Sulla pubblicità dei lavori:
Casa Vittoria , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SULL'USO DEI CERTIFICATI DIGITALI DI UNICITÀ ( NON FUNGIBLE TOKEN – NFT )
Audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'uso dei certificati digitali di unicità (non fungible token – NFT) nell'arte, di Paolo Campegiani, dottore di ricerca in ingegneria informatica; Massimo Franceschet, professore associato presso il dipartimento di scienze matematiche, informatiche e fisiche dell'Università degli studi di Udine; Marco Monaco, direttore dei progetti strategici per l'area Europa, Medio Oriente e Africa presso la società ConsenSys e Bruno Pitzalis, esperto di cripto arte.
Casa Vittoria , Presidente ... 3
Campegiani Paolo , dottore di ricerca in ingegneria informatica (intervento da remoto) ... 3
Casa Vittoria , Presidente ... 5
Franceschet Massimo , professore associato presso il dipartimento di scienze matematiche, informatiche e fisiche dell'Università degli studi di Udine (intervento da remoto) ... 6
Casa Vittoria , Presidente ... 7
Monaco Marco , direttore dei progetti strategici per l'area Europa, Medio Oriente e Africa presso la società ConsenSys (intervento da remoto) ... 7
Casa Vittoria , Presidente ... 9
Pitzalis Bruno , esperto di cripto arte (intervento da remoto) ... 9
Casa Vittoria , Presidente ... 11
Lattanzio Paolo (PD) ... 11
Fusacchia Alessandro (Misto-MAIE-PSI-FE) ... 11
Maturi Filippo (LEGA) ... 12
Casa Vittoria , Presidente ... 12
Campegiani Paolo , dottore di ricerca in ingegneria informatica (intervento da remoto) ... 12
Casa Vittoria , Presidente ... 13
Franceschet Massimo , professore associato presso il dipartimento di scienze matematiche, informatiche e fisiche dell'Università degli studi di Udine (intervento da remoto) ... 13
Monaco Marco , direttore dei progetti strategici per l'area Europa, Medio Oriente e Africa presso la società ConsenSys (intervento da remoto) ... 13
Casa Vittoria , Presidente ... 14
Pitzalis Bruno , esperto di cripto arte (intervento da remoto) ... 14
Casa Vittoria , Presidente ... 14
Sigle dei gruppi parlamentari:
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Insieme per il Futuro: IPF;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Vinciamo Italia-Italia al Centro con Toti: Misto-VI-ICT;
Misto-Coraggio Italia: Misto-CI;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
VITTORIA CASA
La seduta comincia alle 10.50.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna è garantita, oltre che dal resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione in diretta sul canale web-tv della Camera dei deputati.
Audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'uso dei certificati digitali di unicità (non fungible token – NFT) nell'arte, di Paolo Campegiani, dottore di ricerca in ingegneria informatica; Massimo Franceschet, professore associato presso il dipartimento di scienze matematiche, informatiche e fisiche dell'Università degli studi di Udine; Marco Monaco, direttore dei progetti strategici per l'area Europa, Medio Oriente e Africa presso la società ConsenSys e Bruno Pitzalis, esperto di cripto arte.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'uso dei certificati digitali di unicità (non fungible token – NFT) nell'arte, di Paolo Campegiani, dottore di ricerca in ingegneria informatica; Massimo Franceschet, professore associato presso il dipartimento di scienze matematiche, informatiche e fisiche dell'Università degli studi di Udine; Marco Monaco, direttore dei progetti strategici per l'area Europa, Medio Oriente e Africa presso la società ConsenSys e Bruno Pitzalis, esperto di cripto arte.
Saluto e ringrazio i nostri auditi per essere intervenuti. Saluto anche i colleghi – quelli presenti e quelli che partecipano da remoto. Ricordo che, dopo l'intervento dei nostri ospiti darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni. Successivamente i nostri auditi potranno rispondere alle domande. Ricordo che l'audizione dovrà concludersi entro le ore 11.45, ora in cui è prevista una riunione del Comitato dei nove delle Commissioni riunite VII e XI. Chiedo pertanto ai nostri ospiti di contenere il loro intervento in 10-12 minuti in modo da consentire ai parlamentari di rivolgere eventuali domande.
Do quindi la parola a Paolo Campegiani, dottore di ricerca in ingegneria informatica, collegato da remoto.
PAOLO CAMPEGIANI, dottore di ricerca in ingegneria informatica (intervento da remoto). Onorevole presidente, onorevoli deputati, grazie per l'invito. Nel mio intervento vorrei evidenziare alcuni rischi e alcune opportunità relative alla vendita delle versioni digitali delle opere d'arte di NFT. Al fine di darvi una dimensione assolutamente parziale, ma comunque significativa, delle potenzialità di questa tecnologia, vi riporto come nei giorni scorsi il museo Belvedere di Vienna abbia scomposto il Bacio di Klimt in circa 10 mila frammenti digitali, ciascuno in vendita a 1.850 euro, ovvero per un controvalore di 18,5 milioni di euro. Il mercato mondiale degli NFT ha avuto un valore nel 2021 stimato intorno ai 15 miliardi di euro, di cui circa 2 miliardi di euro per le sole opere d'arte.
Il nostro patrimonio artistico e culturale è tra i più ricchi e vari del pianeta, e tale deve essere anche nella dimensione digitale. Per questi motivi ritengo significativa questa audizione, visto che il settore della Pag. 4cultura può operare da apripista per tutto il made in Italy.
Il nostro Paese, infatti, ha diverse unicità: produzioni agricole, moda, stile di vita ed è fondamentale che queste unicità siano preservate e valorizzate nel mondo digitale, così come nel mondo reale.
Vorrei adesso evidenziare alcuni aspetti specifici. Il primo è relativo al valore che un NFT può avere e cosa contribuisca a tale valore. Il sistema del registro distribuito Blockchain and Distributed Ledger è stato normato in Italia con il decreto-legge 14 dicembre del 2018, n. 135, all'articolo 8-ter. È prevista nel 2023 un'ulteriore normazione da parte dell'Unione europea nell'ambito della revisione del regolamento sui servizi digitali fiduciari.
I token non fungibili, gli NFT, sono assimilabili a certificati digitali e associano a un'identità di un soggetto presente e tracciato all'interno di un sistema di un registro distribuito, la proprietà di un documento digitale. Questo documento può essere, ad esempio, una scansione di un'opera d'arte, un modello tridimensionale, un estratto audio e simili.
Gli NFT possono essere comprati e venduti sul mercato digitale costituito da una blockchain, in genere pagando tramite criptovalute.
È inoltre possibile far sì che il primo possessore dell'NFT o il suo creatore riceva una percentuale per ogni successiva compravendita dello stesso.
Viste le caratteristiche degli NFT, il nostro Paese ha una grande opportunità di valorizzare il suo patrimonio culturale e artistico a patto di affrontare tempestivamente alcune sfide fondamentali. Il primo punto riguarda il fatto che il valore dell'NFT non è legato alla non riproducibilità del suo contenuto, quanto alla scarsità che deriva dal fatto di essere stato prodotto da un soggetto qualificato e riconosciuto. Chiunque di noi può scattare una foto al David di Michelangelo, ma questa foto anche se fosse trasformata in NFT non avrebbe un valore particolarmente alto, dato che sarebbe una foto come tante altre; mentre una foto del David messa in vendita come NFT da parte della galleria dell'Accademia di Firenze sarebbe unica e originale, tale da fare acquisire alla stessa un valore molto elevato.
Ne consegue che per una reale valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale di NFT lo Stato, attraverso i propri musei e le proprie gallerie, è chiamato a giocare un ruolo chiave nel momento in cui mette in vendita questi beni digitali, seguendone costantemente la catena di proprietà.
L'Italia ha investito molto nella creazione di sistemi di identità digitale, come SPID, la carta di identità elettronica, la carta nazionale dei servizi, che hanno milioni di utenti attivi e che quindi potrebbero svolgere un ruolo importante come abilitatori di un processo, potendo fornire garanzie forti sull'identità dei partecipanti, anche in un'ottica di contrasto a ogni forma di contraffazione e di riciclaggio.
I musei non devono certo diventare esperti di blockchain. Dovranno, al contrario, scegliere con attenzione un fornitore tecnologico altamente qualificato, affidandogli un ruolo di supporto. La creazione di un NFT dal punto di vista tecnico ha un costo estremamente basso, compreso tra pochi centesimi e pochi euro; per cui i meccanismi di ripartizione degli utili derivati dalla vendita degli NFT devono essere commisurati ai costi industriali effettivi sostenuti dal partner tecnologico.
Allo stesso modo, la remunerazione del partner tecnologico deve tenere conto degli investimenti che costui ha sostenuto. Questo è fondamentale per far sì che sia lo Stato a giovare pienamente della vendita di questi beni digitali.
Un altro elemento che occorre ben chiarire riguarda la protezione dell'NFT una volta che questo sia stato venduto. Quello che va evitato è che qualcuno si appropri della versione digitale di un'opera d'arte. Per questo è importante capire la differenza tra la condivisione di un'immagine attraverso un social network – un processo abbastanza semplice, il pulsante «condividi» che tutti abbiamo usato – e la proprietà effettiva di un NFT.
La prima modalità di utilizzo non intacca la proprietà, mentre la seconda, che è quella che ci interessa, è protetta dalla Pag. 5blockchain. Per fare un parallelo più vicino a noi, un proprietario di una Ferrari non viene danneggiato dal fatto che qualcuno ci si faccia una foto vicino; anzi questo ne può aumentare il valore, perché la Ferrari stessa è considerata uno status symbol. L'importante è che nel pubblico registro automobilistico sia ben chiaro chi è il reale proprietario.
Chiarito questo, vorrei evidenziare due ulteriori aspetti. Come detto, il creatore originario dell'NFT può beneficiare di una percentuale dalle compravendite successive. Questo è un meccanismo molto simile al diritto di seguito, che è già regolamentato nella normativa italiana; l'ultima modifica: il decreto legislativo n. 118 del 2006, che ha recepito la direttiva del 2001 dell'Unione europea.
È fondamentale che di questo diritto goda solo lo Stato, non cedendolo a terzi, quale il partner tecnologico privato, che è stato già adeguatamente remunerato durante la fase di prima vendita.
Il secondo aspetto da approfondire riguarda la possibilità di collegare e di estendere lo strumento della golden power alla compravendita degli NFT, come già avviene per le aziende strategiche. Basti pensare che già nell'attuale mercato delle opere d'arte fisiche esistono dei limiti all'export, ad esempio vietando la cessione fuori dall'Italia o dall'Unione europea. Per un bene digitale applicare tali limiti richiede opportuni interventi legislativi; quindi è tanto più sensibile l'indagine che la Commissione cultura ha avviato, date le implicazioni relative alla sovranità nazionale.
È fondamentale mantenere la proprietà, anche digitale, di un'opera d'arte, così come manteniamo quella dell'opera fisica, all'interno di un perimetro ben definito. In quest'ottica sarebbe opportuno immaginare anche un accordo a livello europeo per individuare una strategia comune nel contesto del mercato unico digitale.
La guerra in Ucraina sta riportando una contrapposizione tra blocchi che possiamo cogliere anche su Internet, dove ci sono già delle reti nazionali autonome e non interconnesse alle altre, come ad esempio il caso della Cina. Quindi un'attenta riflessione sugli NFT ci impone di tenere presente che qualora un nostro NFT finisse in una di queste reti, diverse da quelle europee e occidentali, sarebbe difficilmente recuperabile.
Infine esiste un rischio cibernetico derivante dall'uso di queste tecnologie, ovvero tutta una serie di attacchi informatici che, oltre a poter danneggiare l'acquirente dell'NFT, possono avere la conseguenza di cedere la proprietà dell'opera digitale a un possessore sgradito.
Senza entrare nel merito, un meccanismo come la golden power, di cui sopra, insieme ad altre precauzioni di natura più tecnologica contribuirebbe certamente a limitare i rischi.
In conclusione: gli NFT, pur essendo un'invenzione propria del mondo digitale, sono destinati a influenzare sensibilmente il mondo reale. Pertanto, se è vero che le sfide legate a questo settore sono estremamente complesse, è altresì vero che non c'è alternativa ad affrontarle con visione e ponderazione, senza mai dimenticare che le opportunità e i ritorni in termini di immagine, valorizzazione e promozione per l'intero sistema Italia, che fa dell'eccellenza e dell'unicità l'essenza stessa del made In Italy, potrebbero essere enormi, rappresentando un volano di sviluppo e occupazione non solo per il mondo digitale, ma con ricadute sensibili anche per l'economia reale.
Dalla capacità del legislatore di saper gestire questi processi tenendo insieme una via italiana ed europea, dipenderà la capacità di governare un campo nuovo estremamente vasto, dalle potenzialità pressoché infinite, rappresentando un modello da seguire anche per gli altri competitori globali. Ho terminato il mio intervento, vi ringrazio per l'attenzione.
PRESIDENTE. Grazie, ingegnere. La invito, così come invito tutti gli altri, se vuole, a farci pervenire una memoria per iscritto, in modo da avere un testo che possa contribuire alla nostra indagine, così come ha fatto il prossimo audito, Massimo Franceschet, professore associato presso il Dipartimento di scienze matematiche, informatiche e fisiche dell'Università degli studi di Pag. 6Udine, anche lui collegato da remoto, al quale do subito la parola. Prego, professore.
MASSIMO FRANCESCHET, professore associato presso il dipartimento di scienze matematiche, informatiche e fisiche dell'Università degli studi di Udine (intervento da remoto). Grazie. Buongiorno e grazie di questo prestigioso invito. Mi chiamo Massimo Franceschet, sono professore associato di informatica presso l'Università di Udine.
Circa dal 2018, il tema della blockchain e delle sue applicazioni, principalmente alla finanza e all'arte, sono oggetto della mia ricerca scientifica, della mia didattica e anche della parte di divulgazione che faccio, come in questo caso. Sono anche un'artista digitale che usa il codice per creare le opere d'arte. Sono un cosiddetto «artista generativo», uno tra i primi in Italia a credere in questo movimento, al movimento della crypto art, oggi presente nelle principali gallerie internazionali, forse il primo audito che è anche un'artista digitale in questo contesto.
Un breve recap sugli NFT, ma penso che ormai siate più esperti di noi. Nel contesto della crypto art, un non-fungible token è un certificato digitale associato in modo univoco a un'opera d'arte digitale; quindi, benché l'opera rimanga infinitamente replicabile e scaricabile da tutti, ciò che è unico non è l'opera, ma è il certificato che garantisce al possessore il diritto di rivendita ed eventualmente un diritto di seguito di cui parlava il mio collega.
Quando un'opera viene creata, un pezzo di codice che è chiamato smart contract, che di solito è sviluppato dalla galleria digitale, crea questo certificato e lo deposita nel portafoglio dell'artista. Quando poi l'artista vende l'opera, c'è uno scambio tra l'artista e il collezionista. Naturalmente il token va nel portafoglio del collezionista e l'importo pattuito, di solito in criptovaluta, va nel portafoglio dell'artista; quindi è importante notare che l'opera rimane decentralizzata e ciò che si muove è il token.
Attenzione: l'artista non cede quasi mai, anzi praticamente mai, la proprietà intellettuale dell'opera, il cosiddetto «corpo mistico». Cede invece solo il certificato digitale di unicità, cioè quello che in diritto si chiama «corpo meccanico», anche se in questo caso ovviamente c'è ben poco di meccanico, è tutto immateriale.
Cosa molto importante è che tutte queste transazioni vengono registrate in modo trasparente e immutabile su un libro mastro decentralizzato che si chiama blockchain, di cui ne esistono più di una.
A mio avviso, venendo un po' più alle cose specifiche, questa tecnologia nasce, in origine, allo scopo di creare un mercato dell'arte nativa digitale. Credo personalmente che eventuali contributi pubblici debbano andare innanzitutto in questa direzione, cioè quella di valorizzare la scena artistica e digitale italiana, che non è fatta solo di artisti, ma anche di collezionisti, di curatori, di studiosi e divulgatori della materia, come sono io ad esempio.
La scena italiana digitale è molto ricca, è quasi paragonabile alla scena tradizionale. Qualcosa di concreto, tanto per non essere troppo astratto, un'eventuale regolamentazione del mondo dei crypto asset, e anche degli NFT, dovrebbe essere ben informata – questo è anche lo scopo di questa Commissione – e tenere conto anche delle peculiarità di questo settore, al fine di non deprimere un potenziale mercato che è in parte ancora tutto da sviluppare.
Un tema molto caldo in questo periodo è quello del metaverso. Proprio recentemente, la società di consulenza più importante al mondo, Mckinsey, ha pubblicato il suo rapporto sul metaverso. Le conclusioni sono abbastanza impressionanti e prevedono che entro il 2030 questo settore genererà 5 milioni, quindi 5 mila miliardi di dollari; oltre il 50 per cento degli eventi live si terrà nel metaverso; l'80 per cento degli acquisti dipenderanno da qualche azione che il consumatore ha fatto nel metaverso, per esempio vedere un prodotto o parlare con qualcuno; e – questa è una cosa che ci riguarda direttamente, poiché la Commissione si occupa anche di istruzione, e io sono docente – gran parte dell'istruzione avverrà nel metaverso, quindi l'università del futuro deve essere ripensata, e l'utente Pag. 7medio passerà circa sei ore al giorno nel metaverso.
Il 2030 è tra otto anni, non è tra 50 anni; quindi queste previsioni sono abbastanza attendibili. Non spetta a me ricordare che l'Italia è uno dei Paesi con patrimonio artistico e culturale più vasto e importante al mondo. D'altro canto, la recente crisi pandemica e anche i conflitti armati, purtroppo ancora attuali, ci hanno fatto capire che, con la nuova o nuovissima normalità, gli spostamenti fisici non potranno più essere dati per scontati.
Il metaverso, quindi, potrebbe essere un modo per valorizzare il nostro patrimonio culturale e artistico a prescindere dalla presenza fisica. Io sono veneto e adoro Venezia. Nel caso di Venezia già ora le visite sono contingentate; probabilmente in un futuro verranno quasi completamente escluse. Considerate ancora che nel metaverso gran parte degli asset, per esempio un'opera d'arte, un terreno, sono di fatto registrate come non-fungible token.
Questa Commissione si occupa anche di istruzione: un tema a me molto caro, visto che faccio questo lavoro da circa vent'anni, e ne ho altri venti che mi aspettano. Gli argomenti di questa discussione sono nuovissimi e, ritengo, anche abbastanza complessi per la persona media. Credo che sia importante lavorare bene e arrivare per primi, ottenendo quello che noi chiamiamo «il vantaggio di coloro che arrivano per primi».
Temi come la blockchain e le relative applicazioni, soprattutto all'arte e alla finanza, secondo me dovrebbero essere discussi per lo meno fin dalle scuole superiori e studiati all'università. Sto dando il mio apporto all'università da circa quattro anni, con grande soddisfazione degli studenti.
Forse per le scuole superiori si potrebbe pensare anche a un testo più accattivante e immersivo, come quello di un metaverso della conoscenza. Stanno già nascendo, e nella memoria che lascerò ho anche introdotto un link, Morfeo.art, che è uno dei primi metaversi della conoscenza.
Questo ha anche lo scopo di informare i giovani e quindi preservarli da eventuali truffe e raggiri che sono all'ordine del giorno in questo mondo, purtroppo, e quindi permettere loro di fare scelte informate e consapevoli.
Vorrei concludere in abbondante anticipo questa mia presentazione con un'idea ambiziosa. La blockchain è un argomento bellissimo, di cui mi sono praticamente innamorato, ed è un argomento interdisciplinare, che unisce crittografia, sistemi distribuiti, teorie dei giochi e meccanismi per raggiungere il consenso in un contesto privo di fiducia; quindi, matematica, informatica, economia e scienze politiche.
Satoshi Nakamoto, il creatore della blockchain bitcoin, la prima blockchain, è riuscito a forgiare un sistema in cui non è possibile occultare o cancellare ciò che è stato scritto o detto, e soprattutto in cui essere onesti è la strategia più razionale e profittevole. Una sfida audace che lancio a questa Commissione è provare a esportare questo principio di onestà decentralizzata, dalla tecnologia al mondo di tutti i giorni. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, professore. Do ora la parola a Marco Monaco, direttore dei progetti strategici per l'area Europa, Medio Oriente e Africa, presso la società ConsenSys, collegato da remoto. Prego, professore.
MARCO MONACO, direttore dei progetti strategici per l'area Europa, Medio Oriente e Africa presso la società ConsenSys (intervento da remoto). Buongiorno a tutti. Presidente e onorevoli, grazie mille per l'invito.
Mi presento brevemente. Come già introdotto, mi occupo dei progetti strategici in area Europa, Medio Oriente e Africa per ConsenSys, che è un'azienda americana fondata dal cocreatore di Etherum, che è stata la prima blockchain con il supporto per gli smart contract esistente.
ConsenSys non è molto nota come azienda; sono molto più noti i prodotti di ConsenSys. Ad esempio, noi siamo gli owner del WLP adottato a livello mondiale nell'ambito blockchain, che è Metamusk, o altri prodotti legati all'accesso alle blockchain e a tool per sviluppare gli smart contract su blockchain come Etherum, o similari.Pag. 8
In ConsenSys abbiamo questa strategia fatta da diversi pillar. Uno dei pillar è proprio il mondo NFT. La nostra azienda è molto focalizzata sul tema degli NFT e abbiamo fatto diverse esperienze su larga scala. Abbiamo curato, ad esempio, uno dei primi drop di un'artista molto famoso, che è Damien Hirst. Abbiamo lavorato nel campo della Luxury; si sono rivolte ad artisti per andare a fare dei drop NFT, ad esempio, la Dithering Foundation con Mac Viva Glam, che è un'azienda di cosmetica; hanno creato questo NFT, di cui abbiamo curato il drop.
Siamo molto attivi anche nell'ambito dello sport. Abbiamo fatto diverse iniziative, ad esempio con Lega Serie A. Abbiamo emesso gli NFT per accedere alla prima partita live all'interno di un metaverso, Milan-Fiorentina di quest'anno. Siamo molto attivi sul tema dell'acquisizione degli IP (intellectual property) rights, perché, come giustamente gli altri relatori hanno detto prima di me, il tema alla base degli NFT, degli IP rights, è un tema fondamentale. Fare la foto alla Ferrari non è la stessa cosa di poter dire di possedere la Ferrari o di poter dichiarare di essere il proprietario di quel pezzo.
Qui, però, nasce un tema molto importante. NFT di oggetti che esistono nel mondo reale aprono diversi elementi di criticità. Un NFT che rappresenta un'opera d'arte reale potrebbe essere visto un po' meno appetibile rispetto a un NFT puramente digitale, perché un NFT puramente digitale mi permette di poter dire e garantire di avere la piena titolarità di quell'opera d'arte digitale, almeno in quella copia scarsa che è stata emessa sotto forma di NFT; mentre nel caso di un'opera d'arte reale, ad esempio, c'è sempre la possibile di dire: sì, ma la qualità nell'apprezzare un'opera d'arte reale è diversa dalla qualità nell'apprezzare un'opera d'arte digitale.
Inoltre c'è tutta una serie di problematiche di fondo e di base nel ricondurre un NFT, che è uno strumento, un certificato puramente digitale, a un'opera d'arte fisica che invece è un oggetto tangibile e reale. Quello che posso riportarvi personalmente è la nostra esperienza nell'ambito del mercato come operatore tecnologico, perché noi ci posizioniamo esattamente come operatore tecnologico e come partner tecnologico.
Quando si parla di NFT esiste un mercato, e questo è davanti agli occhi di tutti. Questo mercato è mosso da due diversi driver. Abbiamo chi è interessato agli NFT con l'ottica del collezionista, e si chiama collectible; quindi la motivazione nell'acquisto dell'NFT è data dal semplice fatto di poter dire di possedere una copia autentica di un'opera d'arte, digitale, piuttosto che la rappresentazione di un'opera d'arte reale.
Un altro driver però importante, visto che quando si parla di collectible ci si rivolge a una percentuale molto bassa della popolazione mondiale, quando si lavora con gli NFT, è quello dell'utilità. Ci si rivolge a un mercato più mass market, come noi ad esempio stiamo facendo con alcune spot properties. In tal caso il driver del collezionismo è un po' inferiore rispetto alla platea di utenza a cui ci si va a indirizzare. In tal caso è necessario agganciare agli NFT un concetto di utilità, cioè io compro un NFT perché ho dei vantaggi nell'acquistarlo. Questi vantaggi possono essere connessi ad accessi, a esperienze nel mondo reale, a oggetti reali, quindi io compro l'NFT e i possessori dell'NFT potranno avere accesso a un'esperienza di palastadio, ad esempio, piuttosto che ricevere una maglia firmata o un pallone firmato.
Un concetto di utilità è fondamentale e quando si parla di concetti di utilità si può pensare a esperienze della vita reale, ma anche al mondo del gaming; quindi io posso comprare un NFT perché mi dà diritto a poter partecipare a un gioco come il Fantacalcio, il fantasy football, o posso comprare un NFT perché mi dà diritto a partecipare a un gioco di corse di macchine o di battaglie di carte, quindi un gioco di card, fondamentalmente.
Questo è quello che è successo, che abbiamo visto in alcuni casi come Axie Infinity, Sorel o altri casi analoghi che hanno riscosso un gran bel successo.
Un altro driver ancora di utilizzo è quello della possibilità di permettere all'utente di utilizzare questi NFT sui social Pag. 9network, e parliamo dell'acronimo PFP, quindi utilizzare NFT come immagine del profilo, e alcuni social network come Instagram, Twitter, Reddit, che permettono di visualizzare un'immagine di profilo, che è NFT, con un formato diverso rispetto alle immagini di profilo che sono foto classiche. In quel caso automaticamente si riconosce che chi ha quell'immagine di profilo, che ha il bordo esagonale invece del bordo rotondo, è il possessore dell'NFT che ha messo come immagine di profilo.
Non ultimo, il tema del metaverso che è importantissimo. L'utilità che posso dare all'NFT è quella, ad esempio, che mi permette di accedere a un evento all'interno di un metaverso o crearmi la mia galleria all'interno di un metaverso dove invitare altre persone e mostrare gli NFT che ho collezionato.
Il tema fondamentale di cui si parla sempre, relativo al riciclaggio sugli NFT, è un tema che noi indirizziamo attraverso determinate procedure. In effetti, un utente, quando entra in una delle piattaforme che realizziamo come ConsenSys, viene riconosciuto, vengono fatte delle analisi attraverso provider certificati che sono gli stessi che si usano in ambito bancario; dopo di che, nel momento in cui l'utente decide di acquistare l'NFT, rimane all'interno della piattaforma e poi può portare l'NFT al di fuori in un approccio non custodial, che è al di fuori del nostro confine di interesse, e poi l'utente, da lì, si può rivolgere ad altre piattaforme.
Il concetto di vincolare, però, un controllo completo e costante su quello che è l'utente e l'utilizzo che fa dell'NFT stride un po' con il concetto di NFT stesso, che si basa sul concetto del web 3, ovvero dare indietro valore all'utente e, nel momento in cui l'utente non è libero di poter decidere che cosa fare del proprio NFT perché è sempre soggetto a un controllo di una terza parte, allora in quel momento ritorniamo nell'ambito web 2: quindi stridono un po' come concetti. Ci rendiamo conto che in alcuni casi questo è fondamentale e quindi noi siamo più della filosofia di andare a monitorare quelli che sono gli in e out nel sistema. Quindi, nel momento in cui esce dal sistema viene tracciato, che è un po' lo stesso concetto che si è applicato sugli exchange di criptovalute.
Un'ultima battuta sul tema. Io ho fatto parte della Commissione del MISE, degli esperti per la strategia sui registri distribuiti. Uno dei punti su cui ho insistito di più, all'interno di quella Commissione, è stato convincere gli altri colleghi dell'importanza della formazione su questa tematica. È importante far capire che cosa vuol dire questo nuovo paradigma della blockchain in termini di gestione della sicurezza, quali sono i nuovi rischi – perché vengono introdotti nuovi rischi rispetto al mondo che conoscevamo prima, un mondo più tradizionale – e, quindi, come non rimanere fuori da questo mondo, perché magari questi rischi spaventano e diventano una barriera all'ingresso.
Anche il tema della regolamentazione è molto importante. Questo è un mercato globale. La maggior parte degli NFT che abbiamo emesso per Damien Hirst, che è un'artista americano, sono stati commercializzati nell'area asiatica. Gli NFT emessi per Steloder sono stati invece maggiormente commercializzati negli Stati Uniti. Quindi, provare a spingere una regolamentazione che non sia in linea con un contesto globale – perché questo è un contesto globale – potrebbe essere ironicamente un fallimento, perché si rischia di andare in contrapposizione con il trend più globale dove c'è un'attitudine a non regolamentare in maniera troppo stretta; significa definire paletti e limiti che non devono essere oltrepassati e alcune condizioni base, in modo da lasciare più spazio a una sovrapposizione delle varie normative a livello globale. Questo sicuramente dà valore al mercato degli NFT.
PRESIDENTE. Grazie, direttore. Do la parola a Bruno Pitzalis, esperto di criptoarte, collegato da remoto. Prego.
BRUNO PITZALIS, esperto di cripto arte (intervento da remoto). Onorevole presidente, onorevoli deputati, buongiorno e grazie di aver coinvolto il MoCDA (Museum of contemporary digital art) in questa indagine Pag. 10conoscitiva sull'utilizzo dei certificati digitali.
Dal 2019 il museo di arte contemporanea digitale si occupa di sostenere e promuovere l'arte digitale attraverso l'educazione, la curatela e l'esplorazione della sua interazione con la tecnologia.
Il mio breve intervento prende in esame quanto accaduto negli ultimi 12 mesi e le possibili opportunità future di questo ecosistema che ora vado a condividere. Ci troviamo in questo momento non solo al momento dell'introduzione di una nuova tecnologia, ma proprio di un passaggio della tecnologia.
Come già detto prima, si passa dal web 2.0 al web 3.0, in un ecosistema che ha regole completamente diverse e si riferisce sempre di più a una decentralizzazione; quindi ha anche un ritorno alla forza, agli utenti di Internet. Questo momento, a livello di interazione con la nuova tecnologia, è già stato vissuto intorno agli inizi degli anni Duemila, quando Internet ha cominciato a fare parte delle nostre vite. Ovviamente, come in questo momento, anche venti anni fa c'era una giusta preoccupazione all'inserimento di una nuova tecnologia nella nostra vita.
Questa slide che utilizzo sempre nelle mie presentazioni dà un po' l'idea dello stato attuale dell'argomento degli NFT all'interno dell'ecosistema Internet, ma anche all'interno dell'ecosistema dei social network, dei DFAI e così via.
Attualmente ci sono 5 miliardi di utenti in Internet, abbiamo 217 milioni di utenti Twitter, 4,3 milioni di portafogli per operazioni di finanza decentralizzata, un milione di portafogli su OpenSea, che attualmente è il marketplace che ha il maggior numero di transazioni nel mercato degli asset digitali, e di questi 5 miliardi di utenti Internet, lo 0,0072 per cento possiede un NFT. Quindi si parla ancora, ovviamente, di qualcosa che non riguarda la maggior parte delle persone, ma è un dato in continua crescita; difatti, ogni settimana, io devo aggiornare questa slide.
Qual è lo stato dell'arte di questi asset digitali, di questi oggetti digitali e della loro diffusione? Questa slide che vedete fa riferimento a una classifica delle venti città nel mondo nelle quali la conversazione sugli NFT è diffusa. Come vedete, il primo posto è Singapore e la prima nazione dell'Europa è il Portogallo. Anche se in Italia, negli ultimi mesi, si è sentito tanto parlare di NFT, in realtà è una conversazione ancora minore rispetto a quanto accade in altri posti.
Quella che vedete qui è la performance di segmento del primo trimestre del 2022 della ripartizione del volume delle transazioni nelle aree di mercato degli asset digitali. Il dato interessante è sicuramente quello che si riferisce alla parte dell'arte. Il mercato dell'arte all'interno di un più grande mercato degli asset digitali è al secondo posto. Questo dato è molto importante perché in un ecosistema globale l'arte, anche se in questo momento il mercato, come magari sapete, sta avendo un rallentamento, continua a essere sicuramente un settore molto solido.
Come dicevo prima, stiamo vivendo un rallentamento rispetto ai dati del 2021 che, tuttavia, non è da considerarsi come unicamente negativo. Ovviamente, a seguito del boom dell'inizio del 2021 molte persone sono entrate in questo mercato, per ragioni sicuramente di tipo speculativo. Il rallentamento del mercato che stiamo vedendo adesso dipende dal fatto che molte delle persone entrate con motivazioni speculative lo stanno abbandonando. Questi segnali incarnano la fine del capitolo della speculazione del mercato, ma sostengono l'apertura di un nuovo capitolo: quello rivolto alla visione più ampia, quello dell'ecosistema del web 3.0, di cui mancano ancora le infrastrutture. Ci troviamo oggi a sostenere una discussione sempre più alimentata, ma in realtà c'è ancora tantissimo da fare. Il potenziale di ciò di cui stiamo parlando è praticamente inimmaginabile.
Quali sono le opportunità rispetto allo stato dell'arte attuale? La nascita di un mercato parallelo, basato sulle proprietà digitali, risulta essere una grande opportunità, soprattutto nei settori di arte e cultura, con diverse applicazioni. Alcune di queste applicazioni si basano sul passato, su quanto è già stato prodotto, ma molte si Pag. 11basano su quanto dovrà ancora essere prodotto. Tra queste opportunità sicuramente abbiamo l'archiviazione del patrimonio artistico su blockchain. Quindi, ancora prima di pensare a come sfruttare l'opportunità della ricchezza della nostra nazione, la blockchain è sicuramente uno strumento molto importante per l'archiviazione e, dopo aver archiviato questo patrimonio, anche renderlo disponibile a tutte le persone che vogliano utilizzare l'archivio per le più svariate ragioni.
Un'altra opportunità è sicuramente la creazione di proprietà digitali certificate legate a ogni singolo elemento del patrimonio artistico italiano. Le attività museali in ambienti virtuali condivisi: come diceva prima Massimo Franceschet, il metaverso è un altro di quegli ambienti con un grandissimo potenziale che può aiutare a diffondere la cultura italiana e a promuovere le nuove discipline artistiche e gli artisti digitali di questo Paese. Il supporto della cultura digitale potrebbe essere utilizzato nuovamente come opportunità in questa scena, quella della criptoarte. I criptoartisti italiani sono stati tra i primi a rendersi conto dell'opportunità di questa transizione digitale e non solo sono riconosciuti, ma attualmente continuano a essere tra i più attivi sostenitori, promotori e diffusori di questa scena artistica, che sicuramente entrerà nella storia dell'arte e probabilmente occuperà un piccolo spazio. Io mi attendo almeno un capitolo, però è un dato reale.
La promozione e il sostegno delle pratiche artistiche digitali presenti e future necessitano del supporto dello Stato nel quale avvengono. È un mercato globale che è molto basato sulla creatività. Sicuramente l'Italia e gli artisti italiani hanno dimostrato di averne molta. Oltre agli artisti c'è tutto un bacino fatto di curatori, come ad esempio noi del MoCDA, di scrittori, o comunque di persone che rivedono nell'arte digitale un loro metodo espressivo e quindi anche la possibilità di costruire una carriera in questo ambito.
Quella che vedete adesso è la proiezione di un possibile mercato che non è ancora entrato nel mondo degli asset digitali: quello della cultura. Se prendiamo in esame con un diagramma a torta sezioni di mercato che esistono attualmente nel mondo degli NFT, quello della cultura è un ambito che non è ancora stato preso in considerazione.
Per chiudere la mia presentazione, quello che sicuramente è da tenere in conto è che si è creato un mercato parallelo. I nuovi mercati ovviamente non accadono ogni due o tre anni e sicuramente è una grande opportunità per esplorare un nuovo modo di valorizzare e monetizzare la cultura e la creatività italiana. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei. Do adesso la parola ai colleghi che intendono intervenire.
PAOLO LATTANZIO. Grazie, presidente. Una domanda proprio su quest'ultimo punto, perché mi colpisce la distinzione che viene fatta, nella proiezione del mercato in futuro, tra ciò che può succedere su arte e ciò che può succedere sul lato cultura. Credo che sia molto interessante se potessimo avere una risposta al riguardo. Grazie.
ALESSANDRO FUSACCHIA. Grazie, presidente. Anche io volevo ringraziare gli auditi. Quanto ho ascoltato mi è sembrato molto interessante. Noi siamo partiti con un'indagine sugli NFT. È evidente che stanno avvenendo tante cose collegate agli NFT, ma non solo. Parliamo di arte digitale, parliamo di opportunità che la tecnologia permette per la valorizzazione della cultura, della promozione della cultura e dell'arte, sia sul privato che sul pubblico. Suggerisco di non disperdere tutti questi altri spunti e quindi di capire come costruire un rapporto finale di un'indagine in cui, partendo dal nucleo centrale degli NFT, non mescoliamo cose diverse, come abbiamo cominciato a capire, ma non ci perdiamo nemmeno le cose diverse che sono interessanti in prospettiva per gli esiti di questa indagine.
Ascoltando le audizioni sia di oggi, sia dei giorni precedenti, credo che ci siamo dimenticati, almeno per la lista provvisoria che abbiamo fatto, un grande e centrale attore che diventa rilevante, cioè l'Agenzia Pag. 12delle entrate, perché c'è una dimensione di fiscalità fondamentale rispetto al trattamento sul mercato di tutto quello di cui stiamo discutendo. Quindi proporrei alla Commissione, a lei per il suo tramite, presidente, di audire anche l'Agenzia delle entrate, perché è evidente che quando parliamo di arte, ma che non è ancora classificata come arte, cambia il mondo dal punto di vista fiscale e delle opportunità.
Chiudo con una domanda che non rivolgo specificatamente a uno degli auditi. Mi pare che stiamo parlando ancora una volta – provo a fare un po' di ordine generale – di due cose molto diverse, strettamente collegate, ma diverse. Una è lo sviluppo di un mercato privato in Italia che è un mercato dell'arte, un mercato della cultura, come quello che esiste, che ha una nuova dimensione adesso e che credo dobbiamo, come pubblico, come Parlamento, come Governo, incoraggiare a certe condizioni; quindi, da questo punto di vista, volevo capire quale sarebbe la prima e più fondamentale cosa che raccomandano i nostri auditi per lo sviluppo di un mercato dell'arte privato, in modo che diventiamo un player internazionale significativo che poggi sul fatto che siamo un Paese di produzione artistica, di patrimonio, eccetera.
In parallelo, l'altra domanda speculare, invece, è: a quali condizioni e in che modo pensano gli auditi che noi potremmo valorizzare il nostro patrimonio? Quando sentivo prima ragionare sugli NFT o sulle altre formule di tecnologia applicata all'arte, per cui il proprietario dell'opera d'arte magari ne perde la proprietà o comunque viene trasferito il bene artistico, però allo stesso tempo ne può mantenere sempre un diritto di prelievo economico, un diritto per cui ogni passaggio di proprietà, ogni sfruttamento economico prevede anche che in capo al proprietario arrivino delle risorse economiche, questo mi sembra un elemento molto interessante; perché – se ragioniamo di pubblico, c'è la grande preoccupazione, che arriva da alcuni ambienti di Governo, che a un certo punto svendiamo il Colosseo, svendiamo le opere d'arte, il patrimonio degli Uffizi e così via. Se, invece, siamo in grado di fare NFT di monumenti, di opere d'arte, di tutto quello che è il patrimonio, sapendo che questo genera un introito economico regolare nel tempo, che non c'è un'alienazione definitiva a un certo punto di quel bene, del certificato digitale di quel bene pubblico, di quel pezzo di patrimonio, potrebbe cambiare completamente la prospettiva di come il pubblico si rapporta alle possibilità che questo mondo offre. Volevo capire se questo può essere un pezzo del ragionamento da mettere sul tavolo per andare nella direzione di valorizzare il patrimonio. Grazie.
FILIPPO MATURI. Grazie. Volevo solo un chiarimento su un aspetto tecnico. Se mi è abbastanza chiaro che sul mercato primario si possano vendere degli NFT anche con FIAT con valuta corrente, mi chiedevo, nel caso del secondario, invece, se queste revenues, queste percentuali, da riconoscere al venditore principale iniziale, possano essere solo in cripto o no. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei. Un breve giro di repliche, cominciando con il dottor Campegiani e poi, a seguire, nell'ordine con cui si sono svolti gli interventi. Prego.
PAOLO CAMPEGIANI, dottore di ricerca in ingegneria informatica (intervento da remoto). Grazie, presidente. Mi permetto di rispondere a una delle domande che l'onorevole Fusacchia ha posto, che riguarda il mercato pubblico, cioè a quali condizioni si può valorizzare il patrimonio.
Un punto molto importante riguarda la centralità del processo, la centralità dei soggetti che partecipano a questa cosa, anche perché il diritto di seguito nella normativa attuale dura 70 anni; quindi si può trattare di un ritorno economico progressivo nel tempo. C'è un punto molto importante che mi permetto di rappresentare facendo un esempio. Supponiamo che una delle opere pubbliche che decidiamo di trasformare in NFT sia un'immagine sacra di San Gennaro (io vivo e lavoro a Napoli, quindi permettetemi di fare l'esempio di San Gennaro). Supponiamo che venga a un certo punto acquistata da un soggetto che la mette nel metaverso e decide di dileggiarePag. 13 questa immagine per motivi politici, religiosi e qualsiasi altra cosa. Questo sarebbe un danno estremamente importante per l'Italia dal punto di vista dell'immagine, una perdita di sovranità. A fronte di questo possiamo fare due considerazioni. La prima, forse la più importante, è che noi dobbiamo conoscere i soggetti con cui stiamo operando, perché qui non stiamo parlando di una trattativa tra privati che possono vendere quello che vogliono, ma stiamo parlando di un ruolo pubblico estremamente importante. La seconda è che queste vendite che avvengono sulla blockchain sono regolamentate, come ha indicato prima uno degli interventi, da uno smart contract che, con un'approssimazione estrema, è un contratto, anche se non lo è. Certamente gli smart contract devono avere una proprietà, che è quella di essere revocabili. Cioè, in Italia ognuno di noi può ricorrere a un giudice e chiedere l'annullamento di un contratto per qualsiasi motivo. Un principio analogo dovrà valere nel momento in cui decidiamo la compravendita di beni digitali, che sono importanti per lo Stato italiano perché ne rappresentano la sua storia, la sua natura e la sua sovranità. Dovrà esistere un meccanismo anche di monitoraggio per capire chi è il proprietario corrente nei fatti; e se questo proprietario corrente non ci è gradito, la transazione dovrà poter essere revocata. È la stessa cosa che oggi avviene quando vendiamo un'opera d'arte: non si può vendere un'opera d'arte a chiunque nel mondo. Il Ministero dei beni culturali può porre un diniego alla vendita, alla cessione fuori dal territorio dell'Unione europea, può esercitare un diritto di prelazione. Questo principio deve valere anche in questo caso. Questo significa costruire un sistema diverso da quello che vale negli altri Paesi del mondo? Probabilmente sì, ma è anche vero che stiamo trattando un bene diverso da quello che gli altri stanno vendendo, perché è di tutta evidenza che un biglietto per un evento sportivo non è la riproduzione del David di Michelangelo; devono essere soggetti a tutele particolari. Questo si fa sicuramente non costruendo un orticello italiano, ma ragionando in una prospettiva europea. L'Europa ha già in progetto di costruire blockchain di importanza europea; questo può diventare un tema importante che il Governo italiano può rappresentare chiedendo che ci sia un sistema specifico.
PRESIDENTE. Grazie. Professor Franceschet, prego.
MASSIMO FRANCESCHET, professore associato presso il dipartimento di scienze matematiche, informatiche e fisiche dell'Università degli studi di Udine (intervento da remoto). L'azione più urgente, secondo me, è proprio una regolamentazione. Io e il mio commercialista navighiamo un po' a vista per pagare le imposte in questo settore e quindi, una regolamentazione che non entri a gamba tesa, ma che salvaguardi il settore, che è abbastanza particolare, e che, soprattutto, tenga conto che è un settore internazionale, è sicuramente la cosa più importante. Quindi la certezza del diritto.
Per quanto riguarda le royalty in FIAT, questo non è un problema perché esistono le stablecoin, che sono criptovalute che sono «peggate» o all'euro o ai dollari; quindi, se ci fosse un pagamento direttamente in FIAT, in euro o in dollari, la parte di diritto di seguito, che è di solito il 10 per cento – almeno questo è l'accordo tra le varie gallerie – potrebbe essere convertita in tempo reale in stablecoin e poi essere reindirizzata nel portafoglio dell'artista originale.
Trovo molto interessante il fatto che, se le opere sono statali, potrà essere lo Stato a ricevere questo 10 per cento. È un 10 per cento a ogni transazione. È come se l'opera non venisse venduta totalmente, ma l'artista, in questo caso lo Stato, rimanesse possessore di un 10 per cento di quell'opera. Il tutto avviene in modo automatico e trasparente. Forse è il meccanismo più interessante che abbiamo introdotto in questo contesto.
MARCO MONACO, direttore dei progetti strategici per l'area Europa, Medio Oriente e Africa presso la società ConsenSys (intervento da remoto). Mi riallaccio direttamentePag. 14 all'ultimo discorso sul diritto di seguito e le modalità di acquisto. Nei progetti che facciamo, nelle piattaforme che sviluppiamo, implementiamo una doppia modalità: il pagamento in FIAT attraverso carte di credito, ma anche pagamenti in cripto. Il diritto di seguito si può innestare in due modi. Un modo è direttamente nello smart contract che regola l'NFT e, allora, in tal caso, per funzionare necessita obbligatoriamente di un pagamento in cripto o stablecoin, come veniva detto nell'intervento precedente. In tal caso il diritto di seguito è lo smart contract stesso che ne fa l'enforcement, e quindi il diritto di seguito è dato per scontato ed è scritto nella blockchain stessa.
Nel caso di pagamento FIAT, sul primario le piattaforme prevedono anche l'esistenza di un secondario, un marketplace, che è pienamente configurabile. In tal caso il provider tecnologico – cioè noi, in questo caso, nei progetti che abbiamo fatto – deve essere un'entità trusted che poi va a rendicontare tutte le operazioni fatte sul marketplace interno in FIAT, in modo da andare a riconoscere i diritti di seguito. In questo la blockchain aiuta tantissimo perché, attraverso la sua osservazione, è possibile capire e controllare indagini in merito agli scambi sul secondario della piattaforma, quindi secondario centralizzato, per andare poi a calcolare in maniera indipendente qual è il valore del diritto di seguito da percepire e quindi fare il match con quello che effettivamente viene fornito dal provider tecnologico.
Quindi il diritto di seguito può essere implementato con entrambi i meccanismi, con il pagamento in cripto è un diritto di seguito indipendente da qualsiasi attore; con il pagamento in FIAT abbiamo intessuto delle catene di interdipendenza.
Volevo fare un'osservazione su quello che è stato detto prima. L'infrastruttura blockchain europea per gli NFT è un'infrastruttura che non è molto aperta; è un'infrastruttura che non è ancora partita. Mi sono occupato della progettazione nella mia precedente esperienza di lavoro. È una blockchain privata, non è pubblica. In quanto tale, è una blockchain che stride con il concetto di NFT; cioè una NFT su una blockchain permissioned è un concetto un po' in contrapposizione, in contraddizione a livello concettuale stesso. Così come la necessità di fare il reverse delle transazioni fa venire meno la necessità di una blockchain stessa. Di NFT abbiamo tanti esempi. Panini ha fatto una blockchain privata su cui ha emesso degli NFT; quella blockchain privata ora è in dismissione.
PRESIDENTE. La parola a Pitzalis, prego.
BRUNO PITZALIS, esperto di cripto arte (intervento da remoto). La discussione ovviamente comprende tantissimi argomenti, la regolamentazione e tutto il discorso sulla fiscalità, ma sicuramente – come ho già detto prima durante la mia presentazione – questo è un momento molto importante, perché si è ancora all'inizio di una rivoluzione, e sarebbe davvero un peccato che l'Italia non riuscisse a trovare il modo di farne parte in una maniera globale. Grazie a tutti.
PRESIDENTE. Grazie a voi per i contributi, che sono stati preziosi. Rinnovo l'invito a inviarci le vostre memorie. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 11.45.