sostegno alla capacità amministrativa e assistenza tecnica per elaborare e attuare efficacemente il piano di ricostruzione "RebuildUkraine".

La Commissione indica che le esigenze finanziarie per il piano di ricostruzione, pur non ancora quantificabili, saranno di gran lunga superiori alle risorse disponibili nell’attuale quadro finanziario pluriennale 2021-2027.

La Commissione indica, quindi, che le sovvenzioni supplementari da mettere a disposizione dell'Ucraina potrebbero essere finanziate mediante contributi aggiuntivi degli Stati membri (e dei paesi terzi che lo desiderino), avvalendosi dei meccanismi finanziari e delle garanzie dell'Unione, oppure attraverso una revisione mirata del quadro finanziario pluriennale o in alternativa raccogliendo fondi per i prestiti per conto dell'UE o con garanzie degli Stati membri.

Secondo un rapporto di valutazione pubblicato dalla Banca Mondiale in collaborazione con il governo ucraino, la Commissione Europea e le Nazioni Unite il 23 marzo 2023, i danni diretti subiti dall'Ucraina dopo un anno di guerra hanno superato i 135 miliardi di dollari e il fabbisogno di ricostruzione e riabilitazione del Paese è stimato in circa 411 miliardi di dollari al 24 febbraio 2023, pari a 2,6 volte il PIL attuale dell’Ucraina.

I settori più colpiti sono l'edilizia abitativa (38%), i trasporti (26%), l'energia (8%), il commercio e l'industria (8%) e l'agricoltura (6%). Il prodotto interno lordo (PIL) dell'Ucraina è diminuito del 29,2% nel 2022.

 

La risoluzione del PE per la revisione del quadro finanziario pluriennale 2021-2027

Il Parlamento europeo ha approvato, il 15 dicembre 2022, una risoluzione sul tema "Potenziare il quadro finanziario pluriennale 2021-2027: un bilancio dell'Unione resiliente e adeguato alle nuove sfide" nella quale in particolare: invita la Commissione a proporre una revisione dell'attuale QFP, incentrata su come affrontare le conseguenze della guerra contro l'Ucraina e dotare l'Unione di un'adeguata flessibilità per rispondere alle crisi; sottolinea che, a breve termine, saranno necessari aiuti umanitari su vasta scala in Ucraina e sostegno finanziario agli Stati membri che accolgono le persone in fuga dal conflitto e che, a lungo termine, l'Unione dovrebbe svolgere un ruolo guida nella ricostruzione dell'Ucraina, garantendo il buon governo, il rispetto dello Stato di diritto e la sana gestione finanziaria; sottolinea che la decisione di concedere all'Ucraina e alla Moldova lo status di paese candidato comporta - come è avvenuto per gli altri paesi candidati - un impegno finanziario e di bilancio a lungo termine; insiste sulla necessità di mantenere al livello attuale il sostegno ad altri paesi candidati, in particolare nei Balcani occidentali.

 

L’iniziativa della Presidenza svedese per l'uso dei beni russi congelati per la ricostruzione dell'Ucraina

La Presidenza svedese del Consiglio dell'UE ha annunciato il 14 febbraio 2023 l'istituzione di un gruppo di lavoro dell'UE per esaminare l'uso dei beni russi congelati per la ricostruzione dell'Ucraina.

Il gruppo di lavoro effettuerà un'analisi legale, finanziaria, economica e politica delle possibilità di utilizzo dei beni russi congelati. Parte del lavoro preparatorio consisterà nell'ottenere, in collaborazione con la Task Force sul congelamento e la confisca dalla Commissione europea, un quadro più chiaro dell'ubicazione nell'UE dei beni detenuti dallo Stato russo e del loro valore totale.

 

La Conferenza di ricostruzione dell’Ucraina organizzata dal Governo italiano il 26 aprile 2023

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con l’Agenzia ICE, ha organizzato il 26 aprile 2023 a Roma una Conferenza bilaterale di alto profilo istituzionale e imprenditoriale, dedicata alla discussione di interventi e progetti attraverso i quali l’Italia può offrire contributi concreti alla resilienza e alla ricostruzione dell’Ucraina.

La Conferenza si è svolta alla presenza dei massimi livelli dei Governi italiano ed ucraino, della Commissione europea e delle principali Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI) impegnate nel Paese, che presenteranno i rispettivi piani di intervento nelle due fasi di fast recovery e di ricostruzione a medio e lungo termine, nonché le opportunità di partecipazione del sistema imprenditoriale italiano. I lavori della Conferenza, aperti dai Ministri degli Esteri dell’Italia e dell’Ucraina e conclusi dal Presidente del Consiglio italiano e dal Primo Ministro ucraino, si sono articolati in tre sessioni: una sessione istituzionale; una seconda parte dedicata alle Istituzioni Finanziarie Internazionali; Tavoli di discussione e approfondimento settoriale dedicati a settori individuati come prioritari per la ricostruzione, quali infrastrutture e trasporti, energia e ambiente, agroindustria, salute, digitale e servizi, spazio e avionica, siderurgia.

L’11 aprile 2023 l'Ucraina e l'Italia, nel corso di una videoconferenza tra il Primo Vice Primo Ministro dell'Ucraina e Ministro dell'Economia dell'Ucraina, Yuliia Svyrydenko e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, hanno raggiunto un accordo preliminare sulla creazione e la promozione del marchio nazionale Made in Ukraine nel mercato europeo con il supporto delle piccole e medie imprese italiane. Nel corso delle video conferenza è stato, inoltre, discusso un progetto di cooperazione tra i sistemi industriali di Italia e Ucraina nel settore dell’industria leggera. Al termine della videoconferenza è stato auspicato il successo della prossima conferenza sulla ricostruzione che si terrà a Roma il 26 aprile.

 

Iniziative internazionali

La Piattaforma di coordinamento dei donatori e le organizzazioni finanziarie internazionali per sostenere il processo di ricostruzione dell'Ucraina

Il 26 gennaio 2023 si è svolta la prima riunione della Piattaforma di coordinamento dei donatori e le organizzazioni finanziarie internazionali per sostenere il processo di ricostruzione dell'Ucraina e garantire il coordinamento tra gli attori che forniscono sostegno finanziario a breve termine ma anche assistenza a lungo termine per la fase di ricostruzione.

La piattaforma riunisce funzionari di alto livello di Ucraina, UE, Paesi del G7 e istituzioni finanziarie come la Banca europea per gli investimenti, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. II Comitato direttivo della Piattaforma è co-presieduto da UE, Stati Uniti ed Ucraina, Il Segretariato della Piattaforma si trova in un ufficio di Bruxelles ospitato dalla Commissione e in un ufficio di Kiev ospitato dal Governo ucraino.

Il 5 aprile 2023 nel corso della seconda riunione della Piattaforma di coordinamento dei donatori multi-agenzia per l'Ucraina, il Governo ucraino ha presentato le sue esigenze prioritarie per la ricostruzione nel 2023 per le infrastrutture energetiche, lo sminamento, le infrastrutture critiche e sociali, gli alloggi e il sostegno al settore privato che richiederanno un sostegno stimato di 14,1 miliardi di dollari, e quindi un finanziamento di 10,8 miliardi di dollari, oltre ai 3,3 miliardi di dollari già messi a disposizione dal governo ucraino per la ricostruzione.

La conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina del 4 e 5 luglio 2022

La Svizzera e l’Ucraina hanno organizzato congiuntamente una conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, che si è svolta a Lugano il 4 e 5 luglio 2022, ed alla quale hanno partecipato 58 delegazioni internazionali, tra cui l’Italia, ed esponenti dell’economia privata e della società civile.

Si tratta di un ciclo di riunioni annuali che è stato avviato a Londra nel 2017, come Conferenza sulla riforma dell’Ucraina, e che a partire dalla Conferenza di Lugano è diventata un Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. Le precedenti conferenze si sono svolte nel 2018 a Copenaghen, nel 2019 a Toronto, nel 2021 a Vilnius (nel 2020 non si è svolta a causa della pandemia di coronavirus). La prossima Conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina si svolgerà a Londra il 21 e 22 giugno 2023, organizzata congiuntamente dai Governi di Regno Unito e Ucraina.

Al termine della Conferenza è stata approvata la Dichiarazione di Lugano che prevede i seguenti 7 princìpi per il processo di ricostruzione dell’Ucraina:

1) sia guidato dall'Ucraina, in collaborazione con i suoi partner internazionali;

2) contribuisca a realizzare gli sforzi di riforma dell'Ucraina in linea con il percorso europeo dell'Ucraina;

3) sia trasparente e responsabile nei confronti del popolo ucraino, prevedendo il rafforzamento dello stato di diritto, lo sradicamento della corruzione;

4) preveda forme di partecipazione democratica;

5) faciliti la collaborazione tra attori nazionali e internazionali, inclusi il settore privato, la società civile, il mondo accademico e il governo locale;

6) sia inclusivo e garantisca l'uguaglianza di genere e il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti economici, sociali e culturali;

7) ricostruisca l'Ucraina in modo sostenibile in linea con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l'accordo di Parigi.

 

Giustizia penale internazionale

Il 25 maggio 2022, il Consiglio dell’UE ha adottato delle modifiche relative al regolamento (UE) 2018/1727 volte a consentire a Eurojust di preservare, analizzare e conservare le prove relative ai principali crimini internazionali.

Le autorità giudiziarie di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Ucraina hanno inoltre istituito a partire dall’aprile 2022 una squadra investigativa comune, con il sostegno di Eurojust e la partecipazione dell’Ufficio del procuratore della Corte penale internazionale.

La Commissione europea ha previsto, l’8 giugno 2022, un finanziamento di 7,25 milioni di euro per sostenere le capacità investigative della Corte penale internazionale, in relazione ai crimini di guerra in Ucraina.

La Commissione stessa ha poi annunciato, il 30 novembre 2022, la presentazione di proposte ed opzioni per garantire che la Russia sia ritenuta responsabile delle atrocità e dei crimini commessi durante la guerra in Ucraina, e in particolare a) la proposta di creare una struttura per gestire i beni pubblici russi congelati e immobilizzati, investirli e utilizzare i proventi per l'Ucraina; b) la disponibilità a promuovere con la comunità internazionale l’istituzione di un tribunale internazionale ad hoc o un tribunale "ibrido" specializzato per indagare e perseguire il crimine di aggressione della Russia.

Il 9 dicembre 2022 il Consiglio ha adottato conclusioni sulla lotta all'impunità per i crimini commessi in relazione alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina nelle quali, in particolare, invita gli Stati membri ad adottare misure per attuare pienamente la definizione dei crimini internazionali fondamentali, di cui all'articolo 5 dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, e le modalità di responsabilità sancite dallo Statuto di Roma. Chiede inoltre agli Stati membri di consentire l'esercizio della giurisdizione universale o di altre forme di giurisdizione nazionale sui crimini internazionali fondamentali e di consentire una stretta cooperazione giudiziaria con la Corte penale internazionale (CPI). Le conclusioni invitano gli Stati membri a fornire un sostegno adeguato alla creazione e al funzionamento di unità specializzate dedicate alle indagini e al perseguimento dei crimini internazionali fondamentali a livello nazionale.

Il Parlamento europeo ha approvato il 19 gennaio 2023 una risoluzione sull'istituzione di un tribunale speciale che si occupi del crimine di aggressione contro l'Ucraina, che dovrebbe integrare gli sforzi investigativi della Corte Penale internazionale e del suo procuratore, concentrandosi sui presunti genocidi, crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi in Ucraina.

Per poter archiviare le prove relative ai crimini in questione, Eurojust ha annunciato il 23 febbraio 2023 la predisposizione di una banca dati giudiziaria per supportare le indagini nazionali e internazionali, denominata International Crimes Evidence Database (Ciced).

Il 3 marzo 2023 a Leopoli, in occasione della Conferenza “Uniti per la Giustizia”, organizzata su iniziativa dell’Ucraina, è stata decisa la creazione, a l’Aja (Paesi Bassi) di un Centro Internazionale per il Perseguimento del Crimine di Aggressione contro l’Ucraina, operativo a partire dal luglio 2023 e con il compito di collezionare, analizzare e conservare le prove per i futuri processi per i crimini d’aggressione della Russia.

Si ricorda che, nell’ambito delle indagini sulla situazione in Ucraina, il 17 marzo 2023 la Corte penale internazionale ha emesso due mandati di arresto nei confronti del Presidente della Federazione russa Vladimir Putin e di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, Commissaria presidenziale per i Diritti dei Bambini in Russia. Gli illeciti contestati sono il crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa.

A margine del Consiglio europeo del 23 marzo 2023, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che l'UE sta pianificando una conferenza per aiutare a localizzare e rimpatriare i bambini ucraini rapiti e deportati dalla Russia. La Presidente ha indicato che la conferenza dovrebbe essere organizzata in collaborazione con la Polonia, sottolineando che 16.200 bambini sono già stati deportati.

 

Il processo di adesione dell’Ucraina all’UE

Il Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022 ha riconosciuto la prospettiva europea dell'Ucraina, della Repubblica di Moldova e della Georgia, concedendo lo status di candidato ai primi due paesi. Ha, altresì, affermato che i progressi di ciascun paese verso l'adesione dipenderanno dai rispettivi meriti nel soddisfare i criteri di Copenaghen, tenendo conto della capacità dell'UE di assorbire nuovi membri.

Il passaggio successivo alla concessione dello status di candidato è la decisione del Consiglio, all’unanimità, sull’avvio dei negoziati.

Il Consiglio, nelle conclusioni adottate il 13 dicembre 2022 sul processo di allargamento, ha riconosciuto i notevoli sforzi compiuti dall'Ucraina negli ultimi mesi per conseguire gli obiettivi alla base dello status di paese candidato, incoraggiandola a proseguire su questa strada e a soddisfare le condizioni per avviare i negoziati di adesione. Il Consiglio ha, altresì, invitato la Commissione a preparare una tabella di marcia che delinei le prossime tappe per l'accesso dell'Ucraina al mercato unico dell'UE, utilizzando il pieno potenziale dell'accordo di associazione e della zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA) con l'Ucraina.

Il Parlamento europeo, in una risoluzione approvata il 2 febbraio 2023, ha invitato ad avviare i negoziati di adesione con l’Ucraina e a sostenere una tabella di marcia che delinei le prossime tappe per consentirne l'adesione al mercato unico dell'UE, sulla base di un approccio graduale.

Le condizioni della Commissione europea per avviare il processo di adesione all’UE dell’Ucraina

La Commissione europea, nel parere sulla domanda di adesione all’UE dell’Ucraina del 17 giugno 2022, ha indicato le seguenti condizioni per quanto riguarda le riforme da intraprendere per proseguire il percorso di adesione all’UE:

·        emanare e attuare una legislazione per selezionare i giudici della Corte costituzionale, che includa un processo di preselezione basato sulla valutazione della loro integrità e capacità professionali;

·        portare a termine la verifica dell'integrità dei candidati al Consiglio superiore della giustizia da parte del Consiglio etico e la selezione dei candidati per istituire la Commissione dei giudici dell'Ucraina;

·        rafforzare ulteriormente la lotta alla corruzione, garantendo indagini proattive ed efficienti e un sistema credibile di procedimenti giudiziari e condanne;

·        garantire che la legislazione antiriciclaggio sia conforme agli standard internazionali;

·        adottare un piano strategico globale per la riforma dell'intero settore delle forze dell'ordine;

·        attuare la legge anti-oligarchi per limitare la loro eccessiva influenza nella vita del Paese;

·        adottare una legge sui mezzi di comunicazione che allinei la legislazione ucraina alla direttiva dell'UE sui servizi dei media audiovisivi e rafforzi l'autorità indipendente per la loro regolamentazione;

·        portare a termine la riforma del quadro normativo sulle minoranze nazionali e adottare meccanismi che ne assicurino un’attuazione immediata ed efficace.

La Commissione europea ha poi pubblicato, il 1° febbraio 2023, un rapporto analitico che esamina la situazione, al giugno 2022, dell’allineamento dell’Ucraina al diritto dell’UE in ciascuno dei 33 capitoli negoziali.

La cooperazione nell’ambito dell’Accordo di associazione UE- Ucraina

L'accordo di associazione UE-Ucraina, firmato a margine del Consiglio europeo del 27 giugno 2014 ed entrato in vigore definitivamente il 1° settembre 2017, prevede l’approfondimento delle relazioni UE-Ucraina, attraverso un'associazione politica e la creazione di un'area di libero scambio.  In particolare, si stabiliscono regole di base per la cooperazione in settori quali energia, trasporti e istruzione e si prevede l’impegno dell’Ucraina a rispettare i principi democratici, i diritti umani e lo Stato di diritto.

Le disposizioni relative all'accordo di libero scambio globale e approfondito (DCFTA) erano già entrate in vigore a partire dal 1° gennaio 2016. Nel complesso, per quanto riguarda gli scambi di merci, l'accordo ha previsto l’eliminazione di circa il 99% delle tariffe commerciali.

Il regolamento (UE) 2022/870 ha poi previsto la sospensione per un anno, a partire dal 4 giugno 2022 , di tutte le tariffe e contingenti tariffari sulle importazioni nell’UE dall'Ucraina che non erano ancora stati oggetto di liberalizzazione in base all’accordo. Il 23 febbraio 2023 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento volta a rinnovare tale misure per un altro anno (fino al 5 giugno 2024).

Il 9 giugno 2022 è entrato in vigore l'accordo di associazione dell'Ucraina ai programmi Horizon Europe e al programma di ricerca e formazione Euratom.

Il 31 gennaio 2023 gli operatori telefonici dell’UE e dell’Ucraina hanno concordato una estensione di 6 mesi, a partire dal 9 gennaio 2023 per il roaming gratuito o a prezzi accessibili per le chiamate tra l'UE e l'Ucraina già operativo dall’aprile 2022.

L’UE e l’Ucraina hanno siglato il 2 febbraio 2023 un Memorandum d'intesa volto ad ampliare la cooperazione energetica in corso tra l'UE e l'Ucraina ai gas rinnovabili come il biometano, l'idrogeno e altri gas sintetici, riaffermando l'impegno di entrambe le parti a ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, in particolare il gas russo, e a cooperare per la neutralità climatica.

Assistenza all’esportazione dei prodotti agricoli e alla connettività UE-Ucraina

La Commissione europea ha presentato il 12 maggio 2022 un piano d’azione per la realizzazione di "corridoi di solidarietà" che consentano all'Ucraina di esportare i propri cereali ed anche di importare ciò di cui necessita, dagli aiuti umanitari ai mangimi per animali fino ai fertilizzanti.

Secondo dati forniti dalla Commissione stessa, prima della guerra, il 75% della produzione di cereali dell'Ucraina veniva esportato dai porti ucraini sul Mar Nero, dai quali transitavano il 90 % delle esportazioni di cereali e semi oleosi, destinate all'incirca per un terzo all'Europa, un terzo alla Cina e un altro terzo all'Africa.

Il 22 luglio 2022, a Istanbul, Ucraina e Russia, con la mediazione dell’ONU della Turchia, hanno raggiunto un accordo volto a consentire l'esportazione di cereali dai porti dell'Ucraina (non si tratta di un accordo diretto fra Ucraina e Russia ma di un accordo di entrambe con Turchia e Onu). L’accordo prevede l’impegno da parte di Russia e Ucraina a rispettare un corridoio di navigazione sicuro attraverso il Mar Nero, libero da ogni attività militare, volto a consentire le esportazioni commerciali di cereali da tre porti ucraini: Odessa, Chernomorsk e Yuzhny; un comando congiunto di controllo del traffico marittimo a Istanbul e ispezioni in Turchia delle navi dedicate al trasporto dei cereali, volte a controllare che non trasportino armi in Ucraina. La Russia, in seguito ad alcuni attacchi nei confronti di imbarcazioni russe, aveva sospeso il 29 ottobre scorso la sua partecipazione all’accordo, per poi riconfermare la sua partecipazione il 2 novembre. L’accordo è stato rinnovato il 18 marzo 2023. Il Vice primo ministro ucraino, Oleksandr Kubrakov, ha dichiarato che l'accordo sarebbe rimasto in vigore per ulteriori 120 giorni, ma la portavoce del Ministero degli Esteri russo Zakharova ha dichiarato all'agenzia di stampa russa Tass che la Russia ha accettato di estendere l'accordo per 60 giorni.

Nel medio e lungo periodo la Commissione si adopererà anche per aumentare la capacità infrastrutturale dei nuovi corridoi di esportazione e per creare nuovi collegamenti infrastrutturali nel quadro della ricostruzione dell'Ucraina, anche nel quadro della politica della Commissione di estensione a Paesi vicini delle reti transeuropee di trasporto TEN-T.

Il 12 novembre 2022 la Commissione ha annunciato la mobilitazione di investimenti per 1 miliardo di euro per sostenere i corridoi di solidarietà e la connettività tra l’UE e l’Ucraina.

In particolare, la Commissione ha previsto uno stanziamento di 250 milioni di euro a breve termine, volti a ridurre i tempi di attesa e migliorare la circolazione delle merci attraverso i valichi di frontiera e a medio termine un finanziamento di 50 milioni di euro sulla base del Meccanismo per collegare l'Europa. 300 milioni di euro dovrebbe provenire da investimenti della Banca europea per gli investimenti e ulteriori 300 milioni di euro dalla Banca europea per la ricostruzione. Infine, ulteriori 100 milioni di dollari dovrebbero essere messi a disposizione dalla Banca Mondiale.

Il 15 aprile 2023, i Governi della Polonia e dell’Ungheria hanno vietato le importazioni di prodotti agricoli ucraini nei loro territori fino al 30 giugno 2023. Il 17 aprile anche il Governo della Slovacchia ha introdotto limitazioni all’importazione del grano dall’Ucraina. Si ricorda che a seguito dell'invasione russa in Ucraina, che ha bloccato alcuni porti del Mar Nero, grandi quantità di grano ucraino, più economico di quello prodotto nell'Unione Europea, hanno finito per rimanere negli Stati dell'Europa centrale a causa delle strozzature logistiche, colpendo i prezzi e le vendite degli agricoltori locali.

Il 16 aprile, la Commissione europea ha dichiarato che le azioni unilaterali di uno Stato membro nell’ambito della politica commerciale, materia di esclusiva competenza dell’UE, sono inaccettabili.

Il 19 aprile 2023, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha inviato una lettera ai leader dei cinque Paesi UE interessati (Polonia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Bulgaria) nella quale ha annunciato un nuovo pacchetto di fondi europei da 100 milioni di euro e un tasso di un tasso di cofinanziamento del 200% per sostenere gli agricoltori dei Paesi dell'UE più colpiti dal calo dei prezzi dei cereali dovuto all'aumento delle importazioni di grano ucraino nei loro Paesi.

Questo importo si aggiunge a una prima dotazione di 56,3 milioni di euro concessa il mese scorso per sostenere gli agricoltori più colpiti. Questo sostegno sarà finanziato dalla riserva per le crisi agricole, che dispone di circa 500 milioni di euro all'anno.

In occasione del Consiglio dell’UE nel formato agricoltura del 25 aprile 2023 è intervento in videoconferenza il Ministro ucraino della Politica Agraria e dell'Alimentazione, Mykola Solskyi, che ha espresso la gratitudine degli agricoltori e del popolo ucraino per il sostegno dell'UE ed ha sottolineato che le importazioni dall'Ucraina sono reciprocamente vantaggiose sia per l'Ucraina che per l'UE, evidenziando come la Russia stia approfittando della situazione attuale per esercitare pressioni sull'Ucraina. La discussione in seno al Consiglio si è concentrata sulle questioni che riguardano i mercati interni dell'UE, anche per i Paesi confinanti con l'Ucraina, e sulla necessità di un'analisi approfondita dell'impatto delle importazioni dall'Ucraina attraverso i corridoi di solidarietà. I ministri hanno espresso il loro continuo sostegno all'Ucraina, il loro impegno a trovare soluzioni che non compromettano la solidarietà dell'UE con l'Ucraina e la necessità di un approccio coordinato a livello di UE. Hanno inoltre sottolineato la loro solidarietà con i Paesi confinanti con l'Ucraina e hanno inviato un chiaro messaggio di unità contro l'aggressione della Russia, in particolare per quanto riguarda le misure commerciali autonome e la salvaguardia del mercato unico.

Si ricorda, che secondo i dati pubblicati dalla Commissione europea, alla fine del 2022 le esportazioni di prodotti agricoli dell’Ucraina nell’UE sono quasi raddoppiate in valore rispetto al 2021 (da circa 7 a 13 miliardi di euro, con un aumento di circa il 88% in un solo anno).

 

Attività parlamentare

Il 22 marzo 2023, a seguito delle comunicazioni all'Assemblea del Presidente del Consiglio dei ministri, in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023, la Camera ha approvato la risoluzione Molinari, Cattaneo, Lupi, Foti ed altri n. 6-00025 e, limitatamente ad alcune parti, la risoluzione Richetti ed altri n. 6-00023.

In particolare, per quanto riguarda l’Ucraina:

·        la risoluzione Molinari, Cattaneo, Lupi, Foti ed altri n. 6-00025 impegna il Governo:

-       a proseguire nell'azione di sostegno all'Ucraina favorendo nel contempo ogni iniziativa finalizzata ad una risoluzione del conflitto nel rispetto del diritto internazionale, lavorando con la comunità internazionale nel quadro delle Nazioni Unite;

-       a continuare a far fronte alle immediate esigenze per la resilienza dell'Ucraina, assieme agli altri Stati membri dell'Unione europea e a pianificare specifiche iniziative per la ripresa e la ricostruzione del Paese anche nella prospettiva dell'avvio del percorso di adesione all'Unione;

-       ad adoperarsi affinché l'avvio di un analogo percorso sia assicurato a Moldova e Georgia e ad intensificare i negoziati per finalizzare l'adesione dei Paesi dei Balcani occidentali;

-       a garantire il più ampio supporto alle iniziative volte a perseguire i crimini di guerra e contro l'umanità commessi nel territorio ucraino, agli sforzi volti all'istituzione del più appropriato meccanismo per la punizione del crimine di aggressione e all'azione della Corte penale internazionale.

·        la risoluzione Richetti ed altri n. 6-00023 impegna il Governo:

-     a proseguire nel programma di sostegno politico, militare e finanziario all'Ucraina, a concorrere alla ricostruzione del Paese, a promuovere il rapido avvio del negoziato di adesione del Paese all'Unione europea e a sostenere iniziative politico-diplomatiche per giungere alla conclusione dell'aggressione russa e alla piena garanzia della libertà, dell'indipendenza e della sicurezza dell'Ucraina;

-     in coerenza con questo obiettivo, a non lasciare nulla di intentato e a garantire il sostegno dell'Italia a qualunque mediazione internazionale possa portare alla fine del conflitto nel rispetto dei diritti degli ucraini e dei principi del diritto internazionale;

-    a cooperare con la Corte penale internazionale, che, in base allo Statuto di Roma, sottoscritto e ratificato dall'Italia, è giuridicamente competente a perseguire i crimini di guerra e contro l'umanità compiuti nel corso dell'aggressione russa dell'Ucraina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


L’Unione europea e la Moldova

 

La Repubblica Moldova – insieme ad Armenia, Azerbaigian, Bielorussia Georgia, Ucraina – è uno dei paesi interessati dall’iniziativa del partenariato orientale) con la quale l’Unione europea si prefigge di rafforzare la dimensione orientale della politica europea di vicinato.

Il 27 giugno 2014 è stato firmato un accordo di associazione tra la UE e la Repubblica Moldova, che prevede anche la creazione di un’area di libero scambio con l’UE.

Alcune disposizioni dell’accordo, in particolare quelle relative alla creazione di una area di libero scambio, sono state applicate provvisoriamente dal 1° settembre 2014. L’accordo è poi entrato definitivamente in vigore, in seguito al completamento del processo di ratifica, il 1° luglio 2016. L’Italia ha ratificato l’accordo di associazione con la repubblica di Moldova il 26 novembre 2015.

Mediante l’accordo di associazione, la Repubblica Moldova si è impegnata nelle principali riforme nazionali, sulla base della legislazione e delle pratiche dell'UE, in materia di buona governance, sviluppo economico e rafforzamento della cooperazione con l'UE; in appoggio a tali sforzi, l'UE si è impegnata a fornire un sostanziale sostegno al bilancio e assistenza finanziaria alla Repubblica Moldova.

L'UE ha altresì concordato, a partire dall’aprile 2014, l'esenzione dal visto nei confronti dei cittadini moldovi che si recano nello spazio Schengen titolari di un passaporto biometrico.

Dal 2014 la Moldova partecipa alle missioni di gestione delle crisi dell'UE.

Domanda di adesione all’UE

Il 3 marzo 2022 la Moldova ha presentato domanda di adesione all'UE.

 Il 17 giugno 2022 la Commissione europea ha formulato il suo parere sulla domanda di adesione all'UE.

Il 23 giugno 2022 il Consiglio europeo ha concesso alla Moldova lo status di paese candidato. Ha invitato la Commissione europea a riferire al Consiglio in merito al rispetto delle condizioni specificate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione. Il Consiglio deciderà in merito a ulteriori misure una volta che tutte queste condizioni saranno pienamente soddisfatte.

Il 23 marzo 2023 il Consiglio europeo ha ribadito che l'Unione europea continuerà a fornire tutto il sostegno del caso alla Moldova al fine di rafforzarne la resilienza, la sicurezza, la stabilità e l'economia e ad aiutarla nel suo percorso di adesione all'UE. Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a presentare un pacchetto di sostegno prima della sua prossima riunione del 29 e 30 giugno 2023.

Il 28 marzo 2023, in occasione della visita in Moldova del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il Presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha auspicato che la Moldova possa avviare i negoziati di adesione prima possibile, indicando che il paese sta attuando le raccomandazioni della Commissione europea e recependo la legislazione europea a un ritmo accelerato.

Il Presidente Michel ha indicato l’intenzione di voler inserire la questione dell'apertura dei negoziati di adesione nell'agenda del Consiglio europeo entro la fine del 2023, sperando che sia possibile una decisione positiva.

Michel, esprimendo apprezzamento per gli sforzi già compiuti, ha affermato che è importante attuare le condizioni del parere della Commissione europea, citando in particolare la riforma completa del sistema giudiziario, la lotta alla corruzione e la depoliticizzazione delle istituzioni statali.

Parere della Commissione sulla domanda di adesione della Moldova

Nel parere sulla domanda di adesione della Moldova la Commissione europea, per quanto riguarda le riforme da intraprendere per proseguire il percorso di adesione all’UE ha indicato la necessità che la Moldova adotti le seguenti misure:

·      completare i passaggi essenziali della riforma del sistema giudiziario per garantirne l'indipendenza, l'integrità, l’efficienza, la responsabilità e la trasparenza; in particolare, assegnare tutti i posti vacanti nel Consiglio Supremo della Magistratura e nei suoi organi specializzati; in questi settori, affrontare le carenze individuate dall’ODIHR dell'OSCE e dalla Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa;

·      mantenere l'impegno a combattere la corruzione a tutti i livelli rafforzando lo svolgimento di indagini proattive ed efficienti e un sistema credibile di procedimenti giudiziari e condanne; incrementare il tasso di esecuzione delle raccomandazioni del Centro Nazionale Anticorruzione;

·      attuare la “de-oligarchizzazione”, eliminando l'eccessiva influenza acquisita nella vita economica, politica e pubblica dai gruppi di potere;

·      rafforzare la lotta alla criminalità organizzata, anche attraverso una maggiore cooperazione con i partner regionali, dell'UE e internazionali e un migliore coordinamento delle forze dell'ordine; in particolare, adottare un pacchetto legislativo sul recupero dei beni e un quadro normativo completo per la lotta contro la criminalità finanziaria e il riciclaggio di denaro, garantendo che la normativa antiriciclaggio sia conforme agli standard del Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI);

·      rafforzare la capacità di realizzare le riforme e fornire servizi pubblici di qualità, anche attraverso l’implementazione della riforma della pubblica amministrazione;

·      valutare e aggiornare la strategia di riforma della pubblica amministrazione;

·      completare la riforma del sistema di gestione delle finanze pubbliche, compreso il miglioramento degli appalti pubblici a tutti i livelli di governo;

·      rafforzare il coinvolgimento della società civile nei processi decisionali a tutti i livelli;

·      rafforzare la protezione dei diritti umani, in particolare dei gruppi vulnerabili, e sostenere gli impegni per rafforzare l'uguaglianza di genere e combattere la violenza contro le donne.

Il 2 febbraio 2023, la Commissione europea ha pubblicato una relazione analitica che valuta la capacità della Moldova di assumere gli obblighi derivanti dall'adesione all'UE e fornisce un'analisi dettagliata dello stato di allineamento del Paese con l'acquis dell'UE.

Risoluzione del Parlamento europeo del 19 aprile 2023

Il Parlamento europeo ha approvato il 18 aprile 2023 una risoluzione sulla Moldova nella quale in particolare:

·        ribadisce il sostegno alla futura adesione della Moldova all'UE, in seguito alla domanda presentata dal Paese nel 2022, riconoscendo al contempo i progressi compiuti dal governo moldavo in termini di riforme e di livello di allineamento con il corpus legislativo dell'UE e chiede che i negoziati di adesione inizino entro la fine del 2023, a condizione che il Paese ottemperi alle riforme individuate nel parere della Commissione europea;

·        invita il Governo moldavo a proseguire con determinazione il suo programma di riforme in materia di democrazia e Stato di diritto, a portare avanti i lavori per la piena attuazione dell'Accordo di associazione all'UE e dell'Area di libero scambio globale e approfondita, a contrastare la criminalità organizzata e grave a livello internazionale e transnazionale e a portare avanti gli sforzi per aumentare la sicurezza energetica del Paese;

·        in relazione ai tentativi di destabilizzazione della Moldova, il PE invita l'UE e i suoi Stati membri a sanzionare immediatamente le persone coinvolte e in particolare gli oligarchi moldavi latitanti Ilan ?or e Vladimir Plahotniuc e, se del caso, le loro imprese e organizzazioni politiche, nonché di estradarli in Moldova per processarli;

·        condanna il ricatto energetico della Russia nei confronti della Moldova ed invita da un lato, il Paese ad aumentare la propria sicurezza energetica diversificando le fonti di approvvigionamento, riducendo i consumi e acquistando energia sul mercato europeo, nonché sviluppando le infrastrutture di interconnessione e dall’altro l'UE a sostenere la Moldova nel raggiungimento dell'indipendenza energetica.

Si ricorda che il 29 novembre 2021, i Presidenti del Parlamento europeo, David Sassoli, e del Parlamento moldavo, Igor Grosu, hanno firmato un memorandum d'intesa su un quadro comune per le attività di sostegno alla democrazia, volto a promuovere attività di, formazione, tutoraggio e rafforzamento delle capacità del personale parlamentare e dei partiti politici, visite di studio e scambi di buone pratiche tra parlamentari o anche conferenze, seminari.

Assistenza alla Moldova nel contesto della crisi in Ucraina

A seguito dell’aggressione militare russa in Ucraina, che ha provocato un ingente flusso di rifugiati nei paesi vicini, tra i quali in particolare la Moldova, l’UE ha fornito, a partire da primi di marzo del 2022, sostegno alla moldova con un pacchetto di 28 milioni di euro per assistenza umanitaria ai rifugiati ucraini.

Circa 800.000 rifugiati dall'Ucraina sono entrati in Moldova (445.000 circa sarebbero poi rientrati in Ucraina). Attualmente circa 106.000 sono ancora ospitati sul suo territorio. Rispetto alla sua popolazione di poco più di 2,5 milioni di abitanti la Moldova è il paese con il maggior numero di rifugiati ucraini pro capite.

Il 17 marzo 2022, l’UE ha firmato un accordo con la Repubblica di Moldova sulla cooperazione per la gestione delle frontiere tra le guardie di frontiera moldave e Frontex, per supportare autorità moldave nella gestione della situazione al confine.

Il 5 aprile 2022 la Commissione ha disposto una sovvenzione di 53 milioni di euro a sostegno del bilancio nazionale moldavo per far fronte alle ripercussioni dell'invasione dell'Ucraina.

L’UE ha poi disposto un finanziamento supplementare di 15 milioni di euro a favore della sua missione civile UE- BAM di assistenza ai controlli di frontiere (v. infra).

Il Consiglio dell'Unione Europea ha approvato, il 4 aprile 2022, una decisione relativa alla concessione di un'assistenza macrofinanziaria di 150 milioni di euro alla Moldova per aiutare il paese a stabilizzare la sua economia e ad attuare il programma di riforma approvato con il FMI. Il 24 gennaio 2023 la Commissione ha proposto di aumentare l'assistenza macrofinanziaria in corso alla Repubblica di Moldova di 145 milioni di euro, portando l'importo totale a 295 milioni di euro.

Si ricorda, inoltre che l’UE e i suoi Stati membri, insieme ai paesi del G7e altri paesi, si sono impegnati a versare 659,5 milioni di euro per la creazione di una piattaforma di sostegno alla Moldova.

A seguito delle conclusioni del Consiglio dell’UE nel formato "Energia" del 28 febbraio 2022, le reti elettriche dell'Ucraina e della Moldova sono state sincronizzate con la rete continentale europea a partire dal 16 marzo 2022.

Il 5 maggio 2022, la Commissione europea ha annunciato che mobiliterà ulteriori 52 milioni di euro per la Repubblica di Moldova per promuovere la resilienza, la ripresa e le riforme a lungo termine del paese.

Il 30 giugno 2022 il Consiglio ha adottato una misura di assistenza nell'ambito dello Strumento europeo per la pace del valore di 40 milioni di euro a favore delle Forze armate della Repubblica di Moldova. Il Consiglio affari esteri del 24 aprile ha approvato un ulteriore stanziamento di 40 milioni di euro, sempre a valere sulle risorse dello Strumento europeo per la pace, per rafforzare la sorveglianza aerea, la logistica e la cyberdifesa delle forze armate della Moldova.

Il 18 luglio 2022 Consiglio ha adottato un regolamento che liberalizza temporaneamente gli scambi dei sette prodotti agricoli della Moldova non ancora pienamente liberalizzati: pomodori, aglio, uva da tavola, mele, ciliegie, prugne e succo d'uva. Ciò significa che la Moldova può almeno raddoppiare le sue esportazioni di tali prodotti – per un periodo di un anno – verso l'Unione europea senza oneri tariffari.

Missioni dell’UE in Moldova nell’ambito della politica di sicurezza e difesa dell’UE

La missione civile UE BAM in Moldavia e Ucraina

L’Unione europea ha avviato nel novembre del 2005 in Moldavia e Ucraina, una missione civile di assistenza ai controlli di frontiere, in particolare nella regione della Transnistria, denominata EU BAM Moldavia e Ucraina.

La missione EUBAM offre corsi di formazione, assistenza tecnica e consulenza ai servizi della guardia di frontiera e doganali moldavi e ucraini, volti in particolare a rafforzare i controlli delle frontiere e i controlli doganali.

Il mandato della missione, che è stato rinnovato più volte, al momento è rinnovato fino al 30 novembre 2023.

La missione di partenariato dell'UE in Moldova

Il Consiglio affari esteri del  24 aprile 2023 ha approvato la creazione di una nuova missione di partenariato dell'Unione europea in Moldova (EUPM Moldova), che dovrebbe essere avviata in occasione di una prossima riunione del Consiglio affari esteri.

La nuova missione di sostegno al governo in Moldova, con un mandato di due anni, è volta contrastare le attività destabilizzanti di paesi terzi. In particolare, compito della missione è quello di migliorare la resilienza del settore della sicurezza della Moldova nell'area della gestione delle crisi, nonché migliorare la resilienza alle minacce ibride, compresa la sicurezza informatica, e contrastare la manipolazione e l'interferenza dell'informazione straniera.

Dialogo politico e di sicurezza ad alto livello UE-Repubblica di Moldova

Il 24 marzo 2023 si è svolta a Bruxelles la seconda riunione nell’ambito del dialogo politico e di sicurezza ad alto livello UE-Repubblica di Moldova, alla quale hanno partecipato il vice primo ministro e ministro degli Affari esteri e dell'integrazione europea della Repubblica di Moldova, Nicu Popescu e il vicesegretario generale per gli affari politici / Direttore politico del Servizio europeo per l'azione esterna dell’UE, Sig. Enrique Mora.

La decisione di avviare un dialogo politico e di sicurezza ad alto livello UE-Repubblica di Moldova è stata presa il 28 ottobre 2021 in occasione del Consiglio di associazione tra l'UE e la Repubblica di Moldova a Bruxelles. La prima riunione si era svolta il 28 marzo 2022.

Nel corso del dialogo politico del 24 marzo 2023 le parti, in particolare:

·        hanno riconfermato l'impegno e l'interesse reciproco a migliorare e intensificare la cooperazione nel campo della politica estera e di sicurezza, in linea con una nuova fase strategica delle relazioni UE-Moldova dopo la decisione del Consiglio europeo del giugno 2022 di concedere lo status di candidato all'UE alla Repubblica di Moldova;

·        l’UE ha ribadito la solidarietà e il sostegno alla Moldova nel suo processo di riforma, rafforzando la sua capacità di resistenza in diverse dimensioni;

·        l'UE ha espresso apprezzamento per la continua partecipazione della Moldova alla Missione di formazione dell'UE in Mali e ha accolto con favore il suo interesse a contribuire all'EUFOR ALTHEA in Bosnia-Erzegovina e alla Missione di formazione dell'Unione europea in Somalia. È stato discusso anche il proseguimento del sostegno dell'UE attraverso lo Strumento europeo per la pace. La Moldova ha espresso il proprio apprezzamento per l'assistenza e la condivisione di competenze dell'UE nel settore della sicurezza informatica, delle minacce ibride e della lotta alla disinformazione;

·        è stato discusso lo stato di avanzamento del processo di risoluzione del conflitto in Transnistria.  L'UE ha ribadito il suo fermo sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale della Moldova all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, con uno status speciale per la regione transnistriana. Le parti hanno riaffermato il loro impegno a favore di una soluzione globale, pacifica e sostenibile del conflitto transnistriano nel quadro del formato 5+2;

·        si è svolto uno scambio di opinioni sulle conseguenze della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina sia per la Moldova che per la regione.  L'UE ha accolto con favore la posizione assunta dalla Moldova nel condannare l'aggressione russa, prendendo atto del fatto che la Moldova ha avviato il processo di graduale allineamento alle sanzioni dell'UE;

·        i partecipanti hanno discusso le sfide che la Moldova sta affrontando come conseguenza delle azioni ibride della Russia, tra cui l'armamento dell'energia e le proteste organizzate. L'UE ha espresso piena solidarietà e grande apprezzamento per la resilienza della Repubblica di Moldova di fronte a tutte le pressioni. 

 

Il 2° Vertice della Comunità politica europea a Chisinau

La Moldova ospiterà il 1° giugno 2023, nella sua capitale a Chisinau, il secondo vertice della Comunità politica europea.

La prima riunione della Comunità politica europea si è svolta a Praga il 6 ottobre 2022 con la partecipazione di 47 Stati europei, di cui 27 Stati membri dell’UE, 8 paesi candidati all’adesione (Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Moldova, Turchia, Ucraina), 1 paese che ha presentato domanda di adesione, ma non ha ancora lo status di paese candidato (Georgia), 1 paese che non ha ancora presentato domanda di adesione (Kosovo) e 10 Stati europei non facenti parte dell’UE e non coinvolti nel processo di adesione all’UE (Andorra, Armenia, Azerbaigian, Islanda, Liechtenstein, Monaco, Norvegia, Regno Unito, San Marino, Svizzera).

La riunione, che si è aperta con un discorso in videoconferenza del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è stata dedicata a due temi di discussione: pace e sicurezza, in particolare la guerra della Russia in Ucraina; la crisi energetica.

Si ricorda che il Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022, nell’ambito di una discussione strategica sulle relazioni dell'Unione europea con i suoi partner in Europa, ha adottato delle conclusioni nelle quali indica che l'obiettivo della Comunità Politica europea è quello di promuovere il dialogo politico e la cooperazione per affrontare questioni di interesse comune in modo da rafforzare la sicurezza, la stabilità e la prosperità del continente europeo. Tale quadro non sostituirà le politiche e gli strumenti esistenti dell'UE, in particolare l'allargamento, e rispetterà pienamente l'autonomia decisionale dell'Unione europea.

Le riunioni della Comunità politica europea si svolgono ogni sei mesi. Le successive riunioni della Comunità politica europea si svolgeranno, sulla base di un principio di alternanza tra Stati membri dell’UE e Stati non membri, a Granada, in Spagna (il 5 e 6 ottobre 2023) e nel Regno Unito (primavera 2024).

 

Assistenza finanziaria

L’assistenza finanziaria alla Repubblica Moldava per il periodo di programmazione finanziaria dell’UE 2014-2020 è stata erogata nell’ambito dei finanziamenti previsti dal nuovo strumento europeo di vicinato (ENI) che per l’intero periodo di programmazione dispone di una dotazione complessiva per tutti i paesi cui è rivolto di circa 15 miliardi di euro.

L’allocazione finanziaria indicativa per la Repubblica moldava per il periodo 2014-2020 è stata pari a circa 700 milioni di euro, ed è stata destinata ai seguenti settori: sviluppo economico (35% dei fondi totali); connettività, efficienza energetica, ambiante e cambiamenti climatici (25% dei fondi totali); sostegno allo sviluppo delle istituzioni (20% dei fondi totali); mobilità delle persone, istruzione, formazione e ricerca (10% dei fondi totali); sostegno alla società civile (5% dei fondi totali); sostegno alla comunicazione strategica (5% dei fondi totali).

La programmazione delle priorità strategiche per il sostegno dell'UE alla Moldova per il periodo di programmazione finanziare 2021-2027 è in corso di definizione.

Il 2 giugno 2021, la Commissione europea ha annunciato un piano di ripresa economica per la Repubblica di Moldova, che mobiliterà fino a 600 milioni di euro nei prossimi tre anni in assistenza macrofinanziaria, sovvenzioni e investimenti.

Nell’ambito dell’assistenza ai paesi terzi per l’impatto della pandemia di COVID 19 l’UE ha destinato alla Repubblica Moldova 227 milioni di euro.

Nell’ambito delle azioni per il partenariato orientale (v. supra) la Commissione europea ha presentato un piano economico e di investimenti regionali del valore che dovrebbe mobilitare fino a 17 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati volti a sostenere la ripresa socioeconomica post COVID-19 e ad accelerare le trasformazioni verde e digitale, per tutti i paesi del Partenariato orientale, di cui 3,4 miliardi di euro dovrebbero essere destinati alla Repubblica Moldova, per progetti per il sostegno alle PMI, la facilitazione degli scambi commerciali, l’efficienza energetica, i trasporti e le connettività e lo sviluppo di capitale umano.

Rapporti commerciali 

L’Unione europea è il principale partner commerciale della Repubblica Moldova: al 2021, il 54% degli scambi commerciali della Repubblica moldova è con l’UE.

La creazione dell’area di libero scambio con l’UE ha consentito l'accesso privilegiato di beni e servizi dalla Moldova al mercato dell'UE attraverso la rimozione dei dazi all'importazione per la maggior parte delle merci scambiate tra l'UE e la Moldova e la promozione di un ampio accesso reciproco al commercio di servizi per entrambi i partner.

Nel 2021 l’UE ha esportato beni nella Repubblica Moldava per un valore di 3,2 miliardi di euro, mentre la Repubblica Moldava ha esportato beni nella UE per un valore di 1,8 miliardi di euro

Nel 2020 l’UE ha esportato servizi nella Repubblica Moldava per un valore di 400 milioni di euro e la Repubblica Moldava ha esportato servizi nella UE per un analogo valore di 400 milioni di euro.

L'UE è il principale investitore estero nella Repubblica Moldova. Lo stock degli investimenti esteri dell’UE in Moldova al 2020 ammontano a 1,3 miliardi di euro, quelli della Repubblica Moldova nell’UE a 100 milioni di euro.

 

 

 

 


 

L’allargamento dell’Unione europea

 

Il processo di adesione all’UE

In base all’articolo 49 del Trattato sull’Unione europea, ogni paese europeo può presentare richiesta di adesione se rispetta i valori di libertà, democrazia, Stato di diritto, uguaglianza, tutela dei diritti umani (compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze) e della dignità umana, valori che sono comuni agli Stati membri.

In particolare, l’adesione può essere conseguita soltanto se il paese soddisfa i cosiddetti criteri di Copenaghen, stabiliti dal Consiglio europeo di Copenaghen del giugno 1993 e rafforzati dal Consiglio europeo di Madrid del 1995:

Il medesimo articolo stabilisce che sulla richiesta di adesione il Consiglio si esprime all’unanimità, previa consultazione della Commissione e previa approvazione del Parlamento europeo, che si pronuncia a maggioranza dei membri che lo compongono. A conclusione di tale procedura, è il Consiglio europeo ad attribuire lo status di paese candidato.

L’apertura formale dei negoziati tra gli Stati membri e lo Stato candidato avviene sulla base di una decisione in tal senso del Consiglio europeo e dopo l’approvazione all’unanimità del mandato negoziale da parte del Consiglio. All’apertura formale dei negoziati segue la fase di screening - preliminare all’avvio dei negoziati tecnici veri e propri - cui partecipano esperti della Commissione e dello Stato interessato.

L’obiettivo è quello di esaminare la legislazione del paese candidato sotto il profilo della compatibilità con l’acquis comunitario e di tracciare, settore per settore, un itinerario per il suo recepimento. L’acquis comunitario è suddiviso in capitoli, organizzati per materia, su ciascuno dei quali ha luogo un negoziato separato.

La conclusione della fase di screening prende la forma – per ciascun capitolo - di una relazione della Commissione, accompagnata da una raccomandazione ad aprire direttamente i negoziati per il capitolo in questione o a richiedere che alcune condizioni siano soddisfatte prima dell’apertura (cosiddetti opening benchmarks). In ogni caso, prima che i negoziati possano partire il paese candidato deve sottoporre le sue posizioni e l’UE deve adottare una posizione comune. Per la maggior parte dei capitoli, l’UE definisce anche condizioni per la chiusura.

Il passo dei negoziati dipende dalla velocità delle riforme e dell’adeguamento alla legislazione dell’UE da parte di ogni paese. Nessun negoziato viene chiuso finché tutti gli Stati membri dell’UE non siano soddisfatti dei progressi compiuti dal paese nel settore specifico; l’intero processo è concluso definitivamente quando ciascun capitolo è stato chiuso.

Una volta che tutti i capitoli siano stati positivamente esaminati, viene predisposto un progetto di trattato di adesione, in cui sono riportati scadenze e accordi provvisori, nonché dettagli sugli accordi finanziari ed eventuali clausole di salvaguardia.

Il trattato viene firmato dal paese candidato e da tutti gli Stati membri e sottoposto alla loro ratifica in base alle rispettive norme costituzionali.

Dopo la firma del trattato di adesione, il paese candidato diventa “Stato aderente” e può beneficiare di una serie di diritti provvisori prima di diventare Stato membro dell’UE. Può esprimere osservazioni su progetti di proposte, comunicazioni, raccomandazioni o iniziative dell’UE e acquisisce lo status di “osservatore attivo” in seno agli organi e alle agenzie dell’Unione, con diritto di espressione ma non di voto. È al termine del processo di ratifica, con l’entrata in vigore del trattato di adesione alla data prevista, che lo Stato aderente diventa a tutti gli effetti Stato membro dell’UE.

Nel corso del processo di adesione, l’Unione sostiene gli sforzi di ciascun paese attraverso una strategia di pre-adesione che si compone di diversi strumenti e meccanismi, tra i quali la partecipazione ai programmi, ai comitati e alle agenzie dell’UE, il dialogo politico, il programma nazionale di adozione dell’acquis comunitario, il cofinanziamento da parte di istituzioni internazionali, l’assistenza di preadesione.

La riforma della procedura dei negoziati di adesione

Il Consiglio affari generali del 25 marzo 2020 ha approvato una riforma della procedura dei negoziati di adesione che prevede in particolare:

·        impegni chiari da parte dell'Unione europea e dei sei Paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia) e un maggiore focus dei negoziati sulle riforme fondamentali e sullo Stato di diritto. Inoltre si prevede che i negoziati per capitoli relativi al gruppo sulle questioni fondamentali siano avviati per primi e chiusi per ultimi e che i progressi in tale ambito condizionino il ritmo complessivo dei negoziati;

·        una maggiore frequenza dei vertici UE-Balcani occidentali e un più forte coinvolgimento degli Stati membri nel monitoraggio del processo;

·        un sistema di incentivi per i paesi più meritevoli, quali l'integrazione graduale nelle politiche e nel mercato dell’UE e la partecipazione ai programmi dell'UE, e analogamente, misure correttive per l’eventuale stallo o regresso grave o prolungato nell'attuazione delle riforme, con la possibilità di sospendere i negoziati.

Tabella riepilogativa dello stato del processo di adesione all’UE

Paese

Domanda di adesione

Status di paese candidato

Avvio dei negoziati

Avanzamento dei negoziati

Albania

24 aprile 2009

26 e 27 giugno 2014

19 luglio 2022

 

Bosnia Erzegovina

15 febbraio 2016

15 dicembre 2022

 

 

Georgia

3 marzo 2022

 

 

 

Kosovo

15 dicembre 2022

 

 

 

Macedonia del Nord

22 marzo 2004

15 e 16 dicembre 2005

19 luglio 2022

 

Moldova

3 marzo 2022

23 e 24 giugno 2022

 

 

Montenegro

15 dicembre 2008

16 e 17 dicembre 2010

29 giugno 2012

Aperti tutti i capitoli negoziali e chiusi i negoziati per 3 capitoli: (Scienza e ricerca; Educazione e cultura; Relazioni esterne)

Serbia

19 dicembre 2009

1° marzo 2012

21 gennaio 2014

Aperti 22 capitoli negoziali su 35 e chiusi i negoziati su 2 capitoli (Scienza e ricerca; Educazione e cultura)

Turchia

14 aprile 1987

11 dicembre 1999

3 ottobre 2005, sospesi nel giugno 2018

Aperti 16 capitoli negoziali su 33 e chiuso i negoziati per 1 capitolo (Scienza e ricerca)

Ucraina

1 marzo 2022

23 e 24 giugno 2022

 

 

 

Ultimi sviluppi del processo di allargamento dell’UE

Il Consiglio europeo del 15 dicembre 2022, ha convenuto di concedere alla Bosnia-Erzegovina lo status di paese candidato.

La Bosnia-Erzegovina aveva presentato domanda di adesione all’UE il 15 febbraio 2016 e il Consiglio dell’UE aveva deciso di avviare la procedura per l’adesione secondo l’art. 49 del Trattato sull’Unione europea il 20 settembre 2016

Il Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022 ha riconosciuto la prospettiva europea dell'Ucraina, della Moldova e della Georgia, decidendo di concedere lo status di paese candidato all'Ucraina e alla Moldova e affermando di essere pronto a concederlo anche alla Georgia una volta che saranno state affrontate le priorità specificate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione della Georgia.

Per quanto riguarda i Balcani occidentali, lo stesso Consiglio europeo ha:

Il Consiglio europeo del 23 marzo 2023 ha espresso apprezzamento per l'accordo raggiunto tra il Kosovo e la Serbia sull'applicazione dell'allegato dell'accordo sul percorso di normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi e invitato le parti ad attuare tempestivamente e in buona fede i rispettivi obblighi

Si ricorda che il 27 febbraio 2023 la Serbia e il Kosovo, con la mediazione dell’UE, hanno raggiunto un accordo di principio sulla normalizzazione delle loro relazioni, che pur se non prevede  un ufficiale riconoscimento reciproco, contempla l’impegno delle due parti ad accettare la reciproca legittimità di documenti e simboli nazionali, inclusi passaporti, diplomi,  targhe e timbri doganali, lo scambio di missioni diplomatiche, insieme all'obbligo di sviluppare buone relazioni di vicinato e rispettare la rispettiva indipendenza ed integrità territoriale e l'impegno della Serbia a non opporsi all'adesione del Kosovo ad alcuna organizzazione internazionale.

Successivamente, il 18 marzo 2023 la Serbia e Kosovo hanno raggiunto ad Ohrid, in Macedonia del nord, un accordo verbale sull’allegato di attuazione dell’accordo del 27 febbraio I negoziati portati avanti ad Ohrid non hanno però condotto alla firma di un documento condiviso relativamente all'allegato di attuazione dell'accordo. La parte kosovara avrebbe voluto, ma il Presidente serbo Vu?i? ha declinato l'invito a porre la sua firma in calce all'accordo. Al tempo stesso, la delegazione serba ha però ribadito di essere "pienamente pronta ad implementare" l'intesa.

 

Il vertice UE-Balcani occidentali del 6 dicembre 2022

Al termine del Vertice UE- Balcani occidentali che si è svolto a Tirana (Albania) il 6 dicembre 2022 è stata adottata una dichiarazione nella quale, in particolare, si ribadisce il pieno e inequivocabile impegno nei confronti della prospettiva di adesione all'Unione europea dei Balcani occidentali e si afferma che la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, mettendo a rischio la pace e la sicurezza europee e globali, evidenzia l'importanza del partenariato strategico tra l'UE e la regione dei Balcani occidentali.

Nella dichiarazione si evidenzia come il pacchetto di sostegno dell’UE per l’energia dovrebbe attenuare l’impatto della crisi energetica e accelerare la transizione energetica nella regione e si indica che nell’ambito del piano economico e di investimenti dell’UE per i Balcani sono stati fino ad ora approvati finanziamenti per 40 progetti nei settori dei trasporti, della connettività, della transizione energetica, dell'agenda verde, della transizione digitale e dello sviluppo del capitale umano, con un sostegno dell'UE di 1,85 miliardi di euro e un valore di investimento totale di 5,7 miliardi di euro.

Si ricorda che il 3 novembre 2022 l’UE ha annunciato un pacchetto di sostegno energetico di 1 miliardo di euro in sovvenzioni dell'UE per aiutare i Balcani occidentali ad affrontare le conseguenze immediate della crisi energetica e creare resilienza a breve e medio termine. Nell'immediato, la Commissione fornirà un sostegno di 500 milioni di euro, volto a sosterrà sostenere le famiglie e le piccole e medie imprese ad attutire l’impatto degli aumenti dei prezzi dell'energia. A breve e medio termine, la Commissione fornirà altri 500 milioni di euro per avanzare nella diversificazione energetica, nella generazione di energia rinnovabile e nelle interconnessioni del gas e dell'elettricità.

Il piano economico e di investimenti globale per i Balcani occidentali, presentato dalla Commissione europea il 6 ottobre 2020, prevede un pacchetto di investimenti di circa 30 miliardi di euro per la regione nell'arco dei prossimi sette anni, sulla base del nuovo strumento di garanzia per i Balcani occidentali. Il piano individua iniziative faro in materia di investimenti per: sostenere i principali collegamenti stradali e ferroviari nella regione sull’asse est-ovest e sull’asse nord-sud e per il collegamento delle regioni costiere; promuovere il ricorso all'energia rinnovabile e l'abbandono del carbone; incentivare la ristrutturazione degli edifici pubblici e privati per aumentare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas a effetto serra; migliorare le infrastrutture per la gestione dei rifiuti e il trattamento delle acque reflue; promuovere lo sviluppo delle infrastrutture digitali e per la banda larga; incentivare lo sviluppo del settore privato per promuovere la competitività e l'innovazione, in particolare a livello di piccole e medie imprese; promuovere nei paesi dei Balcani occidentali una garanzia per i giovani che, in analogia con quanto già previsto nell’UE, preveda che i giovani ricevano un'offerta qualitativamente valida di lavoro, formazione continua, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dalla fine degli studi.

Nella dichiarazione di Tirana, adottata al Vertice UE- Balcani occidentali del 6 dicembre 2022 inoltre:

·        si accoglie con favore la firma di una dichiarazione dei rappresentanti degli operatori di telecomunicazioni dell'UE e dei Balcani occidentali sulla prima riduzione volontaria delle tariffe di roaming tra la regione e l'UE dal 1° ottobre 2023, in vista di una futura totale rimozione (entro il 2027);

·        si indica che il vertice è stato un'opportunità per discutere e approfondire la cooperazione dell'UE con la regione in materia di gestione della migrazione, cibersicurezza, istruzione e gioventù;

·        in tema di migrazione si indica che il rapido riallineamento dei partner alla politica dell’UE in materia di visti riveste una importanza urgente, anche per la sostenibilità dei regimi di esenzione dal visto tra i paesi dei Balcani occidentali e l’UE. I paesi dei Balcani occidentali devono continuare a potenziare i loro sistemi di rimpatrio, anche concludendo accordi di riammissione con paesi di origine chiave, e a rafforzare la cooperazione con le compagnie aeree pertinenti. A tale riguardo, l'UE si dichiara è pronta a sostenere i Balcani occidentali nell'aumentare i rimpatri volontari e non volontari, anche direttamente dalla regione ai paesi di origine. Dovrebbe inoltre essere intensificata la cooperazione con Frontex, nonché con l'Agenzia dell'Unione europea per l'asilo e con Europol;

·        si ricorda che la Commissione ha recentemente approvato un finanziamento di 70 milioni di euro per contribuire a migliorare le capacità di gestione delle frontiere e intensificare la lotta contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani nei Balcani occidentali;

·        con riferimento alla cibersicurezza, indica che l'UE sta potenziando l'assistenza e la cooperazione con i Balcani occidentali per rafforzare la resilienza informatica a seguito di una serie di attacchi informatici su larga scala nella regione, anche attraverso un nuovo programma da 5 milioni di euro per l'intera regione che dovrebbe iniziare all'inizio del 2023;

·        in tema di istruzione e gioventù, annuncia che le università dei Balcani occidentali saranno incluse nell'iniziativa delle università europee nell'ambito del programma Erasmus+ su un piano di parità con gli Stati membri dell'UE, per creare ulteriori opportunità per i giovani;

·        indica che l'UE e i Balcani occidentali sono determinati a rafforzare ulteriormente la cooperazione sulla sicurezza e la difesa, anche a livello operativo, in particolare sviluppando ulteriormente le competenze e capacità di difesa nella regione, attraverso lo strumento europeo per la pace e rafforzando il dialogo con la regione in settori quali lo spazio e la mobilità militare.

Le conclusioni del Consiglio su allargamento e processo di stabilizzazione e di associazione

Il Consiglio dell’UE ha approvato il 13 dicembre 2022 delle conclusioni su allargamento e processo di stabilizzazione e di associazione nelle quali in particolare:

 

Il pacchetto allargamento 2022 della Commissione europea

La Commissione europea ha presentato, il 12 ottobre 2022, il cosiddetto “pacchetto allargamento”, ossia la Comunicazione con la quale annualmente fa il punto sullo stato del processo di allargamento dell’UE.

La comunicazione dà conto dello stato e dei progressi registrati dai paesi dei Balcani occidentali e dalla Turchia ma non anche da Ucraina e Moldova, che hanno visto riconosciuto lo status di paese candidato all’adesione da parte del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno, e dalla Georgia, per la quale il Consiglio europeo si è impegnato a riconoscere identico status una volta soddisfatte le condizioni indicate nel parere della Commissione europea. Per le raccomandazioni per tali paesi si rimanda ai pareri della Commissione europea sulle rispettive domande di adesione (v. infra).

Nelle conclusioni e raccomandazione del pacchetto allargamento la Commissione europea rileva che l’invasione russa in Ucraina ha cambiato radicalmente lo scenario geopolitico, mettendo alla prova un sistema internazionale basato sul rispetto delle regole. In tale contesto la politica dell’UE per l’allargamento costituisce un investimento a lungo termine di pace, stabilità e sicurezza per l’intero continente europeo e dunque è un elemento prioritario dell’agenda europea. La Commissione sottolinea come il processo di allargamento basato sulla condizionalità e sul principio del merito abbia un effetto trasformativo e di modernizzazione nei paesi partner. La Commissione afferma dunque che i Balcani occidentali sono parte della famiglia europea e che è nell’interesse strategico dell’UE e delle stabilità e prosperità di tali paesi che essi possano avanzare nel percorso verso una piena adesione all’UE.

La Commissione rileva come nell'ultimo anno si sono verificati importanti sviluppi nell'agenda dell'allargamento dell'UE, con il riconoscimento della prospettiva europea per Georgia, Moldova e Ucraina da parte del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno 2022 e l’avvio dei negoziati con l'Albania e la Macedonia del Nord, il 19 luglio 2022.

La guerra della Russia contro l’Ucraina ha evidenziato l’importanza dell’allineamento dei paesi partner alla Politica di sicurezza e difesa dell’UE (PSDC), in riferimento al quale la Commissione sottolinea l’allineamento completo alle misure restrittive dell’UE nei confronti della Russia anche da parte di Albania, Montenegro e Macedonia del Nord e i progressi pure compiuti in tale ambito dalla Bosnia-Erzegovina e dal Kosovo. Dall’altro si rileva come la Serbia e la Turchia continuano la loro politica di non allineamento a tali misure.

La Commissione rileva, inoltre, come l'attuale crisi energetica rappresenti una sfida anche per i Balcani occidentali e la Turchia. L'UE ha invitato i Balcani occidentali ad aderire alla piattaforma comune dell'UE per gli acquisti di energia e sostiene i Balcani occidentali nell'indirizzare il sostegno finanziario agli investimenti in energie rinnovabili ed efficienza energetica, ma si aspetta che tutti i partner nella regione si allineino pienamente alla legislazione e alle priorità politiche dell'UE nel settore dell'energia, comprese quelle del piano REPowerEU, e riducano il prima possibile la loro dipendenza dai combustibili fossili russi. In tale ambito la Commissione ricorda l’importanza del Piano economico e di investimenti globali (v. infra), volto in particolare ad aiutare la regione a rispondere all'impatto della guerra russa in Ucraina, accelerando la transizione energetica verso le fonti rinnovabili, diversificando l'offerta e migliorando l'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati.

La Commissione rileva l’importanza per tutte le parti coinvolte di superare le difficoltà per sbloccare il processo decisionale e consentire l'entrata in vigore delle misure relative al mercato regionale comune per i paesi dei Balcani occidentali.

In occasione del vertice di Sofia del 10 novembre 2020 i leader dei Balcani occidentali hanno riconosciuto la necessità di una migliore integrazione economica dei Balcani occidentali, tra loro e con l'UE ed hanno lanciato l'iniziativa del mercato regionale comune, strutturata attorno alle quattro libertà (libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone), coprendo anche aspetti della politica digitale, degli investimenti, dell'innovazione e dell'industria.

Infine, la Commissione rileva che le attuali sfide geopolitiche richiedono il rafforzamento della cooperazione tra l’UE e i Balcani occidentali in materia di sicurezza e difesa della regione, agendo anche in stretta cooperazione con attori della sicurezza internazionale che condividono le stesse idee, e che in tale ambito priorità fondamentali sono il rafforzamento delle capacità contro le minacce ibride, come la sicurezza informatica, il miglioramento della resilienza delle infrastrutture critiche e la lotta alla disinformazione.

Raccomandazioni per singoli paesi

Albania

La Commissione afferma che l'avvio del processo negoziale di adesione all'UE con l'Albania a luglio 2022 ha rappresentato un importante passo avanti e ha segnato l'inizio di una nuova fase nelle relazioni UE-Albania.

L'Albania ha continuato a compiere progressi nelle riforme nell'ambito del cluster dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali. La Commissione ha espresso particolare apprezzamento per l'impegno del Paese a rafforzare lo Stato di diritto, a combattere la corruzione e la criminalità organizzata.

Per quanto riguarda la politica estera e di sicurezza comune dell'UE (PESC), l'Albania ha mantenuto il pieno allineamento con tutte le pertinenti decisioni e dichiarazioni dell'UE, comprese le misure restrittive dell'UE a seguito dell'aggressione non provocata della Russia contro l'Ucraina. In qualità di membro non permanente dal gennaio 2022, l'Albania si è attivamente impegnata nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nella promozione e difesa dell'ordine internazionale basato sulle regole.

Per far avanzare il processo dei negoziati di adesione con l'Albania, in linea con il quadro negoziale, la Commissione ha avviato immediatamente lo screening, che è il primo passo immediatamente nel processo negoziale. L'Albania ha dimostrato un alto livello di impegno e il processo di screening sta procedendo senza difficoltà.

La Commissione rileva che l’avvio dei negoziati richiederà un impegno costante e un coordinamento tra tutte le Istituzioni dell'Albania, nonché un impegno continuo da parte del Governo e dell'opposizione, nonché di altre parti della società.

L'Albania dovrebbe intensificare ulteriormente i propri sforzi in settori chiave come la riforma della magistratura, la lotta alla corruzione e la lotta alla criminalità organizzata, nonché in materia di libertà di espressione, diritti di proprietà e questioni relative alle minoranze.

Bosnia Erzegovina

La Commissione indica che il dialogo politico con l'UE, nell'ambito dell'Accordo di stabilizzazione e associazione (ASA), è stato ripreso nel corso del 2022 dopo molti mesi di stallo, e rileva che la Bosnia Erzegovina ha adottato importanti riforme, come le modifiche alla legge sugli appalti pubblici e modifiche alla strategia globale sulla gestione delle finanze pubbliche.

La Commissione rileva, altresì, che la Bosnia Erzegovina ha adottato misure significative per migliorare la gestione della migrazione ed ha migliorato il suo allineamento con la politica estera e di sicurezza dell'UE, portandolo ad un livello pari all'81%.

La Bosnia Erzegovina ha, inoltre, ottenuto importanti risultati In relazione alla lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, con l’ultimazione della operatività del punto di contatto Europol e con l’avanzamento dei preparativi per la formalizzazione della cooperazione con Eurojust.

La Commissione ha quindi raccomandato che la Bosnia Erzegovina ottenga lo status di candidato, ferma restando l’adozione delle seguenti misure:

·        emendamenti alla legge esistente sull'Alto Consiglio della Magistratura e della Procura;

·        una nuova legge sul Consiglio superiore della magistratura e sulla Procura e adottare la legge sui tribunali della Bosnia Erzegovina;

·        una legge sulla prevenzione dei conflitti di interesse;

·        misure decisive per rafforzare la prevenzione e la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata;

·        un coordinamento efficace, a tutti i livelli, della capacità di gestione delle frontiere e della migrazione, nonché per garantire il funzionamento del sistema di asilo;

·        garantire il divieto della tortura, in particolare istituendo un meccanismo nazionale di prevenzione contro la tortura e i maltrattamenti;

·        garantire la libertà di espressione e dei media e la protezione dei giornalisti, in particolare assicurando un adeguato seguito giudiziario ai casi di minacce e violenze contro giornalisti e operatori dei media;

·        garantire il corretto funzionamento del meccanismo di coordinamento sulle questioni dell'UE, sviluppando e adottando un programma nazionale per l'adozione dell'acquis dell'UE.

Kosovo

La Commissione indica che il Kosovo ha beneficiato nel corso del 2022 di stabilità politica e le autorità hanno continuato a dimostrare il loro impegno per il percorso europeo. Questo contesto politico ha consentito al Kosovo di intensificare il proprio lavoro per attuare le riforme relative previste nel contesto dell’Accordo di associazione e stabilizzazione con l'UE.

La Commissione rileva che le elezioni municipali tenutesi a ottobre e novembre 2021 sono state nel complesso ben organizzate, trasparenti e competitive.

Il Kosovo deve intensificare gli sforzi per rafforzare la democrazia, la pubblica amministrazione, lo Stato di diritto e combattere la corruzione.

 Il Kosovo dovrebbe anche portare avanti l'attuazione della nuova strategia energetica al fine di migliorare la sua resilienza energetica.

Per quanto riguarda la normalizzazione delle relazioni con la Serbia, la Commissione considera che, nel complesso, il Kosovo è rimasto impegnato nel dialogo. Tuttavia, Pristina deve mantenere i suoi precedenti impegni e operare per la piena attuazione di tutti gli accordi di dialogo già firmati. Il Kosovo dovrebbe, inoltre, contribuire a creare un ambiente favorevole alla conclusione di un accordo di normalizzazione giuridicamente vincolante con la Serbia, impegnandosi in modo più costruttivo nei negoziati e mostrandosi pronto a scendere a compromessi per compiere progressi rapidi e concreti.

La Commissione ricorda, infine, che la proposta per la liberalizzazione dei visti è ancora all'esame del Consiglio e dovrebbe essere trattata con urgenza. La Commissione conferma la sua valutazione del luglio 2018 secondo cui il Kosovo soddisfa tutti i parametri di riferimento per la liberalizzazione dei visti e si compiace del fatto che le discussioni in seno al Consiglio stiano per riprendere.

Il 9 marzo 2023 il Consiglio ha adottato, nell’ambito della procedura legislativa ordinaria, la sua posizione in prima lettura sulla proposta di regolamento che prevede l'esenzione dal visto per i titolari di passaporti rilasciati dal Kosovo a più tardi a partire dal 1° gennaio 2024 . La proposta è stata poi approvata anche dal Parlamento europeo il 19 aprile 2023.

La proposta di regolamento relativa alla liberalizzazione dei visti per il Kosovo era stata presentata dalla Commissione nel 2016.

Macedonia del Nord

La Commissione indica che l'avvio del processo negoziale di adesione all'UE con la Macedonia del Nord nel luglio 2022 ha rappresentato un importante passo avanti e ha segnato l'inizio di una nuova fase nelle relazioni UE-Macedonia del Nord.

Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, la Macedonia del Nord ha confermato il suo forte e chiaro orientamento strategico verso l'UE allineandosi pienamente a tutte le decisioni e dichiarazioni di politica estera e di sicurezza comune dell'UE e da allora ha mantenuto un tasso di allineamento del 100%.

Per far avanzare il ritmo del processo negoziale di adesione della Macedonia del Nord, in linea con il quadro negoziale, la Commissione ha avviato immediatamente lo screening, che è la prima fase del processo negoziale. La Macedonia del Nord ha mostrato un alto livello di impegno e il processo di screening sta procedendo senza difficolta.

La Commissione indica che la nuova fase, che si è aperta con l’avvio dei negoziati, richiede un impegno costruttivo da parte sia del Governo che dell'opposizione, nonché di altre parti della società, favorendo un ampio consenso sulle riforme relative all'UE.

Il paese deve, in particolare continuare a realizzare le sue priorità di riforma, nei settori chiave dello Stato di diritto, della lotta alla corruzione e della criminalità organizzata.

La Commissione afferma che il paese fornisce un buon esempio di società multietnica. La modifica della Costituzione, in linea con l'impegno della Macedonia del Nord, farà avanzare ulteriormente i diritti fondamentali.

Montenegro

La Commissione rileva che l'impegno politico delle autorità del Montenegro nei confronti del processo di adesione all'UE appare come la priorità chiave per il paese e si riflette generalmente nelle decisioni politiche pertinenti. Il Montenegro ha fatto registrate un tasso di allineamento del 100% con la politica estera e di sicurezza comune dell'UE. Tuttavia, la volatilità e l'instabilità politica hanno bloccato i processi decisionali e l'attuazione delle riforme, portando a un rallentamento dei negoziati di adesione.

La Commissione indica come prioritario per ulteriori progressi nei negoziati di adesione il rispetto dei parametri di riferimento provvisori sullo Stato di diritto stabiliti nei capitoli 23 e 24. Il Montenegro deve, in particolare, intensificare le riforme nell’ambito dei settori della libertà di espressione e della libertà dei media e della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, e garantire la funzionalità e la credibilità del sistema giudiziario.

Ciò richiede stabilità politica e impegno costruttivo da parte di tutte le parti interessate, che portino all'istituzione di un governo stabile, fermamente impegnato nella direzione strategica dell'UE, e un ampio consenso politico in Parlamento sulle riforme chiave.

Serbia

La Commissione indica che sebbene le autorità serbe abbiano continuato a dichiarare che l'integrazione europea è il loro obiettivo strategico, hanno anche mantenuto strette relazioni con la Russia.

La Serbia ha compiuto un importante passo avanti nel suo percorso di adesione all'UE, con l'apertura dei negoziati nell'ambito del cluster 4 (Agenda verde e connettività sostenibile) nel dicembre 2021 e con la riforma in materia di indipendenza e responsabilità della magistratura con l'approvazione di emendamenti alla Costituzione.

Lo scioglimento del Parlamento nel febbraio 2022 e lo svolgimento delle elezioni parlamentari anticipate hanno portato a una legislatura più pluralistica. Tuttavia, i risultati elettorali hanno subìto notevoli ritardi, rallentando la formazione del nuovo governo e il ritmo delle riforme per l'adesione.

L'allineamento della Serbia alla politica estera e di sicurezza comune dell'UE è diminuito in modo significativo e il governo serbo ha finora rifiutato di allinearsi alle misure restrittive dell'UE nei confronti della Federazione Russa.

Complessivamente, la Serbia è rimasta impegnata nel dialogo per la normalizzazione delle relazioni con il Kosovo. Tuttavia, la Commissione indica che la Serbia dovrebbe astenersi da azioni che minino la stabilità e una retorica sfavorevole al dialogo, al fine di creare un ambiente favorevole alla conclusione di un accordo di normalizzazione giuridicamente vincolante con il Kosovo, per il quale la Commissione ritine che la Serbia dovrebbe maggiormente impegnarsi e mostrarsi pronta a scendere a compromessi per compiere progressi rapidi e concreti.

Per quanto riguarda lo Stato di diritto, è necessario promuovere riforme, in particolare nei settori chiave della magistratura, della lotta alla corruzione e della criminalità organizzata, della libertà dei media, della libertà di riunione e della gestione interna della guerra crimini.

Oltre alle riforme, le autorità serbe devono assumersi la responsabilità di una comunicazione proattiva e obiettiva sull'UE, in linea con l'obiettivo strategico dichiarato dell'integrazione europea. La Serbia deve anche contrastare tutte le forme di disinformazione e manipolazione delle informazioni dall’estero.

La Commissione ribadisce, infine, che i progressi della Serbia sullo Stato di diritto e la normalizzazione delle relazioni con il Kosovo continueranno a determinare il ritmo generale dei negoziati di adesione.

Turchia

La Commissione ricorda che il Consiglio europeo ha ripetutamente riaffermato l’interesse strategico dell’UE per un ambiente stabile e sicuro nel Mediterraneo orientale e per lo sviluppo di una relazione cooperativa e reciprocamente vantaggiosa con la Turchia. In particolare, nel giugno 2022 il Consiglio europeo ha ribadito le aspettative dell’UE affinché la Turchia rispetti pienamente il diritto internazionale, allenti le tensioni nell'interesse della stabilità regionale nel Mediterraneo orientale e promuova relazioni di buon vicinato.

Per quanto riguarda la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, la Commissione indica che la Turchia ha avviato colloqui diretti, a sostegno della riduzione dell'escalation e del cessate il fuoco. Ha inoltre intrapreso un'importante iniziativa diplomatica per facilitare, insieme alle Nazioni Unite, l'esportazione di grano ucraino, con l'accordo raggiunto nel luglio 2022 a Istanbul, che ha aperto la strada alle esportazioni commerciali di cibo dai principali porti ucraini.

La Commissione esprime preoccupazione per il non allineamento della Turchia con le misure restrittive dell'UE nei confronti della Russia, anche a causa della libera circolazione dei prodotti, compresi i beni a duplice uso, all'interno dell'unione doganale UE-Turchia e per il fatto che la Turchia ha firmato un memorandum d'intesa per sviluppare ulteriormente le sue relazioni economiche e commerciali con la Russia.

La Commissione ritiene che la Turchia dovrebbe sostenere attivamente i negoziati per una soluzione equa, globale e praticabile della questione cipriota nel quadro delle Nazioni Unite, in conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e in linea con i principi fondamentali dell'UE.

È inoltre urgente che Turchia adempia al proprio obbligo di garantire la piena e non discriminatoria attuazione del protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione UE-Turchia e rimuova tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle merci, comprese le restrizioni sui collegamenti di trasporto diretto con la Repubblica di Cipro.

La Commissione ribadisce che in Turchia permangono gravi carenze nel funzionamento delle istituzioni democratiche ed esprime serie preoccupazioni per il continuo deterioramento della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali e dell'indipendenza della magistratura. La Commissione indica che la Turchia deve in via prioritaria invertire questa tendenza negativa affrontando l'indebolimento di effettivi controlli ed equilibri nel sistema politico.

La Commissione segnala che la Turchia ha continuato a svolgere un ruolo chiave nell'affrontare la migrazione lungo la rotta del Mediterraneo orientale. Tuttavia, i rimpatri dalle isole greche non sono ancora ripresi e la migrazione irregolare verso Cipro e l'Italia è notevolmente aumentata.

La Commissione riconosce che la Turchia ha proseguito i suoi enormi sforzi per ospitare una popolazione di rifugiati molto numerosa e l'UE ha continuato a dimostrare solidarietà, in particolare attraverso un contributo finanziario aggiuntivo ai rifugiati e alle comunità ospitanti in Turchia (quasi 10 miliardi di euro dal 2016).

Per quanto riguarda l'economia, la Commissione rileva che sono ulteriormente aumentate le preoccupazioni per l'accumulo di squilibri macroeconomici, per il corretto funzionamento dell'economia di mercato e per la mancanza di indipendenza delle autorità di regolamentazione. La Turchia dovrebbe, infine, continuare a intensificare l'impegno con la Commissione per affrontare le questioni commerciali che ostacolano il buon funzionamento dell'unione doganale con l’UE.

I pareri della Commissione europea sulle domande di adesione di Georgia, Moldova e Ucraina

La Commissione europea ha formulato raccomandazioni e condizioni rivolte a Georgia, Moldova e Ucraina, nei pareri formulati il 17 giugno 2022, in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno 2022 che ha poi concesso lo status di paese candidato a Moldova e Ucraina.

Per le indicazioni relative a Moldova ed Ucraina si rinvia alle schede sui due paesi riportate supra.

 

Georgia

La Commissione europea ha indicato che potrà essere concesso lo status di paese candidato alla Georgia solo quando saranno state affrontate le seguenti priorità:

·      risolvere la questione della polarizzazione politica, garantendo la cooperazione tra i partiti politici nello spirito dell'accordo del 19 aprile 2021;

·      garantire il funzionamento di tutte le istituzioni statali, rafforzandone l'indipendenza, la responsabilità e le funzioni di controllo democratico, affrontando anche le carenze del quadro elettorale individuate dall’ Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) dell’OSCE e dalla Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa;

·      adottare ed attuare una strategia ed un piano d'azione trasparenti ed efficaci per realizzare la riforma giudiziaria sulla base di un processo di consultazione ampio, inclusivo e trasversale; assicurare che il potere giudiziario sia pienamente e realmente indipendente, responsabile ed imparziale; assicurare il corretto funzionamento e l'integrità di tutte le istituzioni giudiziarie, in particolare della Corte suprema, e risolvere eventuali carenze, compresa la nomina di giudici a tutti i livelli e del procuratore generale; intraprendere una profonda riforma dell'Alto Consiglio di Giustizia e nominarne i restanti membri; tutte queste misure dovranno essere pienamente in linea con gli standard europei e con le raccomandazioni della Commissione di Venezia;

·      rafforzare l'indipendenza dell’Agenzia anticorruzione riunendo tutte le principali funzioni anticorruzione e fornire al nuovo Servizio Speciale Investigativo e al Servizio Protezione Dati Personali risorse commisurate ai loro mandati e garantirne l'indipendenza;

·      attuare la “de-oligarchizzazione”, eliminando l'eccessiva influenza acquisita nella vita economica, politica e pubblica dai gruppi di potere;

·      rafforzare la lotta contro la criminalità organizzata, in particolare assicurando rigorose indagini ed azioni giudiziarie oltre ad un sistema credibile di procedimenti giudiziari e condanne e garantire la responsabilità e il controllo delle forze dell'ordine;

·      intraprendere maggiori sforzi per quanto riguarda i media, in particolare garantendo che i procedimenti penali avviati contro i proprietari dei media seguano i più elevati standard legali e avviando indagini nei casi di minacce alla sicurezza di giornalisti e altri professionisti dei media;

·      agire rapidamente per rafforzare la protezione dei diritti umani dei gruppi vulnerabili, consolidando gli sforzi per rafforzare la parità di genere e combattere la violenza contro le donne;

·      assicurare il coinvolgimento della società civile nei processi decisionali a tutti i livelli;

·      adottare una legislazione che faccia in modo che i tribunali georgiani nelle loro deliberazioni tengano conto delle sentenze della CEDU;

·      assicurare che venga data preferenza a una persona indipendente nel processo di nomina del nuovo Difensore civico, garantendone la trasparenza, assicurando poi la sua effettiva indipendenza istituzionale.

Il 2 febbraio 2023, la Commissione europea ha pubblicato una relazione analitica che valuta la capacità della Georgia di assumere gli obblighi derivanti dall'adesione all'UE e fornisce un'analisi dettagliata dello stato di allineamento del Paese con l'acquis dell'UE.

 

Il piano economico di investimenti globale, l’agenda verde per i Balcani occidentali e il sostegno per la crisi energetica

La Commissione europea ha presentato il 6 ottobre 2020 un piano economico e di investimenti globale per i Balcani occidentali (COM (2020) 641) che  prevede un pacchetto di investimenti di circa 30 miliardi di euro per la regione nell'arco dei prossimi sette anni, sulla base del nuovo strumento di garanzia per i Balcani occidentali [1].

Il piano individua iniziative faro in materia di investimenti per:

·        sostenere i principali collegamenti stradali e ferroviari nella regione sull’asse est-ovest e sull’asse nord-sud e per il collegamento delle regioni costiere;

·        promuovere il ricorso all'energia rinnovabile e l'abbandono del carbone;

·        incentivare la ristrutturazione degli edifici pubblici e privati per aumentare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas a effetto serra;

·        migliorare le infrastrutture per la gestione dei rifiuti e il trattamento delle acque reflue;

·        promuovere lo sviluppo delle infrastrutture digitali e per la banda larga;

·        incentivare lo sviluppo del settore privato per promuovere la competitività e l'innovazione, in particolare a livello di piccole e medie imprese;

·        promuovere nei paesi dei Balcani occidentali una garanzia per i giovani che, in analogia con quanto già previsto nell’UE, preveda che i giovani ricevano un'offerta qualitativamente valida di lavoro, formazione continua, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dalla fine degli studi.

Al momento sono stati approvate 24 iniziative faro per investimenti per un valore complessivo di 3,3 miliardi di euro.

Per maggiori dettagli sulle singole iniziative faro si rinvia all’allegato del Piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali.

 

Sempre nell’ambito del piano economico di investimenti globale per i Balcani occidentali, la Commissione europea ha presentato delle linee guida per l'attuazione dell'agenda verde per i Balcani occidentali che prevedono azioni incentrate su cinque pilastri:

·        l'azione per il clima, che comprende iniziative per la decarbonizzazione, la transizione verso l'energia pulita e la mobilità sostenibile;

·        l'economia circolare, con un accento sui rifiuti, il riciclaggio, la produzione sostenibile e l'uso efficiente delle risorse;

·        la biodiversità, al fine di proteggere e ripristinare le risorse naturali della regione;

·        la lotta contro l'inquinamento atmosferico, delle acque e del suolo;

·        la promozione di sistemi alimentari e aree rurali sostenibili.

 

Il 3 novembre 2022, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e l'Alto rappresentante, Josep Borrel, in occasione del vertice dei Balcani occidentali nel contesto del processo di Berlino, hanno annunciato un pacchetto di sostegno energetico di 1 miliardo di euro in sovvenzioni dell'UE per aiutare i Balcani occidentali ad affrontare le conseguenze immediate della crisi energetica e creare resilienza a breve e medio termine.

Nell'immediato, la Commissione fornirà un sostegno di 500 milioni di euro, che sarà adottato a dicembre e disponibile a gennaio 2023, volto a sosterrà sostenere le famiglie e le piccole e medie imprese ad attutire l’impatto degli aumenti dei prezzi dell'energia. A breve e medio termine, la Commissione fornirà altri 500 milioni di euro per avanzare nella diversificazione energetica, nella generazione di energia rinnovabile e nelle interconnessioni del gas e dell'elettricità. Il sostegno sarà indirizzato a misure a breve termine (prossimi 1-2 anni), volte alla diversificazione degli approvvigionamenti energetici, potenziando gli interconnettori del gas e dell'elettricità, compreso il GNL, nonché a promuovere la costruzione di progetti di energia rinnovabile e le misure di efficienza energetica, ed a misure a medio termine (prossimi 2-3 anni) rivolte ad investimenti che contribuiscano alla transizione energetica e alla sicurezza e riguarderanno progetti su larga scala di generazione di energia rinnovabile, aggiornamento dei sistemi di trasmissione dell'energia, teleriscaldamento e schemi per l'efficienza energetica per i vecchi condomini.

Piano d’azione sulla migrazione nei Balcani occidentali

La Commissione europea ha presentato il 5 dicembre 2022 un piano d'azione dell'UE per la migrazione nei Balcani occidentali, volta a rafforzare la cooperazione in materia di migrazione e gestione delle frontiere con i Balcani occidentali. Il piano d’azione individua 20 misure operative strutturate su 5 pilastri:

·        rafforzare la gestione delle frontiere lungo le rotte;

·        procedure di asilo rapide e sostegno alla capacità di accoglienza;

·        lotta al traffico di migranti;

·        rafforzare la cooperazione in materia di riammissione e rimpatri;

·        promuovere l’allineamento della politica in materia di visti.

 

Assistenza finanziaria

Per quanto riguarda i finanziamenti per i paesi coinvolti nel processo di adesione nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, lo strumento di assistenza preadesione (IPA III), prevede uno stanziamento a 14,6 miliardi di euro per tutti i Paesi terzi coinvolti nel processo di adesione all’UE.

I fondi sono allocati secondo 5 finestre tematiche: Stato di diritto, diritti fondamentali e democrazia (15,13% dei fondi); buon governo, allineamento all'acquis dell'UE (16,59 % dei fondi); agenda verde e connettività sostenibile (42,45 % dei fondi); competitività e crescita inclusiva (22,31 % dei fondi); cooperazione territoriale e transfrontaliera (3,51 % dei fondi).

Nell’ambito dell’assistenza finanziaria ai paesi del vicinato per la pandemia di COVID 19, l’UE ha stanziato fino ad ora un pacchetto di oltre 3,3 miliardi di euro a favore dei paesi dei Balcani occidentali.

Priorità del Governo Italiano

Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, in occasione di una audizione sulla situazione nei Balcani occidentali, svolta il 26 gennaio 2023 presso le commissioni riunite Affari esteri della Camera e del Senato, ha affermato che i Balcani occidentali rappresentano una priorità del Governo italiano, che intende promuovere una strategia volta ad una maggiore presenza dell’Italia in tale regione.

Il Ministro ha ricordato che il Governo ha organizzato una conferenza a Trieste il 23 gennaio 2023 intitolata “L’Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione”, alla quale hanno partecipato, oltre al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il Commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato, Olivér Várhelyi e rappresentanti delle più importanti imprese italiani e di istituzioni come l’ICE, la SACE, la SIMEST, la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS). Il Ministro ha altresì annunciato lo svolgimento a Roma, di una riunione di tutti i Ministri degli esteri dei Paesi dei Balcani (poi svoltasi il 26 marzo 2023), e un'altra riunione con i Ministri degli esteri di Albania, Macedonia del Nord, Bulgaria, per affrontare il tema dell'ex corridoio 5 (il progetto di rete TEN-T per il collegamento tra Venezia, Trieste, Lubiana, Maribor, Budapest, Užhorod, Leopoli, Kiev).

Il Ministro Tajani ha affermato che il conflitto in Ucraina conferisce rinnovata centralità alla regione dei Balcani occidentali la cui stabilizzazione diventa ancora più cruciale, anche in considerazione della competizione geopolitica con attori come la Russia e la Cina, ma anche la Turchia e l'Arabia Saudita.

Il Ministro Tajani nel suo intervento ha, inoltre, indicato in particolare che:

·     il Governo intende organizzare anche una serie di iniziative per favorire una presenza imprenditoriale, commerciale e industriale dell'Italia, con l'obiettivo di aprire nuovi mercati, favorire l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese e anche favorire investimenti in Italia. Il Ministro ha ricordato che l'Italia è tra i principali partner commerciali dei Paesi dell'area. Le esportazioni italiane verso i Balcani occidentali sono cresciute del 32% dal 2015 al 2021, passando, nonostante la pandemia, da 6,5 ad 8,5 miliardi di euro. Tale tendenza rimane in aumento: tra gennaio e settembre del 2022 si è registrato un ulteriore aumento del 31 %;

·     il Governo intende rafforzare il coinvolgimento delle imprese italiane nei grandi progetti infrastrutturali in corso di realizzazione, intensificando il dialogo con le autorità locali, la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). Particolare attenzione verrà dedicata al Corridoio 8, nodo stradale e ferroviario che parte da Brindisi in Italia, attraversa l'Albania, la Macedonia del Nord e termina nei porti della Bulgaria, e che dal 1° dicembre 2022 fa parte della rete strategica europea dei trasporti (TEN-T);

·     Il Ministro ha, inoltre, evocato il tema del reshoring, convincere cioè le imprese che operano in Paesi più lontani, a tornare verso Occidente e magari investire nei Balcani, che sono in stretto contatto geografico con l'Italia;

·     decisiva per l'Italia è la questione dei flussi migratori attraverso la rotta balcanica, lunga la quale molti migranti irregolari entrano in Europa. Il Ministro ha ricordato che nel 2022 si sono registrati 140.000 attraversamenti o tentativi di attraversamento irregolare delle frontiere;

·     la regione dei Balcani occidentali è fondamentale anche per la lotta alla criminalità organizzata e per contrastare i collegamenti operativi tra le reti criminali in Italia e al di là dell'Adriatico;

·     il Governo intende avviare iniziative promozionali, per incrementare la presenza dei prodotti italiani nella grande distribuzione dei Paesi balcanici;

·     verranno promosse azioni di diplomazia scientifica e culturale, attraverso il coinvolgimento della società civile, delle università, del mondo della ricerca e della comunicazione. Il Ministro ha ricorda che il sistema formativo italiano esercita infatti una forte attrazione sugli studenti dei Balcani, con oltre 10.500 cittadini dei Balcani occidentali iscritti nelle università italiane e 390 accordi di cooperazione universitaria.


 


 

Il processo di adesione della Romania
allo Spazio Schengen

 

Elementi di carattere generale

Lo spazio Schengen è il principale strumento attraverso il quale l’UE, attraverso l’abolizione dei controlli alle frontiere interne, garantisce la libertà di movimento transfrontaliero dei cittadini degli Stati membri. 

Attualmente solo una serie limitata di Stati membri non partecipano allo spazio Schengen (Bulgaria, Cipro, Irlanda e Romania), cui invece sono stati ammessi alcuni Paesi che non fanno parte dell’UE: Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.

Per potere partecipare allo spazio Schengen i Paesi interessati devono soddisfare una serie di condizioni, che riguardano tra l’altro:

·        l’applicazione del cosiddetto acquis di Schengen, un insieme di norme dell’UE che abbracciano, tra l’altro, i settori del controllo delle frontiere terrestri, marittime e aeree (aeroporti), dei visti, della cooperazione di polizia e della protezione dei dati personali;

·        l’assunzione della responsabilità del controllo delle frontiere esterne per conto di altri paesi Schengen e del rilascio di visti Schengen uniformi;

·        una cooperazione efficiente con le forze dell'ordine degli altri Stati Schengen, per mantenere un elevato livello di sicurezza, una volta aboliti i controlli alle frontiere interne;

·        l‘uso del Sistema d'informazione Schengen (SIS).

I Paesi che desiderano aderire all'area Schengen sono sottoposti a una serie di valutazioni Schengen volte a verificare se sono soddisfatte le condizioni necessarie per l'applicazione della normativa di riferimento.

Per poter aderire allo spazio Schengen è necessaria l'approvazione unanime di tutti gli altri Stati membri che applicano integralmente il relativo acquis.

L’iter della Romania

Con la comunicazione “Rafforzare Schengen con la piena partecipazione della Bulgaria, della Romania e della Croazia allo spazio senza controlli alle frontiere interne” del 16 novembre 2022 la Commissione europea ha ribadito che fin dal 2011 la Romania (e la Bulgaria) sono pronte a entrare a far parte dello spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne. La Commissione ha altresì sollecitato attivamente il Consiglio ad adottare la decisione che consente alla Romania (e alla Bulgaria) di aderire allo spazio senza controlli alle frontiere interne.

 

La stessa posizione è stata assunta dal Parlamento europeo in varie occasioni. Si ricorda in particolare che con la risoluzione adottata il 18 ottobre 2022, il Parlamento europeo ha, tra l’altro:

·        ricordato che tutte le condizioni necessarie alla piena applicazione dell'acquis di Schengen alla Romania e alla Bulgaria sono già state soddisfatte da entrambi gli Stati membri nel 2011;

·        espresso costernazione per il fatto che, a distanza di 11 anni, il Consiglio non abbia adottato una decisione sulla piena applicazione dell'acquis di Schengen alla Bulgaria e alla Romania, nonostante i ripetuti inviti rivolti in tal senso sia dalla Commissione che dal Parlamento;

·        ribadito la sua posizione di lunga data, quale esposta nella risoluzione dell'11 dicembre 2018, a sostegno della piena applicazione dell'acquis di Schengen alla Bulgaria e alla Romania;

·        accolto con favore il fatto che la Romania e la Bulgaria si sono dette disposte a ospitare volontariamente una missione conoscitiva, cosa che costituirebbe un'espressione, da parte loro, del principio di leale cooperazione e fiducia reciproca, nonostante il fatto che tali Paesi abbiano già soddisfatto tutti i requisiti giuridici e che non vi siano motivi per ulteriori valutazioni;

·        esortato il Consiglio a compiere tutti i passi necessari per adottare la sua decisione sulla piena applicazione delle disposizioni dell'acquis di Schengen alla Repubblica di Bulgaria e alla Romania entro la fine del 2022, garantendo in tal modo l'abolizione dei controlli sulle persone a tutte le frontiere interne per entrambi gli Stati membri all'inizio del 2023.

 

Secondo la Commissione europea, la missione di accertamento su base volontaria (effettuata dal 9 all’11 ottobre 2022) ha confermato le conclusioni dei processi di valutazione completati nel 2011 e ha, tra l’altro, evidenziato che la Romania non solo ha continuato ad attuare il nuovo acquis e i nuovi strumenti, ma ha anche rafforzato considerevolmente, in modo globale, l'applicazione complessiva dell'acquis di Schengen in tutte le sue dimensioni.

In conclusione, il 16 novembre 2022, la Commissione ha sostanzialmente esortato tutti gli Stati membri a sostenere pienamente l’allora Presidenza ceca nelle ultime fasi del processo di realizzazione dell’ingresso di Romania (Bulgaria e Croazia) nell’area Schengen.

 

II mancato sostegno in sede di Consiglio dell’UE

L’8 dicembre 2022 il Consiglio dell’UE ha adottato una decisione relativa alla piena applicazione delle disposizioni dell'acquis di Schengen soltanto nella Repubblica di Croazia, che in tal modo è  diventato  il 27° membro dell'area Schengen.

Con tale decisione il Consiglio ha sostanzialmente rinviato lo stesso tipo di determinazione relativamente a Bulgaria e Romania.

In tale circostanza Vít Rakušan, Ministro dell'Interno della Repubblica Ceca, Stato membro detentore della Presidenza semestrale del consiglio dell’UE, ha sottolineato l’’impegno a lavorare duramente per garantire nel prossimo futuro l’ingresso della Bulgaria e la Romania nella famiglia Schengen.

Secondo fonti informali la mancata decisione nei confronti della Romania dipenderebbe dalle riserve sollevate in sede di Consiglio (in particolare dall’Austria) in rapporto al problema dell’incremento dei flussi migratori irregolari in arrivo dalle frontiere orientali.

Da ultimo, si ricorda che il 27 marzo 2023 il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha ribadito il pieno sostegno agli sforzi della Romania per diventare uno Stato Membro dell'area Schengen, esprimendo soddisfazione per il successo relativo al lancio di un progetto-pilota relativo al controllo delle frontiere esterne dell'UE.

 

 


 


 

Il PNRR italiano: struttura, risorse ed attuazione

(a cura del Servizio Studi)

 

Il Piano italiano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro di risorse europee, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del NGEU. Il Piano prevede ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali, che confluiscono in un apposito Fondo complementare.

 

Il Piano si articola in sei Missioni. Ciascuna missione è articolata in componenti, all'interno delle quali sono individuati degli Investimenti e delle Riforme.

La prima Missione, "Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura", stanzia 40,29 miliardi – a cui si aggiungono 0,8 miliardi da React EU e 8,73 miliardi dal Fondo complementare.

La seconda Missione, "Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica", stanzia 59,46 miliardi – a cui si aggiungono 1,31 miliardi da React EU e 9,16 miliardi dal Fondo complementare.

La terza Missione, "Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile", stanzia 25,40 miliardi – a cui si aggiungono 6,06 miliardi dal Fondo complementare.

La quarta Missione, "Istruzione e Ricerca", stanzia 30,88 miliardi di euro – a cui si aggiungono 1,93 milardi da React EU e 1 miliardo dal Fondo complementare.

La quinta Missione, "Inclusione e Coesione", stanzia 19,86 miliardi – a cui si aggiungono 7,25 miliardi da React EU e 2,77 miliardi dal Fondo complementare.

La sesta Missione, "Salute", stanzia 15,63 miliardi, a cui si aggiungono 1,71 miliardi da React EU e e 2,89 miliardi dal Fondo complementare.

 

Il Piano italiano persegue tre priorità trasversali alle sei Missioni, relative, rispettivamente, ai giovani, alla parità di genere e al Mezzogiorno. Con riguardo a quest’ultimo, in particolare, il Piano destina 82 miliardi ai territori del Mezzogiorno sui 206 miliardi, tra risorse europee e nazionali, ritenuti ripartibili secondo il criterio del territorio, corrispondenti a una quota del 40 per cento.

 

Il Piano prevede un ampio programma di Riforme, ritenute necessarie per facilitare la sua attuazione e contribuire alla modernizzazione del Paese e all'attrazione degli investimenti. In particolare si prevedono la riforma della pubblica amministrazione; la riforma della giustizia; la semplificazione della legislazione e la promozione della concorrenza.

 

La realizzazione del Piano avviene mediante il raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi che rappresentano le tappe intermedie e finali degli Investimenti e delle Riforme. Nell'Allegato alla Decisione del Consiglio del 13 luglio 2021 (Council Implementing Decision – CID) i 223 Investimenti (conteggiando anche i sub-investimenti) e le 60 Riforme sono suddivisi in 527 traguardi (milestone) e obiettivi (target). Ciascun traguardo e obiettivo rappresenta una porzione dell'Investimento o della Riforma che deve essere realizzato nel corso dei dieci semestri in cui si articola, sul piano temporale, l’attuazione del Piano, dal secondo semestre del 2021 fino al primo semestre del 2026.

 

Ai sensi del Regolamento (UE) 2021/241 e del CID si prevede il versamento, da parte della Commissione europea, di un prefinanziamento e di 10 rate semestrali condizionate al raggiungimento di tutti i traguardi e gli obiettivi stabiliti nel semestre di riferimento.

 

 

Rata

Scadenza

Traguardi/Obiettivi
(numero)

Importo (miliardi di euro)

Sovvenzioni

Prestiti

Prefinanziamento

13 agosto 2021

24,9

9

15,9

Prima rata

31 dicembre 2021

51

21,0

10

11

Seconda rata

30 giugno 2022

45

21,0

10

11

Terza rata

31 dicembre 2022

55

19,0

10

9

Quarta rata

30 giugno 2023

27

16,0

2

14

Quinta rata

31 dicembre 2023

69

18,0

7

11

Sesta rata

30 giugno 2024

31

11,0

2

9

Settima rata

31 dicembre 2024 

58

18,5

5,5

13

Ottava rata

30 giugno 2025 

20

11,0

2

9

Nona rata

31 dicembre 2025 

51

13,0

4

9

Decima rata

30 giugno 2026

120

18,1

7,4

10,7

TOTALE

527

191,5

68,9

122,6

 

 

Il 13 agosto 2021 la Commissione europea, a seguito della valutazione positiva del PNRR italiano, ha erogato all’Italia a titolo di prefinanziamento 24,9 miliardi di euro, pari al 13 per cento dell'importo totale stanziato a favore del nostro Paese. Tale importo viene proporzionalmente decurtato nell'erogazione delle dieci rate successive.

Il 13 aprile 2022 la Commissione ha versato all'Italia la prima rata semestrale da 21 miliardi di euro (10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti), a seguito della valutazione positiva sugli obiettivi del PNRR che l'Italia doveva conseguire entro il 31 dicembre 2021.

Il 9 novembre 2022 la Commissione, a seguito della valutazione positiva sul raggiungimento degli obiettivi e dei traguardi previsti per il primo semestre del 2022, ha erogato all'Italia la seconda rata da 21 miliardi di euro (10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti).

Considerando il prefinanziamento e le prime due rate, finora la Commissione europea ha erogato all'Italia 66,9 miliardi di euro (28,95 miliardi di sovvenzioni e 37,94 miliardi di prestiti) nell'ambito del Dispositivo per la ripresa e la resilienza.

A fine dicembre 2022 il Governo italiano ha inviato alla Commissione la richiesta di pagamento della terza rata del PNRR, condiserando raggiunti tutti i 55 obiettivi e traguardi previsti per il secondo semestre 2022. Con nota del 27 marzo 2023 il Governo ha comunicato di aver concordato con la Commissione europea di prolungare fino alla fine di aprile la fase della valutazione dei traguardi e degli obiettivi del PNRR da raggiungere entro il 31 dicembre 2022, ai fini dell'erogazione della terza rata di 19 miliardi (costituita da 10 miliardi di sovvenzioni e 9 miliardi di prestiti).

In un comunicato stampa del 22 aprile, il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha dichiarato che, a seguito di un ulteriore approfondimento istruttorio, la Commissione europea ha confermato che gli interventi del Bosco dello Sport di Venezia e dello stadio Franchi di Firenze non potranno essere rendicontati a valore delle risorse PNRR. Il Governo italiano è chimato ora ad adottare gli atti necessari alla formalizzazione di quanto richiesto dalla Commissione europea, per finalizzare la positiva verifica di tutti gli obiettivi al 31 dicembre 2022, necessari allo sblocco della terza rata.

 

Il Parlamento italiano esercita un ruolo di controllo e monitoraggio sull’attuazione del PNRR principalmente attraverso l’analisi delle relazioni che il Governo deve presentare ogni sei mesi. La relazione deve contenere anche una nota esplicativa sulla realizzazione dei traguardi e degli obiettivi stabiliti dal Piano nel semestre di riferimento.

Le Commissioni parlamentari competenti, sulla base delle informazioni ricevute e dell'attività istruttoria svolta, monitorano lo stato di realizzazione del PNRR e i progressi compiuti nella sua attuazione, anche con riferimento alle singole misure, con particolare attenzione al rispetto e al raggiungimento degli obiettivi inerenti alle priorità trasversali del medesimo Piano, quali il clima, il digitale, la riduzione dei divari territoriali, la parità di genere e i giovani. Possono quindi formulare osservazioni ed esprimere valutazioni utili ai fini della migliore attuazione del PNRR nei tempi previsti.

Il Governo ha finora presentato due Relazioni sullo stato di attuazione del Piano – la prima a dicembre 2021, la seconda a ottobre 2022 – sulle quali, dopo un esame istruttorio, si sono pronunciate le Commissioni parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica con diverse risoluzioni parlamentari sulle materie di rispettiva competenza.


La sicurezza energetica dell’UE

Per affrontare la crisi energetica conseguente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, nel maggio 2022 la Commissione ha presentato il piano REPowerEU, volto ad affrancare l’Unione dalla dipendenza dalle risorse fossili importate dalla Russia, creando le condizioni per la sua autosufficienza energetica. Il Piano presuppone la piena attuazione del pacchetto “Pronti per il 55%” presentato nel luglio 2021 e basato sulla transizione dai combustibili fossili a fonti di energia rinnovabile e sul risparmio energetico.

La diversificazione dell’approvvigionamento energetico

Fino al 2021 l’UE importava la maggior parte del gas consumato dalla Russia (44%). Attualmente tali importazioni sono state notevolmente ridotte (12,9% al settembre 2022) e compensate da un forte aumento di acquisti di gas naturale liquefatto (GNL), in particolare dagli Stati Uniti e dalla Norvegia.

Tra gennaio e novembre 2022, l’UE ha diversificato le proprie forniture di gas da gasdotto e di gas naturale liquefatto da paesi extra-UE: le importazioni maggiori sono state effettuate dalla Norvegia (24,9%), l'11,6% dall'Algeria e il 13% da altri paesi. Le importazioni di GNL da paesi diversi dalla Russia, principalmente da Stati Uniti, Qatar e Nigeria, si sono attestate al 25,7%.  

Lo stoccaggio di gas

Una delle prime misure adottate per affrontare il minore afflusso di gas proveniente dalla Russia è stata l’adozione di un regolamento per il riempimento degli impianti di stoccaggio del gas distribuiti nel territorio dell’UE che ha consentito di raggiungere nell’ottobre 2022 un livello medio di riempimento del 90%. Nel marzo 2023, a seguito della stagione fredda, il livello di riempimento era circa del 55%. Germania, Italia, Francia, Paesi Bassi e Austria detengono la maggiore capacità di stoccaggio rappresentando da soli i due terzi della capacità totale dell'UE.

La riduzione del consumo di gas naturale

Il risparmio energetico ha costituito parte essenziale della risposta europea alla crisi energetica. Secondo Eurostat  tra agosto 2022 e gennaio 2023, il consumo di gas naturale nell'UE è diminuito del 19,3% rispetto al consumo medio di gas tra il 2017 e il 2022 superando  l’obiettivo di riduzione del 15% della domanda di gas stabilito con regolamento dall’UE e recentemente prorogato di un anno (si veda infra).

L’Agenzia internazionale dell’energia ha tuttavia messo in guardia l’UE rispetto ai fattori che potrebbero rendere più critico l’inverno 2023-2024. Tra questi: a) il persistere delle forniture di gas dalla Russia, seppure molto ridotte rispetto al passato, che potrebbero essere interrotte; b) la possibile forte ripresa della domanda di gas naturale liquefatto da parte della Cina, che potrebbe innescare una competizione sulle importazioni con l’Europa.

La produzione di rinnovabili per l’autosufficienza energetica e

Secondo recenti dati Eurostat (relativi al 2021) le fonti rinnovabili hanno costituito la fonte principale per la produzione di energia primaria nell'UE (41% del totale). L'energia nucleare (31%) è stata la seconda fonte, seguita da combustibili solidi (18%), gas naturale (6%), petrolio greggio (3%) e altro (0,2%). Ulteriori dati Eurostat, confermano però che la produzione interna di energia ha coperto, sempre nel 2021, solo il 44% del consumo totale, e che l’UE dipende ancora fortemente dalle importazioni.

Le iniziative adottate per affrontare la crisi energetica

REPowerEU è stato seguito a luglio 2022 dalla comunicazione “Risparmiare gas per un inverno sicuro” e quindi da una serie di misure di emergenza temporanee, adottate con regolamenti del Consiglio:

·     un meccanismo di mercato per limitare i prezzi eccessivi del gas (c.d. price cap), che prevede un massimale in caso di livelli eccezionali dei prezzi a due condizioni: il prezzo dei derivati TTF (Title Transfer Facility indice olandese di riferimento utilizzato nel mercato europeo del gas) a un mese superi i 180 euro/MWh per tre giorni lavorativi e sia superiore di 35 euro al prezzo di riferimento per gli stessi tre giorni lavorativi. Introduce inoltre un nuovo parametro di riferimento dei prezzi per il GNL;

·     il regolamento sulla riduzione della domanda di gas naturale su base volontaria del 15% nel periodo tra il 1º agosto 2022 e il 31 marzo 2023, rispetto al consumo medio degli ultimi cinque anni, ora prorogato di un anno;

·     il regolamento sullo stoccaggio del gas, che ha fissato un obiettivo di riempimento degli impianti di stoccaggio degli Stati membri all'80% entro il 1º novembre 2022 e al 90% entro gli inverni successivi;

·     un intervento di emergenza per tutelare dai rincari dei prezzi dell’energia  famiglie e imprese;

Stabilisce: a) una riduzione della domanda di energia del 5% nelle ore di picco; b) un tetto di 180 euro per MWh ai ricavi eccedenti dei produttori di energia a basso costo, ad esempio da fonti rinnovabili (cd. "produttori inframarginali"); c) un contributo di solidarietà temporaneo del 33% sui ricavi eccedenti generati da attività nei settori dei combustibili fossili da destinare al sostegno di utenti vulnerabili, a investimenti nell'efficienza energetica, nelle energie rinnovabili e nello sviluppo;

·     il regolamento sulla solidarietà tra gli Stati membri mediante acquisti congiunti di gas (si veda infra).

Le misure in corso di approvazione

Sono tuttora all’esame delle istituzioni dell’UE alcune proposte legislative:

·     il pacchetto di riforma del mercato del gas, ( una proposta di direttiva e una proposta di regolamento), per facilitare l'ingresso nel mercato del gas dei gas rinnovabili e a basso contenuto di carbonio, compreso l'idrogeno. Il 28 marzo scorso il Consiglio ha approvato la propria posizione negoziale (orientamenti generali) sulle due proposte;

·     la proposta di revisione della direttiva sulle energie rinnovabili (RED II), presentata nell’ambito del pacchetto “Pronti per il 55%” e volta ad innalzare la quota di energia da fonti rinnovabili nel consumo energetico complessivo. Il 30 marzo scorso il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio fissando tale quota a 42,5% (che diventa il 45% con un’integrazione indicativa supplementare) entro il 2030, rispetto all’attuale 32%. L’accordo stabilisce per il 2030 anche obiettivi specifici di utilizzo delle rinnovabili per trasporti (29% o una riduzione del 14,5% delle emissioni di gas ad effetto serra), industria (+1,6% l’anno) ed edifici (49%);

·     la proposta di revisione della direttiva sull'efficienza energetica (EED), presentata con il pacchetto “Pronti per il 55% e su cui il 10 marzo 2023 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio che prevede tra l’altro: a) un obiettivo a livello dell’UE dell'11,7% di efficienza energetica; b) risparmio energetico annuale dell'1,5% per gli Stati Membri;

·     una proposta di direttiva per semplificare e accelerare le procedure autorizzative per gli impianti di energie rinnovabili che vengono definiti di interesse pubblico prevalente. Gli Stati membri dovranno individuare zone di riferimento per l’installazione di tali impianti. Il 19 dicembre 2022 il Consiglio ha raggiunto un orientamento generale su tale proposta, su cui il Parlamento europeo si è pronunciato il 14 dicembre.

Acquisti congiunti di gas

Nell'ambito del piano RepowerEU, è stata istituita, nell’aprile 2022, la piattaforma dell'UE per l'energia, per acquisti congiunti di gas naturale e gas naturale liquefatto (e in futuro di idrogeno) da parte dei paesi dell'UE e di alcuni partner europei. La partecipazione, su base volontaria, è aperta ai Balcani occidentali, all'Ucraina, alla Moldova e alla Georgia e dovrebbe servire anche all'immediato vicinato dell'Ue. Finalità della piattaforma è coordinare i negoziati dell'UE con i fornitori esterni per evitare che i Paesi dell'UE si facciano concorrenza a vicenda sui mercati internazionali e utilizzare al contrario il peso contrattuale dell'Unione - uno dei maggiori consumatori di gas al mondo - per ottenere condizioni migliori a vantaggio dei consumatori.

Il regolamento sulla solidarietà approvato lo scorso 19 dicembre fornisce un quadro giuridico per il suo funzionamento, con l’obiettivo di sostenere i Paesi dell'UE nella preparazione per l'inverno 2023-24 e nel riempimento degli impianti di stoccaggio del gas.

I Paesi dell'UE sono obbligati ad aggregare la domanda per l’equivalente al 15% dei rispettivi obblighi di riempimento dello stoccaggio. Oltre tale soglia l'aggregazione della domanda è volontaria.

La riforma del mercato dell’energia elettrica

Il 14 marzo scorso la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento di riforma del mercato dell’elettricità dell’UE, volta ad accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e l'eliminazione graduale del gas, ridurre la dipendenza delle bollette dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, tutelare meglio i consumatori dalle future impennate dei prezzi e dalla manipolazione potenziale del mercato e rendere l'industria dell'UE pulita e più competitiva.

Assieme alla proposta, la Commissione ha adottato una raccomandazione agli Stati membri sullo stoccaggio, in cui esorta tra l’altro gli Stati membri a  considerare le caratteristiche specifiche dell'accumulo di energia al momento di progettare gli oneri di rete e gli schemi tariffari.

Idrogeno

Il piano REPowerEU stabilisce per il 2030 un obiettivo di produzione interna di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile e di importazioni per ulteriori 10 milioni di tonnellate. Le importazioni dovrebbero arrivare attraverso tre corridoi di importazione dal Mediterraneo, dall'area del Mare del Nord e, non appena le condizioni lo consentiranno, dall'Ucraina. Il fabbisogno complessivo di investimenti per le infrastrutture necessarie alla produzione, al trasporto e all’importazione è stimato in 28-38 miliardi di euro per i gasdotti all'interno dell'UE e in 6-11 miliardi di euro per lo stoccaggio.

Il 13 febbraio scorso la Commissione ha presentato due progetti di atti delegati relativi all’idrogeno. Il primo stabilisce le condizioni a cui l’idrogeno può essere considerato carburante rinnovabile di origine non biologica. Il secondo stabilisce una metodologia per calcolare le emissioni di gas ad effetto serra generate nell’intero ciclo di vita dei carburanti rinnovabili di origine non biologica.

È in via di costituzione la Banca europea per l’idrogeno, annunciata dalla Presidente Ursula von der Leyen nel discorso sullo stato dell'Unione europea, che dovrebbe essere operativa entro la fine dell’anno e sulla cui attività lo scorso 16 marzo la Commissione europea ha presentato una comunicazione. Il nuovo istituto dovrebbe sostenere la produzione e l’importazione di idrogeno rinnovabile favorendo gli investimenti privati e la trasparenza sui flussi, le transazioni e i prezzi dell'idrogeno, la raccolta di informazioni sulla domanda e sull'offerta, nonché sui prezzi e sostenendo la necessaria pianificazione infrastrutturale.  

Il 3 aprile la Commissione europea ha approvato un regime italiano di 450 milioni di euro per sostenere la produzione di idrogeno rinnovabile, in coerenza con il nuovo quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato adottato dalla stessa Commissione il 9 marzo scorso.

Politiche a livello nazionale per la sicurezza energetica (a cura del Servizio Studi)

L’Italia, già nel 2022, ha ridotto la dipendenza dal gas russo dal 40% del 2021 al 19,3%.

La crisi energetica ha avuto forti ripercussioni in Italia, dove il gas costituiva oltre il 40% dell’approvvigionamento energetico, a fronte di una produzione nazionale che copre poco più del 4% del fabbisogno. L’approvvigionamento del gas incide inoltre sul sistema elettrico: nel 2021, il 43,7% del fabbisogno elettrico in Italia è stato coperto dalla produzione nazionale di energia elettrica da gas.

La risposta italiana alla crisi è consistita in misure volte a:

Ø  potenziare la produzione nazionale;

Ø  assicurare un elevato riempimento degli stoccaggi;

Ø  diversificare la provenienza di gas importato;

Ø  aumentare la capacità di rigassificazione;

Ø  ridurre i consumi di gas e di energia elettrica.

Le miti temperature invernali e una maggiore attenzione al risparmio energetico hanno reso possibile ridurre la dipendenza dal gas russo e ridurre la domanda di gas per uso domestico, e per uso industriale, dove è stato promosso, laddove possibile, il passaggio ad altre forme di combustibili. Si è così mantenuto elevato, a fine marzo 2023, il livello di riempimento degli impianti di stoccaggio agevolando così il processo di riempimento in vista del prossimo anno termico (si veda il DEF 2023).

Potenziamento della produzione nazionale di gas

È stata aumentata la produzione nazionale di gas naturale (ridottasi nell'ultimo ventennio da circa 14 miliardi di metri cubi a 3,3 miliardi).

Riempimento degli stoccaggi di gas

A seguito del regolamento dell’UE sullo stoccaggio di gas, che ha stabilito un obiettivo di riempimento degli impianti dell’80% per il 2022, a livello nazionale è stato stabilito un livello di riempimento di almeno il 90% già nel 2022, raggiunto a settembre dello scorso anno.

Diversificazione degli approvvigionamenti di gas

Sono stati stipulati accordi per aumentare le importazioni da Algeria (primo partner italiano nel 2022), Azerbaigian, Stati Uniti e Norvegia.

È stato ottimizzato l’utilizzo delle infrastrutture di importazione esistenti (TAP, Transmed, Greenstream, e terminali di rigassificazione GNL) ed è stata accelerata la realizzazione degli investimenti per garantire il trasporto del gas dal Sud Italia al Nord e al resto degli Stati a cui siamo interconnessi (linea adriatica, raddoppio del TAP, rigassificatori). Sono aumentate le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL), anche dall'Egitto, dal Qatar, dal Congo e da altri Paesi, quali Angola, Nigeria, Indonesia, Libia e Mozambico.

Aumento della capacità di rigassificazione

I nuovi accordi di approvvigionamento di GNL, per oltre 10 miliardi di metri cubi, hanno reso fondamentale l'installazione di 2 nuovi terminali, nei porti di Piombino e Ravenna, oltre i tre già operativi al massimo della capacità (Fonte: DEF 2023). Per Piombino c'è l'impegno del Governo per un uso temporaneo, non oltre i tre anni (si veda l’audizionedel Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin alla Camera dei deputati, il 21 dicembre 2022).  

Riduzione dei consumi di gas ed energia elettrica

Il regolamento europeo sulla riduzione volontaria della domanda di gas  era stato preceduto già nell’aprile 2022 da misure nazionali volte a: consentire provvisoriamente la produzione e la vendita di energia elettrica da parte di impianti termoelettrici non alimentati a gas, a prezzi amministrati e in parziale deroga ai limiti previsti dai relativi atti autorizzativi; semplificare i procedimenti di autorizzazione degli impianti da fonti rinnovabili; ridurre i consumi per la climatizzazione degli edifici pubblici.

Il 6 settembre 2022, il Governo italiano ha adottato il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, prospettando misure di contenimento dei consumi dal 1° agosto 2022 al 31 marzo 2023 per 8,2 miliardi di metri cubi (il 15% dei consumi). In attuazione di tale Piano sono state adottate misure per:   

·        potenziare il servizio di interrompibilità volontaria (che prevede un riconoscimento economico alle imprese che vi aderiscono);

·        ridurre il periodo e gli orari di accensione degli impianti termici di climatizzazione alimentati da gas naturale.

Ulteriori misure di semplificazione amministrativa per favorire e accelerare la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili sono state adottate nel corso del 2022 e nel 2023, in particolare, con c.d. DL PNRR, ora convertito.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Focus Romania


 


 

Rapporti parlamentari tra la Camera dei deputati e il Parlamento della Romania (a cura del Servizio Rapporti internazionali)

Nel 1998 è stato siglato un Protocollo di cooperazione tra la Camera dei deputati italiana e quella romena a cui hanno fatto seguito due Dichiarazioni, nel 2003 e nel 2009, che prevedevano l'organizzazione di incontri tra delegazioni, scambi di visite tra commissioni e delegazioni presso le Assemblee parlamentari, stage per funzionari parlamentari.

Incontri bilaterali

Il 16 febbraio 2023, il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha incontrato il Presidente della Camera dei deputati della Romania, Ion Marcel Ciolacu in visita alla Camera su invito del Presidente Fontana.

Della delegazione che accompagnava il Presidente facevano parte Sorin-Mihai Grindeanu, vicepremier e ministro dei trasporti e delle infrastrutture della Romania, Victor Negrescu, europarlamentare romeno, Gabriela Dancau, ambasciatrice di Romania a Roma.

Il 17 novembre 2022 il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ricevuto l’ambasciatrice Gabriela Danc?u. L’Ambasciatrice è stata successivamente ricevuta (15 dicembre 2022) anche dal Presidente della Commissione Affari esteri, Giulio Tremonti.

Cooperazione multilaterale

Il Parlamento romeno prende parte alla cooperazione parlamentare nell’ambito dell’Unione europea.

Il Parlamento romeno partecipa con la propria delegazione parlamentare nazionale all’Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, all’Assemblea parlamentare dell’InCE, all’Assemblea parlamentare dell'OSCE, all’Assemblea parlamentare dell’AP-UpM e della NATO.

La Romania è inoltre membro associato dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo (PAM).

Unione interparlamentare (UIP)

Nell’ambito dell’Unione Interparlamentare (UIP) opera la Sezione di amicizia Italia - Romania, che è presieduta dall’onorevole Fabrizio Comba (FdI).

Si segnala che la Camera dei deputati romena ha costituito un Gruppo di amicizia Romania-Italia che è presieduto dall’onorevole Andru?ceac Antonio (AUR-Alleanza per l'Unione dei Romeni) e che si compone di 20 deputati.

Attività nella XVIII legislatura

Di rilievo l’incontro, 15 ottobre 2018, tra il Presidente della Camera Fico e il Presidente della Repubblica Klaus Iohannis; la missione in Italia del Presidente romeno è stata organizzata nell'ambito delle celebrazioni del Centenario della Grande Unione della Romania moderna e in occasione dei dieci anni dall'avvio del Partenariato strategico tra Italia e Romania. Della delegazione che accompagnava il Presidente faceva parte anche l’onorevole Andi-Gabriel Grosaru rappresentante della minoranza italiana alla Camera dei deputati romena.

Nella scorsa legislatura si prospettava, peraltro, una visita ufficiale dell’allora Presidente della Camera in Romania[2] su invito del Presidente della Camera dei deputati romena Ion-Marcel Ciolacu, accantonata a causa dello scioglimento anticipato delle Camere.

Una costante, le visite alla Camera dei vari Ambasciatori che si sono avvicendati, in particolare l’Ambasciatore George Gabriel Bologan che ha incontrato l’allora Presidente della Commissione Esteri (2018) e della Commissione Politiche UE (2018) e Gabriela Danc?u che ha incontrato il Presidente della Camera (luglio 2022) e il Presidente della Commissione Esteri (luglio 2022).

Da segnalare anche le visite di delegazioni della Commissione Agricoltura della Camera romena ad aprile 2019 ed a maggio 2022.

Si segnala anche che ad aprile 2021, si è svolta in modalità da remoto, la Conferenza “Balcani occidentali: tra multipolarismo e integrazione europea” promossa dalla presidenza della Commissione Esteri. Alla riunione ha preso parte per la Camera dei deputati romena, Rozália Ibolya Biró, Presidente della Commissione Affari esteri ed esponente del partito rappresentativo della minoranza ungherese. La Presidente Biró ha svolto anche un successivo colloquio, in videoconferenza, con il Presidente della Commissione esteri Fassino, a febbraio 2022.

 


 

Profilo biografico di Stefan Mu?oiu

Stefan Musoiu

Nato il 19 giugno 1975 a Colelia, nel distretto di Ialomita (Romania sud-orientale), è presidente della Commissione Affari europei della Camera dei deputati romena ed iscritto al Gruppo socialdemocratico.

Dopo avere conseguito la laurea in ingegneria elettrpmeccanica al Politecnico di Bucarest (2002) si è laureato in ngegneria gestionale presso l’Università ecologica della capitale romena (2011).

Ha lavorato come tecnico delle trasmissioni per l’emittente televisiva ANTENA 1 di Bucarest, è stato vicepresidente dell’ ONG  Millennium III Youth Foundation.

Dal dicembre 2016 è componente della Camera dei deputati romena, ed ha fatto parte del Comitato per la Pubblica amministrazione e la pianificazione terriotirale (2017-2020), nonche della Commissione Affari europei, nin veste di vicepresidente (2018-2020).

A livello territoriale, dal 2008 al 2015 è stato vicepresidente del Consiglio della Contea di Ialomita, coordinando il Dipartimento di Urbanistica, lavori pubblici e pianificazione territoriale.

Dal 2014 è Presidente esecutivo del Partito socialdemocratico (PSD) del distretto di Ialomita.

 

 


 

Scheda paese (a cura del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale)


 

 

 

 

 

 

Allegato


 


 

 

Composizione della delegazione

 

On. Stefan Mu?oiu, presidente della Commissione Affari europei (Gruppo del Partito socialdemocratico)

On. Mirela Furtun?, vicepresidente della Commissione (Gruppo del Partito socialmocratico)

On. Gabriela Horga, deputata, componente della Commissione (Gruppo del Partito nazionale liberale)

On. Viorel B?lt?re?u, deputato, componente della Commissione (Gruppo dell’USR – Salviamo l’Unione della Romania)

S.E. Gabriela Dancau, ambasciatore della Romania

Cons. Luiza Pufu, consigliera diplomatica presso l’Ambasciata romena a Roma

Dott.ssa Oana Bo?ca-M?lin, interprete

 

 



[1] Lo strumento di garanzia per i Balcani occidentali prevede la fornitura di garanzie di bilancio dell'UE alla Banca europea per gli investimenti e ad altri partner esecutivi per consentire operazioni di finanziamento e programmi di investimento che attuano le politiche stabilite nell'ambito dell'IPAIII e il piano economico e di investimenti.

[2] Nel 2016, l’allora presidente Boldrini si era recata in visita ufficiale in Romania.