III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Martedì 28 dicembre 2021

SEDE CONSULTIVA:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato (Relazione alla V Commissione) (Esame e conclusione – Relazione favorevole) ... 74

ALLEGATO 1 (Emendamenti) ... 86

ALLEGATO 2 (Relazione di minoranza presentata dai deputati Delmastro Delle Vedove e Cirielli) ... 89

ALLEGATO 3 (Relazione approvata dalla Commissione) ... 94

III Commissione - Resoconto di martedì 28 dicembre 2021

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 28 dicembre 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni.

  La seduta comincia alle 11.05.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024.
C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni.
C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Relazione favorevole).

  La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che la Commissione è chiamata ad esaminare, in sede consultiva, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il disegno di legge C. 3424, approvato del Senato, recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, e la relativa nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato), per le parti di propria competenza.
  Ricorda che il disegno di legge di bilancio è composto di due sezioni: nella prima sono riportate le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi ad oggetto misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica; nella seconda sono invece indicate le previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, formate sulla base della legislazione vigente, apportando a tali previsioni le variazioni derivanti dalle disposizioni della citata prima sezione, alle quali è assicurata autonoma evidenza contabile.
  Saranno, quindi, esaminate da questa Commissione, oltre alle disposizioni di propria competenza contenute nella prima sezione, anche la Tabella n. 6, relativa allo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, contenuta nella seconda sezione.
  L'esame in questa sede si conclude con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza del provvedimento e con la nomina di un relatore. Possono essere presentate relazioni di minoranza. La relazione approvata dalla Commissione e le eventuali relazioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione bilancio.
  La Commissione può inoltre esaminare gli emendamenti riferiti alle parti di sua competenza, che possono essere presentati anche in Commissione bilancio, nel termine da essa fissato, anche al solo scopo di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della loro ripresentazione in Assemblea. La stessa regola è applicata, in via di prassi, anche agli emendamenti compensativi all'interno di parti di competenza di questa Commissione.
  Gli emendamenti approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione.
  La valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati presso questa Commissione sarà effettuata dalla Presidenza della medesima prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia, fermo restando che, come da prassi, gli emendamenti che fossero approvati saranno comunque sottoposti in quella sede, analogamente a quelli presentati direttamente in V Commissione, ad una puntuale valutazione di ammissibilità, ai fini dell'esame in sede referente, da parte della Presidenza della medesima V Commissione. Il vaglio di ammissibilità svolto dai presidenti delle Commissioni di settore non ha cioè carattere definitivo, ciò al fine di assicurare che gli emendamenti siano valutati nelle diverse Commissioni sulla base di criteri omogenei.
  Tutto ciò premesso, avverte che, conformemente a quanto stabilito in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, il termine di presentazione degli emendamenti è scaduto ieri, lunedì 27 dicembre alle ore 17 e che risultano presentati 15 emendamenti (vedi allegato 1), il cui fascicolo è in distribuzione, oltre ad essere disponibile sulla piattaforma GeoCamera.
  Precisa che tali emendamenti sono da considerare ammissibili sul presupposto, che resta da verificare, che non abbiano oneri finanziari o che la copertura finanziaria in essi individuata sia sufficiente a garantire la spesa derivante dalle misure previste.
  Non sono stati invece presentati ordini del giorno, che in questo specifico contesto procedurale possono essere presentati anche presso le Commissioni di settore.
  In merito alla tempistica dell'esame in sede consultiva del provvedimento, fa presente che essa non è nella disponibilità della Presidenza di questa Commissione, ma è stata determinata dal ritardo con il quale il Senato ha trasmesso il testo e dalle conseguenti decisioni che sono state assunte dalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi della Camera dei deputati, prevedendo che la V Commissione concluda l'esame in sede referente del provvedimento entro le ore 13 di oggi, martedì 28 dicembre, e che la discussione in Assemblea su di esso inizi alle ore 14 della stessa giornata di oggi.
  Sottolinea, pertanto, che la Commissione dovrà concludere l'esame sul provvedimento possibilmente entro le ore 12 di oggi.
  Segnala, infine, che, per facilitare l'esame del provvedimento tanto più alla luce dei ridotti tempi a disposizione, la relatrice Quartapelle Procopio ha dato mandato agli Uffici per la trasmissione a tutta la Commissione, in anticipo rispetto a questa seduta, della relazione illustrativa e della contestuale proposta di relazione favorevole.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, illustra il provvedimento in titolo segnalando che il ritardo con cui la legge di bilancio è stata approvata dal Senato riduce pesantemente i tempi per l'esame alla Camera e di fatto comprime la possibilità di intervento di questa Camera, svilendo la funzione di rappresentanza e di indirizzo in sede legislativa del Parlamento. Si tratta di un modo di lavorare che sta introducendo per prassi un monocameralismo alternato e che va invece contrastato.
  Prima di passare ad illustrare i profili più strettamente collegati alle competenze della Commissione, ricorda che la riforma operata dalla legge n. 163 del 2016 sulla legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009, ha unificato i contenuti delle previgenti leggi di bilancio e di stabilità in un solo provvedimento, costituito dalla nuova legge di bilancio, riferita ad un periodo triennale ed articolata in due sezioni: la prima svolge essenzialmente le funzioni dell'ex disegno di legge di stabilità; mentre la seconda assolve, nella sostanza, quelle del disegno di legge di bilancio.
  In questa sede, dà conto solo del contenuto degli interventi di rilievo, contenuti nella Prima sezione, per gli ambiti di competenza della Commissione, senza soffermarsi sul complesso delle misure economico-finanziarie, per l'analisi delle quali rinvio alla documentazione predisposta dagli uffici.
  In primo luogo, evidenzia le misure a sostegno all'internazionalizzazione delle imprese italiane: nello specifico viene previsto un incremento di 1,5 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 della dotazione del fondo rotativo destinato alla concessione di finanziamenti a tasso agevolato alle imprese esportatrici, a fronte di programmi di penetrazione commerciale di cui al decreto-legge n. 251 del 1981.
  Precisa che la stessa norma stabilisce altresì un incremento di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, del Fondo per la promozione integrata istituito dal decreto-legge «Cura Italia» al fine di rafforzare ulteriormente gli strumenti di promozione e sostegno all'internazionalizzazione delle componenti del sistema Paese (comma 49).
  Rileva che la disposizione in esame nel complesso appare orientata a dare stabilità agli strumenti di sostegno dei processi di internazionalizzazione quali elementi essenziali per la ripresa dell'economia italiana.
  Osserva che sono inoltre introdotte misure volte a consolidare e potenziare le politiche di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese italiane, modificando la composizione della Cabina di regia di settore, le procedure di programmazione delle attività promozionali dell'ICE, nonché la dotazione del personale dirigenziale dell'Agenzia (comma 50).
  Particolare rilievo assume la previsione che il MAECI sia chiamato a riferire annualmente al Parlamento sull'andamento dell'attività promozionale e sull'attuazione della programmazione sulla base di una relazione predisposta dall'Agenzia.
  Evidenzia che l'intervento, inoltre, prevede un graduale incremento della dotazione annuale del suddetto fondo a decorrere dal 2024 e modifica la composizione della Cabina di regia per l'internazionalizzazione.
  Segnala invece una situazione di generalizzato disagio riguardante lo stato dei servizi forniti dalla rete estera ai cittadini e alle imprese si richiama la necessità e l'urgenza di un intervento di emergenza volto a superare le disfunzioni provocate dalle restrittive norme anti-COVID-19 e, in prospettiva, a reintegrare progressivamente il grave depauperamento di personale addetto ai servizi, determinato dall'ultradecennale blocco del turnover.
  Per quanto attiene agli interventi in materia di cooperazione allo sviluppo, sottolinea che si prevedono diversi interventi di rilevante impatto, tra cui l'incremento delle risorse dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) e modifiche alla disciplina del fondo rotativo istituito presso Cassa depositi e prestiti (CDP), dei crediti concessionali e dei finanziamenti concessi da CDP e del relativo fondo di garanzia, al fine di favorire la partecipazione dei soggetti privati ai processi di sviluppo dei Paesi partner.
  In particolare, viene incrementata l'autorizzazione di spesa riguardante il finanziamento annuale dell'AICS a valere sullo stato di previsione del MAECI, stabilito in euro 99 milioni per l'anno 2022, euro 199 milioni per l'anno 2023, euro 249 milioni per l'anno 2024, euro 299 milioni per l'anno 2025, euro 349 milioni annui a decorrere dall'anno 2026 (comma 381, lett. a)).

  Sottolinea che tale intervento si propone di contribuire all'attuazione dell'impegno del Governo a riallineare progressivamente l'aiuto pubblico allo sviluppo all'obiettivo dello 0,7 per cento del RNL fissato dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nel 2015.
  Rileva che viene ampliato il novero delle fonti con le quali è possibile incrementare la dotazione del fondo rotativo presso CDP di cui all'articolo 8 comma 1 della legge n. 125 del 2014, e della sua quota di cui all'articolo 27, comma 3, includendo opportunamente anche l'apporto finanziario da parte di soggetti pubblici o privati, anche a valere su risorse europee (comma 381, lett. b), n. 1).
  Osserva che vengono potenziate le competenze della Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo (DGCS), volte a coadiuvare il MAECI ed il Viceministro della cooperazione allo sviluppo, includendovi le attività di comunicazione per la valorizzazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo presso la pubblica opinione.
  Viene inoltre semplificata la procedura amministrativa per l'affidamento dei servizi di valutazione ad operatori esterni indipendente da parte della DGCS, consentendo alla Direzione stessa (e non più dell'Agenzia) di provvedere direttamente all'impegno e all'erogazione delle somme dovute alle imprese contraenti, allo scopo di valutare l'impatto degli interventi di cooperazione allo sviluppo e di verificare il raggiungimento degli obiettivi programmatici (comma 381, lett. b), n. 2).
  Rileva che viene autorizzata una spesa di 1.000.000 di euro annui a decorrere dall'anno 2022, per la copertura degli oneri connessi alle attività e servizi di comunicazione finalizzati alla valorizzazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo, ed alle attività di valutazione d'impatto delle iniziative di cooperazione (comma 381, lett. b), n. 3).
  È inoltre ampliata la platea delle imprese beneficiarie dei finanziamenti provenienti da una quota del fondo rotativo: si prevede che possano concedersi finanziamenti sotto qualsiasi forma ad imprese per la partecipazione al capitale di rischio di imprese, non più necessariamente miste, bensì anche private in Paesi partner. Si introduce anche la possibilità di concedere finanziamenti sotto qualsiasi forma direttamente ad imprese in Paesi partner, che non presentano un socio locale. Per la individuazione di tali Paesi non è più prevista la delibera del Comitato Interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS) (comma 381, lett. b), n. 4).
  Analogamente alla precedente disposizione si amplia la possibilità di finanziare con la quota del fondo rotativo investitori pubblici o privati o organizzazioni internazionali che finanzino non più solo imprese miste, ma anche imprese aventi sede in Italia che promuovano lo sviluppo dei medesimi paesi partner e ne semplifica la procedura, espungendo il ruolo del CICS nello stabilire le modalità di tali finanziamenti (comma 381, lett. b), n. 5).
  Osserva che è espunto il riferimento alla natura mista pubblico/privata delle imprese nei Paesi partner, beneficiarie del fondo di garanzia sui di finanziamenti concessi da CDP, da banche dell'Unione europea, da banche di Paesi non appartenenti all'Unione europea se soggette alla vigilanza prudenziale dell'autorità competente del Paese in cui si effettua l'intervento o da fondi direttamente o indirettamente partecipati o promossi dai predetti soggetti (comma 381, lett. b), n. 6). È inoltre trasferita dal CICS al MAECI la competenza a stabilire, con suo decreto, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze: a) la quota del fondo rotativo che può annualmente essere impiegata per la concessione di finanziamenti; b) i criteri per la selezione delle iniziative finanziate dal fondo rotativo che devono tenere conto, oltre che delle finalità e delle priorità geografiche o settoriali della cooperazione italiana, anche delle garanzie offerte dai Paesi partner a tutela degli investimenti stranieri. Tali criteri mirano a privilegiare la creazione di occupazione, nel rispetto delle convenzioni internazionali sul lavoro, e di valore aggiunto locale per lo sviluppo sostenibile; c) le condizioni in base alle quali possono
essere concessi finanziamenti sotto qualsiasi forma (comma 381, lett. b), n. 7).
  Sottolinea che viene affidata alla CDP mediante convenzione stipulata dal Ministero dell'Economia e delle finanze, l'erogazione e la gestione dei finanziamenti sotto qualsiasi forma (e non più semplicemente dei crediti), ciascuno dei quali è valutato dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) congiuntamente alla CDP (comma 381, lett. b), n. 8).
  Rileva che con una serie di disposizioni introdotte dall'altro ramo del Parlamento è stato modificato l'impianto programmatorio della legge di settore, rendendo triennale – e non più a «scorrimento annuale» – l'approvazione del «Documento di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo», al quale non sarà più allegata la relazione annuale sulle attività di cooperazione a consuntivo, bensì trasmessa alle Camere singolarmente entro il 31 ottobre, eliminando conseguentemente il parere parlamentare su di essa.
  La novella destina inoltre gli incrementi di risorse dell'AICS ad interventi bilaterali a dono, dando priorità alle organizzazioni della società civile; destina ai capitoli di spesa dell'AICS gli eventuali risparmi ulteriori derivanti dalla razionalizzazione della spesa per la gestione dei centri per l'immigrazione (comma 807).
  Precisa che in tema di rapporti tra il nostro Paese e le grandi organizzazioni multilaterali sono previste erogazioni di contributi a favore del Consiglio d'Europa e per la partecipazione del nostro Paese ad alcune istituzioni finanziarie internazionali.
  In particolare, si prevede l'istituzione di un fondo, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, con una dotazione di 300 mila euro annui, a decorrere dal 2022, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il fondo è finalizzato alla concessione di un contributo finanziario, da parte dello Stato italiano, al Conto speciale del Consiglio d'Europa.
  Segnala che, secondo quanto riportato nella relazione illustrativa al disegno di legge di bilancio, la disposizione definisce il contributo finanziario dello Stato italiano finalizzato a ridurre i casi pendenti dinanzi alla Corte che interessano l'Italia, alla luce della necessità di implementazione delle misure atte a garantire una celere definizione dei giudizi pendenti e dell'arretrato (alla fine del 2019, si registravano 3.050 ricorsi pendenti, a fronte dei 4.050 ricorsi pendenti del 2018 e dei 4.665 ricorsi pendenti del 2017) (comma 383).
  In particolare, in linea con analoghe disposizioni introdotte con le precedenti leggi di bilancio, la Banca d'Italia è autorizzata a concedere un nuovo prestito nei limiti di 1 miliardo di diritti speciali di prelievo (circa 1,23 mld. di euro) da erogare a tassi di mercato tramite il Poverty Reduction and Growth Trust, secondo le modalità concordate tra il Fondo monetario internazionale (FMI), il Ministero dell'economia e delle finanze e la Banca d'Italia (comma 384). La Banca d'Italia, nell'ambito del nuovo accordo di prestito, è autorizzata a concedere risorse a titolo di dono al FMI nei limiti complessivi di 101 milioni di euro, equivalenti a 83 milioni di diritti speciali di prelievo, da ripartire in 5 versamenti annuali di pari importo, da effettuarsi in ciascun anno dal 2022 al 2026.
  Osserva che a tale fine è istituito un fondo, nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze, con una dotazione di 20,2 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, da corrispondere alla Banca d'Italia entro il mese di marzo di ciascun anno (comma 385). Il Ministero dell'Economia e delle finanze è inoltre autorizzato a rimborsare alla Banca d'Italia l'importo di 49 milioni di euro nell'anno 2022, equivalente all'importo di 40,46 milioni di diritti speciali di prelievo versato dalla Banca d'Italia al FMI ed utilizzato come contributo dell'Italia al programma del medesimo Fondo a favore del Sudan, conformemente alla decisione assunta dal Ministero stesso nell'ambito dell'Iniziativa sulla cancellazione del debito dei paesi più poveri fortemente indebitati (HIPC) (comma 387).

  A suo avviso, merita di essere menzionata altresì l'istituzione di un fondo con una dotazione di 80 milioni di euro per il 2022, 30 milioni di euro per il 2023 e 20 milioni di euro per il 2024, all'interno del bilancio della Presidenza del Consiglio, al fine di garantire la partecipazione italiana al programma spaziale ARTEMIS, portato avanti principalmente dalla NASA, dalle aziende di voli spaziali commerciali statunitensi e da partner internazionali come l'Agenzia spaziale Europea (ESA), l'Agenzia spaziale giapponese (JAXA) e l'Agenzia spaziale canadese (CSA), con l'obiettivo di far sbarcare «la prima donna e il prossimo uomo» sulla Luna (comma 391).
  Segnala che in relazione alla partecipazione italiana ad importanti eventi espositivi internazionali, si autorizza la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2023, di 15 milioni di euro per l'anno 2024, di 25 milioni di euro per l'anno 2025 e di 3 milioni di euro per l'anno 2026 per gli adempimenti connessi alla partecipazione all'Expo 2025 di Osaka, che si svolgerà dal 13 aprile al 13 ottobre 2025, è autorizzata (comma 382).
  Si prevede inoltre l'istituzione, nell'ambito dello nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di un fondo con uno stanziamento di 5 milioni di euro per l'anno 2022 e di 10 milioni di euro per l'anno 2023, finalizzato alle attività e gli adempimenti connessi alla candidatura della città di Roma ad ospitare l'Esposizione universale internazionale del 2030 (comma 387).
  Per quanto riguarda la partecipazione italiana alle missioni internazionali, con particolare riferimento ai profili concernenti il trattamento economico e normativo del personale impegnato in tali missioni ed i molteplici e peculiari profili amministrativi che caratterizzano le missioni stesse, segnala che sull'apposito fondo nello stato di previsione del MEF, previsto dalla legge n. 145 del 2016, sono state appostati, interamente sul cap. 3006, 1.397,5 milioni. di euro per il 2022, 1.700 milioni. di euro per il 2023 e 300 milioni di euro per il 2024.
  Per quanto attiene all'attuazione di accordi e intese a carattere bilaterale, di specifico rilievo per il nostro Paese, ricorda che il disegno di legge prevede, a seguito di modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento, un'autorizzazione di spesa di 5 milioni annui a decorrere dall'anno 2022 per il potenziamento delle attività di cooperazione scientifica e tecnologica con la Repubblica federale di Germania, ad integrazione delle risorse finanziarie stanziate per l'attuazione dell'Accordo culturale italo-tedesco dell'8 febbraio 1956 (comma 1002).
  Segnala che, in vista della conclusione di una specifica convenzione tra Italia ed Albania in materia di sicurezza sociale, è autorizzata una spesa di 7,6 milioni per l'anno 2023, di 9,8 milioni di euro per l'anno 2024 e di 10,9 milioni per l'anno 2025 (comma 1003).
  Sul versante del finanziamento delle istituzioni internazionali di ricerca, sottolinea che l'articolato attribuisce un contributo di 200 mila euro per l'anno 2022 all'Istituto Affari Internazionali di Roma, con lo scopo di favorire la diffusione della cultura internazionalistica e l'approfondimento qualitativo dei relativi studi (comma 975) ed un contributo di 500 mila euro per il 2022 a favore dell'Osservatorio euro-mediterraneo – Mar Nero, istituito nella città di Venezia con legge regionale del Veneto 27 febbraio 2008, n. 1 (comma 976).
  Sul versante della promozione della cultura e della lingua italiana nel mondo evidenzia che è disposta un'autorizzazione di spesa di 600 mila euro per l'anno 2022 per la promozione della lingua e cultura italiana all'estero, con particolare riferimento al sostegno degli enti gestori di corsi di lingua e cultura italiana all'estero (comma 771).
  Segnala che nel bilancio triennale 2022-2024, per gli anni 2023 e 2024 risulta, una flessione di 1,9 milioni di euro per ciascuno degli anni indicati per la spesa per i corsi di lingua e cultura italiana all'estero organizzati dagli enti promotori. La diminuzione dei fondi si unisce alle difficoltà dovute alla transizione normativa dalla storica
legge 153 del 1971 al recente decreto-legge n. 64 del 2017, nonché al passaggio dalla circolare applicativa 13 alla nuova circolare 3, che ha determinato nocivi ritardi sia nell'erogazione dei contributi agli enti gestori che nell'assegnazione del personale insegnante all'estero. Pertanto, segnala l'importanza di preservare la dotazione di 14,3 milioni già prevista per l'anno 2022 anche per gli anni 2023 e 2024, allo scopo di non aggiungere un'improvvisa e difficilmente assorbibile flessione di risorse agli elementi di incertezza derivanti dalla transizione normativa e da quella organizzativa. A tale scopo raccomanda di reintegrare la dotazione del cap. 3153 di 1,9 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, al fine di stabilizzare i livelli di intervento consolidati negli ultimi anni.
  Evidenzia altresì che, a seguito di un emendamento approvato dal Senato, sono stati opportunamente rifinanziati alcuni interventi a favore degli esuli della ex Jugoslavia e della minoranza italiana in Slovenia, Montenegro e Croazia. Sarà pertanto possibile continuare a tutelare le tradizioni storiche, culturali e linguistiche italiane delle comunità istriane, fiumane e dalmate residenti in Italia, con riferimento agli usi, ai costumi ed alle espressioni artistiche, letterarie e musicali che ne costituiscono il patrimonio culturale popolare ed il legame storico con le terre di origine (comma 803).
  Infine, per quanto attiene all'organizzazione del MAECI, ricorda che il Dicastero è autorizzato ad assumere a tempo indeterminato, per l'anno 2022, nell'ambito della vigente dotazione organica, fino a 44 funzionari direttivi appartenenti all'area della promozione culturale, III area funzionale, posizione economica F1, mediante lo scorrimento delle graduatorie di concorsi vigenti alla data del 1° ottobre 2021 ovvero all'indizione di nuovi concorsi (comma 886).
  È altresì incrementata fino a 15 unità (da 185 a 200 nel 2023) il contingente dei ministri plenipotenziari previsto dalla pianta organica del personale del MAECI (comma 888).
  Viene inoltre introdotta una novella al D.P.R. n. 1093 del 1973 (trattamento di quiescenza dei dipendenti civili e militari dello Stato), e precisamente all'art. 23, comma 1 relativo al computo del servizio del personale del MAECI in residenze disagiate (comma 887).
  Sul piano retributivo, è autorizzata la spesa di 800 mila euro annui, a decorrere dal 2022, per l'adeguamento delle retribuzioni del personale a contratto degli uffici all'estero del Ministero (comma 772) ed è prevista una spesa di 600 mila euro per l'anno 2022 per il sostegno della rete dei consoli onorari all'estero che svolgono importanti funzioni di servizio e di assistenza alle comunità italiane presenti all'estero a vario titolo, spesso in località distanti dalle sedi consolari «di carriera» (comma 773).
  Richiama l'attenzione sulla persistente condizioni di disagio economico-sociale di importanti fasce di connazionali particolarmente colpiti dalla crisi conseguente agli effetti della pandemia sulle economie e sulle società di molti Paesi, dove sono insediate consistenti comunità di connazionali. Al riguardo, ricorda che la dotazione per gli interventi di sostegno alle persone e alle piccole aziende gestite da italiani, accresciuta da 4 a 6 milioni nel recente passato, è tornata sui livelli iniziali, senza tenere conto del persistere della crisi pandemica e del persistere delle sue conseguenze di ordine sociale. Pertanto, auspica quanto meno l'integrazione di 2 milioni dei fondi da mettere a disposizione dei consolati a questo scopo.
  Sebbene non direttamente afferenti alle competenze della Commissione, ritiene opportuno menzionare la disposizione riguardante prevede un aumento della dotazione del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo istituito presso il Ministero dell'Interno al fine di ampliare il numero di posti del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI) per far fronte, in particolare, alle esigenze di accoglienza dei richiedenti asilo conseguenti alla crisi afghana (comma 390).
  Fra le misure in materia di infrastrutture, trasporti, transizione ecologica, energia – anche se non di stretto interesse della Commissione – menziona le disposizioni, modificate nel corso dell'esame presso il Senato, che istituiscono un Fondo italiano
per il clima, con una dotazione pari a 840 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 e di 40 milioni a partire dal 2027, passibile di incremento con l'apporto finanziario di soggetti pubblici o privati, nazionali o internazionali.
  Segnala che il Fondo finanzierà interventi, anche a fondo perduto, a favore di soggetti privati e pubblici per contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti negli accordi internazionali in materia di clima e tutela ambientale ai quali l'Italia ha aderito. Gli interventi del Fondo saranno destinati in primis ai Paesi individuati dal Comitato di aiuto allo sviluppo OCSE-DAC, in maniera altresì coerente con la politica estera italiana.
  Tra le attività consentite al Fondo (assunzione di capitale di rischio e erogazione di finanziamenti, diretti o indiretti) rileva l'erogazione di garanzie, assistite dalla garanzia dello Stato quale garanzia di ultima istanza che opera in caso di accertata insolvenza del Fondo. Osserva che il Gestore del Fondo è individuato in Cassa depositi e prestiti due organi interministeriali (Comitato di indirizzo e Comitato direttivo) ne assicureranno la governance (commi 488-497).
  Sottolinea che, come chiarito nella relazione illustrativa, tale strumento dovrà contribuire al raggiungimento degli impegni assunti dall'Italia al livello internazionale e a incrementare le risorse finanziarie destinate a iniziative di adattamento e contrasto al cambiamento climatico.
  Al riguardo, segnala che nel contesto della COP-21 (Conferenza di Parigi sul clima del 2015, cui hanno fatto seguito le successive COP, da ultimo la COP-26 di Glasgow), infatti, i principali Paesi industrializzati – e tra essi l'Italia – hanno assunto l'impegno collettivo, da raggiungere entro il 2020, di mobilitare 100 miliardi di dollari all'anno verso iniziative di finanza per il clima a favore di Paesi in via di sviluppo.
  Precisa che le risorse effettivamente messe a disposizione dall'Italia nel periodo 2015-2018 si sono tuttavia attestate su valori inferiori rispetto agli impegni assunti, risultando mediamente pari a circa 500 milioni di dollari all'anno, e non sono stati sinora annunciati ulteriori impegni per il periodo successivo al 2020.
  Segnala inoltre la disposizione che estende ai docenti e ricercatori rientrati in Italia prima del 2020 la possibilità di optare per l'applicazione delle agevolazioni fiscali per il rientro dei cervelli (comma 763).
  Con riferimento alla II Sezione, concernente la parte contabile del provvedimento, osservo preliminarmente come essa rivesta un contenuto sostanziale, potendo incidere direttamente – attraverso rimodulazioni rifinanziamenti, definanziamenti o riprogrammazioni – sugli stanziamenti previsti a legislazione vigente ed integrando nelle sue poste contabili gli effetti delle disposizioni della I Sezione.
  Sottolinea che per lo stato di previsione del MAECI, il disegno di legge di bilancio, come modificato dalla Nota di variazioni (A.C. 3424/I), autorizza spese finali, in termini di competenza, pari 3.304,66 milioni di euro nel 2022 (in lieve diminuzione rispetto alla legge di bilancio dello scorso anno che prevedeva per il 2021 3.410,72 milioni di euro), a 3.238,8 milioni di euro per il 2023 e 3.2014 milioni di euro per il 2024.
  Rispetto alle previsioni per il 2022, come formulate nel disegno di legge di bilancio presentato al Senato, l'andamento delle spese finali di competenza nel bilancio integrato presenta, con la Nota di variazioni, un incremento di circa 15,16 milioni di euro, di minore entità, peraltro, nelle proiezioni di bilancio integrato per il 2023 e il 2024 – rispettivamente +14,6 e +14,9 milioni.
  Con riferimento specifico alle previsioni di spesa per il 2022, rileva che l'incremento delle spese correnti rispetto al disegno di legge di bilancio integrato risulta da una riduzione di circa 2,23 milioni nella Sezione II (imputabile interamente alle spese di funzionamento), a fronte di un incremento di 17,39 milioni nella Sezione I (di cui 13,61 milioni per interventi).
  Segnala che le previsioni di bilancio integrate dopo la Nota di variazioni recano inoltre, per il 2022, residui presunti pari a 58,68 milioni, senza variazioni peraltro rispetto a quanto previsto inizialmente.

  Osserva che le autorizzazioni di cassa coincidono con la competenza, attestandosi a 3.304,66 milioni. La massa spendibile (residui più competenza) ammonta pertanto a 3.363,34 milioni; il coefficiente di realizzazione – che dà conto della capacità di spesa – si attesta quindi sul valore di 98,25 per cento – risultando dal rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile.
  Evidenzia che le principali previsioni di spesa di competenza della Commissione Affari esteri si rinvengono, in via prevalente, nello stato di previsione del Ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale (Tabella n. 6).
  All'interno della Tabella n. 8, la spesa complessiva è allocata su tre missioni: la prima è la missione n. 4, L'Italia in Europa e nel mondo, articolata in 12 programmi, assorbe gran parte delle risorse allocate nello stato di previsione del Ministero, pari a 2.639,87 milioni di euro; la seconda è la missione n. 32, Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche, che si compone di due programmi, con risorse pari a 122,09 milioni di euro.
  Rileva che, a seguito, poi, dell'attribuzione al MAECI delle importanti competenze in materia di commercio estero e internazionalizzazione del sistema produttivo italiano, lo stato di previsione relativo include anche la missione n. 4, Commercio internazionale e internazionalizzazione del sistema produttivo, cui fa capo il Programma n. 4.1, relativo al «Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e promozione del Made in Italy», con risorse pari a 542,69 milioni di euro.
  Osserva che all'interno delle missioni, sono individuabili 15 programmi che, intesi quali aggregati diretti al perseguimento degli obiettivi definiti nell'ambito delle missioni, rappresentano le unità di voto parlamentare.
  Tra questi ricorda, oltre al Programma Cooperazione allo sviluppo (4.2), con stanziamenti pari a 1.036,84 milioni nel 2022: il Programma 4.6, Promozione della pace e della sicurezza internazionale, con 463,91 milioni; il Programma n. 4.8, Italiani nel mondo e politiche migratorie, con 105,56 milioni di euro, in cui si collocano i capitoli di diretto interesse per le comunità degli italiani all'estero; il Programma n. 4.12, Presenza dello Stato all'estero tramite le strutture diplomatico-consolari, con 108,71 milioni; il Programma n. 4.13, Rappresentanza all'estero e servizi ai cittadini ed ai controlli ispettivi, con 646,43 milioni di euro; il Programma 4.18, Diplomazia pubblica e culturale, nel quale sono confluiti competenze e stanziamenti precedentemente afferenti al Programma 4.9, Promozione della cultura e della lingua italiana all'estero, con 186,21 milioni di euro.
  Ricorda che con l'entrata in vigore della legge 125 del 2014, che disciplina il settore della cooperazione italiana allo sviluppo, un allegato (il n. 29 nel disegno di legge di bilancio in esame), che non tiene conto della nota di variazioni, è chiamato a riassumere le somme complessivamente destinate, dai vari Dicasteri, alla cooperazione allo sviluppo.
  Peraltro, ricorda come nell'allegato siano riportati anche numerosi capitoli imputabili ad altri Programmi dello stato di previsione del MAECI, tali per cui il totale degli stanziamenti per interventi di cooperazione allo sviluppo del MAECI per il 2022 risultano pari a 1.307,6 milioni di euro.
  Tra gli altri, si segnalano gli stanziamenti relativi alla Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, raggruppati nei seguenti tre soli capitoli dello stato di previsione del MAECI, pari a 33,17 milioni di euro per le spese per il personale (cap. 2021), a 7,5 milioni di euro per spese di funzionamento (cap. 2171) e a 0,6 milioni di euro per interventi di cooperazione internazionale (cap. 2185).
  Dall'Allegato n. 29 risultano assegnati per il 2022, nello stato di previsione del Ministero dell'Interno, 1.543,3 milioni di euro per interventi collegati alla cooperazione allo sviluppo. Risultano assegnati per il 2022, nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze, 2.549,9 milioni di euro per aiuto allo sviluppo.
  Alla luce di tali dati, tra le amministrazioni pubbliche si confermano tra i primi erogatori dell'APS, nell'ordine, il Ministero dell'Economia e finanze, il Ministero dell'Interno
e il Ministero degli Affari esteri e cooperazione internazionale.
  Rammenta, inoltre, che concorrono al complesso degli interventi per la cooperazione allo sviluppo nel 2020, con importi di minore entità, capitoli afferenti agli stati di previsione dei Ministeri dello Sviluppo economico (0,97 milioni di euro), della Transizione ecologica (53,3 milioni di euro), dell'Istruzione, università e ricerca, (19,3 milioni di euro), delle Infrastrutture e mobilità sostenibili (68 milioni di euro) e della Salute (14,7 milioni di euro).
  Sottolinea che il totale degli interventi esposti dall'Allegato sulla cooperazione allo sviluppo – competenza, bilancio integrato 2022 – raggiunge la somma di 5.557,3 milioni di euro.
  Conclusivamente, propone che la Commissione deliberi di riferire favorevolmente sul provvedimento in titolo, relativamente alle parti di competenza.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), annunciando il voto contrario del gruppo Fratelli d'Italia alla proposta di relazione presentata dall'onorevole Quartapelle Procopio, esprime tuttavia apprezzamento per l'onestà intellettuale con la quale la collega ha riconosciuto e censurato il ritardo con il quale l'atto è stato trasmesso alla Camera, con grave compressione dei tempi di esame.
  Al riguardo, rileva che da oramai dieci anni (legge di bilancio 2011/2013) risultano introdotte importanti innovazioni alla struttura dei documenti di bilancio in ragione della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), entrata in vigore l'1 gennaio 2010.
  Evidenzia che se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria – la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia, ma in tutta Europa e nella maggiore parte degli Stati del Mondo – altrettanto vero è che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate e/o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo.
  Sintomatica al riguardo è la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare che la legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022: la Commissione Bilancio del Senato ha potuto esaminare e votare un ristretto numero di emendamenti segnalati e ciò nonostante la vastissima maggioranza numerica che appoggia il Governo Draghi, inopinatamente definito dai media, ma non solo, come «il Governo dei migliori». Si tratta di una performance nettamente inferiore a quanto avveniva nei precedenti Governi Conte I e II.
  Rileva che la conseguenza di un siffatto modo di procedere si è palesata quando nell'Assemblea di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxi emendamento dallo stesso presentato, con un unico articolo di oltre mille commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione. Si tratta di una modalità che evidenzia la pessima coesione interna alla maggioranza.
  Evidenzia, quindi, che il «Governo dei migliori» ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione di questa manovra. Tale modalità di esame non lascia sbigottiti solo i deputati dell'opposizione, ma anche diversi della maggioranza. Sottolinea che i membri del proprio gruppo non sono visionari negativi, morbosi e malati, dato che si è palesata una situazione mai vista prima: si sono verificate fattispecie analoghe, specialmente negli ultimi anni, ma qui si è veramente superato ogni limite. Con l'attuale Governo si sono superati di gran lunga tutti i peggiori record, anche degli ultimi anni.
  Sottolinea che il Parlamento è stato del tutto ignorato e che nella sostanza il disegno di legge di bilancio è la fotografia di tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e diversa come linee di pensiero, come esigenze di interlocutori: si realizzano dunque compromessi che, nella migliore delle ipotesi, sono mezze misure, ma a volte sono mancate misure.
  Venendo ai temi di prioritario interesse della III Commissione, pur esprimendo apprezzamento per le misure finalizzate a promuovere l'internazionalizzazione delle imprese italiane, stigmatizza l'assenza di politiche per agevolare la rilocalizzazione delle attività produttive, in particolare quelle a più elevato valore strategico. Tale lacuna è tanto più grave in quanto tale tema è diventato una priorità del dibattito politico in tutte le principali democrazie occidentali, a partire dagli Stati Uniti, guidati da un campione della sinistra come Joe Biden.
  A suo avviso, è assai grave che il Governo, anziché intervenire su questa materia, abbia preferito destinare dei fondi alla promozione delle attività di cooperazione che, peraltro, dovrebbero essere oggetto di un'attenta riflessione: ad avviso del gruppo Fratello d'Italia, occorrerebbe infatti ridefinire in maniera radicale l'attuale sistema – basato sul trasferimento di risorse al sistema delle ONG e di promuovere l'immagine mediatica del Ministro – privilegiando invece gli investimenti strategici nei Paesi partner: solo in questo modo sarà possibile ridimensionare l'influenza della Cina sul continente africano e riavvicinarlo al mondo occidentale. In aggiunta, sarebbe auspicabile vincolare la cancellazione del debito dei Paesi più poveri, come nel caso del Sudan, ad un loro più concreto impegno nel controllo dei flussi migratori.
  Si tratta di una questione centrale anche ai fini della tanto decantata autonomia strategica dell'Unione europea, che questa legge di bilancio non contribuisce in alcun modo a sostenere.
  Il provvedimento evidenzia, in generale, una visione del tutto superata dell'aiuto pubblico allo sviluppo, enfatizzato come soft power della nostra politica estera ma di fatto gestito in termini di mero trasferimento di fondi alla cosiddetta società civile in modo a dir poco per nulla trasparente.
  Ritiene anche insufficienti i fondi destinati alla promozione della nostra lingua e cultura, che sarebbero da considerare il passaporto dell'Italia nel mondo: sarebbe stato ben più opportuno incrementare le risorse a sostegno di questo settore in luogo di finanziare uno strumento fallimentare come si è rivelato essere il reddito di cittadinanza.
  Tutto ciò premesso, sottolinea che gli emendamenti da lui presentati vanno nella direzione di proporre un modello di cooperazione allo sviluppo radicalmente alternativo a quello che trova, ad esempio, nella collega Quartapelle Procopio un riferimento e, pertanto, ribadisce il proprio convinto voto contrario sulla proposta di relazione favorevole, formulata dalla relatrice.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, per le ragioni da ultimo segnalate dal collega Delmastro delle Vedove esprime un parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.

  La Viceministra Marina SERENI esprime parere conforme a quello espresso dalla relatrice su tutte le proposte emendative presentate.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), prima che la Commissione prosegua oltre nell'iter, sottopone alla riflessione della Presidenza l'opportunità che sia data puntuale attuazione al dettato dell'articolo 120, comma 8, del regolamento della Camera dei deputati che prescriverebbe la presenza a questo tipo di sedute del Ministro competente per materia. Evidenziando che il presunto «Governo dei migliori» dovrebbe dimostrare maggior rispetto per le norme regolamentari dell'organo parlamentare, pur consapevole che la prassi consolidata da circa vent'anni consente la partecipazione di rappresentanti del Governo diversi dal Ministro, auspica che il Presidente Fassino, che di questa compagine di «migliori» è un esponente, promuova per ragioni di coerenza una riforma del regolamento volta ad adeguare il dettato inequivoco della norma alla prassi ormai invalsa.

  Piero FASSINO, presidente, conferma che, come previsto dalla prassi consolidata di applicazione delle norme del regolamento relative alla sessione di bilancio presso le Commissioni di settore, il Governo è qui validamente rappresentato dalla Viceministra Sereni. Quanto alla auspicata riforma della citata norma del regolamento, ricorda che tale iniziativa non ricade nelle competenze della presidenza della Commissione. Chiede quindi se vi siano interventi sul complesso degli emendamenti.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI) preannuncia di limitare la propria esposizione al primo emendamento a sua firma 3424/III/1.1, rinunciando alla illustrazione delle ulteriori proposte emendative. Evidenzia che esso mira, infatti, a destinare 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 a misure per favorire la rilocalizzazione delle produzioni strategiche: ribadisce che si tratta di un obiettivo prioritario delle democrazie occidentali, anche nell'ottica di sviluppare la tanto reclamizzata «autonomia strategica» dell'Occidente. Auspica pertanto un supplemento di riflessione da parte della maggioranza anche perché si tratta della migliore risposta da parte della sinistra alle politiche dell'ex Presidente Trump.

  La Commissione, con distinte votazioni respinge gli emendamenti Delmastro delle Vedove 3424/III/1.1, 3424/III/1.2, 3424/III/1.3, 3424/III/1.4, 3424/III/1.5, 3424/III/1.6, 3424/III/1.7, 3424/III/1.8, 3424/III/1.9, 3424/III/1.10, 3424/III/1.11, 3424/III/1.12, 3424/III/1.13, 3424/III/1.14 e 3424/III/1.15.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che la Commissione ha terminato l'esame delle proposte emendative presentate e che i colleghi Delmastro delle Vedove e Cirielli per il gruppo di Fratelli d'Italia hanno presentato una relazione di minoranza (vedi allegato 2).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, conferma la proposta di relazione favorevole sul provvedimento in titolo.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI) rinuncia ad illustrare la proposta di minoranza presentata, rinviando all'intervento da lui già svolto.

  Silvana SNIDER (LEGA) sottopone alla relatrice l'opportunità di integrare la proposta di relazione con un riferimento alla tassazione dei redditi dei lavoratori italiani transfrontalieri tra Italia e Svizzera, evidenziando la necessità di risolvere definitivamente la disparità di trattamento fiscale tra chi percepisce la propria pensione da transfrontaliero in qualunque forma erogata su un conto corrente italiano o su un conto corrente svizzero: ricorda, infatti, che la legge italiana prevede l'imposizione fiscale al cittadino in base ad un reddito e non in base al mero luogo di produzione dello stesso e l'articolo 55-quinquies del decreto-legge n. 50 del 2017, che ha modificato l'articolo 76 della legge n. 413 del 1991, non ha consentito di superare le ambiguità interpretative tuttora esistenti sulla materia.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, accoglie la proposta di integrazione suggerita dalla collega Snider e formula una nuova proposta di relazione favorevole (vedi allegato 3).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole della relatrice, come da ultimo integrata. Delibera altresì di nominare la deputata Quartapelle Procopio quale relatrice presso la Commissione Bilancio, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione della proposta di relazione della relatrice risulta preclusa la proposta di relazione di minoranza presentata dai deputati del gruppo Fratelli d'Italia, che verrà comunque trasmessa alla V Commissione insieme alla relazione approvata dalla Commissione.

  La seduta termina alle 11.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.45 alle 12.05.

III Commissione - martedì 28 dicembre 2021

ALLEGATO 1

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.

Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

EMENDAMENTI

ART. 1.

  Al comma 49, aggiungere la seguente lettera: b-bis) la dotazione del fondo di cui all'articolo 72, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, è incrementata di 1000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, per le finalità di cui alla lettera d-bis) del medesimo comma. All'articolo 72, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 è aggiunta la seguente lettera:

   «d-bis) promozione e supporto alla rilocalizzazione produttiva in Italia delle imprese italiane che hanno delocalizzato in uno stato estero».

  Conseguentemente, sopprimere il comma 381.
3424/III/1.1. Delmastro Delle Vedove.

  Sopprimere il comma 381.
3424/III/1.2. Delmastro Delle Vedove.

  Sopprimere il comma 385.
3424/III/1.3. Delmastro Delle Vedove.

  Sopprimere il comma 386.
3424/III/1.4. Delmastro Delle Vedove.

  Sopprimere il comma 387.
3424/III/1.5. Delmastro Delle Vedove.

  Al comma 771, sopprimere le parole: 0,.

  Conseguentemente allo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo), programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo) apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP. –6.000.000.000
  CS: –6.000.000.000
3424/III/1.6. Delmastro Delle Vedove.

  Sopprimere il comma 807.
3424/III/1.7. Delmastro Delle Vedove.

  Al comma 807, sopprimere la lettera b).
3424/III/1.8. Delmastro Delle Vedove.

  Dopo il comma 886 aggiungere il seguente:

  886-bis. Al fine di garantire la tutela dei diritti dei lavoratori di cui all'articolo 152 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, all'articolo 1, comma 276, lettera e), della legge 27 dicembre 2017, n. 205, le parole: «di euro 1.400.000 annui a decorrere dall'anno 2021» sono sostituite dalle seguenti: «di euro 1.400.000 annui per l'anno 2021 e di euro 2.200.000 annui a decorrere dall'anno 2022». Ai maggiori oneri derivanti dalla presente disposizione, pari a 800.000 euro a decorrere dall'anno 2022 si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
3424/III/1.9. Delmastro Delle Vedove.

  Allo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo), programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: –932.446.751
  CS: –932.446.751

  2023:

  CP: –844.915.267
  CS: –844.915.267

  2024:

  CP: –805.017.249
  CS: –805.017.249

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, missione 16 (Commercio internazionale e internazionalizzazione del sistema produttivo), programma 16.5 (Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e promozione del Made in Italy), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: +932.446.751
  CS: +932.446.751

  2023:

  CP: +844.915.267
  CS: +844.915.267

  2024:

  CP: +805.017.249
  CS: +805.017.249
3424/III/1.10. Delmastro Delle Vedove.

  Allo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo), programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: –932.446.751
  CS: –932.446.751

  2023:

  CP: –844.915.267
  CS: –844.915.267

  2024:

  CP: –805.017.249
  CS: –805.017.249

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo), programma 4.8 (Italiani nel mondo e politiche migratorie), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: +932.446.751
  CS: +932.446.751

  2023:

  CP: +844.915.267
  CS: +844.915.267

  2024:

  CP: +805.017.249
  CS: +805.017.249
3424/III/1.11. Delmastro Delle Vedove.

  Allo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo), programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: –932.446.751
  CS: –932.446.751

  2023:

  CP: –844.915.267
  CS: –844.915.267

  2024:

  CP: –805.017.249
  CS: –805.017.249

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo), programma 4.9 (Promozione della cultura e della lingua italiana all'estero), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: +932.446.751
  CS: +932.446.751

  2023:

  CP: +844.915.267
  CS: +844.915.267

  2024:

  CP: +805.017.249
  CS: +805.017.249
3424/III/1.12. Delmastro Delle Vedove.

  Allo stato di previsione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo), programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: –932.446.751
  CS: –932.446.751

  2023:

  CP: –844.915.267
  CS: –844.915.267

  2024:

  CP: –805.017.249
  CS: –805.017.249

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo), programma 4.12 (Presenza dello Stato all'estero tramite le strutture diplomatico-consolari), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: +932.446.751
  CS: +932.446.751

  2023:

  CP: +844.915.267
  CS: +844.915.267

  2024:

  CP: +805.017.249
  CS: +805.017.249
3424/III/1.13. Delmastro Delle Vedove.

  Allo stato di previsione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo), programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: –932.446.751
  CS: –932.446.751

  2023:

  CP: –844.915.267
  CS: –844.915.267

  2024:

  CP: –805.017.249
  CS: –805.017.249

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo) programma 4.13 (Rappresentanza all'estero e servizi ai cittadini e alle imprese), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: +932.446.751
  CS: +932.446.751

  2023:

  CP: +844.915.267
  CS: +844.915.267

  2024:

  CP: +805.017.249
  CS: +805.017.249
3424/III/1.14. Delmastro Delle Vedove.

  Allo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo), programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: –932.446.751
  CS: –932.446.751

  2023:

  CP: –844.915.267
  CS: –844.915.267

  2024:

  CP: –805.017.249
  CS: –805.017.249

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo) programma 4.13 (Rappresentanza all'estero e servizi ai cittadini e alle imprese), apportare le seguenti variazioni:

  2022:

  CP: +932.446.751
  CS: +932.446.751

  2023:

  CP: +844.915.267
  CS: +844.915.267

  2024:

  CP: +805.017.249
  CS: +805.017.249
3424/III/1.15. Delmastro Delle Vedove.

ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.

Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE DI MINORANZA PRESENTATA DAI DEPUTATI
DELMASTRO DELLE VEDOVE E CIRIELLI

  La III Commissione,

   esaminato per le parti di competenza il disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (C. 3424 Governo) e relativa nota di variazioni (C. 3424/I Governo), approvati dal Senato;

   premesso che:

    da oramai dieci anni (legge di bilancio 2011/2013) risultano introdotte importanti innovazioni alla struttura dei documenti di bilancio in ragione della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), entrata in vigore il 1° gennaio 2010;

    gli obiettivi della legge n. 196 del 2009 sono molteplici e largamente condivisibili: restituire centralità al bilancio articolato in missioni e programmi, superando la frammentazione e l'eterogeneità delle «vecchie» leggi finanziarie omnibus; rendere più trasparenti e leggibili i conti pubblici e le procedure attraverso cui i bilanci vengono costruiti e modificati; armonizzare i bilanci della pubblica amministrazione; migliorare il controllo, la valutazione e il monitoraggio del Parlamento sul bilancio, esaltando il ruolo delle Commissioni di merito nell'analisi delle parti di loro competenza;

    se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria – la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia, ma in tutta Europa e nella maggiore parte degli Stati del Mondo – altrettanto vero è che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate e/o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo;

    sintomatica al riguardo è la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare che la Legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022;

    il disegno di legge di bilancio per il 2022 è stato presentato al Parlamento l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta il 28 ottobre 2021 e, soprattutto, con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla sopra richiamata Legge di contabilità e finanza pubblica;

    detto ritardo ha comportato, sin da subito, una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'approvazione della Legge e si è ulteriormente aggravato nel corso dell'esame da parte del Senato a causa dei continui rinvii, dovuti a contrasti interni alla maggioranza, dei lavori della Commissione Bilancio;

    lo attesta il fatto che solo il 20 dicembre 2021 detta Commissione ha potuto esaminare e votare un ristretto numero di emendamenti segnalati e, ciò nonostante, la vastissima maggioranza numerica che appoggia il Governo Draghi, inopinatamente definito dai media, ma non solo, come «il Governo dei migliori»;

    la conseguenza di un siffatto modo di procedere si è palesata quando nell'assemblea di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxiemendamento dallo stesso presentato (unico articolo di oltre 1000 commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione), senza quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti presentati per l'esame da parte dell'Aula;

    detto modo di procedere – come già preannunciato nella conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – porteranno il Governo a richiedere la fiducia sul provvedimento in esame anche alla Camera dei deputati;

    a tacere dell'impossibilità per i parlamentari di potere significativamente contribuire, almeno in sede di Commissioni, ad esaminare compiutamente il provvedimento attesi i tempi ristrettissimi imposti dalla conferenza dei capigruppo, al solo fine di evitare l'esercizio provvisorio. Sintomatico il limite di tempo imposto alla Commissione Bilancio della Camera che dovrà concludere – in sede referente – l'esame del disegno di legge Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, entro le ore 13 di martedì 28 dicembre 2021 e, conseguentemente, l'esame da parte delle Commissioni di settore è stato modulato in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio;

    a tacere del fatto che l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 (quando si prevede che il Governo richiederà la fiducia) e – quindi – con circa 4 ore a disposizione per l'effettuazione della discussione generale sul provvedimento;

    è qui il caso di richiamare, per doverosa comparazione, la modalità di esame della Legge di bilancio da parte del parlamento nei precedenti anni della XVIII Legislatura;

    con il Governo giallo-verde (Conte I) il disegno di legge di bilancio venne presentato il 31 ottobre 2018 e approvato l'8 dicembre 2018 dalla Camera dei deputati;

    approvato dal Senato con modifiche – bei tempi! – il 23 dicembre 2018, veniva e approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 dicembre 2018;

    la manovra di bilancio per il 2020 del Governo giallo-rosso (Governo Conte II) veniva presentata al Senato il 2 novembre 2019, approvata il 16 dicembre 2019, quindi approvata senza modifiche dalla Camera dei deputati il 24 dicembre 2019;

    la manovra per il 2021, varata dal Governo giallo-rosso con pandemia in corso, veniva presentata alla Camera dei deputati il 18 novembre 2020 e approvata il 27 dicembre 2020; quindi approvata dal Senato, senza modifiche, il 30 dicembre 2020;

    ebbene, il «Governo dei migliori» ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione di questa manovra;

    com'è andata lo sappiamo bene, è sotto i nostri occhi e non lascia sbigottiti i soli deputati dell'opposizione ma anche diversi della maggioranza;

    evidentemente non siamo noi di Fratelli d'Italia dei visionari negativi, morbosi e malati. Siamo infatti di fronte a cose mai viste. Ne abbiamo viste parecchie, specialmente negli ultimi anni, ma qui si è veramente superato ogni limite;

    come detto, lunedì 20 dicembre 2021 non erano ancora iniziate le votazioni degli emendamenti alla Commissione bilancio del Senato, la prima delle due Camere a esaminare questo provvedimento;

    non si era mai visto nulla di simile, nemmeno con i Governi Conte, che pure avevano compresso i tempi e cambiato le carte in tavola all'ultimo momento, con una finta lettura, che era stata però decente e presentabile; nel Governo Conte 2 fu presentato all'ultimo momento un emendamento che cambiava tutto (il 2,4 diventava il 2,04), tutti coloro che erano all'opposizione si lamentarono di quel Governo e anche nell'ambito delle stesse maggioranze ci fu chi ammise che non era questo il sistema;

    bene, qui abbiamo superato di gran lunga tutti i peggiori record, anche degli ultimi anni;

    è qui il caso di evidenziare che, fino a non molti anni fa, solo il fatto di porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura, un atto fortemente criticabile atteso che viene compressa la possibilità del Parlamento di esprimersi. Ma qui altro che compressa! Siamo partiti malissimo, in ritardo di ventuno giorni rispetto a quanto previsto da una legge dello Stato;

    quello stesso Stato che chiede ai cittadini di rispettare le proprie leggi, la cui violazione è sanzionata con multe e supermulte;

    peccato che sia lo stesso Stato che, nel momento più importante dell'anno dal punto di vista finanziario ma anche dell'intera linea politica del Governo, assiste silenzioso alla violazione della Legge da parte del Governo;

    non solo, ma abbiamo ragione di credere che il Consiglio dei Ministri, che è un organo non pubblico, abbia approvato un testo di legge di bilancio poi modificato in qualche ufficio, in qualche androne, in qualche sottoscala, fuori dal Parlamento, dando ascolto alle esigenze di qualche potente ben fuori dalle istituzioni!!!;

    il Parlamento è stato proprio ignorato e ha avuto il privilegio di iniziare le votazioni come detto – anche se in realtà tutto era già stato stabilito prima – la sera di lunedì 21 dicembre 2021;

    nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e diversa come linee di pensiero, come esigenze di interlocutori: si realizzano dunque compromessi che, nella migliore delle ipotesi, sono mezze misure, ma a volte sono mancate misure;

    i colleghi del Gruppo Fratelli d'Italia hanno al Senato presentato e illustrato una serie di proposte di modifica che non hanno trovato adeguata risposta, quando non sono state addirittura del tutto ignorate;

    giova però evidenziare che quelle proposte non erano fatti personali di questo o di quel senatore di Fratelli d'Italia, ma rappresentavano i problemi dell'Italia;

    per questo esiste un Parlamento, e non c'è solo nel nostro Paese, ma anche negli altri. Serve un Parlamento perché, davanti a tutti, ci siano dei voti, dei sì e dei no, e possibilmente, quando il Governo dice no, dovrebbe anche spiegarlo;

    fino a pochi anni fa i relatori non facevano solo i lettori dei pareri del Governo, favorevole o contrario – per fare quello non ci sarebbe bisogno di un relatore – ma spesso davano anche spiegazioni, pensate un po', specialmente dei pareri contrari perché se un emendamento viene accolto chi lo presenta lo sa da sé il motivo;

    ebbene, non abbiamo nulla di tutto questo;

    dov'è allora il potere se non è nel Parlamento?

    in certi potentati che stanno fuori dal Parlamento: nella migliore delle ipotesi, di gran lunga la migliore, in trattative tra i partiti; in altri casi risiede in potentati che non hanno nulla a che fare con il consenso popolare, ma a volte godono di un forte potere di condizionamento che esercitano in vari modi;

    di fatto, abbiamo una Camera che si occupa del provvedimento in Commissione (non in Aula, diciamocelo francamente) e un'altra Camera che, a fasi alterne – di anno in anno – ne prende atto e, in ragione del voto di fiducia richiesta dal Governo, impedisce il ricorso all'esercizio provvisorio;

    è un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento dalla funzione legislativa, relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo;

    ora, è pur vero che vi erano tutti i presupposti perché la legge di bilancio avesse un epilogo deludente, verificandosi nei fatti quanto Fratelli d'Italia aveva da subito anticipato; tuttavia, mai come in questa occasione il Governo ha scaricato il ritardo di presentazione del provvedimento sul Parlamento;

    nell'ultima settimana si è assistito al Senato a un teatrino indegno per un Parlamento che ha già una configurazione anomala, con un Governo che ha una maggioranza del 95 per cento, e che, per i dissidi interni alla maggioranza, comprime lo spazio di confronto nel luogo a questo deputato;

    a tacere del fatto che oltre l'85 per cento degli emendamenti presentati proveniva dall'area di maggioranza: praticamente una manovra completamente da rifare, secondo la stessa maggioranza!!!;

    nei fatti, prima dell'esame da parte del Senato, la manovra di bilancio del Governo riguardava interventi abbastanza indefiniti, che avrebbero dovuto accentuare la sua presunta espansività;

    il Governo si è riempito la bocca (passateci il termine) di questa espansività della manovra, che va però attentamente declinata;

    la manovra è «espansiva» fondamentalmente per due ordini di motivi e non per meriti del Governo: abbiamo un Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, ma la cosa più importante è la clausola di salvaguardia, ossia la sospensione del Patto di stabilità;

    quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro;

    rispetto a quanto si diceva a proposito dell'espansività, va sottolineato che rispetto al 2020, quando l'Italia veniva pesantemente impattata dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è certamente migliorata, ma per i fatti oggettivi prima ricordati: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, il mantenimento della clausola di salvaguardia, con la conseguente sospensione del Patto di stabilità;

    questa manovra porta in dote pochi risparmi, che in parte sono stati – badate bene – voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia. In primo luogo, infatti, grazie alla nostra battaglia storica contro il cashback che, sospeso per l'anno 2022, porterà in dote a questa maggioranza, a questo Governo e a questo Parlamento un miliardo e mezzo di euro;

    a cui aggiungiamo l'approvazione del nostro emendamento al Senato che fa risparmiare 130 milioni di euro nel settore del cross financing;

    tutto ciò premesso e richiamati anche i profili di inadeguatezza del provvedimento evidenziati nelle altre Commissioni di settore,

   per quanto concerne segnatamente i profili di competenza della III Commissione:

    non possiamo che complimentarci con l'onestà intellettuale della relatrice di maggioranza laddove censura il ritardo della trasmissione dal Senato che svilisce – proprio così! – la funzione del Parlamento;

    nel merito, bene il supporto alla internazionalizzazione delle nostre imprese con un incremento di 1,5 miliardi per ogni anno dal 2022 al 2026 del fondo per i finanziamenti a tasso agevolato per le imprese esportatrici. Male, anzi malissimo, l'assenza di qualsivoglia cenno al tema cruciale emerso con tutta la sua drammatica virulenza in corso della pandemia e affrontato con ben altro cipiglio e bel altri investimenti da tutte le democrazie occidentali: il tema della rilocalizzazione di attività strategiche;

    timido, per non dire inconsistente, l'incremento di 600.000 annui per la promozione della lingua e della cultura italiana all'estero, soprattutto se paragonato alle somme destinate alla cooperazione internazionale, per di più senza una visione strategica dell'impegno delle stesse;

    in questo senso riteniamo decisamente più strategico destinare somme per la rilocalizzazione di imprese in Italia piuttosto che l'istituzione di un fondo di 1.000.000 milioni di euro per la «comunicazione finalizzata alla valorizzazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo»;

    crediamo che non sia fuori luogo immaginare che la III Commissione approfondisca il tema della rilocalizzazione delle attività strategiche, ma soprattutto crediamo che sia decisamente inaccettabile che la Commissione anteponga le esigenze della rilocalizzazione delle attività produttive alla personalissima promozione pubblicitaria degli interventi di cooperazione;

    ancora, le somme destinate stancamente alla cooperazione internazionale non appaiono guidate da una strategia di pianificazione industriale degli investimenti al fine di sottrarre il continente africano dalla cosiddetta «trappola del debito cinese», ma più orientate ad operazioni di facciata e a «spruzzatine» di generosità, disperse in mille rivoli e nei progetti più disparati: il paradigma della cooperazione internazionale deve cambiare se vogliamo veramente, pro quota, consentire all'Europa di sottrarre il continente africano dalla trappola del debito cinese e conquistarlo alle ragioni delle democrazie occidentali, dimostrando medesima efficienza, medesima visione, medesimo coraggio, ma maggior democrazia e condivisione negli investimenti strategici ed infrastrutturali di cui necessita il continente africano;

    siamo sicuri che la cooperazione per il tramite delle ONG sia ciò di cui ha bisogno il continente africano? Il continente africano ha fame di infrastrutture e futuro ed è sempre più attratto dagli investimenti cinesi. Cambiamo il paradigma, scommettiamo sulle infrastrutture, sottraiamo il continente africano dall'abbraccio mortale della Cina, diamo profondità alla cooperazione internazionale, guadagniamo al blocco delle democrazie occidentali l'Africa anche per garantire l'autonomia strategica europea e occidentale;

    ancora, non condividiamo le somme destinate per la cancellazione del debito del Sudan soprattutto perché scollegate da una politica di condizionalità subordinata al contenimento dei flussi dei migranti. Più ancora v'è da chiedersi se quelle medesime risorse non possano essere più utilmente impiegate in favore del Sudan;

    anni e anni di alleggerimento del debito non hanno risolto il problema della autosufficienza africana o del suo sviluppo;

    l'economia politica della compassione internazionale alimenta l'egotica percezione di sé del donatore, ma è davvero la via dell'emancipazione africana?

    la mano che dà si trova sempre sopra quella che riceve. Le mani che stringono un patto sono sullo stesso piano: forse il modello cinese di investimenti, privo dell'opaca trappola del debito sottostante, è il modello da perseguire;

   tutto ciò premesso,

    analizzando il testo della legge di bilancio 2022 a nostre mani, più che una legge volta al futuro dell'Italia ci sembra di avere a che fare con la vecchia «legge mancia», allora contestata dalla sinistra, pur costituendo un'appendice della legge finanziaria, e oggi elevata della sinistra a legge di sistema. Ciò a dimostrazione di come, per tenere in piedi una maggioranza così eterogenea e frastagliata, ci sia bisogno di una mediazione al ribasso e di cercare di accontentare tutti, il che non fa certo bene alla Nazione;

    quanto al cosiddetto «Governo dei migliori» ci auguriamo che il presidente Draghi, con il rispetto che Fratelli d'Italia gli riconosce come persona, voglia anche lui calarsi un po' nell'umiltà che ogni cittadino deve avere, magari convenendo con noi che gli organi parlamentari non sono un optional a sua disposizione;

    questa legge di bilancio è nei fatti solo l'effetto di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, insieme non riescono a stare se non perché così impone loro il ricorso al voto di fiducia di cui il Governo abusa a piene mani. Il compromesso al ribasso, tuttavia, produce l'assenza di una visione: non c'è visione politica in questa manovra; non c'è rilancio per la Nazione perché non c'è amore per la Nazione italiana e per quella che noi chiamiamo Patria,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.

ALLEGATO 3

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.

Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,

   esaminato per le parti di competenza il disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (C. 3424 Governo) e relativa Nota di variazioni (C. 3424/I Governo), approvati dal Senato;

   richiamata la relazione illustrativa e il dibattito svolto presso la Commissione;

   premesso, altresì, che, sebbene non direttamente afferente alle competenze di questa Commissione, con riferimento alla tassazione dei redditi dei lavoratori italiani transfrontalieri tra Italia e Svizzera, si sottolinea la necessità di risolvere definitivamente la disparità di trattamento fiscale tra chi percepisce la propria pensione da transfrontaliero in qualunque forma erogata su un conto corrente italiano o su un conto corrente svizzero: la legge italiana prevede, infatti, l'imposizione fiscale al cittadino in base ad un reddito e non in base al mero luogo di produzione dello stesso e l'articolo 55-quinquies del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, che ha modificato l'articolo 76 della legge 30 dicembre 1991, n. 413, non ha consentito di superare le ambiguità interpretative tuttora esistenti sulla materia,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO FAVOREVOLE.