Sulla pubblicità dei lavori:
Serracchiani Debora , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA IN MATERIA DI LAVORO E PREVIDENZA NEL SETTORE DELLO SPETTACOLO
Audizione in videoconferenza del professor Pasquale Tridico, presidente dell'INPS.
Serracchiani Debora , Presidente ... 3
Tridico Pasquale , presidente dell'INPS ... 3
Serracchiani Debora , Presidente ... 6
Mollicone Federico (FDI) ... 6
Serracchiani Debora , Presidente ... 7
Carbonaro Alessandra (M5S) ... 7
Serracchiani Debora , Presidente ... 8
Viscomi Antonio (PD) ... 8
Serracchiani Debora , Presidente ... 8
Casciello Luigi (FI) ... 8
Serracchiani Debora , Presidente ... 9
Piccoli Nardelli Flavia (PD) ... 9
Serracchiani Debora , Presidente ... 9
Tridico Pasquale , presidente dell'INPS ... 9
Serracchiani Debora , Presidente ... 11
ALLEGATO: Documentazione depositata dal professor Pasquale Tridico, presidente dell'INPS ... 12
Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI): Misto-AP-PSI.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DELLA XI COMMISSIONE
DEBORA SERRACCHIANI
La seduta comincia alle 16.05.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che dal resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione in videoconferenza del professor Pasquale Tridico, presidente dell'INPS.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva in materia di lavoro e previdenza nel settore dello spettacolo, l'audizione del professor Pasquale Tridico, presidente dell'INPS.
Ricordo che l'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dell'audito e dei deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento. Ringrazio anche a nome della presidente della Commissione cultura, l'onorevole Vittoria Casa, il presidente Tridico e segnalo che saranno collegati in videoconferenza anche il dottor Vito La Monica, direttore centrale Presidente e Organi collegiali, e il dottor Ferdinando Montaldi, direttore centrale bilanci, contabilità e servizi fiscali.
Cedo quindi la parola al presidente dell'INPS, professor Pasquale Tridico.
PASQUALE TRIDICO, presidente dell'INPS. Buonasera a tutti. Come al solito, abbiamo preparato una relazione e una presentazione che mi accingo a proiettare. Grazie mille per questa audizione. Quello che farò, presidente, è rappresentare prima la fotografia del mondo dello spettacolo, di come viene gestito in Istituto l'ex fondo per i lavoratori dello spettacolo (ex ENPALS), e poi cercare di evidenziare alcune criticità e suggerire, nei limiti delle mie possibilità, linee possibili di sviluppo. Anche in questo caso, come in quello precedente, ringrazio tutti i miei collaboratori, soprattutto il direttore centrale bilanci, il dottor Montaldi, e il dottor Vito La Monica, perché, come al solito, c'è tutto il supporto delle migliori professionalità dell'Istituto in base a queste competenze.
Parliamo di una platea di lavoratori potenziale, inclusa in tutto il mondo dell'industria cultura, di circa un milione di lavoratori, 959 mila per la precisione. Il 3,7 per cento dell'occupazione produce un valore aggiunto di 59 miliardi di euro (3,9 per cento del PIL). Parliamo di tutto un comparto di indotto, non del solo settore dello spettacolo. Il settore dello spettacolo in particolare, cioè quello che gestisce l'Istituto, raggruppato nelle categorie che vedete elencate, dagli attori fino ai dipendenti di imprese di noleggio film, è composto da 327 mila unità, divise in lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti. Entrambi i gruppi sono iscritti al fondo pensione lavoratori dello spettacolo (FPLS). Hanno una retribuzione media di circa 10.600 euro all'anno e un numero di giornate medie lavorate di circa cento. Questi primi numeri che vi sto dicendo sono molto importanti, soprattutto ai fini di una prospettiva evolutiva del sistema dei lavoratori dello spettacolo. Si tratta di lavoratori che hanno un numero di ore lavorate intorno a cento, con un forte gender gap tra uomini e donne, non solo nella partecipazione, ma anche e soprattutto nella differenza retributiva: Pag. 4 11.749 euro per la retribuzione media dei maschi e 9.200 euro per la retribuzione media delle donne, in questo settore.
C'è una concentrazione molto più spiccata di lavoratori dello spettacolo soprattutto in due regioni, ovvero nella Lombardia e nel Lazio. Si tratta di 65 mila lavoratori autonomi e 262 mila lavoratori dipendenti. Molto generalmente, i 262 mila lavoratori dipendenti in questo caso hanno maggiori protezioni in termini di mercato del lavoro durante le interruzioni o le sospensioni, rispetto ai lavoratori autonomi. Di questo parlerò fra un attimo. La composizione è di due terzi dipendenti e di un terzo autonomi.
Rispetto al numero di pensioni vigenti, nel 2018 erano 55.600 e nel 2019 erano un numero abbastanza stabile, per un importo cumulato pensionistico di circa 923 milioni, quindi meno di un miliardo all'anno di pensioni complessivamente pagate ai lavoratori dello spettacolo.
La differenza anche in questo caso è importante: circa il 44,7 per cento dei lavoratori dello spettacolo ha una pensione inferiore a 750 euro; circa il 21 per cento ha una pensione compresa tra 750 euro e 1.500 euro; circa il 26 per cento ha una pensione fra 1.500 euro e 3 mila euro; quasi l'8 per cento ha una pensione di importo superiore ai 3 mila euro. Quello che qui dovrebbe preoccupare il legislatore è una pensione relativamente bassa per circa il 44 per cento dei lavoratori stessi.
Considerando, invece, che esiste un risultato di esercizio positivo che si sta accumulando di anno in anno, questi livelli di trattamento pensionistico così bassi non sono facilmente giustificabili. Mi spiego meglio. In termini di contributi le entrate nel 2019 erano circa 1,3 miliardi; le uscite sono state meno di un miliardo (le uscite in termini di prestazioni) e c'è un avanzo del 2019 di circa 300 milioni. Questo avanzo è abbastanza costante negli anni, tanto è che si è accumulato al 31 dicembre 2019 un avanzo nella gestione dell'ex ENPALS di circa 5,4 miliardi. È importante tenere a mente questo avanzo, soprattutto in virtù di una prospettiva di riforma. Ma perché si è accumulato un avanzo di gestione? Perché prevalentemente le entrate contribuiscono per un ammontare superiore e le uscite sono inferiori soprattutto perché i lavoratori dello spettacolo in termini pensionistici non raggiungono un numero di giornate particolarmente elevate durante l'anno. Quindi, la spesa pensionistica rimane inferiore alla contribuzione. Da qui, un avanzo che si genera di anno in anno per circa 300 milioni, fino a un cumulato ad oggi di circa 5,4 miliardi.
Inoltre, i lavoratori autonomi non godono di tutele previdenziali in costanza di lavoro, al contrario dei lavoratori dipendenti. Essi, come dicevamo, sono circa 65 mila, rispetto ai due terzi dei lavoratori dipendenti, a cui si applicano gli istituti tipici di cui abbiamo parlato anche nella precedente audizione. Ai lavoratori subordinati a tempo determinato si applicano, invece, diversi istituti, tra cui, ad esempio, la maternità, la malattia, il Fondo di garanzia del TFR (trattamento di fine rapporto), la NASPI (Nuova assicurazione sociale per l'impiego), e via dicendo. Ai lavoratori autonomi non si applicano tali istituti. In particolare, a mio parere, così come tutti gli altri lavoratori autonomi, anche questi lavoratori autonomi meriterebbero una tutela. Su questo spenderò due minuti alla fine della presentazione, quando parlerò di possibili evoluzioni.
Quando è che si è creato il problema e quindi la differenza tra entrate e uscite nel Fondo ex ENPALS? Dopo la riforma del 1997. In particolare, nel momento in cui si inserisce il requisito minimo per la maturazione di un anno di anzianità assicurativa ai fini pensionistici, il legislatore decide di portare da 60 a 120 giornate lavorative all'anno il requisito minimo per la contribuzione annuale. Questo requisito, 120 giornate annuali, è difficilmente raggiungibile per molti lavoratori, soprattutto per quelli precari, gli intermittenti, gli autonomi; ovviamente non per i subordinati. Abbiamo visto anche, in una delle due slide precedenti, che il numero medio delle giornate lavorate retribuite è di circa cento. Inoltre, come sapete, durante questo periodo noi stiamo pagando dei bonus, delle indennità Pag. 5ai lavoratori dello spettacolo. Abbiamo pagato quattro tranche a circa 42 mila lavoratori dello spettacolo. Molti lavoratori, purtroppo, rimangono fuori perché non hanno nemmeno il requisito ulteriormente ridotto, previsto dal decreto «Rilancio», delle sette giornate lavorative nell'anno precedente. Questo comporta evidentemente una precarietà in termini di reddito oltre che pensionistica.
Mi avvio a illustrare questa prospettiva evolutiva di riforma o comunque di suggerimenti. Quello che potrebbe farsi, al fine di migliorare le condizioni pensionistiche, alla luce della presenza di un avanzo della gestione ex ENPALS, potrebbe essere l'abbassamento di queste 120 giornate lavorative, considerando soprattutto che il numero medio è cento. A mio parere non dovrebbe distanziarsi di molto rispetto a cento giornate il requisito di maturazione annuale di anzianità assicurativa ai fini pensionistici.
Molti attori, personaggi dello spettacolo, artisti non sono, nella maggior parte dei casi, famosi o star con livelli retributivi elevati e, soprattutto, lavorano, durante la messa in scena di un programma o di uno spettacolo musicale, per un periodo molto più ampio rispetto a quello che effettivamente è poi la rappresentazione in scena. Questo periodo più ampio, fatto di formazione, di prove, eccetera, non è computato nelle giornate lavorative.
Quindi, al fine di permettere il raggiungimento dei requisiti con maggiore facilità, a mio parere, la formazione dei lavoratori dello spettacolo dovrebbe essere considerata nella contribuzione utile ai fini pensionistici. A mio avviso, potrebbe considerarsi utile, almeno nella metà della contribuzione totale, il periodo di formazione che i lavoratori dello spettacolo fanno durante la loro vita da attore, da pittore, da scultore o da artista. Questo sicuramente migliorerebbe le loro prospettive pensionistiche.
Infine, dovremmo rendere possibile il computo della contribuzione volontaria ai fini della maturazione del diritto. Oggi vale soltanto ai fini della misura per la prestazione pensionistica. Ciò vuol dire che se un lavoratore ha fatto determinati anni (senza l'accreditamento di contributi), poiché tali anni non sono computabili, non solo ai fini della misura del trattamento pensionistico, ma, soprattutto, ai fini del maturazione del diritto alla prestazione, può darsi che questo lavoratore non perfezionerà mai il requisito contributivo richiesto per accedere al pensionamento.
Un'altra questione riguarda le prestazioni previdenziali in costanza di lavoro. A parte la NASPI, che è uno strumento che copre i lavoratori dipendenti, il problema rimane per i lavoratori autonomi o comunque per tutti quelli che non hanno un contratto di lavoro subordinato. Per queste persone, a mio parere, considerando la tipicità della professione e la particolare caratteristica di questi profili, sarebbe utile un titolo di indennità che potremmo chiamare una variante del reddito di cittadinanza, un reddito di progetto culturale.
La maggior parte di questi artisti, scultori, pittori ha una vita e una carriera lavorativa completamente slegata da quella che è la ricerca del lavoro tipica di un lavoratore attraverso i Centri per l'impiego, attraverso i match tra domanda e offerta. Questi artisti, questi lavoratori dello spettacolo, soprattutto nel nostro Paese, hanno delle peculiarità che mal si prestano a essere soddisfatte dai servizi per l'impiego tradizionali. A mio parere, soprattutto nell'età più giovane, durante la formazione, sarebbe utile un reddito di progetto culturale della durata di un anno o due, incondizionato e sganciato da quei requisiti stringenti che oggi ha, giustamente, il reddito di cittadinanza. Quindi, una sorta di reddito universale finalizzato al progetto culturale che vada a servire quei giovani nel loro percorso di studio e di formazione volto a realizzarsi in un lavoro nell'ambito del mondo dello spettacolo.
Molti giovani oggi sono distratti, sono soprattutto demoralizzati, e non riescono ad arrivare fino in fondo ai loro percorsi proprio perché, durante questa formazione, durante il lavoro, una carriera instabile, un reddito precario, lavori alternativi da baristi o simili li distolgono dal loro principale obiettivo. Nel nostro Paese, se la Pag. 6cultura ha un valore, potrebbe essere utile pensare a una sorta di reddito di progetto culturale che potrebbe favorire coloro che non sono coperti da NASPI o da altri strumenti simili di sostegno al reddito.
Per concludere, da una parte, considerando soprattutto l'avanzo di questa gestione per circa 5,3 miliardi, potrebbe essere utile rivedere al ribasso, per questo raggruppamento più particolare e più precario, il requisito contributivo ai fini pensionistici, irraggiungibile, o meglio, difficilmente raggiungibile, di 120 giornate lavorative all'anno, e portarlo a una misura più vicina a quella che è la retribuzione media della maggior parte di questi lavoratori, che dicevo essere intorno a cento giornate lavorative. Dall'altra parte, si potrebbe prevedere la possibilità di utilizzare i contributi versati in gestioni diverse e rendere possibile la valorizzazione del periodo di formazione e di preparazione dello spettacolo.
Infine, per quanto riguarda il sostegno al reddito, potrebbe essere utile prevedere l'istituzione di un reddito di progetto culturale. Questa gestione lo permette perché c'è un avanzo. Ovviamente il Parlamento e gli organi di Governo sono indispensabili nel dire ciò che è giusto.
Vi ringrazio della vostra attenzione.
PRESIDENTE. Grazie, presidente. Adesso do la parola ai colleghi presenti e a quelli da remoto che intendono intervenire. Ovviamente le chiedo, presidente, di poterci inviare le slide che oggi ci ha presentato, in modo da poterle poi mandare a ogni parlamentare membro della Commissione lavoro e della Commissione cultura.
È iscritto a parlare l'onorevole Mollicone. Prego.
FEDERICO MOLLICONE. Grazie, presidente. Grazie, presidente Tridico, per l'esposizione dei dati. Ho sette domande che le farò in sequenza. Sono molto tecniche rispetto a quello che lei ha detto e riguardano vari aspetti. La prego, magari, di annotarle per avere delle risposte, non per me ovviamente, ma per le categorie che ce le hanno rappresentate.
La prima riguarda la circolare attuativa dell'INPS del 28 ottobre 2020, relativa all'erogazione dei contributi destinati ai lavoratori dello spettacolo, indicata dal decreto-legge «Agosto», che reca la necessità di non essere stati titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data del 15 agosto 2020. Questa risulta essere una limitazione incomprensibile, che escluderà anche i lavoratori che nei giorni di agosto, magari, sono riusciti a fare alcuni spettacoli, riuscendo anche a guadagnare qualcosa, e per questo vengono discriminati. Chiediamo se conosce questa evidenza o se può intervenire sull'iniquità di questa circolare, che sinceramente non ha grande senso.
La seconda domanda riguarda la questione del DURC (Documento unico di regolarità contributiva). Al momento siamo nella situazione paradossale in cui si impedisce alle strutture di sanare le precedenti posizioni pendenti sul DURC; allo stesso tempo si privano dei contributi ad esse destinabili. Abbiamo presentato un emendamento al decreto-legge «Ristori» e ai precedenti decreti al fine di prorogare il DURC fino alla cessazione dello stato di emergenza, come per altri atti amministrativi. Qual è la posizione dell'INPS al riguardo? In sostanza, succede che società, compagnie teatrali e produzioni hanno diritto ai finanziamenti, partecipano ai bandi, gli vengono assegnati i fondi, ma dopo il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo rimane sub iudice della verifica del DURC da parte dell'INPS, che, invece di rispondere in tempi stretti, come necessario in un contesto di emergenza come questo, ci impiega anche sei mesi o un anno, magari in virtù di una vecchia pendenza. Parlo di dati conosciuti personalmente. Ci sono compagnie teatrali che magari hanno vecchie pendenze di 600 euro o 1.000 euro e questo rende negativo il DURC, facendo perdere un sacco di tempo. Avrebbe più senso sospendere la verifica del DURC o farla in backstage, dare intanto l'erogazione, verificare in backstage le pendenze o altre questioni per poterle sanare e, eventualmente, riprendersi i fondi o richiedere indietro i fondi, senza bloccare tutto il sistema di erogazione di emergenza. Pag. 7Anche su questo chiediamo una posizione ufficiale.
La terza domanda riguarda gli stanziamenti erogati, previsti dal decreto ministeriale 5 agosto 2020, n. 380; di fatto risulterebbe che ad oggi non sono arrivati. Su questo, le domande di ristoro risultano attualmente sospese o rifiutate; sono state addirittura richieste numerose integrazioni documentali. Non so se è a conoscenza di questa evidenza.
L'altra questione riguarda molte sedi INPS, fra cui quella di Roma, che non erogano assegni agli intermittenti dello spettacolo. La risposta che gli viene data è: «Lei non ha diritto al “bonus intermittenti” in quanto lavoratore dipendente», ignorando che il lavoro intermittente è di fatto un lavoro dipendente. Su questo aspetto, sul quale mi sembra aver fatto un accenno prima, come si intende risolvere la questione?
La quinta domanda è sui lavoratori che non hanno avuto il bonus perché hanno ricevuto assegni bassissimi di cassa integrazione per lavoro part-time. Su questo volevo una sua opinione, perché ovviamente non dipende da lei. Volevo sapere se non ritenga necessario adeguare l'ammortizzatore a 600 euro.
La sesta domanda riguarda, invece, i contributi figurativi per le giornate lavorative perse nel 2020 dai lavoratori, ai fini pensionistici, riconoscendo ad esempio la differenza tra le giornate del 2019 e quelle del 2020. Perché non vengono riconosciuti i contributi figurativi?
L'ultimo quesito riguarda sempre i lavoratori dello spettacolo che non possono certo vivere – questa è una questione più generale – con 1000 euro una tantum. Per di più, persino per le categorie a tempo indeterminato si stanno verificando ritardi di svariati mesi. Ad oggi c'è l'assenza di retribuzione nei cinque mesi successivi per chi ha ricevuto la cassa integrazione. Quando verranno accreditate queste somme? I ristori non arrivano; molte categorie sono fuori dal perimetro, come i registi e la danza. Chiediamo, secondo lei, come opinione in questo caso, perché è il presidente dell'INPS, se queste incongruenze vanno modificate nel decreto «ristori-ter» o se ci sono altre possibili soluzioni, magari interne, interpretative, all'INPS. Grazie.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Carbonaro, che ha chiesto di poter intervenire, volevo precisare al presidente Tridico che le domande poste dal collega Mollicone non attengono prettamente all'indagine conoscitiva, ma attengono legittimamente ad alcune attività dell'INPS di questo momento. Pertanto, se lei non ritiene o non può rispondere ora, le chiederei di poterci far pervenire una nota scritta sulle domande poste dall'onorevole Mollicone, che sarà poi trasmessa all'onorevole Mollicone e a chi ne farà richiesta. Grazie.
Do ora la parola all'onorevole Carbonaro. Prego.
ALESSANDRA CARBONARO. Grazie, presidente. Saluto il professor Tridico e colgo l'occasione anche per ringraziare, visto che ci troviamo all'ultima audizione dell'indagine conoscitiva. Abbiamo audito tantissime realtà, quindi credo che faremo tesoro di questo lungo lavoro.
Alcuni spunti che ha dato il professor Tridico sono assolutamente condivisibili, tant'è che avevo presentato, anche con l'onorevole Gribaudo, una proposta di legge che prevedeva proprio la riduzione delle giornate lavorative necessarie per poter chiedere la malattia. Oggi per avere la malattia si richiedono cento giornate lavorative. Come proponeva il professor Tridico, bisognerebbe sicuramente arrivare a una riduzione di queste giornate, perché cento sono veramente tante. Infatti, volevo chiederle se avevate ipotizzato anche a quanto poterle abbassare. Sicuramente la soluzione migliore sarebbe azzerarle, però arrivare a un numero minore sarebbe già molto importante per il settore. Questo vale anche per le famose 120 giornate. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un numero molto elevato per chi viene da questo settore, che conosco molto bene. So infatti quanto sia difficile riuscire ad accumulare tutte queste giornate lavorative. Ebbene, su questo mi trovo assolutamente d'accordo Pag. 8nel computare anche il periodo della formazione. Sono giornate in cui gli artisti, gli attori, chi opera in questo settore si forma, studia, si prepara. Sono periodi assolutamente prodromici all'attività del lavoratore.
Le volevo fare una domanda specifica su questa proposta del reddito di progetto culturale. Le chiederei qualche approfondimento in più, perché è molto interessante e corretto immaginare che i giovani possano accedere al settore dello spettacolo venendo aiutati. Le volevo chiedere se avevate già idea di come questo potrebbe avvenire. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Viscomi, prego.
ANTONIO VISCOMI. Grazie, presidente, come al solito è stato esaustivo. Io rimango sempre con una domanda di fondo. Per affrontare bene le questioni dell'aspetto previdenziale dovremmo partire dall'origine, cioè dalla tipologia di contratto. Come lei stesso ha segnalato, tra essere subordinati o autonomi ci saranno poi una serie di conseguenze sul piano previdenziale.
Prima ancora di parlare del piano previdenziale, vorrei capire questa questione della disciplina contrattuale nell'ambito del mondo dello spettacolo, perché ho l'impressione che vi sia una fragilità derivante da questa frammentazione delle tipologie contrattuali, che ha ripercussioni sul piano della posizione della prestazione previdenziale. Credo che operare sulla posizione o prestazione previdenziale, senza avere ben chiaro e aver messo a fuoco la questione delle tipologie contrattuali, possa creare un corto circuito, anche per quanto riguarda i rapporti fra datori di lavoro, chiamiamoli così genericamente, e lavoratori.
Temo che la frantumazione e la fragilità delle tipologie contrattuali possano essere non impeditive a una quantità di evasione o elusione contrattuale, e quindi contributiva, nel mondo dello spettacolo. Allora vorrei chiederle se sono a sua conoscenza in questo momento, oppure se ci sono, nella relazione che ci invierà successivamente, alcune stime dei valori in materia di evasione e di elusione contributiva all'interno del mondo dello spettacolo, attraverso l'uso improprio di questi contratti di lavoro frantumati tra autonomi, subordinati, collaborazioni, collaborazioni occasionali, partite IVA e così via, che lei conosce bene. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Casciello.
LUIGI CASCIELLO. Grazie, presidente. Da quanto ho ascoltato dal presidente Tridico, credo che arrivi la conferma che l'intero settore vada totalmente riorganizzato e, soprattutto, tutelato. È un lavoro essenzialmente a intermittenza. I lavoratori dello spettacolo hanno vincoli anche simili a quelli dei liberi professionisti, ma con tutele sempre minori, se non inesistenti. La materia fiscale ne è un esempio lampante: i lavoratori del settore sono obbligati a emettere fattura sia per le prestazioni professionali occasionali che per quelle artistiche, analogamente ai liberi professionisti; sono soggetti a contributi e oneri previdenziali rinviabili a quelli spettanti ai lavoratori dipendenti, senza avere la tutela che invece i lavoratori dipendenti hanno. Da questa analisi e dai dati forniti dal presidente Tridico, mi pare che arrivi la conferma di ciò.
Ribadisco che noi di Forza Italia abbiamo presentato una proposta di legge a mia prima firma per la riorganizzazione del settore, che spero venga affrontata quanto prima nelle Commissioni competenti. La crisi e l'emergenza Covid hanno semplicemente portato alla luce un'emergenza che esiste da anni, perché è un settore non organizzato e non tutelato.
Devo dire che leggerò meglio questa ipotesi del reddito di accesso, che già solo per il fatto che rimanda al reddito di cittadinanza mi fa venire l'orticaria; ma vorrei capire meglio come si pensa di organizzare un settore che di per sé non è organizzato e si pensa, invece, a una sorta di reddito di cittadinanza per uno o due anni. Questo da quello che ho letto nella slide, da quello che ho sentito; poi magari sarà una proposta straordinaria che sarà Pag. 9accolta dai lavoratori dello spettacolo come la panacea, per cosa non lo so; ma basterebbe presentare un progetto che non si capisce bene che cosa sia. Naturalmente siamo qui anche ad attendere una relazione del presidente Tridico, magari non solo in audio, ma anche in maniera specifica, con risposte dettagliate, anche successivamente.
Mi rivolgo alla presidente Serracchiani, affinché richieda una relazione dettagliata su queste proposte, e non solo delle slide, al presidente Tridico, se c'è tale disponibilità, per evitare anche di alimentare aspettative che mi sembrano abbastanza surreali, vista la difficoltà del momento. Ricordo, tra l'altro, che l'80 per cento dei fondi già stanziati per il mondo dello spettacolo vanno sostanzialmente a quanti fanno riferimento al FUS, mentre invece lo spettacolo in Italia viene prodotto da quell'80 per cento che oggi riceverà aiuti solamente per il 20 per cento. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Onorevole Piccoli Nardelli, prego.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie, presidente. Volevo solo ringraziare l'onorevole Carbonaro per questa indagine conoscitiva, che è stata portata avanti con grande determinazione in tutto questo periodo. Credo che la collaborazione fra la Commissione lavoro e la Commissione cultura abbia portato risultati interessanti.
L'onorevole Viscomi ha già chiarito quali sono le posizioni del Partito Democratico su questo tema. Come Commissione cultura, non posso che unirmi a questo, sottolineando che consideriamo il tema di straordinaria importanza e che abbiamo una proposta di legge incardinata in Commissione cultura per la costituzione di un registro nazionale degli attori che va in questo stesso senso, cioè nel cercare di capire come si può aiutare un settore in evidente difficoltà. Grazie, presidente.
PRESIDENTE. Grazie. Se non ci sono altri interventi, nel dare la parola al presidente Tridico, posso anche anticipare che normalmente le relazioni del presidente vengono consegnate anche quando ci sono delle slide, quindi, sicuramente, anche in questo caso, verrà fornita. Prego, presidente.
PASQUALE TRIDICO, presidente dell'INPS. Confermo che manderemo oggi stesso sia la dettagliata relazione, sia la presentazione PowerPoint.
Ringrazio e mi corre l'obbligo di rispondere all'onorevole Mollicone per l'esigenza che ha manifestato, che del resto arriva all'Istituto sotto più forme. Io stesso, qualche giorno fa, ho incontrato rappresentanze di lavoratori dello spettacolo per cercare di risolvere alcuni di quei problemi che l'onorevole Mollicone ha elencato.
Sulla data del 15 agosto, innanzitutto, voglio chiarire che non è un'invenzione dell'Istituto e della circolare. Il decreto-legge «Agosto» stabilisce che i lavoratori che hanno, all'atto della sua entrata in vigore, un rapporto di lavoro dipendente sono esclusi dalla prestazione. La legge è entrata in vigore il 15 agosto, quindi è ovvio che sia così. Tuttavia, stiamo lavorando di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali al fine di escludere gli intermittenti da questa previsione. C'è un'interlocuzione continua con il Ministero per cercare di includere un numero maggiore possibile di lavoratori, che magari in quel periodo stavano lavorando, ma ripeto che non è un'invenzione della circolare dell'INPS il fatto di stabilire come data il 15 agosto, bensì una precisa indicazione della legge. Penso, tuttavia, per rispondere precisamente all'onorevole Mollicone, che il quesito che abbiamo posto al Ministero del lavoro e delle politiche sociali verrà positivamente riscontrato e che quindi potremo dare un'indennità anche a coloro che intermittentemente erano occupati a cavallo di quei giorni.
Dopodiché, mi corre anche l'obbligo di dire che molti dei lavoratori dello spettacolo che ho incontrato in questi giorni purtroppo non hanno contribuzione registrata in INPS o, meglio, in ex ENPALS. Anche qui, per rispondere all'onorevole Viscomi, che poneva implicitamente questo problema, abbiamo un numero di giornate lavorate medie già di per sé molto basso. Pag. 10Molto spesso questi lavoratori non vengono dichiarati o iscritti alla gestione ex ENPALS. Abbiamo pagato 42 mila indennità ai lavoratori dello spettacolo, ma certamente a coloro che troviamo negli archivi ex ENPALS; non possiamo fare altrimenti, perché la legge ci dice di pagare quelli che sono iscritti alla gestione ex ENPALS. Se non li troviamo iscritti o se non li troviamo nella misura sufficiente a rispondere al requisito, purtroppo non li possiamo pagare e ne abbiamo, per questo motivo, rifiutati molti.
Sul DURC il discorso è complementare. Lo dico davanti ai rappresentanti del Paese: il DURC è uno strumento di grande innovazione, di cui l'Istituto si è dotato negli ultimi dieci anni. Permette automaticamente di verificare – senza nessuna interferenza, senza nessun tipo di coinvolgimento degli attori, delle parti sociali e delle aziende – la regolarità contributiva delle aziende, cioè la regolarità delle pensioni future dei lavoratori. Mi rendo conto, però, che a volte, anche per 600 euro di debito contributivo, potrebbe essere utile fissare una soglia, ma questa è una decisione che tocca al Parlamento prendere. Questo potrebbe farsi non solo per lo spettacolo, ma per tutti i settori. Ad esempio, si potrebbe decidere che al di sotto di un debito, che potrebbe essere di 500 euro, 1.000 euro, un debito piccolo, l'Istituto possa rilasciare il DURC con riserva e permettere nei successivi tre mesi all'azienda di intervenire e di riparare al debito.
Conosciamo il nostro Paese: è una partita delicata. È un intervento che il legislatore potrebbe fare e troverebbe il consenso dell'Istituto entro certi limiti; cioè, se si tratta di un debito al di sotto di 1.000 euro, l'Istituto potrebbe rilasciare un DURC provvisorio. Questo potrebbe essere un riscontro positivo che potrei dare come Istituto a una norma di questo tipo.
Sui lavoratori intermittenti esclusi, onorevole Mollicone, purtroppo il problema esiste. Non sono pochi i lavoratori che abbiamo escluso; ne abbiamo pagati 42 mila. I lavoratori autonomi nei nostri archivi sono 65 mila, mentre sono 262 mila i lavoratori dipendenti. I lavoratori dipendenti non hanno avuto accesso al bonus perché ovviamente hanno avuto o lo stipendio oppure la cassa integrazione. Molti dei 65 mila, invece, non hanno avuto la richiesta riscontrata positivamente; 42 mila hanno avuto una richiesta riscontrata positivamente; circa 15 mila, o anche di più, sono stati rigettati perché non li troviamo nei nostri archivi.
Mi permetto, molto sommessamente, di far notare all'onorevole Casciello che anche per questo sarebbe utile in questo settore una sorta di basic income; cioè sarebbe stato utile avere in questo periodo, per questo settore, proprio perché i lavoratori sono molto estemporanei (in molti casi non hanno posizioni registrate oppure non raggiungono quei requisiti), un reddito di progetto culturale, un basic income. Ciò non perché sono affezionato a qualcos'altro – non ho fatto nessun tipo di allusione – ma solo perché questo settore, ancora di più rispetto ad altri, è particolarmente precario, soprattutto nella fase iniziale, e potrebbe essere utile sostenerlo per favorire una carriera più stabile a quei lavoratori.
L'onorevole Carbonaro mi trova d'accordo su quei due interventi sull'indagine conoscitiva in oggetto: la riduzione a 60 giornate lavorate per l'ottenimento dei requisiti di malattia e la riduzione intorno a cento delle 120 giornate utili ai fini della maturazione dei requisiti pensionistici. Queste erano le due indicazioni. A mio avviso e in base ai dati che abbiamo e che vi manderò, in virtù soprattutto dell'avanzo che esiste in questa gestione, questi due provvedimenti, insieme al reddito di progetto culturale e alla valorizzazione dei periodi di formazione per la contribuzione, potrebbero essere utili a stabilizzare quello che lo stesso onorevole Casciello diceva essere un settore da riformare.
All'onorevole Viscomi devo una risposta dalla precedente audizione; me ne sono per un attimo dimenticato. Se mi è permesso, lo faccio ora. L'onorevole Viscomi mi chiedeva nella precedente audizione il collegamento tra le politiche attive e lo strumento. A mio parere c'è uno strumento, l'assegno di ricollocazione, che andrebbe utilizzato per i percettori di NASPI. È una dote che Pag. 11potrebbe essere concessa ai beneficiari di NASPI per spendersela sul mercato con le agenzie per il lavoro e con i Centri per l'impiego.
Rispetto alla domanda precisa sul numero di quelli che implicitamente l'onorevole Viscomi ha definito come «evasori» o comunque di quella fetta di lavoratori che noi non riscontriamo, oggi non ho un numero preciso da dare. Tuttavia, riferendomi al fatto che circa 20 mila lavoratori che hanno richiesto indennità per il bonus spettacolo non hanno avuto questa richiesta soddisfatta, probabilmente molti di loro credono di avere le giornate registrate e dichiarate, ma probabilmente non le hanno. Quello è un numero indicativo su una platea di circa 60 mila lavoratori autonomi che noi, invece, abbiamo registrato.
Penso di aver cercato di rispondere un po' a tutte le domande sollevate e vi ringrazio.
PRESIDENTE. Bene. Grazie, presidente. Nel rinnovarle la richiesta di mandarci le slide con una breve relazione, la ringraziamo per la sua disponibilità e la salutiamo.
Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della documentazione presentata (vedi allegato), e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 16.45.
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