XVIII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Mercoledì 16 gennaio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI RAPPORTI CONVENZIONALI TRA IL CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI (CONAI) E L'ANCI, ALLA LUCE DELLA NUOVA NORMATIVA IN MATERIA DI RACCOLTA E GESTIONE DEI RIFIUTI DA IMBALLAGGIO

Audizione di rappresentanti del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI).
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 2 
Quagliuolo Giorgio , presidente del CONAI ... 2 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 7 
D'Ippolito Giuseppe (M5S)  ... 7 
Fontana Ilaria (M5S)  ... 7 
Manca Alberto (M5S)  ... 8 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 8 
Quagliuolo Giorgio , presidente del CONAI ... 8 
D'Ippolito Giuseppe (M5S)  ... 9 
Quagliuolo Giorgio , presidente del CONAI ... 9 
D'Ippolito Giuseppe (M5S)  ... 9 
Quagliuolo Giorgio , presidente del CONAI ... 9 
Fontana Ilaria (M5S)  ... 10 
Quagliuolo Giorgio , presidente del CONAI ... 10 
Manca Alberto (M5S)  ... 10 
Quagliuolo Giorgio , presidente del CONAI ... 10 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 11 

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI):
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 11 
Stomeo Ivan , sindaco di Melpignano – delegato energia e rifiuti dell'ANCI ... 11 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 13 
Manca Alberto (M5S)  ... 13 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 13 
Stomeo Ivan , sindaco di Melpignano – delegato Energia e Rifiuti dell'ANCI ... 13 
Benvenuto Alessandro Manuel , Presidente ... 13 

Allegato 1: Documentazione depositata dal CONAI ... 14 

Allegato 2: Documentazione depositata dall'ANCI ... 32

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero-Sogno Italia: Misto-MAIE-SI;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei rappresentanti del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
  Si tratta della prima seduta dedicata a tale indagine, finalizzata ad acquisire elementi di informazione e di valutazione sulla raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
  Tale fondamentale segmento del settore della raccolta dei rifiuti, nonché del riciclaggio e del riuso dei materiali, è oggetto di recenti misure nazionali ed europee volte all'incentivazione dello sviluppo dell'economia circolare.
  Oltre che dalla consapevolezza della oggettiva importanza di questo argomento, la scelta della Commissione di maturare una base istruttoria in materia deriva dall'esigenza di seguire, da un lato, l'applicazione in ambito interno della disciplina convenzionale prevista dall'articolo 224 del Codice ambientale e, dall'altro lato, l'attuazione della nuova normativa europea in materia.
  Con riguardo al primo aspetto, ricordo che nel mese di marzo 2019 l'attuale accordo quadro ANCI-CONAI verrà a scadenza e, pertanto, appare opportuno assumere i necessari elementi conoscitivi in ordine alle procedure di rinnovo e ai contenuti che esso assume in itinere, prima del suo perfezionamento.
  Quanto alle recenti innovazioni normative, ricordo che la disciplina dei requisiti generali minimi in materia di responsabilità estesa del produttore è stata modificata da una recente direttiva (2018/851/CE) il cui recepimento avverrà con gli strumenti previsti dalla legge di delegazione europea 2018, in corso di esame al Senato.
  Ringrazio i rappresentanti del CONAI per la loro presenza e cedo la parola al presidente Giorgio Quagliuolo per lo svolgimento della relazione.

  GIORGIO QUAGLIUOLO, presidente del CONAI. Buongiorno a tutti. Vi ringrazio per questa opportunità di illustrare lo stato dell'arte della situazione e le prospettive in considerazione del rinnovo dell'accordo quadro che scadrà a fine marzo di quest'anno.
  All'inizio della nostra presentazione ho il piacere di sottolineare l'importanza dei rifiuti di imballaggio all'interno del totale dei rifiuti prodotti tutti gli anni in Italia.
  In Italia tutti gli anni vengono prodotte 165.202.000 tonnellate di rifiuti. Di queste, 135 milioni sono rifiuti speciali, i rifiuti urbani e assimilati sono 30 milioni e i rifiuti da imballaggio sono 7,9 milioni. Questo significa che i rifiuti da imballaggio rappresentano il 7,7 per cento del totale dei rifiuti prodotti in Italia.
  I rifiuti da imballaggio, come sapete, hanno un circuito – mi permetto di dire – Pag. 3piuttosto virtuoso, in quanto si tiene conto del loro impatto ambientale, senza domandarsi cosa succede del restante 93 per cento, su cui abbiamo informazioni poco dettagliate e poco puntuali.
  Parliamo della struttura dei rapporti tra noi e l'ANCI. L'obbligo che hanno i comuni è di fare la raccolta differenziata, ovviamente attraverso i cittadini. La raccolta differenziata la fanno i cittadini, non i comuni. CONAI, invece, garantisce la copertura dei maggiori oneri della raccolta differenziata. Lo strumento con cui questi obblighi e questa garanzia si applicano è l'Accordo quadro nazionale tra ANCI e CONAI. Questo Accordo dà la possibilità di sottoscrivere le convenzioni con i consorzi di filiera.
  Tali convenzioni comportano un impegno da parte dei comuni a organizzare la raccolta differenziata degli imballaggi oggetto della convenzione e di conferire i materiali rivenienti da questa raccolta ai consorzi. I consorzi, invece, garantiscono il ritiro universale. «Universale» significa «tutto, sempre e ovunque». «Tutto» vuol dire tutto quello che viene raccolto, anche se gli obiettivi di legge sono stati raggiunti. «Sempre» significa - lo vedremo declinato anche più avanti - «in qualsiasi condizione di mercato», sia in condizioni di mercato favorevoli che in condizioni di mercato sfavorevoli. «Ovunque» significa dai posti facilmente accessibili, come può essere la Pianura Padana, fino all'ultima delle isolette che compongono il territorio della nazione.
  Questo strumento, essenziale per l'attività sia di CONAI che dei comuni, è regolato dal Testo unico ambientale, ossia dal decreto legislativo n. 152 del 2006. In base all'articolo 224, il CONAI può stipulare un accordo di programma su base nazionale con l'Associazione nazionale comuni italiani, con l'Unione delle province o con le Autorità d'ambito.
  Che cosa contiene questo Accordo? Rivediamolo ancora una volta. Questo Accordo determina l'entità dei maggiori oneri per la raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio – disciplinati dall'articolo 221, comma 10, lettera b) – che vanno versati alle competenti pubbliche amministrazioni e che devono essere determinati secondo criteri di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza di gestione del servizio medesimo, secondo le indicazioni contenute nell'articolo 238 del medesimo decreto legislativo. Inoltre, determina gli obblighi e le sanzioni poste a carico delle parti contraenti nonché le modalità di raccolta dei rifiuti da imballaggio in relazione alle esigenze delle attività di riciclo e di recupero.
  Non dobbiamo mai dimenticare che la raccolta differenziata non è la soluzione di tutti i mali. La raccolta differenziata è un mezzo per arrivare al riciclo. Il fine ultimo delle nostre attività deve essere quello di recuperare materia e di immettere di nuovo materia, che altrimenti sarebbe sprecata, nel ciclo economico. Mi riferisco al solito discorso del ciclo virtuoso dell'economia circolare, evitando lo spreco di risorse. In altre parole, da rifiuto a risorsa. Per fare questo, però, è molto importante - come vedremo più avanti - che la raccolta differenziata sia di qualità.
  I principali princìpi condivisi su cui si basa l'Accordo quadro sono: una garanzia dei volumi della destinazione, che si declina con la garanzia di ritiro del materiale (come ho detto prima) e la garanzia di effettivo avvio al riciclo e/o al recupero di questi materiali raccolti; una garanzia di valore, cioè corrispettivi certi e sicuri per la copertura dei maggiori oneri della raccolta differenziata e un meccanismo di revisione annuale di questi corrispettivi in base a una formula con parametri prefissati; una garanzia nel tempo: questo Accordo ha una durata quinquennale che garantisce, a chi ha necessità o ne ravvede l'opportunità, di affrontare investimenti finanziari con un arco temporale in grado di garantire una determinata durata e un ritorno sull'investimento; una gestione condivisa, che significa efficacia sul territorio e, soprattutto, un meccanismo di delega in grado di facilitare i rapporti tra il convenzionato e l'accorpamento dei comuni.
  Noi cerchiamo sempre di incentivare - come, tra l'altro, prevede la normativa - un certo tipo di aggregazione. Una raccolta differenziata di qualità non si può fare andando singolarmente in un comune di 3.000-4.000 anime. Riteniamo che il bacino minimo Pag. 4 ottimale per fare una raccolta differenziata di qualità sia un bacino di circa 30.000 abitanti. Si tratta di un numero che varia anche in funzione delle caratteristiche geografiche del territorio. Questo aspetto dovrebbe essere preso in considerazione soprattutto da parte di quei comuni piccoli che fanno molta fatica ad aggregarsi, anche in funzione del fatto che l'Italia, purtroppo, è un Paese fatto di campanili e non sempre la collaborazione fra comuni è una cosa spontanea.
  Ormai siamo arrivati alla quinta versione dell'Accordo quadro. Talvolta si è sentito dire che si tratta di un accordo statico. Anche questa è un'affermazione che non corrisponde alla realtà. La slide dal titolo «Evoluzione dell'Accordo quadro nel tempo» intende mostrare i campi in cui vi è stata una maggiore implementazione delle attività previste dall'Accordo quadro. I corrispettivi per la raccolta, ovviamente, hanno seguito il flusso dell'attività. Più è aumentata l'attività, più le convenzioni hanno comportato corrispettivi alti per la raccolta e sostegni alla comunicazione locale, tra l'altro particolarmente sentiti da parte dei consorzi di filiera.
  Il perseguimento della qualità delle raccolte è una di quelle attività che sono andate crescendo. Noi abbiamo puntato sempre di più sulla qualità, proprio per i motivi che vi dicevo prima. È un tema sul quale c'è ancora molto da lavorare.
  La sussidiarietà al mercato rappresenta un altro tema che abbiamo implementato nel corso degli anni. Sussidiarietà al mercato, come vedremo anche più avanti, significa semplicemente che il convenzionato, nel momento in cui ritiene di avere dal mercato un ritorno economico maggiore di quello che potrebbe ottenere dal consorzio in base ai corrispettivi che gli vengono erogati, ha finestre di entrata e di uscita, può quindi uscire dalle convenzioni e collocare il materiale dove vuole e rientrare poi in convenzione nel caso in cui il mercato dia una remunerazione inferiore a quella che potrebbe ricavare dal consorzio.
  Vi riporto l'esempio della carta. La carta ha utilizzato tantissimo le finestre in uscita. Fino all'anno scorso la carta da macero ha subìto un'impennata del valore. Per cui, per i convenzionati è stato arciconveniente vendere la carta da macero raccolta sul libero mercato piuttosto che conferirla al consorzio. Dopodiché, con la chiusura delle frontiere da parte della Cina all'ingresso delle materie prime e seconde da rifiuto provenienti dall'Europa, il valore della carta da macero è crollato completamente. Quest'anno abbiamo un rientro in convenzione di 550.000 tonnellate di carta. Questo giusto per darvi un'idea di quanto sussidiariamente sia concepito questo Accordo. Se io ho convenienza a vendere la mia raccolta differenziata al signor Rossi, la vendo al signor Rossi. Se prendo più soldi dal consorzio di filiera di CONAI, la do al consorzio di filiera di CONAI. Questa cosa per noi è molto importante.
  Abbiamo una comunicazione locale che si esplica attraverso un bando ANCI-CONAI, di cui più avanti vedremo l'evoluzione. La gestione del «multimateriale» si è implementata, anche seguendo le evoluzioni tecnologiche e gestionali di questo tipo di raccolta.
  Un tema che mi sta particolarmente a cuore è quello relativo al sostegno alle aree in ritardo. Oggi siamo estremamente impegnati a sviluppare la raccolta differenziata nelle aree in ritardo del Paese, che sono sostanzialmente le aree meridionali. Siamo convinti che una nazione come l'Italia non si possa permettere, anche in questo campo, di avere due realtà totalmente diverse, cioè un Nord funzionante, efficace, efficiente e un Sud che, in qualche maniera, si trascina. Su questa partita siamo veramente impegnati in maniera davvero molto convinta e molto profonda.
  Infine, abbiamo la banca dati ANCI-CONAI e l'Osservatorio, che sono stati migliorati nel tempo e che oggi sono strumenti unanimemente considerati essenziali per il follow-up di tutte le nostre attività.
  Cerco di darvi un'idea dei quantitativi di cui stiamo parlando. La slide successiva contiene un grafico che vi illustra le quantità di rifiuti conferiti in convenzione che, poi, sono stati raggruppati per Accordo quadro. Come vedete, nel primo Accordo quadro sono stati conferiti 4,5 milioni di Pag. 5tonnellate; nel secondo qualcosa in più di 12 milioni; nel terzo 16,5 milioni; in quello in scadenza adesso, l'ultimo, quasi 20 milioni di tonnellate. Tutto questo ha comportato, ovviamente, per i comuni un gettito finanziario non trascurabile. Nel corso dell'attività di CONAI sono stati erogati ai comuni più di 5 miliardi di euro. Come illustrato dalla slide successiva, che mostra la progressione dei vari Accordi quadro, nel primo Accordo quadro vi furono 370 milioni di corrispettivi, nel secondo poco più di un miliardo, nel terzo 1,5 miliardi e nell'ultimo, quello in scadenza, quasi 2,3 miliardi. Chiaramente, questa è una fotografia di tutte le attività che sono state coordinate, implementate, incentivate e sviluppate dal CONAI.
  Nella slide che riporta il corrispettivo totale riconosciuto, si vede l'impegno economico complessivo dell'ultimo Accordo quadro, in vigenza negli ultimi cinque anni, e l'aumento percentuale anno su anno dei corrispettivi erogati ai comuni convenzionati. Come vedete, nel primo anno c'è stata una crescita del 9 per cento, nel secondo anno del 2 per cento e nel terzo anno di nuovo del 9 per cento. In quest'ultimo anno abbiamo avuto un aumento dell'11 per cento.
  Al 31 dicembre 2018 la situazione del convenzionamento era la seguente: l'acciaio aveva una copertura di abitanti pari all'82 per cento e pari al 71 per cento di comuni; l'alluminio il 73 per cento di abitanti e il 63 per cento di comuni; la carta l'80 per cento di abitanti e il 67 per cento di comuni; il legno il 66 per cento di abitanti e il 53 per cento di comuni; la plastica, che ha la copertura maggiore, il 95 per cento di abitanti e l'88 per cento di comuni; il vetro il 94 per cento di abitanti e l'88 per cento di comuni. Nella relativa slide sono riportati grafici a torta che danno la fotografia della popolazione coperta per ogni singolo materiale.
  Nella slide relativa all'aumento delle quantità dal 2014 al 2018, abbiamo uno spaccato dell'aumento delle quantità suddiviso tra imballaggi, frazioni merceologiche similari e totale. Vale la pena ricordare che cosa si intende per «frazioni merceologiche similari». Le frazioni merceologiche similari sono rifiuti costituiti dello stesso materiale trattato dal consorzio di filiera, però non imballaggi.
  Sostanzialmente, abbiamo due casi. Tornando un istante alla normativa, questa prevede che il CAC (contributo ambientale CONAI) debba essere utilizzato prevalentemente per la gestione, il recupero e il riciclo dei rifiuti urbani da imballaggio. Per la carta, invece, vi è una convenzione che prevede una raccolta congiunta tra carta da imballaggio e carta grafica, anche perché, nella raccolta urbana, di carta grafica ce n'è tantissima. Solo adesso si sta leggermente invertendo il trend, però fino a qualche anno fa vi era un rapporto addirittura di due a tre. La carta che si gettava – immaginate i casi degli uffici, i giornali, le riviste – superava abbondantemente la carta utilizzata per fare imballaggi. Adesso questo fenomeno si sta leggermente riequilibrando, dal momento che la carta grafica è in crisi per via della crisi della carta stampata – pensate ai giornali: il Corriere della Sera è passato da un milione a 250.000 copie – e abbiamo il fenomeno dell’e-shopping, dell’e-commerce, che crea molta carta da imballaggio che confluisce all'interno della raccolta differenziata. L'altro materiale che ha una raccolta congiunta è il legno. Anche in quel caso, vi sono piattaforme nelle quali vengono conferiti mobili e arredi, che nulla hanno a che vedere con gli imballaggi. Per loro, però, diventa essenziale gestire anche quella partita. Entrambi questi consorzi non utilizzano finanziariamente i proventi del CAC per gestire queste frazioni, che sono comunque frazioni merceologiche similari, che potrebbero essere considerate un tentativo di quello che potrebbe essere un domani il futuro dei consorzi di materiale, affinché si occupino di tutto quello che coinvolge quel materiale e non solo della parte relativa agli imballaggi.
  Mi preme sottolineare nuovamente come questo accordo preveda la sussidiarietà. I comuni «possono», quindi non sono obbligati a sottoscrivere le convenzioni. Il comune è libero di sottoscrivere o di non sottoscrivere la convenzione. Inoltre, possono recedere dalle stesse e rientrarvi in funzione delle condizioni di mercato, come vi spiegavo prima. Pag. 6
  In sinergia, abbiamo la garanzia del ritiro universale dei prodotti conferiti, pertanto anche quando siano raggiunti gli obiettivi generali di riciclo, garantiamo di raccogliere tutto, come vi ho detto prima. Associando queste due caratteristiche, si può concludere che, in un accordo così strutturato, il sistema consortile interviene solo dove il mercato non ha convenienza a farlo. Ovviamente, dove il mercato ha convenienza a farlo ci sono operatori indipendenti - poi lo vedremo - che hanno una quota rilevante di attività e che, chiaramente, lo fanno perché hanno una convenienza, un ritorno economico.
  Come dicevo garantiamo il ritiro e l'avvio al riciclo dei rifiuti urbani indipendentemente dalle condizioni di mercato. La relativa slide contiene dei grafici che spiegano molto bene questo fenomeno. Nel primo grafico che vedete vi sono due linee: la linea rossa ha i valori a sinistra e la blu li ha a destra. La linea rossa rappresenta la quantità di rifiuti conferiti in convenzione, un trend in continua crescita. La linea blu, invece, evidenzia l'immesso al consumo. Ad esempio, nel 2009, quando l'immesso al consumo è crollato in maniera drastica, il ritiro dei rifiuti è continuato con il suo trend di crescita. Questa è la fotografia. Nella parte bassa della slide abbiamo due curve che illustrano il valore ricavato dai due consorzi principali dalla vendita di materie prime e seconde, ossia la carta e la plastica. Come vedete, nel 2009 vi è una drammatica riduzione dei ricavi da vendita di materie prime. Malgrado una congiuntura sfavorevole non solo quantitativa, a livello di quantità di materiale, ma anche economica, quindi qualitativa, il sistema consortile in quegli anni non ha lasciato un chilogrammo di rifiuti per strada.
  Abbiamo istituito una banca dati, il cui scopo è quello di raccogliere dati e informazioni su tutti i sistemi di gestione dei rifiuti urbani, in particolar modo, ovviamente, con riferimento ai rifiuti da imballaggio. Queste informazioni, una volta raccolte, vengono rielaborate e messe a disposizione dei comuni tramite l'Osservatorio degli enti locali sulla raccolta differenziata. Questa banca dati verifica ed elabora i dati e le informazioni. Dopodiché, ogni comune ha a propria disposizione una pagina web dove vengono evidenziati i propri dati. Se questi dati non vengono calcolati, vengono eventualmente stimati e, soprattutto, raffrontati con i benchmark di riferimento in modo da poter valutare le proprie performances e capire se si stanno comportando bene o in una maniera tale da richiedere implementazioni.
  Un'altra attività collaterale che deriva sempre dall'accordo quadro ANCI-CONAI riguarda i seminari di formazione. Noi svolgiamo seminari di formazione, organizzati su tutto il territorio nazionale, nel corso dei quali spieghiamo come fare una gestione corretta dei rifiuti. Questi seminari sono rivolti a tutti gli amministratori coinvolti in questo tipo di attività. Abbiamo istituito un bando, denominato «bando ANCI-CONAI per la comunicazione». Questo bando cofinanzia le campagne di comunicazione locale dei comuni che intendono svolgere questo tipo di attività. Su questa partita abbiamo stanziato 1,5 milioni di euro ogni anno.
  Del sostegno alle aree in ritardo vi ho accennato prima, ma in ogni caso è giusto dirvi che cosa facciamo. Noi ci rechiamo in queste aree, redigiamo progetti esecutivi (chiaramente in collaborazione con il comune o con l'azienda del comune), assistiamo il comune nelle fasi di avviamento dei servizi e formiamo i facilitatori, che sono coloro che, a loro volta, devono istruire i cittadini su come fare una corretta raccolta differenziata. Infine, last but not least, diamo un sostegno alla comunicazione locale, in quanto l'informazione su questo tipo di attività deve essere diffusa.
  Le realtà che abbiamo sostenuto ultimamente sono molteplici. Tra le più significative, mi piace citare Bari. A Bari siamo partiti in due quartieri, che rappresentano circa 25.000 abitanti, e in due-tre mesi siamo arrivati all'80 per cento di raccolta differenziata. Siamo intervenuti anche in altre città, a Catanzaro e a Potenza solo per citare i casi più recenti.
  Nella slide relativa al bando per la comunicazione, vedete come, per ogni anno, siano evidenziati il numero dei progetti finanziati, il numero di abitanti coinvolti e Pag. 7il cofinanziamento che è stato riconosciuto. Possiamo serenamente affermare che in quattro anni abbiamo raggiunto 31.600.000 abitanti, ossia più del 50 per cento della popolazione italiana, alla quale abbiamo dato una corretta informazione sulle attività di raccolta differenziata. Nel bando comunicazione sono stati inseriti alcuni filtri per cercare di favorire le aree più in ritardo e fare in modo che non avessero accesso ai finanziamenti sempre i soliti noti, soprattutto le grandi multiutility, che di tutto hanno bisogno tranne che dei finanziamenti del CONAI.
  La successiva slide contiene una tabella che mostra la nostra attuale posizione e quali sono gli obiettivi posti dal pacchetto di direttive europee sull'economia circolare al 2025 e al 2030. Per quanto riguarda l'obiettivo 2025, tutti i target sono stati raggiunti, ad eccezione di quello relativo alla plastica. La plastica deve arrivare al 50 per cento. Alla fine del 2017 era al 43,4 per cento. Vi posso anticipare che alla fine del 2018 è stato recuperato un punto, per cui siamo vicini al 45 per cento. Mancano, comunque, ancora sette anni al 2025. Cinque punti percentuali in sette anni sono sicuramente recuperabili. Si può quindi ragionevolmente sostenere che quello fissato al 2025 non è un obiettivo difficile da raggiungere.
  Al 2030 l'asticella viene alzata ancora un pochino. Anche in questo caso, però, siamo molto fiduciosi. A parte che per due materiali abbiamo già raggiunto gli obiettivi previsti per il 2030, ma i materiali che ancora non li hanno raggiunti non sono lontanissimi. Sicuramente, continuando sulla strada che abbiamo tracciato e che stiamo percorrendo, siamo più che fiduciosi di riuscire a ottemperare a questi obiettivi, che tra l'altro pongono l'Italia sicuramente in una posizione di vertice all'interno dell'Unione europea. È una delle poche cose in cui in Italia siamo sicuramente leader.
  Per quanto riguarda il nuovo accordo quadro, i punti salienti su cui intendiamo puntare sono i seguenti: il mantenimento della sussidiarietà dell'accordo, che per noi è un punto focale; il rispetto dell'autonomia delle parti (ANCI e CONAI devono avere ciascuno la propria autonomia); le attività di prevenzione, che hanno diverse sfaccettature, sia l'attività di prevenzione nella produzione dei rifiuti da imballaggio sia l'attività di prevenzione maggiormente rivolta alla progettazione e all’eco-design, cioè alla immissione sul mercato di imballaggi che siano già progettati in un'ottica di riciclo, in modo da evitare che non si possano recuperare questi materiali; l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dei sistemi di raccolta; la trasparenza e la tracciabilità dei flussi dei rifiuti; la trasparenza e l'oggettività delle analisi; la corretta copertura degli oneri di raccolta.
  Io ho terminato la mia presentazione. Resto a disposizione per tutte le domande che vorrete rivolgermi. Per adesso, vi ringrazio per l'attenzione che avete voluto dedicarmi.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIUSEPPE D'IPPOLITO. Mi sembra che in questa relazione manchi un dato per noi importante. Anche se la convenzione con l'ANCI mi pare sia prossima alla scadenza, non ci fornite il dato economico, cioè quello che pagate ai comuni per categoria merceologica. Non so se potete farci avere in seguito questo dato.
  Seconda questione. Vorrei sapere se avete un dato comparato, un dato riferito a quello che i vostri omologhi di altri Paesi europei pagano per le stesse categorie merceologiche.
  Ultima domanda. Trovo qui elencate sei categorie merceologiche destinate al recupero. Le categorie recuperabili, in realtà, sono molte di più. Avete un programma di sviluppo che possa estendersi anche ulteriormente con altri tipi di filiera? Grazie.

  ILARIA FONTANA. Innanzitutto ringrazio i nostri ospiti anche per l'onestà e la schiettezza della relazione. Mi vorrei collegare all'ultima parte di quanto detto dal collega D'Ippolito proprio sull'innovazione tecnologica, se avete in mente eventuali innovazioni tecnologiche a livello di riciclabilità del Pag. 8packaging, con particolare attenzione al sorting, quindi alla capacità di intercettare i rifiuti a seguito della raccolta. Questo, secondo me, potrebbe essere un buon punto, perché l'innovazione ci fa pensare al futuro, che poi è quello che a noi serve.
  Ho appuntato alcune domande. Vorrei sapere in che modo un investimento in questo settore potrebbe incidere sul rispetto dei target che poi si hanno, cioè in che modo queste innovazioni tecnologiche, se avete in mente di farle, possano andare ad incidere, quindi, se ha un peso il fattore tecnologico e se è fattibile fare queste innovazioni. In particolare vi chiedo se i target che voi avete, quindi i parametri che ci avete illustrato, realmente sia possibile realizzarli nei comuni italiani, con tutte le criticità che ci sono e che sono superabili. Ovviamente, le realtà comunali cambiano a seconda di tanti fattori, anche della risposta ai cittadini. Si tratta di tante realtà che si devono sommare.
  Chiedo un'ultima cosa. Volendo adottare da subito la responsabilità estesa, quali criticità occorre risolvere in maniera immediata? Ad esempio, a livello di gestione dei rifiuti regionali, vorrei sapere se serve una raccolta omogenea, se serve normare per rendere funzionale il sistema ATO che già esiste. In che modo possiamo aiutare nel risolvere le criticità che sicuramente ci sono?
  Grazie.

  ALBERTO MANCA. Ringrazio gli intervenuti. Vorrei fare una domanda riferendomi in particolare alle finestre di entrata e di uscita dei comuni convenzionati. Da questo punto di vista, il comune che è convenzionato e chiede di uscire dal rispetto della convenzione, ha un tempo minimo? Com'è l'articolazione di questo tempo, sia per uscire che per rientrare? In particolare, volevo chiedere riguardo al legno, sul quadro del convenzionamento: sulla slide che avete fatto vedere prima, noto che è il materiale leggermente in ritardo per quanto riguarda i comuni serviti e la popolazione. Sui comuni serviti siamo al 53 per cento. Volevo chiedere se questo è dovuto principalmente a un sistema di raccolta da perfezionare per quanto riguarda il legno, oppure il motivo è da ricondurre a una mancanza di impianti convenzionati CONAI, proprio per quanto riguarda il legno.
  La stessa domanda, e concludo, la rivolgo per quanto riguarda la plastica, in merito alla penultima slide che avete presentato. Circa il ritardo rispetto alle altre frazioni valorizzabili, quali sono le motivazioni che voi ritenete più influenti proprio per il ritardo e la performance raggiunta da questo materiale valorizzabile? Grazie.

  PRESIDENTE. Approfitto di quanto detto correttamente dall'onorevole Manca per precisare che nelle settimane successive comunque ci saranno le audizioni con i Consorzi di filiera. La domanda è assolutamente corretta.
  Do quindi la parola ai nostri ospiti per la replica.

  GIORGIO QUAGLIUOLO, presidente del CONAI. Parto dall'onorevole D'Ippolito e cerco di rispondere in ordine di intervento. Le analisi dei dati economici per materiale le abbiamo, ovviamente. È una slide che ho tolto, di principio, per il semplice motivo che non volevo sottrarre spazio e competenze ai Consorzi di filiera. Ogni Consorzio di filiera ha, ovviamente, i dati economici che riguardano il proprio materiale. Se volete che vi venga fornita prima di averli dai Consorzi di filiera, vi possiamo sicuramente far pervenire questo dato.
  L'Europa è un tema molto complesso, di difficile parametrazione in considerazione del fatto che non tutti i sistemi sono omogenei. Non c'è omogeneità negli schemi EPR (Extended Producer Responsibility) europei. Giusto per fare un esempio, in Belgio e in Francia della plastica raccolgono solo quello che si può riciclare, anzi, più correttamente, quello che si può facilmente riciclare, per cui sostanzialmente soltanto i flaconi. Già questo è un fattore che scombina completamente i dati economici. Possiamo comunque affermare che il CAC italiano è sicuramente tra i più competitivi in Europa.
  Una volta dicevamo che era il più basso, oggi non è il più basso, però sicuramente riusciamo a raggiungere gli obiettivi e i risultati che riusciamo a raggiungere con Pag. 9un costo migliore di quello che c'è in Germania. Questo lo posso dire tranquillamente. In Germania per la plastica si arriva a delle cifre da capogiro, insomma. Vale più il contributo del valore della materia prima. In questo siamo parecchio competitivi.
  Quanto ai materiali, il numero dei materiali non lo abbiamo scelto noi, ovviamente, lo ha scelto il legislatore. Non so lei a quali materiali si riferisce, però negli imballaggi è difficile immaginare un imballaggio che non sia costituito da plastica, vetro, carta, acciaio, alluminio o legno. Non so quale altro materiale possa essere utilizzato per fabbricare un imballaggio. A cognizione mia non ce ne sono altri.

  GIUSEPPE D'IPPOLITO. Ci sono altre categorie merceologiche.

  GIORGIO QUAGLIUOLO, presidente del CONAI. Cosa intende per categoria merceologica?

  GIUSEPPE D'IPPOLITO. Per esempio, gli scavi da costruzione e da demolizione.

  GIORGIO QUAGLIUOLO, presidente del CONAI. Non dobbiamo mai dimenticare che CONAI significa Consorzio nazionale imballaggi, e questo per legge, non per nostra scelta o nostra volontà. Noi per legge ci possiamo occupare solo degli imballaggi.
  Gli scavi da costruzione non sono imballaggi. Prima ho parlato delle frazioni merceologiche similari, che potevano essere ante litteram un'anticipazione di quello che potrebbe domani essere un Consorzio di materiale. Però, c'è bisogno di un intervento normativo perché questo avvenga. Oggi la legge ci impone di utilizzare il CAC solo per la gestione dei rifiuti urbani da imballaggio. Questa è una previsione normativa.
  Spero di aver risposto alle sue domande.
  Vengo all'onorevole Fontana, e alla domanda da lei fatta sull'innovazione tecnologica. All'innovazione tecnologica io non ho accennato, perché è già un tema specifico dei Consorzi. Altrimenti, dovrei cominciare a parlare di innovazione tecnologica per ogni materiale. Tuttavia, avendo avuto la fortuna, o la sfortuna, non lo so, di aver fatto il presidente di COREPLA per due volte prima di fare il presidente di CONAI, qualcosina la so e qualcosina continuo a seguirla.
  L'innovazione tecnologica è fondamentale, ed è fondamentale, prima di tutto per il recupero di materia, perché oggi noi possiamo raccontarci tutto quello che vogliamo, ma se raccogliamo 100 chili di plastica, 35-40 non sono riciclabili, e non è che non sono riciclabili perché uno non li vuole riciclare, non sono riciclabili perché non abbiamo le tecnologie per riciclarli. Per cui, non possono avere altro destino che la termovalorizzazione o la discarica. Se volete, possiamo fare una discussione sulla termovalorizzazione, anche se voi avete le orecchie un po’ tappate da questo punto di vista. Magari la facciamo un'altra volta.
  Si sta facendo tanto, perché per quella frazione che oggi non si può riciclare stiamo cercando delle soluzioni affinché questo, invece, possa avvenire. Bisogna guardare un pochino oltre il proprio naso, cioè non fermarsi a guardare solo il riciclo meccanico, ma guardare anche il riciclo chimico.
  Riciclo chimico significa scomporre i polimeri nelle loro componenti principali e farli ritornare materia prima per un impianto chimico.
  Un'altra strada che stiamo percorrendo, sulla quale abbiamo fiducia e speriamo che si possano raggiungere risultati soddisfacenti è la seguente. Noi parliamo sempre, nella chimica organica, di carbonio e idrogeno. Si potrebbe scomporre carbonio e idrogeno e utilizzare questo materiale per produrre idrogeno. Queste sono aree di ricerca sulle quali ci stiamo applicando in maniera abbastanza profonda, approfondita, anche investendo parecchi quattrini.
  Sono coinvolte le università, i centri di ricerca e tutto quanto. Questo affianca altre attività che sono state fatte nel tempo. Quando si è partiti, i prodotti erano due o tre. Oggi i prodotti sono sette. È stato creato un mercato anche per prodotti che prima non c'erano, anche nel riciclo meccanico. Stiamo sempre di più implementando la situazione, con le difficoltà del caso: il problema è infatti che un prodotto non solo deve essere riciclabile, o un materiale deve poter essere riciclato, ma ci vuole anche un quantitativo Pag. 10 sufficiente per avviare una catena industriale. Con 10 tonnellate di materiale l'anno non si può fare niente, nessuna industria si mette a fare un impianto per 10 tonnellate. C'è un problema di criticità legato anche ai quantitativi.
  Per quello che riguarda il discorso dell'estensione della raccolta differenziata in tutta l'Italia, vi do dei numeri così vi fate un'idea: il Veneto raccoglie 27 chili per abitante di plastica, la Sicilia ne raccoglie 7. È chiaro che ci sono delle differenze e delle distanze enormi.
  Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma non dipende solo da noi. Dopo di noi arrivano dei signori che sono molto più titolati di noi a rispondere a questa domanda, perché noi se ci chiamano arriviamo e facciamo tutto quello che è nostro potere di fare, però ci devono chiamare. È come l'amore, bisogna essere in due. Da soli non si fa nulla. Noi ce la mettiamo tutta.
  Per quanto riguarda le criticità dell'EPR, secondo me sono tutte criticità risolvibili con la buona volontà e con il buonsenso, anche perché non c'è questo grande sconvolgimento rispetto allo status attuale. C'è qualcosa che va un po’ interpretato, non bisogna fare delle interpretazioni di parte, perché ci sono chiaramente delle attività che non sono giustamente e correttamente ascrivibili ai produttori di imballaggi, ma sicuramente è un discorso che, fra i tanti, sinceramente mi preoccupa di meno. Spero di aver soddisfatto le sue domande.

  ILARIA FONTANA. Sì, grazie.

  GIORGIO QUAGLIUOLO, presidente del CONAI. Rispondo all'onorevole Manca. Per quanto riguarda le finestre, sono state modulate in funzione della programmazione, perché chiaramente ogni consorzio deve avere una programmazione. Questa programmazione è anche molto dipendente dalle aste che vengono fatte delle materie prime e seconde, che vengono poi collocate sul mercato dal consorzio.
  Per cui, abbiamo delle situazioni che sono differenti. Per alcuni consorzi le finestre sono trimestrali e per un solo consorzio, che è quello della carta, la finestra è annuale.
  Il problema del consorzio della carta è quello che deve avere un certo tipo di programmazione stabile, perché altrimenti rischia di vanificare completamente il tipo di lavoro che sta facendo e di vedere azzerati soprattutto i ricavi che ritiene. Stiamo lavorando per vedere se si può accorciare la finestra temporale della carta e farla diventare una finestra semestrale invece che annuale. Però, è un lavoro in itinere, e non è detto che sia scontato che l'esito possa essere affermativo.
  Per quanto riguarda il legno, le convenzioni, come avete visto, non coprono tutto il territorio nazionale, non coprono tutta la popolazione. Si è più indietro su quel dato, ma per un motivo semplicissimo: la produzione di imballaggi in legno è concentrata nel nord dell'Italia, maggiormente in due regioni. Nelle parti dove non c'è è perché non c'è raccolta di legno, per cui non ha nessun senso farla. Tenete conto che il legno è fatto sostanzialmente di secondari e terziari e non di imballaggi primari, cioè quelli che si trovano nella raccolta differenziata. Pensate alle vostre case. Quanto legno buttate via nella pattumiera? Forse vi può capitare qualche scatoletta di formaggio una volta ogni tanto, una cassetta di vino se vi regalano un vino buono, ma di legno nella raccolta urbana ce n'è veramente pochissimo.

  ALBERTO MANCA. Quindi assimilate?

  GIORGIO QUAGLIUOLO, presidente del CONAI. L'assimilazione è tutto un altro discorso. Certamente, però, l'assimilazione, che tra l'altro è un tema sul quale i comuni hanno il nervo parecchio scoperto e che se non sbaglio è in attesa di una normativa, è quella che abbiamo visto nelle frazioni merceologiche similari.
  Il legno, come la carta, interviene perché sono cose che vengono conferite nelle stesse piattaforme nelle quali vengono conferiti gli imballaggi secondari e terziari, e per cui c'è una un'attività del consorzio. L'ambito geografico più o meno è sempre quello, il nord-est dell'Italia e un po’ l'Emilia-Romagna. Pag. 11
  Sulla plastica in parte le ho già risposto rispondendo alla sua collega, l'onorevole Fontana. Il problema della plastica è il problema della frazione non riciclabile allo stato attuale delle tecnologie. È questo che tiene indietro la plastica. Se tutta la plastica fosse riciclabile, saremmo agli stessi e identici numeri e valori degli altri materiali.
  Se noi stabiliamo che su 100 chili di plastica raccolta, normalmente 60 sono riciclabili, lei capisce che per arrivare al 50 per cento bisogna che tu raccolga quasi il 100 per cento, altrimenti io non arrivo a quel numero. Siccome in Italia la raccolta differenziata è in ritardo, la plastica, avendo una quota di materiale riciclabile più bassa di altri materiali, è conseguentemente in ritardo.
  Non ho risposto a una domanda dell'onorevole Fontana, lo faccio adesso perché mi è venuta in mente ora. L'innovazione tecnologica si applica anche a quello che lei ha chiamato sorting e che noi chiamiamo «selezione». Anche qui stiamo lavorando perché esistono impianti di eccellenza, non faccio nomi, dove entrano 100 chili di raccolta urbana ed escono 72 chili di prodotto, e impianti medi dove entrano 100 chili di raccolta urbana ed escono 50 chili di prodotto, e ci si chiede perché, se uno arriva a 70, non ci possa arrivare anche l'altro che arriva a 50.
  Questo è un tema su cui stiamo lavorando. Anche qui c'è una tecnologia che si sviluppa. Gli imprenditori che fanno questo tipo di mestiere devono capire che un'azienda non serve solo a fare soldi, ma serve anche a investire e a migliorare le performance.
  Tutto questo, ovviamente, ha un'incidenza sul ciclo economico, ma anche sull'implementazione della raccolta differenziata. Tenete conto che noi stimiamo tra le attività dirette, quelle che ruotano intorno alla nostra attività, 3.000 aziende e 155.000 addetti. Qualcuno ha parlato di numeri. Se vogliamo parlare di PIL, in parte queste attività contribuiscono al PIL.
  Dove non si fa raccolta differenziata, non si ha attività, non si assume gente, non c'è lavoro, non si crea ricchezza.

  PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) per il contributo offerto ai lavori della Commissione e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta odierna (vedi allegato 1) e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia (ANCI), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
  Ringrazio per la loro presenza i rappresentanti dell'ANCI, il dottor Ivan Stomeo, sindaco di Melpignano e delegato energia e rifiuti ANCI, la dottoressa Stefania Dota, vice segretario generale ANCI, la dottoressa Carmelina Cicchiello, responsabile ufficio ciclo integrato dei rifiuti ANCI e il dottor Mauro Barisone, vicario ANCI Piemonte.
  Cedo la parola agli auditi per lo svolgimento della relazione.

  IVAN STOMEO, sindaco di Melpignano – delegato energia e rifiuti dell'ANCI. Grazie e buonasera a tutti. Grazie anche per averci dato la possibilità di dire la nostra rispetto a questo tema così importante della raccolta e al recupero dei materiali degli imballaggi.
  Io sono delegato da marzo 2017, da quando il presidente dell'ANCI, Antonio Decaro, mi ha conferito la delega.
  Stiamo lavorando sul rinnovo dell'accordo nazionale, l'accordo quadro ANCI-CONAI, che scade il 31 marzo di quest'anno. La Commissione è composta dal sottoscritto, da Enzo Bianco, presidente del Consiglio ANCI, Filippo Nogarin, sindaco di Livorno, Franco Bonesso, del comune di Trevignano, Agata Fortunato, città metropolitana di Torino, Alberto Bellini, docente presso l'università di Bologna, Valentina Guelpa, del comune di Monza, e Mauro Barisone, qui presente, vice presidente ANCI Piemonte. Pag. 12
  La delegazione è stata nominata il 7 settembre 2018 e si è insediata il 18 settembre 2018. Da settembre ad oggi abbiamo tenuto sette incontri con la delegazione CONAI. Abbiamo iniziato ad affrontare le problematiche e i punti di debolezza dell'attuale accordo, quello in essere, quello in vigore, per poi iniziare a scrivere il nuovo accordo. Siamo a buon punto, siamo ad un punto importante. Tutta la prima parte l'abbiamo quasi definita insieme al CONAI. Siamo nella fase della stesura degli allegati relativi alle varie frazioni merceologiche (carta, plastica, vetro, eccetera).
  Parto dal nostro punto di vista rispetto a una tematica complessa come quella del mondo dei rifiuti. Dobbiamo dire subito una cosa molto importante. Il lavoro fatto in questi anni tra chi ci ha preceduto nell'ANCI e il CONAI è un lavoro importantissimo, perché alla fine degli anni Novanta, nella stesura del primo accordo quadro, c'era un'Italia che viaggiava con una percentuale di raccolta differenziata che si aggirava intorno al 10 per cento.
  Successivamente ai vent'anni di accordo quadro tra l'ANCI e il CONAI abbiamo adesso un'Italia che presenta una percentuale di oltre il 50 per cento. Siamo intorno al 55 per cento. Questo, però, dà uno spaccato importante dell'Italia, dà una fotografia di un'Italia che viaggia a due velocità: un'Italia del nord con una percentuale molto alta e un'Italia del sud con una percentuale molto bassa. Questo per mille ragioni, per mancanza di impianti, per mancanza anche di volontà politica a volte, per mancanza di una serie di politiche ambientali che non hanno permesso di equilibrare – chiamiamole così – le due Italie.
  Il lavoro che stiamo cercando di fare con il nuovo accordo quadro è proprio quello di far recuperare quella parte del Paese che è più in difficoltà. Ci sono alcune tematiche che a noi stanno molto a cuore, come, per esempio, il superamento dei maggiori oneri.
  Da tantissimi anni a questa parte sentiamo parlare del costo della raccolta differenziata. Per fortuna adesso le nuove direttive europee, la n. 851 e la n. 852 del 2018, ci portano a prestare molta attenzione a questo tema. Mi auguro che il Governo le recepisca quanto prima, e di questo abbiamo parlato con il ministero, in particolar modo con il Ministro Costa, avanzandogli la richiesta di accelerare i tempi sul recepimento delle due direttive. Perché questo? Per due ragioni: intanto cambiamo il paradigma e parliamo non di maggiori oneri, ma di costi efficienti per la raccolta differenziata. Poi, con le nuove direttive europee – per la verità anche nel decreto legislativo n. 152 c'era questo elemento, però poco applicato in questi vent'anni – c'è una responsabilità estesa del produttore. Almeno l'80-85 per cento dei costi della raccolta differenziata, vuol dire anche il riciclo e soprattutto l'avvio al recupero, devono andare in capo a chi immette sul mercato un prodotto che poi diventa, di fatto, un rifiuto. Nel nuovo accordo che stiamo per scrivere stiamo puntando molto sulla responsabilità estesa del produttore.
  Un altro tema importante, che a noi sta molto a cuore è la terzietà delle analisi merceologiche. Siccome in base alle analisi si stabilisce quanti soldi prendono i comuni su una determinata frazione merceologica, se le analisi vengono eseguite da chi poi deve tirare fuori i soldi, si capisce che la cosa non può funzionare. Quello che noi proponiamo nel nuovo accordo è di trovare un ente terzo – mi riferisco a ISPRA o al CNR – che non sia né dalla parte dei comuni, né dalla parte delle aziende, un ente terzo che possa in qualche modo analizzare le frazioni merceologiche.
  Un altro tema che ci sta molto a cuore e che stiamo affrontando nel nuovo accordo è la tracciabilità dei rifiuti, perché il lavoro dei comuni, molto spesso, una volta che mettono in piedi un sistema di raccolta differenziata, si ferma lì. Non conoscono il fine vita dei rifiuti. Stiamo puntando per avere uno studio, un osservatorio, insieme al CONAI, per poter tracciare il rifiuto fino al fine vita dello stesso.
  Un altro tema che ci sta molto a cuore, sul quale stiamo lavorando, è la sensibilizzazione rispetto a questa tematica. Dobbiamo continuare a sensibilizzare le nostre comunità. Noi sindaci, noi amministrazioni locali dobbiamo, attraverso strumenti di Pag. 13partecipazione attiva dei nostri concittadini, sensibilizzare a utilizzare meglio il rifiuto.
  Nell'accordo si lavorerà sicuramente sui modelli di raccolta, ma questo c'era già anche con il passato accordo. Quello che vogliamo chiedere al CONAI è di prevedere una revisione del contributo ambientale CONAI, cioè quello che le aziende pagano al Consorzio, a metà accordo.
  L'idea è quella, a due anni e mezzo dall'accordo, di rivedere il contributo ambientale CONAI, perché ben sapete che su questa tematica, nel giro di un paio d'anni, cambierà il mondo. Basta che entri un altro Consorzio autonomo e cambia tutta la geografia politica del tema.
  Questi sono gli elementi fondamentali, principali, sui quali noi stiamo lavorando e ci stiamo impegnando in questi mesi. Io mi auguro e auspico che entro il 31 marzo di quest'anno – tutti mi dicono che è molto difficile, ma abbiamo chiesto anche al ministero di darci una mano e un supporto – si chiuda il nuovo accordo quadro ANCI-CONAI. Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ALBERTO MANCA. Ringrazio gli intervenuti ai quali volevo chiedere se gli argomenti che state trattando nel nuovo accordo superano le problematiche attuali, immagino che siano quelle che lei ha evidenziato, o le altre problematiche che, come ANCI, avrete riscontrato nel vecchio accordo ANCI-CONAI.
  Soprattutto, volevo chiedere questo: dal punto di vista dell'ANCI, nell'accordo prevedete una maggiore sensibilizzazione, non solo verso i cittadini, ma soprattutto verso le Amministrazioni che ad oggi non si attivano celermente nel miglioramento della raccolta differenziata?
  Provengo da una regione, la Sardegna, che, nonostante il trend fortemente positivo della raccolta differenziata, si ritrova un dato non così alto, proprio perché il maggior centro della Sardegna, Cagliari, ha una raccolta differenziata porta a porta partita solo nel 2018, che quindi creava delle grosse problematiche nel raggiungimento per tutta la regione di una alta percentuale di raccolta.
  Volevo chiedere se nell'accordo prevedete una maggiore sensibilizzazione verso le Amministrazioni comunali e quindi, di riflesso, anche verso i cittadini. Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  IVAN STOMEO, sindaco di Melpignano – delegato Energia e Rifiuti dell'ANCI. Mi riferivo ai cittadini, ma davo per scontato – chiedo scusa se non ho esplicitato meglio il concetto – che quello che vogliamo mettere in piedi è proprio un Osservatorio ANCI-CONAI che lavori soprattutto sulle amministrazioni locali di riferimento per i cittadini, ma anche sulle aziende, perché se nell'Osservatorio ANCI-CONAI ci sarà anche il CONAI, che rappresenta le aziende, bisogna anche sensibilizzare le aziende affinché immettano sul mercato prodotti meglio recuperabili dal punto di vista del rifiuto. Però, le amministrazioni locali sicuramente saranno i nostri primi interlocutori.

  PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti dell'ANCI per il loro intervento, e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato 2) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.20.

Pag. 14

ALLEGATO 1

Pag. 15

Pag. 16

Pag. 17

Pag. 18

Pag. 19

Pag. 20

Pag. 21

Pag. 22

Pag. 23

Pag. 24

Pag. 25

Pag. 26

Pag. 27

Pag. 28

Pag. 29

Pag. 30

Pag. 31

Pag. 32

ALLEGATO 2

Pag. 33

Pag. 34

Pag. 35

Pag. 36