Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Comm. bicam. Vigilanza RAI

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Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
SOMMARIO
Martedì 22 giugno 2021

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI PARLAMENTARI

Sulla pubblicità dei lavori ... 167

Sui lavori della Commissione ... 168

PROCEDURE INFORMATIVE:

Audizione del Direttore canone e beni artistici della RAI (Svolgimento) ... 168

ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA:

Esame proposta di risoluzione in materia di una corretta informazione all'educazione alimentare da parte della Rai (Esame e rinvio) ... 168

ALLEGATO 1 (Proposta di risoluzione in materia di una corretta informazione all'educazione alimentare da parte della Rai presentata dal deputato Capitanio, dalla deputata Murelli, dal senatore Bergesio, dalla deputata Cavandoli, dal deputato Coin, dal senatore Fusco, dalla deputata Maccanti e dalla senatrice Pergreffi) ... 170

Sulla pubblicazione dei quesiti ... 169

ALLEGATO 2 (Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla presidenza della Commissione (n. 393/1825 e n. 394/1830)) ... 171

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - Resoconto di martedì 22 giugno 2021

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI PARLAMENTARI

  Martedì 22 giugno 2021. — Presidenza del presidente BARACHINI.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 20.10 alle 20.40.

  Martedì 22 giugno 2021. — Presidenza del presidente BARACHINI. – Interviene il Direttore canone e beni artistici della RAI, dottor Nicola Sinisi, accompagnato dal collaboratore dottor Alfredo Baiocco e dal dottor Fulvio Di Nunzio nonché dal dottor Stefano Luppi e dal dottor Lorenzo Ottolenghi, rispettivamente Direttore e Vice Direttore dell'ufficio relazioni istituzionali della Rai.

  La seduta comincia alle 20.45.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna, per quanto concerne l'audizione all'ordine del giorno, sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, la trasmissione in diretta sulla web-tv e sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  Avverte che con riferimento all'audizione odierna verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico.

Sui lavori della Commissione.

  Il PRESIDENTE comunica l'esito dell'Ufficio di presidenza che si è appena svolto. Comunica il ritiro della propria proposta di atto di indirizzo sulla presenza delle forze politiche di opposizione nel servizio pubblico radiotelevisivo nei periodi non elettorali.
  L'esame della proposta in materia presentata dalla senatrice Garnero Santanchè e dal deputato Mollicone resta sospeso in attesa della trasmissione da parte dell'Osservatorio di Pavia di dati complessivi sulla presenza di soggetti istituzionali, Governo, forze di maggioranza e di opposizione nelle reti RAI a partire dall'insediamento del Governo Draghi.

  La Commissione prende atto.

PROCEDURE INFORMATIVE

Audizione del Direttore canone e beni artistici della RAI.
(Svolgimento).

  Il PRESIDENTE saluta e ringrazia il direttore canone e beni artistici della RAI, dottor Nicola Sinisi, per la disponibilità ad intervenire nella seduta odierna.
  Ricorda che, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento del Senato, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica in corso, per l'audizione odierna è consentita la partecipazione con collegamento in videoconferenza ai lavori dei componenti della Commissione.
  L'audizione del dottor Sinisi è stata richiesta inizialmente dal deputato Fornaro per acquisire informazioni concernenti la gestione e l'utilizzazione delle quote di canone destinate al Servizio pubblico e più recentemente dalla senatrice Fedeli per acquisire elementi in merito alle notizie apparse sulla stampa sulla scomparsa di numerose opere d'arte in diverse sedi della Rai, oggetto di alcuni quesiti da parte dei commissari.
  Come di consueto, dopo un intervento introduttivo da parte del dottor Sinisi, seguiranno i quesiti da parte dei componenti della Commissione ai quali il Direttore avrà la possibilità di replicare.

  Cede quindi la parola al direttore Sinisi per la sua esposizione introduttiva.

  Il dottore SINISI svolge la sua relazione.

  Intervengono per porre quesiti e svolgere considerazioni il PRESIDENTE, il deputato FORNARO (LEU), la senatrice FEDELI (PD), i deputati ANZALDI (IV) e CAPITANIO (Lega), i senatori BERGESIO (L-SP-PSd'Az) e VERDUCCI (PD).

  Replica il dottor SINISI.

  Intervengono quindi il senatore GASPARRI (FIBP-UDC) e il PRESIDENTE che infine ringrazia il Direttore canone e beni artistici della RAI e dichiara conclusa la procedura informativa.

ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA

Esame proposta di risoluzione in materia di una corretta informazione all'educazione alimentare da parte della Rai.
(Esame e rinvio).

  Il PRESIDENTE comunica che l'ordine del giorno reca l'esame della proposta di risoluzione in materia di «una corretta informazione all'educazione alimentare da parte della Rai», di cui si è già dato annuncio nella seduta del 30 marzo scorso.
  Invita il relatore e primo firmatario, deputato Capitanio, a illustrare la proposta di risoluzione.

  Il deputato CAPITANIO (Lega) illustra la proposta di risoluzione in titolo, pubblicata in allegato.

  Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

Sulla pubblicazione dei quesiti.

  Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti n. 393/1825 e n. 394/1830 per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato).

  La seduta termina alle 22.30.

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - martedì 22 giugno 2021

ALLEGATO 1

PROPOSTA DI RISOLUZIONE IN MATERIA DI UNA CORRETTA INFORMAZIONE ALL'EDUCAZIONE ALIMENTARE DA PARTE DELLA RAI PRESENTATA DAL DEPUTATO CAPITANIO, DALLA DEPUTATA MURELLI, DAL SENATORE BERGESIO, DALLA DEPUTATA CAVANDOLI, DAL DEPUTATO COIN, DAL SENATORE FUSCO, DALLA DEPUTATA MACCANTI E DALLA SENATRICE PERGREFFI

  La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

   premesso che:

    l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103 e gli articoli 1 e 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;

    l'articolo 14 del Regolamento interno della Commissione stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;

    secondo le statistiche nazionali negli ultimi 40 anni sono triplicati i soggetti allergici e intolleranti ad alcuni tipi di alimenti. I dati Istat riferiscono che negli anni Ottanta ne soffriva solo il 2,9 per cento della popolazione, ad oggi il dato (fonte Istat 2019) è salito al 12,7 per cento, circa 7.000.000 di italiani;

    oltre 300.000 sono i cittadini allergici al latte, 1,1 milioni al lattosio, 3 milioni al glutine, oltre 300.000 sono i celiaci. Sono censiti anche 5 milioni di cittadini allergici al nichel, metallo contenuto in vari alimenti, e oltre 100.000 persone intolleranti agli additivi alimentari;

    la celiachia rappresenta l'intolleranza alimentare più frequente e colpisce circa l'1 per cento della popolazione. È stato calcolato che in Italia il numero teorico di celiaci si aggiri intorno ai 600.000 contro i 198.427 ad oggi diagnosticati (dati relazione annuale al Parlamento sulla celiachia – anno 2016) ed è più frequente tra le donne (138.902 casi tra le donne rispetto ai 59.525 negli uomini);

    la maggiore consapevolezza relativa alle intolleranze e allergie, in base all'analisi dell'Osservatorio Immagino di GS1 Italy, realizzata in collaborazione con Nielsen, ha rilevato un impatto economico nel settore del Free From pari a 6,9 miliardi di euro (giugno 2019-giugno 2020), in crescita del 2,2 per cento rispetto all'anno precedente;

    macro categoria molto dinamica è quella che comprende gli alimenti dedicati a chi soffre di intolleranze alimentari, principalmente glutine e lattosio, le cui vendite dal 2016 al 2019 si sono mantenute su buoni livelli di crescita, con le migliori performance registrate nel 2017. Si tratta di un comparto la cui offerta a scaffale è in continua espansione con referenze che vantano un livello di penetrazione significativo e consolidato presso le famiglie italiane (35 per cento);

    a dominare il mercato dei prodotti per intolleranti – che generano 3,7 miliardi di euro di vendite (+2,6 per cento) – sono proprio gli alimenti per celiaci, sia in termini di numero di referenze sia di sell-out;

   considerato che:

    dal 2005 (legge n. 123 del 4 luglio 2005) la celiachia è considerata «malattia sociale», in quanto a incidere maggiormente sulla vita delle persone celiache, intolleranti e allergiche, oltre alla modifica del regime alimentare (nel caso dei celiaci è terapia permanente), è la relazione con gli altri in contesti che prevedono pasti fuori casa: dalla scuola al lavoro, dal viaggio ai momenti di svago con gli amici;

    i soggetti affetti da celiachia devono rispettare un regime alimentare estremamente rigoroso, escludendo dalla propria dieta tutti gli alimenti a base di cereali contenenti glutine (tra cui, ad esempio, pane, pizza, pasta e biscotti), compresi quelli nei quali il glutine è aggiunto come additivo durante i processi industriali di trasformazione;

    l'adolescenza è il periodo più critico per il rischio di esclusione sociale ma anche per il possibile rifiuto del regime alimentare, con gravi ripercussioni per la salute;

    uno studio dello psicologo Leonardo Sacrato dell'ospedale Sant'Orsola (giugno-dicembre 2020), ha fatto emergere la crescita del disagio psicologico tra gli adolescenti a Bologna a causa della pandemia e ha anche rilevato un aumento del 18 per cento di richieste di aiuto per disturbi alimentari;

    in televisione il tema della celiachia è trattato superficialmente o addirittura ignorato anche nei numerosissimi programmi dedicati alla cucina o alla cultura gastronomica;

    l'importanza dell'educazione alimentare, richiamata anche all'interno della legge recante «Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica» (legge 20 agosto 2019, n. 92) rappresenta il primo ed efficace strumento di prevenzione a tutela della salute tanto come azione quanto come prevenzione; le abitudini nutrizionali si instaurano, infatti, molto presto nella vita dell'individuo ed hanno un chiaro effetto sul destino metabolico non solo del bambino ma anche dell'adulto;

    in questo settore si sente una fortissima necessità di fare divulgazione-informazione,

   
   Impegna il Consiglio di Amministrazione della Rai – Radiotelevisione italiana S.p.a. a:

   in tutti i canali generalisti e specializzati, radiofonici, televisivi, multimediali e sulle piattaforme web a provvedere alla definizione di spazi dedicati alla promozione della corretta educazione sulle intolleranze alimentari e sulla celiachia in particolare;

   nei programmi dedicati alla cultura gastronomica a informare il pubblico sulle forme di intolleranza alimentare e sulla celiachia in particolare;

   a produrre contenuti televisivi e multimediali dedicati all'approfondimento delle intolleranze alimentari, con particolare attenzione al pubblico degli adolescenti.

ALLEGATO 2

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (N. 393/1825 E N. 394/1830)

  PERGREFFI, BELOTTI, CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, MACCANTI, TARANTINO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai
  Premesso che:

   il 4 giugno scorso è andato in onda su Ra1 un servizio nel programma TV7 dal titolo «Verità Nascoste» caratterizzato da un grave e gratuito attacco dell'emittente pubblica a Regione Lombardia e al Comune di Alzano Lombardo in particolare.
   Il contenuto della trasmissione è stato confezionato in modo del tutto unilaterale ed ha riportato anche gravi inesattezze.
   Tornando ai primi giorni della pandemia nella Bergamasca la giornalista Stefania Battistini, ha infatti, accusato il sindaco di Alzano Lombardo di non aver istituito la c.d. zona rossa (che per altro comprendeva anche il comune di Nembro mai citato nel servizio). Un attacco grave e infondato che non ha minimamente dato atto di quanto emerso successivamente, ovvero che l'istituzione di una zona rossa, con il coinvolgimento della Forze Armate e delle Forze dell'ordine spettasse esclusivamente al Governo, come stabilito lo scorso 24 febbraio dalla Corte Costituzionale in accoglimento del ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri avverso la legge della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 9 dicembre 2020, n. 11.
   Nell'ordinanza, la Corte ha ribadito che la determinazione delle misure necessarie al contrasto della pandemia, quindi in condizione di stato di emergenza nazionale, spettasse al Governo e non alle Regioni, mentre secondo il programma televisivo, la competenza sarebbe spettata al comune di Alzano Lombardo, senza che però la conduttrice del servizio chiedesse neanche un commento al sindaco Camillo Bertocchi.
   Il servizio, inoltre, offre uno spazio espositivo solo a consiglieri regionali di opposizione, in particolare al Consigliere Carretta il quale ha potuto affermare senza alcun contraddittorio che «il periodo gennaio – dicembre 2019 vede un aumento del 30% delle polmoniti sospette in bergamasca e proprio in quei giorni tutti i giornali italiani e mondiali parlavano del virus cinese ma nessuno ha drizzato le antenne in bergamasca».
   L'azienda, ha di fatto ha avallato una ricostruzione complottistica ed inverosimile posto che, come tristemente noto, il Covid verrà scoperto in Cina solo alla fine di gennaio 2020 quando la città di Wuhan verrà sottoposta alla quarantena. Vi è di più, il servizio scredita tutta la classe medica bergamasca che non sarebbe stata in grado di intercettare il nuovo pericoloso virus di fatto mesi prima che fosse scoperto in Cina. E anche in questo caso la giornalista ha omesso di citare i dati di Ats, diffusi a fine giugno 2020, che, invece, spiegavano come i ricoveri nel triennio precedente erano in linea a quelli di dicembre 2019 e gennaio 2020.
   La vicenda appena riportata si pone, peraltro, in netto contrasto con quanto previsto dal Contratto di servizio 2018-2022, nello specifico, l'articolo 6 del citato Contratto stabilisce chiaramente che «la Rai è tenuta ad improntare la propria offerta informativa ai canoni di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza (...) e a garantire un rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e degli operatori del servizio pubblico, i quali sono tenuti a coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità, nel rispetto della dignità della persona, e ad assicurare un contraddittorio adeguato, effettivo e leale».
   La Rai deve sempre garantire il rigore, la considerazione e il rispetto da parte dei suoi giornalisti, degli operatori
del servizio pubblico e dei propri ospiti se non altro per il rispetto che si deve alla pluralità del pubblico televisivo e, nel caso specifico, dei telespettatori che contribuiscono al mantenimento della Rai attraverso il pagamento del canone.
   Alla luce dei fatti esposti si chiede alla Società Concessionaria:

    1) Se la direzione di Rai Uno fosse stata messa preventivamente a conoscenza dei contenuti della trasmissione in oggetto, che si configura come un processo mediatico che va a sovrapporsi alle indagini in corso presso la procura di Bergamo.

    2) Quali iniziative si intendano assumere al fine di una informazione riparatoria, corretta ed equilibrata, che riconosca la pari dignità tra tutte le parti.

    3) Quali iniziative si intendano assumere al fine di ricondurre l'informazione del Servizio televisivo pubblico, in materia di cronaca giudiziaria, dentro i confini della effettiva e coerente applicazione della Direttiva dell'Unione europea 343 del 2016, che richiama al rispetto del principio della presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva.

    4) Quali iniziative tempestive intendano adottare al fine di garantire un rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e degli operatori del servizio pubblico così come previsto dall'articolo 6 del Contratto di servizio 2018-2022.

    5) Quali iniziative intenda porre in essere l'Azienda al fine di rimediare all'informazione errata secondo cui la zona rossa doveva essere istituita dal Comune di Alzano.

(393/1825)

  RISPOSTA. - In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della testata del Tg1.
  In via preliminare si ritiene opportuno evidenziare che nel servizio di Tv7 andato in onda il 4 giugno u.s. non si è voluto in alcun modo attaccare Enti territoriali, quali Regione Lombardia e il Comune di Alzano, bensì proporre un resoconto di fatti riscontrati e documentali, così come sono emersi dalle indagini in corso da parte della Procura della Repubblica di Bergamo, riguardanti la gestione dell'emergenza pandemica del primo periodo.
  Nel dettaglio dei contenuti dell'inchiesta, in primo luogo occorre sottolineare che non è stata mossa alcuna accusa specifica al sindaco di Alzano Lombardo, che non avrebbe istituito la c.d. zona rossa, ma ci si è limitati a far osservare che – come previsto dalla L. 833/1978 (istitutiva del Sistema Sanitario Nazionale) e dal D.L. n. 6 del 23.2.2020 – le autorità che possono prendere misure restrittive sono: il Presidente del Consiglio, il Presidente di Regione e il Sindaco, evidenziando la titolarità dei tre soggetti.
  Si è quindi trattato di una semplice esposizione delle norme in vigore, da cui si desume che dal 23.02.20 (giorno in cui si scoprono i primi due positivi all'Ospedale di Alzano) fino al 03.03.20 (giorno in cui CTS chiede zona rossa per i due Comuni), tutti e tre i soggetti avrebbero potuto decretare la zona rossa.
  Il servizio si limita dunque a mettere in luce la differente gestione dell'emergenza, attraverso una semplice esposizione di fatti e documenti, ponendo un confronto tra le due situazioni dei comuni di Codogno e Alzano, entrambi sede di ospedale in cui sono stati rinvenuti i primi positivi: situazioni largamente sovrapponibili per cui sono state adottate misure opposte.
  A Codogno, nel lodigiano, nelle ore immediatamente successive al verificarsi del primo caso il direttore dell'ASST Lodi, Massimo Lombardo, firma l'ordine di chiusura dell'ospedale e la quarantena per tutti i sanitari. Il sindaco Passerini, Lega Nord, come dichiara nel servizio di TV7 «convoca la giunta con gli assessori alle 06.30 dell'indomani e firma l'ordinanza di chiusura della città, massimo potere nelle mani del sindaco». Poi si presenta con questa ordinanza – di fatto un'anticipazione della zona rossa – dal presidente regionale Fontana e dal Ministro Speranza, che hanno poi esteso tali limitazioni agli altri comuni del lodigiano e a Vo'.

  Ad Alzano, nella bergamasca, il primo positivo certificato è di due giorni dopo, il 23.02.20. Ats Bergamo chiede in una chat interna attraverso il suo direttore sanitario Tersalvi di «non darne notizia». L'ospedale viene chiuso e riaperto in sole tre ore senza alcun ordine scritto. Su questi fatti indaga per epidemia colposa la Procura di Bergamo, come anche sulla mancata sanificazione dell'ospedale in cui si è creato un cluster altamente letale.
  Se esaminiamo la tempistica di diffusione delle notizie circa il Covid-19, scopriamo che già il 31.12.2019 la Cina notifica i primi casi di polmonite ad eziologia non nota nella città di Wuhan; il 1° gennaio 2020 viene chiuso mercato di Wuhan; il 3 gennaio vengono segnalati all'OMS 44 pazienti in totale con polmonite da eziologia sconosciuta dalle autorità nazionali cinesi; due giorni dopo il Ministero scrive una circolare poi emanata il 9 gennaio in cui segnala che a Wuhan è stato trovato un virus di eziologia sconosciuta; nello stesso giorno (9 gennaio) il China CDC (il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della Cina) identifica il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) come causa eziologica della nuova patologia, denominata ufficialmente dall'Organizzazione Mondiale della Sanità Sars-Cov-2 (poi COVID-19); il 23 gennaio viene deciso il primo lockdown cinese.
  Pertanto, per lo meno dal 9 gennaio – giorno in cui viene pubblicata la mappatura genomica del nuovo Sars-Cov-2 – non si può affermare che il «Covid è una cosa sconosciuta», a maggior ragione non possono affermarlo le autorità sanitarie, le autorità sanitarie locali e in particolar modo le Ats, emanazione delle Regioni, deputate per legge alla prevenzione e sorveglianza in caso di epidemia.
  Prova ne è che la ricerca delle responsabilità e di eventuali atti omissivi da parte della Procura della Repubblica di Bergamo abbia inizio a partire dalla data del 5 gennaio.
  Inoltre, il servizio non ha inteso screditare tutta la classe medica bergamasca, atteso che è stato anche intervistato un medico bergamasco, già direttore della Prevenzione di ATS Bergamo, che ha riferito di come proprio il Dipartimento Prevenzione dell'agenzia bergamasca sia stato esautorato dalle sue precipue attività istituzionali. Senza contare che diversi medici – tra cui il direttore dell'ospedale di Alzano, Giuseppe Marzulli – intendano costituirsi parte civile contro le istituzioni che hanno gestito l'epidemia.
  Per quanto riguarda il contributo del consigliere Carretta, la sua intervista non è stata realizzata in quanto consigliere di opposizione, ma come soggetto che ha effettuato un'interrogazione con accesso agli atti, dati sino a quel momento negati alla stampa.
  Si tratta di documenti prodotti dalla stessa Ats Bergamo che mostrano il picco di «polmoniti agente non specificato» per i ricoverati nell'ospedale di Alzano a partire da novembre 2019. Nell'anno precedente erano 196, nell'anno in cui si è sviluppato il Covid-19 arrivano a 256, con incremento di 40 casi solo nell'ultimo mese di gennaio. Sono dati che, se fossero stati letti e interpretati come la legge che istituisce le Ats prevede, avrebbero potuto dare un segnale di allarme.
  Che ci sia stato da parte dei vertici di Ats Bergamo un tentativo di minimizzare la portata dell'evento pandemico è di tutta evidenza, come emerge da una chat della stessa ATS agli atti della Procura, in cui il direttore sanitario Ats Bergamo, Tersalvi, scrive il 23 febbraio: «Fate togliere questa notizia, se riuscite», riferendosi a due informazioni particolarmente delicate: i due positivi di Bergamo e il post della Croce Verde che annunciava la chiusura del Pronto Soccorso di Alzano Lombardo.
  Infine, rispetto alla mancanza di contraddittorio rilevata dagli interpellanti, si ritiene necessario informare che sono state respinte le richieste di interviste inoltrate al Direttore Generale di ATS Bergamo, Giupponi, e al Direttore generale ASST Bergamo Est, Francesco Locati; mentre il Direttore sanitario ASST Bergamo Est, Roberto Cosentina, ha declinato l'invito.
  In tale quadro, occorre richiamare l'attenzione sulle finalità dell'inchiesta di Tv7 Bergamo verità nascoste che, basandosi esclusivamente su dati e documenti certificati, si è posta come obiettivo quello di fare un minimo di chiarezza su situazioni complesse
e sulle responsabilità connesse. L'aumento di mortalità rispetto all'anno precedente dell'800 per cento in Val Seriana e del 500 per cento a Bergamo sono fatti incontrovertibili rispetto ai quali non rispondere è una scelta che però non può paralizzare l'attività giornalistica, la cui finalità resta sempre quella di dare ai cittadini una corretta informazione.

  PARAGONE, MARTELLI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
  Premesso che:

   hanno fatto molto discutere in questi giorni le parole pronunciate dal giornalista e conduttore tv Michele Santoro che, in occasione della presentazione del suo ultimo libro sulla rete La7 e in relazione alla gestione dell'emergenza Covid, ha detto: «I giornalisti dovrebbero controllare quello che fanno gli scienziati e i politici, ma se si trasformano da agenti di controllo in comunicatori, allora abbiamo un unico patto che tiene insieme giornalisti, scienziati e politici. Questo fatto è fortemente riduttivo per la democrazia. Si può accettare che in un telegiornale non si veda mai uno che non è d'accordo con la campagna vaccinale? Ma ci sarà nel 30 per cento di italiani che non sono d'accordo, qualcuno che quando arriva il giornalista del Tg dica “io non mi voglio vaccinare”»;

domenica 6 giugno, in Rai, durante la trasmissione Mezz'ora in più, condotta da Lucia Annunziata, parlando di vaccini e della mancanza di voci contrarie di fronte alla profilassi di massa, sempre Santoro ha ricordato che telegiornali e stampa non hanno mai dato spazio a voci e opinioni critiche e a questo la conduttrice ha risposto testualmente: «Scusa ma tu adesso non eserciti, nel senso che non hai una tua trasmissione, e vieni qui a farci notare queste cose?», con il chiaro intento, a parere degli interroganti, di voler delegittimare un'affermazione non in linea con il mainstream che non consente, sin dall'inizio della pandemia, il libero esercizio di critica su questo tema;

  visto che:

   come sembrerebbe evidente, in nessun telegiornale o trasmissione tv Rai, in questi mesi, si sia potuto assistere a un contraddittorio fra medici favorevoli al vaccino e scettici, tantomeno ascoltare critiche sulla politica vaccinale senza che la voce contraria fosse tacciata, a prescindere, di antivaccinismo, contraendo di fatto l'esercizio della libera informazione;

   come si apprende dagli organi di stampa, i più noti virologi deputati a parlare anche in Rai e a rassicurare l'opinione pubblica circa la necessità di una vaccinazione di massa, auspicandone, talvolta, l'obbligatorietà, lo farebbero a fronte di cachet ben precisi e lauti gettoni di presenza;

  ritenuto che:

   quanto in premessa lascerebbe ipotizzare che la Rai, da tv pubblica, sia diventata tv di Stato, portatrice cioè di un'unica linea di informazione priva di contraddittorio democratico;

   l'Amministratore delegato, i direttori di rete e di testata dovrebbero essere auditi con urgenza dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, in relazione alla compressione, se non la censura, dei temi più di attualità, dal Recovery Plan ai vaccini;

  si chiede di sapere:

   se e quanto tempo, in termini di minutaggio, la Rai abbia riservato a servizi, interviste e dibattiti, durante telegiornali e trasmissioni, dedicati a posizioni non totalmente favorevoli al vaccino anti Covid e alla gestione dell'emergenza, in ottemperanza al principio della libera informazione.

(394/1830)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della Direzione Coordinamento Offerta Informativa.
  In linea generale si ritiene opportuno porre l'attenzione sulla peculiarità della tematica di cui si sta trattando: la somministrazione di vaccini per far fronte a una pandemia che ha causato la morte di milioni di persone in tutto il mondo, modificando forse per sempre le nostre abitudini di vita.
  Non esistono temi o notizie paragonabili a queste, per cui non esistono regole volte a una sorta di par condicio che si possano ragionevolmente applicare a questa fattispecie. Ciò nonostante, in diverse situazioni è stata data la possibilità di esprimere la propria opinione a chi ha deciso di non vaccinarsi, in un leale contraddittorio con chi invece aveva deciso di farlo. E purtuttavia, in questo caso specifico non vi sono riferimenti che obblighino la Rai a rispettare le logiche «di ricerca dell'equilibrio» nelle posizioni.
  È invece un preciso dovere del servizio pubblico non diffondere fake news, bensì seguire le posizioni espresse dal mondo scientifico anche e soprattutto a tutela della salute di ogni singolo cittadino.
  Come noto, i vaccini sono scientificamente sostenuti e raccomandati da Organizzazione Mondiale della Sanità, scienziati, virologi, medici e, pertanto, è su questo terreno che si muove l'Azienda.