XVIII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Martedì 12 marzo 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI RAPPORTI CONVENZIONALI TRA IL CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI (CONAI) E L'ANCI, ALLA LUCE DELLA NUOVA NORMATIVA IN MATERIA DI RACCOLTA E GESTIONE DEI RIFIUTI DA IMBALLAGGIO

Audizione di rappresentanti del Consorzio Nazionale di Raccolta e Recupero Oli e Grassi vegetali ed animali esausti – RenOils.
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 3 
Fano Ennio , Presidente di RenOils (Consorzio Nazionale di Raccolta e Recupero Oli e Grassi vegetali ed animali esausti) ... 3 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 5 

ALLEGATO: Documentazione depositata da RenOils (Consorzio Nazionale di Raccolta e Recupero Oli e Grassi vegetali ed animali esausti) ... 6

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO

  La seduta comincia alle 13.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti del Consorzio Nazionale di Raccolta e Recupero Oli e Grassi vegetali ed animali esausti – RenOils.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio, l'audizione di rappresentanti di RenOils (Consorzio Nazionale di Raccolta e Recupero Oli e Grassi vegetali ed animali esausti).
  Cedo, quindi, la parola al Presidente di RenOils (Consorzio Nazionale di Raccolta e Recupero Oli e Grassi vegetali ed animali esausti), Ennio Fano, per lo svolgimento della sua relazione.

  ENNIO FANO, Presidente di RenOils (Consorzio Nazionale di Raccolta e Recupero Oli e Grassi vegetali ed animali esausti). Buongiorno. Ringrazio il presidente e i componenti della Commissione per questa opportunità non solo di farvi conoscere RenOils, un nuovo consorzio volontario che è stato riconosciuto nell'aprile del 2018, ma anche di fare un focus sulla situazione di questo settore per vedere come migliorarne l'efficacia e l'efficienza ambientale.
  RenOils, come dicevo, è un consorzio volontario, costituitosi nel 2016, che poi, attraverso una procedura di riconoscimento ben complessa, un'istruttoria svolta dal Ministero dell'ambiente con il supporto tecnico di ISPRA, ha visto il riconoscimento nell'aprile 2018. Chiaramente, i soggetti che hanno costituito RenOils facevano parte tutti del CONOE, il Consorzio nazionale obbligatorio che fin dal 2001 operava e che tuttora opera in questo settore.
  Il nostro consorzio attualmente si compone di 254 tra associazioni e imprese e va a coprire gli aspetti che riguardano i quattro comparti del settore, che partono dai produttori o importatori di olio, sia di semi, sia di oliva (parliamo anche di grassi animali), poi i recuperatori veri e propri, chi stocca l'olio esausto e, infine, chi fa il trattamento (riciclatori) e lo ridestina all'uso come materia prima seconda.
  Le parole chiave – faccio un po’ di pubblicità – sono trasparenza ed efficienza, ma è importante l'economicità, perché il tema della nascita di RenOils o di altri soggetti che possono nascere pone la domanda: non bastava un consorzio? C'era già il CONOE. Perché alcuni soggetti si sono staccati per farne altri?
  Il perché è molto semplice. Innanzitutto, dal punto di vista normativo e in linea con le direttive comunitarie, il legislatore italiano ha visto che una pluralità di soggetti consente una maggiore efficacia nella raccolta di questo rifiuto e anche una maggiore efficienza. Un sistema di concorrenza tra più soggetti fa efficientare il sistema consorzi, che altrimenti si potrebbe Pag. 4adagiare come se fosse un'istituzione pubblica. Invece, il nostro consorzio è un soggetto completamente privato, e che sicuramente ha avuto la necessità di riconoscimento del Ministero dell'ambiente perché il consorzio svolge un'attività di sussidiarietà, come io la definirei, al Ministero dell'ambiente.
  Sussidiarietà per fare cosa? Innanzitutto per raggiungere i migliori standard di raccolta sotto il profilo sia quantitativo, sia qualitativo, utilizzando tutti gli strumenti, che vanno dall'informazione alla comunicazione, ma soprattutto alla ricerca nel settore, una ricerca svolta con istituti specializzati e università che in questi vent'anni quasi di esistenza del Consorzio nazionale è stata un poco trascurata.
  In termini molto pratici, in Italia si immettono mediamente ogni anno al consumo, tra importazione e produzione, 1,4-1,5 milioni di tonnellate di olio. Di queste l'85 per cento viene ingerito nelle cucine, con i consumi alimentari, quindi crudo. Il resto, invece, si suddivide in due parti: uno, l'olio fritto – lo chiamiamo così – è quello usato nei ristoranti, nelle grandi catene di ristorazione, l'altro è usato nelle famiglie.
  Nelle famiglie, però, oltre alla frittura, quello che va disperso molto è il cosiddetto sott'olio. Si comprano le confezioni di tonno o di sgombro, si aprono e vengono gettate quasi naturalmente, come se fosse giusto, nel lavandino. Dove vanno? Vanno, purtroppo, negli impianti di trattamento delle acque reflue delle nostre città, con grandi costi e grandi difficoltà di trattamento. Questo quando va bene, ma nei picnic e in tante altre occasioni si prende la scatoletta e la si butta, anzi, se si fa il picnic vicino al fiume o al lago, tanto vale buttarla lì, e si creano veramente dei danni notevolissimi.
  Su questo con il consorzio, oltre al tema della raccolta – poi vedremo come la si fa – ci siamo già impegnati, in questi primi mesi, con alcune ricerche di settore. In particolare, è partito circa tre mesi fa, mi pare, un accordo con il CNR-IRSA (Istituto di ricerca sulle acque), insieme a Utilitalia, che prevede che si vada a campionare la situazione di 60 impianti di trattamento delle acque comunali, 20 al Nord, 20 al Centro e 20 al Sud, per capire il fenomeno e studiare i comportamenti. Si tratta di andare ad analizzare e a distinguere le tipologie di olio che vengono buttate nei lavandini e da ciò riuscire a capirne la quantità. Il problema vero, infatti, è la quantità, quanto se ne butta.
  Andiamo ai numeri. Come dicevo, di quel 15 per cento che viene disperso, che rappresenta circa 280-300.000 tonnellate – questi sono i dati ufficiali, riferiti al 2017, che oggi ha solo CONOE; adesso, con l'anno prossimo, saremo anche noi a raccoglierli e poi vedremo come – se ne raccolgono circa 70-75.000 e non di più. C'è un delta enorme di dispersione che va nell'ambiente. L'obiettivo primo è raccogliere il più possibile, ossia passare dalle 75.000 alle 100-150.000 tonnellate. Non dico che si riusciranno a raccogliere le 280-300.000, ma è possibile avvicinarsi molto. Per fare questo c'è anche RenOils accanto al CONOE.
  Come vive RenOils? RenOils vive con il cosiddetto contributo ambientale, che innanzitutto si basa sul principio della responsabilità estesa del produttore. Chi lo versa poi fa da sostituto d'imposta. Non pagano i produttori di olio. È stato stabilito con una legge, il cosiddetto «collegato agricoltura», nel 2016. Questa era una prima applicazione.
  Dopodiché, in funzione dell'attività dei consorzi e della loro efficienza ed efficacia, questo contributo – che serve appunto per fare le ricerche di settore, per attivare campagne di formazione e comunicazione, per mettere su una banca dati per conoscere il tema e il problema – già nel 2018, ossia l'anno scorso, avrebbe dovuto essere riparametrato con un decreto del Ministero dell'ambiente per vedere se era basso, se era alto, se era applicato bene o se non era applicato.
  Ahinoi, ci siamo accorti che c'è una fortissima elusione nel versamento del contributo. Perché? Perché il CONOE, non so per quale ragione – noi ancora non esistevamo – non lo ha messo in capo al solo produttore di olio, ma ha consentito il cosiddetto spostamento del punto di prelievo. Pag. 5
  Non solo, ha esentato tutta una serie di fasce quantitative. Al di sotto dei 5 litri di olio, in questo caso, c'è l'esenzione. È chiaro che la maggior parte delle famiglie stanno sotto. Quando si va al supermercato, non si compra la lattina da 5 litri. Si comprano 1, 2 o 3 litri, ma tutto sfuso. Quel quantitativo, praticamente, è esente.
  In particolare, per l'olio di semi, le lattine superiori a 5 litri o a 3 litri vengono acquistate solo dai ristoratori, non dal cittadino, ma il grosso del consumo dell'olio è del cittadino, parliamoci chiaro. Oggi vado a casa e sicuramente utilizzerò dell'olio.
  È necessario sicuramente che il Ministero dell'ambiente riprenda in mano questa situazione, che è definita per legge, e che essa venga analizzata e risolta attraverso un decreto previsto che, attraverso un incontro con i consorzi – che oggi sono due – permetta di capire cosa abbiano fatto, perché non riescano ancora ad arrivare a determinati obiettivi e quanto costi questa operazione. La nostra idea è che forse, pagando tutti, si vada a pagare di meno per riuscire a centrare quegli obiettivi.
  Cosa abbiamo fatto noi di diverso, a parte le ricerche di settore, tra cui quella che vi ho indicato? Abbiamo costituito, insieme all'Università di Roma 2, la prima banca dati del settore. È una banca dati molto importante, perché si riesce a tracciare il percorso dell'olio usato fino alla fine, non solo regione per regione. Adesso stiamo cercando di condividerla con l'ISPRA, affinché la nostra banca dati sia accessibile anche da ISPRA. È inutile fare dei doppioni di attività. Possiamo già fornire i nostri dati selezionati per fare statistiche e individuare situazioni particolari.
  Come ultima cosa, il consorzio non fa attività piena di mercato, perché sono i nostri associati che operano nel mercato, ma ha l'obbligo di intervenire in casi di difficoltà. Quali sono le difficoltà? È scomodo magari andare a recuperare dell'olio in un ristorante o in paesini piccolissimi. Il contributo ambientale, attraverso il consorzio, serve anche per favorire questo tipo di attività.
  Infine, oggi questa è una filiera positiva, una filiera virtuosa, perché con gli obblighi comunitari sui biocarburanti questo rifiuto oggi ha un valore. Noi abbiamo fatto proprio un mese fa un accordo con ENI per far sì che i nostri associati possano stipulare con ENI contratti di medio e lungo termine con prezzi predeterminati, oscillanti e legati ai prezzi dei carburanti, in maniera tale che non ci sia la voglia da parte di alcuno di buttare questo olio, perché l'olio viene remunerato dal cliente finale, i produttori di carburanti, che hanno l'obbligo, come sapete, di immettere una parte vegetale.
  Sono stato molto rapido. Resto a disposizione per eventuali vostre domande.

  PRESIDENTE. Ringrazio gli intervenuti per il loro contributo e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato), e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.

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