XVIII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Martedì 5 febbraio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI RAPPORTI CONVENZIONALI TRA IL CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI (CONAI) E L'ANCI, ALLA LUCE DELLA NUOVA NORMATIVA IN MATERIA DI RACCOLTA E GESTIONE DEI RIFIUTI DA IMBALLAGGIO

Audizione di rappresentanti del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA).
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 3 
Ciotti Antonello , presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 3 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 8 
Manca Alberto (M5S)  ... 8 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 8 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 9 
Ciotti Antonello , presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 9 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 10 
Ciotti Antonello , presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 10 
Paravidino Massimo , direttore generale del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 10 
Ciotti Antonello , presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 10 
Paravidino Massimo , direttore generale del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 11 
Ciotti Antonello , presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 11 
Paravidino Massimo , direttore generale del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 11 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 11 
Paravidino Massimo , direttore generale del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 11 
Ciotti Antonello , presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 11 
Manca Alberto (M5S)  ... 12 
Ciotti Antonello , presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 12 
Manca Alberto (M5S)  ... 12 
Ciotti Antonello , presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 12 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero-Sogno Italia: Misto-MAIE-SI;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO

  La seduta comincia alle 13.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio, l'audizione di rappresentanti del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA).
  Do la parola al presidente Antonello Ciotti per lo svolgimento della sua relazione.

  ANTONELLO CIOTTI, presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Cercherò di essere il più sintetico possibile. Vi ringrazio per l'invito e per la vostra presenza.
  Il mio scopo oggi è di dare un'illustrazione delle attività del Consorzio e di dare delle indicazioni su quello che abbiamo di fronte a noi, nel termine del rinnovo del contratto ANCI-CONAI.
  Il mantra del Consorzio è «tutti, sempre e ovunque», caratteristica per noi fondamentale. Che cosa significano queste tre parole? Anzitutto, il COREPLA è il Consorzio senza scopo di lucro per il riciclo degli imballaggi in plastica. Quali imballaggi ricicliamo? Tutti gli imballaggi che provengono dalla raccolta differenziata, e non solo le tipologie con minor deficit di catena, ossia le tipologie di plastiche più difficilmente riciclabili, per cui il costo del riciclo è superiore.
  Sempre: indipendentemente dalle condizioni di mercato, anche quando siano stati raggiunti gli obiettivi che la legge ci impone. Ovunque: copriamo tutto il territorio nazionale.
  I risultati che parlano da soli. Quando siamo partiti, a seguito del decreto Ronchi, nel 1998, si raccoglievano poco meno di 2 chili per abitante. Nel 2017, abbiamo superato i 17 chili e il preconsuntivo dell'anno scorso, del 2018, dà una media nazionale di raccolta che supera i 20 chili per abitante.
  È estremamente interessante vedere la slide, contenuta nel documento che depositiamo, che mostra attraverso la cartina dell'Italia la diffusione a macchia di leopardo della raccolta differenziata. Ci sono regioni molto virtuose, come il Veneto, la Val d'Aosta e l'Emilia-Romagna, che già nel 2017 hanno superato i 20 chili per abitante; la media è intorno ai 18 chili per abitante per la Lombardia e – mi preme sottolinearlo – per la Campania, che in altri tempi era in una situazione di crisi per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, che ha superato la Lombardia, almeno per quanto riguarda i rifiuti degli imballaggi di plastica; e infine, una media Pag. 4diversa per il Sud, che, anche se con tassi di crescita notevolmente superiori alla media nazionale, è ancora lontano dai 20 chili per abitante.
  Dove siamo rispetto all'obiettivo europeo? L'obiettivo che ci proviene dall'Unione europea è del 50 per cento rispetto all'immesso al consumo. Noi chiudiamo il 2017 con un 43,5 per cento. Si potrebbe dire che siamo vicini. Sì, siamo vicini, ma ci sono ancora dei passaggi molto importanti, degli ostacoli da superare, per arrivare a questo 50 per cento richiesto dall'Unione europea.
  In termini di recupero – come si vede dalla slide che fornisce le percentuali del recupero totale per il 2017 degli imballaggi sull'immesso al consumo – e questo è un dato di cui siamo molto orgogliosi, rispetto al totale dell'immesso al consumo, tra COREPLA e sistema di recupero dai rifiuti comunali si raggiunge l'83,5 per cento, di cui il 43 per cento, 987.000 tonnellate, va a finire a riciclo, e adesso vediamo come.
  La successiva è una slide estremamente importante, perché ci consente di capire come funziona un sistema molto complesso, quale quello che COREPLA gestisce, che involve circa il 95 per cento di tutti i comuni italiani, quindi 58 milioni di abitanti, circa mille operatori di raccolta, 33 centri di selezione e oltre 70 riciclatori.
  Iniziamo a vedere i vari dati. Questa è una slide in cui abbiamo inserito tutti i numeri per avere un'idea molto chiara delle nostre attività.
  Nel 2017, l'immesso al consumo degli imballaggi di plastica è cresciuto del 2,5 per cento, raggiungendo la quota di 2.270.000 tonnellate. La raccolta attraverso il sistema COREPLA è aumentata del 12 per cento. Questo è un dato importantissimo: rispetto a un immesso al consumo che aumenta del 2 per cento, la raccolta aumenta del 12 per cento.
  Adesso vediamo il flusso finanziario. Quando viene effettuata propriamente la raccolta differenziata, questa viene conferita attraverso i comuni o gli operatori di raccolta in centri di selezione, e qui avviene una prima attività molto importante: viene valutata la qualità degli imballaggi raccolti e vengono pesati; in base al peso e alla qualità, c'è un contributo, una compensazione che torna ai comuni italiani e che nel 2017 ha superato i 310 milioni di euro, una piccola finanziaria che torna ai comuni italiani come supporto alla raccolta differenziata.
  Quale attività viene svolta in questi centri di raccolta? Viene svolta l'attività di selezione. Per dare valore alla plastica che proviene dagli imballaggi e per poterla riciclare, bisogna differenziarla tra le varie famiglie di plastica: il PET delle bottiglie, la plastica dei contenitori degli shampoo, la plastica dei film, dei sacchetti e così via. È un'operazione estremamente complessa, in cui l'Italia è all'avanguardia mondiale, perché alcuni dei produttori di macchine più all'avanguardia nel mondo sono italiani.
  Il costo delle attività di selezione ammonta a circa 150 milioni di euro: 310 vanno spesi sui comuni, 150 in attività di selezione.
  Tutto ciò che non si riesce a recuperare dal punto di vista del riciclo viene avviato al recupero waste-to-energy, cioè al recupero energetico, o nei termovalorizzatori o nei cementifici al posto del combustibile utilizzato in alternativa per far funzionare i cementifici. Abbiamo, quindi, 310, 150, altri 50: abbiamo già speso quasi 500 milioni di euro.
  Il costo della gestione di tutto questo sistema estremamente complesso è molto limitato, perché come COREPLA spendiamo meno di 14 milioni all'anno, equivalenti a meno di 14 euro a tonnellata, una fee estremamente bassa. Poi, tutto ciò che ha valore, viene venduto attraverso delle aste pubbliche, a cui possono partecipare tutti i riciclatori italiani ed europei accreditati. I ricavi delle vendite ammontano a circa 100-105 milioni di euro nel 2017.
  Abbiamo visto le compensazioni, il costo dell'attività, tutti i costi – abbiamo superato i 520 milioni di euro; 104 tornano dai ricavi di vendita; il CAC, questo famoso contributo ambientale CONAI è in qualche modo il bacino che utilizziamo per mantenere il sistema in equilibrio. È un sistema che funziona, perché tutti gli attori generalmente non sono contenti. I produttori e gli utilizzatori di imballaggi, infatti, vorrebbero Pag. 5 pagare un CAC inferiore; i comuni vorrebbero avere un contributo superiore; i selezionatori vorrebbero un contributo superiore e così via. È, però, un sistema che sta in equilibrio, e abbiamo visto i risultati.
  In Italia – qui li abbiamo indicati schematicamente – sono 33 i centri di selezione e stoccaggio, i punti in cui viene conferito il materiale. Non lavorano in esclusiva con COREPLA, ma noi chiediamo continui miglioramenti tecnologici per incrementare il numero di prodotti selezionati. Faccio un esempio. Nel 2007, estraevamo da questo sacco giallo dove si mettono i rifiuti di plastica cinque prodotti; l'anno scorso, siamo arrivati a quindici prodotti tra standard e sperimentali. Il PET, ad esempio, viene suddiviso automaticamente in tre colori: le bottiglie trasparenti, quelle azzurrine, e tutto il colorato, che viene messo insieme; c'è il polipropilene, l'alta densità e così via.
  Quello che è importante sottolineare è che, mentre un tempo questa era un'attività che richiedeva un basso livello di manodopera, attualmente il 98 per cento dei volumi prodotti viene selezionato con una tecnologia automatica, e questa è un'eccellenza dell'industria italiana, poi esportata anche nel mondo.
  È chiaro che le attività di controllo sono estremamente importanti. Noi facciamo numerosi controlli tramite agenzie, società, che impiegano circa 140 addetti e che sono state selezionate con una procedura di affidamento indetta nel maggio 2018.
  Effettuiamo delle analisi merceologiche per valutare la qualità del materiale in ingresso ai centri di selezione – perché in base alla qualità conferiamo poi il contributo ai comuni e sulle quantità dei prodotti in uscita. Oltretutto, svolgiamo un'attività di presidio presso i CSS, questi centri di selezione, per il monitoraggio dei flussi in ingresso e in uscita, e la verifica dell'operatività, perché questi centri sono il ganglio vitale del sistema COREPLA, trovandosi a metà strada tra il comune che conferisce e noi che trasformiamo il rifiuto in un prodotto.
  Come vedete, il numero di analisi effettuate supera i 27.000 campionamenti durante l'anno. Poi svolgiamo altre attività di controllo. Sono due aspetti molto importanti introdotti nel 2018. Abbiamo pubblicato un bando, cioè abbiamo fatto per la prima volta una gara rivolta a tutto il sistema industriale italiano per l'affidamento dei servizi di analisi merceologiche di presidio, quello di cui ho parlato precedentemente.
  L'effetto di avere una gara è stato quello di dare una maggiore chiarezza e quello di maggiori opportunità anche da parte nostra di avere più coerenza tra il servizio richiesto e quello che poteva essere offerto dal sistema italiano. Non solo: questo bando ha portato alla possibilità di certificare le persone che fanno queste operazioni di verifica all'interno dei vari CSS.
  Oltre a fare verifiche sui CSS, facciamo delle verifiche sulle società di analisi, cioè andiamo a controllare i controllori. È un sistema, come capite, estremamente complicato, in cui il comportamento corretto delle società di analisi ha una valenza economica estremamente elevata. Abbiamo fatto più di mille analisi di verifica su questi controllori, pari al 10 per cento. Praticamente, abbiamo controllato il 10 per cento di tutte le analisi fatte dalle società di analisi.
  Abbiamo verificato anche il materiale analizzato, per accertare l'effettiva realizzazione e la correttezza delle analisi merceologiche. C'è stato, così, un doppio controllo.
  Adesso andiamo a vedere quali sono i prodotti che ricaviamo e che hanno un valore.
  Riporto i dati 2017, non abbiamo ancora i preconsuntivi del 2018. Nella slide che riporta il dettaglio del riciclo degli imballaggi, se guardate la torta, la parte verde, il PET, quello principalmente utilizzato per le bottiglie, rappresenta il prodotto maggiormente raccolto, pari al 25 per cento di tutto il raccolto e pari anche a quasi il 70 per cento dell'immesso al consumo. Questo è un dato estremamente importante.
  C'è poi l'alta densità, che sono i flaconi della detergenza, i film e altri imballaggi. La parte gialla è quella problematica, perché rappresenta quella quantità di prodotti Pag. 6che ci vengono conferiti dai comuni, ma per i quali per noi è difficile trovare un impiego nel riciclo.
  Due punti sono importanti. Vedete che c'è scritto «basso deficit di catena». Che significa? Significa che per tutti i prodotti noi paghiamo i comuni, paghiamo la selezione e riceviamo un certo ricavo quando vengono messi in vendita. Sul PET questo deficit di catena – tutti i prodotti sono in perdita – è piuttosto basso. Quando arriviamo alla parte gialla, paghiamo i comuni, paghiamo i selezionatori e poi dobbiamo pagare anche per il recupero energetico, perché sia nei cementifici sia nei termovalorizzatori si paga una gate fee quando si portano le materie che poi loro utilizzano per fare energia.
  L'obiettivo fondamentale che ci siamo dati, molto molto ambizioso, è di ridurre del 40 per cento la quota di imballaggi non avviati a riciclo entro il 2025, cioè di far diventare questo 40 per cento inferiore al 30 per cento.
  Andiamo a vedere in dettaglio che cosa si può fare. Ci sono alcune attività importanti che stiamo svolgendo.
  Innanzitutto riduciamo l'immesso al consumo. Come si fa? Tramite l’ecodesign, facendo in modo che i produttori di imballaggi immettano al consumo imballaggi già pronti per essere riciclati, e poi con un aumento del CAC, che vedrete nella seguente slide, molto significativo, perché va a colpire direttamente le industrie che immettono al consumo imballaggi difficilmente riciclabili.
  Dall'altra parte, stiamo svolgendo attività di ricerca atte alla riduzione degli imballaggi raccolti e non avviati a riciclo. Da una parte, quindi, c'è una riduzione di immesso al consumo, maggiori oneri per le imprese che li immettono e dall'altra il nostro impegno nell'attività di ricerca.
  Quali sono questi imballaggi difficilmente riciclabili? Abbiamo preso a esempio le bottiglie di PET, che però hanno sopra questo film molto aderente di PVC: quando passano ai lettori ottici, il lettore legge il film che copre la bottiglia e non capisce che sotto c'è una bottiglia di PET che ha valore. Anche le vaschette multistrato sono difficilmente riciclabili. Tutti noi utilizziamo giornalmente le vaschette multistrato, estremamente importanti perché conferiscono maggior durata al cibo; quando, però, arrivano al riciclo, i vari strati che compongono il film che protegge il contenuto sono difficilmente separabili. Ci sono poi i poliaccoppiati. Il Tetrapak, in realtà, è una struttura fatta da alluminio, plastica e carta, per cui cercare di delaminare questi prodotti è troppo costoso e non è possibile dal punto di vista tecnologico.
  In dettaglio, abbiamo la prevenzione e le misure per la riciclabilità, l’ecodesign, di cui già ho parlato precedentemente. Parlerò a breve della call for ideas di COREPLA, ma la cosa importante, che colpisce già da quest'anno le aziende, è questa modulazione del CAC differenziato: la differenza tra fascia A, più facilmente riciclabile, fascia B1, quella del PET, e fascia C, che genera gli imballi non facilmente riciclabili, è abbastanza significativa. Qui parliamo di più di 100 euro di differenza a tonnellata su imballaggi riciclabili e quelli più difficilmente riciclabili.
  La call for ideas è qualcosa che abbiamo indetto per la prima volta l'anno scorso, e quest'anno stiamo lavorando alla seconda edizione: abbiamo chiamato tutta l'industria italiana, le istituzioni, le università, a cooperare insieme affinché si possa risolvere questo problema. Abbiamo lanciato questa call for ideas aperta a tutti, anche agli studenti, anche ai singoli cittadini, e abbiamo avuto delle risposte estremamente interessanti. Quattro di queste proposte sono state premiate a Ecomondo, a novembre dell'anno scorso.
  Adesso, vista la quantità di proposte, anche molto simpatiche in alcuni casi, abbiamo deciso di estendere la call for ideas anche al 2019. Le tre linee guida principali sono l’ecodesign e il riciclo meccanico, la depolimerizzazione, cioè come far tornare la plastica, che è un polimero, a vari monomeri, e il plasmix da problema a risorsa. Il plasmix ha, infatti, una quantità di energia interna molto elevata, e dobbiamo trovare dei sistemi tecnologici per utilizzare quest'energia. Pag. 7
  Non vado nel dettaglio, ma queste sono tutte le attività di ricerca e sviluppo a cui siamo lavorando, e stiamo investendo proprio per ridurre quella parte gialla di cui parlavamo prima, che rappresenta gli imballaggi non facilmente riciclabili.
  Cito solo l'ultima, la gassificazione per produzione di idrogeno. Stiamo cooperando con la primaria industria nazionale petrolchimica, di cui conoscete già il nome, per trasformare una raffineria da raffineria che utilizza il petrolio a raffineria che possa utilizzare degli scarti di plastica per produrre idrogeno.
  Vado molto velocemente su tutte le attività che abbiamo svolto dal punto di vista della comunicazione. Quella più significativa dell'anno scorso è quella che abbiamo chiamato Po d'AMare. Da dove nasce l'idea? Nasce da uno studio che è stato effettuato dall'Università di Lipsia e che dimostra come oltre l'85 per cento di tutte le plastiche, che poi vanno a formare queste isole galleggianti negli oceani, provenga da dieci fiumi, nessuno dei quali però è europeo. C'è il Niger, il Nilo, il Gange, tutti i grandi fiumi dell'Asia, utilizzati come delle discariche a cielo aperto.
  Noi ci siamo chiesti: qual è lo stato di salute del Po? Abbiamo messo a Pontelagoscuro delle barriere galleggianti per intercettare tutti gli oggetti di plastica che galleggiavano sulla superficie del Po. Il risultato è stato significativo.
  Nella relativa slide vedete la diga che abbiamo installato. Il risultato importante è che dopo sei settimane avevamo raccolto il 10 per cento di quello che ci aspettavamo di raccogliere in base all'algoritmo sviluppato dall'università di Lipsia. Questo significa che tutti gli abitanti del Po, che si riversano sul Po e sui suoi affluenti, che rappresentano il 30 per cento della popolazione italiana, non si comportano così male.
  Abbiamo esteso, allora, questa campagna per altre sei settimane. Abbiamo raccolto un certo quantitativo di imballaggi di plastica e con questo quantitativo, estremamente basso rispetto alle attese, in cooperazione con una società inglese, abbiamo prodotto quella casetta che si intravedete nella medesima slide e che abbiamo presentato a Ecomondo; una casetta fatta con rifiuti di imballaggi provenienti dal Po.
  È estremamente importante raccogliere sui fiumi. Se, infatti, raccogliamo sui fiumi: primo, possiamo riciclare; secondo, evitiamo che vadano in mare. Quando vanno nel mare, si disperdono. C'è il cloro, una molecola estremamente aggressiva, che poi non consente il riciclo.
  Questa è un'attività di cui andiamo molto fieri. I risultati sono stati estremamente positivi.
  Mi preme dire che abbiamo smontato questa casa rifugio, che può essere smontata in quattro ore. Adesso è andata nell'isola greca di Lesbos, dove c'è il più grande campo profughi in Europa, perché lì l'economia circolare si fa immediatamente: con questa tecnologia, possono produrre questi pannelli utilizzando i loro rifiuti, e poi realizzare queste casette rifugio. Pensiamo di produrne altre ancora, che presenteremo poi al Salone del mobile.
  Altri progetti di comunicazione sono accordi che abbiamo fatto con la regione Puglia e la regione Lazio per la raccolta dal mare. Voi sapete che ogni regione ha giurisdizione sui propri rifiuti. Se non c'è un accordo con la regione che viene bagnata da quel mare, i pescatori, quando li raccolgono, non possono portare i rifiuti a casa. Abbiamo sottoscritto due protocolli, che sono partiti e stanno dando i primi risultati.
  Altro punto, molto importante: in Sicilia abbiamo fatto un test dimostrando che anche il monouso, che adesso come sapete è sotto l'occhio del ciclone – l'Italia pagherà un contributo molto importante, 3.000 posti di lavoro sono potenzialmente in pericolo – può essere riciclato se viene fatta una raccolta. Quello che chiediamo è che si consenta a queste aziende, almeno in fase sperimentale, di utilizzare il riciclaggio che proviene dalla raccolta del monouso stesso.
  L'ultimo punto, poi penso di aver terminato, riguarda quello che stiamo facendo per il 2019.
  Oltre a ripetere parte dei programmi che avete visto, per noi è basilare il posizionamento degli ecocompattatori. Probabilmente, Pag. 8 ne avete già visti alcuni. L'idea è di fare un test molto importante su base nazionale onde premiare il cittadino, il consumatore che conferisce la sua bottiglia usata in queste macchinette. Queste macchinette danno una certa premialità, che può essere legata o a piccoli voucher, piccoli buoni sconto nei centri commerciali, o addirittura, come abbiamo visto a Potenza dove abbiamo organizzato già una prima sperimentazione, vanno a ridurre la TARI. È, quindi, qualcosa di estremamente importante, e c'è l'idea di ampliarlo su base nazionale.
  Quanto alle linee-guida sul rinnovo ANCI-CONAI, abbiamo dato delle indicazioni molto chiare su quello che vorremmo fare nel rinnovo, in discussione in queste settimane, che vi esplicito.
  In primo luogo massimizzare le quantità avviate a riciclo introducendo elementi innovativi a tutti i livelli: a livello di raccolta, cioè differenziazione dei corrispettivi in funzione della riciclabilità (come vedete, facciamo di tutto per premiare consumatori, industria e comuni affinché quello che ci viene conferito sia più facilmente riciclabile); a livello di selezione, dando priorità nell'assegnazione dei volumi agli impianti più performanti, nel senso che anche tra i vari CSS (Centri selezione e stoccaggio) ci sono molte diversificazioni su chi è più bravo o meno bravo; a livello di riciclo, tramite l'incentivazione degli impianti integrati.
  A seguire, estendere gli standard minimi in termini di affidabilità ambientale a tutti gli impianti operanti nella filiera; contribuire a uniformare i corrispettivi economici relativi all'operazione di pretrattamento a carico dei convenzionati; semplificazione delle regole, e questa è una regola che cerchiamo di applicare tutti noi, per favorire la fruibilità del sistema; efficientare e accorciare i passaggi dell'intera catena dalla raccolta al recupero.
  Spero in questa brevissima presentazione di aver dato un'immagine, un'idea delle molte cose che facciamo e aver avuto il vostro supporto nel capire che probabilmente riusciremo a raccogliere e a centrare gli obiettivi che l'Unione europea ci pone. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ALBERTO MANCA. Grazie agli intervenuti. Dal 1° gennaio 2017 è in vigore il contributo ambientale differenziato. Vorrei chiederle se sta dando dei risultati in termini di prevenzione dei rifiuti e come sono state disegnate le fasce del contributo.
  Inoltre, vorrei sapere a quante tonnellate ammontano i prodotti selezionati dalle piattaforme di selezione pronti per il riciclo, ma poi avviati a incenerimento o addirittura a smaltimento in discarica e se questi volumi sono stati conteggiati ai fini del riciclo da parte del Consorzio.
  Inoltre, perché volumi sempre più grandi di queste tipologie di rifiuti selezionati finiscono negli inceneritori? Vorrei capire se è un problema di qualità di selezione oppure è un problema di mercato.
  Infine, proprio basandomi sull'ultima slide in cui vedevo tutto sempre e dovunque, io provengo dalla Sardegna e mi risulta che sia da parte della mia regione che da parte della Sicilia importanti volumi di questi rifiuti selezionati partono o comunque vi è un flusso verso il conferimento nella penisola. Ci può spiegare i motivi di questa ormai strutturale problematica che abbiamo?

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio gli auditi. Io vorrei chiedere qualcosa in merito all'ormai annoso tema – perché è dal 2015 che sono aumentati – degli incendi negli impianti di gestione rifiuti. Sono sempre di più gli impianti interessati da incendi e da inchieste. Vorrei sapere se COREPLA ha messo in conto delle operazioni per tutelare il sistema e per migliorare la corretta gestione dei rifiuti, per esempio se c'è in corso un monitoraggio del prezziario della gestione, visto che in alcuni casi il prezzo dei gestori finali, che in realtà poi bruciavano in maniera scientifica, era vicino allo zero. Pag. 9
  Per quanto riguarda i contributi ai comuni ringrazio della specifica data in precedenza, però vorrei capire su questi 310 milioni quale quota è stata versata direttamente ai comuni e quanta parte è passata, invece, attraverso soggetti delegati a incassare.
  Per quanto concerne la famosa indagine dell'Antitrust, che rilevò una parziale concorrenza nel settore della raccolta differenziata, vorrei chiedere, nell'ambito del nuovo accordo, per assicurare la copertura del mercato, che cosa COREPLA intende fare per recepire le indicazioni dell'Antitrust.
  Venendo all'analisi della quantità e della qualità della raccolta differenziata, innanzitutto ringrazio per i dati che ci avete portato. Tuttavia, visto che ci sono delle analisi merceologiche dei rifiuti in ingresso nelle piattaforme e che finalmente è stata fatta una gara per le società scelte a cui affidare questo servizio, in un processo in cui è stata coinvolta anche l'ANAC, vorrei sapere se i soggetti incaricati finali sono cambiati. Dopo la pubblicazione degli esiti della gara, la stessa ANAC nel nuovo Piano nazionale anticorruzione scrive: «L'assenza di terzietà dei soggetti incaricati dell'attività di analisi merceologica dei rifiuti conferiti può comportare un possibile conflitto di interessi per i consorzi di filiera, poiché questo potrebbe avere interesse a ridurre i corrispettivi riconosciuti ai soggetti convenzionati». Vorrei, quindi, sapere cosa intende fare COREPLA per superare questa situazione.
  Per quanto riguarda le regole chiare chieste da tempo, per cui ANCI si è rivolta all'ANAC, e la scelta della società di analisi, che dovrà essere prevista in uno specifico sub-allegato, a distanza di cinque anni questo sub-allegato non risulta sia stato sottoscritto, quindi chiedo se adesso è stato sottoscritto.
  Le analisi a campione sono state fatte da dipendenti delle società di analisi e non sono mancati casi di corruzione per influenzare i risultati e gli importi in gioco. Vorrei sapere se risultano questi episodi e come sono stati gestiti per quanto compete a COREPLA.
  Le trattative in generale per l'accordo quadro ANCI-CONAI vanno a rilento e un ritardo potrebbe avere vari effetti. Vorrei sapere, per quello che vi compete e per quello che sapete, come stanno andando secondo voi le trattative e se è già iniziato il confronto sull'allegato dell'accordo relativo alla plastica. Oltretutto, risultano molte piattaforme di selezione con contratti in scadenza. Vorrei sapere come vi risulta che verrà garantita la prosecuzione del pubblico servizio di raccolta dei rifiuti differenziati e se potrebbero non esserci impianti pronti a riceverli.

  PRESIDENTE. Do la parola al dottor Ciotti per la replica.

  ANTONELLO CIOTTI, presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Grazie, cerco di rispondere ai vari quesiti. Nella slide dal titolo «La prevenzione e le misure per la riciclabilità» mostro come nel 2017 abbiamo introdotto una prima classificazione del CAC, che era in qualche modo volta a testare il mercato. La forchetta era molto stretta e la fascia era da più o a meno venti rispetto ai 208 euro per tonnellata.
  Dal primo gennaio di quest'anno abbiamo introdotto una quarta fascia e ampliato di molto il contributo: si passa da 150 euro a tonnellata in fascia A a 369 in fascia C, per cui si paga veramente più del doppio se si va verso quegli imballaggi non selezionabili o non riciclabili allo stato delle tecnologie attuali.
  Siamo partiti adesso, per cui è un po’ presto per valutare gli impatti, però sappiamo da alcuni brand owner, da alcuni grandi marchi industriali, che stanno modificando i loro imballaggi proprio per uscire da questa fascia così elevata.
  Per quanto riguarda i volumi, nella slide dal titolo «Dettaglio riciclo degli imballaggi 2017» presentiamo tutti i prodotti. Questo è importante: noi raccogliamo rifiuti e li trasformiamo in prodotti. Quali sono i prodotti che noi poi reimmettiamo nel mercato come materie prime seconde? Sono per la grande maggioranza (235.000 tonnellate) Pag. 10 contenitori di PET, per cui possiamo dire che circa il 70 per cento di tutte le bottiglie di PET viene correttamente raccolto e poi riciclato. Vi sono poi contenitori di alta densità, film e altri imballaggi. Si arriva a 562.000 tonnellate. C'è poi il 40 per cento (questa parte gialla di cui parlavo prima) che è quello che non viene avviato a riciclo. Di questo 40 per cento l'85 viene suddiviso più o meno equamente tra cementifici durante la stagione estiva e termovalorizzatori durante la stagione invernale, mentre il 14 per cento di questo 40 per cento va in discarica, perché non ci sono abbastanza impianti pronti ad accogliere.
  L'ultima sua domanda mi pare che riguardasse la Sardegna e la Sicilia. In parte è vero: spostiamo questi prodotti al di fuori della Sardegna, perché non ci sono impianti pronti a selezionare e a riciclare. Tenga presente che la Sicilia è in una situazione critica superiore, mentre la Sardegna raggiunge dei risultati molto buoni, è a livello delle regioni più virtuose, perché c'è l'effetto turismo durante l'estate. Durante l'estate aumenta di molto la quantità di rifiuti conferiti e non ci sono abbastanza selezionatori e riciclatori in loco per poter smaltire tutto questo prodotto. Pertanto, cerchiamo in ogni caso di trovare dei siti dove questo prodotto possa essere smaltito.
  Provo a rispondere alle domande dell'onorevole Zolezzi. Gli incendi sono un problema grandissimo. Avete visto la serie di audit e di richieste che noi, come COREPLA, facciamo ai nostri impianti. Tenete presente che di tutti gli incendi che si sono verificati quest'anno solo pochi hanno interessato, e marginalmente, le piattaforme COREPLA. Tenete presente, inoltre, che le piattaforme COREPLA non lavorano in rapporto di esclusiva con COREPLA, ma a volte recepiscono il materiale da dover selezionare da altri.

  ALBERTO ZOLEZZI. Lei ha un dato di quanti sono stati gli incendi a impianti che afferiscono a COREPLA?

  ANTONELLO CIOTTI, presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Che io sappia, sono meno di cinque.

  MASSIMO PARAVIDINO, direttore generale del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Noi abbiamo avuto tre incendi in Campania, dove si è incendiata la parte ingombranti. Nessuno degli impianti che fanno attività specifica per COREPLA è stato incendiato. È chiaro che abbiamo avuto delle ripercussioni marginali, perché, se l'impianto che tratta gli ingombranti è vicino a un nostro impianto – sto facendo un esempio – è chiaro che abbiamo un problema.
  Se mi permette, c'è una slide che abbiamo presentato sulle azioni che noi promuoviamo nel rinnovo del contratto ANCI-CONAI dove si fa riferimento proprio ai criteri minimi ambientali, che è una delle cose fondamentali.
  Ricordiamo che abbiamo 33 impianti di selezione e 300 impianti cosiddetti «CC» (centri comprensoriali) e piattaforme di trasferenza. Noi vorremmo estendere gli standard minimi di affidabilità ambientale a tutti gli impianti operanti nella filiera, centri comprensoriali e piattaforme di trasferenza, perché, se noi abbiamo 33 impianti, la maggior parte degli incendi afferisce agli altri 300. Quello che domanderemo è di fare un monitoraggio e una tracciatura di tutti i flussi, chiedendo che questi impianti comprensoriali e piattaforme di trasferenza garantiscano un minimo di affidabilità ambientale, il che vuol dire documento di prevenzione incendi e altre cose di questo tipo.
  È un discorso molto pesante da fare, ma è chiaro che dobbiamo alzare lo standard qualitativo degli impianti che operano con noi. Questo per noi è uno dei punti fondamentali del rinnovo.

  ANTONELLO CIOTTI, presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). In secondo luogo lei faceva una domanda sui 310 milioni che noi diamo al sistema dei comuni per sapere quanto Pag. 11vada direttamente ai comuni. È il 15 per cento che torna direttamente ai comuni, mentre l'altro 85 va alle multiutility o ad altri delegati che i comuni ci indicano come operatori nel settore.
  In terzo luogo, domandava se l'Accordo ANCI-CONAI sia stato sottoscritto. Risulta che l'allegato tecnico non sia stato ancora sottoscritto.

  MASSIMO PARAVIDINO, direttore generale del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Quello del contratto precedente non è ancora stato scritto.
  Giusto per completare, noi non abbiamo ancora iniziato una negoziazione dell'allegato tecnico. È ancora in discussione l'accordo quadro generale, di cui si occupa CONAI. Noi non ci siamo ancora seduti al tavolo specifico dell'allegato tecnico COREPLA o plastica.

  ANTONELLO CIOTTI, presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). La sua domanda sull'Antitrust, onorevole, è una domanda estremamente importante, che apre un grande dibattito. Noi siamo un Consorzio senza scopo di lucro, che ha degli obiettivi che vengono posti dal Governo in termini di raggiungimento di obiettivi ambientali. Quando si apre questo servizio al concetto di concorrenza, allora si introducono nuove variabili.
  Infatti, la domanda che noi rivolgiamo al Governo è: tra l'obiettivo ambientale e l'obiettivo di apertura alla concorrenza qual è prevalente? Nel momento in cui si offre un servizio alla cittadinanza senza scopo di lucro, è chiaro che bisogna porsi dei problemi sull'eventuale introduzione di altri sistemi competitivi, perché è troppo facile fare delle operazioni di cherry picking in cui vado a scegliere solo gli imballaggi che hanno valore, lasciando a un altro soggetto l'intervento su tutta quella massa di prodotto che attualmente ha meno valore.
  Noi chiaramente siamo disponibili come Consorzio a valutare altri consorzi alternativi, purché quelle tre semplici parole (tutto, ovunque e sempre) vengano declinate anche per gli altri consorzi, perché altrimenti si crea concorrenza, ma una concorrenza sleale, se posso utilizzare questo termine.
  Mi sembra di aver risposto.

  MASSIMO PARAVIDINO, direttore generale del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). C'era un terzo punto sull'uniformare i corrispettivi economici. L'onorevole aveva fatto una domanda sulla differenza dei corrispettivi che vengono chiesti per il pretrattamento delle frazioni.

  ALBERTO ZOLEZZI. C'era anche una domanda sulla scelta delle società di analisi nel sub-allegato.

  MASSIMO PARAVIDINO, direttore generale del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). L'obiettivo è contribuire a uniformare i corrispettivi economici delle operazioni di pretrattamento a carico dei convenzionati. Ci siamo resi perfettamente conto che, specialmente in Campania dopo l'emergenza incendi, ci sono state delle pressioni da parte di alcuni impianti sui convenzionati. Pertanto, una delle cose che noi vorremmo fare in questo accordo è una griglia o uno standard medio di trattamento, perché si passa, per dare un esempio, da 30 euro a cifre astronomiche per quanto riguarda i pretrattamenti da parte dei convenzionati. Non dico che vorremmo fare delle gabbie, ma vorremmo cercare di uniformare un po’ i costi per permettere ai comuni di non essere messi sotto pressione (userei questo termine). Questo è uno dei punti fondamentali per noi.

  ANTONELLO CIOTTI, presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). L'ultimo punto riguarda le società di analisi. Hanno partecipato cinque società di analisi a questa gara, che abbiamo svolto con il supporto di una società esterna, PricewaterhouseCoopers (PWC). Si sono presentate cinque società, di cui ne Pag. 12abbiamo scelte quattro. Queste quattro società operavano già precedentemente con noi, ma abbiamo ridistribuito i pesi tra le varie società, proprio perché la gara ci ha consentito di entrare nel dettaglio delle varie operazioni.
  Per quanto riguarda, invece, gli episodi di corruzione, chiaramente questi episodi vanno tutti a nostro danno, perché le corruzioni generalmente vengono svolte per portare più corrispettivi alle società che hanno svolto le operazioni di raccolta o ai selezionatori. Pertanto, ogni volta abbiamo presentato esposti e denunce, facendo presente che noi eravamo il soggetto in qualche modo colpito negativamente dalla corruzione.

  ALBERTO MANCA. Ho un'ultima domanda. Proprio in vista della diffusione della raccolta differenziata, dell'umido, in Italia, come vengono inquadrate le bioplastiche dal punto di vista del contributo differenziato?

  ANTONELLO CIOTTI, presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Per il contributo differenziato è stata fatta un'analisi lungo tutto il ciclo di vita, che si chiama «life cycle analysis». Non c'è un contributo per le bioplastiche, ma c'è un contributo sugli imballaggi fatti con le bioplastiche. Le bioplastiche cadono nella fascia B e nella fascia C, a seconda dell'imballaggio che vanno a produrre.

  ALBERTO MANCA. Quindi, è corretto che, nonostante vadano nell'umido, gli shopper sono in fascia B e le stoviglie monouso sono in fascia C, che è la peggiore?

  ANTONELLO CIOTTI, presidente del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA). Sì, è corretto.

  PRESIDENTE. Ringrazio gli intervenuti per il loro contributo e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato), e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.50.

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