Giunta delle elezioni

Giunta delle elezioni

Giunta delle elezioni

Comm. XVI

14.
lunedì 30 maggio 2022

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE MODALITÀ APPLICATIVE, AI FINI DELLA VERIFICA ELETTORALE, DELLA LEGGE 27 DICEMBRE 2001, N. 459

Comunicazioni del Presidente sulle risultanze dell'indagine conoscitiva sulle modalità applicative, ai fini della verifica elettorale, della legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante «Norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero»:
Giachetti Roberto, presidente ... 3 4 6 7 8
Del Basso De Caro Umberto (PD) ... 6
Fontana Gregorio (FI) ... 3
Melicchio Alessandro (M5S) ... 8
Siragusa Elisa (MISTO-EV-VE) ... 5

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE MODALITÀ APPLICATIVE, AI FINI DELLA VERIFICA ELETTORALE, DELLA LEGGE 27 DICEMBRE 2001, N. 459

Comunicazioni del Presidente sulle risultanze dell'indagine conoscitiva sulle modalità applicative, ai fini della verifica elettorale, della legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante «Norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero».
Giachetti Roberto, Presidente ... 3
Fontana Gregorio (FI) ... 3
Giachetti Roberto, Presidente ... 4
Siragusa Elisa (Misto-EV-VE) ... 5
Giachetti Roberto, Presidente ... 6
Del Basso De Caro Umberto (PD) ... 6
Giachetti Roberto, Presidente ... 7
Melicchio Alessandro (M5S) ... 8
Giachetti Roberto, Presidente ... 8

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 17.20.

Comunicazioni del Presidente sulle risultanze dell'indagine conoscitiva sulle modalità applicative, ai fini della verifica elettorale, della legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante «Norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero».

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno della seduta odierna reca le comunicazioni del Presidente in ordine alle risultanze dell'indagine conoscitiva sulle modalità applicative della legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante «Norme per l'esercizio di diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero».
  In base a quanto convenuto nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi del 18 maggio, è stata predisposta una bozza di documento conclusivo dell'indagine conoscitiva che è stata inviata a tutti i componenti della Giunta nei giorni scorsi.
  Pertanto, nella seduta odierna potrà svolgersi una prima discussione sui contenuti di tale documento con l'auspicio di individuare unanimemente delle proposte conclusive, che potranno anche avere a oggetto la modifica di talune modalità di esercizio del diritto di voto degli italiani residenti all'estero. In particolare invito i colleghi a esprimere le proprie considerazioni sui punti principali contenuti nella bozza del documento, con specifico riferimento: all'ipotesi di riforma del sistema elettorale della circoscrizione Estero (attraverso l'introduzione di liste bloccate o di collegi uninominali e la riforma delle ripartizioni); all'ipotesi di riforma delle modalità di espressione del voto all'estero (mediante la previsione dell'uso dello SPID o l'introduzione del QR code per una maggior garanzia della personalità del voto); all'ipotesi di inversione dell'opzione (prevedendo il voto per corrispondenza come modalità da richiedere da parte dell'elettore residente all'estero, che avrebbe come modalità ordinaria il voto in presenza sul territorio nazionale).
  A questo punto darei la parola a chi vuole intervenire, avendo ricevuto tutti il testo. Alla fine del dibattito chiuderei la seduta con l'impegno a inviare una possibile proposta di sintesi, anche alla luce delle considerazioni che emergeranno, nei prossimi giorni, prima che la Giunta si riunisca per approvare il documento conclusivo, in una seduta che sarà convocata dopo lo svolgimento dei referendum del 12 giugno, vista la sospensione dei lavori parlamentari.
  Do la parola all'onorevole Fontana.

  GREGORIO FONTANA. Grazie, Presidente. Innanzitutto devo dire che, considerando i lavori e la bozza che ci è stata sottoposta, ci rendiamo conto dell'ottimo lavoro che è stato fatto e dell'assoluta opportunità dell'approfondimento svolto, che è stato seguito anche al di fuori della Giunta, perché la modalità di fruizione delle audizioni attraverso la web-tv ha consentito anche ad alcune comunità di italiani all'estero di seguire il dibattito in Giunta. Questo è stato sicuramente un elemento importante che testimonia anche il patrimonio di dati, di pareri giuridici, di valutazioni e di opinioni che sono state espresse sul tema del voto degli italiani all'estero. Certamente quanto riportato nella bozza di documento conclusivo è assolutamente condivisibile, perché è la sintesi di quello che è avvenuto e di quanto espresso nel corso delle audizioni.
  Dobbiamo fare un ragionamento sul fatto che c'è una necessità di fare un'ampia valutazione e approfondimento su quella che è la realtà oggi del voto all'estero, da tanti punti di vista. I temi che sono stati posti sono sicuramente molto delicati e dovranno essere affrontati, ovviamente nelle sedi opportune di Commissione e d'Aula.
  Tuttavia, la sintesi delle conclusioni che potremmo avere la grande opportunità di fare è di selezionare delle cose su cui, come ha detto nel suo intervento iniziale, siamo tutti d'accordo. Da come si è svolta la discussione, anche da parte dei componenti della Giunta, la questione dell'opzione inversa è certamente un problema, ma su cui probabilmente non c'è l'unanimità. Quindi, è inutile avventurarci su questo argomento, che è un argomento serio, su cui temo in questa sede non si possa trovare l'unanimità. Anche la questione della ridefinizione delle ripartizioni della circoscrizione Estero certamente è un problema che dovrà essere affrontato e su cui occorre fare una riflessione.
  Ma il problema, che è anche proprio delle competenze della Giunta, è quello delle modalità di manifestazione del voto. Secondo me è su questo punto che dobbiamo fare un approfondimento e vedere se si riesce a trarre una conclusione condivisa, in particolare sulla questione della personalità del voto, che noi abbiamo rilevato dai ricorsi, non solo in questa legislatura ma anche nelle scorse legislature di Camera e Senato, basta rivedersi gli atti parlamentari. La questione della garanzia della personalità del voto è sicuramente un fatto da risolvere, perché l'attuale sistema non garantisce la personalità del voto. In particolare i plichi spediti possono essere intercettati e quindi si possono compiere abusi e brogli.
  La possibilità di applicare la tecnologia è stato un altro punto su cui abbiamo riflettuto non solo qui, ma anche nella sede della I Commissione, quando si è trattato di discutere il meccanismo del voto per i cittadini italiani fuori dalla loro residenza sul territorio nazionale. L'applicazione dei meccanismi informatici è sicuramente un passo molto discusso, al quale sinceramente sono anche propenso a guardare con fiducia. Ovviamente questa prospettiva deve essere suffragata dal punto di vista tecnico. Infatti, l'adozione dei meccanismi di voto elettronico non è un problema ideologico, bensì a mio parere è un problema pratico. Nel momento in cui i tecnici e la tecnologia ce ne garantiranno la sicurezza, il voto elettronico potrà essere valutato, ma fino a questo momento è chiaro che il sistema, a oggi, ha dei punti deboli, ma non ci dobbiamo demoralizzare rispetto a questa prospettiva.
  L'obiettivo di introdurre comunque dei meccanismi che si basino sulla tecnologia potrebbe essere valutato non tanto per l'espressione del voto, ma intanto, per esempio, per il riconoscimento della personalità di chi va votare. Il famoso «tagliando» che va inserito nella busta esterna potrebbe essere sostituito oppure potrebbe essere avviata una sperimentazione più precisa su questo, per esempio prevedendo un tagliando stampato con tecnologia SPID dallo stesso elettore. Questo riuscirebbe a far fare un passo in avanti rispetto a quella che è la sicurezza del voto, utilizzando la tecnologia dello SPID che dal 1° gennaio del 2023 sarà obbligatoria anche per tutti gli italiani all'estero per l'accesso all'INPS e a tutti i servizi che già oggi in Italia sono accessibili attraverso SPID.
  Su questo punto specifico sarebbe importante avviare una riflessione, cercando di andare a individuare le cose su cui possiamo essere d'accordo e su cui potrebbe trovarsi un'ampia convergenza, una unanimità.
  Rimangono certamente fermi gli altri problemi che dovranno essere risolti nelle sedi opportune di legge, con le dinamiche di maggioranza e opposizione e degli accordi tra partiti che sono connaturati al meccanismo parlamentare, però in questa sede, forse, individuare un punto o due su cui possiamo trovare convergenza potrebbe portare frutti ancora più concreti al lavoro che abbiamo fatto in queste settimane.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Siragusa.

  ELISA SIRAGUSA. Ringrazio per il lavoro che è stato fatto, che secondo me è stato un approfondimento interessante sul voto all'estero. Come ho già detto nel corso dell'indagine conoscitiva, spero che tutto questo lavoro poi si traduca effettivamente in una modifica della legge elettorale per le prossime elezioni.
  Ho visto che, nella bozza inviataci, sul punto dell'opzione del voto è stato fatto riferimento all'elezione dei Com. It. Es. (Comitati degli italiani all'estero). Ribadisco anche in questa sede che secondo me confrontare le elezioni dei Com. It. Es. con le elezioni politiche significa confrontare un frutto con un albero, sono due cose completamente diverse. Dobbiamo ammettere che, come sa chi conosce il mondo degli italiani all'estero, i Com. It. Es. non sono conosciuti dai connazionali residenti all'estero. Gli italiani all'estero non conoscono i Com. It. Es. e non ne hanno bisogno, così come sono adesso. Ci sono persone che vivono da 40 anni all'estero e non hanno mai sentito parlare dei Com. It. Es.
  L'anno scorso durante la campagna referendaria, durante la raccolta delle firme, ogni volta che veniva un iscritto all'AIRE al banchetto a firmare chiedevo: «Tu conosci i Com. It. Es.?» e mi veniva risposto di no, anche da persone che vivevano all'estero da tantissimi anni. I Com. It. Es. non sono un esempio per poter supportare la tesi che un'inversione dell'opzione di voto abbassi la partecipazione.
  Abbiamo fatto quindici audizioni. Le ho controllate oggi e mi sono riascoltata tutte le audizioni. Sette auditi non si sono espressi, anche perché le prime audizioni che abbiamo fatto erano più incentrate sulle corti di appello. Sei auditi, tra cui il Ministro degli affari esteri, il cui Ministero è quello più coinvolto dalla gestione del voto all'estero, si sono detti favorevoli all'inversione dell'opzione di voto. Nella loro audizione, i rappresentanti del Ministero dell'interno hanno riconosciuto che l'inversione dell'opzione di voto sarebbe una semplificazione, ma hanno sollevato il tema di valutare gli eventuali effetti sulla partecipazione; su questo torno dopo. C'è stata poi l'audizione dei membri del CGIE (Comitato generale degli italiani all'estero), scaduti e non ancora rinnovati – tra l'altro bisognava rinnovare il CGIE due anni fa, quindi sono oltre il tempo consentito –, di cui due si sono detti contrari e uno si è detto favorevole all'inversione dell'opzione di voto; quindi anche il CGIE ha posizioni diverse sull'inversione dell'opzione di voto. Sostanzialmente possiamo dire che sei audizioni sono state per il sì e due per il «nì».
  Sulla partecipazione penso che ci sono tre tipi di ragioni per cui non si partecipa al voto. C'è chi non vuole votare, e qui non possiamo fare niente, perché non c'è legge che tenga, che possa forzare, tanto è vero che inviamo milioni di plichi e il 70 per cento non ritorna indietro. Per chi non vuole votare, non si può fare niente. Poi c'è chi non riesce a votare, ma nel caso all'estero questo problema non si pone, o meglio si pone nel momento in cui un cittadino aspetta il plico e il plico non arriva, chiede il duplicato e il duplicato non arriva nei tempi prestabiliti. C'è chi non riesce a votare, ma perché probabilmente l'attuale sistema, come ha già detto il Ministro degli esteri, on. Luigi Di Maio, non è sostenibile e non a livello di costi, ma a livello organizzativo, perché il numero di italiani elettori all'estero aumenterà. L'altro giorno c'è stata una audizione in Commissione Affari costituzionali del direttore generale della Direzione per gli italiani all'estero e delle politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il quale ha ribadito questa linea nell'ambito del «decreto elezioni», cioè che, per quanto riguarda l'attuale sistema di invio indiscriminato di plichi elettorali, la presunzione di sapere dove vivono gli italiani all'estero è del tutto insostenibile. C'è chi non vuole votare, per il quale non possiamo fare niente, ma c'è chi non riesce a votare, perché non riceve il plico e in questo caso con un sistema di tracciamento del plico si potrebbe avere più certezza del percorso che fa. Se dovessimo introdurre l'inversione dell'opzione di voto, ci potrebbe essere una fase in cui c'è chi non sa delle nuove modalità. Anche qui è la politica che può farsi carico di fare sì che tutti gli italiani all'estero vengano a conoscenza delle nuove modalità dell'inversione dell'opzione di voto. Come? Prima di tutto paghiamo milioni di euro a giornali per fare informazione all'estero. In secondo luogo, sicuramente costerebbe meno inviare una lettera a tutti gli indirizzi AIRE, una volta, dicendo: «guarda che dalle prossime elezioni ti devi registrare», o anche prevedere per una prima fase un'iscrizione automatica di tutti gli iscritti all'AIRE che poi deve essere confermata; ci possono essere mille modalità.
  Secondo me si possono anche trovare delle modalità per introdurre un'inversione dell'opzione di voto che possa andare a sistemare gli effetti sulla partecipazione dove possiamo intervenire, ossia chi non riesce a votare e chi non ne viene a conoscenza, mentre per chi non vuole votare non possiamo fare niente.
  Dalle audizioni che abbiamo avuto appare evidente che il voto in presenza non è praticabile e che il voto elettronico nel breve periodo non è applicabile, ma sono convinta che sarà la via. Bisogna lavorare in futuro perché sia quella la modalità.
  Ci rimane il voto per corrispondenza, sul quale abbiamo visto che l'attuale sistema non è sostenibile e non è scalabile. Io ho fatto una domanda provocatoria al sottosegretario Scalfarotto, quando gli ho detto: «Questo sistema è scalabile per una comunità che oggi è di cinque milioni, venti anni fa era di due milioni e tra dieci anni magari sarà di dieci milioni?». Non si può semplicemente dire: «Non lavoriamo sulle ipotesi», perché in realtà queste ipotesi probabilmente fra dieci anni ci porteranno di nuovo a questo ragionamento.
  Mi immagino un sistema dove il plico sia tracciabile in tre stadi. Avendo Fast It all'estero, ovvero il portale dei servizi consolari, mi immagino che un elettore acceda a Fast It nella sua area personale, dove si può iscrivere all'AIRE, e semplicemente veda: «il tuo plico è partito il giorno tale», una volta che spedisce il plico «il plico è arrivato al consolato il giorno tal dei tali» e terzo, perché è importante, «il tuo plico è stato aperto dal seggio elettorale in data tal dei tali». È il famoso «ho votato». Immagino che questi tre stadi debbano essere completamente trasparenti per l'elettore, anche perché in questa maniera, per qualsiasi plico che dovesse essere utilizzato da un altro, l'elettore potrebbe venirne a conoscenza.
  Come ho detto anche in fase di audizione, sicuramente l'attuale modalità di inserire il certificato elettorale dentro la busta da inviare al consolato non garantisce la personalità del voto: non può essere una prova di responsabilità il fatto che tu mi rinvii indietro un certificato che io ti mando. Sicuramente il certificato elettorale deve essere tolto dalla busta elettorale e devono essere trovati dei modi cartacei o digitali per far sì che avvenga l'identificazione dell'elettore.
  Mi dispiacerebbe, visto il consenso praticamente unanime sull'inversione dell'opzione di voto, che si lasci cadere così, perché penso che saremo costretti ad affrontare questo tema, così come saremo costretti prima o poi ad affrontare il tema della cittadinanza, che so che non è riferito alla competenza della Giunta, ma che comunque è un tema che investe il voto degli italiani all'estero.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Del Basso De Caro.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO. Presidente, anche io apprezzo lo sforzo che la Giunta ha fatto, anche il lavoro che è stato fatto sul piano qualitativo. Personalmente penso che difficilmente si modificherà la legge elettorale generale, nonostante la dichiarata volontà di taluni. Penso che sia un'ipotesi del terzo tipo. Mi piacerebbe se noi riuscissimo nel nostro piccolo a proporre questa piccola modifica che riguarda le elezioni di otto deputati e quattro senatori.
  Le questioni sono due, come è scritto perfettamente nella bozza di documento conclusivo. La prima è relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto: io credo francamente che quelle attuali siano da cassare. Mentre la seconda questione riguarda il sistema elettorale.
  Sulla prima, cioè sulle modalità di esercizio di voto, io ho una mia idea, ma sono pronto naturalmente a cedere il passo a una maggioranza più ampia. Personalmente sarei per l'inversione dell'opzione, ma se vi sono perplessità rispetto a questa modalità che ci vengono non soltanto dai colleghi componenti della Giunta, ma anche dal Ministero dell'interno e altri, le valutiamo e vediamo quale sistema offra maggiori garanzie.
  Sulla partecipazione, noi sappiamo che gli aventi diritto sono poco più di cinque milioni, ma i voti validi sono stati poco più di un milione, quindi il 20 per cento, ed è naturalmente già forzato, perché le modalità di espressione non danno garanzie. Se non ci fossero quelle, io temo che non sarebbe quella la percentuale, ma sarebbe di gran lunga inferiore. Su questo certamente mi allineerò alle posizioni della maggioranza, perché anche io penso che su un argomento del genere si debba registrare l'unanimità, sarebbe di gran lunga preferibile.
  Nel documento trasmesso si dice che anche che ove la Giunta dovesse determinarsi a scegliere una diversa modalità, quella del voto elettronico, dovremmo poi fare un supplemento di indagine per discutere con esperti di informatica per poter meglio disciplinare anche le modalità, sapendo che il voto va mantenuto ovviamente segreto.
  Sul sistema elettorale, i seggi da attribuire sono soltanto otto. Dico che sono otto, perché mi riferisco alla Camera; una volta scelto il sistema dei collegi uninominali, raddoppiando l'estensione territoriale di ciascun collegio della Camera si ottengono i quattro collegi del Senato. Personalmente opto per il collegio uninominale maggioritario, nel senso che si divide il globo in otto parti – naturalmente sapendo che la maggioranza degli elettori sta in Europa e nelle Americhe, credo che il voto in Australia, in Asia o in Africa sia molto residuale rispetto al voto in Europa – ed eventualmente si dovrebbero fare, salvo una verifica sul piano matematico, due collegi elettorali per l'Europa, due per l'America e così via. Si dovrebbe avere l'uninominale maggioritario che eliminerebbe il problema della preferenza.
  La damnatio memoriae non può valere solo per l'Italia, dove le ragioni per le quali non c'è la preferenza sono completamente diverse e sono anche molto note. Non c'è da operare un raffronto con il dato di questa elezione, il cui valore è già diverso da quello nazionale, perché il sistema elettorale è diverso. A livello nazionale noi sappiamo qual è la questione: alle comunali, alle regionali e alle europee si può competere per il voto di preferenza, poiché è consentito, ma quando arriviamo alle politiche non si sa per quale misteriosa ragione, che tanto misteriosa non è, bisogna assolutamente evitare il pericolo. È l'ipocrisia italiana, per carità di Dio! Siamo in asse con quel pensiero dominante.
  Qui, invece, lo sforzo si può fare, proprio perché è una legge diversa – e proprio perché è stata sempre una legge diversa – e quindi possiamo fare uno sforzo per tentare di razionalizzare il sistema e di rendere certa la partecipazione. Personalmente ho espresso delle opinioni, poiché mi farebbe piacere, insieme alla Giunta, poter dare un piccolissimo contributo. La mia idea è quella del collegio uninominale. Proprio perché sappiamo bene come si vota, basta guardare alcuni risultati per capire. Sono meridionale e so leggere le preferenze meglio di molti altri. Io sono per l'uninominale maggioritario, vince chi prende un voto in più in otto collegi. Ogni collegio del Senato consiste in due collegi della Camera messi insieme. È una mia idea, e sono pronto a confrontarla, come è evidente, però viene prima il sistema di voto.
  Sul sistema di voto, sarei per l'inversione sull'opzione tra l'attuale modalità ordinaria di voto e quelle alternative a richiesta. Se ci sono problemi, si potrebbe forse prendere in considerazione il voto in via informatica e la digitalizzazione del voto, a condizione che presenti le necessarie caratteristiche di tranquillità e di sicurezza, su cui è necessario un supplemento di indagine per capire sul piano tecnico come organizzarlo.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Melicchio.

  ALESSANDRO MELICCHIO. Grazie, Presidente. Io colgo l'occasione per ringraziare di questa iniziativa, perché sicuramente è stata molto utile a tutti i membri della Giunta per avere le idee più chiare su come si sono svolte le elezioni all'estero e su quali sono le criticità del voto all'estero. Quella della modifica della legge elettorale per il voto all'estero è una materia di competenza della I Commissione e il nostro lavoro è soprattutto di tipo conoscitivo in questa sede. Proprio in virtù di questo è stata utile l'indagine, così come tutte le audizioni che si sono svolte.
  Tuttavia, è evidente che se c'è una indicazione chiara che arriva dalle audizioni, perché non sottoporla all'organo competente della Camera? Ho letto la bozza di documento conclusivo e personalmente mi rivedo abbastanza nella ricostruzione di quelle che sono state le audizioni e per questo ringrazio gli uffici per il lavoro che hanno svolto.
  Trovo una perplessità per quanto riguarda la tematica del Collegio uninominale, quindi del sistema maggioritario per la Circoscrizione estero perché è pur vero che il numero di seggi si va a ridurre, in alcuni casi alcune ripartizioni vanno a eleggere un unico seggio, però il passaggio dal sistema plurinominale con le preferenze al collegio uninominale non è unicamente correlabile al numero di parlamentari da eleggere, perché si innescano vari meccanismi. Parliamoci chiaro: il peso che deve avere un candidato in una lista uninominale o in un listino corto deve essere maggiore a Roma che non sul territorio, mentre la presenza in una lista dove ce la si può giocare con le preferenze evidentemente spinge il candidato a una attenzione maggiore al territorio dove va a raccogliere il consenso. Non sarebbe un passaggio così scontato e personalmente ritengo che il sistema delle preferenze, seppur più farraginoso e più difficoltoso, debba essere conservato, perché rischiamo di candidare e poi di eleggere dei parlamentari che conoscono in maniera più limitata quel territorio che devono andare a rappresentare.
  Per quanto riguarda l'inversione dell'opzione di voto, invece, al netto di chi non si è espresso, la mia sensazione è che fra gli auditi fosse un qualcosa che si potesse percorrere. Probabilmente sensibilità diverse possono esserci in un gruppo parlamentare piuttosto che in un altro, ma evidentemente i soggetti auditi ci hanno spinto verso quella direzione. È un qualcosa che si fa in altre parti del mondo e potremmo valutarlo anche noi, ovviamente facendo le opportune correzioni normative. Più che un punto sul quale c'è un'indecisione, invece lo leggo come un punto sul quale c'è una convergenza importante, per tutta una serie di ragioni che hanno espresso bene i soggetti auditi. Oggi noi abbiamo una serie di problematiche sul voto all'estero che si possono risolvere in parte con una digitalizzazione, un lavoro sul tracciamento e sulla personalità del voto, ma ce ne sono altre che possono risolversi a monte con l'inversione dell'opzione di voto.
  Nel documento conclusivo si ripercorrono le opinioni di alcuni membri della Giunta o soggetti auditi sull'andare a vedere quante volte si è espresso il voto all'estero e da quanto tempo si risiede. Secondo me si tratta di una serie di accorgimenti troppo farraginosi che realmente porrebbero una serie di questioni dal punto di vista della legittimità, mentre ritengo che l'inversione dell'opzione di voto, con un lavoro puntuale di informazione, ponendo a disposizione dell'elettore gli strumenti adeguati a esprimere quell'opzione, sia molto più facilmente percorribile.
  Per quanto riguarda il voto elettronico, io stesso mi sono espresso favorevolmente durante le audizioni, però è chiaro che non possiamo considerarla come un'opzione percorribile da qui al prossimo anno. Se vogliamo farlo – secondo me dobbiamo farlo, poiché, come diceva la collega Siragusa, rappresenta il futuro di queste elezioni –, bisogna lavorarci con ancora più convinzione di quanto si sia fatto fino a oggi per raggiungere poi quella modalità di voto da qui alle successive elezioni, ma non di certo da qui a un anno, perché sarebbe assolutamente impercorribile. Grazie.

  PRESIDENTE. È del tutto evidente, come ricordava perfettamente l'onorevole Melicchio, come noi sapevamo fin dall'inizio e come ricordava anche l'onorevole Fontana, che la Giunta non ha una competenza legislativa. Mi pare evidente che l'unica cosa che certamente dovrà essere fatta è un intervento «chirurgico» di adeguamento rispetto al referendum che ha approvato la modifica costituzionale sul numero dei parlamentari, con riferimento alla suddivisione in ripartizioni della circoscrizione Estero. Quello è un tema che dovrà affrontare la Commissione affari costituzionali e direi che è quasi un obbligo che deve risolvere, ma come risolverlo sapranno. È chiaro che solo nel caso in cui ci fosse tra di noi l'unanimità su una scelta potrebbe avere senso che la Giunta indichi una soluzione a chi dovrà prendere quella decisione. Ciò vale anche per tutti gli altri aspetti. Come vi ho detto fin dall'inizio, non avendo noi una competenza diretta, il valore che può avere una nostra espressione è un orientamento o una proposta su cui siamo tutti d'accordo. Se non è così, tutto sommato direi che è quasi inutile, nel senso che la decisione non è nostra. Vorrei chiarire questo, perché sono convinto che la soluzione del problema del voto degli italiani all'estero sarà il voto elettronico. Purtroppo in questo momento tutti gli esperti ci dicono che paradossalmente il voto elettronico è la cosa più insicura che siamo in grado di fare, non perché in sé è insicuro, ma perché ci vuole una sperimentazione. Tuttavia, è chiaro che per me quella è la soluzione.
  Allo stesso modo vorrei che fosse chiaro tra di noi che io fin dall'inizio sono sempre stato convinto che l'inversione dell'opzione sia, a situazione data, obiettivamente la soluzione migliore, anche se devo dire che alcune considerazioni critiche che si sono avute negli interventi degli auditi non appaiono infondate. È vero quello che lei dice, onorevole Siragusa, ovvero che i Com. It. Es. non sono conosciuti, però a situazione data, conosciuti o non conosciuti, se prima votavano dieci, adesso votano, diciamo, due o tre; non so quale sia l'esatta proporzione. Non erano conosciuti prima e non sono conosciuti adesso. Come ho detto fin dall'inizio, il problema che noi abbiamo con il voto degli italiani all'estero, per rispondere anche alla battuta che faceva prima l'onorevole Del Basso De Caro, non è che noi umani non abbiamo visto ma che purtroppo abbiamo visto e sappiamo che la certezza del voto è una considerazione che noi assumiamo, ma sappiamo perfettamente non rispondente alla realtà. Quel problema c'è. Secondo me quella dell'opzione inversa potrebbe essere una soluzione, ma addirittura non è neanche nell'ordine delle cose che la Commissione affari costituzionali deve fare per adeguare il sistema elettorale all'estero al risultato referendario sulla riduzione del numero dei parlamentari. In questo caso c'è una decisione politica, se decide di fare un'operazione del genere.
  Non sottovalutiamo che il Ministero dell'interno – e non faccio riferimento tanto all'onorevole Scalfarotto quanto al prefetto Orano, il quale non dà un giudizio politico – ha delle perplessità reali sulla riorganizzazione necessariamente conseguente all'inversione dell'opzione, e addirittura mi pare che la giudichi irrealizzabile da qui alle prossime elezioni politiche, nel senso che c'è da definire il meccanismo. Non me ne intendo, però sono obiezioni di carattere tecnico e non di carattere ideologico o politico. In base al ragionamento fatto, se la Giunta dovesse formulare una siffatta proposta su cui siamo tutti d'accordo – ammesso che lo siamo davvero, perché non si sono espressi tutti i Gruppi – comunque non riusciremo a raggiungere quell'obiettivo.
  Nelle conclusioni dell'indagine conoscitiva, che mi propongo di formulare e inviare a tutti i componenti della Giunta, forse può valere la pena indicare questo tema non come una proposta di modifica legislativa, ma come un tema che è stato obiettivamente sollevato in Giunta a livello maggioritario sia da Ministri, come il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, sia anche da molti docenti universitari.
  Il punto sul quale penso che potremmo assicurare che c'è un indirizzo e un'unanimità da parte della Giunta è quello che riguarda la digitalizzazione delle procedure, finalizzata alla maggiore garanzia della
personalità del voto attraverso l'utilizzo di strumenti quali lo SPID o il QR code, che è una piccola cosa che però può far fare un piccolo passo in avanti, se c'è un accordo generale, nel momento in cui, nelle sedi competenti, verrà eventualmente preso in considerazione il tema della riorganizzazione delle ripartizioni. Sperando che già questo, che ci sembra pochissimo, sia effettivamente applicabile già alle prossime elezioni, cosa che non darei assolutamente per scontato.
  Mi riservo pertanto di predisporre una bozza di sintesi delle proposte della Giunta da sottoporre all'attenzione dei Gruppi, che sarà oggetto di discussione nella prossima seduta, quando la Giunta potrà approvare il documento finale dell'indagine conoscitiva.

  La seduta termina alle 17.55.