III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Giovedì 10 febbraio 2022

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-07493 Boldrini: Sull'utilizzo di munizioni e armamenti di fabbricazione italiana da parte delle autorità ugandesi ... 19

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 22

5-07494 Delmastro Delle Vedove: Sul caso del connazionale Andrea Costantino ... 20

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 22

5-07495 Spadoni: Sulle iniziative per consolidare il processo di stabilizzazione della Libia ... 20

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 24

III Commissione - Resoconto di giovedì 10 febbraio 2022

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13 alle 13.35.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 10 febbraio 2022. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI. – Interviene la Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale Marina Sereni.

  La seduta comincia alle 14.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

5-07493 Boldrini: Sull'utilizzo di munizioni e armamenti di fabbricazione italiana da parte delle autorità ugandesi.

  Laura BOLDRINI (PD) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando che prima, durante e dopo le elezioni del gennaio 2021 in Uganda si sono verificati continui episodi di violazione dei diritti umani, di inquinamento delle procedure elettorali e di violenta repressione di ogni voce di dissenso nei confronti del regime instaurato dal Yoweri Museveni, al potere ormai da trentacinque anni.
  Evidenzia che le denunce contenute nell'interrogazione in titolo sono state oggetto di interventi anche da parte dell'Alto Rappresentante Borrell, dell'Ufficio dell'Alta Commissaria per i diritti umani delle Nazioni Unite, Bachelet, e di una risoluzione del Parlamento europeo, approvata l'11 febbraio 2021.
  Ricordando che il leader dell'opposizione democratica, Bobi Wine, insieme ad altri esponenti politici ed attivisti per i diritti umani in Uganda, è stato audito il 18 gennaio scorso dal Comitato permanente sui diritti umani da lei presieduto, segnala che in quella sede è stato affermato che militari e forze dell'ordine impegnate nelle azioni violente di repressione dispongono di munizioni, armamenti e perfino elicotteri di fabbricazione italiana.
  A suo avviso, tale notizia suscita sconcerto, dal momento che la legge n. 185 del 1990 vieta l'esportazione di armamenti verso Paesi nei quali si verificano violazioni umanitarie da parte delle autorità nei confronti della popolazione civile.
  Rileva che, pertanto, l'interrogazione in titolo intende ottenere dal Governo chiarimenti sulla veridicità di tali ricostruzioni.

  La Viceministra Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Laura BOLDRINI (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del Governo. Sottolineando che, a suo avviso, l'Italia non può e non deve fare sconti a nessuno nel pretendere il più rigoroso rispetto dei diritti umani, ricorda che il nostro Paese ha un'antica cultura giuridica, una Costituzione con princìpi di alto valore democratico ed è stato la sede, nel 1957, della firma dei Trattati di Roma istitutivi delle Comunità europee e, nel 1998, dello Statuto della Corte penale internazionale. Pertanto, «ragioni di Stato» o interessi commerciali non possono prevalere sulla sistematica violazione dei diritti umani, né il nostro Paese può limitarsi a mere dichiarazioni di principio senza che ne conseguano coerenti azioni concrete.
  Rileva che, in uno scenario globale nel quale proliferano conflitti e colpi di Stato, impiego di mercenari e guerre per procura, il rispetto della legge n. 185 del 1990 rappresenta lo scudo con il quale evitare di diventare – anche inconsapevolmente – complici di dittatori, di tiranni e di guerrafondai.
  Sottolinea, inoltre, l'esigenza che la nostra rete diplomatica assicuri il mantenimento di una linea di fermezza rispetto ai valori del nostro Paese. A tal proposito segnala che non solo nel corso della richiamata audizione del 18 gennaio scorso, ma anche in un recente articolo della rivista Nigrizia sono state mosse critiche alla linea tenuta dalla nostra sede diplomatica in Uganda. Pur non entrando nel merito di queste riserve ed apprezzando l'impegno del Governo ad assicurare il rigoroso rispetto della normativa in materia di esportazione di armamenti, sollecita l'Esecutivo ad assumere una posizione netta ed inequivoca su quanto sta avvenendo in Uganda.

5-07494 Delmastro Delle Vedove: Sul caso del connazionale Andrea Costantino.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI) illustra l'interrogazione in titolo, ribadendo che il connazionale in titolo è tuttora detenuto senza essere stato informato, in maniera chiara e circostanziata, dei capi d'imputazione a suo carico. Inoltre, emergono gravi lacune nell'esercizio del diritto alla difesa e destano gravi preoccupazioni le sue precarie condizioni di salute. Sulla scorta di queste premesse, si chiede quali iniziative abbia adottato o intenda adottare il Governo per garantire la tutela dei diritti del nostro connazionale.

  La Viceministra Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), replicando, si dichiara moderatamente soddisfatto della risposta del Governo, che dimostra attenzione ed impegno nei riguardi delle sorti del nostro connazionale. Tuttavia, ribadendo la gravità delle privazioni a cui egli è sottoposto – dal divieto di accedere al fascicolo di indagine e processuale, all'impossibilità di fruire dell'ora d'aria e di ottenere un ricovero medico per valutare le sue condizioni di salute – invita l'Esecutivo a valutare strategie di intervento più incisive di quanto fatto finora nei riguardi delle autorità emiratine, in grado di contrastare efficacemente qualsiasi manovra dilatoria da parte dell'autorità giudiziaria locale.

5-07495 Spadoni: Sulle iniziative per consolidare
il processo di stabilizzazione della Libia.

  Maria Edera SPADONI (M5S) illustra l'interrogazione in titolo sottolineando che, a seguito della decisione di rinviare le elezioni previste per il 24 dicembre scorso, il Parlamento libico è divenuto l'attore deputato a definire i prossimi passi del percorso politico e sembra orientato a subordinare le consultazioni elettorali al completamento di un processo di revisione costituzionale dalle tempistiche molto incerte, con il rischio di alimentare la crescente instabilità del Paese.

  La Viceministra Marina SERENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Maria Edera SPADONI (M5S) replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, auspicando che l'Italia giochi un ruolo primario e strategico, in accordo con i partner europei ed internazionali, per contribuire alla stabilizzazione della Libia: anche in qualità di presidente del Comitato permanente sull'attuazione dell'Agenda 2030, sottolinea che uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile – il n. 16 – è proprio la costruzione di «società pacifiche e inclusive».
  Auspica, infine, che il Parlamento sostenga l'azione del Governo, anche attraverso l'approvazione di appositi atti di indirizzo, per contribuire ad una soluzione politica duratura della crisi, nel quadro di un impegno unitario della comunità internazionale, che è stato confermato dalla Conferenza di Parigi del 12 novembre scorso, co-presieduta da Francia e Italia.

  Paolo FORMENTINI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.30.

III Commissione - giovedì 10 febbraio 2022

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-07493 Boldrini: Sull'utilizzo di munizioni e armamenti di fabbricazione italiana da parte delle autorità ugandesi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Non risulta che le Autorità ugandesi dispongano di munizioni ed armi di fabbricazione italiana la cui esportazione sia stata autorizzata ai sensi della legge n. 185 del 1990. Le licenze di esportazione di armi verso L'Uganda, concesse ai sensi della predetta legge negli ultimi venti anni, sono infatti soltanto tre e riguardano accessori elettronici e componenti non utilizzabili a fini di repressione violenta, per quantità ed importi estremamente limitati.
  L'Uganda non figura tra i Paesi oggetto di sanzioni da parte delle Nazioni Unite, dell'Unione europea o dell'OSCE, né risulta sussistano le condizioni per un divieto generale di esportazione nei termini previsti dall'articolo 1, comma 6, lettera d), della legge n. 185 del 1990: ovvero «[...] gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell'Unione europea o del Consiglio d'Europa».
  Continueremo a monitorare e a mantenere alta l'attenzione sulla situazione dei diritti umani in Uganda, con riferimento anche al rispetto dello Stato di diritto e all'esercizio delle libertà fondamentali, nell'ambito del coordinamento europeo e nei fori multilaterali.
  Si assicura che l'Autorità Nazionale UAMA valuterà con estrema attenzione le nuove istanze di esportazione di armi verso l'Uganda che dovessero pervenire, con particolare riguardo ai materiali suscettibili di utilizzo ai fini di repressione interna, in linea con la Posizione Comune Europea n. 944 del 2008.

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-07494 Delmastro Delle Vedove: Sul caso del connazionale Andrea Costantino.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo italiano, la Farnesina e la nostra Ambasciata ad Abu Dhabi hanno riservato sin dall'inizio e continuano a riservare la massima attenzione al caso di Andrea Giuseppe Costantino. L'azione nei confronti delle autorità emiratine è continua e a più livelli.
  Costantino – lo ricordo – è stato arrestato il 21 marzo 2021 in un hotel di Dubai dove soggiornava con la compagna e la figlia minore, dopo essere ritornato negli Emirati Arabi Uniti per rinnovare il visto di residenza in scadenza.
  Sin dalle primissime fasi, l'Ambasciata ha svolto tutti i passi possibili presso le autorità locali, attraverso contatti diretti e comunicazioni formali. Il Direttore Generale per gli Italiani all'Estero della Farnesina mantiene un costante collegamento con il legale della famiglia, si è recato in missione negli Emirati e ha incontrato a Roma la Direttrice Generale degli Affari Internazionali del Ministero dell'interno emiratino.
  Sul piano politico l'azione è stata continua e ad alto livello. Il Ministro Di Maio ha sollevato il caso più volte con il proprio omologo e, da ultimo, proprio stamattina, con il Ministro dell'economia emiratino in visita a Roma. Lo stesso abbiamo fatto io e il collega Della Vedova ed altri esponenti istituzionali in ogni utile occasione. Nel rispetto delle norme locali, tutti abbiamo sottolineato il diritto del Signor Costantino a un equo processo, per arrivare il prima possibile alla conclusione di questa dolorosa vicenda.
  Il nostro connazionale è stato privato della libertà e non ha potuto finora esercitare appieno il suo diritto di difesa. Ciò sta arrecando grande sofferenza a una famiglia lontana migliaia di chilometri e con limitatissimi contatti con il proprio caro e suscita, comprensibilmente, emozione e attenzione da parte dell'opinione pubblica e di questo Parlamento.
  La Farnesina ha chiesto all'Ambasciata emiratina a Roma che i diritti del nostro connazionale siano pienamente tutelati. La nostra Ambasciata ad Abu Dhabi ha portato avanti una pressante azione di sensibilizzazione nei confronti delle Autorità degli Emirati per far riconoscere il mandato legale dell'avvocato emiratino. Per molti mesi il legale non ha infatti potuto agire a tutela del suo assistito, problema superato grazie alla nostra attività di tutela consolare.
  Considerati gli aspetti di sicurezza nazionale alla base della vicenda, la Procura Generale emiratina non ha invece finora concesso l'acquisizione del fascicolo da parte dell'avvocato, ad eccezione di una consultazione e copia degli atti d'accusa.
  Il 12 gennaio si è tenuta la prima udienza, nel corso della quale il giudice ha letto i capi di imputazione a carico del connazionale: finanziamento del terrorismo e riciclaggio di denaro. Ieri il giudice ha rinviato l'udienza al 23 febbraio, poiché nessuno dei testimoni citati dalla Procura era presente.
  Un funzionario della nostra Ambasciata ha preso parte ad entrambe le udienze – in qualità di uditore – e assisterà alle prossime. Per il tramite del Ministero degli Esteri emiratino, l'Ambasciata ha ottenuto di poter rendere visita più volte al connazionale nell'istituto penitenziario. Questi contatti diretti hanno consentito di accertarsi che il Signor Costantino si trova in condizioni psico-fisiche stabili e non allarmanti, nonostante le difficoltà causate dallo stato di detenzione e un evidente dimagrimento. Le visite dell'Ambasciata continueranno, per prestare al nostro connazionale tutta l'assistenza necessaria.

  L'Ambasciata ha richiesto al Procuratore Generale di tenere conto delle esigenze mediche del signor Costantino, ricevendo rassicurazioni sulla possibilità che egli sia sottoposto a specifici accertamenti.
  Proseguiremo a tutti i livelli l'azione di sensibilizzazione nei confronti delle Autorità degli Emirati Arabi per un giusto processo e il pieno rispetto del diritto di difesa del nostro connazionale.

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-07495 Spadoni: Sulle iniziative per consolidare il processo di stabilizzazione della Libia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia continua a essere molto attiva in Libia per favorire la piena e duratura normalizzazione di un Paese la cui stabilità è cruciale non solo per l'intera regione circostante, ma anche per l'Italia e per l'Europa, date le possibili ripercussioni in termini di minaccia terroristica, sicurezza energetica e incremento dei flussi migratori irregolari. L'attentato di oggi al Premier Dbaiba, al quale va in questo frangente tutta la nostra simpatia e personale vicinanza, ribadisce ancora una volta, drammaticamente, l'urgenza della stabilizzazione della Libia.
  Continuiamo a essere in prima linea per sostenere il processo politico guidato dalle Nazioni Unite, volto a riportare la pace e la stabilità in Libia quale frutto di un percorso «Libyan – led» e «Libyan – owned».
  La Conferenza di Parigi a livello di Capi di Stato e di Governo sulla Libia (12 novembre 2021), che l'Italia ha co-presieduto insieme a Francia, Germania, Libia e Nazioni Unite ha testimoniato, ancora una volta, il nostro impegno per la pacificazione del Paese e riaffermato, grazie al determinante contributo italiano, il principio di «ownership» libica e il sostegno della comunità internazionale per la stabilizzazione della Libia, nel solco del Processo di Berlino a guida Nazioni Unite.
  Come evidenziato dagli Interroganti, nonostante i progressi raggiunti grazie alla mediazione dell'ONU che hanno portato alla fine delle ostilità e alla creazione di un Governo unificato transitorio, il processo di transizione istituzionale sta incontrando difficoltà.
  Iniziative legislative unilaterali non condivise e contestate e il carattere divisivo di alcune candidature alle elezioni presidenziali hanno impedito che le consultazioni elettorali avessero luogo il 24 dicembre 2021, data stabilita dalla Roadmap di Tunisi.
  Il rinvio delle elezioni ha aperto una fase politica complessa, in cui al momento manca una chiara prospettiva elettorale e il Governo ad interim sta affrontando crescenti pressioni. Poco fa il Presidente del Parlamento Aghila Saleh ha annunciato il conferimento dell'incarico di formare un nuovo Governo a Fathi Bashagha. Vi sono però tuttora molte incertezze sulle modalità del voto e sui prossimi sviluppi.
  In tale delicata congiuntura, l'Italia continua a garantire il proprio sostegno all'azione delle Nazioni Unite e della Consigliera Speciale Stephanie Williams affinché non si perda di vista l'obiettivo principale dello svolgimento di elezioni libere, eque e inclusive che riteniamo debbano necessariamente poggiare su basi giuridiche solide e condivise, ed essere indette in tempi non troppo lontani, per evitare che un posticipo troppo lungo e protratto alimenti ulteriore incertezza.
  Le elezioni sono infatti l'unica soluzione credibile per favorire una semplificazione dell'attuale quadro politico estremamente frammentato e contribuire così non solo a una stabilizzazione sostenibile del Paese, ma anche a soddisfare le legittime aspirazioni del popolo libico che – registrandosi in massa – ha dimostrato la propria determinazione a esprimersi in libere elezioni.
  Sono questi i messaggi trasmessi dal Ministro Di Maio alla Consigliera Speciale Williams, in visita a Roma il 7 febbraio.
  L'azione a livello internazionale non può prescindere da uno strettissimo coordinamento con gli attori internazionali e regionali più attivi sul dossier libico. Intendiamo proseguire la cooperazione con i partner «like-minded» del formato «P 3+2» che,
oltre all'Italia, include Francia, Regno Unito, Stati Uniti (membri permanenti del Consiglio di Sicurezza) e Germania.
  Paesi con cui manteniamo un'interlocuzione regolare e costante anche a livello tecnico. Continuo anche il dialogo con gli altri attori internazionali che svolgono un ruolo chiave, anche se con orientamenti talvolta distanti dai nostri.
  Ciò per favorire quanto più possibile una convergenza sulle linee d'azione della comunità internazionale per favorire il completamento della transizione istituzionale e per scongiurare ulteriori divisioni del Paese.
  Questo dialogo è assicurato, innanzitutto, a livello politico. La Libia figura infatti sempre in cima all'agenda degli incontri del Presidente del Consiglio Draghi e del Ministro Di Maio con i principali partner europei e internazionali. Anche a livello tecnico, vi è poi un costante impegno dell'Ambasciata a Tripoli, della Farnesina e dell'inviato Speciale del Ministro per la Libia.
  Imprescindibile è il raccordo con l'Unione europea, che intendiamo proseguire e rafforzare ulteriormente.
  Non meno importante è il dialogo che manteniamo e intendiamo proseguire a livello bilaterale con i principali attori libici. In questa fase, nel pieno rispetto della sovranità delle istituzioni libiche, sarà essenziale incoraggiare tutte le parti affinché non si perda di vista l'obiettivo delle elezioni e venga definita quanto prima una tabella di marcia chiara e condivisa che consenta di andare al voto in tempi brevi e con un quadro giuridico certo.