Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Comm. bicam. Vigilanza RAI

Comm. bicam. Vigilanza RAI

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
SOMMARIO
Mercoledì 26 maggio 2021

Sulla pubblicità dei lavori ... 266

PROCEDURE INFORMATIVE:

Seguito dell'indagine conoscitiva sui modelli di governance e sul ruolo del Servizio pubblico radiotelevisivo, anche con riferimento al quadro europeo e agli scenari del mercato audiovisivo.
Audizione di Confindustria radio televisioni, dell'Associazione produttori audiovisivo (APA) e del Mercato internazionale audiovisivo (MIA) (Svolgimento) ... 266

Sui lavori della Commissione ... 267

Sulla pubblicazione dei quesiti ... 267

ALLEGATO (Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla presidenza della Commissione (dal n. 352/1705 al n. 383/1778)) ... 268

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - Resoconto di mercoledì 26 maggio 2021

  Mercoledì 26 maggio 2021. — Presidenza del presidente BARACHINI.Interviene il presidente di Confindustria radio televisioni, dottor Francesco Angelo Siddi, accompagnato dal Direttore generale, dottor Rosario Alfredo Donato, il Presidente dell'Associazione produttori radiotelevisivi (APA), dottor Giancarlo Leone, e la Direttrice del Mercato Internazionale audiovisivo (MIA), dottoressa Lucia Milazzotto, accompagnata dalla responsabile dell'Ufficio stampa, dottoressa Antonella Madeo.

  La seduta comincia alle 13.35.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna, per quanto concerne l'audizione all'ordine del giorno, sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, in diretta, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  Avverte che con riferimento all'audizione odierna verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico.

PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sui modelli di governance e sul ruolo del Servizio pubblico radiotelevisivo, anche con riferimento al quadro europeo e agli scenari del mercato audiovisivo.
Audizione di Confindustria radio televisioni, dell'Associazione produttori audiovisivo (APA) e del Mercato internazionale audiovisivo (MIA).
(Svolgimento).

  Il PRESIDENTE saluta e ringrazia il dottor Francesco Angelo Siddi, presidente di Confindustria radio televisioni, accompagnato dal Direttore generale, dottor Rosario Alfredo Donato (collegati in video conferenza), il dottor Giancarlo Leone, presidente dell'Associazione produttori audiovisivi APA (collegato in videoconferenza), e la dottoressa Lucia Milazzotto, Direttrice del Mercato internazionale audiovisivo MIA, accompagnata dalla responsabile dell'Ufficio stampa, dottoressa Antonella Madeo, per la disponibilità ad intervenire nella seduta odierna
  Ricorda che, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento del Senato, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica in corso, per l'audizione odierna è consentita la partecipazione con collegamento in videoconferenza ai lavori dei componenti della Commissione.
  Cede quindi la parola alla Direttrice del Mercato internazionale audiovisivo, quindi al Presidente di Confindustria radio televisioni e infine al Presidente dell'Associazione produttori audiovisivi per le loro esposizioni introduttive, alle quali seguiranno i quesiti da parte dei commissari.

  La dottoressa MILAZZOTTO, il dottor SIDDI e il dottor LEONE svolgono le loro relazioni.

  Intervengono per porre quesiti e svolgere considerazioni il PRESIDENTE, i deputati MOLLICONE (FDI), Andrea ROMANO (PD) e MARROCCO (FI).

  Replicano la dottoressa MILAZZOTTO, il dottor SIDDI e il dottor LEONE.

  Il PRESIDENTE ringrazia gli auditi e dichiara conclusa la procedura informativa.

Sui lavori della Commissione.

  Il PRESIDENTE informa che, a seguito di quanto convenuto nella seduta di ieri, ha inviato al cantante Fedez una lettera con la quale ha rinnovato l'invito a trasmettere alla Commissione una memoria al fine di illustrare le sue ragioni sulla vicenda del concerto del primo maggio.
  È appena pervenuta una risposta da parte dello stesso Fedez a tale lettera nella quale appaiono tre emoticon di clown; a suo avviso, tale risposta denota una mancanza di rispetto nei confronti della Commissione e del suo ruolo di Presidente, nonostante l'Organo parlamentare avesse prestato ascolto e rispettato la posizione dello stesso artista.

  Il deputato MOLLICONE (FDI) reputa inaccettabile e irricevibile la risposta fatta pervenire dal cantante Fedez ed auspica un intervento di censura in quanto in questo modo vengono oltraggiati la Commissione e il Parlamento.

  La senatrice FEDELI (PD) reputa che quella di Fedez sia una inaccettabile provocazione che denota una assoluta mancanza di rispetto e di cultura istituzionale. Suggerisce al Presidente di rendere una comunicazione pubblica che chiarisca l'attività svolta dalla Commissione, la quale, nella seduta di ieri ha svolto un ampio dibattito, prima di assumere la decisione di rivolgersi allo stesso cantante per invitarlo nuovamente ad inviare una memoria.

  Il PRESIDENTE, nell'esprimere la propria amarezza per il carattere della risposta ricevuta da Fedez, si farà carico di rappresentare in modo pubblico quanto accaduto nella seduta di ieri della Commissione.

Sulla pubblicazione dei quesiti.

  Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti dal n. 352/1705 al n. 383/1778 per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato).

  La seduta termina alle 15.15.

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - mercoledì 26 maggio 2021

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (DAL N. 352/1705 AL N. 383/1778).

  FORNARO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
  Premesso che,

   nel contratto di servizio Rai 2018-2022:

    a) all'articolo 2 («Principi generali»), comma 2, si evidenzia che «la Rai è tenuta ad articolare la propria offerta tenendo conto, nell'ambito di azioni di lungo termine», di vari obiettivi, tra cui «l'alfabetizzazione digitale: contribuire alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, per favorire l'innovazione e la crescita economica del Paese»;

    b) al comma 3 dello stesso articolo 2 si dice che «la Rai è tenuta a promuovere la crescita della qualità della propria offerta complessiva, da perseguire attraverso diversi obiettivi», tra cui «sostenere l'alfabetizzazione digitale, per contribuire a colmare il divario culturale e sociale nell'uso delle nuove tecnologie» e, soprattutto, «contribuire alla ricerca e all'innovazione tecnologica e sperimentare nuove modalità trasmissive, in linea con l'evoluzione del mercato, anche al fine di favorire lo sviluppo industriale delle infrastrutture fondamentali del Paese.»;

    c) all'articolo 5 «Offerta multimediale», la Rai «si impegna a rendere disponibili i propri contenuti sulle piattaforme multimediali, in modalità lineare e non lineare, secondo le nuove modalità di consumo», per questo è tenuta, tra le altre cose, a «promuovere l'innovazione tecnologica e l'educazione digitale, mediante la sperimentazione di programmi, formati e contenuti che avvicinino gli utenti alle tecnologie e all'alfabetizzazione digitali.»;

    d) tra gli obblighi specifici per l'attuazione della missione la Rai, sulla base dell'articolo 25, è tenuta a:

     i) fornire almeno il 90% della propria offerta televisiva e radiofonica lineare in streaming;

     ii) sviluppare prodotti con contenuti innovativi in tutti i generi della programmazione;

     iii) accrescere progressivamente l'offerta di prodotti provenienti dalle teche;

     iv) realizzare in funzione crossmediale prodotti specifici volti alla valorizzazione della radio;

     v) accrescere progressivamente l'offerta di prodotti e format appositamente realizzati per una fruizione sulla piattaforma IP.;

   nonostante tutto ciò, il sito di informazione Rai, stando ai dati Audiweb di marzo, si trova al 66esimo posto a livello europeo, con 131 mila utenti unici e 554 mila pagine viste nel giorno medio. Eppure, da fonti di stampa si apprende che agli inizi del 2017 è stato presentato al Cda un progetto per un nuovo portale dell'informazione Rai, affidato a Milena Gabanelli, all'altezza delle professionalità e delle potenzialità dell'azienda, che dopo poco sarebbe caduto nel vuoto. Stessa sorte sarebbe toccata nel 2020 ad un tentativo fatto da parte di Giuseppina Paterniti;

   appare incredibile che un'azienda come la Rai non riesca ad essere protagonista sul web così come lo è su altri canali, nonostante 13 mila dipendenti, di cui oltre 2 mila giornalisti, una ventina di sedi regionali e diversi corrispondenti dall'estero.

  Si chiede di sapere
  Se quanto riportato in premessa sul nuovo portale di informazione Rai corrisponda al vero e se non si ritenga utile ed opportuno dotare la Rai di un sito all news all'altezza di altre emittenti radiotelevisive europee.

(352/1705)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle Strutture competenti.
  Al fine di realizzare gli obiettivi delineati dal contratto di servizio – sintetizzabili nell'impegno a «...sostenere l'alfabetizzazione digitale, per contribuire a colmare il divario culturale e sociale nell'uso delle nuove tecnologie» e, soprattutto, «contribuire alla ricerca e all'innovazione tecnologica e sperimentare nuove modalità trasmissive, in linea con l'evoluzione del mercato...» – la RAI è alle battute finali che precedono il lancio del nuovo portale all news.
  Si ritiene innanzi tutto opportuno sottolineare che la realizzazione del progetto segna un passaggio storico per l'azienda, che ha visto il coinvolgimento e la creazione di sinergie tra molte strutture tecniche ed editoriali, unite in uno sforzo corale affinché il portale sia davvero di tutta la RAI.
  Per dare una idea concreta sullo stato dell'arte, si ritiene utile ripercorrere i passaggi fondamentali che stanno portando al «go live» del portale.
  Si è partiti dall'analisi del contesto attuale con il supporto delle direzioni Reti e Piattaforme e Marketing, per confrontare e condividere questi primi dati con Rai Pubblicità.
  Si è poi proceduto a testare un modello di interazione tra testate, inviati e desk di Rai News e RaiPlay e un workflow per la pubblicazione di video e servizi di tutte le testate, le reti e gli inviati con lo scopo di mettere tutti in grado di interagire e fornire il proprio contributo.
  È stata quindi creata una task force – tuttora impegnata in una serie di test – con il supporto specialistico di risorse ingegneristiche per rilevare eventuali bug o implementare alcune funzioni.
  Sono state messe a punto le linee editoriali di flusso e di interazione con le pagine che rimarranno aperte dopo il lancio: Tgr, Rai Sport, Rai Parlamento, Rai Vaticano, mentre la direzione Pubblica Utilità ha collaborato per la pubblicazione di meteo, traffico e altri servizi di pubblica utilità.
  Tutto il percorso è stato logicamente condiviso con Rai Digital, mentre il progetto, nelle sue linee editoriali e nello sviluppo grafico, è stato presentato in due incontri ai direttori di testata che hanno fornito i loro suggerimenti.
  Dal punto di vista del reclutamento del personale, si è scelto di partire con un gruppo di circa 40 giornalisti e 18 non giornalisti. Da questo punto di vista, la situazione è ancora in divenire perché il reperimento delle risorse adeguate per lavorare al portale non è di immediata e semplice soluzione, sia per quanto riguarda la tipologia dei profili richiesti, sia per le necessarie procedure da seguire in accordo con le organizzazioni sindacali.
  Tutto ciò evidenziato, dopo aver ascoltato l'amministratore delegato, si è deciso che il nuovo nome del portale sarà Rai24. A metà dicembre il progetto è stato presentato al CDA.
  Non appena sarà completato il reclutamento di tutte le risorse da dedicare a Rai24, inizierà un percorso formativo per cui è stata allertata Rai Academy e che è già stato completato per tutte le redazioni online della TGR, Rai Parlamento, il gruppo che lavora alla Direzione Editoriale per l'offerta informativa.

  AIROLA, DI LAURO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato RAI
  Per chiedere, premesso che:

   nel giugno 2020 il Direttore di Raifiction Andreatta ha improvvisamente interrotto il suo rapporto di lavoro con la Rai, da ultimo come Direttore fiction sin dal 2012, per approdare a Netflix, recando con sé l'ampio bagaglio di conoscenze ed esperienze maturato in Rai e mettendolo al servizio della piattaforma emergente, in diretta concorrenza anche con Rai;

   numerosi articoli di stampa hanno posto in evidenza il danno ricevuto dall'Azienda pubblica in termini di depauperamento della risorsa dirigenziale e lo stesso ruolo è rimasto vacante per diversi mesi, assunto ad interim dallo stesso Amministratore delegato Salini.

  Considerato che:

   è presente in Rai un piano anticorruzione che contempla ed impone protocolli per evitare le incompatibilità di cariche;

   la legge n. 190/12, art. 1 commi 49 e 50, estende le misure di contrasto all'incompatibilità successiva anche agli enti privati sotto il controllo pubblico e alle società di servizio pubblico;

   detta legge ha inserito, all'art. 53 del d.lgs. n. 165/2001, il comma 16 ter. In particolare si tratta di un vincolo per tutti i dipendenti che negli ultimi tre anni di servizio hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle P.A., di non poter svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell'attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri;

   alla base di tale divieto si ravvisa il principio costituzionale di trasparenza, imparzialità, buon andamento e quello che impone ai pubblici impiegati esclusività del servizio a favore dell'Amministrazione;

   il divieto di pantouflage o revolving doors intende prevenire uno scorretto esercizio dell'attività istituzionale da parte del dipendente pubblico;

   il divieto si pone l'obiettivo di evitare situazioni di conflitto d'interessi;

   in particolare l'intenzione del legislatore, come chiarito dall'Autorità Nazionale Anti Corruzione, è quella di contenere il rischio di situazioni di corruzione connesse all'impiego del dipendente successivo alla cessazione del rapporto di lavoro.

  Tutto quanto premesso si chiede

   se l'Azienda sia a conoscenza di quanto esposto in narrativa e quali strumenti e rimedi, anche di natura legale, intenda porre in essere in relazione alla situazione descritta.

(365/1737)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle Strutture competenti.
  All'Azienda è ben noto che l'art. 1, comma 42, lett. l), della legge 6 novembre 2012, n. 190 (c.d. Legge anticorruzione), abbia introdotto, con il comma 16-ter dell'art. 53 del D.Lgs. n. 165 del 2001, il divieto per il dipendente di una amministrazione pubblica di prestare attività lavorativa o professionale in favore di un soggetto privato destinatario dell'attività dell'amministrazione medesima presso la quale nell'ultimo triennio ha esercitato poteri autoritativi o negoziali (cd. pantouflage) e che il successivo D.Lgs. 8 aprile 2013, n. 39 abbia ampliato l'ambito di applicazione del predetto divieto anche ai dipendenti di enti di diritto privato in controllo pubblico.
  Due appaiono, pertanto, i requisiti necessari perché possa essere configurato l'istituto in parola:

   i) l'esercizio di «poteri autoritativi o negoziali»;

   ii) il soggetto privato sia effettivamente destinatario dell'attività della medesima amministrazione (o ente).

  In altre parole, ciò che il Legislatore ha voluto impedire è la contrapposizione di un interesse di natura privatistica rispetto all'interesse pubblico.
  Naturalmente, in coerenza con la salvaguardia del diritto al lavoro, il divieto di pantouflage deve essere interpretato in modo tassativo (così come emerge dal recente atto di segnalazione a Parlamento e Governo dell'Autorità Nazionale Anticorruzione nonché dalla determinazione dell'Autorità 8 novembre 2017, n. 1134).
  Inoltre, si fa rilevare che, in base all'organizzazione aziendale e in ossequio al principio della segregazione delle funzioni, il Direttore della Direzione Rai Fiction non esercita alcun potere autoritativo o negoziale. Il cd. Piano Fiction, infatti, viene editorialmente
pianificato con cadenza annuale dalla predetta Direzione ma effettivamente approvato, dopo i necessari passaggi autorizzativi, dal Consiglio di amministrazione. In altre parole, il Direttore di Rai Fiction non ha il potere di emanare alcun provvedimento né di perfezionare negozi giuridici mediante la stipula di contratti in rappresentanza della società.
  In aggiunta a quanto suesposto – e in maniera dirimente – si sottolinea che Netflix non può essere certo considerato «destinatario» dell'attività di Rai né tanto meno suo fornitore, rappresentando invece un produttore di opere originali di primaria importanza nonché una delle principali piattaforme distributive di prodotti audiovisivi.
  In tale quadro, non ricorrendo i presupposti per l'applicazione dell'istituto del pantouflage, non è stata avviata alcuna iniziativa da parte della società.

  MARROCCO, DE SIANO, GALLONE. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
  Per sapere, premesso che:

   La puntata del 17 aprile di «Città segrete» condotta da Corrado Augias, su Rai 3, ha suscitato doglianze per la narrazione stereotipata adottata e numerose polemiche per la superficialità e l'approssimazione delle considerazioni espresse, apparse parziali e distorsive della situazione complessiva ed effettiva in cui versa la città di Napoli;

   si è ben consapevoli del fatto che Napoli abbia numerosi e antichi problemi, ancora irrisolti. Si tratta di una città come tante altre, dove convivono luci ma anche ombre. La puntata in oggetto è stata però valutata da più esperti, pubblicamente, come noiosa, priva di verve, mancante di una precisa linea narrativa. A tratti, la narrazione è apparsa addirittura irrazionale a causa dell'evidente ricorso ad espedienti evocativi, spesso antistorici, utilizzati perché considerati necessari per consentire al conduttore di commistionare temi distinti e incomparabili tra loro. Allo spettatore è stata offerta una narrazione che non sembra aver seguito una precisa logica storica o per argomento;

   la puntata, in esordio, ha usato parole di Giacomo Leopardi dedicandogli un tempo apparso eccessivo. Pur ben consapevoli dell'importanza di Leopardi e del fatto che sia morto a Napoli, città dove ancora riposa, non si spiega il motivo per cui, ad esempio, il nome di Virgilio sia stato invece appena accennato, e solo per spiegare dove si trovi la tomba di Leopardi stesso;

   inoltre, di Leopardi sono state riportate parole poco lusinghiere sulla città, definita come «africana, semi-barbara» e abitata da «lazzaroni e pulcinelli». Sia ben chiaro, si tratta di parole che il poeta utilizzò realmente nella corrispondenza con suo padre, ma è anche noto il fatto che il poeta avesse un rapporto conflittuale ed altalenante con Napoli, informazione taciuta agli spettatori durante la trasmissione;

   dopo il ricordo di Leopardi, il programma è proseguito con un susseguirsi di fatti e aneddoti senza apparente nesso tra loro, saltando da un'epoca ad un'altra, senza seguire una logica definita. Si è trattato di una miscellanea eterogenea che ha affiancato la storia di San Gennaro e il suo prodigio, lo scioglimento del sangue, a Maradona e l'abuso di cocaina, comportamento imputato alla famiglia camorristica Giuliano, anche se Maradona iniziò a fare uso di cocaina durante la sua permanenza a Barcellona, non a Napoli;
   è poi giunta una lunga parte della trasmissione dedicata a Cutolo, a nostro avviso inutile perché fuori contesto. Infatti il format dovrebbe contribuire alla conoscenza di eventi importanti collegati alla città, ma poco noti. Dovrebbe svelare luoghi, atti, fatti misteriosi o segreti che di volta in volta, a seconda della città narrata, dovrebbero essere portati all'attenzione dello spettatore della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. Prevedere, all'interno della puntata, una sorta di focus specifico dedicato alla criminalità organizzata ci è apparso fuori contesto. Ci saremmo attesi il racconto di aspetti notevoli di Napoli, importanti, in grado di dare prestigio alla città ma ancora poco noti. Invece lungo tempo è stato dedicato a fatti di cronaca nera, universamente noti, tanto
da rappresentare una sorta di stigma sociale dal quale la città, pur impegnandosi con tutte le forze, non riesce a liberarsi. Se l'obiettivo della trasmissione era quello di far conoscere le bellezze celate delle città allora Napoli, che come tante altre città ha certamente anche aspetti negativi, allora riteniamo che non si sia riusciti nell'intento perché è stato fatto un racconto davvero parziale protrattosi per un tempo troppo lungo della puntata. In questo modo l'immagine cittadina con quella di Cutolo è apparsa quasi coincidente, senza curarsi di lasciare analogo spazio ai tanti personaggi positivi che l'hanno illustrata. Ci si riferisce, solo per fare degli esempi, a Totò, Caruso e tanti altri «grandi figli» che hanno reso celebre Napoli e l'Italia nel mondo;

   aver dedicato tanto tempo alla descrizione della camorra e a fatti di cronaca nera avrebbe legittimato, richiesto un bilanciamento, raccontando anche gli episodi di lotta alla camorra, quelli di distanziamento della cittadinanza da questa organizzazione particolarmente pericolosa. Napoli non coincide integralmente con la camorra, è una città che avrebbe potuto essere descritta anche integrando la narrazione con episodi che ne facessero risaltare la natura accogliente e solidale. Eppure non mancano storie di napoletani che aiutano da anni i ragazzi della periferia e li strappano alla strada. Raccontare anche questi aspetti avrebbe acceso, finalmente, una luce sulla città, facendo svanire parte delle ombre, realmente esistenti, che sembrano essere costantemente preferite quando si racconta di Napoli e dei suoi problemi;

   ciò dispiace perché si è persa una occasione da parte della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo per far conoscere anche i tentativi di miglioramento che si verificano a Napoli. Una sorta di grido di dolore della città, che teme la completa perdita di dignità se non anche la propria identità. Questi aspetti sono rimasti esclusi dalla trasmissione, non sono stati ritenuti degni di un racconto emblematico, necessario per rafforzare le speranze degli abitanti di una città che ogni giorno sembra morire, pur riuscendo sempre a risorgere, a rinnovarsi, a trovare la forza di riprendere un filo che appare continuamente reciso;

   non sono mancati anche errori storici marchiani, come quando si è definito «populista» Masaniello o quando si è usata la «Carmagnola», canto dei sanfedisti, come mezzo per parlare della rivolta del 1647. Si segnala in particolare la faziosità con cui ci appare sia stata ricordata l'esperienza della Repubblica napoletana, omettendo accuratamente il fatto che i saccheggi e le esecuzioni compiute dei francesi, appena accennati, furono direttamente collegati a quelli che il conduttore ha definito per il tutto il tempo come «patrioti», in contrapposizione coi lazzari reazionari che si opposero ai Borbone, lasciando trasparire una ricostruzione schierata, aprioristicamente e evidentemente antiborbonica;

   a poco servono le nozioni compilative utilizzate per ricordare il fatto che Napoli è stata una grande capitale europea, se poi se ne raccontano quasi unicamente le miserie e si veicola il messaggio che a Napoli, nei secoli, sia rimasto quasi tutto immutato. La chiosa sugli stereotipi, che tenta a suo modo di smantellarli, produce invece l'effetto diametralmente opposto, quello di evidenziali;

   le dichiarazioni successive del conduttore per limitare le polemiche sollevate appaiono tardive. A poco serve condannare gli stereotipi se di essi se n'è fatto uso per una intera puntata. Dare grande centralità in tempo e parole alla storia di uomini idolatrati da una infinitesima parte della popolazione di Napoli, come nel caso di Cutolo, significa che quegli stereotipi sono talmente interiorizzati sino al punto da orientare il racconto che si è fatto di Napoli;

   naturalmente c'è da considerare il fatto che Napoli è una città talmente bella e complessa da renderne difficile la narrazione esaustiva. Però, la scarsa attenzione dimostrata per la storia e la cultura della città, sembra discendere dallo scarso desiderio di raccontare il luogo, o di esaurirne il racconto, risolvendosi nella mera raccolta di episodi riguardanti periodi diversi, personaggi diversi, che hanno in comune solo il fatto di essersi svolti all'interno della città. Sono stati accomunati dalla retorica, i luoghi comuni, la superficialità e poco più. Non sono sufficienti gli utilizzi generosi dei droni, le visioni dall'alto, l'eccesso di iconografia per celare il fatto che si poteva fare meglio per raccontare in modo meno frammentario e retorico la città.

   Inoltre, poco prima dell'inizio della trasmissione il conduttore, in collegamento con Gramellini, ha affermato di esser rimasto sorpreso da Napoli, ammettendo la sua scarsa conoscenza della città e i tanti pregiudizi esistenti. Fatto che fa sollevare numerosi dubbi, di varia natura, sul modo con il quale fornisce l'informazione;

   in conclusione ci appare che siamo innanzi a un'occasione mancata per raccontare in modo completo e maggiormente veritiero la città;

   vista la delicatezza del fatto riportato, alla Società concessionaria si chiede:

   se la Dirigenza RAI sia al corrente di quanto esposto in premessa e se si ritiene compatibile questo modo fuorviante di fare comunicazione con le responsabilità e i compiti del servizio pubblico;

   se siano pervenute altre segnalazioni analoghe e quali azioni siano state intraprese.

(371/1751)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della Direzione di Rai 3.
  In linea generale, si ritiene opportuno ricordare che le posizioni espresse in un programma culturale che ha il compito di illustrare il punto di vista di un intellettuale su qualsivoglia argomento appartengono solo ed unicamente allo stesso e non sono pertanto necessariamente riconducibili alle opinioni del direttore della Rete che lo ospita né tantomeno al disegno editoriale della stessa.
  Il titolo del programma è infatti Città segrete e il sottotitolo recita «di Corrado Augias». La preposizione semplice «di» conferisce senso e finalità agli indirizzi del programma che nasce da una costola dell'attività editoriale di Augias e trova il suo senso nel principio costituzionale dell'insindacabile sentire dell'autore, il quale già in passato aveva dato vita con successo a una serie di guide ai misteri di alcune città.
  Ora risulta più che evidente che nello spazio cronologico esiguo per raccontare una capitale culturale internazionale come Napoli, molti temi siano rimasti inevitabilmente compressi – se non addirittura elusi – mentre per altri si è scelto di parlarne utilizzando margini di tempo superiori. Ma questo, come si diceva, attiene allo sguardo dello scrittore, dell'intellettuale. È dunque foriera di inevitabili delusioni la ricerca di una inarrivabile oggettività del giudizio, di una narrazione condivisa, quando i temi non vengono affrontati con approccio enciclopedico ma con lo sguardo di uno scrittore, che per definizione esprime il proprio pensiero.
  Rai 3, affidando un programma a un intellettuale di chiara fama, non ritiene di doverne controllare i testi, soprattutto quando un programma contiene nel titolo l'attribuzione della presa in carico – vale a dire della responsabilità culturale – di quanto sostenuto.
  Dunque, la Rete, nel rinnovare la propria fiducia a Corrado Augias, tiene a precisare che proprio la puntata in questione è stata quella più vista della serie, facendo registrare il 10% di share e 1.368.000 spettatori. In aggiunta, non sono pervenute in redazione ulteriori critiche sul format e/o sui contenuti editoriali.

  ANZALDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato
  Premesso che

  Secondo quanto riportano da diversi organi di informazione, tra cui «Il Corriere dello Sport» e il quotidiano per italiani all'estero «Gente d'Italia», per la prossima stagione calcistica la Rai avrebbe rinunciato ad acquistare i diritti del Campionato di calcio di Serie A per le comunità italiane residenti all'estero.
  Questa decisione porterebbe alla chiusura della trasmissione di Rai Italia «La
Giostra del Gol», seguita da milioni di italiani in tutto il mondo e dedicata a raccontare la Serie A agli italiani all'estero.
  Tra i principi cui la Rai deve attenersi, secondo quanto riportato dal Contratto di Servizio all'articolo 2, c'è anche l'informazione rivolta alla «collettività nazionale anche all'estero».
  Si chiede di sapere
  Se risponda al vero che la Rai abbia rinunciato ad acquistare, per la prima volta dopo anni, i diritti del Campionato di calcio di Serie A per le comunità italiane residenti all'estero e se l'azienda non ritenga questa rinuncia un grave danno per gli italiani all'estero, nonché una violazione di quanto contenuto nel Contratto di Servizio, all'articolo 2.
  Se risponda al vero che la Rai intenda chiudere la trasmissione di Rai Italia «La Giostra del Gol», non disponendo più dei diritti delle partite di Serie A.
  Se l'azienda non ritenga doveroso aprire una trattativa con la Lega Calcio per evitare un tale grave impoverimento dell'offerta televisiva del servizio pubblico per gli italiani all'estero.

(372/1752)

  BERGESIO, CAPITANIO, CAVANDOLI, COIN, FUSCO, MACCANTI, PERGREFFI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai
  Per sapere – premesso che:

   per le stagioni sportive 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021, la Rai aveva acquisito i diritti – da esercitare tramite il canale internazionale in lingua italiana Rai Italia – relativamente a tre partite in diretta per ciascun turno della Serie A, alla Supercoppa Italiana, alle Semifinali e Finale della Coppa Italia, oltre i punti salienti per le restanti gare;

   il nuovo Bando pubblicato dalla Lega Calcio per le stagioni 21-24 per commercializzazione dei diritti audiovisivi internazionali relativi alle competizioni «Campionato di Serie A», «Coppa Italia» e «Supercoppa Italiana», esclude uno specifico pacchetto per le Comunità Italiane all'Estero, sostituendolo con un generico obbligo, a carico del broadcaster che si aggiudicherà i diritti, di commentare le partite trasmesse in modalità OTT anche in lingua italiana;

   la procedura selettiva è stata aggiudicata dalla società Infront, la quale sembrerebbe già aver espresso un parere circa l'ipotesi di concedere al canale internazionale Rai Italia le dirette delle partite di Serie A-:

   quali urgenti iniziative intende porre in essere la Società Concessionaria per garantire la salvaguardia degli interessi e dell'identità dei nostri connazionali residenti all'estero.

(377/1766)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della direzione Diritti Sportivi.
  La Rai ha acquisito per il triennio 2018/2021 i diritti per la trasmissione sui canali di Rai Italia – con telecronaca esclusivamente in lingua italiana – di 3 partite a scelta per ogni turno del Campionato per squadre di Club organizzato dalla Lega Serie A, oltre agli highlights delle restanti partite, delle Semifinali e della Finale della Coppa Italia.
  Questo è stato possibile anche per uno specifico pacchetto predisposto dalla Lega Serie A («Pacchetto per le Comunità Italiane»), nell'ambito dell'asta dalla stessa indetta il 9 agosto 2017 per la vendita dei diritti esteri.
  Il Bando pubblicato dalla Lega Serie A il 23 novembre 2020 per le Stagioni 2021/2024 non ha più previsto un pacchetto specifico per le Comunità italiane, ma – anche al fine di ottemperare alle previsioni imposte all'Organizzatore dal d.lgs. 9 gennaio 2008 n. 9 (c.d. decreto Melandri) – ha disposto l'obbligo per l'aggiudicatario di garantire la trasmissione, anche in lingua italiana, di almeno tre partite per ogni giornata del Campionato con l'opzione del commento audio in italiano (via OTT, od altre soluzioni tecniche) predisposto direttamente dalla stessa Lega Serie A ed incluso nei pacchetti,.

  Le risposte fornite dalla Lega ai quesiti posti in sede di chiarimenti sul Bando hanno confermato l'impossibilità di formulare offerta per diritti internazionali parziali o limitati (es.: alcune partite a turno esclusivamente con commento in lingua italiana), ammettendo quindi esclusivamente offerte per la totalità dei diritti a livello globale, continentale o per singolo territorio.
  Considerati i numerosi Paesi serviti da Rai Italia – ed i valori in gioco – tale previsione ha pregiudicato di fatto per Rai la possibilità di partecipazione all'asta.
  Da fonti di mercato, i diritti esteri del Campionato sono stati sinora aggiudicati all'emittente CBS per gli U.S.A. ed all'Agenzia Infront per Europa, Canada, Asia, Centro e Sud America, Oceania. I valori solo per questi Paesi hanno superato i 200 milioni di euro. Restano ad oggi ancora da aggiudicare i diritti sui Paesi MENA.
  L'evoluzione del mercato internazionale dell'offerta televisiva nelle diverse piattaforme, considerato il costo dei diritti, rende ormai estremamente complesso anche l'acquisto parziale in co-esclusiva di alcune partite: il mercato infatti privilegia infatti la cessione dell'esclusiva totale ad un unico broadcaster, e vede gli stessi diritti svalutarsi più che proporzionalmente in caso di condivisione anche parziale con altri operatori.
  I colloqui con gli aggiudicatari, immediatamente attivati, hanno confermato che il valore necessario per l'acquisto di una o più partite per la trasmissione in diretta su Rai Italia ha raggiunto ormai livelli multipli rispetto al passato, non coerenti con l'equilibrio economico complessivo aziendale.
  Inoltre, anche prescindendo dal prezzo, l'eventuale cessione in co-esclusiva di un numero anche molto limitato di partite intaccherebbe sensibilmente la possibilità di cessione dei diritti principali in alcuni territori da parte degli aventi diritto.
  Il quadro potrà essere definito solo a seguito del processo di vendita dei diritti principali nei diversi Paesi; è stato però confermato da parte di Infront ogni ragionevole sforzo per concedere a Rai almeno gli Highlights con embargo limitato, di modo che il canale internazionale possa dare una certa continuità al racconto del campionato.
  In tale contesto, al fine di contribuire anche tramite i programmi sportivi al legame con il territorio, la Rai ha manifestato alla Lega Serie B il proprio interesse per l'acquisizione dei diritti internazionali.

  CAPITANIO, BERGESIO, CAVANDOLI, COIN, FUSCO, MACCANTI, PERGREFFI, FORMENTINI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai
  Premesso che:

   sono 1.050 i razzi e colpi di mortaio lanciati dalla Striscia contro Israele di cui l'85 per cento è stato intercettato;

   a Tel Aviv le sirene d'allarme sono risuonate a lungo e ieri sera l'aeroporto Ben Gurion è stato chiuso per circa un'ora. In mattinata gli attacchi allo scalo Ben Gurion sono ripresi;

   il movimento islamista Hamas, al potere a Gaza, ha annunciato anche nella giornata di mercoledì il lancio di altri 210 razzi sul territorio israeliano;

   il consiglio di sicurezza dell'Onu ha convocato un vertice urgente sul conflitto in corso tra Israele e palestinesi, su richiesta di Tunisia, Norvegia e Cina. Si tratta del secondo incontro in tre giorni, stando a fonti diplomatiche della Afp;

   l'attacco degli islamisti di Hamas contro Israele che controllano Gaza si sta «intensificando verso una guerra su vasta scala», ha detto l'inviato delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente Tor Wennesland, lanciando un appello: «Fermate immediatamente il fuoco»:

   a parere degli interroganti è gravissimo che il Tg1, nell'edizione di ieri delle ore 20, abbia omesso nei titoli la notizia degli attacchi terroristici contro Israele. Ma risulta ancora più grave che la notizia, a quanto risulta, fosse all'inizio in scaletta e poi sia stata rimossa, il che potrebbe far pensare a una precisa scelta editoriale, se non addirittura ideologica;

   nell'edizione odierna si auspica venga dato ampio spazio alla notizia di un attacco sanguinario e deprecabile, condannato trasversalmente questa mattina alla Camera dei deputati

   si chiede alla Società Concessionaria di sapere:

   quale sia stata la scelta editoriale che ha portato l'edizione delle 20 del Tg1 dell'11 maggio a non inserire nei titoli questa drammatica e prioritaria notizia.

(373/1755)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della testata Tg1.
  In linea generale, si ritiene opportuno evidenziare che il Tg1 ha coperto la crisi in Medio Oriente in maniera capillare, dedicando ampi spazi alla cronaca dei fatti, con aggiornamenti in diretta dalla sede di corrispondenza a Gerusalemme e dalle città colpite dai razzi lanciati dalla striscia di Gaza, con collegamenti dagli uffici di corrispondenza esteri interessati dalla crisi, con servizi redazionali sulle reazioni internazionali e nazionali, proponendo approfondimenti con esperti di geopolitica. Inoltre, la testata, ha garantito la copertura dell'aggravamento del conflitto in Israele e nella striscia di Gaza sempre nel rispetto dei criteri di obiettività, completezza e tempestività, come dimostra la dettagliata narrazione che segue e che illustra i contenuti con cui il Tg1 ha confezionato le varie edizioni del notiziario per seguire l'escalation di violenza nell'attuale conflitto tra israeliani e palestinesi.
  L'edizione delle 13.30 del 10 maggio apre con l'aggravamento del conflitto: in particolare la pagina comincia con il servizio di cronaca e il collegamento del corrispondente da Gerusalemme, Raffaele Genah, seguito dall'approfondimento sulla situazione con il direttore dell'Istituto di politica internazionale, Paolo Magri.
  Al conflitto è dedicato il titolo di apertura: «Israele. Quarto giorno di scontri a Gerusalemme. Centinaia di feriti, ancora razzi dalla striscia di Gaza. Si teme l'escalation».
  Nell'edizione delle 20 dello stesso giorno, l'apertura è dedicata al conflitto, con l'aggiornamento di cronaca e il collegamento con il corrispondente Genah.
  Il titolo di apertura è: «Tensione a Gerusalemme. Razzi da Gaza verso la città santa. Evacuati Parlamento e muro del pianto. Centinaia di feriti negli scontri».
  Il giorno successivo, l'11 maggio, nell'edizione del mattino il servizio di apertura è sulla cronaca notturna del conflitto. A seguire il collegamento con il corrispondente Raffaele Genah che aggiorna sulle ultime notizie, con la corrispondente da Istanbul Lucia Goracci che fa il punto sulla reazione dei Paesi arabi, con il corrispondente da Bruxelles Donato Bendicenti che informa sulle reazioni internazionali.
  I titoli di apertura del Tg sono: «Notte di guerra. Duecentocinquanta razzi di Hamas contro Israele. La rappresaglia aerea, colpiti 140 obiettivi militari. Ripresi gli scontri a Gerusalemme» Il secondo titolo: «Diplomazie a lavoro per raffreddare il conflitto. Unione europea: stop immediato a violenze. Preoccupazione della Casa Bianca».
  Nell'edizione delle 13.30 le notizie del conflitto sono la spalla del giornale, con servizio sulla cronaca del conflitto e collegamento in diretta del corrispondente, Raffaele Genah, con gli ultimi aggiornamenti.
  Il secondo titolo del Tg1 è: «Israele. Notte di combattimenti. Una ventina le vittime dei raid aerei contro i razzi lanciati da Gaza. Colpita anche Ashkelon. La Ue: basta violenza».
  Si richiama in particolare l'attenzione sull'edizione delle 20, che in realtà parte alle 19:56. Si tratta di un dettaglio importante perché – dopo l'apertura dedicata alla campagna di vaccinazioni, al tema delle riaperture e del decreto ristori bis, al servizio dedicato all'intervento del Presidente della Repubblica – il corrispondente Raffaele Genah, nel collegamento in diretta, aggiorna sull'ultimo attacco che è in corso proprio in quel momento: i razzi di Hamas contro Tel Aviv. Solo una manciata di minuti prima alcune agenzie internazionali iniziano a battere la notizia: alle 19.50 la Reuters, alle 19.51 la Afp, alle
19.53 la Ap. La prima agenzia italiana a battere la notizia è l'Ansa, alle 19.51 che titola: «++Israele: sirene di allarme a Tel Aviv, “udite esplosioni”. ++. Alle 19.53 arriva un flash dell'Adnkronos: **Flash – Mo: Esplosioni a Tel Aviv, suonano le sirene dell'allarme – Flash**».
  E dunque, mentre è appena iniziato l'attacco missilistico di Hamas contro Tel Aviv e le agenzie cominciano a battere la notizia, partono i titoli del Tg1, con una tempistica che rende tecnicamente impossibile l'inserimento di un titolo nuovo nel confezionamento del notiziario.
  Ciononostante, la redazione del Tg1 a Roma apre un riporto immagini per il corrispondente da Gerusalemme, che nel suo collegamento in diretta può così informare sull'attacco in corso in quei minuti, mandando in onda per primo le immagini dei razzi che stanno colpendo Tel Aviv.
  Si sottolinea inoltre che l'annuncio di Hamas, la convocazione del Consiglio di sicurezza, la dichiarazione dell'inviato delle Nazione Unite, il dato degli oltre mille razzi lanciati sono informazioni che vengono battute dalle agenzie internazionali e nazionali dopo la messa in onda del Tg1 delle 20 e verranno pertanto puntualmente riprese nelle edizioni successive.
  Ovviamente, nell'edizione di mezza sera in onda a mezzanotte, l'apertura è dedicata alle ultime notizie da Israele e dalla striscia di Gaza, con un servizio sul grave attacco contro Tel Aviv.
  Il 12 maggio nell'edizione delle 8 la pagina di apertura è dedicata al conflitto, seguita dal collegamento con il corrispondente Raffaele Genah che aggiorna e propone un «focus» sull'aggravamento del rischio guerra civile, con i fatti di Lod, l'incendio delle tre moschee e gli attacchi a negozi e abitazione di cittadini ebrei.
  La corrispondente da Istanbul, Lucia Goracci fa il punto sul mondo arabo, con particolare attenzione al ruolo dell'Iran.
  Quindi nel servizio da New York il corrispondente, Antonio Di Bella, informa sui passi della diplomazia americana e le iniziative delle Nazioni Unite. La pagina si chiude con un collegamento in diretta con l'editorialista de La Stampa, Gianni Riotta.
  I titoli di apertura del Tg1 delle 8 sono: «Oltre mille razzi contro Israele in un giorno e mezzo. Nel mirino anche l'aeroporto di Tel Aviv. Rappresaglia aerea: colpita centrale dei lanci». Il secondo titolo: «Rischio guerra civile. Incendiate sinagoghe a Lod. Il sindaco: è come la notte dei cristalli. Distrutto cimitero musulmano».
  Anche nell'edizione delle 13.30 la pagina di apertura è dedicata al conflitto in Medio Oriente e il titolo di apertura è: «Escalation in Medio Oriente. Razzi da Gaza contro Israele e raid sulla striscia. Sei vittime israeliane. Fonti parlano di quarantotto morti palestinesi».
  Infine, nell'edizione delle 20 la pagina dedicata al conflitto segue il servizio sul Presidente del Consiglio Draghi, intervenuto nel «question time» parlamentare.
  Dopo la cronaca sui fatti della giornata, il corrispondente Raffaele Genah si collega per gli ultimi aggiornamenti. Segue un collegamento dal Portico di Ottavia a Roma sulla manifestazione indetta dalla comunità ebraica in solidarietà con Israele e un servizio sugli interventi della presidente della comunità, Ruth Dureghello e degli esponenti politici che hanno preso la parola.
  Il secondo titolo del Tg1 è: «Medio Oriente. Oltre mille razzi di Hamas contro Israele. Massicci raid su Gaza. Appello del mondo: stop alla violenza».

  GAUDIANO, DI NICOLA, L'ABBATE, MANTOVANI, PESCI, MAUTONE, TURCO, PUGLIA, GALLICCHIO, MARINELLO, AIROLA, PIRRO, LOMUTI, PERILLI, NATURALE, FENU, CASTIELLO, CASTELLONE, PAVANELLI, ROMAGNOLI, LANZI, DE LUCIA, EVANGELISTA, RICCIARDI, CAMPAGNA. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
  Premesso che:

   per quanto risulta agli interroganti, da tempo immemore, si registrano in più parti di Italia segnalazioni per assenza totale del segnale RAI;

   il disservizio impedisce di usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo nonostante il pagamento del canone RAI da parte dei cittadini e l'acquisto, a proprie spese, di appositi decoder e di innumerevoli interventi di tecnici privati;

   le numerose segnalazioni, anche a mezzo di testate giornalistiche, e i solleciti pervenuti da più parti, anche attraverso atti parlamentari, non hanno a tutt'oggi ottenuto concreti riscontri;

   a tal proposito la prima firmataria del corrente atto ha presentato un disegno di legge (AS 1290) affinché sia prevista una specifica esenzione del pagamento del canone RAI in ragione della mancata ricezione e impossibile fruibilità dei programmi radiotelevisivi trasmessi dalla RAI;

   il disservizio causato dall'assenza di segnale RAI causa, infatti, legittimi malcontenti nei cittadini interessati e comporta una grave lesione del diritto degli stessi ad essere correttamente informati, che merita di essere controbilanciato qualora non si renda possibile la risoluzione del problema;

   in particolare, si rileva in tal senso la mancata ricezione dei telegiornali e dell'informazione regionale del canale RAI3, oltre all'impossibilità di accedere agli altri canali tematici e informativi trasmessi dal digitale terrestre;

   le suddette segnalazioni pervengono, ripetutamente, da più parti del territorio nazionale, da nord a sud, con prevalenza nelle zone montane e pedemontane;

   ad oggi risulta ancor più inaccettabile tale inefficienza in considerazione della necessità di apprendere informazioni quotidiane rispetto all'evoluzione della pandemia da COVID-19 e delle misure di contenimento adottate;

   la necessità di porre fine a tale disservizio attraverso una strategia di risoluzione del problema in tempi brevi, da parte dei soggetti deputati a farlo, richiedono necessariamente una effettiva e chiara quantificazione del problema,

   si chiede alla Società concessionaria di procedere in tempi brevi ad effettuare una opportuna, quanto necessaria, ricognizione delle aree non coperte dal segnale televisivo RAI al fine di quantificare e mappare con precisione la platea dei cittadini vittima del disservizio e i territori interessati.

(378/1770)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi, sulla base delle indicazioni della Direzione Reti e Piattaforme.
  In primo luogo, è opportuno premettere che il tema della diffusione rappresenta per la Rai non solo un obbligo da Contratto di servizio ma uno degli elementi essenziali per poter svolgere con efficacia la missione di servizio pubblico; qualunque iniziativa in tema si muove quindi – in linea generale – nella direzione auspicata.
  Per quanto riguarda le difficoltà di ricevere il segnale Rai in alcune zone del Paese, si specifica che la causa della difficoltà di ricezione è spesso da imputare alle particolari condizioni orografiche che, in alcune zone particolari, si aggiungono ai problemi degli impianti gestiti dalle ex-Comunità Montane, ora Unioni dei Comuni, che ripetono i programmi del MUX 1 RAI: gli impianti infatti non sono gestiti in modo adeguato per problemi tecnico/economici.
  Il «MUX 1 RAI» – comprendente i programmi televisivi di Rai 1, Rai 2, Rai 3 (a diffusione regionale), Rai News, i programmi radiofonici di Radio1, Radio2, Radio3 e il Televideo – è diffuso a livello nazionale da una rete di oltre 2.000 impianti ad elevatissima capillarità che offre una copertura che si attesta al 99,2 per cento della popolazione (media nazionale).
  L'impatto economico, per consentire alla totalità della popolazione di ricevere i segnali Rai tramite la diffusione terrestre (DTT), è molto considerevole in virtù della realizzazione di un elevato numero di piccolissimi impianti con un conseguente elevato costo derivante.
  Tutto ciò premesso, tenendo in considerazione anche di quanto riportato nella Convenzione di servizio pubblico del 28
aprile 2017 (articolo 3, comma 1, lettera a) e nel Contratto di servizio Rai-MiSE 2018-2022 (art. 19.5), si evidenziano di seguito le azioni che la RAI ha intrapreso per mitigare le problematiche di ricezione in alcune ridotte aree del Paese:

   1. Realizzazione della piattaforma «Tivùsat» (trasmissione satellitare) per fruire dell'intera programmazione Rai, gratuitamente, direttamente da satellite con l'uso di un'antenna parabolica ed un decoder satellitare opportunamente abilitato. La piattaforma «Tivùsat» è stata studiata proprio per risolvere problematiche di carenza di copertura del servizio estremamente localizzate ed è, quindi, integrativa della rete terrestre. Informazioni circa la reperibilità dei decoder, delle smart card e, in generale, della fruizione del suddetto servizio da satellite sono reperibili al sito www.tivusat.tv;

   2. Realizzazione della piattaforma «RaiPlay» (trasmissione internet – IP) dalla quale, in modo completamente gratuito, si possono guardare i 14 canali Rai in diretta streaming e avere accesso a un vasto catalogo di programmi di serie TV, fiction, film, documentari, concerti e cartoni animati. Attraverso la Guida TV si ha inoltre la possibilità di rivedere i programmi andati in onda negli ultimi 7 giorni;

   3. Realizzazione della nuova iniziativa di distribuzione delle smartcard Rai (indicata come obbligo anche sul C.d.S. Rai – art. 19.5). Il piano «smartcard Rai» prevede la distribuzione gratuita (presso le Sedi Rai), agli utenti che ne faranno richiesta mediante le pagine del sito internet Rai, di una tessera che abiliterà la visione dei soli canali Rai ricevuti tramite la piattaforma satellitare. Tale piano sarà attivo a far data dal 1° settembre 2021.

  CAPITANIO, BERGESIO, CAVANDOLI, COIN, FUSCO, MACCANTI, PERGREFFI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai
  Per sapere – premesso che:

   in occasione della celebrazione della festa dei lavoratori è stato organizzato dai sindacati il consueto concerto del Primo maggio al quale ha partecipato anche il cantante Federico Lucia in arte «Fedez».
   Prima della propria esibizione canora, il cantante ha letto un lungo monologo a favore della rapida approvazione del c.d. ddl Zan, attualmente in discussione presso il Senato della Repubblica.
   L'intervento del rapper, passato prima al vaglio dei giornalisti del Fatto Quotidiano e di Repubblica, come dichiarato dallo stesso Fedez, è stato prevalentemente un attacco senza contraddittorio contro il movimento politico Lega Salvini Premier.
   Il signor Lucia ha duramente contestato la scelta del Senatore Ostellari quale relatore del provvedimento sostenendo che lo stesso lo avrebbe fatto al solo fine di ostacolare l'approvazione della proposta legislativa, dimostrando quindi di non conoscere le più elementari norme di dinamica parlamentare, e di voler offrire al pubblico una falsa rappresentazione della realtà politica del paese.
   La strumentalità di questo messaggio è stata corredata dalla messa in onda, tramite i profili social del signor Lucia, di uno stralcio manomesso e contraffatto di una telefonata con la vicedirettrice di RaiTre, Ilaria Capitani: nonostante la dirigente avesse più volte rassicurato il cantante sul fatto che non ci sarebbe stata alcuna censura sull'intervento, il cantante ha veicolato esattamente il messaggio opposto.
   La dirigente ha infatti rassicurato il cantante sul fatto che «la Rai non ha proprio alcuna censura da fare. Nel senso che la Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà...Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok?».
   La vicenda appena riportata si pone, peraltro, in netto contrasto con quanto previsto dal Contratto di servizio 2018-2022, nello specifico, l'articolo 6 del citato Contratto stabilisce chiaramente che «la Rai è tenuta ad improntare la propria offerta informativa ai canoni di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza (...) e a garantire un
rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e degli operatori del servizio pubblico, i quali sono tenuti a coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità, nel rispetto della dignità della persona, e ad assicurare un contraddittorio adeguato, effettivo e leale».
   La Rai deve sempre garantire il rigore, la considerazione e il rispetto da parte dei suoi giornalisti, degli operatori del servizio pubblico e dei propri ospiti se non altro per il rispetto che si deve alla pluralità del pubblico televisivo e, nel caso specifico, dei telespettatori che contribuiscono al mantenimento della Rai attraverso il pagamento del canone.
   In occasione dell'audizione del direttore di RaiTre, Franco Di Mare, tenutasi il 5 maggio in Commissione Vigilanza Rai, l'azienda ha ipotizzato «una querela per diffamazione con richiesta civile di danni considerato che esiste un danno di immagine e che la reputazione oggi è una cosa importantissima nella vita economica di un'Azienda e nella vita professionale di ciascuno di noi. E questo danno c'è stato».
   Alla luce dei gravissimi fatti esposti si chiede alla Società Concessionaria:

    quali iniziative i vertici Rai intendano adottare al fine di evitare che episodi come quelli riportati in premessa si ripetano;

    quali azioni legali abbia intrapreso la Rai per tutelare la propria immagine e la onorabilità del vicedirettore dopo la diffusione parziale della telefonata;

    se sia contemplato nei regolamenti aziendali la possibilità che, in occasioni di manifestazioni come il concerto del Primo maggio, gli artisti possano indossare capi di abbigliamento con il chiaro intento di fare pubblicità ai relativi marchi.

(383/1778)

  RISPOSTA. – In via preliminare è opportuno sottolineare come Rai – nel suo ruolo di concessionaria del Servizio Pubblico – si ispiri senza riserve agli impegni presi nel Contratto di Servizio e ai principi in esso contenuti, e in particolare non ha mai derogato nella sua programmazione a tutto ciò che attiene a equilibrio, responsabilità, pluralismo, verità, imparzialità e indipendenza.
  Quanto agli eventi del 1 maggio cui si riferisce l'interrogazione, nel rimandare alle precedenti risposte e anche a quanto riferito dal direttore di Rai3 – Franco Di Mare – in audizione in codesta spettabile Commissione, è bene rammentare che l'Azienda si è adoperata in ogni modo per far sì che si rispettassero i principi suesposti. Un comportamento che da sempre è alla base di ogni azione di ogni dipendente e collaboratore dell'Azienda e che viene costantemente replicato, senza eccezione alcuna, nella realizzazione di ogni programma televisivo, radiofonico o via web della Rai.
  Quanto al secondo quesito posto nell'interrogazione, la Rai ha conferito mandato ai propri legali di procedere in sede penale nei confronti di Federico Leonardo Lucia, in arte «Fedez», in relazione all'illecita diffusione dei contenuti dell'audio e alla diffamazione aggravata in danno della società e di una sua dipendente avvenuti in occasione del concerto del 1° maggio.
  Per quanto riguarda l'esposizione di marchi nel corso di trasmissioni, la Rai si adopera sempre contro ogni forma di pubblicità occulta ed esercita il massimo controllo possibile. Come sancito anche nel Codice Etico sottoscritto da tutti i dipendenti e collaboratori del Servizio Pubblico, «la pubblicità non deve violare o porsi in contrasto con la legge e deve essere diffusa nel rispetto del Codice di Autodisciplina pubblicitaria e dalle varie normative che regolamentano la diffusione dei comunicati commerciali a pagamento [...] È vietata la pubblicità occulta, clandestina, indiretta o che comunque utilizzi tecniche subliminali».