II Commissione
Giustizia
Giustizia (II)
Commissione II (Giustizia)
Comm. II
Audizione informale, in videoconferenza, di: Sebastiano Ardita, componente del Consiglio Superiore della Magistratura; Alfonso Sabella, magistrato ordinario; Gian Carlo Caselli, già Procuratore di Palermo e di Torino; Roberto Scarpinato, sostituto Procuratore generale di Palermo; Luca Tescaroli, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 1951 Bruno Bossio, C. 3106 Ferraresi e C. 3184 Delmastro Delle Vedove, recanti accesso ai benefici penitenziari per i condannati per reati c.d. ostativi, di cui all'articolo 4-bis della legge sull'ordinamento penitenziario ... 3
Variazione nella composizione della Commissione ... 4
Sui lavori della Commissione ... 4
5-05471 Giachetti: Sulla vicenda di un detenuto nel carcere di Voghera morto per Covid-19 ... 4
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 6
5-06653 Varchi: Su iniziative per interventi efficaci nel sistema carcerario italiano ... 4
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 7
5-06709 Zanettin: Su iniziative per un aumento di personale presso il carcere di Vicenza ... 5
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 10
AUDIZIONI INFORMALI
Giovedì 30 settembre 2021.
Audizione informale, in videoconferenza, di: Sebastiano Ardita, componente del Consiglio Superiore della Magistratura; Alfonso Sabella, magistrato ordinario; Gian Carlo Caselli, già Procuratore di Palermo e di Torino; Roberto Scarpinato, sostituto Procuratore generale di Palermo; Luca Tescaroli, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 1951 Bruno Bossio, C. 3106 Ferraresi e C. 3184 Delmastro Delle Vedove, recanti accesso ai benefici penitenziari per i condannati per reati c.d. ostativi, di cui all'articolo 4-bis della legge sull'ordinamento penitenziario.
L'audizione informale è stata svolta dalle 10 alle 12.05.
INTERROGAZIONI
Giovedì 30 settembre 2021. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene, in videoconferenza, il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto.
La seduta comincia alle 16.15.
Variazione nella composizione della Commissione.
Mario PERANTONI, presidente, comunica che, per il Gruppo Misto, il deputato Giorgio Trizzino cessa di far parte della Commissione ed entra a farne parte la deputata Giusi Bartolozzi.
Sui lavori della Commissione.
Mario PERANTONI, presidente, avverte che, poiché nella seduta odierna in sede di interrogazioni, non sono previste votazioni, ai deputati è consentita la partecipazione da remoto, in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso.
Ricorda che, secondo l'articolo 132 del Regolamento, il presentatore di ciascuna interrogazione ha facoltà di replicare alla risposta fornita dal rappresentante del Governo per non più di cinque minuti.
5-05471 Giachetti: Sulla vicenda di un detenuto nel carcere di Voghera morto per Covid-19.
Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Roberto GIACHETTI (IV), replicando da remoto, dichiara di essere colpito dalle parole del sottosegretario, considerato che nella vicenda della morte di un detenuto del carcere di Voghera si sono manifestati tutti gli elementi tipici della scarsa efficienza dell'amministrazione penitenziaria, a partire dall'abuso della custodia cautelare nei confronti di un soggetto incensurato. Aggiunge inoltre che al soggetto in questione non sono stati garantiti né la prevista vicinanza ai suoi familiari, volta a favorire i contatti parentali, né la cura della salute e la tutela dell'incolumità fisica. Nel rilevare inoltre che l'evidente sfascio della sanità penitenziaria richiederebbe un intervento urgentissimo da parte dell'amministrazione competente, ritiene che meriti una riflessione anche il fatto che, ad oltre un anno dall'accaduto, le indagini della magistratura siano ancora in corso. Evidenziando che un detenuto merita il medesimo rispetto che viene riservato agli altri cittadini, ricorda che in una email inviata all'ex deputata Rita Bernardini il figlio del soggetto in questione ha lamentato l'assoluta impossibilità di comunicare con il padre e di ottenere informazioni circa il suo stato di salute, sottolineando inoltre la preoccupazione della sua famiglia in ragione della notizia di focolai di Covid-19 nel carcere di Voghera. Precisa inoltre che, come fatto sapere alla famiglia dal soggetto interessato, il medico del carcere si sarebbe rifiutato di visitarlo, il che avrebbe indotto l'agente penitenziario di turno a scrivere una lettera di richiamo. Nel dichiarare di attendere gli esiti dell'indagine della magistratura, manifesta il proprio sconcerto per il fatto che il Ministero della giustizia non abbia ritenuto, neanche di fronte ad una vicenda così grave, di avviare un'ispezione al fine di verificare direttamente i fatti e di accertare le eventuali responsabilità interne. Nel sollecitare una riflessione da parte del sottosegretario, richiamando la sensibilità manifestata dalla Ministra Cartabia sul tema delle carceri, ribadisce da ultimo che anche ai detenuti va garantito il rispetto della dignità e della vita.
5-06653 Varchi: Su iniziative per interventi efficaci nel sistema carcerario italiano.
Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Maria Carolina VARCHI (FDI), replicando da remoto, precisa di aver ascoltato con molta attenzione la risposta fornita dal rappresentante del Governo. Evidenzia di aver visitato personalmente il carcere di Palermo successivamente ai fatti di cui si parla nell'interrogazione a sua firma e che pertanto ha potuto constatare personalmente tutto ciò che ha riferito in tale atto di sindacato ispettivo. Rileva come la rivolta si sia sviluppata in più momenti ed abbia avuto come epilogo la devastazione di diverse celle. Evidenzia quindi come in occasione di tali rivolte, che sono una costante nella vita penitenziaria, manchino dei protocolli operativi cui fare riferimento per sedarle. Ciò comporta che in questi frangenti, anche in considerazione della carenza di organico, la decisione da adottare tempestivamente per ripristinare la normalità ricadano direttamente sui comandanti di reparto. Nel rilevare come in tali situazioni una decisione errata possa portare a situazioni nefaste, evidenzia come l'Esecutivo e le istituzioni, in assenza di protocolli operativi, dovrebbero interessarsi maggiormente a ciò che accade all'interno delle carceri e a quale sia la reale attività degli agenti carcerari. Sottolinea, inoltre, che per quanto riguarda il trattamento dei detenuti, la detenzione di minori è meritevole di una maggiore attenzione in quanto, proprio per motivi anagrafici, tale popolazione carceraria è quella che maggiormente può beneficiare del fine rieducativo della pena. Rammenta inoltre che nel periodo pandemico si è verificata l'interruzione di molte misure di trattamento dei detenuti e contemporaneamente alcune zone carcerarie necessitano di interventi strutturali. Sottolinea pertanto che la realtà non è rosea come sembra apparire dal dato cartolare ed invita il Governo a visitare le strutture carcerarie della sua città per valutare effettivamente lo stato delle stesse. Ribadisce quindi che le priorità del Governo, a suo avviso, dovrebbero essere l'individuazione di protocolli non più procrastinabili, da adottare in caso di rivolta e l'investimento di risorse per il trattamento dei detenuti che deve essere veramente efficace. Sottolinea infine che i detenuti devono avere la percezione che lo Stato esiste, con regole severe da rispettare ma tenendo sempre a mente il fine rieducativo della pena.
5-06709 Zanettin: Su iniziative per un aumento di personale presso il carcere di Vicenza.
Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Pierantonio ZANETTIN (FI), replicando da remoto, evidenzia come l'atto di sindacato ispettivo a sua firma sia stato formulato alla luce di un episodio molto grave relativo al suicidio di un detenuto, omicida reo confesso, che era entrato da poche ore in carcere in uno stato psicologico di prostrazione elevato. Evidenzia come il detenuto in questione non sia stato sottoposto – come avrebbe dovuto – ad una sorveglianza attiva e continua. Nel dichiarare di comprendere pienamente la risposta, molto burocratica, fornita dal rappresentante del Governo, che fa riferimento ai concorsi in essere, alle scoperture di organico del personale carcerario, rileva che tuttavia non ci si debba rassegnare a tale situazione e si dichiara, pertanto, non del tutto soddisfatto della risposta. A suo avviso sarebbe necessario effettuare degli interventi più sostanziosi, fornendo risposte immediate al problema delle scoperture del personale carcerario e a quello del sovraffollamento nelle carceri. Prende dunque atto che non è possibile al momento intervenire maggiormente ma sottolinea come ciò non possa non determinare uno stato di criticità particolare. Nel rilevare infine che tutte le interrogazioni svoltesi nella giornata odierna sono relative alle carceri, sottolinea come ciò dimostri che il sistema carcerario, che è uno dei temi più critici nell'universo giudiziario, meriti una maggiore attenzione.
Mario PERANTONI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 16.55.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Giovedì 30 settembre 2021.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 17.05 alle 17.15.
ALLEGATO 1
5-05471 Giachetti: Sulla vicenda di un detenuto nel carcere di Voghera morto per Covid-19.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'interrogante, riferito del decesso del signor Ribecco Antonio, occorso il 9 aprile 2020 presso il carcere di Voghera, solleva quesiti circa l'eventuale apertura di un'inchiesta amministrativa, in ragione di ritenute criticità legate alla gestione della detenzione e delle cure prestate in carcere.
Orbene, attualmente, i fatti rappresentati nell'interrogazione formano oggetto di inchiesta giudiziaria, aperta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia a seguito di querele presentate dalla moglie e dai figli del signor Ribecco Antonio.
Il procedimento risulta iscritto contro ignoti in relazione al reato di cui all'articolo 589 c.p., ovvero omicidio colposo.
I querelanti infatti riferivano che il loro congiunto, detenuto nel carcere di Voghera – era deceduto il 9 aprile 2020 presso l'ospedale San Carlo di Milano «per infezione da Coronavirus, contratta durante l'esecuzione di una misura cautelare inframuraria nel carcere di Voghera».
L'Autorità Giudiziaria procedente ha comunicato di avere acquisito, presso la Casa circondariale di Voghera, la copia del fascicolo personale e della cartella clinica relativa al detenuto, nonché copia degli esiti dei tamponi e/o dei diversi accertamenti relativi al COVID-19 eseguiti sullo stesso durante la detenzione; inoltre, venivano acquisiti i provvedimenti assunti in merito al trasferimento del detenuto in isolamento e alle sue motivazioni, nonché tutte le annotazioni/relazioni di servizio relative alle condizioni e alla condotta di Ribecco, anche con riferimento ad eventuali esposti formali/lettere di richiamo relativi alla situazione sanitaria del detenuto.
Oltre alle acquisizioni documentali, risultano escussi a sommarie informazioni i compagni di cella del detenuto, il cappellano del carcere e gli appartenenti alla Polizia penitenziaria che avevano avuto contatti con il detenuto, prima e durante l'isolamento.
Risulta acquisita altresì tutta la documentazione sanitaria relativa al ricovero presso l'Ospedale San Carlo e presso l'Ospedale San Paolo di Milano e venivano escussi a sommarie informazioni alcuni dei sanitari che, in quelle strutture, lo avevano avuto in cura.
Ancora, in data 18 dicembre 2020 è stato nominato ex articolo 59 c.p.p. un consulente tecnico con l'incarico di accertare se fossero individuabili comportamenti colposi in capo al personale (sanitario e non) della Casa circondariale di Voghera, con particolare riferimento ad eventuali ritardi, omissioni o inadeguatezze nei trattamenti sanitari praticati o da praticare al detenuto in relazione alle sue condizioni di salute e se sussistesse nesso di causalità tra i comportamenti colposi eventualmente individuati e il decesso di Ribecco.
L'Autorità Giudiziaria procedente, nel settembre 2021, nel precisare che «Attualmente, il procedimento è pendente in fase di indagini», ha comunicato dell'avvenuto deposito della citata relazione del consulente, riferendo altresì che «Nell'aprile 2021, nell'ambito delle indagini difensive, i difensori di Marianna Ribecco, Pasqualina Ribecco e Domenico Ribecco, rispettivamente moglie, figlia e figlio del detenuto Antonio Ribecco hanno presentato istanza di audizione ex articolo 391-bis comma 10 c.p.p. della direttrice del carcere di Voghera dottoressa Stefania Mussio, in qualità di persona informata sui fatti. A seguito di alcune integrazioni documentali richieste, la dott.ssa Stefania Mussio veniva citata davanti a questo P.M., alla presenza dei difensori richiedenti, e veniva escussa a sommarie informazioni in merito ai fatti».
Pertanto, premessa la competenza della preposta Autorità Giudiziaria all'esatto accertamento di quanto effettivamente occorso, ben posso riferire di ciò che, allo stato, oggettivamente mi risulta.
Il detenuto Ribecco Antonio faceva ingresso presso la casa circondariale di Voghera in data 20 dicembre 2019, proveniente dalla casa circondariale di Perugia, a seguito di trasferimento disposto per assegnazione al circuito di appartenenza (alta sicurezza).
All'atto dell'ingresso in istituto, le sue condizioni di salute risultavano ordinarie, senza particolari segnalazioni.
In data 14 marzo 2020, a seguito di episodio febbrile, il sig. Ribecco veniva ubicato in isolamento sanitario presso la quinta sezione, in camera singola con bagno annesso, e sottoposto a tampone per sospetto Covid-19, con esito positivo.
In data 17 marzo 2020, a seguito di un peggioramento delle condizioni di salute, il signor Ribecco veniva tradotto, con estrema urgenza, presso il Pronto Soccorso del nosocomio cittadino, cui è seguito, in pari data, il trasferimento al San Paolo di Milano, presso il reparto di Medicina V e, successivamente, in data 22 marzo 2020, presso l'ospedale San Carlo.
Il ricovero risulta autorizzato dall'Autorità giudiziaria competente, senza piantonamento della Polizia penitenziaria.
In data 9 aprile 2020, alle ore 18.00 circa, ne veniva dichiarato il decesso per cause naturali connesse a polmonite da Covid-19.
La Direzione dell'istituto provvedeva a dare tempestiva comunicazione dell'avvenuto decesso al pubblico ministero di turno presso il Tribunale di Milano, il quale disponeva che la salma potesse essere consegnata alla famiglia, salve eventuali disposizioni impartite dall'Autorità sanitaria a causa dello stato epidemico in corso; venivano informato, altresì, il DAP ed il Provveditorato regionale.
Il Comandante di Reparto dell'istituto provvedeva a comunicare personalmente l'avvenuto decesso ai familiari.
La direzione della casa circondariale di Voghera, interpellata sulla vicenda, ha assicurato che non c'è stato alcun rifiuto da parte del personale sanitario dell'istituto di visitare il ristretto, né agli atti risultano annotazioni di richiamo da parte del personale del Corpo di polizia penitenziaria ivi in servizio.
Il detenuto effettuava regolari colloqui con la moglie e i figli, intrattenendo con gli stessi anche regolare corrispondenza telefonica.
Fin quando il Ribecco è rimasto in istituto, egli avrebbe potuto comunicare personalmente con la famiglia, avendo facoltà di richiedere una telefonata e/o inviare un telegramma.
I familiari del ristretto sono stati sempre messi al corrente dei trasferimenti esterni per ragioni di salute: in data 17 marzo 2020, quando il detenuto giunge al San Paolo di Milano, i familiari vengono avvisati da un operatore, il quale riferisce loro, peraltro, di contattare direttamente l'ospedale per ogni notizia e informazione sullo stato di salute del proprio congiunto; in data 22 marzo 2020, la famiglia viene nuovamente avvisata, dall'educatore e dall'addetto ai colloqui dell'istituto, del trasferimento del Ribecco al San Carlo.
Infine, le plurime richieste presentate dagli avvocati della famiglia del sig. Ribecco ai sensi dell'articolo 391-bis e 39-quater del c.p.p., risultano tutte regolarmente esitate.
In conclusione, allo stato, non paiono ravvisarsi anomalie nelle procedure seguite ed adottate nella gestione della detenzione del signor Ribecco.
ALLEGATO 2
5-06653 Varchi: Su iniziative per interventi efficaci nel sistema carcerario italiano.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'interrogante, riferito della recente rivolta dei giovani detenuti presso il carcere minorile Malaspina di Palermo e dei conseguenti seri danni materiali verificatesi all'interno della vetusta struttura penitenziaria, quindi dell'assenza di protocolli operativi nazionali volti a regolamentare il da farsi a fronte di situazioni come quella verificatasi, avanza quesiti circa gli intendimenti volti al superamento delle citate criticità.
Orbene, in via preliminare va subito evidenziato che l'I.P.M. di Palermo ha attualmente una capienza ottimale stabilita in 30 posti disponibili.
Durante l'anno 2020, nella struttura si è registrata una presenza media giornaliera pari a 17,6 ragazzi detenuti; nel primo semestre del 2021 lo stesso valore è stato pari a 12,5, di guisa che quanto al rapporto tra posti disponibili/utenti ristretti, la percentuale dei presenti è stata pari al 59 per cento l'anno 2020, e al 42 per cento per il primo semestre 2021.
Non sussistono, pertanto, problematiche di sovraffollamento.
Ciò precisato, quanto agli eventi critici verificatisi il 28 agosto 2021, si riferisce che in tale data, erano presenti 15 detenuti, di cui 11 giovani adulti e 4 minorenni.
All'ora della consumazione del pasto serale è iniziata un'azione di protesta da parte di cinque detenuti che, dapprima, hanno ritardato la discesa in refettorio e, successivamente, una volta discesi, hanno continuato a tenere un comportamento provocatorio nei confronti del personale di polizia penitenziaria presente durante la cena; terminato il pasto, durante la risalita nel gruppo di appartenenza, si sono rifiutati di entrare nelle rispettive camere di pernottamento, tentando di accedere agli altri gruppi.
Grazie all'intervento di mediazione da parte del Direttore e del Comandante di Reparto, i cinque hanno fatto rientro nelle loro camere, con apparente ritorno alla normalità.
Tuttavia, poche ore dopo, gli stessi cinque detenuti, dapprima uno e a seguire gli altri, hanno dato fuoco agli arredi e alle suppellettili dei bagni, rendendo le camere inagibili.
Il personale si è adoperato per spegnere gli incendi con l'uso degli estintori, provvedendo poi a spostare i detenuti in altre camere, separati, incontrando la loro resistenza circa la nuova collocazione.
A seguito dei fatti accaduti, è stato poi disposto l'allontanamento di quattro dei cinque detenuti protagonisti (tre minorenni ed un maggiorenne).
Ciò riferito, per ciò che attiene, più in generale, alla materia dei protocolli operativi da adottare per fronteggiare i casi di rivolta, si rappresenta che presso la DGMC è stato istituito un apposito gruppo di lavoro dipartimentale per la definizione di procedure standardizzate e linee di indirizzo volte all'emanazione dei piani di difesa di Istituti, Uffici e Servizi della Giustizia minorile e di comunità.
Nel caso specifico, in ogni caso, il dirigente di Polizia Penitenziaria preposto ha comunicato che gli eventi critici, ivi compresi i casi di rivolta, sono fronteggiati, di volta in volta, con disposizioni operative impartite direttamente dal Comandante, d'intesa con il Direttore dell'istituto.
Inoltre, come da intese con la competente Prefettura, il coinvolgimento dell'Autorità provinciale di P.S. è previsto solo nei casi di criticità rilevanti per l'ordine e la sicurezza pubblica, in attuazione della nota circolare del Capo della Polizia – Direttore Generale della P.S. del 29 gennaio 2021 (Linee guida per la Pianificazione provinciale degli interventi a seguito di manifestazioni di protesta e disordini negli Istituti penitenziari), per il necessario ausilio da parte delle altre Forze di Polizia.
Passando alla caratteristiche edilizie dell'IPM palermitano, sotto il profilo degli interventi da porre in essere per il mantenimento e l'ammodernamento edilizio del complesso Malaspina, all'interno del quale è collocato l'IPM di Palermo, si è in attesa delle risultanze delle attività in carico al competente Organo tecnico territoriale del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
A tal proposito si rappresenta che il preposto Dipartimento, già dal 24 ottobre 2017, ha assicurato al Provveditorato interregionale per le opere pubbliche di Sicilia e Calabria la copertura finanziaria dell'importo complessivo di euro 1.800.000,00 per i lavori di manutenzione straordinaria e ristrutturazione dell'area detentiva dell'I.P.M. di Palermo, su atti progettuali eseguiti dallo stesso Organo tecnico.
Il Provveditorato ha ritenuto di dover acquisire propedeuticamente, prima di eseguire la gara di appalto per la ricerca dell'operatore economico per l'esecuzione degli interventi, l'analisi di vulnerabilità sismica del complesso demaniale Malaspina, attività in corso di esecuzione a cura dell'Agenzia del Demanio regionale della Sicilia.
Inoltre, per tutto il complesso demaniale Malaspina (che comprende, oltre all'Istituto Penale per i Minorenni e agli altri servizi della Giustizia Minorile, anche gli Uffici giudiziari minorili), è in corso una attività di riqualificazione energetica, con l'impiego dei fondi PREPAC, che consente un risparmio di spesa stimato oltre il 50 per cento, da realizzarsi entro il 2023. Questa attività si svolge in collaborazione con il MiSE e MIMS, quest'ultimo come soggetto attuatore.
Sempre nel medesimo complesso demaniale è in fase di completamento, entro l'anno in corso, la progettazione esecutiva per l'adeguamento di spazi ad uso caserma per il personale di Polizia Penitenziaria Femminile e Maschile, e un settore ad uso foresteria.
Si rappresenta, infine, che il DGMC sta da sempre procedendo, con l'imprescindibile ausilio delle articolazioni territoriali del MIMS, all'esecuzione di interventi volti all'ammodernamento delle strutture detentive, nell'ottica di migliorare la fruibilità degli ambienti per una più efficace attuazione dei programmi trattamentali, pur nella condizione di estrema eterogeneità dei complessi demaniali in uso.
Tra le diverse attività a beneficio dei ragazzi ospiti dell'Istituto Penale per i Minorenni di Palermo, si segnala il progetto «Cotti in fragranza», attivo da diversi anni, che si pone l'obiettivo di realizzare dei percorsi professionalizzanti in un'ottica di impresa sociale a governance partecipata.
Nel laboratorio, che impegna giovani detenuti in lavoro all'esterno, oltre a ex detenuti e ragazzi in carico ai Servizi Sociali per i Minorenni, sono realizzate le diverse fasi della produzione dolciaria, dalla lavorazione della materia prima al risultato finale; il laboratorio è situato all'interno del complesso del Malaspina, ma all'esterno della zona detentiva. I prodotti realizzati (biscotti dolci e salati, panettoni e colombe artigianali) sono commercializzati all'esterno.
Le finalità di inclusione dei ragazzi impegnati nel laboratorio si sono concretizzate nel tempo attraverso stage, percorsi formativi, tirocini, fino all'assunzione lavorativa da parte della Cooperativa Sociale che gestisce il laboratorio, sulla base di una convenzione stipulata con la Direzione dell'IPM.
Presso l'Istituto Penale per i Minorenni di Palermo sono inoltre previsti, oltre ad attività a carattere sportivo, ricreativo e culturale, tirocini formativi che coinvolgono i giovani in attività artigianali accompagnati da un esperto, al fine di favorire la trasmissione di competenze specialistiche e l'acquisizione delle nuove tecnologie legate ai mestieri tradizionali. I giovani hanno la possibilità di acquisire competenze spendibili all'esterno, nei settori del giardinaggio e della cura delle aree verdi, della manutenzione e costruzione edile e nella fabbricazione e cura delle parti lignee e metalliche degli edifici.
Ancora, con riferimento alla necessità di provvedere all'ammodernamento della struttura penitenziaria del carcere minorile Malaspina di Palermo e, in generale, di tutte le strutture penitenziarie presenti nel territorio nazionale al fine di rendere ogni spazio fruibile per il trattamento dei detenuti, si evidenzia che l'implementazione di nuovi spazi trattamentali, così come la riqualificazione di quelli già esistenti, non ha mai smesso di essere uno degli obiettivi ai quali è stata indirizzata e sviluppata l'attività dell'Amministrazione; ciò sia realizzando ed attivando nuovi posti detentivi, sia rendendo nuovamente fruibili quelli inutilizzabili, cercando costantemente un punto di equilibrio tenendo conto delle risorse finanziarie utilizzabili.
Sul punto è utile osservare che nel triennio 2016-2019 la media di metri quadrati riqualificati e/o realizzati ex novo è stata di oltre 9.000 metri quadrati ad annualità.
La possibilità di proseguire tale trend positivo anche nel 2020 è stata fortemente condizionata dalle contingenze ed emergenze causate dalle note vicende pandemiche, sia per quanto concerne la possibilità di assicurare l'esecuzione dei lavori, ma anche e soprattutto dalla necessità di dare priorità assoluta al ripristino degli ambienti detentivi ed il funzionamento dei relativi impianti devastati dalle manifestazioni di protesa che si sono verificate in molti istituti penitenziari nei primi mesi del 2020.
Anche per l'anno 2021 l'attenzione agli spazi trattamentali mantiene, come detto, la sua centralità.
Nel corso del mese di febbraio del 2021, l'Ufficio competente presso il DAP ha assunto la determinazione di destinare circa 1/3 dei finanziamenti a disposizione per realizzare o ristrutturare spazi trattamentali (oltre euro 18.000.000,00).
Per ciascun Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria è stato determinato un budget entro il quale programmare, secondo priorità, specifici interventi.
Gli interventi più significativi autorizzati per l'anno 2021 riguardano: la C.C. Lecce – adeguamento antincendio ed impianto aspirazione cabina di verniciatura della falegnameria; la C.R. Mamone – implementazione spazi trattamentali della diramazione centrale; C.C. Paola – manutenzione straordinaria campo di calcio e cortili passeggio; C.C. Livorno – rifacimento manto erba sintetica campo sportivo; C.R. Volterra – realizzazione nuove aule scolastiche per apertura liceo artistico; C.C. Milano Bollate – realizzazione padiglione polifunzionale nell'area degli incontri all'aperto con piccola struttura in legno dedicata ai bambini; C.C. Monza – ristrutturazione palestra; C.C. Benevento – aule per il progetto Polo Universitario; C.C. Bolzano – prefabbricato per aula scolastica; C.C. Palermo Pagliarelli – struttura prefabbricata da adibire ad aule scolastiche; C.C. Caltagirone – struttura prefabbricata da adibire ad aule scolastiche; C.C. Velletri – conversione cucina in aule e laboratori scuola alberghiera; C.C. Marassi – realizzazione palestra.
Sempre riguardo l'implementazione degli spazi per il trattamento dei detenuti, è prevista inoltre la realizzazione di tre immobili destinati ad attività trattamentali da circa 450 metri quadri cadauno (dalle medesime caratteristiche di massima), a completamento dei nuovi padiglioni degli istituti di Lecce, Taranto e Trani. I lavori di realizzazione del primo di essi, presso la Casa Circondariale di Lecce, sono stati contrattualizzati in data 6 agosto 2021. La realizzazione dell'opera è prevista in 365 giorni naturali e consecutivi dalla consegna dei lavori. Tra procedure di gara, consegna, esecuzione e collaudo dei lavori, si auspica poter avere disponibilità materiale di tale immobile entro la fine del 2022.
ALLEGATO 3
5-06709 Zanettin: Su iniziative per un aumento di personale
presso il carcere di Vicenza.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con l'atto di sindacato ispettivo l'interrogante, riferendo del tragico evento di cronaca relativo al suicidio di un detenuto, occorso nel carcere vicentino San Pio Decimo, avanza quesiti circa gli intendimenti volti a superare le evidenti criticità gestionali derivanti dalla carenza di organici, riferibile sia al personale della polizia penitenziaria che al contingente degli educatori, il tutto aggravato dall'elevato numero di detenuti presenti, indice di sovraffollamento.
Orbene, come più volte ribadito, è indubbio che l'opera della polizia penitenziaria e degli operatori tutti, sia di primaria importanza, non solo per la sicurezza interna così come per quella esterna, di cui costituiscono primo baluardo, ma altresì per il necessario contributo che forniscono nell'attività di rieducazione e reinserimento dei condannati nel consorzio sociale.
Il Ministero, pertanto, pone forte attenzione alle esigenze di garantire un efficace turn over del personale, risultando indubbie le criticità evidenziate e derivanti da organici ridotti o comunque fortemente limitati.
Come riferito in sede di risposta ad analoghe interrogazioni sul tema dell'organico del Corpo della polizia penitenziaria, si rappresenta che la riduzione complessiva degli organici operata dalla cosiddetta legge Madia e rivista dal successivo intervento normativo ha rimodulato la dotazione complessiva del Corpo della polizia penitenziaria che, ad oggi, conta 41.595 unità.
Ciò premesso, passando all'organico di Polizia penitenziaria del carcere vicentino, si rileva una differenza formale di 3 unità tra la dotazione organica prevista, pari a 187 e quella amministrata, pari ad 190.
Tuttavia, in ragione delle unità distaccate in entrata, pari a 3, ed in uscita, pari a 9, la forza in concreto presente è pari a 184.
L'analisi della situazione organica dell'istituto toscano evidenzia che la carenza maggiore si riferisce al ruolo dei sovrintendenti (-39) e degli ispettori (-21), purtroppo comune, si ribadisce, alla generalità dei penitenziari della Nazione; di contro, il ruolo agenti/assistenti rileva un esubero di n. 64 unità.
Per sopperire a tale criticità, è già stato espletato il concorso interno a complessivi n. 2.851 posti per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo maschile e femminile, ai sensi del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95.
Inoltre, con P.D.G. 17 giugno 2021, è stato indetto ulteriore concorso interno per titoli a complessivi n. 583 posti (n. 515 uomini e n. 68 donne), relativi alle vacanze disponibili nel periodo compreso fra il 31 dicembre 2018 e 31 dicembre 2020, per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo maschile e femminile dei sovrintendenti del Corpo di polizia penitenziaria.
Al riguardo si comunica che l'Amministrazione ha previsto, indicativamente, l'assegnazione presso la Casa Circondariale di Vicenza, di n. 12 unità del ruolo sovrintendente maschile.
Relativamente alla carenza nel ruolo degli ispettori, si riferisce dell'avvenuta indizione di un concorso interno per titoli a complessivi n. 691 posti (606 uomini e 85 donne), per l'accesso alla qualifica iniziale del ruolo degli ispettori del Corpo e che pertanto, all'esito della relativa procedura concorsuale, l'Amministrazione valuterà la situazione relativa alla carenza di personale che connota il penitenziario di Vicenza, attraverso l'assegnazione di un adeguato numero di unità del ruolo.
Si comunica, infine, che per quanto riguarda il ruolo agenti/assistenti, l'organico dell'istituto di Vicenza è stato incrementato di n. 1 unità del ruolo agenti/assistenti maschile in occasione delle assegnazioni del 178° Corso, avvenute nel mese di luglio 2021.
Con riferimento al Comparto Dirigenziale e Funzioni Centrali, in linea generale, la relativa copertura delle carenze di organico potrà essere affrontata, ancorché solo in parte, all'esito della procedura concorsuale in atto per complessivi 45 posti (bando PDG 5 maggio 2020, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 19 maggio 2020).
Quanto alla specifica copertura della Direzione del carcere vicentino, risultano emanati, nel tempo, due bandi (uno il 13 novembre 2020 per il conferimento di incarichi temporanei ex articolo 5 del decreto ministeriale 28 settembre 2016 e l'altro il 18 novembre 2020 per il conferimento degli incarichi dirigenziali ordinari ex articolo 3 del decreto ministeriale 28 settembre 2016) per i quali non sono state presentate manifestazioni di disponibilità.
L'operatività della struttura penitenziaria è comunque garantita con provvedimento provveditoriale che individua un direttore reggente.
Nell'ambito della definizione della procedura concorsuale detta, potrà essere eventualmente valutata l'assegnazione di un direttore titolare stabile.
Infine, in relazione all'area trattamentale, le unità assegnate sono in numero sostanzialmente pari rispetto a quelle previste, se non per quanto riguarda l'area tecnica, dove l'assenza di personale nel profilo professionale di assistente tecnico potrà essere valutata a conclusione del relativo concorso a 142 posti per il profilo professione in questione in essere presso questo Dipartimento con prove scritte previste per i giorni 4, 5, 11, 12, 13, 14 e 15 ottobre 2021.
Passando alla tematica del sovraffollamento, questo, presso la Casa Circondariale di Vicenza presenta un indice pari al 135,45, siccome alla data del 21 settembre 2021 risultano presenti 363 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 286 posti.