I Commissione

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)

Commissione I (Affari costituzionali)

Comm. I

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
SOMMARIO
Giovedì 4 novembre 2021

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-06990 Magi: Iniziative per limitare la circolazione di armi da fuoco ... 17

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 25

5-06991 Ceccanti: Iniziative per escludere dall'applicazione della sperimentazione del voto elettronico nelle prossime elezioni amministrative i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose ... 18

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 26

5-06992 Montaruli e altri: Sulle iniziative assunte per impedire lo svolgimento del rave party di sabato 30 ottobre scorso alle porte della città di Torino ... 19

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 27

5-06993 Iezzi ed altri: Sulla procedura per dotare le Forze dell'ordine della pistola a impulsi elettrici ... 19

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 29

5-06994 Baldino ed altri: Iniziative per contrastare i crimini, con particolare riferimento ai femminicidi e ai crimini informatici ... 20

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 31

SEDE REFERENTE:

DL 132/2021: Misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP. C. 3298 Governo (Seguito esame e conclusione) ... 20

ALLEGATO 6 (Proposte emendative approvate) ... 33

I Commissione - Resoconto di giovedì 4 novembre 2021

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 4 novembre 2021. — Presidenza del vicepresidente Fausto RACITI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Nicola Molteni.

  La seduta comincia alle 13.35.

  Fausto RACITI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Avverte inoltre che, come specificato anche nelle convocazioni, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020, i deputati possono partecipare in videoconferenza all'odierna seduta di interrogazioni a risposta immediata.

5-06990 Magi: Iniziative per limitare la circolazione di armi da fuoco.

  Riccardo MAGI (MISTO-A-+E-RI), illustrando la sua interrogazione, ricorda che il 29 ottobre 2021, a Ercolano, Vincenzo Palumbo ha sparato e ucciso due giovani, sostenendo che fossero in procinto di entrare nella sua proprietà per commettere un furto.
  Osserva che dalla ricostruzione dei fatti sinora svolta dalla polizia, avvalorata anche dai provvedimenti del giudice per le indagini preliminari di Napoli, emergerebbe che le vittime erano intente a consultare il sistema satellitare o a fare una telefonata, non essendo nemmeno scese dall'automobile e che Palumbo – definito come una persona non in grado di controllarsi nel provvedimento di custodia cautelare – avrebbe quindi sparato dal balcone di casa 11 colpi verso i due giovani, senza averli avvertirti né intimati ad andarsene.
  Rileva quindi come gli episodi in cui persone fanno ricorso ad armi regolarmente detenute per reagire a presunte aggressioni si siano moltiplicati negli ultimi anni: in base ai dati dell'Osservatorio Opal, tra il 2017 e il 2019, sono stati almeno 131 gli omicidi perpetrati con armi regolarmente detenute, a fronte di 91 omicidi di tipo mafioso e 37 per furti o rapine e che in base ai dati della Polizia di Stato si registra, inoltre, un incremento del 9,6 per cento tra il 2013 e il 2020 del numero di licenze di porto d'armi, a fronte di una riduzione del 7,1 per cento di tutti i reati nell'ultimo anno e del 12,8 per cento dei furti; Sottolinea, inoltre, come secondo l'Istat, nel 2019 si sia registrato il minimo storico negli ultimi venti anni di rapine in abitazione.
  Sottolinea quindi come la tesi in base alla quale la difesa sarebbe sempre legittima sia di recente culminata in due novelle all'articolo 52 del codice penale (l'ultima del 2019), secondo le quali, nei casi di difesa cosiddetta domiciliare, sarebbe «sempre» sussistente la proporzione tra reazione e offesa ma come si tratti di un'illusione, poiché uno Stato di diritto non può, per definizione, escludere taluni ambiti dalla propria giurisdizione. Evidenzia infatti come la Cassazione abbia più volte affermato che la sussistenza degli elementi di base della legittima difesa restano in ogni caso oggetto di accertamento processuale e come sia incontestabile che l'interpretazione, diffusa ma errata, della nuova normativa costituisca un problema di ordine pubblico, e che molti cittadini si sentano legittimati all'uso delle armi, anche in virtù della nuova formulazione legislativa, arrivando ad uccidere.
  In tale contesto l'interrogazione chiede se – anche alla luce dei dati più recenti a sua disposizione – non ritenga di promuovere in seno al Governo un'iniziativa volta a modificare la normativa vigente al fine di limitare la circolazione delle armi da fuoco.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Riccardo MAGI (MISTO-A-+E-RI), replicando, fa notare come il dato relativo alla elevata diffusione delle armi da fuoco non possa essere smentito.
  Ritiene quindi che dall'inizio della legislatura si sia assistito ad un dibattito ideologico, che, facendo leva su una presunta emergenza di ordine pubblico, ha spinto strumentalmente sull'argomento dell'estensione dell'ambito di applicazione della legittima difesa. Rileva come la realtà sia diversa e come la vera emergenza sia rappresentata dal rischio di un utilizzo improprio delle armi da fuoco – anche se detenute legalmente – che può condurre a situazioni tragiche, come avvenuto nel caso descritto nella interrogazione in titolo e in numerose altre occasioni riportate nelle cronache locali.
  Dopo aver fatto notare che il Governo sembra non avere piena consapevolezza di tale questione, in quanto probabilmente definita divisiva, preannuncia che assumerà iniziative adeguate in sede parlamentare al fine di affrontare con efficacia il tema in oggetto.

5-06991 Ceccanti: Iniziative per escludere dall'applicazione della sperimentazione del voto elettronico nelle prossime elezioni amministrative i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose.

  Stefano CECCANTI (PD) rinuncia ad illustrare la sua interrogazione.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Stefano CECCANTI (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta.

5-06992 Montaruli e altri: Sulle iniziative assunte per impedire lo svolgimento del rave party di sabato 30 ottobre scorso alle porte della città di Torino.

  Augusta MONTARULI (FDI), illustrando la sua interrogazione, rileva come, dopo i fatti verificatisi nella scorsa estate in provincia di Viterbo, ci si trovi nuovamente di fronte a un rave party totalmente illegale organizzato a Nichelino, in provincia di Torino, nel quale i partecipanti hanno violato sistematicamente le vigenti misure sanitarie per il contrasto all'epidemia da COVID-19 e abbiano ampiamente fatto uso di alcol e stupefacenti.
  Stigmatizza il fatto che sia stato consentito lo svolgimento di un evento illegale, pur essendo consapevoli della sua organizzazione, al quale hanno preso tra l'altro parte numerose persone provenienti da altri Paesi, fra cui la Francia, proprio negli stessi giorni in cui le autorità francesi vietavano l'ingresso in Francia ai tifosi della squadra di calcio della Lazio.
  Evidenzia, inoltre, come ai partecipanti al rave party sia stato successivamente consentito di allontanarsi tranquillamente, in quanto le forze dell'ordine si sono limitate alla loro identificazione, e come alcuni di essi, intervistati dalla stampa, abbiano dichiarato che l'evento è stato organizzato in Italia in quanto si tratta del Paese in cui è più facile eludere controlli e divieti.
  In tale contesto l'interrogazione chiede quali iniziative siano state assunte per impedire lo svolgimento del rave party.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Augusta MONTARULI (FDI), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta, e rileva come dovrebbe essere insoddisfatto anche il Sottosegretario Molteni, ricordando come il Capogruppo alla Camera della forza politica cui appartiene il Sottosegretario medesimo abbia chiesto le dimissioni della Ministra dell'interno.
  Osserva quindi come il Sottosegretario Molteni abbia sostanzialmente scaricato le responsabilità sulle forze dell'ordine.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI nega con forza di aver scaricato responsabilità sulle forze dell'ordine.

  Augusta MONTARULI (FDI) ritiene che l'accaduto sia imputabile all'inadeguatezza del vertice politico del Ministero dell'interno.
  Giudica incomprensibile il fatto che si sia consentito l'ingresso nel nostro Paese dei partecipanti al rave party provenienti da altri Paesi nonostante si avesse la consapevolezza dell'imminente svolgimento dell'evento e che non si sia neppure provveduto, se non tardivamente, a presidiare i caselli autostradali.
  Rileva come tale vicenda costituisca un'ulteriore conferma delle vistose lacune nella gestione del Ministero dell'interno e dell'assoluta incapacità della Ministra, di cui ribadisce la richiesta di dimissioni avanzata dal suo gruppo.

5-06993 Iezzi ed altri: Sulla procedura per dotare le Forze dell'ordine della pistola a impulsi elettrici

  Gianni TONELLI (LEGA), illustrando l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmatario, rileva come da anni che la Lega-Salvini Premier richieda fortemente la dotazione delle pistole ad impulsi elettronici, dette «taser», per le forze dell'ordine e come la sperimentazione dell'utilizzo del taser da parte della Polizia di Stato, durata nove mesi e svolta in dodici città, tenendo conto delle apposite linee guida concordate con il Ministero della salute, abbia dato esiti ampiamente positivi, soprattutto con riguardo all'effetto deterrente di tale strumento, al fine di diminuire i casi di utilizzo delle armi da fuoco in dotazione alle forze dell'ordine.
  Rileva quindi come le forze dell'ordine siano esposte negli ultimi anni a una vera pressione mediatica, nonché a un inasprimento delle aggressioni individuali, e come la dotazione sistematica del taser alle forze dell'ordine consentirebbe inoltre di calibrare l'uso della forza e facilitare la proporzionalità delle risposte degli agenti, permettendo, al contempo, una difesa efficiente.
  In tale contesto l'atto di sindacato ispettivo chiede, dunque, a che punto siano le procedure per dotare in maniera strutturale le Forze dell'ordine di taser.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Gianni TONELLI (LEGA), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta, sia a titolo personale, in quanto appartenente al Corpo della Polizia di Stato, sia a nome del suo gruppo, manifestando profonda soddisfazione per quanto testé affermato dal Sottosegretario.
  Ritiene infatti che sulla questione dell'impiego del taser si sia assistito ad una battaglia puramente ideologica, volta a delegittimare uno strumento che, invece, ritiene fondamentale, atteso che svolge un essenziale di deterrenza in vista di una diminuzione dei casi di utilizzo delle armi da fuoco da parte delle forze dell'ordine.
  Fa inoltre notare come lo stesso esito della sperimentazione abbia dimostrato che tale strumento di difesa si ponga a tutela sia degli agenti di polizia sia di coloro nei cui confronti viene utilizzato, ovvero soggetti aggressivi e pericolosi, che si trovano spesso in uno stato mentale alterato, imponendo agli operatori di polizia di agire con la massima attenzione e decisione.

5-06994 Baldino ed altri: Iniziative per contrastare i crimini, con particolare riferimento ai femminicidi e ai crimini informatici.

  Lucia AZZOLINA (M5S) rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Lucia AZZOLINA (M5S), replicando, si dichiara sostanzialmente soddisfatta della risposta e ringrazia il Sottosegretario Molteni e la Ministra Lamorgese.
  Ritiene efficace l'opera di prevenzione svolta a tutela dei minori e coglie l'occasione per esprimere il proprio apprezzamento per il prezioso lavoro svolto in tale ambito dalla Polizia postale, del quale ha, in particolare, avuto modo di rendersi conto durante la propria esperienza di Ministra dell'istruzione.
  Nel contempo ritiene molto allarmanti i dati sui femminicidi e chiede al Ministero dell'interno di compiere tutti gli sforzi possibili per prevenire e contrastare tali gravissimi reati.
  Richiama conclusivamente l'attenzione sull'importanza di specifici progetti di prevenzione a tutela delle donne e dei minori.

  Fausto RACITI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.15.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 4 novembre 2021. — Presidenza del vicepresidente Fausto RACITI. – Intervengono la sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Deborah Bergamini e il sottosegretario di Stato per la giustizia Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 15.

DL 132/2021: Misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP.
C. 3298 Governo.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 3 novembre 2021.

  La Sottosegretaria Deborah BERGAMINI chiede, al fine di consentire la prosecuzione delle interlocuzioni informali in corso, di posticipare la ripresa dell'esame del provvedimento alle 16.

  Francesco FORCINITI (MISTO-L'A.C'È) rileva come la maggioranza e il Governo siano venuti meno all'impegno, assunto nella seduta di ieri, di consentire la prosecuzione dell'esame del provvedimento nell'orario previsto dalla convocazione, vale a dire al termine dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, ed esprime inoltre perplessità sul fatto che l'esame possa effettivamente riprendere alle ore 16.
  Ritiene che, a fronte della palese incapacità della maggioranza di raggiungere un accordo, la soluzione più corretta sia quella di riferire all'Assemblea sul testo originario del provvedimento.

  Emanuele PRISCO (FDI) giudica inaccettabili e irrispettose nei confronti dei membri della Commissione le modalità di conduzione dei lavori, in ordine alle quali precisa peraltro di non addebitare responsabilità al presidente Raciti.
  Rileva come da parte dell'opposizione non via sia stato alcun atteggiamento ostruzionistico e come, viceversa, ci si trovi di fonte a un ostruzionismo della maggioranza che sta bloccando l'iter del provvedimento con continui rinvii.
  Ritiene che, a fronte dell'incapacità della maggioranza di raggiungere un accordo che consenta di votare i quattro emendamenti rimanenti, la soluzione più ragionevole sia quella di rinviare il seguito dell'esame alla prossima settimana.

  Fausto RACITI, presidente, rileva come la Presidenza non possa che prendere atto della richiesta di rinvio avanzata dal Governo e avverte pertanto che si passerà ora alla seduta delle Commissioni riunite I e V per l'esame delle proposte di legge in materia di enti locali.

  Francesco FORCINITI (MISTO-L'A.C'È) chiede in quale modo si possa passare alla seduta delle Commissioni riunite.

  Fausto RACITI, presidente, precisa che la seduta della I Commissione sarà immediatamente sospesa e riprenderà alle ore 16, dopo la seduta delle Commissioni riunite I e V. Sospende, quindi, la seduta.

  La seduta, sospesa alle 15.05, è ripresa alle 16.50.

  Fausto RACITI, presidente, avverte che la Commissione è chiamata nella seduta odierna a concludere l'esame in sede referente del provvedimento, esaminando gli emendamenti riferiti all'articolo 1 rimasti accantonati – si tratta degli emendamenti 1.2, 1.7, 1.16 e 1.22 – e passando quindi alla votazione della proposta di conferire il mandato al relatore a riferire all'Assemblea.
  Avverte che l'emendamento 1.16 deve intendersi a prima firma del deputato Zanettin.

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, rivedendo il parere precedentemente espresso, esprime parere favorevole sull'emendamento Siracusano 1.22, a condizione che sia ulteriormente riformulato nei termini riportati in allegati (vedi allegato 6).

  Il Sottosegretario Francesco Paolo SISTO esprime parere conforme a quello espresso dal relatore sull'emendamento Siracusano 1.22.

  Enrico COSTA (MISTO-A-+E-RI), illustrando il suo emendamento 1.2, di cui raccomanda l'approvazione, evidenzia come esso miri a prevedere forme di garanzia, a tutela della riservatezza dei cittadini, anche in relazione all'impiego del captatore informatico, strumento che ritiene molto invasivo rispetto alla vita privata di ciascun individuo.
  Ritiene infatti necessaria, per l'utilizzo di tale strumento, una verifica puntuale e seria, che, a suo avviso, sarebbe garantita pienamente da un organo giurisdizionale collegiale. Dopo aver fatto notare che si tratta di un tema già posto in passato, evidenzia che, a causa di un veto del gruppo del M5S, si rischia oggi di perdere una grande occasione di introdurre una fondamentale norma a tutela della sfera privata dei cittadini.
  Preannuncia pertanto l'intenzione di ripresentare l'emendamento in Assemblea, qualora fosse respinto in questa sede.

  Catello VITIELLO (IV) ritiene sbagliato utilizzare strumentalmente delicati temi giuridici per perseguire scopi politici, facendo notare che l'emendamento Costa 1.2, sul quale preannuncia il suo voto favorevole, affronta un tema serio, che richiama la necessità di tutelare la sfera privata dei cittadini da possibili invasioni determinate da uno strumento di indagine per il cui utilizzo, considerata la sua particolare incisività, occorre la massima attenzione e la previsione di adeguate garanzie.
  Ritiene che la previsione di una competenza giurisdizionale distrettuale collegiale offra tali garanzie, ritenendo opportuno cogliere tale occasione per introdurre nell'ordinamento una norma sistemica di assoluta importanza.
  Preannuncia, infine, il suo voto favorevole anche sul successivo emendamento Siracusano 1.22, come ulteriormente riformulato, pur precisando che la nuova formulazione non appare del tutto soddisfacente, essendo il risultato di una mediazione politica.

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, dichiara di non condividere l'interpretazione del deputato Costa, secondo la quale il provvedimento in esame costituisce l'ultima occasione per intervenire sulla materia, in quanto la Ministra Cartabia ha assunto l'impegno a intervenire successivamente e non c'è motivo di dubitare della serietà di tale impegno.

  Roberto TURRI (LEGA) dichiara di condividere le considerazioni dei deputati Costa e Vitiello, ma osserva nel contempo come sull'emendamento 1.2 non via sia stata una reale volontà di mediazione in seno alla maggioranza, essendo emerso fin dall'inizio che non vi era l'intenzione di approvarlo.
  Ritiene che al momento, anche in considerazione dei tempi di esame del provvedimento, non vi siano le condizioni per una riflessione adeguata sul tema del captatore informatico e, pur condividendo sostanzialmente l'impostazione della proposta emendativa in esame, dichiara su di essa l'astensione del suo gruppo.

  Augusta MONTARULI (FDI) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Costa 1.2.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Costa 1.2 e Lupi 1.7.

  Fausto RACITI, presidente, prende atto che i presentatori dell'emendamento Zanettin 1.16 ne accettano la riformulazione proposta dal relatore.

  Francesco FORCINITI (MISTO-L'A.C'È) dichiara il voto contrario sull'emendamento 1.16, osservando come non soltanto si sia modificata la disciplina per l'acquisizione dei dati, con l'introduzione dell'obbligo per il pubblico ministero di chiedere l'autorizzazione del giudice con la pretestuosa motivazione della necessità di adeguarsi a una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, ma si voglia ora prevedere, con l'emendamento in esame, il divieto di utilizzazione, se non unitamente ad altri elementi di prova, dei dati acquisiti prima dell'entrata in vigore del decreto-legge in esame nel rispetto della normativa allora vigente.
  Rileva come tale disciplina sia priva di giustificazione, essendo volta a impedire l'utilizzazione di dati acquisiti dal pubblico ministero nel pieno rispetto delle norme allora vigenti, e come essa si traduca in una vera e propria scure che calerà su importanti processi per gravi reati.
  Ravvisa una continuità di tale scelta con la riforma Cartabia, che ha di fatto azzerato la legge anticorruzione, e sottolinea come la ratio di tale scelta sia quella di offrire un'ennesima forma di salvacondotto.
  Osserva, peraltro, come la norma in esame sia inserita in un decreto-legge eterogeneo, che reca disposizioni ad personam in materia di difesa, nonché norme in materia tributaria e di referendum, e venga in tal modo sottratta all'esame della Commissione Giustizia, competente in materia, e come, dunque, la Commissione Affari costituzionali non sia politicamente legittimata a intervenire sulla questione.
  Stigmatizza, in particolare, l'atteggiamento di forze politiche che hanno ottenuto un ampio consenso elettorale sulla base di posizioni che ora vengono sconfessate in nome di un finto garantismo.

  Enrico COSTA (MISTO-A-+E-RI) sottolinea come l'emendamento 1.16 sia volto a introdurre una disciplina transitoria relativa ai dati acquisiti prima dell'entrata in vigore del decreto-legge.
  Osserva come il testo originario del provvedimento non recasse una disciplina transitoria in materia e rendesse pertanto tali dati inutilizzabili, mentre la riformulazione della proposta emendativa in esame ne consente l'utilizzazione, seppure a determinate condizioni, e rileva pertanto come l'atteggiamento del Governo al riguardo possa essere considerato un esempio di «schizofrenia» normativa.
  Ritiene che la riformulazione proposta presenti profili di criticità per quanto concerne la legittimità costituzionale e sia incoerente rispetto al testo originario del decreto-legge e alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea.
  Dichiara, pertanto, il voto contrario sull'emendamento Siracusano 1.16, come riformulato.

  La Commissione approva l'emendamento Siracusano 1.16, come riformulato (vedi allegato 6).

  Fausto RACITI, presidente, prende atto che i presentatori dell'emendamento Siracusano 1.22 ne accettano l'ulteriore nuova formulazione proposta dal relatore.

  La Commissione approva l'emendamento Siracusano 1.22, come ulteriormente riformulato (vedi allegato 6).

  Fausto RACITI, presidente, avverte che tutte le Commissioni competenti in sede consultiva, nonché il Comitato per la legislazione, hanno espresso i loro pareri sul provvedimento.
  In particolare, informa che la Commissione Bilancio ha formulato una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, e che il relatore ha formulato l'emendamento 6.1, volto a recepire tale condizione, il quale sarà ora posto in votazione.

  Il Sottosegretario Francesco Paolo SISTO esprime parere favorevole sull'emendamento 6.1 del relatore.

  La Commissione approva l'emendamento 6.1 del relatore (vedi allegato 6).

  Fausto RACITI, presidente, avverte che si passerà ora alla votazione della proposta di conferire il mandato al relatore a riferire all'Assemblea.

  Emanuele PRISCO (FDI), intervenendo per dichiarazione di voto, osserva come il provvedimento in esame presenti aspetti condivisibili e altri meno. Dopo aver dichiarato di condividere la parte del testo relativa all'articolo 1, evidenzia alcuni profili di criticità relativi agli altri articoli, dai quali, a suo avviso, si desume una tendenza burocratica che complica la vita dei cittadini.
  Ritiene incongruo e sbagliato, ad esempio, subordinare il riconoscimento dell'assegno temporaneo per i figli minori ad adempimenti eccessivi, considerato che per altri tipi di prestazioni, come ad esempio nel caso del reddito di cittadinanza, sono state previsti meccanismi automatici di riconoscimento.
  Ritiene poi grave che il Governo, con l'articolo 3, prorogando determinati termini in relazione alle richieste di referendum abrogativi annunciate nella Gazzetta Ufficiale dopo il 15 giugno 2021 ed entro la data di entrata in vigore del decreto-legge, ovvero il 30 settembre 2021, modifichi in corsa le regole del gioco sul tema delicato dei referendum. Osserva, infatti, che il Governo, in tal modo, interviene sostanzialmente con una norma ad hoc, al fine di favorire – seppur indirettamente – lo svolgimento di un referendum specifico – ovvero quello promosso sul tema della cannabis e della liberalizzazione delle droghe – prendendo così posizione su tale delicato argomento. Dopo aver rilevato che su tale questione Fratelli d'Italia «farà muro» e svolgerà una decisa opposizione, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di conferire il mandato al relatore, stigmatizzando, peraltro, il comportamento sostanzialmente ostruzionistico della maggioranza – troppo eterogenea e capace solo di raggiungere compromessi al ribasso – che si è concretizzato, a suo avviso, in continui rinvii e in ripetute forme di dilazione dei tempi, pur a fronte dello spirito costruttivo dell'opposizione.

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, ricollegandosi ad alcune considerazioni svolte dai deputati intervenuti in precedenza con riferimento all'emendamento Zanettin 1.16, ritiene sia fuori di dubbio che, al di fuori di sterili ricostruzioni teoriche che possono essere svolte sull'argomento, una norma transitoria univoca sull'accesso ai dati di traffico telefonico e telematico appare necessaria, pur potendosi discutere sul come elaborarla. Osserva, infatti, che, altrimenti, si determinerebbe disomogeneità e incertezza interpretativa a livello giurisprudenziale.
  Rivolge infine un sentito ringraziamento ai componenti della Commissione e agli uffici per il lavoro svolto.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Fausto RACITI, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 17.35.

I Commissione - giovedì 4 novembre 2021

ALLEGATO 1

5-06990 Magi: Iniziative per limitare la circolazione di armi da fuoco.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,

  l'Onorevole interrogante, muovendo da un recentissimo e tragico fatto di cronaca, pone il problema del vigente regime giuridico della legittima difesa e chiede iniziative normative per limitare la circolazione delle armi nel nostro Paese.
  Il quesito coinvolge due questioni, quella dell'assetto normativo della legittima difesa e quello della disciplina relativa alla detenzione e circolazione delle armi da fuoco.
  Circa il primo aspetto, la materia della legittima difesa è stata oggetto di vari interventi del legislatore, il più recente dei quali realizzato con la legge n. 36 del 26 aprile 2019. Le più recenti linee giurisprudenziali, ed in particolare quelle della Corte di cassazione, emerse all'indomani dell'entrata in vigore della norma, hanno chiarito che il nuovo tenore della legittima difesa rientra senza rotture di continuità nel solco della tradizionale configurazione dell'istituto restando sempre rimesso al prudente accertamento del giudice di merito la valutazione sia della sussistenza dei requisiti strutturali della legittima difesa sia dei dati situazionali e di contesto in cui il fatto concreto è stato realizzato.
  Per quanto concerne il profilo della legislazione sul controllo delle armi da fuoco, l'ordinamento italiano risulta da una successiva stratificazione di norme, alcune delle quali di derivazione internazionale o europea. Senza entrare nel dettaglio di una normativa complessa e irta di tecnicità, mi limito ad osservare che il sistema italiano di controllo sulla fabbricazione, commercializzazione e la detenzione di armi da fuoco è oggetto di una disciplina puntuale e ispirata a criteri di massima tracciabilità e sistematico controllo. Le verifiche sono rimesse alle autorità di pubblica sicurezza, attraverso norme stringenti sulla verifica periodica del possesso dei requisiti soggettivi, anche sanitari, per la concessione di atti permissivi del porto di armi da fuoco così come per il rinnovo, la sospensione e la revoca dei titoli relativi, senza dimenticare il baluardo costituito dalle sanzioni, anche penali, per la violazione della legislazione di settore.
  Su questa linea di indirizzo, il Ministero dell'interno ha avviato le iniziative per l'attivazione del nuovo sistema informativo di tracciamento delle armi, previsto dall'articolo 11 del decreto legislativo n. 104/2018. Ulteriori misure di controllo della circolazione delle armi saranno introdotte con l'approvazione della legge comunitaria, di cui è in corso l'iter parlamentare. Tale disegno di legge contiene, infatti, disposizioni che adegueranno il nostro ordinamento alle previsioni della direttiva di esecuzione (UE) 2019/68 che ha fissato gli standard comuni per l'apposizione sulle armi della marcatura unica delle armi.
  Sotto il profilo quantitativo del numero delle autorizzazioni concesse per il porto delle armi, si fa presente che, alla fine dello scorso anno, i permessi concessi per motivi di difesa personale sono stati 54.169. Tuttavia, il 72 per cento di tali licenze è stato rilasciato a guardie giurate che ne hanno bisogno per lo svolgimento dell'attività lavorativa. Più numerosi invece i titolari dei permessi di porto d'arma lunga per l'esercizio dell'attività venatoria (pari complessivamente a 649.841 soggetti) e di quelli concessi per la disciplina sportiva del tiro a volo (pari a 582.531). Quanto all'incremento, segnalato dall'Onorevole interrogante, del 9,6 per cento del numero delle licenze di porto d'armi tra il 2013 ed il 2020, esso riguarda solo le annualità 2017/2018 e, in modo particolare, le licenze di porto d'arma per attività venatoria e sportiva, nonché quelle per difesa personale
delle guardie giurate, che riflettono l'andamento occupazionale del relativo settore.
  Circa i controlli delle Autorità provinciali di pubblica sicurezza, rappresento che nel corso del 2020, le Questure ed i Commissariati di pubblica sicurezza hanno effettuato circa 21.000 controlli nei confronti dei detentori di armi e materie esplodenti, culminati – oltreché in 360 denunce all'Autorità Giudiziaria – in 3.217 ritiri cautelari di armi e materiali esplosivi. Complessivamente, sulla base delle proposte formulate dalle Questure, dai Commissariati di pubblica sicurezza e dai Comandi dell'Arma dei Carabinieri, i Prefetti hanno adottato, durante il 2020, 6.729 divieti di detenzione delle armi, munizioni ed esplosivi.

ALLEGATO 2

5-06991 Ceccanti: Iniziative per escludere dall'applicazione della sperimentazione del voto elettronico nelle prossime elezioni amministrative i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

  l'interrogante chiede di conoscere quali iniziative si intendano adottare per garantire che l'applicazione della sperimentazione del voto elettronico nelle prossime elezioni amministrative avvenga in condizioni di sicurezza e non riguardi, per la fase sperimentale, il rinnovo degli organi dei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Al riguardo rammento che la legge di bilancio per il 2020 ha istituito un Fondo per la sperimentazione del voto elettronico in occasione delle elezioni politiche, europee e dei referendum di cui agli articoli 75 e 138 della Costituzione, prevedendo l'emanazione di un apposito decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. Il predetto provvedimento, adottato il 9 luglio 2021, reca norme per la simulazione e sperimentazione di modalità di espressione del voto in via digitale, limitata a modelli che garantiscano il concreto esercizio del diritto di voto degli italiani all'estero e degli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovino in un comune di una regione diversa da quella del comune nelle cui liste elettorali risultano iscritti.
  Successivamente, l'articolo 38-bis, comma 10, lettere a) e b), del decreto-legge n. 77/2021 ha integrato l'articolo 1 della citata legge di bilancio, disponendo sia che il Fondo ha lo scopo di introdurre in via sperimentale modalità di espressione del voto in via digitale anche per le elezioni regionali ed amministrative, sia che le norme del citato decreto «si applicano anche alle elezioni regionali e amministrative, previo il necessario adeguamento da realizzare entro il 31 ottobre 2021 al fine di consentire la sperimentazione per il turno elettorale dell'anno 2022». In attuazione di tale normativa, in data 21 ottobre 2021, è stato emanato un nuovo decreto ministeriale integrativo del precedente, firmato dal Ministro dell'interno e dal Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale.
  In merito ai profili di sicurezza della procedura, evidenzio che, ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del decreto ministeriale del 9 luglio 2021, «Lo studio di fattibilità e i requisiti tecnici del sistema di voto elettronico sono predisposti dal Ministero dell'interno, d'intesa con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, con l'AgID e con le Autorità preposte alla sicurezza cibernetica nazionale». Pertanto, lo studio di fattibilità ed i requisiti tecnici del sistema di voto elettronico saranno adottati sentita l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Inoltre, in considerazione anche della presumibile complessità delle operazioni in una prima fase di sperimentazione – conseguente alla novità del sistema – si avrà cura, trattandosi spesso di comuni piccoli, di non coinvolgere nella fase di simulazione del voto elettronico i comuni interessati dal rinnovo degli organi elettivi a seguito di scioglimento conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare, ex articolo 143, comma 10, del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
  Preciso infine che non essendo stato adottato lo studio di fattibilità, tale fase di sperimentazione non potrebbe comunque ricomprendere i comuni interessati dalla prossima tornata elettorale, prevista per il prossimo 7 novembre.

ALLEGATO 3

5-06992 Montaruli e altri: Sulle iniziative assunte per impedire lo svolgimento del rave party di sabato 30 ottobre scorso alle porte della città di Torino.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

  gli interroganti chiedono di conoscere le iniziative che, in relazione allo svolgimento di un rave party iniziato nella notte tra il 30 e il 31 ottobre alle porte di Torino, siano state messe in atto dalle Forze di polizia nelle fasi iniziali e in quelle successive dell'evento.
  Occorre premettere che, con riferimento in generale alla tipologia di raduni denominata «rave parties», la più recente esperienza investigativa ha consentito di evidenziare come i promotori diffondano i messaggi di invito alla partecipazione ai rave tramite canali Telegram privati, fruibili esclusivamente da quei soggetti cui gli amministratori della piattaforma abbiano fornito le chiavi di accesso.
  Peraltro, i messaggi con i quali viene fatto conoscere il luogo esatto del raduno sono diffusi solo nell'imminenza dell'inizio del rave party, con ulteriore difficoltà per le forze di polizia di predisporre una risposta preventiva.
  Nonostante siffatte modalità siano state seguite anche in occasione del rave party di Nichelino, le forze di polizia, attingendo a fonti fiduciarie che preavvisavano del possibile svolgimento di un rave in una non meglio precisata località del Piemontese, hanno avuto la possibilità di intervenire dalle 22.00 di sabato 30 ottobre nei pressi dell'area industriale dismessa dell'ex FIAT ALLIS.
  In quel luogo, infatti, era stata riscontrata la presenza di numerosi veicoli, anche con targa straniera, prevalentemente francese, provenienti dallo svincolo di Stupinigi della tangenziale di Torino.
  Questo primo intervento delle forze dell'ordine, come è stato poi precisato anche dal Prefetto di Torino, è servito a impedire, in virtù delle attività di intercettamento effettuate, che l'area in questione venisse raggiunta da un numero ben superiore di partecipanti, rispetto ai 4.000 che erano già sul luogo.
  All'attività di sbarramento effettuata dalle Forze di polizia i partecipanti hanno reagito anche con lanci di sassi, bottiglie e artifizi esplodenti, tanto che nelle fasi più concitate si è reso necessario ricorrere a brevi cariche di alleggerimento per disperdere i più facinorosi, Durante gli scontri due operatori del locale Reparto mobile hanno riportato contusioni e lesioni.
  La situazione è stata attentamente seguita nella sua evoluzione dalle Autorità di pubblica sicurezza, Prefetto e Questore, presenti entrambi sul posto insieme al Sindaco di Nichelino. Anche in conseguenza di un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, prontamente convocato dal Prefetto, è stato valutato, date le circostanze, di proseguire l'attività di contenimento e allontanamento posta in essere fino a quel momento, evitando un intervento di forza che sarebbe stato considerato altamente a rischio dal punto di vista dell'ordine pubblico.
  L'attività di costante presidio della zona consentiva non solo di impedire altri accessi, ma anche di identificare le persone in uscita dall'area e di effettuare una consistente attività di alleggerimento, mediante la rimozione forzata di alcuni veicoli parcheggiati, procedendo altresì alle contestazioni delle violazioni per l'irrogazione delle sanzioni previste dal Codice della Strada.
  Questa linea di azione ha prodotto un evidente effetto dissuasivo, facendo sì che i partecipanti, fin dalla mattina del 1° novembre, lasciassero gradualmente il luogo
dell'evento, completamente liberato dall'abusiva occupazione il giorno seguente.
  Complessivamente, dalla serata di sabato 30 ottobre sino alla mattina del 2 novembre scorsi, nell'ambito del dispositivo di ordine e sicurezza pubblica attuato dalla Questura, sono stati impiegati 975 operatori delle Forze di Polizia.
  Grazie alle misure di contenimento adottate, oltre all'abbreviamento del raduno e al suo costante monitoraggio, è stato possibile identificare circa 3.000 persone, anche provenienti da altri Paesi europei, e controllare oltre 1.600 mezzi, procedendo, come detto, in alcuni casi, alla loro rimozione forzata.
  Sono stati sottoposti a sequestro due furgoni, 20 casse di amplificazione e 2 mixer e denunciate 6 persone (quattro italiani, subito muniti di foglio di via obbligatorio, e due francesi) in qualità di sospetti organizzatori del raduno illegale. Sono stati emessi finora 40 fogli di via obbligatorio nei confronti di soggetti identificati sul posto.

ALLEGATO 4

5-06993 Iezzi ed altri: Sulla procedura per dotare le Forze dell'ordine della pistola a impulsi elettrici.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,

  l'interrogante chiede notizie in merito allo stato della procedura finalizzata a dotare le Forze di polizia dell'arma a impulsi elettrici detta «taser» Come noto l'acquisizione della predetta tipologia di arma è stata preceduta da una fase sperimentale.
  Ricordo anche che il 16 giugno 2020, con provvedimento del Ministro dell'interno, il personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di polizia è stato autorizzato a impiegare il taser per i compiti istituzionali, a condizione che esso non ecceda le potenzialità offensive delle Forze di polizia.
  Quanto alle fasi della procedura in questione, informo che la gara si è conclusa e che lo scorso 7 luglio è stato stipulato il contratto relativo alla fornitura. Sono inoltre decorsi i previsti 120 giorni per l'approntamento del collaudo delle armi e dei relativi accessori da parte dell'operatore economico aggiudicatario. Quest'ultimo – trascorso il periodo di cui sopra – ha consegnato la fornitura complessiva, consistente in 4.482 pezzi con relativi accessori, per le esigenze delle tre Forze di polizia (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza) agli stabilimenti della Polizia di Stato di Senigallia, presso i quali sarà posta nella disponibilità della Commissione di verifica della conformità, affinché ne sia accertata la corrispondenza ai requisiti pattuiti con l'Amministrazione.
  In merito ai tempi per la distribuzione dell'arma indicata in oggetto sul territorio nazionale, si specifica che ha avuto inizio la procedura di collaudo da parte della Commissione all'uopo costituita presso gli Stabilimenti della Polizia di Stato di Senigallia.
  La procedura dovrà concludersi non più tardi del 20 novembre p.v.. Qualora il collaudo dovesse avere esito negativo, la fornitura sarà inviata all'azienda con le eventuali modifiche da apportare al fine di rendere sicura l'arma.
  Nel caso in cui il collaudo andasse a buon fine, si procederà, ambito Polizia di Stato, alla distribuzione delle armi agli 11 Centri Regionali V.E.C.A. (Vestiario, Equipaggiamento, Casermaggio, Armamento) sul territorio nazionale, che dovrebbe terminare approssimativamente entro la fine di novembre. I Centri V.E.C.A. inviteranno, poi, le Questure per il ritiro delle armi ad impulsi elettrici.
  Quanto alla Polizia di Stato, 20 master instructors sono già stati addestrati. A loro volta dovranno istruire circa 300 «formatori» i quali avranno il compito di formare 1.500 operatori distribuiti sul territorio nazionale, che avranno in dotazione l'arma di cui trattasi solo ed esclusivamente a formazione avvenuta.
  Soggiungo infine che è in via di definizione l'iter di adozione del decreto di modifica del decreto del Presidente della Repubblica n. 359/1991, recante il regolamento che stabilisce i criteri per la determinazione dell'armamento in dotazione all'Amministrazione della pubblica sicurezza e al personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di polizia. Il provvedimento è stato da ultimo posto all'ordine del giorno della seduta di «pre-consiglio dei Ministri» lo scorso 27 ottobre ed è stato esaminato.
  Il Ministero dell'interno, nei giorni scorsi, ne ha chiesto pertanto l'inserimento all'ordine del giorno del primo Consiglio dei ministri utile.
  Relativamente alle modalità di impiego, che fino a quando non sarà concluso l'iter
di approvazione del decreto del Presidente della Repubblica di modifica del regolamento n. 359, che come appena detto è in dirittura di arrivo, rimangono efficaci le indicazioni contenute nel decreto del Ministro dell'interno del 4 luglio 2018.
  Inoltre, al fine di recepire le indicazioni formulate dal Consiglio Superiore di Sanità, con decreto del Capo della polizia del 16 giugno 2020, è stato approvato un nuovo Manuale Tecnico Operativo per l'addestramento e la sperimentazione operativa della pistola ad impulsi elettrici «Taser mod. X». Tale manuale, che è destinato a tutte le Forze di polizia, disciplina le modalità dettagliate di impiego dell'arma, con l'indicazione degli effetti sulla persona, le informazioni sanitarie e le precauzioni di utilizzo, e contiene le integrazioni relative alle precauzioni da adottare in caso di TSO (trattamento sanitario obbligatorio) e la previsione dei tempi di attesa di qualche secondo per la riattivazione dell'impulso elettrico, qualora il primo colpo risultasse inefficace, in conformità al parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità, sopra richiamato.
  Infine, comunico che per l'utilizzo dell'arma ad impulsi elettrici gli operatori sono obbligati non solo ad uniformarsi a tutte le raccomandazioni contenute nel citato nuovo Manuale tecnico-operativo, ma anche ad osservare tutte le raccomandazioni apprese nel preventivo corso di formazione per l'uso dell'arma stessa.

ALLEGATO 5

5-06994 Baldino ed altri: Iniziative per contrastare i crimini, con particolare riferimento ai femminicidi e ai crimini informatici.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

  l'Onorevole interrogante, nel riferirsi all'andamento della delittuosità con particolare riguardo ad alcune fattispecie, chiede quali siano le iniziative per contrastarne l'aumento.
  Va evidenziato come nel 2020 sia proseguita in maniera ancor più accentuata rispetto al 2019 la diminuzione del numero dei delitti denunciati, scesi del 17,5 per cento in parte anche in ragione delle limitazioni legate alla pandemia.
  Per alcune tipologie di reati contro il patrimonio i dati del primo semestre del 2021, non ancora consolidati, hanno fatto registrare un incremento rispetto all'analogo periodo del 2020: i furti nel complesso sono aumentati dell'8,42 per cento, con variazioni di segno opposto a seconda della tipologia di furto, e le rapine del 6,29 per cento, pur con significative diminuzioni di alcune categorie quali quelle ai danni di istituti di credito (-50 per cento) e uffici postali (-21 per cento). L'aspetto principale è, tuttavia, che i medesimi dati, proiettati su scala annuale, fanno registrare, rispetto al 2019, una diminuzione del 36,2 per cento dei furti e del 22,8 per cento delle rapine.
  Per quanto riguarda invece il numero di omicidi commessi ai danni di donne, il dato di 57 casi è purtroppo rimasto, nel primo semestre del 2021, su livelli analoghi a quelli registrati nello stesso periodo del 2020 (pari a 62 casi).
  Al di là di questi dati sull'andamento della delittuosità, va sottolineato come l'Amministrazione della pubblica sicurezza abbia avviato, ormai da alcuni anni, una serie di progetti, con il preciso obiettivo di «intercettare» i cambiamenti della «minaccia criminale» e rendere più incisiva l'azione di prevenzione e contrasto, anche tramite l'introduzione di nuovi strumenti e sistemi informatici, anche di analisi, che dovranno assicurare il supporto all'azione investigativa e di prevenzione sviluppata dalle Forze di polizia; per lo sviluppo di questi progetti rivestono, tra l'altro, un'importanza fondamentale i programmi a co-finanziamento europeo, tra cui quelli nell'ambito del P.O.N. Regalità e del Programma Nazionale Fondo Sicurezza Interna a carico dei quali Bono in corso di realizzazione iniziative per un valore di circa 65 milioni di euro.
  Su un altro versante, stanno giungendo oggi a completamento una serie di iniziative che porteranno al complessivo rinnovamento dell'Amministrazione della pubblica sicurezza e, con specifico riferimento agli illeciti online, una particolare attenzione è stata riservata alla Polizia Postale e delle Comunicazioni che è attualmente l'unico polo tra le Forze di Polizia specificamente dedicato al contrasto del cybercrime.
  Il Ministero dell'interno sta investendo su questa Specialità al fine di renderne ancora più performante l'azione, la quale comprende sia il coinvolgimento operativo nei fori di cooperazione transnazionale di settore – essenziali in ragione delle specifiche caratteristiche di delocalizzazione e assenza di limiti spaziali del crimine informatico – sia le forme investigative più evolute per la prevenzione e la repressione dei crimini informatici sia modalità di maggior prossimità al cittadino, tra cui il Commissariato di pubblica sicurezza online, nonché veicolando al pubblico indicazioni pratiche (cosiddetto «alert») per difendersi dalle minacce presenti in Rete.
  In questo ambito mi preme sottolineare che, a fronte della crescente rilevanza e complessità dei compiti istituzionali, l'elevazione dell'attuale Servizio al rango di Direzione Centrale – come dettagliato nel
previsto regolamento, definitivamente approvato dal Consiglio dei ministri nella riunione del 27 ottobre scorso – consentirà un'articolazione più strutturata ed una proiezione esterna della Specialità più coerente alla sua esposizione operativa.
  L'Amministrazione è, tra l'altro, impegnata nella realizzazione di un Centro Anticrimine per i Minori Online (C.A.M.On.), operativo h24 e dedicato alla tutela dei minori on-line, e nell'implementazione del progetto, finanziato con fondi europei, per la creazione del Sistema Informativo Nazionale per il Contrasto al Cyber Crime – progetto SINC3, in grado di supportare le attività di prevenzione, gestione degli incidenti di sicurezza e diffusione automatizzata di alert di sicurezza al circuito delle infrastrutture critiche nazionali.
  Ricordo, altresì, che, grazie alla versatilità della piattaforma OF2CEN (On line Fraud Cyber Centre and Expert Network) – frutto di specifiche convenzioni intercorse mediante ABI con gran parte del mondo bancario ed operativa per l'analisi ed il contrasto avanzato delle frodi on line – la Specialità ha potuto bloccare e recuperare alla fonte ingenti somme di denaro.
  Credo che questa breve illustrazione di alcune delle iniziative di prevenzione e contrasto delle forme di delittuosità che destano maggiore allarme sociale dimostri l'impegno del Ministero dell'interno e l'esistenza di una strategia di lungo periodo in grado di adeguare la risposta securitaria al mutamento della società e al rapido progresso tecnologico.

ALLEGATO 6

DL 132/2021: Misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP (C. 3298 Governo).

PROPOSTE EMENDATIVE APPROVATE

ART. 1.

  Al comma 1:

   alla lettera a), capoverso 3, sostituire le parole: «ai fini della prosecuzione delle indagini», con le seguenti: «per l'accertamento dei fatti» e le parole: «presso il fornitore con decreto motivato del giudice» con le seguenti: «previa autorizzazione rilasciata dal giudice con decreto motivato,»;

   alla lettera b), capoverso 3-bis, sopprimere il terzo periodo;

   alla lettera b), dopo il capoverso 3-ter, aggiungere il seguente: «3-quater. I dati acquisiti in violazione delle disposizioni dei commi 3 e 3-bis non possono essere utilizzati»

  Conseguentemente, dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

  1-bis. I dati relativi al traffico telefonico, al traffico telematico e alle chiamate senza risposta, acquisiti nei procedimenti penali in data precedente alla data di entrata in vigore del presente decreto possono essere utilizzati a carico dell'imputato solo unitamente ad altri elementi di prova ed esclusivamente per l'accertamento dei reati per i quali la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel massimo a tre anni, determinata a norma dell'articolo 4 del codice di procedura penale, e dei reati di minaccia e di molestia o disturbo alle persone con il mezzo del telefono, quando la minaccia, la molestia o il disturbo sono gravi.
1.16. (Nuova formulazione) Zanettin, Siracusano, Calabria, Cassinelli, Cristina, Giannone, Pittalis, Rossello, Tartaglione.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

  1-bis. Al terzo periodo del comma 1 dell'articolo 267 del codice di procedura penale, le parole: «indica le ragioni» sono sostituite dalle seguenti: «indica le specifiche ragioni».
1.22. (Ulteriore nuova formulazione) Siracusano, Calabria, Zanettin, Cassinelli, Cristina, Giannone, Pittalis, Rossello, Tartaglione.

ART. 6.

  All'articolo 6 sostituire i commi 1 e 2 con il seguente:

  1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Ai relativi adempimenti si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
6.1. Il Relatore.