III Commissione
Affari esteri e comunitari
Affari esteri e comunitari (III)
Commissione III (Affari esteri)
Comm. III
Audizione del Segretario Generale dell'Istituto Italo Latino Americano (IILA), Min. Plen. Antonella Cavallari, sull'attività dell'IILA anche in riferimento agli esiti della X Conferenza Italia-America Latina e Caraibi ... 23
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:
Sulla pubblicità dei lavori ... 24
5-08166 Formentini: Sulla nomina di un Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa e per il dialogo interreligioso ... 24
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 26
5-08167 Boldrini: Sull'istituzione di una Commissione indipendente che accerti le cause e le responsabilità dell'uccisione della giornalista palestinese Shireen Abu Akleh ... 24
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 26
5-08168 Olgiati: Sulla crisi alimentare derivante dalla guerra in Ucraina ... 25
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 27
5-08169 Delmastro Delle Vedove: Sulla genesi della proposta di pace del Governo italiano relativo al conflitto tra Russia e Ucraina ... 25
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 29
COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA PER L'AMERICA LATINA
AUDIZIONI INFORMALI
Giovedì 26 maggio 2022.
Audizione del Segretario Generale dell'Istituto Italo Latino Americano (IILA), Min. Plen. Antonella Cavallari, sull'attività dell'IILA anche in riferimento agli esiti della X Conferenza Italia-America Latina e Caraibi.
L'audizione informale è stata svolta dalle 9.05 alle 9.45.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.30 alle 12.50.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Giovedì 26 maggio 2022. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni.
La seduta comincia alle 13.
Sulla pubblicità dei lavori.
Piero FASSINO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
5-08166 Formentini: Sulla nomina di un Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa e per il dialogo interreligioso.
Paolo FORMENTINI (LEGA) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando che sono trascorsi diversi mesi dall'approvazione, il 3 novembre 2021, della risoluzione con la quale la Commissione impegnava il Governo a nominare un «Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa e per il dialogo interreligioso». Occorre, dunque, dare seguito con urgenza a tale richiesta, tenuto conto che, nel frattempo, il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha provveduto a nominare altri Inviati speciali e che si sono verificate ulteriori gravi violazioni della libertà religiosa, tra cui l'arresto, ad Hong Kong, del Cardinale Zen – imputato per il suo ruolo di amministratore del «612 Humanitarian Relief Fund», che ha sostenuto i manifestanti pro-democrazia –, nonché reiterati casi di stupro di donne cattoliche in Pakistan. In via generale, ricorda che a livello globale ci sono 360 milioni di cristiani perseguitati per la loro fede.
La viceministra Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Paolo FORMENTINI (LEGA), replicando, si dichiara decisamente soddisfatto per quanto rappresentato dalla viceministra Sereni, che testimonia l'impegno del Governo a dare seguito agli indirizzi approvati dalla III Commissione. Ricorda l'urlo di dolore del Patriarca maronita del Libano, che recentemente ha dichiarato: «Stiamo perdendo il nostro popolo con un'emorragia migratoria». Si tratta di una tragedia che investe l'intero Medio Oriente, dove la comunità cristiana – la più antica – sta ormai praticamente scomparendo. A suo avviso, tale emergenza deve indurre ad adottare ogni iniziativa per aiutare chi soffre e non può professare liberamente la propria fede.
5-08167 Boldrini: Sull'istituzione di una Commissione indipendente che accerti le cause e le responsabilità dell'uccisione della giornalista palestinese Shireen Abu Akleh.
Laura BOLDRINI (PD) illustra l'interrogazione in titolo, evidenziando le drammatiche circostanze in cui è avvenuta l'uccisione della giornalista e stigmatizzando le inaccettabili violenze perpetrate dalla polizia israeliana – in tenuta antisommossa – nei confronti dei partecipanti alle esequie, che denotano una totale mancanza di rispetto per la persona deceduta e per chi piange la sua scomparsa.
La viceministra Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Laura BOLDRINI (PD), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, che evidenzia la posizione chiara del Governo a sostegno dell'istituzione di una Commissione indipendente. A suo avviso, non ci sarà mai pace in Medio Oriente senza una giustizia riconosciuta da entrambe le parti. Pertanto, l'uccisione di Shireen Abu Akleh non può restare senza una verità accertata e senza che sia fatta giustizia.
Ricordando che l'Italia, in passato, ha avuto un ruolo importante di facilitazione delle relazioni tra israeliani e palestinesi, perché era un interlocutore riconosciuto da entrambi e parlava il linguaggio dell'amicizia e della pace sia con i Governi israeliani sia con l'Organizzazione per la liberazione della Palestina, rileva che con il passare del tempo tale ruolo si è affievolito e, infine, è venuto meno. Pertanto, la formula «due popoli, due Stati», da sempre obiettivo della nostra politica estera, appare oggi come una petizione astratta se non è animata da una iniziativa politica che dia forza a quanti, in Medio Oriente, lavorano per costruire una prospettiva di pace. A suo avviso, la vera contrapposizione non è tra israeliani e palestinesi, bensì tra coloro che, nell'uno e nell'altro campo, voglio la pace e quelli che invece perseguono l'obiettivo dell'annientamento del nemico.
Ricordando l'audizione, svolta in Commissione il 24 maggio scorso, di una delegazione della Two State Coalition, composta da esponenti palestinesi e israeliani che condividono la medesima aspirazione alla pace, ribadisce l'opportunità che l'Italia torni ad esercitare un ruolo attivo per supportare queste iniziative. In tal senso, associare il nostro Paese alla richiesta di una indagine indipendente sull'uccisione di Shireen Abu Akleh potrebbe costituire un passo importante in questa direzione.
5-08168 Olgiati: Sulla crisi alimentare derivante dalla guerra in Ucraina.
Riccardo OLGIATI (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.
La viceministra Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Riccardo OLGIATI (M5S), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del Governo, che si dimostra estremamente attivo in tutti i fora internazionali per trovare una soluzione alla crisi alimentare che, assieme alla crisi energetica, costituisce una delle conseguenze più gravi del conflitto in corso.
Ricordando che alcuni Paesi dipendono integralmente dal grano importato dalla Russia e dall'Ucraina, sottolinea che l'attuale blocco potrebbe comportare un effetto anche sui flussi migratori nel Mediterraneo. Pertanto, a suo avviso, oltre alla dipendenza energetica da Mosca, occorre superare anche quella alimentare, mirando a realizzare una sovranità alimentare europea.
Esprimendo apprezzamento per l'iniziativa assunta dal Ministro Di Maio per lo sblocco delle navi ferme al porto di Odessa, auspica che l'Esecutivo provveda anche a monitorare le azioni speculative sui prezzi dei prodotti al dettaglio, che hanno registrato un incremento significativo e non giustificabile, alla luce delle riserve di grano alle quali ancora possiamo attingere per le merci oggi presenti sul mercato.
5-08169 Delmastro Delle Vedove: Sulla genesi della proposta di pace del Governo italiano relativo al conflitto tra Russia e Ucraina.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI) illustra l'interrogazione in titolo sottolineando che la presentazione del fantomatico piano di pace italiano ha assunto i toni di una spy story di terzo livello, con accenti quasi grotteschi, dal momento che risulta rifiutato sia dalla parte russa – il portavoce del Ministro degli Esteri Lavrov avrebbe addirittura dichiarato di non averlo mai ricevuto – sia da quella ucraina. Inoltre, è stato accompagnato dal silenzio assordante del Presidente Draghi e dalle battute sarcastiche dell'ex Premier Conte.
La viceministra Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta del Governo, che giudica disarmante, dal momento che il presunto piano di pace sarebbe solo un «piano di lavoro», trasmesso non già agli omologhi Ministeri degli Esteri, bensì a non meglio precisate strutture tecniche. A suo avviso, la proposta non è mai esistita, riducendosi ad una mera resa dei conti interna al Movimento 5 Stelle tra Di Maio e Conte, tra pacifisti e non pacifisti; un comportamento irresponsabile, tanto più grave in quanto il regolamento di conti si è consumato nel contesto di una guerra drammatica e sanguinosa. La presa in giro delle Cancellerie europee mette in ridicolo il nostro Paese, producendo un grave danno in termini di autorevolezza e credibilità sul piano internazionale.
Piero FASSINO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 13.30.
ALLEGATO 1
Interrogazione a risposta immediata n. 5-08166 Formentini: Sulla nomina di un Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa e per il dialogo interreligioso.
TESTO DELLA RISPOSTA
La tutela della libertà di religione o credo e dei diritti degli appartenenti alle minoranze religiose costituisce uno dei principali fattori nella costruzione di società inclusive e tolleranti e una priorità della politica estera italiana. L'azione su questi temi, elemento fondamentale dell'impegno più ampio dell'Italia per promuovere e garantire un'efficace e piena tutela dei diritti umani, è centrale per diffondere stabilità e pace.
La protezione della libertà di religione o di credo e la promozione del dialogo interreligioso sono obiettivi intimamente connessi tra loro. Il dialogo tra rappresentanti di religioni diverse è indispensabile per superare la scarsa conoscenza e la diffidenza reciproca che, ancora in molti Paesi, generano discriminazioni, fenomeni di marginalizzazione, discorsi d'odio, gravi limitazioni delle libertà individuali e violenze.
L'Italia intende continuare ad adoperarsi per favorire nuove forme di partenariato tra attori civili e religiosi al servizio di un'agenda positiva. Per favorire stabilità e sviluppo, la promozione del dialogo su questi temi deve infatti svilupparsi non soltanto in ambito intergovernativo ma anche tra Governi e confessioni religiose. Un dialogo che sia aperto, su basi paritarie e rispettoso delle sensibilità e dell'autonomia di ciascuna parte.
Desidero ringraziare gli interroganti per la sensibilità che ancora una volta hanno dimostrato per un argomento così importante e complesso. Questa attenzione per l'esigenza di tutelare la libertà religiosa e, più in generale, adoperarsi per una corretta valorizzazione dell'elemento religioso in tutte le sue declinazioni è infatti riflessa anche in un'altra significativa iniziativa parlamentare: l'emendamento alla Legge di Bilancio per il 2019 proprio dell'Onorevole Formentini che ha istituito il Fondo a tutela delle minoranze cristiane oggetto di persecuzione in aree di crisi. In questi anni la Farnesina ha profuso grandi sforzi nella gestione del Fondo.
Le risoluzioni di questa Commissione, che impegnano il Governo, cito testualmente il dispositivo, «ad avviare una riflessione tesa ad individuare le iniziative più idonee per accrescere il profilo operativo dell'impegno dell'Italia sul piano internazionale a favore della libertà di religione o credo e del dialogo interreligioso», giungono come un passo necessario e tempestivo per conferire carattere più organico e rafforzare la dimensione pubblica dell'azione dell'Italia in questo ambito.
Sono lieta di confermare che è in via di completamento la procedura per l'affidamento dell'incarico di Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa e per il dialogo interreligioso. È stato designato per questo ruolo il Consigliere Andrea Benzo, in servizio presso la Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale. La Farnesina intende così dare seguito alla risoluzione di questa Commissione, nell'ambito delle finalità in essa delineate, mediante la realizzazione di iniziative di taglio concreto. Offriremo un contributo ancora più qualificato ed efficace al raggiungimento di obiettivi che Parlamento e Governo condividono, a tutela dei diritti fondamentali dell'individuo.
ALLEGATO 2
Interrogazione a risposta immediata n. 5-08167 Boldrini: Sull'istituzione di una Commissione indipendente che accerti le cause e le responsabilità dell'uccisione della giornalista palestinese Shireen Abu Akleh.
TESTO DELLA RISPOSTA
Il Governo ha immediatamente espresso la forte condanna dell'Italia per l'uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh. Oltre al tweet della Farnesina a poche ore della sua tragica morte, ho rilasciato un comunicato lo stesso 11 maggio, giorno in cui la giornalista è stata uccisa. Ho rappresentato in maniera netta la gravità assoluta di quanto accaduto e sottolineato la necessità impellente di chiarirne al più presto la dinamica. La Farnesina ha successivamente espresso ferma condanna anche per l'ingiustificata violenza ai danni del corteo funebre della giornalista, sotto gli occhi di tutti il 13 maggio in un filmato che ha fatto il giro del mondo.
L'Italia è sempre stata in prima linea nella difesa della libertà di stampa. Assicurare ai giornalisti la possibilità di svolgere il proprio lavoro liberamente, senza timore di subire violenze o minacce alla propria incolumità, è responsabilità di ogni Paese democratico.
Non posso quindi che ribadire l'assoluta convinzione del Governo circa la necessità di chiarire le circostanze di questa terribile morte e di individuare e perseguire i responsabili attraverso un'approfondita indagine indipendente. L'Unione europea condivide con noi questa posizione di assoluta fermezza. Con i nostri partner seguiamo infatti con la massima attenzione gli sviluppi della vicenda. Siamo impegnati a promuovere un'azione diplomatica coerente e coesa, per sensibilizzare le parti a fare chiarezza su quanto accaduto.
Si tratta purtroppo dell'ennesimo capitolo di una ormai lunghissima storia di contrapposizioni e ostilità tra israeliani e palestinesi. Le ultime settimane sono state segnate da una ripresa di attacchi terroristici in Israele e di scontri a Gerusalemme est e in Cisgiordania. Le vittime tra la popolazione civile sono state numerose e il livello di tensione si è fortemente innalzato.
La nuova ondata di violenza, ulteriore prova dell'insostenibilità dello status quo, ci ricorda la necessità di ogni possibile sforzo per giungere ad una soluzione reale, vera e duratura del conflitto israelo-palestinese.
Il Governo sta facendo la sua parte, dedicandosi con determinazione e impegno a favorire la creazione di condizioni per un ritorno delle parti al tavolo negoziale. È nostra ferma convinzione che la soluzione di uno dei conflitti più lunghi della storia recente non possa che passare attraverso la realizzazione di due diritti: quello di Israele ad esistere in pace e sicurezza e quello dei palestinesi a vivere vite normali in uno Stato sovrano e autonomo.
Il 9 e 10 maggio l'Ad Hoc Liaison Committee – meccanismo di coordinamento dell'assistenza internazionale a favore dei Territori palestinesi creato nel solco degli Accordi di Oslo – ha fornito l'occasione per ribadire il persistente impegno italiano per il rilancio della prospettiva a due Stati, insieme al consolidato sostegno del nostro Paese allo sviluppo socio-economico palestinese e ad UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite che fornisce assistenza alla popolazione palestinese rifugiata.
Il nostro impegno a favore della pace proseguirà, con costanza e determinazione. Continueremo anche per questo, con coerenza, a chiedere di fare chiarezza sull'uccisione di Shireen Abu Akleh. L'accertamento di questa e di altre verità contribuirà a costruire fiducia reciproca e porre fine a uno stillicidio che si protrae in Terra Santa da troppi anni.
ALLEGATO 3
Interrogazione a risposta immediata n. 5-08168 Olgiati: Sulla crisi alimentare derivante dalla guerra in Ucraina.
TESTO DELLA RISPOSTA
La crisi alimentare generata dalla guerra in Ucraina sta producendo enormi danni nei Paesi più dipendenti dalle importazioni di derrate ucraine e russe. Soprattutto l'area del Mediterraneo, come giustamente sottolineato dagli interroganti, è fortemente colpita dalla crisi. Stati quali Egitto e Libano importano infatti gran parte del proprio fabbisogno di grano da Russia e Ucraina, con ripercussioni evidenti sulla loro capacità di rispondere a una domanda in costante crescita per le dinamiche demografiche.
Di fronte a questa situazione la risposta della comunità internazionale deve essere multilaterale. Il tema della sicurezza alimentare viene discusso intensamente nei principali fora internazionali, dalle Nazioni Unite all'Unione europea, dal G7 alle Istituzioni finanziarie internazionali. In tutti questi consessi il Governo italiano sostiene fortemente le iniziative internazionali.
Nel quadro del G7 la crisi alimentare è tra le priorità della Presidenza tedesca. Il Vertice G7 straordinario sull'Ucraina dell'8 maggio ha varato, con il deciso sostegno dell'Italia, la Global Alliance for Food Security. Si tratta di un gruppo composto da Governi e organizzazioni internazionali che condividono lo stesso approccio al problema, impegnati a sviluppare azioni efficaci e urgenti. Obiettivo principale del gruppo è coordinarsi sulle misure da adottare, al proprio interno e con i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi, in modo da venire incontro alle loro più specifiche necessità.
Sempre in ambito G7, il tema della sicurezza alimentare è stato affrontato anche durante la Ministeriale Sviluppo del 18 e 19 maggio. Qui è stato lanciato l'appello unanime a sbloccare il porto di Odessa, scaricare i depositi di grano e permettere alle navi di prendere il mare. Un'alternativa di cui si è discusso più recentemente è quella di studiare la fattibilità di percorsi alternativi, su strada e rotaia. Il Ministro Di Maio ha richiamato pubblicamente l'urgenza di riaprire il porto di Odessa anche durante la Global Food Security Ministerial Call to Action, organizzata dagli Stati Uniti il 18 maggio.
L'Italia intende giocare un ruolo di primo piano anzitutto nella regione. L'8 giugno abbiamo organizzato il primo Dialogo Ministeriale con i Paesi del Mediterraneo sulla crisi alimentare. Questa iniziativa, nel solco della Dichiarazione G20 di Matera e del nostro ruolo al Vertice ONU sui sistemi alimentari dello scorso anno, si inserisce all'interno del quadro delle azioni di outreach dei Paesi G7 verso gli Stati maggiormente colpiti dalla crisi ed è realizzata con l'attivo coinvolgimento delle Agenzie del Polo alimentare romano delle Nazioni Unite, in particolare con il supporto tecnico della FAO. Abbiamo invitato all'evento 23 Paesi e 7 organizzazioni internazionali. Co-presiederanno la Germania, in quanto presidente del G7, la Turchia, membro del G20 e attore strategico nel quadrante, e il Libano, Paese fortemente colpito dalla crisi.
L'iniziativa ha ricevuto il forte sostegno dei nostri alleati, in particolare per quanto riguarda l'attenzione che intendiamo dedicare alla complementarietà delle azioni in campo, al coordinamento strategico delle tante iniziative preannunciate e all'urgente coinvolgimento dei Paesi più colpiti. Le differenze tra abitudini e filiere alimentari nelle diverse regioni del mondo impongono l'individuazione di modalità condivise finalizzate alla resilienza dei sistemi di approvvigionamento e distribuzione, per la crisi in corso e per il futuro.
Sulla scorta di quanto verrà discusso l'8 giugno, proseguiremo con determinazione il nostro impegno a fare sì che l'ingiustificabile aggressione della Russia all'Ucraina non estenda le sue gravi e nefaste ripercussioni anche ad altri milioni di cittadini innocenti che hanno il diritto di vivere in pace e prosperità.
ALLEGATO 4
Interrogazione a risposta immediata n. 5-08169 Delmastro Delle Vedove: Sulla genesi della proposta di pace del Governo italiano relativo al conflitto tra Russia e Ucraina.
TESTO DELLA RISPOSTA
Come il Ministro Di Maio ha più volte sottolineato, quello di cui parliamo è un piano di lavoro in fase ancora embrionale.
Una bozza di documento, preliminare e di prospettiva, è stata condivisa, al momento, solo a livello tecnico, tra Direttori Politici dei Ministeri degli Esteri dei Paesi G7. Il Ministro Di Maio ne ha inoltre accennato al Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres in occasione della sua visita a New York. Lo scopo è di stimolare, innanzitutto, una riflessione congiunta con i nostri principali partner internazionali su un'ipotesi di percorso che possa portare alla pace.
Per lavorare ad una soluzione di pace serve infatti un metodo collegiale, non bastano certo azioni isolate. Qualsiasi iniziativa deve coinvolgere l'Unione europea, le Nazioni Unite, le altre principali organizzazioni multilaterali e i Paesi disposti a impegnarsi per la pace.
Il nostro piano di lavoro è quindi un punto di partenza. Il primo passo è, ovviamente, un cessate il fuoco. Il percorso delineato dall'Italia parte da un gruppo di facilitazione internazionale. L'approdo auspicabile potrebbe essere una nuova Helsinki, un'architettura di sicurezza europea credibile e condivisa, secondo il modello inclusivo della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa del 1975.
Una cosa è certa: ci vorrà tempo. Anche in queste ore le bombe russe continuano a scoppiare e civili inermi continuano a morire. Non illudiamoci che possano esistere soluzioni rapide, pronte per l'uso. La diplomazia procede con pazienza, per passi successivi.
Proprio per questo, il documento non entra direttamente nel merito delle questioni da risolvere, ma indica i diversi ambiti che andrebbero affrontati in sede negoziale per favorire una soluzione sostenibile. La pace non si può imporre, dev'essere il frutto di accordi giusti, solidi, reciprocamente accettabili ed equilibrati.
Il Ministro Di Maio l'ha ribadito: cerchiamo la pace e continuiamo a sostenere l'Ucraina. Resta fermo il nostro convinto sostegno politico, diplomatico, finanziario, umanitario e di difesa al Paese aggredito. Sta all'Ucraina decidere del proprio futuro. Il Ministro Kuleba ha ieri ricordato: «Accogliamo tutti i piani che non prevedono alcuna concessione in merito all'integrità territoriale dell'Ucraina. Di tutto il resto siamo pronti a discutere». Ciò corrisponde allo spirito della proposta di lavoro italiana. Il presupposto del nostro documento è l’«ownership» ucraina sull'intero negoziato: solo a Kiev spetta definire i propri obiettivi e indirizzi nelle trattative. La piena sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina sono princìpi irrinunciabili.
Proprio per la sua natura embrionale, la bozza di percorso negoziale non ha ancora fatto oggetto di comunicazione diretta con le Autorità russe. Il suo obiettivo non è infatti mettere in campo un'iniziativa italiana isolata da discutere in via bilaterale, quanto propiziare la convergenza di un gruppo di Paesi che intendano svolgere congiuntamente un'azione di facilitazione.
Questo lavoro è tuttora in corso. Perciò le critiche rivolte al documento da taluni esponenti delle istituzioni russe appaiono premature.
Del resto, lo stesso portavoce del Cremlino ha manifestato l'intenzione delle autorità russe di esplicitare una posizione compiuta solo a seguito di una disamina del testo consolidato. Stiamo lavorando perché se ne determino le condizioni.