X Commissione

Attività produttive, commercio e turismo

Attività produttive, commercio e turismo (X)

Commissione X (Attività produttive)

Comm. X

Attività produttive, commercio e turismo (X)
SOMMARIO
Lunedì 27 dicembre 2021

SEDE CONSULTIVA:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni (per le parti di competenza). C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato (Relazione alla V Commissione) (Esame e rinvio) ... 180

SEDE CONSULTIVA:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni (per le parti di competenza). C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato (Relazione alla V Commissione) (Seguito dell'esame e conclusione – Relazione favorevole) ... 186

ALLEGATO 1 (Proposte emendative) ... 190

ALLEGATO 2 (Proposta di ordine del giorno presentata) ... 191

ALLEGATO 3 (Relazione approvata) ... 192

ALLEGATO 4 (Relazione di minoranza presentata dal Gruppo Fratelli d'Italia) ... 193

X Commissione - Resoconto di lunedì 27 dicembre 2021

SEDE CONSULTIVA

  Lunedì 27 dicembre 2021. — Presidenza del vicepresidente Andrea GIARRIZZO.

  La seduta comincia alle 16.35.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni (per le parti di competenza).
C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Andrea GIARRIZZO, presidente, avverte che la Commissione è chiamata oggi a esaminare il disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (C. 3424 Governo, approvato dal Senato) e relativa Nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato), ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza.
  Per quanto riguarda la Commissione, oltre alle disposizioni di propria competenza contenute nella prima sezione, saranno esaminate anche le Tabelle relative agli stati di previsione (Ministero dell'economia e delle finanze – Tabella 2, Ministero dello sviluppo economico – Tabella 3, Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale – Tabella 6, Ministero dell'istruzione – Tabella 7, Ministero della transizione ecologica – Tabella 9, Ministero dell'università e della ricerca – Tabella 11 e Ministero del turismo – Tabella 16) contenute nella seconda sezione e approvate dal Senato della Repubblica nel testo risultante dalla Nota di variazioni.
  L'esame si concluderà con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore. Potranno essere presentate relazioni di minoranza.
  Ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato alle ore 17 della giornata odierna.

  Luca SUT (M5S), relatore, espone in sintesi, per le parti di competenza della Commissione, i contenuti del disegno di legge di bilancio per il 2022, al fine di rendere la relazione alla V Commissione. Fa innanzitutto presente che la sezione I del disegno di legge di bilancio, a seguito dell'esame al Senato e della posizione della questione di fiducia, è costituita da un unico articolo composto di 1013 commi. Gli articoli da 2 a 22 costituiscono la sezione II relativa agli stati di previsione dell'entrata e dei ministeri, al totale generale della spesa, al quadro generale riassuntivo nonché a disposizioni diverse (articolo 20): gli articoli 21 e 22, infine, contengono, rispettivamente, la clausola di salvaguardia e l'entrata in vigore.
  Evidenzia che l'articolo 1, comma 1, Allegato 1, fissa per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, i livelli massimi del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario in termini di competenza e cassa, in ottemperanza a quanto disposto dall'articolo 21, comma 1-ter, lettera a) della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009).
  Per competenza, il Livello massimo del saldo netto da finanziare, tenuto conto degli effetti derivanti dalla presente legge è pari a 203.000 milioni di euro per il 2022, a 180.500 milioni di euro per il 2023 e a 116.800 milioni di euro per il 2024. Sempre per competenza, il Livello massimo del ricorso al mercato finanziario, tenuto conto degli effetti derivanti dalla presente legge, è pari a 480.347 milioni di euro per il 2022, a 490.600 milioni di euro per il 2023 e a 435.475 milioni di euro per il 2024.
  Per cassa, il Livello massimo del saldo netto da finanziare, tenuto conto degli effetti derivanti dalla presente legge è pari a 280.000 milioni di euro per il 2022, a 245.500 milioni di euro per il 2023 e a 174.000 milioni di euro per il 2024. Sempre per cassa, il Livello massimo del ricorso al mercato finanziario, tenuto conto degli effetti derivanti dalla presente legge, è pari a 557.372 milioni di euro per il 2022, a 555.600 milioni di euro per il 2023 e a 492.675 milioni di euro per il 2024.
  Ricorda che i livelli del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario sono determinati coerentemente con gli obiettivi programmatici del saldo del conto consolidato delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 10, comma 2, della legge di contabilità e finanza pubblica medesima, riguardante i contenuti del Documento di economia e finanza pubblica (DEF). Tali obiettivi per il triennio di riferimento sono stati aggiornati da ultimo lo scorso settembre dalla Nota di aggiornamento al DEF (NADEF) 2021. Ricorda altresì che la NADEF indica un indebitamento netto programmatico pari a –5,6 per cento del PIL nel 2022, –3,9 per cento nel 2023 e –3,3 per cento nel 2024.
  Annuncia che si soffermerà brevemente sulle sole materie in d'interesse della Commissione, rinviando alla documentazione predisposta dagli uffici per ogni ulteriore approfondimento. In tal senso, segnala che interessano le competenze della X Commissione le norme recanti misure per la crescita, l'internazionalizzazione e l'accesso al credito delle imprese, quelle concernenti misure per il commercio e il turismo, il settore dell'energia e, infine, la ricerca applicata.
  Tra le misure volte allo sviluppo delle imprese, segnala che viene prorogata e rimodulata la disciplina del credito d'imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi, in particolare: per gli investimenti in beni materiali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello Industria 4.0, se effettuati dal 2023 al 2025, il credito d'imposta è riconosciuto nella misura del 20 per cento del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro, nella misura del 10 per cento del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e nella misura del 5 per cento del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili, pari a 20 milioni di euro; per gli investimenti aventi ad oggetto beni immateriali (software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni) connessi a investimenti in beni materiali «Industria 4.0», si proroga al 2025 la durata dell'agevolazione e, per gli anni successivi al 2022, se ne riduce progressivamente l'entità (dal 20 per cento del 2022 al 15 per cento del 2023 e al 10 per cento del 2024) (comma 44).
  Viene poi modificata ed estesa la disciplina del credito d'imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative, di cui ai commi da 198 a 206 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2020 (legge n. 160 del 2019). La proroga dei benefici oltre il 2022 opera con tempistiche, misure e limiti massimi differenziati, a seconda della tipologia di investimenti. Per l'anno 2022, si mantiene comunque la stessa misura e lo stesso limite massimo disposto dalla legislazione vigente. In particolare: il credito d'imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, viene prorogato sino al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2031, mantenendo, fino al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2022, la misura di fruizione già prevista, pari al 20 per cento e nel limite di 4 milioni di euro, mentre, per i successivi periodi d'imposta fino al 2031, la misura è del 10 per cento e nel limite di 5 milioni di euro; il credito d'imposta per le attività di innovazione tecnologica e di design e ideazione estetica è prorogato fino al periodo d'imposta 2025, mantenendo, per i periodi d'imposta 2022 e 2023, la misura del 10 per cento e prevedendo, per i periodi d'imposta 2024 e 2025, la misura del 5 per cento, fermo restando il limite annuo di 2 milioni di euro; per le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0, il credito d'imposta è prorogato sino al periodo d'imposta 2025 ed è riconosciuto, per il periodo d'imposta 2022, nella misura già prevista, e pari al 15 per cento, nel limite di 2 milioni di euro. Per il periodo di imposta 2023 è riconosciuto in misura del 10 per cento nel limite massimo annuo di 4 milioni di euro e, per i periodi d'imposta 2024 e 2025, nella misura del 5 per cento sempre nel limite di 4 milioni (comma 45).
  Segnala poi che viene quindi rifinanziata la «Nuova Sabatini» per 240 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, 120 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 e 60 milioni per l'anno 2027 (commi 47-48) nonché estesa al 30 giugno 2022 la disciplina degli incentivi per le aggregazioni tra imprese, di cui viene altresì ampliata l'operatività. Tale incentivo permette, per le operazioni di aggregazione di imprese, il riconoscimento fiscale dell'avviamento e del maggior valore attribuito ai beni strumentali, materiali e immateriali – fino alla soglia di cinque milioni di euro – senza il pagamento di alcuna imposta (commi 70-71).
  Rammenta che viene adeguata alla nuova Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 il credito d'imposta per investimenti nel Mezzogiorno, consentendo, in particolare, nella regione Molise, l'applicazione agli investimenti di un'intensità del credito superiore rispetto alla situazione attuale (comma 175).
  Viene, inoltre, istituito nello stato di previsione del MISE il Fondo per il sostegno alla transizione industriale con una dotazione di 150 milioni di euro a decorrere dal 2022, allo scopo di favorire l'adeguamento del sistema produttivo nazionale alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici. A valere sulle risorse del fondo possono essere concesse agevolazioni alle imprese, con particolare riguardo a quelle che operano in settori ad alta intensità energetica, per la realizzazione di investimenti per l'efficientamento energetico, per il riutilizzo per impieghi
produttivi di materie prime e di materie riciclate (commi 478-479).
  Con finalità ambientali, la disciplina del Fondo nazionale per l'efficienza energetica viene modificata prevedendo una riserva delle risorse a favore all'erogazione di contributi a fondo perduto, nel limite complessivo di 8 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022 (comma 514).
  Si prevede uno specifico intervento a livello di distretto territoriale e viene riconosciuto al Comune di Prato un contributo di 10 milioni di euro per l'anno 2022, per il sostegno economico alle imprese del settore tessile del distretto industriale pratese (commi 658-659).
  Evidenzia che viene istituito presso il Ministero dello sviluppo economico (MISE), con una dotazione di 5 milioni di euro per il 2022, un Fondo per la tutela e la valorizzazione dell'impresa artigiana di produzione di beni, anche semilavorati, aventi valore creativo ed estetico per la lavorazione manuale applicata (comma 700) e che viene rifinanziata di 5 milioni per il 2022 la legge 9 luglio 1990, n. 188, a tutela della ceramica artistica tradizionale e di qualità (comma 701). Viene altresì istituito nello stato di previsione del MISE un ulteriore Fondo, dotato di 5 milioni per il 2022, per le imprese della ceramica artistica e del Vetro artistico di Murano (comma 702).
  Segnala che viene poi snellita la disciplina relativa agli interventi diretti a salvaguardare l'occupazione e a dare continuità all'esercizio delle attività imprenditoriali a valere sul Fondo per la crescita sostenibile, laddove prevede la possibilità di concedere finanziamenti in favore di piccole imprese in forma di società cooperativa costituite da lavoratori provenienti da aziende i cui titolari intendano trasferire le stesse, in cessione o in affitto, ai lavoratori medesimi. Le modificazioni riguardano gli investitori di cui si può avvalere il MISE, con espresso rinvio alle sole società finanziarie appositamente costituite (e partecipate dallo stesso MISE) al fine di salvaguardare e incrementare l'occupazione, mediante lo sviluppo di piccole e medie imprese costituite nella forma di società cooperativa o di piccola società cooperativa, ivi incluse quelle costituite nella forma di cooperativa sociale, appartenenti al settore di produzione e lavoro (comma 746).
  Sotto un profilo ordinamentale, ritiene opportuno segnalare la previsione di un termine per favorire la conclusione del riordino del sistema camerale, prevedendo che il Ministro dello sviluppo economico accerti lo stato di realizzazione di tale percorso al 30 giugno 2022 e definisca le modalità di attuazione del riordino, rendendone comunicazione alle competenti Commissioni parlamentari. Le procedure di riordino non concluse alla data del 30 giugno 2022 sono sottoposte alle modalità di riordino definite dal MISE (commi 978-979). È anche dell'avviso che meritino di essere segnalati anche alcuni dei più significativi rifinanziamenti disposti all'interno della Sezione II (Stati di previsione dei Ministeri), con particolare riferimento allo stato di previsione del MISE. Segnala quindi i rifinanziamenti riguardanti: i contratti di sviluppo nel settore industriale (+400 milioni nel 2022, 250 milioni nel 2023 e 100 milioni per ciascun anno dal 2024 al 2036) (Missione (11) programma (11.7) «Incentivazione del sistema produttivo»); il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell'attività d'impresa (+100 milioni per ciascun anno dal 2022 al 2036) (Missione (11) programma (11.7) «Incentivazione del sistema produttivo»); gli interventi per l'autoimprenditorialità (+ 50 milioni per ciascun anno del triennio 2022-2024) (Missione (11) programma (11.7) «Incentivazione del sistema produttivo»).
  Per quanto concerne le misure volte a favorire l'internazionalizzazione delle imprese, segnala le disposizioni seguenti. L'incremento della dotazione del Fondo rotativo a favore delle imprese italiane che operano sui mercati esteri (1,5 miliardi per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026) e del collegato Fondo per la promozione integrata (150 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026) (comma 49). La modifica della disciplina del Fondo venture capital, estendendo l'area di intervento del fondo. In particolare, vengono aggiunti altri possibili beneficiari oltre alle
start-up innovative, con specifico riferimento alla PMI innovative, nonché alle quote o azioni di uno o più fondi per il venture capital o ancora di fondi che investono in fondi per il venture capital, allo scopo di favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese italiane oggetto di investimento e anche senza il coinvestimento di Simest S.p.A. o Finest S.p.A; (comma 714). La modifica della composizione della Cabina di regia per l'internazionalizzazione; viene anche fissata una cadenza triennale della programmazione dello stanziamento promozionale dell'ICE, oltre ad essere incrementata la dotazione del Fondo per la promozione degli scambi e l'internazionalizzazione (comma 50).
  Evidenzia che altre importanti misure riguardano l'accesso al credito e la liquidità delle imprese: viene prorogata al 30 giugno 2022 l'operatività dell'intervento straordinario in garanzia del Fondo di garanzia PMI per sostenere la liquidità delle imprese colpite dall'emergenza epidemiologica da COVID. La disciplina straordinaria viene anche gradualmente affievolita, in una logica di un graduale phasing out. La dotazione del Fondo viene altresì incrementata di 520 milioni di euro per il 2024, di 1,7 miliardi di euro per il 2025, di 650 milioni per il 2026 e di 130 milioni di euro per il 2027 (commi 53-58); viene prorogata al 30 giugno 2022 la disciplina sull'intervento straordinario in garanzia di SACE a supporto della liquidità delle imprese colpite dalle misure di contenimento dell'epidemia da COVID-19 (cd. «Garanzia Italia»), nonché l'operatività della garanzia straordinaria SACE a favore delle imprese, cd. mid cap, con un numero di dipendenti non inferiore a 250 e non superiore a 499 (comma 59); vengono rideterminate le risorse disponibili sul Fondo per il Green New Deal destinate alla copertura delle garanzie sui finanziamenti a favore di progetti economicamente sostenibili nella misura di 565 milioni di euro, per un impegno massimo assumibile dalla SACE S.p.A. pari a 3.000 milioni di euro (commi 60-61).
  Con riferimento al settore del commercio e del turismo, segnala, in primo luogo, che viene instituito presso il Ministero del turismo un fondo destinato alla realizzazione di interventi per l'accessibilità turistica delle persone con disabilità. La dotazione del fondo è pari a 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024. La finalità è quella di sostenere lo sviluppo dell'offerta turistica rivolta alle persone con disabilità e favorire l'inclusione sociale e la diversificazione dell'offerta turistica (commi 176-177): il predetto comma 177 demanda a un decreto del Ministro del turismo, di concerto con il Ministro per le disabilità, l'emanazione delle disposizioni di attuazione.
  Sono poi previsti interventi volti a favorire la valorizzazione dei piccoli borghi e delle aree interne, prevedendo a favore degli esercenti attività di commercio al dettaglio e degli artigiani che iniziano, proseguono o trasferiscono la propria attività in un comune con popolazione fino a 500 abitanti delle aree interne un contributo per il pagamento dell'imposta municipale propria per gli immobili siti nei predetti comuni utilizzati per l'esercizio dell'attività economica. Un altro strumento consiste nella possibilità concessa a Stato, regioni, province autonome ed enti locali di concedere ai medesimi soggetti in comodato beni immobili di loro proprietà, non utilizzati per fini istituzionali per un periodo massimo di dieci anni, nel corso dei quali il comodatario ha l'onere di effettuare sull'immobile, a proprie cura e spese, gli interventi di manutenzione e gli altri interventi necessari a mantenere la funzionalità dell'immobile (commi 353-356).
  Viene istituito il Fondo unico nazionale per il turismo di parte corrente, con una dotazione pari 120 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023 e a 40 milioni di euro per l'anno 2024, con la finalità di razionalizzare gli interventi finalizzati all'attrattività e alla promozione turistica nel territorio nazionale, sostenendo gli operatori per attenuare gli effetti della crisi e per il rilancio produttivo ed occupazionale (commi 366-367), e viene altresì istituito il Fondo unico nazionale per il turismo di conto capitale, con una dotazione pari a 50 milioni di euro per l'anno 2022, 100 milioni di euro per l'anno 2023 e 50 milioni di euro per ciascuno
degli anni 2024 e 2025, per la realizzazione di investimenti finalizzati ad incrementare l'attrattività turistica del Paese, anche in relazione all'organizzazione di manifestazioni ed eventi, compresi quelli sportivi, connotati da spiccato rilievo turistico, garantendo positive ricadute sociali, economiche ed occupazionali sui territori e per le categorie interessate (comma 368-369). Inoltre viene modificata la disciplina della Banca dati delle strutture ricettive, consentendone – per esigenze di contrasto all'evasione fiscale e contributiva – l'accesso all'amministrazione finanziaria e agli enti creditori (commi 373-374).
  Nello stato di previsione del MISE viene istituito, con una dotazione di 150 milioni di euro per l'anno 2022, un fondo da destinare al sostegno degli operatori economici del settore del turismo, dello spettacolo e dell'automobile, gravemente colpiti dall'emergenza epidemiologica Covid-19 (commi 486-487). Nello stato di previsione del MiTur viene istituito il Fondo pratiche sostenibili, con una dotazione di un 1 milione di euro per il 2022, al fine di favorire la transizione ecologica del settore turistico e alberghiero (commi 824-825) mentre nello stato di previsione del MIPAAF viene istituito il Fondo per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tradizionali e certificati, con una dotazione di 1 milione di euro per il 2022, al fine di favorire la transizione ecologica della ristorazione (commi 826-827). Viene poi istituito presso il Ministero del turismo un Fondo per i cammini religiosi, dotandolo di 3 milioni di euro per il 2022 (comma 963).
  Nel settore della politica energetica, segnala, in primo luogo, le disposizioni volte a contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale. Il contenimento delle bollette si basa su un complesso di interventi: a) la conferma dell'azzeramento degli oneri generali di sistema applicato alle utenze elettriche domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW e la sostanziale riduzione degli oneri per le restanti utenze elettriche non domestiche; b) la riduzione dell'Iva al 5 per cento per il gas naturale, per tutte le utenze; c) l'annullamento, già previsto nel IV trimestre 2021, degli oneri di sistema per il gas naturale, per tutte le utenze, domestiche e non domestiche; d) il potenziamento del bonus applicato ai clienti domestici del settore elettrico e del gas naturale in condizione economicamente svantaggiata ed ai clienti domestici in gravi condizioni di salute (commi 503-512). Con altra previsione, inoltre, viene consentito ai titolari di concessioni per uso potabile delle acque, di avanzare richiesta all'Autorità competente per la produzione di energia idroelettrica all'interno dei sistemi idrici già sfruttati (comma 821). Il comma 812 introduce poi, ai fini dell'IRPEF, un credito d'imposta per le spese documentate relative all'installazione di sistemi di accumulo integrati in impianti di produzione elettrica alimentati da fonti rinnovabili, rinviando a un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze per la definizione delle modalità attuative.
  Infine, per quanto riguarda le materie di interesse della Commissione, segnala le misure previste per il settore della ricerca applicata e della politica spaziale. Innanzi tutto, l'istituzione di un Fondo con una dotazione di 80 milioni di euro per l'anno 2022, 30 milioni di euro per l'anno 2023 e 20 milioni di euro per l'anno 2024, volto a garantire la partecipazione italiana al programma spaziale ARTEMIS (programma di volo spaziale con equipaggio), ai fini di stabilire una presenza stabile e autosufficiente sulla Luna e rendere possibile lo sbarco degli umani su Marte (comma 391).
  Ricorda poi l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca, del «Fondo italiano per le scienze applicate», con la finalità di promuovere la competitività del sistema produttivo nazionale, attraverso la valorizzazione della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale. La dotazione del Fondo è di 50 milioni di euro per l'anno 2022, 150 milioni di euro per l'anno 2023, 200 milioni di euro per l'anno 2024 e 250 milioni a decorrere dall'anno 2025 (comma 312).
  Evidenzia, concludendo, l'istituzione della Fondazione «Biotecnopolo di Siena», con funzioni di promozione e di coordinamento
delle attività di studio, di ricerca, di sviluppo tecnico-scientifico, di trasferimento tecnologico; la Fondazione svolge altresì le funzioni di Hub antipandemico, per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di vaccini ed anticorpi monoclonali per la cura delle patologie epidemico-pandemico emergenti. La Fondazione favorisce, in collaborazione con altri soggetti nazionali ed internazionali, la realizzazione di programmi per la ricerca, l'innovazione ed il trasferimento tecnologico al sistema produttivo nell'ambito delle applicazioni biotecnologiche finalizzate alla protezione della salute umana, nonché le ulteriori attività progettuali connesse all'attuazione degli interventi del PNRR.(commi 945-951).

  Andrea GIARRIZZO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per le ore 18 in data odierna.

  La seduta termina alle 16.45.

SEDE CONSULTIVA

  Lunedì 27 dicembre 2021. — Presidenza del vicepresidente Andrea GIARRIZZO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico Anna Ascani.

  La seduta comincia alle 18.15.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni (per le parti di competenza).
C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Relazione favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta odierna.

  Andrea GIARRIZZO (M5S), presidente, ricorda che nella seduta odierna delle ore 16.30 si è svolta la relazione introduttiva. Avverte, altresì, che alle ore 17 di oggi è scaduto il termine per la presentazione delle proposte emendative. Al riguardo, comunica che sono stati presentati quattro emendamenti e un ordine del giorno (vedi allegati 1 e 2).
  In proposito, prima di dare la parola al relatore e alla rappresentante del Governo per i rispettivi pareri, viste le specifiche regole che disciplinano l'emendabilità dei documenti di bilancio, secondo le quali i giudizi di ammissibilità svolti in sede consultiva non hanno carattere definitivo e si limitano ai profili generali di ammissibilità senza che si effettui una disamina compiuta di tutti i profili rilevanti a tali fini, fa presente che la proposta emendativa 3424/X/1.1 Caiata che prevede una riduzione dell'aliquota IVA alle società aderenti alle federazioni sportive presenta profili problematici in ordine ai vigenti criteri di ammissibilità in quanto incide su materie estranee alla competenza della Commissione. Pertanto, anche per evitare di dover dichiarare in questa sede una sua eventuale inammissibilità propone al presentatore di non insistere per la sua votazione e di valutarne, quindi, il ritiro.

  Salvatore CAIATA (FDI) ritira l'emendamento a sua firma 3424/X/1.1

  Andrea GIARRIZZO (M5S), presidente, invita il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere i rispettivi pareri sulle proposte emendative che saranno poste in votazione.

  Luca SUT (M5S), relatore, esprime parere contrario sugli emendamenti Caiata 3424/X/1.2 e 3424/X/1.3 nonché sull'emendamento Zucconi 3424/X/1.4.

  La sottosegretaria Anna ASCANI esprime parere conforme a quello del relatore.

  Riccardo ZUCCONI (FDI) intervenendo sul complesso degli emendamenti, che ritiene di buon senso, si sofferma in particolare sull'emendamento a sua prima firma 3424/X/1.4 che si prefigge il molteplice scopo di sostenere concretamente, al contempo, l'ambiente, le imprese e i centri storici delle nostre città. Riconosce che comporta un impegno di spesa non irrilevante ma sottolinea che questo è proprio il momento di prendere misure di questo tipo e non di procedere a spese a pioggia. Invece deve rilevare che questa legge di bilancio è piena di provvedimenti tampone, ad esempio sul reddito di cittadinanza, in materia di Irpef e di contribuzione, ciò che la connota negativamente. Stigmatizza, soprattutto, la procedura seguita per la sua approvazione che ha visto il, Parlamento espropriato delle sue prerogative, tanto che, sottolinea, persino il presidente della VI Commissione finanze ha mostrato il proprio dissenso e non ha inteso esprimere parere in sede consultiva sul disegno di legge all'esame. Conclude esprimendo forti critiche anche per il fatto che questa manovra avrebbe potuto innervarsi più efficacemente con le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza, soprattutto in materia energetica, cosa che ha invece evitato di fare.

  Salvatore CAIATA (FDI) intervenendo sull'emendamento a sua firma 3424/X/1.2 ne raccomanda l'approvazione sottolineando che esso chiede attenzione per il mondo della ristorazione. Una materia che la Commissione dovrebbe tenere a cuore e che invece la vede spettatrice impotente considerando quanto le prerogative parlamentari siano state esautorate. Stigmatizza che il solo ipotizzare che il Parlamento voglia discutere di un emendamento al bilancio, seppure in periodo natalizio, sia visto come un'assurdità. Evidenzia invece che le aziende del settore in questione stanno vivendo momenti drammatici mentre l'emendamento chiede solo di prorogare un credito d'imposta che già esiste.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Caiata 3424/X/1.2 e 3424/X/1.3 nonché l'emendamento Zucconi 3424/X/1.4.

  Andrea GIARRIZZO (M5S), presidente, dichiara concluso l'esame degli emendamenti e avverte che la Commissione passa all'esame dell'ordine del giorno 0/3424/X/1 Zucconi. Chiede al Governo di esprimere il suo parere.

  La sottosegretaria Anna ASCANI propone una riformulazione dell'ordine del giorno 0/3424/X/1 Zucconi nel senso di espungere la parte premissiva e confermando la sola parte degli impegni, esprimendo altrimenti parere contrario.

  Riccardo ZUCCONI (FDI) rifiuta la riformulazione proposta e chiede che il suo ordine del giorno venga posto in votazione.

  Giovanni VIANELLO (MISTO-A) intervenendo sull'ordine del giorno 0/3424/X/1 Zucconi osserva come l'impegno in esso contenuto riguardi una tematica che personalmente aveva sottoposto al ministro Cingolani cui aveva chiesto di commentare talune affermazioni del ministro Giorgetti in merito al pericolo che il Paese possa subire, nel prossimo futuro, pericolosi black-out. Crede che questa possa essere l'occasione per il Governo di fare chiarezza.

  Andrea GIARRIZZO (M5S), presidente, avverte che la rappresentante del Governo non intende intervenire sulla problematica. Pone quindi in votazione l'ordine del giorno 0/3424/X/1 Zucconi.

  La Commissione respinge l'ordine del giorno 0/3424/X/1 Zucconi.

  Andrea GIARRIZZO (M5S), presidente, chiede al relatore se è nelle condizioni di formulare una proposta di relazione sul provvedimento all'esame.

  Luca SUT (M5S) formula una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 3).

  Andrea GIARRIZZO (M5S), presidente, avverte che il gruppo Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di relazione di minoranza (vedi allegato 4) e chiede all'on. Caiata se intende illustrarla.

  Salvatore CAIATA (FDI) illustra la proposta di relazione di minoranza presentata dal suo gruppo dando una lettura. Si sofferma in particolare su taluni profili metodologici utilizzati per l'esame del disegno di legge di bilancio, sulla qualità della manovra che si caratterizza per la sua somiglianza con uno spezzatino e che non va nella giusta direzione di impiegare risorse in spese buone ed efficaci ma si dirige verso spese che non creano ricchezza come, ad esempio, testimoniano le risorse destinate al reddito di cittadinanza – del quale tuttavia non critica i profili concernenti l'assistenza alla povertà – che finanziano i giovani per non lavorare, togliendo loro la grande dignità del lavoro. Evidenzia inoltre che anche relativamente alla riforma fiscale si poteva fare di più. Per quanto ogni diminuzione di imposta sia positiva in quanto lascia nelle disponibilità dei cittadini risorse da impiegare meglio, osserva che le misure recate nel provvedimento all'esame finiscono con il penalizzare i redditi più bassi.
  Critica altresì che assai scarse risorse siano state destinate alle forze armate nonché che si preferisca incentivare le guardie penitenziarie a restare al lavoro oltre ogni ragionevole limite, nonostante questi siano ormai allo stremo, invece di stanziare risorse per bandire concorsi per rimpinguare gli organici. Ritiene altrettanto criticabile, inoltre, il trattamento che viene riservato a chi esercita funzioni nella giurisdizione ordinaria, per sopperire alle carenze della magistratura ordinaria, cui viene chiesto di partecipare a concorsi per essere addirittura equiparati al personale amministrativo con rinuncia al pregresso.
  Osserva che lo Stato deve invece essere dignitoso e rinunciare ad elargire quelle che possono considerarsi delle mance. Ritiene che lo Stato dovrebbe approfittare del momento storico che stiamo vivendo e impiegare le importanti risorse che sono a disposizione per la sospensione del patto di stabilità a livello europeo per indurre una crescita forte e duratura.
  Si sofferma, infine, sulle mancate misure a favore dello sport: sottolinea che è troppo facile compiacersi dei risultati che hanno ottenuto i nostri atleti, che hanno emozionato tutto il Paese, e poi non fare niente nel campo degli investimenti per il settore. Rileva infatti che in questi ultimi due anni di pandemia le società sportive, soprattutto quelle dilettantistiche, si sono sacrificato moltissimo e hanno contribuito molto al benessere materiale degli italiani senza ottenere nulla in cambio. Raccomanda quindi che la proposta di relazione di minoranza presentata dal suo gruppo venga approvata dalla Commissione.

  Giovanni VIANELLO (MISTO-A) intervenendo in dichiarazione di voto, ritiene che il primo problema da affrontare sia quello del metodo seguito che testimonia come ormai, di fatto, in Italia vige un sistema monocamerale alternato. C'è quindi da chiedersi quale sia il ruolo del Parlamento nel Paese, un Parlamento dove una maggioranza enorme, insieme al potere esecutivo, schiaccia il potere legislativo, senza peraltro dimenticare che anche quello giudiziario vive momenti molto difficili. Stigmatizza che l'attuale condizione politica spinga ad esaltare il Capo del Governo ancor prima che questi si esprima su qualcosa. Osserva che non è così che avevano immaginato il futuro i nostri Padri costituenti.
  Passando ai contenuti della legge di bilancio, sottolinea che non ancora possibile attuare una vera cessione del credito d'imposta per «industria 4.0». Che non si può parlare di vera transizione ecologica quando grandi risorse vengono indirizzate per lo stoccaggio della CO2, e comunque al carbone, stoccaggio che si è dimostrato fallimentare e che serve soltanto a svuotare i giacimenti. Ricorda poi che nel provvedimento all'esame sono assenti gli incentivi per l'acquisto di auto elettriche in un momento dove, peraltro, i cittadini avevano dimostrato di essere partecipi di un processo virtuoso che invece è stato bloccato. Osserva che mancano altresì forme di incentivo per l'utilizzo di materiali riciclabili con la conseguente inefficienza di un sistema circolare. Quanto al turismo evidenzia che non si incrementa l'attrattività per quello di qualità e per esaltare le caratteristiche proprie dei nostri territori. Infine, relativamente al superbonus 110 per cento, ricorda che il Governo aveva addirittura deciso di ridimensionarlo e che solo una posizione corale della politica, cosa che ritiene positiva, ha potuto evitare. Ritiene tuttavia che anche su questo bisogna fare di più anche considerando il prossimo orizzonte concernente la classe energetica delle abitazioni che rischiano, a causa delle politiche europee, di venire danneggiate persino ai fini della compravendita. Conclude affermando che questa legge di bilancio non guarda del Paese e, constatando che le buone proposte emendative parlamentari sono state cassate dal Governo dalla maggioranza, annuncia il voto contrario della sua componente politica sulla proposta di parere del relatore.

  Massimiliano DE TOMA (FDI) intervenendo in dichiarazione di voto, osserva che anche in questo caso c'è stata la prova che la Commissione è del tutto fuori dai giochi mentre il Governo continua a non voler rispondere al Parlamento come anche dimostrato recentemente dal ministro Cingolani, che sfugge alle domande. Osserva altresì che l'Esecutivo non intende sostenere iniziative parlamentari che ben possono incidere sul futuro del Paese, come ad esempio sta avvenendo sulla proposta di legge Mor sulle Start-up. Sembrerebbe, quindi, a suo avviso che l'Italia stia scivolando verso un sistema presidenziale ove persino come ci si muove nel Paese viene deciso da una Cabina di regia. Ritiene evidente che in questo momento le attività produttive siano fortemente danneggiate. Ma nonostante ciò si continua ad utilizzare un metodo assai criticabile ove persino per la legge fondamentale nel rapporto Parlamento-Governo, la legge di bilancio, non ci sono spazi per l'intervento degli eletti dal popolo.
  Ritiene che questa legge di bilancio sia pessima e che contenga passaggi che gridano vendetta disponendo allocazione di risorse che a volte non si capisce chi vadano a premiare. Il ruolo parlamentare, a suo avviso, è stato completamente svuotato e considera deprimente operare in questo modo. Spera quantomeno che tutto ciò rappresenti un monito per le legislature future. Infine, rivolgendosi all'onorevole Barelli, che come il suo gruppo politico è sensibile alle tematiche dello sport, ricorda altresì che anche in questa occasione il Governo e la maggioranza hanno evitato di sostenere il mondo sportivo.
  Annuncia quindi il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di relazione del relatore.

  Andrea GIARRIZZO (M5S), presidente, comunica che sarà posta in votazione la proposta di relazione del relatore, avvertendo che, qualora questa risulti approvata, sarà preclusa la proposta di relazione di minoranza.

  La Commissione approva la proposta di relazione del relatore (vedi allegato 3).
  Delibera, altresì, di conferire al deputato Luca Sut l'incarico di relatore presso la Commissione Bilancio.

  Andrea GIARRIZZO (M5S), presidente, avverte che il gruppo Fratelli d'Italia ha designato come relatore di minoranza presso la Commissione Bilancio l'onorevole Zucconi.
  Avverte altresì che la relazione approvata dalla Commissione nonché la relazione di minoranza saranno trasmesse alla V Commissione Bilancio, ai sensi dell'articolo 120, comma 3 del Regolamento.

  La seduta termina alle 19.

X Commissione - lunedì 27 dicembre 2021

ALLEGATO 1

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni (per le parti di competenza). C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 1.

  Dopo il comma 25, aggiungere i seguenti:

  25-bis. All'articolo 28, comma 5, ultimo periodo, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, le parole: «fino al 31 luglio 2021» sono sostituite dalle seguenti: «fino al 31 dicembre 2021».
  25-ter. All'articolo 4 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, ai commi 2 primo periodo e 2-bis primo periodo, le parole «a maggio 2021» sono sostituite dalle seguenti: «a dicembre 2021».
  25-quater. Agli oneri derivanti dall'attuazione dei commi 25-bis e 25-ter, valutati in 100 milioni di euro per l'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per le esigenze indifferibili di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come incrementato dall'articolo 1, comma 627, della presente legge..
3424/X/1.2. Caiata.

(Respinto)

  Dopo il comma 46, aggiungere i seguenti:

  46-bis. Al fine di garantire la ripresa del settore dell'Horeca, anche in considerazione delle difficoltà economiche conseguenti all'emergenza epidemiologica COVID-19, è istituito presso lo stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico un fondo, denominato «Fondo Ristorazione 4.0», con dotazione pari a 10 milioni di euro per l'anno 2022.
  46-ter. A valere sulle risorse del Fondo di cui al comma 46-bis, è riconosciuta, in favore dei beneficiari di cui ai Codici ATECO 56.1 Ristoranti e attività di ristorazione mobile, 56.2 Fornitura di pasti preparati e altri servizi di ristorazione e 56.3 Bar e altri esercizi simili senza cucina, l'erogazione di un contributo in forma di credito di imposta nella misura del 40 per cento per l'acquisto di apparecchiature per la ristorazione ad elevata tecnologia o digitalizzazione o efficienza energetica.
  46-quater. Con decreto del Ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, sono definite le modalità, i termini per l'ottenimento del beneficio e le tipologie dei prodotti ammessi all'agevolazione di cui al comma 46-ter, anche ai fini del rispetto del limite di spesa previsto dal Fondo di cui al comma 46-bis. Conseguentemente agli oneri derivanti dai commi 46-bis e 46-ter, pari a 10 milioni di euro per l'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come incrementato dall'articolo 1, comma 627, della presente legge.
3424/X/1.3. Caiata.

(Respinto)

  Dopo il comma 50, aggiungere i seguenti:

  50-bis. Al fine di favorire la distribuzione sostenibile di prodotti alimentari e bevande, segnatamente nelle aree urbane dove sussistono vincoli di tutela storica, paesaggistica e ambientale, alle PMI operanti nel comparto della distribuzione di prodotti alimentari e di bevande, è riconosciuto un sostegno per la dotazione, mediante acquisto o noleggio, di veicoli ad alimentazione elettrica idonei al trasporto di prodotti alimentari e bevande. Il contributo di cui al presente comma non può essere superiore all'80 per cento della somma sostenuta dalla PMI per l'acquisto e/o noleggio dei veicoli.
  50-ter. Per le finalità di cui al comma 50-bis è istituito presso il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili un fondo, con una dotazione di 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022.
  50-quater. Con decreto del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sentito il Ministero dello sviluppo economico sono stabiliti i criteri per accedere al fondo di cui al comma 50-ter, l'elenco dei mezzi di trasporto elettrici e ibridi con bassi consumi energetici anche acquisiti in leasing ed a noleggio per cui è ammesso il contributo, le modalità di calcolo del contributo, nonché le modalità e i criteri di attuazione della misura di cui al comma 50-bis.
  50-quinquies. Agli oneri derivanti dai commi 50-bis, 50-ter, 50-quater, valutati in 100 milioni di euro per l'anno 2022 si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
3424/X/1.4. Zucconi, De Toma, Caiata.

(Respinto)

  Dopo il comma 924, aggiungere il seguente:

  924-bis. Alle società aderenti alle Federazioni di cui al comma 185, con fatturato annuo inferiore ai cinque milioni di euro, che destinino almeno il 20 per cento degli utili a progetti di sensibilizzazione e sostegno sociale, si applica una riduzione dell'aliquota IVA al 4 per cento.
  924-ter. Ai maggiori oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni di cui al comma 924-bis, valutati in euro 50 milioni annui a decorrere dall'anno 2022, si provvede a valere sulle risorse di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 29, come incrementata dall'articolo 1, comma 73, della presente legge.
3424/X/1.1. Caiata.

(Ritirato)

ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni (per le parti di competenza). 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO PRESENTATA

   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca misure in materia di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024.

    rispetto a gennaio 2021, il costo del gas è incrementato del 400 per cento, con quotazioni che sono passate da 19 centesimi al metro cubo a 93 centesimi al metro cubo nel mese di ottobre 2021, con conseguente tracollo nelle utenze energetiche in bolletta;

    tale fenomeno trova origine, tra le altre, dall'assenza di volontà politica di ricorrere ai giacimenti di idrocarburi presenti in Italia (utilizzati invece dagli Stati al di là del mare Adriatico), basandone la fornitura esclusivamente su importazioni estere;

    recentemente il Consiglio Europeo non ha trovato alcuna intesa sull'aumento dei prezzi dell'energia, rimandando la controversia a marzo prossimo, nonostante l'incremento dei prezzi di gas ed elettricità da mesi stia mettendo in ginocchio non solo milioni di famiglie, ma anche decine di migliaia di imprese;

    un recente studio di Confcommercio ha valutato in 11 miliardi di euro i costi extra che durante il 2022 i consumatori italiani dovranno subire per i rincari delle bollette di luce e gas. Questa singola voce raggiungerà il 6,4 per cento delle spese totali delle famiglie italiane e sottrarrà spazio a tutti gli altri consumi, rallentando la ripresa economica, senza contare il salasso (aggiuntivo rispetto agli 11 miliardi già citati) che riguarderà le imprese e ne peggiorerà i bilanci, costringendone alcune a interrompere o addirittura a cessare l'attività;

    a soffrire di più gli aumenti delle bollette sono le filiere energivore, quindi l'industria metalmeccanica, quella siderurgica, la chimica, il tessile, ma anche l'alimentare;

    secondo molti tecnici del settore sarebbe difficile poter continuare a produrre con un'ascesa tale dei prezzi dell'energia e pertanto risulta essere molto concreto il rischio di interruzione di tante attività. Solo Federmeccanica, ad esempio, rivela che il 26 per cento delle imprese del settore rischiano di dover interrompere l'attività;

    sono sempre maggiori le voci secondo le quali, così come ha recentemente riportato l'agenzia Bloomberg, i Paesi del Continente Europeo starebbero rischiando di vivere fenomeni blackout con tagli di luce e gas;

    il testo in esame emana varie misure a contenimento dei rincari dell'energia, senza tuttavia agire in una prospettiva di medio e lungo periodo volta a risolvere definitivamente la problematica in oggetto,

impegna il Governo

ad assumere urgenti misure di carattere normativo con una prospettiva di medio e lungo periodo per potenziare le indennità relative alle bollette energetiche, tutelare le aziende italiane dall'impatto dovuto all'inflazione dei costi energetici al fine di scongiurare fenomeni di blackout, la chiusura di centinaia di imprese e la conseguente cassa integrazione per migliaia di lavoratori.
0/3424/X/1.
Zucconi, De Toma, Caiata.

ALLEGATO 3

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni (per le parti di competenza). C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE APPROVATA

   La X Commissione,

   esaminato il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (C. 3424 Governo, approvato dal Senato) e relativa Nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato) per le parti di propria competenza;

   giudicate favorevolmente le misure recate all'articolo 1, commi 47 e 48, volte a rifinanziare la cosiddetta legge «Nuova Sabatini» per 240 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, 120 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 e 60 milioni per l'anno 2027;

   preso atto con favore dell'istituzione nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico del Fondo per il sostegno alla transizione industriale con una dotazione di 150 milioni di euro a decorrere dal 2022, allo scopo di favorire l'adeguamento del sistema produttivo nazionale alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici (articolo 1, comma 478);

   valutate favorevolmente le misure che rafforzano l'accesso al credito e la liquidità delle imprese, tra le quali la proroga al 30 giugno 2022 dell'operatività dell'intervento straordinario in garanzia del Fondo di garanzia PMI per sostenere la liquidità delle imprese colpite dall'emergenza epidemiologica da COVID nonché l'incremento della dotazione del Fondo di 520 milioni di euro per il 2024, di 1,7 miliardi di euro per il 2025, di 650 milioni per il 2026 e di 130 milioni di euro per il 2027 (articolo 1, commi da 53 a 58);

   preso atto con favore delle norme che riguardano l'istituzione del Fondo unico nazionale per il turismo di parte corrente, con una dotazione pari 120 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023 e a 40 milioni di euro per l'anno 2024, con la finalità di razionalizzare gli interventi finalizzati all'attrattività e alla promozione turistica nel territorio nazionale, sostenendo gli operatori per attenuare gli effetti della crisi e per il rilancio produttivo ed occupazionale (articolo 1, commi 366 e 367), nonché l'istituzione del Fondo unico nazionale per il turismo di conto capitale, con una dotazione pari a 50 milioni di euro per l'anno 2022, 100 milioni di euro per l'anno 2023 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025, per la realizzazione di investimenti finalizzati ad incrementare l'attrattività turistica del Paese (articolo 1, commi 368 e 369);

   preso altresì atto con favore delle disposizioni volte a contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale, differenziando le misure tra i diversi tipi di utenza e potenziando il bonus applicato ai clienti domestici del settore elettrico e del gas naturale in condizione economicamente svantaggiata ovvero in gravi condizioni di salute (articolo 1, commi da 503 a 512),

DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE.

ALLEGATO 4

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e relativa Nota di variazioni (per le parti di competenza). C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE DI MINORANZA PRESENTATA DAL GRUPPO FRATELLI D'ITALIA

  La X Commissione,

   premesso che da oramai dieci anni (legge di bilancio 2011/2013) risultano introdotte importanti innovazioni alla struttura dei documenti di bilancio in ragione della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), entrata in vigore l'1 gennaio 2010;

   gli obiettivi della legge n. 196 del 2009 sono molteplici e largamente condivisibili: restituire centralità al bilancio articolato in missioni e programmi, superando la frammentazione e l'eterogeneità delle «vecchie» leggi finanziarie omnibus; rendere più trasparenti e leggibili i conti pubblici e le procedure attraverso cui i bilanci vengono costruiti e modificati; armonizzare i bilanci della pubblica amministrazione; migliorare il controllo, la valutazione e il monitoraggio del Parlamento sul bilancio, esaltando il ruolo delle Commissioni di merito nell'analisi delle parti di loro competenza;

   se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria – la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia, ma in tutta Europa e nella maggiore parte degli Stati del Mondo – altrettanto vero è che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate e/o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo;

   sintomatica al riguardo è la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare che la Legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022;

   il disegno di legge di bilancio per il 2022 è stato presentato al Parlamento l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta il 28 ottobre 2021 e, soprattutto, con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla sopra richiamata Legge di contabilità e finanza pubblica. Detto ritardo ha comportato, sin da subito, una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'approvazione della Legge e si è ulteriormente aggravato nel corso dell'esame da parte del Senato a causa dei continui rinvii, dovuti a contrasti interni alla maggioranza, dei lavori della Commissione Bilancio. Lo attesta il fatto che solo il 20 dicembre 2021 detta Commissione ha potuto esaminare e votare un ristretto numero di emendamenti segnalati e ciò nonostante la vastissima maggioranza numerica che appoggia il Governo Draghi, inopinatamente definito dai media, ma non solo, come «il Governo dei migliori»;

   la conseguenza di un siffatto modo di procedere si è palesata quando nell'assemblea di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxi emendamento dallo stesso presentato (unico articolo di oltre 1000 commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione), senza quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti presentati per l'esame da parte dell'aula;

   detto modo di procedere – come già preannunciato nella conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – porteranno il Governo a richiedere la fiducia sul provvedimento in esame anche alla Camera dei deputati;

   a tacere dell'impossibilità per i parlamentari di potere significativamente contribuire, almeno in sede di Commissioni, ad esaminare compiutamente il provvedimento attesi i tempi ristrettissimi imposti dalla conferenza dei capigruppo, al solo fine di evitare l'esercizio provvisorio. Sintomatico il limite di tempo imposto alla Commissione Bilancio della Camera che dovrà concludere – in sede referente – l'esame del disegno di legge Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, entro le ore 13 di martedì 28 dicembre 2021 e, conseguentemente, l'esame da parte delle Commissioni di settore è stato modulato in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio. A tacere del fatto che l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 (quando si prevede che il Governo richiederà la fiducia) e – quindi – con circa 4 ore a disposizione per l'effettuazione della discussione generale sul provvedimento;

   è qui il caso di richiamare, per doverosa comparazione, la modalità di esame della Legge di bilancio da parte del parlamento nei precedenti anni della XVIII Legislatura;

   con il Governo giallo-verde (Conte I) il disegno di legge di bilancio venne presentato il 31 ottobre 2018 e approvato l'8 dicembre 2018 dalla Camera dei deputati. Approvato dal Senato con modifiche – bei tempi! – il 23 dicembre 2018, veniva e approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 dicembre 2018;

   la manovra di bilancio per il 2020 del Governo giallo-rosso (Governo Conte II) veniva presentata al Senato il 2 novembre 2019, approvata il 16 dicembre 2019, quindi approvata senza modifiche dalla Camera dei deputati il 24 dicembre 2019;

   la manovra per il 2021, varata dal Governo giallo-rosso con pandemia in corso, veniva presentata alla Camera dei deputati il 18 novembre 2020 e approvata il 27 dicembre 2020; quindi approvata dal Senato, senza modifiche, il 30 dicembre 2020;

   ebbene, il «Governo dei migliori» ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione di questa manovra. Com'è andata lo sappiamo bene, è sotto i nostri occhi e non lascia sbigottiti i soli deputati dell'opposizione ma anche diversi della maggioranza. Evidentemente non siamo noi di Fratelli d'Italia dei visionari negativi, morbosi e malati. Siamo infatti di fronte a cose mai viste. Ne abbiamo viste parecchie, specialmente negli ultimi anni, ma qui si è veramente superato ogni limite;

   come detto, lunedì 20 dicembre 2021 non erano ancora iniziate le votazioni degli emendamenti alla Commissione bilancio del Senato, la prima delle due Camere a esaminare questo provvedimento. Non si era mai visto nulla di simile, nemmeno con i Governi Conte, che pure avevano compresso i tempi e cambiato le carte in tavola all'ultimo momento, con una finta lettura, che era stata però decente e presentabile; nel Governo Conte 2 fu presentato all'ultimo momento un emendamento che cambiava tutto (il 2,4 diventava il 2,04), tutti coloro che erano all'opposizione si lamentarono di quel Governo e anche nell'ambito delle stesse maggioranze ci fu chi ammise che non era questo il sistema;

   bene, qui abbiamo superato di gran lunga tutti i peggiori record, anche degli ultimi anni;

   è qui il caso di evidenziare che, fino a non molti anni fa, solo il fatto di porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura, un atto fortemente criticabile atteso che viene compressa la possibilità del Parlamento di esprimersi. Ma qui altro che compressa! Siamo partiti malissimo, in ritardo di ventuno giorni rispetto a quanto previsto da una legge dello Stato. Quello stesso Stato che chiede ai cittadini di rispettare le proprie leggi, la cui violazione è sanzionata con multe e supermulte. Peccato che sia lo stesso Stato che, nel momento più importante dell'anno dal punto di vista finanziario ma anche dell'intera linea politica del Governo, assiste silenzioso alla violazione della Legge da parte del Governo. Non solo, ma abbiamo ragione di credere che il Consiglio dei Ministri, che è un organo non pubblico, abbia approvato un testo di legge di bilancio poi modificato in qualche ufficio, in qualche androne, in qualche sottoscala, fuori dal Parlamento, dando ascolto alle esigenze di qualche potente ben fuori dalle istituzioni!!!;

   il Parlamento è stato proprio ignorato e ha avuto il privilegio di iniziare le votazioni come detto – anche se in realtà tutto era già stato stabilito prima – la sera di lunedì 21 dicembre 2021;

   nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e diversa come linee di pensiero, come esigenze di interlocutori: si realizzano dunque compromessi che, nella migliore delle ipotesi, sono mezze misure, ma a volte sono mancate misure;

   i colleghi del Gruppo Fratelli d'Italia hanno al Senato presentato e illustrato una serie di proposte di modifica che non hanno trovato adeguata risposta, quando non sono state addirittura del tutto ignorate. Giova però evidenziare che quelle proposte non erano fatti personali di questo o di quel senatore di Fratelli d'Italia, ma rappresentavano i problemi dell'Italia. Per questo esiste un Parlamento, e non c'è solo nel nostro Paese, ma anche negli altri. Serve un Parlamento perché, davanti a tutti, ci siano dei voti, dei sì e dei no, e possibilmente, quando il Governo dice no, dovrebbe anche spiegarlo;

   fino a pochi anni fa i relatori non facevano solo i lettori dei pareri del Governo, favorevole o contrario – per fare quello non ci sarebbe bisogno di un relatore – ma spesso davano anche spiegazioni, pensate un po', specialmente dei pareri contrari perché se un emendamento viene accolto chi lo presenta lo sa da sé il motivo. Ebbene, non abbiamo nulla di tutto questo;

   dov'è allora il potere se non è nel Parlamento? In certi potentati che stanno fuori dal Parlamento: nella migliore delle ipotesi, di gran lunga la migliore, in trattative tra i partiti; in altri casi risiede in potentati che non hanno nulla a che fare con il consenso popolare, ma a volte godono di un forte potere di condizionamento che esercitano in vari modi;

   di fatto, abbiamo una Camera che si occupa del provvedimento in Commissione (non in Aula, diciamocelo francamente) e un'altra Camera che, a fasi alterne – di anno in anno – ne prende atto e, in ragione del voto di fiducia richiesta dal Governo, impedisce il ricorso all'esercizio provvisorio. È un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento dalla funzione legislativa, relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo;

   ora, è pur vero che vi erano tutti i presupposti perché la legge di bilancio avesse un epilogo deludente, verificandosi nei fatti quanto Fratelli d'Italia aveva da subito anticipato, tuttavia mai come in questa occasione il Governo ha scaricato il ritardo di presentazione del provvedimento sul Parlamento. Nell'ultima settimana si è assistito al Senato a un teatrino indegno per un Parlamento che ha già una configurazione anomala, con un Governo che ha una maggioranza del 95 per cento, e che, per i dissidi interni alla maggioranza, comprime lo spazio di confronto nel luogo a questo deputato. A tacere del fatto che oltre l'85 per cento degli emendamenti presentati proveniva dall'area di maggioranza: praticamente una manovra completamente da rifare, secondo la stessa maggioranza!!!;

   nei fatti, prima dell'esame da parte del Senato, la manovra di bilancio del Governo riguardava interventi abbastanza indefiniti, che avrebbero dovuto accentuare la sua presunta espansività;

   il Governo si è riempito la bocca (passateci il termine) di questa espansività della manovra, che va però attentamente declinata. La manovra è «espansiva» fondamentalmente per due ordini di motivi e non per meriti del Governo: abbiamo un Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, ma la cosa più importante è la clausola di salvaguardia, ossia la sospensione del Patto di stabilità. Quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro;

   rispetto a quanto si diceva a proposito dell'espansività, va sottolineato che rispetto al 2020, quando l'Italia veniva pesantemente impattata dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è certamente migliorata, ma per i fatti oggettivi prima ricordati: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, il mantenimento della clausola di salvaguardia, con la conseguente sospensione del Patto di stabilità;

   questa manovra porta in dote pochi risparmi, che in parte sono stati – badate bene – voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia. In primo luogo, infatti, grazie alla nostra battaglia storica contro il cashback che, sospeso per l'anno 2022, porterà in dote a questa maggioranza, a questo Governo e a questo Parlamento un miliardo e mezzo di euro. A cui aggiungiamo l'approvazione del nostro emendamento al Senato che fa risparmiare 130 milioni di euro nel settore del cross financing;

   quanto ai contenuti, non possiamo che condividere perfino l'opinione espressa dal relatore di maggioranza, senatore Vasco Errani, in merito alla riduzione della pressione fiscale, ossia che serviva più coraggio. È vero, serviva più coraggio per fare questa riforma fiscale. C'è stato un taglio di 8 miliardi di euro, un terzo dei fondi totali, rispetto alla manovra, ma è poco più dell'1 per cento delle entrate tributarie totali dello Stato, che ammontano a più di 500 miliardi di euro. Pertanto, sulla riforma fiscale, diciamo che va sempre bene quando si riducono le tasse, però questa riduzione varrà, come si leggeva su alcuni quotidiani nazionali, qualche caffè non al giorno, ma a settimana;

   oltre a questo, vogliamo qui affrontare un altro capitolo spinoso, quello del reddito di cittadinanza, contro cui Fratelli d'Italia ha sempre condotto una dura battaglia d'opposizione. Pensavamo che potesse essere in qualche modo non dico stravolto, ma almeno profondamente cambiato; purtroppo questo non è accaduto. Il reddito di cittadinanza, come sapete, secondo noi, avrebbe dovuto essere una misura di reintroduzione al lavoro, ma non ha funzionato, perché sappiamo che solo una esigua minoranza dei percettori del reddito di cittadinanza è occupabile. Questo non lo dice Fratelli d'Italia ma la Corte dei conti, che attesta che solo il 25 per cento dei percettori ha trovato lavoro, per lo più con contratti a tempo determinato, e solo il 15 per cento ancora oggi è occupato. Insomma, un provvedimento che ha clamorosamente fallito rispetto all'obiettivo previsto. Ovviamente siamo consapevoli e riconosciamo che vi sia una categoria di cittadini, di uomini e donne, che va aiutata, tutelata e inserita in modo graduale e controllato nel mondo del lavoro, ma non possiamo esimerci dal sottolineare come risulti del tutto sconfortante rilevare che nemmeno con un enorme esborso di soldi pubblici si sia trovato un lavoro a tutti i beneficiari. Al riguardo, evidenziamo che anche per i disabili – dati alla mano – il reddito di cittadinanza ha avuto un risultato fallimentare;

   ecco perché ribadiamo che il denaro pubblico deve essere investito sulle aziende, ossia su chi crea ricchezza, cosicché ne possano poi fruire i cittadini sotto forma di salari e stipendi. Invece, per l'evidente colpa di uno schieramento politico e della propria cecità, lo Stato non riesce a utilizzare al meglio i fondi che mette a disposizione;

   esaminando altri temi, presenti nella legge di bilancio, poniamo l'accento – ad esempio – sugli stanziamenti in favore delle Forze dell'ordine. Riteniamo del tutto insufficiente quanto stanziato dal Governo per i finanziamenti alle Forze dell'ordine. L'attenzione nei loro confronti deve infatti essere primaria nel nostro Paese, perché la sicurezza non può essere soltanto un argomento di cui parlare in campagna elettorale, quando tutti sono per la sicurezza, anche perché sarebbe controproducente per uno schieramento se qualche proprio adepto facesse il tifo per l'insicurezza o per la delinquenza. Di fatto però quando il Parlamento, attraverso la manovra di bilancio, non aiuta le Forze dell'ordine come dovrebbe, ci sentiamo di denunciarlo con forza. Per quanto riguarda le assunzioni nelle Forze dell'ordine, abbiamo visto l'atteggiamento incredibile del Partito Democratico che ha presentato al Senato un emendamento sul possibile trattenimento in servizio degli agenti per un periodo di due anni oltre i limiti ordinamentali. Invece di andare nella direzione di nuove assunzioni, si stabilizza chi c'è già, senza comprendere la situazione e rimanendo completamente distanti dalla realtà e dalle problematiche che attraversano le Forze dell'ordine. Ci riferiamo al fatto che il personale sta diventando sempre più anziano e non riesce a svolgere il proprio compito in strada. Se non si vuole ascoltare Fratelli d'Italia, almeno si ascoltino i sindacati delle Forze dell'ordine e della Polizia che dicono a maggioranza e Governo che stanno andando nella direzione opposta a quella della sicurezza per il cittadino. Diventa infatti difficile per chi è anziano fare ordine pubblico nelle strade. L'emendamento del PD è andato invece proprio in questa direzione, aumentando il numero di anni necessari al personale delle Forze dell'ordine per andare in pensione, non capendo che, invece, bisogna stanziare fondi – come è stato fatto in parte, ma a nostro avviso in maniera insufficiente – per avere un aumento del personale in servizio. Resta il fatto che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nei prossimi dieci anni avremo una riduzione di 10.000 unità. Per non parlare poi della Polizia penitenziaria, tema difficilissimo e importantissimo. Qualche mese fa, il ministro Marta Cartabia non si è potuto esimere dal riconoscere la carenza di personale e il progressivo invecchiamento di quello in servizio. Nei prossimi anni andranno in pensione 30.000 agenti della Polizia penitenziaria, personale che svolge un lavoro molto logorante ed usurante. Di fatto, chi svolge quel lavoro, molto spesso, è un detenuto come gli altri. Ne segue che sarebbe stato importante da parte del Governo stanziare più fondi possibili per favorire nuove assunzioni, tenuto anche conto che ci sono molti partecipanti ai concorsi ancora in attesa di assunzione;

   un altro ambito totalmente dimenticato dal Governo e da questa Legge di Bilancio è quello del turismo e delle centinaia di migliaia di aziende che orbitano e fanno impresa attorno a questo settore. Questo Governo sembra essersi dimenticato del turismo, un settore tra i più colpiti dalla pandemia, voltandogli le spalle nonostante sia tra i settori quello che maggiormente contribuisce al PIL nazionale (almeno in periodo pre-Covid). Siamo nella commissione referente del turismo e abbiamo il dovere di ricordare come questa Legge di bilancio faccia ben poco per tutte le strutture ricettive che hanno subìto non solo gli effetti economici negativi derivanti dalla pandemia, ma a volte anche misure bislacche di questo Governo che non avevano nulla di scientifico e che hanno solo ulteriormente complicato la vita di tanti lavoratori del settore. Nulla ad esempio è stato fatto per prorogare la Cassa Covid per le imprese turistiche, comprese per le strutture ricettive. Il credito d'imposta per i canoni di locazione, misura ormai ferma da luglio scorso, era uno strumento fondamentale per garantire la sopravvivenza di tante imprese che sono in perenne sofferenza a causa dell'assenza di turismo (anche internazionale) e non riescono a coprire i costi fissi derivanti dal loro lavoro rischiando di chiudere definitivamente;

   questa Legge di Bilancio non contiene risposte anche nei confronti delle imprese operanti nelle concessioni demaniali marittime, migliaia di aziende contraddistinte da un futuro incerto e per le quali questo Governo sembra volersi lavare le mani, lasciando la capacità decisionale ad altri come ha dimostrato la recente sentenza del Consiglio di Stato;

   ben poco è stato fatto a livello strutturale con una visione di medio e lungo periodo anche sul caroenergia, problematica che sta complicando la vita non solo dei cittadini, ma anche di migliaia di imprese. La ripresa economica sarà complicata da questo fattore: sentiamo il dovere di sottolinearlo nella commissione che dovrebbe occuparsi di Attività Produttive. Rispetto a gennaio 2021, il costo del gas è incrementato del 400 per cento, con quotazioni che sono passate da 19 centesimi al metro cubo a 93 centesimi al metro cubo nel mese di ottobre 2021, con conseguente tracollo nelle utenze energetiche in bolletta;

   un recente studio di Confcommercio ha valutato in 11 miliardi di euro i costi extra che durante il 2022 i consumatori italiani dovranno subire per i rincari delle bollette di luce e gas. Questa singola voce raggiungerà il 6,4 per cento delle spese totali delle famiglie italiane e sottrarrà spazio a tutti gli altri consumi, rallentando la ripresa economica, senza contare il salasso (aggiuntivo rispetto agli 11 miliardi già citati) che riguarderà le imprese e ne peggiorerà i bilanci, costringendone alcune a interrompere o addirittura a cessare l'attività. A soffrire di più gli aumenti delle bollette sono le filiere energivore, quindi l'industria metalmeccanica, quella siderurgica, la chimica, il tessile, ma anche l'alimentare. Secondo molti tecnici del settore sarebbe difficile poter continuare a produrre con un'ascesa tale dei prezzi dell'energia e pertanto risulta essere molto concreto il rischio di interruzione di tante attività. Solo Federmeccanica, ad esempio, rivela che il 26 per cento delle imprese del settore rischiano di dover interrompere l'attività;

   un altro ambito, non possiamo tacere sul vergognoso emendamento riguardante la magistratura onoraria che il Governo ha presentato, sostenendo di volere fare fronte alla procedura di infrazione annunciata dall'Europa nei confronti dell'Italia, atteso il modo in cui in tutti questi anni sono stati trattati e continuano a essere trattati i magistrati onorari. Magistrati considerati come veri e propri rider della giustizia, anzi peggio, poiché adesso i rider verranno regolarizzati e stabilizzati. I giudici onorari – come sappiamo tutti benissimo – risolvono quasi la metà di tutti gli affari della giustizia che, senza di essi, semplicemente si bloccherebbe. Senza i vice procuratori onorari non sarebbe possibile tenere udienza, e non diciamo davanti al giudice di pace, ma nemmeno davanti al tribunale; senza i circa 2.000 giudici onorari di tribunale sarebbe impossibile comporre una infinità di collegi;

   si tratta di magistrati che, per anni, hanno lavorato senza tutele e senza i minimi diritti elementari che dovrebbero spettare ad ogni lavoratore, come ha riconosciuto l'Europa e – finalmente – anche la magistratura italiana con alcune importanti sentenze;

   ebbene, quale è il riconoscimento, quale la gratitudine che il Ministro della giustizia e il Governo manifestano con l'emendamento citato nei confronti di questa categoria che ha tenuto in piedi la giustizia italiana? Si tratta di un emendamento che parifica il magistrato onorario al personale amministrativo, mortificando non la figura del primo, ma la funzione giurisdizionale che esercita. Parificandola al personale amministrativo, non soltanto si offende la magistratura onoraria, ma anche l'alta funzione giurisdizionale assolta in nome del popolo italiano;

   è una vergogna che Fratelli d'Italia denuncia in modo forte e chiaro. Come denunciamo l'illogicità, l'incongruenza e la contraddizione di pretendere di sottoporre a una prova selettiva con tanto di esame, seppur orale, magistrati che hanno fatto il loro dovere per dieci, quindici o venti anni nelle aule di giustizia. Anche questa è un'ulteriore umiliazione che il Governo doveva e poteva risparmiare a questi fedeli funzionari dello Stato;

   la cosa però veramente vergognosa è che, con il predetto emendamento, il Governo impone per legge al magistrato, che dovesse accettare questa pur umiliante stabilizzazione, nel momento stesso in cui firma la domanda di adesione alla selezione, anche nel caso in cui non dovesse superarla, di rinunciare a tutti i diritti. Ai diritti che spettano, per il passato, a tutti i lavoratori: deve rinunciare, infatti, agli arretrati, ai diritti previdenziali e assistenziali. Deve rinunciare a tutto quanto. È un ricatto imposto per legge che grida vergogna nei confronti di chi ha un minimo senso di giustizia. Ma quale Stato di diritto si comporta in questo modo nei confronti dei suoi fedeli servitori, come hanno dimostrato di essere i giudici onorari, anche rischiando la vita durante la pandemia?;

   anche per quanto riguarda il comparto della Difesa, ben altre erano le aspettative di coloro che vi prestano il loro qualificato servizio. In particolare occorre integrare la legge di bilancio 2022, come approvata dal Senato, prevedendo:

    l'ulteriore proroga, almeno fino al 31 dicembre 2022, della durata della ferma dei medici e degli infermieri militari in servizio alla data del 31 dicembre 2021. Inoltre, va incluso, nel detto provvedimento di proroga della ferma anche il personale sanitario, non medico, impegnato nei laboratori nei vari centri del Ministero della difesa quali ad esempio i biologi;

    di istituire, al fine di recepire l'esigenza di sicurezza nella Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia, nella Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet di Firenze, nella Scuola Militare Nunziatella di Napoli e nella Scuola Militare Teuliè di Milano, un apposito fondo per l'acquisto degli opportuni mezzi di aerazione, ventilazione e ricambio dell'aria meccanica.

   Valutiamo di grande importanza che, grazie all'impegno di Fratelli d'Italia, dopo venti anni di battaglie delle associazioni sindacali, di categoria e delle casse di previdenza, ai liberi professionisti è stato riconosciuto il diritto alla salute. Molti non lo sanno, ma purtroppo, fino a ieri, questo diritto non era riconosciuto: i liberi professionisti che si ammalavano o si infortunavano dovevano non solo pagare le conseguenze dell'infortunio, ma addirittura pagare le conseguenze sanzionatorie dell'impossibilità di potere svolgere la loro professione. Dovevano, quindi, risarcire i clienti per le sanzioni che lo Stato comminava loro in conseguenza della malattia del professionista. Una vicenda scandalosa che veniva da tutti additata e considerata come tale, ma che poi nessuno ha mai modificato. Il Gruppo Fratelli d'Italia al Senato ha condotto e vinto, una battaglia di civiltà che interessa 2 milioni di professionisti italiani;

   dobbiamo, invece, esprimere la ferma contrarietà di Fratelli d'Italia a fronte della decisione del Governo di non acconsentire al rinvio della riscossione delle cartelle per rottamazione-ter e saldo e stralcio: un impegno che il Governo aveva preso in Parlamento in precedenza (in occasione della conversione del decreto-legge in materia fiscale) e che è stato clamorosamente disatteso. Avete, come Governo ma anche come maggioranza che lo sostiene, disatteso un impegno con quei milioni di italiani che si trovano a dover pagare in pochi giorni quello che era stato sospeso per un anno e mezzo: è inaccettabile nel merito e nel metodo perché, quando prende impegni, un Governo li deve mantenere, Draghi o non Draghi; chiunque è obbligato a essere coerente con la parola data;

   tra i tanti, c'è un provvedimento che è stato corretto in maniera parziale dalla legge di bilancio 2022, lasciando per altro irrisolti i problemi che andrà a creare. Il riferimento è alla misura introdotta nel decreto fiscale, che andrà a modificare il campo di applicazione dell'IVA per quanto riguarda il mondo associazionistico. Un provvedimento pesantissimo, che – come detto – è stato corretto solo parzialmente e in modo piratesco. La Commissione bilancio del Senato, infatti, ha approvato un emendamento che ha differito il problema di un paio d'anni. Verrebbe da dire che, tutto sommato, il problema temporaneamente è stato risolto, se non fosse che ha aggravato la situazione di tutto il comparto. Sono valutazioni che non fa soltanto Fratelli d'Italia, ma che sono anche del forum del terzo settore – l'unica parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano – che ha pesantemente criticato questa manovra. Il provvedimento di rinvio non ha prodotto e non produrrà risultati efficaci. Il mondo delle associazioni, infatti, deve ancora valutare se trasformare la propria natura giuridica da associazione semplice ad associazione di promozione sociale, andando a modificare il proprio statuto: con questa spada di Damocle rimasta sulla testa, all'evidenza non prenderà, nella sua gran parte, in considerazione l'ipotesi di trasformazione in associazione di promozione sociale. È un aspetto importante che non solo non è stato risolto, ma addirittura è stato appesantito; il rinvio non è assolutamente la panacea per la soluzione del problema e l'augurio è che – in futuro – si possa arrivare a una definizione, la più perentoria possibile, che risolva radicalmente la questione introdotta con l'approvazione del decreto fiscale;

   c'è poi un altro aspetto che deve essere affrontato, ancora nell'ambito dell'associazionismo. Questa volta siamo di fronte alle problematiche del mondo dello sport che da sempre, almeno in Italia, presenta un problema endemico relativo alla sua partenza dal basso. Ci riferiamo alla presenza dello sport all'interno delle scuole. Da sempre diciamo che non ci potrà essere una crescita omogenea dello sport nel nostro Paese senza una sua crescita equilibrata all'interno delle nostre scuole. Ebbene, avevamo salutato con attenzione, curiosità e anche con rispetto l'introduzione all'interno del disegno di legge di bilancio di una norma che prevedeva l'inserimento dell'attività motoria nella scuola primaria: un fatto epocale, veramente importante, rispetto al quale ci eravamo impegnati a seguire con attenzione l'iter di questa parte della manovra. Purtroppo, questo aspetto legato alla possibilità di poter fare finalmente crescere il mondo dello sport all'interno dell'istituzione scolastica è stato rivoluzionato, svuotato di significati e di investimenti, ed è stato ridotto a un mero provvedimento di facciata che andrà per l'ennesima volta a rinviare il problema;

   per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, lo sport è dunque clamorosamente assente;

   al riguardo, citiamo rapidamente gli emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato al Senato e che non sono stati minimamente degnati neanche di una discussione e che riguardavano la possibilità che le spese derivanti dalla crisi pandemica potessero essere affrontate con risorse dello Stato per attenuare le perdite, che assommano a circa il 50 per cento dei proventi medi abituali dell'attività sportiva; abbiamo chiesto l'inserimento di un bonus wellness, un intervento per il pagamento delle utenze, il differimento per il pagamento dei mutui e dei leasing, ma tutto questo non ci è stato riconosciuto e non ci è stato neppure permesso di illustrare;

   altro grande problema del tutto trascurato in questa legge di bilancio è quello legato alla situazione demografica in Italia. Come abbiamo visto dagli ultimi dati Istat, l'Italia registra, da gennaio 2021 a settembre 2021, 1,17 figli per donna. Eravamo a circa 1,59 l'anno precedente. Il crollo è stato repentino, tenendo conto del fatto che a livello europeo la media è di 2,1 per donna, soglia che permette appunto un ricambio generazionale. Ecco, quindi, che, tra le tante proposte che riteniamo essere importanti, vi è quella del congedo parentale o, meglio, dell'astensione facoltativa dal lavoro. È una misura da proporre per uomo e donna, ma noi sappiamo benissimo che, tra il compenso mensile di uomo e donna, c'è un differenziale di circa il 30 per cento, chiaramente a discapito del sesso femminile. Quindi, è chiaro, a fronte delle opportunità, quale quella attualmente in vigore, del congedo parentale fino a sei mesi dell'età del bambino con una decurtazione dello stipendio del 70 per cento, quale dei due sessi vi farà maggiormente ricorso;

   comunque, non è solo questo il punto. Il punto è anche legato a una esigenza di tipo pedagogico, alla crescita armonica, anche serena, del bambino e, soprattutto, a dare l'opportunità alle famiglie e alle giovani coppie di scegliere la soluzione più consona alla propria situazione di vita. Un ulteriore significativo aiuto sarebbe potuto derivare, come da noi richiesto, dall'applicazione dell'aliquota agevolata al 5 per cento per i prodotti legati alla prima infanzia, che sono tantissimi e costosissimi. Quando sentiamo parlare di inverno demografico, in realtà siamo consci del fatto che la situazione è molto più grave: siamo in completa emergenza demografica poiché figli non li fa più nessuno. Una mano a quelli che vogliono fare i figli, abbassando l'aliquota IVA al 5 per cento sui prodotti per la prima infanzia, la vogliamo dare o vogliamo soltanto predicare quando non ci costa niente? Per quanto riguarda poi la cosiddetta tampon-tax apprezziamo che l'aliquota sia stata ridotta dal 22 al 10 per cento, ma ci chiediamo: perché non al 5 per cento? Qualcuno ricorda quella finanziaria che dimezzò l'IVA sui tartufi, che non risultano essere un bene necessario?;

   ebbene non si vede perché l'aliquota IVA non sia stata ridotta al 5 per cento, aliquota per altro in linea con quella in vigore in molti Paesi europei: la Francia è già scesa al 5,5 per cento, la Germania al 7 per cento, il Belgio al 6 per cento, il Portogallo al 6 per cento, l'Irlanda naturalmente è intervenuta prima della direttiva del 2006 e ha addirittura annullato l'IVA. Johnson, nel Regno Unito, prima l'aveva abbassata al 5 per cento e adesso l'ha annullata e se l'è venduta come un effetto della Brexit. Quindi, stiamo parlando non di cose irrilevanti, ma di un riconoscimento, un sostegno, un aiuto e un segnale alle donne, in quanto anche in questo caso si tratta di un bene necessario e non voluttuario;

   esprimiamo piena soddisfazione, invece, sulla decisione del Governo di ascoltare le proposte formulate al riguardo da Fratelli d'Italia, finanziando anche la ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Si tratta di un modello messo immediatamente in campo dal governatore delle Marche, l'ex nostro collega Francesco Acquaroli, che da mesi proponevamo al Governo, affinché fosse portato in tutte le scuole italiane. Resta invece l'amarezza, sempre con riferimento alla scuola, per la mancanza della capacità e anche della volontà di intervenire in alcuni ambiti, che ormai da troppo tempo aspettano risposta. C'è grande delusione per la parziale proroga dell'organico Covid del personale ATA: con gli stanziamenti di bilancio previsti, non sappiamo come si pensi di fronteggiarne le necessità. C'è poi tutta la questione riguardante la mobilità, sia degli insegnanti, sia dei dirigenti scolastici. Non viene data risposta ai direttori generali dei servizi amministrativi, con un aumento della loro indennità amministrativa. C'è la questione dei percorsi abilitanti: nella scuola abbiamo tanti precari, che sarebbero pronti ad essere immessi in ruolo e a riempire gli spazi disponibili – che ci sono – per fare in modo che la scuola italiana abbia personale adeguato, visto soprattutto quanto ha subito negli ultimi tempi. C'è infine la questione, che veramente non capiamo, degli idonei STEM (science, technology, engineering and mathematics), che hanno sostenuto un concorso e che aspettano da tempo di essere stabilizzati. Non si capisce la ragione per la quale tutte le forze politiche diano loro solidarietà a chiacchiere e poi invece non si assuma una decisione sacrosanta, che non ha un costo rilevante;

   che dire poi di quello psicodramma in cui la maggioranza ha trasformato, nel tempo, il superbonus? Avete tribolato tanto a raggiungere un accordo, ma ci voleva tanto a capire che su questo tema servono certezza dei tempi, semplificazione delle procedure e, ovviamente, riconoscimento del valore della cessione del credito d'imposta? Fratelli d'Italia vi chiedeva solo questo – a dire ve lo chiedevamo in tanti – ma, purtroppo, avete fatto troppo poco anche in questa direzione;

   del tutto positivo è lo stanziamento, disposto in ragione dell'approvazione al Senato di un emendamento di Fratelli d'Italia, di 10 milioni di euro da destinare al fondo per gli immobili occupati: altro che 10 milioni per qualche marchetta in giro! Se a un proprietario di immobile residenziale occupano la casa fino ad oggi – prima dell'approvazione di questo disegno di legge di bilancio – egli continua a essere tenuto a pagare tutte le tasse su quell'immobile: la quota Irpef, la quota IMU, se non è prima casa, e la quota Tari. Grazie a Fratelli d'Italia, da quando viene fatta la denuncia di occupazione dell'immobile a quando quell'immobile non viene liberato, le tasse sull'immobile occupato non saranno più dovute;

   abbiamo ribadito più volte, anche in quest'Aula, che non ci sembra normale che una patente per guidare i camion in Italia costi 2.500 euro e nel Regno Unito 250. Al danno si aggiunge la beffa, perché gli stipendi per gli autisti professionisti in Italia sono tra i più bassi. Non si arriva nemmeno a 30.000 euro lordi, a fronte di quanto si guadagna in altre nazioni europee. Il costo della formazione chiaramente penalizza oltremodo i lavoratori italiani. Andava garantito, quindi, un supporto economico proprio per avviarli al mondo del lavoro. Si parla tanto dell'introduzione dei giovani al mondo del lavoro, della grande questione lavorativa e poi lo Stato si gira dall'altra parte. Continueremo a ripeterlo: secondo noi, in Italia costa troppo prendere una patente di guida per diventare autista. Ci vuole troppo tempo. In Italia il corso di studi arriva a sette mesi, mentre nel Regno Unito è di due mesi. Nell'Est europeo con un paio di mesi si consegue il titolo che consente di introdurre i giovani al mondo del lavoro in questo comparto. Il Governo pensa di aver risolto la questione con il bonus patente. Abbiamo, come Fratelli d'Italia, chiesto al Senato di allargare la platea di coloro che potevano usufruire di questa possibilità anche ad altre categorie di autisti e ad altre tipologie di autotrasportatori, ma l'emendamento è stato clamorosamente rigettato;

   quanto all'agricoltura nella legge di bilancio è riservato poco rispetto a un settore non solo primario per definizione, ma fondamentale per la nostra economia, atteso che l'agricoltura e l'agroalimentare rappresentano un quarto del nostro PIL. Non basta all'evidenza sostenere che in questo disegno di legge di bilancio le risorse per l'agricoltura sono raddoppiate rispetto alla precedente legge quando, in termini assoluti, su una manovra come questa si arriva a stanziare poche centinaia di milioni come risorse dirette per il settore. Questi numeri attestano quanto poco centrale sia l'agricoltura nell'agenda politica di questo Governo, che di fatto dimostra di non credere, perché non investe e non dedica risorse – non diciamo importanti, ma almeno accettabili – a un settore che, in questo periodo di crisi dovuta alla pandemia, ha dimostrato di non arrendersi mai e di garantire il cibo per tutti;

   ma ci sono altri elementi che ci preoccupano: il primo è fondamentale e determinante per la tenuta del settore. Abbiamo l'impressione – e sinceramente ce ne dispiace – che non ci siano una visione, un piano strategico per la nostra agricoltura, ma che si cerchi di mettere sempre una toppa alle troppe emergenze; tante toppe e nessuna visione. Una mancanza di visione – a nostro avviso, ad esempio – si registra appieno nella mancanza, ad oggi, di un piano strategico nazionale, da presentare fra pochi giorni alla Commissione europea, per l'attuazione della prossima politica agricola comune (PAC);

   si parla tanto di transizione ecologica, i leader europei lanciano slogan che sicuramente colpiscono l'immaginario collettivo: 3 miliardi di alberi da piantare da oggi al 2030. Siamo già in ritardo, perché ad oggi non se ne è piantato, di fatto, nemmeno uno. Ma, se proviamo a fare un conto veloce, significa piantare 300 milioni di alberi l'anno, un milione di alberi al giorno. Ma ci rendiamo conto? Ma ammesso che sia anche possibile, ci chiediamo se esista un piano di piantumazione nel nostro Paese. Ma soprattutto, chi produce questi alberi e quanti se ne possono produrre? Non lo sappiamo, perché non c'è alcuna strategia. Oltre a non investire sul verde, il problema è che non si fa niente sul piano legislativo per aiutare il settore. Nello specifico del disegno di legge di bilancio, come Fratelli d'Italia abbiamo proposto la riformulazione del bonus verde, ma siamo rimasti inascoltati. Non solo: la legge sul florovivaismo, approvata alla Camera è bloccata da mesi al Senato: insomma, abbiamo bisogno di piante e blocchiamo una legge per dare certezze a chi le produce;

   rimaniamo sempre sul tema ambientale: stiamo attraversando una vera e propria emergenza relativa alla fauna selvatica, che sta mettendo a serio rischio l'equilibrio faunistico e ambientale. È soprattutto un fenomeno che sta mettendo in ginocchio molti agricoltori e allevatori: l'eclatante sovraffollamento di cinghiali che, ormai, arrivano a passeggiare tranquillamente nelle strade delle città. I cinghiali sono un pericolo per l'ambiente, ma soprattutto un pericolo sanitario: detti animali trasmettono la peste suina africana la cui eventuale propagazione nel Paese equivarrebbe alla fine della suinicoltura e della produzione di insaccati, una delle nostre produzioni di eccellenza. Cosa si fa con questa manovra finanziaria? Si stanziano risorse per la sterilizzazione, invece di predisporre risorse per un serio piano nazionale straordinario di abbattimenti, al fine di portare quegli animali a un numero sostenibile, per poi mettere in campo tutte le azioni necessarie per il contenimento, compresa la modifica della legge 11 febbraio 1992, n. 157, ormai vecchia di quasi trent'anni e non più idonea ad affrontare le situazioni odierne. Nonostante quanto evidenziato, non si mettono risorse per compensare gli agricoltori da questi danni. Così come abbiamo trovato un muro anche sulla proposta di Fratelli d'Italia di agevolare le cessioni agricole all'interno dei contratti di rete. Siamo stati inascoltati. Poche, infine, le risorse stanziate per interventi finalizzati al contrasto della xylella che, a causa di una pessima gestione della crisi da parte dell'amministrazione regionale della Puglia, sta distruggendo un intero comparto e territorio;

   purtroppo non c'è stato spazio per molte altre battaglie che Fratelli d'Italia aveva provato a portare all'attenzione del Senato. Gli italiani hanno bisogno di lavoro e noi – da sempre – abbiamo avanzato proposte, anche per il disegno di legge di bilancio. Abbiamo proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: più assumi, meno tasse paghi. È una cosa di buon senso. Con un meccanismo composito, abbiamo proposto una super deduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di lavoro; come abbiamo il superbonus per gli ammortamenti, abbiamo proposto di introdurre il superbonus per chi assume persone in Italia: si agevola in tal modo l'economia reale e si penalizzano le grandi concentrazioni economiche, che fanno utili in Italia senza assumere. Una proposta di mero buon senso, ma l'emendamento è stato bocciato;

   purtroppo Gualtieri si era sbagliato quando aveva detto che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro a causa del Covid-19; il posto di lavoro l'hanno perso in moltissimi: lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, partite IVA. Sono in molti ad aver perso il posto di lavoro. Abbiamo proposto allora la creazione di un fondo per la ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia, attraverso sistemi collaudati, ossia ponendo a carico dello Stato il 50 per cento dei contributi previdenziali che sono a carico del datore di lavoro. È un meccanismo che, per esempio, già funziona per l'occupazione femminile o l'occupazione giovanile. Anche questa ci sembrava una misura semplice, immediata e di buon senso, ma è stata bocciata;

   abbiamo anche sollecitato un intervento contro la concorrenza sleale che subiscono prevalentemente i nostri commercianti. Esiste il meccanismo delle imprese «apri e chiudi»: chiunque sa che il fisco prende contezza di un'attività non prima di due anni. Legalmente, se io apro un'attività, posso tranquillamente non versare un euro allo Stato prima di ventiquattro mesi, non facendo qualcosa di illegale, ma semplicemente applicando la legge. Però, se io alla fine dei due anni sparisco, il fisco non mi rintraccia più. E allora ci sono delle piccole accortezze che si possono adottare: per i soggetti a rischio, prevalentemente chi è extracomunitario (non perché si voglia fare discriminazione, ma perché è più facilmente non più reperibile), istituire un fondo cauzionale o una fideiussione sulle tasse che saranno dovute;

   onorevoli Colleghi. In conclusione, analizzando il testo della legge di bilancio 2022 a nostre mani, più che una legge volta al futuro dell'Italia ci sembra di avere a che fare con la vecchia «legge mancia», allora contestata dalla sinistra, pur costituendo un'appendice della legge finanziaria, e oggi elevata della sinistra a legge di sistema. Ciò a dimostrazione di come, per tenere in piedi una maggioranza così eterogenea e frastagliata, ci sia bisogno di una mediazione al ribasso e di cercare di accontentare tutti, il che non fa certo bene alla Nazione;

   quanto al cosiddetto «Governo dei migliori» ci auguriamo che il presidente Draghi, con il rispetto che Fratelli d'Italia gli riconosce come persona, voglia anche lui calarsi un po' nell'umiltà che ogni cittadino deve avere, magari convenendo con noi che gli organi parlamentari non sono un optional a sua disposizione!;

   questa legge di bilancio è nei fatti solo l'effetto di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, insieme non riescono a stare se non perché così impone loro il ricorso al voto di fiducia di cui il Governo abusa a piene mani. Il compromesso al ribasso, tuttavia, produce l'assenza di una visione: non c'è visione politica in questa manovra; non c'è rilancio per la Nazione perché non c'è amore per la Nazione italiana e per quella che noi chiamiamo Patria,

DELIBERA
DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO

  Zucconi, De Toma, Caiata.