VII Commissione
Cultura, scienza e istruzione
Cultura, scienza e istruzione (VII)
Commissione VII (Cultura)
Comm. VII
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato (Relazione alla V Commissione) (Esame e rinvio) ... 91
Schema di decreto ministeriale recante adozione del Piano nazionale d'azione per la promozione della lettura, per gli anni 2021-2023. Atto n. 339 (Esame e rinvio) ... 103
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato (Relazione alla V Commissione) (Seguito dell'esame e conclusione – Relazione favorevole) ... 106
ALLEGATO 1 (Proposte emendative presentate) ... 112
ALLEGATO 2 (Relazione approvata) ... 118
ALLEGATO 3 (Relazione di minoranza del gruppo di Fratelli d'Italia) ... 119
SEDE CONSULTIVA
Lunedì 27 dicembre 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA.
La seduta comincia alle 14.10.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024.
C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni.
C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Vittoria CASA, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata oggi a esaminare il disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (C. 3424. Governo, approvato dal Senato), e la relativa nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato), ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza.
Ricorda che il disegno di legge di bilancio è composto di due sezioni: nella prima sono riportate le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi ad oggetto misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica; nella seconda sono invece indicate le previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, formate sulla base della legislazione vigente, apportando a tali previsioni le variazioni derivanti dalle disposizioni della citata prima sezione, alle quali è assicurata autonoma evidenza contabile.
Avverte che l'esame si concluderà con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore. Potranno essere presentate relazioni di minoranza. La relazione approvata dalla Commissione e le eventuali relazioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione bilancio.
Aggiunge che la Commissione potrà inoltre esaminare gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza. Ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti in VII Commissione è le 15.30 di oggi. Riguardo al regime di presentazione degli emendamenti ricorda che gli emendamenti che riguardano parti di competenza della VII Commissione potranno essere presentati sia in quest'ultima, sia direttamente presso la Commissione bilancio, nel termine da essa fissato, che è le ore 18 di oggi: questo anche al solo scopo di consentire alla Commissione bilancio di respingerli ai fini della loro ripresentazione in Assemblea. La stessa regola è applicata, in via di prassi, anche agli emendamenti compensativi all'interno di parti di competenza di questa Commissione. Gli emendamenti eventualmente approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione.
La valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati presso la VII Commissione sarà effettuata dalla Presidenza della medesima prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia, fermo restando che, come da prassi, gli emendamenti che fossero approvati saranno comunque sottoposti, analogamente a quelli presentati direttamente in V Commissione, ad una puntuale valutazione di ammissibilità, ai fini dell'esame in sede referente, da parte della presidenza della medesima V Commissione.
In particolare, sono previste specifiche regole per l'emendabilità della prima e della seconda sezione nonché per gli emendamenti volti a modificare, con finalità di compensazione, contemporaneamente la prima e la seconda sezione del disegno di legge di bilancio, ferme restando le regole ordinarie sulla compensatività, a seconda che si tratti di oneri di parte corrente o in conto capitale. Riguardo a tali specifiche regole, rinvia integralmente alle linee guida di carattere procedurale – contenute nella lettera della Presidenza della Camera, inviata ai Presidenti delle Commissioni permanenti in data 25 ottobre 2016 – adottate in occasione della prima applicazione della riforma della legge di contabilità e finanza pubblica introdotta dalla legge n. 163 del 2016.
Dà quindi la parola alla relatrice, deputata Del Sesto, per la relazione introduttiva.
Margherita DEL SESTO (M5S), relatrice, ricorda a tutti per completezza che il disegno di legge di bilancio – che reca il bilancio di previsione per il 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 – è suddiviso in due sezioni.
La prima sezione dispone il quadro di riferimento finanziario per anno e provvede alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione vigente al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi. Essa contiene, per ciascun anno del triennio di riferimento, le misure quantitative necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici di finanza pubblica definiti a livello macroeconomico nella NADEF 2021.
La seconda sezione evidenzia, per ciascun programma, gli effetti finanziari derivanti dalle disposizioni contenute nella prima sezione, il bilancio a legislazione vigente e le variazioni non determinate da innovazioni normative. Queste ultime includono anche rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni di entrate e di spese.
La manovra per il triennio 2022-2024 – disposta con il disegno di legge in esame – si compone delle modifiche e delle innovazioni normative della prima sezione e dei rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni contenuti nella seconda sezione. La manovra include, inoltre, gli effetti derivanti dal decreto-legge n. 146 del 2021 (cosiddetto decreto-legge fiscale).
Come tutti i colleghi sanno, il disegno di legge è stato esaminato, in prima lettura, dal Senato, dove l'esame si è concluso il 24 dicembre con l'approvazione di numerose modifiche al testo.
Avverte che illustrerà, in modo sintetico, il contenuto delle più rilevanti disposizioni contenute nel provvedimento, come risultante dalle modifiche introdotte al Senato, in relazione ai settori di intervento della VII Commissione. Specifica che la relazione fa riferimento agli interventi della I sezione del disegno di legge.
Per l'ambito Istruzione le previsioni iniziali del disegno di legge sono state arricchite dal Senato e, in alcuni casi, modificate.
In particolare, per quanto concerne la scuola: è istituito, presso il Ministero dell'istruzione, il Fondo permanente per il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, con una dotazione di 2 milioni di euro per il 2022 (commi 671-674); è istituito, presso il MEF, il Fondo per l'assistenza all'autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità, con una dotazione di euro 100 milioni annui dal 2022, destinato al potenziamento dei servizi indicati per gli alunni con disabilità delle scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di primo e di secondo grado (commi 179-180); si autorizza la spesa di euro 2 milioni per il 2022 a favore dell'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE) (comma 973); si dispone che il termine degli ulteriori incarichi temporanei di personale docente e ATA attivati con riferimento all'anno scolastico 2021/2022 può essere prorogato (dal 30 dicembre 2021) fino al termine delle lezioni dello stesso anno scolastico e, dunque, fino al 30 giugno 2022, nel limite di spesa di euro 400 milioni per il 2022 (comma 326); si incrementano le risorse destinate alla valorizzazione del personale docente, che salgono da 30 milioni a 300 milioni annui dal 2022 (comma 327); si prevede, per il 2022, un contributo aggiuntivo di 20 milioni per le scuole paritarie dell'infanzia (comma 328); si incrementa di euro 20 milioni per il 2022 il Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche statali, al fine di garantire nelle stesse assistenza e supporto psicologici (commi 697 e 698); si dispone la graduale introduzione dell'insegnamento dell'educazione motoria nella scuola primaria da parte di docenti forniti di titolo idoneo, nelle classi quinte, a partire dall'anno scolastico 2022/2023, e nelle classi quarte, a partire dall'anno scolastico 2023/2024. A tal fine, si prevede l'istituzione della nuova classe di concorso «Scienze motorie e sportive nella scuola primaria». In fase di prima applicazione, i posti sono coperti con concorsi per titoli ed esami abilitanti, da bandire nel 2022 e 2023. Qualora le graduatorie dei concorsi non siano approvate in tempo utile per l'assunzione dei docenti, possono essere attribuiti contratti a tempo determinato anche a soggetti collocati nelle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) per le classi di concorso per l'insegnamento delle scienze motorie e sportive nella scuola secondaria di I e II grado (commi 329-338).
Ancora, si incrementa di euro 20 milioni a decorrere dal 2022 il Fondo unico nazionale per il finanziamento delle retribuzioni di posizione e di risultato (FUN) dei dirigenti scolastici, al fine di adeguare la retribuzione di posizione di parte variabile; sono previsti inoltre ulteriori 8,3 milioni per il 2022 e 25 milioni per il 2023 da destinare alla retribuzione di posizione di parte variabile. Inoltre, si prevede che continuino ad operare per gli anni scolastici 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022 le contrattazioni integrative regionali (CIR) volte alla definizione a livello regionale delle retribuzioni di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici (commi 339-342). Si dispone che anche per gli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024 è possibile attribuire alle istituzioni scolastiche un dirigente scolastico con incarico a tempo indeterminato e un direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA) in via esclusiva in presenza di almeno 500 alunni (invece di 600), ovvero, per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, in presenza di almeno 300 alunni (invece di 400). Conseguentemente, si incrementa la relativa autorizzazione di spesa portandola a euro 40,84 milioni per il 2022, euro 45,83 milioni per il 2023 e euro 37,2 milioni per il 2024 (comma 343).
Si istituisce un'apposita sezione nel Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, con uno stanziamento di euro 3 milioni annui a decorrere dal 2022, al fine di attribuire l'indennità di sede disagiata ai docenti assegnati ad un plesso situato in una piccola isola (comma 770). Inoltre si autorizza il Ministero dell'istruzione a istituire – nelle scuole caratterizzate da determinati valori degli indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica – classi in deroga alle dimensioni previste a legislazione vigente. La deroga è possibile nel limite delle risorse strumentali e finanziarie e della dotazione organica di personale scolastico disponibili a legislazione vigente (commi 344-347).
Si affida ad ordinanze del Ministro dell'istruzione la possibilità di disciplinare la valutazione degli apprendimenti e lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione per l'anno scolastico 2021/2022 (comma 956); si prevede che i DSGA devono permanere nella sede di prima destinazione almeno 3 anni (e non più 5) (comma 957); si dispone l'immissione in ruolo di soggetti inseriti nelle graduatorie della procedura concorsuale straordinaria per l'insegnamento nella scuola secondaria bandita nel 2020 (comma 958); si modifica la procedura relativa alla copertura di posti di collaboratore scolastico mediante personale proveniente dalle imprese di pulizia impegnate nelle scuole, in particolare prevedendo, per i posti che siano rimasti vacanti e disponibili, una terza procedura selettiva (comma 960); si incrementano ulteriormente, in quote variabili da 5 milioni a 400 milioni, le risorse destinate dalla legge di bilancio 2020 agli interventi di manutenzione straordinaria, messa in sicurezza, nuova costruzione, incremento dell'efficienza energetica e cablaggio interno, delle scuole di province e città metropolitane, nonché degli enti di decentramento regionale, e si allunga il periodo di finanziamento fino al 2036 (comma 533); si prevede che le risorse del Fondo per l'emergenza epidemiologica da COVID-19 per l'anno scolastico 2021/2022 possono essere destinate anche all'installazione di impianti per la ventilazione meccanica controllata (VMC) con recupero di calore (comma 965); si destinano euro 89,4 milioni annui, a decorrere dal 2022, al Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, con riferimento al personale docente, per il trattamento accessorio (commi 604 e 606); si abroga la norma in base alla quale, a decorrere dall'anno scolastico 2022/2023, sarebbe stata soppressa la possibilità di collocare fuori ruolo docenti e dirigenti scolastici per assegnazioni presso enti che operano nel campo della prevenzione del disagio psico-sociale e delle tossicodipendenze, della formazione e della ricerca educativa e didattica, nonché presso associazioni professionali del personale direttivo e docente (comma 646).
Per quanto concerne, in particolare, il Ministero dell'istruzione, si prevede la possibilità che lo stesso continui ad avvalersi, fino al 31 dicembre 2022, di incarichi temporanei di livello dirigenziale non generale per le funzioni ispettive, nelle more dello svolgimento del concorso per dirigenti tecnici (comma 959); si proroga dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 2022 il termine per la conclusione di procedure concorsuali già autorizzate (comma 769); si autorizza la spesa di euro 300.000 per il 2022 per adeguare le strutture territoriali nella provincia di Barletta-Andria-Trani; e si dispone che la dotazione organica del Ministero sia incrementata di un posto di livello dirigenziale non generale (comma 878). Inoltre, si proroga al 2024 la previsione che riconosce alle fondazioni bancarie un credito di imposta del 75 per cento dei contributi versati al Fondo sperimentale per il contrasto della povertà educativa minorile istituito dalla legge di stabilità per il 2016 (comma 135); si dispone l'assegnazione di una quota delle risorse del Fondo di solidarietà comunale – di importi variabili da euro 30 milioni per il 2022 a euro 120 milioni annui a decorrere dal 2027 – allo scopo di incrementare il numero di studenti disabili della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado, privi di autonomia, a cui viene fornito il trasporto per raggiungere la sede scolastica (comma 174).
Per quanto concerne l'ambito universitario: si destinano euro 2 milioni per il 2022 ed euro 3 milioni per il 2023 al potenziamento dell'attività sportiva universitaria (comma 188); si incrementa il Fondo per il finanziamento ordinario (FFO) di euro 250 milioni per il 2022, euro 515 milioni per il 2023, euro 765 milioni per il 2024, euro 815 milioni per il 2025 ed euro 865 milioni annui dal 2026. Parte di tali incrementi per il biennio 2022-2023 – per complessivi euro 165 milioni per il 2022 e euro 410 milioni per il 2023 – e l'intero ammontare per il 2024, il 2025 e dal 2026, sono destinati a specifiche finalizzazioni, e precisamente: assunzione di professori, ricercatori a tempo determinato di tipo B e personale tecnico-amministrativo; valorizzazione del personale tecnico-amministrativo; incentivo delle chiamate dirette per la copertura di posti di professore e ricercatore; Scuole superiori ad ordinamento speciale e completamento del processo di consolidamento della Scuola superiore meridionale; incremento dell'importo delle borse di studio concesse per la frequenza dei corsi di dottorato di ricerca (comma 297). Inoltre, si incrementa il medesimo FFO di euro 2 milioni per il 2022, per corrispondere un contributo alle spese sanitarie degli studenti universitari fuori sede residenti in regione diversa da quella in cui ha sede l'università che abbiano un ISEE non superiore a euro 20.000 (comma 298); si includono fra le voci di costo considerate ai fini della determinazione dell'importo standard della borsa di studio per gli studenti delle università e delle istituzioni AFAM anche le spese finalizzate a garantire un più ampio accesso alla rete di connessione dati (comma 299); si autorizza la spesa di euro 30 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 per il trasferimento della Scuola Politecnica di Genova – Polo Universitario di Ingegneria presso il Parco scientifico tecnologico Erzelli (comma 999); si incrementa di euro 2 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023 lo stanziamento destinato ai collegi di merito accreditati (comma 300); si rifinanzia, per euro 8 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023, il Fondo perequativo a sostegno delle università non statali legalmente riconosciute del Mezzogiorno (comma 301); si consente la ripartizione delle risorse necessarie alla ricostruzione di carriera degli ex lettori di lingua straniera senza la necessità che le università stipulino previamente i contratti integrativi di sede (comma 305); si autorizza la spesa di euro 1,5 milioni per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024 in favore dell'INDIRE, nella sua qualità di Agenzia Nazionale Erasmus Plus, al fine di rafforzare la mobilità degli studenti universitari italiani. Al contempo, per rafforzare la mobilità degli studenti universitari stranieri, si assegnano all'Associazione UniItalia 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 ed un milione per il 2024 (commi 306-307); si istituisce il Fondo per la diffusione della cultura della legalità, con una dotazione di euro 1 milioni per il 2022 destinato alle università statali italiane (commi 774-778).
Per quanto concerne le istituzioni AFAM: si reintroduce, a decorrere dal 2022, la previsione di corresponsione di compensi al Presidente e ai componenti dei nuclei di valutazione delle Istituzioni (comma 303); si incrementa, a decorrere dal 2022, a euro 19,5 milioni annui – da 15 milioni che erano – la dotazione del Fondo istituito dalla legge di bilancio 2021 per l'introduzione di posizioni di accompagnatore al pianoforte, accompagnatore al clavicembalo e tecnico di laboratorio nelle dotazioni organiche del personale non docente delle istituzioni AFAM statali e si precisa che le risorse sono destinate anche alle Istituzioni per le quali è in corso il processo di statizzazione, all'esito dello stesso (comma 308); si autorizza poi la spesa di euro 8,5 milioni annui, a decorrere dal 2022, per la valorizzazione del personale delle Istituzioni AFAM (comma 309).
Per quanto concerne la ricerca scientifica: si incrementa il Fondo ordinario per gli enti di ricerca vigilati dal MUR (FOE) di euro 90 milioni per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024 e di euro 100 milioni annui a decorrere dal 2025. Le risorse sono destinate a essere in parte, ripartite fra gli enti per consentire lo svolgimento di procedure selettive riservate a ricercatori e tecnologi al III livello professionale per l'accesso al II livello; in altra parte, ripartite fra gli enti per la valorizzazione del personale tecnico-amministrativo; in altra parte ancora ripartite fra gli stessi enti – fatta eccezione per il CNR – con il vincolo che una quota sia utilizzata per il completamento del processo di superamento del precariato; inoltre, si destinano euro 30 milioni per il 2023 al finanziamento premiale in favore degli stessi enti (commi 310 e 313); si prevede poi un piano di riorganizzazione e rilancio del CNR, finalizzato a raggiungere maggiori livelli di efficienza amministrativa e gestionale, che deve essere adottato dal Consiglio di amministrazione e deve concludersi entro 3 anni dalla sua approvazione; al CNR è inoltre attribuito un contributo di euro 60 milioni annui a decorrere dal 2022, da utilizzare in parte per la copertura dei costi connessi ai processi di stabilizzazione del personale precario, in parte per le finalità del piano di riorganizzazione e rilancio (commi 319-323).
Si incrementa poi il Fondo italiano per la scienza – istituito dal decreto-legge n. 73 del 2021 – di euro 50 milioni per il 2023 e di euro 100 milioni annui a decorrere dal 2024 (comma 311); si abrogano parte delle disposizioni della legge di bilancio 2020 che avevano previsto l'istituzione dell'Agenzia nazionale per la ricerca (comma 314); si riconosce alla Fondazione IDIS-Città della Scienza di Napoli, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e al Museo Galileo di Firenze un contributo pari, per ciascuno, a euro 1,5 milioni annui, a decorrere dal 2022, a valere sulle risorse destinate alla diffusione della cultura scientifica. Inoltre, si attribuisce al MUR il potere di vigilanza sugli stessi enti (comma 302); si chiarisce che l'intervento disposto dall'articolo 1 del decreto legislativo n. 218 del 2016, in materia di utilizzo degli immobili di proprietà dello Stato da parte degli enti di ricerca, è finalizzato anche ad agevolare la realizzazione del piano di riorganizzazione e rilancio del CNR (comma 324). Inoltre, si estende ai docenti e ricercatori rientrati in Italia prima del 2020 la possibilità di optare per l'applicazione del regime delle agevolazioni fiscali previste per piano di «rientro dei cervelli». Tale possibilità è legata al numero dei figli e all'acquisto di una unità immobiliare ad uso residenziale in Italia (comma 763).
Nel settore della ricerca applicata e della politica spaziale, si segnala l'istituzione di un Fondo con una dotazione di 80 milioni di euro per l'anno 2022, 30 milioni di euro per l'anno 2023 e 20 milioni di euro per l'anno 2024, volto a garantire la partecipazione italiana al programma spaziale ARTEMIS (programma di volo spaziale con equipaggio), ai fini di stabilire una presenza stabile e autosufficiente sulla Luna e di rendere possibile lo sbarco degli esseri umani su Marte (comma 391); l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca, del «Fondo italiano per le scienze applicate», con la finalità di promuovere la competitività del sistema produttivo nazionale, attraverso la valorizzazione della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale. La dotazione del Fondo è di 50 milioni di euro per l'anno 2022, 150 milioni di euro per l'anno 2023, 200 milioni di euro per l'anno 2024 e 250 milioni a decorrere dall'anno 2025 (comma 312).
È prevista poi l'istituzione della Fondazione «Biotecnopolo di Siena», con funzioni di promozione e di coordinamento delle attività di studio, di ricerca, di sviluppo tecnico-scientifico, di trasferimento tecnologico; la Fondazione svolge altresì le funzioni di Hub antipandemico, per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di vaccini ed anticorpi monoclonali per la cura delle patologie epidemico-pandemico emergenti. La Fondazione favorisce, in collaborazione con altri soggetti nazionali ed internazionali, la realizzazione di programmi per la ricerca, l'innovazione ed il trasferimento tecnologico al sistema produttivo nell'ambito delle applicazioni biotecnologiche finalizzate alla protezione della salute umana, nonché le ulteriori attività progettuali connesse all'attuazione degli interventi del PNRR (commi 945-951).
Per quanto concerne i settori della cultura e dello spettacolo, le previsioni iniziali del disegno di legge sono state arricchite a seguito dell'esame svoltosi al Senato: l'altro ramo del Parlamento ha introdotto numerose autorizzazioni di spesa relative a istituti, fondazioni, associazioni, siti, celebrazioni, eventi.
In particolare, sono state introdotte numerose autorizzazioni di spesa relative a istituti, fondazioni, associazioni, siti, celebrazioni, eventi. Tra gli altri interventi, ci sono i seguenti: si autorizza la spesa di 0,6 milioni di euro per l'anno 2022 per la promozione della lingua e cultura italiana all'estero, con particolare riferimento al sostegno degli enti gestori di corsi di lingua e cultura italiana all'estero. Si incrementano le risorse destinate al Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo, che passa da 640 a euro 750 milioni di euro annui (comma 348); si rifinanzia il Fondo per la cultura – istituito dal decreto-legge n. 34 del 2020 – di euro 20 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023 (comma 349); si autorizza la spesa di euro 30 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023 al fine di promuovere la lettura e sostenere la filiera dell'editoria libraria. In particolare, le risorse sono destinate alle biblioteche per l'acquisto di libri (comma 350); si istituisce il «Fondo per la tutela e la valorizzazione degli Archi romani antichi in Italia», con una dotazione pari a 400.000 euro per il 2022 (comma 780); si prevedono, per il 2022, finanziamenti per Bergamo e Brescia, designate «Capitale italiana della cultura per il 2023» (commi 779 e 907); si autorizzano le spese di euro 400.000 per ciascuno degli anni 2022 e 2023 per la celebrazione della figura di G. Matteotti nella ricorrenza dei 100 anni dalla morte (comma 785); di euro 400.000 per ciascuno degli anni 2022 e 2023 per la celebrazione della figura di Pasolini nella ricorrenza dei 100 anni dalla nascita (comma 786); di euro 400.000 per ciascuno degli anni 2022 e 2023 per la celebrazione della figura di E. Berlinguer, nella ricorrenza dei 100 anni dalla nascita (comma 787); di euro 1,5 milioni per il 2022 ed euro 8 milioni per il 2023 in vista della celebrazione del centenario della morte di G. Puccini nel 2024 (commi 792-796); di un milione per il 2022 per la celebrazione del pittore P. Vannucci, detto «Il Perugino», nella ricorrenza del quinto centenario dalla morte (commi 804-806); inoltre si riconosce il 31 ottobre quale Giornata nazionale «Giovani e memoria», nella quale si svolgeranno eventi finalizzati alla promozione del valore della memoria storica (commi 788-789); si incrementa il Fondo unico per lo spettacolo (FUS) di un milione per il 2022, destinando l'incremento ai carnevali storici (commi 797-798); si stabilizza, a decorrere dal 2022, la previsione di assegnazione della cosiddetta card cultura – introdotta per la prima volta nel 2016 – ai giovani che ogni anno compiono 18 anni. A tal fine, si autorizza la spesa di euro 230 milioni annui (commi 357-358); si incrementano di euro 10 milioni, per ciascuno degli anni 2022 e 2023, le risorse destinate al riconoscimento del credito di imposta – istituito dalla legge di bilancio 2018 – in favore degli esercenti di attività commerciali che operano nel settore della vendita al dettaglio di libri (comma 351); si istituisce, nello stato di previsione del Ministero della cultura, il «Fondo per il sostegno economico temporaneo – SET», in favore dei lavoratori, dipendenti o autonomi, che prestino a tempo determinato attività artistica o tecnica direttamente connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli. Il Fondo ha una dotazione di euro 40 milioni annui a decorrere dal 2022 (comma 352). Al contempo, si istituisce nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico un Fondo, con dotazione di euro 150 milioni per il 2022, destinato al sostegno degli operatori economici di tre settori, fra i quali quello dello spettacolo (commi 486-487). Ancora, si istituisce nello stato di previsione del Ministero della cultura un Fondo con dotazione pari a euro 100 milioni per il 2022 ed euro 50 milioni per il 2023 per l'assegnazione di un contributo finalizzato a incrementare il fondo di dotazione delle fondazioni lirico-sinfoniche. Parte del Fondo è destinata alle fondazioni con specifici problemi economico-patrimoniali. L'altra parte è destinata a finanziare, nelle altre fondazioni, investimenti volti ad incrementare l'attivo patrimoniale e finalizzati al rilancio delle attività di spettacolo dal vivo (commi 359-363). Ulteriori disposizioni in materia sono introdotte dai commi 799-801. Si autorizza la spesa di 25 milioni per il 2022, 45 milioni per il 2023, 20 milioni per il 2024 e 10 milioni per il 2025 per la realizzazione di interventi di adeguamento antincendio e sismico degli istituti archivistici e per l'acquisto di immobili destinati agli Archivi di Stato già in possesso delle necessarie caratteristiche antisismiche e dotati di impianti adeguati alla normativa vigente (commi 364-365); si autorizza la spesa di euro 1,2 milioni per il 2022 a favore della città di Cividale del Friuli, ricompresa nella lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, per interventi urgenti di tutela e valorizzazione (comma 991); si autorizza una spesa di euro 300.000 per il 2022 per la prosecuzione del viaggio del Treno della memoria (comma 908).
Per quanto concerne il settore sportivo, si riduce da 30 a 23 anni il limite massimo di età per le società e associazioni sportive professionistiche che assumono lavoratori sportivi con contratto di apprendistato professionalizzante (comma 154); si stanziano risorse per la realizzazione di eventi internazionali di integrazione dei disabili attraverso lo sport (comma 740); si prevede, in via sperimentale per gli anni 2022, 2023 e 2024, che gli utili delle Federazioni sportive nazionali non concorrono a formare il reddito imponibile ai fini IRES e il valore della produzione netta ai fini IRAP, a condizione che in ciascun anno le Federazioni destinino almeno il 20 per cento degli stessi utili allo sviluppo delle infrastrutture sportive, dei settori giovanili e della pratica sportiva dei soggetti con disabilità (commi 185-187); si prevede nuovamente per il 2022 la possibilità di fruire del credito d'imposta per le erogazioni liberali per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche (comma 190); si prevede un contributo per l'organizzazione e l'internazionalizzazione del progetto ciclistico «Giro d'Italia Giovani Under 23» (commi 741-742); si prevedono disposizioni in materia di rafforzamento dell'organico del CONI (commi 917-922); si autorizza la Federazione sportiva nazionale ACI (Automobile club d'Italia) a sostenere la spesa per l'organizzazione e la gestione del Gran Premio Imola e Monza, del Gran Premio di Formula 1 del Made in Italy e dell'Emilia-Romagna, presso l'autodromo di Imola, e del Gran Premio d'Italia, presso l'autodromo di Monza (commi 444-446); si autorizza la spesa di 10 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2022 e 2023, per la realizzazione, entro il 31 dicembre 2024, degli interventi di adeguamento della pista olimpica di bob e slittino «Eugenio Monti» di Cortina d'Ampezzo (comma 822); si destinano 5 milioni di euro alla Federazione italiana nuoto al fine di supportare le attività organizzative e gestionali connesse allo svolgimento dei Campionati europei di nuoto 2022 (comma 699).
Nel settore dell'informazione, il disegno di legge di bilancio istituisce un Fondo straordinario per interventi di sostegno all'editoria, con una dotazione di euro 90 milioni per il 2022 e di euro 140 milioni per il 2023. Il Fondo è destinato a incentivare gli investimenti delle imprese editoriali, anche di nuova costituzione, orientati all'innovazione tecnologica e alla transizione digitale, all'ingresso di giovani professionisti qualificati nel campo dei nuovi media, a sostenere le ristrutturazioni aziendali e gli ammortizzatori sociali, nonché la domanda di informazione (commi 375-377). Inoltre si consente alle imprese editrici di quotidiani e di periodici di usufruire anche nel 2022 e nel 2023 del credito d'imposta per le spese sostenute per l'acquisto della carta utilizzata per la stampa. Il credito d'imposta è riconosciuto nella misura del 30 per cento delle spese sostenute, rispettivamente negli anni 2021 e 2022, entro il limite di euro 60 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023 (commi 378-379).
Federico MOLLICONE (FDI) rileva che è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria, ma mai come nel 2021 sono state ignorate, violate o distorte le norme e le procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare, il che ha mortificato il ruolo dei parlamentari, costringendoli ad assistere all'appropriazione del potere legislativo da parte del Governo. Sintomatica al riguardo è, a suo avviso, la maniera con cui il Parlamento ha esaminato la legge di bilancio quest'anno. Il disegno di legge è stato presentato al Parlamento solo l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, e con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla legge di contabilità e finanza pubblica. Questo ritardo ha comportato una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'esame del provvedimento, ritardo che si è ulteriormente aggravato al Senato a causa dei continui rinvii, dovuti a contrasti interni alla maggioranza. La Commissione bilancio del Senato ha poi esaminato un ristretto numero di emendamenti segnalati. Poi il Governo ha posto la fiducia in Aula sul suo maxiemendamento (un unico articolo di oltre 1.000 commi, in sostituzione dei 199 articoli del testo licenziato dalla Commissione), senza consentire quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti presentati per l'esame da parte dell'Aula. Questo modo di procedere prelude – è stato del resto già preannunciato nella Conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – al fatto che il Governo chiederà la fiducia anche alla Camera dei deputati.
Lamenta l'impossibilità per i deputati di discutere il provvedimento, attesi i tempi ristrettissimi imposti dalla maggioranza, al solo fine di evitare al Paese l'esercizio finanziario provvisorio. Richiama la modalità di esame della legge di bilancio nei precedenti anni della XVIII Legislatura, concludendo che il Governo in carica ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione della manovra. Evidenzia che, fino a non molti anni fa, porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura: un atto criticabile, atteso che comprime la possibilità del Parlamento di esprimersi. Invece, quest'anno, il Parlamento è stato del tutto ignorato e sottomesso dal Governo. Nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e diversa come linee di pensiero. Di fatto, oggi una Camera si occupa del provvedimento in Commissione – non in Aula – e l'altra Camera, a fasi alterne – di anno in anno – prende atto del lavoro della prima e, in forza del voto di fiducia richiesto dal Governo, scongiura il ricorso all'esercizio provvisorio. È un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento dalla funzione legislativa, la sua relega a organo di mera ratifica della volontà del Governo.
Dopo aver riepilogato le fasi di esame al Senato, sottolinea che, prima dell'esame da parte del Senato, la manovra del Governo riguardava interventi abbastanza indefiniti, che avrebbero dovuto accentuare la sua presunta espansività di cui il Governo si è riempito la bocca. Però la manovra è «espansiva» fondamentalmente per due motivi e non per meriti del Governo: abbiamo un Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, ma la cosa più importante è la clausola di salvaguardia, ossia la sospensione del Patto di stabilità. Quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro. Rispetto al 2020, quando l'Italia era pesantemente colpita dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è migliorata, ma per i fatti oggettivi: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, il mantenimento della clausola di salvaguardia, con la conseguente sospensione del Patto di stabilità. La manovra porta in dote pochi risparmi, in parte sono stati voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia.
Quanto ai contenuti, osserva anzitutto che serviva più coraggio per la riforma fiscale. C'è stato un taglio di 8 miliardi di euro, ma è poco più dell'1 per cento delle entrate tributarie totali dello Stato, che ammontano a più di 500 miliardi di euro.
Quanto al reddito di cittadinanza, contro cui Fratelli d'Italia ha sempre condotto una dura battaglia d'opposizione, prende atto che l'istituto non è stato cambiato. Il reddito di cittadinanza avrebbe dovuto essere una misura di reintroduzione al lavoro, ma non ha funzionato, perché solo una esigua minoranza dei percettori del reddito di cittadinanza è occupabile. Il suo gruppo ribadisce che il denaro pubblico deve essere investito sulle aziende, ossia su chi crea ricchezza, cosicché ne possano poi fruire i cittadini sotto forma di salari e stipendi.
Si sofferma poi sugli stanziamenti in favore delle Forze dell'ordine. Il suo gruppo ritiene del tutto insufficiente quanto stanziato dal Governo. L'attenzione nei loro confronti deve infatti essere primaria nel nostro Paese, perché la sicurezza non può essere soltanto un argomento di cui parlare in campagna elettorale. Per quanto riguarda le assunzioni nelle Forze dell'ordine, deplora le scelte del Partito Democratico, che ha presentato al Senato un emendamento sul possibile trattenimento in servizio degli agenti per un periodo di due anni oltre i limiti ordinamentali, invece di spingere nella direzione di nuove assunzioni. Ricorda anche che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nei prossimi dieci anni ci sarà una riduzione di 10.000 unità. Per non parlare poi della Polizia penitenziaria: nei prossimi anni andranno in pensione 30.000 agenti della Polizia penitenziaria, che svolgono un lavoro logorante.
Giudica poi vergognoso l'emendamento riguardante la magistratura onoraria che il Governo ha presentato. I magistrati onorari sono trattati come figure di secondo piano, mentre risolvono quasi la metà di tutti gli affari della giustizia. L'emendamento che parifica il magistrato onorario al personale amministrativo, mortifica la funzione giurisdizionale. È una vergogna che Fratelli d'Italia denuncia in modo forte e chiaro.
Anche per quanto riguarda il comparto della Difesa, ben altre erano le aspettative di coloro che vi prestano il loro servizio. In particolare sarebbe necessario integrare la legge di bilancio 2022, come approvata dal Senato, prevedendo l'ulteriore proroga, almeno fino al 31 dicembre 2022, della durata della ferma dei medici e degli infermieri militari in servizio alla data del 31 dicembre 2021. Inoltre, andrebbe incluso nel provvedimento di proroga anche il personale sanitario non medico, impegnato nei laboratori nei vari centri del Ministero della Difesa quali ad esempio i biologi.
Esprime la contrarietà di Fratelli d'Italia alla decisione del Governo di non acconsentire al rinvio della riscossione delle cartelle per rottamazione-ter e saldo e stralcio: un impegno che il Governo aveva preso in Parlamento in precedenza.
Per quanto riguarda la presenza dello sport all'interno delle scuole, ricorda che non ci potrà essere una crescita omogenea dello sport nel Paese senza una sua crescita equilibrata all'interno delle scuole. Bene l'introduzione di una norma che prevede l'attività motoria nella scuola primaria. Purtroppo, però, questa misura è stata ridotta a un mero provvedimento di facciata, dal momento che non è finanziata.
Per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, lo sport è clamorosamente assente. Al riguardo, cita gli emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato al Senato, che non sono stati neanche discussi, e che riguardavano la possibilità che le spese derivanti dalla crisi pandemica potessero essere affrontate con risorse dello Stato per attenuare le perdite, che assommano a circa il 50 per cento dei proventi medi abituali dell'attività sportiva.
Altro grande problema del tutto trascurato in questa legge di bilancio è quello della situazione demografica. Tra le tante proposte che il suo gruppo considera importanti, vi è quella dell'astensione facoltativa dal lavoro.
Esprime soddisfazione, invece, sulla decisione del Governo di ascoltare le proposte formulate al riguardo da Fratelli d'Italia, finanziando anche la ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Resta invece l'amarezza, sempre con riferimento alla scuola, per la mancanza della capacità e anche della volontà di intervenire in ambiti che da tempo aspettano risposta: delusione innanzitutto per la parziale proroga dell'organico COVID-19 del personale ATA; e poi c'è la questione della mobilità, sia degli insegnanti, sia dei dirigenti scolastici. Non viene data risposta ai direttori generali dei servizi amministrativi, con un aumento della loro indennità amministrativa. C'è la questione dei percorsi abilitanti: nella scuola tanti precari sarebbero pronti ad essere immessi in ruolo e a riempire gli spazi disponibili. C'è infine la questione degli idonei STEM, che hanno sostenuto un concorso e che aspettano da tempo di essere stabilizzati.
Si sofferma sul tema del superbonus e del problema degli immobili occupati, rivendicando che grazie a Fratelli d'Italia le tasse sull'immobile occupato non saranno più dovute da quando viene fatta la denuncia di occupazione dell'immobile a quando quell'immobile viene liberato.
Accenna quindi al tema delle patenti di guida per i camion in Italia e ai relativi costi, agli interventi della legge di bilancio in materia di agricoltura e di transizione ecologica. Lamenta che non c'è stato spazio per le proposte che Fratelli d'Italia ha provato a portare all'attenzione del Senato. Tra l'altro, il suo gruppo ha proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: più assumi, meno tasse paghi; e ha proposto la creazione di un fondo per la ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia, ponendo a carico dello Stato il 50 per cento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro; ha sollecitato un intervento contro la concorrenza sleale che subiscono i commercianti che, più che una legge per il futuro dell'Italia, quella in esame sia una vecchia «legge mancia»: metodica allora contestata dalla sinistra e oggi elevata della sinistra a legge di sistema.
Manca poi il sostegno a settori cruciali della vita nazionale: il riferimento è al trasporto aereo, al siderurgico, all'automotive, al comparto del bianco con Whirlpool e non solo, alle telecomunicazioni, ai call center, alla grande distribuzione organizzata, al credito ai distretti esposti alla concorrenza sleale, all'agroalimentare e alla pesca. Ritiene necessario adeguare la normativa che prevede la relazione sugli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile) nell'ambito del ciclo di bilancio, così come sugli obiettivi di digitalizzazione, come già il Parlamento indicò al governo in specifiche mozioni.
Osserva che il provvedimento non reca misure per garantire l'accesso a tutta la popolazione mondiale a vaccini ed eventuali cure, a prezzi accessibili e sostenibili, per debellare in tutto il mondo la pandemia. Non reca norme volte allo sviluppo delle competenze (miglioramento delle competenze esistenti) e alla riqualificazione (formazione volta all'acquisizione di nuove competenze) degli adulti e a guidare i giovani nel mondo del lavoro. Sarebbe invece necessario introdurre servizi di formazione permanente, per garantire a tutte le fasce di età la possibilità di ricevere gli strumenti necessari per il reinserimento nel mercato del lavoro.
Per quanto riguarda lo spettacolo dal vivo – strumento fondamentale di espressione artistica, di crescita culturale, pedagogica, sociale, economica e formativa della collettività, riconosciute ai sensi degli articoli 9, 21 e 33 della Costituzione – sarebbe essenziale garantire il consolidamento e lo sviluppo del settore artistico della nazione. Sarebbe in generale essenziale la difesa della cultura italiana, devastata dalla crisi economica derivante dall'emergenza sanitaria e dalle restrizioni anti COVID-19. La pandemia ha modificato nettamente i nostri consumi di cultura e pertanto, la proposta di Fratelli d'Italia di poter detrarre il consumo culturale diviene di stretta attualità. La realizzazione di un sistema fiscale che preveda la detrazione delle spese per l'acquisto di beni e servizi culturali si declina come basilare in una nazione ricca di arte e cultura come l'Italia. La detrazione fiscale per l'acquisto di biglietti di ingresso e di abbonamenti a musei, cinema, concerti, spettacoli teatrali e dal vivo, e le spese sostenute per l'acquisto di libri e di materiale audiovisivo – protetti da diritti d'autore – segnerebbe una prima svolta a cui si affiancherebbe poi, l'abbassamento dell'IVA al 4 per cento sui prodotti culturali. L'industria dell'arte e della cultura in Italia mettono in moto una filiera produttiva e un numero di addetti ai lavori molto importante e, pertanto, necessitano di attenzione massima non solo per il riflesso in ambito strettamente artistico-culturale, ma anche in ambito economico e sociale: l'attenzione è mancata anche in questa penultima legge di bilancio della XVIII legislatura.
In sintesi, le mancanze del testo approdato alla Camera dei deputati sono ampie e diverse. Non sono presenti interventi volti a sbloccare la grave situazione di disagio cui sono soggetti numerosi dirigenti scolastici collocati fuori regione e a evitare l'ulteriore stallo della mobilità interregionale a cui sarebbero soggetti molti dei dirigenti scolastici vincitori del concorso 2017 e collocati fuori regione, nonché i dirigenti scolastici in ruolo da anni e assegnati fuori della propria regione, a seguito dei divieti di spostamento dettati dalla pandemia. Non sono presenti interventi volti a porre chiarezza sulle responsabilità dirigenziale in termini di sicurezza delle istituzioni scolastiche, in un momento in cui anche nelle cosiddette zone rosse si prescrive la riapertura dell'attività didattica in presenza per la scuola dell'infanzia, elementare e per la prima media. Non sono presenti interventi per la stabilizzazione dei precari di Indire, che ora sono stati licenziati. Non sono presenti interventi, richiesti dalla maggioranza dei gruppi parlamentari in prima lettura, per rifinanziare il Fondo per l'Intrattenimento digitale.
Non sono presenti interventi per la rete di vendita delle edicole, laddove l'informazione cartacea è ancora fondamentale per garantire l'accesso all'informazione degli italiani, senza considerare poi che quasi il 90 per cento del fatturato diffusionale delle imprese editoriali deriva dalle vendite dei prodotti cartacei che sono veicolati quasi integralmente dalle edicole. Sarebbe necessario accrescere e rafforzare gli strumenti a tutela della rete di vendita della stampa, estendendo alle edicole alcune misure previste dalla legge di bilancio e introducendone di nuove per cogliere le opportunità di sviluppo e liberare il potenziale delle edicole in termini commerciali e di servizi di prossimità al cittadino.
Non sono presenti interventi per istituire un incentivo allo sport. Non sono presenti interventi volti a prevedere nuovi incentivi per il sistema sportivo dal punto di vista fiscale, quali ad esempio strumenti per la detrazione delle spese sostenute per l'attività sportiva. Sono poche le risorse per l'editoria libraria, pari a 30 milioni, insufficienti per sostenere il settore.
Il comma 797 reca lo stanziamento di 1 milione per i carnevali storici: una buona iniziativa, ma il provvedimento non reca, però, misure per il sostegno di iniziative di rievocazione storica, che sono essenziali per l'orgoglio delle comunità locali e per i flussi turistici.
In conclusione, ritiene che la legge di bilancio in esame sia nei fatti solo il risultato di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, non ci riescono. Il compromesso al ribasso produce l'assenza di visione: non c'è visione politica in questa manovra.
Emilio CARELLI (CI) premette di condividere le osservazioni legittimamente sollevate dal deputato Mollicone con riferimento al metodo usato dal Governo, in merito sia alla compressione dei tempi riservati alla discussione in Parlamento, sia al ricorso allo strumento della fiducia, che con la sua frequenza ha esautorato i parlamentari dalla possibilità di apportare modifiche al testo del disegno di legge. Nel merito del provvedimento, registra positivamente l'aumento delle risorse per l'assistenza psicologica agli studenti, già oggetto di una proposta di legge da lui presentata. Esprime quindi il proprio giudizio favorevole sulla manovra.
Rosa Maria DI GIORGI (PD), rammaricandosi anch'ella per la mancata possibilità di un lavoro più costruttivo da parte dei deputati, diventata quasi una prassi negli ultimi anni, lamenta la sensazione di disagio che ha accompagnato l'iter di questo disegno di legge di bilancio. Tuttavia, ritiene di dover sottolineare la fattiva collaborazione avvenuta con i colleghi del Senato, che hanno recepito nel testo le osservazioni fatte pervenire dai deputati, a dimostrazione che il Parlamento non è costituito da due mondi separati che non comunicano tra loro. Apprezza in particolare le disposizioni sulla ricerca scientifica e sul CNR, che sono state modificate grazie anche all'accoglimento dei contributi dei deputati del Partito democratico, a dimostrazione dell'attenzione della sua parte politica per il settore della ricerca. Con riferimento alle norme sulla scuola prende atto positivamente dell'incremento delle risorse in risposta alle sollecitazioni del Parlamento. Quanto al settore della cultura, apprezza le misure a sostegno dei lavoratori dello spettacolo, che, per quanto non sufficienti, dimostrano che il ruolo centrale della cultura è riconosciuto dal Governo. Giudica positivamente anche le misure in favore dei giovani e quelle a sostegno delle famiglie, come il diritto allo studio. Conclude sottolineando il buon risultato conseguito con la manovra, che con le risorse a disposizione si rivela di ampio respiro e con prospettive di lungo termine.
Vittoria CASA, presidente, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per le ore 16.30.
La seduta termina alle 15.50.
ATTI DEL GOVERNO
Lunedì 27 dicembre 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA.
La seduta comincia alle 15.50.
Schema di decreto ministeriale recante adozione del Piano nazionale d'azione per la promozione della lettura, per gli anni 2021-2023.
Atto n. 339.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.
Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), relatrice, riferendo sull'atto del Governo n. 339, recante lo schema di decreto ministeriale di adozione del Piano nazionale d'azione per la promozione della lettura, per gli anni 2021-2023, ai sensi della legge n. 15 del 2020, premette che il Piano viene adottato per la prima volta. Ricorda che il provvedimento prevede il concerto fra Ministero della cultura e Ministero dell'istruzione e, naturalmente, il Ministero dell'economia e delle finanze. L'atto ripartisce su diversi fronti circa 4 milioni e mezzo di euro, destinati alla promozione della lettura, su proposta elaborata dal Centro per il libro e la lettura.
Considera questo passaggio di oggi l'ulteriore tappa di uno sforzo parlamentare che viene da lontano. Ricorda, in proposito, che già nella scorsa legislatura, infatti, la Commissione cultura è stata impegnata nell'esame della proposta di legge n. 1504 a prima firma Giordano. La sede referente si sviluppò in modo approfondito, raccogliendo numerosi spunti e sollecitazioni dal mondo dell'editoria e degli operatori della filiera del libro. Vi furono, evidentemente, degli ostacoli, come in tutti i percorsi legislativi e solo una parte di quella proposta transitò in una legge di bilancio della XVII legislatura. Ricorda che sempre in quella legislatura, la Commissione cultura svolse un'ampia indagine conoscitiva sulle buone pratiche della diffusione culturale, nell'ambito della quale le esperienze di promozione della lettura e di diffusione editoriali furono messe in evidenza: si riferisce, per esempio tra le tante, a «Nati per leggere», a «BOOKCITY» di Milano e a «Pordenone legge». Sottolinea che quella semina non fu vana: il suo approdo è proprio – come tutti i colleghi sanno e come può testimoniare la relatrice di quella proposta di legge, on. Carbonaro, che condivide la soddisfazione di veder arrivare a compimento l'iter legislativo – la legge n. 15 del 2020, che ha ripreso larga parte della proposta n. 1504 e che prevede, tra l'altro, all'articolo 2, il Piano nazionale per la promozione della lettura, oggi in esame.
Da questo punto di vista, crede giusto premettere che le fasi attuative di questa legge si inseriscono oggi nell'esperienza della pandemia in corso e nelle nuove dinamiche sociali che essa ci consegna e che rendono urgente riattivare un dibattito articolato sullo stato e sulle prospettive future del nostro patrimonio materiale e immateriale. La legge n. 15 del 2020 e, in qualche misura anche l'atto del Governo all'esame, mostrano consapevolezza del ruolo centrale della cultura in termini di ricadute sociali, occupazionali, di crescita economica e cognitiva dei territori, di valorizzazione del capitale umano e di sviluppo delle nostre comunità. I prolungati periodi di lockdown dei luoghi della cultura e della socialità hanno sollecitato nuove modalità di valorizzazione e di fruizione del patrimonio, suggerendo prospettive inedite ed introducendo interrogativi cogenti sul tema dell'accessibilità e della condivisione delle esperienze artistiche e culturali. Se la pandemia ha inferto al mondo della cultura numerose fratture determinando una situazione molto complessa e talvolta parcellizzata – basti pensare a quella fotografia drammatica emersa plasticamente in tutti i suoi effetti dirompenti nel corso dell'indagine conoscitiva delle Commissioni VII e XI su previdenza e lavoro nel mondo dello spettacolo – diventa imprescindibile ripartire dalla valorizzazione delle risorse e del capitale umano, dai professionisti della cultura, da nuove e virtuose forme di coinvolgimento dei privati e di tutela del nostro patrimonio. Una sorta di transizione culturale integrata alle altre due transizioni – quella digitale e quella ambientale – che trasversalmente investa tutti i segmenti della cultura.
In questo processo di rilancio e ridefinizione dei paradigmi culturali diventa imprescindibile un'integrazione potenziata fra scuola, università e luoghi della cultura. Una valorizzazione piena di uno strumento che si è rivelato strategico come la lettura proprio durante la pandemia. Sottolinea la necessità di creare uno spazio di dibattito e confronto per determinare una nuova cornice entro cui iscrivere le principali azioni culturali per lo sviluppo e la crescita dei cittadini, dei territori, delle comunità.
Passando al contenuto dello schema di decreto, riferisce che l'articolo 1 disciplina l'oggetto del provvedimento, cioè il Piano nazionale d'azione per la promozione della lettura per gli anni 2021-2023. Il Piano d'azione identifica le azioni utili al raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sociale e culturale mediante il miglioramento della capacità di lettura delle persone contribuendo all'incremento di conoscenze, competenze e capacità individuali e sociali, e ne pianifica l'attuazione. Il Piano è coordinato e attuato dal Centro per il libro e la lettura con le risorse finanziarie del Fondo per l'attuazione del Piano d'azione che – ricorda – ha una dotazione di 4.350.000 euro annui, una cifra ancora da rafforzare ma che ha il grande merito di aprire capitoli di bilancio dedicati. Gli obiettivi, le priorità e le azioni del Piano sono perseguiti in armonia con le altre iniziative pubbliche a sostegno della promozione del libro e della lettura, con particolare riferimento a quelle previste dalla legge n. 15 del 2020, che si sono rivelate molto significative, quella relativa al conferimento del titolo di «Capitale italiana del Libro» (prevista dall'articolo 4 della legge n. 15 del 2020), l'attribuzione della Carta della cultura, di cui all'articolo 6 della medesima legge n. 15 del 2020, e l'istituzione dell'Albo delle «Librerie di qualità» di cui all'articolo 9 della stessa legge. I comuni e le regioni aderiscono al Piano d'azione, nell'esercizio della propria autonomia compatibilmente con l'equilibrio dei propri bilanci, attraverso la stipulazione di patti locali per la lettura finalizzati ad aumentare il numero di lettori nel territorio di riferimento. Si prevede, poi, che le scuole di ogni ordine e grado promuovano la lettura come momento qualificante del percorso didattico ed educativo degli studenti. Si dispone, infine, che il Piano d'azione costituisca il documento di riferimento in materia di strategia di promozione della lettura anche per le iniziative da realizzare tramite accordi di partenariato con altri soggetti pubblici e privati che agiscono per il perseguimento dei medesimi obiettivi e finalità.
L'articolo 2 indica gli obiettivi generali del Piano d'azione, riprendendoli in larga parte dal testo stesso della legge n. 15. Ricorda, fra le priorità elencate, il concetto di rete, quello dei servizi a livello nazionale e la lettera c) circa lo sviluppo di strumenti e infrastrutture di raccolta dati per il monitoraggio dell'attuazione del Piano e la valutazione dei risultati, con particolare riferimento alle banche dati e alle piattaforme digitali per la presentazione, gestione, monitoraggio e valutazione dei progetti finanziati.
Ritiene particolarmente importanti sono gli articoli 4, 5 e 6 relativi, rispettivamente, al riparto delle risorse, ai patti territoriali, alla promozione della lettura nella scuola.
L'articolo 4 prevede le modalità di attuazione del Piano. Si prevede che il CEPELL predisponga annualmente un piano di attività con i diversi ambiti di intervento, articolati in progetti speciali. Per il triennio 2021-2023, a valere sulle risorse del Fondo per l'attuazione del Piano d'azione, che – ricorda – prevede uno stanziamento annuale di 4.350.000 euro, il CEPELL pubblica bandi aperti a soggetti pubblici e privati, e stipula accordi e convenzioni, per le specifiche finalità e per gli importi massimi annuali per ciascuna linea di azione. Il Piano presenta alcune modifiche rispetto a quello adottato nella prima fase di attuazione della legge nel riparto delle somme disponibili, tenendo conto dell'esperienza maturata in questo periodo. Si prevede, inoltre, che una quota non superiore al 2 per cento dell'importo annuo del Fondo possa essere destinata dal CEPELL alla realizzazione di piattaforme informatiche strumentali all'acquisizione, alla valutazione, alla gestione, al monitoraggio e alla rendicontazione delle azioni citate.
L'articolo 5 disciplina i Patti locali per la lettura. Esso prevede che i comuni e le regioni aderiscono al Piano d'azione attraverso la stipulazione di Patti locali per la lettura. Ai sensi del comma 2, i comuni e le regioni, nell'aderire al Piano d'azione, costituiscono una rete territoriale, a cui possono partecipare le città metropolitane e le province, individuando un ente responsabile della gestione delle eventuali risorse e del raggiungimento delle finalità del progetto (cosiddetto «ente capofila»). Il comma 3 prevede che il Patto locale per la lettura è costituito da un accordo in base al quale, sulla base degli obiettivi generali individuati dal Piano d'azione e in ragione delle specificità geografica, l'ente territoriale o la rete territoriale prevedono interventi finalizzati ad aumentare il numero dei lettori abituali nelle aree di riferimento. Secondo il comma 4, gli interventi di cui al comma 3 tengono conto anche di eventuali finanziamenti per il sostegno alle iniziative di promozione della lettura promosse da biblioteche e altri soggetti pubblici, in particolare le scuole. Il comma 6 prevede che, con cadenza triennale, il Patto locale sia aggiornato in accordo tra le parti, in modo da consentire revisioni rispetto alle modifiche intervenute all'interno del contesto interessato. A mente del comma 7, al fine di attuare il censimento e l'analisi dei dati statistici relativi ai Patti, gli enti capofila di ciascun Patto forniscono al Centro copia del Patto, debitamente sottoscritto. Ai sensi del comma 8, il CEPELL istituisce una banca dati con tutti i Patti consultabile sul sito istituzionale e definisce le «Linee guida per la stipula dei Patti locali per la lettura», modulabili secondo la tipologia territoriale, per favorire lo sviluppo e l'applicazione omogenea dei Patti sul territorio nazionale.
L'articolo 6 regola la promozione della lettura nella scuola come ambito fondamentale. In tale ottica il Piano prevede azioni di sostegno delle attività delle biblioteche scolastiche. L'articolo disciplina quindi azioni per la promozione della lettura nell'ambito delle reti scolastiche del medesimo ambito territoriale, affidando il coordinamento a Scuole Polo che dovranno essere individuate dagli Uffici scolastici regionali. Il comma 4 dispone che le attività formative, di cui al comma 3, sono svolte in collaborazione con il Ministero della cultura, le Regioni, i Comuni, le associazioni di categoria e gli enti accreditati dal Ministero dell'istruzione ai sensi della direttiva ministeriale n. 170 del 21 marzo 2016 (sull'accreditamento degli enti di formazione) e specializzati in materia. Le attività formative svolte dalla Scuola Polo o dai soggetti che hanno curato la formazione in favore delle altre scuole presenti nella rete, possono comprendere anche azioni di supporto nell'organizzazione e gestione delle biblioteche scolastiche delle reti, ivi compresa l'attività di catalogazione. Il comma 5 prevede che, al fine di supportare lo sviluppo di una rete di biblioteche scolastiche omogenea sul piano nazionale e in linea con elevati standard di servizi, il Piano possa prevedere le seguenti attività: a) avvio di una mappatura delle biblioteche scolastiche presenti sul territorio italiano; b) costituzione di gruppi di lavoro, a titolo gratuito per i componenti, composti da rappresentanti del Ministero dell'istruzione, delle Regioni e del Centro, che possono essere integrati dall'ICCU-Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane per le informazioni bibliografiche e dall'Associazione italiana biblioteche, per favorire l'attuazione delle iniziative in materia di supporto alla nascita delle nuove biblioteche scolastiche e di sviluppo delle biblioteche esistenti e la collaborazione inter-istituzionale sui temi della promozione della lettura a scuola.
Vittoria CASA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.10.
SEDE CONSULTIVA
Lunedì 27 dicembre 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA. – Interviene la sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Caterina Bini.
La seduta comincia alle 16.35.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024.
C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni.
C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Relazione favorevole).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta antimeridiana.
Vittoria CASA, presidente, comunica che sono stati presentati emendamenti (vedi allegato 1). Ricorda che le proposte emendative al disegno di legge di bilancio presentate nelle Commissioni di settore sono sottoposte al vaglio di ammissibilità dei presidenti sotto il profilo sia della conformità al contenuto proprio (come determinato dalla legge di contabilità e finanza pubblica: legge n. 196 del 2009), sia del rispetto delle regole di copertura finanziaria. Peraltro il vaglio di ammissibilità svolto dai presidenti delle Commissioni di settore non ha carattere definitivo: ciò al fine di assicurare che gli emendamenti siano valutati nelle diverse Commissioni sulla base di criteri omogenei. La valutazione definitiva sarà quindi compiuta dal presidente della Commissione bilancio nel corso dell'esame presso la stessa, fermo restando che gli emendamenti devono essere presentati anche nella Commissione bilancio. Tutti gli emendamenti possono essere presentati direttamente presso la Commissione bilancio (il termine è fissato alle ore 18 di oggi).
Tutto ciò premesso, comunica che non sono ricevibili alcuni emendamenti del deputato Mollicone riguardanti materie di competenza di altre Commissioni, come il credito d'imposta o altre misure di carattere fiscale, anche se finalizzate al rilancio della cultura, e le edicole. Parimenti non è ricevibile un ordine del giorno presentato dal deputato Mollicone, che pure riguarda materie di competenza di altre Commissioni.
Per quanto riguarda gli emendamenti presentati e ricevibili, la presidenza li ha considerati ammissibili sul presupposto, che resta da verificare, che non abbiano oneri finanziari o che la copertura finanziaria in essi individuata sia sufficiente a garantire la spesa derivante dalle misure previste.
Federico MOLLICONE (FDI), prende atto della valutazione di irricevibilità della presidenza riferita ai suoi emendamenti in materia di detrazioni fiscali e di sostegno delle edicole, ma ritiene che la discussione dell'ordine del giorno da lui presentato avrebbe dovuto essere consentita nella VII Commissione. Fa presente che l'ordine del giorno in questione intendeva impegnare il Governo: ad adottare iniziative per l'introduzione di incentivi fiscali alla domanda di cultura: incentivi come la detrazione del consumo culturale e l'abbattimento dell'IVA al 4 per cento sui prodotti culturali; nonché per l'introduzione di incentivi per la domanda di banda ultra-larga nell'ambito del Piano Italia 1 giga, come i «voucher» per le famiglie e le piccole e medie imprese, anche culturali, sportive e in ambito editoriale; a garantire che il credito d'imposta «Transizione 4.0» sia cumulabile con altri incentivi; e a introdurre, nell'ambito delle normative di sostegno all'innovazione e alla ricerca e sviluppo nelle imprese, una revisione della normativa sul patent box. Ritiene che, almeno per la parte relativa alle detrazioni fiscali per il sostegno della domanda di cultura l'ordine del giorno avrebbe dovuto essere ammesso, perché altro è approvare emendamenti in materia fiscale, che è competenza di altra Commissione, altro invece proporre al Governo – e a questo serve lo strumento dell'ordine del giorno – di adottare iniziative in un certo campo. Aggiunge che, peraltro, si parla in questo caso di detrazioni fiscali come strumento per un'azione di stimolo nel campo della cultura, che è di competenza della VII Commissione. Ricorda che la VII Commissione ha approvato in passato risoluzioni tese ad impegnare il Governo, tra l'altro, a introdurre misure di agevolazione fiscale per stimolare la domanda di prodotti culturali.
Vittoria CASA, presidente, passando la Commissione alla fase di discussione degli emendamenti, dà la parola alla relatrice e al Governo per l'espressione dei pareri.
Margherita DEL SESTO (M5S), relatrice, invita al ritiro di tutti gli emendi presentati, avvertendo che altrimenti il parere deve intendersi contrario.
La sottosegretaria Caterina BINI esprime parere conforme a quello della relatrice.
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento Frassinetti 1.34, di cui è cofirmatario, volto ad introdurre misure in favore del comparto AFAM.
La Commissione respinge l'emendamento Frassinetti 1.34 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento Frassinetti 1.33, di cui è cofirmatario, e ne raccomanda l'approvazione.
La Commissione respinge l'emendamento Frassinetti 1.33 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.4 a sua prima firma, sottolineando che risulta insufficiente prevedere la formazione di classi in deroga senza attuare una vera revisione degli organici del personale docente e del personale ATA per eliminare il fenomeno del sovraffollamento delle aule.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.4 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento Frassinetti 1.5 di cui è cofirmatario volto a modificare i parametri per l'attivazione dei posti di sostegno in organico di diritto al fine di assicurare la continuità didattica agli alunni con disabilità.
La Commissione respinge l'emendamento Frassinetti 1.5 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento Frassinetti 1.6, di cui è cofirmatario, volto ad introdurre l'equiparazione oraria di tutti i gradi di istruzione.
La Commissione respinge l'emendamento Frassinetti 1.6 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI), illustrando l'emendamento 1.1 a sua prima firma, evidenzia che esso è finalizzato ad estendere ai prodotti dell'editoria audiovisiva i beni acquistabili con la Card docente.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.1 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI), illustrando l'emendamento 1.3 a sua prima firma, precisa che esso è volto a favorire la transizione digitale del settore editoria anche a tutela del comparto.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.3 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.13 a sua prima firma evidenziando che esso è volto a sostenere l'innovazione digitale del settore cinematografico e teatrale, gravemente penalizzati dalle misure di contenimento dall'epidemia da COVID-19.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.13 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.17 a sua prima firma che introduce un contributo a fondo perduto alle imprese del settore sportivo, alle associazioni e alle società sportive dilettantistiche e alle società dell'impiantistica sportiva.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.17 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.18 a sua prima firma volto ad introdurre un contributo per l'installazione di strumenti di riconoscimento del green pass per gli operatori del settore culturale e dello sport.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.18 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.19 a sua prima firma che introduce un Fondo per lo sport per l'erogazione di contributi a fondo perduto agli enti di promozione sportiva, alle associazioni e società sportive che gestiscono impianti natatori o impianti sportivi al chiuso.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.19 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.22 a sua prima firma volto ad incrementare il Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.22 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.27 a sua prima firma volto ad introdurre misure di sostegno per la filiera musicale e ad incentivare l'acquisto di prodotti musicali.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.27 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.28 a sua prima firma finalizzato al sostegno del settore dell'intrattenimento mediante la destinazione di una parte del contributo del Canone Rai al finanziamento di nuove produzioni e di nuovi format.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.28 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.30 a sua prima firma volto ad incrementare il Fondo per il restauro e per altri interventi conservativi sugli immobili di interesse storico ed artistico soggetti a tutela.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.30 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.31 a sua prima firma volto ad introdurre misure di sostegno in favore dell'editoria specializzata in arte e turismo, fortemente penalizzata da una diminuzione di fatturato a causa dell'epidemia da COVID-19.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.31 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.50 a sua prima firma volto a garantire la sostenibilità di una diffusione capillare della stampa mediante l'estensione al 2022 del credito d'imposta alle imprese editrici di quotidiani e periodici.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.50 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento 1.7 a sua prima firma, sottolineando che esso ha l'obiettivo di regolarizzare i corsi di scuola dell'obbligo negli istituti di prevenzione e pena e prevedere appositi corsi di specializzazione.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 1.7 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento Frassinetti 1.10, di cui è cofirmatario, volto ad offrire la possibilità di un passaggio di profilo professionale al personale che ha svolto le funzioni superiori di Direttore SGA.
La Commissione respinge l'emendamento Frassinetti 1.10 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento Frassinetti 1.11, di cui è cofirmatario, finalizzato a derogare, in ragione della pandemia, al vincolo territoriale per la mobilità dei dirigenti scolastici.
La Commissione respinge l'emendamento Frassinetti 1.11 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI), illustra l'emendamento Frassinetti 1.12, di cui è cofirmatario, e ne raccomanda l'approvazione.
La Commissione respinge l'emendamento Frassinetti 1.12 (vedi allegato 1).
Federico MOLLICONE (FDI) illustra l'emendamento Frassinetti 1.9, di cui è cofirmatario, e ne raccomanda l'approvazione.
La Commissione respinge l'emendamento Frassinetti 1.9 (vedi allegato 1).
Vittoria CASA, presidente, essendosi concluso l'esame degli emendamenti, dà la parola alla relatrice per la proposta di relazione da trasmettere alla Commissione Bilancio.
Margherita DEL SESTO (M5S), relatrice, formula una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 2).
Vittoria CASA, presidente, avverte che il deputato Mollicone ha presentato una proposta di relazione alternativa, proponendo di riferire in senso contrario (vedi allegato 3).
Federico MOLLICONE (FDI), premesso che la sua proposta di relazione alternativa ripercorre, nelle premesse, il contenuto del suo intervento di questa mattina, aggiunge che la proposta di relazione contraria deve intendersi in difesa del principio violato di corretta dialettica Governo-Parlamento, che con la manovra finanziaria di quest'anno ha, a suo avviso, come ha già detto, toccato il fondo. Evidenzia che, esautorando uno dei due rami del Parlamento non solo della potestà emendativa, ma anche della possibilità di discutere, il Parlamento stesso è stato trasformato in una sorta di Camera meramente consultiva, e questo con la collaborazione o l'acquiescenza della maggioranza, di cui fanno parte anche i colleghi del centro-destra, che esorta a prendere consapevolezza di quel che sta accadendo. Stigmatizza quindi il commissariamento del Parlamento con la scusa del rischio di perdere i fondi del PNRR da parte di quello che era stato annunciato come il «Governo dei migliori». Invita quindi tutti i colleghi a tenere presente che le perdite economiche più gravi hanno interessato proprio i settori di riferimento della VII Commissione, anche a causa di una narrazione terroristica dell'emergenza da parte degli organi di stampa.
Cristina PATELLI (LEGA) ritiene che il disegno di legge di bilancio in esame contenga molti elementi positivi, soprattutto alla luce dell'attività emendativa svolta dai colleghi del Senato.
Con riguardo alle misure per l'istruzione, esprime particolare apprezzamento per le misure a favore degli studenti e delle persone disabili, per cui, ancora una volta, ritiene di dover manifestare un plauso al lavoro della ministra Stefani. Esprime soddisfazione anche per l'attribuzione di un'indennità da sede disagiata per i docenti assegnati alle scuole delle piccole isole e delle comunità montane, con uno stanziamento di 3 milioni di euro per il 2022 a valere sul Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa. Ricorda che la manovra, inoltre, reca uno stanziamento di oltre 120 milioni per estendere anche per i prossimi due anni scolastici l'assegnazione di presidi e DSGA a scuole con almeno 500 studenti e 300 per quelle ubicate in piccole isole e comuni montani. Evidenzia che queste misure sono in linea con quanto richiesto nella risoluzione approvata dalla Commissione poche settimane fa.
Apprezza che il Fondo per il finanziamento delle retribuzioni di posizione e di risultato, sia stato incrementato di ulteriori 8,3 milioni per il 2022 e di 25 milioni, al lordo degli oneri a carico dello Stato, per l'anno 2023; importi destinati alla retribuzione di posizione di parte variabile dei dirigenti scolastici. Parimenti, esprime soddisfazione per lo stanziamento di 100 milioni per consentire la proroga fino a giugno degli incarichi temporanei del personale Ata della scuola legato all'emergenza COVID-19.
Considera con favore la soppressione dell'Agenzia nazionale della ricerca, organo che la sua parte politica ha sempre valutato criticamente. In merito alla riorganizzazione e al rilancio delle attività del CNR, apprezza le modifiche apportate in Senato.
Per quanto concerne gli interventi a sostegno delle scuole, non ritiene invece sufficiente l'attribuzione di 20 milioni aggiuntivi per le scuole dell'infanzia paritaria, di cui ricorda il ruolo fondamentale, soprattutto in considerazione del fatto che le scuole paritarie non possono accedere ai fondi stanziati con il PNRR.
Auspica pertanto che il Governo possa trovare presto altre misure di sostegno, ovvero includere le scuole paritarie almeno nella progettualità relativa ai contenuti prevista dal PNRR. Segnalando che molti enti locali e istituti scolastici incontrano serie difficoltà nello svolgimento di attività di manutenzione, sia per la carenza di materiali sia per l'indisponibilità di molte imprese, impegnate in interventi i cui costi sono assistiti da specifici bonus, ritiene indispensabile prevedere una proroga per i lavori di manutenzione nelle scuole con scadenza al 31 dicembre 2021. Con riguardo alle misure per la cultura, apprezza particolarmente lo stanziamento di 1 milione di euro per Bergamo e Brescia capitali della cultura 2022. Sottolinea che l'assegnazione del titolo di Capitale della cultura rappresenta per le due province un'occasione utile alla valorizzazione della rete istituzionale, economica, sociale, culturale e infrastrutturale dei territori coinvolti e questi fondi erano necessari a incentivare, di concerto con gli enti territoriali, percorsi culturali di promozione del territorio e delle sue eccellenze artistiche. Giudica parimenti è positivo che sia stato istituito un fondo con dotazione pari a 100 milioni di euro per l'anno 2022 e 50 milioni di euro per il 2023 per l'assegnazione di un contributo finalizzato a incrementare il fondo di rotazione delle fondazioni.
Evidenzia che la patrimonializzazione delle fondazioni è un fattore determinante, considerato che da anni, ormai, fanno fatica a ridurre il livello del debito e men che meno a fare importanti investimenti destinati ad incrementare l'attivo patrimoniale. Ora è stato anche deciso che la ripartizione della quota del Fondo unico per lo spettacolo avvenga sulla base della media delle percentuali stabilite per il triennio 2017-2019 e non sull'ultimo triennio in cui, causa COVID-19, non si è lavorato. Ci sarà più tempo per rendicontare l'attività svolta nel 2021, ovvero entro il 30 giugno 2022, dando conto in particolare di quella realizzata a fronte dell'emergenza sanitaria da COVID-19, delle esigenze di tutela dell'occupazione e della riprogrammazione degli spettacoli.
Infine, esprime grande soddisfazione per l'approvazione dell'emendamento a firma Salvini grazie al quale viene istituito un fondo da 5 milioni di euro che sosterrà gli artigiani produttori di ceramiche nel 2022. Viene inoltre rifinanziata, con altri 5 milioni di euro, la realizzazione di progetti destinati alla valorizzazione dell'attività ceramica artistica e tradizionale. Per contenere gli effetti del COVID-19 e gli aumenti dei prezzi delle bollette elettriche e del gas, per scongiurare il fermo produttivo delle fornaci, viene istituito un fondo da 5 milioni per le imprese che operano non solo nella ceramica artistica ma anche nel vetro di Murano.
Alessandra CARBONARO (M5S), evidenziato che molte misure significative contenute nella manovra sono frutto della collaborazione con i colleghi del Senato, prima tra tutte quella sostenuta dal suo gruppo per l'incremento del Fondo per lo spettacolo, preannuncia il voto favorevole del Movimento 5 Stelle sulla proposta della relatrice.
Rosa Maria DI GIORGI (PD), richiamandosi all'intervento svolto nella precedente seduta, conferma il voto favorevole del gruppo del Partito democratico sulla proposta della relatrice.
Michele ANZALDI (IV), ringraziando i colleghi del Senato per le modifiche migliorative introdotte nel testo e giudicando che si sia fatto un buon lavoro, tenuto conto della difficoltà a fare di più in considerazione della pandemia in corso, preannuncia il voto favorevole del gruppo di Italia viva sulla proposta della relatrice.
Emilio CARELLI (CI) annuncia il voto favorevole sulla proposta della relatrice, in linea con quanto preannunciato nel corso del suo intervento di questa mattina.
Vittoria CASA, presidente, nessun altro chiedendo di parlare, avverte che, in caso di approvazione della proposta della relatrice, risulterà preclusa la proposta alternativa di relazione, che sarà comunque trasmessa alla Commissione bilancio come relazione di minoranza.
La Commissione approva la proposta di relazione favorevole della relatrice.
Vittoria CASA, presidente, propone di nominare la deputata Del Sesto, relatrice, per partecipare alle sedute della Commissione Bilancio, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento.
La Commissione consente.
La seduta termina alle 17.30.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Lunedì 27 dicembre 2021.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 17.30 alle 17.35.
ALLEGATO 1
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. (C. 3424 Governo, approvato dal Senato).
Nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato).
PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE
Articolo 1.
Al comma 309, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «al fine di istituire un fondo perequativo per il progressivo allineamento degli stipendi del personale dell'alta formazione artistica musicale e coreutica con il personale universitario, nel limite massimo del 25 per cento dello stipendio tabellare annuo lordo secondo criteri stabiliti mediante la contrattazione collettiva.»
Conseguentemente, dopo il comma 309 aggiungere i seguenti:
309-bis. Ai fini del riconoscimento delle specifiche attività svolte nonché della valorizzazione delle competenze necessarie al raggiungimento, da parte delle istituzioni dell'alta formazione artistica musicale e coreutica di più elevati obiettivi nell'ambito della didattica, ricerca e terza missione, al personale docente di tali istituzioni, è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022.
309-ter. Nelle more del completamento del processo di riforma di cui alla legge 21 dicembre 1999, n. 508, del riordino e della transizione del settore dell'Alta formazione artistica musicale e coreutica al sistema universitario, sono stanziati 33 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022 e 60 milioni di euro a decorrere dall'anno 2023, al fine di incrementare l'indennità integrativa speciale prevista dal CCNL AFAM ed adeguare progressivamente il profilo economico stipendiale del personale docente AFAM a quello del personale docente universitario.
1.34. Frassinetti, Mollicone.
Dopo il comma 315, aggiungere i seguenti:
315-bis. Alla legge 30 dicembre 2010, n. 240, all'articolo 24, comma 6, sono apportate le seguenti modifiche:
a) sono abrogate le parole: «dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino al 31 dicembre del sesto anno successivo»;
b) le parole: «fino alla metà» sono sostituite dalle seguenti: «fino ad un terzo»;
315-ter. Alla legge 20 dicembre 2019, n. 159, all'articolo 5, comma 1, è abrogata la lettera b).
1.33. Frassinetti, Mollicone.
Dopo il comma 344, inserire il seguente:
344-bis. Sono definiti i parametri volti a diminuire gradualmente di un punto il rapporto alunni/docenti e personale ATA, in luogo di quelli definiti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81. Ai maggiori oneri derivanti dal presente comma si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
1.4. Mollicone, Frassinetti, Bucalo.
Dopo il comma 344, inserire il seguente:
344-bis. Sono definiti i parametri per la trasformazione, per due anni scolastici consecutivi, dei posti di sostegno attivati ai sensi dell'articolo 9, comma 15, della legge 30 luglio 2010, n. 122, in organico di diritto, in deroga ai contingenti autorizzati di cui all'articolo 1, comma 201 della legge 13 luglio 2015, n. 107. Ai maggiori oneri derivanti dal presente comma si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
1.5. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.
Dopo il comma 344, inserire il seguente:
344-bis. All'articolo 131, comma 1, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, le parole «ventiquattro ore settimanali di attività didattica, di cui ventidue ore di insegnamento e due ore dedicate alla programmazione didattica da attuarsi in incontri collegiali dei docenti di ciascun modulo, in tempi non coincidenti con l'orario delle lezioni» sono sostituite con le seguenti: «diciotto ore». All'articolo 131, comma 6, del medesimo decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, la parola «ventiquattro» è sostituita con la seguente: «diciotto». All'articolo 491, comma 3, del medesimo decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, le parole «materna» sono sostituite con le seguenti: «dell'infanzia, della scuola primaria e degli istituti e scuole di istruzione secondaria ed artistica» e le parole «25 ore settimanali per le attività educative» con le seguenti: «18 ore». I commi 4 e 5 dell'articolo 491 del citato decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono abrogati.
1.6. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.
Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:
799-bis. All'articolo 1, comma 121, della legge 13 luglio 2015, n. 107, dopo la parola: «cinematografiche,» sono aggiunte le seguenti parole: «prodotti dell'editoria audiovisiva».
1.1. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, aggiungere i seguenti:
799-bis. Dopo il comma 2-quater dell'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è inserito il seguente:
«2-quinquies. Al fine di garantire la completa e tempestiva applicazione delle disposizioni del presente articolo, gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado adottano libri di testo e strumenti didattici per tutte le discipline esclusivamente nella versione digitale, nel rispetto e in esecuzione del presente articolo e delle disposizioni del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82».
799-ter. Al fine di sostenere il passaggio dell'industria editoriale dalle tecnologie della stampa su carta alle tecnologie di pubblicazione digitale e di diffusione per mezzo della rete internet, è istituito, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, un Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni digitali, con una dotazione di 20 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023.
799-quater. Il Fondo di cui al comma 799-ter è destinato a finanziare progetti e interventi per lo sviluppo delle tecnologie e dei servizi digitali nel settore della cultura, nonché iniziative atte a favorire la ricerca e l'innovazione tecnologica nella digitalizzazione dei processi editoriali.
1.3. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:
799-bis. Al fine di consentire l'innovazione digitale dell'esercizio cinematografico, gravemente colpito dalle ricadute economiche negative a seguito delle misure di contenimento del COVID-19, al decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con la legge 17 luglio 2020, n. 77, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 3 dell'articolo 28, dopo le parole: «strutture agrituristiche» sono aggiunte le seguenti: «, alle sale cinematografiche e teatrali»;
b) al comma 1 dell'articolo 177, dopo la lettera b-bis), è aggiunta la seguente: «b-ter) Immobili rientranti nella categoria catastale D/3, cinema e teatri, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate.»
1.13. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, aggiungere i seguenti:
799-bis. Al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione dell'epidemia di COVID-19, è riconosciuto un contributo a fondo perduto, nel limite massimo di 500 milioni per l'anno 2021 e 500 milioni per l'anno 2022, alle imprese del settore sportivo, le associazioni sportive dilettantistiche, le società sportive dilettantistiche, le società dell'impiantistica sportiva.
799-ter. Con proprio decreto, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge il Ministro per le politiche giovanili e lo sport, sentite le associazioni professionali e gli operatori del settore, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, stabilisce i criteri di domanda e di accesso al contributo.
799-quater. L'ammontare del contributo è calcolato sui termini di perdita di fatturato rispetto il periodo intercorrente fra la dichiarazione dello stato d'emergenza e il 31 dicembre 2020 e il medesimo periodo dell'anno 2019.
799-quinquies. Agli oneri derivanti dai commi precedenti, pari a 500 milioni per l'anno 2021 e 500 milioni per l'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 255, della legge 30 dicembre 2018, n. 145.
1.17. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, aggiungere i seguenti:
799-bis. Al fine di sostenere gli operatori, anche del settore culturale e dello sport, dei settori economici interessati dalle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione dell'epidemia COVID-19 dal presente decreto, è riconosciuto un contributo per garantire l'installazione di strumenti di riconoscimento del «green pass», nel limite massimo di 1000 milioni per l'anno 2021 e 1000 milioni per l'anno 2022.
799-ter. Con proprio decreto, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro dello sviluppo economico, sentite le associazioni professionali e gli operatori del settore, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, stabilisce i criteri di domanda e di accesso al contributo.
799-quater. Agli oneri derivanti dai commi precedenti, pari a 1000 milioni per l'anno 2021 e 1000 milioni per l'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 255, della legge 30 dicembre 2018, n. 145.
1.18. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:
799-bis. Al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione dell'epidemia di COVID-19, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico è istituito il fondo denominato Fondo per lo sport, con una dotazione iniziale di 800 milioni di euro per l'anno 2021, volto alla erogazione di contributi a fondo perduto agli enti di promozione sportiva, alle associazioni e società sportive che gestiscono impianti natatori o impianti sportivi al chiuso con superfici complessive superiori a 1.000 metri quadrati. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentiti gli operatori del settore e le associazioni professionali, sono definite le modalità di accesso delle risorse di cui al presente comma, da ripartire in proporzione alla perdita di fatturato registrata nell'anno 2020 rispetto all'anno 2019. Agli oneri derivanti, pari a 800 milioni di euro per l'anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 255, della legge 30 dicembre 2018, n. 145.
1.19. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, inserire il seguente:
799-bis. Il Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione di cui all'articolo 1, comma 1, della legge 26 ottobre 2016, n. 198, è incrementato di 800 milioni per l'anno 2021 e di 500 milioni a decorrere dall'anno 2022. Agli oneri di cui al comma 1, valutati in 800 milioni di euro per l'anno 2021 e di 500 milioni a decorrere dall'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato dalla presente legge.
1.22. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:
799-bis. Nello stato di previsione del Ministero della cultura è istituito un Fondo con una dotazione di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024 finalizzato a sostenere la realizzazione di progetti discografici con l'obbligo di stampare, fabbricare e commercializzare i relativi supporti fisici e digitali e la creazione di videoclip musicali e contenuti multimediali. Una percentuale di tali risorse non superiore al 30 per cento su base annua può essere destinata all'ammodernamento tecnologico degli studi di produzione musicale e multimediale. Con decreto del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite: le modalità di presentazione delle domande; i criteri per la selezione delle stesse, tenendo conto di capitalizzazione, fatturato e numero di dipendenti dei soggetti richiedenti; le spese ammissibili; le modalità di erogazione del contributo attraverso gli organismi di gestione collettiva e le entità di gestione indipendente di cui all'articolo 180 della legge 22 aprile 1941, n. 633 e all'articolo 8 del decreto legislativo 17 marzo 2017, n. 35; le modalità di verifica, controllo e rendicontazione delle spese; le cause di decadenza e revoca. Le eventuali somme residue giacenti nel Fondo e non assegnate sono destinate in misura proporzionale e al netto delle risorse utilizzate, ai soggetti che ne hanno già beneficiato nel triennio di vigenza del Fondo. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, pari a 6 milioni di euro per gli anni 2022, 2023 e 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito con modificazioni dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.
1.27. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:
799-bis. A decorrere dall'anno 2022, nello stato di previsione del Ministero della cultura, è istituito un fondo da destinare al finanziamento di progetti finalizzati alla realizzazione di nuove produzioni di contenuti e format legati al mondo dell'intrattenimento. Agli oneri di cui al presente comma si provvede mediante accantonamento di una quota pari al 2 per cento dei proventi derivanti dal canone di abbonamento alla televisione per uso privato di cui al regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880, e successive modifiche e integrazioni. Con decreto del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite: le modalità di presentazione delle domande; i criteri per la selezione delle stesse, tenendo conto di capitalizzazione, fatturato e numero di dipendenti dei soggetti richiedenti; le spese ammissibili; le modalità di erogazione del contributo attraverso gli organismi di gestione collettiva e le entità di gestione indipendente di cui all'articolo 180 della legge 22 aprile 1941, n. 633 e all'articolo 8 del decreto legislativo 17 marzo 2017, n. 35; le modalità di verifica, controllo e rendicontazione delle spese; le cause di decadenza e revoca.
1.28. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, inserire i seguenti:
799-bis. All'articolo 65-bis del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, le parole: «1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022» sono sostituite con le seguenti: «1 milione di euro per l'anno 2021 e 8 milioni di euro per ciascun anno a decorrere dal 2022»;
b) al comma 3, le parole: «alle persone fisiche che detengono a qualsiasi titolo gli immobili di cui al comma 1» sono sostituite con le seguenti: «a chiunque detenga, a qualsiasi titolo, gli immobili di cui al comma 1»;
c) al comma 4, le parole: «e non» sono sostituite con la seguente: «ed».
799-ter. Agli oneri derivanti dal comma precedente, pari a euro 7 milioni per il 2022 e a euro 8 milioni per ciascuno degli anni a decorrere dal 2023, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato.
1.30. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:
799-bis. Al fine di sostenere la filiera dell'editoria specializzata in arte e turismo, è autorizzata la spesa di 12 milioni di euro per l'anno 2021 a valere sul Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali di cui all'articolo 183, comma 2, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. Con decreto del Ministro della cultura, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti i criteri e le modalità per la concessione del contributo.
1.31. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 799, aggiungere il seguente:
799-bis. Alla legge n. 208 del 2015, all'articolo 1, comma 339, sostituire le parole: «commi 4 e 4-bis» con le seguenti: «4-bis».
1.50. Mollicone, Frassinetti.
Dopo il comma 957, inserire i seguenti:
957-bis. All'articolo 135, comma 2, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, la parola: «elementare» è soppressa.
957-ter. All'articolo 135, comma 4, primo periodo del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, la parola: «elementari» e le parole: «e possono chiedere il trasferimento ad altra provincia limitatamente ai posti disponibili nel medesimo ruolo» sono soppresse. Al secondo periodo è soppressa la parola: «elementari».
957-quater. Il comma 5 dell'articolo 135 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è abrogato.
957-quinquies. All'articolo 135, comma 7, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è soppressa la parola: «elementari».
957-sexies. Dopo il comma 7 dell'articolo 135 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è aggiunto il seguente: «7-bis Per l'organizzazione dei corsi di specializzazione di cui al comma 7 è autorizzata la spesa di euro 10 milioni annui a decorrere dall'anno 2022. Con decreto del Ministro dell'istruzione, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente comma, sono stabilite le modalità attuative per l'organizzazione dei corsi di specializzazione di cui al comma 7.»
957-septies. Ai maggiori oneri derivanti dai commi precedenti, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
1.7. Mollicone, Frassinetti, Bucalo.
Dopo il comma 957, inserire il seguente:
957-bis. Il Ministero dell'istruzione è autorizzato a bandire un concorso per titoli e servizi per coprire i posti vacanti e disponibili dei direttori SGA nelle istituzioni scolastiche ed educative riservato al personale assistente amministrativo che ha svolto le funzioni di direttore SGA per almeno tre anni scolastici entro il 31 agosto 2020, anche in assenza del prescritto requisito culturale di cui alla tabella B allegata al contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del Comparto scuola sottoscritto in data 29 novembre 2007, e successive modificazioni.
1.10. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.
Dopo il comma 957, inserire il seguente:
957-bis. In ragione dell'emergenza epidemiologica, tutti i dirigenti scolastici, per le operazioni di mobilità relative all'anno scolastico 2022/2023 possono presentare domanda di trasferimento sul 100 per cento dei posti vacanti e disponibili, in via del tutto straordinaria e in deroga ai vincoli legislativi e contrattuali vigenti, senza il nulla osta da parte dell'ufficio scolastico regionale di provenienza.
1.11. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.
Dopo il comma 957, inserire il seguente:
957-bis. I dirigenti scolastici assunti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato che superano l'anno di prova sono tenuti a permanere nella regione di assegnazione per un periodo non superiore a 3 anni. A domanda, ogni anno, vengono conferiti incarichi dirigenziali a dirigenti scolastici provenienti da altre regioni per il 100 per cento complessivo dei posti vacanti e disponibili. Per la mobilità relativa all'anno scolastico 2022/2023, i dirigenti scolastici immessi in ruolo nell'anno scolastico 2020/2021 e nell'anno scolastico 2021/2022, a seguito del concorso bandito nel 2017, possono presentare domanda di trasferimento su tutti i posti vacanti e disponibili, in via del tutto straordinaria, nel rispetto della graduatoria di merito, tenuto conto anche dell'anzianità di servizio maturata nel ruolo di dirigente prima delle nuove immissioni in ruolo per l'anno scolastico 2022/2023.
1.12. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.
Dopo il comma 958, inserire i seguenti:
958-bis. Dopo l'articolo 136 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è aggiunto il seguente:
«Art. 136-bis.
1. Per l'insegnamento presso gli ospedali e le case di cura è istituito un ruolo speciale, al quale si accede mediante concorso per titoli ed esami riservato a coloro che, essendo in possesso dei requisiti prescritti per la partecipazione al concorso per posti di ruolo normale, abbiano conseguito il titolo di specializzazione di cui al comma 4.
2. I programmi e le modalità delle prove di esame sono stabiliti con ordinanza del Ministro dell'istruzione di concerto con il Ministro della salute.
3. I docenti iscritti nel ruolo speciale delle scuole presso gli ospedali e le case di cura vengono nominati nelle scuole aventi sede presso gli ospedali e le case di cura della provincia. Ad essi spetta il trattamento giuridico ed economico dei docenti di ruolo normale.
4. I docenti del ruolo speciale di cui al comma 1 debbono essere forniti dei titoli di specializzazione stabiliti con decreto del Ministro dell'istruzione di concerto con il Ministro della salute. Per il rilascio dei predetti titoli il Ministero dell'istruzione d'intesa con il Ministero della salute istituisce ed autorizza appositi corsi di specializzazione.
5. Per l'organizzazione dei corsi di specializzazione di cui al comma 4 è autorizzata la spesa di euro 10 milioni annui a decorrere dall'anno 2022. Con decreto del Ministro dell'istruzione, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente comma, sono stabilite le modalità attuative per l'organizzazione dei corsi di specializzazione di cui al comma 4.».
958-bis. Ai maggiori oneri derivanti dal presente comma, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
1.9. Frassinetti, Mollicone, Bucalo.
ALLEGATO 2
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. (C. 3424 Governo, approvato dal Senato).
Nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato).
RELAZIONE APPROVATA
La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 3424 Governo, approvato dal Senato, recante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e la relativa nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato),
DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE.
ALLEGATO 3
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. (C. 3424 Governo, approvato dal Senato).
Nota di variazioni (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato).
RELAZIONE DI MINORANZA DEL GRUPPO DI FRATELLI D'ITALIA
La VII Commissione,
premesso che:
da oramai dieci anni (legge di bilancio 2011/2013) risultano introdotte importanti innovazioni alla struttura dei documenti di bilancio in ragione della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), entrata in vigore l'1 gennaio 2010;
gli obiettivi della legge n. 196 del 2009 sono molteplici e largamente condivisibili: restituire centralità al bilancio articolato in missioni e programmi, superando la frammentazione e l'eterogeneità delle «vecchie» leggi finanziarie omnibus; rendere più trasparenti e leggibili i conti pubblici e le procedure attraverso cui i bilanci vengono costruiti e modificati; armonizzare i bilanci della pubblica amministrazione; migliorare il controllo, la valutazione e il monitoraggio del Parlamento sul bilancio, esaltando il ruolo delle Commissioni di merito nell'analisi delle parti di loro competenza;
se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria – la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia, ma in tutta Europa e nella maggiore parte degli Stati del Mondo – altrettanto vero è che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo;
sintomatica al riguardo è la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare la legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022;
il Disegno di Legge di bilancio per il 2022 è stato presentato al Parlamento l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta il 28 ottobre 2021 e, soprattutto, con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla sopra richiamata Legge di contabilità e finanza pubblica. Detto ritardo ha comportato, sin da subito, una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'approvazione della Legge e si è ulteriormente aggravato nel corso dell'esame da parte del Senato a causa dei continui rinvii, dovuti a contrasti interni alla maggioranza, dei lavori della Commissione Bilancio. Lo attesta il fatto che solo il 20 dicembre 2021 detta Commissione ha potuto esaminare e votare un ristretto numero di emendamenti segnalati e ciò nonostante la vastissima maggioranza numerica che appoggia il Governo Draghi, inopinatamente definito dai media, ma non solo, come «il Governo dei migliori»;
la conseguenza di un siffatto modo di procedere si è palesata quando nell'assemblea di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxi emendamento dallo stesso presentato (unico articolo di oltre 1000 commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione), senza quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti presentati per l'esame da parte dell'Aula;
detto modo di procedere – come già preannunciato nella conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – porteranno il Governo a richiedere la fiducia sul provvedimento in esame anche alla Camera dei deputati;
a tacere dell'impossibilità per i parlamentari di potere significativamente contribuire, almeno in sede di Commissioni, ad esaminare compiutamente il provvedimento attesi i tempi ristrettissimi imposti dalla conferenza dei capigruppo, al solo fine di evitare l'esercizio provvisorio. Sintomatico il limite di tempo imposto alla Commissione Bilancio della Camera che dovrà concludere – in sede referente – l'esame del disegno di legge Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022–2024, entro le ore 13 di martedì 28 dicembre 2021 e, conseguentemente, l'esame da parte delle Commissioni di settore è stato modulato in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio. A tacere del fatto che l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 (quando si prevede che il Governo richiederà la fiducia) e – quindi – con circa 4 ore a disposizione per l'effettuazione della discussione generale sul provvedimento;
è qui il caso di richiamare, per doverosa comparazione, la modalità di esame della legge di bilancio da parte del parlamento nei precedenti anni della XVIII Legislatura;
con il Governo giallo-verde (Conte I) il disegno di legge di bilancio venne presentato il 31 ottobre 2018 e approvato l'8 dicembre 2018 dalla Camera dei deputati. Approvato dal Senato con modifiche – bei tempi! – il 23 dicembre 2018, veniva e approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 dicembre 2018;
la manovra di bilancio per il 2020 del Governo giallo-rosso (Governo Conte II) veniva presentata al Senato il 2 novembre 2019, approvata il 16 dicembre 2019, quindi approvata senza modifiche dalla Camera dei deputati il 24 dicembre 2019;
la manovra per il 2021, varata dal Governo giallo-rosso con pandemia in corso, veniva presentata alla Camera dei deputati il 18 novembre 2020 e approvata il 27 dicembre 2020; quindi approvata dal Senato, senza modifiche, il 30 dicembre 2020;
ebbene, il «Governo dei migliori» ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione di questa manovra. Com'è andata lo sappiamo bene, è sotto i nostri occhi e non lascia sbigottiti i soli deputati dell'opposizione ma anche diversi della maggioranza. Evidentemente non siamo noi di Fratelli d'Italia dei visionari negativi, morbosi e malati. Siamo infatti di fronte a cose mai viste. Ne abbiamo viste parecchie, specialmente negli ultimi anni, ma qui si è veramente superato ogni limite;
come detto, lunedì 20 dicembre 2021 non erano ancora iniziate le votazioni degli emendamenti alla Commissione bilancio del Senato, la prima delle due Camere a esaminare questo provvedimento. Non si era mai visto nulla di simile, nemmeno con i Governi Conte, che pure avevano compresso i tempi e cambiato le carte in tavola all'ultimo momento, con una finta lettura, che era stata però decente e presentabile; nel Governo Conte 2 fu presentato all'ultimo momento un emendamento che cambiava tutto (il 2,4 diventava il 2,04), tutti coloro che erano all'opposizione si lamentarono di quel Governo e anche nell'ambito delle stesse maggioranze ci fu chi ammise che non era questo il sistema;
è qui il caso di evidenziare che, fino a non molti anni fa, solo il fatto di porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura, un atto fortemente criticabile atteso che viene compressa la possibilità del Parlamento di esprimersi. Ma qui altro che compressa! Siamo partiti malissimo, in ritardo di ventuno giorni rispetto a quanto previsto da una legge dello Stato. Quello stesso Stato che chiede ai cittadini di rispettare le proprie leggi, la cui violazione è sanzionata con multe e supermulte. Peccato che sia lo stesso Stato che, nel momento più importante dell'anno dal punto di vista finanziario ma anche dell'intera linea politica del Governo, assiste silenzioso alla violazione della Legge da parte del Governo;
il Parlamento è stato proprio ignorato e ha avuto il privilegio di iniziare le votazioni come detto – anche se in realtà tutto era già stato stabilito prima – la sera di lunedì 21 dicembre 2021;
nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e diversa come linee di pensiero, come esigenze di interlocutori: si realizzano dunque compromessi che, nella migliore delle ipotesi, sono mezze misure, ma a volte sono mancate misure;
i colleghi del Gruppo Fratelli d'Italia hanno al Senato presentato e illustrato una serie di proposte di modifica che non hanno trovato adeguata risposta, quando non sono state addirittura del tutto ignorate. Giova però evidenziare che quelle proposte non erano fatti personali di questo o di quel senatore di Fratelli d'Italia, ma rappresentavano i problemi dell'Italia. Per questo esiste un Parlamento, e non c'è solo nel nostro Paese, ma anche negli altri. Serve un Parlamento perché, davanti a tutti, ci siano dei voti, dei sì e dei no, e possibilmente, quando il Governo dice no, dovrebbe anche spiegarlo;
fino a pochi anni fa i relatori non facevano solo i lettori dei pareri del Governo, favorevole o contrario – per fare quello non ci sarebbe bisogno di un relatore – ma spesso davano anche spiegazioni, specialmente dei pareri contrari perché se un emendamento viene accolto chi lo presenta lo sa da sé il motivo;
dov'è allora il potere se non è nel Parlamento? In certi potentati che stanno fuori dal Parlamento: nella migliore delle ipotesi, di gran lunga la migliore, in trattative tra i partiti;
in altri casi risiede in potentati che non hanno nulla a che fare con il consenso popolare, ma a volte godono di un forte potere di condizionamento che esercitano in vari modi;
di fatto, abbiamo una Camera che si occupa del provvedimento in Commissione (non in Aula, diciamocelo francamente) e un'altra Camera che, a fasi alterne – di anno in anno – ne prende atto e, in ragione del voto di fiducia richiesta dal Governo, impedisce il ricorso all'esercizio provvisorio. È un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento dalla funzione legislativa, relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo;
ora, è pur vero che vi erano tutti i presupposti perché la legge di bilancio avesse un epilogo deludente, verificandosi nei fatti quanto Fratelli d'Italia aveva da subito anticipato, tuttavia mai come in questa occasione il Governo ha scaricato il ritardo di presentazione del provvedimento sul Parlamento. Nell'ultima settimana si è assistito al Senato a un teatrino indegno per un Parlamento che ha già una configurazione anomala, con un Governo che ha una maggioranza del 95 per cento, e che, per i dissidi interni alla maggioranza, comprime lo spazio di confronto nel luogo a questo deputato. A tacere del fatto che oltre l'85 per cento degli emendamenti presentati proveniva dall'area di maggioranza;
nei fatti, prima dell'esame da parte del Senato, la manovra di bilancio del Governo riguardava interventi abbastanza indefiniti, che avrebbero dovuto accentuare la sua presunta espansività;
il Governo si è riempito la bocca di questa espansività della manovra, che va però attentamente declinata. La manovra è «espansiva» fondamentalmente per due ordini di motivi e non per meriti del Governo: abbiamo un Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, ma la cosa più importante è la clausola di salvaguardia, ossia la sospensione del Patto di stabilità. Quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro;
rispetto a quanto si diceva a proposito dell'espansività, va sottolineato che rispetto al 2020, quando l'Italia veniva pesantemente impattata dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è certamente migliorata, ma per i fatti oggettivi prima ricordati: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, il mantenimento della clausola di salvaguardia, con la conseguente sospensione del Patto di stabilità;
questa manovra porta in dote pochi risparmi, che in parte sono stati voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia. In primo luogo, infatti, grazie alla nostra battaglia storica contro il cashback che, sospeso per l'anno 2022, porterà in dote a questa maggioranza, a questo Governo e a questo Parlamento un miliardo e mezzo di euro. A cui aggiungiamo l'approvazione del nostro emendamento al Senato che fa risparmiare 130 milioni di euro nel settore del cross financing;
quanto ai contenuti, non possiamo che condividere perfino l'opinione espressa dal relatore di maggioranza al Senato, senatore Vasco Errani, in merito alla riduzione della pressione fiscale, ossia che serviva più coraggio. È vero, serviva più coraggio per fare questa riforma fiscale. C'è stato un taglio di 8 miliardi di euro, un terzo dei fondi totali, rispetto alla manovra, ma è poco più dell'1 per cento delle entrate tributarie totali dello Stato, che ammontano a più di 500 miliardi di euro. Pertanto, sulla riforma fiscale, diciamo che va sempre bene quando si riducono le tasse, però questa riduzione varrà, come si leggeva su alcuni quotidiani nazionali, qualche caffè non al giorno, ma a settimana;
oltre a questo, vogliamo qui affrontare un altro capitolo spinoso, quello del reddito di cittadinanza, contro cui Fratelli d'Italia ha sempre condotto una dura battaglia d'opposizione. Pensavamo che potesse essere in qualche modo non dico stravolto, ma almeno profondamente cambiato; purtroppo questo non è accaduto. Il reddito di cittadinanza, come sapete, secondo noi, avrebbe dovuto essere una misura di reintroduzione al lavoro, ma non ha funzionato, perché sappiamo che solo una esigua minoranza dei percettori del reddito di cittadinanza è occupabile. Questo non lo dice Fratelli d'Italia ma la Corte dei conti, che attesta che solo il 25 per cento dei percettori ha trovato lavoro, per lo più con contratti a tempo determinato, e solo il 15 per cento ancora oggi è occupato. Insomma, un provvedimento che ha clamorosamente fallito rispetto all'obiettivo previsto. Ovviamente siamo consapevoli e riconosciamo che vi sia una categoria di cittadini, di uomini e donne, che va aiutata, tutelata e inserita in modo graduale e controllato nel mondo del lavoro, ma non possiamo esimerci dal sottolineare come risulti del tutto sconfortante rilevare che nemmeno con un enorme esborso di soldi pubblici si sia trovato un lavoro a tutti i beneficiari. Al riguardo, evidenziamo che anche per i disabili – dati alla mano – il reddito di cittadinanza ha avuto un risultato fallimentare;
ecco perché ribadiamo che il denaro pubblico deve essere investito sulle aziende, ossia su chi crea ricchezza, cosicché ne possano poi fruire i cittadini sotto forma di salari e stipendi. Invece, per l'evidente colpa di uno schieramento politico e della propria cecità, lo Stato non riesce a utilizzare al meglio i fondi che mette a disposizione;
esaminando altri temi, presenti nella legge di bilancio, poniamo l'accento – ad esempio – sugli stanziamenti in favore delle Forze dell'ordine. Riteniamo del tutto insufficiente quanto stanziato dal Governo per i finanziamenti alle Forze dell'ordine. L'attenzione nei loro confronti deve infatti essere primaria nel nostro Paese, perché la sicurezza non può essere soltanto un argomento di cui parlare in campagna elettorale, quando tutti sono per la sicurezza, anche perché sarebbe controproducente per uno schieramento se qualche proprio adepto facesse il tifo per l'insicurezza o per la delinquenza. Di fatto però quando il Parlamento, attraverso la manovra di bilancio, non aiuta le Forze dell'ordine come dovrebbe, ci sentiamo di denunciarlo con forza. Per quanto riguarda le assunzioni nelle Forze dell'ordine, abbiamo visto l'atteggiamento incredibile del Partito Democratico che ha presentato al Senato un emendamento sul possibile trattenimento in servizio degli agenti per un periodo di due anni oltre i limiti ordinamentali. Invece di andare nella direzione di nuove assunzioni, si stabilizza chi c'è già, senza comprendere la situazione e rimanendo completamente distanti dalla realtà e dalle problematiche che attraversano le Forze dell'ordine. Ci riferiamo al fatto che il personale sta diventando sempre più anziano e non riesce a svolgere il proprio compito in strada. Se non si vuole ascoltare Fratelli d'Italia, almeno si ascoltino i sindacati delle Forze dell'ordine e della Polizia che dicono a maggioranza e Governo che stanno andando nella direzione opposta a quella della sicurezza per il cittadino. Diventa infatti difficile per chi è anziano fare ordine pubblico nelle strade. L'emendamento del PD è andato invece proprio in questa direzione, aumentando il numero di anni necessari al personale delle Forze dell'ordine per andare in pensione, non capendo che, invece, bisogna stanziare fondi – come è stato fatto in parte, ma a nostro avviso in maniera insufficiente – per avere un aumento del personale in servizio. Resta il fatto che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nei prossimi dieci anni avremo una riduzione di 10.000 unità. Per non parlare poi della Polizia penitenziaria, tema difficilissimo e importantissimo. Qualche mese fa, il ministro Marta Cartabia non si è potuto esimere dal riconoscere la carenza di personale e il progressivo invecchiamento di quello in servizio. Nei prossimi anni andranno in pensione 30.000 agenti della Polizia penitenziaria, personale che svolge un lavoro molto logorante ed usurante. Di fatto, chi svolge quel lavoro, molto spesso, è un detenuto come gli altri. Ne segue che sarebbe stato importante da parte del Governo stanziare più fondi possibili per favorire nuove assunzioni, tenuto anche conto che ci sono molti partecipanti ai concorsi ancora in attesa di assunzione;
un altro ambito, non possiamo tacere sul vergognoso emendamento riguardante la magistratura onoraria che il Governo ha presentato, sostenendo di volere fare fronte alla procedura di infrazione annunciata dall'Europa nei confronti dell'Italia, atteso il modo in cui in tutti questi anni sono stati trattati e continuano a essere trattati i magistrati onorari. Magistrati considerati come veri e propri rider della giustizia, anzi peggio, poiché adesso i rider verranno regolarizzati e stabilizzati. I giudici onorari – come sappiamo tutti benissimo – risolvono quasi la metà di tutti gli affari della giustizia che, senza di essi, semplicemente si bloccherebbe. Senza i vice procuratori onorari non sarebbe possibile tenere udienza, e non diciamo davanti al giudice di pace, ma nemmeno davanti al tribunale; senza i circa 2.000 giudici onorari di tribunale sarebbe impossibile comporre una infinità di collegi;
si tratta di magistrati che, per anni, hanno lavorato senza tutele e senza i minimi diritti elementari che dovrebbero spettare ad ogni lavoratore, come ha riconosciuto l'Europa e – finalmente – anche la magistratura italiana con alcune importanti sentenze;
si tratta di un emendamento che parifica il magistrato onorario al personale amministrativo, mortificando non la figura del primo, ma la funzione giurisdizionale che esercita. Parificandola al personale amministrativo, non soltanto si offende la magistratura onoraria, ma anche l'alta funzione giurisdizionale assolta in nome del popolo italiano;
è una vergogna che Fratelli d'Italia denuncia in modo forte e chiaro. Come denunciamo l'illogicità, l'incongruenza e la contraddizione di pretendere di sottoporre a una prova selettiva con tanto di esame, seppur orale, magistrati che hanno fatto il loro dovere per dieci, quindici o venti anni nelle aule di giustizia. Anche questa è un'ulteriore umiliazione che il Governo doveva e poteva risparmiare a questi fedeli funzionari dello Stato;
la cosa però veramente vergognosa è che, con il predetto emendamento, il Governo impone per legge al magistrato, che dovesse accettare questa pur umiliante stabilizzazione, nel momento stesso in cui firma la domanda di adesione alla selezione, anche nel caso in cui non dovesse superarla, di rinunciare a tutti i diritti. Ai diritti che spettano, per il passato, a tutti i lavoratori: deve rinunciare, infatti, agli arretrati, ai diritti previdenziali e assistenziali. Deve rinunciare a tutto quanto. È un ricatto imposto per legge che grida vergogna nei confronti di chi ha un minimo senso di giustizia. Ma quale Stato di diritto si comporta in questo modo nei confronti dei suoi fedeli servitori, come hanno dimostrato di essere i giudici onorari, anche rischiando la vita durante la pandemia?;
anche per quanto riguarda il comparto della Difesa, ben altre erano le aspettative di coloro che vi prestano il loro qualificato servizio. In particolare occorre integrare la legge di bilancio 2022, come approvata dal Senato, prevedendo::
l'ulteriore proroga, almeno fino al 31 dicembre 2022, della durata della ferma dei medici e degli infermieri militari in servizio alla data del 31 dicembre 2021. Inoltre, va incluso, nel detto provvedimento di proroga della ferma anche il personale sanitario, non medico, impegnato nei laboratori nei vari centri del Ministero della Difesa quali ad esempio i biologi;
di istituire, al fine di recepire l'esigenza di sicurezza nella Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia, nella Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet di Firenze, nella Scuola Militare Nunziatella di Napoli e nella Scuola Militare Teuliè di Milano, un apposito fondo per l'acquisto degli opportuni mezzi di aerazione, ventilazione e ricambio dell'aria meccanica;
valutiamo di grande importanza che, grazie all'impegno di Fratelli d'Italia, dopo venti anni di battaglie delle associazioni sindacali, di categoria e delle casse di previdenza, ai liberi professionisti sia stato riconosciuto il diritto alla salute. Molti non lo sanno, ma purtroppo, fino a ieri, questo diritto non era riconosciuto: i liberi professionisti che si ammalavano o si infortunavano dovevano non solo pagare le conseguenze dell'infortunio, ma addirittura pagare le conseguenze sanzionatorie dell'impossibilità di potere svolgere la loro professione. Dovevano, quindi, risarcire i clienti per le sanzioni che lo Stato comminava loro in conseguenza della malattia del professionista. Una vicenda scandalosa che veniva da tutti additata e considerata come tale, ma che poi nessuno ha mai modificato. Il Gruppo Fratelli d'Italia al Senato ha condotto e vinto, una battaglia di civiltà che interessa 2 milioni di professionisti italiani;
dobbiamo, invece, esprimere la ferma contrarietà di Fratelli d'Italia a fronte della decisione del Governo di non acconsentire al rinvio della riscossione delle cartelle per rottamazione-ter e saldo e stralcio: un impegno che il Governo aveva preso in Parlamento in precedenza (in occasione della conversione del decreto-legge in materia fiscale) e che è stato clamorosamente disatteso. Avete, come Governo ma anche come maggioranza che lo sostiene, disatteso un impegno con quei milioni di italiani che si trovano a dover pagare in pochi giorni quello che era stato sospeso per un anno e mezzo: è inaccettabile nel merito e nel metodo perché, quando prende impegni, un Governo li deve mantenere, Draghi o non Draghi; chiunque è obbligato a essere coerente con la parola data;
tra i tanti, c'è un provvedimento che è stato corretto in maniera parziale dalla legge di bilancio 2022, lasciando per altro irrisolti i problemi che andrà a creare. Il riferimento è alla misura introdotta nel decreto fiscale, che andrà a modificare il campo di applicazione dell'IVA per quanto riguarda il mondo associazionistico. Un provvedimento pesantissimo, che – come detto – è stato corretto solo parzialmente e in modo piratesco. La Commissione bilancio del Senato, infatti, ha approvato un emendamento che ha differito il problema di un paio d'anni. Verrebbe da dire che, tutto sommato, il problema temporaneamente è stato risolto, se non fosse che ha aggravato la situazione di tutto il comparto. Sono valutazioni che non fa soltanto Fratelli d'Italia, ma che sono anche del forum del terzo settore – l'unica parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano – che ha pesantemente criticato questa manovra. Il provvedimento di rinvio non ha prodotto e non produrrà risultati efficaci. Il mondo delle associazioni, infatti, deve ancora valutare se trasformare la propria natura giuridica da associazione semplice ad associazione di promozione sociale, andando a modificare il proprio statuto: con questa spada di Damocle rimasta sulla testa, all'evidenza non prenderà, nella sua gran parte, in considerazione l'ipotesi di trasformazione in associazione di promozione sociale. È un aspetto importante che non solo non è stato risolto, ma addirittura è stato appesantito; il rinvio non è assolutamente la panacea per la soluzione del problema e l'augurio è che – in futuro – si possa arrivare a una definizione, la più perentoria possibile, che risolva radicalmente la questione introdotta con l'approvazione del decreto fiscale;
c'è poi un altro aspetto che deve essere affrontato, ancora nell'ambito dell'associazionismo. Questa volta siamo di fronte alle problematiche del mondo dello sport che da sempre, almeno in Italia, presenta un problema endemico relativo alla sua partenza dal basso. Ci riferiamo alla presenza dello sport all'interno delle scuole. Da sempre diciamo che non ci potrà essere una crescita omogenea dello sport nel nostro Paese senza una sua crescita equilibrata all'interno delle nostre scuole. Ebbene, avevamo salutato con attenzione, curiosità e anche con rispetto l'introduzione all'interno del disegno di legge di bilancio di una norma che prevedeva l'inserimento dell'attività motoria nella scuola primaria: un fatto epocale, veramente importante, rispetto al quale ci eravamo impegnati a seguire con attenzione l'iter di questa parte della manovra. Purtroppo, questo aspetto legato alla possibilità di poter fare finalmente crescere il mondo dello sport all'interno dell'istituzione scolastica è stato rivoluzionato, svuotato di significati e di investimenti, ed è stato ridotto a un mero provvedimento di facciata che andrà per l'ennesima volta a rinviare il problema;
per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, lo sport è dunque clamorosamente assente;
al riguardo, citiamo rapidamente gli emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato al Senato e che non sono stati minimamente degnati neanche di una discussione e che riguardavano la possibilità che le spese derivanti dalla crisi pandemica potessero essere affrontate con risorse dello Stato per attenuare le perdite, che assommano a circa il 50 per cento dei proventi medi abituali dell'attività sportiva; abbiamo chiesto l'inserimento di un bonus wellness, un intervento per il pagamento delle utenze, il differimento per il pagamento dei mutui e dei leasing, ma tutto questo non ci è stato riconosciuto e non ci è stato neppure permesso di illustrare;
altro grande problema del tutto trascurato in questa legge di bilancio è quello legato alla situazione demografica in Italia. Come abbiamo visto dagli ultimi dati Istat, l'Italia registra, da gennaio 2021 a settembre 2021, 1,17 figli per donna. Eravamo a circa 1,59 l'anno precedente. Il crollo è stato repentino, tenendo conto del fatto che a livello europeo la media è di 2,1 per donna, soglia che permette appunto un ricambio generazionale. Ecco, quindi, che, tra le tante proposte che riteniamo essere importanti, vi è quella del congedo parentale o, meglio, dell'astensione facoltativa dal lavoro. È una misura da proporre per uomo e donna, ma noi sappiamo benissimo che, tra il compenso mensile di uomo e donna, c'è un differenziale di circa il 30 per cento, chiaramente a discapito del sesso femminile. Quindi, è chiaro, a fronte delle opportunità, quale quella attualmente in vigore, del congedo parentale fino a sei mesi dell'età del bambino con una decurtazione dello stipendio del 70 per cento, quale dei due sessi vi farà maggiormente ricorso;
comunque, non è solo questo il punto. Il punto è anche legato a una esigenza di tipo pedagogico, alla crescita armonica, anche serena, del bambino e, soprattutto, a dare l'opportunità alle famiglie e alle giovani coppie di scegliere la soluzione più consona alla propria situazione di vita. Un ulteriore significativo aiuto sarebbe potuto derivare, come da noi richiesto, dall'applicazione dell'aliquota agevolata al 5 per cento per i prodotti legati alla prima infanzia, che sono tantissimi e costosissimi. Quando sentiamo parlare di inverno demografico, in realtà siamo consci del fatto che la situazione è molto più grave: siamo in completa emergenza demografica poiché figli non li fa più nessuno. Una mano a quelli che vogliono fare i figli, abbassando l'aliquota IVA al 5 per cento sui prodotti per la prima infanzia, la vogliamo dare o vogliamo soltanto predicare quando non ci costa niente? Per quanto riguarda poi la cosiddetta tampon-tax apprezziamo che l'aliquota sia stata ridotta dal 22 al 10 per cento, ma appare insufficiente;
ebbene non si vede perché l'aliquota IVA non sia stata ridotta al 5 per cento, aliquota per altro in linea con quella in vigore in molti Paesi europei: la Francia è già scesa al 5,5 per cento, la Germania al 7 per cento, il Belgio al 6 per cento, il Portogallo al 6 per cento, l'Irlanda naturalmente è intervenuta prima della direttiva del 2006 e ha addirittura annullato l'IVA. Johnson, nel Regno Unito, prima l'aveva abbassata al 5 per cento e adesso l'ha annullata e se l'è venduta come un effetto della Brexit. Quindi, stiamo parlando non di cose irrilevanti, ma di un riconoscimento, un sostegno, un aiuto e un segnale alle donne, in quanto anche in questo caso si tratta di un bene necessario e non voluttuario;
esprimiamo piena soddisfazione, invece, sulla decisione del Governo di ascoltare le proposte formulate al riguardo da Fratelli d'Italia, finanziando anche la ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Si tratta di un modello messo immediatamente in campo dal governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, che da mesi proponevamo al Governo, affinché fosse portato in tutte le scuole italiane. Resta invece l'amarezza, sempre con riferimento alla scuola, per la mancanza della capacità e anche della volontà di intervenire in alcuni ambiti, che ormai da troppo tempo aspettano risposta. C'è grande delusione per la parziale proroga dell'organico COVID del personale ATA: con gli stanziamenti di bilancio previsti, non sappiamo come si pensi di fronteggiarne le necessità. C'è poi tutta la questione riguardante la mobilità, sia degli insegnanti, sia dei dirigenti scolastici. Non viene data risposta ai direttori generali dei servizi amministrativi, con un aumento della loro indennità amministrativa. C'è la questione dei percorsi abilitanti: nella scuola abbiamo tanti precari, che sarebbero pronti ad essere immessi in ruolo e a riempire gli spazi disponibili – che ci sono – per fare in modo che la scuola italiana abbia personale adeguato, visto soprattutto quanto ha subito negli ultimi tempi. C'è infine la questione, che veramente non capiamo, degli idonei STEM (science, technology, engineering and mathematics), che hanno sostenuto un concorso e che aspettano da tempo di essere stabilizzati. Non si capisce la ragione per la quale tutte le forze politiche diano loro solidarietà a chiacchiere e poi invece non si assuma una decisione sacrosanta, che non ha un costo rilevante;
che dire poi di quello psicodramma in cui la maggioranza ha trasformato, nel tempo, il superbonus? Avete tribolato tanto a raggiungere un accordo, ma ci voleva tanto a capire che su questo tema servono certezza dei tempi, semplificazione delle procedure e, ovviamente, riconoscimento del valore della cessione del credito d'imposta? Fratelli d'Italia vi chiedeva solo questo – a dire il vero ve lo chiedevamo in tanti – ma, purtroppo, avete fatto troppo poco anche in questa direzione;
del tutto positivo è lo stanziamento, disposto in ragione dell'approvazione al Senato di un emendamento di Fratelli d'Italia, di 10 milioni di euro da destinare al fondo per gli immobili occupati: altro che 10 milioni per qualche marchetta in giro! Se a un proprietario di immobile residenziale occupano la casa fino ad oggi – prima dell'approvazione di questo disegno di legge di bilancio – egli continua a essere tenuto a pagare tutte le tasse su quell'immobile: la quota Irpef, la quota IMU, se non è prima casa, e la quota Tari. Grazie a Fratelli d'Italia, da quando viene fatta la denuncia di occupazione dell'immobile a quando quell'immobile non viene liberato, le tasse sull'immobile occupato non saranno più dovute;
abbiamo ribadito più volte, anche in quest'Aula, che non ci sembra normale che una patente per guidare i camion in Italia costi 2.500 euro e nel Regno Unito 250. Al danno si aggiunge la beffa, perché gli stipendi per gli autisti professionisti in Italia sono tra i più bassi. Non si arriva nemmeno a 30.000 euro lordi, a fronte di quanto si guadagna in altre nazioni europee. Il costo della formazione chiaramente penalizza oltremodo i lavoratori italiani. Andava garantito, quindi, un supporto economico proprio per avviarli al mondo del lavoro. Si parla tanto dell'introduzione dei giovani al mondo del lavoro, della grande questione lavorativa e poi lo Stato si gira dall'altra parte. Continueremo a ripeterlo: secondo noi, in Italia costa troppo prendere una patente di guida per diventare autista. Ci vuole troppo tempo. In Italia il corso di studi arriva a sette mesi, mentre nel Regno Unito è di due mesi. Nell'Est europeo con un paio di mesi si consegue il titolo che consente di introdurre i giovani al mondo del lavoro in questo comparto. Il Governo pensa di aver risolto la questione con il bonus patente. Abbiamo, come Fratelli d'Italia, chiesto al Senato di allargare la platea di coloro che potevano usufruire di questa possibilità anche ad altre categorie di autisti e ad altre tipologie di autotrasportatori, ma l'emendamento è stato clamorosamente rigettato;
quanto all'agricoltura nella legge di bilancio è riservato poco rispetto a un settore non solo primario per definizione, ma fondamentale per la nostra economia, atteso che l'agricoltura e l'agroalimentare rappresentano un quarto del nostro PIL. Non basta all'evidenza sostenere che in questo disegno di legge di bilancio le risorse per l'agricoltura sono raddoppiate rispetto alla precedente legge quando, in termini assoluti, su una manovra come questa si arriva a stanziare poche centinaia di milioni come risorse dirette per il settore. Questi numeri attestano quanto poco centrale sia l'agricoltura nell'agenda politica di questo Governo, che di fatto dimostra di non credere, perché non investe e non dedica risorse – non diciamo importanti, ma almeno accettabili – a un settore che, in questo periodo di crisi dovuta alla pandemia, ha dimostrato di non arrendersi mai e di garantire il cibo per tutti;
ma ci sono altri elementi che ci preoccupano: il primo è fondamentale e determinante per la tenuta del settore. Abbiamo l'impressione – e sinceramente ce ne dispiace – che non ci siano una visione, un piano strategico per la nostra agricoltura, ma che si cerchi di mettere sempre una toppa alle troppe emergenze; tante toppe e nessuna visione. Una mancanza di visione – a nostro avviso, ad esempio – si registra appieno nella mancanza, ad oggi, di un piano strategico nazionale, da presentare fra pochi giorni alla Commissione europea, per l'attuazione della prossima politica agricola comune (PAC);
si parla tanto di transizione ecologica, i leader europei lanciano slogan che sicuramente colpiscono l'immaginario collettivo: 3 miliardi di alberi da piantare da oggi al 2030. Siamo già in ritardo, perché ad oggi non se ne è piantato, di fatto, nemmeno uno. Ma, se proviamo a fare un conto veloce, significa piantare 300 milioni di alberi l'anno, un milione di alberi al giorno. Ma ci rendiamo conto? Ma ammesso che sia anche possibile, ci chiediamo se esista un piano di piantumazione nel nostro Paese. Ma soprattutto, chi produce questi alberi e quanti se ne possono produrre? Non lo sappiamo, perché non c'è alcuna strategia. Oltre a non investire sul verde, il problema è che non si fa niente sul piano legislativo per aiutare il settore. Nello specifico del disegno di legge di bilancio, come Fratelli d'Italia abbiamo proposto la riformulazione del bonus verde, ma siamo rimasti inascoltati. Non solo: la legge sul florovivaismo, approvata alla Camera è bloccata da mesi al Senato: insomma, abbiamo bisogno di piante e blocchiamo una legge per dare certezze a chi le produce;
rimaniamo sempre sul tema ambientale: stiamo attraversando una vera e propria emergenza relativa alla fauna selvatica, che sta mettendo a serio rischio l'equilibrio faunistico e ambientale. È soprattutto un fenomeno che sta mettendo in ginocchio molti agricoltori e allevatori: l'eclatante sovraffollamento di cinghiali che, ormai, arrivano a passeggiare tranquillamente nelle strade delle città. I cinghiali sono un pericolo per l'ambiente, ma soprattutto un pericolo sanitario: detti animali trasmettono la peste suina africana la cui eventuale propagazione nel Paese equivarrebbe alla fine della suinicoltura e della produzione di insaccati, una delle nostre produzioni di eccellenza. Cosa si fa con questa manovra finanziaria? Si stanziano risorse per la sterilizzazione, invece di predisporre risorse per un serio piano nazionale straordinario di abbattimenti, al fine di portare quegli animali a un numero sostenibile, per poi mettere in campo tutte le azioni necessarie per il contenimento, compresa la modifica della legge 11 febbraio 1992, n. 157, ormai vecchia di quasi trent'anni e non più idonea ad affrontare le situazioni odierne. Nonostante quanto evidenziato, non si mettono risorse per compensare gli agricoltori da questi danni. Così come abbiamo trovato un muro anche sulla proposta di Fratelli d'Italia di agevolare le cessioni agricole all'interno dei contratti di rete. Siamo stati inascoltati. Poche, infine, le risorse stanziate per interventi finalizzati al contrasto della xylella che, a causa di una pessima gestione della crisi da parte dell'amministrazione regionale della Puglia, sta distruggendo un intero comparto e territorio;
purtroppo non c'è stato spazio per molte altre battaglie che Fratelli d'Italia aveva provato a portare all'attenzione del Senato. Gli italiani hanno bisogno di lavoro e noi – da sempre – abbiamo avanzato proposte, anche per il disegno di legge di bilancio. Abbiamo proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: più assumi, meno tasse paghi. È una cosa di buon senso. Con un meccanismo composito, abbiamo proposto una super deduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di lavoro; come abbiamo il superbonus per gli ammortamenti, abbiamo proposto di introdurre il superbonus per chi assume persone in Italia: si agevola in tal modo l'economia reale e si penalizzano le grandi concentrazioni economiche, che fanno utili in Italia senza assumere. Una proposta di mero buon senso, ma l'emendamento è stato bocciato;
purtroppo Gualtieri si era sbagliato quando aveva detto che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro a causa del COVID-19; il posto di lavoro l'hanno perso in moltissimi: lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, partite IVA. Sono in molti ad aver perso il posto di lavoro. Abbiamo proposto allora la creazione di un fondo per la ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia, attraverso sistemi collaudati, ossia ponendo a carico dello Stato il 50 per cento dei contributi previdenziali che sono a carico del datore di lavoro. È un meccanismo che, per esempio, già funziona per l'occupazione femminile o l'occupazione giovanile. Anche questa ci sembrava una misura semplice, immediata e di buon senso, ma è stata bocciata;
abbiamo anche sollecitato un intervento contro la concorrenza sleale che subiscono prevalentemente i nostri commercianti. Esiste il meccanismo delle imprese «apri e chiudi»: chiunque sa che il fisco prende contezza di un'attività non prima di due anni. Legalmente, se io apro un'attività, posso tranquillamente non versare un euro allo Stato prima di ventiquattro mesi, non facendo qualcosa di illegale, ma semplicemente applicando la legge. Però, se io alla fine dei due anni sparisco, il fisco non mi rintraccia più. E allora ci sono delle piccole accortezze che si possono adottare: per i soggetti a rischio, prevalentemente chi è extracomunitario (non perché si voglia fare discriminazione, ma perché è più facilmente non più reperibile), istituire un fondo cauzionale o una fideiussione sulle tasse che saranno dovute;
in conclusione, analizzando il testo della legge di bilancio 2022 a nostre mani, più che una legge volta al futuro dell'Italia ci sembra di avere a che fare con la vecchia «legge mancia», allora contestata dalla sinistra, pur costituendo un'appendice della legge finanziaria, e oggi elevata della sinistra a legge di sistema. Ciò a dimostrazione di come, per tenere in piedi una maggioranza così eterogenea e frastagliata, ci sia bisogno di una mediazione al ribasso e di cercare di accontentare tutti, il che non fa certo bene alla Nazione;
appare inusuale e lesivo delle prerogative parlamentari il metodo con cui le commissioni e l'Aula hanno contribuito alla formazione dell'atto, nella cosiddetta «legge delle due notti», fra commissione Bilancio del Senato e Aula;
il metodo, superficiale, con cui è stato condotto l'esame ci preoccupa: per il ritardo con il quale è approdato in Parlamento, cosa che, inevitabilmente, ha contingentato i tempi del dibattito, con il ricorso all'ormai tradizionale maxi-emendamento e alla questione di fiducia, e per i contenuti stessi del disegno di legge che, in diversi casi, non si limitano ad indicare le coperture finanziarie, ma arrivano a modificare, anche in maniera profonda, aspetti centrali della vita quotidiana di milioni di nostri concittadini;
il momento del confronto è fondamentale, in quanto si è davanti a dei provvedimenti destinati ad incidere in maniera molto significativa sul rapporto fra cittadini e amministrazione, fra le amministrazioni e le imprese e fra le imprese e i loro dipendenti. Ciò che non è avvenuto nel momento della predisposizione del testo;
la necessità di un sostegno a settori cruciali della vita nazionale è urgente e necessaria;
il riferimento è al trasporto aereo, con la necessità di assicurare il sostegno al reddito al personale Alitalia e Air Italy, al siderurgico, all'automotive, al comparto del bianco con Whirlpool e non solo, alle telecomunicazioni, ai call center, alla grande distribuzione organizzata, al credito, con, fra l'altro, la vicenda Monte dei Paschi di Siena, ai distretti maggiormente esposti alla concorrenza sleale, all'agroalimentare e alla pesca, con quest'ultima interessata da una parziale riforma degli ammortizzatori sociali, senza dimenticare la grave incertezza che pesa sui comparti soggetti alla direttiva europea sulle concessioni, principalmente commercio ambulante, balneari e taxi;
appare evidente e necessario adeguare la normativa che prevede la relazione sugli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile) nell'ambito del ciclo di bilancio, così come sugli obiettivi di digitalizzazione, come già il Parlamento indicò al governo in specifiche mozioni;
il provvedimento in esame non reca disposizioni volte a garantire l'accesso a tutta la popolazione mondiale a vaccini ed eventuali cure, a prezzi accessibili e sostenibili, per debellare in tutto il mondo la pandemia;
il provvedimento non reca norme volte allo sviluppo delle competenze (miglioramento delle competenze esistenti) e la riqualificazione (formazione volta all'acquisizione di nuove competenze), definiti a livello europeo come una partecipazione di almeno il 60 per cento degli adulti a corsi di formazione ogni anno, con l'obiettivo di: guidare i giovani nel mondo del lavoro favorendo programmi di apprendimento durante e dopo la scuola dell'obbligo, migliorando la formazione offerta dalle Università e operando in stretto contatto con il settore privato, per garantire che i percorsi formativi rispondano alle esigenze del mercato del lavoro e che siano indirizzati alle transizioni ecologica e digitale; introdurre servizi di formazione permanente, per garantire a tutte le fasce di età la possibilità di ricevere gli strumenti necessari per il re-inserimento nel mercato del lavoro, riducendo la platea dei cosiddetti sfiduciati, ovvero persone senza lavoro, e che non lo cercano; formare e informare i cittadini sui temi dello sviluppo sostenibile e sulle competenze digitali di base;
il sostegno e la tutela dello spettacolo dal vivo – quale strumento fondamentale di espressione artistica, di crescita culturale, pedagogica, sociale, economica e formativa della collettività, riconosciute ai sensi degli articoli 9, 21 e 33 della Costituzione – deve garantire il consolidamento e lo sviluppo del settore artistico della nostra Nazione;
pertanto, in questa penultima legge di bilancio di questo Parlamento, è necessario tra le altre cose porre l'accento sulla difesa della cultura italiana, devastata dalla crisi economica derivante dall'emergenza sanitaria e dalle restrizioni anti COVID-19;
lo stravolgimento di prospettiva di vita artistica e di fruizione culturale portato dalla pandemia ha direzionato le battaglie di Fratelli d'Italia: perché se le medicine sono la cura del corpo, la cultura è la cura dell'arte e tutti i cittadini devono beneficiarne;
la pandemia ha modificato nettamente i nostri consumi di cultura e pertanto, la nostra proposta di poter detrarre il consumo culturale diviene di stretta attualità;
la realizzazione di un sistema fiscale che preveda la detrazione delle spese per l'acquisto di beni e servizi culturali si declina come basilare in una Nazione ricca di arte e cultura come l'Italia. La detrazione fiscale per l'acquisto di biglietti di ingresso e di abbonamenti a musei, cinema, concerti, spettacoli teatrali e dal vivo, e le spese sostenute per l'acquisto di libri e di materiale audiovisivo – protetti da diritti d'autore – segnerebbe una prima svolta a cui si affiancherebbe poi, l'abbassamento dell'IVA al 4 per cento sui prodotti culturali;
l'industria dell'arte e della cultura in Italia mettono in moto una filiera produttiva e un numero di addetti ai lavori molto importante e, pertanto, necessitano di attenzione massima non solo per il riflesso in ambito strettamente artistico–culturale, ma anche in ambito economico e sociale. Attenzione mancata in questa penultima legge di bilancio della XVIII legislatura;
nell'ambito dell'attività istruttoria del provvedimento, i soggetti auditi hanno evidenziato necessità poi non esaminate nel corso della conversione dell'atto;
le mancanze del testo approdato alla Camera dei deputati sono ampie e diverse;
non sono presenti interventi volti a sbloccare la grave situazione di disagio a cui sono soggetti numerosi Dirigenti Scolastici collocati fuori regione e di evitare l'ulteriore stallo della mobilità interregionale a cui sarebbero soggetti molti dei Dirigenti Scolastici vincitori del concorso 2017 e collocati fuori regione nonché i dirigenti scolastici in ruolo da anni e assegnati fuori della propria regione, a seguito dei divieti di spostamento dettati dalla pandemia;
non sono presenti interventi volti a porre chiarezza sulle responsabilità dirigenziale in termini di sicurezza delle istituzioni scolastiche, in un momento in cui anche nelle cosiddette zone rosse si prescrive la riapertura dell'attività didattica in presenza per la scuola dell'infanzia, elementare e per la prima media;
non sono presenti interventi per la stabilizzazione dei precari di INDIRE, che ora sono stati licenziati;
non sono presenti interventi, richiesti dalla maggioranza dei gruppi parlamentari in prima lettura, per rifinanziare il Fondo per l'Intrattenimento digitale;
il Fondo, istituito con una prima dotazione di 4 milioni, è destinato al finanziamento diretto di prototipi di videogiochi commerciali Made in Italy fino al 50 per cento dei costi eleggibili complessivi per ciascun prototipo. Lo stanziamento previsto per il 2020, pari, appunto, a 4 milioni di euro, è andato esaurito dopo sole tre ore dall'apertura ufficiale da parte del MiSE, il 30 giugno 2021, per le richieste di accesso al finanziamento;
lo sviluppo e la preproduzione di un prototipo di videogioco costituisce un processo particolarmente dispendioso in termini di risorse, e lo stanziamento iniziale del Fondo si è rivelato insufficiente – a fronte di una fortissima richiesta da parte delle aziende – per supportare il settore;
non sono presenti interventi per la rete di vendita delle edicole;
l'emergenza COVID-19, nella sua drammaticità, ha evidenziato come la rete di vendita delle edicole costituisca un servizio di interesse generale per il Paese, essenziale per garantire l'esercizio dei diritti di libertà riconosciuti dall'articolo 21 della Costituzione, nonché dall'articolo 10 della CEDU e dall'articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione europea;
la rete di vendita delle edicole è infatti essenziale per garantire in concreto il diritto all'informazione: in termini percentuali oltre il 73 per cento della popolazione adulta legge su carta (l'Italia infatti è il quarto più grande mercato nel campo delle pubblicazioni di notizie in Europa ma è al penultimo posto in merito al numero di persone che usano il Web per leggere le notizie);
l'informazione cartacea è quindi ancora fondamentale per garantire l'accesso all'informazione degli italiani senza considerare poi che quasi il 90 per cento del fatturato diffusionale delle imprese editoriali deriva dalle vendite dei prodotti cartacei che sono veicolati quasi integralmente dalle edicole (secondo il report PWC Italy 2020–2025 nel 2020 i ricavi diffusionali dei quotidiani italiani derivanti dalla vendita del prodotto cartaceo hanno rappresentato l'87,9 per cento del totale e nel 2025 rappresenteranno ancora 87,4 per cento del totale);
in relazione al quadro sopra delineato, è necessario accrescere e rafforzare gli strumenti a tutela della rete di vendita della stampa, estendendo alle edicole alcune misure già previste dalla Legge di Bilancio 2022 e introducendone di nuove per cogliere le opportunità di sviluppo e liberare il potenziale delle edicole in termini commerciali e di servizi di prossimità al cittadino;
similmente a quanto fatto con il tax credit per le librerie nell'ambito della Legge di Bilancio 2022, considerato il ruolo e la funzione delle edicole di servizio essenziale per l'accesso all'informazione a mezzo stampa e tenuto conto dell'impatto positivo che il tax credit edicole ha dimostrato sul settore come concreta misura di sostegno, sarebbe stato necessario prorogare il credito di imposta introdotto dall'articolo 1, c. 806 e seguenti, della Legge 30 dicembre 2018, n. 145, anche per il 2023, relativamente alle spese sostenute dagli edicolanti nel corso del 2022. Tale misura andrebbe infatti a sostenere gli investimenti e il livello di spesa produttiva delle imprese del settore nel 2022;
non sono presenti interventi volti a istituire un incentivo allo sport, che possa essere utilizzato nella capillare rete associativa sportiva di base, affinché i cittadini beneficino di ingressi calmierati laddove non del tutto gratuiti per riportarli a praticare sport in maniera costante e continuativa. Non sono presenti interventi volti a prevedere nuovi incentivi per il sistema sportivo dal punto di vista fiscale, quali ad esempio strumenti per la detrazione delle spese sostenute per l'attività sportiva;
il comma 350 del presente provvedimento reca interventi per l'editoria libraria pari a 30 milioni, insufficienti per sostenere il settore;
il comma 375 reca interventi per l'editoria, con la costituzione di un «Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria», con una dotazione pari a 90 milioni di euro per l'anno 2022 e a 140 milioni di euro per l'anno 2023;
il comma 779 reca lo stanziamento di 1 milione di euro per Brescia e Bergamo capitali italiane della cultura;
dal comma 783 e seguenti si recano una serie di interventi che, seppur condivisibili per il ricordo e il sostegno a manifestazioni culturali come per gli anniversari di Puccini o di Pier Paolo Pasolini, appaiono di natura «settoriale» e «micro» rispetto le esigenze complessive della politica economica nazionale;
il comma 797 reca lo stanziamento di 1 milione per i carnevali storici;
il provvedimento non reca, però, misure per la rievocazione storica, nello specifico per la maggiorazione dei fondi a disposizione già introdotti grazie a Fratelli d'Italia;
quanto al cosiddetto «Governo dei migliori» ci auguriamo che il presidente Draghi, con il rispetto che Fratelli d'Italia gli riconosce come persona, voglia anche lui calarsi un po' nell'umiltà che ogni cittadino deve avere, magari convenendo con noi che gli organi parlamentari non sono un optional a sua disposizione;
questa legge di bilancio è nei fatti solo l'effetto di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, insieme non riescono a stare se non perché così impone loro il ricorso al voto di fiducia di cui il Governo abusa a piene mani. Il compromesso al ribasso, tuttavia, produce l'assenza di una visione: non c'è visione politica in questa manovra; non c'è rilancio per la Nazione perché non c'è amore per la Nazione italiana e per quella che noi chiamiamo Patria,
DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.