Esiti del Consiglio affari esteri dell'Unione europea del 24 aprile 2023 26 aprile 2023 |
Indice |
|Ucraina|Temi di attualità e affari correnti| |
Ucraina
A partire dal
Vertice straordinario del 24 febbraio 2022, data di inizio dell'invasione russa, il
Consiglio europeo ha
reiterato dichiarazioni di condanna dell'aggressione militare, ribadendo il sostegno a
indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale. Ha conseguentemente adottato un quadro di
sanzioni nei confronti della Russia e approvato il
sostegno militare all'Ucraina.
Nella riunione del
23 e 24 giugno 2022 ha concesso all'
Ucraina lo
status di
paese candidato all'adesione dell'UE, impegnandosi a contribuire, una volta cessato il conflitto, alla
ricostruzione del Paese.
Il
Consiglio europeo del
23 marzo 2023 ha adottato delle conclusioni sull'Ucraina nelle quali in particolare ha:
|
Il quadro delle sanzioni dell'UE nei confronti della Russia
A
partire dal 24 febbraio 2022, il Consiglio dell'UE ha adottato nei confronti della Russia
10 pacchetti consecutivi di sanzioni e misure restrittive, di cui
l'ultimo approvato il 25 febbraio 2023 (
la Commissione ha appena avviato la discussione su un 11° pacchetto di sanzioni, che potrebbe incentrarsi su misure per garantire l'attuazione e il contrasto all'aggiramento delle sanzioni all'interno ed all'esterno dell'UE e su sanzioni relative all'energia nucleare).
Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, le
nuove sanzioni relative alle
esportazioni dell'UE in Russia, approvate il 25 febbraio per un
valore di 11,4 miliardi di euro (dati del 2021), si
aggiungono ai 32,5 miliardi di euro di esportazioni già sanzionate nei pacchetti precedenti. Secondo quanto indicato dalla Commissione europea, con il 10 pacchetto, l'UE avrebbe
sanzionato in totale quasi la metà (49%) delle sue esportazioni verso la Russia nel 2021, per un valore di
circa 44 miliardi di euro e circa il 58% delle importazioni dell'UE dalla Russia nel 2021, per un valore complessivo di circa
90 miliardi di euro.
Sono attualmente in vigore:
|
Sostegno militare dell'UE all'Ucraina
Il principale meccanismo di sostegno militare all'Ucraina da parte dell'Unione è lo
Strumento europeo per la Pace (
European Peace Facility – EPF).
Si tratta di un
fondo fuori dal bilancio UE (perché questo, ai sensi dei Trattati, non può finanziare le spese nel settore militare), istituito nel marzo del 2021, con lo scopo di rafforzare le missioni Ue e sostenere una serie di azioni esterne nel settore della difesa (in particolare le missioni di pace dell'Unione africana e i programmi bilaterali con Paesi partner). La dotazione del Fondo per il periodo 2021-2027, inizialmente di 5,7 miliardi di euro, è stata aumentata, lo scorso 14 marzo, a circa
8 miliardi. Previa decisione del Consiglio, la dotazione potrebbe essere aumentata al massimo di ulteriori 3,5 miliardi di euro fino al 2027.
Il Consiglio ha finora stanziato, in differenti pacchetti,
4,6 miliardi di euro (di cui 480 milioni per attrezzature "non letali"). La
tranche più recente di aiuti, per il valore di un miliardo, è stata formalizzata dal Consiglio
lo scorso 13 aprile per finanziare la fornitura di
proiettili di artiglieria (calibro 155 mm) e missili. I materiali sono trasferiti all'Ucraina (come sempre) a cura degli Stati membri, attingendo alle
scorte nazionali esistenti o sulla base di ordini già effettuati dai singoli Stati (con un tasso di rimborso nell'ordine del 50%).
Proprio in tema di munizioni, considerando le urgenti richieste dell'Ucraina ma anche l'esigenza di non ridurre eccessivamente le scorte nazionali, lo scorso 20 marzo il Consiglio aveva raggiunto un accordo di massima per procedere ad
acquisti comuni di proiettili e missili, sul modello di quanto fatto durante la pandemia per i
vaccini, per evitare aumenti speculativi dei prezzi e garantire i rifornimenti anche ai Paesi più piccoli. Il progetto prevede la mobilitazione di
un altro
miliardo di euro (sempre con fondi EPF), in tempi molti ristretti (conclusione dei contratti entro il 30 settembre, con rimborsi a partire da gennaio 2024), e con la partecipazione dell'Agenzia Europea per la Difesa a supporto delle operazioni di
procurement.
Nel Consiglio del 24 aprile 2023 non si è però raggiunto l'accordo per finalizzare questa seconda fase del sostegno all'Ucraina. Secondo le notizie di stampa e le dichiarazioni di alcuni
leader, l'ostacolo principale sarebbe stata la rigidità della
posizione francese (sostenuta, secondo quanto riportato anche da Grecia e Cipro) che ha chiesto di
limitare l'utilizzo dei fondi EPF ai solo acquisti di munizioni prodotti nell'Unione europea (o in Norvegia), con l'intera catena produttiva
made in EU. Per altri Stati membri, la priorità è invece quella di agire rapidamente, poiché l'obiettivo principale è aiutare l'Ucraina e ricostituire le scorte nazionali. Alcuni Paesi, in particolare, temono che l'industria europea non sia in grado di fornire, nei tempi previsti, le attrezzature necessarie, e che sia quindi necessario ricorrere a produttori extra europei. La posizione francese è stata da molti criticata perché considerata troppo sensibile alla difesa degli
interessi nazionali, anche se Parigi controbatte che la propria industria della difesa non annovera eccellenze nella produzione delle munizioni richieste e che quindi il proprio intento sarebbe solo di sostenere l'industria europea in generale e l'autonomia strategica dell'Unione.
Nella
conferenza stampa al termine del Consiglio del 24 aprile, l'Alto rappresentante Borrell non ha negato le difficoltà nella finalizzazione della decisione sugli acquisti comuni, ma ha sottolineato che comunque le attività preparatorie procedono, in attesa di un accordo che si è detto convinto possa essere raggiunto "nei
prossimi giorni". Per suo conto,
l'Agenzia europea per la difesa ha già avviato un progetto in questo senso, i cui partecipanti sono progressivamente aumentati, fino ad arrivare al momento a 24 Stati,
23 Stati membri, compresa l'Italia, più la Norvegia (restano per ora fuori solo Bulgaria, Danimarca, Irlanda e Slovenia). Il progetto prevede
due percorsi: una procedura rapida (da completarsi entro due anni) per l'acquisto collaborativo di proiettili d'artiglieria da 155 mm e un progetto più a medio termine (sette anni) per l'acquisto di più tipi di munizioni.
In tema di forniture militari, per quanto riguarda il nostro Paese, si ricorda che il
decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 (
convertito in legge 27 gennaio 2023, n. 8 ), ha prorogato al 31 dicembre 2023, l'
autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all'Ucraina,
previo atto di indirizzo delle Camere. La norma prevede che le forniture siano disposte con decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro degli affari esteri e con il Ministro dell'economia e delle finanze. L'elenco delle forniture è contenuto in un allegato (secretato) al decreto. Finora sono stati adottati sei decreti ministeriali (l'ultimo dei quali il 31 gennaio 2023). In via di prassi, in occasione dell'emanazione del decreto, il Ministro della difesa riferisce sul suo contenuto al
Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il decreto legge richiamato prevede che i ministri della difesa e degli esteri
riferiscano alle Camere sull'evoluzione della situazione in atto,
anche in riferimento alle forniture militari, con cadenza almeno trimestrale.
Il
Consiglio affari esteri del 24 aprile ha anche rinnovato l'invito alla Commissione a presentare
proposte concrete (attese per l'inizio di maggio) per
sostenere urgentemente l'incremento delle capacità di produzione dell'industria europea della difesa (colmando le lacune esistenti), garantire catene di approvvigionamento sicure, agevolare le procedure di acquisizione congiunte (anche con misure come l'esenzione dall'Iva) e gli investimenti nel settore.
A margine del Consiglio del 24 aprile, Borrell ha anche fatto il punto sulla
missione di addestramento EUMAM, istituita a novembre del 2022, con l'obiettivo di rafforzare le capacità ucraine di "difendere la propria integrità territoriale entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti" e proteggere i civili. La missione integra le attività di formazione svolte in via bilaterale da parte di alcuni Stati membri. Come dichiarato dall'Alto rappresentante, la missione ha già concluso l'addestramento di circa
16 mila militari ucraini (che era l'obiettivo iniziale, aumentato poi a 30 mila, entro il 2023). Le attività di formazione si svolgono nel territorio dell'UE. Anche questa missione ha largamente attinto ai fondi EPF per sostenere lo svolgimento delle attività formative e per la fornitura di armamenti ai militari addestrati.
Nel frattempo, venerdì
21 aprile, presso la base militare di
Ramstein, in Germania, si è svolta
l'undicesima riunione del "
Gruppo di contatto", attraverso cui i
Paesi Nato e like-minded coordinano periodicamente le diverse iniziative di sostengo militare all'Ucraina. La riunione, cui ha partecipato anche il ministro ucraino della difesa, Reznikov, si è concentrata su munizioni, logistica e
difesa aerea. Per quest'ultima, il segretario di Stato alla difesa, Austin, ha ricordato i Patriot forniti da Stati Uniti, Germania e Paesi Bassi, i SAMP/T italo-francesi e i sistemi NASAMS donati da Canada e Norvegia. Per la
logistica è stata confermata la collaborazione tra governo ucraino e l'agenzia di approvvigionamento della Nato (NSPA). Affrontato anche il tema dei
carri armati forniti da Usa, Germania e altri Paesi europei, dell'addestramento dei militari ucraini al loro uso e della creazione (e finanziamento comune) di un
hub (in Polonia) per la manutenzione dei mezzi. Il
segretario generale della Nato, Stoltemberg (appena tornato da Kyiv) ha riproposto con forza la
questione della fornitura dei
caccia, oltre al tema del
percorso di ingresso nella Nato dell'Ucraina. Su entrambi i punti le reazioni degli interlocutori sono state diversificate. Austin ha anche ricordato il
nuovo pacchetto di aiuti per 325 milioni di dollari, deciso dall'amministrazione Biden il 19 aprile, che fan arrivare il
totale degli aiuti militari Usa, dall'inizio della guerra, a oltre
35 miliardi di dollari.
|
Sostegno economico e alla ricostruzione dell'Ucraina
Sostegno economico di urgenza
Dall'inizio dell'aggressione russa, l'UE ha intensificato il proprio sostegno all'Ucraina,
mobilitando circa
19,7 miliardi di euro, gran parte dei quali sotto forma di assistenza macrofinanziaria (AMF). Sono stati inoltre erogati
620 milioni in sovvenzioni a titolo di sostegno al bilancio per aiutare l'Ucraina a far fronte a bisogni urgenti sul campo. Complessivamente
l'UE e gli Stati membri, in via bilaterale, avrebbero fornito
assistenza all'Ucraina per circa
67 miliardi di euro.
In particolare, l'UE ha varato a fine dicembre 2022 un
piano di sostegno macroeconomico finanziario straordinario per una cifra
massima di 18 miliardi di euro per tutto il 2023, volto a fornire una assistenza finanziaria stabile, regolare e prevedibile all'Ucraina con una
media di 1,5 miliardi di euro al mese. Tali risorse sono destinate a coprire una parte significativa del
fabbisogno di finanziamento
a breve termine dell'Ucraina per il 2023, che le autorità del Paese e il Fondo monetario internazionale stimano
da 3 a 4 miliardi di euro per mese. Una
prima tranche di 3 miliardi di euro è stata
erogata all'Ucraina il 17 gennaio 2023.
Il piano – che dovrebbe essere accompagnato da sforzi simili da parte di altri importanti donatori al fine di coprire tutte le esigenze di finanziamento dell'Ucraina per il 2023 - prevede alcune
forme di condizionalità volte a impegnare le autorità ucraine a realizzare
riforme per rafforzare ulteriormente lo stato di diritto, il buon governo, la modernizzazione delle istituzioni nazionali e locali e le misure antifrode e anticorruzione.
Il
2 febbraio 2023 a Commissione europea ha poi annunciato un
nuovo pacchetto di sostegno all'Ucraina del valore di
450 milioni di euro, di cui
145 milioni in assistenza umanitaria e
305 milioni in cooperazione bilaterale volti al rapido recupero delle infrastrutture, ad aumentare la resilienza del Paese e sostenerne il processo di riforma.
Sostegno alla ricostruzione
Il
18 maggio 2022 la Commissione europea ha presentato un
piano di sostegno all'Ucraina contenente un
quadro di riferimento per la ricostruzione a lungo termine attraverso la creazione di una
Piattaforma per la ricostruzione dell'Ucraina. Questa funge da organismo di
governance generale per un
piano di ricostruzione denominato
"RebuildUkraine" e articolato su
quattro pilastri:
La Commissione indica che le
esigenze finanziarie per il piano di ricostruzione, pur non ancora quantificabili, saranno di
gran lunga superiori alle risorse disponibili nell'attuale
quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
La Commissione indica, quindi, che le sovvenzioni supplementari da mettere a disposizione dell'Ucraina potrebbero essere finanziate mediante
contributi aggiuntivi degli Stati membri (e dei paesi terzi che lo desiderino), avvalendosi dei meccanismi finanziari e delle garanzie dell'Unione, oppure attraverso una
revisione mirata del quadro finanziario pluriennale o in alternativa
raccogliendo fondi per i prestiti per conto dell'UE o con garanzie degli Stati membri.
Secondo un
rapporto di valutazione pubblicato dalla
Banca Mondiale in collaborazione con il governo ucraino, la Commissione Europea e le Nazioni Unite il
23
marzo 2023, i
danni diretti subiti dall'Ucraina dopo un anno di guerra hanno superato i 135 miliardi di dollari e il
fabbisogno di ricostruzione e riabilitazione del Paese è stimato in circa
411 miliardi di dollari al 24 febbraio 2023, pari a
2,6 volte il PIL attuale dell'Ucraina.
I
settori più colpiti sono l'edilizia abitativa (38%), i trasporti (26%), l'energia (8%), il commercio e l'industria (8%) e l'agricoltura (6%). Il prodotto interno lordo (PIL) dell'Ucraina è diminuito del 29,2% nel 2022.
La
Presidenza svedese del Consiglio dell'UE ha annunciato il 14 febbraio 2023 l'istituzione di un
gruppo di lavoro dell'UE per esaminare
l'uso dei beni russi congelati per la ricostruzione dell'Ucraina.
Il gruppo di lavoro effettuerà un'analisi legale, finanziaria, economica e politica delle possibilità di utilizzo dei beni russi congelati. Parte del lavoro preparatorio consisterà nell'ottenere, in collaborazione con la Task Force sul congelamento e la confisca dalla Commissione europea, un
quadro più chiaro dell'ubicazione nell'UE dei beni detenuti dallo Stato russo e del loro valore totale.
Il
5 aprile 2023 si è svolta la
seconda riunione
della Piattaforma di coordinamento dei donatori multi-agenzia per l'Ucraina, il
Governo ucraino ha presentato le sue esigenze prioritarie per la ricostruzione nel 2023 per le infrastrutture energetiche, lo sminamento, le infrastrutture critiche e sociali, gli alloggi e il sostegno al settore privato che richiederanno un
sostegno stimato di 14,1 miliardi di dollari, e quindi un finanziamento di 10,8 miliardi di dollari, oltre ai 3,3 miliardi di dollari già messi a disposizione dal governo ucraino per la ricostruzione.
La piattaforma riunisce funzionari di alto livello di Ucraina, UE, Paesi del G7 e istituzioni finanziarie come la Banca europea per gli investimenti, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. II
Comitato direttivo della Piattaforma è co-presieduto da UE, Stati Uniti ed Ucraina, Il Segretariato della Piattaforma si trova in un ufficio di Bruxelles ospitato dalla Commissione e in un ufficio di Kiev ospitato dal Governo ucraino.
La Conferenza di ricostruzione dell'Ucraina organizzata dal Governo italiano il 26 aprile 2023
Il
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con l'Agenzia ICE, ha organizzato il
26 aprile 2023 a Roma una
Conferenza
bilaterale di alto profilo istituzionale e imprenditoriale, dedicata alla discussione di interventi e progetti attraverso i quali l'Italia può offrire contributi concreti alla resilienza e alla
ricostruzione dell'Ucraina.
La Conferenza si è svolta alla presenza dei massimi livelli dei Governi italiano ed ucraino, della Commissione europea e delle principali Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI) impegnate nel Paese, che presenteranno i rispettivi piani di intervento nelle due fasi di fast recovery e di ricostruzione a medio e lungo termine, nonché le opportunità di partecipazione del sistema imprenditoriale italiano. I
lavori della Conferenza, aperti dai Ministri degli Esteri dell'Italia e dell'Ucraina e
conclusi dal Presidente del Consiglio italiano e dal Primo Ministro ucraino, si sono articolati in
tre sessioni: una
sessione istituzionale; una seconda parte dedicata alle
Istituzioni Finanziarie Internazionali; Tavoli di discussione e
approfondimento settoriale dedicati a
settori individuati come
prioritari per la ricostruzione, quali infrastrutture e trasporti, energia e ambiente, agroindustria, salute, digitale e servizi, spazio e avionica, siderurgia.
L'11
aprile 2023
l'Ucraina e l'Italia, nel corso di una videoconferenza tra il Primo Vice Primo Ministro dell'Ucraina e Ministro dell'Economia dell'Ucraina, Yuliia Svyrydenko e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, hanno raggiunto un
accordo preliminare sulla creazione e la promozione del marchio nazionale Made in Ukraine nel mercato europeo con il
supporto delle piccole e medie imprese italiane. Nel corso delle video conferenza è
stato, inoltre, discusso un progetto di cooperazione tra i sistemi industriali di Italia e Ucraina nel settore
dell'industria leggera. Al termine della videoconferenza è stato auspicato il successo della prossima conferenza sulla ricostruzione che si terrà a Roma il 26 aprile.
|
Assistenza all'esportazione dei prodotti agricoli e alla connettività UE - Ucraina
La Commissione europea ha presentato il 12 maggio 2022 un
piano d'azione per la realizzazione di "corridoi di solidarietà" che consentano all'Ucraina di esportare i propri cereali ed anche di importare ciò di cui necessita, dagli aiuti umanitari ai mangimi per animali fino ai fertilizzanti.
Secondo dati forniti dalla Commissione stessa, prima della guerra, il
75% della produzione di cereali dell'Ucraina veniva esportato dai porti ucraini sul Mar Nero, dai quali transitavano il 90 % delle esportazioni di cereali e semi oleosi, destinate all'incirca per un terzo all'Europa, un terzo alla Cina e un altro terzo all'Africa.
Il
22 luglio 2022, a Istanbul,
Ucraina e Russia, con la mediazione dell'ONU della Turchia, hanno raggiunto un
accordo volto a consentire l'esportazione di cereali dai porti dell'Ucraina
(non si tratta di un accordo diretto fra Ucraina e Russia ma di un accordo di entrambe con Turchia e Onu). L'accordo prevede l'impegno da parte di Russia e Ucraina a rispettare un
corridoio di navigazione sicuro attraverso il Mar Nero, libero da ogni attività militare, volto a consentire le esportazioni commerciali di cereali da
tre porti ucraini: Odessa, Chernomorsk e Yuzhny; un
comando congiunto di controllo del traffico marittimo a Istanbul e
ispezioni in Turchia delle navi dedicate al trasporto dei cereali, volte a controllare che non trasportino armi in Ucraina. La Russia, in seguito ad alcuni attacchi nei confronti di imbarcazioni russe, aveva sospeso il 29 ottobre scorso la sua partecipazione all'accordo, per poi riconfermare la sua partecipazione il 2 novembre. L'accordo è stato
rinnovato il 18 marzo 2023.
Il Vice primo ministro ucraino, Oleksandr Kubrakov, ha dichiarato che l'accordo sarebbe rimasto in vigore per ulteriori 120 giorni, ma la portavoce del Ministero degli Esteri russo Zakharova ha dichiarato all'agenzia di stampa russa Tass che la Russia ha accettato di estendere l'accordo per 60 giorni.
Il
15 aprile 2023, i Governi della
Polonia e dell'Ungheria hanno
vietato le importazioni di prodotti agricoli ucraini nei loro territori
fino al 30 giugno 2023. Il 17 aprile anche il Governo della
Slovacchia ha introdotto limitazioni all'importazione del grano dall'Ucraina. Si ricorda che a seguito dell'invasione russa in Ucraina, che ha bloccato alcuni porti del Mar Nero, grandi quantità di grano ucraino, più economico di quello prodotto nell'Unione Europea, hanno finito per rimanere negli Stati dell'Europa centrale a causa delle strozzature logistiche, colpendo i prezzi e le vendite degli agricoltori locali.
Il
16 aprile, la
Commissione europea ha dichiarato che le
azioni unilaterali di
uno Stato membro nell'ambito della politica commerciale, materia di esclusiva competenza dell'UE, sono
inaccettabili.
Il
19 aprile 2023, la
Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha inviato una
lettera ai leader dei cinque Paesi UE interessati (Polonia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Bulgaria) nella quale ha annunciato un nuovo
pacchetto di fondi europei da 100 milioni di euro e un
tasso di un tasso di cofinanziamento del 200% per sostenere gli agricoltori dei Paesi dell'UE più colpiti dal calo dei prezzi dei cereali dovuto all'aumento delle importazioni di grano ucraino nei loro Paesi.
Questo importo si
aggiunge a una prima dotazione di 56,3 milioni di euro concessa il mese scorso per sostenere gli agricoltori più colpiti. Questo sostegno sarà finanziato dalla riserva per le crisi agricole, che dispone di circa 500 milioni di euro all'anno.
In occasione del Consiglio dell'UE nel formato agricoltura del 25 aprile 2023 è intervento in videoconferenza il
Ministro ucraino della Politica Agraria e dell'Alimentazione, Mykola Solskyi, che ha espresso la gratitudine degli agricoltori e del popolo ucraino per il sostegno dell'UE ed ha sottolineato che le importazioni dall'Ucraina sono reciprocamente vantaggiose sia per l'Ucraina che per l'UE, evidenziando come la Russia stia approfittando della situazione attuale per esercitare pressioni sull'Ucraina. La discussione in seno al Consiglio si è concentrata sulle questioni che riguardano i mercati interni dell'UE, anche per i Paesi confinanti con l'Ucraina, e sulla n
ecessità di un'analisi approfondita dell'impatto delle importazioni dall'Ucraina attraverso i corridoi di solidarietà. I ministri hanno espresso il loro continuo sostegno all'Ucraina, il loro
impegno a trovare soluzioni che non compromettano la solidarietà dell'UE con l'Ucraina e la necessità di un approccio coordinato a livello di UE. Hanno inoltre sottolineato la loro solidarietà con i Paesi confinanti con l'Ucraina e hanno inviato un chiaro messaggio di unità contro l'aggressione della Russia, in particolare per quanto riguarda le misure commerciali autonome e la salvaguardia del mercato unico.
Si ricorda, che secondo i dati pubblicati dalla Commissione europea, alla fine del 2022 le
esportazioni di prodotti agricoli dell'Ucraina nell'UE sono quasi raddoppiate in valore rispetto al 2021 (da circa 7 a 13 miliardi di euro, con un aumento di circa il 88% in un solo anno).
|
Il piano d'azione dell'UE sulle conseguenze geopolitiche dell'aggressione russa
Il
piano d'azione dell'UE sulle conseguenze geopolitiche dell'aggressione russa, presentato in occasione del Consiglio affari esteri del 20 giugno 2022, è volto a definire la strategia dell'UE per rafforzare il suo
impegno bilaterale con i partner chiave del suo
immediato vicinato, nonché di
Asia, Africa e America latina nel contrasto alla
narrativa e disinformazione russa, con particolare riferimento alla
sicurezza alimentare. L'obiettivo del piano è quello di consolidare i partenariati dell'UE in tutto il mondo attraverso un dialogo a livello politico ed economico e anche attraverso il ricorso all'iniziativa
Global Gateway. Al Momento il Consiglio avrebbe individuato
4 paesi pilota con i quali avviare tale piano,
Brasile, Cile, Kazakhistan e Nigeria
L'iniziativa Global Gateway, presenta il
1° dicembre 2021, dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dall'Alto rappresentante dell'UE Josep Borrell è volta a definire una
nuova strategia europea d'investimenti infrastrutturali globale per rafforzare i collegamenti tra l'Unione europea e i suoi principali partner commerciali e strategici. Il fine è quello sviluppare partnership pubblico-privato, mobilitando le risorse dell'UE, dei suoi Stati membri, delle istituzioni finanziarie e delle finanze pubbliche multilaterali per attirare capitali privati, fornendo così
un'alternativa alla Belt and Road Initiative di Pechino. La proposta punta a mobilitare fino a
300 miliardi di euro in investimenti tra il 2021 e il 2027, attraverso il lavoro coordinato di istituzioni UE, Stati membri, Delegazioni dell'UE nel mondo, Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) in
cinque principali ambiti strategici:
digitale– investimenti per la creazione di una rete internet sicura e aperta;
clima ed energia –investimenti per accelerare la transizione verde;
trasporti – investimenti per un sistema globale di trasporti sostenibile e sicuro;
salute – rafforzamento delle catene di valore e della produzione locale di vaccini;
educazione e ricerca – investimenti nella formazione di qualità e nella ricerca, con un focus particolare sulle donne e sui gruppi vulnerabili.
|
Temi di attualità e affari correnti |
Sudan
|
Georgia
Si ricorda che il
Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022 ha
riconosciuto la prospettiva europea della
Georgia, affermando di essere pronto a concedere lo status di candidato una volta che saranno state affrontate le priorità specificate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione della Georgia.
La Commissione europea ha indicato che
potrà essere concesso lo status di paese candidato alla Georgia
solo quando saranno state affrontate le seguenti priorità:
Il 2 febbraio 2023, la Commissione europea ha pubblicato una
relazione analitica che valuta la capacità della Georgia di assumere gli obblighi derivanti dall'adesione all'UE e fornisce un'analisi dettagliata dello stato di allineamento del Paese con l'acquis dell'UE.
|
Moldova
Si ricorda che il
23 giugno 2022 il
Consiglio europeo ha concesso alla Moldova lo status di paese candidato. Ha invitato la Commissione europea a riferire al Consiglio in merito al rispetto delle condizioni specificate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione. Il Consiglio deciderà in merito a ulteriori misure una volta che tutte queste condizioni saranno pienamente soddisfatte.
Il
23 marzo 2023 il
Consiglio europeo ha ribadito che
l'Unione europea continuerà a fornire tutto il sostegno del caso alla Moldova al fine di rafforzarne la resilienza, la sicurezza, la stabilità e l'economia e ad aiutarla nel suo percorso di adesione all'UE. Il Consiglio europeo ha
invitato la Commissione a presentare un pacchetto di sostegno prima della sua prossima riunione del 29 e 30 giugno 2023.
Il
28 marzo 2023, in occasione della
visita in Moldova del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il
Presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha
auspicato che la
Moldova possa avviare i negoziati di adesione prima possibile, indicando che il paese sta attuando le raccomandazioni della Commissione europea e recependo la legislazione europea a un ritmo accelerato.
Il
Presidente Michel ha indicato
l'intenzione di voler inserire la questione dell'apertura dei negoziati di adesione nell'agenda del Consiglio europeo
entro la fine del 2023, sperando che sia possibile una decisione positiva.
Risoluzione del Parlamento europeo del 19 aprile 2023
Il Parlamento europeo ha approvato il
18 aprile 2023 una
risoluzione sulla Moldova nella quale in particolare:
Assistenza alla Moldova nel contesto della crisi in Ucraina
A seguito dell'aggressione militare russa in Ucraina, che ha provocato un ingente flusso di rifugiati nei paesi vicini, tra i quali in particolare la Moldova, l'UE ha fornito, a partire da primi di marzo del 2022, sostegno alla moldova con un pacchetto di
28 milioni di euro per assistenza umanitaria ai rifugiati ucraini, fornendo la collaborazione di Frontex, per supportare autorità moldave nella gestione della situazione al confine.
Circa
800.000 rifugiati dall'Ucraina sono entrati in Moldova (445.000 circa sarebbero poi rientrati in Ucraina). Attualmente circa
106.000 sono ancora ospitati sul suo territorio. Rispetto alla sua popolazione di poco più di 2,5 milioni di abitanti la
Moldova è il paese con il maggior numero di rifugiati ucraini pro capite.
Il
Consiglio dell'Unione Europea ha approvato, il
4 aprile 2022, una decisione relativa alla concessione di
un'assistenza macrofinanziaria di 150 milioni di euro alla Moldova per aiutare il paese a stabilizzare la sua economia e ad attuare il programma di riforma approvato con il FMI. Il
24 gennaio 2023 la Commissione ha
proposto di
aumentare l'assistenza macrofinanziaria in corso alla Repubblica di Moldova di
145 milioni di euro, portando l'importo totale a
295 milioni di euro. Si ricorda, inoltre che l'UE e i suoi Stati membri, insieme ai paesi del G7e altri paesi, si sono impegnati a versare
659,5 milioni di euro per la creazione di una
piattaforma di sostegno alla Moldova.
A seguito delle conclusioni del Consiglio dell'UE nel formato "Energia" del 28 febbraio 2022, le
reti elettriche dell'Ucraina e della Moldova sono state
sincronizzate con la
rete continentale europea a partire dal 16 marzo 2022.
Il 5 maggio 2022, la Commissione europea ha annunciato che
mobiliterà ulteriori 52 milioni di euro per la Repubblica di Moldova per promuovere la
resilienza, la ripresa e le riforme a lungo termine del paese.
Il 30 giugno 2022 il Consiglio ha adottato una misura di assistenza nell'ambito dello
Strumento europeo per la pace del valore di
40 milioni di euro a favore delle
Forze armate della Repubblica di Moldova. Il Consiglio ha a
ll'esame una proposta di un
ulteriore stanziamento di 40 milioni di euro, sempre a valere sulle risorse dello Strumento europeo per la pace, per rafforzare la sorveglianza aerea, la logistica e la cyberdifesa delle forze armate della Moldova
Il 18 luglio 2022 Consiglio ha adottato un
regolamento che liberalizza temporaneamente gli scambi dei sette prodotti agricoli della Moldova non ancora pienamente liberalizzati: pomodori, aglio, uva da tavola, mele, ciliegie, prugne e succo d'uva. Ciò significa che la Moldova può almeno raddoppiare le sue esportazioni di tali prodotti – per un
periodo di un anno – verso l'Unione europea senza oneri tariffari.
La missione civile EUBAM in Moldavia e Ucraina
Fin dal 2005, l'Unione europea ha avviato in Moldavia e Ucraina, una
missione civile di assistenza ai controlli di frontiere, in particolare nella regione della
Transnistria. La missione offre corsi di formazione, assistenza tecnica e consulenza ai
servizi della guardia di frontiera e doganali moldavi e ucraini, volti in particolare a rafforzare i controlli delle frontiere e i controlli doganali.
Al
mandato della missione, che al momento è rinnovato fino al 30 novembre 2023,
è stato aggiunto il compito di facilitare il passaggio dei profughi dall'Ucraina (sia in uscita che in rientro nel Paese).
Dialogo politico e di sicurezza ad alto livello UE-Repubblica di Moldova
Il
24 marzo 2023 si è svolta a Bruxelles la
seconda riunione nell'ambito del dialogo politico e di sicurezza ad alto livello UE-Repubblica di Moldova, nell'ambito del quale le parti:
Il 2° vertice della Comunità politica europea a Chisinau
La
Moldova ospiterà il 1
° giugno 2023, nella sua capitale a
Chisinau, il secondo vertice della Comunità politica europea.
Si ricorda che il
Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022, ha affermato che l'obiettivo della Comunità Politica europea è quello di
promuovere il dialogo politico e la cooperazione in modo da rafforzare la sicurezza, la stabilità e la prosperità del continente europeo. Tale quadro
non sostituirà le politiche e gli strumenti esistenti dell'UE, in particolare l'allargamento, e
rispetterà pienamente l'autonomia decisionale dell'Unione europea. La
prima riunione si è svolta a Praga il 6 ottobre 2022 con la partecipazione di
47 Stati europei, di cui
27 Stati membri dell'UE,
8 paesi candidati all'adesione (
Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Moldova, Turchia, Ucraina),
1 paese che ha
presentato domanda di adesione, ma non ha ancora lo
status di paese candidato (
Georgia),
1
paese che non ha ancora presentato domanda di adesione
(Kosovo) e
10 Stati non coinvolti nel processo di adesione all'UE (
Andorra, Armenia, Azerbaigian, Islanda, Liechtenstein, Monaco, Norvegia, Regno Unito, San Marino, Svizzera). Le riunioni della Comunità politica europea si svolgono
ogni sei mesi; le prossime si svolgeranno, sulla base di un
principio di alternanza tra Stati membri dell'UE e Stati non membri, a
Granada, in
Spagna (il 5 e 6 ottobre 2023) e nel
Regno Unito (primavera 2024).
|
Cina
Sui rapporti UE-Cina la
Bussola strategica dell'UE, adottata dal Consiglio europeo il 23 e 24 marzo 2022 e recante gli obiettivi per rafforzare la politica di sicurezza e difesa dell'UE entro il 2030 e che è stata, indica che la
Cina è allo stesso tempo
partner per la cooperazione, un concorrente economico e un rivale sistemico e pertanto:
La
Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel
discorso sulle
relazioni UE-Cina pronunciato il
30 marzo 2023 al
Mercator Institute for China Studies e all'
European Policy Centre ha illustrato gli orientamenti della Commissione europea per una nuova strategia dell'UE nei confronti della Cina, poi ribaditi in occasione del suo
intervento nella plenaria del Parlamento europeo del 18 aprile 2023.
In particolare, la Presidente von der Leyen ha affermato che
come la Cina deciderà di interagire con la Russia determinerà l'evoluzione della relazioni tra l'UE e la Cina, ricordando che in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza, la
Cina ha la responsabilità di salvaguardare i principi e i valori che sono alla base della Carta delle Nazioni Unite e di
svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere una pace giusta, basata sulla difesa della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina.
La Presidente della Commissione ha altresì indicato la
necessità per l'UE, considerato la maggiore assertività mostrata della Cina nelle relazioni internazionali, di una
strategia nei confronti della Cina improntata non al disaccoppiamento, il cosidetto "decoupling", considerato l'ampiezza dei legami economici e commerciali con la
Cina che è un partner fondamentale per l'UE e al quale non
sarebbe ne fattibile, ne negli interessi europei rinunciare,
quanto al "de-risking", ossia al mettere in sicurezza l'UE da possibili dipendenze economiche e commerciali e di sicurezza di natura strategica e ribilanciare la relazione con la Cina, sulla base di una maggiore trasparenza, predicibilità e reciprocità.
La Presidente ha quindi indicato una strategia improntata su
4 filoni:
Sulle relazioni UE e Cina, si ricordano anche le
dichiarazioni del Presidente della repubblica francese, Emmanuel Macron, in una
intervista rilasciata il 6 aprile scorso alla agenzia di stampa Politico, secondo le quali
l'UE deve evitare di essere coinvolta in crisi che non gli appartengono e che gli impediscono di costruire la propria autonomia strategica, quale il confronto tra Cina e Stati Uniti su Taiwan. Secondo Macron l'UE deve evitare di diventare un seguace su questo tema e prendere spunto dall'agenda degli Stati Uniti e da una reazione eccessiva della Cina. Macron ha anche sostenuto che
l'Europa ha aumentato la sua dipendenza dagli Stati Uniti per le armi e l'energia e deve ora concentrarsi sul potenziamento delle industrie di difesa europee e, inoltre, dovrebbe
ridurre la sua dipendenza dalla "
extraterritorialità del dollaro americano".
Si ricorda che è
ancora sospesa la
firma dell'
Accordo globale sugli investimenti
(CAI), sul quale era stata raggiunta una intesa in linea di principio tra UE e Cina 30 dicembre 2020. Il
Parlamento europeo ha, in particolare, indicato l'intenzione di
non procedere alla ratifica dell'accordo fintanto che la Cina non ritirerà le contro sanzioni adottate dalla Cina in seguito alle sanzioni dell'UE per le violazioni dei diritti umani nella regione autonoma uigura dello Xinjiang
.
|
Altre decisioni
Il Consiglio affari esteri ha approvato
conclusioni sull'Etiopia nelle quali, in particolare, si sottolinea che
l'Etiopia è un partner strategico fondamentale per l'UE nel Corno d'Africa e nella regione del Mar Rosso e che l'UE è pronta a sostenere la realizzazione di ulteriori progressi nel percorso verso una pace duratura. L'UE
appoggia pienamente l'accordo per una pace duratura attraverso la cessazione permanente delle ostilità concluso il
2 novembre 2022 tra il governo dell'Etiopia e il Fronte popolare di liberazione del Tigray. Fatta salva un'attuazione duratura dell'accordo,
l'UE normalizzerà progressivamente le relazioni con l'Etiopia e tornerà a un impegno strategico pieno e rafforzato con il paese. L'accertamento delle responsabilità e la giustizia di transizione sono particolarmente importanti in tale contesto. Le conclusioni del Consiglio esprimono inoltre
profonda preoccupazione per le crescenti tensioni, i presunti casi di violazioni e abusi dei diritti umani e la violenza in varie parti del paese, indicando che l'UE monitora attentamente la situazione e sollecita con urgenza l'allentamento delle tensioni e il dialogo.
Il Consiglio ha, infine, adottato
misure restrittive nei confronti di:
|