I Commissione

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)

Commissione I (Affari costituzionali)

Comm. I

Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
SOMMARIO
Mercoledì 6 ottobre 2021

SEDE CONSULTIVA:

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021. Doc. LVII, n. 4-bis e Allegati (Parere alla V Commissione) (Seguito esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione) ... 33

ALLEGATO 1 (Parere approvato) ... 47

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2021. C. 3208 Governo (Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2020. Doc. LXXXVII, n. 4 (Parere alla XIV Commissione) (Seguito esame congiunto e conclusione – Relazione favorevole e parere favorevole) ... 33

ALLEGATO 2 (Relazione approvata) ... 49

ALLEGATO 3 (Parere approvato) ... 50

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA:

Programma di lavoro della Commissione per il 2021 – Un'Unione vitale in un mondo fragile (COM(2020)690 final) e relativi allegati (COM(2020)690 final – Annexes 1 to 4).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021. (Doc. LXXXVI, n. 4) (Parere alla XIV Commissione) (Seguito esame congiunto, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole) ... 34

ALLEGATO 4 (Parere approvato) ... 54

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-06759 Fiano e Ceccanti: Sull'attualità delle norme concernenti la propaganda elettorale alla luce dei nuovi strumenti informatici ... 34

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 58

5-06760 Calabria: Sulle iniziative per garantire la sicurezza pubblica nella città di Roma, con particolare riferimento alle sponde del fiume Tevere ... 35

ALLEGATO 6 (Testo della risposta) ... 59

5-06761 Fogliani e altri: Sullo stato di avanzamento del bando di gara per l'acquisizione di elicotteri da destinare al 10° reparto volo della Polizia di Stato di Venezia ... 36

ALLEGATO 7 (Testo della risposta) ... 60

5-06762 Magi e Gebhard: Sui ritardi nell'esame delle domande di regolarizzazione degli stranieri ... 37

ALLEGATO 8 (Testo della risposta) ... 61

5-06763 Baldino e altri: Sui gravi episodi di aggressione, atti vandalici e intimidazione verificatisi in occasione delle campagna elettorale per le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021 ... 38

ALLEGATO 9 (Testo della risposta) ... 62

5-06764 Prisco e Montaruli: Sulle iniziative per ridurre i numerosi episodi di suicidio tra gli appartenenti alle Forze dell'ordine ... 38

ALLEGATO 10 (Testo della risposta) ... 64

SEDE REFERENTE:

DL 132/2021: Misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP. C. 3298 Governo (Seguito esame e rinvio) ... 39

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI:

Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali. Nuovo testo C. 3179 e abb.-A (Parere alla II Commissione) (Esame e conclusione – Nulla osta) ... 45

ALLEGATO 11 (Parere approvato) ... 66

AUDIZIONI INFORMALI:

Audizione informale, in videoconferenza, di Roberto Della Rocca, Presidente dell'Associazione italiana vittime del terrorismo e dell'eversione contro l'ordinamento dello Stato (AIVITER) e di Paolo Bolognesi, Presidente dell'Associazione tra i familiari dei Caduti della strage di Bologna 2 agosto 1980, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 2935 De Maria, recante Modifiche alla legge 3 agosto 2004, n. 206, e altre disposizioni in materia di benefìci in favore delle vittime del terrorismo ... 46

I Commissione - Resoconto di mercoledì 6 ottobre 2021

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 6 ottobre 2021. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA.

  La seduta comincia alle 10.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021.
Doc. LVII, n. 4-bis e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, iniziato nella seduta del 5 ottobre 2021.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che l'esame in sede consultiva sul documento dovrà concludersi nella seduta odierna, in quanto la Commissione Bilancio concluderà l'esame della Nota entro le ore 14 di oggi.
  Rammenta altresì che nella seduta di ieri il relatore, Ceccanti, ha illustrato la Nota e ha formulato una proposta di parere favorevole con un'osservazione, che sarà ora posta in votazione.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore (vedi allegato 1).

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2021.
C. 3208 Governo.
(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2020.
Doc. LXXXVII, n. 4.
(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito esame congiunto e conclusione – Relazione favorevole e parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto del provvedimento e del documento in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 ottobre 2021.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che il relatore, Ceccanti, ha formulato una proposta di relazione sul disegno di legge e una proposta di parere sulla Relazione consuntiva, le quali saranno poste in votazione nella seduta odierna.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva, con distinte votazioni, la proposta di relazione e la proposta di parere del relatore (vedi allegati 2 e 3).
  Nomina inoltre il deputato Ceccanti quale relatore, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, presso la XIV Commissione sul disegno di legge C. 3208, per le parti di competenza della I Commissione.

  La seduta termina alle 10.05.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 6 ottobre 2021. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA.

  La seduta comincia alle 10.05.

Programma di lavoro della Commissione per il 2021 – Un'Unione vitale in un mondo fragile (COM(2020)690 final) e relativi allegati (COM(2020)690 final – Annexes 1 to 4).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021.
(Doc. LXXXVI, n. 4).
(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito esame congiunto, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei documenti, rinviato nella seduta del 5 ottobre 2021.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che la relatrice, De Carlo, nella seduta di ieri ha illustrato i documenti in esame e ha quindi formulato una proposta di parere, la quale è già stata inviata a tutti i componenti della Commissione nella giornata di ieri e che sarà posta in votazione nella seduta odierna.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dalla relatrice (vedi allegato 4) e nomina la deputata De Carlo quale relatrice presso la XIV Commissione.

  La seduta termina alle 10.10.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 6 ottobre 2021. — Presidenza del vicepresidente Fausto RACITI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 13.35.

  Fausto RACITI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Avverte inoltre che, come specificato anche nelle convocazioni, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020, i deputati possono partecipare in videoconferenza all'odierna seduta di interrogazioni a risposta immediata.

5-06759 Fiano e Ceccanti: Sull'attualità delle norme concernenti la propaganda elettorale alla luce dei nuovi strumenti informatici.

  Emanuele FIANO (PD) illustra la sua interrogazione, rilevando come essa prenda spunto da un'iniziativa della prefettura di Milano che il 19 agosto 2021, in occasione dell'imminente tornata amministrativa, ha adottato una circolare che richiama i principali adempimenti prescritti dalla normativa vigente in materia di propaganda elettorale. Evidenzia come tale circolare espressamente stabilisca che «l'utilizzazione di strutture fisse (cosiddette gazebo) a fini di propaganda elettorale può essere consentita ... per un più agevole esercizio di forme di propaganda consentite dalla legge, quali, ad esempio, la distribuzione di volantini o altro materiale di propaganda». Fa notare come tali strutture, tuttavia, secondo quanto previsto dalla predetta circolare, «stante il divieto di affissione di manifesti al di fuori degli spazi consentiti, non devono esporre raffigurazioni, fotografie, simboli, drappi, striscioni, manifesti, diciture o colori che direttamente o indirettamente richiamino formazioni politiche o candidati», mentre sono ammesse, come richiamato dalla stessa circolare, le bandiere dei partiti e movimenti politici quando servano a identificare la titolarità del gazebo medesimo.
  Osserva come tale normativa sia non solo piuttosto antiquata, alla luce del fatto che non contempla minimamente l'eventuale propaganda espletata via web o via social, che ormai costituiscono alcuni dei canali principali attraverso i quali viene svolta la propaganda elettorale, ma non appaia neppure coerente e sistematica, laddove autorizza gazebo per la propaganda elettorale e la distribuzione di volantini e consente l'apposizione di bandiere al fine di rendere politicamente riconoscibile il gazebo, non ammettendo, tuttavia, che sul medesimo possano essere apposti manifesti raffiguranti, ad esempio, i candidati alle elezioni.
  In tale contesto l'interrogazione chiede se il Ministro interrogato non ritenga necessario adottare iniziative per una revisione complessiva della normativa inerente alla propaganda elettorale durante le tornate elettorali, che la renda più attuale alla luce dei nuovi strumenti informatici non contemplati dalla normativa vigente, e se non ritenga opportuno adottare iniziative per innovare tale normativa consentendo l'apposizione dei manifesti elettorali anche all'interno e all'esterno dei gazebo già autorizzati per la propaganda elettorale, anche valutando la possibilità di configurare i gazebo come «strutture fisse» solo se stabilmente posizionati.

  Il Sottosegretario Ivan SCALFAROTTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Emanuele FIANO (PD), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta e si riserva di approfondire l'opportunità di adottare iniziative legislative volte al superamento di una normativa anacronistica e di fatto ampiamente disattesa, dal momento che durante le campagne elettorali è frequente il ricorso a gazebo sui quali sono affissi manifesti di propaganda elettorale dei candidati.
  Ritiene inoltre che, nelle more di una modifica della disciplina vigente, debba comunque essere evitata l'applicazione di sanzioni per la violazione di norme manifestamente anacronistiche e nei fatti ampiamente disattese, sottolineando come nel momento in cui determinate norme non vengono più osservate sia necessario porre la questione del loro superamento.

5-06760 Calabria: Sulle iniziative per garantire la sicurezza pubblica nella città di Roma, con particolare riferimento alle sponde del fiume Tevere.

  Annagrazia CALABRIA (FI), intervenendo da remoto, illustra la sua interrogazione, osservando come alle 23.30 circa di sabato 2 ottobre 2021, il Ponte dell'industria di Roma, luogo simbolico della città sito al confine tra i quartieri Marconi e Ostiense, sia stato devastato da un incendio. Evidenzia come lo storico Ponte, costruito tra il 1862 e il 1863 e sopravvissuto a ben due guerre mondiali, è andato distrutto a causa dell'incuria e del degrado; infatti, stando alle ipotesi degli inquirenti, l'incendio sarebbe stato innescato da un fornelletto utilizzato da alcuni clochard – che abitavano stabilmente nella parte sottostante la struttura – per poi propagarsi attraverso la vegetazione fitta e incolta di quel tratto di Lungotevere.
  Rileva quindi come, in verità, quanto accaduto non sia un unicum nella storia capitolina più recente: infatti anche nel febbraio 2013 un fatto analogo interessò il sopramenzionato collegamento, che venne parzialmente distrutto dalle fiamme sprigionate da alcune baracche ubicate nell'area a esso sottostante. Evidenzia dunque, come, a distanza di otto anni, le banchine del fiume che attraversa Roma non abbiano cessato di essere un luogo dove tutto è permesso – senza limiti e controlli – come dimostra il fatto che, nell'ultimo triennio, la popolazione stanziata lungo le sue sponde è aumentata, in spregio a qualsiasi norma posta a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Ritiene si tratti di una realtà che desta allarme sociale e che, pertanto, non può più essere ignorata, considerando ormai improcrastinabile adottare misure volte a identificare quanti vivono in tali condizioni di degrado, per provvedere al loro trasferimento negli appositi luoghi di permanenza di cui dispone il comune di Roma.
  Sottolinea quindi come i cittadini della Capitale reputino tale condizione di emergenza ormai intollerabile, anche alla luce del numero di esposti presentati da quanti si sono trovati, con crescente assiduità, ad assistere a scene indecorose in luoghi pubblici, nonché a fatti pericolosi generati da assembramenti di persone ubriache e moleste.
  In tale contesto l'atto di sindacato ispettivo chiede quali iniziative urgenti si intenda adottare al fine di garantire la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica nella città di Roma, anche d'intesa con l'amministrazione locale interessata.

  Il Sottosegretario Ivan SCALFAROTTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

  Annagrazia CALABRIA (FI), intervenendo da remoto, fa notare come il rappresentante del Governo, nella sua risposta, faccia riferimento ad un'attività di controllo sul territorio e di sgombero, che tuttavia, sembra non abbia dato i suoi frutti, considerato l'elevato degrado registrato lungo le sponde del Tevere.
  Ritiene infatti che le condizioni di quelle zone destino una forte preoccupazione sociale, ritenendo improcrastinabile che le istituzioni agiscano per provvedere quanto prima al trasferimento della popolazione ivi stanziata negli appositi luoghi di permanenza di cui dispone il comune di Roma.
  Dopo aver ricordato che nella città di Roma vive un numero elevato di soggetti non identificati privi di fissa dimora, che contribuiscono ad alimentare il fenomeno dell'abusivismo, ritiene inaccettabile che solo una piccola percentuale delle famiglie le quali non dispongono di un'abitazione riesca ad ottenere l'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Considera dunque fondamentale che gli enti locali competenti, in sinergia con il Governo nazionale, elaborino, anche mediante l'impiego di fondi europei, un piano di edilizia popolare, nonché un organico progetto di riqualificazione delle aree prossime al fiume, da inserire nell'ambito più ampio di un parco nazionale del Tevere, al fine di contrastare i fenomeni di degrado di quelle zone.
  Rivolge, infine, un ringraziamento a tutte le forze dell'ordine impegnate in tale occasione nella zona del Ponte dell'industria di Roma, che hanno consentito, con il loro lavoro, di ristabilire condizioni di sicurezza nella città.

5-06761 Fogliani e altri: Sullo stato di avanzamento del bando di gara per l'acquisizione di elicotteri da destinare al 10° reparto volo della Polizia di Stato di Venezia.

  Ketty FOGLIANI (LEGA) illustra la sua interrogazione, rilevando come essa abbia ad oggetto la necessità di dotare di un elicottero il 10° reparto volo della Polizia di Stato di Venezia, che ha competenza territoriale sul Veneto, sul Trentino – Alto Adige e sul Friuli – Venezia Giulia, in considerazione del fatto che in dotazione al predetto reparto c'è solo un elicottero del 1983, utilizzato in larga scala in caso di interventi urgenti legati all'ordine e alla sicurezza pubblica, e un aereo P68, utilizzabile, però, solo per il trasporto urgente di organi e la vigilanza stradale.
  In tale contesto, l'atto di sindacato ispettivo chiede se intenda fornire informazioni aggiornate sullo stato dell'arte del bando di gara per l'acquisizione finale degli elicotteri e quando ritenga presumibile che mezzi possano arrivare al 10° reparto di volo di Venezia.

  Il Sottosegretario Ivan SCALFAROTTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 7).

  Ketty FOGLIANI (LEGA), replicando, prende atto con soddisfazione di quanto riferito dal rappresentante del Governo e coglie l'occasione per ringraziare il personale del 10° reparto di volo della Polizia di Stato di Venezia per il prezioso lavoro svolto in favore della comunità.

5-06762 Magi e Gebhard: Sui ritardi nell'esame delle domande di regolarizzazione degli stranieri.

  Riccardo MAGI (MISTO-A-+E-RI) illustra la sua interrogazione, osservando come, in base ai dati del dossier elaborato dai promotori della campagna «Ero straniero» diffusi il 23 settembre 2021, siano circa 60.000 i permessi di soggiorno rilasciati, fronte delle 230.000 domande di regolarizzazione presentate a seguito del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, solo il 26 per cento del totale. Sottolinea come, nonostante si registri un miglioramento rispetto ai mesi precedenti, il ritardo con cui sta procedendo l'esame delle domande rimanga drammatico, soprattutto nelle grandi città: a Milano, delle 26.000 pratiche ricevute, sono stati rilasciati solo 2.000 permessi di soggiorno; a Roma, su 16.000 domande, sono 60 i permessi di soggiorno rilasciati. Risulta invece quasi terminato l'esame delle domande dell'altra procedura prevista dal cosiddetto decreto «rilancio» per mettersi in regola, che prevedeva che gli stessi lavoratori stranieri irregolari con esperienze lavorative nei settori individuati dalla sanatoria potessero fare richiesta di un permesso di soggiorno temporaneo e cercare un nuovo impiego. Ritiene che una delle ragioni dei ritardi sia che le circa 800 figure interinali previste dal cosiddetto decreto «rilancio» a maggio 2020 sono entrate effettivamente in servizio quasi un anno dopo per il protrarsi delle procedure di assunzione; nei prossimi giorni, sono in scadenza i primi contratti.
  Evidenzia quindi come il ritardo con cui si sta procedendo all'esame delle domande di emersione si traduca nell'impossibilità di fatto, per decine di migliaia di persone, di accedere ai servizi, alle prestazioni sociali e alle tutele previsti per chi lavora nel nostro Paese; inoltre, nonostante la circolare del Ministero della salute di luglio 2020 chiarisca che i cittadini stranieri «in emersione» hanno l'obbligo di iscrizione al Servizio sanitario nazionale, molte strutture sanitarie rifiutano l'iscrizione, rendendo difficile accedere alla campagna vaccinale anti-Covid ancora in corso, con conseguente impatto sulla salute pubblica. A ciò si aggiunge l'incertezza dei datori di lavoro che vorrebbero poter realizzare l'assunzione di questi lavoratori e instaurare un rapporto di lavoro stabile.
  Evidenzia quindi come l'alto numero di domande, nonostante i limiti rigidi previsti dal decreto, testimoni il desiderio di mettersi in regola di tanti datori di lavoro e dimostra la necessità di allargare i settori ammessi e di poter accedere, anche al di fuori di finestre temporali predefinite, alla procedura di regolarizzazione.
  In tale contesto l'interrogazione chiede quali iniziative di competenza si intenda adottare, alla luce dei dati più aggiornati, per assicurare che l'esame delle domande di regolarizzazione presentate venga finalizzato in tempi brevi e per permettere in futuro l'emersione dei rapporti di lavoro in questione.

  Il Sottosegretario Ivan SCALFAROTTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 8).

  Riccardo MAGI (MISTO-A-+E-RI), replicando, ringrazia per la risposta del rappresentante del Governo, che ritiene abbia fornito dati statistici utili e aggiornati, in relazione alle domande di regolarizzazione degli stranieri.
  Pur comprendendo come un certo ritardo nell'evasione delle pratiche sia dipeso dall'emergenza epidemiologica, ricorda che tale emergenza si poneva proprio alla base del cosiddetto «decreto rilancio», con il quale si intese proprio favorire una sanatoria dei lavoratori stranieri irregolari, anche nell'ottica della campagna vaccinale, soprattutto nell'ambito di certi settori produttivi. Dopo aver manifestato soddisfazione per l'annunciato prolungamento dei contratti del personale interinale, al fine di favorire lo smaltimento delle pratiche arretrate, svolge alcune considerazioni finali di carattere generale, ritenendo che vi sia una questione politica di fondo che il Parlamento e il Governo dovrebbero porsi.
  Si riferisce, in particolare, all'esigenza di elaborare una riforma organica che ponga fine ai frammentati interventi di sanatoria finora intrapresi e assicuri – in presenza di determinate condizioni, come ad esempio, la disponibilità del datore di lavoro all'assunzione di lavoratori stranieri – canali di regolarizzazione e di ingresso nel Paese stabili e permanenti.

5-06763 Baldino e altri: Sui gravi episodi di aggressione, atti vandalici e intimidazione verificatisi in occasione delle campagna elettorale per le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021.

  Vittoria BALDINO (M5S) illustra la sua interrogazione, ricordando come, durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021, si siano verificati in tutto il Paese fatti gravissimi: aggressioni, atti vandalici, intimidazioni a consiglieri uscenti e candidati e altre forme di violenza che debbono essere condannate in quanto esecrabili, che hanno acceso polemiche e infiammato le ultime ore della campagna elettorale, senza alcuna giustificazione.
  In particolare, fa presente che nella città di Nardò, in Salento, un candidato al consiglio comunale è stato colpito con un pugno mentre raggiungeva il palco per il comizio finale, riportando alcune ferite, e che ad Afragola, nel napoletano, una deputata ed il segretario locale di un partito politico sono stati coinvolti in un'aggressione da parte di detrattori, sottolineando, con riferimento a quest'ultimo episodio, come, nonostante sia stata sporta denuncia le minacce e le intimidazioni siano proseguite. Ricorda, inoltre, che nel foggiano, a San Nicandro Garganico, un candidato ha presentato una denuncia ai carabinieri dopo che ignoti hanno imbrattato la sua sede elettorale con scritte offensive, sottolineando come si sia trattato del secondo episodio intimidatorio in quarantotto ore, e che in Calabria, a Cetraro, un falso pacco bomba è stato collocato sotto l'automobile di un candidato regionale uscente.
  Osserva quindi come tali episodi evidenzino una spirale di violenza incontrollata che ha inasprito il clima elettorale, non consentendo lo svolgimento di una serena competizione elettorale. Rileva, infatti, come il diritto di elettorato attivo e passivo debba essere garantito anche assicurando lo svolgimento della campagna elettorale in condizioni di piena sicurezza.
  In tale contesto l'atto di sindacato ispettivo chiede quali siano le valutazioni del Ministro interrogato rispetto ai fatti riferiti e, in particolare, se non intenda intraprendere iniziative di competenza urgenti per il contrasto di fenomeni violenti e di intimidazione di tal fatta, in modo che non abbiano più a ripetersi.

  Il Sottosegretario Ivan SCALFAROTTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 9).

  Vittoria BALDINO (M5S), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo e coglie l'occasione per esprimere il proprio apprezzamento al personale del Ministero dell'interno e delle prefetture per il prezioso lavoro svolto in occasione delle consultazioni elettorali.
  Osserva come i fatti riferiti nell'atto di sindacato ispettivo in titolo e nella risposta del rappresentante del Governo testimonino l'inaccettabile clima di violenza in cui, in alcuni contesti, si è svolta la campagna elettorale.
  Rileva quindi come le forze dell'ordine abbiano tenuto alta l'attenzione e come tale attenzione vada mantenuta anche in vista del turno di ballottaggio e delle future consultazioni elettorali, ribadendo come lo svolgimento della campagna elettorale in condizioni di sicurezza sia essenziale ai fini della garanzia dell'effettivo esercizio del diritto di elettorato attivo e passivo.

5-06764 Prisco e Montaruli: Sulle iniziative per ridurre i numerosi episodi di suicidio tra gli appartenenti alle Forze dell'ordine.

  Augusta MONTARULI (FDI) illustra l'interrogazione, di cui è cofirmataria, osservando come siano purtroppo decine ogni anno i membri delle forze dell'ordine che sono colti da eventi suicidari all'interno dei vari comandi, spesso ricorrendo all'utilizzo dell'arma di ordinanza. Fa notare come nel corso del 2020 gli eventi suicidari registrati tra gli appartenenti alle forze dell'ordine sono stati cinquantuno, di cui nove hanno interessato la polizia di Stato. Nel 2019, invece, l'Osservatorio suicidi in divisa, ne ha registrati sessantanove. Nel corso del corrente anno si sono registrati già trentotto suicidi tra le forze dell'ordine. Nel ventennio appena trascorso i suicidi tra le forze dell'ordine hanno raggiunto la cifra di 891; tale dato, se comparato con i suicidi della popolazione generale, è particolarmente significativo: infatti, secondo i dati raccolti dal SILP (Sindacato dei lavoratori di polizia), nella fascia di età compresa tra i venticinque e i sessantaquattro anni, si tolgono la vita 7 persone su 100.000, mentre quando si parla di appartenenti alle forze dell'ordine il tasso è di circa 17 su 100.000.
  Sottolinea quindi come, dietro alla divisa, ci siano donne e uomini in carne ed ossa che, quotidianamente, mettono a repentaglio la propria vita per salvaguardare quella degli altri, vivendo talvolta situazioni di estremo pericolo ed elevato stress, cui si aggiunge la mancanza di mezzi, strutture inidonee, carichi di lavoro superiori, dovuti alla mancanza di organico, stipendi inadeguati che si possono sommare a problematiche legate alla dimensione privata.
  Ricorda inoltre che gli appartenenti alle forze dell'ordine, prima di essere assunti nelle amministrazioni vengono sottoposti ad approfondite analisi psichiche e che, pertanto, prima dell'arruolamento, non vi era traccia del disagio psichico che ha portato all'estremo gesto: a tal proposito ritiene necessario considerare la possibilità che potrebbe essere proprio l'ambiente lavorativo nel quale vivono e operano a incidere negativamente sull'equilibrio della psiche.
  Ritiene dunque necessario adottare immediati provvedimenti, valutando anche la possibilità di istituire urgentemente una Commissione parlamentare d'inchiesta che abbia libero accesso a tutti i fascicoli personali dei giovani agenti che si suicidano, al fine di comprendere a fondo le ragioni di tali eventi.
  In tale contesto l'interrogazione chiede quali urgenti iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per ridurre notevolmente il numero dei suicidi tra gli appartenenti alle forze dell'ordine e per porre in essere efficaci politiche di prevenzione.

  Il Sottosegretario Ivan SCALFAROTTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 10).

  Augusta MONTARULI (FDI), replicando, nel ringraziare il rappresentante del Governo per la risposta, si augura che l'Esecutivo compia ulteriori sforzi, adottando misure volte a migliorare le condizioni lavorative del personale delle forze dell'ordine, attraverso misure che favoriscano il miglioramento dei turni di lavoro, non solo attraverso una migliore organizzazione del lavoro, ma anche mediante l'assunzione di nuovo personale, come richiesto a più riprese richieste dal gruppo di Fratelli d'Italia.

  Fausto RACITI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.25.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 6 ottobre 2021. — Presidenza del vicepresidente Fausto RACITI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.25.

DL 132/2021: Misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP.
C. 3298 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Fausto RACITI, presidente, avverte innanzitutto che, come specificato anche nelle convocazioni, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso, i deputati possono partecipare all'odierna seduta in sede referente in videoconferenza, in quanto nella seduta odierna non sono previste votazioni sul provvedimento.
  Rileva quindi come la Commissione avvii oggi l'esame, in sede referente, del disegno di legge C. 3298, di conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante Misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP.

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, nell'illustrare il contenuto del decreto-legge, che consta di 7 articoli, rileva come l'articolo 1 modifichi l'articolo 132 del codice della privacy, per circoscrivere l'accesso ai dati di traffico telefonico e telematico a fini di indagine penale, consentendolo solo a fronte di gravi o specifici reati e richiedendo sempre, a fronte di una richiesta del pubblico ministero, la convalida da parte del giudice.
  L'intervento normativo è determinato dall'esigenza di dare urgente seguito a una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (sentenza del 2 marzo 2021, causa C-746/18), la quale ha affermato due princìpi: l'accesso, per fini penali, a un insieme di dati di comunicazioni elettroniche relativi al traffico o all'ubicazione, che permettano di trarre precise conclusioni sulla vita privata, è autorizzato soltanto allo scopo di lottare contro gravi forme di criminalità o di prevenire gravi minacce alla sicurezza pubblica; l'accesso può essere autorizzato solo a seguito di un controllo preventivo dei presupposti effettuato o da un giudice o da un'entità amministrativa indipendente (diversa dall'autorità che chiede l'accesso ai dati).
  Al riguardo rileva come la normativa nazionale previgente, di cui all'articolo 132 del codice, non apparisse conforme al primo principio enunciato dalla Corte di giustizia, posto che consentiva l'accesso ai dati di traffico a fini di indagine per qualsiasi ipotesi di reato.
  Inoltre, ricorda che sono sorti dubbi anche in relazione alla conformità con l'ordinamento UE dell'acquisizione a seguito di semplice richiesta del pubblico ministero, senza il vaglio del giudice, con conseguenti incertezze anche della giurisprudenza circa l'applicabilità dell'articolo 132.
  In tale contesto normativo e giurisprudenziale l'articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto-legge interviene sull'articolo 132, comma 3, del codice della privacy, consentendo l'accesso ai dati di traffico solo nell'ambito di indagini penali per i seguenti reati:

   reati per i quali la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel massimo a 3 anni, determinata a norma dell'articolo 4 del codice di procedura penale (tenendo conto della pena base e considerando le sole circostanze speciali o ad effetto speciale): si tratta di pene più lievi rispetto a quelle che consentono l'accesso alle intercettazioni; ricorda, infatti, che l'articolo 266 del codice di procedura penale consente l'intercettazione, tra l'altro, nelle indagini relative a «delitti non colposi per i quali è prevista la pena dell'ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a cinque anni»;

   reati di minaccia, di molestia o di disturbo alle persone con il mezzo del telefono, «quando la minaccia, la molestia e il disturbo sono gravi».

  Il nuovo comma 3 dell'articolo 132, del codice della privacy consente dunque, anche a fronte di reati meno gravi – che sulla carta non integrano forme gravi di criminalità o la prevenzione di gravi minacce alla sicurezza pubblica – l'acquisizione dei dati di traffico, subordinandola però al requisito della «gravità» della minaccia, della molestia o del disturbo.
  Al riguardo segnala l'opportunità di valutare se la previsione di tale ultimo requisito per poter chiedere l'acquisizione dei dati di traffico, non rischi di determinare l'inapplicabilità della norma, in quanto proprio l'acquisizione dei tabulati potrebbe essere l'unico modo per appurare la gravità delle condotte di molestia.
  Con la modifica del comma 3 dell'articolo 132 del codice, l'articolo 1, comma 1, lettera a), individua inoltre ulteriori presupposti per l'acquisizione dei dati di traffico:

   in relazione ai suddetti reati, l'autorità inquirente deve aver già acquisito «sufficienti indizi»;

   i dati di traffico devono apparire «rilevanti» ai fini della prosecuzione delle indagini.

  Appare evidente la scelta del legislatore di considerare comunque l'acquisizione dei dati di traffico meno penetrante rispetto alle intercettazioni, per le quali l'articolo 267 del codice di procedura penale prevede «gravi indizi di reato» e richiede che il mezzo di prova sia «assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini».
  Per quanto riguarda il secondo principio espresso dalla Corte di giustizia, e dunque la procedura per l'acquisizione dei dati, l'articolo 1, comma 1, del decreto-legge:

   alla lettera a), sostituendo, come già detto, il comma 3 dell'articolo 132 del codice della privacy, prevede che i dati possano essere acquisiti presso il fornitore con decreto motivato del giudice, su richiesta del pubblico ministero o istanza del difensore dell'indagato, della persona offesa o di un'altra parte; la richiesta dovrà pervenire entro i termini di conservazione imposti ai fornitori: dunque quelli di cui all'articolo 132, commi 1 e 1-bis, ma anche di cui all'articolo 24 della legge n. 167 del 2017; la disposizione elimina la possibilità di richiedere l'accesso ai dati, direttamente al fornitore, da parte dei difensori in relazione alle utenze dei propri assistiti; anche in questo caso, infatti, la richiesta dovrà essere sottoposta e dovrà dunque essere vagliata, dal giudice;

   alla lettera b), introducendo un nuovo comma 3-bis nel predetto articolo 132 del codice, prevede che in caso di urgenza, e dunque quando il ritardo nell'acquisizione dei dati possa provocare un grave pregiudizio alle indagini, il pubblico ministero possa acquisire direttamente i dati, con proprio decreto motivato, che dovrà essere comunicato entro 48 ore al giudice affinché egli lo convalidi nelle successive 48 ore con un proprio decreto motivato: la formulazione di questa disposizione ricalca il contenuto dall'articolo 267, comma 2, del codice di procedura penale, il quale, in relazione alle intercettazioni prevede che il pubblico ministero, quando agisce in via d'urgenza, debba comunicare il proprio decreto motivato al giudice entro 24 ore per richiedere la convalida entro le successive 48 ore; analogamente a quanto previsto per le intercettazioni, se non interviene la convalida del giudice, i dati acquisiti non possono essere utilizzati;

   alla medesima lettera b), con l'inserimento, nell'articolo 132 del codice, di un nuovo comma 3-ter, ripropone una disposizione sinora contenuta nell'ultimo periodo del previgente comma 3 e volta a prevedere che l'interessato possa esercitare i propri diritti – affermati dal Regolamento UE sulla protezione dei dati – quando i suddetti dati sono conservati in adempimento a un obbligo di legge, solo per il tramite del Garante nazionale, ai sensi dell'articolo 2-undecies, comma 3, terzo, quarto e quinto periodo, del decreto legislativo n. 196 del 2003.

  L'articolo 2 del decreto-legge novella l'articolo 25 del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010, concernente i presupposti per la nomina a Capo di stato maggiore della difesa.
  Nello specifico, lo scopo dell'intervento legislativo è quello di consentire il conferimento dell'incarico di Capo di stato maggiore della difesa anche ai Capi di Stato maggiore di Forza armata che nel corso del triennio di comando abbiano raggiunto i limiti di età e pertanto stiano completando il mandato in posizione di richiamo in servizio «automatico» ai sensi del comma 4 dell'articolo 1094.

  Al riguardo, ricorda che l'articolo 25 del codice dell'ordinamento militare, nel testo antecedente l'entrata in vigore del decreto-legge in esame, prevedeva che il Capo di stato maggiore della difesa venisse scelto tra gli ufficiali in servizio permanente di grado non inferiore a quello di generale di corpo d'armata dell'Esercito italiano, di ammiraglio di squadra della Marina militare e di generale di squadra aerea dell'Aeronautica militare.
  A sua volta il comma 4 dell'articolo 1094 (richiamato dalla nuova formulazione dell'articolo 25 del codice) prevede che gli ufficiali generali o ammiragli nominati Capi di stato maggiore della difesa o di Forza armata, se raggiunti dai limiti di età, sono richiamati d'autorità fino al termine del mandato.
  Come precisato nella relazione illustrativa, con la nuova disposizione s'intende dunque ampliare la platea dei possibili destinatari della nomina, consentendo con ciò di superare eventuali criticità nel processo selettivo, introducendo la possibilità, per l'autorità politica, di individuare il Capo di stato maggiore della difesa, oltre che tra tutti i generali di corpo d'armata o equivalenti in servizio permanente, anche tra quelli che, già ricoprendo la carica di vertice nell'ambito della rispettiva Forza armata, legittimamente si trovano a svolgere le loro funzioni di comando nella posizione di richiamo in servizio «automatico» previsto dalla normativa vigente.
  Ricorda che, ai sensi dell'articolo 25 del codice dell'ordinamento militare, il Capo di stato maggiore della difesa è un ufficiale dell'Esercito, della Marina o dell'Aeronautica scelto tra gli ufficiali che rivestono il grado di generale di corpo d'Armata, ammiraglio di squadra o generale di squadra aerea in servizio permanente ovvero, in virtù della modifica introdotta con l'articolo 2 del decreto-legge in esame, richiamati in servizio in quanto abbiano raggiunto i limiti di età nel corso del triennio di comando e pertanto stiano completando il mandato in tale posizione.
  Rammenta inoltre che il Capo di stato maggiore della difesa, nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della difesa, dipende direttamente dal Ministro della difesa, di cui è l'alto consigliere tecnico-militare ed al quale risponde dell'attuazione delle direttive ricevute. Egli fa parte, in qualità di membro di diritto, del Consiglio supremo di difesa, dura in carica tre anni e, in caso di assenza, impedimento o vacanza della carica, è sostituito dal più anziano in carica tra i Capi di stato maggiore di Forza armata.
  L'articolo 3 proroga di un mese il termine, ordinariamente stabilito al 30 settembre, per il deposito delle sottoscrizioni, e dei certificati elettorali dei sottoscrittori, presso la Corte di cassazione da parte dei promotori delle richieste di referendum abrogativi annunciate nella Gazzetta Ufficiale dopo il 15 giugno 2021 ed entro la data di entrata in vigore del decreto (30 settembre 2021).
  Inoltre, vengono prorogati di un mese anche i termini per le connesse verifiche di regolarità delle sottoscrizioni e di ammissibilità del quesito referendario.
  La previsione reca un intervento analogo a quello disposto dall'articolo 11, comma 1-bis, del decreto-legge n. 52 del 2021, che ha prorogato di un mese i termini di legge per il deposito delle firme e dei certificati elettorali necessari per le richieste di referendum abrogativo annunciate in Gazzetta Ufficiale entro il 15 maggio 2021. Successivamente, l'articolo 39-bis del decreto-legge n. 77 del 2021 ha esteso anche il termine per il deposito alle richieste annunciate al 15 giugno 2021, oltre a prorogare altri termini relativi alla procedura referendaria.
  In maniera corrispondente ai due provvedimenti sopra indicati, la disposizione in esame interviene sulla n. 352 del 1970, che disciplina lo svolgimento del procedimento referendario, in particolare, prevedendo che anche per le richieste annunciate dopo il 15 giugno 2021 sia prorogato di un mese il termine del deposito delle richieste (ossia delle firme), fissato in via ordinaria al 30 settembre di ciascun anno dall'articolo 32, primo comma, della citata legge n. 352.

  Inoltre, in analogia con quanto disposto dal decreto-legge n. 77 del 2021, anche per le richieste successive al 15 giugno vengono prorogati di un mese i seguenti termini, previsti dagli articoli 32 e 33 della legge n. 352:

   rilevazione, con ordinanza dell'Ufficio centrale per il referendum costituito presso la Corte di cassazione, delle eventuali irregolarità delle singole richieste (prorogato di un mese dal 31 ottobre) e assegnazione del termine per la sanatoria di esse (prorogato di un mese dal 20 novembre);

   decisione definitiva, con ordinanza dell'Ufficio centrale, sulla legittimità delle richieste presentate, prorogato di un mese dal 15 dicembre;

   fissazione da parte della Corte costituzionale della data di deliberazione in camera di consiglio sull'ammissibilità della richiesta di referendum, prorogato di un mese dal 20 gennaio;

   pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale sull'ammissibilità del referendum, prorogato di un mese dal 10 febbraio.

  Resta invece fermo il periodo di svolgimento del referendum tra il 15 aprile e il 15 giugno, previsto dall'articolo 34 della già richiamata legge n. 352 del 1970, così come restano fermi i termini previsti dalla disciplina della propaganda elettorale attraverso i mezzi di comunicazione di massa in occasione dei referendum, regolata dalla legge n. 28 del 2000, che fissa, all'articolo 4, l'inizio dell'arco temporale di regolamentazione della propaganda alla data di indizione dei referendum.
  Al riguardo rileva come il preambolo del decreto-legge in esame segnali «la straordinaria necessità ed urgenza di prorogare i termini per il deposito delle richieste di referendum annunciate dopo il 15 giugno 2021, per la concomitanza con le elezioni amministrative e il conseguente rischio che i promotori non possano depositare le richieste di referendum entro la data prevista del 30 settembre 2021, a causa del ritardo degli apparati amministrativi di numerosi Comuni nel rilascio dei prescritti certificati elettorali», eludendo così il termine perentorio di 48 ore dalla richiesta pur stabilito dalla legge sul referendum.
  L'articolo 4 dispone la proroga dal 30 settembre 2021 al 31 ottobre 2021 di un termine temporale specifico nell'ambito della disciplina delle domande relative all'assegno temporaneo per i figli minori, assegno che trova applicazione in via transitoria nel periodo 1° luglio 2021 – 31 dicembre 2021.
  Il termine oggetto di proroga è posto ai fini del riconoscimento anche delle mensilità arretrate dell'assegno, mentre, nei casi di presentazione della domanda oltre tale termine, l'assegno è riconosciuto esclusivamente dal mese di presentazione della domanda.
  Ricorda che l'assegno temporaneo per i figli minori è stato introdotto per il periodo 1° luglio 2021 – 31 dicembre 2021 dagli articoli da 1 a 4 del decreto-legge n. 79 del 2021, in favore dei nuclei familiari che, in ragione dei profili soggettivi dei relativi componenti, non rientrino nell'ambito di applicazione dell'istituto dell'assegno per il nucleo familiare.
  Il suddetto istituto transitorio è stato introdotto nelle more dell'attuazione della disciplina di delega di cui alla legge n. 46 del 2021, la quale ha previsto il riordino, la semplificazione e il potenziamento delle misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'istituzione dell'assegno unico e universale.
  L'articolo 5 proroga dal 30 settembre al 30 novembre 2021 il termine per il versamento, senza sanzioni e interessi, dell'IRAP non versata e sospesa ai sensi dell'articolo 24 del decreto-legge n. 34 del 2020 (cosiddetto «decreto rilancio») in caso di errata applicazione delle disposizioni relative alla determinazione dei limiti e delle condizioni previsti dal Temporary framework sugli aiuti di Stato.
  In particolare, intervenendo sull'articolo 42-bis, comma 5, del decreto-legge n. 104 del 2020, la norma dispone, in caso di errata applicazione delle disposizioni del citato articolo 24, comma 3, del decreto-
legge n. 34 del 2020, in materia di sospensione del pagamento dell'IRAP dovuta per il 2019 e per il 2020 in relazione alla determinazione dei limiti e delle condizioni previsti dal Temporary framework sugli aiuti di Stato nel corso dell'emergenza pandemica, di cui alla Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza del COVID-19» e successive modifiche, che l'importo dell'imposta erroneamente non versata sia dovuto entro il 30 settembre 2021, senza applicazioni di sanzioni né interessi.
  Ricorda che tale termine – originariamente fissato al 30 novembre 2020 era già stato prorogato dall'articolo 13-quinquies, comma 6, del decreto-legge n. 137 del 2020 (cosiddetto «decreto ristori») e poi dall'articolo 01 del decreto-legge n. 41 del 2021 (cosiddetto «decreto sostegni»).
  L'articolo 6 reca la clausola di invarianza finanziaria.
  L'articolo 7 stabilisce l'entrata in vigore del decreto-legge il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (e dunque il 30 settembre 2021).
  Venendo ad alcune considerazioni politiche sul provvedimento in esame, richiama l'attenzione sugli interventi recati dall'articolo 1 e dall'articolo 3.
  Quanto all'articolo 1, sottolinea come si tratti di un intervento garantista e come il testo proposto possa essere considerato ancor più garantista rispetto a quanto richiesto dalla decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea ad esso sottesa.
  Per quanto concerne l'articolo 3, afferma di non comprendere la posizione assunta dalla Lega, i cui Ministri non hanno condiviso in sede di Consiglio dei ministri questa parte del provvedimento, che è stata anche oggetto di dichiarazioni fortemente critiche da parte del deputato Iezzi. Ritiene che tali critiche riguardino in realtà l'ammissibilità, su cui si pronuncerà la Corte costituzionale, e il merito, su cui si esprimerà il corpo elettorale, del quesito referendario sulla cannabis, e osserva come tale differimento fosse doveroso, dal momento che la mancata presentazione nei termini ordinari dei certificati elettorali non è imputabile ai promotori bensì ai comuni che non sono stati in grado di rilasciarli tempestivamente ai promotori dei referendum. Osserva infatti come il mancato differimento avrebbe fatto ricadere sui promotori del referendum un'inefficienza della pubblica amministrazione e come, pertanto, nel caso di mancato differimento vi sarebbe stata probabilmente una sanatoria da parte dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, oppure un giudizio favorevole ai promotori da parte della Corte costituzionale in sede di conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato.
  Rileva altresì come l'articolo 3 del provvedimento in esame si applichi a tutti i quesiti referendari annunciati dopo il 15 giugno, garantendo parità di trattamento rispetto a quelli annunciati prima di tale data, e come del differimento dei termini beneficeranno non solo i promotori del quesito sulla cannabis, ma anche i promotori degli altri quesiti annunciati dopo il 15 giugno, compreso, ad esempio, quello sull'abolizione del green pass, sostenuto da esponenti della Lega.
  Rileva, infine, come la mancata conversione del decreto-legge non invaliderebbe il deposito delle sottoscrizioni effettuato dopo il 30 settembre ed entro un mese da tale data, in quanto esso avverrebbe comunque entro i termini previsti dalla norma pro tempore vigente.

  Riccardo MAGI (MISTO-A-+E-RI) rileva come, al di là di alcune strumentali polemiche politiche svolte sull'argomento, l'articolo 3 del decreto – legge rechi un intervento normativo di buon senso, che, ponendo rimedio all'irragionevolezza di precedenti interventi normativi, contribuirà a scongiurare contenziosi futuri, anche di fronte alle massime magistrature di legittimità.
  Rileva, in particolare come tale disposizione intenda evitare una discriminazione di trattamento tra referendum promossi nel medesimo anno, facendo notare che l'obiettivo è quello di assicurare regole uguali per tutti. Dopo aver rilevato come l'articolo 32 della legge n. 352 del 1970, sul quale il provvedimento in esame incide, preveda una finestra più ampia per il deposito delle richieste di referendum, ricorda che, a seguito di iniziative normative assunte durante l'esame di precedenti provvedimenti adottati per contrastare l'emergenza epidemiologica – inizialmente prevista fino al 31 luglio – sono stati estesi, a suo avviso con modalità rigide, i termini previsti dagli articoli 32 e 33, commi primo e quarto, della legge n. 352 del 1970, con riferimento solo alle richieste di referendum annunciate fino al 15 giugno, determinando una discriminazione rispetto richieste di referendum annunciate dopo tale data.
  Ritenendo che la norma recata dall'articolo 3 del decreto-legge, la quale prevede un intervento di ampliamento dei termini analogo a quello dei provvedimenti d'urgenza precedenti, proprio al fine di assicurare omogeneità di trattamento tra referendum, sia oggi ancora più giustificata dall'estensione al 31 dicembre 2021 dell'emergenza sanitaria, ne condivide pienamente la finalità.

  Fausto RACITI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Mercoledì 6 ottobre 2021. — Presidenza del vicepresidente Fausto RACITI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.35.

Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali.
Nuovo testo C. 3179 e abb.-A.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

  Fausto RACITI, presidente e relatore, rileva come il Comitato permanente per i pareri della I Commissione sia chiamato a esaminare, ai fini del parere alla II Commissione Giustizia, la proposta di legge C. 3179 e abb.-A Meloni, recante Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali, in corso di esame in sede referente a seguito del rinvio in Commissione deliberato dall'Assemblea nella seduta dell'8 luglio 2021.
  Per quanto riguarda il contenuto del provvedimento, in estrema sintesi, esso interviene sulla disciplina in materia di equo compenso delle prestazioni professionali rese nei confronti di particolari categorie di imprese, con la finalità di rafforzare la tutela del professionista.
  In particolare, il testo:

   definisce come equo il compenso che rispetta specifici parametri ministeriali e interviene sull'ambito applicativo della disciplina vigente, ampliandolo sia per quanto riguarda i professionisti interessati, tra i quali sono inclusi gli esercenti professioni non ordinistiche, sia per quanto riguarda la committenza che viene estesa anche a tutte le imprese che impiegano più di 50 dipendenti o fatturano più di 10 milioni di euro (agli articoli 1 e 2);

   disciplina la nullità delle clausole che prevedono un compenso per il professionista inferiore ai parametri, nonché di ulteriori specifiche clausole indicative di uno squilibrio nei rapporti tra professionista e impresa, rimettendo al giudice il compito di rideterminare il compenso iniquo (all'articolo 3) ed eventualmente di condannare l'impresa al pagamento di un indennizzo in favore del professionista (all'articolo 4);

   prevede che gli ordini e i collegi professionali debbano adottare disposizioni deontologiche volte a sanzionare il professionista che violi le disposizioni sull'equo compenso (all'articolo 5);

   consente alle imprese committenti di adottare modelli standard di convenzione concordati con le rappresentanze professionali, presumendo che i compensi ivi individuati siano equi fino a prova contraria (all'articolo 6) e prevede la possibilità che il parere di congruità del compenso emesso dall'ordine o dal collegio professionale acquisti l'efficacia di titolo esecutivo (all'articolo 7);

   disciplina la decorrenza dei termini di prescrizione delle azioni relative al diritto al compenso (all'articolo 5) e alla responsabilità professionale (all'articolo 8);

   consente la tutela dei diritti individuali omogenei dei professionisti attraverso l'azione di classe, proposta dalle rappresentanze professionali (all'articolo 9);

   istituisce, presso il Ministero della giustizia, l'Osservatorio nazionale sull'equo compenso (all'articolo 10);

   prevede una disposizione transitoria che estende l'ambito di applicazione della nuova disciplina alle convenzioni in corso, ancorché sottoscritte prima della riforma (all'articolo 11);

   abroga la disciplina vigente in materia (all'articolo 12).

  Segnala quindi come, successivamente al predetto rinvio in Commissione, la Commissione Giustizia abbia approvato due emendamenti nella mattinata odierna.
  Ricorda che il Comitato permanente per i pareri aveva già esaminato il provvedimento, nel corso dell'esame in sede referente prima del rinvio in Commissione, esprimendo su di esso, nella seduta del 6 luglio 2021, parere favorevole con alcune osservazioni, le quali sono state tutte recepite dalla Commissione Giustizia nel corso del successivo iter del provvedimento.
  Per quanto riguarda le modifiche da ultimo apportate dalla II Commissione al testo, esse riguardano, in primo luogo, la composizione dell'Osservatorio nazionale sull'equo compenso istituito dall'articolo 10 presso il Ministero della giustizia, con il compito di vigilare sul rispetto della legge, esprimere pareri o formulare proposte sugli atti normativi che intervenissero sui criteri di determinazione dell'equo compenso o disciplinassero le convenzioni e segnalare al Ministro pratiche in contrasto con le disposizioni sull'equo compenso.
  In tale ambito, al comma 2 del predetto articolo 10, viene innalzato da due a cinque il numero dei rappresentanti delle associazioni di professionisti non iscritti a ordini e collegi componenti dell'Osservatorio (del quale fanno parte anche un rappresentante nominato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e un rappresentante per ciascuno dei Consigli nazionali degli ordini professionali).
  Inoltre è stato inserito un nuovo articolo 13, il quale reca la copertura finanziaria degli oneri derivanti dal provvedimento, quantificati in 150 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022, ai quali si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per esigenze indifferibili di cui all'articolo 1, comma 200, della legge n. 190 del 2014.
  Segnala come le modifiche apportate dalla II Commissione non incidano su profili attinenti agli ambiti di competenza della I Commissione: formula, quindi, una proposta di nulla osta (vedi allegato 11) sul provvedimento.

  Il Comitato approva la proposta del relatore.

  La seduta termina alle 14.40.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 6 ottobre 2021.

Audizione informale, in videoconferenza, di Roberto Della Rocca, Presidente dell'Associazione italiana vittime del terrorismo e dell'eversione contro l'ordinamento dello Stato (AIVITER) e di Paolo Bolognesi, Presidente dell'Associazione tra i familiari dei Caduti della strage di Bologna 2 agosto 1980, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 2935 De Maria, recante Modifiche alla legge 3 agosto 2004, n. 206, e altre disposizioni in materia di benefìci in favore delle vittime del terrorismo.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.40 alle 15.10.

I Commissione - mercoledì 6 ottobre 2021

ALLEGATO 1

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII, n. 4-bis e Allegati)

PARERE APPROVATO

  La I Commissione,

   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII, n. 4-bis e Allegati);

   osservato come la Nota segnali che gli andamenti macroeconomici tendenziali evidenziano un aumento del PIL per l'anno in corso, che sale al 6,0 per cento, con un significativo incremento rispetto alla stima del 4,5 per cento ipotizzato nel DEF in aprile;

   rilevato, inoltre, come il nuovo quadro macroeconomico tendenziale preveda un incremento del PIL (in termini reali e non nominali) pari al 4,7 per cento nel 2022, al 2,8 per cento nel 2023 e all'1,9 per cento nel 2024;

   considerato che la Nota fa presente che l'economia italiana è stata l'unica tra quelle europee a mostrare una marginale ripresa già nel primo trimestre dell'anno e ha segnato un'espansione superiore alla media europea anche nel trimestre successivo, riducendo in tal modo il divario generato dalla contrazione più ampia della media registratasi lo scorso anno;

   preso atto che finora l'industria italiana sembra essere riuscita a fronteggiare le difficoltà di reperimento di input intermedi, che stanno generando forti pressioni sui sistemi industriali di altri partner europei, sottolineando come a luglio l'indice di produzione industriale italiano abbia superato di 1,5 punti percentuali i livelli pre-crisi (febbraio 2020), laddove la media europea si è attestata appena 0,2 punti al di sopra di tale soglia;

   evidenziato come la Nota faccia notare che il rimbalzo del PIL previsto per quest'anno risulta trainato dalla domanda interna al netto delle scorte, grazie al recupero dei consumi finali delle famiglie e all'espansione degli investimenti, segnalando altresì che diversi indicatori confermano la ripresa del comparto turistico, nel terzo trimestre dell'anno;

   considerato che la Nota rileva come, nei primi sette mesi dell'anno, le statistiche in valore del commercio dei beni indichino un incremento di circa il 23 per cento per le esportazioni e del 24 per cento per le importazioni – in entrambi i casi più sostenuto verso i mercati europei – indicando un avanzo commerciale del Paese pari a circa 37,5 miliardi, tra i più alti in Europa dopo Germania e Paesi Bassi;

   richiamato come la Nota segnali un andamento dei prezzi al consumo che, dopo una marcata accelerazione nella seconda metà dell'anno in corso, tendono gradualmente a decelerare nel biennio successivo per poi riprendere lievemente slancio nell'anno finale della previsione, quando si ipotizza che il consolidarsi della crescita economica possa dare una moderata spinta a salari e prezzi;

   segnalato come la Nota preveda un tasso di disoccupazione pari al 9,6 per cento per l'anno in corso, al 9,1 per cento per il 2022, all'8,4 per cento per il 2023 e al 7,7 per cento per il 2024, nonché un tasso di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni (in rapporto al PIL) pari al 9,4 per cento per l'anno in corso, al 5,6 per cento per il 2022, al 3,9 per cento per il 2023 ed al 3,3 per cento per il 2024;

   rilevato come, riguardo al valore dell'indebitamento netto strutturale delle pubbliche amministrazioni (nel computo del quale sono escluse le misure una tantum e le variazioni imputabili alla congiuntura economica), il nuovo quadro programmatico preveda un valore pari al 7,6 per cento per l'anno in corso, al 5,5 per cento per il 2022, al 4,5 per cento per il 2023 e al 3,9 per cento per il 2024;

   osservato che la Nota – analogamente a quanto già previsto nel Documento di economia e finanza 2021 – contempla anche alcuni scenari nei quali la dinamica del PIL sarebbe meno positiva – con conseguente rideterminazione del quadro tendenziale rispetto a quello che invece è assunto a base del quadro programmatico suddetto – ad esempio rappresentando l'ipotesi che i vaccini abbiano un'efficacia limitata sulle varianti del COVID-19;

   preso atto che, in via generale, la Nota rileva come la politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il PIL e l'occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019, facendo presente come si possa prevedere che tali condizioni saranno soddisfatte dal 2024 in avanti e che il raggiungimento di tali obiettivi permetterà il passaggio ad una politica di bilancio volta a ridurre il deficit strutturale;

   segnalato come, secondo la Nota, il sentiero programmatico per il triennio 2022-2024 consenta sia il rinnovo di numerose misure di rilievo economico e sociale – come quelle relative al sistema sanitario, al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e agli incentivi concernenti l'efficientamento energetico degli edifici e gli investimenti innovativi – sia la realizzazione di interventi quali la riforma degli ammortizzatori sociali, un primo stadio della riforma fiscale e la definizione a regime dell'assegno unico universale per i figli;

   sottolineato, con riferimento ai profili di competenza specifici della I Commissione, come nella Nota, al paragrafo IV.2, il Governo ribadisca che la riforma della pubblica amministrazione e l'agenda delle semplificazioni costituiscono elementi chiave per superare i principali «colli di bottiglia» dell'economia italiana e stimolare la crescita di lungo periodo, attraverso un significativo pacchetto di riforme strutturali, in linea con quanto evidenziato nei precedenti documenti di bilancio e nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), nonché in armonia con le più recenti raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea;

   preso atto che la Nota ricorda che, nel mese di agosto, in seguito all'approvazione del PNRR da parte del Consiglio dell'Unione europea, l'Italia ha ricevuto il pagamento dell'anticipo di sovvenzioni e prestiti del RRF (pari a complessivi 24,8 miliardi), rilevando come nel Consiglio dei ministri del 23 settembre 2021 sia stato presentato il primo Rapporto di monitoraggio avente ad oggetto tutte le misure del PNRR che prevedono una milestone o un target (M&T) da conseguire entro il 31 dicembre 2021, al fine di ottenere la prima tranche di finanziamenti (sovvenzioni e prestiti);

   rilevato come la Nota ricordi inoltre che il PNRR individua due riforme orizzontali, articolate in diversi obiettivi da realizzare entro il 2026 – la riforma della pubblica amministrazione e la riforma del sistema giudiziario – a cui si aggiungono le riforme abilitanti, ovvero gli interventi funzionali a garantire l'attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali, che includono la legge delega sulla corruzione e la riduzione dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione, oltre alla legge sulla concorrenza, al federalismo fiscale e alla riduzione del tax gap;

   apprezzato in particolare come la Nota segnali che la riforma della pubblica amministrazione – volta in primo luogo alla digitalizzazione del settore pubblico, alla semplificazione amministrativa e alla valorizzazione della capacità amministrativa e assunzionale – costituisca uno degli assi centrali della Missione 1 del PNRR;

   osservato a tale riguardo come i primi passi per l'attuazione della riforma generale della pubblica amministrazione siano stati compiuti tra il primo ed il secondo semestre del 2021, come previsto nel cronoprogramma del PNRR, attraverso l'approvazione del decreto-legge sulla governance del PNRR e sulle semplificazioni (n. 77 del 2021), del decreto-legge su reclutamento e capacità amministrativa (n. 80 del 2021), nonché del decreto-legge in materia di infrastrutture digitali e cybersicurezza (n. 82 del 2021);

   ricordato, infine, che la Nota indica, tra i collegati alla decisione di bilancio, tra gli altri, i seguenti provvedimenti (già previsti nella NADEF 2020):

    disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata di cui all'articolo 116, comma 3, della Costituzione;

    revisione del testo unico dell'ordinamento degli enti locali,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:

   per quel che concerne l'indicazione dei provvedimenti collegati contenuta nella Nota, valuti il Governo l'opportunità di chiarire alcuni elementi di criticità, in primo luogo in quanto l'elevato numero dei collegati (21) non appare chiaramente connesso con le misure legislative previste dal PNRR (che coprono solo 11 provvedimenti collegati), nonché in quanto, in relazione a queste ultime, vengono indicati provvedimenti collegati connessi a scadenze non immediate (marzo 2023, per quanto riguarda il provvedimento in materia di anziani non autosufficienti), mentre non ne compaiono altri rispetto ai quali le scadenze temporali sarebbero più ravvicinate (dicembre 2021, in materia di riforma della disciplina sull'insolvenza; giugno 2022, in materia di riforma dei contratti pubblici e di riforma del pubblico impiego).

ALLEGATO 2

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2021. C. 3208 Governo.

RELAZIONE APPROVATA

  La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni),

   esaminato il disegno di legge C. 3208, recante Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2021;

   rilevato come il disegno di legge in esame consti di 13 articoli, che recano disposizioni di delega riguardanti il recepimento di 9 direttive europee inserite nell'allegato A, prevedendo principi e criteri direttivi specifici per l'esercizio della delega relativa a 3 direttive, nonché per l'adeguamento della normativa nazionale a 12 regolamenti europei;

   rilevato come l'articolo 1 rechi la delega legislativa al Governo per l'adozione dei decreti legislativi di attuazione degli atti normativi dell'Unione europea indicati nell'articolato del provvedimento in esame, nonché per l'attuazione delle direttive elencate nell'allegato A, che richiedono l'introduzione di normative organiche e complesse;

   osservato, in proposito, che, quanto agli ambiti materiali attinenti ai profili di competenza della I Commissione, riguardo al contenuto del già richiamato Allegato A, assume rilievo la direttiva (UE) 2019/2177 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2019 – che reca anzitutto norme volte a rafforzare la trasparenza dei mercati finanziari, incrementando la qualità dei dati delle negoziazioni, del trattamento e della fornitura degli stessi, in particolare a livello transfrontaliero – nella parte in cui, all'articolo 3, introduce norme volte a favorire lo scambio di informazioni tra l'ABE (Autorità Bancaria Europea), le Autorità nazionali, gli Stati membri e la Commissione in merito ai rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo,

DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE.

ALLEGATO 3

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2020 (Doc. LXXXVII, n. 4).

PARERE APPROVATO

  La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni),

   esaminata, per gli aspetti di propria competenza, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2020 (Doc. LXXXVII, n. 4);

   ricordato come la Relazione venga presentata dal Governo alle Camere ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge n. 234 del 2012, in forza del quale essa è trasmessa alle Camere, entro il 28 febbraio di ogni anno, «al fine di fornire al Parlamento tutti gli elementi conoscitivi necessari per valutare la partecipazione dell'Italia all'Unione europea» nell'anno precedente;

   preso atto che la Relazione è stata predisposta dal Governo e poi trasmessa al Parlamento il 24 giugno 2021, registrandosi dunque un ritardo di quasi quattro mesi rispetto al termine di presentazione previsto dal citato comma 2 dell'articolo 13;

   ricordato, in proposito, che l'esigenza di assicurare che le relazioni consuntive annuali siano presentate entro il termine fissato dalla legge è stata rappresentata negli anni dagli atti di indirizzo approvati dall'Assemblea in esito all'esame dei documenti (si vedano, tra le altre, la risoluzione 6-00024, approvata il 31 luglio 2013, la risoluzione 6-00151, approvata il 2 luglio 2015, e, da ultimo, la risoluzione 6-00172, approvata il 31 marzo 2021);

   rilevato come il rispetto di tale tempistica, oltre a rendere più efficace la valutazione dell'azione svolta dal Governo a livello europeo nell'anno di riferimento, sia strumentale ad una corretta articolazione temporale delle due fasi, quella programmatica, che infatti alla Camera si svolge congiuntamente con l'esame del Programma di lavoro della Commissione europea, e quella dell'attuazione degli orientamenti nel quadro delle procedure definite dalla legge n. 234 del 2012;

   rilevato, in particolare, quanto agli ambiti di competenza della I Commissione, come la Relazione, nell'ambito del capitolo 1 della parte seconda, affronti il tema delle politiche sulla migrazione;

   segnalato, al riguardo, come la Relazione riferisca circa l'impegno del Governo in sede di Consiglio al fine di non considerare gli arrivi dei migranti illegali e richiedenti asilo quale tema di esclusiva competenza degli Stati membri di frontiera esterna;

   rilevato, in tale contesto, come il Governo ricordi di aver sollecitato la Commissione europea a presentare iniziative normative volte a tradurre in concreto i principi di responsabilità e solidarietà previsti dal Trattato, e in particolare a superare il principio dello Stato di primo approdo, sottolineando la proposta della Commissione europea di prevedere uno specifico meccanismo di solidarietà per i casi di arrivi di migranti a seguito di operazioni di ricerca e soccorso in mare;

   preso atto che il Governo, nella Relazione, sottolinea il fatto che la Commissione europea, pur avendo recepito alcune sollecitazioni espresse da parte dell'Italia (specificità delle frontiere marittime, ampliamento del concetto di familiare nell'ambito dei parametri per assegnare la competenza della gestione di una domanda di asilo ad uno Stato membro), abbia presentato proposte normative maggiormente attente alla posizione di quegli Stati membri contrari a meccanismi obbligatori di redistribuzione dei migranti e favorevoli, invece, a procedure alle frontiere esterne onerose per i Paesi di primo ingresso;

   evidenziato come la Relazione riferisca che su queste basi il Governo, sin dalle prime fasi negoziali, ha quindi ribadito l'esigenza di riequilibrare le proposte della Commissione, poiché imperniate su procedure dettagliate e vincolanti per quanto riguarda la responsabilità degli Stati di primo ingresso (procedure alle frontiere) e meccanismi di redistribuzione dei migranti, di fatto, volontari e, quindi, incerti e non prevedibili;

   osservato come la Relazione riporti in tale contesto le varie sedi di scambio e collaborazione, sia a livello tecnico sia a livello politico, con gli altri Stati del Mediterraneo, che avrebbe consentito, in particolare, il rafforzamento della posizione italiana relativa alla cosiddetta logica di pacchetto, in forza della quale si esclude la possibilità di progressi negoziali significativi, in assenza di un approccio che affronti in parallelo tutti gli elementi chiave delle proposte normative;

   preso inoltre atto che la Relazione ricorda gli sforzi compiuti relativi alla dimensione esterna della politica di migrazione dell'UE;

   segnalata a tale ultimo riguardo l'opportunità di sostenere le proposte della Commissione europea, frutto anche delle iniziative politiche poste in essere in questo campo dal Governo italiano, volte a contrastare il traffico di esseri umani non solo dentro ma anche al di fuori dei confini della UE, predisponendo risorse finanziarie adeguate a tale fine, rafforzando le partnership e gli accordi di cooperazione con i Paesi terzi coinvolti dai flussi migratori verso l'Unione, nonché adottando misure restrittive contro quei Paesi che invece incoraggiano tali fenomeni di traffico di migranti;

   segnalato come, nell'ambito del capitolo 2 della parte seconda, la Relazione ricordi – tra gli obiettivi che la Commissione europea si è data negli ultimi anni per il completamento del mercato unico – l'adozione di standard comuni per la cybersecurity;

   evidenziato come, in tale prospettiva, il Governo affermi di aver collaborato alle attività promosse dall'Agenzia dell'Unione europea per la cybersicurezza- ENISA, contribuendo, da un lato, alla definizione degli obiettivi strategici e, dall'altro, all'elaborazione dei primi schemi di certificazione (il sistema europeo di certificazione di prodotti TIC – Tecnologie dell'Informazione e delle Comunicazioni – basati sullo standard ISO/IEC 15408, cosiddetto Common Criteria; il sistema di certificazione sui servizi cloud sicuri);

   segnalato con favore come, nell'ambito del capitolo 12 della Parte seconda, in materia di affari sociali, nell'ambito scheda 12.4, sulla promozione delle politiche per le pari opportunità e per l'emancipazione delle donne, la Relazione affermi che nel corso del 2020, anche in esito al lancio da parte della Commissione europea della Strategia sulla parità di genere 2020-2025, l'Italia ha ulteriormente potenziato l'azione di promozione delle politiche per la parità di genere;

   rilevato come la Relazione sottolinei il particolare rilievo che tale tema ha assunto nel quadro della pandemia da COVID-19, la quale ha inciso in modo particolarmente negativo sulla componente femminile della società ed ha acuito le diseguaglianze preesistenti, ricordando che, al riguardo, si è avviato un rapporto con la Commissione europea per l'eguaglianza di genere con un incontro sulla nuova Strategia europea per la parità di genere 2020-2025 e che, in pieno lockdown, è stata istituita una Task Force, denominata «Donne per un nuovo Rinascimento», con l'obiettivo di elaborare idee e proposte per una ripartenza del Paese a partire dalle donne;

   segnalato come, nell'ambito della scheda 12.5, relativa alle politiche di integrazione dei migranti, la Relazione da conto del fatto che il Governo ha proseguito nel 2020 l'impegno a favore dell'integrazione socio-lavorativa, di breve e di lungo periodo, dei cittadini migranti, con particolare attenzione alle fasce vulnerabili (minori stranieri non accompagnati e titolari di protezione);

   osservato come, nell'ambito del capitolo 16, in tema di Giustizia e affari interni, la Relazione riferisca in merito a una serie di negoziati in sede di Consiglio concernenti dossier legislativi connessi alla sicurezza interna, ricordando, in particolare, le proposte sulla interoperabilità delle banche dati di settore al livello europeo e sulla prevenzione della diffusione dei contenuti terroristici on line;

   segnalato come la Relazione ricordi che l'Italia, in linea con la propria posizione favorevole ad un rafforzamento della sicurezza interna nell'Unione europea, ha sostenuto l'impostazione della nuova strategia sulla sicurezza adottata dalla Commissione europea il 24 luglio 2020, nonché le ulteriori specifiche comunicazioni, presentate nella stessa data, dedicate alla lotta agli abusi sessuali sui minori, al contrasto al traffico di armi da fuoco ed al piano europeo sulla droga;

   rilevato, peraltro, come, sulla medesima linea, il Governo abbia sostenuto il forte sforzo della Presidenza tedesca per l'approvazione di un testo di Conclusioni del Consiglio dedicato alla realizzazione del «Partenariato» sulla sicurezza, attraverso un rafforzamento del ruolo di Europol e delle altre agenzie di settore, la ricerca e l'utilizzo delle nuove tecnologie e l'incremento della cooperazione di polizia per lo scambio delle informazioni e le attività operative congiunte;

   osservato come la Relazione, in tale contesto, citi le iniziative della Commissione europea circa il rafforzamento del mandato di Europol (i cui negoziati sono stati avviati nel 2021) e il futuro codice per la cooperazione di polizia;

   richiamato inoltre come la Relazione segnali che l'Italia ha continuato a valorizzare la propria posizione favorevole a mantenere alta l'attenzione sul contrasto alla criminalità organizzata, tema la cui priorità non risulta sempre percepita a livello di Unione europea;

   osservato come, nel capitolo 17, in materia di riforma delle pubbliche amministrazioni, nell'ambito della scheda 17.1, la Relazione segnali che il Governo ha proseguito l'azione di sostegno alle iniziative volte alla riduzione degli oneri amministrativi e alla semplificazione della regolamentazione;

   preso atto come, nell'ambito della scheda 17.2, sullo sviluppo della strategia digitale del settore pubblico, si affermi che, sul tema della trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni, il Governo ha adottato una serie di misure riguardanti i processi interni, mirando ad una maggiore efficienza dei servizi pubblici offerti, al fine di garantirne maggiore efficacia e più alta qualità, e ricordando al riguardo come il Piano Triennale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione 2020-2022 abbia lo scopo di guidare la pubblica amministrazione centrale e locale in un percorso organico di trasformazione digitale;

   rilevato come la Relazione segnali che il Governo si è altresì impegnato nell'armonizzazione delle discipline settoriali interne con quelle europee, in un'ottica di promozione del processo di digitalizzazione dei servizi, anche attraverso l'approvazione del decreto-legge n. 76 del 2020, provvedendo a semplificare la procedura per il rilascio della firma elettronica avanzata, nonché le procedure di identificazione della clientela per l'accesso ai servizi bancari, nel rispetto delle disposizioni e degli standard di sicurezza imposti dal diritto europeo;

   segnalato come la Relazione ritenga che gli obiettivi per l'efficientamento della pubblica amministrazione e una trasformazione digitale allineata con i principi generali rimangono immutati e coerenti con le linee guida strategiche del Piano Triennale e della Strategia Italia 2025;

   rilevato come la Relazione si soffermi sullo Sviluppo di specifiche aree progettuali quali CIE (Carta d'identità elettronica), PagoPA, SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente), ricordando come l'evolversi dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 abbia accelerato tendenze in atto relative alla trasformazione digitale del settore pubblico e all'utilizzo da parte di cittadini ed imprese di infrastrutture, piattaforme e servizi digitali,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

ALLEGATO 4

Programma di lavoro della Commissione per il 2021 – Un'Unione vitale in un mondo fragile (COM(2020)690 final) e relativi allegati (COM(2020)690 final – Annexes 1 to 4) e Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021 (Doc. LXXXVI, n. 4).

PARERE APPROVATO

  La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni),

   esaminati, per gli aspetti di propria competenza, il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2021 – «Un'Unione vitale in un mondo fragile» COM(2020) 690 final e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021 (Doc. LXXXVI, n. 1);

   rilevato, in linea generale, come l'esame congiunto di tali documenti consenta al Parlamento di essere partecipe della «fase ascendente» di definizione delle politiche e degli atti dell'Unione europea, dedicata alla valutazione e al confronto tra le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso;

   preso atto con favore degli intendimenti illustrati nel Programma di lavoro della Commissione europea per il 2021, per quanto riguarda le materie che investono direttamente le competenze della I Commissione;

   osservato come la Commissione europea abbia annunciato che lavorerà intensamente con gli Stati membri per preparare e attuare i Piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR);

   preso atto che la Commissione europea prefigura una tabella di marcia recante gli obiettivi per il 2030 per quanto concerne la connettività, le competenze e i servizi pubblici digitali, la cui realizzazione deve essere fondata su una serie di principi, tra i quali, diritto alla riservatezza e alla connettività, libertà di espressione, libera circolazione dei dati e cybersicurezza;

   rilevato come il Programma 2021 della Commissione europea preveda, altresì, l'adozione di una serie di misure in vari ambiti, tra i quali, la sicurezza, la responsabilità e i diritti fondamentali, contemplando inoltre l'introduzione di un sistema europeo di identificazione elettronica affidabile nel corso dell'anno 2021;

   rilevato come la Commissione europea, nell'ambito della scheda 2.5 del Programma di lavoro, ponga l'accento sul proseguimento dei lavori per il Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, annunciando una serie di misure in materia di migrazione legale, compreso un pacchetto «talenti e competenze» e, nell'ambito di quest'ultimo, una revisione della direttiva sui soggiornanti di lungo periodo, un riesame della direttiva sul permesso unico, nonché la definizione di opzioni per costituire un bacino di talenti dell'UE;

   osservato che, tra gli altri elementi proposti dalla Commissione europea al riguardo, figurano un piano d'azione dell'UE contro il traffico di migranti e una strategia di rimpatrio volontario e reintegrazione;

   ricordato che l'elemento centrale della politica in materia di migrazione e asilo della Commissione europea è costituito dal pacchetto normativo presentato nel settembre del 2020, che riguarda, tra l'altro: i controlli alle frontiere esterne dei cittadini stranieri i quali non rispettano i requisiti per l'ingresso nell'UE, comprese le persone salvate in una operazione SAR (ricerca e soccorso, search and rescue) nelle acque europee; le procedure di asilo; una revisione parziale delle norme previste dal cosiddetto regolamento di Dublino; meccanismi di solidarietà da parte degli Stati dell'UE nei confronti dei Paesi membri più esposti ai flussi, compresa una disciplina per la gestione di situazioni di crisi e di forza maggiore causate da pressioni migratorie ingenti;

   rilevato altresì come, nell'ambito della medesima scheda 2.5, il Programma di lavoro della Commissione europea preveda, altresì, il rafforzamento delle politiche dell'Unione in materia di sicurezza, in particolare mediante misure per combattere la criminalità organizzata, contrastare le minacce ibride, adottare un nuovo approccio in materia di misure antiterrorismo e radicalizzazione e migliorare l'individuazione, l'eliminazione e la segnalazione degli abusi sessuali sui minori online;

   osservato che nella scheda 2.6 del Programma, «Un nuovo slancio per la democrazia europea», la Commissione europea afferma che continuerà a costruire un'Unione dell'uguaglianza e a sostenere l'impegno dell'Europa a favore della protezione dei valori dell'UE, nonché dell'inclusione e dell'uguaglianza in tutti i settori, indipendentemente dal sesso, dalla razza o dall'origine etnica, dalla religione o dalle convinzioni personali, dalla disabilità, dall'età o dall'orientamento sessuale;

   preso atto con favore, in particolare, dell'intenzione della Commissione europea di presentare una nuova proposta sul contrasto alla violenza di genere, e del suo ribadito impegno a favore dell'adesione dell'UE alla Convenzione di Istanbul;

   rilevato, inoltre, come la Commissione europea abbia preannunciato iniziative normative sul finanziamento dei partiti politici europei, nonché misure volte a: garantire una maggiore trasparenza nella pubblicità politica a pagamento; migliorare i diritti elettorali degli europei che si spostano; intervenire per proteggere i giornalisti e la società civile dalle azioni legali volte a bloccare la partecipazione pubblica;

   preso atto degli intendimenti della Commissione europea preannunciati, nell'ambito della medesima scheda 2.6, in materia di qualità della legislazione;

   rilevato, in tale contesto, come la medesima Commissione europea preannunci che si impegnerà, inoltre, a rendere le consultazioni più efficaci e più accessibili, per agevolare la partecipazione dei portatori di interessi e intende intensificare gli sforzi per migliorare l'effettiva applicazione, attuazione ed esecuzione del diritto dell'UE;

   considerate le linee di azione tracciate al Governo nell'ambito della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021, in particolare nelle materie che investono direttamente le competenze della I Commissione;

   preso atto che la Relazione programmatica per il 2021 è stata trasmessa al Parlamento il 24 giugno 2021, con un ritardo di quasi sei mesi rispetto al termine di presentazione previsto dall'articolo 13, comma 1, della legge n. 234 del 2012, e come, nella premessa del documento, si segnali che gli impegni ivi contenuto sono stati «aggiornati alla luce degli indirizzi politici espressi dalla nuova compagine governativa»;

   rilevato, in particolare, come, nella scheda 1.1.5, «Better regulation» della Relazione, il Governo indichi che darà maggiore impulso all'azione di coordinamento e monitoraggio, per migliorare la qualità della regolamentazione e contribuire a rendere le norme più semplici, efficaci e orientate all'innovazione;

   preso atto con favore di quanto indicato dal Governo nelle schede 2.2.3, 2.2.4 e 2.2.5 della Relazione, laddove, rispettivamente, il Governo: afferma di essere attivo nel sostegno alla transizione verso un modello cloud first per la pubblica amministrazione; indica le azioni prioritarie per il 2021 in materia di diffusione e accesso digitale ai servizi della PA; ritiene essenziale la diffusione di SPID e delle piattaforme abilitanti (come l'app IO), al fine di efficientare i processi della PA, riducendo i tempi e i costi a carico del cittadino per la fruizione dei servizi;

   sottolineato – quale elemento aggiuntivo rispetto ai contenuti dei documenti in esame – come la digitalizzazione della pubblica amministrazione costituisca il primo asse della componente 1 compresa nella Missione 1 «Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo» del PNRR e rappresenti, al contempo, uno dei temi trasversali del Piano;

   preso atto di quanto indicato dal Governo, nell'ambito della scheda 2.2.18 della Relazione, riguardo al tema delle misure da assumere per un livello comune elevato di sicurezza cibernetica nell'Unione;

   rilevato come, in tema di migrazione, nell'ambito della scheda 2.4.1 –«Raggiungimento di un compromesso equilibrato nel nuovo Patto europeo su migrazione ed asilo» – il Governo ribadisca l'obiettivo del raggiungimento di un compromesso equilibrato che valorizzi il principio di solidarietà, nell'ambito delle proposte normative conseguenti al nuovo Patto europeo su migrazione ed asilo, sottolineando la necessità di puntare a prevedere il maggiore spazio possibile a meccanismi di redistribuzione obbligatoria dei migranti dai Paesi di primo ingresso, come l'Italia, verso gli altri Stati membri;

   osservato, al riguardo, come la Relazione programmatica del Governo sottolinei, tra l'altro, che lo squilibrio nelle proposte della Commissione europea, in termini di oneri in capo agli Stati membri di primo ingresso e di «flessibilità» dei meccanismi di solidarietà, rischierebbe di vanificare gli effetti della riforma, con conseguenze negative sia in termini di gestione dei flussi migratori da parte dei Paesi di primo ingresso, sia in termini di possibili rischi di movimenti secondari verso i Paesi geograficamente meno esposti;

   condivisa quindi l'intenzione del Governo di opporsi alla previsione di procedure alle frontiere che vincolino e restringano eccessivamente le modalità operative di gestione dei flussi migratori, in particolare via mare, soprattutto se tali procedure non venissero accompagnate da concreti meccanismi di redistribuzione obbligatoria dei migranti;

   rilevato come il Governo sottolinei che un risultato importante, raggiunto grazie alla pressione dell'Italia, è stato comunque il riconoscimento, nel nuovo Patto europeo, del principio della specificità delle frontiere marittime, principio al quale il Governo intende, sul piano dell'azione negoziale, dare un contenuto sostanziale più concreto;

   preso atto che, nell'ambito della scheda 2.4.2 della Relazione, relativa alla dimensione esterna della politica di migrazione, il Governo dichiara il proprio impegno a sostenere l'esigenza di un'azione strutturata da parte dell'Unione europea nei confronti dei principali Paesi terzi di origine e transito dei flussi migratori, che utilizzi tutte le leve a disposizione per ottenere la collaborazione sulla prevenzione delle partenze e sui rimpatri, ritenuta la precondizione per il successo di qualsiasi riforma degli strumenti di gestione della migrazione all'interno dell'Unione europea;

   rilevato come, nell'ambito della scheda 2.4.3 della Relazione – «Sviluppo delle strategie nel settore della sicurezza e rafforzamento dell'area di libera circolazione» – si affermi che l'azione italiana s'inserirà nel quadro delle iniziative connesse alla strategia europea sulla sicurezza adottata il 24 luglio 2020, con particolare attenzione al rafforzamento degli strumenti per la lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata transnazionale;

   condivisa l'esigenza di sostenere la strategia della Commissione europea in materia di lotta agli abusi sessuali sui minori, al contrasto al traffico di armi da fuoco ed al piano europeo sulla droga, nonché l'obiettivo di realizzare un partenariato tra le polizie europee, al fine di sviluppare una maggiore integrazione tra gli Stati membri, anche attraverso il rafforzamento del ruolo di Europol;

   sottolineata l'importanza di rafforzare il contrasto all'utilizzo delle reti digitali per fini criminali, in particolare per quanto riguarda la prevenzione e il contrasto della diffusione di contenuti terroristici online;

   condivisa l'esigenza di supportare le iniziative dell'Unione europea volte a monitorare e contrastare il fenomeno dei foreign fighters, nonché di mantenere alta l'attenzione per i rischi alla sicurezza connessi ad azioni violente da parte di soggetti attratti dalla radicalizzazione religiosa;

   richiamata, altresì, la necessità di stimolare l'Unione europea a sviluppare concrete strategie di contrasto ai trafficanti di esseri umani, in particolare attraverso il lancio di partenariati con i Paesi terzi, segnatamente del Nord Africa, al fine di rafforzare la loro capacità di prevenzione delle partenze di immigrati illegali e di smantellare i network criminali, presenti sui loro territori, dediti al traffico di migranti;

   evidenziato con particolare favore quanto indicato nella scheda 2.4.9 della Relazione – «Riduzione delle disparità esistenti tra uomini e donne e lotta alla violenza maschile sulle donne» – laddove si afferma che la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne costituisce una priorità politica del Governo anche per il 2021, in coerenza con gli obblighi assunti dall'Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul e con la Strategia europea per la parità di genere 2020-2025,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

ALLEGATO 5

5-06759 Fiano e Ceccanti: Sull'attualità delle norme concernenti la propaganda elettorale alla luce dei nuovi strumenti informatici.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  gli On.li interroganti chiedono chiarimenti, ed eventualmente modifiche, in merito alle modalità individuate dalle vigenti disposizioni di legge e dalle connesse indicazioni ministeriali ai fini del corretto svolgimento della propaganda elettorale, in particolare con riferimento all'inserimento di manifesti elettorali anche all'interno e all'esterno dei gazebo già autorizzati per la cennata propaganda.
  Al riguardo, per avere un quadro della disciplina vigente, è utile innanzitutto richiamare l'articolo 1, comma 400, lettera h), della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Legge di stabilità 2014), che ha modificato la legge 4 aprile 1956, n. 212. Per effetto di tali modifiche, sono stati soppressi gli spazi per le affissioni di propaganda indiretta e sono stati ridotti quelli per le affissioni di propaganda diretta.
  Le Giunte comunali, ai sensi degli articoli 2 e 3 della citata legge n. 212 del 1956, devono individuare e delimitare, in ogni centro abitato con almeno 150 abitanti e distintamente per ciascuna consultazione elettorale che avrà luogo nel comune nella stessa data, gli spazi da destinare alle affissioni di stampati, giornali murali od altri e di manifesti di propaganda da parte dei partiti o gruppi politici che parteciperanno alle elezioni con liste di candidati (o candidati uninominali nei collegi Camera e Senato).
  Il numero degli spazi è stabilito per ciascun centro abitato in base alla relativa popolazione residente, secondo quanto specificato nel richiamato articolo 2, secondo comma, della legge n. 212 del 1956.
  Tali spazi vengono materialmente assegnati in numero uguale a tutte le liste in competizione quando gli organi competenti alle delibere di regolarità delle liste trasmettono ai comuni le denominazioni delle liste ammesse. Da quel momento in poi è vietato effettuare propaganda fissa al di fuori di detti spazi gratuiti.
  Ciò premesso, per quanto concerne nello specifico i cosiddetti gazebo, va evidenziato che, trattandosi di strutture installate in maniera sostanzialmente fissa – sia pure per un periodo di tempo limitato – la loro utilizzazione a fini di propaganda elettorale per affiggere manifesti appare in contrasto con la richiamata normativa.
  La finalità dell'attuale normativa, cui si dà applicazione, appare quella di mantenere una par condicio tra i diversi partiti concorrenti onde evitare il rischio che mediante i gazebo, la cui installazione richiede costi ulteriori, si moltiplichino gli spazi per affissioni pubbliche di propaganda.
  Infine, non può non segnalarsi la piena disponibilità dell'Amministrazione dell'interno a fornire il proprio supporto tecnico in sede parlamentare, ove si ritenga di affrontare, in considerazione delle nuove modalità di comunicazione che sicuramente hanno potenzialità molto più ampie di quelle conosciute all'epoca della normativa vigente, il tema delle possibili modifiche in materia di propaganda elettorale, con riguardo appunto alla circostanza – segnalata dagli interroganti – che l'attuale disciplina «non contempla minimamente l'eventuale propaganda espletata via web o via social».

ALLEGATO 6

5-06760 Calabria: Sulle iniziative per garantire la sicurezza pubblica nella città di Roma, con particolare riferimento alle sponde del fiume Tevere.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  come ricordato nell'atto di sindacato ispettivo, lo scorso 2 ottobre, un incendio ha interessato il Ponte dell'Industria a Roma cagionando ingenti danni all'infrastruttura. In merito alle cause dell'evento sono al momento in corso indagini da parte degli organi inquirenti. I Vigili del Fuoco sono prontamente intervenuti sul posto con 12 automezzi e 32 unità di personale, contando anche sul supporto logistico del proprio nucleo sommozzatori, ubicato nelle immediate vicinanze del ponte. Sono intervenuti anche il personale dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e del 118.
  Le operazioni di spegnimento, rese complicate dalla presenza dei cavi elettrici e della tubazione del gas, sono terminate nella notte del 3 ottobre, alle ore 2.30.
  Sono state, inoltre, adottate alcune misure cautelative intese ad interdire il transito veicolare in tutta la zona circostante, compresa la navigazione e sono stati, altresì, interrotti temporaneamente le forniture di gas ed elettriche le cui reti attraversano la struttura.
  Circa il contesto in cui si è verificato l'episodio, va chiarito che l'area golenale è caratterizzata da una diffusa presenza di insediamenti abusivi che, nonostante i ripetuti interventi di sgombero, effettuati periodicamente dalle Forze di polizia, tendono a ricostituirsi rapidamente stante la folta vegetazione e gli scarsi interventi di manutenzione delle zone.
  Tale situazione è aggravata anche dalla distribuzione delle competenze sulla gestione delle aree golenali, che risultano variamente ripartite ed intrecciate tra il Comune di Roma Capitale e la Regione Lazio. Stante il problematico atteggiarsi delle competenze tra i diversi soggetti istituzionali, la Prefettura di Roma, nell'ambito delle proprie attribuzioni, ha dedicato costante attenzione agli insediamenti abusivi estemporanei, soprattutto in vista del loro sgombero e della conseguente ricollocazione degli occupanti in altre sistemazioni alloggiative, che peraltro sono state rallentate dalla limitata disponibilità ricettiva del sistema del welfare locale.
  In tale contesto, per far fronte all'indicata situazione, la Prefettura, sin dal 2015, ha dedicato al problema uno dei tavoli tematici generali di confronto interistituzionale, ponendo altresì il tema degli insediamenti abusivi e dei campi nomadi tra le priorità dei «Tavoli di osservazione» attivati in tutti i Municipi di Roma. Tale attività di coordinamento ha favorito, tra l'altro, la costituzione di una task force tra il personale di polizia fluviale della Regione Lazio, l'Arma dei Carabinieri e la Polizia municipale, finalizzata a realizzare una più intensa attività di controllo preventivo dei siti. Inoltre, per superare le criticità connesse alla presenza degli insediamenti di maggiori dimensioni, sono state predisposte specifiche operazioni di sgombero con il successivo affidamento temporaneo o assegnazione delle aree liberate ai soggetti pubblici o privati interessati, realizzando in tal modo un «controllo sociale» dei siti.
  Si soggiunge che la questione degli insediamenti abusivi lungo le aree golenali del Tevere e dell'Aniene è stata nuovamente esaminata nella riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutasi lo scorso 12 marzo, nel corso della quale si è registrato l'avvio di una collaborazione tra la Regione Lazio e Roma Capitale nella pianificazione di interventi di liberazione di specifici lotti di quelle aree.

ALLEGATO 7

5-06761 Fogliani e altri: Sullo stato di avanzamento del bando di gara per l'acquisizione di elicotteri da destinare al 10° reparto volo della Polizia di Stato di Venezia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  gli On.li interroganti lamentano la carenza di velivoli necessari a garantire l'operatività del 10° reparto volo della Polizia di Stato di Venezia e chiedono notizie circa l'impegno del Ministero dell'interno volto all'acquisizione di un nuovo velivolo.
  Preliminarmente si sottolinea che il 10° reparto volo di Venezia ha una competenza territoriale vasta che comprende siti importanti, alcuni dei quali frequentati dalla stagione estiva da molti turisti.
  Il territorio interessato ha una grande rilevanza economica e presenta esigenze variegate sotto il profilo del mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica.
  Al fine di soddisfare tali necessità operative, dalle notizie acquisite, risulta che a fronte dell'avvio del collaudo di due elicotteri AW139, è stata firmata l'opzione di acquisto di un terzo elicottero dello stesso modello.
  Il tutto con la prospettiva di assegnare uno di questi velivoli al X° reparto volo.
  Informo che, secondo quanto riferito dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, le operazioni di collaudo dell'elicottero AW139, che verrà effettivamente destinato al X° reparto Volo di Venezia, sono iniziate il 4 ottobre scorso e dovrebbero terminare entro la fine del mese di ottobre.
  L'elicottero è un velivolo multiruolo in grado di soddisfare tutti i compiti operativi della componente aerea della Polizia di Stato e dovrebbe essere assegnato per l'impiego entro la fine dell'anno.

ALLEGATO 8

5-06762 Magi e Gebhard: Sui ritardi nell'esame delle domande di regolarizzazione degli stranieri.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati,
  come già riferito più volte in sede parlamentare, le procedure di emersione hanno incontrato, soprattutto nella fase iniziale, varie difficoltà e tra queste vanno segnalate la complessità della gara per l'individuazione della società di somministrazione dei lavoratori interinali a supporto degli sportelli unici, l'intreccio delle competenze tra amministrazioni diverse – prefetture, questure, ispettorati del lavoro, INPS – nonché l'impossibilità tecnica di gestire la procedura esclusivamente in via telematica. Su questi fattori ha anche pesato la pandemia, che ha costretto gli uffici a ridurre gli appuntamenti con gli utenti. Tale situazione contribuisce a spiegare l'arretrato nello svolgimento delle istanze, che si sta assorbendo grazie al contributo dei lavoratori interinali.
  Riguardo ai due distinti procedimenti amministrativi, rispettivamente degli sportelli unici per l'immigrazione presso le prefetture e delle questure, il quadro su base nazionale è il seguente. In relazione al primo procedimento, le domande presentate sono state complessivamente 207.870. Di queste, ad oggi, sono state definite positivamente, all'esito favorevole dell'istruttoria tecnica svolta, 68.147 istanze, con la consegna agli interessati dei moduli per il rilascio dei permessi di soggiorno. I rigetti sono stati 10.757 mentre le rinunce risultano essere 1.973.
  In relazione alla meno complessa procedura da avviare direttamente presso le questure, informo che alla data odierna sono state acquisite 11.218 pratiche, di cui 10,098 sono già state evase.
  Nel progressivo smaltimento dell'arretrato va considerata la rilevanza del contributo dei lavoratori interinali assegnati in più fasi agli Sportelli Unici a decorrere dal marzo 2021. Alla data odierna risulta infatti che 37 Sportelli Unici hanno lavorato oltre il 70 per cento delle istanze pervenute dopo l'ingresso in servizio dei predetti lavoratori, in alcuni casi con picchi superiori anche all'80 per cento e al 90 per cento. Proprio per non ridurre il tasso crescente che lo smaltimento delle pratiche ha assunto con l'entrata a regime delle assunzioni del personale interinale, si è proceduto al prolungamento fino al 31 dicembre 2021 dei relativi contratti di lavoro anche in ragione dell'acquisita formazione sui campo del personale, indispensabile per un efficiente svolgimento del lavoro richiesto.
  Infine, per quanto concerne la problematica relativa all'accesso alla campagna anti-COVID per i cittadini stranieri «in emersione», che è di competenza del Ministero della salute, si richiama l'articolo n. 35 del decreto legislativo n. 286 del 1998, riguardante l'assistenza sanitaria per gli stranieri non iscritti al servizio sanitario nazionale, il quale sancisce che ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno, siano garantiti una serie di servizi sanitari tra cui «le vaccinazioni secondo la normativa e nell'ambito degli interventi di campagne di prevenzione collettiva autorizzate dalle Regioni». Eventuali disfunzioni in questo ambito saranno segnalate agli uffici competenti per assicurare il pieno rispetto della normativa in vigore.

ALLEGATO 9

5-06763 Baldino e altri: Sui gravi episodi di aggressione, atti vandalici e intimidazione verificatisi in occasione delle campagna elettorale per le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati,
  gli Onorevoli interroganti segnalano alcuni episodi connotati da intenti intimidatori nei confronti di candidati, registratisi nei giorni antecedenti le ultime elezioni amministrative.
  Ciascuno degli episodi indicati era senza dubbio meritevole di essere affrontato con la massima attenzione da parte del Ministero dell'interno e delle sue componenti. Per questa ragione per ciascuno di essi sono state adottate tutte le necessarie, tempestive iniziative per assicurare la risoluzione delle eventuali criticità che da essi potessero derivare.
  Il Ministero dell'interno pone tra le sue fondamentali priorità la garanzia del regolare svolgimento del procedimento elettorale e dell'equilibrio democratico delle competizioni, assicurando da sempre l'adeguata cornice di sicurezza, necessaria all'esercizio di posizioni costituzionalmente garantite.
  Tali sono i princìpi funzionali ai quali ricondurre, in una visione unitaria, gli interventi assunti con riferimento ai singoli episodi.
  In particolare, un episodio si è avuto a Nardo, lo scorso 1° ottobre, in occasione dello svolgimento dei comizi elettorali finali dei candidati sindaci Giuseppe Mellone, sindaco uscente, e Carlo Falangone, candidato del M5S. Al riguardo il Prefetto di Lecce ha segnalato che nell'intervallo di tempo tra il deflusso del pubblico che aveva assistito al comizio del sindaco uscente e il contestuale afflusso dei sostenitori del candidato Falangone, è sorto un diverbio tra un simpatizzante del predetto sindaco uscente ed un candidato alla carica di consigliere comunale con la lista M5S, che veniva colpito al volto. Dai primi accertamenti svolti nell'immediatezza dei fatti dal personale delle Forze dell'Ordine, presenti e subito intervenute, è emerso che il litigio avrebbe avuto origine da vicende personali dei contendenti, risalenti nel tempo e non dovute a ragioni legate alla tornata elettorale. Preme rilevare che nei giorni precedenti né in quelli successivi al citato episodio si sono verificate turbative al regolare svolgimento della campagna elettorale.
  Per quanto riguarda i fatti accaduti a San Nicandro Garganico, il Prefetto di Foggia ha riferito che lo scorso 30 settembre un parlamentare del M5S ha denunciato l'imbrattamento di alcuni manifesti elettorali del candidato sindaco Matteo Vocale, appoggiato dallo stesso movimento. Il giorno seguente, sempre a San Nicandro Garganico, il medesimo candidato sindaco ha denunciato, altresì, l'imbrattamento con una bomboletta spray della porta di ingresso della sede della propria coalizione politica, riportante una scritta offensiva subito rimossa.
  In relazione ai due episodi, avvenuti con analoghe modalità operative, gli stessi denuncianti hanno dichiarato di non aver subito minacce, riconducendo i fatti verosimilmente a «bravate» volte a turbare le consultazioni amministrative. L'Autorità Giudiziaria è stata informata dei fatti dai Carabinieri.
  Quanto al Comune di Cetraro, il Prefetto di Cosenza ha riferito che i Carabinieri, su richiesta di un candidato alle elezioni regionali, sono intervenuti a seguito del ritrovamento di un involucro sospetto costituito da batterie e fili elettrici all'interno di una cunetta antistante l'abitazione del predetto candidato. L'immediato sopralluogo operato dai militari consentiva il sequestro dell'oggetto, che dai
primi sommari accertamenti non risultava contenere materiale esplosivo. Il candidato in questione ha sporto denuncia presso la stazione carabinieri di Cetraro, trasmessa alla procura della Repubblica di Paola per il seguito delle indagini, tuttora in corso.
  Infine, con riguardo al Comune di Afragola, si rappresenta che nella mattinata del 2 ottobre scorso una deputata del M5S ha presentato, presso la Stazione Carabinieri del Comune, una denuncia contro ignoti in relazione all'affissione abusiva di manifesti elettorali di altri partiti negli spazi riservati allo stesso Movimento. In particolare, la parlamentare ha riferito che, mentre viaggiava a bordo di un veicolo in compagnia di una candidata alla carica di consigliere del comune di Afragola nella lista del M5S, notava alcune persone impegnate in attività di affissione abusiva. In pari tempo il suo veicolo veniva colpito da un oggetto lanciato da ignoti. Nel pomeriggio del 4 ottobre, la predetta parlamentare, a integrazione della precedente denuncia, ha riferito di essere stata seguita nei suoi spostamenti, nella mattinata dello stesso giorno, da due soggetti a bordo di uno scooter, nel corso di una visita effettuata presso i seggi del Comune di Afragola.
  Operatori della Polizia di Stato, intervenuti sul posto, hanno identificato le due persone. L'Arma dei Carabinieri ha informato dell'accaduto l'Autorità Giudiziaria.
  Sono tuttora in corso attività d'indagine per accertare le violazioni denunciate, anche tramite l'acquisizione delle immagini degli impianti di videosorveglianza esistenti in loco.
  Per completezza, si rappresenta che, allo scopo di realizzare un'adeguata cornice di sicurezza, in occasione dello svolgimento delle consultazioni amministrative – al quale sono stati interessati diciassette Comuni dell'area metropolitana di Napoli - sono state definite, in riunioni tecniche di coordinamento delle Forze di polizia, apposite direttive per l'intensificazione delle attività informative e dei servizi di vigilanza dinamica ad ampio raggio nelle aree urbane, in una logica di integrazione con i servizi di vigilanza fissa attivati presso le sezioni elettorali e con specifici obiettivi di prevenzione e di contrasto di violazioni della normativa in materia.
  Il dispositivo messo in campo ha permesso di accertare alcune violazioni alla normativa elettorale, per le quali sono state interessate le autorità competenti, a dimostrazione dell'elevato livello di attenzione prestato dalle Forze dell'ordine per garantire - così come è avvenuto - la regolare tenuta della competizione elettorale e detto impegno ovviamente sarà profuso in occasione dei prossimi ballottaggi.

ALLEGATO 10

5-06764 Prisco e Montaruli: Sulle iniziative per ridurre i numerosi episodi di suicidio tra gli appartenenti alle Forze dell'ordine.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  gli On.li interroganti chiedono iniziative per ridurre il numero dei suicidi tra gli appartenenti delle Forze dell'ordine. La delicata tematica relativa all'incidenza del fenomeno tra gli operatori della sicurezza, comune a tutte le Forze di Polizia, assume particolare importanza anche in ragione della particolarità del servizio, delle situazioni stressogene e della multifattorialità delle concause che possono essere alla base del proposito suicidiario. Questo complesso di fattori ha suggerito un approccio approfondito al fenomeno, supportato da una riflessione comune tra tutte le Forze di Polizia, In tale direzione, con decreto del Capo della Polizia dell'8 febbraio 2019, è stato istituito l'Osservatorio permanente interforze sul fenomeno suicidario tra gli appartenenti alle Forze di Polizia. L'Organismo è composto da qualificati rappresentanti della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri, del Corpo della Guardia di Finanza e del Corpo di Polizia Penitenziaria e può avvalersi, in relazione alle tematiche da approfondire, dell'apporto di figure professionali interne alle Amministrazioni interessate, nonché di qualificati esponenti del mondo accademico, scientifico, culturale e associativo.
  In particolare, ferme restando le iniziative e le competenze proprie di ciascuna Forza di Polizia, l'Osservatorio ha il compito di esaminare congiuntamente il fenomeno in questione, favorendo lo scambio informativo ai fini dell'approfondimento delle iniziative adottate e degli studi approntati dalle singole Amministrazioni, inoltre, l'Osservatorio può adottare indirizzi di progetto destinati all'implementazione degli strumenti utili ad accrescere la conoscenza del fenomeno e delle possibili concause, con particolare riferimento a quelle afferenti al contesto lavorativo. In tali ambiti, viene prestata particolare attenzione allo sviluppo di iniziative rivolte al benessere del personale e alla migliore gestione delle eventuali difficoltà che possono sorgere in attività di servizio.
  Detto Osservatorio ha proceduto alla sistematizzazione in forma aggregata - nel rispetto delle esigenze di privacy - dei dati disponibili sugli eventi occorsi al fine di standardizzare le informazioni relative ad ogni evento suicidano con lo scopo di creare una base conoscitiva omogenea su cui costruire approfondimenti e iniziative adeguate. Sono stati altresì approfonditi i cosiddetti «fattori di rischio», quelli «protettivi» e la predisposizione dei presìdi sanitari o assistenziali a supporto. È stata inoltre confermata la necessità di prestare attenzione alle tre aree di prevenzione ovvero la selezione di ingresso, la valutazione del rischio e la prevenzione prestata in favore dei colleghi.
  Nondimeno, la complessità del fenomeno impone una attenzione a tutto tondo che non deve sottovalutare l'incidenza di concause di varia natura, non sempre ben identificabili.
  Per quanto concerne la Polizia di Stato, il numero di suicidi, per l'anno in corso è di 4 eventi, con un tasso nettamente in calo rispetto agli anni precedenti, ma sarebbe improprio trarre conclusioni circa una tendenza alla riduzione, dal momento che tale fenomeno può essere valutato solo nei lungo periodo. Risulta peraltro impossibile una comparazione con i tassi di incidenza della popolazione generale, considerata l'eterogeneità dei due gruppi di riferimento. Né si può sottovalutare l'elemento facilitatore della pronta disponibilità dell'arma in dotazione agli appartenenti all'Amministrazione. Infine, si evidenziano variazioni numeriche
non ascrivibili a specifici fattori causali. Nella maggioranza dei casi di suicidio nella Polizia di Stato, i fattori precipitanti sono apparsi attribuibili alla sfera privata mentre in nessun caso è stata rilevata la presenza di fattori relativi alla sfera lavorativa.
  Sul piano della prevenzione, sono state recentemente intraprese una serie di iniziative quali l'implementazione dell'organico degli psicologi della Polizia di Stato e conseguentemente dell'attività di sostegno psicologico svolta a livello territoriale, nonché l'istituzione del «Tavolo per la prevenzione e la gestione delle cause di disagio per il personale della Polizia di Stato» e del «Gruppo di lavoro per la redazione delle linee guida della psicologia dell'emergenza nella Polizia di Stato».
  Anche l'Arma dei Carabinieri monitora costantemente il fenomeno dei suicidi e si è dotata, nel tempo, di un complesso di strumenti tesi ad intercettare eventuali situazioni di disagio psicologico del personale, potenziando il servizio di psicologia e adottando nuovi criteri di valutazione.
  Tra le iniziative intraprese, vi è la stipula di una convenzione con il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologici che consente ai militari, in servizio e in congedo, nonché ai loro familiari, di accedere a prestazioni specialistiche di settore a condizioni agevolate.
  Inoltre, l'Arma ha potenziato l'offerta di supporto psicologico ai militari e ai propri familiari mediante il recupero di professionalità specialistiche interne e ha istituito un Gruppo di Lavoro permanente tra Stato Maggiore e rappresentanza militare centrale per il costante monitoraggio della validità delle iniziative intraprese e lo sviluppo di possibili linee guida future.
  Circa la Guardia di Finanza, nel corso del 2021, si sono registrati 5 suicidi. Tra le diverse azioni in chiave preventiva realizzate dal Corpo, segnalo in via esemplificativa:

   la creazione di un servizio nazionale di assistenza psicologica e prevenzione del disagio psicosociale, accessibile gratuitamente e in modo volontario e anonimo, articolato su 33 sportelli di ascolto, per offrire ai militari idoneo sostegno con riguardo a problematiche di natura personale, familiare, sociale e lavorativa;

   la sottoscrizione di un protocollo d'intesa con il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi, che prevede la possibilità, per i militari e i propri familiari, di avvalersi, a condizioni economiche vantaggiose, delle prestazioni dei professionisti che hanno aderito alla convenzione;

   l'attivazione di un programma di prevenzione del disagio psicosociale su tutto il territorio nazionale, operato dagli ufficiali psicologi della Guardia di finanza.

  Il Corpo, inoltre, partecipa – unitamente all'Arma dei Carabinieri – al tavolo tecnico per l'analisi del fenomeno dei suicidi in ambito Forze armate.
  Ritengo che il quadro appena delineato mostri la piena attenzione delle istituzioni al fenomeno e ponga in evidenza gli aspetti qualificanti delle azioni realizzate per prevenirlo: la sinergia inter-istituzionale, la metodologia scientifica seguita, l'attenzione al benessere psicologico del personale e agli ambienti lavorativi e, soprattutto, l'anticipazione della soglia di rischio. Credo che tutti questi elementi contribuiscano a migliorare la conoscenza del fenomeno ma soprattutto a continuare a sviluppare azioni di prevenzione sempre più efficaci.