Commissioni Riunite (IV e VIII)
IV (Difesa) e VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici)
Commissioni Riunite (IV e VIII)
Comm. riunite 0408
Sulla pubblicità dei lavori ... 11
7-00624 Dori e 7-00653 Pezzopane: In merito al coinvolgimento delle Forze armate nella messa in sicurezza del territorio, in relazione al pericolo di frana del Monte Saresano (Seguito della discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00119) ... 11
ALLEGATO (Risoluzione approvata dalle Commissioni) ... 15
RISOLUZIONI
Mercoledì 26 maggio 2021. — Presidenza del presidente della IV Commissione, Gianluca RIZZO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la transizione ecologica, Vannia Gava.
La seduta comincia alle 14.
Sulla pubblicità dei lavori.
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che della seduta sarà data pubblicità anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
7-00624 Dori e 7-00653 Pezzopane: In merito al coinvolgimento delle Forze armate nella messa in sicurezza del territorio, in relazione al pericolo di frana del Monte Saresano.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00119).
Le Commissioni proseguono la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, rinviata nella seduta del 19 maggio 2021.
Gianluca RIZZO, presidente, avverte che, con lo svolgimento dell'audizione di rappresentanti della società Telespazio, si è conclusa l'attività conoscitiva deliberata nell'ambito della discussione delle risoluzioni all'ordine del giorno e che nella seduta del 19 maggio, su proposta del collega Dori, le Commissioni hanno convenuto di rinviare l'esame al fine di predisporre una proposta di risoluzione unitaria.
Devis DORI (M5S) si dichiara orgoglioso del lavoro svolto dalle Commissioni, sottolineando la bontà della metodologia adottata nell'esame dell'atto di indirizzo, che dovrebbe essere estesa anche ad altri provvedimenti.
Evidenzia, quindi, come l'attività conoscitiva condotta dalle Commissioni abbia confermato che la situazione relativa al fenomeno della frana del Monte Saresano presenta caratteristiche peculiari che la differenziano in maniera significativa da altri fenomeni simili. In particolare, osserva come la presenza del lago costituisca un elemento che amplifica i rischi derivanti dal pericolo della frana.
Ribadisce che il contributo degli esperti ha consentito di approfondire, sotto tutti i punti di vista, una situazione estremamente complessa e difficile, permettendo alle Commissioni, attraverso le informazioni acquisite, di analizzare tutti gli scenari possibili e trovare le soluzioni più opportune, anche per garantire la sicurezza della popolazione residente e delle attività turistiche ed economiche presenti nell'area. Anche lo studio commissionato dalla regione Lombardia potrà contribuire ad accrescere la comprensione del fenomeno idrogeologico e potrà, altresì, dare importanti indicazioni riguardo la prosecuzione dell'attività estrattiva sulle pendici del Monte Saresano.
Conclude sottolineando come tutti i soggetti interessati stiano facendo al meglio la loro parte. Presenta, pertanto, il testo di una risoluzione unitaria che impegna il Governo: a garantire, ove richiesto, il coinvolgimento delle Forze armate a supporto della protezione civile; ad adottare iniziative di competenza affinché siano resi disponibili alle autorità locali idonei strumenti di segnalazione sonora; a prevedere il coinvolgimento dell'Istituto idrografico della Marina Militare per effettuare un'analisi dei dati del Lago di Iseo e svolgere rilievi idrografici con modellazione 3D del fondale; ad utilizzare la migliore tecnologia possibile; a verificare le cause degli eventi franosi sul Monte Saresano, la possibile correlazione tra gli eventi franosi e l'attività estrattiva, e se la ripresa dell'attività estrattiva sia compatibile o meno con la presenza della frana in atto, adottando tutte le iniziative di competenza conseguenti; a verificare l'applicabilità della previsione di cui all'articolo 29 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di valutazione di impatto ambientale (VIA); ad adottare iniziative per verificare la sussistenza dell'eventuale minaccia di danno ambientale; ad adottare iniziative per garantire una costante interlocuzione con la regione Lombardia; ad attivare, nel caso in cui gli studi commissionati da Regione Lombardia dovessero evidenziare la necessità di revocare le concessioni minerarie sul Monte Saresano, le necessarie procedure a tutela dell'occupazione del personale e dell'indotto interessati; infine, ad adottare iniziative, anche normative, per rafforzare le strutture tecniche e, in particolare, il sistema delle Agenzie regionali di protezione ambientale (vedi allegato).
Ringrazia, quindi, tutte le forze politiche per il contributo offerto alla predisposizione di un testo il più completo e condiviso possibile ed auspica che si possa realizzare la più ampia convergenza.
La Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica Vannia GAVA condivide la proposta del presentatore.
Graziella Leyla CIAGÀ (PD) ringrazia il Governo per aver accolto i contenuti della risoluzione ed esprime soddisfazione per il lavoro di concerto svolto tra i gruppi, che ha portato ad un testo condiviso, nell'interesse dei comuni rivieraschi.
La risoluzione impegna il Governo a reperire i fondi per la messa in sicurezza del monte Saresano. È necessario inoltre un confronto costante tra il Ministero per la transizione ecologica e la regione Lombardia, proprio al fine di evitare i continui rimpalli tra istituzioni e per rassicurare quindi i sindaci sulla univocità degli interventi. Pur se gli eventi franosi risalgono agli anni Settanta, negli ultimi mesi si è verificato infatti un aggravio della situazione che impone di dare risposte certe al territorio.
Si sofferma, quindi, su tre impegni che giudica particolarmente rilevanti nell'ambito della risoluzione, con i quali si chiede al Governo di effettuare alcune importanti verifiche.
In primo luogo, la verifica della possibile correlazione tra gli eventi franosi e le attività estrattive.
In secondo luogo, la verifica della sussistenza di una minaccia di danno ambientale, dovuta ai materiali stoccati nel cementificio. A questo riguardo, pur essendo alcuni materiali stati rimossi dal sito nel quale erano stoccati, come emerso nel corso delle audizioni, teme che la ripresa dell'attività estrattiva possa portare allo stoccaggio di nuovi materiali, con il pericolo di una loro caduta nel lago d'Iseo in caso di frana.
L'ultima verifica è quella relativa all'applicazione della valutazione di impatto ambientale ex post, come previsto dalla recente disciplina europea e nazionale. A tale riguardo fa presente che il cementificio, pur avendo iniziato la propria attività da più di un secolo, non è stato mai sottoposto a procedura di VIA, nonostante le ripetute sollecitazioni del Comune di Tavernola bergamasca in occasione delle richieste di autorizzazione avanzate dal cementificio negli anni per integrare le proprie attività.
Il caso di Tavernola Bergamasca dimostra anche la necessità di un rafforzamento del sistema delle Agenzie regionali di protezione dell'ambiente, oggi sottodimensionate rispetto ai continui interventi che vengono loro richiesti.
Conclusivamente, sottolineato il prezioso contributo reso dai soggetti auditi, che ringrazia, anche a nome delle colleghe Berlinghieri, Carnevali e della rappresentante del suo gruppo in Commissione Ambiente Pezzopane, dichiara il voto favorevole del Partito democratico.
Alberto ZOLEZZI (M5S) ringrazia i firmatari delle risoluzioni, i colleghi e gli auditi intervenuti per aver consentito alle Commissioni di svolgere un'approfondita istruttoria su un tema delicato che gli atti di indirizzo provano ad affrontare in via preventiva, stimolando decisioni volte ad evitare che una eventuale frana del monte Saresano e la conseguente onda che si genererebbe, possano provocare danni ingenti per l'ambiente e le persone.
A suo giudizio vanno certamente preservate le attività economiche della regione Lombardia, integrandole tuttavia con le esigenze di tutela ambientale e prevedendo meccanismi di premialità per le imprese più sostenibili. La Lombardia è infatti la regione nella quale il consumo di suolo è ben oltre il livello di guardia e pertanto sarebbe opportuno valutare con attenzione l'ipotesi di cessazione delle attività del cementificio, salvaguardando ovviamente i livelli occupazionali.
Giudica gli impegni dell'atto di indirizzo equilibrati nel contemperare le attività economiche con la tutela ambientale e di salute pubblica, ricordando tuttavia che le attività estrattive – anche di recente autorizzate dalla Giunta lombarda – sono spesso volte alla costruzione di alcune tratte autostradali che peraltro auspica non vengano mai realizzate. Compito della politica dovrebbe essere quello di favorire lo sviluppo di attività economiche sostenibili, accompagnando la riconversione di quelle che non lo sono. Per fare un parallelismo, ricorda che sono trascorsi esattamente nove anni dal sisma in Lombardia, che è stato ipotizzato potesse essere stato generato anche a causa delle attività di trivellazione a Mirandola.
Apprezza che gli impegni facciano riferimento alla collaborazione degli enti scientifici e dei corpi militari che potranno fornire utili strumenti per l'indagine e la gestione dell'emergenza, all'interlocuzione tra le strutture del Ministero della transizione ecologica e dell'ISPRA con gli enti interessati, alla possibilità che si valuti una possibile revoca della concessione estrattiva sul monte Saresano nonché al rafforzamento del sistema delle ARPA, al momento sottodimensionate rispetto ai loro compiti.
Preannuncia, quindi, il voto favorevole del proprio gruppo.
Roberto Paolo FERRARI (LEGA) osserva come gli approfondimenti svolti abbiano consentito di prendere consapevolezza della situazione relativa alla frana del Monte Saresano e ringrazia l'onorevole Dori per avere dato atto che tutti i soggetti interessati dalla questione abbiano fatto tutti i passi necessari per trovare una soluzione definitiva che possa garantire la sicurezza della popolazione locale e di coloro che frequentano per turismo o per lavoro la zona del Lago d'Iseo.
Come sempre, le Forze armate non faranno mancare il loro contributo nel soccorso alla popolazione civile, anche se tale attività non rientra nei prioritari compiti istituzionali assegnati alla Difesa. Si tratta di un punto che lo trova concorde e ribadisce come sia fondamentale che gli altri soggetti interessati stiano facendo tutto quello che è di loro competenza.
Precisa, quindi, che la regione Lombardia è stata la prima regione a dotarsi di una legge sul consumo del suolo e sostiene con forza che occorre sviluppare un'economia che sia compatibile con l'esigenza di tutelare l'ambiente.
Il testo unitario presentato dal collega Dori rappresenta una sintesi alta di questi concetti ed auspica che il metodo di lavoro utilizzato per formulare questo testo possa essere replicato. Preannuncia, quindi, un voto favorevole.
Salvatore DEIDDA (FDI) preannuncia un voto favorevole dichiarandosi soddisfatto per il proficuo lavoro svolto coinvolgendo anche l'opposizione. Apprezza, in particolare, l'esaustiva e qualificata attività conoscitiva, utile a far comprendere con pienezza la situazione reale della frana del Monte Saresano.
Esprime, inoltre, soddisfazione per il fatto che sia stato chiarito che il contributo delle Forze armate non sia richiesto per adempiere ai compiti non svolti dagli enti territoriali e dagli altri soggetti interessati e rimarca come sia necessario assicurare sufficienti risorse economiche per consentire a queste istituzioni di svolgere fino in fondo i loro compiti.
Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni riunite approvano la risoluzione conclusiva Dori, Pezzopane 8-00119.
La seduta termina alle 14.30.
ALLEGATO
Risoluzioni nn. 7-00624 Dori e 7-00653 Pezzopane: In merito al coinvolgimento delle Forze armate nella messa in sicurezza del territorio, in relazione al pericolo di frana del Monte Saresano.
RISOLUZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI
Le Commissioni IV e VIII
premesso che:
i comuni che si affacciano sul lago d'Iseo, in particolare i comuni di Tavernola Bergamasca e Monte Isola, vivono in una costante situazione d'allarme per il pericolo di una significativa frana del Monte Saresano;
il Monte Saresano, sin dagli inizi del Novecento, è stato oggetto di escavazione e di sbancamento del versante per estrarre marna da cemento;
nonostante nel corso dei decenni si siano verificati numerosi eventi franosi (in particolare la frana Ognoli in data 23 dicembre 1970, la frana Scapioni in data 25 marzo 1986, la frana Pinnacoli in data 22 novembre 2010), l'attività estrattiva è proseguita, con rilevanti conseguenze dal punto di vista ambientale e paesaggistico;
il continuo e progressivo sgretolamento roccioso è dimostrato dai dati registrati dai sensori presenti nel cementificio Italsacci, acquisito nel 2018 da Italcementi S.p.a., appartenente al Gruppo Heidelberg Cement, che monitorano il Monte Saresano;
tali sensori, installati dopo la frana dell'ex miniera Ognoli, registravano, fino alla metà del mese di gennaio 2021, uno spostamento quantificabile in media di 2 o 3 millimetri al mese;
nel febbraio 2021, l'area ha iniziato pericolosamente a cedere in modo significativo, creando crepe ben visibili e movimenti importanti rilevati dagli strumenti di monitoraggio, quantificabili da 5 a 20 millimetri al giorno;
il fronte instabile, con più possibili punti di rottura, viene stimato in oltre due milioni di metri cubi di materiale roccioso, una parte del quale si riverserebbero nel lago d'Iseo;
tale riversamento avrebbe evidentemente conseguenze devastanti, anche in relazione all'onda anomala che si genererebbe con la caduta nel lago di una parte consistente della frana;
il 27 febbraio 2021, il professor Nicola Casagli, presidente dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, ha effettuato con il Centro per protezione civile dell'università degli studi di Firenze, un sopralluogo sulla frana situata sul versante sud-orientale del Monte Saresano;
tenuto conto della relazione del citato sopralluogo, pubblicata il 4 marzo 2021, l'università di Milano-Bicocca ha eseguito uno studio sugli scenari di massima dell'espandimento della frana del Monte Saresano;
il 9 marzo 2021 i militari del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza e del Comando Truppe Alpine di Bolzano hanno effettuato un sopralluogo logistico per il posizionamento dei loro mezzi. Gli stessi, sono stati preallertati dalla prefettura di Bergamo, per un diretto coinvolgimento nella task force che interverrebbe in seguito alla frana;
il 22 marzo 2021 è accorso sul luogo anche il personale del 10° reggimento Guastatori della Brigata Corazzata Ariete, ai fini di una prima fase di monitoraggio;
il sindaco di Tavernola Bergamasca, in data 15 marzo 2021, con una lettera a tutti gli enti territoriali coinvolti, nonché alla prefettura di Bergamo sollecita con urgenza, tra le altre iniziative l'invio di risorse umane aggiuntive, in particolar modo forze dell'ordine o dell'esercito, al fine di presidiare l'eventuale riapertura della strada comunale di Tavernola-Parzanica;
il 19 marzo 2021 il professor Stefano Tinti, coordinatore del gruppo di ricerca dell'università Alma Mater di Bologna, ha riassunto i primi risultati dello studio commissionato e consistente in simulazioni con modelli numerici riferiti all'entità dei possibili fenomeni di onde anomale conseguenti alla frana;
a seguito dello studio menzionato, la prefettura di Brescia ha diffuso una nota con la previsione che l'onda potrebbe assumere un'altezza di sette metri nelle aree di Tavernola e Montisola, specificando che gli studi non sono ancora completi per le aree maggiormente urbanizzate e caratterizzate da infrastrutture critiche con interventi da calibrare e pianificazioni da rivedere;
presso il cementificio sopra citato sarebbe depositata una notevole quantità di materiali che, se non rimossi, in caso di frana, finirebbe nel lago, con un possibile enorme danno di natura ambientale;
secondo i calcoli effettuati dall'Università di Milano-Bicocca, con la caduta della frana, il materiale roccioso investirebbe oltre la metà del cementificio;
l'Università di Bologna, invece, ha dimostrato che l'onda anomala generata dalla caduta della frana nel lago, e la conseguente onda di ritorno, sommergerebbe l'intero cementificio, trascinando nel lago anche una ingente quantità di rifiuti e materiali pericolosi (combustibili, additivi, materie secondarie, rifiuti) stoccati presso la ditta e determinando un gravissimo danno all'ambiente, al turismo e alla salute pubblica, considerato che l'acqua del lago è utilizzata anche per l'irrigazione oltre che come riserva per l'acquedotto del comune di Tavernola;
dall'ultima settimana del mese di aprile 2021 il cementificio ItalSacci ha iniziato a rimuovere alcuni materiali;
i dati rilasciati dagli strumenti di monitoraggio hanno generato un alto livello di allerta e la conseguente chiusura del cementificio;
la ripresa delle attività potrebbe aggravare ulteriormente le condizioni in cui versa attualmente il Monte Saresano, aumentando il rischio per la sicurezza della popolazione e dei lavoratori della struttura;
la Regione Lombardia ha avviato uno specifico Accordo di collaborazione con l'Università di Firenze, con l'Università di Milano Bicocca e con il Politecnico di Milano per verificare quali siano state le cause che hanno determinato l'accelerazione dell'evento franoso e per l'individuazione delle soluzioni tecnico-progettuali finalizzate al consolidamento e alla stabilizzazione del Monte Saresano
a valle di tale studio potrà essere inserito nel Repertorio nazionale per la difesa del suolo (ReNDiS) un progetto per il finanziamento di interventi di prevenzione e/o di mitigazione dell'evento franoso;
nel caso in cui, conseguentemente al predetto studio, si valutasse di revocare le concessioni minerarie sul Monte Saresano, si configurerebbe una questione occupazionale con relativa perdita di posti di lavoro, e ciò dovrebbe comportare un impegno congiunto di tutte le Istituzioni, locali e nazionali, in accordo con la ditta e i sindacati, al fine di trovare la soluzione più opportuna per il ricollocamento dei lavoratori;
il cementificio citato opera sul Monte Saresano da oltre cento anni. In questo arco temporale si sono verificati notevoli cambiamenti, soprattutto correlati alle caratteristiche geo-morfologiche del Monte Saresano e al progressivo deterioramento dell'evento franoso, ciò nonostante il cementifico non è mai stato sottoposto a Valutazione d'impatto ambientale; tale circostanza rileva tanto più che gli ambiti delle miniere Ognoli (in corrispondenza della quale è localizzata l'attuale frana) e Ca' Bianca (in attività con l'utilizzo di «volate» a soli 500 metri in linea d'aria dalla frana) si trovano in una zona di vincolo idrogeologico;
diverse pronunce giurisprudenziali, sia comunitarie (si cita a titolo esemplificativo la sentenza della Corte di giustizia europea del 23 novembre 2006, nella causa C-486/04) sia nazionali (da ultimo la pronuncia n. 1004 del 10 febbraio 2020, della V sezione del Consiglio di Stato), hanno ribadito che è possibile esperire il procedimento di valutazione di impatto ambientale per un impianto già realizzato, ma mai sottoposto a verifica di assoggettabilità a VIA;
in relazione alle operazioni di evacuazione delle zone coinvolte, insiste l'ulteriore criticità rappresentata dalla carenza dei sistemi di allarme, con particolare riguardo alle segnalazioni sonore, in grado di raggiungere contemporaneamente tutta la popolazione interessata;
la cosiddetta terza missione della Difesa, di cui all'articolo 15, comma 2, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, dispone che il Ministero della difesa esercita funzioni e compiti quali: «interventi di tutela ambientale, concorso nelle attività di protezione civile su disposizione del Governo, concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni e il bene della collettività nazionale nei casi di pubbliche calamità»;
il 2° Reggimento Genio Pontieri interviene sovente a sostegno della popolazione civile, ripristinando la viabilità compromessa da eventi climatici e naturali, mentre il 10° Reggimento Genio Guastatori interviene in attività a supporto della popolazione. Giova ricordare che, nel 2010, unità del Genio militare sono già intervenute per mettere in sicurezza il territorio e frenare la Frana di Montaguto nell'Irpinia,
l'Istituto idrografico della Marina militare, organo cartografico dello Stato ed ente della Difesa, ha la capacità di svolgere rilievi topografici e batimetrici e di misurare i parametri fisici dell'acqua;
pur considerando che sul luogo la provincia di Bergamo ha attivato una postazione fissa di monitoraggio dell'evento franoso (interferometro radar GBInSAR LiSamobile), Telespazio S.p.A. dispone di una tecnologia radar da satellite in grado di ricostruire con precisione millimetrica l'eventuale spostamento o deformazione del suolo, tecnologia in grado di dare maggiore sicurezza alla popolazione e di permettere agli enti locali di disporre di un monitoraggio costante al fine di assicurare la ripresa delle attività turistiche in piena sicurezza,
impegnano il Governo:
1) a garantire, ove richiesto, il coinvolgimento delle Forze armate in attuazione dell'articolo 89, comma 3, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 a supporto della protezione civile e, a seguito di dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale, anche in caso di imminenza degli eventi, come previsto dall'articolo 24, comma 1, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1;
2) ad adottare iniziative di competenza affinché siano resi disponibili alle autorità locali idonei strumenti di segnalazione sonora, al fine di avvisare tempestivamente e simultaneamente in caso di evacuazione tutta la popolazione coinvolta, secondo quanto previsto dai piani di emergenza intercomunali;
3) a prevedere il coinvolgimento dell'Istituto idrografico della Marina Militare per effettuare un'analisi dei dati del Lago di Iseo e, in particolare, per svolgere rilievi idrografici con modellazione 3D del fondale, funzionali anche allo studio commissionato da Regione Lombardia;
4) ad utilizzare la migliore tecnologia possibile, anche mediante sistema di radar a terra e di altra idonea strumentazione geotecnica, nonché impiegando i dati interferometrici provenienti dai satelliti Sentinel 1 e 2, valutando la possibilità di utilizzare i prodotti forniti dalla costellazione di satelliti Cosmo-Skymed compatibilmente con la disciplina dell'ASI-Difesa;
5) a verificare, per quanto di competenza, con l'ausilio delle strutture tecniche del Ministero della transizione ecologica, anche avvalendosi della collaborazione di Ispra e Arpa Lombardia, le cause degli eventi franosi sul Monte Saresano, la possibile correlazione tra gli eventi franosi e l'attività estrattiva, e se la ripresa dell'attività estrattiva sia compatibile o meno con la presenza della frana in atto e, quindi, ad adottare tutte le iniziative di competenza conseguenti;
6) a verificare l'applicabilità alla vicenda esposta in premessa della previsione di cui all'articolo 29 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di valutazione di impatto ambientale (VIA);
7) ad adottare iniziative per verificare, con l'ausilio delle strutture tecniche del Ministero della transizione ecologica, anche avvalendosi della collaborazione di Ispra e Arpa Lombardia, la sussistenza dell'eventuale minaccia di danno ambientale ai sensi dell'articolo 300 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per la presenza attuale e futura, tenendo conto che qualora il cementificio riprendesse le proprie attività, nell'area dello stesso risulterebbero stoccati materiali e sostanze potenzialmente pericolose, ai fini dell'eventuale minaccia citata;
8) ad adottare iniziative per garantire una costante interlocuzione con la regione Lombardia, anche ai fini dell'adozione da parte della predetta Regione di adeguate soluzioni tecniche per la mitigazione del rischio idrogeologico, e per assicurare alla stessa i finanziamenti di competenza per la completa messa in sicurezza del territorio del Monte Saresano, nell'ambito della programmazione del ReNDIS (Repertorio nazionale per la difesa del suolo), in forza del relativo studio di fattibilità tecnico-economica predisposto da Regione Lombardia, o a valere sulle risorse a disposizione nell'ambito dei fondi europei;
9) ad attivare, nel caso in cui gli studi commissionati da Regione Lombardia dovessero evidenziare la necessità di revocare le concessioni minerarie sul Monte Saresano, le necessarie procedure a tutela dell'occupazione del personale e dell'indotto interessati, anche col coinvolgimento di tutte le Istituzioni, locali e nazionali, in accordo con la Società Italsacci e i sindacati di riferimento, in vista anche di un possibile ricollocamento dei lavoratori coinvolti;
10) ad adottare iniziative, anche normative, per rafforzare le strutture tecniche e in particolare il sistema delle Agenzie regionali di protezione ambientale (Arpa) che sono parte integrante del Sistema nazionale di protezione ambientale, attualmente sottodimensionate rispetto alle richieste di intervento (studi/monitoraggi/progetti) che provengono dai territori e dalle amministrazioni locali.
(8-00119) «Dori, Pezzopane, Rizzo, Rotta, Pagani, Aresta, Ferrari, Belotti, Berlinghieri, Bordonali, Braga, Buratti, Ciagà, Carnevali, Cominardi, Del Monaco, Di Sarno, D'Uva, Frusone, Eva Lorenzoni, Maraia, Morassut, Morgoni, Pellicani, Roberto Rossini, Tofalo, Zolezzi».