Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: Il Piano per la trasparenza, l'integrità e l'indipendenza delle attività dei membri del Parlamento europeo
Serie: Documentazione per le Commissioni - Attività dell'Unione europea   Numero: 23
Data: 21/07/2023
Organi della Camera: XIV Unione Europea, I Affari costituzionali


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Il Piano per la trasparenza, l'integrità e l'indipendenza delle attività dei membri del Parlamento europeo

21 luglio 2023
Aggiornamento a luglio 2023


Indice

|Le 14 misure del Piano|Istituzione di un organismo etico interistituzionale|Altri interventi del Parlamento europeo in merito a trasparenza, integrità e indipendenza delle istituzioni UE|


La Presidente del Parlamento europeo (di seguito PE) Metsola ha presentato, il 12 gennaio 2023, alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi politici della medesima istituzione un piano per la trasparenza delle attività dei membri del PE e per il contrasto dei fenomeni di corruzione.
La Conferenza dei Presidenti dei gruppi, organo competente per l'organizzazione dei lavori del PE, è composta dal Presidente del Parlamento e dai presidenti dei gruppi politici; prende decisioni per consenso o per votazione ponderata in funzione del numero membri di ogni gruppo politico.
Il piano, denominato " Strengthening integrity, independence and accountability – First Steps"; include una serie di misure, articolate in 14 punti, per rafforzare la trasparenza, responsabilità e l'integrità delle attività dei membri ed ex membri del Parlamento europeo, in risposta alle indagini sui casi di corruzione (cosiddetto " scandalo Qatargate").
Alcune misure previste sono state adottate o sono in via di attuazione mediante delibere dell'Ufficio di Presidenza del Parlamento europeo, della Conferenza dei Presidenti dei gruppi politici o a livello amministrativo; per altre sono richieste modifiche ad alcune disposizioni del regolamento del Parlamento europeo, che dovrebbero essere approvate entro l'autunno del 2023.
La Conferenza dei Presidenti ha indicato che le proposte del piano sono da intendersi come primi passi e non escludono altre misure a medio e lungo termine nel quadro di un più ampio processo di riforma da affidare alla Commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'UE, inclusa la disinformazione (INGE 2), istituita dal PE.
La Commissione INGE 2 è stata istituita il 10 marzo 2022, con il compito di dare seguito alla relazione finale della Commissione speciale INGE1 adottata dal PE il 9 marzo 2022, il cui mandato è terminato il 23 marzo 2022. Il 14 febbraio 2023 il PE ha adottato una decisione che modifica la decisione del 10 marzo 2022 sulla costituzione della Commissione INGE 2, adeguandone la denominazione e le sue attribuzioni ( v. infra).

Le 14 misure del Piano


Periodo di sospensione

I deputati appena cessati dalla carica non potranno esercitare attività di rappresentanza di interessi per un periodo di 6 mesi. Decorso tale periodo, potranno iscriversi al Registro per la trasparenza (v. infra).
Disposizioni in tal senso sono state adottate dall'Ufficio di Presidenza il 17 aprile  e sono entrate in vigore il 1 maggio 2023.

Sezione sull'integrità dell'attività parlamentare sulla home page del PE

Al fine di mettere a disposizione del pubblico, in un' unica pagina di accesso, maggiori e più chiare informazioni sulle attività di ogni deputato, sulla home page del sito web del PE è stata introdotta una sezione dedicata alla "integrità". Essa include, in particolare, informazioni su: sanzioni; dichiarazioni di doni; partecipazioni a eventi non pagati dal PE; dichiarazioni di riunioni programmate; informazioni sul codice di condotta dei deputati al PE in materia di interessi finanziari e conflitti di interessi e sul comitato consultivo; informazioni e collegamento al Registro della trasparenza.
La nuova sezione "Trasparenza ed etica"   è stata pubblicata sul sito del PE a luglio 2023.
Il Codice di condotta dei deputati al PE in materia di interessi finanziari e conflitti di interessi , allegato al regolamento del PE, contiene disposizioni relative ai principali doveri dei deputati, a eventuali conflitti di interesse, alla dichiarazione sugli interessi finanziari, ai doni ed altri benefici (con divieto di accettare doni di valore eccedente 150 euro) ed all'attività degli ex deputati, per la quale si prevede che, se impegnati in attività di lobbying a titolo professionale o di rappresentanza direttamente connesse al processo decisionale dell'Unione, dovrebbero informare il Parlamento europeo al riguardo e non possono, per l'intera durata di detto impegno, beneficiare delle agevolazioni concesse agli ex deputati in virtù della regolamentazione stabilita in materia dall'Ufficio di presidenza.

Iscrizione al Registro per la trasparenza delle Istituzioni dell'UE

L 'iscrizione al Registro per la trasparenza condiviso tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione europea è divenuta obbligatoria ai fini della partecipazione di rappresentanti di gruppi di interesse o della società civile ad audizioni e scambi di opinione presso le commissioni parlamentari. Il PE potrà inoltre svolgere verifiche ad hoc ed approfondite sulle organizzazioni iscritte al registro nonché sulla accuratezza delle informazioni ivi riportate, anche con riferimento ai loro collegamenti con Paesi terzi e ai flussi di finanziamento.
Le nuove disposizioni in materia sono state adottate dall'Ufficio di Presidenza il 12 giugno 2023 e sono entrate in vigore il 12 luglio 2023.
Il Registro comune per la trasparenza , è volto a facilitare il reperimento di informazioni sulle attività di rappresentanza di interessi svolte presso Pe, Consiglio e Commissione. Il registro è costituito da un sito web dove i rappresentanti di interessi riportano informazioni aggiornate sulle loro attività a livello dell'UE. Il funzionamento del registro è assicurato da un codice di condotta , che disciplina le modalità di interazione dei rappresentanti di interessi con le istituzioni dell'UE e da un meccanismo di denuncia , che consente a chiunque di avviare un'indagine amministrativa su presunti casi di inosservanza del codice di condotta da parte dei rappresentanti di interessi. Il registro ha una struttura di governance a due livelli: un consiglio di amministrazione, che esercita la supervisione generale, e un segretariato responsabile della sua gestione quotidiana. Il consiglio di amministrazione è composto congiuntamente dai Segretari generali di Parlamento europeo, Consiglio e Commissione; si riunisce almeno una volta all'anno. Ciascun Segretario generale esercita la presidenza per un mandato annuale. Il segretariato fornisce orientamenti ai rappresentanti di interessi in merito al processo di registrazione, monitora e verifica l'ammissibilità delle domande, effettua controlli sulla qualità delle informazioni fornite dai soggetti registrati, tratta i reclami relativi a presunte violazioni del codice di condotta da parte dei soggetti registrati.

Pubblicità delle riunioni con terzi

Sarà introdotto l'obbligo per tutti i deputati, i loro assistenti accreditati e i loro staff (come già previsto, per i Presidenti di commissione, i relatori e i relatori ombra) - di rendere pubbliche le riunioni programmate con rappresentanti diplomatici di paesi terzi e con rappresentanti di organizzazioni terze, iscritte al registro di trasparenza, relative a una relazione o risoluzione del Parlamento europeo nei quali i membri o i loro staff hanno un ruolo attivo e una immediata influenza sull'evoluzione del relativo dossier.
Tale obbligo non si applica: a) nel caso sia richiesta confidenzialità a protezione della vita o dell'integrità del singolo individuo o per ragioni di ragioni vincolanti di pubblico interesse; b) per incontri con persone che agiscono a titolo personale e non in associazione con altri; c) per incontri spontanei o di carattere meramente privato e personale.
L'elenco di tali riunioni sarà, inoltre, reso facilmente accessibile al pubblico. A loro volta, le organizzazioni elencate nel Registro dovranno rendere pubbliche tutte le loro riunioni con i deputati, gli assistenti accreditati e il personale legate a relazioni o risoluzioni del PE.
Disposizioni in tale senso sono contenute in un progetto di relazione dell'onorevole  Gabriele Bischoff (S&D, Germania), attualmente all' esame della Commissione affari costituzionali del PE e volto ad una più ampia modifica delle disposizioni del regolamento interno del PE . La relazione dovrebbe essere approvata in commissione a settembre 2023 e successivamente esaminata dalla plenaria del PE.

Divieto di gruppi di amicizia con Paesi terzi, al di fuori delle attività ufficiali del PE

Saranno vietate tutte le attività o le riunioni di raggruppamenti non ufficiali di deputati che potrebbero creare confusione con le attività ufficiali del Parlamento europeo, quali , in particolare, i " Gruppi di amicizia" con Paesi terzi nei quali altri organi del Parlamento già agiscono come interlocutori. I Paesi terzi dovrebbero interagire con il Parlamento attraverso la Commissione per gli affari esteri, le delegazioni ufficiali del Parlamento esistenti o le altre commissioni parlamentari.
Disposizioni in tale senso sono contenute nel richiamato progetto di relazione all' esame della Commissione affari costituzionali del PE, volto ad una più ampia modifica delle disposizioni del regolamento del PE.

Nuovo registro di ingresso al Parlamento europeo

Si prevede la creazione di un nuovo registro d'ingresso: tutte le persone, maggiori di 18 anni, che entrano nei locali del Parlamento europeo, compresi i rappresentanti di paesi terzi, nel momento in cui accedono negli edifici del Parlamento europeo devono fornire informazioni indicando la data, l'ora e lo scopo della visita. Tale obbligo non si applica ai giornalisti accreditati e alle altre Istituzioni, organi o agenzie dell'UE, che hanno un differente regime di accesso al Parlamento.
Gli ospiti, muniti di badge di visita, dovranno essere sempre accompagnati dalla persona responsabile per il loro accesso alle sedi del Parlamento europeo.
Nuove disposizioni generali relative all'accesso alle sedi del PE sono state adottate dall'Ufficio di Presidenza l'8 maggio 2023 e sono entrate in vigore l'8 giugno 2023.

Eliminazione dei badge di accesso permanente per gli ex deputati

I badge di accesso permanenti , in precedenza concessi agli ex membri del Parlamento europeo e agli ex assistenti o staff, sono stati sostituiti da un apposito badge di accesso giornaliero (rilasciato da un desk dedicato e con una corsia preferenziale per l'accreditamento). Inoltre gli ex deputati e gli ex assistenti o staff non avrebbero più il diritto di concedere l'ingresso a qualunque altro soggetto.
Le nuove disposizioni relative all'accesso dei deputati cessati dalla carica alle sedi del PE sono state adottate dall' Ufficio di Presidenza il 17 aprile 2023  e sono entrate in vigore il 1 maggio 2023. Le norme relative agli assistenti o staff sono state, invece, introdotte nell'ambito della nuova disciplina generale relativa all'accesso alle sedi del PE, adottata dall' Ufficio di Presidenza l'8 maggio 2023 ed entrata in vigore l'8 giugno 2023.

Dichiarazione sui potenziali conflitti d'interesse per i relatori e i relatori ombra

Ogni parlamentare che si accorga di avere un conflitto di interessi dovrà adottare immediatamente le misure necessarie per risolverlo. Sarà introdotto l'obbligo per i relatori e i relatori ombra in commissione di rilasciare, prima della presentazione della relazione in Commissione o in plenaria, una dichiarazione sui potenziali conflitti d'interesse.
Ulteriori controlli e forme di sensibilizzazione saranno volti a garantire che gli assistenti e il personale parlamentare accreditati non svolgano un ruolo dirigenziale di organizzazioni con un qualsiasi legame con Paesi terzi o attive in attività di lobby.
Disposizioni in materia sono contenute nel richiamato progetto di relazione all' esame della Commissione affari costituzionali del PE, volto ad una più ampia modifica delle disposizioni del regolamento del PE.

Rafforzamento della dichiarazione degli interessi finanziari dei deputati

Si propone di aumentare e rendere più chiaro il livello di dettaglio richiesto nella dichiarazione degli interessi finanziari dei deputati, includendo maggiori informazioni sui lavori collaterali e sulle attività esterne dei deputati e prevedendo controlli per garantire la corretta applicazione delle regole.
A norma dell'allegato I del regolamento del Parlamento europeo riguardante il codice di condotta dei deputati in materia di interessi finanziari e conflitti di interessi, i membri del PE sono obbligati a trasmettere al Presidente del PE entro la fine della prima tornata successiva alle elezioni europee o, in corso di legislatura, entro trenta giorni dall'inizio del loro mandato al parlamento europeo una dichiarazione dettagliata dei loro interessi finanziari.
Anche le disposizioni in materia sono contenute nel   progetto di relazione all' esame della Commissione affari costituzionali, volto ad una più ampia modifica delle disposizioni del regolamento del PE.

Formazione obbligatoria

Il Parlamento europeo dovrà prevedere regolarmente, nel corso di ciascuna legislatura, una formazione in materia di per tutti i deputati in merito alle disposizioni relative alla loro integrità e indipendenza.
La formazione sulle regole finanziarie, la conformità, la condotta e le denunce, assicurando la conoscenza di tutte le regole e dei sistemi per proteggere l'integrità dell'Istituzione, se stessi e i deputati, sarà obbligatoria per tutti gli assistenti parlamentari accreditati.
Sarà, inoltre, prevista una formazione obbligatoria per tutti i funzionari del PE che potrebbero ricevere le segnalazioni di possibili violazioni o illeciti.
L'Ufficio di Presidenza dovrebbe prossimamente adottare disposizioni in tal senso.

Rafforzamento del ruolo del Comitato consultivo del Codice di condotta

Il Piano propone che il nuovo organo etico per le istituzioni europee - la cui istituzione è prevista da una apposita proposta legislativa della Commissione europea ( v. infra) - si attivi su base unilaterale per garantire che i deputati siano obbligati a richiedere, facilmente e rapidamente, una consulenza su possibili conflitti di interesse al Comitato consultivo del Codice di condotta, il cui ruolo dovrebbe essere rinforzato.
Il Comitato consultivo, previsto dall'articolo 7 del Codice di condotta dei deputati del PE in materia di interessi finanziari e conflitti di interesse , allegato al Regolamento del Parlamento europeo, è composto da cinque membri, designati dal Presidente del PE tra i membri della commissione per gli affari costituzionali e della commissione giuridica. Il comitato fornisce, su richiesta di un deputato, orientamenti sull'interpretazione e l'attuazione delle disposizioni del codice di condotta e, su richiesta del Presidente, esamina i presunti casi di violazione del codice di condotta e consiglia il Presidente circa le eventuali misure da adottare.
Oltre alla richiamata proposta legislativa (v. infra), disposizioni in materia sono contenute nel richiamato progetto di relazione all' esame della Commissione affari costituzionali del PE, volto ad una più ampia modifica delle disposizioni del regolamento del PE. Successivamente l'Ufficio di Presidenza del PE dovrebbe adottare misure applicative in merito.

Proposte di risoluzioni sui diritti umani con procedura di urgenza

Sono stati resi più stringenti i criteri per la presentazione di proposte di risoluzioni del PE in via di urgenza in materia di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto al fine di evitare indebite influenze esterne.
L'articolo 144 del regolamento del PE prevede che una commissione, una delegazione interparlamentare, un gruppo politico o un numero di deputati pari almeno a un ventesimo dei componenti del Parlamento possono chiedere che sia tenuta una discussione su un caso urgente di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto.
La Conferenza dei Presidenti il 13 aprile ha concordato nuovi orientamenti in merito alla presentazione di proposte di risoluzioni del PE in via di urgenza in materia di diritti umani.

Cooperazione con le autorità giudiziarie e di polizia nazionali

Il PE rafforzerà la sua cooperazione con le autorità giudiziarie e di polizia nazionali degli Stati membri per garantire che l'Istituzione sia in grado di rispondere al meglio e di aiutare le vittime con qualsiasi indagine su presunte attività criminali dei deputati o del personale del PE.
Iniziative per rafforzare la cooperazione al fine di contrastate la lotta alla corruzione sono in corso di definizione da parte dell'Amministrazione del PE.

Revisione delle attività sanzionabili

L'elenco delle attività sanzionabili dei membri del PE, di cui al codice di condotta, dovrà essere rivisto per favorire il rispetto degli obblighi e delle responsabilità elencati nel piano in esame.
Verrà messo in atto un sistema di avvertimenti e richiami per ricordare ai membri del Parlamento europeo le regole prima che vengano applicate le sanzioni (in caso di violazioni gravi e sistematiche).
Il codice di condotta stabilisce, oltre agli obblighi già richiamati, che nel quadro del loro mandato, i deputati al Parlamento europeo:
  1. non concludono alcun accordo in virtù del quale agiscono o votano nell'interesse di qualsiasi altra persona terza, fisica o giuridica, che potrebbe compromettere la loro libertà di voto;
  2. non sollecitano, accettano o ottengono alcun vantaggio diretto o indiretto o gratifiche di altro tipo, che sia in contanti o in natura, in cambio di un dato comportamento nell'ambito delle loro attività parlamentari e cercano scrupolosamente di evitare qualsiasi situazione che possa comportare corruzione o influenza indebita;
  3. non si impegnano a titolo professionale in attività di lobbying remunerate, direttamente connesse al processo decisionale dell'Unione.
Qualora vi sia motivo di ritenere che un deputato possa avere violato il codice di condotta, il Presidente sottopone la questione al comitato consultivo.
Il comitato esamina le circostanze della presunta violazione e formula una raccomandazione al Presidente in merito a un'eventuale decisione. Se, tenuto conto della raccomandazione del comitato consultivo e dopo aver invitato il deputato interessato a presentare le sue osservazioni per iscritto, il Presidente constata che un determinato deputato ha violato il codice di condotta, egli adotta una decisione motivata con cui stabilisce una sanzione.
Disposizioni in materia sono contenute nel richiamato progetto di relazione all' esame della Commissione affari costituzionali del PE, volto ad una più ampia modifica delle disposizioni del regolamento interno del PE. Inoltre l'Ufficio di Presidenza del PE dovrebbe prossimamente adottare delle disposizioni su misure applicative in merito.

Istituzione di un organismo etico interistituzionale

Come annunciato all'inizio del mandato dalla Presidente von der Leyen e a seguito di specifiche richieste del PE e di consultazioni informali con le altre istituzioni, la Commissione europea ha presentato l'8 giugno 2023 una proposta per la creazione di un organismo interistituzionale per le questioni di etica che riguarderà i membri delle istituzioni e degli organi consultivi dell'UE (v. infra).
L'iniziativa si articola in una comunicazione ed in una proposta di accordo tra le istituzioni dell'UE, accompagnata dalla relativa scheda finanziaria relativa all'incidenza sul bilancio dell'UE.

Obiettivo della proposta

La proposta ha l'obiettivo di stabilire, per la prima volta, norme minime comuni per la condotta etica dei membri delle Istituzioni dell'UE e un meccanismo formale per il coordinamento e lo scambio di opinioni sui requisiti di ordine etico tra le istituzioni.
Mentre i funzionari delle istituzioni ed organi dell'Ue sono già soggetti a obblighi etici comuni e dettagliati stabiliti dal titolo II del Regolamento recante lo Statuto dei funzionari dell'UE, adottato sulla base dell'articolo 336 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), ciascuna istituzione prevede nei suoi regolamenti interni norme di condotta differenziate per i rispettivi membri. Per questi ultimi non esistono dunque norme etiche minime comuni né meccanismi formali che consentano l'istituzione, il coordinamento o lo scambio di opinioni tra le istituzioni in materia.

Composizione e compiti dell'Organismo

Composizione
Secondo la proposta della Commissione, l'organismo etico sarà composto da un membro titolare e uno supplente per ciascuna istituzione partecipante, per garantirne il corretto e continuo funzionamento.
Ciascuna Istituzione designerebbe quale proprio rappresentante, in linea di principio, un vicepresidente, salvo che tale funzione non esista all'interno della istituzione o organo o tale scelta non sia appropriata.
La funzione di Presidente dell'organismo ruoterebbe ogni anno seguendo l'ordine delle istituzioni di cui all'articolo 13 TUE ( Parlamento europeo, Consiglio europeo, Consiglio, Commissione europea, Corte di giustizia, la Banca centrale europea, la Corte dei conti, il Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni).
Nel suo operato l'organismo etico si avvarrà di cinque esperti indipendenti, in qualità di osservatori, nominati, secondo una procedura stabilita dalla Commissione, in base alla loro competenza, esperienza in funzioni di alto livello, indipendenza e qualità professionali nonché garantendo l'equilibrio di genere.
I membri dell'organismo saranno assistiti da una segreteria, struttura operativa comune formalmente ospitata presso la Commissione europea e composta dai capi unità, o equivalenti, responsabili dell'etica per i membri di ciascuna istituzione partecipante e dal rispettivo personale designato a tal fine. La persona che ricopre tale funzione presso la Commissione fungerà da coordinatore della segreteria, a meno che un'altra persona non sia nominata dalla Commissione d'intesa con le parti.
Compiti
Il nuovo organismo avrà tre compiti principali:
  • elaborare le norme minime comuni negli ambiti enunciati (v. infra) e applicabili ai membri delle istituzioni e degli organi dell'UE che vi aderiscono, nonché aggiornarle se necessario. Le norme fungeranno da base minima e ciascuna istituzione rimarrà libera di applicare un regolamento interno ancora più rigoroso, ma non di limitare le norme comuni.
    L'adozione di norme e procedure etiche e la loro applicazione ai singoli casi rimarranno di competenza di ciascuna istituzione, nel pieno rispetto della loro autonomia e indipendenza.
  • operare lo scambio di opinioni sul regolamento interno di ciascuna istituzione per consentire loro di apprendere e trarre vantaggio dall'esperienza altrui;
  • promuovere una cultura etica comune a tutti i membri delle istituzioni dell'UE, facilitando la trasparenza e comprensione del quadro sia all'interno che all'esterno delle istituzioni.

Quadro delle norme comuni

L'organismo dovrebbe definire un quadro di norme comuni minime nei seguenti ambiti:
  • interessi e ai beni da dichiarare;
  • attività collaterali/esterne dei membri;
  • accettazione di doni, ospitalità, viaggi offerti da terzi;
  • misure di condizionalità e trasparenza, in particolare per le riunioni dei membri delle Istituzioni dell'UE con i rappresentanti di interessi, integrando le norme già previste dal richiamato registro per la trasparenza della Commissione, del Parlamento europeo e del Consiglio del 2021;
  • gestione delle a ttività post-mandato degli ex membri e la loro trasparenza;
  • attuazione del quadro comune delle norme minime, anche per monitorare la conformità e assicurare il seguito in caso di violazioni, prevedendo meccanismi di monitoraggio, nonché meccanismi per rafforzare una cultura comune dell'etica e dell'integrità, in particolare attraverso l'informazione e la sensibilizzazione;
  • pubblicità delle informazioni raccolte nell'ambito dei punti precedenti. L'organismo dovrebbe elaborare norme in materia di trasparenza negli ambiti summenzionati, nel pieno rispetto delle norme dell'UE in materia di protezione dei dati, prevendo che ogni istituzione renda pubbliche le modalità di applicazione delle norme.

Ambito di applicazione della proposta di accordo

La proposta di accordo riguarda, come già detto, le istituzioni e i due organi consultivi di cui all'articolo 13 del trattato sull'Unione europea (TUE), e quindi il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, il Consiglio, la Commissione europea, la Corte di giustizia dell'Unione europea, la Banca centrale europea, la Corte dei conti, il Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni. Su richiesta, anche la Banca europea per gli investimenti o altri organi potranno aderire all'accordo dopo la sua entrata in vigore.
Come già indicato, i funzionari delle Istituzioni e organi dell'UE non rientrano nell'ambito di applicazione dell'accordo, in quanto esistono già meccanismi li riguardano nello statuto dei funzionari. Tuttavia la Commissione europea invita tutte le istituzioni cui si applica lo statuto a esaminare la possibilità di un ulteriore allineamento delle norme relative al personale, auspicando che nei limiti dello statuto dei funzionari, le Istituzioni e gli organi dell'UE si impegnino a raggiungere un livello di standard pari a quello dell'organismo etico per quanto riguarda i direttori generali ed equivalenti. Il dialogo interistituzionale dovrebbe inoltre esaminare l'eventuale allineamento delle norme e delle prassi relative alla pubblicazione di informazioni riguardanti le riunioni dei loro alti dirigenti con le organizzazioni e i liberi professionisti su questioni relative al processo decisionale e all'attuazione delle politiche nell'Unione nell'ambito del dialogo con i portatori di interessi.
Il nuovo organismo etico non si occuperà di indagini individuali e non interferirà né limiterà in alcun modo le indagini di organismi esistenti e consolidati. Ai sensi dei trattati, tale responsabilità spetta alla Procura europea (EPPO) e alle autorità di polizia e giudiziarie nazionali, per i casi penali che ledono gli interessi finanziari dell'Unione; all'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), per irregolarità e violazioni degli obblighi professionali, al Mediatore europeo per i casi di cattiva amministrazione e a ciascuna istituzione in caso di violazione delle rispettive norme.

La risoluzione del PE del 12 luglio 2023 sulla proposta di istituzione dell'organismo etico dell'UE

Il PE ha approvato il 12 luglio 2023 una risoluzione sulla proposta della Commissione relativa alla istituzione dell'organismo etico dell'UE nella quale, in particolare:
  • si rammarica del forte ritardo con cui la Commissione ha presentato la proposta, osservando che essa è insoddisfacente e non sufficientemente ambiziosa, poiché non propone la creazione di un vero e proprio organismo indipendente responsabile delle questioni di etica, quale previsto dal Parlamento nelle sue risoluzioni del 16 settembre 2021 e del 16 febbraio 2023;
  • deplora il fatto che la Commissione abbia proposto di integrare cinque esperti indipendenti solo in qualità di osservatori anziché di membri a pieno titolo. Ricorda che la proposta presentata dal Parlamento nel 2021 prevedeva un organismo composto da nove esperti indipendenti, anziché da un membro di ciascuna istituzione partecipante. Ribadisce che i membri dell'organismo dovrebbero essere indipendenti, scelti in funzione delle loro competenze, esperienze e qualità professionali, nonché della loro integrità personale;
  • ribadisce la sua posizione in base alla quale l'organismo etico dovrebbe poter indagare di propria iniziativa su presunte violazioni delle norme etiche da parte degli ex deputati e degli ex membri del personale e di quelli attuali e di condurre indagini documentali e in loco sulla base delle informazioni raccolte o ricevute da terzi, rispettando l'immunità dei deputati e la loro libertà di mandato e salvaguardando le garanzie procedurali applicabili;
  • sottolinea che l'organismo dovrebbe essere in grado di formulare raccomandazioni in merito alle sanzioni alle autorità competenti delle rispettive istituzioni partecipanti;
  • deplora il fatto che la proposta della Commissione si applichi ai membri delle istituzioni, ma non al personale, che è soggetto agli obblighi comuni di cui allo statuto dei funzionari;
  • sottolinea che è necessario che l'organismo protegga gli informatori, in particolare i funzionari pubblici europei, affinché essi possano esprimere le loro preoccupazioni circa le eventuali violazioni delle norme senza timore di ritorsioni;
  • chiede maggiore ambizione nella strutturazione del segretariato dell'organismo etico e che gli vengano assegnate risorse sufficienti per consentirgli di svolgere tutte le sue funzioni;
  • raccomanda di rafforzare le procedure interne del Parlamento in materia di gestione delle violazioni delle norme, in particolare il codice di condotta, di definire più chiaramente il catalogo delle sanzioni;
  • chiede l'elaborazione di norme rigorose in materia di trasparenza e accesso alle istituzioni per i soggetti iscritti nel Registro per la trasparenza, comprese le ONG, ribadendo la necessità di effettuare un esame finanziario preliminare completo di tali soggetti prima che siano iscritti nel registro per la trasparenza;
  • si impegna a concludere i negoziati interistituzionali entro la fine del 2023, affinché il nuovo organismo etico possa diventare operativo al più tardi all' inizio della prossima legislatura.


Altri interventi del Parlamento europeo in merito a trasparenza, integrità e indipendenza delle istituzioni UE


Raccomandazioni del 13 luglio 2023 per una riforma delle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione

Il Parlamento europeo ha adottato il 13 luglio 2023 delle raccomandazioni per una riforma delle proprie norme in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione nelle quali, oltre a ribadire i rilievi già formulati sulla proposta di istituire un organismo etico dell'UE contenuti nella risoluzione del 12 luglio 2023 (v. supra), in particolare:
  • chiede la rapida revisione del codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo al fine di: introdurre norme sugli informatori che siano in linea con le norme europee stabilite nella direttiva sugli informatori; chiarire le norme sui conflitti di interesse e gli obblighi dei deputati di risolverli; introdurre requisiti supplementari in materia di informazioni nelle dichiarazioni di interessi finanziari dei deputati , in particolare ribadendo il parere secondo cui una dichiarazione patrimoniale da parte dei deputati europei prima e dopo il loro mandato fornirebbe ulteriori garanzie nella lotta alla corruzione;
  • chiede una formazione obbligatoria, adeguata e periodica in materia di sicurezza, ingerenze, norme etiche, conformità e integrità per tutti i deputati al Parlamento europeo e i loro uffici e per tutto il personale del Parlamento;
  • ribadisce la sua richiesta di norme più rigorose per i viaggi dei funzionari pagati da paesi ed entità stranieri e suggerisce di limitare a 100 euro la soglia per i doni ai deputati al PE;
  • ritiene che, per quanto riguarda i paesi terzi, il Parlamento debba dare priorità all'attività delle sue delegazioni ufficiali per le relazioni con tali paesi, vietando qualsiasi attività o riunione di raggruppamenti non ufficiali di deputati che possa generare confusione con le attività ufficiali del Parlamento, inclusi i gruppi di amicizia con i paesi terzi per i quali esistono già delegazioni ufficiali del Parlamento;
  • insiste sul fatto che il registro per la trasparenza dell'UE deve essere rafforzato attraverso un aumento della sua dotazione di bilancio e del numero di membri del personale;
  • chiede un'analisi finanziaria completa di tutti i gruppi di interesse, le ONG e le società di consulenza prima che siano iscritti nel registro per la trasparenza dell'UE, come pure una revisione di tutti i rappresentanti di interessi attualmente iscritti;
  • ritiene che i deputati al Parlamento europeo debbano essere più trasparenti in merito a qualsiasi lavoro accessorio retribuito che possano svolgere, applicando norme rivedute e più precise per quanto riguarda la comunicazione degli importi dei redditi accessori percepiti, la posizione in cui sono percepiti e i clienti per conto dei quali i deputati lavorano a pagamento.

Risoluzione del 15 dicembre 2022

Il Parlamento europeo ha approvato, il 15 dicembre 2022, una risoluzione sulla sospetta corruzione da parte del Qatar e, più in generale, necessità di trasparenza e responsabilità nelle Istituzioni europee nella quale, oltre a chiedere, come sopra ricordato, di istituire un organismo etico indipendente, aperto alla partecipazione di tutte le istituzioni e le agenzie e di tutti gli organi dell'UE:
  • prospetta l'istituzione di una commissione speciale incaricata di individuare potenziali carenze nelle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità e corruzione e di formulare proposte di riforma, basandosi sul lavoro della commissione per gli affari costituzionali e sulle migliori pratiche in altri parlamenti;
  • si impegna a istituire una commissione d'inchiesta, a norma dell'articolo 226 del Trattato sul funzionamento dell'UE, a seguito dell'esito delle indagini penali e di eventuali procedimenti giudiziari, al fine di indagare sui casi di corruzione e sulle azioni improprie da parte di paesi terzi che cercano di acquisire influenza in seno al Parlamento europeo;
  • esprime preoccupazione per i potenziali conflitti di interesse causati dai lavori secondari dei deputati, in particolare quando essi sono dirigenti, membri di consigli di amministrazione o di comitati consultivi di banche, società multinazionali o società quotate in borsa, o svolgono per le stesse il ruolo di consulenti;
  • chiede che un vicepresidente del Parlamento europeo sia incaricato dell' integrità e della lotta alla corruzione e alle ingerenze straniere in seno al Parlamento;
  • esorta la Commissione a presentare quanto prima una proposta per istituire l'organismo etico, in linea con la risoluzione del Parlamento del 16 settembre 2021;
  • propone di introdurre un periodo di incompatibilità per gli ex deputati del Parlamento europeo, al fine di evitare gli effetti negativi del cosiddetto fenomeno delle porte girevoli ed invita le Istituzioni dell'UE ad adottare con urgenza misure volte a introdurre la pratica dei periodi minimi di incompatibilità per gli alti funzionari dell'UE e gli ex deputati;
  • chiede una valutazione approfondita e un miglioramento della leggibilità delle attività legislative dei deputati, in particolare rendendo note le "impronte legislative" dei testi e degli emendamenti proposti;
  • si impegna a garantire la piena trasparenza sull'importo esatto dei redditi accessori dei deputati, a vietare qualsiasi finanziamento esterno del personale dei deputati e dei gruppi, a introdurre un divieto a livello dell'UE sulle donazioni da paesi terzi ai deputati e ai partiti politici, al fine di colmare le lacune legislative negli Stati membri, chiedendo che la Commissione presenti con urgenza una proposta in materia;
  • chiede che il registro per la trasparenza dell'UE sia reso obbligatorio e sia rafforzato, aumentando la dotazione di bilancio e il numero di membri del personale nonché estendendone l'ambito di applicazione agli ex deputati e ai rappresentanti di paesi terzi;
  • chiede che gruppi di amicizia in seno al Parlamento siano regolamentati e monitorati, incaricando i Questori di applicare le norme esistenti e di sviluppare e mantenere un registro accessibile e aggiornato dei gruppi e delle dichiarazioni di amicizia;
  • raccomanda una revisione dello statuto dei funzionari dell'UE, in particolare dell'articolo 22 quater, al fine di allinearlo alle norme della direttiva sugli informatori. Invita nelle more l'Ufficio di Presidenza a rivedere immediatamente le norme interne del Parlamento sull'applicazione dell'articolo 22 quater ai propri funzionari, al fine di allinearle alle salvaguardie offerte dalla direttiva sugli informatori;
  • ritiene che la presentazione di una dichiarazione della situazione patrimoniale da parte dei deputati all'inizio e alla fine di ogni mandato offrirebbe ulteriori salvaguardie contro la corruzione. Essa dovrebbe essere accessibile solo alle autorità competenti per consentire loro di verificare se il patrimonio dichiarato è compatibile con i redditi dichiarati nel caso in cui emergano accuse fondate.

Denominazione e attribuzioni della commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione (INGE 2)

Il Parlamento europeo ha adottato il 14 febbraio 2023 anche una decisione che modifica la decisione del 10 marzo 2022 sulla costituzione di una commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione (INGE 2), adeguandone la denominazione e le sue attribuzioni. In particolare, la decisione per quanto riguarda i profili relativi alla trasparenza, indipendenza e integrità dell'attività del PE:
  • ridenomina l'organismo come " commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione, e sul rafforzamento dell'integrità, della trasparenza e della responsabilità al Parlamento europeo";
  • prevede tra i compiti della Commissione anche quello di " individuare le lacune nelle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione, prevedere altre misure a medio e lungo termine e formulare raccomandazioni relative a riforme sulla base delle risoluzioni del Parlamento europeo e delle migliori prassi degli altri parlamenti e delle altre istituzioni, in stretta collaborazione con la commissione per gli affari costituzionali e la commissione per gli affari esteri."

Risoluzione del 16 febbraio 2023

Il Parlamento europeo ha adottato il 16 febbraio 2023 una risoluzione sul seguito da dare alle misure richieste dal Parlamento per rafforzare l'integrità delle Istituzioni europee nella quale osserva che le proposte presentate dalla Presidente del Parlamento europeo, volte a rafforzare l'integrità, l'indipendenza e la responsabilità, rappresentano un primo passo e non escludono l'esame di altre misure nell'ambito di un più ampio processo di riforma. Nella risoluzione, inoltre, il PE:
  • chiede di dare piena attuazione alle norme vigenti in materia di trasparenza e responsabilità, comprese sanzioni finanziarie per le violazioni del codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo e chiede una revisione dell'elenco delle attività dei deputati passabili di sanzioni, compresa una revisione dell'articolo 176 del regolamento del Parlamento europeo;
  • osserva che tutte le Istituzioni dell'UE dovrebbero riesaminare i rispettivi meccanismi in materia di trasparenza e responsabilità;
  • sollecita un riesame delle norme vigenti al fine di accrescere la trasparenza e la responsabilità delle ONG, in particolare delle norme connesse alla governance, al bilancio, all'influenza straniera e alle persone che esercitano un controllo significativo; sottolinea che le ONG che ricevono denaro da terzi che non sono tenuti a iscriversi nel registro per la trasparenza, devono pubblicare le loro fonti di finanziamento fornendo le stesse informazioni di tutti i soggetti regolarmente iscritti e chiede l'immediato congelamento di tutti i finanziamenti pubblici dell'UE a favore di tali ONG se non sono pubblicate tali informazioni;
  • chiede l'adozione di misure supplementari e più ampie, in particolare per quanto concerne la protezione, il monitoraggio, le segnalazioni e la sorveglianza degli informatori e che le decisioni e le deliberazioni in materia di trasparenza, responsabilità e integrità siano prese nell'ambito di riunioni pubbliche;
  • affida alla commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione, e sul rafforzamento dell'integrità, della trasparenza e della responsabilità al Parlamento europeo (INGE 2) il compito di individuare potenziali carenze nelle norme del Parlamento e di formulare proposte di riforma;
  • raccomanda verifiche supplementari per gli assistenti parlamentari e il personale che lavora in ambiti politici sensibili, in particolare nel settore degli affari esteri, della sicurezza e della difesa;
  • chiede l'interdizione per i deputati di svolgere attività accessorie remunerate che potrebbero creare un conflitto di interessi con il loro mandato;
  • invita a prendere in considerazione ulteriori salvaguardie, come una dichiarazione patrimoniale da parte dei deputati all'inizio e alla fine di ciascun mandato;
  • chiede di estendere agli assistenti parlamentari accreditati e al personale l'obbligo per i deputati, in merito alle relazioni o alle risoluzioni specifiche o nelle situazioni in cui i deputati al PE svolgono un ruolo attivo ed esercitano un'influenza chiara e immediata sull'evoluzione di fascicoli specifici, di dichiarare tutte le riunioni programmate con i rappresentanti diplomatici di paesi terzi e soggetti terzi;
  • ritiene che l'attuale quadro etico per i commissari europei debba essere ampliato al fine di colmare le lacune legislative esistenti, ed invita la Commissione a presentare una proposta di statuto dei Commissari.