VIII Commissione

Ambiente, territorio e lavori pubblici

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)

Commissione VIII (Ambiente)

Comm. VIII

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
SOMMARIO
Martedì 7 dicembre 2021

SEDE CONSULTIVA:

Ratifica ed esecuzione dell'Emendamento al Protocollo di Montréal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, adottato a Kigali il 15 ottobre 2016. C. 2655 Governo, approvato dal Senato. (Parere alla III Commissione) (Esame e rinvio) ... 56

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto forestale europeo riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana, con Allegato, fatto a Helsinki il 15 luglio 2021. C. 3318 Governo (Esame e rinvio) ... 57

D.L. n. 146/2021: Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili. C. 3395 Governo, approvato dal Senato. (Parere alle Commissioni VI e XI) (Esame e rinvio) ... 58

SEDE REFERENTE:

Disposizioni per l'incremento degli impianti destinati al pretrattamento, alla selezione della frazione organica e degli imballaggi e al recupero energetico dei rifiuti urbani, assimilati e speciali non pericolosi, nonché misure volte a favorire l'economia circolare. C. 1792 Gelmini (Seguito esame e rinvio) ... 60

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-07215 Foti: Eliminazione del riferimento all'end of waste nella valutazione dei «progetti faro» di economia circolare del PNRR nel settore della carta e del cartone ... 61

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 63

5-07216 Pezzopane: Sostegno dell'Italia all'iniziativa di altri Stati membri per un progetto legislativo europeo sulla protezione del suolo ... 61

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 64

5-07217 Maraia: Esclusione dal finanziamento pubblico dei progetti basati sulla cattura e stoccaggio della CO2 (carbon capture and storage – CCS) ... 62

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 66

5-07219 Dara: Realizzazione di impianti di trattamento e recupero rifiuti nel Centro-Sud, anche alla luce del trasferimento dei rifiuti nel Nord del Paese e del conseguente sovraccarico di alcuni suoi impianti ... 62

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 67

5-07220 Plangger: Recepimento delle prescrizioni sanitarie evidenziate dai sindaci del territorio già nelle more della conclusione della procedura di riesame dell'autorizzazione integrata ambientale per l'esercizio della raffineria di Milazzo ... 62

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 69

VIII Commissione - Resoconto di martedì 7 dicembre 2021

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 7 dicembre 2021. — Presidenza della presidente Alessia ROTTA.

  La seduta comincia alle 13.10.

Ratifica ed esecuzione dell'Emendamento al Protocollo di Montréal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, adottato a Kigali il 15 ottobre 2016.
C. 2655 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Elena RAFFAELLI (LEGA), relatrice, intervenendo da remoto, ricorda come ormai da diversi decenni la Comunità internazionale abbia preso coscienza della minaccia rappresentata dal danneggiamento dell'ozono stratosferico e abbia cercato, in sede internazionale, di individuare strategie comuni per il controllo e la riduzione delle emissioni di sostanze che riducono lo strato di ozono.
  Il primo atto internazionale relativo alla materia è la Convenzione siglata a Vienna nel 1985 che prevedeva l'adozione di un protocollo successivo e l'istituzione di una conferenza delle Parti. Il 16 settembre del 1987 è stato quindi siglato a Montreal un «Protocollo sulle sostanze nocive per l'ozono stratosferico». Attualmente il Protocollo e la Convenzione – entrambi ratificati dall'Italia nel 1988 – contano 198 Parti ed è lo strumento operativo del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) per la protezione dell'ozono stratosferico.
  Tra gli obiettivi principali perseguiti con il Protocollo e i successivi emendamenti ad esso apportati, si configurano quelli diretti a: regolamentare il consumo e la produzione di determinate categorie di sostanze che incidono sulla consunzione dell'ozonosfera; stabilizzare i livelli annui di produzione e di consumo delle sostanze inquinanti; regolare i rapporti con gli altri Stati che non siano Parti.
  Dal punto di vista giuridico il Protocollo è costruito in maniera «flessibile»: esso può infatti essere emendato o soggetto ad «aggiustamenti» (questi ultimi riguardano modifiche degli allegati o dei termini fissati per la riduzione del consumo e della produzione di sostanze e possono essere adottati per consenso). Devono invece essere ratificati da almeno due terzi delle Parti gli «emendamenti», dal momento che riguardano l'aggiunta di nuove sostanze e delle relative misure di controllo nonché qualsiasi altra modifica dell'articolato del Protocollo.
  In passato il Protocollo è stato oggetto di 4 modifiche.
  La prima modifica (del 1990) riguardava l'inserimento di ulteriori sostanze nocive e la progressiva riduzione della produzione e del consumo delle sostanze che provocano l'assottigliamento della fascia di ozono.
  La seconda modifica (nel 1992) ha accelerato i termini fissati per l'eliminazione di alcune sostanze ed ha ampliato la lista delle sostanze nocive per l'ozonosfera.
  La terza modifica (nel 1997) ha introdotto nuovi controlli del commercio di sostanze che riducono lo strato d'ozono.
  La quarta modifica (del 2002) ha introdotto, sostanzialmente, nuovi controlli sulla produzione e sul commercio di idroclorofluorocarburi (HCFC) e la definizione del calendario di eliminazione per produzione e consumo di bromo-clorometano.
  Il provvedimento in esame, sottoscritto da 197 Parti, reca adesso la quinta modifica, entrata in vigore a livello internazionale il 1° gennaio 2019.
  Nell'ottobre del 2016, la Riunione delle Parti contraenti tenutasi a Kigali, in Ruanda, ha approvato l'Emendamento al testo del Protocollo – entrato in vigore lo scorso 1° gennaio – relativo alla riduzione degli idrofluorocarburi (HFC) elencati in un apposito allegato, sostanze, utilizzate in particolare nei settori della refrigerazione e del condizionamento dell'aria, che pur non avendo un impatto sullo strato dell'ozono atmosferico, possono determinare un elevato potenziale di riscaldamento globale.
  L'Emendamento esplicita l'impegno ad applicare nei confronti di tali sostanze gli obblighi e le prescrizioni introdotti nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e del relativo Protocollo di Kyoto.
  Il testo divide i Paesi in tre gruppi in funzione della data rispetto alla quale devono congelare la produzione e il consumo di HFC; per i Paesi sviluppati (Paesi A2), gli impegni di riduzione delle emissioni del 10 per cento rispetto alla loro quota base è previsto prendano avvio sin dal 2019, per concludersi nel 2036 con una riduzione complessiva pari all'85 per cento.
  Al termine delle varie fasi di riduzione, anche gli altri Stati sono tenuti a consumare e produrre non più del 15-20 per cento rispetto alle loro rispettive quote base, rispettivamente entro l'anno 2045 per i Paesi in via di Sviluppo del Gruppo 1, ed entro il 2047 per Paesi in via di sviluppo del Gruppo 2, fra cui vengono annoverati India, Iran, Pakistan e i Paesi arabi del Golfo.
  L'Emendamento obbliga, inoltre, ciascuna Parte a istituire entro il 1° gennaio 2019 o entro tre mesi dalla data di entrata in vigore dell'Emendamento, un sistema per il rilascio di licenze per l'importazione e l'esportazione degli HFC controllati dal Protocollo ed elencati in un apposito allegato, siano tali sostanze vergini, recuperate, riciclate o rigenerate.
  Per l'Italia, secondo quanto esplicitato nella relazione di accompagnamento, la ratifica in esame non imporrà obblighi addizionali per le amministrazioni centrali e le imprese, dal momento che il sistema giuridico nazionale e dell'Unione europea risultano già conformi alle disposizioni da esso introdotte in ragione del fatto che il Regolamento (UE) 517/2014 ha introdotto misure persino più restrittive rispetto a quelle previste dall'emendamento medesimo.
  Il disegno di legge, già approvato dall'altro ramo del Parlamento, reca le consuete clausole di autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione, nonché la norma di copertura finanziaria legata all'impegno, a seguito della decisione assunta dalla Conferenza delle Parti tenutasi nel novembre 2017, di contribuire pro quota all'apposito Fondo Multilaterale per 2.118.432 euro annui a decorrere dal 2020.
  Tenuto conto della finalità dell'accordo, che consentirà di porre l'Italia in linea con la posizione adottata dalla maggior parte dei Paesi dell'Unione europea (mancano le ratifiche solo dell'Italia, della Spagna e di Malta) nel quadro degli impegni internazionali per la protezione dell'ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici, preannuncia una proposta di parere favorevole.

  Alessia ROTTA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto forestale europeo riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana, con Allegato, fatto a Helsinki il 15 luglio 2021.
C. 3318 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Roberto MORASSUT (PD), relatore, intervenendo da remoto, fa presente che l'Istituto forestale europeo (IFE), creato nel 1993, è divenuto un'organizzazione internazionale con la Convenzione di Joensuu il 28 agosto 2003 ratificata dall'Italia. Attualmente fanno parte dell'Istituto, con sede in Finlandia, 29 stati europei e 128 organizzazioni associate e affiliate appartenenti a 40 paesi.
  Gli organi di vertice dell'IFE sono il Consiglio, in cui sono rappresentati i Paesi membri, il Comitato direttivo, di otto membri (tra cui il prof. Marchetti, dell'Università del Molise) e il Comitato consultivo scientifico, presieduto dalla prof. Paoletti dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del CNR di Firenze.
  Tra le attività di IFE ci sono quelle di facilitare e stimolare la creazione di reti collegate alle foreste, promuovere la diffusione di informazioni imparziali e pertinenti alle politiche relative alle foreste e alla silvicoltura e sostenere la ricerca forestale e l'uso di informazioni scientificamente valide come base per le politiche forestali.
  L'Istituto forestale europeo è finanziato principalmente attraverso progetti europei, come il programma per la ricerca e l'innovazione Horizon 2020 della Commissione europea, o mediante contributi concessi da ministeri nazionali e altre istituzioni. La Finlandia è il maggior contributore, in quanto Paese ospitante la sede centrale dell'Istituto. Per l'Italia vale un accordo di collaborazione permanente con un contributo di 40.000 euro annui, stanziati anche per il triennio 2019-2021.
  Il provvedimento riguarda l'apertura di una sede dell'IFE in Italia e segnatamente – sulla base della disponibilità del Mipaaf – presso la sede del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA), in via Manziana 30, a Roma.
  Nell'ambito della strategia dell'IFE per gli anni 2017-2021 riferita al tema prioritario della «resilienza» e alla ricerca sulla capacità delle foreste di fare fronte ai cambiamenti climatici, l'attività della sede in Italia si concentrerà sul tema delle foreste urbane e intende essere complementare alle attività di altre organizzazioni internazionali aventi sede a Roma che operano nel campo della gestione sostenibile delle risorse naturali, come la FAO e l'IFAD (International Fund for Agricultural Development)
  Rinvia alla documentazione degli uffici per l'illustrazione dettagliata dei 19 articoli di cui si compone l'Accordo. Quanto al contenuto del disegno di legge di ratifica, esso reca le ordinarie clausole di ratifica e ordine di esecuzione dell'Accordo, mentre l'articolo 3 riguarda la copertura degli oneri, derivanti dall'attuazione dell'articolo XVII dell'Accordo, pari a 500.000 euro annui a decorrere dall'anno 2021.
  Tenuto conto dei contenuti del provvedimento, preannuncia una proposta di parere favorevole.

  Alessia ROTTA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

D.L. n. 146/2021: Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili.
C. 3395 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni VI e XI).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Mario MORGONI (PD), relatore, intervenendo da remoto, si sofferma sui soli contenuti che involgono la competenza della Commissione.
  L'articolo 5, ai commi 2-bis e 2-ter stabilisce che la tassa sui rifiuti (TARI) non sia dovuta per taluni immobili indicati nel Trattato fra la Santa Sede e l'Italia, sottoscritto l'11 febbraio 1929. L'esenzione si applica per i periodi di imposta per i quali non è decorso il termine di accertamento del tributo nonché ai rapporti pendenti e non definiti con sentenza passata in giudicato.
  L'articolo 7 reca il rifinanziamento del Fondo per l'incentivazione della mobilità a basse emissioni con complessivi 100 milioni di euro per l'anno 2021. Il fondo riguarda gli incentivi alla mobilità a basse emissioni, i contributi cosiddetto ecobonus, per l'acquisto di autoveicoli elettrici e ibridi e i contributi per l'acquisto di autoveicoli con fasce di emissioni superiori, nonché per gli autoveicoli commerciali, speciali ed usati.
  Il comma 2-bis dell'articolo 7 prevede contributi per veicoli poco inquinanti. In particolare, dispone che il MIMS provveda alla concessione dei contributi già previsti dalla legge di bilancio 2019 per la riqualificazione elettrica dei veicoli secondo le modalità stabilite con un decreto ministeriale, anch'esso già previsto dall'articolo 74-bis del D.L. n. 104/2020.
  La disposizione che maggiormente investe le competenze della Commissione è recata dall'articolo 16-bis. La norma in commento reca misure finalizzate alla semplificazione e all'accelerazione delle procedure per la realizzazione degli interventi di rifunzionalizzazione degli immobili di proprietà statale, da destinare al soddisfacimento delle esigenze allocative delle medesime amministrazioni statali.
  La finalità dell'articolo in esame è quella di agevolare il rilascio di beni di proprietà di terzi utilizzati in locazione passiva con contratti scaduti o in scadenza entro il 31 dicembre 2023 e razionalizzare gli spazi in uso alle Amministrazioni dello Stato, attraverso la rapida realizzazione degli interventi di rifunzionalizzazione degli immobili di proprietà statale, da destinare al soddisfacimento delle esigenze allocative delle medesime Amministrazioni statali, in coerenza con le finalità di digitalizzazione e sostenibilità ecologica previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
  A tal fine viene disposto (dai commi 1-3) che l'Agenzia del demanio convoca una conferenza di servizi sul progetto di fattibilità tecnica ed economica, per la cui approvazione viene previsto un iter semplificato e accelerato, in particolare con la riduzione dei termini previsti in materia ambientale e paesaggistico-culturale.
  Il comma 4 dispone che, in deroga alla disciplina del Codice dei contratti pubblici, la verifica del progetto definitivo e del progetto esecutivo accerta, altresì, l'ottemperanza alle prescrizioni impartite in sede di approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, di quelle impartite in sede di valutazione ambientale e archeologica nonché di quelle eventualmente impartite all'esito della procedura prevista, in caso di amministrazioni dissenzienti, dall'art. 14-quinquies della legge 241/1990.
  Il comma 5 dispone che, fermo quanto previsto al comma 3, all'esito della verifica di cui al comma precedente, l'Agenzia del demanio procede direttamente all'approvazione del progetto definitivo o esecutivo.
  In base al comma 6, l'Agenzia del demanio può procedere all'affidamento congiunto della progettazione e dell'esecuzione dei relativi lavori (cosiddetto appalto integrato) anche sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica. L'affidamento avviene mediante acquisizione del progetto definitivo in sede di offerta ovvero, in alternativa, mediante offerte aventi ad oggetto i successivi livelli di progettazione, la realizzazione delle opere e il prezzo. In entrambi i casi, l'offerta relativa al prezzo indica distintamente il corrispettivo richiesto per i livelli di progettazione affidati e per l'esecuzione dei lavori.
  Qualora si rendano necessarie modifiche sostanziali, l'Agenzia del demanio può indire una nuova conferenza di servizi ai fini dell'approvazione del progetto definitivo e alla stessa è chiamato a partecipare anche l'affidatario dell'appalto che provvede, ove necessario, ad adeguare il progetto alle eventuali prescrizioni susseguenti ai pareri resi in sede di conferenza di servizi.
  Il comma 7 – al fine di favorire la più ampia digitalizzazione dei servizi e delle attività della pubblica amministrazione, anche per far fronte alle esigenze derivanti dal prolungamento dell'emergenza sanitaria – prevede che gli importi e i quantitativi massimi complessivi degli strumenti di acquisto e di negoziazione i cui termini di durata contrattuale non siano ancora spirati alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, anche se eventualmente sia stato già raggiunto l'importo o il quantitativo massimo, realizzati da Consip S.p.A. e dai soggetti aggregatori aventi ad oggetto servizi applicativi e sistemistici, servizi cloud e contact center, sicurezza, reti locali, server, PC e licenze software sono incrementati del 50% del valore iniziale, fatta salva la facoltà di recesso dell'aggiudicatario con riferimento a tale incremento, da esercitarsi entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
  Il comma 8 inserisce l'Agenzia del demanio tra i soggetti – individuati dal Codice dei contratti pubblici – iscritti di diritto nell'elenco delle stazioni appaltanti qualificate.
  In base al comma 9 – al fine di assicurare il conseguimento degli obiettivi di transizione ecologica ed innovazione digitale perseguiti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nonché di accelerare la realizzazione degli interventi di valorizzazione, manutenzione, rifunzionalizzazione, efficientamento energetico ed adeguamento sismico degli immobili di proprietà statale,
inclusi gli immobili confiscati gestiti dall'Agenzia del demanio – la predetta Agenzia opera utilizzando le risorse della Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici, di cui all'art. 1, commi dal 162 a 170 e 106 della legge 145/2018. A tal fine la struttura di cui al presente comma opera con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
  L'articolo 16-octies disciplina procedure semplificate e accelerate per assicurare l'avvio e la rapida conclusione delle attività finalizzate alla realizzazione del programma di interventi per le città di Bergamo e Brescia designate «Capitale italiana della cultura» per il 2023. Si tratta, in particolare, di interventi di manutenzione straordinaria degli immobili di proprietà dello Stato insistenti nei territori delle due città, cui il recente decreto-legge n. 34 del 2020 ha conferito il suddetto titolo di «Capitale italiana della cultura»
  A tal fine, le città di Bergamo e di Brescia sono autorizzate a presentare al Ministero della cultura, entro il 31 gennaio 2022, un progetto unitario di iniziative finalizzato a incrementare la fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale. Si dispone quindi che, previo accordo con le strutture del MIMS, l'esecuzione dei predetti interventi manutentivi possa essere gestita direttamente dall'Agenzia del demanio, qualora gli stessi interventi siano relativi ad immobili rientranti nei piani per la prevenzione del rischio sismico, per l'efficientamento energetico o in altri piani di investimento della medesima Agenzia, ovvero laddove possano essere comunque garantite economie di scala e forme di razionalizzazione degli investimenti.
  L'articolo 17, comma 2 incrementa di 187 milioni di euro per l'anno 2021 il fondo previsto dalla legge di bilancio 2021, istituito per fronteggiare i danni causati dagli eventi alluvionali verificatisi negli anni 2019 e 2020, per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza, al fine di far fonte alle esigenze derivanti dagli interventi urgenti previsti dall'articolo 25, comma 2, lettera d), del Codice della protezione civile (decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1).
  Si riserva, in conclusione, di presentare una proposta di parere che tenga conto degli elementi che emergeranno dal dibattito.

  Alessia ROTTA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.25.

SEDE REFERENTE

  Martedì 7 dicembre 2021. — Presidenza della presidente Alessia ROTTA.

  La seduta comincia alle 13.25.

Disposizioni per l'incremento degli impianti destinati al pretrattamento, alla selezione della frazione organica e degli imballaggi e al recupero energetico dei rifiuti urbani, assimilati e speciali non pericolosi, nonché misure volte a favorire l'economia circolare.
C. 1792 Gelmini.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 12 febbraio 2020.

  Alessia ROTTA (PD), presidente, ricorda che nella seduta del 12 febbraio 2020 la relatrice, onorevole Mazzetti, ha svolto la relazione introduttiva.
  Evidenzia che il provvedimento in esame, inserito nel programma dei lavori su sollecitazione del gruppo di Forza Italia, tratta una pluralità di materie successivamente oggetto di interventi normativi, quali ad esempio la disciplina della riduzione dell'uso della plastica negli imballaggi o ancora la normativa sulla cessazione della qualifica di rifiuto.
  Inoltre, sul tema della gestione dei rifiuti e dell'economia circolare sono pendenti presso questa Commissione numerose proposte di legge, tra cui cito in particolare la proposta a prima firma Bordonali C. 1446, in materia di gestione dei rifiuti urbani, dal momento che essa figura nel programma dei lavori della Commissione del mese di gennaio.
  Pertanto, per ragioni di economia dei lavori, chiede ai gruppi di valutare se promuovere una deliberazione di abbinamento delle proposte di legge presentate, a partire da quella citata, da prendere in esame nel prossimo Ufficio di presidenza.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.30.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Martedì 7 dicembre 2021. — Presidenza della presidente Alessia ROTTA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica, Vannia Gava.

  La seduta comincia alle 13.30.

  Alessia ROTTA, presidente, avverte che la pubblicità della seduta sarà assicurata – ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento e la prassi applicativa dei pareri della Giunta del Regolamento del 14 luglio 2004 e 26 giugno 2013 – anche attraverso la web-tv della Camera dei Deputati. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.
  L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 135-ter del Regolamento, aventi ad oggetto questioni di competenza del Ministero della Transizione ecologica.
  Ricorda che, per ciascuna interrogazione, il presentatore ha facoltà di illustrarla per non più di un minuto, mentre il rappresentante del Governo ha non più di tre minuti per la risposta. Successivamente, l'interrogante ha facoltà di replica, per non più di due minuti.

5-07215 Foti: Eliminazione del riferimento all'end of waste nella valutazione dei «progetti faro» di economia circolare del PNRR nel settore della carta e del cartone.

  Rachele SILVESTRI (FDI) illustra l'interrogazione in titolo di cui è cofirmataria, che tratta un tema – quello dell'end of waste – più volte approfondito dalla Commissione, che nel caso di specie viene particolarmente in evidenza dal momento che l'Italia è leader in Europa nel settore della carta riciclata.

  La sottosegretaria di Stato Vannia GAVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Rachele SILVESTRI (FDI), replicando, prende atto della risposta di cui ringrazia la sottosegretaria. Sottolinea che il secondo avviso pubblicato nel sito del Ministero della transizione ecologica ha creato un forte allarme nelle aziende del comparto. Si riserva, quindi, di intervenire successivamente sul medesimo argomento, volendo valutare quali saranno gli effetti sulla filiera conseguenti al citato avviso.

5-07216 Pezzopane: Sostegno dell'Italia all'iniziativa di altri Stati membri per un progetto legislativo europeo sulla protezione del suolo.

  Chiara BRAGA (PD), illustra l'interrogazione in titolo di cui è cofirmataria.

  La sottosegretaria di Stato Vannia GAVA, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Chiara BRAGA (PD), replicando da remoto, si dichiara soddisfatta dell'impegno rappresentato dalla rappresentante del Governo a sostenere, nell'ambito del Consiglio europeo, una iniziativa per la difesa del suolo. Ritiene che la circostanza per la quale il nostro Paese abbia in esame una legge volta a limitare il consumo di suolo costituisca un presupposto oggettivo del suo schieramento al fianco di quei Paesi che chiedono alla Commissione europea un progetto legislativo sulla protezione del suolo. Auspica pertanto un ruolo proattivo dell'Italia nella direzione sopraesposta nell'ambito del Consiglio ambiente che si svolgerà tra pochi giorni.

5-07217 Maraia: Esclusione dal finanziamento pubblico dei progetti basati sulla cattura e stoccaggio della CO2 (carbon capture and storage – CCS).

  Luca SUT (M5S) illustra, da remoto, l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmatario.

  La sottosegretaria di Stato Vannia GAVA, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Luca SUT (M5S), replicando da remoto, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta, riservandosi di affrontare di nuovo tale questione una volta che sia chiara la destinazione delle risorse pubbliche. Evidenzia, come riportato anche nella risposta della rappresentante del Governo, che si tratta di una tecnologia del tutto sperimentale e fa presente che laddove sono stati avviati progetti di questo tipo – ed in particolare si riferisce agli Stati Uniti d'America – questi sono stati abbandonati. Ritiene, infatti, che debbano essere valutati tutti gli effetti secondari, ovvero gli eventuali rischi economici e sociali, nonché quelli per la salute, cui si aggiungono anche i rischi dovuti alla situazione geologica, che in Italia risultano particolarmente rilevanti.

  Alessia ROTTA, presidente, avverte che è stata ritirata l'interrogazione 5-07218 Ruffino: Incompatibilità ambientale del progetto di due depuratori per i comuni bresciani del lago di Garda e iniziative per l'effettivo miglioramento delle acque del lago di Garda e del fiume Chiese.

5-07219 Dara: Realizzazione di impianti di trattamento e recupero rifiuti nel Centro-Sud, anche alla luce del trasferimento dei rifiuti nel Nord del Paese e del conseguente sovraccarico di alcuni suoi impianti.

  Tullio PATASSINI (LEGA), illustra da remoto l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmatario.

  La sottosegretaria di Stato Vannia GAVA, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Tullio PATASSINI (LEGA), replicando da remoto, ringrazia la sottosegretaria per la risposta, dalla quale si evince con chiarezza la necessità di aumentare la capacità impiantistica soprattutto in alcune aree del Paese in cui si registra una particolare carenza, anche avvalendosi dei fondi del PNRR.

5-07220 Plangger: Recepimento delle prescrizioni sanitarie evidenziate dai sindaci del territorio già nelle more della conclusione della procedura di riesame dell'autorizzazione integrata ambientale per l'esercizio della raffineria di Milazzo.

  Alessio Mattia VILLAROSA (MISTO), illustra, da remoto, l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmatario, sottolineando come il primato della tutela della salute, confermato dalle misure prese dal Governo nel corso della pandemia, venga disatteso qualora a doverla preservare siano le grandi aziende.

  La sottosegretaria di Stato Vannia GAVA, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Alessio Mattia VILLAROSA (MISTO), replicando, ringrazia per la risposta, di cui si dichiara parzialmente soddisfatto. Auspica che nella prossima riunione della conferenza dei servizi del 13 dicembre si possa risolvere la questione oggetto dell'interrogazione, evidenziando come l'elevata percentuale di malformazioni congenite meriti un'attenzione che ancora non è stata data. Rileva inoltre che nell'interrogazione si chiedeva per i comuni limitrofi un passaggio ulteriore, ovvero la presentazione di prescrizioni e non di semplici osservazioni, trovandosi alcuni di essi a poche centinaia di metri dagli impianti in oggetto.

  Alessia ROTTA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.10.

VIII Commissione - martedì 7 dicembre 2021

ALLEGATO 1

5-07215 Foti: Eliminazione del riferimento all'end of waste nella valutazione dei «progetti faro» di economia circolare del PNRR nel settore della carta e del cartone.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue.
  Il decreto del Ministro della transizione ecologica n. 397 del 28 settembre 2021 dispone che, nell'ambito della Missione 2, componente 1, investimento 1.2 del PNRR, finalizzato a potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento e riciclo, vengano finanziati progetti «faro» di economia circolare che promuovano l'utilizzo di tecnologie e processi ad alto contenuto innovativo in alcuni settori produttivi individuati nel piano di azione europeo sull'economia circolare, quali quelli relativi a elettronica e ICT, carta e cartone, plastiche, tessili. A tal fine il citato decreto distingue quattro linee di intervento.
  In particolare, la linea di intervento B concerne l'ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e la realizzazione di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti in carta e cartone. Ad essa è assegnato un finanziamento di 150 milioni di euro, da ripartire mediante procedure di evidenza pubblica con pubblicazione del relativo avviso sul sito del Ministero della transizione ecologica.
  Su queste basi, il Ministero ha emanato un primo avviso che, in relazione al criterio 4 «Livello di innovazione tecnologica», prevedeva una valutazione positiva per le proposte che dimostrassero l'adozione di tecnologie che consentano una elevata produzione di materiale con caratteristiche «End of waste» da destinare all'utilizzo industriale in cartiera, nonché comportino, altresì, il sensibile risparmio energetico nei consumi di esercizio e una riduzione degli scarti medi di produzione.
  Così come ricordato dagli interroganti, successivamente l'avviso è stato rettificato in relazione al richiamato criterio 4, che ora contempla una valutazione positiva delle proposte le quali dimostrino l'idoneità della tecnologia adottata a permettere almeno una delle seguenti attività: a) una elevata produzione di materiale riciclato o di materia prima seconda da destinare all'utilizzo industriale; b) l'incremento dell'utilizzo di materia riciclata o di materia prima seconda nel processo industriale, anche attraverso pratiche di simbiosi industriale.
  Alla luce di quanto detto, si specifica che la rettifica in oggetto non implica l'abbandono della categoria di «End of waste». Infatti, quest'ultima è da ritenere ricompresa nel più ampio insieme delle «materie prime seconde», cui fanno riferimento entrambe le lettere a) e b) sopra menzionate.
  D'altra parte, con riferimento alla lettera a), non era possibile utilizzare la nozione di «End of waste» perché attualmente solo la filiera della carta dispone di apposita disciplina in materia, dettata con decreto ministeriale, alla luce dell'articolo 184-ter, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
  Quanto poi in relazione all'attività di cui alla lettera b), essa scaturisce, d'intesa con l'Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (ISPRA), dall'intento di estendere il perimetro della valutazione anche agli utilizzatori (e non solo ai produttori), al fine di valorizzare processi di simbiosi industriale, come richiede il modello di economia circolare inteso nella sua completezza.
  Va, infatti, rilevato che la definizione di «riciclaggio» (articolo 183 del decreto
legislativo 152 del 2006) ricomprende qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini.
  Si ritiene, dunque, che la nuova formulazione, più ampia della precedente, abbia la finalità di includere tutti materiali sottoposti a recupero che riacquistano una funzione in successivi processi industriali.

ALLEGATO 2

5-07216 Pezzopane: Sostegno dell'Italia all'iniziativa di altri Stati membri per un progetto legislativo europeo sulla protezione del suolo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue.
  Il contrasto al degrado del suolo e la protezione del suolo dalle minacce causate da cambiamenti climatici e dallo sfruttamento delle risorse naturali rappresentano un obiettivo centrale, che è stato ampiamente compreso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza recentemente adottato.
  Le azioni di tutela e ripristino del suolo degradato vanno integrate con le misure per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, nonché con quelle per la salvaguardia della biodiversità.
  Le misure di protezione del suolo sono derivate anche dall'attuazione di azioni individuate dalla normativa italiana finalizzate alla riduzione del rischio idrogeologico o al contrasto del dissesto idrogeologico. In particolare, sono stati definiti i cosiddetti interventi integrati a cui viene riconosciuta anche la funzione di tutela degli ecosistemi e della biodiversità.
  Con il DL Clima (n. 111 del 2019) è stata prevista la definizione delle modalità per il rimboschimento delle fasce ripariali e delle aree demaniali fluviali, al fine di mitigare il rischio idrogeologico e preservare la tutela del suolo.
  A tale proposito, è stato costituito un tavolo tecnico presso il Ministero della transizione ecologica insieme alle Autorità di Bacino Distrettuali e ISPRA, al fine di valutare le metodologie di rimboschimento applicabili e i possibili effetti sull'assetto idrogeologico del territorio.
  Il medesimo tavolo tecnico ha avuto anche il compito di valutare l'adozione, in via sperimentale, di metodologie per la tutela del suolo in ambito urbano e periurbano finalizzate anche alla mitigazione del rischio idrogeologico attraverso l'individuazione di aree su cui avviare interventi pilota per la rinaturalizzazione e recupero di suoli degradati o in via di degrado.
  Il degrado del suolo e la desertificazione sono stati inoltre inclusi tra i dodici settori considerati prioritari dalla Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici (SNAC), per la cui attuazione nel 2016 il Ministero ha avviato l'elaborazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) che è attualmente in fase di stesura definitiva.
  Sempre a livello nazionale, nell'ambito dell'aggiornamento della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), al fine di garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali, l'arresto del consumo del suolo e della desertificazione è stato individuato come uno degli obiettivi strategici che, quindi, potrebbe essere anticipato al 2030.
  Sul piano internazionale, il nostro Paese ha sempre sostenuto la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione [UNCCD] nonché unico tra i paesi industrializzati ad aderire sin dall'inizio ai programmi per la «Land Degradation Neutrality».
  Il tema del suolo e della desertificazione è stato anche un asse importante del programma della Presidenza italiana del G20, dove, nell'ambito della Ministeriale Ambiente è stata ripresa e rafforzata la «Global Initiative on Reducing Land Degradation and Enhancing Conservation of Terrestrial Habitats» lanciata dalla Presidenza saudita nel 2020.
  L'importanza della protezione del suolo è stata ulteriormente riconosciuta oggi con la pubblicazione da parte della Commissione Europea della nuova Strategia dell'UE per la protezione del suolo per il 2030,
che rappresenta un importante risultato tangibile del Green Deal Europeo e della Strategia UE sulla biodiversità 2030.
  La strategia definisce un quadro con misure concrete per la protezione, il ripristino e l'uso sostenibile del suolo. L'obiettivo principale è garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi terrestri siano in buona salute, nonché che il suolo abbia lo stesso livello di protezione che già esiste per l'acqua, l'ambiente marino e l'aria.
  Questi obiettivi si concretizzeranno nell'impegno a presentare il testo di una Legge europea sulla salute del suolo per garantire condizioni di parità e un elevato livello di protezione dell'ambiente e della salute.
  Sebbene sia a livello europeo che a livello nazionale si annoverino politiche che indirettamente mirano alla difesa del suolo, come quelle ambientali e agricole, tuttavia le misure in vigore non riescono ancora a proteggere tutti i suoli né a individuare tutti gli elementi che possono rappresentare una minaccia per questa matrice.
  La proposta legislativa dell'Unione sulla salute del suolo appare pertanto necessaria per affrontare il degrado e il consumo dello stesso, tenuto conto anche l'urgenza di considerare tutti i livelli di gestione del suolo e di pianificazione dell'uso dello stesso nelle misure suggerite per raggiungere la neutralità climatica, un'economia pulita e circolare, nonché e fermare i processi di desertificazione e di degrado.
  In vista del Consiglio Ambiente del 20 dicembre 2021, nel quale saranno approfondite le diverse visioni dei Paesi membri a livello ministeriale, sarà valutato positivamente il supporto alle iniziative della Commissione come, appunto, la futura Legge europea sulla salute del suolo prevista in pubblicazione per il 2023.

ALLEGATO 3

5-07217 Maraia: Esclusione dal finanziamento pubblico dei progetti basati sulla cattura e stoccaggio della CO2 (carbon capture and storage – CCS).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione posta dagli onorevoli interroganti, si rappresenta quanto segue.
  Si premette che il bilancio energetico nazionale sarà basato su una quota sempre crescente di energie rinnovabili, anche grazie alle misure del PNRR, pur se una quota di fonti fossili sarà necessaria nella transizione per garantire sicurezza e stabilità al sistema.
  Nel PNRR nell'ambito della missione 2 ed in particolare nella componente 2 «Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile» per quanto concerne il vettore idrogeno, sono previste linee di finanziamento volte a promuoverne la produzione, la distribuzione, gli usi finali e lo stoccaggio. Nel PNRR non sono previste misure con riferimento alla cattura e allo stoccaggio di CO2.
  Per quanto riguarda l'istanza del 31 maggio 2021 presentata da ENI agli uffici competenti del Ministero della transizione ecologica, relativamente al programma sperimentale CCS, denominato «PCMW CCS» nell'ambito della concessione di coltivazione di idrocarburi a mare «A.C26.EA», si precisa innanzitutto che con la Direttiva 2009/31/CE, inserita nel «Pacchetto Clima-Energia», l'unione Europea ha inteso fornire gli strumenti necessari per avviare progetti sperimentali, attraverso tecnologie sicure ed economicamente sostenibili, favorendo la realizzazione di impianti termoelettrici dotati di tecnologie di cattura e stoccaggio geologico della CO2.
  La Direttiva è stata recepita in Italia con il decreto legislativo n. 162 del 2011.
  Con il decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, è stato rivisto e aggiornato il predetto decreto legislativo; segnatamente con la modifica dell'articolo 7 viene ribadita l'idoneità dei siti di giacimenti di idrocarburi esauriti per svolgere programmi sperimentali di stoccaggio geologico di CO2 da parte dei titolari delle relative concessioni di coltivazione.
  Atteso che l'istanza dell'ENI, così come presentata dalla società, va comunque processata secondo quanto previsto dalla normativa vigente, si rappresenta che il 14 settembre scorso è stato avviato il relativo procedimento con contestuale richiesta di parere da parte del Comitato ETS che risulta essere imprescindibile e preventivo ai fini del prosieguo in conferenza dei servizi.
  Nel rappresentare che negli ultimi anni sono in fase di sperimentazione sistemi di stoccaggio sotterraneo di CO2 da parte di diversi paesi, si specifica che eventuali progetti di stoccaggio di CO2 seguiranno ogni fase prevista, al fine di giungere all'autorizzazione.
  Inoltre, come evidenziato dagli onorevoli interroganti, l'articolo 153 della Legge di bilancio 2022 ha previsto l'istituzione di un Fondo per il sostegno alla transizione industriale, con una dotazione di 150 milioni di euro, per favorire l'adeguamento del sistema produttivo alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici.
  Detto Fondo è volto a sostenere le imprese, attraverso agevolazioni, con particolare riguardo a quelle che operano in settori ad alta intensità energetica, per investimenti per efficientamento energetico, per riutilizzo di materie prime e riciclate per impieghi produttivi e per la cattura, il sequestro e riutilizzo della CO2.
  Qualora questa disposizione fosse contenuta nella versione approvata della Legge di bilancio, il sostegno o meno di progetti di CCS sarà demandato ad una ulteriore disposizione attuativa il cui soggetto proponente è il Ministero dello sviluppo economico di concerto con il MEF e questo Ministero.

ALLEGATO 4

5-07219 Dara: Realizzazione di impianti di trattamento e recupero rifiuti nel Centro-Sud, anche alla luce del trasferimento dei rifiuti nel Nord del Paese e del conseguente sovraccarico di alcuni suoi impianti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue.
  Per quanto concerne la questione circa il trasferimento dei rifiuti della Regione Lazio presso la discarica di Mariana Mantonava, occorre rappresentare il contesto in cui lo stesso si inserisce.
  Come noto, la gestione dei rifiuti nel territorio laziale è complessa e critica. La delibera del Consiglio regionale 5 agosto 2020, n. 4, ha approvato il Piano regionale di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, uno strumento di pianificazione aggiornato e adeguato al quadro normativo europeo e nazionale, ai mutamenti economici, sociali e tecnologici, tenuto conto dei dati aggiornati sulla produzione dei rifiuti e del fabbisogno impiantistico all'interno dei cinque ambiti provinciali.
  Nel corso del 2021, la Regione è stata interessata da una situazione emergenziale nella gestione dei rifiuti, tale da indurre il Presidente della Regione Lazio a emanare ordinanze contingibili e urgenti volte ad individuare le scelte tecniche da attuare per fronteggiare la situazione verificatesi e scongiurare gravi conseguenze anche sanitarie.
  Dall'analisi delle predette situazioni affiora un disallineamento tra le scelte programmatiche previste nel Piano di gestione dei rifiuti di recente adozione e le esigenze oggettive del territorio anche per quanto riguarda la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti.
  In tale contesto, quindi, l'articolo 182, comma 3, del D.Lgs. n. 152 del 2006 consente lo smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, previa sottoscrizione di accordi regionali o internazionali, qualora gli aspetti territoriali e l'opportunità tecnico economica di raggiungere livelli ottimali di utenza servita lo richiedano.
  Alla luce della predetta previsione normativa e delle condizioni impiantistiche, la Regione Lazio può valutare di sottoscrivere accordi con la Regione Lombardia per smaltire i rifiuti laziali.
  Per quanto concerne le previsioni del PNRR, si rappresenta come questo sia uno strumento che consente l'attuazione di riforme e investimenti il cui scopo è quello di riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo, rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.
  In tale contesto, è stata inserita la Missione «Rivoluzione verde e transizione ecologica» Componente «Economia circolare e agricoltura sostenibile» che si prefigge di perseguire un percorso verso una piena sostenibilità ambientale.
  Nello specifico, detta Componente mira a migliorare la gestione dei rifiuti e dell'economia circolare, rafforzando le infrastrutture per la raccolta differenziata, ammodernando o sviluppando nuovi impianti di trattamento rifiuti, colmando il divario tra regioni del Nord e quelle del Centro-Sud; si specifica che attualmente circa 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti vengono trattate fuori dalle regioni di origine.
  Difatti, con decreto ministeriale n. 396 del 28 settembre 2021, sono stati approvati i criteri di selezione dei progetti che prevedono ben un miliardo e mezzo di euro per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l'ammodernamento degli impianti esistenti.
  Successivamente, il 15 ottobre scorso sono stati pubblicati gli Avvisi per la presentazione
delle relative proposte, rettificati con decreto ministeriale n. 117 del 24 novembre 2021.
  Nello specifico, l'avviso relativo alla Missione 2 – Componente 1 – Investimento 1.1. – Linea d'Intervento B prevede l'ammodernamento, anche con ampliamento di impianti esistenti, e la realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata.
  In detto Avviso, all'articolo 6, comma 1, lettera b), è previsto che il completamento dell'Intervento, o dell'Intervento Integrato Complesso, oggetto della Proposta eventualmente accolta, dovrà avvenire entro e non oltre il 30 giugno 2026.

ALLEGATO 5

5-07220 Plangger: Recepimento delle prescrizioni sanitarie evidenziate dai sindaci del territorio già nelle more della conclusione della procedura di riesame dell'autorizzazione integrata ambientale per l'esercizio della raffineria di Milazzo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue.
  Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (ora della Transizione ecologica) dell'11 maggio 2018, n. 172, è stata rilasciata l'AIA per l'esercizio della raffineria della società Raffineria di Milazzo S.C.p.A. sita nei comuni di Milazzo e di San Filippo del Mela (ME). Il provvedimento è stato emanato a conclusione del procedimento di riesame complessivo dell'AIA ai fini dell'adeguamento del provvedimento alle «Conclusioni sulle BAT» relative alle raffinerie di petrolio e di gas, pubblicate con Decisione di esecuzione della Commissione Europea del 9 ottobre 2014.
  Nel corso della seduta conclusiva della Conferenza di Servizi, tenutasi il 28 marzo 2018, per il rilascio del citato provvedimento di riesame il gestore, il Sindaco del Comune di Milazzo, il Commissario straordinario del Comune di San Filippo del Mela ed il Sindaco della Città metropolitana di Messina hanno sottoscritto un accordo denominato «Intesa sul procedimento di riesame dell'AIA della Raffineria di Milazzo» avente ad oggetto la progettazione di studi di epidemiologia ambientale, destinati alla valutazione dello stato di salute delle popolazioni residenti nell'area, con l'istituzione di un dedicato comitato tecnico scientifico e con l'impegno da parte della Società ad erogare i necessari finanziamenti.
  Con tale Accordo è stato ritenuto superato ogni parere in materia sanitaria precedentemente trasmesso dai Comuni di San Filippo del Mela e di Milazzo.
  A seguito dell'adozione del nuovo Piano Regionale di Tutela della Qualità dell'Aria in Sicilia nel 2018, gli uffici competenti del MITE hanno provveduto ad avviare il procedimento di riesame parziale dell'AIA rilasciata alla raffineria di Milazzo con il citato decreto ministeriale n. 172 per procedere sia all'adeguamento del quadro prescrittivo che alla verifica della adeguatezza delle prescrizioni inerenti alla gestione dell'invecchiamento dei serbatoi di stoccaggio e dell'inquinamento del suolo.
  Successivamente, come noto, con alcune sentenze emesse a luglio 2020, il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, accogliendo i ricorsi presentati contro la Regione Siciliana dai gestori delle istallazioni AIA, ha censurato le suddette misure di Piano.
  Pertanto, il Ministero, con specifica nota, ha invitato la Commissione AIA-IPPC a procedere alla conclusione delle attività istruttorie per il procedimento limitatamente alla parte relativa alle prescrizioni sui serbatoi di stoccaggio e all'inquinamento del suolo. Con la seduta della Conferenza di Servizi tenutasi il 18 dicembre 2020 è stato concluso il procedimento, con successiva emanazione del decreto di riesame del Ministro della Transizione Ecologica decreto ministeriale n. 78 del 3 marzo 2021.
  Con nota del 2 dicembre 2020, questo Ministero, ravvisando la necessità riesaminare comunque il quadro prescrittivo inerente alle emissioni in atmosfera, ha disposto l'avvio del procedimento di riesame parziale dell'AIA per la verifica dell'adeguatezza del quadro prescrittivo inerente alle emissioni in atmosfera di taluni inquinanti derivanti in particolare dai camini
E7, E10, E13, E30 e dallo sfiato E17 e per l'eventuale modifica o integrazione dei relativi valori limite di emissione.
  Acquisiti, a luglio 2021, il Parere istruttorio conclusivo (PIC) reso dalla competente Commissione AIA-IPPC e il relativo di Piano di monitoraggio e controllo (PMC) reso da Ispra, è stato disposto l'avvio della conferenza di servizi semplificata asincrona per la conclusione del procedimento. Tali documenti sono stati aggiornati a seguito delle pervenute osservazioni del gestore e ritrasmessi a tutti i partecipanti a ottobre 2021.
  Successivamente, nell'ambito dei lavori della Conferenza, con nota del novembre scorso, i Sindaci di San Filippo del Mela e di Milazzo hanno trasmesso un documento firmato congiuntamente, con il quale hanno espresso le proprie prescrizioni di cui agli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265. Tra le motivazioni poste a base delle prescrizioni (che coincidono in gran parte con quelle proposte nell'ambito del precedente procedimento di riesame complessivo), i Sindaci hanno citato anche l'ultimo rapporto Sentieri del 2019.
  Il Ministero, ravvisata la necessità di acquisire l'avviso delle amministrazioni coinvolte, ed in particolare del Ministero della Salute, in merito alle motivazioni espresse dai sindaci da un punto di vista sanitario, e rilevato che le prescrizioni richieste modificano in maniera sostanziale la proposta di decisione di cui al PIC e al PMC e comportano una rivalutazione complessiva del quadro prescrittivo, con nota del 23 novembre 2021 ha convocato, per il giorno 13 dicembre 2021, una riunione della Conferenza di Servizi in modalità sincrona.
  In merito a quanto richiesto dagli interroganti, si rappresenta che, dagli atti inerenti al procedimento di riesame complessivo conclusosi con l'emanazione del D.M. n. 172, la regolarità formale e sostanziale del procedimento medesimo è stata garantita durante tutte le fasi previste dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale.
  Pertanto, l'attuale citato decreto di AIA n. 172 risulta pienamente legittimo. Alla data attuale non risultano impugnative presso i competenti Tribunali amministrativi del citato DM da parte dei Comuni competenti di Milazzo e di San Filippo del Mela, né da parte delle altre Amministrazioni coinvolte nel procedimento.
  Inoltre, si rappresenta che il MITE ha ritenuto necessario sottoporre alla valutazione della Conferenza le prescrizioni espresse dai Sindaci ai sensi degli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265 nell'ambito del procedimento in corso. Si rammenta che tali prescrizioni possono essere espresse unicamente dai Sindaci dei Comuni in cui ricade l'installazione AIA. La Conferenza si esprimerà a riguardo nell'ambito della seduta convocata in modalità sincrona per il giorno 13 dicembre 2021.
  Si evidenzia che le suddette prescrizioni coincidono sostanzialmente con quelle proposte nell'ambito del precedente procedimento di riesame complessivo conclusosi con il D.M. n. 172 dell'11 maggio 2018. Si rileva altresì che il Parere istruttorio reso dalla Commissione AIA-IPPC nell'ambito del citato procedimento in corso tiene anche conto delle osservazioni del pubblico, comprese quelle presentate da alcuni dei Comuni limitrofi agli impianti.