XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Mercoledì 12 maggio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Parolo Ugo , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA « DIGITALIZZAZIONE E INTEROPERABILITÀ DELLE BANCHE DATI FISCALI»

Audizione in videoconferenza del direttore dell'Agenzia per l'Italia digitale – Agid, Francesco Paorici.
Parolo Ugo , Presidente ... 3 
Paorici Francesco , direttore generale dell'Agid ... 3 
Tortorelli Francesco , dirigente responsabile della direzione pubblica amministrazione e vigilanza dell'Agid ... 5 
Parolo Ugo , Presidente ... 8 
Giacometto Carlo (FI)  ... 8 
Cantone Carla (PD)  ... 8 
Parolo Ugo , Presidente ... 9 
Paorici Francesco , direttore generale dell'Agid ... 9 
Tortorelli Francesco , dirigente responsabile della direzione pubblica amministrazione e vigilanza dell'Agid ... 9 
Parolo Ugo , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
UGO PAROLO

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming con modalità sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione in videoconferenza del direttore dell'Agenzia per l'Italia digitale – Agid, Francesco Paorici.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza dell'ingegner Francesco Paorici, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale – Agid, supportato dal dottor Francesco Tortorelli, dirigente responsabile della Direzione pubblica amministrazione e vigilanza dell'Agid.
  Ricordo che l'Agid sovrintende, fra l'altro, alla piattaforma informatica SPID – Sistema pubblico di identità digitale, che consente a cittadini e imprese di accedere ai servizi on line messi a disposizione dalla PA, con importanti effetti di semplificazione sia per i cittadini che per le amministrazioni stesse. Il direttore vorrà illustrarcene il livello di utilizzo da parte degli utenti, ma anche quello dell'effettiva fruibilità, atteso che non tutte le pubbliche amministrazioni rendono possibile l'accreditamento in forma digitale e l'accesso ai propri servizi da remoto.
  Gradiremmo conoscere, inoltre, il punto di vista del direttore circa lo stato di attuazione del principio (cosiddetto once only) per cui la PA non debba chiedere a cittadini e imprese informazioni di cui sia già in possesso, nonché sulle misure di carattere tecnologico che, in prospettiva, possano renderlo effettivo.
  Grande importanza, per la materia di questa indagine conoscitiva, è rivestita anche dalla promozione del modello del cloud, una soluzione tecnologica che risulta oggi poco utilizzata dalla PA, ma che pare fondamentale per il perseguimento, tra l'altro, di obiettivi come l'interoperabilità e la sicurezza delle basi di dati.
  Cedo quindi la parola al direttore, che ringrazio per la sua disponibilità.

  FRANCESCO PAORICI, direttore generale dell'Agid. Buongiorno, presidente e onorevoli commissari. Ringrazio per l'invito all'audizione. Io e il dottor Tortorelli abbiamo preparato delle slide che provo a condividere.
  Premetto che l'intervento di oggi tocca i temi che lei ha citato e in particolare quello dell'interoperabilità. Agid offre il suo contributo alle pubbliche amministrazioni sull'interoperabilità e digitalizzazione dei servizi e processi.
  Il mio intervento e quello del dottor Tortorelli toccheranno gli aspetti che sono abilitanti alla realizzazione e fruizione di qualunque servizio che coinvolge l'interazione tra banche dati, comprese quelle fiscali, passando ai punti dell'agenda (presentata nelle slide), oltre agli aspetti di interoperabilità che costituiscono un importante processo di semplificazione e digitalizzazione dei servizi che vengono offerti a cittadini e imprese.
  Toccheremo il progetto del Single digital gateway, che di fatto costituisce un enorme programma di messa a terra di procedure che devono essere interoperabili e cross border ed abbracciano una serie di servizi. Pag. 4Infine parleremo dell'impegno di Agid nell'area dei trust services, con particolare riferimento a SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), il domicilio digitale, perché se l'interoperabilità costituisce la condizione necessaria per semplificare e rendere efficiente e digitale la PA, i servizi di identità digitale, di firma elettronica e domicilio digitale costituiscono gli elementi base per interagire digitalmente in modo immediato, semplice e sicuro con le pubbliche amministrazioni.
  Agid tra i suoi compiti principali ha quello di emanare linee guida e regole tecniche. In particolare il CAD (Codice dell'amministrazione digitale) le assegna il compito di emanare linee guida anche in materia di interoperabilità e cooperazione applicativa tra i sistemi informatici pubblici e quelli dell'Unione europea. Quest'anno abbiamo redatto le nuove linee guida sull'interoperabilità tecnica della pubblica amministrazione che hanno appena terminato la fase di consultazione pubblica.
  Queste linee guida sono uno strumento utile e necessario all'amministrazione perché individuano le tecnologie e gli standard che devono essere tenuti in considerazione durante la realizzazione dei propri sistemi informatici. Per assicurare da una parte l'interazione sicura e lo scambio di informazioni tra le PA senza necessità di specifiche integrazioni, dall'altro garantendo l'indipendenza tecnica e la piena collaborazione tra l'amministrazione pubblica e i soggetti privati.
  Le linee guida, in sostanza, indicano alle pubbliche amministrazioni come semplificare le procedure di scambio dei dati tra le PA ed eventualmente tra PA e privati, rivedere le scelte architetturali per garantire l'accessibilità e massima interoperabilità attraverso l'adozione dell'approccio API- first e rendere sicure e tracciabili le interazioni tra le PA.
  Ora vorrei spendere due parole sul Single digital gateway, perché il progetto presenta una grandissima sfida di interoperabilità che impatterà processi, procedure e rivisitazione dei back end dei servizi. Il Single digital gateway nasce da un regolamento europeo del 2018 che stabilisce le norme per l'istituzione e la gestione di uno sportello digitale unico, per offrire ai cittadini e alle imprese europee un facile accesso a informazioni che devono essere di alta qualità e soprattutto a procedure efficienti e interamente fruibili in digitale entro la fine del 2023, quindi in due anni e mezzo da adesso.
  Ogni procedura dovrà essere dotata di servizi di assistenza e di risoluzione di problemi. Lo sportello unico è transfrontaliero e deve applicare il principio once only, ovvero il principio per il quale l'amministrazione chiede una sola volta ai cittadini i dati necessari alla fruizione di qualsiasi servizio.
  Agid, al riguardo, utilizzando i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), svolgerà il ruolo di punto di contatto, coordinamento nazionale e tecnico e accompagnamento alle PA.
  Il progetto ha un impatto davvero trasversale su un grande numero di pubbliche amministrazioni, centrali, locali e vedrà importanti aggregatori in prima linea per contribuire al successo del progetto.
  Bisognerà rivedere circa 500 procedure amministrative importanti per la vita di cittadini e imprese. Parliamo di procedure come quelle anagrafiche che rilasciano più di dieci milioni di certificati all'anno, di servizi universitari che impattano quasi due milioni di studenti, di procedure che riguardano l'interazione di circa quattro milioni di commercianti e artigiani.
  In questo scenario, le tante amministrazioni coinvolte dovranno cogliere l'opportunità imposta dal regolamento europeo per adottare il loro piano di trasformazione digitale, adottare i necessari cambi di back end dei loro applicativi e rendere le banche dati interconnesse tra di loro. Questo nella consapevolezza che avere banche dati pubbliche che parlano facilmente tra loro contribuisce a un risparmio economico per l'amministrazione e di tempo per cittadini e imprese.
  Senza scendere nel dettaglio delle categorie dei servizi, le 500 procedure amministrative che dovranno essere riviste nell'ottica del principio once only in questo grande programma sono raggruppate in Pag. 5sette ambiti di servizio e in una ventina di categorie.
  Come potete vedere dalle slide, abbracciano servizi anagrafici, procedure universitarie, diversi servizi previdenziali, presentazione delle dichiarazioni dei redditi, servizi relativi alla immatricolazione dei veicoli e le attività relative al SUAP (Sportello unico per le attività produttive). Ovviamente tutti questi servizi dovranno essere transfrontalieri.
  Vorrei soffermarmi due minuti sul SUAP, perché costituisce la procedura che probabilmente necessita del maggiore sforzo di digitalizzazione, in quanto abbraccia circa 400 procedimenti amministrativi e vede Agid mettere a disposizione le competenze dei suoi esperti di interoperabilità, di design di processo, di modellazione di dati e di design delle PA, vale a dire dei connettori con cui le applicazioni e le piattaforme software dialogano tra loro.
  Il SUAP cos'è? È lo sportello unico delle attività produttive, è il punto di contatto tra imprese e pubbliche amministrazioni per sbrigare tutte le pratiche relative alle aperture e alle gestioni aziendali. Il SUAP oggi funziona in modalità telematica, è basato su procedure che richiedono diversi adempimenti, può essere effettuato interamente presso lo sportello unico, che poi si preoccupa di inoltrare e di spacciare i vari documenti agli enti e agli uffici di destinazione, quindi province, comuni, ASL (Aziende sanitarie locali) e via dicendo.
  La sfida è quella di rendere le procedure completamente digitali – come dicevo prima, come sfida generale – ridisegnando i back end, i flussi di informazioni tra le pubbliche amministrazioni coinvolte che, in particolare nel SUAP, si basano prevalentemente su email e PEC (Posta elettronica certificata). Quindi, ripeto, mettere mano ai back end ed offrire una gestione efficace, ridisegnando i relativi processi, assicurando l'interoperabilità delle informazioni tra amministrazioni, è una sfida comune a tutte le procedure del Single digital gateway e che richiedono interoperabilità tra le banche dati.
  Cito il SUAP perché è una tipica procedura che evidenzia la pervasività del programma, perché coinvolge fondamentalmente tutti i comuni, le regioni, le province autonome e quindi circa 8 mila amministrazioni.
  Sempre citando come esempio gli obiettivi del progetto, questi vanno nella direzione della eliminazione sistematica dei vincoli burocratici e della riduzione dei tempi e dei costi delle procedure. Per ottenere questo, gli obiettivi che il progetto si pone sono quelli di rendere efficienti ed uniformi i procedimenti amministrativi, omogeneizzare le istanze presentate in questo caso dalle imprese, standardizzare le interfacce di comunicazione, cioè tra le PA coinvolte, monitorare attentamente i tempi di risposta delle singole PA coinvolte.
  Concludo il mio intervento e poi cedo la parola al dottor Tortorelli per la seconda parte dell'intervento, quello relativo ai trust services, dicendo che nei prossimi due anni il gap digitale delle pubbliche amministrazioni potrà essere colmato sicuramente attraverso questi importanti progetti di interoperabilità e rivisitazione dei processi e dei back end, quindi delle sfide tecnologiche davvero importanti, per le quali siamo tutti chiamati a impegnare al meglio i soldi del recovery fund. Io vi ringrazio per l'attenzione e passo la parola al dottor Tortorelli.

  FRANCESCO TORTORELLI, dirigente responsabile della direzione pubblica amministrazione e vigilanza dell'Agid. Grazie, Francesco. Grazie, signor presidente e grazie a tutti gli onorevoli che sono qui e ci dedicano il loro tempo.
  Dunque i trust services sono l'equivalente digitale di quei servizi fondamentali nel mondo analogico volti a costituire processi di valore, vale a dire l'identificazione di un soggetto e, attraverso l'identificazione, il permesso di accedere a una risorsa, a un'istanza, a un ufficio o quant'altro, la sottoscrizione di un documento, il sigillo di un documento e il domicilio. Il domicilio è il luogo virtuale attraverso il quale il cittadino può colloquiare con l'amministrazione, ricevendo una serie di comunicazioni ed esercitando così i suoi diritti di cittadino e ottemperando al tempo stesso ai suoi doveri. Pag. 6
  È evidente che la trasposizione digitale di questi servizi rappresenta uno dei mattoni fondamentali per un'economia digitale. Se tutta la popolazione, cittadini, professionisti e imprese – con la loro qualità di cittadini e anche con i loro ruoli, come rappresentanti di impresa, come amministratori delegati, come professionisti, eccetera – vengono rappresentati nel mondo digitale, noi abbiamo la possibilità non solo di digitalizzare, ma soprattutto di trasformare completamente lo scenario dei servizi.
  Non vi è dubbio che il mondo analogico ponga una serie di vincoli spazio-temporali quali, ad esempio, gli orari di ufficio, la presenza fisica, eccetera. Quindi, quando parliamo di trasformazione digitale, dobbiamo completamente ripensare i servizi, non solo in maniera spazio-temporale, cioè fare in modo che i servizi possano per esempio essere più ampi, ma soprattutto concepirli in una logica diversa che ponga i bisogni del cittadino al centro del percorso di erogazione dei servizi. I trusted services in questo sono fondamentali.
  Vediamo un po' di numeri senza entrare troppo nel merito di regolamenti comunitari, cioè il regolamento eIDAS (electronicIdentification Authentication and Signature) e la normativa nazionale che è adeguata e continuerà ad adeguarsi sempre più, ovviamente, alla normativa comunitaria. Peraltro Agid partecipa anche a comitati di standardizzazione a livello europeo, perché crediamo che gli standard siano presupposto non solo della interoperabilità, ma anche della trasformazione digitale con criteri industriali.
  Partiamo dalla PEC, che è nata 15 anni fa ed è oggetto anche di una trasformazione in seno al regolamento eIDAS. La PEC ha superato i 12 milioni di caselle – dati a fine dello scorso anno – e 2,3 miliardi di messaggi scambiati. Giusto per fare un paragone: l'insieme di raccomandate, assicurate e notifiche fatte attraverso gli strumenti postali è inferiore ai 200 milioni di unità in un anno; quindi si può dire che la PEC non solo ha sostituito, ma ha creato nuovi servizi digitali.
  Veniamo a SPID e poi entreremo un po' più nei dettagli. Nel mese di aprile abbiamo superato i 20 milioni di identità e 41 milioni di autenticazioni, cioè di richieste di accesso ai servizi pubblici delle PA che sono stati consentiti attraverso SPID.
  Questo successo e questo forte incremento dei trust services è stato favorito dal periodo di pandemia, questo non bisogna dimenticarlo, tuttavia abbiamo raggiunto dei numeri di eccellenza.
  Dicevo che SPID ha superato 20 milioni di identità, quando a maggio dello scorso anno avevamo appena superato i 7 milioni. Per dare un termine di paragone, 7 milioni è la stima degli utenti dell'Internet banking di un po' di mesi fa: sicuramente anche quelli saranno aumentati un po', ma è comunque un numero ragguardevole.
  Ci terrei a dire che i 20 milioni vanno parametrati rispetto alla popolazione maggiorenne degli Internet users, che rappresenta il campione con il maggiore deficit digitale di questo Paese sia a livello di mancanza di competenza che anche di uso di Internet. Giusto per fare un paragone con i Paesi che in Europa sono collocati più in alto nel ranking, l'Italia ha il 60 per cento in meno di Internet users rispetto ai Paesi del Nord Europa e Olanda.
  Rispetto alle firme elettroniche qualificate, nel corso del 2020 anche il loro numero è cresciuto moltissimo: ne sono state emesse oltre 3,6 miliardi – un numero enorme – e 1,7 miliardi di marche temporali.
  Parliamo di SPID, visto che ci avete chiesto di soffermarci su questo tema. SPID consente di avere un'unica identità e di poter spendere questa identità per accedere ai servizi di tutte le pubbliche amministrazioni o dei gestori privati che acconsentono all'utilizzo di SPID.
  Il sistema ha una serie di pregi, oltre che di vantaggi, che proverò a elencare. Dal punto di vista delle PA, è chiaro che esse non dovranno più preoccuparsi di identificare l'utente, di inviare credenziali, di supportare l'utente che ha perso il PIN o che lo vuole rinnovare e quant'altro. Questo significa un risparmio netto di costi e tempi e di implementazione dei servizi. Pag. 7
  I livelli di sicurezza sono più elevati, perché SPID ha sostituito e sostituirà sempre di più meccanismi di identificazione e autenticazione mediamente più deboli di quelli previsti da SPID, che invece consente tre livelli di sicurezza crescente. Ricordo che SPID può essere utilizzato, ai sensi anche del regolamento bancario, come riconoscimento a distanza della clientela poiché fornisce i più elevati standard di qualità e di sicurezza.
  Anche la firma digitale può essere usata allo stesso scopo. Per i cittadini il vantaggio è evidente: c'è un unico set di credenziali con il quale può accedere ai servizi online. La cosa che mi preme qui sottolineare – ma che a volte viene sottaciuta – è che il cittadino può utilizzare il proprio sistema, il proprio cellulare, può scegliere il servizio tra i vari provider che lo erogano e, quindi, tendenzialmente può scegliere quello a lui più congeniale, più ergonomico, più comodo e quindi ha una maggiore facilità di accesso ai servizi.
  La privacy è garantita perché i dati del cittadino non vengono trasferiti, ad esclusione di quei dati che necessariamente servono a comunicare all'amministrazione che Francesco Tortorelli, che si sta al momento presentando per accedere al servizio della pubblica amministrazione, è effettivamente la persona corrispondente ai dati trasmessi e contestualmente fornendo anche i dati per l'aggancio con le banche dati interne, quali tipicamente il codice fiscale.
  Ricordo che, dal momento che SPID è tra i servizi previsti dal regolamento eIDAS, il nodo di interconnessione tra i vari Paesi che hanno aderito al sistema di mutuo riconoscimento dei regimi di identificazione digitale, è possibile per il cittadino italiano dotato di SPID accedere ai servizi degli altri Paesi comunitari che hanno SPID. Questo in aggiunta a quanto detto dal direttore per quanto riguarda i servizi previsti dal Single digital gateway. A oggi abbiamo attive oltre 7.500 amministrazioni.
  Volevo spendere due parole anche sul domicilio digitale. A tutti è molto chiaro l'utilizzo di un sistema di identificazione: l'utente va a cercare un servizio, lo sceglie e vi accede. Il domicilio digitale ci consente di invertire questo paradigma: è la pubblica amministrazione il soggetto attivo rispetto al cittadino. Ad oggi già sono attivi i seguenti elenchi di domicili digitali:

   INIPEC (Indice dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti) è quello che contiene i domicili digitali dei professionisti iscritti agli albi regolamentati e delle imprese iscritte al registro imprese;

   IPA (Indice dei domicili digitali delle PA e dei gestori di pubblici servizi), che contiene i domicili digitali delle pubbliche amministrazioni e altre informazioni accessorie: gli uffici di fatturazione, le strutture organizzative eccetera;

   l'ultimo è l'INAD (Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato), che rappresenta il complemento all'unità generale dei domicili digitali ovvero il domicilio digitale per i cittadini e per i professionisti iscritti alle professioni non regolamentate: quali ad esempio i tributaristi, oppure quei privati che non fanno parte del registro imprese come gli amministratori di condominio, le associazioni, insomma il terzo settore.

  Abbiamo definito le linee guida che hanno superato la fase di consultazione pubblica e adesso, ai sensi dell'iter previsto dall'articolo 71 del CAD, sono in fase di acquisizione sia del parere della conferenza unificata che di quello del Garante per la protezione dei dati personali, oltre alla trasmissione all'Unione europea.
  Perché riteniamo importante il domicilio digitale? Perché il processo di trasformazione digitale consente anche di invertire il modo di fornire i servizi a un cittadino. Il domicilio può essere utilizzato per tenere il cittadino informato rispetto allo svolgimento di pratiche che lo interessano, anche nel caso in cui non sia stato avviato uno specifico procedimento: consente per esempio anche di informare che si sta per aprire un bando, fornendo in aggiunta anche un link – e in massima sicurezza – dal quale andare a recuperare una certa informazione. Il domicilio digitale consente di «portare a casa del cittadino», nel senso di Pag. 8«domiciliare», il servizio, evitandogli di andarselo a cercare tra i servizi pubblici.
  L'implementazione del domicilio ci consente quindi di trasformare completamente i processi della pubblica amministrazione. Abbiamo a disposizione – lo abbiamo visto nella prima parte dell'intervento – un modello di back office che consente di integrare le banche dati e i servizi delle PA, una serie di servizi che noi definiamo trust e quindi abilitanti – tra i quali SPID e il domicilio – e quindi di creare nuovi servizi e generare economia per le pubbliche amministrazioni. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie per gli interventi. Se fosse possibile farci avere le slide, sarebbe molto più semplice anche per noi seguire e interagire rispetto alle cose interessanti che ci sono state dette. Lascio la parola ai colleghi per gli interventi.

  CARLO GIACOMETTO. Presidente, io ringrazio lei per aver organizzato questa audizione e ringrazio sia il direttore Paorici che il dottor Tortorelli.
  Quando avremo la documentazione, potremo magari entrare meglio nel dettaglio, ma mi sono segnato alcune cose spot rispetto ai temi che ho sentito. Parto dalla fine, quando sono stati illustrati i trust services che riguardano l'identificazione, la firma, i sigilli e il domicilio, che hanno come finalità, giustamente, quella di mettere al centro i cittadini.
  Mi viene in mente immediatamente la procedura per attivare lo SPID che un cittadino deve affrontare qualora lo voglia fare, e racconto il caso specifico proprio del sottoscritto, anche in rapporto al principio del once only. Quando ho deciso di attivare lo SPID attraverso il portale Poste ID, ho fatto tutta la procedura, poi ad un certo punto mi è stato chiesto di recarmi presso l'ufficio postale per essere identificato, quindi fisicamente. Peccato che l'ufficio postale – il sistema Poste più in generale, non l'ufficio postale del mio paese – avesse già i documenti di identificazione del sottoscritto, in quanto io sono correntista anche di Poste Italiane. Quando si dice che bisogna promuovere il principio del once only, credo che si debba poi entrare nello specifico delle vicende pratiche del cittadino che si trova di fronte alla necessità di attivare uno SPID.
  20 milioni di italiani lo hanno fatto, però sappiamo che l'Italia è un Paese che mediamente anagraficamente sta salendo di età. Sappiamo che di fronte a questi intoppi magari qualcuno rinuncia, per cui andrei a verificare bene le procedure di attivazione dello SPID, che io ritengo una modalità di accesso alle banche dati presenti nel nostro Paese evidentemente molto innovativa e da perseguire. La verifica di queste procedure è in qualche modo da rimettere al centro.
  Per quanto riguarda un altro tema che è stato sollevato, ho una curiosità. Quando si parlava del Single digital gateway, ho visto che tra i soggetti coinvolti vi erano le pubbliche amministrazioni nazionali, le pubbliche amministrazioni locali e i soggetti cosiddetti «aggregatori».
  Ho notato una cosa, ma magari è stato solo un errore e quindi mi scuso se dovesse essere una domanda banale o non pertinente. Ho notato che le regioni erano sia sotto la categoria delle pubbliche amministrazioni locali sia sotto la categoria dei soggetti aggregatori e mi sono chiesto il perché, quindi mi permetto di rivolgere la stessa domanda ai nostri interlocutori. Grazie.

  CARLA CANTONE. Sì, brevemente perché io aspetto di avere in mano la documentazione così come richiesto dal presidente. Vorrei verificare con più calma che non con l'audizione che non sempre – parlo per me – mi fa afferrare subito alcune cose che ritengo sicuramente importanti per quello che ho sentito.
  Oltre alle cose già chieste dall'onorevole Giacometto, ho una domanda sullo SPID. Ora ci saranno milioni e milioni di persone che sono state vaccinate: se tu vuoi avere il certificato, devi utilizzare lo SPID, giusto? Io non ci ho ancora provato malgrado sia stata vaccinata la prima e la seconda volta perché ho una certa età, ma chi ci ha provato ha trovato una complicazione non da poco. Siccome tra i vaccinati ci sono molte persone anziane, io credo che bisognerà Pag. 9 trovare un sistema di forte semplificazione. Penso che questa Commissione possa giocare un ruolo per aiutare l'utilizzo dello SPID per avere, attraverso la digitalizzazione, questo benedetto documento dell'avvenuta vaccinazione.
  Io non so come fare, non so se è lo SPID o se è qualcos'altro; io so però che dobbiamo assolutamente renderlo il più semplice possibile, chiedo se sia possibile. Io penso che sia possibile, bisognerà trovare il modo per renderlo fruibile da tutti, anche dalle persone che non sempre utilizzano il digitale o non sono tecnologicamente molto avanzate, però questi sono gli italiani. Gli over 65 non sono tutti in grado di farlo e, quindi, occorre trovare una soluzione. Io chiedo anche al presidente e alla Commissione di provare anche noi a dare una mano per risolvere questa questione che non è una questione da poco.
  Approfitto di questa audizione per porre il problema, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Ovviamente mi associo alle considerazioni fatte dai colleghi e chiederei all'ingegner Paorici o al dottor Tortorelli se intendono aggiungere qualche considerazione rispetto alle richieste che sono state fatte. Grazie.

  FRANCESCO PAORICI, direttore generale dell'Agid. Provo a rispondere a un paio di cose e poi lascio la parola eventualmente al dottor Tortorelli per completare.
  Un aspetto è corretto, certe regioni giocano il ruolo di soggetto aggregatore perché di fatto hanno le competenze e le capacità tecniche per poter aggregare i servizi. Questo è capitato con SPID, per esempio. Il decreto semplificazioni, come sapete, ha imposto una deadline precisa al 28 febbraio, per spingere le amministrazioni a consentire l'accesso alle procedure online attraverso l'autenticazione SPID. In questo caso le regioni – alcune di esse, non tutte – agiscono proprio come società che sono in grado anche di aggregare questi tipi di servizi, nel caso specifico per i comuni. Avendo queste capacità, queste regioni possono mettere a servizio la propria esperienza e le proprie tecnologie per facilitare anche la realizzazione del progetto Single digital gateway, in prospettiva.
  Si parlava della diffusione di SPID e di come agevolare gli anziani, ma in generale le categorie più deboli che hanno meno dimestichezza con i devices tecnologici come il PC e lo smartphone che viene utilizzato come secondo fattore di autenticazione per lo SPID. Su questo stiamo cercando di attivarci in alcuni modi. Nel corso del 2020 abbiamo attivato il servizio di Registration authority officer (RAO) pubblico, che offre la possibilità per i comuni e le anagrafi di verificare l'identità personale dei cittadini che vogliono dotarsi dello SPID permettendo loro di andare in comune ed essere aiutati nello svolgere questa procedura.
  Questo è un aspetto. L'altro aspetto è che si sta lavorando su sistemi informatizzati di delega, in modo tale che gli anziani e anche le persone tutelate possano utilizzare SPID e, quindi, possano accedere ai servizi, attraverso un sistema di delega. Su questo progetto denominato attribute authority stiamo in fase di impostazione: stiamo lavorando sulle linee guida e stiamo dialogando con alcuni soggetti per cercare di impostarlo al meglio.
  È chiaro che non è un processo immediato: è lento, ma va in quella direzione. Da una parte la digitalizzazione delle procedure comporta che il cittadino ottenga l'identità digitale che è come la chiave di ingresso, la porta di casa dove ha tutto l'arredo digitale; dall'altra però si cerca di non lasciare indietro nessuno. Queste sono le azioni che Agid svolge e cerca di indirizzare nell'ambito dei suoi compiti istituzionali.

  FRANCESCO TORTORELLI, dirigente responsabile della direzione pubblica amministrazione e vigilanza dell'Agid. La segnalazione di un possibile ambito di miglioramento merita sicuramente una risposta. Nelle linee guida che noi abbiamo predisposto per SPID e che sono dirette ai gestori, abbiamo previsto la possibilità di recupero di identità pregresse proprio per venire incontro a quella necessità di semplificazione. Laddove un cittadino sia stato già riconosciuto in una modalità che si ritiene forte e robusta, i gestori possono Pag. 10chiedere ad Agid il recupero di queste identità pregresse secondo una procedura che loro definiscono e che noi approviamo. Nello specifico, cercheremo di capire e gestire anche il caso segnalato, visto che la possibilità c'è: pertanto raccogliamo ovviamente l'invito dal momento che questa è proprio la nostra idea di semplificazione. Se delle cose funzionano e si possono recuperare, vanno recuperate. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie anche per questa risposta. Se non ci sono altre richieste, ringraziamo l'ingegner Paorici e il dottor Tortorelli.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.15.