VIII Commissione

Ambiente, territorio e lavori pubblici

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)

Commissione VIII (Ambiente)

Comm. VIII

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
SOMMARIO
Lunedì 27 dicembre 2021

SEDE CONSULTIVA:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato (Parere alla V Commissione) (Esame e conclusione – Parere favorevole) ... 134

ALLEGATO 1 (Relazione approvata dalla Commissione) ... 150

ALLEGATO 2 (Relazione di minoranza presentata dal Gruppo FDI) ... 150

VIII Commissione - Resoconto di lunedì 27 dicembre 2021

SEDE CONSULTIVA

  Lunedì 27 dicembre 2021. — Presidenza della presidente Alessia ROTTA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per la transizione ecologica, Ilaria Fontana.

  La seduta comincia alle 16.35.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e Nota di variazioni.
C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.
Parere alla V Commissione.
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Alessia ROTTA, presidente, avverte che l'esame del provvedimento si concluderà nella giornata odierna con l'approvazione di una relazione e con la nomina di un relatore che potrà partecipare ai lavori della Commissione Bilancio. La Commissione esaminerà nella giornata odierna anche gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza e, se approvati, essi saranno inclusi nella relazione conclusiva della Commissione.
  Ricorda inoltre che il termine per la presentazione di emendamenti ed ordini del giorno al disegno di legge di bilancio è stato fissato per le ore 17 della giornata odierna. Pertanto, le votazioni avranno luogo non prima di quell'orario.

  Tommaso FOTI (FDI), intervenendo sull'ordine dei lavori, evidenzia l'assenza di un rappresentante del Governo alla seduta, circostanza ancora più grave in questa sede in quanto si esamina la legge di bilancio. Ricorda infatti che ciò costituisce una palese violazione dell'articolo 120, comma 8, che prescrive la presenza dei Ministri competenti a queste sedute.
  Inoltre, con riguardo alle parole introduttive della presidente, tiene a precisare che l'articolo 120, comma 3, non contempla la trasmissione della sola relazione approvata, ma consente la presentazione di relazioni di minoranza da trasmettere alla Commissione Bilancio e dispone nel senso che il proponente può riferire su di esse presso la medesima Commissione. Preannuncia, pertanto, la presentazione di una relazione di minoranza a sua prima firma

  Alessia ROTTA, presidente, sospende brevemente la seduta in attesa della rappresentante del Governo che ha comunicato di essere prossima alla sede di Montecitorio.

  La seduta, sospesa alle 16.38 è ripresa alle 16.40.

  Tommaso FOTI (FDI), intervenendo nuovamente sull'ordine dei lavori, saluta la sottosegretaria Fontana ma ribadisce come il Regolamento della Camera, all'articolo 120, comma 8, sia chiarissimo nel richiedere alle sedute delle Commissioni dedicate all'esame della legge di bilancio la presenza del Ministro competente, non essendo questa condizione assolta dalla presenza di un Sottosegretario di governo. Inoltre, la medesima disposizione precisa anche la necessità di pubblicare un resoconto stenografico. Non comprende per quali ragioni si debba invocare la validità di una prassi in palese contrasto con la lettera della norma regolamentare.
  Si tratta, a suo avviso, di un'ennesima violazione delle procedure parlamentari che caratterizza questa sessione di bilancio e che avrà occasione di esplicitare nel suo intervento in discussione generale.

  Alessia ROTTA, presidente, comprendendo lo spirito dell'intervento del collega Foti, in ordine alla necessità di rispettare le forme parlamentari quando in esse si radica anche la sostanza del procedimento, saluta la Sottosegretaria evidenziando come il Governo sia pienamente e legittimamente rappresentato con la sua presenza.

  Silvia FREGOLENT (IV), relatrice, riferisce sul disegno di legge di bilancio annuale per il 2022 e pluriennale 2022-2024, per le parti di competenza dell'VIII Commissione.
  Ricorda preliminarmente che con la riforma operata dalla legge n. 163 del 2016 – che ha modificato la legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009 – la legge di bilancio e la vecchia legge di stabilità sono ora ricomprese in un unico provvedimento, che è suddiviso in due sezioni: la prima sezione svolge essenzialmente le funzioni dell'ex disegno di legge di stabilità, mentre la seconda sezione assolve, nella sostanza, quelle del disegno di legge di bilancio.
  Nel rinviare alla documentazione predisposta dagli uffici per un'analisi dettagliata del contenuto del disegno di legge, darà conto sinteticamente delle disposizioni di competenza e di interesse della VIII Commissione, secondo l'ordine progressivo degli articoli, riservando alla fine l'esposizione degli interventi di interesse della Commissione disposti nella sezione seconda del disegno di legge.
  La prima disposizione che viene in rilievo è la disciplina delle detrazioni fiscali del 110 per cento (superbonus), contenuta nel comma 28, che introduce una proroga della misura del Superbonus 110 per cento, con scadenze differenziate in base al soggetto beneficiario.
  In sintesi per i condomini, le persone fisiche (al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arte o professione) e per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, viene prevista una proroga al 2025 con una progressiva diminuzione della percentuale di detrazione (dal 110 per cento per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 fino al 65 per cento per quelle sostenute nell'anno 2025).
  La disposizione proroga la possibilità di avvalersi della misura per le cooperative di abitazione a proprietà indivisa (fino al 30 giugno 2023). Per gli stessi soggetti, qualora siano stati effettuati lavori (al 30 giugno 2023) per almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo, la detrazione spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 (analogamente a quanto già previsto per gli IACP).
  La norma sopprime altresì i termini specifici previsti per l'applicazione della detrazione al 110 per cento nei casi di installazione di impianti solari fotovoltaici (31 dicembre 2021) nonché per gli interventi di installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici (30 giugno 2022). Viene soppressa inoltre la norma introdotta nel disegno di legge che riconosceva la detrazione per le spese sostenute da alcuni soggetti entro il 31 dicembre 2022 solamente in presenza di determinate condizioni (comunicazione CILA e titolo ricostruzione edifici).
  Si prevede anche che per gli interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche, l'agevolazione fiscale spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 a condizione che alla data del 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell'intervento complessivo (senza più riferimento al valore ISEE). Con una norma introdotta al Senato si chiarisce che le proroghe si applicano anche per la realizzazione degli interventi trainati.
  Viene stabilito, altresì, che i prezzari individuati dal decreto del Ministro dello sviluppo economico del 6 agosto 2020 si applicano anche ad altri interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica.
  Nel corso dell'esame al Senato sono state trasfuse nel provvedimento in esame le norme del decreto-legge n. 157 del 2021 che: estendono l'obbligo del visto di conformità anche al caso in cui il c.d. Superbonus sia utilizzato in detrazione nella dichiarazione dei redditi, fatta eccezione per il caso in cui la dichiarazione è presentata direttamente dal contribuente, attraverso l'utilizzo della dichiarazione precompilata predisposta dall'Agenzia delle entrate ovvero tramite il sostituto d'imposta che presta l'assistenza fiscale; dispongono che, per stabilire la congruità dei prezzi, da asseverarsi da un tecnico abilitato, occorre fare riferimento anche ai valori massimi stabiliti, per talune categorie di beni, con decreto del Ministro della transizione ecologica.
  Pur non essendo di diretta competenza della Commissione, segnala che nel medesimo comma 28 sono altresì disciplinate misure fiscali per gli interventi nei territori colpiti da eventi sismici. In particolare, si fissa al 110 per cento l'ammontare della detrazione fiscale ammissibile relativamente alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2025 nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici dal 1° aprile 2009 per l'importo eccedente il contributo previsto per la ricostruzione.
  I commi da 29 a 36 riguardano anch'essi indirettamente la competenza della Commissione, in quanto disciplinano l'estensione dell'obbligo del visto di conformità e della congruità dei prezzi, misure di contrasto alle frodi in materia di cessioni dei crediti, nonché il rafforzamento dei controlli preventivi e quelli svolti dalla Agenzia delle entrate, tutte disposizioni già vigenti in quanto ricomprese nel cosiddetto decreto anti-frode (decreto-legge n. n. 157 del 2021), che è confluito in legge di bilancio e sarà quindi contestualmente abrogato.
  Il comma 37 dispone la proroga fino al 31 dicembre 2024 di alcune detrazioni legate alla riqualificazione edilizia ed energetica.
  In particolare, la lettera a) proroga la detrazione fiscale nella misura del 65 per cento per il cosiddetto ecobonus e per i micro-cogeneratori, nonché la detrazione nella misura del 50 per cento per impianti di climatizzazione invernale.
  Merita ricordare che presso questa Commissione viene ogni anno presentata una pubblicazione curata dal Servizio studi della Camera, in collaborazione con l'istituto di ricerca CRESME in materia di recupero e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio da cui emerge che gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 1998 al 2020, oltre 21 milioni di interventi.
  La lettera b), numero 1, proroga la detrazione al 50 per cento, fino ad una spesa massima di 96.000 euro, per gli interventi di ristrutturazione edilizia
  Per completezza, segnala che la lettera b), numero 2, prevede che ai contribuenti che fruiscono della detrazione prevista per gli interventi di ristrutturazione edilizia è altresì riconosciuta una detrazione per le ulteriori spese documentate sostenute negli anni 2022, 2023 e 2024 per mobili, elettrodomestici
e apparecchiature per le quali sia prevista l'etichetta energetica, per un importo massimo detraibile, di 10.000 euro per l'anno 2022 e di 5.000 euro per gli anni 2023 e 2024.
  Il comma 38 proroga il cosiddetto «bonus verde» fino al 2024.
  Il comma 39 riduce invece il «bonus facciate» per il 2022 dal 90 per cento al 60 per cento dell'importo.
  Il comma 42 introduce una detrazione per le spese sostenute per interventi finalizzati al superamento e all'eliminazione di barriere architettoniche. La detrazione, spetta nella misura del 75 per cento delle spese ed è calcolata su un ammontare variabile da 50.000 a 30.000 euro in relazione al numero di unità immobiliari dell'edificio.
  Anche il comma 43 involge, sia pure indirettamente, le competenze della Commissione in quanto reca misure di tutela degli investimenti per edifici allacciati al teleriscaldamento nell'ambito del Superbonus.
  I commi 51 e 52 recano misure a favore dei soggetti colpiti dagli incendi verificatisi nelle regioni Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia, assegnando risorse entro il limite massimo di 40 milioni, sulla base delle ricognizioni dei fabbisogni da parte dei commissari delegati.
  Meritano un richiamo anche i commi 61 e 62 in quanto disciplinano la garanzia a favore di progetti del green new deal, rifinanziando la misura per un impegno massimo assumibile dalla SACE S.p.A. pari a 3.000 milioni di euro prorogandola di un anno fino al 2022.
  Il comma 392 istituisce il Fondo per la strategia di mobilità sostenibile per la lotta al cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni nella misura degli obiettivi di decarbonizzazione assunti a livello europeo (almeno il 55 per cento rispetto al 1990 e emissioni zero entro l'anno 2050). Il fondo, allocato presso il MIMS, avrà una dotazione di 50 milioni annui dal 2023 al 2026, 150 milioni annui nel 2027 e 2028, 200 milioni nel 2029 e 300 milioni nel 2030 e 250 milioni annui dal 2031 al 2034. Viene demandato al decreto ministeriale il riparto in relazione ai diversi settori (trasporto pubblico locale, treni ad idrogeno, ciclovie, trasporto merci intermodale, carburanti alternativi per navi e aerei e autotrasporto).
  Il comma 397 autorizza la spesa complessiva di 4,55 miliardi di euro per il finanziamento del contratto di programma ANAS 2021-2025. In particolare la disposizione autorizza la spesa di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, di 250 milioni di euro per l'anno 2025, di 300 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2026 al 2028, e di 400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2029 al 2036. A tale riguardo è utile ricordare che il contratto di Programma è lo strumento che assegna risorse pubbliche ad ANAS per la realizzazione degli interventi infrastrutturali. Evidenzio che, nell'ambito del piano complessivo degli investimenti, il 52 per cento interessa le regioni del Sud Italia e le Isole per un totale di circa 15,7 miliardi, il 24 per cento, pari a circa 7 miliardi, riguarda le regioni del Centro, il 19 per cento, pari a circa 5,7 miliardi, riguarda le regioni del Nord. Il restante 5 per cento comprende investimenti per danni ed emergenze, fondo progettazione e investimenti in tecnologie stradali, applicazioni tecnologiche e manutenzione straordinaria delle case cantoniere.
  I commi 398 e 399 disciplinano l'incremento del Fondo per la revisione dei prezzi dei materiali nei contratti pubblici di 100 milioni di euro per il 2022. In particolare, si estende agli aumenti eccezionali dei prezzi verificatisi in tutto il 2021 (e non solo nel primo semestre, come adesso previsto) la rilevazione ministeriale e si prevede che essa avvenga con due distinti decreti da adottarsi entro il 31 ottobre 2021 e il 31 marzo 2022. Inoltre, si estende al 31 dicembre 2021 l'ambito di applicazione delle compensazioni.
  Si osserva che la norma in esame tiene ferma la previsione vigente secondo cui essa si applica ai contratti pubblici in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore della legge di conversione del D.L. 73/2021, escludendo pertanto dall'ambito di applicazione i contratti la cui esecuzione abbia
avuto inizio sempre nel 2021 ma successivamente a tale data (ossia successivamente al 25 luglio 2021).
  I commi da 400 a 402 autorizzano la spesa complessiva di 200 milioni di euro, articolati in 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, a titolo di contributo pubblico per assicurare l'equilibrio del piano economico-finanziario della concessione rilasciata alla società Autostrada tirrenica Spa, fino alla sua scadenza. Si ricorda che, a seguito di ricorso promosso dalla Commissione Europea che aveva contestato l'illegittimità della proroga della concessione sino al 31 dicembre 204, la Corte di Giustizia ha dichiarato l'illegittimità della proroga con riguardo alla concessione della tratta Livorno-Cecina (la cui scadenza deve essere pertanto riportata al precedente termine del 31 ottobre 2028) e la legittimità della proroga della concessione al 2046 relativamente alle tratte Cecina-Grosseto e Grosseto-Civitavecchia dell'autostrada A12 (tratte ancora da realizzare all'epoca della sottoscrizione della Convenzione Unica). Secondo quanto emerge dalla relazione illustrativa, la SAT ha chiesto che l'aggiornamento del piano economico finanziario preveda l'erogazione di un contributo da parte dello Stato, tenuto conto degli scarsi volumi di traffico che interessano le tratte autostradali che residuano nella gestione della SAT, della necessità di mantenere un livello tariffario sostenibile per l'utenza (e che ancora oggi è applicato in misura ridotta nel tratto Civitavecchia-Tarquinia); e della necessità di prevedere un valore di subentro in linea con le indicazioni della Commissione UE, così da non costituire un deterrente all'ingresso di un nuovo concessionario. Secondo quanto stabilito dal comma 2 la misura del contributo è determinata, previa verifica del raggiungimento delle condizioni di equilibrio del Piano economico finanziario. Infine, l'erogazione del contributo è subordinata al perfezionamento della procedura di approvazione degli atti convenzionali nonché alla rinuncia da parte di Società Autostrada tirrenica Spa di tutti i giudizi pendenti nei confronti delle amministrazioni pubbliche relativi al rapporto concessorio.
  I commi 403 e 404 autorizzano la spesa di 200 milioni di euro, per il periodo 2022-2027, quale contributo massimo a favore della regione Emilia-Romagna per la realizzazione dell'autostrada regionale Cispadana. La sua erogazione alla concessionaria Autostrada Regionale Cispadana Spa, è comunque subordinata all'attestazione da parte di un primario istituto finanziario delle condizioni di bancabilità del progetto e di sostenibilità economico-finanziaria della concessione.
  I commi 405 e 406 autorizzano la spesa di 3,35 miliardi di euro dal 2022 al 2036 (di cui 100 nel 2022, 150 nel 2023 e 200 milioni annui per il 2024 e 2025 e 330 milioni annui per il restante periodo) per il finanziamento degli interventi relativi a programmi straordinari di manutenzione straordinaria ed adeguamento funzionale e resilienza ai cambiamenti climatici della viabilità stradale di competenza di regioni, province e città metropolitane. Viene quindi demandata ad un decreto ministeriale, da emanare entro il 28 febbraio 2022, la definizione dei criteri e delle modalità per l'assegnazione delle risorse, delle modalità di approvazione dei piani predisposti dagli enti locali, delle procedure di revoca delle risorse e dei criteri generali per adeguare la progettazione e l'esecuzione di tali opere ai principi ambientali comunitari.
  I commi da 407 a 414 disciplinano l'assegnazione, per gli anni 2022 e 2023, di contributi ai comuni, nel limite complessivo di 200 milioni di euro per l'anno 2022 e 100 milioni di euro per l'anno 2023, per investimenti finalizzati alla manutenzione straordinaria delle strade comunali, dei marciapiedi e dell'arredo urbano purché si tratti di lavori che non siano già integralmente finanziati da altri soggetti e che siano aggiuntivi rispetto a quelli previsti nella seconda e terza annualità del bilancio di previsione 2021-2023. I contributi in questione sono assegnati ai comuni con decreto del Ministero dell'interno, entro il 15 gennaio 2022, sulla base della popolazione residente al 31 dicembre 2019 post censimento. I contributi per l'anno 2023
sono assegnati ai comuni con il richiamato decreto del Ministero dell'interno in misura pari alla metà del contributo assegnato per l'anno 2022. La norma precisa altresì che il finanziamento può essere erogato solo per lavori avviati entro il 30 luglio 2022 per i contributi relativi all'anno 2022 ed entro il 30 luglio 2023 per i contributi relativi all'anno 2023.
  Il comma 415 reca misure per il rifinanziamento delle spese di progettazione da parte degli enti locali. In particolare, aumenta il limite delle risorse assegnabili per il biennio 2022-2023 (rispettivamente da 170 a 320 milioni di euro per il 2022 e da 200 a 350 milioni di euro per il 2023). Inoltre dispone le priorità nelle assegnazioni dei contributi a favore delle opere pubbliche del PNRR. Ancora, prorogare i termini per le richieste di contributo e per la determinazione del contributo per l'anno 2022. Si dispone quindi un incremento di 700.000 euro per l'anno 2022 degli oneri posti a carico del bilancio dello Stato relativi al Fondo rotativo per la progettualità istituito presso la Cassa depositi e prestiti, al fine di sostenere e accelerare la spesa per investimenti pubblici da parte dello Stato, delle regioni, degli enti locali e degli altri enti pubblici, anche con riferimento agli interventi previsti dal PNRR, e con particolare riguardo alla redazione delle valutazioni di impatto ambientale e dei documenti relativi a tutti i livelli progettuali previsti dalla normativa vigente.
  Il comma 416 istituisce presso la Presidenza del Consiglio il Fondo per la progettazione degli interventi di rimessa in efficienza delle opere idrauliche e di recupero e miglioramento della funzionalità idraulica dei reticoli idrografici), con una dotazione di 5 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024. Si demanda a un D.P.C.M., da adottare entro novanta giorni, il compito di stabilire il funzionamento del Fondo e i criteri e le modalità di riparto tra le Regioni e le Province autonome, ivi inclusa la revoca in caso di mancato o parziale utilizzo delle risorse.
  Il comma 417 autorizza la spesa di 8,8 milioni di euro per l'anno 2022 – messe a disposizione dell'attuale Commissario straordinario, Vera Corbelli – per il completamento degli interventi di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti pericolosi e radioattivi stoccati nel deposito ex Cemerad, nel territorio del comune di Statte, in provincia di Taranto.
  Pur non essendo di diretta competenza, richiama anche il contenuto dei commi 418 e 419, in quanto riguardano il rifinanziamento di misure a favore delle «Aree interne».
  I commi da 420 a 425 recano disposizioni in materia di interventi per il Giubileo 2025. In particolare, il comma 420 istituisce nello stato di previsione del MEF due distinti capitoli: il primo con una dotazione complessiva di 1,33 miliardi di euro per il periodo 2022-2026 per la pianificazione e la realizzazione delle opere e degli interventi funzionali all'evento; il secondo con una dotazione complessiva di 110 milioni di euro per il periodo 2022-2026 per assicurare il coordinamento operativo e le spese relative a servizi da rendere ai partecipanti all'evento.
  Si prevede quindi la nomina di un Commissario straordinario di Governo, fino al 31 dicembre 2026, e di uno o più subcommissari. Come riporta il sito web del Governo, nella riunione del tavolo istituzionale del 14 dicembre 2021, presieduta dal Presidente Draghi, è stata proposta la nomina del sindaco di Roma.
  I commi da 422 a 424 disciplinano il programma dettagliato degli interventi, con cui ripartire i finanziamenti tra gli interventi, definire il cronoprogramma e il costo per ciascuno di essi nonché la revoca del finanziamento in caso di mancato monitoraggio o di mancato rispetto del cronoprogramma.
  I commi 425 e 426 disciplinano i poteri del Commissario straordinario, il quale, limitatamente agli interventi urgenti di particolare criticità, può operare – a mezzo di ordinanze immediatamente efficaci – in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale, salvo il rispetto del codice delle leggi antimafia, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall'appartenenza all'Unione europea. Al Commissario straordinario
è attribuito il compito di coordinare la realizzazione di interventi ricompresi nel programma dettagliato di cui al comma 3, nonché di quelli funzionali all'accoglienza e alle celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025.
  I commi da 427 a 432 prevedono la costituzione di una società interamente controllata dal MEF denominata «Giubileo 2025», che agisce anche in qualità di soggetto attuatore e di stazione appaltante, prevedendo in particolare che essa curi le attività di progettazione, affidamento e la realizzazione degli interventi, delle forniture e dei servizi, anche attraverso la stipula di apposite convenzioni. Si provvede inoltre ad autorizzare la partecipazione del MEF al capitale sociale della società per un importo di 5 milioni di euro per l'anno 2022, nonché la spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 per la copertura degli oneri previsti. I commi da 432 a 436, per l'esercizio di poteri di indirizzo e impulso in relazione alle attività e agli interventi connessi alle celebrazioni del Giubileo 2025, dispongono l'istituzione della Cabina di coordinamento.
  I commi 437 e 438 disciplinano l'assegnazione ai soggetti responsabili di un termine per provvedere in caso di inerzia nella realizzazione degli interventi (pari a trenta giorni) e i successivi poteri surrogatori in caso di perdurante inerzia (prevedendo la nomina di commissari ad acta e l'esercizio di poteri sostitutivi).
  Il comma 439 disciplina l'esercizio dei poteri sostitutivi, affidando al Commissario straordinario il compito di proporre al Presidente del Consiglio le opportune iniziative.
  Il comma 440 interviene a disciplinare la nomina dei commissari ad acta e i relativi compensi.
  In base al comma 441, le funzioni di rendicontazione degli interventi sono svolte dalla società «Giubileo 2025» che riferisce semestralmente alla Cabina di coordinamento. Il comma 442 disciplina invece il trasferimento delle risorse su apposito conto di tesoreria intestato alla società «Giubileo 2025».
  Il comma 443 affida alla società «Giubileo 2025» la predisposizione e l'aggiornamento del cronoprogramma dei pagamenti degli interventi e disciplina i controlli sugli atti adottati dal Commissario. I provvedimenti di natura regolatoria adottati dal Commissario, ad esclusione di quelli di natura gestionale, sono sottoposti al controllo preventivo della Corte dei conti e pubblicati in Gazzetta Ufficiale.
  Il comma 448 autorizza la spesa di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027 per gli interventi di protezione civile, connessi agli eventi calamitosi verificatisi negli anni 2019 e 2020, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale e per i quali i Commissari delegati hanno effettuato la ricognizione dei fabbisogni, al fine di fare fronte ai danni occorsi al patrimonio privato ed alle attività economiche e produttive. Alla determinazione e concessione dei contributi si provvede con ordinanze di protezione civile che saranno emanate relativamente all'ambito territoriale di ciascuna regione o provincia autonoma e d'intesa con le medesime, al netto degli eventuali contributi già percepiti dalle ordinanze emanate a seguito dell'attivazione di prime misure economiche di immediato sostegno al tessuto economico e sociale nei confronti della popolazione e delle attività economiche e produttive direttamente interessate dall'evento.
  I commi da 449 a 450 recano una serie di interventi in materia di eventi sismici. In particolare, prorogano fino al 31 dicembre 2022 rispettivamente lo stato di emergenza per il sisma del 2016 e 2017, avvenuto nelle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, per una spesa nel limite di 173 milioni per l'anno e la gestione straordinaria dell'emergenza, per una spesa di 72,27 milioni per l'anno 2022. Al medesimo riguardo, si incrementa, al fine di proseguire e accelerare i processi di ricostruzione privata nei territori colpiti dal sisma 2016 e 2017, la concessione del credito d'imposta maturato in relazione all'accesso ai finanziamenti agevolati, di durata venticinquennale, per 200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022 e per ulteriori 100 milioni a decorrere dall'anno 2024.

  I commi da 451 a 458 prorogano le agevolazioni fiscali relative ai territorio colpiti da eventi sismici negli scorsi anni
  Il comma 459 proroga fino al 31 dicembre 2022 lo stato di emergenza per il sisma avvenuto in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto nel 2012; proroga fino all'anno 2022 l'assunzione di personale con contratto di lavoro flessibile per il sisma 2012, per una spesa di 15 milioni; proroga fino al 31 dicembre 2022 il riconoscimento da parte dei commissari delegati per il sisma 2012 del compenso per prestazioni di lavoro straordinario, per una spesa di 300.000 euro.
  Il comma 460 proroga fino al 31 dicembre 2022 la gestione straordinaria per il sisma dell'isola di Ischia del 2017, per una spesa di 4,95 milioni, mentre il comma 461 autorizza per l'anno 2022 per il sisma dell'isola di Ischia del 2017 una spesa complessiva pari a 2,92 milioni, per la struttura commissariale, per la continuità nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani e per le assunzioni di personale a tempo determinato.
  Il comma 462 proroga fino al 31 dicembre 2022 lo stato di emergenza per il sisma della Città metropolitana di Catania del 2018, nel limite delle risorse già stanziate per l'emergenza.
  Il comma 463 proroga fino al 31 dicembre 2022 la nomina del Commissario straordinario per il sisma della Città metropolitana di Catania del 2018, la gestione straordinaria, e le norme sul personale assunto dai comuni interessati e dalla struttura commissariale; proroga fino al 31 dicembre 2022 la nomina del Commissario straordinario e la gestione straordinaria per il sisma di Campobasso del 2018, prevedendo per gli interventi complessivi per i due eventi sismici di Catania e Campobasso del 2018, una spesa di 2,6 milioni per l'anno 2022.
  Il comma 464 proroga fino al 31 dicembre 2022, nel limite di 2,32 milioni per l'anno 2022, la dotazione di risorse umane assunte con contratto a tempo determinato, nel limite massimo di 25 unità, assegnata a ciascuno dei due Uffici speciali per la ricostruzione previsti per il sisma avvenuto in Abruzzo nel 2009.
  Il comma 465 autorizza una spesa di 800 mila euro, per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, da ripartire con provvedimento del capo del Dipartimento «Casa Italia», per il supporto tecnico-operativo e per le attività connesse alla definizione, attuazione e valutazione degli interventi. Le risorse sono attribuite in esito all'individuazione degli interventi e del relativo soggetto attuatore, tra il Commissario straordinario per la ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016, la Struttura di missione per il coordinamento dei processi di ricostruzione e sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 e il Dipartimento «Casa Italia».
  Il comma 466 incrementa di 200 milioni annui le risorse destinate alla concessione del credito d'imposta maturato in relazione all'accesso ai finanziamenti agevolati, di durata venticinquennale, per la ricostruzione privata nei territori colpiti da eventi sismici.
  Il comma 467 precisa che per i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati ai sensi del comma 465, la proroga fino al 31 dicembre 2022 si intende in deroga, limitatamente a tale annualità, ai limiti di durata previsti dalla normativa nazionale e dalla contrattazione collettiva nazionale di lavoro dei comparti del pubblico impiego.
  Il comma 468 riduce, per l'anno 2022, la dotazione del Fondo per le emergenze nazionali di 4,95 milioni.
  Il comma 469 assegna un contributo straordinario in favore del Comune dell'Aquila, per l'anno 2022 pari a 10 milioni di euro, ed un contributo per gli altri comuni del cratere sismico, diversi da L'Aquila, pari a 1 milione di euro. Il comma 14 proroga fino all'anno 2022 i contratti stipulati dai comuni del cratere sismico per il sisma avvenuto in Abruzzo nel 2009, per una spesa di 1,45 milioni per l'anno 2022; Il comma 15 proroga fino al 31 dicembre 2022, a favore del comune dell'Aquila, la possibilità di avvalersi di personale a tempo determinato, per una spesa di 1 milione di euro.

  Il comma 472 interviene per rifinanziare il Fondo per la prevenzione del rischio sismico per complessivi 200 milioni di euro per il periodo 2024- 2029 (5 milioni per l'anno 2024; 20 milioni per l'anno 2025; 25 milioni per l'anno 2026 e 50 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029) al fine di potenziare le azioni di prevenzione, per studi di microzonazione sismica e analisi della condizione limite per l'emergenza. L'assegnazione delle risorse avviene con ordinanza del capo del Dipartimento della protezione civile, sulla base di un piano degli interventi che dovranno presentare le regioni che contenga un cronoprogramma procedurale, l'indicazione dei soggetti attuatori e dei codici unici di progetto per le opere previste.
  Il comma 473 introduce misure volte al finanziamento del Piano triennale di coordinamento delle azioni di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi previsto dall'articolo 1, comma 3, del decreto-legge n. 120 del 2021. A tal fine, si istituisce un apposito fondo da trasferire al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con una dotazione complessiva di 150 milioni di euro per il triennio 2022-2024 (40 milioni per il 2022, 50 milioni per il 2023 e 60 milioni per il 2024, di cui 20 per ciascun anno destinati alle regioni). Al comma 2 sono recate le modalità di finanziamento del primo Piano nazionale relativo alle annualità 2022-2024, demandando al D.P.C.M. approvativo del Piano il compito di ripartire le risorse. Nel ripartire le suddette risorse, si dovrà altresì tener conto anche delle risorse del Ministero dell'Interno finalizzate al rinnovo della flotta elicotteri, all'aggiornamento tecnologico dei velivoli e all'aumento della capacità operativa delle squadre del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.
  I commi da 488 a 497 istituiscono un Fondo italiano per il clima, con una dotazione pari a 840 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 e di 40 milioni a partire dal 2027, passibile di incremento con l'apporto finanziario di soggetti pubblici o privati, nazionali o internazionali.
  Ricorda, al riguardo, che nel contesto della COP 21 (Conferenza di Parigi sul clima del 2015, cui hanno fatto seguito le successive COP, da ultimo la COP 26 di Glasgow), i principali Paesi industrializzati – e tra essi l'Italia – hanno assunto l'impegno collettivo, da raggiungere entro il 2020, di mobilitare 100 miliardi di dollari all'anno verso iniziative di finanza per il clima a favore di Paesi in via di sviluppo. Le risorse effettivamente messe a disposizione dall'Italia nel periodo 2015-2018 si sono tuttavia attestate su valori inferiori rispetto agli impegni assunti, risultando mediamente pari a circa 500 milioni di dollari all'anno.
  Le condizioni, i criteri e le modalità per l'utilizzo delle risorse del Fondo saranno stabiliti con uno o più decreti del Ministro della transizione ecologica, di concerto con i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'economia delle finanze.
  Il Fondo finanzierà interventi, anche a fondo perduto, a favore di soggetti privati e pubblici per contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti negli accordi internazionali in materia di clima e tutela ambientale ai quali l'Italia ha aderito. Gli interventi del Fondo saranno destinati in primis ai Paesi individuati dal Comitato di aiuto allo sviluppo OCSE-DAC, in maniera altresì coerente con la politica estera italiana. Ulteriori Paesi beneficiari potranno essere individuati con decreto del Ministro della transizione ecologica, di concerto con i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'economia e delle finanze, sempre in maniera coerente con gli accordi internazionali in materia di clima e tutela ambientali sottoscritti dall'Italia.
  Tra le attività consentite al Fondo (assunzione di capitale di rischio e erogazione di finanziamenti, diretti o indiretti) rileva l'erogazione di garanzie, assistite dalla garanzia dello Stato quale garanzia di ultima istanza che opera in caso di accertata insolvenza del Fondo. Criteri, modalità e condizioni della garanzia di ultima istanza, assieme alle modalità di escussione idonee a garantire la tempestività di realizzo della
garanzia conformemente ai requisiti previsti dalla normativa di vigilanza prudenziale, saranno stabilite da un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della transizione ecologica e degli affari esteri.
  Il Gestore del Fondo è individuato in Cassa depositi e prestiti SpA). A copertura delle perdite attese, Cassa Depositi e Prestiti SpA è incaricata di istituire un apposito fondo di accantonamento, a cui affluiranno i premi versati al Fondo medesimo a fronte del rilascio delle garanzie, nonché i recuperi. La gestione del Fondo avviene da parte di Cassa depositi e prestiti tramite un'apposita Convenzione, da stipulare con il Ministero della transizione ecologica.
  Due organi interministeriali (Comitato di indirizzo e Comitato direttivo) ne assicureranno la governance, il primo definendone l'orientamento strategico e le priorità di investimento, il secondo che delibera in merito ai finanziamenti e alle garanzie concessi a valere sulle risorse del Fondo. Entrambi i Comitati non dovranno determinare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che ai loro componenti non saranno destinati compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese o altri emolumenti, comunque denominati
  Il comma 498 istituisce, nello stato di previsione del Ministero della transizione ecologica, il Fondo per l'attuazione del programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico, con una dotazione pari a 50 milioni di euro per l'anno 2023, 100 milioni di euro per l'anno 2024, 150 milioni di euro per l'anno 2025 e 200 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2026 al 2035. Le modalità di utilizzo delle risorse del Fondo sono demandate ad appositi decreti del Ministro della transizione ecologica, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle politiche agricole alimentari e forestali, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e della salute per gli aspetti di competenza.
  Il comma 499 prevede l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero della transizione ecologica, di un fondo finalizzato ad incentivare l'apertura dei centri per la preparazione per il riutilizzo, con una dotazione pari a 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Il comma specifica che i centri per la preparazione per il riutilizzo hanno ad oggetto rifiuti idonei ad essere preparati per il loro reimpiego mediante operazioni di controllo, pulizia, smontaggio e riparazione e garantiscono l'ottenimento di prodotti o componenti di prodotti conformi al modello originario. I successivi commi 500-501 disciplinano le istanze al Ministero per l'accesso alle risorse del fondo e le modalità di impiego e di gestione del fondo medesimo, queste ultime demandate ad un decreto del Ministro della transizione ecologica, emanato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.
  Il comma 502 è finalizzato ad istituire nello stato di previsione del Ministero della transizione ecologica un «Fondo per il controllo delle specie esotiche invasive», con dotazione finanziaria pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, al fine di dare concreta attuazione alle disposizioni recate dagli articoli 19 e 22 del decreto legislativo 230/2017, che prescrivono che le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e gli enti gestori delle aree protette nazionali applichino le necessarie misure di eradicazione rapida e di gestione degli esemplari delle specie esotiche invasive di cui è stata constatata l'ampia diffusione, in modo da minimizzare i danni che queste rappresentano per la biodiversità. Le modalità di ripartizione del Fondo fra le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sono demandate ad un decreto del Ministero della transizione ecologica, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la conferenza Stato-Regioni, da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione.
  Il comma 513 istituisce presso il MiTE un fondo, con una dotazione di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, da destinare ad interventi di ripristino delle opere di collettamento o depurazione delle acque, nonché di impianti di
monitoraggio delle acque, in casi di urgenza correlati ad eventi calamitosi.
  I commi 531 e 532 prevedono l'assegnazione alle province e alle Città metropolitane di ulteriori risorse – nel limite complessivo di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e 300 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2026 al 2029 – per la messa in sicurezza dei ponti e dei viadotti esistenti e la realizzazione di nuovi ponti in sostituzione di quelli esistenti con problemi strutturali di sicurezza. Tali risorse si aggiungono a quelle del Fondo istituito con la legge n. 104 del 2020, con dotazione finanziaria di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023.
  I commi da 534 a 542, al fine di favorire gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale, assegnano ai comuni di piccole ovvero ai comuni più grandi che non risultano assegnatari di precedenti risorse con finalità analoghe, contributi per investimenti nel limite complessivo di 300 milioni di euro per l'anno 2022.
  L'opera per essere finanziata deve essere relativa alla manutenzione per il riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti pubbliche per finalità di interesse pubblico. Sono quindi disciplinate le modalità procedurali per addivenire all'erogazione dei contributi, i termini di affidamento dei lavori – ovvero 15 mesi per le opere di costo inferiore a 2,5 milioni di euro e 20 mesi per quelle di costo superiore a 2,5 milioni di euro – nonché le procedure di monitoraggio. In caso di mancato rispetto dei termini di affidamento dei lavori, il contributo è revocato con decreto del Ministero dell'interno.
  I commi da 593 a 596 istituiscono il Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, con una dotazione di 100 milioni per il 2022 e 200 milioni a decorrere dal 2023, al fine di promuovere e realizzare interventi per la salvaguardia e la valorizzazione della montagna, nonché misure di sostegno in favore dei comuni totalmente e parzialmente montani. Le risorse sono destinate sia ad interventi di competenza statale, che di competenza regionale.
  Il comma 708 prevede l'esenzione del pedaggio autostradale per i veicoli del Corpo valdostano dei Vigili del fuoco, del Corpo Forestale della Valle d'Aosta e della Protezione civile della Valle d'Aosta.
  Il comma 713 proroga al 2023 il credito d'imposta per l'acquisto di sistemi di filtraggio acqua potabile, nella misura del 50 per cento delle spese fino ad un ammontare complessivo (per le persone fisiche) di 1.000 euro o 5000 euro per immobile adibito all'attività commerciale o istituzionale.
  Il comma 812 introduce, ai fini dell'IRPEF, un credito d'imposta per le spese documentate relative all'installazione di sistemi di accumulo integrati in impianti di produzione elettrica alimentati da fonti rinnovabili, rinviando a un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze per la definizione delle modalità attuative.
  Il comma 813 istituisce nello stato di previsione del Ministero dell'interno un fondo con stanziamento di 1 milione di euro per l'anno 2022 al fine di adottare misure per far fronte alle conseguenze degli eventi atmosferici calamitosi e degli eventi meteorologici verificatisi dal 3 luglio all'8 agosto 2021 nel territorio della provincia di Mantova. Il comma 814 demanda l'individuazione delle misure ad un decreto del Ministero dell'interno da emanarsi di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze e sentito il Dipartimento della protezione civile, anche al fine del coordinamento con altri eventuali interventi in corso di realizzazione nelle medesime zone.
  Il comma 815 prevede un incremento di 1 milione di euro per l'anno 2022 della dotazione del Fondo salva-opere.
  Il comma 817 riguarda la manutenzione straordinaria delle strutture che insistono sulle aree adibite a sedi per lo svolgimento del Vertice G8 nell'ex arsenale militare della Maddalena, disponendo uno stanziamento di 3,5 milioni di euro per gli anni 2022, 2023 e 2024.
  Il comma 821 consente ai titolari di concessioni per uso potabile delle acque, di avanzare richiesta all'Autorità competente
per la produzione di energia idroelettrica all'interno dei medesimi sistemi idrici già sfruttati. Non vi deve essere un incremento della portata derivata del corpo idrico naturale, né un incremento del periodo in cui ha luogo il prelievo. L'Autorità competente esprime la propria determinazione entro 120 giorni trascorsi i quali la domanda si intende accettata. Per tali usi, i gestori sono obbligati al pagamento dei relativi canoni per le quantità di acqua corrispondenti.
  Il comma 822 prevede uno stanziamento di 10 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023, al fine di assicurare la tempestiva realizzazione, entro il 31 dicembre 2024, degli interventi di adeguamento della pista olimpica di bob e slittino «Eugenio Monti» di Cortina d'Ampezzo, come stabilito dall'articolo 16, comma 3-bis, del D.L. 121/2021.
  Il comma 823 incrementa di 6 milioni di euro per il 2022 l'autorizzazione di spesa, recata dalla legge di bilancio 2020, per il completamento della carta geologica ufficiale d'Italia.
  I commi 828 e 829 provvedono per l'anno 2022 allo stanziamento di 1 milione di euro a favore dell'ISPRA per il supporto tecnico alle attività istruttorie svolte dal MITE e all'incremento di 1 milione delle risorse previste dal «decreto Clima» (n. 34 del 2019) per ricondurre l'inquinamento dell'aria nei limiti previsti dalla direttiva 2008/50/CE e per finanziare attività specifiche in relazione alla situazione di inquinamento nella pianura padana.
  Il comma 830 autorizza una spesa di 3 milioni di euro per l'anno 2022 al fine di integrare le risorse a disposizione delle amministrazioni preposte alla verifica dell'ottemperanza delle norme in materia ambientale e per i relativi controlli.
  I commi da 831 a 834 riconoscono un contributo di 1 milione di euro per l'anno 2023, sotto forma di credito d'imposta, pari al 70 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2022, relative all'installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio presso i centri agroalimentari presenti nelle regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Sono altresì disciplinate le condizioni e le modalità per l'utilizzo del credito d'imposta.
  I commi da 835 a 838 istituiscono presso il MITE il «Nucleo di Ricerca e Valutazione», indicando il fine di analizzare le condizioni che determinano il divieto di immissione di specie ittiche alloctone. Le Regioni sono tenute a conformare i rispettivi sistemi di gestione ittica entro 180 giorni dalla conclusione dei lavori del Nucleo e un decreto del Ministero dovrà definire le specie ittiche d'acqua dolce di interesse alieutico riconosciute come autoctone, tenuto conto dei lavori del Nucleo, sentiti la Conferenza Stato-Regioni e l'ISPRA. Per lo svolgimento delle attività del Nucleo, è autorizza la spesa di 150.000 euro annui per il 2022 e 2023.
  Il comma 839 – al fine di potenziare le attività di bonifica e disinquinamento anche con riguardo alla verifica dello stato di attuazione e all'aggiornamento dei Piani di risanamento delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale – autorizza la spesa di 500.000 euro per l'anno 2022 a favore del MiTE.
  I commi 840 e 841 prevedono un rifinanziamento di 2 milioni di euro per l'anno 2022 del fondo per il finanziamento di un piano straordinario di bonifica delle discariche abusive oggetto di contenzioso con l'UE (comma 840) ed estendono il divieto di localizzazione di siti di smaltimento finale di rifiuti, nel territorio dell'area «Flegrea» e nelle aree protette e nei siti di bonifica di interesse nazionale, ai siti di smaltimento e trattamento di rifiuti (comma 841).
  I commi 844 e 845 recano misure volte a garantire la continuità delle attività di approvvigionamento idrico in taluni territori delle Regioni Puglia e Basilicata, nonché nei territori della provincia di Avellino, disciplinando le attività conseguenti alla soppressione e messa in liquidazione dell'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione Fondiaria in Puglia e Lucania (EIPLI). In particolare, il comma 844 proroga dal 31 marzo 2018 al 31 dicembre 2023 il termine di conclusione delle transazioni con finalità deflattive del contenzioso cui è autorizzato il commissario liquidatore
dell'EIPLI nonché il termine di scadenza del trasferimento delle funzioni del soppresso Ente e lo stanziamento della copertura finanziaria per consentire alla gestione commissariale il regolare esercizio delle sue funzioni.
  Il comma 845 reca invece previsioni sostanziali e finanziarie sulla proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato in scadenza e sulle nuove assunzioni – fino ad un massimo di 13 unità di personale – finalizzate ad assicurare la continuità delle attività di gestione commissariale dell'EIPLI.
  Il comma 872 autorizza la spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, da destinare al comune di Nicotera per i lavori di rifacimento del lungomare del medesimo comune. Lo stesso comma autorizza la spesa di 500.000 euro per l'anno 2022, per lavori di manutenzione straordinaria della strada comunale per il mare Contrada Colle Gagliardo nei territori di Limbadi e Nicotera.
  I commi 873 e 874 incrementano di 2 milioni di euro annui per il 2022 e 2023 il Fondo per la demolizione delle opere abusive
  Il comma 906 prevede l'erogazione di un contributo straordinario con l'obiettivo di consentire la prosecuzione delle opere relative al viadotto sulla strada provinciale n. 24, in località Valle Brembilla, in Provincia di Bergamo, stanzia un contributo straordinario di 400.000 euro per l'anno 2023.
  I commi da 909 a 911 prevedono una serie di interventi strutturali a favore di varie infrastrutture pubbliche comunali, per una spesa pari a complessivi 9 milioni di euro per il periodo 2022-2024.
  In particolare, il comma 909 prevede il proseguimento degli interventi di riqualificazione energetica, adeguamento sismico e ristrutturazione dei locali della Palestra Pedini e annesse aule della scuola media «G. Leopardi», autorizzando una spesa in favore del Comune di Trofanello di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024.
  Il comma 910 è finalizzato a consentire la prosecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria con efficientamento energetico dell'immobile con piscina comunitaria nel comune di Centro Valle Intelvi Località San Fedele, autorizzando una spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024.
  Il comma 911 prevede la riqualificazione del compendio Monte San Primo del Comune di Bellaggio, autorizzando una spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024.
  Il comma 952 prevede una spesa complessiva di 40 milioni (5 milioni per il 2022, 30 per il 2023 e 5 per il 2024), a favore degli interventi di messa in sicurezza e per il completamento delle tre aree di intervento attivate nell'ambito del cantiere, sito nei territori di competenza dei comuni di Lecco (località Chiuso), Vercurago e Calolziocorte, relativi alla riqualificazione della variante Lecco-Bergamo, ex SS639, denominata secondo lotto funzionale «San Gerolamo». La norma specifica che l'intervento è connessa alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.
  Il comma 964 prevede che, in sede di gara, in relazione alle concessioni autostradali, l'amministrazione aggiudicatrice può prevedere che all'equilibrio economico-finanziario della concessione concorrano anche risorse finanziarie messe a disposizione da un altro concessionario di una infrastruttura funzionalmente e territorialmente interconnessa. In tal caso il concessionario autostradale che mette a disposizione le risorse finanziarie dovrà sottoscrivere una convenzione di concessione e risulterà solidalmente responsabile nei confronti dell'amministrazione concedente dell'esatto adempimento, da parte del titolare della concessione, dell'adempimento degli obblighi derivanti dalla convenzione di concessione. Al contempo, il concessionario autostradale che mette a disposizione le risorse finanziarie può incrementare, in misura corrispondente all'entità delle risorse messe stesse, l'importo degli investimenti effettuati in relazione all'infrastruttura che gli viene affidata.
  Il concessionario autostradale beneficiario delle risorse finanziarie, invece, riduce, in misura corrispondente all'entità delle
risorse messe a disposizione, l'importo degli investimenti effettuati in relazione infrastruttura che gli è stata affidata.
  Rinvia alla documentazione degli Uffici l'esame delle tabelle A e B del disegno di legge di bilancio, che recano gli stanziamenti dei fondi speciali, rispettivamente, di parte corrente e di conto capitale.
  Analogamente, rinvia alla documentazione anche rispetto all'analisi della seconda sezione, che riporta le previsioni di spesa di competenza della Commissione che sono rinvenibili nelle missioni 14 «Infrastrutture pubbliche e logistica» e missione 19 «Casa e assetto urbanistico» dello stato di previsione del MIMS, nonché nello stato di previsione del MiTE.
  Ulteriori stanziamenti di interesse sono contenuti nello stato di previsione del MEF, con particolare riguardo alla missione 8 «Soccorso civile», al cui interno è collocato il programma «Protezione civile».
  Preannuncia quindi la presentazione di una relazione favorevole sul provvedimento in esame.

  La sottosegretaria di Stato Ilaria FONTANA si riserva di intervenire successivamente.

  Tommaso FOTI (FDI) osserva che dal contenuto della relazione si evince che il Governo ha messo in campo misure del tutto eterogenee, che spaziano dall'assegnazione di un milione di euro destinato al lungomare di Nicotera all'intervento ben più consistente sulle concessioni autostradali, che meriterebbero un tempo decisamente maggiore per la discussione, rispetto ai pochi minuti ad esse dedicati.
  Pur consapevole dell'impossibilità di affrontare in queste condizioni il merito di tante e variegate misure, tiene a ricordare, quanto alle concessioni autostradali, che per effetto di un emendamento approvato nel decreto-legge infrastrutture, è stato prefigurato il subentro di Anas in molte di esse. Inoltre, si chiede se sia lecito disporre su concessioni in corso, affidando ad un soggetto terzo il compito di prestare garanzie finanziarie su piani economico-finanziari che dovrebbero essere asseverati dalle banche. Nota peraltro che la legge in esame insiste poi nel rifinanziare il programma pluriennale di Anas per gli interventi di manutenzione sulle infrastrutture, senza però che si alcun rapporto che evidenzi come Anas stia lavorando sui territori.
  Quanto al metodo, ritiene singolare che si esprimano oggi le quattro Commissioni che hanno i maggiori impegni di spesa, mentre alle altre, le cui competenze sono relative a temi cui la legge finanziaria destina meno risorse, si è concesso più tempo potendosi esprimere domani. Osserva che si tratta di un sistema da caserma non degno del Parlamento, che ha ormai perso significato nella sua denominazione, dal momento che il «Governo dei migliori» non gli permette più nemmeno di discutere le norme al suo esame.
  Al riguardo, nella relazione di minoranza ha tentato di fare un confronto tra questa sessione di bilancio e quelle degli anni precedenti, dal quale emerge che non è mai capitato che la Commissione Bilancio del ramo del Parlamento che esaminasse il disegno di legge in prima lettura ne avviasse l'esame solo il 20 dicembre, come accaduto quest'anno. Questo, unitamente all'approvazione del disegno di legge da parte del Consiglio dei Ministri solo il 28 ottobre, testimonia del mancato rispetto verso il Parlamento da parte del Governo e verso la Camera da parte del Senato. Se è ormai invalsa la prassi per la quale un solo ramo del Parlamento apporta modifiche ad un provvedimento al suo esame, non si può certamente accettare che l'altro ramo rinunci alla discussione di merito.
  Quanto al merito, evidenzia le numerose norme micro settoriali e localistiche che – a differenza del passato, in cui vi era una legge che le distribuiva equamente per territorio dando loro anche un senso logico – hanno il solo pregio di indurre i parlamentari interessati a votare favorevolmente la fiducia sul testo. Osserva altresì che, nello spirito della riforma, la nuova legge di bilancio sarebbe dovuta consistere nelle sole tabelle e nei pochi articoli a supporto di quelle tabelle.
  Esprime preoccupazione, inoltre, per i molti fondi istituiti presso il Ministero della transizione ecologica, dei quali sarebbe opportuno un attento monitoraggio, stante anche il malvezzo del Ministro Cingolani di comunicare le politiche ambientali tramite i media piuttosto che di fronte alle Commissioni parlamentari.
  Non volendo mettere in dubbio la correttezza dell'operato della presidenza, osserva che una discussione come quella odierna fa perdere alla Commissione la propria ragione di essere, non potendosi le forze politiche confrontare su alcuna delle misure contenute sul provvedimento in esame. Solo a titolo di esempio, cita la disposizione che prevede uno stanziamento di 200 milioni di euro a favore della regione Emilia-Romagna per la realizzazione della strada Cispadana, che non rappresenta certo l'efficienza né l'efficacia dell'azione di governo, dal momento che presso la stessa regione la società Autostrade per l'Italia tiene bloccato un finanziamento di 1,2 miliardi per la realizzazione del passante di Bologna, infrastruttura ben più utile. Quanto alla norma relativa al Giubileo 2025, trova singolare la nomina di un commissario straordinario che resterà in carica fino al 2026, nella figura del sindaco di Roma, i cui numerosi impegni certamente rendono di fatto incompatibile l'attività di commissario,.
  Osserva che la quantità misure eterogenee contenute nel provvedimento in esame farebbe pensare ad una legge di bilancio di fine legislatura, nella quale è comprensibile che le forze politiche che sostengono la maggioranza vogliano introdurre tutto ciò che è possibile. Diverso è il caso di una legge di bilancio ordinaria, deliberata da un Governo che, nelle sue competenze, dovrebbe avere certamente quella della sintesi. Dubita, infatti, che il presidente Draghi, nel suo precedente incarico di presidente della BCE, avrebbe mai licenziato un piano del genere.
  Osserva inoltre è stato di fatto impossibile avere contezza del contenuto del disegno di legge di bilancio, anche perché le norme in esso contenute non sono suddivise per materia, come ben ha evidenziato la relazione illustrativa, bensì sparse nell'ambito del testo.
  Ricorda inoltre che il gruppo del Partito democratico sulle modalità di approvazione della legge di bilancio ebbe a ricorrere alla Corte costituzionale, che dichiarò irricevibile il ricorso motivandolo diffusamente con ragioni legate alla specificità del caso, senza tuttavia dichiararlo infondato. Si chiede cosa sia migliorato adesso rispetto a quegli episodi che indussero il PD ad adire la Corte.
  Richiama ancora le numerose norme del regolamento della Camera che disciplinano la sessione di bilancio, in maniera talmente puntuale da costituire un corpo a sé all'interno delle norme regolamentari, a testimonianza della particolare attenzione che questo disegno di legge riveste rispetto agli altri provvedimenti. Non comprende infine come si possa assegnare alle Commissioni un testo di fatto non ancora disponibile e rileva come l'uso della formula di rito «subordinatamente alla effettiva trasmissione e assegnazione» adottata dalle Commissioni per le loro convocazioni possa forse valere in via ordinaria ma non certo per la legge di bilancio. Rammenta, al riguardo, che le proposte di legge ordinarie non vengono assegnate se non successivamente alla loro stampa.
  Le deroghe, che è sempre possibile apportare ai regolamenti parlamentari qualora debitamente motivate, non devono tuttavia costituire un bavaglio per le forze politiche di opposizione. Paradossalmente, stante l'inutilità di questo passaggio parlamentare rileva come sarebbe forse stato finanche preferibile, saltare direttamente la fase di esame presso le Commissioni e porre direttamente la questione di fiducia in Assemblea, evitando l'umiliante gioco delle parti cui si costringe l'opposizione.
  Esprime pertanto la sua contrarietà rispetto a questo modo di procedere.

  Silvia FREGOLENT (IV), relatrice, formula una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 1).

  La sottosegretaria Ilaria FONTANA esprime un parere conforme alla relatrice.

  Alessia ROTTA, presidente, avverte che è stata presentata una proposta alternativa di relazione da parte del Gruppo FDI (vedi allegato 2).

  Tommaso FOTI (FDI) rinuncia all'illustrazione della proposta alternativa di relazione.

  Rossella MURONI (M-MAIE-PSI-FE) dichiara di condividere alcune considerazioni espresse nella relazione di minoranza sul tema del florovivaismo e del verde urbano. Preannuncia quindi la propria astensione, per ragioni sia di metodo, non volendo assumere comportamenti diversi da quelli che negli anni passati l'hanno indotta all'astensione, sia di merito, non ritenendo quello in esame un provvedimento all'altezza della sfida della transizione ecologica.

  Generoso MARAIA (M5S) non concorda con le considerazioni critiche espresse dai colleghi sul provvedimento in esame e, al contrario, ritiene ad esempio che l'istituzione di un apposito fondo italiano per il clima costituisca un passaggio importante per il percorso di transizione ecologica. Osserva infatti che la disposizione si pone nel solco dell'impegno, assunto dall'Italia nel 2015 e confermato nella COP26 di Glasgow, di mobilitare 100 miliardi di dollari all'anno verso iniziative di finanza per il clima a favore di Paesi in via di sviluppo. Quanto alle numerose misure di aiuto ai territori contenute nel provvedimento, osserva che sarebbe auspicabile che ci fossero interventi omogenei a livello nazionale, senza sbilanciamenti a favore di una parte del Paese.

  Chiara BRAGA (PD) ringrazia la relatrice e dichiara il voto favorevole del Partito democratico, nonostante l'impossibilità oggettiva di discutere in maniera approfondita nel merito il provvedimento.

  Alessia ROTTA, presidente, condividendo il sentimento collettivo di imbarazzo nel dedicare un tempo così esiguo a d un testo legislativo così corposo ed importante, pone in votazione la proposta di relazione favorevole presentata dalla, avvertendo che in caso di sua approvazione risulterà preclusa la relazione di minoranza che, ai sensi del comma 3 dell'articolo 120, sarà comunque trasmessa alla V Commissione.

  La Commissione approva la proposta di relazione favorevole della relatrice (vedi allegato 1).
  La Commissione delibera altresì di nominare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, la deputata Fregolent quale relatrice presso la V Commissione, per l'esame delle parti di competenza della VIII Commissione del disegno di legge di bilancio 2022.

  Alessia ROTTA, presidente, avverte che la relazione approvata dalla Commissione nonché la relazione di minoranza saranno trasmesse alla V Commissione Bilancio, ai sensi dell'articolo 120, comma 3 del Regolamento.

  La seduta termina alle 17.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Lunedì 27 dicembre 2021.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 17.40 alle 17.50.

VIII Commissione - lunedì 27 dicembre 2021

ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e Nota di variazioni. C. 3424 Governo, approvato dal Senato e C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE DI MINORANZA PRESENTATA DAL GRUPPO FDI

  La Commissione VIII

   premesso che:

    da oramai dieci anni (legge di bilancio 2011/2013) risultano introdotte importanti innovazioni alla struttura dei documenti di bilancio in ragione della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), entrata in vigore il 1° gennaio 2010;

    gli obiettivi della legge n. 196 del 2009 sono molteplici e largamente condivisibili: restituire centralità al bilancio articolato in missioni e programmi, superando la frammentazione e l'eterogeneità delle «vecchie» leggi finanziarie omnibus; rendere più trasparenti e leggibili i conti pubblici e le procedure attraverso cui i bilanci vengono costruiti e modificati; armonizzare i bilanci della pubblica amministrazione; migliorare il controllo, la valutazione e il monitoraggio del Parlamento sul bilancio, esaltando il ruolo delle Commissioni di merito nell'analisi delle parti di loro competenza;

    se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria – la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia, ma in tutta Europa e nella maggiore parte degli Stati del Mondo – altrettanto vero è che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate e/o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo;

    sintomatica al riguardo è la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare la Legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022;

    il Disegno di Legge di bilancio per il 2022 è stato presentato al Parlamento l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta il 28 ottobre 2021 e, soprattutto, con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla sopra richiamata Legge di contabilità e finanza pubblica; detto ritardo ha comportato, sin da subito, una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'approvazione della Legge e si è ulteriormente aggravato nel corso dell'esame da parte del Senato a causa dei continui rinvii, dovuti a contrasti interni alla maggioranza, dei lavori della Commissione Bilancio. Lo attesta il fatto che solo il 20 dicembre 2021 detta Commissione ha potuto esaminare un ristretto numero di emendamenti segnalati e ciò nonostante la vastissima maggioranza numerica che appoggia il Governo Draghi, inopinatamente definito dai media, ma non solo, come «il Governo dei migliori»;

    la conseguenza di un siffatto modo di procedere si è palesata quando nell'assemblea di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxi emendamento dallo stesso presentato (unico articolo di oltre 1000 commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione), senza quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti presentati per l'esame da parte dell'aula;

    detto modo di procedere – come già preannunciato nella conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – porteranno il Governo a richiedere la fiducia sul provvedimento in esame anche alla Camera dei deputati;

    a tacere dell'impossibilità per i parlamentari di potere significativamente contribuire, almeno in sede di Commissioni, ad esaminare compiutamente il provvedimento attesi i tempi ristrettissimi imposti dalla conferenza dei capigruppo, al solo fine di evitare l'esercizio provvisorio. Sintomatico il limite di tempo imposto alla Commissione Bilancio della Camera che dovrà concludere – in sede referente – l'esame del disegno di legge Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, entro le ore 13 di martedì 28 dicembre 2021 e, conseguentemente, l'esame da parte delle Commissioni di settore è stato modulato in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio. A tacere del fatto che l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 (quando si prevede che il Governo richiederà la fiducia) e – quindi – con circa 4 ore a disposizione per l'effettuazione della discussione generale sul provvedimento;

    è qui il caso di richiamare, per doverosa comparazione, la modalità di esame della Legge di bilancio da parte del Parlamento nei precedenti anni della XVIII Legislatura;

    con il Governo giallo-verde (Conte I) il disegno di legge di bilancio venne presentato il 31 ottobre 2018 e approvato l'8 dicembre 2018 dalla Camera dei deputati. Approvato dal Senato con modifiche – bei tempi! – il 23 dicembre 2018, veniva approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 dicembre 2018;

    la manovra di bilancio per il 2020 del Governo giallo-rosso (Governo Conte II) veniva presentata al Senato il 2 novembre 2019, approvata il 16 dicembre 2019, quindi approvata senza modifiche dalla Camera dei deputati il 24 dicembre 2019;

    la manovra per il 2021, varata dal Governo giallo-rosso con pandemia in corso, veniva presentata alla Camera dei deputati il 18 novembre 2020 e approvata il 27 dicembre 2020; quindi approvata dal Senato, senza modifiche, il 30 dicembre 2020;

    ebbene, il «Governo dei migliori» ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione di questa manovra. Com'è andata lo sappiamo bene, è sotto i nostri occhi e non lascia sbigottiti i soli deputati dell'opposizione ma anche diversi della maggioranza. Evidentemente non siamo noi di Fratelli d'Italia dei visionari negativi, morbosi e malati. Siamo infatti di fronte a cose mai viste. Ne abbiamo viste parecchie, specialmente negli ultimi anni, ma qui si è veramente superato ogni limite;

    come detto, lunedì 20 dicembre 2021 non erano ancora iniziate le votazioni degli emendamenti alla Commissione bilancio del Senato, la prima delle due Camere ad esaminare questo provvedimento. Non si era mai visto nulla di simile, nemmeno con i Governi Conte, che pure avevano compresso i tempi e cambiato le carte in tavola all'ultimo momento, con una finta lettura, che era stata però decente e presentabile; nel Governo Conte 2 fu presentato all'ultimo momento un emendamento che cambiava tutto (il 2,4 diventava il 2,04), tutti coloro che erano all'opposizione si lamentarono di quel Governo e anche nell'ambito delle stesse maggioranze ci fu chi ammise che non era questo il sistema;

    bene, qui abbiamo superato di gran lunga tutti i peggiori record, anche degli ultimi anni;

    è qui il caso di evidenziare che, fino a non molti anni fa, solo il fatto di porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura, un atto fortemente criticabile atteso che viene compressa la possibilità del Parlamento di esprimersi. Ma qui altro che compressa! Siamo partiti malissimo, in ritardo di ventuno giorni rispetto a quanto previsto da una legge dello Stato. Quello stesso Stato che chiede ai cittadini di rispettare le proprie leggi, la cui violazione è sanzionata con multe e supermulte. Peccato che sia lo stesso Stato che, nel momento più importante dell'anno dal punto di vista finanziario ma anche dell'intera linea politica del Governo, assiste silenzioso alla violazione della Legge da parte del Governo. Non solo, ma abbiamo ragione di credere che il Consiglio dei Ministri, che è un organo non pubblico, abbia approvato un testo di legge di bilancio anche in ragione di modifiche decise in qualche ufficio, in qualche androne, in qualche sottoscala, fuori dal Parlamento, dando ascolto alle esigenze di qualche potente ben fuori dalle istituzioni!!!;

    il Parlamento è stato proprio ignorato e ha avuto il privilegio (sig!!!) di iniziare le votazioni come detto – anche se in realtà tutto era già stato stabilito prima – la sera di lunedì 21 dicembre 2021;

    nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e diversa come linee di pensiero, come esigenze di interlocutori: si realizzano dunque compromessi che, nella migliore delle ipotesi, sono mezze misure, ma a volte sono mancate misure;

    i colleghi del Gruppo Fratelli d'Italia hanno al Senato presentato e illustrato una serie di proposte di modifica che non hanno trovato adeguata risposta, quando non sono state addirittura del tutto ignorate. Giova però evidenziare che quelle proposte non erano fatti personali di questo o di quel senatore di Fratelli d'Italia, ma rappresentavano i problemi dell'Italia. Per questo esiste un Parlamento, e non c'è solo nel nostro Paese, ma anche negli altri. Serve un Parlamento perché, davanti a tutti, ci siano dei voti, dei sì e dei no, e possibilmente, quando il Governo dice no, dovrebbe anche spiegarlo;

    fino a pochi anni fa i relatori non facevano solo i lettori dei pareri del Governo, favorevole o contrario – per fare quello non ci sarebbe bisogno di un relatore – ma spesso davano anche spiegazioni, pensate un po', specialmente dei pareri contrari perché se un emendamento viene accolto chi lo presenta lo sa da sé il motivo. Ebbene, non abbiamo avuto nulla di tutto questo;

    dov'è allora il potere se non è nel Parlamento? In certi potentati che stanno fuori dal Parlamento: nella migliore delle ipotesi, di gran lunga la migliore, in trattative tra i partiti; in altri casi risiede in potentati che non hanno nulla a che fare con il consenso popolare, ma a volte godono di un forte potere di condizionamento che esercitano in vari modi;

    di fatto, abbiamo una Camera che si occupa del provvedimento in Commissione (non in Aula, diciamocelo francamente) e un'altra Camera che, a fasi alterne – di anno in anno – ne prende atto e, in ragione del voto di fiducia richiesto dal Governo, impedisce il ricorso all'esercizio provvisorio. È un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento dalla funzione legislativa, relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo;

    ora, è pur vero che vi erano tutti i presupposti perché la legge di bilancio avesse un epilogo deludente, verificandosi nei fatti quanto Fratelli d'Italia aveva da subito anticipato, tuttavia mai come in questa occasione il Governo ha scaricato il ritardo di presentazione del provvedimento sul Parlamento. Nell'ultima settimana si è assistito al Senato a un teatrino indegno per un Parlamento che ha già una configurazione anomala, con un Governo che ha una maggioranza del 95 per cento, e che, per i dissidi interni alla maggioranza, comprime lo spazio di confronto nel luogo a questo deputato. A tacere del fatto che oltre l'85 per cento degli emendamenti presentati proveniva dall'area di maggioranza: praticamente una manovra completamente da rifare, secondo la stessa maggioranza!!!;

    nei fatti, prima dell'esame da parte del Senato, la manovra di bilancio del Governo riguardava interventi abbastanza indefiniti, che avrebbero dovuto accentuare la sua presunta espansività;

    il Governo si è riempito la bocca (passateci il termine) di questa espansività della manovra, che va però attentamente declinata. La manovra è «espansiva» fondamentalmente per due ordini di motivi e non per meriti del Governo: abbiamo un Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, ma la cosa più importante è la clausola di salvaguardia, ossia la sospensione del Patto di stabilità. Quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro;

    rispetto a quanto si diceva a proposito dell'espansività va sottolineato che, rispetto al 2020, quando l'Italia veniva pesantemente impattata dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è certamente migliorata, ma per i fatti oggettivi prima ricordati: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, il mantenimento della clausola di salvaguardia, con la conseguente sospensione del Patto di stabilità;

    il 16 dicembre 2021 la Bce – al termine del Consiglio direttivo – ha reso nota l'intenzione di effettuare acquisti netti di attività, nell'ambito del programma di acquisto d'emergenza per le pandemie (Pepp), a un ritmo inferiore a quello del trimestre precedente fino a interrompere gli acquisti netti di attività nell'ambito del Pepp a fine marzo 2022. È quindi plausibile che il mercato voglia prezzare, alla luce di questo, un minor supporto sui titoli governativi dell'area Euro e, in particolare, un premio di rischio più elevato sui titoli governativi italiani;

    l'interruzione del Pepp sommato alla crescita del nostro debito pubblico rischia di esporre l'Italia alle oscillazioni dello spread con la conseguente corresponsione di maggiori interessi passivi da cui deriveranno ulteriori oneri per le casse dello Stato;

    questa manovra porta in dote pochi risparmi, che in parte sono stati – badate bene – voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia. In primo luogo, infatti, grazie alla nostra battaglia storica contro il cashback che, sospeso per l'anno 2022, porterà in dote a questa maggioranza, a questo Governo e a questo Parlamento un miliardo e mezzo di euro. A cui aggiungiamo l'approvazione del nostro emendamento al Senato che fa risparmiare 130 milioni di euro nel settore del cross financing;

    quanto ai contenuti, non possiamo che condividere perfino l'opinione espressa dal relatore di maggioranza, senatore Vasco Errani, in merito alla riduzione della pressione fiscale, ossia che serviva più coraggio. È vero, serviva più coraggio per fare questa riforma fiscale. C'è stato un taglio di 8 miliardi di euro, un terzo dei fondi totali, rispetto alla manovra, ma è poco più dell'1 per cento delle entrate tributarie totali dello Stato, che ammontano a più di 500 miliardi di euro. Pertanto, sulla riforma fiscale, diciamo che va sempre bene quando si riducono le tasse, però questa riduzione varrà, come si leggeva su alcuni quotidiani nazionali, qualche caffè non al giorno, ma a settimana;

    è stata confermata l'eliminazione dell'Irap dal 2022 per le persone fisiche, sia nell'esercizio dell'impresa sia in quello della professione o dell'arte; secondo le stime della relazione tecnica, l'esclusione dovrebbe riguardare 1,3 milioni di soggetti passivi, dei quali solo 835 mila concretamente versavano il tributo;

    l'esonero riguarda quindi gli imprenditori individuali e i professionisti/artisti non associati, che non hanno scelto i regimi forfettario e di vantaggio (vecchi minimi) e per i quali ricorrono i requisiti dell'autonoma organizzazione, concetto che si è andato consolidando nel tempo grazie alle sentenze della Cassazione. Il riferimento è, quindi, a quelle figure che – pur esercitando l'attività in autonomia – per il numero o le mansioni rivestite dai dipendenti e collaboratori, o per altre caratteristiche organizzative, non rientrano già negli esoneri individuati dalla giurisprudenza;

    in molti casi, tra contribuenti che si avvantaggeranno della nuova esclusione vi sono quelle situazioni di confine su cui più spesso gravava l'incertezza sulla soggettività passiva. Si pensi ad esempio alle imprese familiari, che sono imprese individuali e, quindi, «persone fisiche» esercenti impresa nel linguaggio della legge di Bilancio. Ma si possono fare anche i casi delle aziende personali e dei professionisti con alcuni dipendenti (non meramente esecutivi) e/o con rilevante capitale investito;

    certo potrà essere risolta parte del contenzioso, ancora abbastanza ampio, ma la decorrenza della nuova esclusione non può risolvere i conflitti già in corso, generati per lo più dalle richieste di rimborso di chi nel dubbio aveva pagato per poi rivolgersi al giudice tributario;

    inoltre va fatta una considerazione circa la ragionevolezza della distinzione operata tra contribuenti: l'esenzione premia soggetti che già da tempo avrebbero dovuto essere esenti IRAP. Tuttavia piccoli studi associati o società di persone, il cui lavoro è basato sull'attività dei soci, continueranno a versare il tributo, diversamente da grandi studi individuali con decine di dipendenti;

    peraltro, tale discriminazione basata solamente sulla titolarità individuale scelta per l'esercizio dell'attività è assolutamente in netta controtendenza con le necessità sempre più avvertite e più volte sollecitate e proposte da Fratelli d'Italia tanto nel mondo delle imprese quanto (e forse ancora di più) nel mondo professionale, di associarsi e «unire le forze» per rispondere alle sfide del mercato, a dispetto dei principi inseriti nella legge delega di riforma. E questo in un panorama normativo che soprattutto per i lavoratori autonomi favorisce chi «fa da solo», basti pensare al regime forfettario o al controverso regime fiscale delle forme di unione tra studi professionali già avviati e delle società tra professionisti. Una «spinta al nanismo» è quindi di uno dei difetti maggiori della scelta operata con la legge di Bilancio 2022. Una scelta che non può essere che provvisoria e di breve durata, anche perché risulta molto fragile dal punto di vista della coerenza con il principio di capacità contributiva e con l'essenza stessa del tributo;

    oltre a questo, vogliamo qui affrontare un altro capitolo spinoso, quello del reddito di cittadinanza, contro cui Fratelli d'Italia ha sempre condotto una dura battaglia d'opposizione. Pensavamo che potesse essere in qualche modo non diciamo stravolto, ma almeno profondamente cambiato; purtroppo questo non è accaduto. Il reddito di cittadinanza, come sapete, secondo noi, avrebbe dovuto essere una misura di reintroduzione al lavoro, ma non ha funzionato, perché sappiamo che solo una esigua minoranza dei percettori del reddito di cittadinanza è occupabile. Questo non lo dice Fratelli d'Italia ma la Corte dei conti, che attesta che solo il 25 per cento dei percettori ha trovato lavoro, per lo più con contratti a tempo determinato, e solo il 15 per cento ancora oggi è occupato. Insomma, un provvedimento che ha clamorosamente fallito rispetto all'obiettivo previsto. Ovviamente siamo consapevoli e riconosciamo che vi sia una categoria di cittadini, di uomini e donne, che va aiutata, tutelata e inserita in modo graduale e controllato nel mondo del lavoro, ma non possiamo esimerci dal sottolineare come risulti del tutto sconfortante rilevare che nemmeno con un enorme esborso di soldi pubblici si sia trovato un lavoro a tutti i beneficiari. Al riguardo, evidenziamo che anche per i disabili – dati alla mano – il reddito di cittadinanza ha avuto un risultato fallimentare;

    la tesi sostenuta da Fratelli d'Italia è la stessa che emerge dal campione di italiani che hanno contribuito alla compilazione del terzo rapporto Censis-Tendercapital «Inclusione ed esclusione sociale: cosa ci lascerà la pandemia». All'interno del rapporto – presentato il 15 dicembre 2021 – viene evidenziato che il 90 per cento degli italiani ritiene che il disagio e la povertà non si combattano con i sussidi ma con la creazione di lavoro;

    ecco perché ribadiamo che il denaro pubblico deve essere investito sulle aziende, ossia su chi crea ricchezza, cosicché ne possano poi fruire i cittadini sotto forma di salari e stipendi. Invece, per l'evidente colpa di uno schieramento politico e della propria cecità, lo Stato non riesce a utilizzare al meglio i fondi che mette a disposizione;

    la Legge di Bilancio 2022, approvata dalla maggioranza, non proroga inoltre la sperimentazione triennale di Quota 100, varando per il prossimo anno la cosiddetta «Quota 102». Si potrà infatti accedere al pensionamento anticipato con 64 anni di età e 38 anni di contributi. Al momento la norma è prevista per il solo 2022. Potranno beneficiarne in pochissimi dato che l'anno prossimo avranno 64 anni coloro che già hanno/avrebbero potuto accedere a Quota 100 con 62 anni. La platea stimata è di circa 15 mila lavoratori. Sul punto, Fratelli d'Italia conferma il proprio sostegno a Quota 100, pur avendo più volte sollevato alcune criticità, essendo uno strumento che agevola coloro i quali vantano una continuità contributiva, difficilmente riscontrabile tra i più giovani. Detto questo non entriamo nel dibattito di questi giorni tra quota 102, 104 o 41, perché riteniamo che non si possa parlare di stretta pensionistica senza avere all'orizzonte una battaglia ai privilegi esistenti, perché non è accettabile che lo Stato colpisca i più fragili senza prima intervenire sui privilegi. Oltre a ciò, il sistema pensionistico italiano prevede diverse altre storture inaccettabili, sempre a scapito dei più deboli. Basti pensare all'assurdità della norma che fissa un ulteriore paletto per l'accesso alla pensione di vecchiaia per i lavoratori rientranti totalmente nel sistema contributivo. Per tali soggetti, infatti, la legge citata prevede che il diritto alla pensione di vecchiaia sia conseguito non solo in presenza di un'età anagrafica minima pari a 67 anni e di un'anzianità contributiva minima pari a 20, ma anche che l'importo della pensione risulti essere non inferiore a 1,5 volte l'importo dell'assegno sociale. Si prescinde da tale ulteriore requisito in caso di un'età pari a settanta anni e di un'anzianità contributiva minima effettiva di cinque anni. Ciò significa che la pensione di vecchiaia contributiva non è per tutti, considerando la rara continuità contributiva e la diffusione del part-time soprattutto tra i più giovani, fattori che comporteranno un assegno pensionistico di importo presumibilmente non elevato;

    quindi, prima di discutere di pensioni, prima di discutere di inasprire l'accesso alla pensione di vecchiaia, mettiamo mano ad un sistema pensionistico malato che maltratta e bastona i più deboli. Le parole d'ordine devono essere equità intergenerazionale e buon senso;

    esaminando altri temi, presenti nella legge di bilancio, poniamo l'accento – ad esempio – sugli stanziamenti in favore delle Forze dell'ordine. Riteniamo del tutto insufficiente quanto stanziato dal Governo per i finanziamenti alle Forze dell'ordine. L'attenzione nei loro confronti deve infatti essere primaria nel nostro Paese, perché la sicurezza non può essere soltanto un argomento di cui parlare in campagna elettorale, quando tutti sono per la sicurezza, anche perché sarebbe controproducente per uno schieramento se qualche proprio adepto facesse il tifo per l'insicurezza o per la delinquenza. Di fatto però quando il Parlamento, attraverso la manovra di bilancio, non aiuta le Forze dell'ordine come dovrebbe, ci sentiamo di denunciarlo con forza. Per quanto riguarda le assunzioni nelle Forze dell'ordine, abbiamo visto l'atteggiamento incredibile del Partito Democratico che ha presentato al Senato un emendamento sul possibile trattenimento in servizio degli agenti per un periodo di due anni oltre i limiti ordinamentali. Invece di andare nella direzione di nuove assunzioni, si stabilizza chi c'è già, senza comprendere la situazione e rimanendo completamente distanti dalla realtà e dalle problematiche che attraversano le Forze dell'ordine. Ci riferiamo al fatto che il personale sta diventando sempre più anziano e non riesce a svolgere il proprio compito in strada. Se non si vuole ascoltare Fratelli d'Italia, almeno si ascoltino i sindacati delle Forze dell'ordine e della Polizia che dicono a maggioranza e Governo che stanno andando nella direzione opposta a quella della sicurezza per il cittadino. Diventa infatti difficile per chi è anziano fare ordine pubblico nelle strade. L'emendamento del PD è andato invece proprio in questa direzione, aumentando il numero di anni necessari al personale delle Forze dell'ordine per andare in pensione, non capendo che, invece, bisogna stanziare fondi – come è stato fatto in parte, ma a nostro avviso in maniera insufficiente – per avere un aumento del personale in servizio. Resta il fatto che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nei prossimi dieci anni avremo una riduzione di 10.000 unità. Per non parlare poi della Polizia penitenziaria, tema difficilissimo e importantissimo. Qualche mese fa, il ministro Marta Cartabia non si è potuto esimere dal riconoscere la carenza di personale e il progressivo invecchiamento di quello in servizio. Nei prossimi anni andranno in pensione 30.000 agenti della Polizia penitenziaria, personale che svolge un lavoro molto logorante ed usurante. Di fatto, chi svolge quel lavoro, molto spesso, è un detenuto come gli altri. Ne segue che sarebbe stato importante da parte del Governo stanziare più fondi possibili per favorire nuove assunzioni, tenuto anche conto che ci sono molti partecipanti ai concorsi ancora in attesa di assunzione;

    un altro ambito totalmente dimenticato dal Governo e da questa Legge di Bilancio è quello del turismo e delle centinaia di migliaia di aziende che orbitano e fanno impresa attorno a questo settore. Questo Governo sembra essersi dimenticato del turismo, un settore tra i più colpiti dalla pandemia, voltandogli le spalle nonostante sia tra i settori quello che maggiormente contribuisce al PIL nazionale (almeno in periodo pre-Covid). Siamo nella commissione referente del turismo e abbiamo il dovere di ricordare come questa Legge di bilancio faccia ben poco per tutte le strutture ricettive che hanno subìto non solo gli effetti economici negativi derivanti dalla pandemia, ma a volte anche misure bislacche di questo Governo che non avevano nulla di scientifico e che hanno solo ulteriormente complicato la vita di tanti lavoratori del settore. Nulla ad esempio è stato fatto per prorogare la Cassa Covid per le imprese turistiche, comprese per le strutture ricettive. Il credito d'imposta per i canoni di locazione, misura ormai ferma da luglio scorso, era uno strumento fondamentale per garantire la sopravvivenza di tante imprese che sono in perenne sofferenza a causa dell'assenza di turismo (anche internazionale) e non riescono a coprire i costi fissi derivanti dal loro lavoro rischiando di chiudere definitivamente;

    questa Legge di Bilancio non contiene risposte anche nei confronti delle imprese operanti nelle concessioni demaniali marittime, migliaia di aziende contraddistinte da un futuro incerto e per le quali questo Governo sembra volersi lavare le mani, lasciando la capacità decisionale ad altri come ha dimostrato la recente sentenza del Consiglio di Stato;

    ben poco è stato fatto a livello strutturale con una visione di medio e lungo periodo anche sul caroenergia, problematica che sta complicando la vita non solo dei cittadini, ma anche di migliaia di imprese. La ripresa economica sarà complicata da questo fattore: sentiamo il dovere di sottolinearlo nella commissione che dovrebbe occuparsi di Attività Produttive. Rispetto a gennaio 2021, il costo del gas è incrementato del 400 per cento, con quotazioni che sono passate da 19 centesimi al metro cubo a 93 centesimi al metro cubo nel mese di ottobre 2021, con conseguente tracollo nelle utenze energetiche in bolletta;

    un recente studio di Confcommercio ha valutato in 11 miliardi di euro i costi extra che durante il 2022 i consumatori italiani dovranno subire per i rincari delle bollette di luce e gas. Questa singola voce raggiungerà il 6,4 per cento delle spese totali delle famiglie italiane e sottrarrà spazio a tutti gli altri consumi, rallentando la ripresa economica, senza contare il salasso (aggiuntivo rispetto agli 11 miliardi già citati) che riguarderà le imprese e ne peggiorerà i bilanci, costringendone alcune a interrompere o addirittura a cessare l'attività. A soffrire di più gli aumenti delle bollette sono le filiere energivore, quindi l'industria metalmeccanica, quella siderurgica, la chimica, il tessile, ma anche l'alimentare. Secondo molti tecnici del settore sarebbe difficile poter continuare a produrre con un'ascesa tale dei prezzi dell'energia e pertanto risulta essere molto concreto il rischio di interruzione di tante attività. Solo Federmeccanica, ad esempio, rivela che il 26 per cento delle imprese del settore rischiano di dover interrompere l'attività;

    in altro ambito, non possiamo tacere sul vergognoso emendamento riguardante la magistratura onoraria che il Governo ha presentato, sostenendo di volere fare fronte alla procedura di infrazione annunciata dall'Europa nei confronti dell'Italia, atteso il modo in cui in tutti questi anni sono stati trattati e continuano a essere trattati i magistrati onorari. Magistrati considerati come veri e propri rider della giustizia, anzi peggio, poiché adesso i rider verranno regolarizzati e stabilizzati. I giudici onorari – come sappiamo tutti benissimo – risolvono quasi la metà di tutti gli affari della giustizia che, senza di essi, semplicemente si bloccherebbe. Senza i vice procuratori onorari non sarebbe possibile tenere udienza, e non diciamo davanti al giudice di pace, ma nemmeno davanti al tribunale; senza i circa 2.000 giudici onorari di tribunale sarebbe impossibile comporre una infinità di collegi;

    si tratta di magistrati che, per anni, hanno lavorato senza tutele e senza i minimi diritti elementari che dovrebbero spettare ad ogni lavoratore, come ha riconosciuto l'Europa e – finalmente – anche la magistratura italiana con alcune importanti sentenze;

    ebbene, quale è il riconoscimento, quale la gratitudine che il Ministro della giustizia e il Governo manifestano con l'emendamento citato nei confronti di questa categoria che ha tenuto in piedi la giustizia italiana? Si tratta di un emendamento che parifica il magistrato onorario al personale amministrativo, mortificando non la figura del primo, ma la funzione giurisdizionale che esercita. Parificandola al personale amministrativo, non soltanto si offende la magistratura onoraria, ma anche l'alta funzione giurisdizionale assolta in nome del popolo italiano;

    è una vergogna che Fratelli d'Italia denuncia in modo forte e chiaro. Come denunciamo l'illogicità, l'incongruenza e la contraddizione di pretendere di sottoporre a una prova selettiva con tanto di esame, seppur orale, magistrati che hanno fatto il loro dovere per dieci, quindici o venti anni nelle aule di giustizia. Anche questa è un'ulteriore umiliazione che il Governo doveva e poteva risparmiare a questi fedeli funzionari dello Stato;

    la cosa però veramente vergognosa è che, con il predetto emendamento, il Governo impone per legge al magistrato, che dovesse accettare questa pur umiliante stabilizzazione, nel momento stesso in cui firma la domanda di adesione alla selezione, anche nel caso in cui non dovesse superarla, di rinunciare a tutti i diritti. Ai diritti che spettano, per il passato, a tutti i lavoratori: deve rinunciare, infatti, agli arretrati, ai diritti previdenziali e assistenziali. Deve rinunciare a tutto quanto. È un ricatto imposto per legge che grida vergogna nei confronti di chi ha un minimo senso di giustizia. Ma quale Stato di diritto si comporta in questo modo nei confronti dei suoi fedeli servitori, come hanno dimostrato di essere i giudici onorari, anche rischiando la vita durante la pandemia?;

    anche per quanto riguarda il comparto della Difesa, ben altre erano le aspettative di coloro che vi prestano il loro qualificato servizio. In particolare occorre integrare la legge di bilancio 2022, come approvata dal Senato, prevedendo:

     l'ulteriore proroga, almeno fino al 31 dicembre 2022, della durata della ferma dei medici e degli infermieri militari in servizio alla data del 31 dicembre 2021. Inoltre, va incluso, nel detto provvedimento di proroga della ferma anche il personale sanitario, non medico, impegnato nei laboratori nei vari centri del Ministero della difesa quali ad esempio i biologi;

     di istituire, al fine di recepire l'esigenza di sicurezza nella Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia, nella Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet di Firenze, nella Scuola Militare Nunziatella di Napoli e nella Scuola Militare Teuliè di Milano, un apposito fondo per l'acquisto degli opportuni mezzi di aerazione, ventilazione e ricambio dell'aria meccanica;

    valutiamo di grande importanza che, grazie all'impegno di Fratelli d'Italia, dopo venti anni di battaglie delle associazioni sindacali, di categoria e delle casse di previdenza, ai liberi professionisti è stato riconosciuto il diritto alla salute. Molti non lo sanno, ma purtroppo, fino a ieri, questo diritto non era riconosciuto: i liberi professionisti che si ammalavano o si infortunavano dovevano non solo pagare le conseguenze dell'infortunio, ma addirittura pagare le conseguenze sanzionatorie dell'impossibilità di potere svolgere la loro professione. Dovevano, quindi, risarcire i clienti per le sanzioni che lo Stato comminava loro in conseguenza della malattia del professionista. Una vicenda scandalosa che veniva da tutti additata e considerata come tale, ma che poi nessuno ha mai modificato. Il Gruppo Fratelli d'Italia al Senato ha condotto e vinto, una battaglia di civiltà che interessa 2 milioni di professionisti italiani;

    dobbiamo, invece, esprimere la ferma contrarietà di Fratelli d'Italia a fronte della decisione del Governo di non acconsentire al rinvio della riscossione delle cartelle per rottamazione-ter e saldo e stralcio: un impegno che il Governo aveva preso in Parlamento in precedenza (in occasione della conversione del decreto-legge in materia fiscale) e che è stato clamorosamente disatteso. Avete, come Governo ma anche come maggioranza che lo sostiene, disatteso un impegno con quei milioni di italiani che si trovano a dover pagare in pochi giorni quello che era stato sospeso per un anno e mezzo: è inaccettabile nel merito e nel metodo perché, quando prende impegni, un Governo li deve mantenere, Draghi o non Draghi; chiunque è obbligato a essere coerente con la parola data;

    parimenti esprimiamo piena soddisfazione per l'approvazione dell'emendamento presentato dai senatori di Fratelli d'Italia che consente di modificare l'attuale disciplina sul microcredito contenuta nel Testo Unico Bancario. Abbiamo previsto l'aumento dell'ammontare dei finanziamenti ottenibili da 40 mila a 75 mila euro e l'inclusione delle s.r.l. tra i soggetti beneficiari del microcredito nel limite di 100 mila euro, semplificando ed eliminando alcuni paletti previsti dalla vigente normativa (eliminazione dei vincoli connessi riferiti al livello dei ricavi, all'ammontare dell'indebitamento e dell'attivo patrimoniale) nonché estendendo il periodo previsto per la restituzione del finanziamento alla maggior durata di 15 anni;

    si tratta di un emendamento che non comporta aggravio per lo Stato, ma soprattutto in un contesto dove è sempre più evidente il distacco tra il mondo delle piccole e medie imprese e quello del credito puntiamo a colmarlo, garantendo un sostegno più ampio e forte alle nostre aziende. Sono, infatti, le piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale del nostro sistema economico e che, più di tutte, hanno subito il peso della negativa congiuntura economica innescata dalla pandemia;

    tra i tanti, c'è un provvedimento che è stato corretto in maniera parziale dalla legge di bilancio 2022, lasciando per altro irrisolti i problemi che andrà a creare. Il riferimento è alla misura introdotta nel decreto fiscale, che andrà a modificare il campo di applicazione dell'IVA per quanto riguarda il mondo associazionistico. Un provvedimento pesantissimo, che – come detto – è stato corretto solo parzialmente e in modo piratesco. La Commissione bilancio del Senato, infatti, ha approvato un emendamento che ha differito il problema di un paio d'anni. Verrebbe da dire che, tutto sommato, il problema temporaneamente è stato risolto, se non fosse che ha aggravato la situazione di tutto il comparto. Sono valutazioni che non fa soltanto Fratelli d'Italia, ma che sono anche del forum del terzo settore – l'unica parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano – che ha pesantemente criticato questa manovra. Il provvedimento di rinvio non ha prodotto e non produrrà risultati efficaci. Il mondo delle associazioni, infatti, deve ancora valutare se trasformare la propria natura giuridica da associazione semplice ad associazione di promozione sociale, andando a modificare il proprio statuto: con questa spada di Damocle rimasta sulla testa, all'evidenza non prenderà, nella sua gran parte, in considerazione l'ipotesi di trasformazione in associazione di promozione sociale. È un aspetto importante che non solo non è stato risolto, ma addirittura è stato appesantito; il rinvio non è assolutamente la panacea per la soluzione del problema e l'augurio è che – in futuro – si possa arrivare a una definizione, la più perentoria possibile, che risolva radicalmente la questione introdotta con l'approvazione del decreto fiscale;

    c'è poi un altro aspetto che deve essere affrontato, ancora nell'ambito dell'associazionismo. Questa volta siamo di fronte alle problematiche del mondo dello sport che da sempre, almeno in Italia, presenta un problema endemico relativo alla sua partenza dal basso. Ci riferiamo alla presenza dello sport all'interno delle scuole. Da sempre diciamo che non ci potrà essere una crescita omogenea dello sport nel nostro Paese senza una sua crescita equilibrata all'interno delle nostre scuole. Ebbene, avevamo salutato con attenzione, curiosità e anche con rispetto l'introduzione all'interno del disegno di legge di bilancio di una norma che prevedeva l'inserimento dell'attività motoria nella scuola primaria: un fatto epocale, veramente importante, rispetto al quale ci eravamo impegnati a seguire con attenzione l'iter di questa parte della manovra. Purtroppo, questo aspetto legato alla possibilità di poter fare finalmente crescere il mondo dello sport all'interno dell'istituzione scolastica è stato rivoluzionato, svuotato di significati e di investimenti, ed è stato ridotto a un mero provvedimento di facciata che andrà per l'ennesima volta a rinviare il problema;

    per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, lo sport è dunque clamorosamente assente;

    al riguardo, citiamo rapidamente gli emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato al Senato e che non sono stati minimamente degnati neanche di una discussione e che riguardavano la possibilità che le spese derivanti dalla crisi pandemica potessero essere affrontate con risorse dello Stato per attenuare le perdite, che assommano a circa il 50 per cento dei proventi medi abituali dell'attività sportiva; abbiamo chiesto l'inserimento di un bonus wellness, un intervento per il pagamento delle utenze, il differimento per il pagamento dei mutui e dei leasing, ma tutto questo non ci è stato riconosciuto e non ci è stato neppure permesso di illustrare;

    altro grande problema del tutto trascurato in questa legge di bilancio è quello legato alla situazione demografica in Italia. Come abbiamo visto dagli ultimi dati Istat, l'Italia registra, da gennaio 2021 a settembre 2021, 1,17 figli per donna. Eravamo a circa 1,59 l'anno precedente. Il crollo è stato repentino, tenendo conto del fatto che a livello europeo la media è di 2,1 per donna, soglia che permette appunto un ricambio generazionale. Ecco, quindi, che, tra le tante proposte che riteniamo essere importanti, vi è quella del congedo parentale o, meglio, dell'astensione facoltativa dal lavoro. È una misura da proporre per uomo e donna, ma noi sappiamo benissimo che, tra il compenso mensile di uomo e donna, c'è un differenziale di circa il 30 per cento, chiaramente a discapito del sesso femminile. Quindi, è chiaro, a fronte delle opportunità, quale quella attualmente in vigore, del congedo parentale fino a sei mesi dell'età del bambino con una decurtazione dello stipendio del 70 per cento, quale dei due sessi vi farà maggiormente ricorso;

    comunque, non è solo questo il punto. Il punto è anche legato a una esigenza di tipo pedagogico, alla crescita armonica, anche serena, del bambino e, soprattutto, a dare l'opportunità alle famiglie e alle giovani coppie di scegliere la soluzione più consona alla propria situazione di vita. Un ulteriore significativo aiuto sarebbe potuto derivare, come da noi richiesto, dall'applicazione dell'aliquota agevolata al 5 per cento per i prodotti legati alla prima infanzia, che sono tantissimi e costosissimi. Quando sentiamo parlare di inverno demografico, in realtà siamo consci del fatto che la situazione è molto più grave: siamo in completa emergenza demografica poiché figli non li fa più nessuno. Una mano a quelli che vogliono fare i figli, abbassando l'aliquota IVA al 5 per cento sui prodotti per la prima infanzia, la vogliamo dare o vogliamo soltanto predicare quando non ci costa niente? Per quanto riguarda poi la cosiddetta tampon-tax apprezziamo che l'aliquota sia stata ridotta dal 22 al 10 per cento, ma ci chiediamo: perché non al 5 per cento? Qualcuno ricorda quella finanziaria che dimezzò l'IVA sui tartufi, che non risultano essere un bene necessario?;

    ebbene non si vede perché l'aliquota IVA non sia stata ridotta al 5 per cento, aliquota per altro in linea con quella in vigore in molti Paesi europei: la Francia è già scesa al 5,5 per cento, la Germania al 7 per cento, il Belgio al 6 per cento, il Portogallo al 6 per cento, l'Irlanda naturalmente è intervenuta prima della direttiva del 2006 e ha addirittura annullato l'IVA. Johnson, nel Regno Unito, prima l'aveva abbassata al 5 per cento e adesso l'ha annullata e se l'è venduta come un effetto della Brexit. Quindi, stiamo parlando non di cose irrilevanti, ma di un riconoscimento, un sostegno, un aiuto e un segnale alle donne, in quanto anche in questo caso si tratta di un bene necessario e non voluttuario;

    come detto, appare inusuale e lesivo delle prerogative parlamentari il metodo con cui le commissioni e l'Aula hanno contribuito alla formazione dell'atto, nella cosidetta «legge delle due notti», tra commissione Bilancio del Senato e Aula. Il momento del confronto è infatti fondamentale, in quanto si è davanti a provvedimenti destinati ad incidere in maniera molto significativa sul rapporto fra cittadini e amministrazione, fra le amministrazioni e le imprese e fra le imprese e i loro dipendenti. Ciò che non è avvenuto nel momento della predisposizione del testo. Occuparsi dei cittadini dovrebbe essere la vera finalità di una legge di bilancio: il riferimento è al trasporto aereo, con la necessità di assicurare il sostegno al reddito al personale Alitalia e Air Italy, al siderurgico, all'automotive, al comparto del bianco con Whirlpool e non solo, alle telecomunicazioni, ai call center, alla grande distribuzione organizzata, al credito, con – tra l'altro – la vicenda Monte dei Paschi di Siena, ai distretti maggiormente esposti alla concorrenza sleale, all'agroalimentare e alla pesca, con quest'ultima interessata da una parziale riforma degli ammortizzatori sociali, senza dimenticare la grave incertezza che pesa sui comparti soggetti alla direttiva europea sulle concessioni, principalmente commercio ambulante, balneari e taxi;

    appare evidente e necessario adeguare la normativa che prevede la relazione sugli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile) nell'ambito del ciclo di bilancio, così come sugli obiettivi di digitalizzazione, come già il Parlamento indicò al governo in specifiche mozioni;

    il provvedimento in esame non reca disposizioni volte a garantire l'accesso a tutta la popolazione mondiale a vaccini ed eventuali cure, a prezzi accessibili e sostenibili, per debellare in tutto il mondo la pandemia;

    il provvedimento non reca norme volte allo sviluppo delle competenze (miglioramento delle competenze esistenti) e la riqualificazione (formazione volta all'acquisizione di nuove competenze), definiti a livello europeo come una partecipazione di almeno il 60 per cento degli adulti a corsi di formazione ogni anno, con l'obiettivo di: guidare i giovani nel mondo del lavoro favorendo programmi di apprendimento durante e dopo la scuola dell'obbligo, migliorando la formazione offerta dalle Università e operando in stretto contatto con il settore privato, per garantire che i percorsi formativi rispondano alle esigenze del mercato del lavoro e che siano indirizzati alle transizioni ecologica e digitale; introdurre servizi di formazione permanente, per garantire a tutte le fasce di età la possibilità di ricevere gli strumenti necessari per il re- inserimento nel mercato del lavoro, riducendo la platea dei cosiddetti sfiduciati, ovvero persone senza lavoro, e che non lo cercano; formare e informare i cittadini sui temi dello sviluppo sostenibile e sulle competenze digitali di base;

    il sostegno e la tutela dello spettacolo dal vivo – quale strumento fondamentale di espressione artistica, di crescita culturale, pedagogica, sociale, economica e formativa della collettività, riconosciute ai sensi degli articoli 9, 21 e 33 della Costituzione – deve garantire il consolidamento e lo sviluppo del settore artistico della nostra Nazione;

    pertanto, in questa penultima Legge di Bilancio di questo Parlamento, è necessario tra le altre cose porre l'accento sulla difesa della cultura italiana, devastata dalla crisi economica derivante dall'emergenza sanitaria e dalle restrizioni anti COVID-19;

    lo stravolgimento di prospettiva di vita artistica e di fruizione culturale portato dalla pandemia ha indirizzato le battaglie di Fratelli d'Italia: perché se le medicine sono la cura del corpo, la cultura è la cura dell'arte e tutti i cittadini devono beneficiarne;

    la pandemia ha modificato nettamente i nostri «consumi» di cultura e pertanto, la nostra proposta di potere detrarre il «consumo» culturale diviene di stretta attualità;

    la realizzazione di un sistema fiscale che preveda la detrazione delle spese per l'acquisto di beni e servizi culturali si declina come basilare in una Nazione ricca di arte e cultura come l'Italia. La detrazione fiscale per l'acquisto di biglietti di ingresso e di abbonamenti a musei, cinema, concerti, spettacoli teatrali e dal vivo, e le spese sostenute per l'acquisto di libri e di materiale audiovisivo – protetti da diritti d'autore – segnerebbe una prima svolta a cui si affiancherebbe poi, l'abbassamento dell'IVA al 4 per cento sui prodotti culturali;

    l'industria dell'arte e della cultura in Italia mettono in moto una filiera produttiva e un numero di addetti ai lavori molto importante e, pertanto, necessitano di attenzione massima non solo per il riflesso in ambito strettamente artistico-culturale, ma anche in ambito economico e sociale. Attenzione mancata in questa penultima legge di bilancio della XVIII legislatura;

    le mancanze del testo approdato alla Camera dei deputati sono ampie e diverse;

    non sono presenti interventi volti a sbloccare la grave situazione di disagio a cui sono soggetti numerosi Dirigenti Scolastici collocati fuori regione e di evitare l'ulteriore stallo della mobilità interregionale a cui sarebbero soggetti molti dei Dirigenti Scolastici vincitori del concorso 2017 e collocati fuori regione nonché i dirigenti scolastici in ruolo da anni e assegnati fuori della propria regione, a seguito dei divieti di spostamento dettati dalla pandemia;

    non sono presenti interventi volti a porre chiarezza sulle responsabilità dirigenziale in termini di sicurezza delle istituzioni scolastiche, in un momento in cui anche nelle cosiddette zone rosse si prescrive la riapertura dell'attività didattica in presenza per la scuola dell'infanzia, elementare e per la prima media;

    non sono presenti interventi per la stabilizzazione dei precari di Indire, che ora sono stati licenziati;

    non sono presenti interventi, richiesti dalla maggioranza dei gruppi parlamentari in prima lettura, per rifinanziare il Fondo per l'Intrattenimento digitale;

    il Fondo, istituito con una prima dotazione di 4 milioni, è destinato al finanziamento diretto di prototipi di videogiochi commerciali Made in Italy fino al 50 per cento dei costi eleggibili complessivi per ciascun prototipo. Lo stanziamento previsto per il 2020, pari, appunto, a 4 milioni di euro, è andato esaurito dopo sole tre ore dall'apertura ufficiale da parte del MiSE, il 30 giugno 2021, per le richieste di accesso al finanziamento. Lo sviluppo e la preproduzione di un prototipo di videogioco costituisce un processo particolarmente dispendioso in termini di risorse, e lo stanziamento iniziale del Fondo si è rivelato insufficiente – a fronte di una fortissima richiesta da parte delle aziende – per supportare il settore;

    non sono presenti interventi per la rete di vendita delle edicole;

    l'emergenza COVID-19, nella sua drammaticità, ha evidenziato come la rete di vendita delle edicole costituisca un servizio di interesse generale per il Paese, essenziale per garantire l'esercizio dei diritti di libertà riconosciuti dall'articolo 21 della Costituzione, nonché dall'articolo 10 della CEDU e dall'articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea;

    la rete di vendita delle edicole è infatti essenziale per garantire in concreto il diritto all'informazione: in termini percentuali oltre il 73 per cento della popolazione adulta legge su carta (l'Italia infatti è il quarto più grande mercato nel campo delle pubblicazioni di notizie in Europa ma è al penultimo posto in merito al numero di persone che usano il Web per leggere le notizie);

    l'informazione cartacea è quindi ancora fondamentale per garantire l'accesso all'informazione degli italiani senza considerare poi che quasi il 90 per cento del fatturato diffusionale delle imprese editoriali deriva dalle vendite dei prodotti cartacei che sono veicolati quasi integralmente dalle edicole (secondo il report PWC Italy2020-2025 nel 2020 i ricavi diffusionali dei quotidiani italiani derivanti dalla vendita del prodotto cartaceo hanno rappresentato l'87,9 per cento del totale e nel 2025 rappresenteranno ancora 87,4 per cento del totale);

    in relazione al quadro sopra delineato, è necessario accrescere e rafforzare gli strumenti a tutela della rete di vendita della stampa, estendendo alle edicole alcune misure già previste dalla Legge di Bilancio 2022 e introducendone di nuove per cogliere le opportunità di sviluppo e liberare il potenziale delle edicole in termini commerciali e di servizi di prossimità al cittadino;

    similmente a quanto fatto con il tax credit per le librerie nell'ambito della Legge di Bilancio 2022, considerato il ruolo e la funzione delle edicole di servizio essenziale per l'accesso all'informazione a mezzo stampa e tenuto conto dell'impatto positivo che il tax credit edicole ha dimostrato sul settore come concreta misura di sostegno, sarebbe stato necessario prorogare il credito di imposta introdotto dall'articolo 1, comma 806 e seguenti, della Legge 30 dicembre 2018, n. 145, anche per il 2023, relativamente alle spese sostenute dagli edicolanti nel corso del 2022. Tale misura andrebbe infatti a sostenere gli investimenti e il livello di spesa produttiva delle imprese del settore nel 2022;

    non sono presenti interventi volti a istituire un incentivo allo sport, che possa essere utilizzato nella capillare rete associativa sportiva di base, affinché i cittadini beneficino di ingressi calmierati laddove non del tutto gratuiti per riportarli a praticare sport in maniera costante e continuativa. Non sono presenti interventi volti a prevedere nuovi incentivi per il sistema sportivo dal punto di vista fiscale, quali ad esempio strumenti per la detrazione delle spese sostenute per l'attività sportiva;

    il comma 350 del presente provvedimento reca interventi per l'editoria libraria pari a 30 milioni, insufficienti per sostenere il settore; il comma 375 reca interventi per l'editoria, con la costituzione di un «Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria», con una dotazione pari a 90 milioni di euro per l'anno 2022 e a 140 milioni di euro per l'anno 2023; il comma 779 reca lo stanziamento di 1 milione di euro per Brescia e Bergamo capitali italiane della cultura; il comma 797 reca lo stanziamento di 1 milione per i carnevali storici;

    il provvedimento non reca, però, misure per la rievocazione storica, nello specifico per la maggiorazione dei fondi a disposizione già introdotti grazie a Fratelli d'Italia;

    esprimiamo piena soddisfazione, invece, sulla decisione del Governo di ascoltare le proposte formulate al riguardo da Fratelli d'Italia, finanziando anche la ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Si tratta di un modello messo immediatamente in campo dal governatore delle Marche, l'ex nostro collega Francesco Acquaroli, che da mesi proponevamo al Governo, affinché fosse portato in tutte le scuole italiane;

    resta invece l'amarezza, sempre con riferimento alla scuola, per la mancanza della capacità e anche della volontà di intervenire in alcuni ambiti, che ormai da troppo tempo aspettano risposta. C'è grande delusione per la parziale proroga dell'organico Covid del personale ATA: con gli stanziamenti di bilancio previsti, non sappiamo come si pensi di fronteggiarne le necessità. C'è poi tutta la questione riguardante la mobilità, sia degli insegnanti, sia dei dirigenti scolastici. Non viene data risposta ai direttori generali dei servizi amministrativi, con un aumento della loro indennità amministrativa;

    c'è la questione dei percorsi abilitanti: nella scuola abbiamo tanti precari, che sarebbero pronti ad essere immessi in ruolo e a riempire gli spazi disponibili – che ci sono – per fare in modo che la scuola italiana abbia personale adeguato, visto soprattutto quanto ha subito negli ultimi tempi. C'è infine la questione, che veramente non capiamo, degli idonei STEM (science, technology, engineering and mathematics), che hanno sostenuto un concorso e che aspettano da tempo di essere stabilizzati attraverso una Graduatoria di Merito da utilizzare per le immissioni in ruolo al fine di assorbire progressivamente il precariato e garantire l'avvio di nuovo anno scolastico con un maggiore numero di contratti a tempo indeterminato;

    non si capisce la ragione per la quale tutte le forze politiche diano loro solidarietà a chiacchiere e poi invece non si assuma una decisione sacrosanta, che non ha un costo rilevante;

    infine, veramente assurdo non prevedere la proroga della procedura di assunzione in ruolo dagli elenchi di prima fascia delle Gps degli insegnanti di sostegno. Continuate a negare il sostegno a tantissimi alunni con disabilità;

    che dire poi di quello psicodramma in cui la maggioranza ha trasformato, nel tempo, il superbonus? Avete tribolato tanto a raggiungere un accordo, ma ci voleva tanto a capire che su questo tema servono certezza dei tempi, semplificazione delle procedure e, ovviamente, riconoscimento del valore della cessione del credito d'imposta? Fratelli d'Italia vi chiedeva solo questo – a dire ve lo chiedevamo in tanti – ma, purtroppo, avete fatto troppo poco anche in questa direzione;

    del tutto positivo è lo stanziamento, disposto in ragione dell'approvazione al Senato di un emendamento di Fratelli d'Italia, di 10 milioni di euro da destinare al fondo per gli immobili occupati: altro che 10 milioni per qualche marchetta in giro! Se a un proprietario di immobile residenziale occupano la casa fino ad oggi – prima dell'approvazione di questo disegno di legge di bilancio – egli continua a essere tenuto a pagare tutte le tasse su quell'immobile: la quota Irpef, la quota IMU, se non è prima casa, e la quota Tari. Grazie a Fratelli d'Italia, da quando viene fatta la denuncia di occupazione dell'immobile a quando quell'immobile non viene liberato, le tasse sull'immobile occupato non saranno più dovute;

    il potenziamento e l'ammodernamento della mobilità legata al trasporto pubblico rimane una chimera, nonostante sia ufficialmente il primo cluster della trasmissione del COVID-19;

    nessuna buona notizia in questa legge di bilancio per gli italiani sul fronte del costo del carburante tra i più alti d'Europa e con le accise tra le più alte d'Europa. Nessuna riduzione fiscale sul fronte del «Bollo auto», una tassa con specifico vincolo di destinazione, ovvero la sicurezza e la manutenzione stradale che tutti i possessori di autoveicoli sono obbligati a pagare nonostante la catastrofica situazione di molte arterie stradali soprattutto se di competenza delle province italiane e nonostante i miliardi presi a debito e sulle spalle degli italiani del PNRR per la sicurezza e la manutenzione stradale. In sostanza una tassa che i possessori di autoveicoli pagano più volte ma senza avere un ritorno in termini di servizi e in termini di sicurezza stradale;

    l'assenza di una visione sul settore dei trasporti non permette di sfruttare le enormi potenzialità competitive della Nazione soprattutto legata al trasporto marittimo, alle infrastrutture portuali e retroportuali, che il Governo, colpevolmente non sfrutta, e nelle quali non investe in maniera decisa;

    questa emergenza sanitaria ha messo in evidenza il ruolo vitale del trasporto marittimo e di tutta la blue economy per la vita quotidiana e ciò è particolarmente vero per l'Italia, Nazione povera di materie prime e grande esportatore di manufatti che avrebbe necessitato nella legge di bilancio di una forte promozione del sistema logistico e strutturale dei nostri porti e del sostegno alle attività di impresa legate all'economia del mare che rappresenta un tassello strategico e decisivo per il rilancio del made in Italy;

    abbiamo ribadito più volte, anche in quest'Aula, che non ci sembra normale che una patente per guidare i camion in Italia costi 2.500 euro e nel Regno Unito 250. Al danno si aggiunge la beffa, perché gli stipendi per gli autisti professionisti in Italia sono tra i più bassi. Non si arriva nemmeno a 30.000 euro lordi, a fronte di quanto si guadagna in altre nazioni europee. Il costo della formazione chiaramente penalizza oltremodo i lavoratori italiani. Andava garantito, quindi, un supporto economico proprio per avviarli al mondo del lavoro. Si parla tanto dell'introduzione dei giovani al mondo del lavoro, della grande questione lavorativa e poi lo Stato si gira dall'altra parte. Continueremo a ripeterlo: secondo noi, in Italia costa troppo prendere una patente di guida per diventare autista. Ci vuole troppo tempo. In Italia il corso di studi arriva a sette mesi, mentre nel Regno Unito è di due mesi. Nell'Est europeo con un paio di mesi si consegue il titolo che consente di introdurre i giovani al mondo del lavoro in questo comparto. Il Governo pensa di aver risolto la questione con il bonus patente. Abbiamo, come Fratelli d'Italia, chiesto al Senato di allargare la platea di coloro che potevano usufruire di questa possibilità anche ad altre categorie di autisti e ad altre tipologie di autotrasportatori, ma l'emendamento è stato clamorosamente rigettato;

    quanto all'agricoltura nella legge di bilancio è riservato poco rispetto a un settore non solo primario per definizione, ma fondamentale per la nostra economia, atteso che l'agricoltura e l'agroalimentare rappresentano un quarto del nostro PIL. Non basta all'evidenza sostenere che in questo disegno di legge di bilancio le risorse per l'agricoltura sono raddoppiate rispetto alla precedente legge quando, in termini assoluti, su una manovra come questa si arriva a stanziare poche centinaia di milioni come risorse dirette per il settore. Questi numeri attestano quanto poco centrale sia l'agricoltura nell'agenda politica di questo Governo, che di fatto dimostra di non credere, perché non investe e non dedica risorse – non diciamo importanti, ma almeno accettabili – a un settore che, in questo periodo di crisi dovuta alla pandemia, ha dimostrato di non arrendersi mai e di garantire il cibo per tutti;

    ma ci sono altri elementi che ci preoccupano: il primo è fondamentale e determinante per la tenuta del settore. Abbiamo l'impressione – e sinceramente ce ne dispiace – che non ci siano una visione, un piano strategico per la nostra agricoltura, ma che si cerchi di mettere sempre una toppa alle troppe emergenze; tante toppe e nessuna visione. Una mancanza di visione – a nostro avviso, ad esempio – si registra appieno nella mancanza, ad oggi, di un piano strategico nazionale, da presentare fra pochi giorni alla Commissione europea, per l'attuazione della prossima politica agricola comune (PAC);

    si parla tanto di transizione ecologica, i leader europei lanciano slogan che sicuramente colpiscono l'immaginario collettivo: 3 miliardi di alberi da piantare da oggi al 2030. Siamo già in ritardo, perché ad oggi non se ne è piantato, di fatto, nemmeno uno. Ma, se proviamo a fare un conto veloce, significa piantare 300 milioni di alberi l'anno, un milione di alberi al giorno. Ma ci rendiamo conto? Ma ammesso che sia anche possibile, ci chiediamo se esista un piano di piantumazione nel nostro Paese. Ma soprattutto, chi produce questi alberi e quanti se ne possono produrre? Non lo sappiamo, perché non c'è alcuna strategia. Oltre a non investire sul verde, il problema è che non si fa niente sul piano legislativo per aiutare il settore. Nello specifico del disegno di legge di bilancio, come Fratelli d'Italia abbiamo proposto la riformulazione del bonus verde, ma siamo rimasti inascoltati. Non solo: la legge sul florovivaismo, approvata alla Camera è bloccata da mesi al Senato: insomma, abbiamo bisogno di piante e blocchiamo una legge per dare certezze a chi le produce;

    secondo un rapporto della CLEPA, l'associazione dei fornitori automobilistici, la transizione verso l'auto elettrica potrebbe far perdere fino a 500.000 posti di lavoro. Come evidenziato dall'ultimo rapporto della CLEPA – in collaborazione con Pwc – il settore automobilistico è responsabile di oltre il 5 per cento dell'occupazione manifatturiera in 13 Stati membri dell'UE, con oltre il 60 per cento di questi lavoratori impiegati dai fornitori di componenti. In seguito alle politiche cosiddette «green» l'industria automobilistica sta andando incontro ad un momento di forte cambiamento, soprattutto nelle attitudini richieste al proprio personale. Il cambio di paradigma nel settore dell'auto incide sul nostro sistema produttivo. Su di esso ricadono le conseguenze dirette e indirette delle disposizioni europee in materia di emissioni e transizione ecologica. La salvaguardia dell'ambiente è per noi importante, ma questa non può esser uno shock e riteniamo che la Legge di Bilancio in discussione faccia davvero poco per ammortizzare i futuri impatti occupazionali delle strategie europee in materia di ambiente. Riteniamo che uno Stato lungimirante debba prevedere i rischi sociali delle sue scelte che non possono essere basate su slogan. Pensiamo sia giunta l'ora di valutare la promozione di politiche di riqualificazione della manodopera al fine di scongiurare l'obsolescenza delle competenze e la conseguente espulsione di migliaia di cittadini dal mercato del lavoro;

    rimaniamo sempre sul tema ambientale: stiamo attraversando una vera e propria emergenza relativa alla fauna selvatica, che sta mettendo a serio rischio l'equilibrio faunistico e ambientale. È soprattutto un fenomeno che sta mettendo in ginocchio molti agricoltori e allevatori: l'eclatante sovraffollamento di cinghiali che, ormai, arrivano a passeggiare tranquillamente nelle strade delle città. I cinghiali sono un pericolo per l'ambiente, ma soprattutto un pericolo sanitario: detti animali trasmettono la peste suina africana la cui eventuale propagazione nel Paese equivarrebbe alla fine della suinicoltura e della produzione di insaccati, una delle nostre produzioni di eccellenza. Cosa si fa con questa manovra finanziaria? Si stanziano risorse per la sterilizzazione, invece di predisporre risorse per un serio piano nazionale straordinario di abbattimenti, al fine di portare quegli animali a un numero sostenibile, per poi mettere in campo tutte le azioni necessarie per il contenimento, compresa la modifica della legge 11 febbraio 1992, n. 157, ormai vecchia di quasi trent'anni e non più idonea ad affrontare le situazioni odierne. Nonostante quanto evidenziato, non si mettono risorse per compensare gli agricoltori da questi danni. Così come abbiamo trovato un muro di gomma anche sulla proposta di Fratelli d'Italia di agevolare le cessioni agricole all'interno dei contratti di rete. Siamo stati inascoltati. Poche, infine, le risorse stanziate per interventi finalizzati al contrasto della xylella che, a causa di una pessima gestione della crisi da parte dell'amministrazione regionale della Puglia, sta distruggendo un intero comparto e territorio;

    purtroppo non c'è stato spazio per molte altre battaglie che Fratelli d'Italia aveva provato a portare all'attenzione del Senato. Gli italiani hanno bisogno di lavoro e noi – da sempre – abbiamo avanzato proposte, anche per il disegno di legge di bilancio. Abbiamo proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: più assumi, meno tasse paghi. È una cosa di buon senso. Con un meccanismo composito, abbiamo proposto una super deduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di lavoro; come abbiamo il superbonus per gli ammortamenti, abbiamo proposto di introdurre il superbonus per chi assume persone in Italia: si agevola in tal modo l'economia reale e si penalizzano le grandi concentrazioni economiche, che fanno utili in Italia senza assumere. Una proposta di mero buon senso, ma l'emendamento è stato bocciato;

    purtroppo l'allora Ministro Gualtieri si era sbagliato quando aveva detto che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro a causa del COVID-19; il posto di lavoro l'hanno perso in moltissimi: lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, partite IVA. Sono in molti ad aver perso il posto di lavoro. Abbiamo proposto allora la creazione di un fondo per la ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia, attraverso sistemi collaudati, ossia ponendo a carico dello Stato il 50 per cento dei contributi previdenziali che sono a carico del datore di lavoro. È un meccanismo che, per esempio, già funziona per l'occupazione femminile o l'occupazione giovanile. Anche questa ci sembrava una misura semplice, immediata e di buon senso, ma è stata bocciata;

    infine sono mancati interventi importanti come Ape sociale per esodati, Formazione obbligatoria per i beneficiari di sussidi, Fondo di solidarietà a sostegno delle prestazioni previdenziali delle nuove generazioni, Formazione obbligatoria per i beneficiari di sussidi, salario minimo dove non si sono i contratti collettivi nazionali;

    abbiamo anche sollecitato un intervento contro la concorrenza sleale che subiscono prevalentemente i nostri commercianti. Esiste il meccanismo delle imprese «apri e chiudi»: chiunque sa che il fisco prende contezza di un'attività non prima di due anni. Legalmente, se io apro un'attività, posso tranquillamente non versare un euro allo Stato prima di ventiquattro mesi, non facendo qualcosa di illegale, ma semplicemente applicando la legge. Però, se io alla fine dei due anni sparisco, il fisco non mi rintraccia più. E allora ci sono delle piccole accortezze che si possono adottare: per i soggetti a rischio, prevalentemente chi è extracomunitario (non perché si voglia fare discriminazione, ma perché è più facilmente non più reperibile), istituire un fondo cauzionale o una fideiussione sulle tasse che saranno dovute;

    onorevoli Colleghi. In conclusione, analizzando il testo della legge di bilancio 2022 a nostre mani, più che una legge volta al futuro dell'Italia ci sembra di avere a che fare con la vecchia «legge mancia», allora contestata dalla sinistra, pur costituendo un'appendice della legge finanziaria, e oggi elevata della sinistra a legge di sistema;

    tra i micro emendamenti dei partiti della maggioranza c'è, infatti, di tutto: dai 7.000,00 euro per esentare dal pedaggio autostradale i Vigili del Fuoco e la Protezione civile della Valle d'Aosta (non si capisce perché solo in quella Regione) fino agli 82.000,00 euro annui per l'assunzione di due dipendenti per il disbrigo delle pratiche del piccolo Comune di Verduno. Troviamo poi 1.000.000,00 di euro per la ristrutturazione della palestra e delle annesse aule dell'Istituto Leopardi del comune di Trofanello, la stessa cifra per l'efficientamento energetico della piscina comunitaria del Comune di Centro Valle Intelvi, e contribuiti a pioggia per la celebrazione di anniversari o per l'attività di Fondazioni;

    e il Governo non ha dato certo il buon esempio, visto che ha depositato un emendamento da 60.000,00 euro per il funzionamento della Commissione di garanzia per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti;

    ciò a dimostrazione di come, per tenere in piedi una maggioranza così eterogenea e frastagliata, ci sia bisogno di una mediazione al ribasso e di cercare di accontentare tutti, il che non fa certo bene alla Nazione;

    quanto al cosiddetto «Governo dei migliori» ci auguriamo che il presidente Draghi, con il rispetto che Fratelli d'Italia gli riconosce come persona, voglia anche lui calarsi un po' nell'umiltà che ogni cittadino deve avere, magari convenendo con noi che gli organi parlamentari non sono un optional a sua disposizione!;

    questa legge di bilancio è nei fatti solo l'effetto di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, insieme non riescono a stare se non perché così impone loro il ricorso al voto di fiducia di cui il Governo abusa a piene mani. Il compromesso al ribasso, tuttavia, produce l'assenza di una visione: non c'è visione politica in questa manovra; non c'è rilancio per la Nazione perché non c'è amore per la Nazione italiana e per quella che noi chiamiamo Patria,

DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO

  Foti, Butti, Silvestri.