III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Martedì 5 ottobre 2021

INTERROGAZIONI:

5-06579 Delrio: Sull'arresto in Nigeria di Nnamdi Kanu, leader del popolo indigeno del Biafra ... 64

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 73

5-05606 Siragusa: Sull'impiego del voto elettronico nelle elezioni per il rinnovo dei Comites ... 65

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 74

5-06734 Delmastro Delle Vedove: Sulla politica estera dell'Italia nella regione dell'Indo-Pacifico ... 65

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 76

5-06247 Quartapelle Procopio: Sulle circostanze della morte del connazionale Luca Ventre in Uruguay ... 66

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 78

5-06679 Quartapelle Procopio: Sull'uso di bambini soldato da parte del Fronte di Liberazione del popolo del Tigray (TPLF) ... 66

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 79

SEDE CONSULTIVA:

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021. Doc. LVII, n. 4-bis e Allegati (Parere alla V Commissione) (Esame e conclusione – Parere favorevole) ... 66

ALLEGATO 6 (Parere approvato dalla Commissione) ... 81

III Commissione - Resoconto di martedì 5 ottobre 2021

INTERROGAZIONI

  Martedì 5 ottobre 2021. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 14.05.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che, in attesa che la collega Quartapelle Procopio possa raggiungere la sede della Commissione, si procederà dapprima alla trattazione delle interrogazioni presentate dai colleghi già presenti in seduta.

  La Commissione acconsente.

5-06579 Delrio: Sull'arresto in Nigeria di Nnamdi Kanu, leader del popolo indigeno del Biafra.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Graziano DELRIO (PD), intervenendo da remoto, si dichiara soddisfatto della risposta del Governo, che dimostra di seguire con attenzione la vicenda di Nnamdi Kanu. In merito alla vicenda, evidenzia che l'arresto del leader nigeriano del movimento di opposizione è avvenuto in un Paese terzo e con procedure discutibili e che i suoi legami con i gruppi armati non sono affatto dimostrati, essendo le sue azioni ispirate ad un principio di resistenza non violenta. Ribadendo l'auspicio che Kanu sia sottoposto ad un processo equo, evidenzia che il buon esito della sua vicenda processuale è essenziale per garantire stabilità e pace nella regione.

5-05606 Siragusa: Sull'impiego del voto elettronico nelle elezioni per il rinnovo dei Comites.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Elisa SIRAGUSA (MISTO), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, sebbene la sperimentazione in atto resti priva di effetti giuridici. Rileva con soddisfazione che si sta avviando la sperimentazione del voto elettronico – peraltro già previsto dal decreto-legge n. 67 del 2012, convertito dalla legge n. 118 del 2012 –, con l'auspicio che esso possa essere presto esteso a tutti i cittadini italiani residenti all'estero, dato che l'attuale modalità di voto, basata sull'invio dei plichi, non assicura i necessari requisiti di segretezza e anonimato. Esprimendo perplessità circa la scelta che tale modalità di voto digitale sia riservata solo agli elettori iscritti per il tramite del portale Fast it – con ciò escludendo chi abbia fatto richiesta di iscrizione con altro mezzo, anche per il tramite della posta elettronica – auspica che la sperimentazione consenta di arrivare con maggiore preparazione ad un uso generalizzato del voto elettronico in occasione della prossima scadenza elettorale.

5-06734 Delmastro Delle Vedove: Sulla politica estera dell'Italia nella regione dell'Indo-Pacifico.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), replicando, si dichiara moderatamente soddisfatto della risposta del Governo, soprattutto alla luce delle posizioni politiche di partenza del Sottosegretario Di Stefano.
  Esprime apprezzamento per la conferma sul carattere imprescindibile adesso attribuito dall'Esecutivo alle relazioni transatlantiche e stigmatizza, al contempo, l'assenza di un esplicito riferimento alla minaccia rappresentata dalla Cina, che negli ultimi mesi ha intensificato le mire egemoniche nella regione, come evidenzia la grave recente iniziativa ostile nei confronti di Taiwan. Stando anche alle dichiarazioni aggressive della leadership cinese sullo status di Taiwan, paventa il rischio che nel quadrante asiatico spirino venti di guerra contro i quali è essenziale impegnarsi con determinazione.
  Osserva che l'alleanza AUKUS tra Stati Uniti, Regno Unito ed Australia ha, di fatto, recato un danno economico alla sola Francia, privata delle commesse militari concordate con il Governo di Canberra: ciò nonostante, Macron, agendo in una logica sovranista, ha preteso la solidarietà e l'appoggio dell'intera Unione europea a difesa dei propri interessi, mettendo a rischio la solidità dell'asse europeo con gli Stati Uniti, essenziale per fronteggiare la sfida cinese, e costringendo Paesi come l'Italia ad uno sforzo per ricucire i rapporti con Washington. A suo avviso, si tratta di un errore da non ripetere, dal momento che ogni Stato membro dovrebbe agire come tale e non invocare l'intervento europeo solo quando il proprio interesse nazionale è minacciato. In generale, l'area indopacifica è di valore cruciale, dato il ruolo muscolare della Cina, per cui è essenziale gestire tale scenario non come singolo Stato membro e neanche come Unione europea ma come Occidente unito. Ribadendo la soddisfazione per il segnale di maturazione politica mostrato dal Sottosegretario Di Stefano, auspica che l'obiettivo di consolidare i rapporti transatlantici – da sempre prioritario per Fratelli d'Italia – venga condiviso e sostenuto da tutte le forze politiche.

5-06247 Quartapelle Procopio: Sulle circostanze della morte del connazionale Luca Ventre in Uruguay.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, utile anche a rendere disponibili al pubblico le informazioni su un caso di gravità inaudita. Auspica che l'Esecutivo dia seguito alle interlocuzioni avviate con le autorità uruguayane per perseguire il responsabile del crimine ed assicurarlo alla giustizia. In via più generale, sottolinea che le circostanze tragiche delle morte del nostro connazionale evidenziano l'opportunità di una accurata verifica delle condizioni di sicurezza nelle sedi diplomatiche, problematica già affrontata dal Parlamento. Al riguardo, ribadisce la piena disponibilità del Parlamento a sostenere eventuali iniziative del Governo finalizzate a rafforzare le strutture adibite alla sicurezza delle Ambasciate e a scongiurare in ogni modo il verificarsi di episodi analoghi a quello in oggetto.

5-06679 Quartapelle Procopio: Sull'uso di bambini soldato da parte del Fronte di Liberazione del popolo del Tigray (TPLF).

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, pur rilevando l'opportunità di ottenere risposte anche sui fatti denunciati dal New York Times. Ribadendo l'esigenza che le violazioni dei diritti umani in un conflitto siano sempre denunciate, indipendentemente dalla parte che le perpetra, esprime apprezzamento per l'impegno dell'Esecutivo italiano contro la piaga del coinvolgimento dei minori negli scontri armati, confermando il pieno supporto del Parlamento per ogni azione volta a denunciare tali episodi e mantenere alta l'attenzione su questa problematica.

  Paolo FORMENTINI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.45.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 5 ottobre 2021. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI, indi del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 15.05.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021.
Doc. LVII, n. 4-bis e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Paolo FORMENTINI, presidente, ricorda che il provvedimento è stato inserito all'ordine del giorno di domani dell'Assemblea e che il parere deve pertanto essere espresso auspicabilmente entro la seduta odierna.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, ricorda che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) costituisce lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del Documento di economia e finanza (DEF), in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull'andamento del quadro macroeconomico.
  Segnala che il documento contiene l'aggiornamento degli obiettivi programmatici, le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione Europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma, anticipando i contenuti della successiva manovra di bilancio.
  La NADEF, inoltre, aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2022-2024 rispetto a quello contenuto nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile (DEF 2021).
  Rileva che il testo è suddiviso in due sezioni, relative al quadro macroeconomico e ai dati di finanza pubblica.
  Con riferimento allo scenario macroeconomico internazionale, la Nota evidenzia come la ripresa economica mondiale si sia rafforzata a partire dalla primavera del 2021, grazie alla rimozione delle restrizioni sociali, resa possibile dal progredire delle campagne vaccinali contro il COVID-19, soprattutto nei Paesi avanzati, e alla forte crescita del commercio mondiale.
  Nel complesso, il rafforzamento della domanda globale ha sostenuto l'aumento degli scambi commerciali internazionali nella prima metà dell'anno (2,4 per cento in media nei primi due trimestri), sebbene abbia determinato, al contempo, pressioni al rialzo sui prezzi delle materie prime (come petrolio e metalli) e dei prodotti intermedi, a causa delle strozzature dal lato dell'offerta, dovute alla crisi sanitaria, che ha provocato tensioni sulle catene internazionali di approvvigionamento. La produzione sta infatti risentendo in maniera crescente della difficoltà di reperimento di materiali e di forza lavoro qualificata.
  Sottolinea che tali rialzi hanno indotto una accelerazione del tasso di crescita dei prezzi a livello mondiale, portando l'inflazione al consumo dei Paesi dell'area dell'OCSE al 4,2 per cento su base annua, sospinta soprattutto dai prezzi energetici.
  Nel complesso, le prospettive per la ripresa economica globale risultano comunque solide, sebbene l'andamento dell'epidemia e delle campagne vaccinali continuino a condizionare fortemente la dinamica delle attività produttive nelle diverse aree del mondo.
  In particolare, osserva che le proiezioni sull'andamento del commercio internazionale si presentano molto più favorevoli di quanto prefigurato nel DEF, soprattutto per l'anno in corso e per il 2022 (+1,9 punti percentuali in ciascun anno). Anche per i successivi due anni, l'andamento del commercio mondiale risulta più favorevole rispetto a quanto prospettato in primavera.
  Il prezzo del petrolio si attesta invece su un livello più elevato di quanto prospettato in primavera, soprattutto nel triennio 2022-2024.
  Con riferimento specifico all'Area dell'Euro, sottolinea che la Nota pone in evidenza come l'economia dell'area abbia ripreso a crescere nel secondo trimestre dell'anno in corso, registrando un robusto rimbalzo (2,2 per cento su base trimestrale), dopo i precedenti trimestri di flessione. Secondo quanto riportato nella Nota, il PIL reale dell'area avrebbe raggiunto un livello di soli 2,5 punti percentuali inferiore a quello del 4° trimestre del 2019, un divario che, secondo le più recenti stime della Banca centrale europea e della Commissione UE, sarebbe destinato ad annullarsi nell'ultimo trimestre dell'anno in corso, grazie soprattutto al contributo della domanda interna.
  Rileva che nel primo semestre del 2021 l'economia italiana è stata interessata da una ripresa economica superiore a quanto prospettato nel DEF. Il primo trimestre ha registrato una lieve ripresa del PIL (0,2 per cento) nonostante le restrizioni ancora elevate. Il secondo trimestre ha visto una marcata accelerazione del PIL (2,7 per cento), 3,8 punti al di sotto dei livelli pre-crisi, grazie agli effetti della campagna vaccinale e al venir meno delle misure di restrizione.
  Precisa che la crescita è stata sostenuta dalla domanda interna al netto delle scorte, negative nel secondo trimestre. La domanda estera netta, dopo l'apporto negativo del primo trimestre, ha contribuito positivamente alla crescita del PIL nel secondo trimestre. La Nota sottolinea che l'avanzo commerciale dell'Italia è stato pari a circa 37,5 miliardi (in aumento di quasi 14 miliardi registrati nello stesso periodo del 2019), rimanendo tra i più alti in Europa dopo Germania e Paesi Bassi.

  Osserva che l'andamento degli investimenti è risultato positivo in entrambi i primi due trimestri dell'anno. Dal lato dell'offerta, la Nota sottolinea che le misure di distanziamento sociale e di restrizione all'attività hanno continuato a determinare andamenti settoriali differenziati: il manifatturiero ha mostrato, soprattutto in apertura d'anno, un dinamismo marcatamente superiore rispetto ai servizi, direttamente interessati dalle restrizioni. Tuttavia, a partire dal mese di aprile, con il graduale ripristino delle normali condizioni di operatività, anche il settore dei servizi ha osservato una ripresa considerevole, recuperando però solo parzialmente il terreno perso durante il 2020.
  Evidenzia che il 2021 è contrassegnato da una ripresa dell'inflazione, meno accentuata che in altre economie avanzate (l'inflazione nell'area euro ha raggiunto il 3,0 per cento in agosto), ma pur sempre significativa. L'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), dopo un calo medio dello 0,2 per cento nel 2020, nei primi otto mesi di quest'anno è aumentato mediamente dell'1,2 per cento sul corrispondente periodo del 2020, trainato dal rimbalzo dei prezzi dei prodotti energetici.
  Sottolinea che la NADEF delinea complessivamente uno scenario di crescita dell'economia italiana e di graduale riduzione del deficit e del debito pubblico: le nuove previsioni macroeconomiche del Governo per il 2022-2024, infatti, pur riconoscendo alcuni rischi collegati all'evoluzione della pandemia da COVID-19 e della domanda mondiale e ai forti aumenti dei prezzi dell'energia registrati negli ultimi mesi, prendono atto del miglioramento dei principali indicatori di crescita e indebitamento rispetto alle stime contenute nel DEF e definiscono il perimetro di finanza pubblica all'interno del quale si iscriveranno le misure della prossima legge di bilancio.
  Osserva che il livello di PIL più elevato (atteso a un +6 per cento per l'anno in corso) e il minor indebitamento netto (previsto al 9,4 per cento del PIL) consentono una flessione del rapporto tra debito pubblico e prodotto (dal 155,6 per cento nel 2020 al 153,5 per cento nel 2021), che invece era stimato in aumento nel DEF di aprile.
  Per quanto riguarda la programmazione delle finanze pubbliche, per il 2022 la NADEF fissa un obiettivo di deficit pari al 5,6 per cento del PIL, che si confronta con un saldo tendenziale pari al 4,4 per cento.
  Rileva che l'andamento dell'indebitamento netto programmatico è superiore a quello del quadro tendenziale per oltre un punto percentuale di PIL anche nel 2023 e 2024, sebbene la NADEF delinei una progressiva e significativa riduzione dell'indebitamento netto, che scenderà al 3,3 per cento del PIL nel 2024. Anche per effetto dello stimolo di bilancio, la crescita del PIL programmatico è prevista pari al 4,7 per cento nel 2022, al 2,8 per cento nel 2023 e all'1,9 per cento nel 2024. La discesa del rapporto debito/PIL proseguirà per raggiungere il 146,1 per cento nel 2024.
  Sottolinea che, alla luce di questo migliorato quadro economico e finanziario e delle Raccomandazioni specifiche al Paese da parte del Consiglio dell'Unione Europea, appare pienamente condivisibile l'orientamento del Governo volto a confermare l'impostazione di fondo della politica di bilancio illustrata nel DEF.
  Ipotizzando che prosegua la progressiva riduzione alle restrizioni delle attività economiche e sociali legate al COVID-19, l'intonazione della politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il PIL e l'occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019. Una condizione che, in base alle proiezioni aggiornate, si può prevedere sarà soddisfatta a partire dal 2024. Da quell'anno in poi, la politica di bilancio dovrà essere maggiormente orientata a ridurre il disavanzo strutturale e a ricondurre il rapporto debito/PIL al livello pre-crisi (134,3 per cento) entro il 2030.
  Evidenzia che l'espansione dell'economia italiana nei prossimi anni sarà sostenuta, oltre che dallo stimolo di bilancio, anche da favorevoli condizioni monetarie e finanziarie, dal ritrovato ottimismo delle imprese e dei consumatori e, in particolare, dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che rappresenta un'occasione inedita
per rilanciare il nostro Paese all'insegna della sostenibilità ambientale e sociale.
  Precisa che la completa realizzazione del PNRR resta la grande scommessa per i prossimi anni, in un contesto mondiale che è forse il più complesso ed articolato della storia recente.
  Rileva che gli incrementi del PIL che stiamo registrando riflettono già alcuni incentivi finanziati dal PNRR, ma non ne incorporano ancora il forte impulso agli investimenti pubblici, peraltro già in notevole crescita (quasi il 20 per cento in termini nominali nel 2020 e 16 per cento quest'anno).
  Grazie anche al recupero di competitività testimoniato dall'espansione del surplus commerciale del Paese, la nuova previsione tendenziale indica tassi di crescita del PIL reale pari al 4,2 per cento nel 2022, 2,6 per cento nel 2023 e 1,9 per cento nel 2024. Queste proiezioni, che sono state validate dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio, porterebbero il PIL al disopra del trend pre-crisi nel 2024; dal 2025, anche grazie ai due anni rimanenti del PNRR, vi sarà una concreta opportunità di accrescere il prodotto, l'occupazione e il benessere dei cittadini italiani in misura ben superiore a quanto si sarebbe potuto immaginare prima della crisi.
  Osserva che la revisione al rialzo della previsione di crescita reale, segnatamente per il 2021, e di incremento del deflatore del PIL ci consegna anche livelli di PIL nominale assai più elevati. L'incremento del PIL nominale previsto per quest'anno è ora del 7,6 per cento, in aumento dal 5,6 per cento del DEF. A sua volta, la maggiore crescita nominale comporta un significativo abbassamento delle previsioni di indebitamento netto (deficit) delle Amministrazioni pubbliche.
  Sottolinea che la strategia di consolidamento della finanza pubblica si baserà principalmente sulla crescita del PIL stimolata dagli investimenti e dalle riforme previste dal PNRR. Nel medio termine sarà altresì necessario conseguire adeguati avanzi primari. A tal fine, si punterà a moderare la dinamica della spesa pubblica corrente e ad accrescere le entrate fiscali attraverso il contrasto all'evasione. Le risorse di bilancio verranno crescentemente indirizzate verso gli investimenti e le spese per ricerca, innovazione e istruzione.
  Evidenzia che, in coerenza con questo approccio, la manovra della legge di bilancio 2022-2024 punterà a conseguire una graduale ma significativa riduzione dell'indebitamento netto dal 9,4 per cento previsto per quest'anno al 3,3 per cento del PIL nel 2024.
  Rileva, inoltre, che la manovra di finanza pubblica per il prossimo triennio continuerà ad assicurare il supporto al settore privato fintanto che sarà necessario a ottenere il consolidamento della ripresa economica, con l'obiettivo non soltanto di colmare il divario con il periodo pre-pandemia, ma di recuperare anche la crescita perduta sin da allora.
  Rispetto al DEF, l'obiettivo di deficit per il 2022 scende dal 5,9 per cento del PIL al 5,6 per cento e anche i deficit previsti per i due anni successivi sono inferiori a quelli prospettati nel DEF.
  Osserva che la discesa del rapporto debito/PIL sarà più graduale in confronto allo scenario tendenziale, ma significativa, giacché si passerà dal 153,5 per cento previsto per quest'anno al 146,1 per cento nel 2024.
  Venendo alle linee di riforma evidenziate nel documento, sottolinea che la NADEF individua – accanto alle cosiddette riforme orizzontali del PNRR (rappresentate dalla riforma della PA e dalla riforma del sistema giudiziario) – due riforme abilitanti, interventi funzionali a garantire l'attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali, che includono la legge delega sulla corruzione e la riduzione dei tempi di pagamento della PA, oltre alla legge sulla concorrenza, al federalismo fiscale e alla riduzione del tax gap.
  Rileva che il Governo evidenzia nella Nota come la riforma della PA costituisca condizione necessaria per il successo delle misure contenute nel PNRR: in particolare, le misure volte in primo luogo alla digitalizzazione del settore pubblico, alla semplificazione amministrativa e alla valorizzazione della capacità amministrativa e assunzionale
costituiscono uno degli assi centrali della PNRR.
  Al contempo, con le misure di semplificazione previste nell'ambito delle riforme abilitanti il Governo ha inteso eliminare le barriere autorizzatorie e procedurali che abitualmente frenano l'attuazione dei progetti, mettendo a rischio la realizzabilità delle opere. A tal fine sono state introdotte diverse disposizioni finalizzate ad accelerare e snellire le procedure e, allo stesso tempo a rafforzare la capacità amministrativa della PA, con l'obiettivo di favorire la transizione energetica e digitale.
  Precisa che il percorso delineato prevede che, in continuità con gli interventi adottati in passato, la riforma renda più efficace ed efficiente l'azione amministrativa al fine di favorire un miglioramento dei servizi offerti e un incremento della produttività dell'intera struttura economica del Paese di cui la PA è un fattore determinante.
  Evidenzia che, come delineato nel PNRR, la riforma modificherà la struttura delle amministrazioni pubbliche attraverso innovazioni e miglioramenti delle norme che regolano il reclutamento del personale, accompagnati da importanti investimenti sul capitale umano e sulla digitalizzazione. Tali interventi avverranno in un contesto di semplificazione normativa che mira a rimuovere i vincoli burocratici e a rendere più rapide le procedure, in particolar modo quelle collegate all'attuazione del PNRR.
  Alla luce di queste considerazioni, presenta una proposta di parere favorevole sulla Nota di aggiornamento in titolo, di cui dà lettura e che dichiara di avere già portato informalmente a conoscenza dei Gruppi.

  Paolo FORMENTINI, presidente, a nome di tutta la Commissione, coglie l'occasione della presenza in seduta della collega Di Stasio per esprimerle solidarietà in quanto vittima di un vile atto di aggressione negli ultimi giorni di campagna elettorale.

  La Commissione si associa.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO, associandosi alle espressioni di solidarietà nei riguardi dell'onorevole Di Stasio, manifesta consenso per la proposta di parere testé formulata dalla relatrice.
  Evidenzia, altresì, che l'azione della Farnesina, nel complesso quadro economico-finanziario caratterizzato dal semestre europeo, dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dalle misure per rafforzare i saldi di finanza pubblica, è mirata a rendere strutturali gli interventi introdotti nella fase emergenziale per promuovere il Made in Italy e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, che hanno consentito di fare crescere le esportazioni a livelli superiori al periodo pre-pandemico. In primo luogo, a suo avviso, occorre dunque rendere permanente l'operatività del Fondo «Simest» di cui alla legge n. 394 del 1981, che nell'ultimo anno e mezzo ha erogato circa 5,4 miliardi di euro alle aziende esportatrici e consentito lo svolgimento di attività fieristiche nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia. A tal fine, sono in corso interlocuzioni con il Ministero dell'Economia e delle finanze e con Cassa depositi e prestiti per stabilire la dotazione finanziaria del citato Fondo, che dovrebbe aggirarsi intorno ai due miliardi di euro annui: peraltro, sottolinea la necessità di rimodularlo eliminando la possibilità di finanziare le attività di patrimonializzazione delle imprese e garantendo una quota di finanziamenti a fondo perduto ridotta al 20 per cento. Un simile, regolare stanziamento consentirebbe di rendere strutturale lo strumento della finanza agevolata per l'export e di permettere ad una platea sempre più ampia di imprese di accedervi in maniera sistematica.
  Evidenzia, altresì, che la Farnesina intende proseguire l'azione di sostegno alle esportazioni attraverso gli strumenti del Patto per l'Export, che continuerà a sostenere la competitività delle nostre aziende, in particolare piccole e medie imprese, sui mercati internazionali favorendone i processi di transizione verso la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale. Al riguardo, ricorda che nei primi sette mesi del 2021 le esportazioni sono cresciute del 22,8 per cento, sfiorando i 300 miliardi di euro. Una cifra record, superiore non solo ai 244 miliardi dei primi sette mesi del 2020, ma anche ai 286 miliardi registrati nello stesso periodo del 2019. Segnala che si tratta di una performance superiore a quella dei nostri più diretti competitor, tenuto conto che l'export della Germania è cresciuto del 16,3 per cento, quello della Francia del 16,9 per cento e quello della Spagna del 21,6 per cento.

  Laura BOLDRINI (PD), ringraziando la relatrice per l'esaustiva illustrazione ed il Governo per le puntuali precisazioni, esprime apprezzamento per la scelta di inserire un esplicito riferimento alla necessità di invertire i processi di delocalizzazione, che tanti danni causano al sistema produttivo e ai livelli occupazionali del nostro Paese e sui cui sarebbe opportuno approvare una nuova legislazione condivisa. Propone, inoltre, di integrare la proposta di parere ribadendo l'impegno dell'Italia alla sospensione dei brevetti sui vaccini, già contenuto in due risoluzioni approvate dal Parlamento: a suo avviso, infatti, la pandemia potrà dirsi definitivamente superata solo garantendo adeguati tassi di vaccinazione a tutta la popolazione mondiale, mentre ora solo il 4 per cento degli africani ha ricevuto una dose di vaccino. Nello stesso contesto, suggerisce di inserire un passaggio sulla necessità di finanziare adeguatamente lo strumento COVAX, iniziativa dell'Organizzazione mondiale della sanità per garantire a tutti i Paesi un accesso ai vaccini equo e a prezzi contenuti.

  Alberto RIBOLLA (LEGA), associandosi ai ringraziamenti alla relatrice e al Governo ed esprimendo apprezzamento per l'incremento del PIL, superiore alle più rosee previsioni, evidenzia gli ottimi risultati sul piano delle esportazioni, che ha avuto modo di verificare personalmente nel corso di missioni all'estero da lui effettuate nell'ambito del Consiglio d'Europa. Ribadendo il pieno sostegno della Lega per le misure relative all'internazionalizzazione delle imprese e alla promozione del Made in Italy, nonché per le azioni che agevolano i processi di reshoring, già evidenziati dalla collega Boldrini, preannuncia il voto favorevole del proprio Gruppo alla proposta di parere.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, accoglie le proposte avanzate dalla collega Boldrini.

  Pino CABRAS (MISTO-L'A.C'È), preannunciando il voto contrario della propria componente del Gruppo Misto, sottolinea l'assenza di una seria autocritica rispetto alle scelte di politica economica adottate dal Governo durante la pandemia, a partire dalle chiusure delle attività commerciali, a suo avviso eccessive e troppo prolungate. Rileva, altresì, l'assenza di un nesso causale tra il completamento della campagna vaccinale e la ripresa economica: al riguardo, segnala che alcuni Paesi – segnatamente l'India – hanno eliminato le restrizioni legate alla pandemia pur in presenza di una quota di vaccinati molto bassa (nel caso indiano pari al 16 per cento). Sottolineando che il vaccino costituisce solo uno strumento di una più ampia e necessaria strategia di rinascita economica, esprime riserve sulla efficacia del PNRR, la cui attuazione è affidata ad una gestione tecnocratica priva dei necessari strumenti di controllo democratico. Da ultimo, esprime apprezzamento per il dato relativo all'export, unico elemento che induce ad un certo ottimismo sulle opportunità di ripresa economica del nostro Paese.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole, formulata dalla relatrice (vedi allegato 6).

  La seduta termina alle 15.25.

III Commissione - martedì 5 ottobre 2021

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-06579 Delrio: Sull'arresto in Nigeria di Nnamdi Kanu, leader del popolo indigeno del Biafra.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nnamdi Kanu ha fondato nel 2012 l'Independent Indigenous People of Biafra (IPOB), organizzazione che si prefigge di ridare vita al movimento secessionista del Biafra dopo il tentativo di indipendenza e la guerra civile dal 1967 al 1970.
  La regione della Nigeria spesso identificata dai media internazionali come Biafra, nel Sud-Est del Paese, è costituita dai cinque Stati federali di Enugu, Anambra, Imo, Abia e Ibonyi, caratterizzati da una forte densità di popolazione e dalla prevalenza dell'etnia cristiana Igbo (17 per cento della popolazione nazionale circa). Si tratta della zona dove nel 1967 un gruppo di alti ufficiali di etnia Igbo e Ibibio proclamarono l'indipendenza del Biafra. Le popolazioni della regione, che contiene oltre il 90 per cento delle riserve e della produzione di idrocarburi della Nigeria, si opposero al progetto secessionista assieme al resto del Paese, contribuendo alla sconfitta dei secessionisti in una guerra durata 30 mesi e che si stima abbia causato oltre un milione di morti.
  Alla capitolazione dei secessionisti nel 1970 seguì un processo di riconciliazione nazionale riconosciuto internazionalmente come un successo, reintegrando nel giro di pochi anni combattenti e sostenitori del progetto secessionista nella vita nazionale della Federazione nigeriana.
  Dal 2020 la propaganda di Kanu ha assunto toni aspri, con l'invito ad una rivolta armata e la fondazione di una milizia para-militare chiamata Eastern Security Network (ESN), anche come conseguenza della dura repressione delle manifestazioni in occasione del giorno del ricordo del Biafra in cui sono morte 60 persone per mano delle forze di sicurezza nigeriane. L'ESN avrebbe un numero ridotto di militanti armati e un limitato sostegno popolare, in un momento in cui esponenti dell'etnia Igbo aspirano a conquistare la Presidenza della Nigeria nel 2023 in base alla regola non scritta che prevede la rotazione tra candidati musulmani e cristiani.
  L'arresto e il rimpatrio immediato in Nigeria di Nnamdi Kanu, in circostanze ancora non chiarite e denunciate come illegali dai suoi avvocati, ha portato ad una diminuzione degli attacchi, quasi del tutto cessati dopo il picco in primavera. L'ESN probabilmente preferisce evitare che le proprie azioni possano ripercuotersi sull'incolumità fisica del leader. Nnamdi Kanu è infatti detenuto ad Abuja in attesa di processo. Continua invece il «sit-at-home order», una protesta che vede la chiusura degli esercizi commerciali. L'IPOB proclama questa serrata un giorno a settimana per tenere sotto pressione Governo federale e governi locali. Le ultime informazioni indicano tuttavia una progressiva minore partecipazione degli esercenti in diverse città del Sud-Est, senza che questo abbia provocato significative reazioni da parte dell'ESN.
  L'udienza di Nnamdi Kanu, precedentemente prevista il 21 settembre, è stata aggiornata al 21 ottobre.
  L'Italia e l'Unione europea seguono il caso dell'arresto di Nnamdi Kanu con attenzione. Il tema è oggetto delle riunioni dei Capi Missione dell'Unione europea ad Abuja. Medesima attenzione viene dedicata alla situazione degli Igbo, in particolare per quanto riguarda il quadro di sicurezza della regione in cui vivono e la tutela della popolazione civile, monitorata dal gruppo di lavoro competente del Consiglio dell'Unione Europea a Bruxelles, denominato COAFR.
  Attivo è anche il dialogo tra la nostra Ambasciata e quella britannica ad Abuja,
tenuto conto della doppia cittadinanza inglese e nigeriana di Nnamdi Kanu. Nonostante le Autorità della Nigeria affermino la natura interna della questione proprio alla luce della cittadinanza nigeriana dell'imputato, l'Ambasciata del Regno Unito ad Abuja ha pubblicamente dato disponibilità a fornire assistenza consolare al proprio cittadino.
  In conclusione, l'Italia, in coordinamento con i partner dell'Unione europea, intende continuare a seguire l'evolversi della situazione giudiziaria di Nnamdi Kanu, non dimenticando che il legame di cittadinanza con il Regno Unito attribuisce anzitutto a quel Paese la titolarità di iniziative a sua tutela. Vogliamo inoltre mantenere elevata l'attenzione sulla situazione della popolazione Igbo, favorendo azioni volte a mettere fine alle violenze tra le diverse comunità in Nigeria.

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05606 Siragusa: Sull'impiego del voto elettronico nelle elezioni per il rinnovo dei Comites.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riguardo al primo punto sollevato, confermo che la Farnesina prevede di effettuare una sperimentazione del voto elettronico per le elezioni dei Comitati per gli Italiani all'estero, che avranno luogo il prossimo 3 dicembre 2021.
  La base normativa, come ricorda l'interrogante, è la Legge di bilancio 2021, che ha autorizzato per l'anno in corso la spesa di 9 milioni di euro, oltre che per lo svolgimento delle elezioni in parola, anche per «introdurre in via sperimentale modalità di espressione del voto in via digitale».
  Per dare attuazione a tale norma, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha avviato un intenso lavoro preparatorio, con l'obiettivo di definire le modalità di svolgimento e le specifiche tecniche della sperimentazione, in stretto contatto con la Commissione interministeriale sul voto elettronico. Ricordo che i lavori di quest'ultima si sono conclusi con la redazione di Linee guida per il voto elettronico, adottate con decreto del Ministero dell'interno di concerto con il Ministero dell'innovazione il 9 luglio 2021, che confermano l'impostazione data alla sperimentazione dal MAECI.
  La sperimentazione delineata dal MAECI per le elezioni dei Comites coinvolgerà alcune sedi «pilota», individuate sulla base di criteri che possano garantire una adesione tale da rendere il test significativo. Si tratta in particolare dei Comitati di Berlino, Houston, Johannesburg, Londra, L'Aja, Marsiglia, Monaco di Baviera, San Paolo e Tel Aviv.
  Gli elettori potranno partecipare alla sperimentazione su base volontaria, richiedendo di iscriversi nelle liste elettorali del loro consolato di riferimento tramite il portale dei servizi consolari «Fast It». È inoltre previsto che l'elettore si autentichi tramite SPID di secondo livello su un portale dedicato (disponibile in internet e accessibile da dispositivi elettronici personali) e sia ammesso al voto previa verifica, con modalità automatizzate, del godimento del diritto di elettorato attivo. Oltre che l'espressione del voto, anche la fase di scrutinio intende rispettare tutte le garanzie di segretezza e anonimato. Informazioni sulle modalità di partecipazione sono reperibili sui siti web delle ambasciate e dei consolati coinvolti.
  La sperimentazione del voto elettronico avverrà parallelamente alle tradizionali operazioni elettorali con espressione di voto per corrispondenza e non sarà produttiva di effetti giuridici. Ciò a titolo prudenziale e in un'ottica di «gradualità e progressività» – conformemente alle raccomandazioni del Consiglio d'Europa in argomento – al fine di evitare il rischio di una ripetizione delle elezioni nelle sedi pilota ove si riscontrassero anomalie o si verificassero malfunzionamenti tali da compromettere l'attendibilità dell'esito elettorale, proprio alla luce delle «sfide tecniche e giuridiche» connesse alla modalità di espressione del voto digitale. Non esiste ad oggi infatti una tecnologia in grado di garantire una totale sicurezza del voto elettronico, sia in termini applicativi che infrastrutturali, come emerso ad esito dei lavori della Commissione interministeriale. La sperimentazione consentirà dunque di chiarire alcuni importanti aspetti sulla futura percorribilità del voto elettronico, in particolare a tutela dei principi costituzionali di personalità, eguaglianza, libertà e segretezza del voto.
  Con riguardo al secondo punto sollevato, la recentissima normativa introdotta con il decreto-legge n. 77 del 2021, convertito con legge del 29 luglio 2021 n. 108, dispone misure per la raccolta di firme
digitali tramite strumentazione elettronica solo per i referendum e per le leggi di iniziativa popolare. La raccolta telematica delle firme per la presentazione delle liste elettorali per le elezioni dei Comites, oltre a non avere una base giuridica, non è stata prevista dalla sperimentazione. La complessità dello sviluppo di una piattaforma per il voto elettronico non consente di ipotizzare la sperimentazione anche di tale diverso e separato adempimento connesso alle prossime elezioni dei Comites, stante per di più la ristrettezza dei tempi a disposizione e la limitatezza delle risorse stanziate.
  Ricordo invece che, anche rispondendo a sollecitazioni in tal senso di questa Commissione, il decreto-legge n. 117 del 2021 attualmente in corso di conversione in Parlamento ha previsto, all'articolo 5, specifiche misure per semplificare le operazioni di raccolta delle sottoscrizioni per la presentazione delle liste dei candidati alle prossime elezioni Comites, anche alla luce del perdurante contesto pandemico. In particolare, è stato ridotto del 50 per cento il numero minimo di firme dei sottoscrittori richieste per la presentazione di una lista ed è venuto meno l'obbligo di autenticazione delle stesse da parte dell'ufficio consolare. Tali misure, limitate alle prossime elezioni, riguardano 107 Comites già esistenti e 13 di nuova istituzione, per un totale complessivo di 4.728.620 elettori.

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-06734 Delmastro Delle Vedove: Sulla politica estera dell'Italia nella regione dell'Indo-Pacifico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La conclusione del cosiddetto patto AUKUS va inquadrata in considerazioni strategiche molto ampie, da esaminare con equilibrio e senza semplificazioni drastiche o, ancor peggio, reazioni emotive. Le nostre valutazioni devono essere imperniate intorno a Unione europea e NATO e alla loro condivisione di valori e visioni convergenti circa le sfide globali alle quali siamo chiamati a rispondere, anche nell'Indopacifico.
  La NATO resta una Alleanza difensiva regionale, centrata sull'area euro-atlantica. Essa è tuttavia investita da sfide che presentano sempre di più un carattere globale e l'Indopacifico è certamente tra le aree del mondo maggiormente interessate da una evoluzione strategica da monitorare.
  In modo analogo, anche l'Unione europea dedica crescente attenzione alle evoluzioni nel quadrante dell'Asia-Pacifico. Poche settimane fa, il 16 settembre, è stata presentata la nuova Strategia UE per la cooperazione nell'Indopacifico. Una serie di direttrici politiche riguardanti i filoni principali dell'azione europea che comprendono iniziative in ambito di sicurezza e difesa. L'obiettivo è quello di favorire lo sviluppo delle capacità dei partner nella regione, incrementando la presenza dell'Unione a sostegno della sicurezza marittima e promuovendo il rispetto della libertà di navigazione e sorvolo, anche nel Mar Cinese Meridionale, in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare.
  L'annuncio del patto AUKUS deve portarci a guardare al rafforzamento delle capacità militari europee in modo non alternativo bensì complementare rispetto all'appartenenza atlantica. La Dichiarazione congiunta Biden-Macron del 22 settembre e la prevista visita a Parigi del Presidente americano rappresentano un segnale incoraggiante circa il riconoscimento statunitense dell'importanza di una Difesa europea più forte e più capace, che contribuisca alla sicurezza transatlantica e globale in complementarità con la NATO. Come dichiarato dal Ministro Di Maio proprio a riguardo dei segnali distensivi giunti dopo la telefonata tra i due Presidenti di Stati Uniti e Francia, le tensioni non fanno bene alla nostra Alleanza e bisogna fare attenzione a non trasformare noi stessi nei principali nemici.
  Le relazioni transatlantiche restano imprescindibili e proprio per questo è importante evitare passi indietro. Non si tratta di un gioco a somma zero. Al contrario, un maggiore impegno nella difesa europea è essenziale per il salto di qualità che la NATO è chiamata a compiere a seguito delle recenti decisioni del Vertice di Bruxelles. Come il Segretario Generale Stoltenberg ricorda sempre, dopo la Brexit l'80 per cento delle spese di difesa della NATO proviene da alleati che non sono Paesi membri UE. Non possiamo inoltre dimenticare che la protezione del vantaggio tecnologico e il rafforzamento della collaborazione scientifica e tecnologica tra Alleati, in modo coordinato e sinergico con l'Unione europea, sono specifiche aree di interesse per l'Alleanza atlantica.
  In linea con il nostro interesse nazionale, il Governo sosterrà quindi gli sforzi volti a dotare l'Unione di un'autonoma capacità di agire e di gestire crisi a livello globale. Il potenziamento della Politica di Sicurezza e Difesa Comune dovrà consentire all'Unione di essere riconosciuta quale partner affidabile in ambito di sicurezza e difesa.
  Nuovo Concetto Strategico della NATO e Strategic Compass europeo, entrambi in corso di elaborazione, devono essere sfruttati
al meglio anche alla luce delle valutazioni sul patto AUKUS. Lavorare in sinergia e trasparenza con i principali alleati transatlantici e i partner europei ci permetterà di costruire una architettura di difesa più efficace, sinergica e adatta a raccogliere le crescenti sfide di un ambiente di sicurezza sempre più complesso.
  Sotto il profilo della tutela dell'industria nazionale, a livello europeo ricordo che l'azione di sostegno della Farnesina e della nostra Rappresentanza a Bruxelles ha consentito finora l'aggiudicazione da parte dell'Italia del 20 per cento dei fondi messi a disposizione dai programmi europei di difesa, tra i quali si è recentemente inserito il Fondo Europeo per la Difesa, finanziato con 7,9 miliardi fino al 2027. Un risultato che ci rende il secondo Paese nell'Unione europea per numero e valore di progetti.
  La nostra attenzione all'Indopacifico non può limitarsi agli aspetti securitari. Abbiamo per questo accentuato la nostra azione nei confronti degli organismi regionali maggiormente rappresentativi. È nato così il rapporto di partenariato strategico con l'ASEAN e con la Indian Ocean Rim Association, senza dimenticare il ruolo di partner detenuto dall'Italia nei confronti del Pacific Islands Forum. Nell'ambito del medesimo sforzo, alla luce della recrudescenza della pandemia nel Sud Est Asiatico, ricadono le recenti donazioni nel quadro della COVAX Facility a Vietnam e Indonesia di oltre 3 milioni di dosi, così come il contributo di 2 milioni e mezzo di euro all'ASEAN Covid Response Fund.
  Anche a seguito del patto AUKUS, l'impegno nell'Indopacifico si fonda dunque sulla convinzione circa la necessità di essere presenti in quell'area, come anche riconosciuto dalla Strategia, europea varata a settembre. Per scongiurare un disimpegno europeo, ritenuto lesivo dei nostri interessi anche nella riunione informale dei Ministri degli Affari esteri UE tenutasi a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 settembre, intendiamo contribuire alla Strategia europea sul piano bilaterale e insieme all'Unione lungo le linee sopra tratteggiate.

ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-06247 Quartapelle Procopio: Sulle circostanze della morte del connazionale Luca Ventre in Uruguay.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Intorno alle ore 7 del mattino del primo gennaio 2021 Luca Ventre, residente in Uruguay, si è introdotto nel complesso dell'Ambasciata d'Italia a Montevideo.
  Il connazionale è stato fermato dalla guardia privata in servizio presso la Sede, che ha chiesto a voce l'intervento dell'agente della Polizia uruguaiana, incaricato di vigilare sulla sicurezza dell'Ambasciata. Il diritto internazionale prevede infatti l'obbligo, a carico del Paese ospitante, di proteggere i locali della Sede da ogni intrusione.
  L'agente sopraggiunto sul posto ha bloccato il Signor Ventre immobilizzandolo in attesa dell'arrivo di una pattuglia della Polizia, che nel frattempo era stata chiamata. La stessa Polizia uruguaiana ha portato il Signor Ventre in ospedale.
  Secondo quanto riferito dagli agenti di Polizia e confermato dalla guardia privata, al momento di essere portato fuori dal perimetro dell'Ambasciata il connazionale era ancora vivo.
  Le indagini della Polizia uruguaiana sono tuttora in corso. Un fascicolo è stato aperto anche dalla Procura della Repubblica di Roma. Dopo un'iniziale disponibilità da parte dell'Autorità giudiziaria nei confronti dei colleghi italiani, la collaborazione da parte degli inquirenti locali ha subito una battuta d'arresto.
  Proprio per questo il 25 maggio il Ministro Di Maio ha indirizzato una lettera al Ministro degli Esteri di Montevideo, chiedendo una maggiore collaborazione tra inquirenti uruguaiani e italiani e indagini più approfondite. Nella sua risposta del 2 giugno, il Ministro degli Esteri uruguaiano ha assicurato piena cooperazione in ambito giudiziario, nel rispetto dell'indipendenza della magistratura.
  Una richiesta di massima collaborazione da parte dell'Autorità giudiziaria è stata reiterata dal Ministro Di Maio all'omologo uruguaiano il 10 giugno, in risposta a una lettera di felicitazioni in occasione della Festa della Repubblica.
  Una perizia disposta dalla Procura di Roma ha individuato quale causa principale del decesso il soffocamento, causato dalla stretta del poliziotto uruguaiano sul Signor Ventre all'interno del compound e ha allo stesso tempo confermato che la morte di Luca Ventre è avvenuta in ospedale. La Procura di Roma ha quindi iscritto l'agente di polizia nel registro degli indagati per il reato di omicidio preterintenzionale.
  Il 14 giugno, inoltre, la Ministra della giustizia Cartabia ha firmato una richiesta di procedimento penale, rimuovendo così l'ostacolo all'esercizio della giurisdizione italiana.
  Mentre le indagini proseguono, la Farnesina e l'Ambasciata d'Italia a Montevideo continuano a seguire la vicenda con la massima attenzione, mantenendo costanti contatti con le Autorità uruguaiane.

ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-06679 Quartapelle Procopio: Sull'uso di bambini soldato da parte del Fronte di Liberazione del popolo del Tigray (TPLF).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel solco del tradizionale impegno italiano in Etiopia e nell'intera regione del Corno d'Africa, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale continua a seguire la crisi in Tigray con estrema preoccupazione, specialmente con riferimento alla drammatica situazione umanitaria e alle gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. L'estensione degli scontri alle regioni etiopi di Amhara e Afar, che ha comportato il progressivo deterioramento dello scenario securitario e umanitario nelle ultime settimane, desta nuova apprensione.
  In linea con i partner internazionali, primi fra tutti l'Unione Europea e gli Stati Uniti, le nostre priorità nella regione restano: la completa cessazione delle ostilità; il ritiro delle truppe eritree dal Tigray; il pieno, sicuro e incondizionato accesso umanitario nella regione; indagini imparziali e indipendenti sugli abusi e sulle violazioni dei diritti umani; il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario; l'avvio di un dialogo politico rappresentativo e inclusivo in Etiopia.
  Abbiamo espresso queste aspettative alle autorità etiopi in più occasioni. Ricordo, ad esempio, l'incontro del 14 giugno scorso tra il Ministro Di Maio e il Ministro della Giustizia etiope Gedion, in missione in Italia su specifico incarico del Primo Ministro Abiy.
  Abbiamo inoltre intensificato il coordinamento con i nostri partner internazionali in ambito Unione Europea e Nazioni Unite e in seno al Gruppo di Contatto sull'Etiopia a guida statunitense, volto ad incrementare le pressioni diplomatiche sulle autorità etiopi e sulle altre parti in causa, al fine di porre fine alla spirale di violenza nel Paese e, più in generale, di favorire la stabilizzazione della regione del Corno d'Africa.
  Ci preoccupano le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario commesse in Tigray e diffusamente segnalate dalle Agenzie ONU, ivi incluse le notizie riportate da alcuni media internazionali circa il presunto reclutamento di bambini soldato da parte del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (TPLF). Quest'ultimo ha respinto le accuse formulate in tal senso anche dal Governo di Addis Abeba.
  I crescenti ostacoli all'accesso alla regione del Tigray rendono difficile appurare ufficialmente lo stato effettivo di tale pratica. Guardiamo con favore all'indagine congiunta della Commissione Etiope per i Diritti Umani e dell'Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, avviata nel mese di maggio e i cui risultati saranno resi noti il prossimo primo novembre, così come alla recente missione di inchiesta sul Tigray della Commissione Africana sui Diritti dell'Uomo e dei Popoli, che opera nel contesto dell'Unione Africana.
  Abbiamo ribadito il nostro fermo appello al rispetto dei diritti umani anche nel quadro del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite. Nel corso della 46a sessione svoltasi dal 22 febbraio al 24 marzo 2021 abbiamo focalizzato l'attenzione sul Tigray, mediante un intervento pronunciato dalla Slovenia a nome di 26 Paesi dell'Unione europea (tutti eccetto l'Ungheria) sulle situazioni più gravi dei diritti umani e l'adesione alla dichiarazione congiunta sul Tigray promossa dalla Germania. Durante la 47a sessione dello stesso Consiglio Diritti Umani, dal 21 giugno al 13 luglio, l'Italia ha promosso, insieme agli altri Paesi dell'Unione europea, una risoluzione di condanna
delle gravi violazioni e abusi dei diritti umani e delle violazioni del diritto internazionale umanitario in Tigray.
  In essa si dà mandato all'Alta Commissaria ONU per i diritti umani Bachelet di fornire consulenza e assistenza tecnica per rafforzare le capacità della Commissione Etiope per i Diritti Umani e il sistema di giustizia penale, chiedendole di tenere aggiornato il Consiglio sugli sviluppi nella regione e sui progressi delle indagini congiunte. Da ultimo, nel quadro della 48a sessione sempre del Consiglio Diritti Umani, svoltasi tra il 13 settembre e l'8 ottobre, l'Italia è intervenuta a titolo nazionale – oltre che mediante l'intervento pronunciato dall'Unione europea a nome dei 27 Stati Membri – al Dialogo Interattivo con l'Alta Commissaria Bachelet sulla situazione dei diritti umani in Tigray, per ribadire l'appello a un cessate il fuoco immediato, al ritiro delle forze straniere dall'Etiopia e al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Abbiamo, inoltre, aderito alla dichiarazione congiunta sul Tigray promossa dagli Stati Uniti.

ALLEGATO 6

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII, n. 4-bis e Allegati).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,

   esaminata per le parti di competenza la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII, n. 4-bis e Allegati);

   richiamato che:

    lo scenario macroeconomico internazionale evidenzia un rafforzamento della ripresa economica mondiale a partire dalla primavera del 2021 grazie alla crescita della domanda globale favorita dal progredire delle campagne vaccinali contro il COVID-19 e dalla rimozione delle restrizioni sociali, soprattutto nei Paesi avanzati;

    tuttavia, nel perdurare delle limitazioni sanitarie dal lato dell'offerta, la crescita del commercio mondiale ha comportato un innalzamento del tasso di inflazione dei Paesi dell'area dell'OCSE al 4,2 per cento su base annua, indotto dal forte rialzo sui prezzi delle materie prime – in primis petrolio e metalli – e dell'energia, con conseguenti immediate tensioni sulle catene internazionali di approvvigionamento;

    ciò nonostante, le proiezioni sull'andamento del commercio internazionale si presentano molto più favorevoli di quanto prefigurato nel DEF, soprattutto per l'anno in corso e per il 2022 (+1,9 punti percentuali in ciascun anno);

    nel contesto dell'area Euro, contrassegnato da forte ripresa – oltre che agli effetti della campagna vaccinale, grazie a favorevoli condizioni monetarie e finanziarie, al ritrovato ottimismo delle imprese e dei consumatori e in particolare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che rappresenta un'occasione inedita per rilanciare il nostro Paese all'insegna della sostenibilità ambientale e sociale – nel primo semestre del 2021 l'economia italiana è stata interessata da una ripresa economica superiore a quanto prospettato nel DEF (+2,7 per cento del Pil), cui ha contributo una domanda estera netta: l'avanzo commerciale dell'Italia è stato pari a circa 37,5 miliardi (in aumento di quasi 14 miliardi registrati nello stesso periodo del 2019), rimanendo tra i più alti in Europa dopo Germania e Paesi Bassi;

    il commercio verso i Paesi partner ha recuperato la contrazione del 2020 portandosi ai livelli pre-pandemia;

    certamente permangono differenze tra i vari settori in ragione delle misure di distanziamento sociale: in espansione il settore manifatturiero, meno dinamico quello dei servizi. In Europa i Paesi a più alta vocazione turistica, come l'Italia, hanno in ogni caso beneficiato in misura maggiore della rinnovata domanda estera di servizi;

    la Nota delinea uno scenario positivo anche per quanto concerne la riduzione del deficit e del debito pubblico italiani: il livello di PIL più elevato (atteso a un +6 per cento per l'anno in corso) e il minor indebitamento netto (previsto al 9,4 per cento del PIL) consentono una flessione del rapporto tra debito pubblico e prodotto (dal 155,6 per cento nel 2020 al 153,5 per cento nel 2021), che invece era stimato in aumento nel DEF di aprile. La previsione di discesa del rapporto debito/PIL si estende al 2024 (146,1 per cento);

    nel 2020 il rapporto debito pubblico/PIL è aumentato in tutti i Paesi dell'area euro: ben 14 Paesi hanno oltrepassato la soglia del 60 per cento stabilito dal Trattato di Maastricht: oltre all'Italia il paramento di riferimento per la riduzione del debito non è stato rispettato da Belgio, Grecia, Croazia, Cipro, Ungheria, Austria, Portogallo e Slovenia;

    in questo contesto, il Governo preannuncia che la politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il PIL e l'occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019, prevedibilmente fino al 2024, scadenza a partire dalla quale la politica di bilancio dovrà essere maggiormente orientata a ridurre il disavanzo strutturale e a ricondurre il rapporto debito/PIL al livello pre-crisi (134,3 per cento) entro il 2030;

    in tale prospettiva è da sostenere, altresì, il percorso di inversione dei processi di delocalizzazione del sistema produttivo e attrarre investimenti diretti esteri rafforzando gli strumenti di promozione integrata del Made in Italy e dell'internazionalizzazione delle imprese, a partire dal potenziamento del c.d. Patto per l'export, sottoscritto nel giugno del 2020, anche attraverso la previsione di incentivi a sostegno della transizione verde,

   tutto ciò premesso,

    la scarsità di materie prime, le carenze di manodopera globale dovute ai contagi, le strozzature nelle catene globali del valore, l'andamento differenziato delle campagne vaccinali nelle diverse aree del mondo comportano rischi per lo scenario globale. Particolarmente critica è la situazione dei Paesi emergenti e in via di sviluppo più esposti, a causa di campagne vaccinali insufficienti, a una lunga durata della pandemia e allo sviluppo di varianti più aggressive. Per questo appare particolarmente necessario l'appoggio italiano alla sospensione dei brevetti e per un maggior finanziamento dello strumento COVAX;

    in questo contesto la cooperazione multilaterale assume un ruolo fondamentale per ridurre le differenze tra i Paesi e rafforzare la prospettiva economica globale;

    appare, quindi, da sostenere l'azione del Fondo Monetario Internazionale, dell'Organizzazione mondiale del commercio, della Banca Mondiale e dell'Organizzazione mondiale della sanità, che hanno previsto 50 miliardi di dollari di impegno in termini di vaccinazioni e rimozione di ostacoli alla loro diffusione;

    in generale, è essenziale che l'Italia prosegua con crescente determinazione nel mantenimento del contributo all'aiuto pubblico allo sviluppo, nell'impegno a conseguire gli obiettivi assunti in sede internazionale con la sottoscrizione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo Sviluppo sostenibile,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.