Sulla pubblicità dei lavori:
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SUI RAPPORTI CONVENZIONALI TRA IL CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI (CONAI) E L'ANCI, ALLA LUCE DELLA NUOVA NORMATIVA IN MATERIA DI RACCOLTA E GESTIONE DEI RIFIUTI DA IMBALLAGGIO
Audizione di rappresentanti del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET).
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 3
Dentis Corrado , presidente del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET) ... 3
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 7
Zolezzi Alberto (M5S) ... 7
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 7
Dentis Corrado , presidente del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET). In primis ... 7
Zolezzi Alberto (M5S) ... 8
Dentis Corrado , presidente del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET) ... 8
Zolezzi Alberto (M5S) ... 8
Dentis Corrado , presidente del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET) ... 8
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 9
ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET) ... 10
Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO
La seduta comincia alle 13.10.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di rappresentanti del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio, l'audizione di rappresentanti del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET).
Ringrazio i rappresentati del CORIPET e lascio immediatamente la parola al presidente Corrado Dentis per la relazione.
CORRADO DENTIS, presidente del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET). Buongiorno. Ringrazio lei, presidente, e tutti i componenti della Commissione.
Vorrei fare una considerazione iniziale sull'oggetto di quest'indagine della vostra Commissione, l'accordo ANCI-CONAI. Oggi, non parlerei più di ANCI-CONAI, ma di ANCI-sistemi di EPR. Oggi, esiste una molteplicità di sistemi di EPR, tutti senza scopo di lucro. Sono tutti soggetti di diritto privato, e tutti devono poter giocare su un piano di parità.
Quella su cui si basano i diversi sistemi di EPR è la cosiddetta «responsabilità estesa del produttore». In sostanza, i produttori di imballaggi si devono occupare, stante l'attuale normativa, del fine vita dei loro imballaggi. Per fare questo, sulla base del decreto legislativo n. 152 del 2006, si possono organizzare in primo luogo in modo consortile, possono dare vita a un sistema di cauzione e, in modo residuale, aderire al sistemati di EPR definito CONAI. Queste sono le modalità oggi perseguibili dai produttori di imballaggi.
Sottolineerei, inoltre, che oggi non si parla più di obiettivo plastica. L'obiettivo tipico dell'Unione europea, che ci è stato trasferito nel tempo, del raggiungimento del 22,5 per cento di imballaggi in plastica avviati al riciclo, è stato oramai soppiantato dal nuovo obiettivo della direttiva packaging, che ci impone al 2030 un 55 per cento. Soprattutto, nella logica della direttiva single-use plastics, il nuovo regolamento che nei prossimi mesi verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea prevede obiettivi diversi per singole plastiche.
Nello specifico, parliamo, ad esempio, di contenitori per liquidi, delle bottiglie in PET, che avranno obiettivi diversi rispetto ad altre tipologie di imballaggio. Nello specifico, abbiamo l'obiettivo di un raggiungimento minimo di raccolta differenziata del 77 per cento al 2025, per andare poi al 90 per cento nel 2029. Contestualmente, sarà obbligatorio l'utilizzo di PET riciclato per realizzare nuove bottiglie nella misura del 25 per cento al 2025 e del 30 per cento al 2030. Pag. 4
Andrei velocemente sulle slides, contenute nel documento che depositiamo.
Chi è CORIPET? Come accennavo nella fase di preambolo, CORIPET è un sistema di EPR. Siamo stati autorizzati e riconosciuti dal Ministero dell'ambiente il 24 aprile dell'anno scorso. Autorizzati e riconosciuti, direi per la prima volta le due cose insieme. In precedenza, infatti, il ministero aveva soltanto autorizzato altri sistemi di EPR, quali CONIP o il PARI Aliplast, autorizzandoli e poi riconoscendoli in una seconda fase. Noi siamo stati autorizzati e riconosciuti. Avremo soltanto una verifica sull'adempimento di alcuni obblighi inseriti nell'autorizzazione a due anni dal 24 aprile 2018, quindi entro il 24 aprile del 2020.
Ci occupiamo, in conformità alla logica del sistema EPR, esclusivamente di contenitori per liquidi in PET, nella logica di quello che viene definito bottle-to-bottle, nel pieno dell'economia circolare. In sostanza, dal rifiuto di una vecchia bottiglia c'è la possibilità di rifare una nuova bottiglia. All'interno del nostro sistema abbiamo alcuni tra i più importanti produttori di acque minerali, quali il gruppo San Pellegrino, Nestlé Waters, Ferrarelle, Lete, per andare a società di levatura internazionale nel mondo del latte, quali Granarolo, Parmalat, la stessa Centrale del latte di Roma.
All'interno di CORIPET ci sono tre riciclatori: la Dentis Recycling Italy, l'Aliplast del gruppo Hera e la società Valplastic. Come obiettivo primario, intendiamo raccogliere per riciclare. Il nostro obiettivo di economia circolare è quello di implementare con un nuovo sistema la raccolta differenziata tradizionale, che è quella che vede il classico automezzo che fa la raccolta e passa o dal porta a porta o dal cassonetto stradale, per conferire poi gli imballaggi raccolti a centri di selezione, che a loro volta conferiscono le plastiche selezionate in frazioni omogenee al mondo del riciclo, il quale mondo del riciclo nel caso specifico fa poi un RPET.
A questa modalità tradizionale vogliamo aggiungere una nuova modalità, quella degli ecocompattatori, che possono essere installati presso la grande distribuzione o in altri luoghi idonei, che permettono di intercettare i materiali in modo selettivo, quindi rispondendo perfettamente ai requisiti alla base del bottle-to-bottle. Alla base del bottle-to-bottle c'è un regolamento europeo, il n. 282 del 2008, che dice che, per realizzare una nuova bottiglia con PET riciclato adatta al diretto contatto con gli alimenti, bisogna mettere in atto un'intercettazione selettiva, quindi una filiera in grado di raccogliere selettivamente soltanto contenitori per liquidi in PET.
Con questa nuova modalità riusciamo a saltare un passaggio e, proprio nella logica dell'economia circolare, andiamo direttamente dal riciclatore, e non più all'impianto di selezione, il quale riciclatore è poi in grado a sua volta di fare un RPET, un PET riciclato, a contatto con gli alimenti.
Perché siamo nati? Siamo nati perché ad oggi non esiste una filiera selettiva che ci permetta di raccogliere per riciclare, e che ci permetta di raccogliere di più. Abbiamo infatti la necessità di ottemperare agli obblighi, come vi dicevo, imposti dall'Unione europea, imposti dalla direttiva single-use plastics.
Su queste basi, oggi il modello è quello del sistema EPR, che ha come obiettivo di aggiungere, alla modalità di raccolta tipica, quella degli ecocompattatori, che coinvolgono e incentivano i cittadini. Sulle dinamiche legate alla fidelizzazione avremo infatti modo di aumentare l'attrattività di questo nuovo modello, e quindi di passare – tema questo che riprenderemo più avanti – dall'attuale raccolta tradizionale, che garantisce di raccogliere circa 52-53 bottiglie su 100, al raggiungimento nel minor tempo possibile delle 90 bottiglie che ci imporrà a livello di raccolta l'Unione europea.
Peraltro, oggi esistono già in Italia modalità di raccolta con ecocompattazione. Si stima che oggi in Italia ci siano non meno di mille compattatori dispersi da nord a sud nei supermercati, e non solo. Oggi, questa modalità non è tracciata. Oggi si raccolgono bottiglie, ma non si sa esattamente che fine facciano. Nella dinamica di tracciare il rifiuto – questo è uno dei capisaldi del sistema di EPR-CORIPET – vogliamo ricondurre progressivamente anche Pag. 5 questa modalità oggi presente già in Italia sotto il cappello di CORIPET.
Vogliamo poi dare un contributo fattivo a un problema noto a voi tutti, quello del plasmix. Per la quota parte di contributo che possiamo dare, ci siamo posti ad esempio, fin da subito il problema del PET opaco, quello che oggi potete vedere può essere ricondotto alla bottiglia del latte, che ha avuto un periodo iniziale di mercato travagliato, perché il fine vita fino ad oggi è sempre stato complesso, e non si è trovata finora una collocazione adeguata allo sbocco di questa plastica.
Noi abbiamo trovato, con il nostro modello di sistema di economia circolare, la risposta per il PET opaco dei contenitori per liquidi, che verrà tolto dal plasmix, che, come sapete, nella migliore delle ipotesi viene poi conferito a termovalorizzazione. Da qui deriva anche il nostro motto: raccogliere per riciclare. Tutto quello che intercettiamo, quello che è oggetto del nostro sistema di EPR, la raccolta dei contenitori per liquidi, va interamente al riciclo.
Perché le bottiglie in PET? Perché questa è la logica dei sistemi di EPR: i sistemi consorziati producono e immettono al consumo un determinato imballaggio, e soltanto di quello ci si può occupare. Noi non siamo, quindi, generalisti. Ci occupiamo solamente dell'imballaggio che i nostri consorziati immettono sul mercato. Non potremmo fare altrimenti. Non è un vezzo. Non è la volontà di intercettare le bottiglie in PET perché danno dei vantaggi economici particolari. Se facessimo questo ragionamento, avremmo intercettato altre plastiche, che hanno un valore ancora più alto economicamente dei contenitori per liquidi in PET. Noi facciamo questo perché il nostro sistema di EPR lavora con società che immettono al consumo esclusivamente contenitori per liquidi in PET.
Perché cambiare modello di sistema EPR, e quindi confluire in CORIPET? Perché oggi, e oramai da anni, il sistema attuale è plafonato su certe quantità. Si fatica con le modalità di raccolta oggi presenti in Italia a raccogliere di più. I nostri consorziati si sono quindi fatti la domanda: come possiamo arrivare a ottenere tassi di raccolta e di avvio al riciclo molto più importanti? Con dinamiche innovative. Le dinamiche innovative, che sono alla base del nostro consorzio, ci permetteranno, come il nostro piano prevede, entro cinque anni di crescere oltre l'80 per cento. Come dicevo, l'obiettivo sarà del 90 per cento al 2029: noi contiamo di arrivare con larghissimo anticipo al 90 per cento di bottiglie intercettate. La volontà di cambiare casa è stata quella di dire: dotiamoci di strumenti che ci permettano di raccogliere e di togliere dall'ambiente un maggior numero di contenitori per liquidi.
Accennavo già in parte al tema del motivo per cui trattiamo le bottiglie in PET. Ecco, noi siamo obbligati proprio per il DNA, per la struttura fisiologica dei sistemi di EPR, a orientarci soltanto a questo. Abitualmente, per l'esperienza dei sistemi di EPR mono-orientati, le performance di raccolta e di avvio al riciclo sono estremamente più importanti di quelle dei sistemi di EPR che definirei generalisti.
Si innesca, in effetti, una serie di dinamiche. Il rischio è, ad esempio, di porre a carico delle fonti rinnovabili i costi dell'inquinamento delle fonti petrolchimiche. Talvolta, nei sistemi di EPR generalisti la maggior parte dei costi sono sostenuti dagli imballaggi in plastica più facilmente riciclabili o più facilmente collocabili nel mercato delle materie prime seconde e della nuova vita delle plastiche.
Operiamo, ovviamente, su tutto il territorio nazionale, da sud a nord, anche perché, tra le varie prescrizioni che abbiamo a livello autorizzativo, c'è quella di iniziare con l'installazione degli ecocompattatori dalle zone a minor raccolta differenziata. È un caposaldo per noi il voler iniziare dal sud e dalle isole, notoriamente tra le aree più in difficoltà dal punto di vista della raccolta. Ci stiamo organizzando e siamo già in fase di operatività sul sud della nostra penisola.
Veniamo al rapporto con l'ANCI, che è un po’ l'oggetto della vostra indagine.
Da quando siamo stati autorizzati, quindi dal 24 aprile dell'anno scorso, abbiamo interloquito a lungo con ANCI. Abbiamo fatto parecchie riunioni. A oggi, non siamo Pag. 6arrivati a nessuna conclusione, non siamo stati in grado di definire qualcosa che ci potesse portare a dire: abbiamo trovato la quadratura del cerchio con i comuni.
Sottolineo che oggi l'ANCI è comunque destinataria, in qualità di associazione nazionale dei comuni, di una minima parte dell'attuale corrispettivo economico che le spetta: l'85 per cento dei corrispettivi introitati in virtù dell'accordo in vigore con il CONAI viene retrocesso attraverso delega ad altri soggetti, e soltanto il 15 per cento dei corrispettivi economici introitati in forza dell'accordo tra ANCI e CONAI rimane all'ANCI, ai comuni. Tutto il resto prende strade diverse, legate appunto alle deleghe, che vedono soprattutto in primo piano il coinvolgimento delle multiutility.
Quello che abbiamo cercato di fare nei molteplici incontri è stato proporre, ovviamente, le nostre modalità di raccolta, soprattutto quelle innovative, con gli ecocompattatori, in allineamento con la raccolta tradizionale e la modalità consolidata in molti anni di raccolta differenziata in Italia. Francamente, abbiamo avuto risposte non chiare, che forse non consideravano che l'attuale sistema non è più quello di alcuni anni or sono, dal momento che oggi esiste una pluralità di sistemi di EPR.
Ribadisco questo concetto. È più oggi un sistema di EPR, per quello che poi è il corrispettivo che eroga, che nel nostro caso si chiama contributo di riciclo CORIPET (CRC), che non è in nessun modo da considerare come una tassa. Non è che si paga un contributo ambientale e si pensa di pagare una tassa. Nel nostro caso, il contributo di riciclo CORIPET viene pagato in funzione di un servizio prestato per la gestione del fine vita degli imballaggi dei nostri consorziati. Si prevede una controprestazione, che include anche l'analisi fatta dai nostri consorziati all'inizio, e che ribadisco ulteriormente: per raggiungere certi obiettivi, abbiamo bisogno di un servizio diverso; questo servizio diverso ci è stato proposto da CORIPET, andiamo su quella strada.
Nel confronto con l'ANCI, direi dopo non meno di una decina di incontri fatti, ma anche con quella che ci è stata presentata come delegazione trattante nei confronti del CONAI, seppur mai al completo, certe dinamiche non sono mai emerse con chiarezza, e quindi siamo rimasti in una logica in cui non ci è chiaro se il problema siano gli ecocompattatori, peraltro imprescindibili se si vuole fare il 90 per cento di raccolta differenziata, e in più attivare il modello «da una bottiglia a una nuova bottiglia». Come dicevo poc'anzi, siamo plafonati oramai da anni intorno al 50 per cento. Questi ultimi anni siamo stati capaci di passare da un 47-48 per cento di bottiglie raccolte a un 53-54 per cento.
Queste sono le difficoltà che abbiamo sostanzialmente riscontrato in quest'interlocuzione, che ci ha portato anche a proporre ad ANCI di entrare nella logica dei sistemi di EPR attuali mantenendo, almeno nella fase iniziale, le stesse logiche. Noi siamo innovativi, e quindi avevamo proposto ad ANCI di valorizzare, ad esempio, tutte le bottiglie che vengono trattate. Oggi, ad esempio, le bottiglie conferite nella raccolta differenziata tradizionale non sempre vengono interamente riconosciute come corrispettivo economico ai comuni. Abbiamo cercato, allora, di toccare una serie di tasti.
C'è un elemento noto oramai da molti anni, che è quello della terzietà degli ispettori. Gli ispettori che valutano la qualità della raccolta differenziata oggi conferita non sono terzi. In accordo con ANCI, abbiamo tentato di proporre anche questa questione. Nulla è stato di fatto accettato, e quindi siamo in una fase di stallo. Siamo, oggi, in una situazione in cui non è dato conoscere la prossima evoluzione.
Le conseguenze sono quelle per cui, se non evolviamo rapidamente da questa situazione, non saremo in grado di mettere in atto l'applicazione bottle-to-bottle. Oggi, quest'applicazione, questa valorizzazione non esiste in Italia, ancorché sia normata, perché la normativa italiana prevede di poter utilizzare fino al 50 per cento di PET riciclato per fare nuove bottiglie, ma oggi questo non è di fatto perseguibile, perché non esiste la filiera selettiva. Se non evolviamo, non saremo mai in grado di creare questa nuova opportunità. Pag. 7
E questa nuova opportunità ci rimanda obbligatoriamente alla assoluta necessità di incrementare le quote di raccolta. Se poi non arriveremo nei tempi prestabiliti al 90 per cento per le bottiglie PET (ai sensi della direttiva single-use plastics), rischieremo di essere sanzionati. Contestualmente, se raccogliamo per riciclare di più, toglieremo delle quantità dal plasmix, che oggi sappiamo essere uno dei tanti problemi che attanagliano questo Paese.
Conoscete il problema degli incendi negli impianti, la difficoltà che c'è oggi a gestire questo flusso, che, ripeto, nella migliore delle ipotesi viene avviato a termovalorizzazione, a produzione di nuova energia. Noi ci riproponiamo di portare tutto a riciclo meccanico.
Con questo direi che ho per sommi capi ripreso un po’ gli obiettivi del nostro sistema di EPR, le direttive europee sulle bottiglie in PET e i problemi che abbiamo incontrato a oggi nei confronti dell'Associazione nazionale dei comuni italiani.
PRESIDENTE. Grazie. Do quindi la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
ALBERTO ZOLEZZI. Vi ringrazio per l'audizione. Vorrei capire qualcosa in più su questi ultimi punti, sulla difficoltà, che avete esplicitato e descritto, dei rapporti con ANCI e anche un po’ della parte economica.
Provando a fare l'avvocato del diavolo, un compattatore posto magari in un luogo adeguato, ma in un luogo pubblico, può avere comunque una serie di costi di gestione, che in qualche caso potrebbero ricadere anche sul pubblico. Se anche una scuola pubblica se ne dotasse, o un luogo appunto aperto, il comune potrebbe avere alcune spese ipoteticamente, per cui magari dice: sì, va bene, però mi devi ristorare di quello che spendo. Questo è per quanto riguarda l'eventuale contributo agli enti locali.
Per quanto riguarda il CONAI, avete esplicitato alcune difficoltà, ma vorrei capire se ci sono stati veri e propri incontri, quante volte vi siete visti. Visto che siete stati riconosciuti con un decreto che prevedeva anche questa stipula dell'accordo, come pensate di andare avanti? Va premesso che, come sapete, anche l'accordo classico tra ANCI e CONAI non è ancora rinnovato, per cui non è che sia un'eccezione il fatto che anche con voi non ci sia questo. È chiaro, però, che è una situazione che deve essere chiarita.
Questa è una Commissione permanente, non di inchiesta. Ci eravamo incontrati nella scorsa legislatura nella Commissione di inchiesta. È chiaro, però, che se ci sono elementi particolari anche sul versante economico di cui sarete a conoscenza, l'invito ovvio è non tanto qui in questa sede, ma di portarli all'attenzione di chi ritenete. È davvero paradossale che non si riesca a trovare un accordo. Fa sorgere dei dubbi importanti. Grazie.
PRESIDENTE. Do la parola al presidente Dentis per la replica.
CORRADO DENTIS, presidente del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET). In primis, relativamente al discorso ecocompattatori, oggi prevediamo sostanzialmente due modalità per l'installazione degli ecocompattatori.
Quella classica, per CORIPET, è quella di acquistare in proprio gli ecocompattatori, installarli su superficie privata – vedasi grande distribuzione organizzata o, in accordo con i comuni, anche presso i comuni stessi – manutenerli, gestire la raccolta, tutto a cura e a spese di CORIPET. Tutta la raccolta effettuata con ogni singola macchina verrà poi trasferita a costo zero a ogni comune, in modo che possa accreditare questi volumi alla raccolta differenziata svolta già dal comune con i metodi tradizionali.
Dopodiché, siamo aperti anche a dinamiche di altro tipo. Mi spiego. Se il comune vede nella logica degli ecocompattatori – sono cose che già capitano in Italia – l'opportunità per il comune stesso di effettuare una raccolta selettiva, ben venga. Ovviamente, a quel punto demandiamo in toto al comune l'acquisto e la gestione a livello di manutenzione o di logistica integrata Pag. 8 del comune o di chi per esso. Sottolineo che consideriamo questo un flusso diverso da quello che oggi già esiste, ma che è completamente diverso ed è svolto da altri sistemi di EPR, e cioè quello della raccolta selettiva di tutti i contenitori per liquidi, non solo del PET, per cui ci sono dentro i flaconi in polietilene ad alta densità, che è un tipo di plastica, il polipropilene, che è un altro tipo di plastica, il PET, con una frazione estranea che non ci permetterebbe comunque oggi di fare il bottle-to-bottle di cui vi parlavo prima. Se il comune ha intenzione di investire e, se magari ha già delle strutture dedicate, di manutenere e di organizzare da solo la gestione di questi ecocompattatori, noi siamo pronti a riconoscere il corrispettivo per questa gestione fatta dai comuni, in qualità di una raccolta selettiva dei contenitori per liquidi in PET.
Apro e chiudo una parentesi. Le nostre macchine sono dotate di selettori ottici che ci permettono di lavorare sul codice a barre delle etichette delle bottiglie, quindi siamo in grado di leggere per ogni bottiglia di che materiale parliamo: se il materiale è, nel nostro caso, PET bottiglie, lo accettiamo nella misura in cui, stante il regolamento europeo che citavo, il n. 282 del 2008, deve essere una bottiglia nata già per contenere alimenti. Se è una bottiglia in PET ed è una bottiglia che ha contenuto alimenti in precedenza, per noi è una bottiglia buona per il bottle-to-bottle. A quel punto, la macchina dice «okay, è buona, la ritiro», altrimenti la esclude. Siamo in grado veramente di leggere bottiglia per bottiglia di che materiale parliamo e quale era l'applicazione iniziale di quegli imballaggi.
L'altra domanda riguardava il CONAI, se abbiamo incontrato il CONAI...
ALBERTO ZOLEZZI. Se avete incontrato l'ANCI, quante volte.
CORRADO DENTIS, presidente del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET). Direi che dal 24 aprile dell'anno scorso a oggi, e abbiamo fatto un incontro all'inizio di quest'anno, abbiamo incontrato l'ANCI qui a Roma non meno di una decina di volte. Abbiamo incontrato anche, a ottobre dello scorso anno, nelle sedi del Ministero.
ANCI non è stata in grado di darci una risposta, neanche per dirci che il corrispettivo che avevamo proposto non era adeguato o che si erano incagliati sugli ecocompattatori. ANCI non ha dato risposte, praticamente da otto mesi.
Il CONAI l'abbiamo incontrato ben una volta, nella loro sede, e ci ha detto che, alla luce di un ricorso avverso il Ministero dell'ambiente sia di CONAI sia di COREPLA, loro ritenevano che, fintanto che un terzo, a questo punto un giudice, non si fosse espresso, loro non avrebbero ritenuto CORIPET un interlocutore adeguato. Da quel momento, CONAI non ha più voluto interloquire con noi.
ALBERTO ZOLEZZI. Quanto al CONAI posso capire, ma relativamente ad ANCI ci potete dire qualcosa sul perché secondo voi con dieci incontri non si è arrivati a un accordo?
CORRADO DENTIS, presidente del Consorzio volontario per il riciclo del PET (CORIPET). Nello specifico, una prima fase di incontri non è stata ritenuta – credo – qualificante, perché poi la delegazione trattante, che di fatto è la medesima che interloquisce... Peraltro, prima lei citava, onorevole Zolezzi, il discorso del 31 marzo, quando scadrà l'attuale ANCI-CONAI, che storicamente di certo non vedrà il nuovo accordo già dal 1° aprile. In occasione di uno degli ultimi incontri, l'ANCI ci ha detto che hanno già fatto sei incontri tra ANCI e CONAI sui temi del nuovo accordo, a cui i sistemi di EPR – ripeto che non esiste solo il sistema EPR CONAI in Italia, ma esiste CORIPET, esiste, per non far nomi, il CONIP, esiste il PARI Aliplast – non mi risulta che siano mai stati invitati.
Dirle poi che, da quando ci fu formalizzata la composizione della delegazione trattante a oggi, siano intervenuti particolari motivi... La delegazione trattante al completo non l'abbiamo mai incontrata. Abbiamo sempre incontrato, ovviamente, il delegato ANCI all'ambiente, il signor Stomeo, Pag. 9 che ha sempre oggettivamente rimandato nel tempo qualsiasi decisione, non è stato mai capace di formalizzare... Ahimè, a precise domande non abbiamo mai ottenuto non solo precise risposte, ma risposte. Siamo nel limbo più totale.
PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti del CORIPET per essere intervenuti e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 13.45.
Pag. 10ALLEGATO
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