XIV Commissione
Politiche dell'Unione europea
Politiche dell'Unione europea (XIV)
Commissione XIV (Unione europea)
Comm. XIV
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato (Relazione alla V Commissione) (Esame e conclusione – Relazione favorevole) ... 290
ALLEGATO 1 (Relazione approvata dalla Commissione) ... 298
ALLEGATO 2 (Relazione di minoranza del Gruppo Fratelli d'Italia) ... 300
SEDE CONSULTIVA
Martedì 28 dicembre 2021. — Presidenza del presidente Sergio BATTELLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Federico Freni.
La seduta comincia alle 10.30.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024.
C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni.
C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Relazione favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.
Sergio BATTELLI, presidente, dato conto delle sostituzioni, ricorda che la Commissione è chiamata oggi a esaminare il disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (C. 3424 Governo, approvato dal Senato), e la relativa nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato), ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza.
Ricorda che il disegno di legge di bilancio è composto di due sezioni: nella prima sono riportate le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi ad oggetto misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica; nella seconda sono invece indicate le previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, formate sulla base della legislazione vigente, apportando a tali previsioni le variazioni derivanti dalle disposizioni della citata prima sezione, alle quali è assicurata autonoma evidenza contabile.
Saranno quindi esaminate dalla Commissione, oltre alle disposizioni di propria competenza contenute nella prima sezione, anche la Tabella relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2022 e per il triennio 2022-2024 (limitatamente alle parti di competenza) contenute nella seconda sezione.
L'esame si concluderà con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore. Potranno essere presentate relazioni di minoranza. La relazione approvata dalla Commissione e le eventuali relazioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione bilancio.
Ricorda che ieri alle ore 17 è scaduto il termine per la presentazione di proposte emendative. Avverte che sul provvedimento non sono stati presentati emendamenti. Invita quindi la relatrice a illustrare il provvedimento.
Francesca GALIZIA (M5S), relatrice, rileva, in via preliminare, che il disegno di legge di bilancio 2022, nel suo complesso, appare coerente con gli impegni assunti in sede europea, anche con riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), favorendo un efficace utilizzo delle risorse europee al fine di stimolare e consolidare la ripresa e la resilienza del Paese.
Nel merito, segnala che il disegno di legge è composto di due sezioni: nella prima sezione (articolo 1, commi da 1 a 1013) sono riportate le disposizioni aventi ad oggetto gli interventi di politica economica, mentre nella seconda sezione (articoli da 2 a 22) sono indicate le previsioni di entrata e di spesa, sulla base della legislazione vigente, apportando a tali previsioni le variazioni derivanti dalle disposizioni della prima sezione. Gli stati di previsione sono suddivisi in 16 tabelle, una in più rispetto all'anno precedente, per l'istituzione del Ministero del turismo.
La manovra di bilancio per il 2022 e per il triennio 2022-2024 ha una entità di circa 23 miliardi nel 2022, 30 miliardi nel 2023 e 26 miliardi nel 2024 e si pone in coerenza con i saldi di finanza pubblica delineati nella Nota di aggiornamento al DEF e nel Documento programmatico di bilancio (DPB), i quali prevedono la prosecuzione di una politica di bilancio espansiva al fine di sostenere l'economia e la società a fronte della pandemia da COVID-19 e di aumentare il tasso di crescita nel medio termine, rafforzando gli effetti degli investimenti e delle riforme previsti dal PNRR.
Ricorda che nei citati documenti di finanza pubblica è annunciata l'intenzione del Governo di mantenere un'intonazione della politica di bilancio espansiva fino a quando il PIL e l'occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019, che il Governo prevede di raggiungere a partire dal 2024. Successivamente, la politica di bilancio mirerà a ridurre il deficit strutturale e a ricondurre il rapporto debito/PIL intorno al livello pre-crisi entro il 2030.
La manovra delineata, oltre a intrecciarsi in modo sistematico con le risorse che saranno messe a disposizione dall'Unione europea, delinea pertanto, anche grazie alla temporanea sospensione dell'applicazione dei vincoli di bilancio del Patto di stabilità e crescita, un ulteriore intervento espansivo per l'economia, cui si aggiungeranno, nel medio periodo, gli effetti di stimolo derivanti dal PNRR che, ricorda, determinerà una concentrazione dei flussi di spesa nel secondo triennio del Piano (2024-2026).
In via preliminare ricorda altresì che la manovra di bilancio è stata accompagnata dal c.d. decreto fiscale (decreto-legge del 21 ottobre 2021, n. 146), collegato alla manovra stessa e approvato definitivamente dal Parlamento il 15 dicembre scorso, con il quale sono state adottate diverse misure in materia fiscale e per la tutela del lavoro.
Ricorda inoltre l'imminente pubblicazione del decreto legislativo sull'assegno unico e universale per figli a carico, approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri in data 23 dicembre 2021, che riguarderà circa 7 milioni di nuclei familiari, e andrà a sostituire una serie di misure di sostegno alla famiglia finora previste (assegni per i nuclei familiari e per le famiglie con figli minori di 3 anni, premio alla nascita, modifica delle detrazioni per figli a carico) con una spesa aggiuntiva di circa 6 miliardi. Tale intervento, congiuntamente alla modifica delle aliquote IRPEF, operata con una modifica approvata dal Senato al disegno di legge di bilancio in esame, consentirà di aumentare in modo significativo il reddito disponibile delle famiglie a basso reddito e con figli a carico.
Prima di procedere a illustrare, in estrema sintesi, il contenuto del disegno di legge di bilancio, ricorda che il Senato, recependo sollecitazioni provenienti anche dai deputati, ha apportato numerose modifiche al testo iniziale, di cui segnala, nei termini di seguito riportati, le principali, al fine di evidenziare il significativo apporto del Parlamento alla manovra delineata dal Governo.
Per quanto riguarda le modifiche riguardanti le famiglie e i lavoratori, risulta di particolare interesse il ridisegno delle aliquote IRPEF, che assorbe circa 7 miliardi del fondo di 8 miliardi previsto nel testo iniziale per la riduzione del cuneo fiscale e dell'IRAP (di cui 6 miliardi con un nuovo stanziamento di bilancio e 2 miliardi già assegnati in precedenza). Le aliquote legali sono ridotte da cinque a quattro, mantenendo inalterati i livelli delle aliquote minima (23 per cento) e massima (43 per cento), mentre viene ridotta di due punti l'aliquota relativa al secondo scaglione (da 27 a 25 per cento) e di tre punti l'aliquota del terzo scaglione, il cui limite superiore scende da 55.000 a 50.000 euro. Le detrazioni per le principali tipologie di contribuenti sono modificate sia nel profilo che nell'importo, incluso il bonus Irpef per i lavoratori dipendenti, al fine di attenuare le attuali distorsioni delle aliquote marginali e medie per i lavoratori dipendenti. Rilevano inoltre il rifinanziamento del reddito di cittadinanza, la proroga per il 2022 della possibilità di accesso alla pensione anticipata (Quota 102), la proroga del bonus edilizio del 110 per cento senza le limitazioni previste nel testo originario del provvedimento, l'aumento da 2 a 3,8 miliardi delle risorse destinate a contrastare il caro bollette mediante una serie di interventi (azzeramento degli oneri generali di sistema per energia elettrica e gas, riduzione temporanea dell'aliquota IVA sul gas, agevolazioni tariffarie temporanee per i clienti domestici economicamente svantaggiati o in gravi condizioni di salute), la riduzione di 0,8 punti percentuali dei contributi per i lavoratori fino a 35.000 euro di reddito, nonché una serie di bonus che vengono prorogati o introdotti (bonus mobili, sisma bonus, bonus idrico, credito d'imposta per sistemi di accumulo alimentati da energie rinnovabili e per interventi di rimozione delle barriere architettoniche, bonus tv e decoder).
Per quanto di riguarda le modifiche riguardanti le imprese, rilevano in particolare: l'esenzione dall'Irap delle persone fisiche esercenti attività commerciali, arti e professioni, a seguito della quale, secondo le stime del Governo, saranno escluse dal tributo circa 835.000 imprese; la modifica della disciplina del nuovo patent box prevista dal decreto-legge n. 146 del 2021, con aumento dal 90 al 110 per cento della maggiorazione fiscale dei costi di ricerca e sviluppo e contestuale restrizione del perimetro dei beni agevolabili. Ricorda inoltre: la proroga di un anno, con riduzione dell'importo massimo, del credito d'imposta per le spese di consulenza delle PMI che si quotano in borsa; la modifica alla disciplina del credito d'imposta per le minusvalenze realizzate nei piani di risparmio delle PMI (cosiddetti PIR PMI), prorogata al 2022 riducendone l'ammontare massimo al 10 per cento delle somme investite in tali strumenti finanziari e allungandone da 10 a 15 quote annuali il periodo di utilizzo; la riduzione dell'accisa sulla birra, con agevolazioni per i birrifici artigianali; la modifica della disciplina del microcredito, con aumento da 40.000 a 75.000 euro dell'importo massimo di credito concedibile per le operazioni di lavoro autonomo e di microimprenditorialità; lo sgravio contributivo totale per i contratti di apprendistato delle micro imprese.
Ulteriori modifiche di rilievo riguardano la proroga di agevolazioni fiscali e di altre misure di sostegno in favore delle persone fisiche e delle imprese situate nei territori colpiti da eventi sismici, il rinvio di due anni del regime IVA previsto dal citato decreto-legge 146/2021 per gli enti del Terzo settore, l'aumento dal 3 al 5 per cento della quota massima di partecipazione degli azionisti al capitale di Banca d'Italia.
Per gli Enti locali il Senato ha previsto un contributo statale di 730 milioni complessivi, distribuiti nel triennio 2022-2024, in favore dei comuni sede di capoluogo di città metropolitana con disavanzo pro-capite superiore a 700 euro.
Infine, ulteriori modifiche introdotte dal Senato riguardano i settori della scuola, dell'università, della cultura, della sanità, delle politiche sociali, familiari e climatiche, dello sport e del turismo, l'agricoltura, la difesa e la sicurezza, l'immigrazione, la cooperazione internazionale, le politiche per le pari opportunità.
Passando a descrivere il provvedimento nel suo complesso, ricorda che, per quanto riguarda la Sezione I (interventi) del disegno di legge (articolo 1, commi da 1 a 1013), si prevedono interventi per circa 25,5 miliardi sia nel 2022 che nel 2023 e circa 27 miliardi nel 2024 che puntano a rafforzare il tessuto economico e sociale, sostenendo la crescita e la competitività dell'economia italiana. In particolare, nel settore fiscale, oltre agli interventi sull'IRPEF e sull'IRAP già descritti, si prevede uno stanziamento di 650 milioni per il rinvio al 2023 della plastic tax e della sugar tax. L'aggio sulla riscossione per le operazioni successive al primo gennaio sarà posto interamente a carico dello Stato. Viene ridotta dal 22 per cento al 10 per cento l'Iva su prodotti assorbenti per l'igiene femminile. Vengono stanziati circa 70 miliardi per gli investimenti delle amministrazioni centrali e locali dal 2022 al 2036: le risorse sono destinate al completamento delle infrastrutture ferroviarie, per le metropolitane delle grandi aree urbane, per le infrastrutture autostradali già avviate e per la loro manutenzione straordinaria e messa in sicurezza, nonché interventi per la tutela del patrimonio culturale e per l'edilizia scolastica. Vengono stanziate risorse per il Giubileo di Roma e per le Olimpiadi di Milano-Cortina.
Viene inoltre aumentata, come già preannunciato nella legge di bilancio per il 2021, la dotazione del Fondo di Sviluppo e Coesione per il periodo 2022-2030 con complessivi 23,5 miliardi. Sono rifinanziati con circa 6 miliardi gli interventi per la ricostruzione privata delle aree colpite dal sisma in Centro Italia.
Per quanto riguarda gli investimenti immobiliari privati, oltre al bonus del 110 per cento già menzionato, sono prorogati fino al 2024 alle medesime aliquote gli incentivi al 50 per cento e al 65 per cento e le relative maggiorazioni. Gli incentivi per le facciate sono confermati anche nel 2023 con una percentuale agevolata pari al 60 per cento.
Sono prorogate e rimodulate le misure di Transizione 4.0 fino al 2025. Vengono rifinanziati il Fondo di Garanzia PMI (per circa 3 miliardi di euro distribuiti nel triennio), la cosiddetta «Nuova Sabatini» e le misure per l'internazionalizzazione delle imprese. La possibilità di trasformare le Deferred Tax Assets (DTA) in crediti di imposta viene estesa fino al 30 giugno 2022, con la medesima percentuale e un tetto massimo per singola operazione.
Nell'ambito della sanità, il Fondo Sanitario Nazionale viene finanziato con 2 miliardi aggiuntivi nel 2022, 3,2 miliardi nel 2023 e 4,2 miliardi nel 2024. Ulteriori risorse sono destinate al fondo per i farmaci innovativi, per complessivi 600 milioni nel triennio. Le borse di studio per gli specializzandi in medicina vengono significativamente aumentate e portate in via permanente a 12.000 l'anno. Gli enti del Servizio Sanitario Nazionale vengono autorizzati a stabilizzare il personale assunto a tempo determinato durante l'emergenza.
Nell'istruzione e ricerca, viene aumentata la dotazione del Fondo di Finanziamento ordinario per l'Università e del Fondo Italiano per la Scienza e viene creato un nuovo Fondo Italiano per la Tecnologia. Sono accresciuti i fondi per gli enti di ricerca e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il contributo alle spese di ricerca delle imprese, ora previsto fino al 2022, viene rimodulato ed esteso fino al 2031. Viene disposta la proroga fino a giugno dei contratti a tempo determinato stipulati dagli insegnanti durante l'emergenza Covid-19. Sono previste risorse aggiuntive per i libri di testo gratuiti. È finanziata l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione motoria per classi di quarta e quinta elementare.
Per le regioni e gli enti locali, vengono stanziati fondi per garantire i livelli essenziali a regime per gli asili nido, per il trasporto scolastico di studenti disabili e per la manutenzione della viabilità provinciale, nonché per una pluralità di esigenze di specifici territori.
Nel settore delle politiche sociali, il Reddito di cittadinanza è finanziato con un ulteriore miliardo di euro ogni anno, confermando l'importo del finanziamento sui livelli del 2021: vengono rafforzati i controlli e introdotti correttivi alle modalità di corresponsione, che prevedono una revisione della disciplina delle offerte di lavoro congrue, un decalage del beneficio mensile per i soggetti occupabili, sgravi contributivi per le imprese che assumono i percettori del reddito e benefici fiscali per gli intermediari.
Sono inoltre previsti interventi in materia pensionistica, con una misura di durata annuale e con un requisito di 64 anni di età e 38 anni di contributi. Viene prorogata «Opzione Donna» e prorogata e allargata l'APE sociale ad ulteriori categorie di soggetti che hanno svolto lavori gravosi.
Con una spesa di circa 3 miliardi di euro nel 2022 si dà attuazione alla riforma degli ammortizzatori sociali, con un aumento dei sussidi di disoccupazione e un'estensione degli istituti di integrazione salariale ordinari e straordinari ai lavoratori di imprese attualmente non inclusi, nonché agli apprendisti e ai lavoratori a domicilio. Sono previsti incentivi all'utilizzo dei contratti di solidarietà e la proroga per il 2022 e il 2023 del contratto di espansione con l'estensione a tutte le imprese che occupano più di 50 dipendenti. Il congedo di paternità di 10 giorni viene reso strutturale.
Per i giovani è prevista una carta elettronica da utilizzare per il consumo di prodotti culturali nell'anno del compimento del diciottesimo anno. Sono estesi per tutto il 2022 gli incentivi fiscali previsti per l'acquisto della prima casa da parte degli under 36 e finanziati il Fondo affitti giovani e il Fondo per le politiche giovanili. Nel pubblico impiego, vengono disposti il finanziamento permanente di un fondo per le assunzioni con 250 milioni di euro e l'incremento del trattamento economico accessorio per 360 milioni. Sono previste ulteriori risorse per la formazione dei dipendenti pubblici.
Per quanto riguarda la Sezione II (articoli da 2 a 22) del disegno di legge di bilancio, ricorda che essa contiene lo stato di previsione delle entrate e gli stati di previsione delle spese relative ai Ministeri con portafoglio, specificati poi nelle 16 tabelle. La tabella n. 2, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, è quella di maggiore attinenza alle competenze della XIV Commissione.
In particolare, interessano le entità degli stanziamenti relativi: al Programma n. 1.3 (unità di voto 17.2), in cui è riportata la dotazione finanziaria per il triennio 2022-2024 rispettivamente di 888,5, 898,5 e 698 milioni di euro, spettante alla Presidenza del Consiglio dei ministri, a cui attinge anche il Dipartimento per le politiche europee; – al Programma n. 4.10 sulla «Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE» (unità di voto 3.1), in cui sono previste le somme da versare a titolo di risorse proprie dell'UE, con uno stanziamento di circa 22 miliardi di euro per il 2022, 22,4 miliardi per il 2023 e 22,5 miliardi per il 2024; – al medesimo Programma n. 4.10, in cui sono previste le dotazioni per l'attuazione delle politiche europee in ambito nazionale, con uno stanziamento di 59,4 miliardi di euro per il 2022 (comprensivi dei 10 miliardi assegnati dalla Sezione I del disegno di legge), di 62,9 miliardi per il 2023 (comprensivi dei 9,2 miliardi assegnati dalla Sezione I), e di 9,2 miliardi per il 2024 (comprensivi dei 178 milioni assegnati dalla Sezione I), destinati al Fondo di rotazione per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei, al Fondo per il recepimento della normativa europea (di cui all'articolo 41-bis della legge n. 234 del 2012), al pagamento delle sanzioni derivanti da sentenze di condanna della Corte di giustizia UE e al Fondo di rotazione per l'attuazione del Next Generation EU-Italia; – e al Programma 28.4 (unità di voto 20.1), relativo alla politica per lo «sviluppo e riequilibrio territoriale», con uno stanziamento per il triennio 2022-2024 rispettivamente di 15,4, 13,1 e 15,4 miliardi di euro, in cui rientra l'Agenzia per la coesione territoriale.
In conclusione, illustra una proposta di relazione favorevole sul provvedimento in esame (vedi allegato 1).
Sergio BATTELLI, presidente, avverte che è stata presentata una proposta alternativa di relazione da parte del gruppo di Fratelli d'Italia (vedi allegato 2).
Lucrezia Maria Benedetta MANTOVANI (FDI) illustra la proposta di relazione di minoranza a nome del suo gruppo (vedi allegato 2).
Guido Germano PETTARIN (CI) osserva che non è facile per nessun deputato sopportare l'estrema compressione dei tempi di esame del disegno di legge di bilancio per il 2022, ma il termine di approvazione entro il 31 dicembre va rispettato, in quanto, in caso contrario, le conseguenze sarebbero ancor meno facili da sopportare per il Paese. Si tratta quindi di un sacrificio chiesto a questo ramo del Parlamento per consentire di andare incontro all'esigenza di una approvazione rapida del provvedimento motivata dall'emergenza sanitaria ed economica. Al Senato analogo sacrificio è stato richiesto per l'approvazione del decreto-legge di attuazione del PNRR. Ricorda che nel corso del 2021 sono state approvate quattro manovre per consentire, grazie all'implementazione del PNRR, l'utilizzo di risorse di importo precedentemente inimmaginabile. Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di relazione di maggioranza.
Wanda FERRO (FDI), nel ringraziare la deputata Mantovani per l'illustrazione della relazione di minoranza, osserva che il suo gruppo mal sopporta una restrizione dei tempi di esame del disegno di legge di bilancio che appare quest'anno fuori dalla storia e da ogni regola. Tale restrizione estrema esautora di fatto il ruolo dei parlamentari, che dovrebbe essere di indirizzo, di approfondimento e di scelta, mentre diviene un ruolo di mera ratifica delle direttive del Governo, che concede al massimo l'approvazione di qualche sporadico ordine del giorno. Lamenta inoltre, non tanto lo scarso accoglimento delle istanze formulate dal suo gruppo, quanto le tante mance disseminate nel provvedimento senza un criterio, che costituiscono non solo una forma di spreco di risorse bensì anche una fonte di iniquità. Non ha senso infatti, ad esempio sanare una singola scuola, quando sarebbe necessario prevedere un piano organico di risanamento delle strutture scolastiche. Nello specifico delle competenze di questa commissione, non è chiaro come il disegno di legge di bilancio contribuisca al raggiungimento dell'obiettivo di convergenza delle regioni del Mezzogiorno. Invita quindi i componenti della Commissione a riflettere sulla necessità del rispetto delle regole, a tutela del ruolo dei parlamentari indipendentemente dal fatto che essi siano parte della maggioranza o dell'opposizione, e osserva che lo scarso valore riservato a tali regole in questa legislatura porta a far rimpiangere la prima Repubblica persino a chi non ne ha mai fatto parte. Preannuncia quindi il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di relazione di maggioranza.
Piero DE LUCA (PD), nel ringraziare gli uffici e i colleghi per il lavoro svolto, si associa al rammarico per i tempi di esame del provvedimento estremamente compressi per questo ramo del Parlamento. Formula una valutazione diversa da quella espressa dal gruppo Fratelli d'Italia in merito al contenuto della manovra, la cui intonazione espansiva, accresciuta grazie all'utilizzo delle risorse europee, costituisce un ulteriore elemento di soddisfazione. Ricorda infatti che le risorse europee del pacchetto Next Generation UE non costituiscono un gentile dono dell'Unione europea, bensì una conquista ottenuta dalle forze europeiste che sono riuscite a mettere in piedi in sede europea questo straordinario strumento innovativo. Si dichiara soddisfatto che tutte le forze, anche quelle che in passato si dichiaravano antieuropeiste, riconoscano ora l'importanza di questo intervento europeo straordinario. Si dichiara inoltre convinto che la manovra contribuirà alla ripartenza economica, che vede attualmente l'Italia primeggiare a confronto con gli altri Paesi europei. Osserva inoltre che la destinazione di 8 miliardi all'obiettivo di alleggerimento della pressione fiscale costituisce comunque un passo significativo nella giusta direzione. Richiama l'esigenza di continuare ad agire in modo efficace sul fronte sanitario per contenere e sconfiggere la pandemia, i cui effetti incombono anche sulla ripresa economica. Invita pertanto tutti i gruppi a sostenere le misure di rigore e di sostegno che il Governo vorrà intraprendere. Conclude infine preannunciando il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di relazione di maggioranza.
Emanuela ROSSINI (MISTO-MIN.LING.) ricorda che una larga parte degli oltre 1000 commi che compongono il disegno di legge riguarda misure per gli enti locali, per i territori, le aree interne e la montagna. Il provvedimento stanzia infatti ingenti fondi destinati anche ai piccoli comuni, prevedendo bonus edilizi, fondi per assicurare il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni per i servizi per l'infanzia, per il dimensionamento delle classi scolastiche, per lo sviluppo dei piccoli borghi e le aree interne, per il rinnovo del fondo nazionale per il turismo, per la messa in sicurezza delle strade, per il rifinanziamento degli interventi della protezione civile, per il rifinanziamento del piano nazionale per la lotta contro gli incendi boschivi, eccetera. Sottolinea in particolare il metodo di costruzione del testo finale del disegno di legge, che ha visto una larga collaborazione tra esponenti del Parlamento e rappresentanti degli enti territoriali. Ritiene infatti che il ruolo della Parlamento debba essere potenziato in direzione di un lavoro di tessitura di relazioni tra il potere centrale e i territori, non solo nella fase di formazione dei provvedimenti legislativi, ma anche in quella della loro attuazione. Ricorda che in questi giorni si sono conclusi i colloqui per la formazione della task force finalizzata alla realizzazione dei bandi per l'attuazione del PNRR. In particolare quelli per la realizzazione degli asili nido scadranno il 28 febbraio. Il reclutamento in corso consentirà di acquisire nuovo know how e competenze tecniche specifiche che andranno ad affiancare quelle amministrative, al fine della preparazione dei bandi. In questa fase il ruolo dei parlamentari deve essere al fianco degli amministratori, per garantire un coordinamento tra il Governo, il Parlamento, le forze politiche e gli enti locali. Esprime un giudizio positivo sul disegno di legge di bilancio, che trova equilibrato e trasversale, in quanto rivolto a tutte le categorie, e finalizzato a concludere l'emergenza, anche grazie ad un maggiore utilizzo della spesa corrente fino al 2022, reso possibile dalla clausola di disattivazione del patto di stabilità e crescita. Preannuncia quindi il suo voto favorevole sulla proposta di relazione di maggioranza.
Sergio BATTELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone quindi in votazione la proposta di relazione favorevole di maggioranza, avvertendo che la sua approvazione comporterà la preclusione della proposta di relazione alternativa del gruppo di Fratelli d'Italia. Avverte, altresì, che la relazione preclusa sarà comunque trasmessa alla Commissione bilancio come relazione di minoranza.
La Commissione approva la proposta di relazione favorevole formulata dalla relatrice (vedi allegato 1). Delibera altresì di nominare la deputata Galizia quale relatrice presso la V Commissione.
Sergio BATTELLI, presidente, prende atto che il gruppo Fratelli d'Italia ha designato quale relatrice di minoranza presso la Commissione bilancio la deputata Mantovani. Avverte inoltre che la relazione approvata dalla Commissione nonché la relazione di minoranza saranno trasmesse alla V Commissione Bilancio, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento.
Guido Germano PETTARIN (CI), intervenendo sull'ordine dei lavori, esprime un particolare ringraziamento al presidente e ai colleghi deputati che si sono adoperati al fine di mantenere nell'ordinamento dei due rami del Parlamento la Commissione affari europei, il cui ruolo deve essere a suo avviso valorizzato e rafforzato.
La seduta termina alle 11.30.
ALLEGATO 1
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La XIV Commissione,
esaminato il disegno di legge C. 3424 Governo, approvato dal Senato, recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024» e la relativa nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato), limitatamente alle parti di competenza;
premesso che:
la manovra di finanza pubblica è composta dal decreto-legge del 21 ottobre 2021, n. 146, convertito, con modificazioni, dalla legge del 17 dicembre 2021 n. 215, e dal disegno di legge di bilancio per il 2022 e comporta un peggioramento dell'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, rispetto agli andamenti tendenziali a legislazione vigente, pari a circa 1,2 punti percentuali di PIL nel 2022 (23,2 miliardi), a 1,5 nel 2023 (29,6 miliardi) e a 1,3 nel 2024 (25,6 miliardi);
la manovra appare dunque coerente con i saldi di finanza pubblica delineati nella Nota di aggiornamento al DEF e nel Documento programmatico di bilancio (DPB), i quali prevedono la prosecuzione di una politica di bilancio espansiva al fine di sostenere l'economia e la società nelle fasi di uscita dalla pandemia da COVID-19 e di aumentare il tasso di crescita nel medio termine, rafforzando gli effetti degli investimenti e delle riforme previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR);
l'intonazione della politica di bilancio prospettata dal Governo resterà espansiva fino a quando il PIL e l'occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019, che si prevede di raggiungere a partire dal 2024, mentre successivamente la politica di bilancio mirerà a ridurre il deficit strutturale e a ricondurre il rapporto debito/PIL intorno al livello pre-crisi entro il 2030;
ricordato che la manovra, oltre al citato decreto-legge n. 146 del 2021, con il quale sono state adottate diverse rilevanti misure in materia fiscale e per la tutela del lavoro, è stata da ultimo integrata dal decreto-legge 10 dicembre 2021, n. 209, le cui disposizioni, recanti ulteriori misure per esigenze finanziarie e fiscali indifferibili, nonché a tutela della salute, del lavoro e della sicurezza epidemiologica, sono confluite nel disegno di legge in esame a seguito delle modifiche apportate dal Senato;
ricordato inoltre che il Senato ha apportato numerose modifiche al testo iniziale, tra cui il ridisegno delle aliquote IRPEF, ridotte da cinque a quattro, l'esenzione dall'Irap delle persone fisiche esercenti attività commerciali, arti e professioni, il rifinanziamento del reddito di cittadinanza, la proroga per il 2022 della possibilità di accesso alla pensione anticipata (Quota 102), la proroga del bonus edilizio del 110 per cento senza le limitazioni previste nel testo originario del provvedimento e l'aumento a 3,8 miliardi delle risorse destinate a contrastare l'incremento dei prezzi dell'energia;
considerati, per i profili di competenza, gli interventi contenuti nella sezione I del disegno di legge e in particolare quelli di cui all'articolo 1:
comma 13 che, in linea con l'articolo 98 della direttiva 2006/112/CE, relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto, riduce dal 22 per cento al 10 per cento l'aliquota IVA applicabile ai prodotti assorbenti e ai tamponi, destinati alla protezione dell'igiene femminile;
comma 25, che proroga, per il 2022, la detassazione ai fini IRPEF dei redditi dominicali e agrari dichiarati dai coltivatori diretti e imprenditori agricoli;
commi da 53 a 61, che prorogano al 30 giugno 2022 le garanzie di cui al decreto-legge n. 23 del 2020, a beneficio dell'accesso al credito e della liquidità delle imprese, conformemente al Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza del COVID-19 (C(2020) 1863), in coerenza con la ulteriore proroga del Temporary Framework al 30 giugno 2022;
commi da 138 a 148 e il comma 660, che dispongono misure in favore della parità di genere, in coerenza con quanto previsto dal PNRR;
comma 156, che autorizza la spesa di 5 milioni di euro nel 2022 per la realizzazione di iniziative ai fini della celebrazione dell'Anno europeo dei giovani del 2022;
commi da 382 a 387, recanti misure per la partecipazione dell'Italia all'Unione europea e a organismi internazionali, nonché le disposizioni di cui ai commi 1002 e 1003, riguardanti intese bilaterali con altri Paesi europei;
comma 392, che prevede l'istituzione del Fondo per la strategia di mobilità sostenibile per la lotta al cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi previsti dal pacchetto della Commissione europea «Fit for 55»;
comma 394 finalizzato ad efficientare e completare i collegamenti alla rete trans-europea Core TEN-T, della linea ferroviaria Adriatica;
commi da 400 a 402, che autorizzano la spesa complessiva di 200 milioni di euro, per assicurare l'equilibrio del piano economico-finanziario della concessione rilasciata alla società Autostrada tirrenica Spa, fino alla sua scadenza, nonché per risolvere definitivamente le criticità derivanti dalla procedura di infrazione n. 2014/4011, giunta allo stadio ex articolo 260 TFUE, per mancata ottemperanza alla sentenza della Corte di giustizia del 8 novembre 2019 (causa C-526/17), relativa alla concessione per la tratta autostradale Livorno-Cecina;
commi da 478 a 479, che istituiscono il Fondo per il sostegno delle imprese alla transizione industriale, per investimenti volti a ridurre le emissioni di gas serra dei processi produttivi;
comma 628, che rifinanzia il Fondo di rotazione per l'attuazione del Next Generation EU-Italia, con 10 miliardi di euro per il 2022 e circa 9 miliardi per il 2023, quale anticipazione rispetto ai contributi provenienti dall'Unione europea;
considerata altresì la sezione II del disegno di legge e, in particolare, l'entità degli stanziamenti previsti nella tabella n. 2, relativamente: – al Programma n. 1.3 (unità di voto 17.2), in cui è riportata la dotazione finanziaria spettante alla Presidenza del Consiglio dei ministri, a cui attinge anche il Dipartimento per le politiche europee; – al Programma n. 4.10 sulla «Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE» (unità di voto 3.1), in cui sono previste le somme da versare a titolo di risorse proprie dell'UE, nonché le dotazioni per il Fondo di rotazione per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei, per il Fondo per il recepimento della normativa europea, per il pagamento delle sanzioni derivanti da sentenze di condanna della Corte di giustizia UE e per il Fondo di rotazione per l'attuazione del Next Generation EU-Italia; – e al Programma 28.4 (unità di voto 20.1), relativo alla politica per lo «sviluppo e riequilibrio territoriale», in cui rientra l'Agenzia per la coesione territoriale;
rilevato che il disegno di legge di bilancio 2022, oltre a intrecciarsi in modo sistematico con le risorse messe a disposizione dall'Unione europea, delinea, anche grazie alla temporanea sospensione dell'applicazione dei vincoli del Patto di stabilità e crescita, un intervento di stimolo per l'economia cui si aggiungeranno, nel medio periodo, gli ulteriori effetti positivi derivanti dal PNRR, che determineranno una concentrazione dei flussi di spesa nel secondo triennio del Piano (2024-2026);
rilevato come l'impostazione espansiva della manovra sia ascrivibile in misura preponderante a una sensibile riduzione delle entrate nonché, a partire dal 2023, a un aumento delle spese correnti; ricordato in proposito che lo scorso luglio il Consiglio dell'Unione europea, tra le raccomandazioni all'Italia, riportava quella di limitare l'aumento della spesa corrente finanziata a livello nazionale; inoltre, alla fine dello scorso mese di novembre la Commissione europea, nel parere reso sul Documento Programmatico di Bilancio (DPB), ha invitato l'Italia – allo scopo di contribuire al perseguimento di una politica di bilancio prudente – ad adottare, nell'ambito del processo di bilancio, le misure necessarie per limitare la crescita della spesa corrente finanziata a livello nazionale;
considerato tuttavia che l'incremento della spesa potrà essere riassorbito da una dinamica sostenuta del prodotto e dalle politiche di contrasto all'evasione fiscale e che le azioni sinora intraprese hanno consentito nell'anno in corso un progressivo irrobustimento dell'attività economica – con una crescita acquisita del PIL per il 2021 pari al 6,2 per cento, ovvero già al di sopra delle stime del Governo indicate nella NADEF e notevolmente superiore a quella prefigurata in primavera nel Documento di economia e finanza (DEF) 2021 – che si è riflesso positivamente anche sul mercato del lavoro;
valutato pertanto come la politica economica delineata dal Governo con i suddetti provvedimenti appaia adeguata alla necessità di proseguire l'azione di sostegno all'economia del Paese a fronte della recrudescenza epidemica in atto e di favorire il consolidamento di una ripresa duratura della crescita dopo il rimbalzo dell'anno in corso, attraverso incisivi interventi connessi con l'attuazione del PNRR, o a esso complementari, nonché misure per l'occupazione, la coesione territoriale, la sostenibilità ambientale, l'incremento degli investimenti pubblici e privati e l'avvio di un robusto intervento di riforma fiscale,
delibera di
RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
ALLEGATO 2
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.
RELAZIONE DI MINORANZA DEL GRUPPO FRATELLI D'ITALIA
La XIV Commissione,
esaminato ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il disegno di legge n. 3424, recante «Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024» per le parti di propria competenza;
premesso che:
in questi giorni stiamo sperimentando un'anomalia in merito alla Legge di Bilancio. Un provvedimento centrale che è vittima di una prassi parlamentare che sa comprimere il dibattito all'inverosimile. Tempi ristretti, impossibilità di trattare i temi concreti, una condotta che umilia l'aula e prima ancora le Commissioni le quali risultano ignorate nelle parti di loro competenza; se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria – la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia, ma in tutta Europa e nella maggiore parte degli Stati del Mondo – altrettanto vero è che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate e/o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo;
sintomatica al riguardo è la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare la Legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022;
il Disegno di Legge di bilancio per il 2022 è stato presentato al Parlamento l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta il 28 ottobre 2021 e, soprattutto, con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla sopra richiamata Legge di contabilità e finanza pubblica;
detto ritardo ha comportato, sin da subito, una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'approvazione della Legge e si è ulteriormente aggravato nel corso dell'esame da parte del Senato a causa dei continui rinvii, dovuti a contrasti interni alla maggioranza, dei lavori della Commissione Bilancio;
lo attesta il fatto che solo il 20 dicembre 2021 detta Commissione ha potuto esaminare un ristretto numero di emendamenti segnalati e, ciò nonostante, la vastissima maggioranza numerica che appoggia il Governo Draghi, inopinatamente definito dai media, ma non solo, come «il Governo dei migliori»;
la conseguenza di un siffatto modo di procedere si è palesata quando nell'assemblea di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxi emendamento dallo stesso presentato (unico articolo di oltre 1000 commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione), senza quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti presentati per l'esame da parte dell'aula;
detto modo di procedere – come già preannunciato nella conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – porteranno il Governo a richiedere la fiducia sul provvedimento in esame anche alla Camera dei Deputati;
a tacere dell'impossibilità per i parlamentari di potere significativamente contribuire, almeno in sede di Commissioni, ad esaminare compiutamente il provvedimento attesi i tempi ristrettissimi imposti dalla conferenza dei capigruppo, al solo fine di evitare l'esercizio provvisorio. Sintomatico il limite di tempo imposto alla Commissione Bilancio della Camera che dovrà concludere – in sede referente – l'esame del disegno di legge Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, entro le ore 13 di martedì 28 dicembre 2021 e, conseguentemente, l'esame da parte delle Commissioni di settore è stato modulato in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio. A tacere del fatto che l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 (quando si prevede che il Governo richiederà la fiducia) e – quindi – con circa 4 ore a disposizione per l'effettuazione della discussione generale sul provvedimento;
è qui il caso di richiamare, per doverosa comparazione, la modalità di esame della Legge di bilancio da parte del Parlamento nei precedenti anni della XVIII Legislatura. Con il Governo giallo-verde (Conte I) il disegno di legge di bilancio venne presentato il 31 ottobre 2018 e approvato l'8 dicembre 2018 dalla Camera dei deputati. Approvato dal Senato con modifiche – bei tempi! – il 23 dicembre 2018, veniva approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 dicembre 2018. La manovra di bilancio per il 2020 del Governo giallo-rosso (Governo Conte II) veniva presentata al Senato il 2 novembre 2019, approvata il 16 dicembre 2019, quindi approvata senza modifiche dalla Camera dei deputati il 24 dicembre 2019. La manovra per il 2021, varata dal Governo giallo-rosso con pandemia in corso, veniva presentata alla Camera dei deputati il 18 novembre 2020 e approvata il 27 dicembre 2020; quindi approvata dal Senato, senza modifiche, il 30 dicembre 2020;
ebbene, il «Governo dei migliori» ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione di questa manovra. Com'è andata lo sappiamo bene, è sotto i nostri occhi e non lascia sbigottiti i soli deputati dell'opposizione ma anche diversi della maggioranza. Evidentemente non siamo noi di Fratelli d'Italia dei visionari negativi, morbosi e malati. Siamo infatti di fronte a cose mai viste. Ne abbiamo viste parecchie, specialmente negli ultimi anni, ma qui si è veramente superato ogni limite. Come detto, lunedì 20 dicembre 2021 non erano ancora iniziate le votazioni degli emendamenti alla Commissione bilancio del Senato, la prima delle due Camere ad esaminare questo provvedimento. Non si era mai visto nulla di simile, nemmeno con i Governi Conte, che pure avevano compresso i tempi e cambiato le carte in tavola all'ultimo momento, con una finta lettura, che era stata però decente e presentabile; nel Governo Conte 2 fu presentato all'ultimo momento un emendamento che cambiava tutto (il 2,4 diventava il 2,04), tutti coloro che erano all'opposizione si lamentarono di quel Governo e anche nell'ambito delle stesse maggioranze ci fu chi ammise che non era questo il sistema. Bene, qui abbiamo superato di gran lunga tutti i peggiori record, anche degli ultimi anni;
è qui il caso di evidenziare che, fino a non molti anni fa, solo il fatto di porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura, un atto fortemente criticabile atteso che viene compressa la possibilità del Parlamento di esprimersi. Ma qui altro che compressa! Siamo partiti malissimo, in ritardo di ventuno giorni rispetto a quanto previsto da una legge dello Stato. Quello stesso Stato che chiede ai cittadini di rispettare le proprie leggi, la cui violazione è sanzionata con multe e supermulte. Peccato che sia lo stesso Stato che, nel momento più importante dell'anno dal punto di vista finanziario ma anche dell'intera linea politica del Governo, assiste silenzioso alla violazione della Legge da parte del Governo. Non solo, ma abbiamo ragione di credere che il Consiglio dei Ministri, che è un organo non pubblico, abbia approvato un testo di legge di bilancio anche in ragione di modifiche decise in qualche ufficio, in qualche androne, in qualche sottoscala, fuori dal Parlamento, dando ascolto alle esigenze di qualche potente ben fuori dalle istituzioni!!! Nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e diversa come linee di pensiero, come esigenze di interlocutori: si realizzano dunque compromessi che, nella migliore delle ipotesi, sono mezze misure, ma a volte sono mancate misure;
colleghi del Gruppo Fratelli d'Italia hanno al Senato presentato e illustrato una serie di proposte di modifica che non hanno trovato adeguata risposta, quando non sono state addirittura del tutto ignorate;
fino a pochi anni fa i relatori non facevano solo i lettori dei pareri del Governo, favorevole o contrario – per fare quello non ci sarebbe bisogno di un relatore – ma spesso davano anche spiegazioni, pensate un po', specialmente dei pareri contrari perché se un emendamento viene accolto chi lo presenta lo sa da sé il motivo. Ebbene, non abbiamo avuto nulla di tutto questo. Dov'è allora il potere se non è nel Parlamento? In certi potentati che stanno fuori dal Parlamento: nella migliore delle ipotesi, di gran lunga la migliore, in trattative tra i partiti; in altri casi risiede in potentati che non hanno nulla a che fare con il consenso popolare, ma a volte godono di un forte potere di condizionamento che esercitano in vari modi;
di fatto, abbiamo una Camera che si occupa del provvedimento in Commissione (non in Aula, diciamocelo francamente) e un'altra Camera che, a fasi alterne – di anno in anno – ne prende atto e, in ragione del voto di fiducia richiesto dal Governo, impedisce il ricorso all'esercizio provvisorio. È un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento dalla funzione legislativa, relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo. Ora, è pur vero che vi erano tutti i presupposti perché la legge di bilancio avesse un epilogo deludente, verificandosi nei fatti quanto Fratelli d'Italia aveva da subito anticipato; tuttavia, mai come in questa occasione il Governo ha scaricato il ritardo di presentazione del provvedimento sul Parlamento;
nell'ultima settimana si è assistito al Senato a un teatrino indegno per un Parlamento che ha già una configurazione anomala, con un Governo che ha una maggioranza del 95 per cento, e che, per i dissidi interni alla maggioranza, comprime lo spazio di confronto nel luogo a questo deputato. A tacere del fatto che oltre l'85 per cento degli emendamenti presentati proveniva dall'area di maggioranza: praticamente una manovra completamente da rifare, secondo la stessa maggioranza!!!;
la manovra è «espansiva» fondamentalmente per due ordini di motivi e non per meriti del Governo: abbiamo un Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, ma la cosa più importante è la clausola di salvaguardia, ossia la sospensione del Patto di stabilità. Quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro;
rispetto a quanto si diceva a proposito dell'espansività va sottolineato che, rispetto al 2020, quando l'Italia veniva pesantemente impattata dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è certamente migliorata, ma per i fatti oggettivi prima ricordati: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, il mantenimento della clausola di salvaguardia, con la conseguente sospensione del Patto di stabilità;
il 16 dicembre 2021 la Bce – al termine del Consiglio direttivo – ha reso nota l'intenzione di effettuare acquisti netti di attività, nell'ambito del programma di acquisto d'emergenza per le pandemie (Pepp), a un ritmo inferiore a quello del trimestre precedente fino a interrompere gli acquisti netti di attività nell'ambito del Pepp a fine marzo 2022. È quindi plausibile che il mercato voglia prezzare, alla luce di questo, un minor supporto sui titoli governativi dell'area Euro e, in particolare, un premio di rischio più elevato sui titoli governativi italiani;
l'interruzione del Pepp sommato alla crescita del nostro debito pubblico rischia di esporre l'Italia alle oscillazioni dello spread con la conseguente corresponsione di maggiori interessi passivi da cui deriveranno ulteriori oneri per le casse dello Stato;
questa manovra porta in dote pochi risparmi, che in parte sono stati – badate bene – voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia. In primo luogo, infatti, grazie alla nostra battaglia storica contro il cashback che, sospeso per l'anno 2022, porterà in dote a questa maggioranza, a questo Governo e a questo Parlamento un miliardo e mezzo di euro. A cui aggiungiamo l'approvazione del nostro emendamento al Senato che fa risparmiare 130 milioni di euro nel settore del cross financing;
quanto ai contenuti, non possiamo che condividere perfino l'opinione espressa dal relatore di maggioranza, senatore Vasco Errani, in merito alla riduzione della pressione fiscale, ossia che serviva più coraggio. È vero, serviva più coraggio per fare questa riforma fiscale. C'è stato un taglio di 8 miliardi di euro, un terzo dei fondi totali, rispetto alla manovra, ma è poco più dell'1 per cento delle entrate tributarie totali dello Stato, che ammontano a più di 500 miliardi di euro. Pertanto, sulla riforma fiscale, diciamo che va sempre bene quando si riducono le tasse, però questa riduzione varrà, come si leggeva su alcuni quotidiani nazionali, qualche caffè non al giorno, ma a settimana;
è stata confermata l'eliminazione dell'Irap dal 2022 per le persone fisiche, sia nell'esercizio dell'impresa sia in quello della professione o dell'arte; secondo le stime della relazione tecnica, l'esclusione dovrebbe riguardare 1,3 milioni di soggetti passivi, dei quali solo 835 mila concretamente versavano il tributo;
l'esonero riguarda quindi gli imprenditori individuali e i professionisti/artisti non associati, che non hanno scelto i regimi forfettario e di vantaggio (vecchi minimi) e per i quali ricorrono i requisiti dell'autonoma organizzazione, concetto che si è andato consolidando nel tempo grazie alle sentenze della Cassazione. Il riferimento è, quindi, a quelle figure che – pur esercitando l'attività in autonomia – per il numero o le mansioni rivestite dai dipendenti e collaboratori, o per altre caratteristiche organizzative, non rientrano già negli esoneri individuati dalla giurisprudenza;
in molti casi, tra contribuenti che si avvantaggeranno della nuova esclusione vi sono quelle situazioni di confine su cui più spesso gravava l'incertezza sulla soggettività passiva. Si pensi ad esempio alle imprese familiari, che sono imprese individuali e, quindi, «persone fisiche» esercenti impresa nel linguaggio della legge di Bilancio. Ma si possono fare anche i casi delle aziende personali e dei professionisti con alcuni dipendenti (non meramente esecutivi) e/o con rilevante capitale investito. Certo potrà essere risolta parte del contenzioso, ancora abbastanza ampio, ma la decorrenza della nuova esclusione non può risolvere i conflitti già in corso, generati per lo più dalle richieste di rimborso di chi nel dubbio aveva pagato per poi rivolgersi al giudice tributario;
inoltre va fatta una considerazione circa la ragionevolezza della distinzione operata tra contribuenti: l'esenzione premia soggetti che già da tempo avrebbero dovuto essere esenti IRAP. Tuttavia piccoli studi associati o società di persone, il cui lavoro è basato sull'attività dei soci, continueranno a versare il tributo, diversamente da grandi studi individuali con decine di dipendenti;
peraltro, tale discriminazione basata solamente sulla titolarità individuale scelta per l'esercizio dell'attività è assolutamente in netta controtendenza con le necessità sempre più avvertite e più volte sollecitate e proposte da Fratelli d'Italia tanto nel mondo delle imprese quanto (e forse ancora di più) nel mondo professionale, di associarsi e «unire le forze» per rispondere alle sfide del mercato, a dispetto dei principi inseriti nella legge delega di riforma. E questo in un panorama normativo che soprattutto per i lavoratori autonomi favorisce chi «fa da solo», basti pensare al regime forfettario o al controverso regime fiscale delle forme di unione tra studi professionali già avviati e delle società tra professionisti. Una «spinta al nanismo» è quindi di uno dei difetti maggiori della scelta operata con la legge di Bilancio 2022. Una scelta che non può essere che provvisoria e di breve durata, anche perché risulta molto fragile dal punto di vista della coerenza con il principio di capacità contributiva e con l'essenza stessa del tributo;
oltre a questo, vogliamo qui affrontare un altro capitolo spinoso, quello del reddito di cittadinanza, contro cui Fratelli d'Italia ha sempre condotto una dura battaglia d'opposizione. Pensavamo che potesse essere in qualche modo non diciamo stravolto, ma almeno profondamente cambiato; purtroppo questo non è accaduto. Il reddito di cittadinanza, come sapete, secondo noi, avrebbe dovuto essere una misura di reintroduzione al lavoro, ma non ha funzionato, perché sappiamo che solo una esigua minoranza dei percettori del reddito di cittadinanza è occupabile. Questo non lo dice Fratelli d'Italia ma la Corte dei conti, che attesta che solo il 25 per cento dei percettori ha trovato lavoro, per lo più con contratti a tempo determinato, e solo il 15 per cento ancora oggi è occupato. Ovviamente siamo consapevoli e riconosciamo che vi sia una categoria di cittadini, di uomini e donne, che va aiutata, tutelata e inserita in modo graduale e controllato nel mondo del lavoro, ma non possiamo esimerci dal sottolineare come risulti del tutto sconfortante rilevare che nemmeno con un enorme esborso di soldi pubblici si sia trovato un lavoro a tutti i beneficiari;
la tesi sostenuta da Fratelli d'Italia è la stessa che emerge dal campione di italiani che hanno contribuito alla compilazione del terzo rapporto Censis-Tendercapital «Inclusione ed esclusione sociale: cosa ci lascerà la pandemia». All'interno del rapporto – presentato il 15 dicembre 2021 – viene evidenziato che il 90 per cento degli italiani ritiene che il disagio e la povertà non si combattano con i sussidi ma con la creazione di lavoro;
ecco perché ribadiamo che il denaro pubblico deve essere investito sulle aziende, ossia su chi crea ricchezza, cosicché ne possano poi fruire i cittadini sotto forma di salari e stipendi. Invece, per l'evidente colpa di uno schieramento politico e della propria cecità, lo Stato non riesce a utilizzare al meglio i fondi che mette a disposizione;
la Legge di Bilancio 2022, approvata dalla maggioranza, non proroga inoltre la sperimentazione triennale di Quota 100, varando per il prossimo anno la cosiddetta «Quota 102». Si potrà infatti accedere al pensionamento anticipato con 64 anni di età e 38 anni di contributi. Al momento la norma è prevista per il solo 2022. Potranno beneficiarne in pochissimi dato che l'anno prossimo avranno 64 anni coloro che già hanno/avrebbero potuto accedere a Quota 100 con 62 anni. La platea stimata è di circa 15 mila lavoratori. Sul punto, Fratelli d'Italia conferma il proprio sostegno a Quota 100, pur avendo più volte sollevato alcune criticità, essendo uno strumento che agevola coloro i quali vantano una continuità contributiva, difficilmente riscontrabile tra i più giovani. Detto questo non entriamo nel dibattito di questi giorni tra quota 102, 104 o 41, perché riteniamo che non si possa parlare di stretta pensionistica senza avere all'orizzonte una battaglia ai privilegi esistenti, perché non è accettabile che lo Stato colpisca i più fragili senza prima intervenire sui privilegi. Oltre a ciò, il sistema pensionistico italiano prevede diverse altre storture inaccettabili, sempre a scapito dei più deboli. Basti pensare all'assurdità della norma che fissa un ulteriore paletto per l'accesso alla pensione di vecchiaia per i lavoratori rientranti totalmente nel sistema contributivo. Prima di discutere di pensioni, prima di discutere di inasprire l'accesso alla pensione di vecchiaia, mettiamo mano ad un sistema pensionistico malato che maltratta e bastona i più deboli. Le parole d'ordine devono essere equità intergenerazionale e buon senso;
esaminando altri temi, presenti nella legge di bilancio, poniamo l'accento – ad esempio – sugli stanziamenti in favore delle Forze dell'ordine. Riteniamo del tutto insufficiente quanto stanziato dal Governo per i finanziamenti alle Forze dell'ordine. L'attenzione nei loro confronti deve infatti essere primaria nel nostro Paese, perché la sicurezza non può essere soltanto un argomento di cui parlare in campagna elettorale, quando tutti sono per la sicurezza, anche perché sarebbe controproducente per uno schieramento se qualche proprio adepto facesse il tifo per l'insicurezza o per la delinquenza. Di fatto però quando il Parlamento, attraverso la manovra di bilancio, non aiuta le Forze dell'ordine come dovrebbe, ci sentiamo di denunciarlo con forza. Per quanto riguarda le assunzioni nelle Forze dell'ordine, abbiamo visto l'atteggiamento incredibile del Partito Democratico che ha presentato al Senato un emendamento sul possibile trattenimento in servizio degli agenti per un periodo di due anni oltre i limiti ordinamentali. Invece di andare nella direzione di nuove assunzioni, si stabilizza chi c'è già, senza comprendere la situazione e rimanendo completamente distanti dalla realtà e dalle problematiche che attraversano le Forze dell'ordine. Ci riferiamo al fatto che il personale sta diventando sempre più anziano e non riesce a svolgere il proprio compito in strada. Diventa infatti difficile per chi è anziano fare ordine pubblico nelle strade. L'emendamento del PD è andato invece proprio in questa direzione, aumentando il numero di anni necessari al personale delle Forze dell'ordine per andare in pensione, non capendo che, invece, bisogna stanziare fondi – come è stato fatto in parte, ma a nostro avviso in maniera insufficiente – per avere un aumento del personale in servizio. Resta il fatto che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nei prossimi dieci anni avremo una riduzione di 10.000 unità;
un altro ambito totalmente dimenticato dal Governo e da questa Legge di Bilancio è quello del turismo e delle centinaia di migliaia di aziende che orbitano e fanno impresa attorno a questo settore. Questo Governo sembra essersi dimenticato del turismo, un settore tra i più colpiti dalla pandemia, voltandogli le spalle nonostante sia tra i settori quello che maggiormente contribuisce al PIL nazionale (almeno in periodo pre-COVID). Benché la nostra Commissione si occupi di Politiche Europee, abbiamo il dovere di ricordare come questa Legge di bilancio faccia ben poco per tutte le strutture ricettive che hanno subìto non solo gli effetti economici negativi derivanti dalla pandemia. Nulla ad esempio è stato fatto per prorogare la Cassa Covid per le imprese turistiche, comprese per le strutture ricettive. Il credito d'imposta per i canoni di locazione, misura ormai ferma da luglio scorso, era uno strumento fondamentale per garantire la sopravvivenza di tante imprese che sono in perenne sofferenza a causa dell'assenza di turismo (anche internazionale) e non riescono a coprire i costi fissi derivanti dal loro lavoro rischiando di chiudere definitivamente.
questa Legge di Bilancio non contiene risposte anche nei confronti delle imprese operanti nelle concessioni demaniali marittime, migliaia di aziende contraddistinte da un futuro incerto e per le quali questo Governo sembra volersi lavare le mani, lasciando la capacità decisionale ad altri come ha dimostrato la recente sentenza del Consiglio di Stato;
ben poco è stato fatto anche sul caro-bollette, problematica che sta complicando la vita non solo dei cittadini, ma anche di migliaia di imprese. La ripresa economica sarà resa difficile da questo fattore; un recente studio di Confcommercio ha valutato in 11 miliardi di euro i rincari che durante il 2022 i consumatori italiani dovranno subire a causa degli aumenti delle bollette di luce e gas. A soffrire di più gli aumenti delle bollette sono le filiere energivore, quindi l'industria metalmeccanica, quella siderurgica, la chimica, il tessile, ma anche l'alimentare. Secondo molti tecnici del settore sarebbe difficile poter continuare a produrre con una tale crescita dei prezzi dell'energia e pertanto risulta molto concreto il rischio di interruzione di tante attività poiché troppo onerose e quindi fuori mercato;
si parla tanto di transizione ecologica, i leader europei lanciano slogan che sicuramente colpiscono l'immaginario collettivo: 3 miliardi di alberi da piantare da oggi al 2030. Siamo già in ritardo, perché ad oggi non se ne è piantato, di fatto, nemmeno uno. Ma, se proviamo a fare un conto veloce, significa piantare 300 milioni di alberi l'anno, un milione di alberi al giorno. Ma ci rendiamo conto? Ma ammesso che sia anche possibile, ci chiediamo se esista un piano di piantumazione nel nostro Paese. Ma soprattutto, chi produce questi alberi e quanti se ne possono produrre? Non lo sappiamo, perché non c'è alcuna strategia. Oltre a non investire sul verde, il problema è che non si fa niente sul piano legislativo per aiutare il settore. Nello specifico del disegno di legge di bilancio, come Fratelli d'Italia abbiamo proposto la riformulazione del bonus verde, ma siamo rimasti inascoltati. Non solo: la legge sul florovivaismo, approvata alla Camera è bloccata da mesi al Senato: insomma, abbiamo bisogno di piante e blocchiamo una legge per dare certezze a chi le produce;
secondo un rapporto della CLEPA, l'associazione dei fornitori automobilistici, la transizione verso l'auto elettrica potrebbe far perdere fino a 500.000 posti di lavoro. Come evidenziato dall'ultimo rapporto della CLEPA – in collaborazione con Pwc – il settore automobilistico è responsabile di oltre il 5 per cento dell'occupazione manifatturiera in 13 Stati membri dell'UE, con oltre il 60 per cento di questi lavoratori impiegati dai fornitori di componenti. In seguito alle politiche cosiddette «green» l'industria automobilistica sta andando incontro ad un momento di forte cambiamento, soprattutto nelle attitudini richieste al proprio personale. Il cambio di paradigma nel settore dell'auto incide sul nostro sistema produttivo. Su di esso ricadono le conseguenze dirette e indirette delle disposizioni europee in materia di emissioni e transizione ecologica. La salvaguardia dell'ambiente è per noi importante, ma questa non può esser uno shock e riteniamo che la Legge di Bilancio in discussione faccia davvero poco per ammortizzare i futuri impatti occupazionali delle strategie europee in materia di ambiente. Riteniamo che uno Stato lungimirante debba prevedere i rischi sociali delle sue scelte che non possono essere basate su slogan. Pensiamo sia giunta l'ora di valutare la promozione di politiche di riqualificazione della manodopera al fine di scongiurare l'obsolescenza delle competenze e la conseguente espulsione di migliaia di cittadini dal mercato del lavoro;
purtroppo, non c'è stato spazio per molte altre battaglie che Fratelli d'Italia aveva provato a portare all'attenzione del Senato. Gli italiani hanno bisogno di lavoro e noi – da sempre – abbiamo avanzato proposte, anche per il disegno di legge di bilancio. Abbiamo proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: più assumi, meno tasse paghi. È una cosa di buon senso. Con un meccanismo composito, abbiamo proposto una super deduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di lavoro; come abbiamo proposto il superbonus per gli ammortamenti, abbiamo proposto di introdurre il superbonus per chi assume persone in Italia: si agevola in tal modo l'economia reale e si penalizzano le grandi concentrazioni economiche, che fanno utili in Italia senza assumere. Una proposta di mero buon senso, ma l'emendamento è stato bocciato. Purtroppo l'allora Ministro Gualtieri si era sbagliato quando aveva detto che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro a causa del COVID-19; il posto di lavoro l'hanno perso in moltissimi: lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, partite IVA. Sono in molti ad aver perso il posto di lavoro;
con i nostri emendamenti abbiamo anche sollecitato un intervento contro la concorrenza sleale che subiscono prevalentemente i nostri commercianti. Esiste il meccanismo delle imprese «apri e chiudi»: chiunque sa che il fisco prende contezza di un'attività non prima di due anni. Legalmente, se io apro un'attività, posso tranquillamente non versare un euro allo Stato prima di ventiquattro mesi, non facendo qualcosa di illegale, ma semplicemente applicando la legge. Però, se io alla fine dei due anni sparisco, il fisco non mi rintraccia più. E allora ci sono delle piccole accortezze che si possono adottare: per i soggetti a rischio, prevalentemente chi è extracomunitario e può uscire più facilmente dal sistema di vigilanza Europeo;
dobbiamo esprimere la ferma contrarietà di Fratelli d'Italia a fronte della decisione del Governo di non acconsentire al rinvio della riscossione delle cartelle per rottamazione-ter e saldo e stralcio: un impegno che il Governo aveva preso in Parlamento in precedenza e che è stato clamorosamente disatteso. Avete, come Governo ma anche come maggioranza che lo sostiene, disatteso un impegno con quei milioni di italiani che si trovano a dover pagare in pochi giorni quello che era stato sospeso per un anno e mezzo: è inaccettabile nel merito e nel metodo perché, quando prende impegni, un Governo li deve mantenere, Draghi o non Draghi; chiunque è obbligato a essere coerente con la parola data;
parimenti esprimiamo piena soddisfazione per l'approvazione dell'emendamento presentato dai senatori di Fratelli d'Italia che consente di modificare l'attuale disciplina sul microcredito contenuta nel Testo Unico Bancario. Abbiamo previsto l'aumento dell'ammontare dei finanziamenti ottenibili da 40 mila a 75 mila euro e l'inclusione delle s.r.l. tra i soggetti beneficiari del microcredito nel limite di 100 mila euro, semplificando ed eliminando alcuni paletti previsti dalla vigente nonché estendendo il periodo previsto per la restituzione del finanziamento alla maggior durata di 15 anni. Si tratta di un emendamento che non comporta aggravio per lo Stato, ma soprattutto in un contesto dove è sempre più evidente il distacco tra il mondo delle piccole e medie imprese e quello del credito puntiamo a colmarlo, garantendo un sostegno più ampio e forte alle nostre aziende. Sono, infatti, le piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale del nostro sistema economico e che, più di tutte, hanno subito il peso della negativa congiuntura economica innescata dalla pandemia;
tra i tanti, c'è un provvedimento che è stato corretto in maniera parziale dalla legge di bilancio 2022, lasciando per altro irrisolti i problemi che andrà a creare. Il riferimento è alla misura introdotta nel decreto fiscale, che andrà a modificare il campo di applicazione dell'IVA per quanto riguarda il mondo dell'associazionismo. Un provvedimento pesantissimo, che – come detto – è stato corretto solo parzialmente e in modo piratesco. La Commissione bilancio del Senato, infatti, ha approvato un emendamento che ha differito il problema di un paio d'anni. Verrebbe da dire che, tutto sommato, il problema temporaneamente è stato risolto, se non fosse che ha aggravato la situazione di tutto il comparto. Sono valutazioni che non fa soltanto Fratelli d'Italia, ma che sono anche del forum del terzo settore – l'unica parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano – che ha pesantemente criticato questa manovra;
altro grande problema del tutto trascurato in questa legge di bilancio è quello legato alla situazione demografica in Italia dove siamo inchiodati nelle retrovie. Come abbiamo visto dagli ultimi dati Istat, l'Italia registra, da gennaio 2021 a settembre 2021, 1,17 figli per donna. Eravamo a circa 1,59 l'anno precedente. Il crollo è stato repentino, tenendo conto del fatto che a livello europeo la media è di 2,1 per donna, soglia che permette appunto un ricambio generazionale. Ecco, quindi, che, tra le tante proposte che riteniamo essere importanti, vi è quella del congedo parentale o, meglio, dell'astensione facoltativa dal lavoro. Quando sentiamo parlare di inverno demografico, in realtà siamo consci del fatto che la situazione è molto più grave: siamo in completa emergenza demografica poiché figli non li fa più nessuno. Una mano a quelli che vogliono fare i figli, abbassando l'aliquota IVA al 5 per cento sui prodotti per la prima infanzia, la vogliamo dare o vogliamo soltanto predicare quando non ci costa niente?
come detto, appare inusuale e lesivo delle prerogative parlamentari il metodo con cui le commissioni e l'Aula hanno contribuito alla formazione dell'atto, nella cosiddetta «legge delle due notti», tra commissione Bilancio del Senato e Aula. Il momento del confronto è infatti fondamentale, in quanto si è davanti a provvedimenti destinati ad incidere in maniera molto significativa sul rapporto fra cittadini e amministrazione, fra le amministrazioni e le imprese e fra le imprese e i loro dipendenti. Ciò che non è avvenuto nel momento della predisposizione del testo. Occuparsi dei cittadini dovrebbe essere la vera finalità di una legge di bilancio.
appare evidente e necessario adeguare la normativa che prevede la relazione sugli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile) nell'ambito del ciclo di bilancio, così come sugli obiettivi di digitalizzazione, come già il Parlamento indicò al governo in specifiche mozioni;
il provvedimento in esame non reca disposizioni volte a garantire l'accesso a tutta la popolazione mondiale a vaccini ed eventuali cure, a prezzi accessibili e sostenibili, per debellare in tutto il mondo la pandemia;
il provvedimento non reca norme volte allo sviluppo delle competenze (miglioramento delle competenze esistenti) e la riqualificazione (formazione volta all'acquisizione di nuove competenze;
le mancanze del testo approdato alla Camera dei Deputati sono ampie e diverse;
non sono presenti interventi volti a sbloccare la grave situazione di disagio a cui sono soggetti numerosi Dirigenti Scolastici collocati fuori regione e di evitare l'ulteriore stallo della mobilità interregionale a cui sarebbero soggetti molti dei Dirigenti Scolastici vincitori del concorso 2017 e collocati fuori regione nonché i dirigenti scolastici in ruolo da anni e assegnati fuori della propria regione, a seguito dei divieti di spostamento dettati dalla pandemia;
non sono presenti interventi volti a porre chiarezza sulle responsabilità dirigenziale in termini di sicurezza delle istituzioni scolastiche, in un momento in cui anche nelle cosiddette zone rosse si prescrive la riapertura dell'attività didattica in presenza per la scuola dell'infanzia, elementare e per la prima media;
non sono presenti interventi per la stabilizzazione dei precari di Indire, che ora sono stati licenziati;
esprimiamo piena soddisfazione, invece, sulla decisione del Governo di ascoltare le proposte formulate al riguardo da Fratelli d'Italia, finanziando anche la ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Si tratta di un modello messo immediatamente in campo dal governatore delle Marche, l'ex nostro collega Francesco Acquaroli, che da mesi proponevamo al Governo, affinché fosse portato in tutte le scuole italiane;
che dire poi di quello psicodramma in cui la maggioranza ha trasformato, nel tempo, il superbonus? Avete tribolato tanto a raggiungere un accordo, ma ci voleva tanto a capire che su questo tema servono certezza dei tempi, semplificazione delle procedure e, ovviamente, riconoscimento del valore della cessione del credito d'imposta? Fratelli d'Italia vi chiedeva solo questo – a dire ve lo chiedevamo in tanti – ma, purtroppo, avete fatto troppo poco anche in questa direzione;
del tutto positivo è lo stanziamento, disposto in ragione dell'approvazione al Senato di un emendamento di Fratelli d'Italia, di 10 milioni di euro da destinare al fondo per gli immobili occupati: altro che 10 milioni per qualche marchetta in giro! Se a un proprietario di immobile residenziale occupano la casa fino ad oggi – prima dell'approvazione di questo disegno di legge di bilancio – egli continua a essere tenuto a pagare tutte le tasse su quell'immobile: la quota Irpef, la quota IMU, se non è prima casa, e la quota Tari. Grazie a Fratelli d'Italia, da quando viene fatta la denuncia di occupazione dell'immobile a quando quell'immobile non viene liberato, le tasse sull'immobile occupato non saranno più dovute;
il potenziamento e l'ammodernamento della mobilità legata al trasporto pubblico rimane una chimera, nonostante sia ufficialmente il primo cluster della trasmissione del COVID-19;
nessuna buona notizia in questa legge di bilancio per gli italiani sul fronte del costo del carburante tra i più alti d'Europa e con le accise tra le più alte d'Europa. Nessuna riduzione fiscale sul fronte del «Bollo auto», una tassa con specifico vincolo di destinazione, ovvero la sicurezza e la manutenzione stradale che tutti i possessori di autoveicoli sono obbligati a pagare nonostante la catastrofica situazione di molte arterie stradali soprattutto se di competenza delle province italiane;
l'assenza di una visione sul settore dei trasporti non permette di sfruttare le enormi potenzialità competitive della Nazione;
abbiamo ribadito più volte, anche in quest'Aula, che non ci sembra normale che una patente per guidare i camion in Italia costi 2.500 euro e nel Regno Unito 250. Al danno si aggiunge la beffa, perché gli stipendi per gli autisti professionisti in Italia sono tra i più bassi. Non si arriva nemmeno a 30.000 euro lordi, a fronte di quanto si guadagna in altre nazioni europee. Il costo della formazione chiaramente penalizza oltremodo i lavoratori italiani. Andava garantito, quindi, un supporto economico proprio per avviarli al mondo del lavoro;
il Governo pensa di aver risolto la questione con il bonus patente. Abbiamo, come Fratelli d'Italia, chiesto al Senato di allargare la platea di coloro che potevano usufruire di questa possibilità anche ad altre categorie di autisti e ad altre tipologie di autotrasportatori, ma l'emendamento è stato clamorosamente rigettato;
quanto all'agricoltura nella legge di bilancio è riservato poco rispetto a un settore non solo primario per definizione, ma fondamentale per la nostra economia, atteso che l'agricoltura e l'agroalimentare rappresentano un quarto del nostro PIL. Non basta all'evidenza sostenere che in questo disegno di legge di bilancio le risorse per l'agricoltura sono raddoppiate rispetto alla precedente legge quando, in termini assoluti, su una manovra come questa si arriva a stanziare poche centinaia di milioni come risorse dirette per il settore. Non c'è prospettiva! Una mancanza di visione – a nostro avviso, ad esempio – si registra appieno nella mancanza, ad oggi, di un piano strategico nazionale, da presentare fra pochi giorni alla Commissione europea, per l'attuazione della prossima politica agricola comune (PAC);
in conclusione, analizzando il testo della legge di bilancio 2022 a nostre mani, più che una legge volta al futuro dell'Italia ci sembra di avere a che fare con la vecchia «legge mancia», allora contestata dalla sinistra, pur costituendo un'appendice della legge finanziaria, e oggi elevata della sinistra a legge di sistema. Questa Legge di Bilancio è farcita contribuiti a pioggia per la celebrazione di anniversari o per l'attività di Fondazioni. La dimostrazione di come, per tenere in piedi una maggioranza così eterogenea e frastagliata, ci sia bisogno di una mediazione al ribasso e di cercare di accontentare tutti, il che non fa certo bene alla Nazione;
quanto al cosiddetto «Governo dei migliori» ci auguriamo che il presidente Draghi, con il rispetto che Fratelli d'Italia gli riconosce come persona, voglia anche lui calarsi un po' nell'umiltà che ogni cittadino deve avere, magari convenendo con noi che gli organi parlamentari non sono un optional a sua disposizione! Questa legge di bilancio è nei fatti solo l'effetto di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, insieme non riescono a stare se non perché così impone loro il ricorso al voto di fiducia di cui il Governo abusa a piene mani. Il compromesso al ribasso, tuttavia, produce l'assenza di una visione: non c'è visione politica in questa manovra; non c'è rilancio per la Nazione perché non c'è amore per la Nazione italiana e per quella che noi chiamiamo Patria,
delibera di
RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.