XIII Commissione
Agricoltura
Agricoltura (XIII)
Commissione XIII (Agricoltura)
Comm. XIII
Sulla pubblicità dei lavori ... 87
Variazione relativa alla presidenza di un gruppo parlamentare ... 87
Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Doc. CCLXIII n. 1 (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 124 del Regolamento e rinvio) ... 87
ALLEGATO (Proposta di risoluzione alternativa del gruppo Fratelli d'Italia) ... 90
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Agrinsieme (Confagricoltura, CIA, Copagri e Alleanza delle cooperative italiane – agroalimentare) e Coldiretti, sugli effetti della diffusione della peste suina africana e della recrudescenza dell'influenza aviaria sulle filiere avicole e suinicole ... 89
RELAZIONI AL PARLAMENTO
Martedì 8 marzo 2022. — Presidenza del presidente Filippo GALLINELLA.
La seduta comincia alle 13.45.
Sulla pubblicità dei lavori.
Filippo GALLINELLA, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Variazione relativa alla presidenza di un gruppo parlamentare.
Avverte che il gruppo Coraggio Italia ha comunicato, con lettera in data 8 marzo 2022, che la deputata Elisabetta RIPANI ricoprirà l'incarico di capogruppo presso la XIII Commissione.
Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Doc. CCLXIII n. 1.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 124 del Regolamento e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, rinviato nella seduta del 1° marzo scorso.
Filippo GALLINELLA, presidente e relatore, ricorda che nella seduta del 1° marzo scorso, in qualità di relatore, ha illustrato una proposta di risoluzione, che la Commissione, potrebbe votare al termine dell'esame, ai sensi dell'articolo 124, terzo comma, del Regolamento. Ha quindi invitato i gruppi ad avanzare eventuali proposte di integrazione e modifica.
Evidenzia che, sulla base delle successive interlocuzioni con i gruppi, ha ritenuto di apportare alcune modifiche alla parte dispositiva della risoluzione in esame.
Con riferimento alla linea di investimento relativa al Parco agrisolare rileva come si sia convenuto di eliminare il previsto limite massimo di spesa e sia stato aggiunto un esplicito riferimento alla possibile partecipazione anche di imprese di piccole dimensioni ubicate in zone svantaggiate di montagna; avverte che è stata modificata la percentuale del contributo, parametrato in base ai costi sostenuti. Al riguardo preannuncia che il Governo sta predisponendo delle linee guida per le quali sono previste delle premialità per i giovani al fine di favorire il ringiovanimento del settore agricolo.
Con riferimento alla linea di intervento per lo sviluppo della logistica segnala che è stata inserita una sottolineatura specifica sulla necessità di garantire una maggiore capacità di stoccaggio e di immagazzinamento delle materie prime.
Rispetto agli interventi in materia di innovazione e di meccanizzazione del settore agricolo è stato previsto quale criterio prioritario di assegnazione anche quello del grado di innovazione e digitalizzazione garantito dagli interventi di sostituzione dei macchinari.
Sul tema delle comunità energetiche ha ritenuto di inserire un esplicito riferimento anche alla filiera del legno sia da costruzione che da mobilio i cui scarti possono servire per la creazione di biomasse.
Infine, con riferimento agli interventi di efficientamento del sistema irriguo, ha condiviso l'opportunità di inserire nel relativo impegno anche la promozione della creazione di bacini idrici diffusi funzionali sia alla distribuzione per finalità agricole che allo spegnimento degli incendi.
Lorenzo VIVIANI (LEGA) esprime apprezzamento per i contenuti della proposta di risoluzione elaborata dal relatore che tiene conto anche delle istanze emerse nel corso delle audizioni.
Con riferimento al tema dell'innovazione e della meccanizzazione nel settore agricolo sottopone alla presidenza l'opportunità di prevedere un'estensione di tali interventi anche al settore della pesca. Sul tema della logistica dei mercati richiama l'attenzione della Commissione sul delicato settore dei mercati ittici.
Filippo GALLINELLA (M5S) nel condividere le considerazioni svolte dal collega Viviani ritiene sia possibile inserire alcune osservazioni nella risoluzione.
Comunica che il gruppo di Fratelli d'Italia ha fatto pervenire una proposta di risoluzione alternativa, che è in distribuzione. (vedi allegato)
Chiede quindi all'onorevole Caretta se intenda illustrarla.
Maria Cristina CARETTA (FDI) illustra sinteticamente i contenuti della risoluzione presentata dal suo gruppo.
In particolare evidenzia come nella versione finale del PNRR, nell'ambito di tutte le fonti di energia rinnovabile, non siano stati inseriti riferimenti alle biomasse solide, nonostante il loro impiego rispetti tutti i criteri di sostenibilità previsti dal Piano; al riguardo segnala che lo sviluppo dell'energia da biomasse permetta il rilancio delle aree interne e della filiera lignicola, dando luogo ad una filiera legno-energia, che consentirebbe di operare nel quadro di una politica di gestione forestale maggiormente sistemica con le esigenze di transizione ecologica e di mercato.
Più in generale osserva come lo scenario internazionale sia profondamente mutato sia a seguito dell'aumento dei costi dell'energia sia a seguito del conflitto in corso che coinvolge uno dei massimi produttori di gas. Ritiene quindi che gli impegni assunti nel PNRR siano ormai del tutto insufficienti perché cittadini e impresi devono oggi sobbarcarsi costi insostenibili superiori di oltre 5 volte a ciò che pagavano prima. Ritiene quindi non rinviabili alcuni interventi di modifica agli obiettivi previsti nel PNRR soprattutto in tema di politica energetica e di differenziazione delle fonti. In tale contesto occorre valorizzare anche le biomasse quale fonte energetica dal momento che senza sovranità energetica è impossibile garantire la sovranità alimentare del Paese.
Filippo GALLINELLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già prevista per domani, mercoledì 9 marzo.
La seduta termina alle 14.
AUDIZIONI INFORMALI
Martedì 8 marzo 2022.
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Agrinsieme (Confagricoltura, CIA, Copagri e Alleanza delle cooperative italiane – agroalimentare) e Coldiretti, sugli effetti della diffusione della peste suina africana e della recrudescenza dell'influenza aviaria sulle filiere avicole e suinicole.
L'audizione informale è stata svolta dalle 14 alle 15.
ALLEGATO
Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Doc. CCLXIII n. 1.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE ALTERNATIVA DEL GRUPPO FRATELLI D'ITALIA
La XIII Commissione,
premesso che:
il 30 aprile 2021, le Autorità italiane hanno presentato alla Commissione europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con la finalità di rilanciare il Paese dopo la crisi pandemica, mediante interventi a favore della transizione ecologica e digitale, di una riforma strutturale del sistema economico e di una riduzione della sperequazione economico-sociale tra differenti aree del Paese;
il PNRR prevede 134 investimenti e 63 riforme, impiegando risorse totali pari 191,5 miliardi di euro provenienti dal Dispositivo di Ripresa e Resilienza (cosiddetto Recovery and Resilience Facility, RRF), inquadrato nell'iniziativa Next Generation EU della Commissione europea;
a fronte di 191,5 miliardi di euro, 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi sono erogati nella forma di prestito, a cui si aggiungono 30,6 miliardi di euro tramite il cd. Fondo complementare o Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC) e 13 miliardi di euro tramite l'iniziativa React-EU (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe), che non costituisce un maggior flusso di risorse economiche ma costituisce un'integrazione delle dotazioni del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE) per la programmazione 2014-2020, permettendone un utilizzo più flessibile, fino al 2023, in modo da poter rispondere alle esigenze sopravvenute in conseguenza della pandemia da COVID-19;
il PNRR si compone di sei missioni, sedici componenti articolati in tre assi strategici: digitalizzazione, innovazione e transizione ecologica, il tutto incardinato sulla base del principio Do Not Significant Harm (DNSH), dunque l'esigenza di non arrecare danni ambientali;
la governance del PNRR, di cui al Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021, che istituisce il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, prevede un'attuazione del Piano basata sul raggiungimento di obiettivi intermedi e di traguardi finali, con scadenza ultima di termine del Piano nel 2026, l'erogazione delle risorse del PNRR da parte della Commissione europea è dunque subordinata al conseguimento dei citati obiettivi e traguardi;
a fronte dell'anticipo erogato in data 13 agosto 2021, equivalente a 24,9 miliardi di euro, equivalente al 13 per cento del totale stanziato per un Paese membro, ai sensi dell'articolo 13 del citato Regolamento n. 2021/241, l'erogazione di ogni rata è vincolata dal conseguimento di determinati obiettivi e traguardi, nella forma di riforme e investimenti;
l'erogazione della prima rata, prevista per il 31 dicembre 2021, ed equivalente a 21 miliardi di euro, è vincolata dal raggiungimento di 51 obiettivi e risultati entro tale data;
l'erogazione della seconda rata, prevista per il 30 giugno 2022, ed equivalente a 21 miliardi di euro, è vincolata dal raggiungimento di 47 obiettivi e risultati entro tale data;
sulla base del citato meccanismo, l'erogazione delle rate è prevista su base semestrale, ed unicamente a seguito del conseguimento di determinati obiettivi e traguardi, per un totale di 527 tra obiettivi e traguardi da raggiungere entro il 30 giugno 2026;
traguardi e obiettivi, dunque investimenti e riforme incardinati nel PNRR sono basati sulle Raccomandazioni specifiche per Paese della Commissione europea e del Consiglio europeo, elaborate nel quadro del cd. Semestre europeo, identificando una serie di priorità, dal mercato del lavoro, alla concorrenza, alla giustizia ed alle politiche industriali, da rispettare;
consegue che il rispetto degli obiettivi del PNRR è vincolato dal raggiungimento di determinate riforme e politiche di stampo europeo, non necessariamente sottese al principio di interesse nazionale, come nel caso di politiche restrittive sul piano fiscale;
gli articoli 11 e 12 del citato Regolamento n. 2021/241 prevedono l'impegno del 70 per cento delle risorse del PNRR entro il 31 dicembre 2022, e l'impegno del restante 30 per cento entro il 31 dicembre 2023;
come indicato dal citato articolo 11, per il 30 per cento delle risorse, da impegnare entro il 31 dicembre 2023, corrisponde ad un valore che può essere rimodulato da Paese membro a Paese membro sulla base dell'andamento di crescita macroeconomica stimata entro il 30 giugno 2022, comportando anche una eventuale riduzione di tale importo;
con riferimento al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF), il PNRR prevede risorse per 3,7 miliardi di euro, a cui si aggiungono 1,2 miliardi di euro provenienti dal Fondo complementare, per un totale di 4 investimenti e 13 traguardi ed obiettivi da raggiungere;
le principali iniziative in capo al MIPAAF di cui alla relazione sull'attuazione del PNRR prevedono interventi per lo sviluppo logistico nel campo agroalimentare, per lo sviluppo del parco agrisolare nazionale, per la meccanizzazione del settore agricolo ed alimentare e per lo sviluppo dell'agro-sistema irriguo;
nella versione finale del PNRR, nell'ambito di tutte le fonti di energia rinnovabile, non sono stati inseriti riferimenti alle biomasse solide, nonostante il loro impiego rispetti tutti i criteri di sostenibilità previsti dal Piano;
lo sviluppo dell'energia da biomasse permette il rilancio delle aree interne e della filiera lignicola, dando luogo ad una filiera legno-energia, che permetterebbe di operare nel quadro di una politica di gestione forestale maggiormente sistemica con le esigenze di transizione ecologica e di mercato vigenti, anche rispetto al rilancio del legno come materiale fondamentale nel processo di transizione verde;
nonostante il patrimonio forestale italiano sia cresciuto in modo consistente negli ultimi 50 anni, arrivando nel 2021-22 ad occupare il 38 per cento del territorio, gli utilizzi dello stesso rappresentano meno del 30 per cento della crescita annua dei boschi, quota largamente inferiore rispetto alla media europea, che se aumentata contribuirebbe a ridurre le importazioni dall'estero, garantendo la resilienza e la sussistenza di catene di fornitura nazionali, a sostegno anche dei comparti produttivi nazionali;
incentivare la produzione lignicola a livello nazionale permetterebbe inoltre di disporre di una maggiore quota di scarti e sottoprodotti per produrre pellet e cippato, nonché di maggior legno di alta qualità per costruzioni e arredo;
come noto, le capacità di lavorazione e trasformazione del legno da parte del comparto lignicolo italiano sono largamente inferiori rispetto a quelle di competitor come Austria o Danimarca, con la conseguenza che spesso il legno, con riferimento a quello raccolto nelle aree del nord Italia, viene inviato oltre frontiera per una prima lavorazione, riacquistato nella forma lavorata ed impiegato nelle filiere italiane, con costi inutilmente elevati per produttori e consumatori, a fronte di una grande opportunità per la creazione di distretti del legno, posti di lavoro, crescita economica di indotto e affermazione di processi produttivi del legno completamente Made in Italy;
la Politica agricola comune (PAC) dell'Unione europea prevede risorse per circa 391 miliardi di euro, di cui circa 51 miliardi di euro per l'Italia (tra 40 miliardi di risorse UE e 11 miliardi di cofinanziamento nazionale e regionale), vincolati da principi di condizionalità ambientale e dai cd. Ecoschemi, andando a ridurre lo stanziamento netto per pratiche non vincolate a livello ambientale;
il contesto geopolitico internazionale conseguente all'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione russa ha reso sempre più costose e difficilmente praticabili le politiche di transizione verde, data anche l'enorme dipendenza di Unione europea ed Italia sul gas naturale proveniente dalla Russia, con pesanti ripercussioni economiche e sociali che sono destinate ad impattare sull'indice dei prezzi ed il tasso di inflazione, portando a rallentamenti nell'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza;
negli ultimi dieci mesi il costo dei fertilizzanti è cresciuto di oltre il 130 per cento, quello dei mangimi di oltre il 40 per cento, trainato da soia e mais;
Russia e Bielorussia contano per oltre il 40 per cento delle esportazioni mondiali di potassio e per oltre il 20 per cento di ammoniaca, prodotti necessari per la produzione di fertilizzanti;
larga parte dei prodotti e delle materie prime necessarie per i processi produttivi agricoli transitano tramite il Mar Nero;
Russia e Ucraina coprono il 35 per cento delle esportazioni globali di grano, il 25% di quelle di orzo ed oltre il 75 per cento di quelle di olio di semi di girasole, materie prime vitali per l'industria alimentare europea;
il blocco delle esportazioni di nitrato di ammonio, ulteriore materia prima necessaria per la produzione di fertilizzanti, disposto da Mosca, ha portato ad un aumento del suo costo da 250 euro a oltre 670 euro a tonnellata, con una serie di rincari a catena su numerose materie prime dovute al conflitto bellico in corso, come il rincaro dell'urea da 350 euro a tonnellata nel 2021 a 800 euro a tonnellata, del perfosfato minerale da 170 euro a 330 euro a tonnellata;
come indicato dalle associazioni di categoria, almeno il 30% delle imprese agricole è costretta a ridurre i propri raccolti a causa di questo turbamento economico internazionale;
considerando che l'Italia importa il 64 per cento del grano destinato alla produzione di pane ed il 44 per cento di quello necessario per la pasta, l'attuale scenario porta a una prospettiva di rincari per produttori e consumatori tale da poter pregiudicare il dispiegarsi degli effetti del PNRR, rendendone gli ambiti di intervento insufficienti se non obsoleti a fronte di uno scenario di difficile e dura sostenibilità economica delle aziende agricole;
il mutato scenario internazionale può pregiudicare l'attuazione degli investimenti del PNRR e richiede una logica d'intervento mirata a garantire la sostenibilità economica delle aziende agricole,
impegna il Governo a:
integrare l'attuazione del PNRR con interventi a sostegno di biomasse e filiera lignicola anche sulla base di quanto delineato in premessa;
disporre misure di sostegno di medio-lungo periodo a favore del comparto agroalimentare con riferimento al rincaro dei costi delle materie prime alla luce dello scenario delineato in premessa, garantendo in ogni caso la sostenibilità economica delle aziende agricole;
scongiurare rincari dei prodotti agroalimentari a danno di consumatori e produttori alla luce delle dinamiche delineate in premessa.