XIII Commissione
Agricoltura
Agricoltura (XIII)
Commissione XIII (Agricoltura)
Comm. XIII
Sulla pubblicità dei lavori ... 277
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvata dal Senato (Parere alla V Commissione) (Esame e conclusione – Relazione favorevole) ... 277
ALLEGATO 1 (Proposte emendative) ... 286
ALLEGATO 2 (Ordini del giorno) ... 287
ALLEGATO 3 (Relazione approvata dalla Commissione) ... 293
ALLEGATO 4 (Relazione di minoranza del Gruppo Fratelli d'Italia) ... 295
SEDE CONSULTIVA
Lunedì 27 dicembre 2021. — Presidenza della vicepresidente Maria SPENA. – Interviene la sottosegretaria di Stato ai rapporti con il Parlamento, Caterina Bini.
La seduta comincia alle 14.
Sulla pubblicità dei lavori.
Maria SPENA, vicepresidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni.
C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvata dal Senato.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Relazione favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Maria SPENA, presidente e relatrice, fa presente che la Commissione è chiamata oggi a esaminare il disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (C. 3424 Governo, approvato dal Senato), e la relativa Nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvata dal Senato), ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza.
Avverte che per la seduta odierna il deputato Federico Fornaro sarà sostituito dal deputato Nicola Stumpo.
Ricorda che il disegno di legge di bilancio è composto di due sezioni: nella prima sono riportate le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi ad oggetto misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica; nella seconda sono invece indicate le previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, formate sulla base della legislazione vigente, apportando a tali previsioni le variazioni derivanti dalle disposizioni della citata prima sezione, alle quali è assicurata autonoma evidenza contabile.
Saranno quindi esaminate da questa Commissione, oltre alle disposizioni di propria competenza contenute nella prima sezione, anche le Tabelle relative agli stati di previsione contenute nella seconda sezione.
L'esame si concluderà con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore. Potranno essere presentate relazioni di minoranza. La relazione approvata dalla Commissione e le eventuali relazioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione bilancio.
La Commissione potrà inoltre esaminare gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza. Riguardo al regime di presentazione degli emendamenti ricordo che gli emendamenti che riguardano parti di competenza di questa Commissione potranno essere presentati sia in quest'ultima, sia direttamente presso la Commissione bilancio, nel termine da essa fissato, anche al solo scopo di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della loro ripresentazione in Assemblea. La stessa regola è peraltro applicata, in via di prassi, anche agli emendamenti compensativi all'interno di parti di competenza di questa Commissione.
Gli emendamenti approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione.
La valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati presso questa Commissione sarà effettuata dalla Presidenza della medesima prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia, fermo restando che, come da prassi, gli emendamenti che fossero approvati saranno comunque sottoposti, analogamente a quelli presentati direttamente in V Commissione, ad una puntuale valutazione di ammissibilità, ai fini dell'esame in sede referente, da parte della presidenza della medesima V Commissione.
In particolare, sono previste specifiche regole per l'emendabilità della prima e della seconda sezione nonché per gli emendamenti volti a modificare, con finalità di compensazione, contemporaneamente la prima e la seconda sezione del disegno di legge di bilancio, ferme restando le regole ordinarie sulla compensatività, a seconda che si tratti di oneri di parte corrente o in conto capitale. Riguardo a tali specifiche regole, rinvio integralmente alle linee guida di carattere procedurale – contenute nella lettera della Presidenza della Camera, inviata ai Presidenti delle Commissioni permanenti in data 25 ottobre 2016 – adottate in occasione della prima applicazione della riforma della legge di contabilità e finanza pubblica introdotta dalla legge n. 163 del 2016.
Ricorda che nella seduta odierna la Commissione è chiamata ad esprimere il parere di competenza.
In sostituzione del presidente Gallinella impossibilitato a partecipare alla seduta odierna illustra sinteticamente le principali disposizioni di interesse della Commissione agricoltura, con riguardo alla Sezione I, recante le disposizioni normative del disegno di legge, rinviando per un'analisi più approfondita alla documentazione predisposta dal Servizio Studi.
In particolare, segnala il comma 25 dell'articolo 1, che estende all'anno 2022 l'esenzione ai fini Irpef – già prevista per gli anni dal 2017 al 2021 – dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.
I commi da 122 a 130 recano la proroga di alcune misure in materia di lavoro, ponendo i relativi oneri a carico del Fondo sociale per occupazione e formazione che viene conseguentemente incrementato di 350 milioni di euro per il 2022 e di 300 milioni di euro a decorrere dal 2023 (comma 1). In particolare, per l'erogazione, anche per il 2022, dell'indennità onnicomprensiva prevista per i lavoratori dipendenti da imprese adibite alla pesca marittima nel periodo di sospensione dell'attività lavorativa, a causa delle misure di arresto temporaneo obbligatorio e delle misure di arresto temporaneo non obbligatorio, vengono stanziate risorse pari, rispettivamente, a 12 e a 7 milioni di euro per il medesimo anno 2022, a carico del Fondo sociale per occupazione e formazione (commi 2 e 3). La suddetta indennità è pari a trenta euro giornalieri ed è riconosciuta ad ogni lavoratore dipendente da imprese adibite alla pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca.
I commi 217-218 estendono il trattamento sostitutivo della retribuzione, per le giornate di lavoro non prestate, previsto per i lavoratori agricoli, anche ai lavoratori dipendenti imbarcati su navi adibite alla pesca marittima nonché in acque interne e lagunari. Vengono altresì dettate disposizioni in ordine al conguaglio o alla richiesta di rimborso degli importi dei trattamenti di integrazione salariale corrisposti dai datori di lavoro ai lavoratori agricoli a tempo indeterminato.
I commi 221-222 recano alcune modifiche alla disciplina del trattamento di disoccupazione NASPI (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l'Impiego). In particolare: si estende l'ambito dell'istituto agli operai agricoli a tempo indeterminato delle cooperative e consorzi che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici prevalentemente propri o conferiti dai loro soci; si sopprime il requisito delle trenta giornate di lavoro effettivo (nei dodici mesi precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione); si differisce al sesto o all'ottavo mese la decorrenza della riduzione dell'importo del trattamento, che attualmente opera dal quarto mese (e la cui misura resta pari al 3 per cento ogni mese).
Il comma 239, concernente il sostegno al lavoro autonomo in caso di maternità, nell'ipotesi in cui la lavoratrice non superi un determinato limite di reddito, eleva nella misura di tre mesi la durata dell'indennità di maternità relativa alle seguenti categorie: iscritte alla cosiddetta gestione separata INPS, libere professioniste, lavoratrici autonome, coltivatrici dirette, mezzadre e colonie, artigiane ed esercenti attività commerciali, imprenditrici agricole a titolo principale, pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne.
Il comma 325 destina, per le attività di ricerca svolte dal CNR per il contenimento della Xylella fastidiosa, 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024.
Il comma 498 reca l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero della transizione ecologica, di un Fondo destinato a finanziare l'attuazione delle misure previste dal programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico, con una dotazione pari a 50 milioni di euro nel 2023, 100 milioni di euro nel 2024, 150 milioni di euro nel 2025 e di 200 milioni di euro annui dal 2026 al 2035. Si demanda a decreti del Ministro della transizione ecologica, di concerto, tra gli altri, con il Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, di stabilire le modalità di utilizzo delle risorse del Fondo.
I commi da 515 a 519 istituiscono nello stato di previsione del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF) un «Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole causati da alluvione, gelo-brina e siccità», con una dotazione di 50 milioni di euro per l'anno 2022. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali sono definite le disposizioni per il riconoscimento, la costituzione, il finanziamento e la gestione del fondo. Le funzioni di soggetto gestore del Fondo sono affidate all'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) che, al fine di assicurare l'adempimento delle normative speciali in materia di redazione dei conti annuali e garantire una separazione dei patrimoni, è autorizzato ad esercitarle attraverso una società di capitali dedicata, a cui è autorizzata a partecipare la SIN – Sistema Informativo Nazionale per lo sviluppo dell'Agricoltura S.p.a. I sistemi informatici necessari alla gestione del fondo sono realizzati mediante il Sistema informativo Agricolo Nazionale (SIAN). Si autorizza l'apertura di un conto corrente di tesoreria centrale, intestato alla predetta società di capitali dedicata, sul quale confluiscono le somme destinate al finanziamento del Fondo. Le risorse sono assegnate al MIPAAF per essere poi trasferite dallo stesso Ministero alla citata società al momento dell'apertura del citato conto corrente di tesoreria centrale. Al fine di garantire la copertura del maggiore fabbisogno finanziario, il cofinanziamento statale a carico del Fondo di rotazione di cui all'articolo 5 della legge n. 183 del 1987 sia incrementato di complessivi 178,3 milioni di euro, di cui 50 milioni di euro riservati alla misura «assicurazioni agevolate in agricoltura», per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027.
Il comma 520 proroga dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 2022 il termine finale per effettuare le nuove iscrizioni nella previdenza agricola per fruire della disposizione che ha riconosciuto, ferma restando l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, per un periodo massimo di ventiquattro mesi, l'esonero dal versamento del 100 per cento dell'accredito contributivo presso l'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, in favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, con età inferiore a quarant'anni.
I commi da 521 a 526, autorizzano la spesa di 50 milioni di euro per il 2022 da trasferire all'ISMEA per l'effettuazione di interventi finanziari in società, economicamente e finanziariamente sane, che operano nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, della pesca e dell'acquacoltura soggetti alla politica comune dell'agricoltura e della pesca dell'UE nonché dei beni prodotti nell'ambito delle relative attività agricole connesse. Il comma 2 autorizza, in favore di ISMEA, la spesa di 10 milioni di euro per il 2022 per la concessione di garanzie a fronte di finanziamenti a breve, a medio ed a lungo termine destinati alle imprese operanti nel settore agricolo, agroalimentare e della pesca. Al fine di favorire l'imprenditoria femminile in agricoltura, il comma 3 estende l'applicazione delle misure in favore dello sviluppo dell'imprenditorialità in agricoltura e del ricambio generazionale alle imprese agricole a prevalente o totale partecipazione femminile (il riferimento attuale è alle sole imprese agricole a prevalente o totale partecipazione giovanile); modifica la disciplina dei requisiti di cui le imprese subentranti nella conduzione di un'intera azienda agricola devono essere in possesso per beneficiare delle predette agevolazioni. Viene in particolare eliminato il riferimento alla «metà numerica dei soci» per quanto riguarda il requisito di composizione delle società subentranti, affinché le stesse possano essere ammesse a beneficiare delle agevolazioni previste. Il comma 4 incrementa per il 2022 di ulteriori 5 milioni di euro le risorse del Fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell'imprenditoria femminile in agricoltura, istituito dalla legge di bilancio per il 2020, e destina tali risorse alle agevolazioni per lo sviluppo dell'imprenditorialità in agricoltura e del ricambio generazionale, in favore delle sole imprese agricole a prevalente o totale partecipazione femminile. Il comma 5 destina risorse pari a 15 milioni di euro per il 2022 alle agevolazioni prima indicate. Il comma 6 istituisce, nello stato di previsione del MIPAAF, un Fondo con una dotazione di 500.000 euro per il 2022, di cui 50.000 euro riservati alle attività di rilevazione nel settore dell'olio, al fine di potenziare l'attività di rilevazione dei prezzi dei prodotti agricoli nelle diverse fasi della filiera a supporto degli interventi previsti dall'organizzazione comune di mercato dell'UE.
Il comma 527 estende al 2022 l'innalzamento della percentuale massima di compensazione IVA, applicabile alla cessione di animali vivi della specie bovina e suina, fissata in misura non superiore al 9,5 per cento.
Il comma 528 – introdotto al Senato – prevede che una somma non inferiore a 30 milioni di euro dello stanziamento per l'anno 2022 del Fondo per lo sviluppo ed il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura sia destinato a misure in favore della filiera delle carni.
Il comma 529 autorizza la spesa di 4 milioni di euro a decorrere dal 2022 – da iscrivere nello stato di previsione del MIPAAF – al fine di assicurare lo svolgimento delle attività di amministrazione, gestione, vigilanza e controllo nel settore della pesca marittima affidate al Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera dalla legislazione vigente.
Il comma 530 istituisce – presso il MIPAAF – un fondo per dare attuazione alla Strategia forestale nazionale, con una dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 e di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2032. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, saranno definiti i criteri e le modalità di utilizzo delle risorse del predetto fondo.
I commi da 593 a 596 istituiscono il Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, con una dotazione di 100 milioni per il 2022 e 200 milioni a decorrere dal 2023, al fine di promuovere e realizzare interventi per la salvaguardia e la valorizzazione della montagna, nonché misure di sostegno in favore dei Comuni totalmente e parzialmente montani.
I commi 704 e 705, introdotti al Senato, recano un finanziamento del Fondo per il recupero della fauna selvatica di 4,5 milioni di euro, per l'anno 2022. Istituisce altresì, nello stato di previsione del Ministero della salute, un Fondo con una dotazione di 500.000 euro per il 2022 per l'introduzione del vaccino immuno-contraccettivo GonaCom. Demanda ad un provvedimento del Ministro della salute l'autorizzazione della sperimentazione del medesimo vaccino.
Il comma 719 – introdotto al Senato – prevede il rifinanziamento del Fondo distribuzione derrate alimentari agli indigenti, per un importo di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023.
Il comma 760, introdotto al Senato, intende prevedere un'ulteriore finalità nell'ambito dell'autorizzazione di spesa attualmente prevista dalla legge di bilancio per il 2018 per la realizzazione del piano di stabilizzazione del personale precario del CREA, mediante l'inserimento del rinvio, nell'articolo 1, comma 673, della L. n. 205/2017, «all'articolo 2-bis della legge 5 aprile 1985, n. 124». La finalità è quella di promuovere la competitività del sistema produttivo nazionale, attraverso la valorizzazione della ricerca nel settore agroalimentare, e per consentire all'Italia di sfruttare le risorse per lo sviluppo sostenibile. A tal fine, inoltre, la novella recata dal comma in esame, nel mantenere uno stanziamento per la suddetta stabilizzazione di 27,5 milioni di euro per il 2021, prevede che lo stesso sia di complessivi 30,5 mln di euro annui a decorrere dal 2022.
I commi 826 e 827 – introdotti al Senato – istituisce, presso il MIPAAF, il «Fondo per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tradizionali e certificati», con una dotazione di 1 milione di euro l'anno 2022.
I commi 842 e 843 – introdotti al Senato – concede un contributo di 1 milione di euro, per il 2022, a favore dei produttori di vino DOP e IGP, nonché dei produttori di vino biologico che investano in più moderni sistemi digitali.
I commi da 846 a 855, introdotti al Senato, individuano le misure di intervento per i territori coinvolti dal relativo fenomeno, al fine di ridurre gli effetti degli attacchi dell'insetto Ips typographus (denominato bostrico) in fase epidemica nelle regioni alpine, fra cui quelle già colpite dagli effetti della tempesta Vaia, e preservare i boschi rimasti in piedi da attacchi letali, per il cui contrasto si rendono necessarie, oltre alle misure previste nel decreto legislativo 2 febbraio 2021, n. 195 (Norme per la protezione delle piante dagli organismi nocivi in attuazione dell'articolo 11 della legge 4 ottobre 2019, n. 117, per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2016/2031 e del regolamento (UE) 2017/625), anche urgenti azioni di carattere selvicolturale. A tal fine è prevista l'istituzione, nello stato di previsione del MIPAAF un apposito Fondo con una dotazione di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 per misure di tutela del territorio e la prevenzione delle infestazioni fitosanitarie per le zone interessate dall'epidemia dell'insetto Ips typographus, nelle regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le province autonome di Trento e Bolzano.
I commi 857 e 858 – introdotti al Senato – istituiscono il Fondo per la valorizzazione internazionale dei patrimoni culturali immateriali agro-alimentari e agro-silvo-pastorali con una dotazione di 2 milioni euro per l'anno 2022. La finalità del Fondo in esame è quella di sostenere le tradizioni e le pratiche agroalimentari ed agro-silvo-pastorali dichiarate dall'Unesco come patrimonio immateriale dell'umanità ai sensi della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio immateriale conclusa a Parigi il 17 ottobre 2003 e ratificata con la legge 27 settembre 2007, n. 167. Si prevede altresì che per l'anno 2022, una quota pari a 500.000 euro è destinata a sostenere l'iscrizione di nuove tradizioni e pratiche agro-alimentari ed agro-silvo-pastorali nella Lista rappresentativa di cui all'articolo 16 della Convenzione sopra richiamata.
I commi da 859 a 862, introdotti al Senato, incrementano di 12,75 milioni di euro per il 2022 e di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 la dotazione del fondo per 1a tutela e il rilancio delle filiere apistica, brassicola (relativa cioè alla birra) della canapa e della frutta a guscio, di cui all'articolo 1, comma 138, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 – legge di bilancio per il 2021 , al fine di sostenere la filiera apistica e promuovere lo sviluppo competitivo del comparto della frutta a guscio, incentivare la ricerca e l'ammodernamento delle tecniche di gestione selvicolturale, favorire programmi di valorizzazione e sostenere il rifinanziamento dei piani di settore. Inoltre, una somma pari ad euro 7,75 milioni per il 2022 è destinata al sostegno delle forme associative di livello nazionale tra apicoltori e promozione della stipula di accordi professionali; incentivazione della pratica dell'impollinazione a mezzo di api; incentivazione della pratica dell'allevamento apistico e del nomadismo (tali interventi sono previsti dall'articolo 5, comma 1, lettere d), i) e l) della legge 24 dicembre 2004, n. 313, in relazione alle materie oggetto del Documento programmatico per il settore apistico). Nell'ambito delle risorse destinate al sostegno della filiera della frutta a guscio almeno 300 mila euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024 sono destinati al settore della corilicoltura relativo cioè alla nocciola). Ferma restando la previsione relativa all'emanazione della disciplina di attuazione per la definizione dei criteri e delle modalità di utilizzo delle risorse del fondo per la tutela e il rilancio delle filiere apistica, brassicola, della canapa e della frutta a guscio, di cui all'articolo 1, comma 138, secondo periodo, dalla legge 30 dicembre 2020, n. 178, si prevede l'emanazione, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge in esame, di un decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, per la definizione dei criteri e delle modalità di ripartizione delle risorse destinate al sostegno della filiera apistica.
I commi 863 e 864, introdotti al Senato, autorizzano la società SIN – Sistema Informativo Nazionale per lo sviluppo dell'Agricoltura S.p.a. a reclutare e ad assumere fino a 50 unità di personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, nel rispetto delle previsioni di cui all'articolo 19, commi 2, 3 e 4 del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica – decreto legislativo n. 175 del 2016 , al fine di assicurare l'espletamento dei nuovi compiti previsti dalla disciplina di riordino delle funzioni del MIPAAF e dell'AGEA (articolo 15-bis, comma 1, del decreto legislativo n. 74 del 2018), nonché di quelli in svolgimento nel periodo transitorio relativo alla gestione e allo sviluppo del SIAN (di cui all'articolo 3, commi 2 e 3, del decreto legislativo n. 116 del 2019). Per le suddette finalità si incrementa di 2,5 milioni di euro per il 2022 e di 5 milioni di euro a decorrere dal 2023 la dotazione finanziaria dell'AGEA.
I commi da 865 a 867 – introdotti al Senato – istituisce il Fondo per lo sviluppo delle colture di piante aromatiche e officinali biologiche nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con una dotazione di 500.000 euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024.
I commi 868 e 869 – introdotti al Senato – istituiscono, presso il MIPAAF, il «Fondo per il sostegno dell'enogastronomia e della pasticceria italiana», con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, al fine di promuovere e sostenere le eccellenze della ristorazione e della pasticceria italiana nonché valorizzare il patrimonio agroalimentare ed enogastronomico italiano, anche mediante interventi che incentivino le assunzioni di giovani diplomati nei servizi dell'enogastronomia e dell'ospitalità alberghiera da parte dei datori di lavoro privati. Entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, con uno o più decreti del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di intesa con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, saranno definiti i criteri e le modalità di utilizzazione del suddetto Fondo.
I commi 870 e 871 – introdotti al Senato – istituiscono, presso il MIPAAF, un fondo per garantire il funzionamento degli impianti ippici di recente apertura, con una dotazione di 3 milioni di euro per il 2022 e 4 milioni di euro per il 2023.Si rinvia ad un successivo decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali al fine di stabiliti i criteri di riparto delle citate risorse tra gli impianti ippici aperti nel 2021.
I commi da 893 a 895 – introdotti al Senato – introduce disposizioni volte a tutelare il sughero nazionale. In particolare si prevede che il sughero estratto in Italia sia obbligatoriamente sottoposto a trattamento termico mediante tecniche di bollitura prima di essere trasportato fuori dal territorio regionale di estrazione. Si rinvia ad un apposito decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali – da adottarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente disegno di legge – la definizione delle modalità di contenimento, mediante le tecniche di contrasto del citato organismo nocivo sopra richiamate, della diffusione del Coreabus undatus. A tal fine si prevede l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di un apposito Fondo – con una dotazione di 150.000 euro per l'anno 2022 – con la finalità di finanziare lo svolgimento di attività di monitoraggio del predetto Coreabus undatus mediante un'apposita convenzione con l'Università degli Studi di Sassari.
I commi da 980 a 984 – introdotti al Senato – prevede il divieto di allevamento, riproduzione in cattività e uccisione di visoni, volpi, cani procione e cincillà e di animali di qualsiasi specie utilizzati per ricavarne pelliccia e istituisce un Fondo, con una dotazione di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, volto a indennizzare gli allevamenti di animali da pelliccia.
I commi da 985 a 987, introdotti al Senato, apportano modifiche all'accisa sulla birra. In sintesi la misura della riduzione dell'accisa sulla birra per i microbirrifici artigianali (produzione annua fino a 10.000 ettolitri) viene elevata dal 40 al 50 per cento; sono introdotte specifiche misure di riduzione dell'accisa per i birrifici artigianali con produzione annua fino a 60.000 ettolitri; si riduce progressivamente nel tempo la misura dell'accisa generale sulla birra, che passa dall'attuale ammontare di 2,99 euro per ettolitro e per grado-Plato a 2,94 euro nel 2022, 2.90 euro nel 2023 e a 2,85 euro, a decorrere dal 1° gennaio 2024.
Il comma 988, introdotto al Senato, prevede il mantenimento ad ogni effetto di legge della qualifica di imprenditore agricolo a favore dei soggetti che a causa di calamità naturali, di eventi epidemiologici, di epizoozie o fitopatie, dichiarati eccezionali ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, non siano in grado di rispettare il criterio della prevalenza di cui all'articolo 2135 del codice civile, ancorché, in attesa della ripresa produttiva della propria azienda e comunque per un periodo non superiore a tre anni dalla suddetta declaratoria, si approvvigionino di prodotti agricoli del comparto agronomico in cui operano prevalentemente da altri imprenditori agricoli. A tal fine si autorizza la spesa di 2 milioni di euro per il 2022 quale incremento dell'indennità pari a quella già prevista per il personale con identica qualifica del comparto «Sanità» ai fini del riconoscimento della specifica professionalità richiesta e dei rischi nello svolgimento dei controlli, anche di polizia giudiziaria, nel settore agroalimentare, da parte del personale dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.
Per quanto concerne la Sezione II del disegno di legge, che espone gli stati di previsione dell'entrata e della spesa, ricorda che tali previsioni di entrata e di spesa incorporano anche le variazioni riconducibili agli effetti finanziari derivanti dalle disposizioni della prima sezione (cosiddetto bilancio integrato) come modificato nel corso dell'esame in prima lettura al Senato.
In particolare segnala che l'articolo 14 del disegno di legge di bilancio approva lo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Tabella n. 13), oltre a prevedere altre norme formali aventi carattere gestionale, riprodotte annualmente.
A tale riguardo, rinvia alla documentazione predisposta dal Servizio Studi e alla Nota di variazioni approvata in prima lettura al Senato (3424/I).
Maria Cristina CARETTA (FDI), prima che la Commissione prosegua i suoi lavori, sottolinea preliminarmente la necessità che, alla seduta odierna, sia presente il Ministro competente per materia così come previsto dall'articolo 120, comma 8, del regolamento della Camera dei deputati.
Maria SPENA, presidente e relatrice, evidenzia che per il Governo è presente nella seduta odierna la sottosegretaria per i rapporti con il Parlamento, Caterina Bini, così come previsto dalla prassi consolidata di applicazione delle norme del regolamento relative alla sessione di bilancio presso le Commissioni di settore.
Maria Cristina CARETTA (FDI) insiste affinché la presidenza assicuri la presenza del Ministro competente per materia così come stabilito dal citato articolo 120, comma 8, del regolamento della Camera dei deputati.
Maria Chiara GADDA (IV) ritiene che la Commissione possa procedere all'esame del disegno di legge di bilancio, così come previsto da una prassi costante sia nelle commissioni permanenti che in Assemblea, con la presenza della sottosegretaria per i rapporti con il Parlamento, Caterina Bini.
Lorenzo VIVIANI (LEGA), con riferimento alla relazione illustrativa svolta dalla presidente Spena, richiama l'attenzione della Commissione sulle disposizioni introdotte al Senato sull'immissione delle specie ittiche alloctone, tema sul quale non trova riscontro nella relazione testé svolta.
Maria SPENA, presidente e relatrice, con riferimento alla questione posta dalla collega Caretta ribadisce come la Commissione possa senz'altro procedere all'esame in sede consultiva del disegno di legge di bilancio essendo presente la sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento che evidentemente rappresenta il Governo, come peraltro dimostrano numerosi precedenti in tal senso relativi alla prassi applicativa dell'articolo 120, comma 8, del regolamento.
Con riferimento alle osservazioni svolte dal collega Viviani segnala che si tratta di disposizioni rientranti nella competenza della Commissione Ambiente.
Ricorda quindi che, come concordato in ufficio di presidenza, alle ore 13 di oggi è scaduto il termine per la presentazione di proposte emendative al disegno di legge di bilancio. Avverte al riguardo che sono state presentate 4 proposte emendative (vedi allegato 1) e due ordini del giorno (vedi allegato 2), che sono in distribuzione, i quali, alla luce dei già citati criteri, non presentano profili di inammissibilità.
In qualità di relatrice, esprime quindi un parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.
La sottosegretaria Caterina BINI esprime parere conforme a quello espresso dalla relatrice su tutte le proposte emendative presentate. Con riferimento agli ordini del giorno 0/3424/XIII/1 Caretta e 0/3424/XIII/2 Ciaburro esprime un parere favorevole all'accoglimento a condizione che siano riformulati nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Maria Cristina CARETTA (FDI) chiede alla rappresentante del Governo di motivare nel dettaglio il parere contrario espresso sulle proposte emendative presentate dal suo gruppo.
Dichiara di accettare la riformulazione proposta dalla rappresentante del Governo degli ordini del giorno 0/3424/XIII/1 Caretta e 0/3424/XIII/2 Ciaburro.
La sottosegretaria Caterina BINI, chiarisce che il parere contrario sulle proposte emendative presentate, deriva dalla necessità di garantire l'approvazione del disegno di legge in esame senza modifiche, evitando il ricorso all'esercizio provvisorio.
Maria Cristina CARETTA (FDI), stigmatizza l'eccessiva ristrettezza dei tempi di esame del disegno di Legge di bilancio, esprimendo rammarico per la posizione espressa dalla rappresentante del Governo.
La Commissione, con distinte votazioni respinge gli emendamenti Caretta 3424/XIII/1.1, 3424/XIII/1.2, 3424/XIII/1.3 e 3424/XIII/1.4.
Maria SPENA presidente e relatrice, illustra una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge in esame (vedi allegato 3). Avverte, altresì, che il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di relazione di minoranza (vedi allegato 4).
Maria Cristina CARETTA (FDI), illustra la proposta di relazione di minoranza a nome del suo gruppo.
Maria SPENA presidente e relatrice, invita la deputata Caretta ad una maggiore sintesi nell'illustrazione della relazione di minoranza del suo gruppo, chiarendo al riguardo che intende applicare l'articolo 39, comma 1, del regolamento che prevede che la durata massima di tali interventi non possa eccedere i 30 minuti.
Pone quindi in votazione la proposta di relazione favorevole, avvertendo che la sua approvazione comporterà la preclusione della proposta del gruppo di Fratelli d'Italia. Avverte, altresì, che la relazione preclusa sarà comunque trasmessa alla Commissione Bilancio come relazione di minoranza.
La Commissione approva la proposta di relazione favorevole elaborata dalla relatrice (vedi allegato 3); delibera altresì di nominare l'onorevole Spena quale relatrice di maggioranza presso la Commissione Bilancio.
Maria SPENA, presidente, prende atto che l'onorevole Caretta è stata nominata quale relatrice di minoranza presso la Commissione Bilancio.
La seduta termina alle 15.
ALLEGATO 1
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvata dal Senato.
PROPOSTE EMENDATIVE
ART. 1
Dopo il comma 13, inserire i seguenti:
13-bis. Alla tabella A, parte II del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, il numero 20) è sostituito dal seguente: «20) mangimi semplici di origine vegetale; mangimi integrati contenenti cereali o relative farine o zucchero; mangimi composti o semplici contenenti, in misura superiore al 50 per cento, cereali compresi nella presente parte, comprese le preparazioni di alimenti utilizzati nell'alimentazione di animali da compagnia condizionati per la vendita al minuto;»
13-ter. Alla tabella A, parte III del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, il numero 91) è sostituito dal seguente: «91) foraggi melassati a zuccherati; altre preparazioni del genere di quelle utilizzate nell'alimentazione degli animali; alimenti per animali da compagnia condizionati per la vendita al minuto;»
13-quater. Il comma 6 dell'articolo 75 della legge 30 dicembre 1991, n. 413, è abrogato.
13-quinquies. Ai maggiori oneri derivanti dai commi 13-bis, 13-ter e 13-quater, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato dal successivo comma 627 del presente articolo.
3424/XIII/1.1. Caretta, Ciaburro.
Dopo il comma 519, inserire i seguenti:
519-bis. Al fine di contenere gli effetti derivanti dall'inflazione sui costi di produzione e dei prezzi dell'energia e delle materie prime nel settore agricolo, nonché per sostenere il relativo incremento dei costi dei carburanti ed altri mezzo tecnici impiegati nello svolgimento delle attività agricole medesime e per contenere i predetti rincari anche sul settore della zootecnia, è istituito nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali un fondo, denominato Fondo per la sostenibilità economica in agricoltura, con una dotazione finanziaria iniziale di 100 milioni di euro per l'anno 2022 e di 20 milioni di euro per l'anno 2023.
519-ter. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di natura non regolamentare, di concerto con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità di ripartizione del Fondo di cui al comma 519-bis.
519-quater. Le disposizioni di cui al comma 519-bis sono applicate nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dalla Comunicazione della Commissione C(2020) 1863 final del 19 marzo 2020, e sue successive modificazioni e integrazioni, recante il «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza del COVID-19».
519-quinquies. Agli oneri derivanti dal comma 519-bis, pari a 100 milioni di euro per l'anno 2022 ed a 20 milioni di euro per l'anno 2023, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, così come rifinanziato dal comma 627 del presente articolo.
3424/XIII/1.2. Ciaburro, Caretta.
Sopprimere il comma 705.
3424/XIII/1.3. Caretta, Ciaburro.
Dopo il comma 859, inserire i seguenti:
859-bis. Al fine di assicurare la realizzazione di interventi urgenti diretti a fronteggiare le emergenze nel settore avicolo, nonché per contenere le ripercussioni economiche dovute alla diffusione dell'influenza aviaria nel nordest dell'Italia, è istituito, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il Fondo per l'emergenza avicola con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2022 e 5 milioni di euro per l'anno 2023, per le seguenti finalità: a) interventi per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, a favore delle imprese agricole operanti nel settore avicolo che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi, la cui attività è limitata o impedita dalle prescrizioni sanitarie adottate per impedire la diffusione della malattia; b) rafforzamento del sistema di sorveglianza e prevenzione dell'influenza aviaria; c) interventi indennitari per contenere le ripercussioni economiche derivanti dalla perdita parziale o totale dei capi in allevamento a seguito della diffusione del virus HPAI.
859-ter. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro della salute, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, adottato d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri di attuazione, le modalità di accesso al Fondo, nonché le priorità di intervento che devono tener conto della densità degli allevamenti avicoli sul territorio e della diffusione dell'influenza aviaria.
859-quater. Agli oneri di cui ai commi 859-bis e 859-ter, pari a 10 milioni di euro per l'anno 2022 e a 5 milioni di euro per l'anno 2023, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato dal successivo comma 627.
3424/XIII/1.4. Caretta, Ciaburro.
ALLEGATO 2
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvata dal Senato.
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
il testo in esame reca il bilancio di previsione per lo Stato per l'anno finanziario 2022 ed il bilancio pluriennale 2022-2024, redatto in coerenza con le disposizioni della legge 31 dicembre 2009, n. 196;
nonostante un'iniziale aderenza del testo in esame con gli obiettivi di finanza pubblica definiti dal Governo nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza pubblica 2021, relativamente alla fissazione di un livello programmatico di indebitamento netto in rapporto al PIL pari al 5,6 per cento nel 2022, al 3,9 per cento nel 2023 e al 3,3 per cento nel 2024 e relativo peggioramento del saldo tendenziale del bilancio dello Stato di circa 45,6 miliardi nel 2022, 52,5 miliardi nel 2023 e 40 miliardi nel 2024, numerose disposizioni contenute nell'articolato del bilancio di previsione e pluriennale dello Stato sono estranee agli obiettivi di rilancio dell'economia e del Sistema-Paese;
i crescenti costi delle materie prime e dell'energia, nonché i danni conclamati dell'emergenza sanitaria da COVID-19 hanno messo in enorme difficoltà il comparto agricolo e zootecnico, anche in conseguenza delle difficoltà vissute dal settore Ho.Re.Ca.;
a partire dal 19 ottobre 2021 il Centro di referenza nazionale (CRN) per l'influenza aviaria e la malattia di Newcastle dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha confermato diverse positività per virus dell'Influenza Aviaria ad Alta Patogenicità (HPAI) nel pollame domestico in Italia;
secondo le evidenze dell'IZSVe, la maggior parte dei virus sono stati identificati come appartenenti al sottotipo H5N1, i quali hanno colpito primariamente allevamenti di tipo industriale, con una particolare concentrazione in provincia di Verona;
a partire dal 9 novembre 2021 il CRN per l'influenza aviaria e la malattia di Newcastle ha confermato diverse positività per virus HPAI sottotipo H5N1 nei volatili selvatici;
secondo le evidenze raccolte dall'IZSVe, aggiornate al 9 dicembre 2021 circa l'influenza aviaria ad alta patogenicità nei volatici selvatici in Italia, le regioni con maggiore diffusione di HPAI H5N1 sono Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Lombardia e Veneto, dove – secondo i dati IZSVe – la diffusione di aviaria è particolarmente marcata, con ampia diffusione nelle Province di Padova, Venezia, Verona e Vicenza;
con ordinanza n. 167 del 6 dicembre 2021, la regione Veneto ha istituito una zona di protezione con raggio di 3 km dagli allevamenti sede di focolaio nelle province di Verona, Padova e Vicenza;
a fronte di oltre 270 focolai di HPAI H5N1 riscontrati in Italia (su circa 1130 in tutta Europa), sono morti (tra abbattimenti precauzionali e conseguenze epidemiche) oltre 10 milioni di capi, con il Veneto che conta circa il 90 per cento degli allevamenti colpiti in tutta Italia;
sempre più aziende del settore si ritrovano del tutto prive di fatturato e sobbarcate di costi ed oneri gestionali, come le utenze energetiche, oggetto di costanti rincari negli ultimi 12 mesi, e le spese di pulizia e sanificazione degli allevamenti;
dalla proclamazione dell'emergenza epidemica di HPAI H5N1 a oggi, i casi hanno trovato sempre più larga diffusione in Veneto con un principio di diffusione epidemica anche nei territori delle Province di Brescia e Mantova, in Lombardia;
a seguito della contrazione dell'offerta derivante dalla diffusione dei focolai, è stata pregiudicata la sovranità alimentare nazionale, con il comparto italiano non più in grado di garantire ai consumatori una carne di qualità, sicura e controllata, a favore di competitor come Argentina, Brasile ed Ucraina;
la ripresa delle attività da parte di un allevamento richiede mesi di tempo, vi sono innumerevoli profili di rischio legati alla perdita di quote di mercato nazionali a favore di operatori stranieri;
nel solo basso padovano sono oltre 35 le aziende colpite;
la HPAI H5N1, per aggressività, può arrivare ad uccidere il 100 per cento degli animali in un allevamento, annullando di fatto qualunque prospettiva di redditività delle aziende del settore;
come indicato dal Dott. Calogero Terregino, direttore del Laboratorio di referenza europeo per l'influenza aviaria, il fenomeno in oggetto rappresenta la più grave epidemia di aviaria degli ultimi 20 anni indicando come, dati i crescenti numeri del fenomeno, non sia da escludere il salto di specie a danno dell'uomo;
la filiera avicola nazionale crea valore per circa 8 miliardi di euro, con un volume di affari complessivo della medesima filiera superiore a 21 miliardi di euro;
la crescente diffusione dell'emergenza aviaria sul territorio nazionale rischia di condannare un comparto già fortemente in difficoltà per via di condizioni sistemiche legate ai crescenti costi di materie prime ed energia,
impegna il Governo:
a) a disporre immediate misure di sostegno economico per il comparto avicolo nazionale alla luce dell'emergenza epidemica aviaria di cui in premessa, anche rispetto alle necessità di sostenibilità economica delle aziende operanti nel settore stesso e con rispetto alla necessità di recuperare le quote di mercato perse a seguito delle attività di contenimento dell'epidemia da influenza aviaria;
b) dichiarare lo stato di emergenza per il settore avicolo e predisporre apposite misure di contenimento sanitario anche valutando l'andamento epidemico nel territorio europeo;
c) disporre meccanismi di controllo dei prodotti avicoli provenienti dagli altri Paesi europei ed extra-europei in modo da garantire la sicurezza alimentare dei cittadini italiani, nonché apposite misure di contenimento con rispetto alle possibilità di propagazione dell'epidemia a causa di allevamenti e volatili provenienti da altri Stati.
0/3424/XIII/1. Caretta, Ciaburro.
La Camera,
premesso che:
il testo in esame reca il bilancio di previsione per lo Stato per l'anno finanziario 2022 ed il bilancio pluriennale 2022-2024, redatto in coerenza con le disposizioni della legge 31 dicembre 2009, n. 196;
nonostante un'iniziale aderenza del testo in esame con gli obiettivi di finanza pubblica definiti dal Governo nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza pubblica 2021, relativamente alla fissazione di un livello programmatico di indebitamento netto in rapporto al PIL pari al 5,6 per cento nel 2022, al 3,9 per cento nel 2023 e al 3,3 per cento nel 2024 e relativo peggioramento del saldo tendenziale del bilancio dello Stato di circa 45,6 miliardi nel 2022, 52,5 miliardi nel 2023 e 40 miliardi nel 2024, numerose disposizioni contenute nell'articolato del bilancio di previsione e pluriennale dello Stato sono estranee agli obiettivi di rilancio dell'economia e del Sistema-Paese;
i crescenti costi delle materie prime e dell'energia, nonché i danni conclamati dell'emergenza sanitaria da COVID-19 hanno messo in enorme difficoltà il comparto agricolo e zootecnico, anche in conseguenza delle difficoltà vissute dal settore Ho.Re.Ca.;
a partire dal 19 ottobre 2021 il Centro di referenza nazionale (CRN) per l'influenza aviaria e la malattia di Newcastle dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha confermato diverse positività per virus dell'Influenza Aviaria ad Alta Patogenicità (HPAI) nel pollame domestico in Italia;
secondo le evidenze dell'IZSVe, la maggior parte dei virus sono stati identificati come appartenenti al sottotipo H5N1, i quali hanno colpito primariamente allevamenti di tipo industriale, con una particolare concentrazione in provincia di Verona;
a partire dal 9 novembre 2021 il CRN per l'influenza aviaria e la malattia di Newcastle ha confermato diverse positività per virus HPAI sottotipo H5N1 nei volatili selvatici;
secondo le evidenze raccolte dall'IZSVe, aggiornate al 9 dicembre 2021 circa l'influenza aviaria ad alta patogenicità nei volatici selvatici in Italia, le regioni con maggiore diffusione di HPAI H5N1 sono Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia e Veneto, dove – secondo i dati IZSVe – la diffusione di aviaria è particolarmente marcata, con ampia diffusione nelle province di Padova, Venezia, Verona e Vicenza;
con ordinanza n. 167 del 6 dicembre 2021, la regione Veneto ha istituito una zona di protezione con raggio di 3 km dagli allevamenti sede di focolaio nelle province di Verona, Padova e Vicenza;
a fronte di oltre 270 focolai di HPAI H5N1 riscontrati in Italia (su circa 1130 in tutta Europa), sono morti (tra abbattimenti precauzionali e conseguenze epidemiche) oltre 10 milioni di capi, con il Veneto che conta circa il 90 per cento degli allevamenti colpiti in tutta Italia;
sempre più aziende del settore si ritrovano del tutto prive di fatturato e sobbarcate di costi ed oneri gestionali, come le utenze energetiche, oggetto di costanti rincari negli ultimi 12 mesi, e le spese di pulizia e sanificazione degli allevamenti;
dalla proclamazione dell'emergenza epidemica di HPAI H5N1 a oggi, i casi hanno trovato sempre più larga diffusione in Veneto con un principio di diffusione epidemica anche nei territori delle province di Brescia e Mantova, in Lombardia;
a seguito della contrazione dell'offerta derivante dalla diffusione dei focolai, è stata pregiudicata la sovranità alimentare nazionale, con il comparto italiano non più in grado di garantire ai consumatori una carne di qualità, sicura e controllata, a favore di competitor come Argentina, Brasile ed Ucraina;
la ripresa delle attività da parte di un allevamento richiede mesi di tempo, vi sono innumerevoli profili di rischio legati alla perdita di quote di mercato nazionali a favore di operatori stranieri;
nel solo basso padovano sono oltre 35 le aziende colpite;
la HPAI H5N1, per aggressività, può arrivare ad uccidere il 100 per cento degli animali in un allevamento, annullando di fatto qualunque prospettiva di redditività delle aziende del settore;
come indicato dal Dott. Calogero Terregino, direttore del Laboratorio di referenza europeo per l'influenza aviaria, il fenomeno in oggetto rappresenta la più grave epidemia di aviaria degli ultimi 20 anni indicando come, dati i crescenti numeri del fenomeno, non sia da escludere il salto di specie a danno dell'uomo;
la filiera avicola nazionale crea valore per circa 8 miliardi di euro, con un volume di affari complessivo della medesima filiera superiore a 21 miliardi di euro;
la crescente diffusione dell'emergenza aviaria sul territorio nazionale rischia di condannare un comparto già fortemente in difficoltà per via di condizioni sistemiche legate ai crescenti costi di materie prime ed energia,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di:
a) disporre immediate misure di sostegno economico per il comparto avicolo nazionale alla luce dell'emergenza epidemica aviaria di cui in premessa, anche rispetto alle necessità di sostenibilità economica delle aziende operanti nel settore stesso e con rispetto alla necessità di recuperare le quote di mercato perse a seguito delle attività di contenimento dell'epidemia da influenza aviaria;
b) dichiarare lo stato di emergenza per il settore avicolo e predisporre apposite misure di contenimento sanitario anche valutando l'andamento epidemico nel territorio europeo;
c) disporre meccanismi di controllo dei prodotti avicoli provenienti dagli altri Paesi europei ed extra-europei in modo da garantire la sicurezza alimentare dei cittadini italiani, nonché apposite misure di contenimento con rispetto alle possibilità di propagazione dell'epidemia a causa di allevamenti e volatili provenienti da altri Stati.
0/3424/XIII/1. (Nuova formulazione) Caretta, Ciaburro.
(Accolto)
La Camera,
premesso che:
il testo in esame reca il bilancio di previsione per lo Stato per l'anno finanziario 2022 ed il bilancio pluriennale 2022-2024, redatto in coerenza con le disposizioni della legge 31 dicembre 2009, n. 196;
l'istanza di contrasto al cambiamento climatico e tutela dell'ambiente costituisce una istanza condivisa a livello europeo da tutti i Paesi membri dell'Unione europea e recepito dall'Italia stessa nell'articolato del testo in esame;
nell'ambito agricolo, una transizione ecologica netta, sprovvista delle necessarie misure di accompagnamento e di agevolazione è destinata a pregiudicare duramente la tenuta economica del comparto, il quale si è in ogni caso dimostrato particolarmente resiliente nell'ambito della recente crisi da COVID-19 e protagonista della transizione verde;
il Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD) del Ministero della transizione ecologica, relativamente alla voce attinente all'agricoltura ed alla pesca, all'energia ed all'IVA, riconduce al settore agricolo circa 2 miliardi di euro di sussidi ambientalmente sfavorevoli;
predetta classificazione prescinde da qualsiasi tipo di analisi qualitativa e di valutazione sulla competitività dei settori toccati e delle finalità per le quali tali sussidi sono stati previsti, la cui presenza è, in particolar modo data l'attuale spirale inflattiva che ha colpito i prezzi di energia e materie prime, necessaria per garantire la tenuta del comparto agricolo;
l'eliminazione orizzontale dei citati sussidi comporterebbe maggiori costi per il comparto agricolo pari a circa 1.5 miliardi di euro per la sola componente relativa ai mezzi tecnici, come gasolio, prodotti fitosanitari e fertilizzanti, con una incidenza sui costi medi di produzione, fissi e variabili, tra il 5 per cento ed il 15 per cento, con relative ripercussioni sul prezzo per il consumatore finale e su tutta la filiera produttiva, incrementando la competitività dei prodotti di Paesi terzi;
l'assenza di alternative immediatamente applicabili ai carburanti ed alle forme di energia attualmente utilizzati a livello commerciale impongono la necessità di non rinunciare in modo immediato alle attuali risorse utilizzate, operando piuttosto secondo una strategia di progressiva ottimizzazione delle tecnologie impiegate ed una conseguente sostituzione energetica e tecnologica solo a fronte di una effettiva ed accessibile alternativa;
le quotazioni delle materie prime alimentari hanno raggiunto il massimo storico dal 2011 ed il rincaro dei prezzi dell'energia ha comportato un ulteriore aumento dei costi di produzione;
l'aumento dell'inflazione nell'area OCSE è ai massimi dal 1997, con una conseguente esplosione dei costi di produzione in un settore che, in assenza di interventi, rischia di avere un forte impatto sulle prospettive dei raccolti, con molti agricoltori in procinto di rinviare le semine o di modificare i normali assetti produttivi, proprio per le difficoltà attraversate dal comparto;
ad influenzare in modo più marcato il prezzo dei prodotti agroalimentari, con riferimento ai consumatori finali, è stato l'aumento dei prezzi di cereali, materie prime lattiero casearie, zucchero e grassi vegetali;
tra le altre materie prime, il prezzo degli imballaggi ha raggiunto il massimo storico, con picchi inflattivi che hanno colpito anche semi, fertilizzanti (con picchi superiori all'80 per cento sul 2020), con eventuali ripercussioni anche sul comparto logistico;
durante l'avvio delle operazioni di messa a coltura i coltivatori hanno già dovuto sostenere spese aumentate fino al 50 per cento per l'utilizzo del gasolio necessario per l'estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione, senza contare l'impennata del costo dei concimi ormai insostenibile, con picchi fino al 143 per cento, per l'urea – per via dell'aumento del gas necessario alla produzione dei fertilizzanti;
è evidente che da un lato il rincaro sin qui delineato non può ripercuotersi sui consumatori e che dall'altro i produttori non possono vendere i propri prodotti a prezzi inferiori ai costi di produzione,
impegna il Governo:
a) a mantenere, l'attuale regime di incentivi e sussidi a favore dei carburanti ed altre materie prime utilizzate in agricoltura, anche dato lo scenario delineato in premessa;
b) a predisporre ulteriori ed apposite misure indennitarie e di sostegno economico, per tutto l'anno 2022, per ovviare al rincaro dei costi di materie prime ed energia di cui in premessa, al fine di garantire un contenimento dei prezzi dei prodotti alimentari ai consumatori ed una tenuta del sistema agroalimentare nazionale, tenendo di conto dell'impossibilità di sostituire determinati prodotti e materie prime, in particolar modo nell'ambito energetico e tecnico-produttivo, in virtù dell'assenza di effettive alternative percorribili.
0/3424/XIII/2. Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
il testo in esame reca il bilancio di previsione per lo Stato per l'anno finanziario 2022 ed il bilancio pluriennale 2022-2024, redatto in coerenza con le disposizioni della legge 31 dicembre 2009, n. 196;
l'istanza di contrasto al cambiamento climatico e tutela dell'ambiente costituisce una istanza condivisa a livello europeo da tutti i Paesi membri dell'Unione europea e recepito dall'Italia stessa nell'articolato del testo in esame;
nell'ambito agricolo, una transizione ecologica netta, sprovvista delle necessarie misure di accompagnamento e di agevolazione è destinata a pregiudicare duramente la tenuta economica del comparto, il quale si è in ogni caso dimostrato particolarmente resiliente nell'ambito della recente crisi da COVID-19 e protagonista della transizione verde;
il Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD) del Ministero della transizione ecologica, relativamente alla voce attinente all'agricoltura ed alla pesca, all'energia ed all'IVA, riconduce al settore agricolo circa 2 miliardi di euro di sussidi ambientalmente sfavorevoli;
predetta classificazione prescinde da qualsiasi tipo di analisi qualitativa e di valutazione sulla competitività dei settori toccati e delle finalità per le quali tali sussidi sono stati previsti, la cui presenza è, in particolar modo data l'attuale spirale inflattiva che ha colpito i prezzi di energia e materie prime, necessaria per garantire la tenuta del comparto agricolo;
l'eliminazione orizzontale dei citati sussidi comporterebbe maggiori costi per il comparto agricolo pari a circa 1.5 miliardi di euro per la sola componente relativa ai mezzi tecnici, come gasolio, prodotti fitosanitari e fertilizzanti, con una incidenza sui costi medi di produzione, fissi e variabili, tra il 5 per cento ed il 15 per cento, con relative ripercussioni sul prezzo per il consumatore finale e su tutta la filiera produttiva, incrementando la competitività dei prodotti di Paesi terzi;
l'assenza di alternative immediatamente applicabili ai carburanti ed alle forme di energia attualmente utilizzati a livello commerciale impongono la necessità di non rinunciare in modo immediato alle attuali risorse utilizzate, operando piuttosto secondo una strategia di progressiva ottimizzazione delle tecnologie impiegate ed una conseguente sostituzione energetica e tecnologica solo a fronte di una effettiva ed accessibile alternativa;
le quotazioni delle materie prime alimentari hanno raggiunto il massimo storico dal 2011 ed il rincaro dei prezzi dell'energia ha comportato un ulteriore aumento dei costi di produzione;
l'aumento dell'inflazione nell'area OCSE è ai massimi dal 1997, con una conseguente esplosione dei costi di produzione in un settore che, in assenza di interventi, rischia di avere un forte impatto sulle prospettive dei raccolti, con molti agricoltori in procinto di rinviare le semine o di modificare i normali assetti produttivi, proprio per le difficoltà attraversate dal comparto;
ad influenzare in modo più marcato il prezzo dei prodotti agroalimentari, con riferimento ai consumatori finali, è stato l'aumento dei prezzi di cereali, materie prime lattiero casearie, zucchero e grassi vegetali;
tra le altre materie prime, il prezzo degli imballaggi ha raggiunto il massimo storico, con picchi inflattivi che hanno colpito anche semi, fertilizzanti (con picchi superiori all'80 per cento sul 2020), con eventuali ripercussioni anche sul comparto logistico;
durante l'avvio delle operazioni di messa a coltura i coltivatori hanno già dovuto sostenere spese aumentate fino al 50 per cento per l'utilizzo del gasolio necessario per l'estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione, senza contare l'impennata del costo dei concimi ormai insostenibile, con picchi fino al 143 per cento, per l'urea – per via dell'aumento del gas necessario alla produzione dei fertilizzanti;
è evidente che da un lato il rincaro sin qui delineato non può ripercuotersi sui consumatori e che dall'altro i produttori non possono vendere i propri prodotti a prezzi inferiori ai costi di produzione,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di:
a) mantenere, l'attuale regime di incentivi e sussidi a favore dei carburanti ed altre materie prime utilizzate in agricoltura, anche dato lo scenario delineato in premessa;
b) predisporre ulteriori ed apposite misure indennitarie e di sostegno economico, per tutto l'anno 2022, per ovviare al rincaro dei costi di materie prime ed energia di cui in premessa, al fine di garantire un contenimento dei prezzi dei prodotti alimentari ai consumatori ed una tenuta del sistema agroalimentare nazionale, tenendo di conto dell'impossibilità di sostituire determinati prodotti e materie prime, in particolar modo nell'ambito energetico e tecnico-produttivo, in virtù dell'assenza di effettive alternative percorribili.
0/3424/XIII/2. (Nuova formulazione) Ciaburro, Caretta.
(Accolto)
ALLEGATO 3
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvata dal Senato.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La Commissione XIII,
esaminato, per le parti di competenza, il provvedimento in oggetto;
premesso che:
la manovra delineata dalla legge di bilancio per il 2022 ha carattere marcatamente espansivo, poiché diretta, in piena coerenza con gli altri provvedimenti che guidano l'azione economica del Governo, a promuovere la crescita attraverso la riduzione delle tasse, lo stimolo degli investimenti e il miglioramento della spesa sociale, con particolare attenzione ai giovani e alle donne;
l'obiettivo perseguito è quello di promuovere, lungo le linee già tracciate dalla Nadef, l'incremento del prodotto interno lordo, in modo da riportarlo, già nel secondo semestre del 2022, ai livelli antecedenti alla crisi determinata dalla pandemia;
le misure contenute nel provvedimento si collocano del quadro di una strategia complessiva che pone al suo centro la sostenibilità ambientale, l'inclusività e l'equità sociale;
rilevato che:
nel contesto della manovra ingenti risorse sono destinate al comparto agro-agroalimentare, che rappresenta uno dei settori nevralgici dell'economia del Paese, contribuendo al prodotto interno lordo per circa il 17 per cento;
in particolare, tra le misure contenute nel provvedimento, si segnalano: l'esenzione ai fini Irpef, già prevista per gli anni dal 2017 al 2021, dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola; il rifinanziamento del Fondo distribuzione derrate alimentari agli indigenti; l'istituzione del Fondo mutualistico nazionale a copertura dei rischi catastrofali; la decontribuzione per gli imprenditori agricoli e coltivatori diretti under 40; il rinnovo dell'indennità per il fermo pesca e l'estensione della CISOA ai pescatori; la realizzazione del piano di stabilizzazione del personale precario del CREA; l'istituzione del Fondo per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tradizionali e certificati; l'incremento della dotazione del Fondo per il recupero della fauna selvatica; lo stanziamento di risorse, da trasferire all'ISMEA, per la concessione di finanziamenti, operazioni di finanza strutturata, concessione di garanzie a fronte di prestiti a favore degli imprenditori agricoli e della pesca e misure per l'imprenditoria femminile e giovanile; la concessione di contributi a favore dei produttori di vino DOP e IGP, nonché dei produttori di vino biologico che investano in più moderni sistemi digitali; l'istituzione di un fondo per dare attuazione alla Strategia forestale nazionale, di un fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, nonché di un fondo per misure di tutela del territorio e per la prevenzione delle infestazioni fitosanitarie per le zone interessate dall'epidemia dell'insetto Ips typographus; la valorizzazione del patrimonio agroalimentare e enogastronomico italiano attraverso la costituzione del «Fondo per il sostegno dell'enogastronomia e della pasticceria italiana»;
preso atto con favore dell'impianto complessivo del provvedimento, che stanzia per il comparto agricolo, oltre due miliardi di euro, cui si aggiungono i fondi della politica agricola comune, per complessivi 50 miliardi di euro, e le risorse destinate all'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), pari a 4,9 miliardi,
DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE.
ALLEGATO 4
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvata dal Senato.
RELAZIONE DI MINORANZA DEL GRUPPO FRATELLI D'ITALIA
La XIII Commissione,
premesso che:
da oramai dieci anni (legge di bilancio 2011/2013) risultano introdotte importanti innovazioni alla struttura dei documenti di bilancio in ragione della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), entrata in vigore il 1° gennaio 2010;
gli obiettivi della legge n. 196 del 2009 sono molteplici e largamente condivisibili: restituire centralità al bilancio articolato in missioni e programmi, superando la frammentazione e l'eterogeneità delle «vecchie» leggi finanziarie omnibus; rendere più trasparenti e leggibili i conti pubblici e le procedure attraverso cui i bilanci vengono costruiti e modificati; armonizzare i bilanci della pubblica amministrazione; migliorare il controllo, la valutazione e il monitoraggio del Parlamento sul bilancio, esaltando il ruolo delle Commissioni di merito nell'analisi delle parti di loro competenza;
se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria – la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia, ma in tutta Europa e nella maggiore parte degli Stati del Mondo – altrettanto vero è che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate e/o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo;
sintomatica al riguardo è la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare che la Legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022;
il disegno di Legge di bilancio per il 2022 è stato presentato al Parlamento l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta il 28 ottobre 2021 e, soprattutto, con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla sopra richiamata Legge di contabilità e finanza pubblica;
detto ritardo ha comportato, sin da subito, una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'approvazione della Legge e si è ulteriormente aggravato nel corso dell'esame da parte del Senato a causa dei continui rinvii, dovuti a contrasti interni alla maggioranza, dei lavori della Commissione Bilancio;
lo attesta il fatto che solo il 20 dicembre 2021 detta Commissione ha potuto esaminare e votare un ristretto numero di emendamenti segnalati e, ciò nonostante, la vastissima maggioranza numerica che appoggia il Governo Draghi, inopinatamente definito dai media, ma non solo, come «il Governo dei migliori»;
la conseguenza di un siffatto modo di procedere si è palesata quando nell'assemblea di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxiemendamento dallo stesso presentato (unico articolo di oltre 1000 commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione), senza quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti presentati per l'esame da parte dell'aula;
detto modo di procedere – come già preannunciato nella conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – porteranno il Governo a richiedere la fiducia sul provvedimento in esame anche alla Camera dei deputati;
a tacere dell'impossibilità per i parlamentari di potere significativamente contribuire, almeno in sede di Commissioni, ad esaminare compiutamente il provvedimento attesi i tempi ristrettissimi imposti dalla conferenza dei capigruppo, al solo fine di evitare l'esercizio provvisorio. Sintomatico il limite di tempo imposto alla Commissione Bilancio della Camera che dovrà concludere – in sede referente – l'esame del disegno di legge Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, entro le ore 13 di martedì 28 dicembre 2021 e, conseguentemente, l'esame da parte delle Commissioni di settore è stato modulato in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio;
a tacere del fatto che l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 (quando si prevede che il Governo richiederà la fiducia) e – quindi – con circa 4 ore a disposizione per l'effettuazione della discussione generale sul provvedimento;
è qui il caso di richiamare, per doverosa comparazione, la modalità di esame della Legge di bilancio da parte del parlamento nei precedenti anni della XVIII Legislatura;
con il Governo giallo-verde (Conte I) il disegno di legge di bilancio venne presentato il 31 ottobre 2018 e approvato l'8 dicembre 2018 dalla Camera dei deputati;
approvato dal Senato con modifiche – bei tempi! – il 23 dicembre 2018, veniva e approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 dicembre 2018;
la manovra di bilancio per il 2020 del Governo giallo-rosso (Governo Conte II) veniva presentata al Senato il 2 novembre 2019, approvata il 16 dicembre 2019, quindi approvata senza modifiche dalla Camera dei deputati il 24 dicembre 2019;
la manovra per il 2021, varata dal Governo giallo-rosso con pandemia in corso, veniva presentata alla Camera dei deputati il 18 novembre 2020 e approvata il 27 dicembre 2020; quindi approvata dal Senato, senza modifiche, il 30 dicembre 2020;
ebbene, il «Governo dei migliori» ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione di questa manovra;
com'è andata lo sappiamo bene, è sotto i nostri occhi e non lascia sbigottiti i soli deputati dell'opposizione ma anche diversi della maggioranza;
evidentemente non siamo noi di Fratelli d'Italia dei visionari negativi, morbosi e malati. Siamo infatti di fronte a cose mai viste. Ne abbiamo viste parecchie, specialmente negli ultimi anni, ma qui si è veramente superato ogni limite;
come detto, lunedì 20 dicembre 2021 non erano ancora iniziate le votazioni degli emendamenti alla Commissione bilancio del Senato, la prima delle due Camere a esaminare questo provvedimento;
non si era mai visto nulla di simile, nemmeno con i Governi Conte, che pure avevano compresso i tempi e cambiato le carte in tavola all'ultimo momento, con una finta lettura, che era stata però decente e presentabile; nel Governo Conte 2 fu presentato all'ultimo momento un emendamento che cambiava tutto (il 2,4 diventava il 2,04), tutti coloro che erano all'opposizione si lamentarono di quel Governo e anche nell'ambito delle stesse maggioranze ci fu chi ammise che non era questo il sistema;
bene, qui abbiamo superato di gran lunga tutti i peggiori record, anche degli ultimi anni;
è qui il caso di evidenziare che, fino a non molti anni fa, solo il fatto di porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura, un atto fortemente criticabile atteso che viene compressa la possibilità del Parlamento di esprimersi. Ma qui altro che compressa! Siamo partiti malissimo, in ritardo di ventuno giorni rispetto a quanto previsto da una legge dello Stato;
quello stesso Stato che chiede ai cittadini di rispettare le proprie leggi, la cui violazione è sanzionata con multe e supermulte;
peccato che sia lo stesso Stato che, nel momento più importante dell'anno dal punto di vista finanziario ma anche dell'intera linea politica del Governo, assiste silenzioso alla violazione della Legge da parte del Governo;
non solo, ma abbiamo ragione di credere che il Consiglio dei Ministri, che è un organo non pubblico, abbia approvato un testo di legge di bilancio poi modificato in qualche ufficio, in qualche androne, in qualche sottoscala, fuori dal Parlamento, dando ascolto alle esigenze di qualche potente ben fuori dalle istituzioni!!!;
il Parlamento è stato proprio ignorato e ha avuto il privilegio di iniziare le votazioni come detto – anche se in realtà tutto era già stato stabilito prima – la sera di lunedì 21 dicembre 2021;
nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e diversa come linee di pensiero, come esigenze di interlocutori: si realizzano dunque compromessi che, nella migliore delle ipotesi, sono mezze misure, ma a volte sono mancate misure;
i colleghi del Gruppo Fratelli d'Italia hanno al Senato presentato e illustrato una serie di proposte di modifica che non hanno trovato adeguata risposta, quando non sono state addirittura del tutto ignorate;
giova però evidenziare che quelle proposte non erano fatti personali di questo o di quel senatore di Fratelli d'Italia, ma rappresentavano i problemi dell'Italia;
per questo esiste un Parlamento, e non c'è solo nel nostro Paese, ma anche negli altri. Serve un Parlamento perché, davanti a tutti, ci siano dei voti, dei sì e dei no, e possibilmente, quando il Governo dice no, dovrebbe anche spiegarlo;
fino a pochi anni fa i relatori non facevano solo i lettori dei pareri del Governo, favorevole o contrario – per fare quello non ci sarebbe bisogno di un relatore – ma spesso davano anche spiegazioni, pensate un po', specialmente dei pareri contrari perché se un emendamento viene accolto chi lo presenta lo sa da sé il motivo;
ebbene, non abbiamo nulla di tutto questo;
dov'è allora il potere se non è nel Parlamento?;
in certi potentati che stanno fuori dal Parlamento: nella migliore delle ipotesi, di gran lunga la migliore, in trattative tra i partiti; in altri casi risiede in potentati che non hanno nulla a che fare con il consenso popolare, ma a volte godono di un forte potere di condizionamento che esercitano in vari modi;
di fatto, abbiamo una Camera che si occupa del provvedimento in Commissione (non in Aula, diciamocelo francamente) e un'altra Camera che, a fasi alterne – di anno in anno – ne prende atto e, in ragione del voto di fiducia richiesta dal Governo, impedisce il ricorso all'esercizio provvisorio;
è un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento dalla funzione legislativa, relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo;
ora, è pur vero che vi erano tutti i presupposti perché la legge di bilancio avesse un epilogo deludente, verificandosi nei fatti quanto Fratelli d'Italia aveva da subito anticipato; tuttavia, mai come in questa occasione il Governo ha scaricato il ritardo di presentazione del provvedimento sul Parlamento;
nell'ultima settimana si è assistito al Senato a un teatrino indegno per un Parlamento che ha già una configurazione anomala, con un Governo che ha una maggioranza del 95 per cento, e che, per i dissidi interni alla maggioranza, comprime lo spazio di confronto nel luogo a questo deputato;
a tacere del fatto che oltre l'85 per cento degli emendamenti presentati proveniva dall'area di maggioranza: praticamente una manovra completamente da rifare, secondo la stessa maggioranza!!!;
nei fatti, prima dell'esame da parte del Senato, la manovra di bilancio del Governo riguardava interventi abbastanza indefiniti, che avrebbero dovuto accentuare la sua presunta espansività;
il Governo si è riempito la bocca (passateci il termine) di questa espansività della manovra, che va però attentamente declinata;
la manovra è «espansiva» fondamentalmente per due ordini di motivi e non per meriti del Governo: abbiamo un Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, ma la cosa più importante è la clausola di salvaguardia, ossia la sospensione del Patto di stabilità;
quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro;
rispetto a quanto si diceva a proposito dell'espansività, va sottolineato che rispetto al 2020, quando l'Italia veniva pesantemente impattata dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è certamente migliorata, ma per i fatti oggettivi prima ricordati: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, il mantenimento della clausola di salvaguardia, con la conseguente sospensione del Patto di stabilità;
questa manovra porta in dote pochi risparmi, che in parte sono stati – badate bene – voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia. In primo luogo, infatti, grazie alla nostra battaglia storica contro il cashback che, sospeso per l'anno 2022, porterà in dote a questa maggioranza, a questo Governo e a questo Parlamento un miliardo e mezzo di euro;
a cui aggiungiamo l'approvazione del nostro emendamento al Senato che fa risparmiare 130 milioni di euro nel settore del cross financing;
quanto ai contenuti, non possiamo che condividere perfino l'opinione espressa dal relatore di maggioranza, senatore Vasco Errani, in merito alla riduzione della pressione fiscale, ossia che serviva più coraggio;
è vero, serviva più coraggio per fare questa riforma fiscale. C'è stato un taglio di 8 miliardi di euro, un terzo dei fondi totali, rispetto alla manovra, ma è poco più dell'1 per cento delle entrate tributarie totali dello Stato, che ammontano a più di 500 miliardi di euro;
pertanto, sulla riforma fiscale, diciamo che va sempre bene quando si riducono le tasse, però questa riduzione varrà, come si leggeva su alcuni quotidiani nazionali, qualche caffè non al giorno, ma a settimana;
oltre a questo, vogliamo qui affrontare un altro capitolo spinoso, quello del reddito di cittadinanza, contro cui Fratelli d'Italia ha sempre condotto una dura battaglia d'opposizione;
pensavamo che potesse essere in qualche modo non dico stravolto, ma almeno profondamente cambiato; purtroppo, questo non è accaduto;
il reddito di cittadinanza, come sapete, secondo noi, avrebbe dovuto essere una misura di reintroduzione al lavoro, ma non ha funzionato, perché sappiamo che solo una esigua minoranza dei percettori del reddito di cittadinanza è occupabile;
questo non lo dice Fratelli d'Italia ma la Corte dei conti, che attesta che solo il 25 per cento dei percettori ha trovato lavoro, per lo più con contratti a tempo determinato, e solo il 15 per cento ancora oggi è occupato. Insomma, un provvedimento che ha clamorosamente fallito rispetto all'obiettivo previsto;
ovviamente siamo consapevoli e riconosciamo che vi sia una categoria di cittadini, di uomini e donne, che va aiutata, tutelata e inserita in modo graduale e controllato nel mondo del lavoro, ma non possiamo esimerci dal sottolineare come risulti del tutto sconfortante rilevare che nemmeno con un enorme esborso di soldi pubblici si sia trovato un lavoro a tutti i beneficiari. Al riguardo, evidenziamo che anche per i disabili – dati alla mano – il reddito di cittadinanza ha avuto un risultato fallimentare;
ecco perché ribadiamo che il denaro pubblico deve essere investito sulle aziende, ossia su chi crea ricchezza, cosicché ne possano poi fruire i cittadini sotto forma di salari e stipendi. Invece, per l'evidente colpa di uno schieramento politico e della propria cecità, lo Stato non riesce a utilizzare al meglio i fondi che mette a disposizione;
esaminando altri temi, presenti nella legge di bilancio, poniamo l'accento – ad esempio – sugli stanziamenti in favore delle Forze dell'ordine. Riteniamo del tutto insufficiente quanto stanziato dal Governo per i finanziamenti alle Forze dell'ordine;
l'attenzione nei loro confronti deve infatti essere primaria nel nostro Paese, perché la sicurezza non può essere soltanto un argomento di cui parlare in campagna elettorale, quando tutti sono per la sicurezza, anche perché sarebbe controproducente per uno schieramento se qualche proprio adepto facesse il tifo per l'insicurezza o per la delinquenza;
di fatto però quando il Parlamento, attraverso la manovra di bilancio, non aiuta le Forze dell'ordine come dovrebbe, ci sentiamo di denunciarlo con forza;
per quanto riguarda le assunzioni nelle Forze dell'ordine, abbiamo visto l'atteggiamento incredibile del Partito Democratico che ha presentato al Senato un emendamento sul possibile trattenimento in servizio degli agenti per un periodo di due anni oltre i limiti ordinamentali;
invece di andare nella direzione di nuove assunzioni, si stabilizza chi c'è già, senza comprendere la situazione e rimanendo completamente distanti dalla realtà e dalle problematiche che attraversano le Forze dell'ordine;
ci riferiamo al fatto che il personale sta diventando sempre più anziano e non riesce a svolgere il proprio compito in strada;
se non si vuole ascoltare Fratelli d'Italia, almeno si ascoltino i sindacati delle Forze dell'ordine e della Polizia che dicono a maggioranza e Governo che stanno andando nella direzione opposta a quella della sicurezza per il cittadino;
diventa infatti difficile per chi è anziano fare ordine pubblico nelle strade;
l'emendamento del PD è andato invece proprio in questa direzione, aumentando il numero di anni necessari al personale delle Forze dell'ordine per andare in pensione, non capendo che, invece, bisogna stanziare fondi – come è stato fatto in parte, ma a nostro avviso in maniera insufficiente – per avere un aumento del personale in servizio;
resta il fatto che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nei prossimi dieci anni avremo una riduzione di 10.000 unità;
per non parlare poi della Polizia penitenziaria, tema difficilissimo e importantissimo;
qualche mese fa, il ministro Marta Cartabia non si è potuto esimere dal riconoscere la carenza di personale e il progressivo invecchiamento di quello in servizio;
nei prossimi anni andranno in pensione 30.000 agenti della Polizia penitenziaria, personale che svolge un lavoro molto logorante ed usurante;
di fatto, chi svolge quel lavoro, molto spesso, è un detenuto come gli altri;
ne segue che sarebbe stato importante da parte del Governo stanziare più fondi possibili per favorire nuove assunzioni, tenuto anche conto che ci sono molti partecipanti ai concorsi ancora in attesa di assunzione;
un altro ambito, non possiamo tacere sul vergognoso emendamento riguardante la magistratura onoraria che il Governo ha presentato, sostenendo di volere fare fronte alla procedura di infrazione annunciata dall'Europa nei confronti dell'Italia, atteso il modo in cui in tutti questi anni sono stati trattati e continuano a essere trattati i magistrati onorari;
magistrati considerati come veri e propri rider della giustizia, anzi peggio, poiché adesso i rider verranno regolarizzati e stabilizzati;
i giudici onorari – come sappiamo tutti benissimo – risolvono quasi la metà di tutti gli affari della giustizia che, senza di essi, semplicemente si bloccherebbe;
senza i viceprocuratori onorari non sarebbe possibile tenere udienza, e non diciamo davanti al giudice di pace, ma nemmeno davanti al tribunale; senza i circa 2.000 giudici onorari di tribunale sarebbe impossibile comporre una infinità di collegi;
si tratta di magistrati che, per anni, hanno lavorato senza tutele e senza i minimi diritti elementari che dovrebbero spettare ad ogni lavoratore, come ha riconosciuto l'Europa e – finalmente – anche la magistratura italiana con alcune importanti sentenze;
ebbene, quale è il riconoscimento, quale la gratitudine che il Ministro della giustizia e il Governo manifestano con l'emendamento citato nei confronti di questa categoria che ha tenuto in piedi la giustizia italiana?;
si tratta di un emendamento che parifica il magistrato onorario al personale amministrativo, mortificando non la figura del primo, ma la funzione giurisdizionale che esercita;
parificandola al personale amministrativo, non soltanto si offende la magistratura onoraria, ma anche l'alta funzione giurisdizionale assolta in nome del popolo italiano;
è una vergogna che Fratelli d'Italia denuncia in modo forte e chiaro. Come denunciamo l'illogicità, l'incongruenza e la contraddizione di pretendere di sottoporre a una prova selettiva con tanto di esame, seppur orale, magistrati che hanno fatto il loro dovere per dieci, quindici o venti anni nelle aule di giustizia. Anche questa è un'ulteriore umiliazione che il Governo doveva e poteva risparmiare a questi fedeli funzionari dello Stato;
la cosa però veramente vergognosa è che, con il predetto emendamento, il Governo impone per legge al magistrato, che dovesse accettare questa pur umiliante stabilizzazione, nel momento stesso in cui firma la domanda di adesione alla selezione, anche nel caso in cui non dovesse superarla, di rinunciare a tutti i diritti;
ai diritti che spettano, per il passato, a tutti i lavoratori: deve rinunciare, infatti, agli arretrati, ai diritti previdenziali e assistenziali;
deve rinunciare a tutto quanto. È un ricatto imposto per legge che grida vergogna nei confronti di chi ha un minimo senso di giustizia;
ma quale Stato di diritto si comporta in questo modo nei confronti dei suoi fedeli servitori, come hanno dimostrato di essere i giudici onorari, anche rischiando la vita durante la pandemia?;
anche per quanto riguarda il comparto della Difesa, ben altre erano le aspettative di coloro che vi prestano il loro qualificato servizio;
in particolare, occorre integrare la legge di bilancio 2022, come approvata dal Senato, prevedendo:
l'ulteriore proroga, almeno fino al 31 dicembre 2022, della durata della ferma dei medici e degli infermieri militari in servizio alla data del 31 dicembre 2021.
Inoltre, va incluso, nel detto provvedimento di proroga della ferma anche il personale sanitario, non medico, impegnato nei laboratori nei vari centri del Ministero della difesa quali ad esempio i biologi:
di istituire, al fine di recepire l'esigenza di sicurezza nella Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia, nella Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet di Firenze, nella Scuola Militare Nunziatella di Napoli e nella Scuola Militare Teuliè di Milano, un apposito fondo per l'acquisto degli opportuni mezzi di aerazione, ventilazione e ricambio dell'aria meccanica;
valutiamo di grande importanza che, grazie all'impegno di Fratelli d'Italia, dopo venti anni di battaglie delle associazioni sindacali, di categoria e delle casse di previdenza, ai liberi professionisti è stato riconosciuto il diritto alla salute;
molti non lo sanno, ma purtroppo, fino a ieri, questo diritto non era riconosciuto: i liberi professionisti che si ammalavano o si infortunavano dovevano non solo pagare le conseguenze dell'infortunio, ma addirittura pagare le conseguenze sanzionatorie dell'impossibilità di potere svolgere la loro professione;
dovevano, quindi, risarcire i clienti per le sanzioni che lo Stato comminava loro in conseguenza della malattia del professionista;
una vicenda scandalosa che veniva da tutti additata e considerata come tale, ma che poi nessuno ha mai modificato. Il Gruppo Fratelli d'Italia al Senato ha condotto e vinto, una battaglia di civiltà che interessa 2 milioni di professionisti italiani;
dobbiamo, invece, esprimere la ferma contrarietà di Fratelli d'Italia a fronte della decisione del Governo di non acconsentire al rinvio della riscossione delle cartelle per rottamazione-ter e saldo e stralcio: un impegno che il Governo aveva preso in Parlamento in precedenza (in occasione della conversione del decreto-legge in materia fiscale) e che è stato clamorosamente disatteso;
avete, come Governo ma anche come maggioranza che lo sostiene, disatteso un impegno con quei milioni di italiani che si trovano a dover pagare in pochi giorni quello che era stato sospeso per un anno e mezzo: è inaccettabile nel merito e nel metodo perché, quando prende impegni, un Governo li deve mantenere, Draghi o non Draghi; chiunque è obbligato a essere coerente con la parola data;
tra i tanti, c'è un provvedimento che è stato corretto in maniera parziale dalla legge di bilancio 2022, lasciando per altro irrisolti i problemi che andrà a creare. Il riferimento è alla misura introdotta nel decreto fiscale, che andrà a modificare il campo di applicazione dell'IVA per quanto riguarda il mondo associazionistico;
un provvedimento pesantissimo, che – come detto – è stato corretto solo parzialmente e in modo piratesco. La Commissione bilancio del Senato, infatti, ha approvato un emendamento che ha differito il problema di un paio d'anni. Verrebbe da dire che, tutto sommato, il problema temporaneamente è stato risolto, se non fosse che ha aggravato la situazione di tutto il comparto;
sono valutazioni che non fa soltanto Fratelli d'Italia, ma che sono anche del forum del terzo settore – l'unica parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano – che ha pesantemente criticato questa manovra;
il provvedimento di rinvio non ha prodotto e non produrrà risultati efficaci;
il mondo delle associazioni, infatti, deve ancora valutare se trasformare la propria natura giuridica da associazione semplice ad associazione di promozione sociale, andando a modificare il proprio statuto: con questa spada di Damocle rimasta sulla testa, all'evidenza non prenderà, nella sua gran parte, in considerazione l'ipotesi di trasformazione in associazione di promozione sociale;
è un aspetto importante che non solo non è stato risolto, ma addirittura è stato appesantito; il rinvio non è assolutamente la panacea per la soluzione del problema e l'augurio è che – in futuro – si possa arrivare a una definizione, la più perentoria possibile, che risolva radicalmente la questione introdotta con l'approvazione del decreto fiscale;
c'è poi un altro aspetto che deve essere affrontato, ancora nell'ambito dell'associazionismo. Questa volta siamo di fronte alle problematiche del mondo dello sport che da sempre, almeno in Italia, presenta un problema endemico relativo alla sua partenza dal basso;
ci riferiamo alla presenza dello sport all'interno delle scuole;
da sempre diciamo che non ci potrà essere una crescita omogenea dello sport nel nostro Paese senza una sua crescita equilibrata all'interno delle nostre scuole;
ebbene, avevamo salutato con attenzione, curiosità e anche con rispetto l'introduzione all'interno del disegno di legge di bilancio di una norma che prevedeva l'inserimento dell'attività motoria nella scuola primaria: un fatto epocale, veramente importante, rispetto al quale ci eravamo impegnati a seguire con attenzione l'iter di questa parte della manovra;
purtroppo, questo aspetto legato alla possibilità di poter fare finalmente crescere il mondo dello sport all'interno dell'istituzione scolastica è stato rivoluzionato, svuotato di significati e di investimenti, ed è stato ridotto a un mero provvedimento di facciata che andrà per l'ennesima volta a rinviare il problema;
per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, lo sport è dunque clamorosamente assente;
al riguardo, citiamo rapidamente gli emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato al Senato e che non sono stati minimamente degnati neanche di una discussione e che riguardavano la possibilità che le spese derivanti dalla crisi pandemica potessero essere affrontate con risorse dello Stato per attenuare le perdite, che assommano a circa il 50 per cento dei proventi medi abituali dell'attività sportiva; abbiamo chiesto l'inserimento di un bonus wellness, un intervento per il pagamento delle utenze, il differimento per il pagamento dei mutui e dei leasing, ma tutto questo non ci è stato riconosciuto e non ci è stato neppure permesso di illustrare;
altro grande problema del tutto trascurato in questa legge di bilancio è quello legato alla situazione demografica in Italia. Come abbiamo visto dagli ultimi dati Istat, l'Italia registra, da gennaio 2021 a settembre 2021, 1,17 figli per donna. Eravamo a circa 1,59 l'anno precedente. Il crollo è stato repentino, tenendo conto del fatto che a livello europeo la media è di 2,1 per donna, soglia che permette appunto un ricambio generazionale;
ecco, quindi, che, tra le tante proposte che riteniamo essere importanti, vi è quella del congedo parentale o, meglio, dell'astensione facoltativa dal lavoro;
è una misura da proporre per uomo e donna, ma noi sappiamo benissimo che, tra il compenso mensile di uomo e donna, c'è un differenziale di circa il 30 per cento, chiaramente a discapito del sesso femminile. Quindi, è chiaro, a fronte delle opportunità, quale quella attualmente in vigore, del congedo parentale fino a sei mesi dell'età del bambino con una decurtazione dello stipendio del 70 per cento, quale dei due sessi vi farà maggiormente ricorso;
comunque, non è solo questo il punto;
il punto è anche legato a una esigenza di tipo pedagogico, alla crescita armonica, anche serena, del bambino e, soprattutto, a dare l'opportunità alle famiglie e alle giovani coppie di scegliere la soluzione più consona alla propria situazione di vita;
un ulteriore significativo aiuto sarebbe potuto derivare, come da noi richiesto, dall'applicazione dell'aliquota agevolata al 5 per cento per i prodotti legati alla prima infanzia, che sono tantissimi e costosissimi;
quando sentiamo parlare di inverno demografico, in realtà siamo consci del fatto che la situazione è molto più grave: siamo in completa emergenza demografica poiché figli non li fa più nessuno. Una mano a quelli che vogliono fare i figli, abbassando l'aliquota IVA al 5 per cento sui prodotti per la prima infanzia, la vogliamo dare o vogliamo soltanto predicare quando non ci costa niente? Per quanto riguarda poi la cosiddetta tampon-tax apprezziamo che l'aliquota sia stata ridotta dal 22 al 10 per cento, ma ci chiediamo: perché non al 5 per cento? Qualcuno ricorda quella finanziaria che dimezzò l'IVA sui tartufi, che non risultano essere un bene necessario?;
ebbene non si vede perché l'aliquota IVA non sia stata ridotta al 5 per cento, aliquota per altro in linea con quella in vigore in molti Paesi europei: la Francia è già scesa al 5,5 per cento, la Germania al 7 per cento, il Belgio al 6 per cento, il Portogallo al 6 per cento, l'Irlanda naturalmente è intervenuta prima della direttiva del 2006 e ha addirittura annullato l'IVA. Johnson, nel Regno Unito, prima l'aveva abbassata al 5 per cento e adesso l'ha annullata e se l'è venduta come un effetto della Brexit. Quindi, stiamo parlando non di cose irrilevanti, ma di un riconoscimento, un sostegno, un aiuto e un segnale alle donne, in quanto anche in questo caso si tratta di un bene necessario e non voluttuario;
esprimiamo piena soddisfazione, invece, sulla decisione del Governo di ascoltare le proposte formulate al riguardo da Fratelli d'Italia, finanziando anche la ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Si tratta di un modello messo immediatamente in campo dal governatore delle Marche, l'ex nostro collega Francesco Acquaroli, che da mesi proponevamo al Governo, affinché fosse portato in tutte le scuole italiane. Resta invece l'amarezza, sempre con riferimento alla scuola, per la mancanza della capacità e anche della volontà di intervenire in alcuni ambiti, che ormai da troppo tempo aspettano risposta;
c'è grande delusione per la parziale proroga dell'organico Covid del personale ATA: con gli stanziamenti di bilancio previsti, non sappiamo come si pensi di fronteggiarne le necessità. C'è poi tutta la questione riguardante la mobilità, sia degli insegnanti, sia dei dirigenti scolastici. Non viene data risposta ai direttori generali dei servizi amministrativi, con un aumento della loro indennità amministrativa. C'è la questione dei percorsi abilitanti: nella scuola abbiamo tanti precari, che sarebbero pronti ad essere immessi in ruolo e a riempire gli spazi disponibili – che ci sono – per fare in modo che la scuola italiana abbia personale adeguato, visto soprattutto quanto ha subito negli ultimi tempi. C'è infine la questione, che veramente non capiamo, degli idonei STEM (science, technology, engineering and mathematics), che hanno sostenuto un concorso e che aspettano da tempo di essere stabilizzati. Non si capisce la ragione per la quale tutte le forze politiche diano loro solidarietà a chiacchiere e poi invece non si assuma una decisione sacrosanta, che non ha un costo rilevante;
che dire poi di quello psicodramma in cui la maggioranza ha trasformato, nel tempo, il superbonus? Avete tribolato tanto a raggiungere un accordo, ma ci voleva tanto a capire che su questo tema servono certezza dei tempi, semplificazione delle procedure e, ovviamente, riconoscimento del valore della cessione del credito d'imposta? Fratelli d'Italia vi chiedeva solo questo – a dire ve lo chiedevamo in tanti – ma, purtroppo, avete fatto troppo poco anche in questa direzione;
del tutto positivo è lo stanziamento, disposto in ragione dell'approvazione al Senato di un emendamento di Fratelli d'Italia, di 10 milioni di euro da destinare al fondo per gli immobili occupati: altro che 10 milioni per qualche marchetta in giro! Se a un proprietario di immobile residenziale occupano la casa fino ad oggi – prima dell'approvazione di questo disegno di legge di bilancio – egli continua a essere tenuto a pagare tutte le tasse su quell'immobile: la quota Irpef, la quota IMU, se non è prima casa, e la quota Tari. Grazie a Fratelli d'Italia, da quando viene fatta la denuncia di occupazione dell'immobile a quando quell'immobile non viene liberato, le tasse sull'immobile occupato non saranno più dovute;
abbiamo ribadito più volte, anche in quest'Aula, che non ci sembra normale che una patente per guidare i camion in Italia costi 2.500 euro e nel Regno Unito 250. Al danno si aggiunge la beffa, perché gli stipendi per gli autisti professionisti in Italia sono tra i più bassi;
non si arriva nemmeno a 30.000 euro lordi, a fronte di quanto si guadagna in altre nazioni europee. Il costo della formazione chiaramente penalizza oltremodo i lavoratori italiani;
andava garantito, quindi, un supporto economico proprio per avviarli al mondo del lavoro;
si parla tanto dell'introduzione dei giovani al mondo del lavoro, della grande questione lavorativa e poi lo Stato si gira dall'altra parte;
continueremo a ripeterlo: secondo noi, in Italia costa troppo prendere una patente di guida per diventare autista;
ci vuole troppo tempo. In Italia il corso di studi arriva a sette mesi, mentre nel Regno Unito è di due mesi;
nell'Est europeo con un paio di mesi si consegue il titolo che consente di introdurre i giovani al mondo del lavoro in questo comparto;
il Governo pensa di aver risolto la questione con il bonus patente. Abbiamo, come Fratelli d'Italia, chiesto al Senato di allargare la platea di coloro che potevano usufruire di questa possibilità anche ad altre categorie di autisti e ad altre tipologie di autotrasportatori, ma l'emendamento è stato clamorosamente rigettato;
quanto all'agricoltura nella legge di bilancio è riservato poco rispetto a un settore non solo primario per definizione, ma fondamentale per la nostra economia, atteso che l'agricoltura e l'agroalimentare rappresentano un quarto del nostro PIL;
non basta all'evidenza sostenere che in questo disegno di legge di bilancio le risorse per l'agricoltura sono raddoppiate rispetto alla precedente legge quando, in termini assoluti, su una manovra come questa si arriva a stanziare poche centinaia di milioni come risorse dirette per il settore;
questi numeri attestano quanto poco centrale sia l'agricoltura nell'agenda politica di questo Governo, che di fatto dimostra di non credere, perché non investe e non dedica risorse – non diciamo importanti, ma almeno accettabili – a un settore che, in questo periodo di crisi dovuta alla pandemia, ha dimostrato di non arrendersi mai e di garantire il cibo per tutti;
ma ci sono altri elementi che ci preoccupano: il primo è fondamentale e determinante per la tenuta del settore;
abbiamo l'impressione – e sinceramente ce ne dispiace – che non ci siano una visione, un piano strategico per la nostra agricoltura, ma che si cerchi di mettere sempre una toppa alle troppe emergenze; tante toppe e nessuna visione;
una mancanza di visione – a nostro avviso, ad esempio – si registra appieno nella mancanza, ad oggi, di un piano strategico nazionale, da presentare fra pochi giorni alla Commissione europea, per l'attuazione della prossima politica agricola comune (PAC);
si parla tanto di transizione ecologica, i leader europei lanciano slogan che sicuramente colpiscono l'immaginario collettivo: 3 miliardi di alberi da piantare da oggi al 2030;
siamo già in ritardo, perché ad oggi non se ne è piantato, di fatto, nemmeno uno;
ma, se proviamo a fare un conto veloce, significa piantare 300 milioni di alberi l'anno, un milione di alberi al giorno;
ma ci rendiamo conto? Ma ammesso che sia anche possibile, ci chiediamo se esista un piano di piantumazione nel nostro Paese;
ma soprattutto, chi produce questi alberi e quanti se ne possono produrre? Non lo sappiamo, perché non c'è alcuna strategia;
oltre a non investire sul verde, il problema è che non si fa niente sul piano legislativo per aiutare il settore. Nello specifico del disegno di legge di bilancio, come Fratelli d'Italia abbiamo proposto la riformulazione del bonus verde, ma siamo rimasti inascoltati;
non solo: la legge sul florovivaismo, approvata alla Camera è bloccata da mesi al Senato: insomma, abbiamo bisogno di piante e blocchiamo una legge per dare certezze a chi le produce;
rimaniamo sempre sul tema ambientale: stiamo attraversando una vera e propria emergenza relativa alla fauna selvatica, che sta mettendo a serio rischio l'equilibrio faunistico e ambientale;
è soprattutto un fenomeno che sta mettendo in ginocchio molti agricoltori e allevatori: l'eclatante sovraffollamento di cinghiali che, ormai, arrivano a passeggiare tranquillamente nelle strade delle città;
i cinghiali sono un pericolo per l'ambiente, ma soprattutto un pericolo sanitario: detti animali trasmettono la peste suina africana la cui eventuale propagazione nel Paese equivarrebbe alla fine della suinicoltura e della produzione di insaccati, una delle nostre produzioni di eccellenza. Cosa si fa con questa manovra finanziaria?;
si stanziano risorse per la sterilizzazione, invece di predisporre risorse per un serio piano nazionale straordinario di abbattimenti, al fine di portare quegli animali a un numero sostenibile, per poi mettere in campo tutte le azioni necessarie per il contenimento, compresa la modifica della legge 11 febbraio 1992, n. 157, ormai vecchia di quasi trent'anni e non più idonea ad affrontare le situazioni odierne;
nonostante quanto evidenziato, non si mettono risorse per compensare gli agricoltori da questi danni. Così come abbiamo trovato un muro anche sulla proposta di Fratelli d'Italia di agevolare le cessioni agricole all'interno dei contratti di rete;
siamo stati inascoltati;
poche, infine, le risorse stanziate per interventi finalizzati al contrasto della xylella che, a causa di una pessima gestione della crisi da parte dell'amministrazione regionale della Puglia, sta distruggendo un intero comparto e territorio;
purtroppo, non c'è stato spazio per molte altre battaglie che Fratelli d'Italia aveva provato a portare all'attenzione del Senato;
gli italiani hanno bisogno di lavoro e noi – da sempre – abbiamo avanzato proposte, anche per il disegno di legge di bilancio;
abbiamo proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: più assumi, meno tasse paghi. È una cosa di buon senso;
con un meccanismo composito, abbiamo proposto una super deduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di lavoro; come abbiamo il superbonus per gli ammortamenti, abbiamo proposto di introdurre il superbonus per chi assume persone in Italia: si agevola in tal modo l'economia reale e si penalizzano le grandi concentrazioni economiche, che fanno utili in Italia senza assumere. Una proposta di mero buon senso, ma l'emendamento è stato bocciato;
purtroppo, Gualtieri si era sbagliato quando aveva detto che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro a causa del COVID-19; il posto di lavoro l'hanno perso in moltissimi: lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, partite IVA. Sono in molti ad aver perso il posto di lavoro;
abbiamo proposto allora la creazione di un fondo per la ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia, attraverso sistemi collaudati, ossia ponendo a carico dello Stato il 50 per cento dei contributi previdenziali che sono a carico del datore di lavoro;
è un meccanismo che, per esempio, già funziona per l'occupazione femminile o l'occupazione giovanile. Anche questa ci sembrava una misura semplice, immediata e di buon senso, ma è stata bocciata;
abbiamo anche sollecitato un intervento contro la concorrenza sleale che subiscono prevalentemente i nostri commercianti;
esiste il meccanismo delle imprese «apri e chiudi»: chiunque sa che il fisco prende contezza di un'attività non prima di due anni;
legalmente, se io apro un'attività, posso tranquillamente non versare un euro allo Stato prima di ventiquattro mesi, non facendo qualcosa di illegale, ma semplicemente applicando la legge. Però, se io alla fine dei due anni sparisco, il fisco non mi rintraccia più;
e allora ci sono delle piccole accortezze che si possono adottare: per i soggetti a rischio, prevalentemente chi è extracomunitario (non perché si voglia fare discriminazione, ma perché è più facilmente non più reperibile), istituire un fondo cauzionale o una fideiussione sulle tasse che saranno dovute;
in conclusione, analizzando il testo della legge di bilancio 2022 a nostre mani, più che una legge volta al futuro dell'Italia ci sembra di avere a che fare con la vecchia «legge mancia», allora contestata dalla sinistra, pur costituendo un'appendice della legge finanziaria, e oggi elevata della sinistra a legge di sistema. Ciò a dimostrazione di come, per tenere in piedi una maggioranza così eterogenea e frastagliata, ci sia bisogno di una mediazione al ribasso e di cercare di accontentare tutti, il che non fa certo bene alla Nazione;
quanto al cosiddetto «Governo dei migliori» ci auguriamo che il presidente Draghi, con il rispetto che Fratelli d'Italia gli riconosce come persona, voglia anche lui calarsi un po' nell'umiltà che ogni cittadino deve avere, magari convenendo con noi che gli organi parlamentari non sono un optional a sua disposizione!;
questa legge di bilancio è nei fatti solo l'effetto di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, insieme non riescono a stare se non perché così impone loro il ricorso al voto di fiducia di cui il Governo abusa a piene mani;
il compromesso al ribasso, tuttavia, produce l'assenza di una visione: non c'è visione politica in questa manovra; non c'è rilancio per la Nazione perché non c'è amore per la Nazione italiana e per quella che noi chiamiamo Patria,
DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO