Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: Esiti del Consiglio affari esteri dell'Unione europea del 24 aprile 2023
Serie: Documentazione per le Commissioni - Attività dell'Unione europea   Numero: 21
Data: 26/04/2023
Organi della Camera: XIV Unione Europea, III Affari esteri


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Esiti del Consiglio affari esteri dell'Unione europea del 24 aprile 2023

26 aprile 2023


Indice

|Ucraina|Temi di attualità e affari correnti|


Il Consiglio affari esteri si è riunito lo scorso 24 aprile 2023 ha trattato i seguenti temi:
  • aggressione russa all'Ucraina, sulla base anche di uno scambio di opinioni informale con il Ministro degli Affari Esteri dell'Ucraina (in videoconferenza);
  • temi di attuali e affari correnti, con riferimento agli ultimi sviluppi relativi a Moldova, Sudan, Etiopia, Georgia, Iran e  Cina.
 
Il Consiglio affari esteri è competente per le materie dell'azione esterna dell'UE, che comprende la politica estera, difesa e sicurezza, la politica commerciale, la cooperazione allo sviluppo e gli aiuti umanitari.
A differenza delle altre formazioni del Consiglio dell'UE, presiedute da un rappresentante a livello ministeriale dello Stato membro che esercita il turno semestrale di Presidenza del Consiglio, il Consiglio affari esteri dell'UE è presieduto dall'Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione europea, carica ricoperta da Josep Borrell.
Il Consiglio "Affari esteri" è composto dai Ministri degli esteri di tutti gli Stati membri dell'UE. A seconda dell'ordine del giorno, riunisce anche: i Ministri della difesa (politica di sicurezza e di difesa comune); i Ministri dello sviluppo (cooperazione allo sviluppo); i Ministri del commercio (politica commerciale comune). Quando discute questioni di politica commerciale comune, il Consiglio "Affari esteri" è presieduto dal rappresentante dello Stato membro che esercita la presidenza semestrale a rotazione del Consiglio dell'UE. Il Consiglio Affari esteri si riunisce di norma una volta al mese a Bruxelles e i suoi lavori sono preparati dal COREPER II.

Ucraina

Il Consiglio affari esteri ha proceduto a uno scambio di opinioni sull'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina. All'inizio della discussione in sede di Consiglio, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba si è rivolto ai ministri dell'UE in videoconferenza informandoli degli ultimi sviluppi sul campo e delle priorità ed esigenze dell'Ucraina, specialmente in termini di munizioni e missili. L'Alto rappresentante Borrell ha sottolineato che, in totale, l'UE e i suoi Stati membri hanno già agevolato la fornitura di oltre 13 miliardi di euro in sostegno militare. Ha inoltre aggiornato i ministri in merito al sostegno militare dell'UE all'Ucraina nel contesto del piano articolato su tre filoni, volto a fornire all'Ucraina un milione di munizioni di artiglieria, attingendo dalle scorte esistenti o tramite acquisizioni congiunte. L'alto Rappresentante ha in dicato che finora l'UE ha adottato la decisione relativa ad una misura di assistenza del valore di 1 miliardo di euro nell'ambito dello strumento europeo per la pace, concepita per rispondere alle necessità più immediate dell'Ucraina. Gli Stati membri dell'UE stanno inoltre portando a termine i lavori per il secondo filone, che mira ad agevolare le acquisizioni congiunte. Infine, per quanto riguarda il terzo filone, la Commissione europea presenterà presto proposte concrete sulle modalità per aumentare la capacità di produzione europea nel settore della difesa.
I ministri sono stati inoltre ragguagliati sulle attività della missione di assistenza militare dell'UE a sostegno dell'Ucraina (EUMAM Ucraina), che ha già superato il suo obiettivo iniziale formando oltre 16 000 soldati ucraini. L'UE mira a formare un totale di 30 000 soldati entro la fine del 2023. Il Consiglio "Affari esteri" ha quindi discusso dell'attuazione del piano d'azione dell'UE sulle conseguenze geopolitiche dell'aggressione russa.
 
A partire dal Vertice straordinario del 24 febbraio 2022, data di inizio dell'invasione russa, il Consiglio europeo ha reiterato dichiarazioni di condanna dell'aggressione militare, ribadendo il sostegno a indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale. Ha conseguentemente adottato un quadro di sanzioni nei confronti della Russia e approvato il sostegno militare all'Ucraina.
Nella riunione del 23 e 24 giugno 2022 ha concesso all' Ucraina lo status di paese candidato all'adesione dell'UE, impegnandosi a contribuire, una volta cessato il conflitto, alla ricostruzione del Paese.
Il Consiglio europeo del 23 marzo 2023 ha adottato delle conclusioni sull'Ucraina nelle quali in particolare ha:
  • accolto con favore la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per una pace globale, giusta e duratura in Ucraina, e ribadito il sostegno a favore del piano di pace in dieci punti del presidente Zelenskyy;
  • richiamato al rispetto del diritto umanitario internazionale, anche per quanto riguarda il trattamento dei prigionieri di guerra, condannare la violenza sessuale e di genere e chiesto alla Russia di garantire immediatamente il ritorno in sicurezza degli ucraini trasferiti o deportati con la forza in Russia, in particolare dei bambini;
  • affermato la necessità di garantire il pieno accertamento delle responsabilità per i crimini di guerra in relazione alla aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, anche mediante l'istituzione di un meccanismo per il perseguimento del crimine di aggressione;
  • espresso la volontà di mantenere e aumentare ulteriormente la pressione collettiva esercitata sulla Russia, sottolineando l'importanza di garantire l'effettiva attuazione delle sanzioni a livello europeo e nazionale e contrastarne l'elusione nei paesi terzi;
  • affermato la determinazione a contribuire alla riparazione, ripresa e ricostruzione dell'Ucraina, in coordinamento con i partner internazionali, ribadendo il sostegno all'istituzione di un meccanismo internazionale per registrare i danni causati dalla Russia e continuando a intensificare i lavori volti a utilizzare per la medesima ricostruzione i beni congelati e bloccati della Russia stessa;
  • sottolineato l'importanza di portare avanti il processo di adesione dell'Ucraina all'UE.

Il quadro delle sanzioni dell'UE nei confronti della Russia

A partire dal 24 febbraio 2022, il Consiglio dell'UE ha adottato nei confronti della Russia 10 pacchetti consecutivi di sanzioni e misure restrittive, di cui l'ultimo approvato il 25 febbraio 2023 ( la Commissione ha appena avviato la discussione su un 11° pacchetto di sanzioni, che potrebbe incentrarsi su misure per garantire l'attuazione e il contrasto all'aggiramento delle sanzioni all'interno ed all'esterno dell'UE e su sanzioni relative all'energia nucleare).
Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, le nuove sanzioni relative alle esportazioni dell'UE in Russia, approvate il 25 febbraio per un valore di 11,4 miliardi di euro (dati del 2021), si aggiungono ai 32,5 miliardi di euro di esportazioni già sanzionate nei pacchetti precedenti. Secondo quanto indicato dalla Commissione europea, con il 10 pacchetto, l'UE avrebbe sanzionato in totale quasi la metà (49%) delle sue esportazioni verso la Russia nel 2021, per un valore di circa 44 miliardi di euro e circa il 58% delle importazioni dell'UE dalla Russia nel 2021, per un valore complessivo di circa 90 miliardi di euro.
Sono attualmente in vigore:
  • misure restrittive (congelamento di beni e divieto di viaggio) nei confronti di 1.473 persone (tra cui il Presidente Putin, il Ministro degli esteri Lavrov, esponenti di governo, parlamentari, militari,  oligarchi, esponenti dell'informazione) e 205 entità giuridiche;
  • sanzioni finanziarie, tra cui il divieto di finanziamento della Federazione russa, del suo governo e della sua Banca centrale nonché la sospensione dal sistema di messaggistica finanziaria per scambiare dati finanziari (SWIFT) per le principali banche russe;
  • sanzioni nel settore energetico, quali in particolare: il divieto di acquistare, importare o trasferire nell'UE carbone e altri combustibili fossili solidi, se originari della Russia o esportati dalla Russia, nonché di importare petrolio dalla Russia via mare, con limitate eccezioni; il divieto di acquistare, importare o trasferire dalla Russia nell'UE petrolio greggio ( a partire dal 5 dicembre 2022) e di prodotti petroliferi raffinati ( a partire dal 5 febbraio 2023); la possibilità di introdurre un tetto al prezzo ( price cap) per il petrolio greggio e altri prodotti petroliferi russi, al di sotto dei quali le società UE hanno il divieto di fornire servizi (trasporto, assicurazione ecc.) legati alla vendita per via marittima verso Paesi terzi, poi fissato dal Consiglio a 60 dollari al barile per il petrolio grezzo, 100 dollari a barile per i prodotti petroliferi raffinati di alta qualità, come diesel e benzina, 45 dollari per i prodotti di bassa qualità, come gli oli combustibili ;
  • il divieto di tutte le operazioni con determinate imprese statali, di partecipazione di società russe negli appalti pubblici nell'UE, di esportazione di prodotti siderurgici e beni di lusso, di esportazione dall'UE in Russia di computer quantistici e semiconduttori avanzati, elettronica di alta gamma, software, macchinari sensibili e attrezzature per il trasporto, legno, cemento, fertilizzanti, prodotti ittici e liquori, di importazione di oro e gioielli;
  • sanzioni nei confronti di società nei settori militare, dell'aviazione, dei beni a duplice uso, della cantieristica navale e della costruzione di macchinari;
  • il divieto per i cittadini dell'UE di far parte dei consigli di amministrazione di società russe sottoposte a restrizioni o controllate direttamente o indirettamente dalla Russia;
  • restrizioni ai media, con la sospensione delle trasmissioni nell'Unione di una seri di emittenti e media russi.

Sostegno militare dell'UE all'Ucraina

Il principale meccanismo di sostegno militare all'Ucraina da parte dell'Unione è lo Strumento europeo per la Pace ( European Peace Facility – EPF).
Si tratta di un fondo fuori dal bilancio UE (perché questo, ai sensi dei Trattati, non può finanziare le spese nel settore militare), istituito nel marzo del 2021, con lo scopo di rafforzare le missioni Ue e sostenere una serie di azioni esterne nel settore della difesa (in particolare le missioni di pace dell'Unione africana e i programmi bilaterali con Paesi partner). La dotazione del Fondo per il periodo 2021-2027, inizialmente di 5,7 miliardi di euro, è stata aumentata, lo scorso 14 marzo, a circa 8 miliardi. Previa decisione del Consiglio, la dotazione potrebbe essere aumentata al massimo di ulteriori 3,5 miliardi di euro fino al 2027.
Il Consiglio ha finora stanziato, in differenti pacchetti, 4,6 miliardi di euro (di cui 480 milioni per attrezzature "non letali"). La tranche più recente di aiuti, per il valore di un miliardo, è stata formalizzata dal Consiglio lo scorso 13 aprile per finanziare la fornitura di proiettili di artiglieria (calibro 155 mm) e missili. I materiali sono trasferiti all'Ucraina (come sempre) a cura degli Stati membri, attingendo alle scorte nazionali esistenti o sulla base di ordini già effettuati dai singoli Stati (con un tasso di rimborso nell'ordine del 50%).
Proprio in tema di munizioni, considerando le urgenti richieste dell'Ucraina ma anche l'esigenza di non ridurre eccessivamente le scorte nazionali, lo scorso 20 marzo il Consiglio aveva raggiunto un accordo di massima per procedere ad acquisti comuni di proiettili e missili, sul modello di quanto fatto durante la pandemia per i vaccini, per evitare aumenti speculativi dei prezzi e garantire i rifornimenti anche ai Paesi più piccoli. Il progetto prevede la mobilitazione di un altro miliardo di euro (sempre con fondi EPF), in tempi molti ristretti (conclusione dei contratti entro il 30 settembre, con rimborsi a partire da gennaio 2024), e con la partecipazione dell'Agenzia Europea per la Difesa a supporto delle operazioni di procurement. Nel Consiglio del 24 aprile 2023 non si è però raggiunto l'accordo per finalizzare questa seconda fase del sostegno all'Ucraina. Secondo le notizie di stampa e le dichiarazioni di alcuni leader, l'ostacolo principale sarebbe stata la rigidità della posizione francese (sostenuta, secondo quanto riportato anche da Grecia e Cipro) che ha chiesto di limitare l'utilizzo dei fondi EPF ai solo acquisti di munizioni prodotti nell'Unione europea (o in Norvegia), con l'intera catena produttiva made in EU. Per altri Stati membri, la priorità è invece quella di agire rapidamente, poiché l'obiettivo principale è aiutare l'Ucraina e ricostituire le scorte nazionali. Alcuni Paesi, in particolare, temono che l'industria europea non sia in grado di fornire, nei tempi previsti, le attrezzature necessarie, e che sia quindi necessario ricorrere a produttori extra europei.  La posizione francese è stata da molti criticata perché considerata troppo sensibile alla difesa degli interessi nazionali, anche se Parigi controbatte che la propria industria della difesa non annovera eccellenze nella produzione delle munizioni richieste e che quindi il proprio intento sarebbe solo di sostenere l'industria europea in generale e l'autonomia strategica dell'Unione.  
Nella conferenza stampa al termine del Consiglio del 24 aprile, l'Alto rappresentante Borrell non ha negato le difficoltà nella finalizzazione della decisione sugli acquisti comuni, ma ha sottolineato che comunque le attività preparatorie procedono, in attesa di un accordo che si è detto convinto possa essere raggiunto "nei prossimi giorni".  Per suo conto, l'Agenzia europea per la difesa ha già avviato un progetto in questo senso, i cui partecipanti sono progressivamente aumentati, fino ad arrivare al momento a 24 Stati, 23 Stati membri, compresa l'Italia, più la Norvegia (restano per ora fuori solo Bulgaria, Danimarca, Irlanda e Slovenia).  Il progetto prevede due percorsi: una procedura rapida (da completarsi entro due anni) per l'acquisto collaborativo di proiettili d'artiglieria da 155 mm e un progetto più a medio termine (sette anni) per l'acquisto di più tipi di munizioni.
In tema di forniture militari, per quanto riguarda il nostro Paese, si ricorda che  il decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 ( convertito in legge 27 gennaio 2023, n. 8 ), ha prorogato al 31 dicembre 2023, l' autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all'Ucraina,   previo atto di indirizzo delle Camere. La norma prevede che le forniture siano disposte con decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro degli affari esteri e con il Ministro dell'economia e delle finanze. L'elenco delle forniture è contenuto in un allegato (secretato) al decreto. Finora sono stati adottati sei decreti ministeriali (l'ultimo dei quali il 31 gennaio 2023). In via di prassi, in occasione dell'emanazione del decreto, il Ministro della difesa riferisce sul suo contenuto al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il decreto legge richiamato prevede che i ministri della difesa e degli esteri riferiscano alle Camere sull'evoluzione della situazione in atto, anche in riferimento alle forniture militari, con cadenza almeno trimestrale.
Il Consiglio affari esteri del 24 aprile ha anche rinnovato l'invito alla Commissione a presentare proposte concrete (attese per l'inizio di maggio) per sostenere urgentemente l'incremento delle capacità di produzione dell'industria europea della difesa (colmando le lacune esistenti), garantire catene di approvvigionamento sicure, agevolare le procedure di acquisizione congiunte (anche con misure come l'esenzione dall'Iva) e gli investimenti nel settore.  
A margine del Consiglio del 24 aprile, Borrell ha anche fatto il punto sulla missione di addestramento EUMAM, istituita a novembre del 2022, con l'obiettivo di rafforzare le capacità ucraine di "difendere la propria integrità territoriale entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti" e proteggere i civili. La missione integra le attività di formazione svolte in via bilaterale da parte di alcuni Stati membri. Come dichiarato dall'Alto rappresentante, la missione ha già concluso l'addestramento di circa 16 mila militari ucraini (che era l'obiettivo iniziale, aumentato poi a 30 mila, entro il 2023). Le attività di formazione si svolgono nel territorio dell'UE. Anche questa missione ha largamente attinto ai fondi EPF per sostenere lo svolgimento delle attività formative e per la fornitura di armamenti ai militari addestrati.
 
Nel frattempo, venerdì 21 aprile, presso la base militare di Ramstein, in Germania, si è svolta l'undicesima riunione del " Gruppo di contatto", attraverso cui i Paesi Nato e like-minded coordinano periodicamente le diverse iniziative di sostengo militare all'Ucraina. La riunione, cui ha partecipato anche il ministro ucraino della difesa, Reznikov, si è concentrata su munizioni, logistica e difesa aerea. Per quest'ultima, il segretario di Stato alla difesa, Austin, ha ricordato i Patriot forniti da Stati Uniti, Germania e Paesi Bassi, i SAMP/T italo-francesi e i sistemi NASAMS donati da Canada e Norvegia. Per la logistica è stata confermata la collaborazione tra governo ucraino e l'agenzia di approvvigionamento della Nato (NSPA). Affrontato anche il tema dei carri armati forniti da Usa, Germania e altri Paesi europei, dell'addestramento dei militari ucraini al loro uso e della creazione (e finanziamento comune) di un hub (in Polonia) per la manutenzione dei mezzi. Il segretario generale della Nato, Stoltemberg (appena tornato da Kyiv) ha riproposto con forza la questione della fornitura dei caccia, oltre al tema del percorso di ingresso nella Nato dell'Ucraina. Su entrambi i punti le reazioni degli interlocutori sono state diversificate.  Austin ha anche ricordato il nuovo pacchetto di aiuti per 325 milioni di dollari, deciso dall'amministrazione Biden il 19 aprile, che fan arrivare il totale degli aiuti militari Usa, dall'inizio della guerra, a oltre 35 miliardi di dollari.

Sostegno economico e alla ricostruzione dell'Ucraina

Sostegno economico di urgenza
Dall'inizio dell'aggressione russa, l'UE ha intensificato il proprio sostegno all'Ucraina, mobilitando circa 19,7 miliardi di euro, gran parte dei quali sotto forma di assistenza macrofinanziaria (AMF). Sono stati inoltre erogati 620 milioni in sovvenzioni a titolo di sostegno al bilancio per aiutare l'Ucraina a far fronte a bisogni urgenti sul campo. Complessivamente l'UE e gli Stati membri, in via bilaterale, avrebbero fornito assistenza all'Ucraina per circa 67 miliardi di euro.
In particolare, l'UE ha varato a fine dicembre 2022 un piano di sostegno macroeconomico finanziario straordinario per una cifra massima di 18 miliardi di euro per tutto il 2023, volto a fornire una assistenza finanziaria stabile, regolare e prevedibile all'Ucraina con una media di 1,5 miliardi di euro al mese. Tali risorse sono destinate a coprire una parte significativa del fabbisogno di finanziamento a breve termine dell'Ucraina per il 2023, che le autorità del Paese e il Fondo monetario internazionale stimano da 3 a 4 miliardi di euro per mese. Una prima tranche di 3 miliardi di euro è stata erogata all'Ucraina il 17 gennaio 2023.
Il piano – che dovrebbe essere accompagnato da sforzi simili da parte di altri importanti donatori al fine di coprire tutte le esigenze di finanziamento dell'Ucraina per il 2023 - prevede alcune forme di condizionalità volte a impegnare le autorità ucraine a realizzare riforme per rafforzare ulteriormente lo stato di diritto, il buon governo, la modernizzazione delle istituzioni nazionali e locali e le misure antifrode e anticorruzione.
Il 2 febbraio 2023 a Commissione europea ha poi annunciato un nuovo pacchetto di sostegno all'Ucraina del valore di 450 milioni di euro, di cui 145 milioni in assistenza umanitaria e 305 milioni in cooperazione bilaterale volti al rapido recupero delle infrastrutture, ad aumentare la resilienza del Paese e sostenerne il processo di riforma.
Sostegno alla ricostruzione
Il 18 maggio 2022 la Commissione europea ha presentato un piano di sostegno all'Ucraina contenente un quadro di riferimento per la ricostruzione a lungo termine attraverso la creazione di una Piattaforma per la ricostruzione dell'Ucraina. Questa funge da organismo di governance generale per un piano di ricostruzione denominato "RebuildUkraine" e articolato su quattro pilastri:
  • ricostruire il paese, in particolare le infrastrutture, i servizi sanitari, l'edilizia abitativa e le scuole, nonché rafforzare la resilienza digitale ed energetica in linea con le politiche e le norme europee più recenti;
  • proseguire la modernizzazione dello Stato e delle sue istituzioni per garantire il buon governo e il rispetto dello Stato di diritto;
  • attuare un programma strutturale e normativo con l'obiettivo di approfondire l'integrazione economica e sociale dell'Ucraina con l'UE, in linea con il suo percorso europeo;
  • sostenere la ripresa dell'economia e della società ucraina, promuovendone la competitività economica sostenibile e inclusiva, il commercio sostenibile e lo sviluppo del settore privato e contribuendo alla transizione verde e digitale del paese.
La Commissione indica che le esigenze finanziarie per il piano di ricostruzione, pur non ancora quantificabili, saranno di gran lunga superiori alle risorse disponibili nell'attuale quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
La Commissione indica, quindi, che le sovvenzioni supplementari da mettere a disposizione dell'Ucraina potrebbero essere finanziate mediante contributi aggiuntivi degli Stati membri (e dei paesi terzi che lo desiderino), avvalendosi dei meccanismi finanziari e delle garanzie dell'Unione, oppure attraverso una revisione mirata del quadro finanziario pluriennale o in alternativa raccogliendo fondi per i prestiti per conto dell'UE o con garanzie degli Stati membri.
Secondo un rapporto di valutazione pubblicato dalla Banca Mondiale in collaborazione con il governo ucraino, la Commissione Europea e le Nazioni Unite il 23 marzo 2023, i danni diretti subiti dall'Ucraina dopo un anno di guerra hanno superato i 135 miliardi di dollari e il fabbisogno di ricostruzione e riabilitazione del Paese è stimato in circa 411 miliardi di dollari al 24 febbraio 2023, pari a 2,6 volte il PIL attuale dell'Ucraina.
I settori più colpiti sono l'edilizia abitativa (38%), i trasporti (26%), l'energia (8%), il commercio e l'industria (8%) e l'agricoltura (6%). Il prodotto interno lordo (PIL) dell'Ucraina è diminuito del 29,2% nel 2022.
La Presidenza svedese del Consiglio dell'UE ha annunciato il 14 febbraio 2023 l'istituzione di un gruppo di lavoro dell'UE per esaminare l'uso dei beni russi congelati per la ricostruzione dell'Ucraina.
Il gruppo di lavoro effettuerà un'analisi legale, finanziaria, economica e politica delle possibilità di utilizzo dei beni russi congelati. Parte del lavoro preparatorio consisterà nell'ottenere, in collaborazione con la Task Force sul congelamento e la confisca dalla Commissione europea, un quadro più chiaro dell'ubicazione nell'UE dei beni detenuti dallo Stato russo e del loro valore totale.
Il 5 aprile 2023 si è svolta la seconda riunione della Piattaforma di coordinamento dei donatori multi-agenzia per l'Ucraina, il Governo ucraino ha presentato le sue esigenze prioritarie per la ricostruzione nel 2023 per le infrastrutture energetiche, lo sminamento, le infrastrutture critiche e sociali, gli alloggi e il sostegno al settore privato che richiederanno un sostegno stimato di 14,1 miliardi di dollari, e quindi un finanziamento di 10,8 miliardi di dollari, oltre ai 3,3 miliardi di dollari già messi a disposizione dal governo ucraino per la ricostruzione.
La piattaforma riunisce funzionari di alto livello di Ucraina, UE, Paesi del G7 e istituzioni finanziarie come la Banca europea per gli investimenti, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. II Comitato direttivo della Piattaforma è co-presieduto da UE, Stati Uniti ed Ucraina, Il Segretariato della Piattaforma si trova in un ufficio di Bruxelles ospitato dalla Commissione e in un ufficio di Kiev ospitato dal Governo ucraino.
La Conferenza di ricostruzione dell'Ucraina organizzata dal Governo italiano il 26 aprile 2023
Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con l'Agenzia ICE, ha organizzato il 26 aprile 2023 a Roma una Conferenza bilaterale di alto profilo istituzionale e imprenditoriale, dedicata alla discussione di interventi e progetti attraverso i quali l'Italia può offrire contributi concreti alla resilienza e alla ricostruzione dell'Ucraina.
La Conferenza si è svolta alla presenza dei massimi livelli dei Governi italiano ed ucraino, della Commissione europea e delle principali Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI) impegnate nel Paese, che presenteranno i rispettivi piani di intervento nelle due fasi di fast recovery e di ricostruzione a medio e lungo termine, nonché le opportunità di partecipazione del sistema imprenditoriale italiano. I lavori della Conferenza, aperti dai Ministri degli Esteri dell'Italia e dell'Ucraina e conclusi dal Presidente del Consiglio italiano e dal Primo Ministro ucraino, si sono articolati in tre sessioni: una sessione istituzionale; una seconda parte dedicata alle Istituzioni Finanziarie Internazionali; Tavoli di discussione e approfondimento settoriale dedicati a settori individuati come prioritari per la ricostruzione, quali infrastrutture e trasporti, energia e ambiente, agroindustria, salute, digitale e servizi, spazio e avionica, siderurgia.
L'11 aprile 2023 l'Ucraina e l'Italia, nel corso di una videoconferenza tra il Primo Vice Primo Ministro dell'Ucraina e Ministro dell'Economia dell'Ucraina, Yuliia Svyrydenko e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, hanno raggiunto un accordo preliminare sulla creazione e la promozione del marchio nazionale Made in Ukraine nel mercato europeo con il supporto delle piccole e medie imprese italiane. Nel corso delle video conferenza è stato, inoltre, discusso un progetto di cooperazione tra i sistemi industriali di Italia e Ucraina nel settore dell'industria leggera. Al termine della videoconferenza è stato auspicato il successo della prossima conferenza sulla ricostruzione che si terrà a Roma il 26 aprile.

Assistenza all'esportazione dei prodotti agricoli e alla connettività UE - Ucraina

La Commissione europea ha presentato il 12 maggio 2022 un piano d'azione per la realizzazione di "corridoi di solidarietà" che consentano all'Ucraina di esportare i propri cereali ed anche di importare ciò di cui necessita, dagli aiuti umanitari ai mangimi per animali fino ai fertilizzanti.
Secondo dati forniti dalla Commissione stessa, prima della guerra, il 75% della produzione di cereali dell'Ucraina veniva esportato dai porti ucraini sul Mar Nero, dai quali transitavano il 90 % delle esportazioni di cereali e semi oleosi, destinate all'incirca per un terzo all'Europa, un terzo alla Cina e un altro terzo all'Africa.
Il 22 luglio 2022, a Istanbul, Ucraina e Russia, con la mediazione dell'ONU della Turchia, hanno raggiunto un accordo volto a consentire l'esportazione di cereali dai porti dell'Ucraina (non si tratta di un accordo diretto fra Ucraina e Russia ma di un accordo di entrambe con Turchia e Onu). L'accordo prevede l'impegno da parte di Russia e Ucraina a rispettare un corridoio di navigazione sicuro attraverso il Mar Nero, libero da ogni attività militare, volto a consentire le esportazioni commerciali di cereali da tre porti ucraini: Odessa, Chernomorsk e Yuzhny; un comando congiunto di controllo del traffico marittimo a Istanbul e ispezioni in Turchia delle navi dedicate al trasporto dei cereali, volte a controllare che non trasportino armi in Ucraina. La Russia, in seguito ad alcuni attacchi nei confronti di imbarcazioni russe, aveva sospeso il 29 ottobre scorso la sua partecipazione all'accordo, per poi riconfermare la sua partecipazione il 2 novembre. L'accordo è stato rinnovato il 18 marzo 2023. Il Vice primo ministro ucraino, Oleksandr Kubrakov, ha dichiarato che l'accordo sarebbe rimasto in vigore per ulteriori 120 giorni, ma la portavoce del Ministero degli Esteri russo Zakharova ha dichiarato all'agenzia di stampa russa Tass che la Russia ha accettato di estendere l'accordo per 60 giorni.
Il 15 aprile 2023, i Governi della Polonia e dell'Ungheria hanno vietato le importazioni di prodotti agricoli ucraini nei loro territori fino al 30 giugno 2023. Il 17 aprile anche il Governo della Slovacchia ha introdotto limitazioni all'importazione del grano dall'Ucraina. Si ricorda che a seguito dell'invasione russa in Ucraina, che ha bloccato alcuni porti del Mar Nero, grandi quantità di grano ucraino, più economico di quello prodotto nell'Unione Europea, hanno finito per rimanere negli Stati dell'Europa centrale a causa delle strozzature logistiche, colpendo i prezzi e le vendite degli agricoltori locali.
Il 16 aprile, la Commissione europea ha dichiarato che le azioni unilaterali di uno Stato membro nell'ambito della politica commerciale, materia di esclusiva competenza dell'UE, sono inaccettabili.
Il 19 aprile 2023, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha inviato una lettera ai leader dei cinque Paesi UE interessati (Polonia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Bulgaria) nella quale ha annunciato un nuovo pacchetto di fondi europei da 100 milioni di euro e un tasso di un tasso di cofinanziamento del 200% per sostenere gli agricoltori dei Paesi dell'UE più colpiti dal calo dei prezzi dei cereali dovuto all'aumento delle importazioni di grano ucraino nei loro Paesi.
Questo importo si aggiunge a una prima dotazione di 56,3 milioni di euro concessa il mese scorso per sostenere gli agricoltori più colpiti. Questo sostegno sarà finanziato dalla riserva per le crisi agricole, che dispone di circa 500 milioni di euro all'anno.
In occasione del Consiglio dell'UE nel formato agricoltura del 25 aprile 2023 è intervento in videoconferenza il Ministro ucraino della Politica Agraria e dell'Alimentazione, Mykola Solskyi, che ha espresso la gratitudine degli agricoltori e del popolo ucraino per il sostegno dell'UE ed ha sottolineato che le importazioni dall'Ucraina sono reciprocamente vantaggiose sia per l'Ucraina che per l'UE, evidenziando come la Russia stia approfittando della situazione attuale per esercitare pressioni sull'Ucraina. La discussione in seno al Consiglio si è concentrata sulle questioni che riguardano i mercati interni dell'UE, anche per i Paesi confinanti con l'Ucraina, e sulla n ecessità di un'analisi approfondita dell'impatto delle importazioni dall'Ucraina attraverso i corridoi di solidarietà. I ministri hanno espresso il loro continuo sostegno all'Ucraina, il loro impegno a trovare soluzioni che non compromettano la solidarietà dell'UE con l'Ucraina e la necessità di un approccio coordinato a livello di UE. Hanno inoltre sottolineato la loro solidarietà con i Paesi confinanti con l'Ucraina e hanno inviato un chiaro messaggio di unità contro l'aggressione della Russia, in particolare per quanto riguarda le misure commerciali autonome e la salvaguardia del mercato unico.
Si ricorda, che secondo i dati pubblicati dalla Commissione europea, alla fine del 2022 le esportazioni di prodotti agricoli dell'Ucraina nell'UE sono quasi raddoppiate in valore rispetto al 2021 (da circa 7 a 13 miliardi di euro, con un aumento di circa il 88% in un solo anno).

Il piano d'azione dell'UE sulle conseguenze geopolitiche dell'aggressione russa

Il piano d'azione dell'UE sulle conseguenze geopolitiche dell'aggressione russa, presentato in occasione del Consiglio affari esteri del 20 giugno 2022, è volto a definire la strategia dell'UE per rafforzare il suo impegno bilaterale con i partner chiave del suo immediato vicinato, nonché di Asia, Africa e America latina nel contrasto alla narrativa e disinformazione russa, con particolare riferimento alla sicurezza alimentare. L'obiettivo del piano è quello di consolidare i partenariati dell'UE in tutto il mondo attraverso un dialogo a livello politico ed economico e anche attraverso il ricorso all'iniziativa Global Gateway. Al Momento il Consiglio avrebbe individuato 4 paesi pilota con i quali avviare tale piano, Brasile, Cile, Kazakhistan e Nigeria
L'iniziativa Global Gateway, presenta il 1° dicembre 2021, dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dall'Alto rappresentante dell'UE Josep Borrell è volta a definire una nuova strategia europea d'investimenti infrastrutturali globale per rafforzare i collegamenti tra l'Unione europea e i suoi principali partner commerciali e strategici. Il fine è quello sviluppare partnership pubblico-privato, mobilitando le risorse dell'UE, dei suoi Stati membri, delle istituzioni finanziarie e delle finanze pubbliche multilaterali per attirare capitali privati, fornendo così un'alternativa alla Belt and Road Initiative di Pechino. La proposta punta a mobilitare fino a 300 miliardi di euro in investimenti tra il 2021 e il 2027, attraverso il lavoro coordinato di istituzioni UE, Stati membri, Delegazioni dell'UE nel mondo, Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) in cinque principali ambiti strategici: digitale– investimenti per la creazione di una rete internet sicura e aperta; clima ed energia –investimenti per accelerare la transizione verde; trasporti – investimenti per un sistema globale di trasporti sostenibile e sicuro; salute – rafforzamento delle catene di valore e della produzione locale di vaccini; educazione e ricerca – investimenti nella formazione di qualità e nella ricerca, con un focus particolare sulle donne e sui gruppi vulnerabili.

Temi di attualità e affari correnti


Sudan

Il Consiglio "Affari esteri" ha discusso della situazione nel paese e dei violenti scontri in atto dal 15 aprile tra le forze armate sudanesi e le forze di supporto rapido. L'alto rappresentante ha sottolineato la cruciale importanza di una cessazione immediata delle ostilità e del ritorno ai negoziati regionali e ha riferito in merito all'evacuazione del personale e dei cittadini dell'UE.
L'Alto Rappresentante al termine della riunione del Consiglio ha dichiarato che l'UE ha effettuato l'evacuazione di molti cittadini europei e di cittadini di altri paesi e del personale della delegazione dell'Unione Europea in Sudan (solo il responsabile della sicurezza della delegazione è rimasto in Sudan). Borrell ha fornito una stima di più di 1.200 cittadini evacuati dal Sudan con circa 31 voli aerei di Stati membri.

Georgia

Durante la colazione i ministri UE degli Affari esteri hanno tenuto uno scambio informale di opinioni con il ministro degli Affari esteri della Georgia Ilia Darchiashvili, incentrato sulla prospettiva europea della Georgia e sulla necessità di rafforzare la democrazia del paese. Il dibattito ha confermato che la Georgia ha compiuto progressi significativi in varie riforme essenziali e ha sottolineato che lo Stato di diritto, i diritti umani, i media, la società civile e le istituzioni statali indipendenti sono elementi importanti per ogni paese che aspira ad aderire all'UE.
Si ricorda che il Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022 ha riconosciuto la prospettiva europea della Georgia, affermando di essere pronto a concedere lo status di candidato una volta che saranno state affrontate le priorità specificate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione della Georgia.
La Commissione europea ha indicato che potrà essere concesso lo status di paese candidato alla Georgia solo quando saranno state affrontate le seguenti priorità:
  • risolvere la questione della polarizzazione politica, garantendo la cooperazione tra i partiti politici nello spirito dell'accordo del 19 aprile 2021;
  • garantire il funzionamento di tutte le istituzioni statali, rafforzandone l'indipendenza, la responsabilità e le funzioni di controllo democratico;
  • adottare ed attuare una strategia ed un piano d'azione trasparenti ed efficaci per realizzare la riforma giudiziaria pienamente in linea con gli standard europei e con le raccomandazioni della Commissione di Venezia;
  • attuare la "de-oligarchizzazione", eliminando l'eccessiva influenza acquisita nella vita economica, politica e pubblica dai gruppi di potere;
  • intraprendere maggiori sforzi per quanto riguarda i media, in particolare garantendo che i procedimenti penali avviati contro i proprietari dei media seguano i più elevati standard legali e avviando indagini nei casi di minacce alla sicurezza di giornalisti e altri professionisti dei media;
  • agire rapidamente per rafforzare la protezione dei diritti umani dei gruppi vulnerabili, consolidando gli sforzi per rafforzare la parità di genere e combattere la violenza contro le donne;
  • assicurare il coinvolgimento della società civile nei processi decisionali a tutti i livelli;
Il 2 febbraio 2023, la Commissione europea ha pubblicato una relazione analitica che valuta la capacità della Georgia di assumere gli obblighi derivanti dall'adesione all'UE e fornisce un'analisi dettagliata dello stato di allineamento del Paese con l'acquis dell'UE.

Moldova

Il Consiglio "Affari esteri" ha discusso della situazione in Moldova, concordando tre misure a sostegno del paese: l'istituzione di una nuova missione civile di partenariato dell'UE in ambito PSDC che potenzierà le strutture di gestione delle crisi della Moldova e ne rafforzerà la resilienza alle minacce ibride; l'accordo su un nuovo quadro di sanzioni nei confronti di coloro che destabilizzano il paese; lo stanziamento di ulteriori 40 milioni di euro a titolo dello strumento europeo per la pace al fine di sostenere le capacità di difesa della Moldova. L'Alto Rappresentante ha indicato che l'obiettivo della nuova missione civile di partenariato EUPM Moldova è quello rafforzare la resilienza del settore della sicurezza del Paese nei settori della gestione delle crisi e delle minacce ibride, compresa la sicurezza informatica, e contrastare la manipolazione e l'interferenza delle informazioni straniere (FIMI).
Si ricorda che il 23 giugno 2022 il Consiglio europeo ha concesso alla Moldova lo status di paese candidato. Ha invitato la Commissione europea a riferire al Consiglio in merito al rispetto delle condizioni specificate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione. Il Consiglio deciderà in merito a ulteriori misure una volta che tutte queste condizioni saranno pienamente soddisfatte.
Il 23 marzo 2023 il Consiglio europeo ha ribadito che l'Unione europea continuerà a fornire tutto il sostegno del caso alla Moldova al fine di rafforzarne la resilienza, la sicurezza, la stabilità e l'economia e ad aiutarla nel suo percorso di adesione all'UE. Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a presentare un pacchetto di sostegno prima della sua prossima riunione del 29 e 30 giugno 2023.
Il 28 marzo 2023, in occasione della visita in Moldova del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il Presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha auspicato che la Moldova possa avviare i negoziati di adesione prima possibile, indicando che il paese sta attuando le raccomandazioni della Commissione europea e recependo la legislazione europea a un ritmo accelerato.
Il Presidente Michel ha indicato l'intenzione di voler inserire la questione dell'apertura dei negoziati di adesione nell'agenda del Consiglio europeo entro la fine del 2023, sperando che sia possibile una decisione positiva.
Risoluzione del Parlamento europeo del 19 aprile 2023
Il Parlamento europeo ha approvato il 18 aprile 2023 una risoluzione sulla Moldova nella quale in particolare:
  • ribadisce il sostegno alla futura adesione della Moldova all'UE, riconoscendo i progressi compiuti dal governo moldavo in termini di riforme e di livello di allineamento con il corpus legislativo dell'UE, e chiede che i negoziati di adesione inizino entro la fine del 2023, a condizione che il Paese ottemperi alle riforme individuate nel parere della Commissione europea;
  • invita il Governo moldavo a proseguire con determinazione il suo programma di riforme in materia di democrazia e Stato di diritto, a portare avanti i lavori per la piena attuazione dell'Accordo di associazione all'UE e dell'Area di libero scambio globale e approfondita, a contrastare la criminalità organizzata e grave a livello internazionale e transnazionale e a portare avanti gli sforzi per aumentare la sicurezza energetica del Paese;
  • invita l'UE e i suoi Stati membri a sanzionare immediatamente le persone coinvolte in relazione ai tentativi di destabilizzazione della Moldova;
  • condanna il ricatto energetico della Russia nei confronti della Moldova.
Assistenza alla Moldova nel contesto della crisi in Ucraina
A seguito dell'aggressione militare russa in Ucraina, che ha provocato un ingente flusso di rifugiati nei paesi vicini, tra i quali in particolare la Moldova, l'UE ha fornito, a partire da primi di marzo del 2022, sostegno alla moldova con un pacchetto di 28 milioni di euro per assistenza umanitaria ai rifugiati ucraini, fornendo la collaborazione di Frontex, per supportare autorità moldave nella gestione della situazione al confine.
Circa 800.000 rifugiati dall'Ucraina sono entrati in Moldova (445.000 circa sarebbero poi rientrati in Ucraina). Attualmente circa 106.000 sono ancora ospitati sul suo territorio. Rispetto alla sua popolazione di poco più di 2,5 milioni di abitanti la Moldova è il paese con il maggior numero di rifugiati ucraini pro capite.
Il Consiglio dell'Unione Europea ha approvato, il 4 aprile 2022, una decisione relativa alla concessione di un'assistenza macrofinanziaria di 150 milioni di euro alla Moldova per aiutare il paese a stabilizzare la sua economia e ad attuare il programma di riforma approvato con il FMI. Il 24 gennaio 2023 la Commissione ha proposto di aumentare l'assistenza macrofinanziaria in corso alla Repubblica di Moldova di 145 milioni di euro, portando l'importo totale a 295 milioni di euro. Si ricorda, inoltre che l'UE e i suoi Stati membri, insieme ai paesi del G7e altri paesi, si sono impegnati a versare 659,5 milioni di euro per la creazione di una piattaforma di sostegno alla Moldova.
A seguito delle conclusioni del Consiglio dell'UE nel formato "Energia" del 28 febbraio 2022, le reti elettriche dell'Ucraina e della Moldova sono state sincronizzate con la rete continentale europea a partire dal 16 marzo 2022.
Il 5 maggio 2022, la Commissione europea ha annunciato che mobiliterà ulteriori 52 milioni di euro per la Repubblica di Moldova per promuovere la resilienza, la ripresa e le riforme a lungo termine del paese.
Il 30 giugno 2022 il Consiglio ha adottato una misura di assistenza nell'ambito dello Strumento europeo per la pace del valore di 40 milioni di euro a favore delle Forze armate della Repubblica di Moldova. Il Consiglio ha a ll'esame una proposta di un ulteriore stanziamento di 40 milioni di euro, sempre a valere sulle risorse dello Strumento europeo per la pace, per rafforzare la sorveglianza aerea, la logistica e la cyberdifesa delle forze armate della Moldova
Il 18 luglio 2022 Consiglio ha adottato un regolamento che liberalizza temporaneamente gli scambi dei sette prodotti agricoli della Moldova non ancora pienamente liberalizzati: pomodori, aglio, uva da tavola, mele, ciliegie, prugne e succo d'uva. Ciò significa che la Moldova può almeno raddoppiare le sue esportazioni di tali prodotti – per un periodo di un anno – verso l'Unione europea senza oneri tariffari.
La missione civile EUBAM in Moldavia e Ucraina
Fin dal 2005, l'Unione europea ha avviato in Moldavia e Ucraina, una missione civile di assistenza ai controlli di frontiere, in particolare nella regione della Transnistria. La missione offre corsi di formazione, assistenza tecnica e consulenza ai servizi della guardia di frontiera e doganali moldavi e ucraini, volti in particolare a rafforzare i controlli delle frontiere e i controlli doganali.
Al mandato della missione, che al momento è rinnovato fino al 30 novembre 2023, è stato aggiunto il compito di facilitare il passaggio dei profughi dall'Ucraina (sia in uscita che in rientro nel Paese).
Dialogo politico e di sicurezza ad alto livello UE-Repubblica di Moldova
Il 24 marzo 2023 si è svolta a Bruxelles la seconda riunione nell'ambito del dialogo politico e di sicurezza ad alto livello UE-Repubblica di Moldova, nell'ambito del quale le parti:
  • hanno riconfermato l'impegno e l'interesse reciproco a migliorare e intensificare la cooperazione nel campo della politica estera e di sicurezza, in linea con una nuova fase strategica delle relazioni UE-Moldova dopo la decisione del Consiglio europeo del giugno 2022 di concedere lo status di candidato all'UE alla Repubblica di Moldova;
  • l'UE ha ribadito la solidarietà e il sostegno alla Moldova nel suo processo di riforma, rafforzando la sua capacità di resistenza in diverse dimensioni;
  • L'UE ha espresso apprezzamento per la continua partecipazione della Moldova a missioni dell'UE;
  • i partecipanti hanno anche discusso lo stato di avanzamento del processo di risoluzione del conflitto in Transnistria.  L'UE ha ribadito il suo fermo sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale della Moldova all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, con uno status speciale per la regione transnistriana. Le parti hanno riaffermato il loro impegno a favore di una soluzione globale, pacifica e sostenibile del conflitto transnistriano nel quadro del formato 5+2;
Il 2° vertice della Comunità politica europea a Chisinau
La Moldova ospiterà il 1 ° giugno 2023, nella sua capitale a Chisinau, il secondo vertice della Comunità politica europea.
Si ricorda che il Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022, ha affermato che l'obiettivo della Comunità Politica europea è quello di promuovere il dialogo politico e la cooperazione in modo da rafforzare la sicurezza, la stabilità e la prosperità del continente europeo. Tale quadro non sostituirà le politiche e gli strumenti esistenti dell'UE, in particolare l'allargamento, e rispetterà pienamente l'autonomia decisionale dell'Unione europea. La prima riunione si è svolta a Praga il 6 ottobre 2022 con la partecipazione di 47 Stati europei, di cui 27 Stati membri dell'UE, 8 paesi candidati all'adesione ( Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Moldova, Turchia, Ucraina), 1 paese che ha presentato domanda di adesione, ma non ha ancora lo status di paese candidato ( Georgia), 1 paese che non ha ancora presentato domanda di adesione (Kosovo) e 10 Stati non coinvolti nel processo di adesione all'UE ( Andorra, Armenia, Azerbaigian, Islanda, Liechtenstein, Monaco, Norvegia, Regno Unito, San Marino, Svizzera). Le riunioni della Comunità politica europea si svolgono ogni sei mesi; le prossime si svolgeranno, sulla base di un principio di alternanza tra Stati membri dell'UE e Stati non membri, a Granada, in Spagna (il 5 e 6 ottobre 2023) e nel Regno Unito (primavera 2024).

Cina

Il Consiglio ha svolto una discussione sulle relazioni con la Cina, in vista del Consiglio europeo del 29 e 20 giugno 2023. L'alto rappresentante Borrell ha sottolineato che vi sono settori in cui gli interessi dell'UE e della Cina convergono e che occorre lavorare assieme, ad esempio per affrontare sfide globali quali i cambiamenti climatici, la gestione del debito e la salute su scala globale ed al proposito ha indicato che è in preparazione un documento di posizione, che dovrebbe aggiornare e ricalibrare la strategia dell'UE nei confronti della Cina, e che sarà sottoposto al Consiglio europeo del 29 e 30 giugno 2023. Borrell ha inoltre sottolineato che l'UE si aspetta che la Cina agisca in difesa delle norme e delle regole internazionali, nella loro interezza e non in modo selettivo, in particolare per quanto riguarda la guerra di aggressione ingiustificata e illegale della Russia nei confronti dell'Ucraina. L'Alto rappresentante ha accolto, infine, con favore la dichiarazione in cui la Cina ha preso le distanze dai commenti inaccettabili espressi dal suo ambasciatore a Parigi, in contrasto con il riconoscimento dell'Ucraina, compresa la Crimea, da parte della Cina nel 1991.
Sui rapporti UE-Cina la Bussola strategica dell'UE, adottata dal Consiglio europeo il 23 e 24 marzo 2022 e recante gli obiettivi per rafforzare la politica di sicurezza e difesa dell'UE entro il 2030 e che è stata, indica che la Cina è allo stesso tempo partner per la cooperazione, un concorrente economico e un rivale sistemico e pertanto:
  • l'integrazione della Cina nella sua regione, e nel mondo, caratterizzeranno il resto di questo secolo e che occorre garantire che ciò avvenga in un modo che contribuisca a difendere la sicurezza globale e non sia in contrasto con l'ordine internazionale basato su regole e con gli interessi e valori dell'UE. Ciò richiederà una forte unità tra gli Stati membri dell'UE e la collaborazione con altri partner regionali e globali.
  • con la Cina l'UE può affrontare questioni di interesse globale come il cambiamento climatico;
  • l'asimmetria nell'apertura dei rispettivi mercati e delle società ha portato a crescenti preoccupazioni per quanto riguarda la reciprocità, la concorrenza economica e la resilienza. La Cina tende a limitare l'accesso al proprio mercato e cerca di promuovere a livello globale i propri standard;
  • la Cina persegue le sue politiche anche attraverso la sua crescente presenza in mare e nello spazio, nonché utilizzando strumenti informatici e mostrando tattiche ibride;
  • l'obiettivo della Cina di completare la modernizzazione delle forze armate entro il 2035 avrà un impatto sulla sicurezza regionale e globale.
La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel discorso sulle relazioni UE-Cina pronunciato il 30 marzo 2023 al Mercator Institute for China Studies e all' European Policy Centre ha illustrato gli orientamenti della Commissione europea per una nuova strategia dell'UE nei confronti della Cina, poi ribaditi in occasione del suo intervento nella plenaria del Parlamento europeo del 18 aprile 2023.
In particolare, la Presidente von der Leyen ha affermato che come la Cina deciderà di interagire con la Russia determinerà l'evoluzione della relazioni tra l'UE e la Cina, ricordando che in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza, la Cina ha la responsabilità di salvaguardare i principi e i valori che sono alla base della Carta delle Nazioni Unite e di svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere una pace giusta, basata sulla difesa della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina.
 La Presidente della Commissione ha altresì indicato la necessità per l'UE, considerato la maggiore assertività mostrata della Cina nelle relazioni internazionali, di una strategia nei confronti della Cina improntata non al disaccoppiamento, il cosidetto "decoupling", considerato l'ampiezza dei legami economici e commerciali con la Cina che è un partner fondamentale per l'UE e al quale non sarebbe ne fattibile, ne negli interessi europei rinunciare, quanto al "de-risking", ossia al mettere in sicurezza l'UE da possibili dipendenze economiche e commerciali e di sicurezza di natura strategica e ribilanciare la relazione con la Cina, sulla base di una maggiore trasparenza, predicibilità e reciprocità.
La Presidente ha quindi indicato una strategia improntata su 4 filoni:
  1. rendere l'economia e l'industria europea più competitiva, resiliente e quindi autonoma, in particolare attraverso le proposte di regolamento sull'industria a zero emissioni nette e quella sulle materie critiche (presentate il 16 marzo 2023);
  2. utilizzare meglio gli strumenti commerciali dell'UE esistenti per ribilanciare le relazioni commerciali con la Cina, come il regolamento sul controllo degli investimenti esteri e la proposta di regolamento relativa al nuovo strumento anti-coercizione volto a dissuadere i Paesi terzi dal mettere in atto misure coercitive che vanno a colpire il commercio e gli investimenti degli Stati membri (sul quale il 28 marzo 2023, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio);
  3. sviluppare nuovi strumenti di difesa in alcuni settori e tecnologie critiche e per prodotti a duplice uso, prevendo delle limitazioni a investimenti o esportazioni di imprese europee nei confronti di paesi terzi, al fine di evitare di rafforzare indirettamente le loro capacità militari e di intelligence;
  4. rafforzare la cooperazione con paesi partner, in particolare concludendo nuovi negoziati commerciali con la Nuova Zelanda, l'Australia, l'India, i paesi dell'Asean e i paesi del Mercosur, aggiornando quelli già esistenti con Messico e Cile, rafforzando la cooperazione nel settore del digitale e delle tecnologie verdi con l'India e il Giappone e promuovendo l'investimento in infrastrutture in paesi terzi attraverso il progetto dell'UE del Global Gateway.
Sulle relazioni UE e Cina, si ricordano anche le dichiarazioni del Presidente della repubblica francese, Emmanuel Macron, in una intervista rilasciata il 6 aprile scorso alla agenzia di stampa Politico, secondo le quali l'UE deve evitare di essere coinvolta in crisi che non gli appartengono e che gli impediscono di costruire la propria autonomia strategica, quale il confronto tra Cina e Stati Uniti su Taiwan. Secondo Macron l'UE deve evitare di diventare un seguace su questo tema e prendere spunto dall'agenda degli Stati Uniti e da una reazione eccessiva della Cina. Macron ha anche sostenuto che l'Europa ha aumentato la sua dipendenza dagli Stati Uniti per le armi e l'energia e deve ora concentrarsi sul potenziamento delle industrie di difesa europee e, inoltre, dovrebbe ridurre la sua dipendenza dalla " extraterritorialità del dollaro americano".
Si ricorda che è ancora sospesa la firma dell' Accordo globale sugli investimenti (CAI), sul quale era stata raggiunta una intesa in linea di principio tra UE e Cina 30 dicembre 2020. Il Parlamento europeo ha, in particolare, indicato l'intenzione di non procedere alla ratifica dell'accordo fintanto che la Cina non ritirerà le contro sanzioni adottate dalla Cina in seguito alle sanzioni dell'UE per le violazioni dei diritti umani nella regione autonoma uigura dello Xinjiang .

Altre decisioni

Il Consiglio affari esteri ha approvato conclusioni sull'Etiopia nelle quali, in particolare, si sottolinea che l'Etiopia è un partner strategico fondamentale per l'UE nel Corno d'Africa e nella regione del Mar Rosso e che l'UE è pronta a sostenere la realizzazione di ulteriori progressi nel percorso verso una pace duratura. L'UE appoggia pienamente l'accordo per una pace duratura attraverso la cessazione permanente delle ostilità concluso il 2 novembre 2022 tra il governo dell'Etiopia e il Fronte popolare di liberazione del Tigray. Fatta salva un'attuazione duratura dell'accordo, l'UE normalizzerà progressivamente le relazioni con l'Etiopia e tornerà a un impegno strategico pieno e rafforzato con il paese. L'accertamento delle responsabilità e la giustizia di transizione sono particolarmente importanti in tale contesto. Le conclusioni del Consiglio esprimono inoltre profonda preoccupazione per le crescenti tensioni, i presunti casi di violazioni e abusi dei diritti umani e la violenza in varie parti del paese, indicando che l'UE monitora attentamente la situazione e sollecita con urgenza l'allentamento delle tensioni e il dialogo.
Il Consiglio ha, infine, adottato misure restrittive nei confronti di:
  • ulteriori 8 persone e una entità per violazioni dei diritti umani in Iran. Le misure restrittive si applicano ora a un totale di 211 persone e 35 entità e consistono nel congelamento dei beni, nel divieto di viaggio nell'UE e nel divieto di mettere fondi o risorse economiche a disposizione di entità e persone inserite in elenco. È in vigore anche il divieto di esportazione verso l'Iran di attrezzature che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna e di attrezzature per la sorveglianza delle telecomunicazioni;
  • 25 persone e 8 entità coinvolte nel commercio di droga da cui il regime siriano trae vantaggio. L'elenco delle persone e delle entità oggetto di sanzioni in considerazione della situazione in Siria comprende ora 322 persone, soggette sia a congelamento dei beni sia a divieto di viaggio, e 81 entità, soggette a congelamento dei beni. È fatto inoltre divieto alle persone e alle entità dell'UE di mettere fondi a disposizione sia delle persone che delle entità inserite in elenco. La maggior parte delle nuove designazioni riguardano persone ed entità responsabili della produzione e del traffico di stupefacenti, in particolare Captagon. Il commercio di amfetamine si è trasformato in un modello di attività guidato dal regime, che arricchisce la cerchia interna del regime e fornisce a quest'ultimo entrate che rafforzano la sua capacità di mantenere le proprie politiche repressive contro la popolazione civile. Per questo motivo il Consiglio ha designato vari membri della famiglia Assad, tra cui numerosi cugini di Bashar al-Assad, leader e membri di milizie fedeli al regime, imprenditori che hanno stretti legami con la famiglia Assad, nonché individui associati all'esercito siriano e all'intelligence militare siriana. Le restanti designazioni riguardano società di sicurezza private che operano in Siria, quali Al-Jabal Security and Protection, Castle for Security and Protection e Aman for Protection and Security, nonché persone ed entità ad esse collegate e fungono da società di comodo per le milizie fedeli al regime, sostenendole attraverso il reclutamento di membri;
  • persone ed entità affiliate all'ISIL che operano principalmente nella provincia di Cabo Delgado in Mozambico. Il Consiglio ha deciso di aggiungere due persone e un gruppo affiliati all'ISIL che operano principalmente nella provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, all'elenco di persone ed entità oggetto di misure restrittive nei confronti dell'ISIL (Da'esh) e di Al Qaeda e di persone, gruppi, imprese ed entità a essi associati. Le misure riguardano il gruppo ISIS-Mozambique, nonché Abu Yasir Hassan e Bonomade Machude Omar, che svolgono ruoli guida fondamentali nel gruppo. Il gruppo e le persone oggetto di sanzioni sono responsabili di attentati terroristici e gravi violazioni dei diritti umani. Con questi nuovi inserimenti in elenco, un totale di 15 persone è ora oggetto di divieto di viaggio e congelamento dei beni e un totale di cinque gruppi è oggetto di congelamento dei beni. Sarà inoltre fatto divieto alle persone e agli operatori dell'UE di mettere fondi o risorse economiche a disposizione delle persone e dei gruppi inseriti in elenco.