Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: Audizione della Commissaria europea per l'innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e i giovani, Mariya Gabriel - Roma, 23 febbraio 2023
Serie: Documentazione per le Commissioni - Audizioni e incontri in ambito UE   Numero: 2
Data: 22/02/2023
Organi della Camera: VII Cultura, XIV Unione Europea

        

 

XIX LEGISLATURA

 

Documentazione per le Commissioni

AUDIZIONI E INCONTRI

 

 

 

Audizione della Commissaria europea per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, Mariya Gabriel

 

Roma, 23 febbraio 2023

 

 

 

 

Senato della Repubblica

servizio studi

SERVIZIO DEGLI AFFARI INTERNAZIONALI

UFFICIO DEI RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI

DELL’UNIONE EUROPEA

n. 15

Camera dei deputati

Ufficio Rapporti con l’Unione europea

 

n. 2

 


 

Servizio Studi

TEL. 06 6706-2451 - studi1@senato.it - @SR_Studi

n. 15

Servizio degli Affari internazionali -

Ufficio dei rapporti con le istituzioni dell’Unione Europea

TEL. 06-6706-4561 – roci01a@senato.it

 

 

 

 

Ufficio rapporti con l’Unione europea

Tel. 06-6760-2145 - cdrue@camera.it - Twitter_logo_blue.png@CD_europa

Dossier n. 2

 

Servizio Studi – Dipartimento cultura, scienze e istruzione

Tel. 06-6760-3255st_cultura@camera.it

 

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I N D I C E

 

Competenze della Commissaria Mariya Gabriel   1

Ricerca e innovazione. 1

L’agenda europea per l’innovazione. 8

Istruzione. 14

Cultura. 27

Giovani 30

Sport 33

L’attuazione del PNRR nei settori della cultura, dell’istruzione, della ricerca e dello sport (a cura del Servizio Studi della Camera) 37

 


 



Competenze della Commissaria Mariya Gabriel

Mariya Gabriel, di nazionalità bulgara, è la Commissaria europea competente per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani. Le responsabilità della Commissaria Gabriel si rivolgono, in particolare, al perseguimento dei seguenti obiettivi:

·       attuare il programma Horizon Europe, promuovendo investimenti per la ricerca dirompente e le innovazioni rivoluzionarie, anche attraverso il Consiglio europeo per l'innovazione, sviluppando lo Spazio europeo della ricerca in collaborazione con gli Stati membri e garantendo l'integrazione tra ricerca e priorità economiche;

·       guidare il lavoro della Commissione su uno Spazio europeo dell'istruzione entro il 2025;

·       promuovere l'eccellenza e la creazione di reti tra le università europee e attuare l'Iniziativa universitaria europea;

·       aggiornare il piano d'azione per l'istruzione digitale e sensibilizzare sulla disinformazione e sulle altre minacce online;

·       garantire la piena attuazione della Nuova agenda europea per la cultura, promuovere le industrie creative e il programma Europa creativa;

·       promuovere lo sport per l'inclusione e il benessere;

·       rafforzare la cooperazione internazionale in materia di istruzione, ricerca, innovazione e cultura.

 

Ricerca e innovazione

Le competenze dell’UE

Secondo quanto disposto dall’articolo 3, paragrafo 3, comma 1 del Trattato sull’Unione europea (TUE), la promozione del progresso scientifico e tecnologico figura tra gli obiettivi fondamentali perseguiti dall’Unione.

Ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’unione europea (TFUE), nei settori della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dello spazio, l'Unione ha competenza per condurre azioni, in particolare la definizione e l'attuazione di programmi, senza che l'esercizio di tale competenza possa avere per effetto di impedire agli Stati membri di esercitare la loro.

Seppure tale disposizione non attribuisca espressamente all’Unione la competenza ad attuare una “politica comune” della ricerca, l’articolo 179 dello stesso Trattato – che reca, insieme agli articoli successivi e sino al 190, la disciplina specifica dei settori richiamati – menziona in modo esplicito l’obiettivo di realizzare uno spazio europeo della ricerca, in tal modo legittimando l’UE ad operare interventi strutturati e sistematici in materia.

In virtù del richiamato articolo 179 del TFUE, dunque, l'Unione si propone l'obiettivo di rafforzare le sue basi scientifiche e tecnologiche con la realizzazione di uno spazio europeo della ricerca nel quale i ricercatori, le conoscenze scientifiche e le tecnologie circolino liberamente, nonché di favorire lo sviluppo della sua competitività, inclusa quella della sua industria, e di promuovere le azioni di ricerca ritenute necessarie ai sensi di altri capi dei trattati.

Nel perseguimento di tali fini, l’Unione dispone di una sua propria competenza che, tuttavia, rispetto a quella degli Stati membri, si configura come una competenza parallela, la quale pertanto può solo andare ad integrare gli interventi nazionali, coordinandosi con essi in modo coerente e reciproco.

In particolare, secondo quanto disposto dall’articolo 180 del TFUE, l’Unione può integrare le azioni intraprese dagli Stati membri attraverso:

a) l’attuazione di programmi di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione, promuovendo la cooperazione con e tra le imprese, i centri di ricerca e le università;

b) la promozione della cooperazione in materia di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione dell'Unione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali;

c) la diffusione e la valorizzazione dei risultati delle attività in materia di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione dell'Unione;

d) l’impulso alla formazione e alla mobilità dei ricercatori dell'Unione.

Queste azioni vengono coerentemente attuate nel contesto del programma quadro pluriennale – e dei programmi specifici sviluppati per ciascuna di esse nell’ambito del medesimo – che il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria e previa consultazione del Comitato economico e sociale, adottano ai sensi dell’articolo 182 del TFUE.

 

Il programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE 2021-2027 “Orizzonte Europa”

Orizzonte Europa, istituto dal regolamento (UE) 2021/695, è il programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE per il periodo 2021-2027 (successore di Orizzonte 2020, i cui effetti sono terminati il 31 dicembre 2020).

L'obiettivo del programma è quello di rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell'Unione, per realizzare priorità strategiche come le transizioni verde e digitale, e contribuire al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e alla promozione della competitività e della crescita.

Il programma dispone di una dotazione finanziaria di 95,5 miliardi di euro (a prezzi correnti, che tengono conto di un tasso di inflazione annuo del 2%), 5,4 dei quali provenienti dal programma NextGenerationEU, istituito per la ripresa dell’economia europea a seguito della crisi pandemica.

La dotazione è divisa tra quattro pilastri e 15 componenti a sostegno di tutti gli ambiti di ricerca e innovazione:

1)  eccellenza scientifica: il primo pilastro intende rafforzare la leadership scientifica dell'UE promuovendo lo sviluppo di conoscenze e competenze di alta qualità; sostiene progetti di ricerca di frontiera attraverso il Consiglio europeo della ricerca e stimola gli investimenti nelle infrastrutture di ricerca. In tale ambito, le azioni Marie Sk?odowska-Curie finanziano attività di mobilità, formazione e sviluppo della carriera dei ricercatori.

2)  sfide globali e competitività industriale: il secondo pilastro intende sostenere la ricerca e l'innovazione che si occupano di sfide sociali e di tecnologie industriali in settori come la sanità, le tecnologie digitali, il clima, l'energia, la mobilità, la sicurezza civile, l'alimentazione e le risorse naturali. Esistono piani per l'introduzione di missioni di ricerca e innovazione, per esempio in materia di città intelligenti e a impatto climatico zero, nonché di partenariati, per esempio sull'idrogeno pulito.

3)  Europa innovativa: il terzo pilastro è incentrato sulla promozione di tutte le forme di innovazione e, in particolare, sull'innovazione pionieristica, attraverso il Consiglio europeo per l'innovazione (CEI).

4)  ampliamento della partecipazione e rafforzamento dello Spazio europeo della ricerca (SER).

Il regolamento che istituisce Orizzonte Europa stabilisce, inoltre, che il 35% del bilancio deve contribuire agli obiettivi climatici e che il 70% del bilancio del Consiglio europeo per l’innovazione deve essere destinato alle piccole e medie imprese.

I finanziamenti sono per lo più erogati tramite sovvenzioni e i progetti da finanziare sono selezionati principalmente mediante inviti aperti a presentare proposte e scelti in base all’eccellenza, all’impatto, alla qualità e all’efficienza dell’attuazione. Non è prevista una ripartizione fissa per Paese o regione. Il programma è gestito dalla Commissione europea, dalle sue agenzie esecutive e da una serie di soggetti giuridici costituiti come organismi dell’Unione.

Di seguito, una tabella della Commissione europea sul bilancio e sulla struttura di Orizzonte Europa.

Orizzonte Europa è inoltre integrato dal programma Euratom di ricerca e formazione (2021-2025), che porta avanti attività di ricerca e formazione nel settore del nucleare insistendo sul costante miglioramento della sicurezza e protezione nucleari e della radioprotezione e contribuisce alla realizzazione degli obiettivi di Orizzonte Europa. Dispone di una dotazione di circa 1,9 miliardi di euro.

Il programma ITER (reattore sperimentale termonucleare internazionale) costituisce un esperimento su vasta scala volto a dimostrare la fattibilità scientifica e tecnica della fusione come nuova fonte di energia e a rendere l'energia da fusione adatta allo sfruttamento a fini industriali, e dispone di una dotazione di 5,61 miliardi di euro. Si prevede che ITER entri in funzione nel sud della Francia nel 2025 e che divenga pienamente operativo nel 2035.

Da segnalare, infine, il Fondo europeo per la difesa, istituito nell'aprile 2021 all'interno del Bilancio pluriennale dell'Ue per il 2021-2027, con risorse per quasi 8 miliardi di euro per sette anni, divisi nei due pilastri della ricerca (con 2,65 miliardi, a patto che non sia ricerca di base) e dello sviluppo dei progetti (5,3 miliardi).

Il Fondo copre potenzialmente tutto il ciclo produttivo industriale. I progetti finanziabili possono infatti riguardare: le attività per migliorare le tecnologie della difesa; l'interoperabilità e la resilienza dei prodotti (compresa la protezione dei dati e degli approvvigionamenti); gli studi di fattibilità; la progettazione e lo sviluppo; collaudi, qualificazioni e certificazione; le tecnologie per rendere più efficiente il ciclo di vita dei prodotti.

 

Il piano strategico di Orizzonte Europa 2021-2024

Il primo piano strategico 2021-2024 di Orizzonte Europa, adottato dalla Commissione europea il 15 marzo 2021 definisce, per tale periodo, i seguenti quattro orientamenti strategici per gli investimenti in materia di ricerca e innovazione:

1.      promuovere un'autonomia strategica aperta guidando lo sviluppo di tecnologie, settori e catene del valore digitali, abilitanti ed emergenti fondamentali;

2.      ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità dell'Europa e gestire in modo sostenibile le risorse naturali;

3.      fare dell'Europa la prima economia circolare, climaticamente neutra e sostenibile, sfruttando la tecnologia digitale;

4.      creare una società europea più resiliente, inclusiva e democratica.

Il piano individua i partenariati europei cofinanziati e le missioni dell'UE da sostenere tramite Orizzonte Europa.

I partenariati riguarderanno in particolare settori critici quali l'energia, i trasporti, la biodiversità, la salute, l'alimentazione e la circolarità, mentre le missioni dell'UE affronteranno le sfide globali che incidono sulla vita quotidiana, come la lotta contro il cancro, l'adattamento ai cambiamenti climatici, la protezione degli oceani, l'ecologizzazione delle città e la protezione del suolo e l'alimentazione. Gli orientamenti del piano, infine, vertono anche su una serie di questioni orizzontali, quali l’uguaglianza di genere.

Si ricorda che il 1º dicembre 2022 la Commissione ha avviato una consultazione pubblica sul passato, presente e futuro dei programmi di ricerca e innovazione dell'UE Orizzonte nel periodo 2014-2027. La consultazione rimarrà aperta per 12 settimane (fino alla fine di febbraio 2023) e contribuirà alla valutazione finale di Orizzonte 2020, alla valutazione intermedia di Orizzonte Europa e a gettare le basi per la preparazione del piano strategico di Orizzonte Europa per il 2025-2027.

Il programma di lavoro Orizzonte Europa 2023-24

Il 6 dicembre 2022 la Commissione europea ha adottato il programma di lavoro Orizzonte Europea 2023-24, dotato di un bilancio di circa 13,5 miliardi di euro per sostenere i ricercatori in Europa nella ricerca di soluzioni innovative per il conseguimento degli obiettivi climatici dell'UE, l'aumento della resilienza energetica, lo sviluppo di tecnologie digitali di base, il rafforzamento della resilienza economica e azioni mirate per sostenere l'Ucraina.

In particolare, il programma  di lavoro 2023-2024 prevede i seguenti finanziamenti: 5,67 miliardi di euro (oltre il 42 % del bilancio del programma di lavoro) sono destinati ai principali obiettivi dell'azione per il clima; 1,67 miliardi di euro a progetti per la biodiversità; 4,5 miliardi di euro a progetti per la transizione digitale dell'UE e ad incoraggiarne l'integrazione nella vita quotidiana dei cittadini (in particolare tramite il programma nuovo Bauhaus europeo, che mira a evidenziare i benefici della transizione verde nella vita quotidiana e negli spazi di vita delle persone); 970 milioni di euro a contribuire ad accelerare la transizione verso l'energia pulita; 1 miliardo di euro alla ripresa dell'Europa dai danni economici e sociali causati dalla pandemia di COVID-19; 336 milioni di euro a migliorare la preparazione alle pandemie e a rispondere alle emergenze sanitarie. 

Il programma prevede anche un sostegno mirato all'Ucraina, attraverso azioni per l'accesso dei ricercatori ucraini alle infrastrutture di ricerca europee, il proseguimento del sostegno agli scienziati ucraini nel settore della sanità e il sostegno alla ricostruzione climaticamente neutra di città ucraine e azioni volte a sostenere iniziative internazionali in materia di energie rinnovabili, sistemi alimentari, sanità globale, osservazioni ambientali, tra le quali una "Iniziativa per il Mediterraneo". Per quanto riguarda la cooperazione con la Cina, il programma di lavoro si concentrerà sulla risposta alle sfide globali mediante due iniziative di ricerca in materia di alimentazione, agricoltura e biotecnologia e di cambiamenti climatici e biodiversità.

 

Lo spazio europeo per la ricerca (SER)

Lo Spazio europeo della ricerca (SER) è stato varato nel 2000, nel contesto della strategia di Lisbona, per porre rimedio alla frammentazione del sistema di ricerca e innovazione dell'UE.

Dal 2009 la realizzazione del SER è un obiettivo esplicito del trattato, sancito, come già ricordato, dall'articolo 179 del TFUE.

Il SER mira a costruire uno spazio scientifico e tecnologico comune per l'UE, ossia a realizzare un mercato unico per la ricerca e l'innovazione che favorisca la libera circolazione dei ricercatori, delle conoscenze scientifiche e dell'innovazione e incentivi la competitività dell'industria europea, anche indirizzando il panorama europeo della ricerca verso una maggiore cooperazione transfrontaliera, il miglioramento delle politiche e dei sistemi nazionali di ricerca e una concorrenza a livello continentale.

Il 26 novembre 2021 il Consiglio ha adottato conclusioni sulla governance dello Spazio europeo della ricerca (SER) e una raccomandazione sul patto per la ricerca e l'innovazione (R&I) in Europa, che definiscono le priorità e un quadro di governance semplificato per il SER, compresa un'agenda politica del SER per il periodo 2022-2024.

Nell’ambito del "Patto per la ricerca e l'innovazione in Europa ", gli Stati membri dell'UE si impegnano a favore di: una serie di principi e valori comuni; settori d'azione prioritari condivisi; investimenti e riforme; un processo semplificato di coordinamento e monitoraggio delle politiche in materia di R&I.

L’Agenda politica del SER per il periodo 2022-2024 prevede 20 azioni articolate in 4 settori prioritari dedicati rispettivamente a: 1) approfondire un mercato interno della conoscenza realmente funzionante; 2) raccogliere insieme le sfide poste dalla duplice transizione verde e digitale e rafforzare la partecipazione della società nel SER; 3) ampliare l'accesso all'eccellenza nella ricerca e nell'innovazione in tutta l'Unione; 4) promuovere investimenti e riforme concertati in materia di ricerca e innovazione.

 

Spesa in ricerca e sviluppo in % del PIL per Stato membro dell’UE (Fonte Eurostat – 29 novembre 2022)

Nel 2021, l'UE ha speso 328 miliardi di euro in ricerca e sviluppo (R&S), con un aumento del 6% rispetto all'anno precedente (310 miliardi di euro) e pari al 2,3% del PIL europeo.

Tra gli Stati membri dell'UE, come emerge dal grafico seguente, l’intensità di R&S più elevata nel 2021 è stata registrata in Svezia (3,35%), Austria (3,22%) e Belgio (3,19%). L’Italia si colloca in 14a posizione al 1,5% del PIL. Sei Stati membri hanno dichiarato una spesa in R&S inferiore all'1% del PIL nel 2021: Romania (0,48%), Malta (0,65%), Lettonia (0,71%), Bulgaria (0,81%), Cipro (0,89%) e Slovacchia (0,95%).

 

L’agenda europea per l’innovazione

La Commissione europea ha presentato il 5 luglio 2022 una comunicazione su una nuova agenda europea per l’innovazione volta in particolare a migliorare l'accesso ai finanziamenti per le start-up e le scale-up europee (una scale-up è una start-up che, avendo attraversato tutte le fasi di crescita e di sviluppo, possiede un prodotto affermato nel mercato e può mirare ad un livello di crescita più grande); promuovere condizioni in cui gli innovatori possono sperimentare nuove idee; creare "valli regionali dell'innovazione", per collegare meglio gli attori dell'innovazione, anche nelle regioni in ritardo di sviluppo; attrarre e trattenere talenti in Europa, sostenendo maggiormente le donne innovatrici e i dipendenti delle start-up; migliorare il quadro politico mediante terminologie, indicatori e serie di dati più chiari, nonché sostenendo gli Stati membri nell'elaborazione e nell'esecuzione delle politiche pubbliche.

In tema di “valli regionali dell'innovazione” si prevede di individuare entro la fine del 2023 fino a 100 regioni che si sono impegnate a migliorare il coordinamento e la direzionalità dei loro investimenti e delle loro politiche di ricerca e innovazione a livello regionale, promovendo progetti interregionali di innovazione, in materia di innovazione ad elevatissimo contenuto tecnologico, collegati alle principali priorità dell'UE. Con un finanziamento di 100 milioni di euro da Orizzonte Europa e di 70 milioni di euro dallo strumento per gli investimenti interregionali in materia di innovazione, nell'ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), si sosterranno le attività di collaborazione interregionale che prevedono la collaborazione almeno tra una regione meno innovativa e una più innovativa.

La nuova agenda prevede 25 azioni specifiche da realizzare nel corso del 2023 nell'ambito di cinque iniziative faro:

1.   finanziare le scale-up ad elevatissimo contenuto tecnologico (deep tech);

2.   favorire l’innovazione ad elevatissimo contenuto tecnologico attraverso spazi di sperimentazione e appalti pubblici;

3.   rafforzare l’innovazione degli ecosistemi dell’innovazione nell’UE e affrontare il divario in termini di innovazione;

4.   promuovere, attirare e trattenere i talenti con capacità deep tech;

5.   migliorare gli strumenti decisionali.

Nell’ambito della politica europea per l’innovazione si ricorda inoltre l’istituzione del Consiglio europeo per l'innovazione (CEI), dotato di un Fondo con un bilancio di 10 miliardi di euro, che mira a sostenere l'innovazione durante l'intero suo ciclo di vita, dalle prime fasi della ricerca alla prova di concetto, al trasferimento tecnologico e al finanziamento e all'espansione delle start-up e delle PMI, che dal settembre 2022 ha adottato 77 decisioni di investimento in imprese deep tech, per un valore complessivo di oltre 521 milioni di euro, e l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) volto a promuovere nuove comunità della conoscenza e dell'innovazione, ad esempio nel settore culturale e creativo, ponendo maggiormente l'accento sulla necessità di affrontare gli squilibri regionali e cercando di aumentare la capacità imprenditoriale e di innovazione degli istituti di istruzione superiore. L’attività dell’EIT, con bilancio di 3 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, si concentra su quattro pilastri: rafforzare l'impatto delle comunità della conoscenza e dell'innovazione; promuovere la capacità di innovazione dell'istruzione superiore nell'ambito dell'iniziativa Innovation Capacity Building for Higher Education; aumentare l'impatto regionale delle comunità della conoscenza e dell'innovazione, coinvolgendo il maggior numero di istituti di istruzione superiore, imprese e organizzazioni di ricerca, sviluppando strategie di sensibilizzazione a livello regionale; avviare nuove comunità della conoscenza e dell'innovazione, in particolare nel campo dei settori e delle industrie culturali e creative e nell’ambito degli gli ecosistemi idrici, marini e marittimi.

 

Gli investimenti in ricerca e sviluppo tecnologico delle imprese dell’UE

Secondo l'edizione 2022 del quadro di valutazione dell'UE sugli investimenti in R&S delle imprese, pubblicata il 13 dicembre 2022 dalla Commissione, dopo la pandemia di COVID -19 l'industria europea ha riavviato gli investimenti in ricerca e sviluppo, registrando un aumento dell'8,9% nel 2021 rispetto al calo del -2,2% nel 2020. Anche a livello mondiale gli investimenti del settore privato in R&S hanno superato i livelli precedenti la pandemia (del 14,8% nel 2021 rispetto al 2020).

Secondo i dati riportati dal quadro di valutazione, e riferiti al 2021, l'UE rimane leader mondiale degli investimenti in R&S nel settore automobilistico, in cui la trasformazione verso i veicoli elettrici e la digitalizzazione proseguono a pieno ritmo sia nelle imprese consolidate che in quelle di più recente creazione. Il quadro di valutazione rileva altresì un'ampia diversificazione settoriale nell'UE, in particolare rispetto agli Stati Uniti, dove gli investimenti in R&S sono fortemente concentrati sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC).

Per la prima volta dal quadro di valutazione 2004, il totale degli investimenti in R&S effettuati dalle prime 2.500 imprese mondiali ha superato i mille miliardi di euro (1.094 miliardi di euro). Le prime 2500 imprese in termini di investimenti in R&S comprendono 361 imprese con sede nell'UE, che rappresentano il 17,6% del totale degli investimenti in R&S, 822 aziende statunitensi (40,2% del totale degli investimenti in R&S), 678 aziende cinesi (17,9% del totale degli investimenti in R&S), 233 giapponesi (10,4% del totale degli investimenti in R&S) e 406 del resto del mondo (13,9% del totale degli investimenti in R&S). Il quadro di valutazione evidenzia l'intensificazione della corsa mondiale alla tecnologia nei quattro settori fondamentali che rappresentano più dei tre quarti di tutte le attività di R&S delle imprese comunicate: produzione di TIC (22,6%), industrie della salute (21,5%), servizi TIC (19,8%) e industria automobilistica (13,9%). Le imprese statunitensi e cinesi continuano a registrare tassi di crescita degli investimenti in R&S (rispettivamente 16,5% e 24,9%) superiori a quelli delle omologhe dell'UE. Questo si spiega con il fatto che le imprese statunitensi comprese nel quadro di valutazione sono i primi investitori in R&S nelle TIC (sia per produzione sia per prestazione di servizi) e nei settori della salute, mentre le imprese cinesi comprese nel quadro di valutazione superano quelle dell'UE non soltanto nella produzione di TIC, ma anche nei servizi TIC. Nell'ultimo decennio il numero di società cinesi comprese nel quadro di valutazione è più che triplicato (da 176 nel 2011 a 678 nel 2021), a scapito di imprese dell'UE e giapponesi, eliminate da settori manifatturieri più tradizionali.

 

Investimenti in R&S in miliardi di euro e tasso di crescita annuale per regione/paese e settore, 2021

 

Il Quadro europeo di valutazione dell'innovazione 2022 – performance dell’Italia

La Commissione europea pubblica il Quadro europeo di valutazione dell'innovazione (European innovation Scoreboard) che fornisce un'analisi comparativa dei risultati dell'innovazione nei Paesi dell'UE, in altri Paesi europei e nei Paesi vicini ed è finalizzato a consentire la valutazione dei punti di forza e di debolezza relativi dei sistemi nazionali di innovazione. Il Quadro europeo di valutazione dell'innovazione 2022 è stato pubblicato il 22 settembre 2022.

In base ai punteggi ottenuti, i Paesi dell'UE si suddividono in quattro gruppi: Leader dell'innovazione, Innovatori forti, Innovatori moderati e Innovatori emergenti.

A tal proposito si segnala che:

·       la Svezia continua a essere il paese con i migliori risultati nell'UE. Altri leader dell'innovazione sono Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Belgio.

·       Irlanda, Lussemburgo, Austria, Germania, Cipro e Francia sono forti innovatori, con risultati superiori alla media UE.

·       Estonia, Slovenia, Repubblica Ceca, Italia, Spagna, Portogallo, Malta, Lituania e Grecia sono innovatori moderati.

·       Ungheria, Croazia, Slovacchia, Polonia, Lettonia, Bulgaria e Romania sono innovatori emergenti.

Quasi tutti i Paesi dell'UE hanno migliorato i loro risultati in termini di innovazione nel periodo 2015-2022. Il divario dell'UE in materia di innovazione permane. I gruppi di performance tendono a concentrarsi geograficamente: i leader dell'innovazione e la maggior parte degli innovatori forti si trovano nell'Europa settentrionale e occidentale, mentre la maggior parte degli innovatori moderati ed emergenti nell'Europa meridionale e orientale.

Tra il 2015 e il 2022, l'UE ha migliorato la sua posizione relativa rispetto a tutti i concorrenti globali, ad eccezione della Cina.

 

Istruzione

Le competenze dell’UE

L'articolo 6 del TFUE include l’istruzione tra le competenze c.d. di sostegno dell’Unione europea, ovvero quegli ambiti in cui l’azione dell’UE deve volgere a “sostenere, coordinare ed integrarel’azione degli Stati membri.

L'articolo 165 dello stesso Trattato che al paragrafo 1 stabilisce che “l'Unione contribuisce allo sviluppo di un'istruzione di qualità incentivando la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, sostenendo ed integrando la loro azione nel pieno rispetto della responsabilità degli Stati membri per quanto riguarda il contenuto dell'insegnamento e l'organizzazione del sistema di istruzione, nonché delle loro diversità culturali e linguistiche”. Il paragrafo 2 afferma che l'azione dell'Unione è intesa: “a sviluppare la dimensione europea dell'istruzione [...]; a favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti, promuovendo tra l'altro il riconoscimento accademico dei diplomi e dei periodi di studio; a promuovere la cooperazione tra gli istituti di insegnamento; a sviluppare lo scambio di informazioni e di esperienze sui problemi comuni dei sistemi di istruzione degli Stati membri; a incoraggiare lo sviluppo dell'istruzione a distanza”.

Inoltre, tra le disposizioni di portata generale, l’articolo 9 stabilisce che nel definire e attuare le sue politiche e azioni, l'Unione persegue la promozione di un elevato livello di istruzione, formazione, oltre che di “un elevato livello di occupazione, la garanzia di un'adeguata protezione sociale, la lotta contro l'esclusione sociale e la tutela della salute umana”.

Anche la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea riconosce il diritto di ogni cittadino europeo “all'istruzione e all'accesso alla formazione professionale e continua” (articolo 14), nonché il diritto “di lavorare e di esercitare una professione liberamente scelta o accettata" (articolo 15).

 

 

 

Obiettivi e programmi

Lo Spazio europeo dell'istruzione

La realizzazione di uno spazio europeo dell’istruzione entro il 2025 figura già negli orientamenti politici illustrati dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, all’inizio del suo mandato.

Nella comunicazione “Sulla realizzazione dello spazio europeo dell'istruzione entro il 2025”, presentata dalla Commissione europea nel settembre 2020,  si enunciano quali obiettivi principali per l'istruzione superiore:

·        l’aumento della percentuale di persone di età compresa tra i 30 e i 34 anni in possesso di un diploma di istruzione terziaria al 50% entro il 2030 (40,3% nel 2020);

·        lo sviluppo di una rete di università europee (vedi infra) con status giuridico che le abiliti a rilasciare diplomi europei;

·        il rafforzamento di Erasmus+, il programma dell'Unione per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport in Europa, al fine di renderlo più inclusivo;

·        l’istituzione dell'iniziativa «Carta europea dello studente» per facilitare la mobilità degli studenti;

·        il riconoscimento reciproco automatico dei diplomi e dei periodi di apprendimento da uno Stato membro all'altro.

Nel campo dell’istruzione superiore l’Unione sostiene attivamente il processo di Bologna che, avviato alla fine degli anni ’90 con le dichiarazioni della Sorbona e di Bologna, persegue l’obiettivo di garantire nei paesi europei, anche non facenti parte dell’UE, sistemi di istruzione superiore comparabili e compatibili, nella prospettiva di creare uno Spazio europeo dell'istruzione superiore (European higher education area, EHEA).

Nel 2017 la Commissione aveva pubblicato una comunicazione relativa ad una nuova agenda per l'istruzione superiore, incentrata su quattro settori prioritari:

·        allineare lo sviluppo delle competenze nell'istruzione superiore alle esigenze del mercato del lavoro;

·        rendere l'istruzione superiore ampiamente accessibile e più inclusiva e aumentarne la portata sociale;

·        incoraggiare la capacità di innovazione degli istituti di istruzione superiore;

·        incrementare l'efficacia e l'efficienza dei sistemi dell'istruzione superiore.

 

Negli ultimi anni il Consiglio ha approvato una serie di raccomandazioni volte ad attuare lo spazio europeo dell'istruzione. A seguito dell'adozione del Pilastro europeo dei diritti sociali, che riconosce ai bambini il diritto all'educazione e cura della prima infanzia a costi sostenibili e di buona qualità, nel maggio 2019 il Consiglio ha approvato una raccomandazione sui sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia. Relativamente all'istruzione secondaria, le raccomandazioni si sono concentrate anche sulla promozione di valori comuni, di un'istruzione inclusiva e della dimensione europea dell'insegnamento (maggio 2018), sul riconoscimento reciproco automatico dei titoli e dei periodi di studio all'estero  (novembre 2018), sul miglioramento dell'insegnamento e dell'apprendimento delle lingue  (maggio 2019) e più recentemente su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione verso uno spazio europeo dell'istruzione e oltre  (febbraio 2021).

Erasmus+

Il programma Erasmus è stato istituito nel 1987 per sostenere la mobilità finalizzata all’apprendimento e lo sviluppo formativo, professionale e personale degli individui. Il programma contribuisce in tal modo alla crescita sostenibile, a posti di lavoro di qualità e alla coesione sociale, nonché alla promozione dell'innovazione e al rafforzamento dell'identità europea e della cittadinanza attiva. Dalla sua creazione ha offerto opportunità di studio e formazione a circa 13 milioni di persone. 

Nel 2014 è stato creato il programma Erasmus+, che riunisce in un unico quadro le iniziative adottate nei settori dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport. Il nuovo programma Erasmus+ per il periodo 2021-2027 è stato avviato nel marzo 2021 con una dotazione di risorse più consistente rispetto ai precedenti, per oltre 28 miliardi di euro.

Erasmus+ riunisce le politiche settoriali e trasversali precedentemente attuate nei settori dell'istruzione superiore da programmi distinti quali il programma Erasmus, e i programmi Erasmus Mundus, Tempus e Jean Monnet, Comenius per l'istruzione scolastica, Leonardo da Vinci per l'istruzione e la formazione professionale e per l'istruzione in età adulta. Lo sport è stato incluso per la prima volta nel programma nel 2014.

Il programma è articolato intorno a tre azioni principali nei diversi settori interessati:

·        mobilità individuale finalizzata all’apprendimento;

·        cooperazione tra le istituzioni e lo scambio di buone prassi;

·        sostegno alle riforme delle politiche.

Erasmus+ resta prevalentemente dedicato all'istruzione superiore che assorbe il 34,6 % del suo bilancio complessivo. Sostiene la mobilità di studenti e personale dell'istruzione superiore e finanzia i diplomi di master congiunti Erasmus Mundus e i prestiti Erasmus+ per gli studenti di master.

Nel 2018 è stata lanciata l'iniziativa «Università europee», che promuove la creazione di reti di istituti di istruzione superiore di diversi Stati membri al fine di sviluppare strategie comuni che consentano agli studenti di studiare in diversi paesi dell'UE e di rilasciare diplomi europei. Sono state selezionate 41 università europee, cui hanno partecipato 279 istituti di istruzione superiore che coprono tutti gli Stati membri e quattro paesi terzi che partecipano al programma Erasmus+.

Il 22 ottobre 2021 la Commissione ha adottato con decisione di esecuzione un nuovo quadro di misure per rafforzare l’inclusività dei programmi Erasmus+ e del Corpo europeo di solidarietà per il periodo 2021-2027. Tale quadro mira ad agevolare l'accesso a tali programmi per le persone con minori opportunità, ad eliminare gli ostacoli che possono impedire tale accesso e a rafforzare la cooperazione e la realizzazione di partenariati che ampliano l'accesso al programma.

I grafici che seguono riportano alcuni dati relativi all’Italia con riguardo alla partecipazione al programma, da e verso l’Italia, e all’entità delle borse per la mobilità erogate.

 

 

 

 

 

 

Progetti Erasmus+ in Italia nel 2021

Fonte: Commissione europea

 

Borse di mobilità erogate in Italia dal Programma Erasmus+ nel 2021 (in euro)

Fonte: Commissione europea

 

Partecipanti al programma Erasmus+ verso l’Italia nel 2021

Fonte: Commissione europea

 

Partecipanti al programma Erasmus+ dall’Italia nel 2021

Fonte: Commissione europea

 

 

 

 

 

Il grafico seguente illustra i flussi di scambi tra paesi membri nell’ambito del programma Erasmus+ nel 2021.

 

Flussi di scambi nel 2021 (in migliaia)

 

Fonte: Commissione europea

 

Azioni Marie Sk?odowska-Curie

Le azioni Marie Sk?odowska-Curie (MSCA) sostengono la mobilità e la formazione dei ricercatori e, nell’istruzione superiore, la formazione dottorale (finanziata con la sotto-azione “Doctoral Networks”). Fanno parte del programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione «Orizzonte 2020» e sono articolate in cinque sotto-azioni. Promuovono la mobilità transnazionale, intersettoriale e interdisciplinare mediante borse di studio post-dottorato (sottoazione «Postdoctoral Fellowships») o il cofinanziamento di altri programmi regionali, nazionali o internazionali (sottoazione «Cofund»). Favoriscono il distacco all'estero di personale di ricerca o amministrativo e tecnico coinvolto nella ricerca e nell'innovazione (sottoazione «Staff exchanges»). Sostengono la Notte europea dei ricercatori, ribattezzata MSCA e gli eventi pubblici a sostegno della ricerca Cittadini in Orizzonte Europa (sottoazione «MSCA and Citizens»). Il programma mira a rimuovere gli ostacoli tra il mondo accademico e altri settori, in particolare le imprese. Sono finanziate dal programma Orizzonte Europa con circa 6,6 miliardi di euro.

La formazione professionale

Nel luglio 2020 la Commissione ha pubblicato la comunicazione dal titolo "Un’agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza" con cui propone dodici azioni volte ad aiutare i cittadini e le imprese a sviluppare ulteriori competenze di livello più elevato.

Le azioni individuate propongono tra l’altro:

·        l’istituzione di un "patto per le competenze";

·        il rafforzamento della previsione strategica relativa alle necessità in materia di competenze;

·        il sostegno dell'UE a favore di un'azione strategica nazionale in materia di perfezionamento professionale;

·        l’adozione di una raccomandazione del Consiglio sull'istruzione e la formazione professionale;

·        l’attuazione dell'iniziativa "Università europee" e il perfezionamento professionale degli scienziati;

·        lo sviluppo delle competenze che consentono di accompagnare la duplice transizione digitale e verde;

·        l’aumento del numero di laureati in discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica); promozione delle competenze imprenditoriali e trasversali;

·        lo sviluppo di competenze per la vita quotidiana.

 

Il Piano d’azione per l’istruzione digitale

Adottato dalla Commissione europea nel settembre 2020, il Piano d’azione per l’istruzione digitale è volto a sostenere l'adeguamento sostenibile ed efficace dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri dell'UE all'era digitale.

Due sono gli obiettivi prioritari individuati:

·       promuovere lo sviluppo di un ecosistema efficiente di istruzione digitale;

·       migliorare le competenze e le abilità digitali necessarie alla transizione digitale.

Secondo i dati raccolti dalla Commissione europea ai fini dell’adozione del Piano, risalenti a prima della pandemia da Covid-19, competenze e tecnologie digitali non risultavano adeguatamente diffusi nell’UE. In particolare:

·       secondo uno studio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE, 2018) prima della pandemia meno del 40% degli educatori disponeva di competenze per utilizzare le tecnologie digitali nell'insegnamento, con ampie differenze all'interno dell'UE;

·       secondo lo studio internazionale sull'alfabetizzazione informatica e dell'informazione (ICILS, 2018), oltre un terzo dei giovani di 13 e 14 anni non possedeva competenze digitali di base;

·       secondo i dati Eurostat (2019), un quarto delle famiglie a basso reddito non disponeva di computer e dell'accesso alla banda larga, con forti differenze all'interno dell'UE, in funzione del reddito delle famiglie.

 

Tra le azioni individuate dal Piano figurano:

·       l’adozione di un quadro europeo dei contenuti dell'istruzione digitale;

·       la promozione della connettività e della diffusione di attrezzature digitali per l'istruzione;

·       l’adozione di piani di trasformazione digitale per gli istituti di istruzione e formazione;

·       la promozione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dell’utilizzo dei dati nell'istruzione e nella formazione;

·       l’adozione di orientamenti comuni per gli insegnanti e gli educatori volti a promuovere l'alfabetizzazione digitale e a contrastare la disinformazione attraverso l'istruzione e la formazione;

·       il sostegno ad una più ampia partecipazione delle donne alle discipline STEM.

2023 Anno delle Competenze

Come annunciato dalla Presidente della Commissione europea, nel suo discorso sullo stato dell'Unione 2023 e in base alla proposta della Commissione europea, il 2023 è stato proclamato "Anno europeo delle competenze".

Nella prospettiva delle istituzioni europee, la disponibilità di un più ampio bagaglio di competenze costituisce un fattore cruciale per il completamento della transizione verde e digitale e per soddisfare la richiesta di forza lavoro qualificata da parte delle imprese.

A tal fine, sostenere l'apprendimento è decisivo per la crescita delle competenze individuali e per l'economia in generale.

Con l'Anno europeo delle competenze, l'UE intende perseguire quattro obiettivi principali:

·        promuovere investimenti nella formazione e nel miglioramento del livello delle competenze per sfruttare appieno il potenziale della forza lavoro europea e sostenere le persone nel passaggio da un posto di lavoro a un altro;

·        garantire che le competenze siano adeguate alle esigenze del mercato del lavoro;

·        abbinare le aspirazioni e le competenze delle persone alle opportunità offerte dal mercato del lavoro, in particolare per la transizione verde e digitale e la ripresa economica, con particolare attenzione a donne e giovani che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo;

·        attrarre persone provenienti da paesi terzi con le competenze necessarie all'UE, anche rafforzando le opportunità di apprendimento e la mobilità e agevolando il riconoscimento delle qualifiche.

Per raggiungere tali obiettivi, l'UE potrà contare sulle numerose iniziative già in atto per sostenere lo sviluppo delle skills. Tra queste, ad esempio, l'agenda per le competenze per l'Europa, la nuova agenda europea per l'innovazione e la strategia europea per le università

A sostegno di tali iniziative vengono indicati i seguenti canali di finanziamento: il Fondo sociale europeo Plus (FSE+), il dispositivo per la ripresa e la resilienza, i programmi Digital Europe e programma Horizon Europe ed Erasmus+.

 

Le politiche pubbliche italiane in materia di istruzione e ricerca nella XIX legislatura (a cura del Servizio Studi)

Nella corrente legislatura, sono molteplici i filoni seguiti nell’attività legislativa in materia di istruzione anche universitaria e di ricerca, che sono stati attuati, in particolare, per mezzo della legge di bilancio 2023 (legge n. 197/2022) e per mezzo del decreto-legge cosiddetto proroga termini (DL 198/2022).

Si segnalano, tra le politiche pubbliche in materia di istruzione scolastica, quelle relative all’attuazione del PNRR, all’edilizia scolastica e al dimensionamento degli istituti scolastici, all’assunzione e valorizzazione del personale.

 

Ne sono esempi, nella legge di bilancio 2023 (legge n. 197 del 2022):

·       i commi 548-554 dell’art. 1, in attuazione del PNRR, Missione 4 «Istruzione e ricerca» – Componente 1 «Potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università», i quali introducono una serie di misure volte a promuovere e potenziare le competenze e le discipline STEM (tale termine è l'acronimo di Science Technology Engineering Mathematics, cioè Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) in tutti i livelli del sistema educativo di istruzione e formazione, con particolare attenzione a favorire il riequilibrio di genere;

·       i commi 557-559, che attuano la seconda parte della Riforma 1.3 della Missione 4, componente 1 del PNRR (relativa alla Riforma dell'organizzazione del sistema scolastico), concernente il dimensionamento della rete scolastica;

·       il comma 560, che stanzia la somma di 1 milione di euro, per il 2023, al fine di assicurare il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico già esistente, nonché per avviare attività di ricognizione e valutazione delle strutture scolastiche in dismissione;

·       il comma 561, che istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione e del merito, un fondo di 150 milioni di euro per il 2023, finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico, con particolare riferimento alle attività di orientamento, di inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica, nonché di quelle svolte in attuazione del PNRR.

Per quanto concerne il decreto-legge n. 198 del 2022, nel testo approvato dal Senato, con modificazioni, il 15 febbraio 2023, attualmente in corso di approvazione da parte della Camera dei deputati, si segnala l'art. 5, comma 9, che proroga all'anno scolastico 2023/2024 la facoltà (già accordata ininterrottamente sin dall'anno scolastico 2016/2017) per i dirigenti degli Uffici scolastici regionali di derogare al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto, per ciascun tipo e grado di scuola, dal DPR 81/2009 , con riferimento alle istituzioni scolastiche ed educative situate nelle aree colpite dagli eventi sismici verificatisi nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, nonché nei comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno dell'Isola di Ischia.

 

Tra le politiche pubbliche in materia di istruzione a livello universitario e di ricerca, si segnalano quelle relative al finanziamento delle università e di istituti di ricerca, all’attuazione del PNRR, al diritto allo studio e all’insegnamento universitario.

 

Ne sono esempi, nella legge di bilancio 2023:

·       il comma 564 dell’art. 1, il quale novella l'art. 1, comma 977, della L. 145/2018, disponendo che il MUR, tra i criteri di ripartizione delle risorse ordinarie, preveda penalizzazioni economiche per le università che non abbiano rispettato il fabbisogno finanziario programmato nell'esercizio precedente, qualora il comparto delle Università nel suo insieme non rispetti, per ciascuno degli anni 2022-2025, i limiti a esso assegnati in termini di fabbisogno complessivo generato;

·       il comma 566, che incrementa di 250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, di cui all'art. 18, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 68 del 2012, da destinare agli studenti universitari e AFAM, anche al fine di dare continuità alle misure adottate nell'ambito del PNRR (Investimento 1.7 della Missione 4, componente 1);

·       il comma 568, che riconosce al Consiglio nazionale delle ricerche un contributo straordinario, per l'anno 2023, di 15 milioni di euro;

·       il comma 571, che incrementa di 149.377 euro annui, a decorrere dal 2023,  l'autorizzazione di spesa di cui all'art. 4, della legge n. 407 del 1998, relativa a borse di studio riservate a determinate categorie di soggetti, ivi indicati, vittime (o figli di vittime) di determinati reati;

·       il comma 572, che innalza per le università non statali legalmente riconosciute dal 20% al 30% (in analogia con quanto previsto per le università statali) la quota massima di risorse destinata a fini premiali per la qualità della didattica e della ricerca;

·       il comma 579 che, a decorrere dal 1° gennaio 2023, stabilisce che gli importi delle borse di studio percepite dagli studenti universitari con disabilità non si computano ai fini del calcolo e del raggiungimento dei limiti reddituali per la percezione di alcune provvidenze;

·       il comma 580, che prevede un rifinanziamento di 4 milioni di euro per il 2023 e 6 milioni di euro annui a decorrere dal 2024 del Fondo finalizzato a corrispondere un contributo per le spese di locazione abitativa sostenute dagli studenti fuori sede di università statali;

·       il comma 584, che incrementa di 1 milione di euro annui, dal 2023, i fondi delle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), per iniziative e servizi a beneficio degli studenti con disabilità, con invalidità superiore al 66% e con certificazione di disturbo specifico dell'apprendimento;

·       i commi 586-587 che, al dichiarato fine di dare attuazione al rafforzamento delle scuole universitarie superiori previsto dal PNRR (nell'ambito dell'Investimento 3.4 della M4C1.3), prevedono che sia autorizzata la spesa di 3 milioni di euro per l'anno 2023 e di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025, per il sostegno e il potenziamento di alcune Scuole Superiori d'Ateneo;

·       il comma 645 che concede, per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, alla Fondazione Centro studi investimenti sociali – Censis un contributo di 2 milioni di euro per il funzionamento e lo svolgimento delle sue attività, al fine di consentire la pubblicazione e la diffusione del Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese.

Per quanto concerne il decreto-legge n. 198 del 2022, si segnalano le seguenti misure in materia universitaria:

·       l’art. 6, comma 8-ter, introdotto nel corso dell'esame al Senato, che prevede che l'ultima sessione delle prove finali per il conseguimento del titolo di studio relative all'anno accademico 2021/2022 sia prorogata al 15 giugno 2023;

·       l’art. 6, comma 8-sexies, introdotto nel corso dell'esame al Senato, che proroga la durata dell'abilitazione scientifica nazionale dei docenti universitari da 10 a 11 anni.

 

Cultura

Le competenze dell’UE

Il Trattato sull'Unione europea, nel suo preambolo, si ispira esplicitamente “alle eredità culturali dell'Europa” e individua tra gli obiettivi prioritari dell'UE l'impegno a rispettare “la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e a vigilare sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo” (articolo 3).

Il trattato sul funzionamento dell'Unione europea all’articolo 6 stabilisce che, nel settore della cultura, l'Unione ha competenze “per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l'azione degli Stati membri”. L'articolo 167 dello stesso Trattato precisa che l'azione dell'UE in ambito culturale contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando il retaggio culturale comune. Le azioni dell'Unione dovrebbero favorire e incoraggiare la cooperazione tra Stati membri e integrare l'iniziativa di questi ultimi nel miglioramento della diffusione della cultura e della storia dei popoli europei, nella conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea, negli scambi culturali e nella creazione artistica e letteraria, compreso il settore audiovisivo. L'UE e gli Stati membri possono inoltre promuovere la cooperazione con paesi terzi e organizzazioni internazionali.

Riferimenti in tale ambito sono operati anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la quale afferma il principio della libertà delle arti e delle scienze (articolo 13) nonché quello del rispetto, da parte dell’Unione, della diversità culturale, religiosa e linguistica (articolo 22).

Obiettivi e programmi

Una nuova Agenda europea per la cultura, a seguito di quella già presentata nel 2007, è stata adottata dalla Commissione europea con la comunicazione presentata il 22 maggio 2018. La nuova Agenda traccia il quadro strategico dell’azione dell’UE nel settore culturale e mira al conseguimento di tre obiettivi con una dimensione sociale, economica ed esterna:

·       valorizzare il fattore cultura per promuovere la coesione sociale;

·       sostenere le aziende creative operanti in ambito culturale, nell’istruzione e innovazione, contribuendo all'occupazione e alla crescita;

·       rafforzare le relazioni culturali internazionali.

L’Agenda è attuata mediante piani di lavoro e, per il periodo 2019-2024, al Quadro strategico per la politica culturale dell’UE.

Il programma Europa creativa 2021-2027 dispone di un bilancio più ampio (2,44 miliardi di euro) rispetto al programma precedente per gli anni 2014-2020 (1,47 miliardi). Europa creativa investe in azioni che rafforzano la diversità culturale e rispondono alle esigenze e alle sfide dei settori culturali e creativi e persegue i seguenti obiettivi principali:

·       salvaguardare, sviluppare e promuovere la diversità culturale e linguistica e il patrimonio culturale europei;

·       rafforzare la competitività e il potenziale economico dei settori culturali e creativi, in particolare di quello audiovisivo.

Il programma è diviso in tre settori corrispondenti a diversi ambiti di intervento:

·       cultura, per promuovere e rafforzare la collaborazione artistica e culturale a livello europeo;

·       media, per promuovere la competitività, innovazione e sostenibilità del settore audiovisivo europeo;

·       intersettoriale, volta a promuovere azioni innovative sia nel settore culturale che in quello audiovisivo.

 

Le politiche pubbliche italiane nel settore della cultura nella XIX legislatura (a cura del Servizio Studi)

Per quanto concerne il settore culturale e dell’informazione si segnala, in particolare, la modifica della disciplina della cosiddetta Card cultura per i 18enni, operata legge di bilancio 2023 (legge n. 197 del 2022, art. 1, comma 630).

Il comma 632 del medesimo art. 1 istituisce, poi, un fondo da ripartire nello stato di previsione del Ministero della cultura ("Fondo per la tutela, la valorizzazione e il sostegno del patrimonio culturale e del settore cinema e spettacolo dl vivo" - cap. 1923), con una dotazione di:

- 100 milioni di euro per il 2023;

- di 34 milioni di euro per il 2024;

- di 32 milioni di euro per il 2025;

- di 40 milioni di euro annui a decorrere dal 2026.

Il comma 642 della medesima legge di bilancio 2023, inoltre, proroga fino al 2023 il contratto tra il Ministero delle imprese e del made in Italy) e la società Centro di Produzione S.p.A., titolare dell'emittente Radio Radicale, stipulato ai sensi dell'art. 1, commi 397 e 398, della legge n. 160/2019 (legge di bilancio per il 2020). Il comma 643, infine, autorizza la spesa massima di 8 milioni di euro per il 2023 per lo svolgimento del servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari.

Si segnala, infine, l'art. 12, comma 2, del decreto-legge n. 198 del 2022, attualmente in corso di approvazione da parte della Camera dei deputati (AC 888), che posticipa al 30 settembre 2023 il termine di scadenza del contratto nazionale di servizio della RAI con il Ministero competente.

 

Giovani

Le competenze dell’UE

La base giuridica delle iniziative dell’UE per i giovani è costituita dagli articoli 165 e 166 del TFUE, rispettivamente dedicati alla istruzione e alla formazione professionale. Le misure adottate in tali ambiti sono soggette alla procedura ordinaria. Il medesimo Trattato, al paragrafo 4 dell’articolo 165, esclude espressamente che possa realizzarsi alcuna armonizzazione della legislazione degli Stati membri in materia.

A norma dell'articolo 165 TFUE, l'azione dell'Unione è volta a favorire gli scambi di giovani in attività socioeducative e a incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell'Europa. L'articolo 166 consente all'Unione di attuare una politica di formazione professionale per rafforzare e integrare le azioni degli Stati membri e attribuisce all'Unione il compito di favorire l'accesso alla formazione professionale e la mobilità degli istruttori e delle persone in formazione, in particolare dei giovani.

La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, riconosce i diritti del minore (articolo 24), vieta il lavoro minorile e garantisce la protezione dei giovani sul luogo di lavoro (articolo 32) prevedendo che i giovani ammessi al lavoro debbano beneficiare di condizioni di lavoro appropriate alla loro età ed essere tutelati dallo sfruttamento economico o protetti contro ogni lavoro che possa minarne la sicurezza, la salute, lo sviluppo fisico, mentale, morale o sociale o che possa mettere a rischio la loro istruzione.

 

Quadro strategico e programmi per i giovani

Le politiche dell’UE per la gioventù sono basate sulla Strategia dell’UE 2019-2027, pubblicata dalla Commissione europea il 22 maggio 2018, e incentrate sui programmi: a) Erasmus+ , già richiamato nel capitolo del presente dossier relativo all’istruzione; b) Corpo europeo di solidarietà; c) DiscoverEU.

Le iniziative principali della strategia mirano a:

·       migliorare la cooperazione intersettoriale in tutti gli ambiti, anche attraverso la nomina di un coordinatore dell’UE per la gioventù;

·       tenere traccia della spesa dell’UE nel settore della gioventù;

·       intensificare il dialogo dell’UE con i giovani, in particolare quelli che hanno minori opportunità;

·       favorire la mobilità del volontariato e della solidarietà;

·       attuare un’agenda per migliorare il riconoscimento dell’apprendimento non formale;

·       rafforzare il legame tra la politica dell’UE per la gioventù e i programmi dell’UE correlati (Erasmus+ e Corpo europeo di solidarietà).

Il 26 novembre 2018 il Consiglio ha adottato una risoluzione sulla nuova strategia dell'UE per la gioventù 2019-2027. Il testo propone di dedicare un'attenzione particolare ai seguenti ambiti:

·       promuovere la partecipazione dei giovani alla vita civica e democratica;

·       mettere in contatto tra loro i giovani di tutta Europa e del resto del mondo per promuovere la partecipazione volontaria, la mobilità a fini di apprendimento, la solidarietà e la comprensione interculturale;

·       sostenere l'emancipazione dei giovani attraverso la qualità, l'innovazione e il riconoscimento dell'animazione socioeducativa.

Nel giugno 2021, nel quadro di tale strategia, la Commissione ha nominato la prima “coordinatrice dell'Unione europea per la gioventù”, Biliana Sirakova, il cui ruolo è volto a rafforzare la cooperazione intersettoriale in seno alla Commissione. Il 3 ottobre 2022 la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica in vista della valutazione intermedia della Strategia

Il programma Erasmus+ (vedi supra) per il periodo 2021-2027 ha destinato il 10,3% del suo bilancio alle attività relative ai giovani, per più di 2,5 miliardi di euro, (per il periodo 2014-2020 erano disponibili 1,48 miliardi di euro). Possono beneficiare del programma non soltanto gli alunni e gli studenti, ma anche i tirocinanti e i giovani lavoratori. Rispetto alla precedente edizione, Erasmus+ offre un regime speciale di finanziamento di partenariati di piccola scala per la cooperazione con le associazioni giovanili.

Il Corpo europeo di solidarietà è un'iniziativa avviata nel dicembre 2016 che consente ai giovani tra i 18 e i 35 anni di partecipare alle attività di solidarietà nel loro paese o all'estero nel quadro di un'attività di volontariato, di un tirocinio o di un contratto di lavoro ad esempio nel settore socio-sanitario o nella tutela dell'ambiente. Finora più di 60.000 giovani hanno già beneficiato di questo programma.

L’azione DiscoverEU, collegata al programma Erasmus+, è un'iniziativa dell'UE che offre l'opportunità di viaggiare in Europa attraverso esperienze di apprendimento a ragazzi di almeno 18 anni di età. Offrendo l'opportunità di scoprire il territorio europeo e il patrimonio culturale dell’UE, l’iniziativa mira tra l’altro a promuovere l’identità e l’appartenenza all'Unione europea.

La garanzia per i giovani è un dispositivo creato nel 2013 che consente ai giovani di beneficiare di un'offerta di qualità per la ricerca di un'occupazione, di una formazione permanente, di un apprendistato o di un tirocinio entro quattro mesi dall'inizio del periodo di disoccupazione o dalla fine dell'insegnamento formale. Tale dispositivo è stata rafforzato nel 2020 con la raccomandazione del Consiglio del 30 ottobre 2020 “Un ponte verso il lavoro”.

Secondo i dati della Commissione europea, il dispositivo ha influito positivamente sull’occupazione giovanile consentendo, dal 2013 al 2020, a oltre 24 milioni di giovani di poter accedere a un’offerta di lavoro, formazione continua, apprendistato o tirocinio. Negli stessi anni secondo la Commissione nell’UE si registravano, grazie a tale iniziativa, circa 1,7 milioni in meno di giovani senza lavoro che non frequentano corsi di studio o formazione (i c.d. NEET, not in education, employment or training) e nel febbraio 2020, poche settimane prima dell'introduzione in tutta l'UE delle misure di contenimento legate alla pandemia, la disoccupazione giovanile era scesa al minimo storico del 14,9%.

Il 2022 è stato proclamato “Anno europeo dei giovani” dalla Presidente della Commissione nel discorso sullo Stato dell'Unione del 2021 con l’obiettivo di celebrare la generazione che ha maggiormente sofferto nel corso della pandemia di COVID-19, sostenere i giovani più vulnerabili e promuovere le possibilità offerte ai giovani dall'Unione.

Il Consiglio ha adottato il 5 aprile 2022 una raccomandazione sulla mobilità dei giovani volontari nell’UE volta tra l’altro a: migliorare la qualità delle opportunità di volontariato; favorire l’accesso alle attività di volontariato transnazionale a tutti i giovani, in particolare quelli con minori opportunità; sensibilizzare in merito ai benefici delle attività di volontariato, attraverso attività di informazione, orientamento e divulgazione, anche coinvolgendo i portatori di interessi nazionali nei settori dell’istruzione, della formazione, dell’occupazione, dei servizi sociali e della gioventù; sostenere le attività di volontariato che contribuiscono in modo significativo ad affrontare le sfide climatiche e ambientali.

 

Sport

Le competenze dell’UE

Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea conferisce all'Unione la competenza per sostenere o integrare l'azione degli Stati membri nel settore dello sport, (articolo 6, lettera e). Il paragrafo 1 dell'articolo 165 del TFUE stabilisce che l'Unione contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport “tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa". Il paragrafo 2 specifica che l'azione dell'Unione è volta a sviluppare la dimensione europea dello sport, “promuovendo l'equità e l'apertura nelle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport e proteggendo l'integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani”.

 

Obiettivi e programmi

Le basi per una politica dello sport dell'UE sono state poste dalla Commissione europea nel 2007 con l’adozione del Libro bianco sullo sport. Tra gli obiettivi che vi sono indicati figurano:

 

·       il rafforzamento del ruolo sociale dello sport;

·       la promozione della salute pubblica attraverso l'attività fisica;

·       il rilancio delle attività di volontariato;

·       il potenziamento della dimensione economica dello sport e la libera circolazione dei giocatori;

·       la lotta contro il doping, la corruzione e il riciclaggio di denaro;

·       il controllo dei diritti dei media.

 

Nel gennaio 2011 la Commissione europea ha presentato la comunicazione strategica "Sviluppare la dimensione europea dello sport" in cui è sottolineato tra l’altro il potenziale contributo dello sport all’incremento dell'occupabilità e dell'inclusione sociale.

Nel 2014 è stata introdotta per la prima volta nel programma Erasmus una linea di bilancio specifica per il settore dello sport, che in Erasmus+ 2021-2027 ha raggiunto l’1,9% della dotazione complessiva.

 

Il 1º dicembre 2020 il Consiglio ha adottato il quarto Piano di lavoro dell'UE per lo sport (2021-2024)  che mira tra l’altro a rafforzare "la ripresa e la resilienza alle crisi del settore dello sport durante e dopo la pandemia di COVID-19". Tra i settori d'intervento individuati figurano la determinazione delle priorità per le competenze e le qualifiche nello sport, lo sviluppo delle conoscenze, la tutela dell'integrità e dei valori, nonché la dimensione socioeconomica e ambientale dello sport e la promozione della parità di genere. L'UE si prefigge di aumentare la percentuale di donne tra gli allenatori e nelle posizioni dirigenziali, promuovere pari condizioni per tutti gli atleti e rafforzare la visibilità mediatica delle competizioni sportive femminili.

Il piano propone inoltre l'elaborazione di un quadro comune con impegni condivisi che tengano conto degli impegni assunti dall’UE con la transizione verde

 

Il 22 giugno 2020 il Consiglio ha adottato conclusioni sull'impatto della pandemia di COVID-19 sul settore dello sport  sottolineando come l'intero settore sia stato duramente colpito, anche in termini economici.  Le conclusioni pongono l'accento sulla necessità di strategie di ripresa e incoraggiano le istituzioni dell'UE a integrare gli sforzi nazionali convogliando il sostegno finanziario al settore attraverso i programmi e i fondi dell'UE disponibili.

Le politiche pubbliche italiane nel settore dello sport nella XIX legislatura (a cura del Servizio Studi)

Per quanto concerne la materia sportiva, le politiche pubbliche di questo inizio di legislatura si sono incentrate, in particolare, nell’organizzazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano-Cortina 2026 (art. 1, commi 498-502 della legge di bilancio 2023) e in altre misure di sostegno, di vario tipo, del movimento sportivo italiano.

Si ricordano, in particolare, sempre in relazione alla legge di bilancio 2023:

·       il comma 613 dell’art.1, che incrementa di 2 milioni di euro (annui), a decorrere dal 2023, il Fondo unico a sostegno del movimento sportivo italiano (di cui all'art. 1, comma 369, della legge n. 205 del 2017 - legge di bilancio 2018), di cui 1 milione di euro (annui) è destinato a sostenere la maternità delle atlete non professioniste;

·       il comma 614, che dispone la proroga, anche per l'anno d'imposta 2023 e per i soli soggetti titolari di reddito d'impresa, del credito d'imposta, nella misura del 65 per cento, per le erogazioni liberali effettuate da privati per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche;

·       il comma 615, che rende applicabile anche agli investimenti effettuati nel primo trimestre 2023 il contributo riconosciuto, sotto forma di credito d'imposta pari al 50% degli investimenti effettuati, per gli investimenti pubblicitari di società e associazioni sportive che investono nei settori giovanili e rispettano determinati limiti dimensionali, nel limite massimo di 10 mila euro;

·       il comma 616, che aggiunge 25 milioni di euro, per il 2023, all'incremento disposto, per il 2022, dall'art. 7 del decreto-legge n. 144 del 2022 del «Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano», da destinare all'erogazione di contributi a fondo perduto per le associazioni e società sportive dilettantistiche, per le discipline sportive, per gli enti di promozione sportiva e per le federazioni sportive che gestiscono impianti sportivi e piscine, nonché al CONI, al Comitato Italiano Paralimpico e alla società Sport e Salute S.p.A., per far fronte all'aumento dei costi dell'energia termica ed elettrica;

·       il comma 617, che incrementa il Fondo "Sport e periferie" (di cui all'art. 1, comma 362, della legge n. 205 del 2017 - legge di bilancio 2018), di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2026.

·       il comma 618, che incrementa di 50 milioni di euro, per ciascuno degli anni dal 2023 al 2026, la dotazione del fondo speciale per la concessione di contributi in conto interessi sui finanziamenti all'impiantistica sportiva, costituito presso l'Istituto per il credito sportivo, di cui all'art. 5 della legge n. 1295 del 1957;

·       i commi da 619 a 626, che disciplinano la trasformazione dell'Istituto per il credito sportivo in società per azioni: il nuovo ente è denominato "Istituto per il credito sportivo e culturale".


 

L’attuazione del PNRR nei settori della cultura, dell’istruzione, della ricerca e dello sport (a cura del Servizio Studi della Camera)

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza presenta, in relazione all’Italia, diversi investimenti e riforme che interessano il settore culturale, dell’istruzione anche terziaria, della ricerca e dello sport.

 

Settore Cultura

La Tabella che segue espone, in forma riepilogativa, il quadro finanziario per l'attuazione degli interventi di interesse del settore Cultura nell'ambito del PNRR, Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo), Componente 3 (Turismo e cultura).

(milioni di euro)

Missione/ Componente

Investimenti/ Riforme

Risorse PNRR

Amministrazione Titolare/Soggetto attuatore

Traguardo/ Obiettivo

M1C3

Riforma 3.1 - Adozione di criteri ambientali minimi per eventi culturali (M1C3-R.3.1-6)

-

MITE

T4 2022 (T)

M1C3

Investimento 1.1 - Strategia digitale e piattaforme per il patrimonio culturale (M1C3-I.1.1-1-2)

500
(sovvenzioni)

MIC

T4 2025 (O)

T4 2025 (O)

M1C3

Investimento 1.2 - Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura (M1C3-I.1.2-3)

300
(sovvenzioni)

MIC

T2 2026 (O)

M1C3

Investimento 1.3 - Migliorare l'efficienza energetica di cinema, teatri e musei (M1C3-I.1.3-4-5,11)

300
(sovvenzioni)

MIC

T2 2022 (T)

T4 2023 (O)

T4 2025 (O)

M1C3

Investimento 2.1 - Attrattività dei borghi (M1C3-I.2.1-12,16)

1.020
(prestito)

MIC

T2 2022 (T)

T2 2025 (O)

M1C3

Investimento 2.2 - Tutela e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale (M1-C3-II.2.2-13, 17)  

600

(prestito)

MIC

T2 2022 (T)

T4 2025 (O)

M1C3

Investimento 2.3 - Programmi per valorizzare l'identità di luoghi: parchi e giardini storici (M1C3-I.2.3-14,18)

300
(prestito)

MIC

T2 2022 (T)

T4 2024 (O)

M1C3

Investimento 2.4 - Sicurezza sismica nei luoghi di culto, restauro del patrimonio culturale del Fondo Edifici di culto (FEC) e siti di ricovero per le opere d'arte (Recovery Art) (M1C3-I.2.4-15,19)

800
(prestito)

MIC

T2 2022 (T)

T4 2025 (O)

M1C3

Investimento 3.2 - Sviluppo industria cinematografica (Progetto Cinecittà) (M1C3-I.3.2-20-21)

300
(prestito)

MIC

T2 2023 (T)

T2 2026 (O)

M1C3

Investimento 3.3 - Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde (M1C3-I.3.3-7)

155
(sovvenzioni)

MIC

T4 2023 (T)

Per approfondimenti e dettagli sui singoli interventi e sul relativo stato di attuazione nel settore culturale, si rinvia al relativo allegato Investimenti.

L'unica riforma prevista nell'ambito della suddetta Componente 3 della Missione 1, a titolarità del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica – come si evince dalla Tabella - concerne l'Adozione di criteri ambientali minimi per eventi culturali (M1C3-R.3.1-6). Al riguardo, è stato adottato i DM 19 ottobre 2022, recante "Criteri ambientali minimi per il servizio di organizzazione e realizzazione di eventi" (qui il relativo comunicato stampa).

A favore degli interventi della Missione 1, Componente 3, sono inoltre stanziati ulteriori 1,455 miliardi di euro dal Fondo complementare al PNRR (istituito dal D.L. 59/2021-L. 101/2021), destinati ad un Piano di investimenti strategici su siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali.

 

Settore Istruzione

La Tabella che segue espone, in forma riepilogativa, in relazione al settore dell’istruzione, il quadro finanziario per l'attuazione degli interventi della Missione 4 (Istruzione e ricerca), Componente 1 (Potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università), e della Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica), Componente 3 (Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici).

(milioni di euro)

Missione/ Componente

Investimenti/ Riforme

Risorse PNRR

Amministrazione Titolare/ Soggetto attuatore

Traguardo/ Obiettivo

M2C3

Investimento 1.1 - Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica (M2C3-I.1.1-5-6)

800
(prestito)

MIM

T4 2023 (T)

T2 2026 (O)

M4C1

Riforma 1.1 - Riforma degli istituti tecnici e professionali (M4C1-R.1.1-5,10)

--

MIM

T4 2022 (T)

T4 2023 (T)

M4C1

Investimento 1.1 - Piano per asili nido e scuole dell'infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia (M4C1-I.1.1-9,18)

4.600
(sovvenzioni)

MIM in collaborazione con Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri

T2 2023 (T)

T4 2025 (O)

M4C1

Riforma 1.2 - Riforma del sistema ITS (M4C1-R.1.2-5,10)

--

MIM

T4 2022 (T)

T4 2023 (T)

M4C1

Investimento 1.2 - Piano per l'estensione del tempo pieno e mense (M4C1-I.1.2-21)

960
(sovvenzioni)

MIM

T2 2026 (O)

M4C1

Riforma 1.3 - Riforma dell'organizzazione del sistema scolastico (M4C1-R.1.3-5,10)

--

MIM

T4 2022 (T)

T4 2023 (T)

M4C1

Investimento 1.3 - Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola (M4C1-I.1.3-8,22)

300
(sovvenzioni)

MIM

T2 2024 (T)

T2 2026 (O)

M4C1

Riforma 1.4 - Riforma del sistema di orientamento (M4C1-R.1.4-5,10)

--

MIM

T4 2022 (T)

T4 2023 (T)

M4C1

Investimento 1.4 - Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado (M4C1-I.1.4-7,25)

1.500
(sovvenzioni)

MIM

T4 2024 (O)

T2 2026 (O)

M4C1

Riforma 1.5 - Riforma delle classi di laurea (M4C1-R.1.5-1,10)

--

MUR

T4 2021 (T)

T4 2023 (T)

M4C1

Investimento 1.5 - Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS) (M4C1-I.1.5-20)

1.500
(sovvenzioni)

MIM

T4 2025 (O)

M4C1

Riforma 1.6 - Riforma delle lauree abilitanti per determinate professioni (M4C1-R 1.6-1,10)

--

MUR

T4 2021 (T)

T4 2023 (T)

M4C1

Investimento 1.6 - Orientamento attivo nella transizione scuola-università (M4C1-I.1.6-24)

250
(sovvenzioni)

MUR

T2 2026 (O)

M4C1

Riforma 1.7 - Alloggi per studenti e riforma della legislazione sugli alloggi per studenti (M4C1-R.1.7-27-30)

960
(prestito)

MUR

T4 2021 (T)

T4 2022 (O)

T4 2022 (O)

T2 2026 (O)

M4C1

Investimento 1.7 - Borse di studio per l'accesso all'università (M4C1-I.1.7-2,11,15)

500
(sovvenzioni)

MUR

T4 2021 (T)

T4 2023 (O)

T4 2024 (O)

M4C1

Riforma 2.1 - Riforma del sistema di reclutamento dei docenti (M4C1-R.2.1-3,10,14)

--

MIM

T2 2022 (T)

T4 2023 (T)

T4 2024 (O)

M4C1

Investimento 2.1 - Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico (M4C1-I.2.1-13)

800
(sovvenzioni)

MIM

T4 2024 (O)

M4C1

Riforma 2.2 - Scuola di Alta formazione e formazione obbligatoria per dirigenti scolastici, docenti e personale tecnico-amministrativo (M4C1-R.2.2-6)

34
(sovvenzioni)

MIM

T4 2022 (T)

M4C1

Investimento 3.1 - Nuove competenze e nuovi linguaggi (M4C1-I.3.1-16-17)

1.100
(sovvenzioni)

MIM in collaborazione con Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri

T2 2025 (O)

T2 2025 (O)

M4C1

Investimento 3.2 - Scuola 4.0 - scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori (M4C1-I.3.2-4,19)

2.100
(sovvenzioni)

MIM

T2 2022 (T)

T4 2025 (O)

M4C1

Investimento 3.3 - Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell'edilizia scolastica (M4C1-I.3.3-26)

3.900
(sovvenzioni)

MIM

T2 2026 (O)

M4C1

Investimento 3.4 - Didattica e competenze universitarie avanzate (M4C1-I.3.4-23)

500
(sovvenzioni)

MUR

T2 2026 (O)

M4C1

Riforma 4.1 - Riforma dei dottorati (M4C1-R.4.1-1)

--

MUR

T4 2021 (T)

M4C1

 

Investimento 4.1 - Estensione del numero di dottorati di ricerca e dottorati innovativi per la Pubblica Amministrazione e il patrimonio culturale (M4C1-I.4.1-12)

432
(sovvenzioni)

MUR

T4 2024 (T)

 

Per approfondimenti e dettagli sui singoli interventi e sul relativo stato di attuazione nel settore dell’istruzione, si rinvia ai relativi allegati Investimenti e Riforme.

 

Settore università e ricerca

La Tabella che segue espone, in forma riepilogativa, il quadro finanziario per l'attuazione degli interventi della Missione 4, Componente 2, in relazione al settore dell’università e della ricerca.

 

(milioni di euro)

Missione/ Componente

Investimenti/ Riforme

Risorse PNRR

Amministrazione Titolare/ Soggetto attuatore

Traguardo/ Obiettivo

M4C2

Riforma 1.1 - Attuazione di misure di sostegno alla R&S per promuovere la semplificazione e la mobilità (M4C2-R.1.1-4)

--

MUR

T2 2022 (T)

M4C2

Investimento 1.1 - Fondo per il Programma Nazionale della Ricerca (PNR) e Progetti di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) (M4C2-I.1.1-5-7)

1.800
(prestito)

MUR

T4 2023 (O)

T2 2025 (O)

T2 2025 (O)

M4C2

Investimento 1.2 -Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori (M4C2-I.1.2-1)

600
(sovvenzioni)

MUR

T4 2022 (O)

M4C2

Investimento 1.3 - Partenariati estesi a università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca (M4C2-I.1.3-8)

1.610
(prestito)

MUR

T2 2025 (O)

M4C2

Investimento 1.4 - Potenziamento strutture di ricerca e creazione di "campioni nazionali" di R&S su alcune Key enabling technologies (M4C2-I.1.4-9)

1.600
(prestito)

MUR (in collaborazione con MIMIT)

T2 2022 (T)

T4 2025 (T)

M4C2

Investimento 1.5 - Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione per la sostenibilità", costruendo "leader territoriali di R&S" (M4C2-I.1.5-18)

1.300
(prestito)

MUR

T2 2022 (T)

M4C2

Investimento 2.1 - IPCEI ( Important Project of Common European Interest) (M4C2-I.2.1-10)

1.500
(prestito)

MIMIT

T2 2021 (T)

T2 2022 (T)

T2 2023 (T)

T2 2025 (O)

M4C2

Investimento 2.2 - Partenariati per la ricerca e l'innovazione - Orizzonte Europa (Horizon Europe) (M4C2-I.2.2-2)

200
(sovvenzioni)

MIMIT

T4 2025 (T)

M4C2

Investimento 2.3 Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria (M4C2-I.2.3-14)

350
(prestito)

MIMIT

T4 2025 (T)

M4C2

Investimento 3.1 - Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione (M4C2-I.3.1-17,16)

1.580
(prestito)

MUR

T2 2022 (T)

T2 2023 (O)

M4C2

Investimento 3.2 - Integrazione delle risorse del Fondo Nazionale per l'Innovazione ai fini del finanziamento di start-up (M4C2-I.3.2-20)

300
(prestito)

MIMIT

T2 2022 (T)

T2 2025 (O)

 

M4C2

Investimento 3.3 - Introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l'assunzione dei ricercatori dalle imprese (M4C2-I.3.3-3)

600
(sovvenzioni)

MUR

T4 2024 (O)

 

Tra i suddetti interventi nel settore dell’università e della ricerca, si evidenzia, in particolare, l’investimento Partenariati per la ricerca e l'innovazione - Orizzonte Europa (Horizon Europe) - M4C2-I.2.2 , un programma quadro dell’Unione europea di competenza specifica della Commissaria Gabriel.

Per la sua attuazione, a valere sul PNRR, sono previste sovvenzioni per complessivi 200 milioni di euro ed è stato adottato, in Italia, da ultimo, il decreto ministeriale quadro del 16 dicembre 2022, che attiva i finanziamenti. Il provvedimento direttoriale n. 9148 del 17 gennaio 2023 ha definito i termini e le modalità per la presentazione delle domande di agevolazione. Si veda anche questa sezione del sito del Ministero delle imprese e del made in Italy dedicata all’investimento in esame.

Si rinvia, più analiticamente, alla descrizione dei relativi allegati Investimenti e Riforme.

 

Settore sport

La Tabella che segue espone, in forma riepilogativa, in relazione al settore dello sport, il quadro finanziario per l'attuazione degli interventi della Missione 4 (Istruzione e ricerca), Componente 1 (Potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università) e della Missione 5 (Inclusione e coesione), Componente 2 (Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore).

(milioni di euro)

Missione/ Componente

Investimenti/ Riforme

Risorse PNRR

Amministrazione Titolare/ Soggetto attuatore

Traguardo/ Obiettivo

M4C1

Investimento 1.3 - Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola (M4C1-I.1.3-8,22)

300
(sovvenzioni)

MIM

T2 2024 (T)

T2 2026 (O)

M5C2

Investimento 7 - Sport e inclusione sociale (M5C2-I.7-21,22)

700
(prestito)

PCM-Dip. Sport

T1 2023 (T)

T2 2026 (O)

 

Per approfondimenti sui singoli interventi e sul relativo stato di attuazione, si rinvia all'allegato Investimenti.