Sulla pubblicità dei lavori:
Melilli Fabio , Presidente ... 3
Audizione della presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari
(nell'ambito dell'esame della Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012)
:
Melilli Fabio , Presidente ... 3
Cavallari Lilia , Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio ... 3
Marattin Luigi (IV) ... 9
Fassina Stefano (LEU-ART 1-SI) ... 12
Pesco Daniele , Presidente ... 13
Cavallari Lilia , Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio ... 13
Pesco Daniele , Presidente ... 16
Cavallari Lilia , Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio ... 17
Pesco Daniele , Presidente ... 17
Sigle dei gruppi parlamentari:
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Insieme per il Futuro: IPF;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali - Articolo 1 - Sinistra Italiana: LEU-ART 1-SI;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Vinciamo Italia-Italia al Centro con Toti: Misto-VI-ICT;
Misto-Coraggio Italia: Misto-CI;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA V COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
FABIO MELILLI
La seduta comincia alle 8.40.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione della presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari, nell'ambito dell'esame della Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), la professoressa Lilia Cavallari, nell'ambito dell'esame della Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012.
Sono presenti la professoressa Lilia Cavallari, presidente dell'UPB, il professor Libero Monteforte, direttore del Servizio analisi macroeconomica dell'UPB, Maria Cristina Mercuri, esperto senior dell'UPB. Lascio, quindi, la parola alla professoressa Cavallari.
LILIA CAVALLARI, Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Grazie, presidente. Buongiorno a tutti. Oggi parliamo della Relazione al Parlamento che il Governo ha presentato ieri ex articolo 6 della legge n. 243 del 2012. Come sapete, tale Pag. 4articolo prevede la possibilità di scostamenti temporanei dagli obiettivi programmatici in casi di eventi eccezionali che vanno individuati in coerenza con la legislazione europea.
La Relazione che ha presentato il Governo mantiene gli obiettivi programmatici sia sui saldi dell'indebitamento netto, sia l'obiettivo di medio termine. Il tendenziale della finanza pubblica, invece, cambia per effetto dell'andamento di cassa, che registriamo attraverso il monitoraggio delle entrate e delle spese.
Viene constatato un miglioramento dei saldi tendenziali della finanza pubblica e, mantenendo gli obiettivi programmatici, tale miglioramento libera risorse che il Governo, nella Relazione, chiede al Parlamento di essere autorizzato ad utilizzare a copertura di un decreto che, ritengo, sarà varato la settimana prossima per adottare misure di sostegno a fronte dell'aumento dei prezzi dell'energia, a fronte dell'aumento dell'inflazione, a fronte del perdurare delle tensioni legate al conflitto in Ucraina, alla pandemia e, come novità, a fronte della situazione di siccità che riguarda il nostro Paese.
La premessa è che, a differenza delle Relazioni che sono state presentate in passato, quella in esame non prende in considerazione un cambiamento degli obiettivi programmatici, bensì li conferma e aggiorna, invece, il quadro tendenziale.
In questa audizione vi illustrerò brevemente la situazione macroeconomica, ossia il quadro macroeconomico, la situazione di finanza pubblica, da dove viene il miglioramento tendenziale della finanza pubblica e una valutazione delle condizioni emergenziali che giustificano il ricorso a tali misure.
Nel quadro macroeconomico, rispetto all'ultima volta in cui ci siamo sentiti su questo, ovvero ai tempi del Documento di economia e finanza (DEF), è aumentata l'incertezza, nel senso che perdura anche l'acuirsi di tensioni soprattutto dal lato dei Pag. 5prezzi, ovvero a causa dell'aumento e della volatilità dei prezzi dell'energia e dei prezzi delle materie prime, e perdurano le condizioni di rallentamento dell'economia mondiale.
Per quanto riguarda la quotazione delle materie prime, riscontriamo una elevata volatilità, un andamento differenziato dell'aumento dei prezzi del petrolio e del gas, nel senso che il petrolio comincia a dare segni di rallentamento legati sostanzialmente al rallentamento dell'economia mondiale, quindi a una minore domanda, mentre le quotazioni del gas continuano a essere in forte aumento. Ciò chiaramente è legato alle restrizioni sulle forniture e anche all'andamento della guerra. L'aumento del prezzo dell'energia è la principale spinta all'aumento dell'inflazione che oggi riscontriamo.
Per quanto riguarda il quadro macroeconomico e il confronto della situazione ad oggi rispetto a quella esistente ai tempi del Documento di economia e finanza, riguardo al PIL, in questo periodo abbiamo osservato una sostanziale tenuta dell'economia italiana: nel primo trimestre il PIL è cresciuto dello 0,1 per cento; mentre nel secondo trimestre, sulla base dei nostri esercizi, riteniamo che crescerà poco più dello 0,5 per cento. Sostanzialmente l'economia reale ha tenuto in questa prima metà dell'anno e sia le nostre previsioni sia quelle dei principali analisti sulla crescita per il 2022 sono in linea con quelle che prevedevamo ai tempi del Documento di economia e finanza, ovvero con quelle di aprile.
In altri termini, la previsione di crescita del PIL per il 2022 è intorno al 3 per cento. L'UPB ai tempi del Documento di economia e finanza prevedeva il 2,9 per cento, se non sbaglio, mentre il Governo sempre nel DEF prevedeva una crescita del 3,1 per cento, mentre ad oggi i principali previsori, quindi il Fondo monetario, Oxford Economics, Consensus Economics, e così via prevedono una crescita intorno al 3 per cento.Pag. 6
Sostanzialmente il PIL ha tenuto e tale tenuta è legata soprattutto alla domanda interna, a un orientamento ancora sostanzialmente espansivo della politica di bilancio e, dal lato dell'offerta, c'è il recupero di alcuni settori, in modo particolare dei servizi e, in specie, delle costruzioni. Questa è la situazione macroeconomica dal punto di vista reale.
Dal punto di vista nominale le sorprese sono maggiori, nel senso che l'inflazione sicuramente è più elevata e più persistente di quanto previsto nel Documento di economia e finanza, cioè di quanto prevedevamo ad aprile. L'inflazione al consumo oggi, nel mese di giugno, è all'8 per cento, e per quanto riguarda l'inflazione acquisita ad oggi per il 2022, se non succede null'altro, siamo già al 6,4 per cento su base annua. Ciò che è diverso rispetto alle attese è che anche la componente di fondo dell'inflazione sta aumentando, nel senso che oggi siamo intorno al 4 per cento come componente di fondo.
Sicuramente l'andamento dei prezzi è superiore rispetto a quanto previsto ed è più persistente. Le cause di tutto questo sono chiaramente evidenti, poiché sono legate alla dinamica dei prezzi energetici e anche alla dinamica dei prezzi delle materie agricole e dei generi alimentari.
Sul piano dei metalli, che pure sono stati un forte driver della crescita, osserviamo per fortuna una tendenza alla flessione, però comunque indubbiamente le tensioni rimangono e sostengono l'inflazione elevata, che è anche più persistente. Come vedete, anche dalle previsioni dei principali analisti, oltre ad avere aumentato la previsione per il 2022, c'è anche una previsione più alta per il 2023, che indica una maggiore persistenza.
L'inflazione ha impatti redistributivi forti sia sulle famiglie sia sulle imprese e ciò ha richiesto e giustificato gli interventi a sostegno sia delle famiglie sia delle imprese che il Governo ha Pag. 7effettuato finora. La maggiore inflazione rispetto alle attese e la maggiore persistenza dell'inflazione giustificano le misure che saranno prese.
Per quanto riguarda lo stato della finanza pubblica, ciò che si è riscontrato è un deciso miglioramento dei saldi di finanza pubblica rispetto allo scorso anno e rispetto anche alle previsioni contenute nei documenti. Quelli che osserviamo sono i dati del fabbisogno del settore statale, che, come sapete, sono dati di cassa e registriamo un forte miglioramento.
Il miglioramento è sostanzialmente trainato dal lato delle entrate, ovvero dal maggiore gettito delle imposte e, in modo particolare, delle imposte indirette, quindi soprattutto dell'IVA. Per darvi giusto qualche numero, il fabbisogno cumulato del settore statale nei primi sei mesi di quest'anno è di circa 41,7 miliardi di euro ed è risultato inferiore praticamente della metà rispetto allo stesso periodo del 2021: nel 2021 viaggiavamo oltre gli 80 miliardi di euro, a 84,7 miliardi di euro, quindi oggi siamo in una situazione di netto miglioramento.
Da dove viene fuori questo netto miglioramento? Come vi dicevo, viene fuori soprattutto da una dinamica più favorevole delle entrate e, in modo particolare, delle imposte indirette e quindi dell'IVA. Perché c'è una dinamica più favorevole dell'IVA? È in qualche misura un regalo dell'inflazione, nel senso che l'aumento dei prezzi fa sì che ci sia un aumento anche del gettito dell'IVA che si commisura sul valore aggiunto. Si registra anche un aumento del gettito delle imposte dirette, anche se in misura più contenuta.
Dal lato della spesa, si osserva inoltre un miglioramento della spesa per ammortizzatori sociali. Non stiamo parlando di pensioni: tale miglioramento consegue al venir meno di sostegni, per esempio, durante l'emergenza pandemica, al ridursi Pag. 8degli ammortizzatori per effetto della tenuta della economia, al ridursi della cassa integrazione e così via.
Questi andamenti più favorevoli della finanza pubblica fanno sì che l'andamento tendenziale dell'indebitamento netto sia fortemente più basso rispetto a quello previsto e contenuto nel Documento di economia e finanza. La misura della migliore performance della finanza pubblica è nell'ordine di 14,3 miliardi di euro. Infatti, facendo la somma tra le maggiori entrate e l'andamento delle spese, siamo nell'ordine di 14,3 miliardi di euro che si sono liberati a fronte della conferma degli obiettivi programmatici.
La Relazione in esame sostanzialmente chiede al Parlamento l'autorizzazione a impiegare i margini che si sono creati grazie a un migliore andamento della finanza pubblica, registrato fino ad oggi sulla base del monitoraggio dei dati di entrata e di spesa, per finanziare nuove misure di sostegno alle famiglie e alle imprese.
Anche noi monitoriamo l'andamento delle entrate e delle spese, anche se con un piccolo ritardo rispetto ai dati della Ragioneria dello Stato. Ad ogni modo, anche noi monitoriamo questi saldi e riteniamo che questa cifra sia congrua e in linea con quanto osserviamo, anche se quanto osserviamo è un po' in ritardo rispetto a quanto constata la Ragioneria.
L'ultimo punto riguarda l'eccezionalità delle circostanze per utilizzare questi margini di flessibilità. Da quanto vi ho detto prima, non vi è dubbio che vi siano maggiori condizioni eccezionali riguardo alla natura e alla durata dell'inflazione e che tali condizioni sono, peraltro, conformi con quanto indicato nelle ultime comunicazioni della Commissione europea, che si riferiscono al semestre europeo, in cui la Commissione indica linee di orientamento delle politiche di bilancio differenziate tra Paesi in base alle condizioni del debito. Il nostro, come sapete, Pag. 9è un Paese a debito elevato, e, in queste condizioni di debito elevato, alla finanza pubblica è richiesto essere particolarmente prudente.
Si possono impiegare le risorse aggiuntive per far fronte agli effetti dell'aumento dei prezzi dell'energia, dell'aumento dell'inflazione e, quindi, per far fronte agli effetti sostanzialmente del conflitto in Ucraina e questo essenzialmente è in linea con quanto riconosce la Commissione in quest'ultima comunicazione su che cosa costituisca un evento eccezionale, quindi quali sono gli eventi eccezionali in questo momento.
Nella comunicazione della Commissione non c'è ovviamente il riferimento alla siccità, anche perché all'epoca ancora non si era manifestata, ma ci sarà o ci potrà essere una dichiarazione di conformità in questo senso da parte della Commissione.
Questo è il contenuto della Relazione e queste sono le nostre indicazioni. Sono a vostra disposizione se avete necessità di maggiori informazioni e chiarimenti.
LUIGI MARATTIN. Grazie, presidente. Buongiorno alla presidente Cavallari e grazie per la sua relazione. Mi stavo chiedendo se l'UPB potesse aiutarmi a chiarirmi un paio di forti dubbi che nutro su quanto sta avvenendo nella finanza pubblica.
La prima questione è la seguente: la Relazione del Governo parla di rideterminazione del saldo netto e del fabbisogno nel 2022, confermando che l'indebitamento netto non viene toccato, ma vorrei capire come e perché cambia il saldo netto in particolare, mentre sul fabbisogno mi concentro di meno.
La seconda osservazione, connessa alla prima, che credo abbia una importanza notevole, è il fatto che una decina di anni fa abbiamo introdotto la disciplina parecchio rigorosa, dettata dall'articolo 81 della Costituzione e dalla legge n. 243, che disciplina quando il Governo deve venire in Parlamento per Pag. 10chiedere un'autorizzazione per maggiore indebitamento. La legge n. 243, all'articolo 6, è chiara: il Governo deve riferire al Parlamento e chiedere un maggiore indebitamento o, almeno, uno scostamento quando intende modificare gli obiettivi di finanza pubblica in termini di indebitamento netto. Non riesco a comprendere perché in questa fase siamo in questa circostanza.
L'indebitamento netto non si muove, ma non capisco i 14,3 miliardi di euro: sono entrate che sono state accertate in assestamento? Perché, se è così, sono accertate in assestamento, ma, se non sono accertate in assestamento, allora stiamo incrementando le spese senza avere accertato le entrate. Questa è una modifica del deficit infrannuale, però siamo in una terra incognita che non comprendo, quindi cerco qualcuno che mi aiuti a comprendere cosa stiamo facendo, perché non lo capisco.
Terza e ultima osservazione che espongo molto a caldo, quindi è probabile che dica qualche sciocchezza e le chiedo di correggermi eventualmente: non sono così sicuro che l'andamento del gettito IVA sia dovuto all'inflazione. Perché? Se consideriamo l'inflazione al 6 per cento e l'aliquota media IVA al 16 per cento, il 16 per cento del 6 per cento è circa l'1 per cento e l'1 per cento del gettito IVA annuale è poco più di 1 miliardo. Non so se sto sbagliando i conti. Poniamo che la percentuale da applicare al gettito sia il 6 per cento, ipotizzando che applichiamo il consumer price index. L'aliquota media IVA, tra le varie quattro, è il 16 per cento, quindi l'incremento del gettito dovrebbe essere il 16 per cento del 6 per cento, che è l'1 per cento. L'1 per cento del gettito IVA è 1,3 miliardi di euro, ma qui le entrate indirette aumentano di più di 1,3 miliardi di euro.Pag. 11
Vi dico chi è in questo caso, secondo me, il colpevole, anzi il benefattore perché mi collego a un tema a me caro: le entrate indirette stanno aumentando per la maggiore compliance da qualche anno, a mio avviso, anzi non solo a mio avviso, perché c'è un monitoraggio annuale che viene fatto in base alla legge n. 196 del 2009 che l'anno scorso ha individuato 4 miliardi di euro, se non ricordo male, di maggiore compliance strutturale.
Il punto è che se le entrate indirette stanno aumentando per la lotta all'evasione, per una maggiore compliance, per la riduzione del tax gap, in questo modo le spendiamo e, poiché l'idea originaria, in teoria persino di legge, è che le maggiori entrate servono a ridurre la pressione fiscale, che cosa stiamo facendo esattamente?
Il Ministero dell'economia e delle finanze, che, come al solito, è più furbo di tutti, aveva già capito queste cose e, infatti, nella legge di bilancio del 2020 è quasi come se avesse scritto: tu vuoi utilizzare la riduzione della pressione fiscale con le maggiori entrate da compliance? Bene, ti impongo una seconda condizione: nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) di ogni anno devi avere un incremento delle entrate tributarie rispetto al DEF di quello stesso anno dello stesso ammontare che hai riscontrato nei tre anni precedenti di maggior compliance. Ciò vuol dire vanificare la misura, cioè vuol dire che, anche se negli ultimi tre anni l'evasione si è ridotta di 10 miliardi di euro, nell'anno in cui usi tali maggiori entrate devi comunque registrare 10 miliardi di euro in più, perché il MEF sa benissimo che la politica, quando vi sono maggiori entrate da compliance, le spende.
Poiché già nel DEF abbiamo incrementato le entrate tendenziali di 9 miliardi di euro, se non ricordo male, non capisco in fase di assestamento alla fine di quanto le incrementeremo, Pag. 12perché non ho capito che origine abbiano questi 14,3 miliardi di euro di nuove entrate.
Mi chiedo, cioè, se la NADEF di settembre – che quest'anno è particolare, perché sarà solo tendenziale e chissà chi e quando farà la programmatica – potrà riscontrare una condizione tale che ci permetterà di utilizzare le maggiori entrate da compliance per ridurre la pressione fiscale, dal momento che sto alzando così tanto il benchmark rispetto al quale devo avere una sopravvenienza attiva nel corso del 2022?
Ho formulato questa domanda più lunga e arzigogolata, però il punto è che, a mio modestissimo giudizio, l'inflazione non è la forza preponderante nello spiegare la dinamica delle entrate tributarie indirette, la cui forza principale mi pare sia la maggiore compliance. La politica deve saperlo, poiché una delle pochissime idee su cui tutte le forze politiche concordano è che le maggiori entrate da evasione devono essere destinate a ridurre la pressione fiscale: lo diciamo tutti. Stiamo tuttavia creando le condizioni affinché non sia così, perché nei fatti tutte le maggiori entrate vengono spese altrove.
Mi perdoni per la lunghezza, ma erano le mie considerazioni. Chiedo per davvero che qualcuno mi illumini sui motivi per i quali stiamo facendo una relazione a maggioranza assoluta: non è mica uno scherzo farla, soprattutto in un clima politico del genere. Se qualcuno ci sta chiamando per fare una cosa che non c'è bisogno di fare, vorrei saperlo. Grazie.
STEFANO FASSINA. Grazie, presidente. Ringrazio anche io la presidente Cavallari per la sua introduzione.
Non ripeto la prima domanda, poiché è quella che ha fatto il collega Marattin. Anche a me è poco chiara la ragione per la quale sia necessario intervenire con l'autorizzazione all'utilizzo delle risorse.Pag. 13
A me pare, invece, che l'inflazione sia piuttosto rilevante a spiegare l'andamento delle maggiori entrate IVA: faccio un calcolo diverso dal collega, ma non è questo il punto.
La questione che, invece, vorrei sottoporre alla vostra attenzione e alla attenzione della presidente è la seguente: da dove arriva questo maggior consumo che è alla base delle maggiori entrate da IVA? Infatti i redditi da lavoro non stanno aumentando in modo particolare, anzi si è verificata una erosione di potere di acquisto, quindi evidentemente o è spesa pubblica o è riduzione di risparmi.
Nella seconda metà dell'anno che cosa dobbiamo attenderci in termini di finanza pubblica, considerate le previsioni sull'economia reale? Quanto abbiamo visto nel primo semestre è in qualche modo riproducibile nel secondo semestre? Sarebbe interessante capirlo, perché a me pare che ci sia un po' di sottovalutazione delle questioni di fondo, però può darsi che sbagli.
Per confermare o ridimensionare questa sensazione, sarebbe utile capire in che misura i risparmi iniziano a essere erosi, date le condizioni dei redditi da lavoro.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA 5a COMMISSIONE
DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
DANIELE PESCO
PRESIDENTE. Chiedo se vi sono altre richieste di approfondimenti. Parrebbe di no, quindi do la parola alla professoressa Cavallari, prego.
LILIA CAVALLARI, Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Grazie, presidente. Rispondo in parte anche insieme, visto che la domanda fondamentale è perché siamo qui e i Pag. 14motivi della Relazione. C'è un cambiamento, come vi dicevo, delle dinamiche tendenziali di finanza pubblica e una conferma degli obiettivi programmatici.
Normalmente quando cambia il tendenziale, c'è la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) che registra un cambiamento della dinamica tendenziale della finanza pubblica e aggiorna il Documento di economia e finanza. In quella sede, quindi, si palesano maggiori o minori risorse.
Ritengo che il motivo per cui siamo qui è l'urgenza di intervenire a sostegno di famiglie e imprese prima della NADEF e il passaggio in Parlamento sia sostanzialmente legato a questo. Ad oggi vi sono condizioni di emergenza per quanto riguarda sostanzialmente l'aumento dell'inflazione, quindi la necessità di porre un sostegno alle famiglie e alle imprese, e credo che questo sia il motivo per cui si è fatto ricorso alla procedura.
Mi rendo conto che la procedura è nata per autorizzare scostamenti dagli obiettivi programmatici, mentre in questo caso gli obiettivi programmatici sono confermati: l'obiettivo di medio termine è confermato e in questo senso non c'è uno scostamento. Tuttavia, come vi dicevo, c'è una revisione dello stato della finanza tendenziale, quindi una revisione del saldo netto e del fabbisogno, pur mantenendo l'indebitamento netto, ovvero il saldo programmatico. È nell'assestamento? No, nel disegno di legge di assestamento non ci sono, credo per motivi di semplice sfasamento temporale, nel senso che sono dati che chiudono il monitoraggio al 30 giugno di quest'anno. Sono i dati che la Ragioneria ha monitorato sugli andamenti di cassa fino al 30 giugno scorso. All'epoca tali dati non sono entrati nel disegno di legge di assestamento per questioni di tempo. A mio avviso l'alternativa per fare questa operazione sarebbe stata aspettare la NADEF. Sono mesi in cui vengono a scadenza Pag. 15alcuni tipi di sostegno e c'è l'urgenza di sostenere famiglie e imprese a fronte dell'aumento dei prezzi.
Sul grosso della responsabilità dell'aumento dell'IVA – stiamo parlando di un maggiore gettito IVA di 13,4 miliardi di euro nei primi sei mesi di quest'anno – di questi non credo che la forza preponderante, cioè più della metà, possa essere la maggiore compliance. Esiste una maggiore compliance sull'IVA ed esistono studi che cercano di quantificarla. Che io ricordi, i 4 miliardi di euro sono la parte strutturale di recupero dell'evasione, ma non è solo IVA. La parte di maggiore compliance fiscale sull'IVA, accertata dagli studi a cui si riferiva il senatore Marattin, credo che riguardi una cifra più bassa di 4 miliardi di euro.
I 13,4 miliardi di euro sono molto legati all'inflazione e sono molto legati in particolare all'IVA che si paga sulle importazioni. Infatti, lo osserviamo molto sull'IVA all'importazione, perché importiamo energia, che è aumentata: rispetto a prima della guerra siamo al 115 per cento di aumento del prezzo del gas. È su quello che registriamo un forte incremento del gettito IVA.
Sicuramente c'è una parte di compliance, ma non credo che sia così preponderante. C'è ancora una forte spinta che viene dall'inflazione e in modo particolare da quei comparti, come quello dell'energia, che sono aumentati in maniera più sostenuta.
Passo ora a rispondere alla domanda dell'onorevole Fassina su cosa ci aspettiamo nel secondo semestre. Le indicazioni che ci vengono dal monitoraggio di cassa sono estremamente prudenziali. Quello che si osserva fino ad oggi è un incremento delle entrate che già sopravanza quanto ci si aspettava per tutto l'anno. Il miglioramento del saldo, del fabbisogno dello Stato ad oggi è già sostanzialmente superiore a quanto ci si sarebbe Pag. 16aspettato considerando l'intero anno. Queste cifre sono prudenti.
Che cosa ci possiamo aspettare dal punto di vista macroeconomico nel prossimo semestre: ancora una tenuta dei consumi? È vero che i salari non sono sicuramente aumentati: anche nel comparto pubblico le spese per i salari non sono in aumento, anzi si può dire che siano estremamente moderate. Ancora non si osserva una forte diminuzione dei risparmi che giustificherebbe il mantenimento dei livelli di consumo delle famiglie italiane a fronte degli aumenti di prezzi: se i salari non aumentano e i risparmi non diminuiscono, come possono le famiglie pagare i maggiori consumi? In parte ci sono stati buoni e generosi sostegni da parte del Governo che hanno permesso di mantenere i livelli di consumo nonostante l'aumento dei prezzi. In una precedente audizione, abbiamo fatto vedere l'effetto cumulato di tutti gli interventi a sostegno delle famiglie e nei dati si osserva che le famiglie che hanno potuto mantenere sostanzialmente invariato il potere di acquisto sono quelle che hanno minori capacità di spesa, cioè quelle relativamente più povere. In parte ancora non vediamo questa forte diminuzione dei risparmi. Ritengo che un buon contributo a mantenere i livelli di spesa sia stato merito anche dei sostegni. È chiaro che le prospettive del prossimo semestre sono probabilmente meno favorevoli di quelle che abbiamo visto finora sotto il profilo della crescita, perché le incertezze e le tensioni perdurano, e inoltre si aggiungono rischi sempre più forti di un'interruzione delle forniture energetiche con effetti di impulso sui prezzi dell'energia e, quindi, sull'inflazione. Ad ogni modo vorrei rassicurarla che le cifre di cui stiamo parlando sono prudenziali.
PRESIDENTE. Aggiungo io una richiesta, ma non le chiedo di rispondermi adesso, magari potrà farlo anche in occasione Pag. 17dell'analisi della NADEF. Le chiedo se l'Ufficio parlamentare di bilancio ha la possibilità di svolgere un esercizio sull'analisi del mercato delle costruzioni per capire se vi è stato effettivamente un fattore moltiplicativo che forse ha giovato anche alla tenuta dell'economia nazionale e alle entrate erariali, considerato che il settore delle costruzioni ha avuto un certo periodo favorevole grazie all'attuazione di alcuni bonus sull'edilizia. Secondo me un esercizio di analisi di questo tipo sulla NADEF sarebbe apprezzato, se è possibile averlo. Se ha già delle informazioni, ben vengano.
LILIA CAVALLARI, Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Registro sicuramente la richiesta. Finora non abbiamo fatto analisi specifiche e selettive per il mercato delle costruzioni. Sappiamo chiaramente qual è il peso del settore nel nostro modello macroeconomico e qual è il ruolo che svolge il settore nell'andamento dell'economia. Questo possiamo affermarlo e possiamo vederlo nel nostro modello. Possiamo provare a fare qualcosa di più specifico. Non so se con i tempi della NADEF possiamo riuscirci, vediamo.
PRESIDENTE. Se non vi sono altre richieste, ringraziamo e salutiamo la presidente professoressa Cavallari. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 9.15.