Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

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Comm. bicam. Vigilanza RAI

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Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
SOMMARIO
Martedì 4 maggio 2021

Sulla pubblicità dei lavori ... 103

Sui lavori della Commissione ... 103

PROCEDURE INFORMATIVE:

Indagine conoscitiva sui modelli di governance e sul ruolo del Servizio pubblico radiotelevisivo, anche con riferimento al quadro europeo e agli scenari del mercato audiovisivo.
Audizione del Presidente dell'ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali (Svolgimento) ... 104

SULLA PUBBLICAZIONE DEI QUESITI

ALLEGATO (Quesiti per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (dal n. 343/1671 al n. 361/1725)) ... 105

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - Resoconto di martedì 4 maggio 2021

  Martedì 4 maggio 2021.Presidenza del presidente BARACHINI. – Interviene il presidente dell'ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali, Francesco Rutelli.

  La seduta comincia alle 20.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE comunica, che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna, per quanto concerne l'audizione all'ordine del giorno, sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, in diretta, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  Avverte che dell'audizione odierna verrà altresì redatto e pubblicato il resoconto stenografico.

Sui lavori della commissione.

  Il PRESIDENTE ricorda che, come concordato nell'ultima riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, tenuto conto altresì della proposta di atto di indirizzo presentato dal Gruppo di Fratelli d'Italia, si riserva di sottoporre in una prossima seduta, il testo di una proposta di atto di indirizzo a tutela del principio del pluralismo e per una corretta rappresentazione di tutte le forze politiche.
  Nelle prossime sedute potranno essere trattate anche la proposta di risoluzione in materia di una corretta informazione all'educazione alimentare da parte della Rai, a prima firma del deputato Capitanio, e la proposta di risoluzione in materia di diffamazione a mezzo stampa nelle trasmissioni di rete per difformità tra il dichiarato (contenuto nel girato) e il montato (contenuto in onda), a prima firma del deputato. Ruggieri.

PROCEDURE INFORMATIVE

Indagine conoscitiva sui modelli di governance e sul ruolo del Servizio pubblico radiotelevisivo, anche con riferimento al quadro europeo e agli scenari del mercato audiovisivo.
Audizione del Presidente dell'ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali.
(Svolgimento).

  Il PRESIDENTE saluta e ringrazia il Presidente dell'Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali, Presidente Francesco Rutelli, per la disponibilità ad intervenire nella seduta odierna con la quale si avvia l'indagine conoscitiva in titolo.
  Tale procedura informativa, anche tramite il confronto con le esperienze, le problematiche e i punti di forza maturati nell'ordinamento di altri Paesi, intende prospettare alcune possibili linee direttrici per la revisione – da più parti ritenuta necessaria – dell'attuale disciplina della governance del Servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, che opera all'interno di un mercato audiovisivo fortemente concorrenziale.
  In tale contesto, tra l'altro, la Commissione intende approfondire il ruolo e la funzione del Servizio pubblico radiotelevisivo come principale veicolo di diffusione delle produzioni audiovisive, verificando l'efficacia dell'assetto normativo italiano che disciplina il mercato audiovisivo anche in relazione alle direttive ed alle altre iniziative in materia dell'Unione europea.
  Al termine di questa procedura informativa potrà essere approvato un documento contenente analisi, valutazioni e proposte su come orientare il processo di riforma della governance del Servizio pubblico radiotelevisivo e del quadro normativo riguardante il mercato audiovisivo.
  Per la sua esperienza ed il ruolo attualmente ricoperto, le considerazioni e le valutazioni del Presidente Rutelli forniranno un utile contributo ai lavori dell'indagine conoscitiva.
  Ricorda che, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento del Senato, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica in corso, per l'audizione odierna è consentita la partecipazione con collegamento in videoconferenza ai lavori dei componenti della Commissione.
  Cede quindi la parola al Presidente RUTELLI per la sua esposizione introduttiva.

  Intervengono per porre quesiti e svolgere considerazioni il PRESIDENTE, la senatrice GARNERO SANTANCHÈ (FdI), i deputati MOLLICONE (FDI) e Andrea ROMANO (PD), la senatrice FEDELI (PD), il deputato CAPITANIO (Lega) e la senatrice GALLONE (FIBP-UDC).

  Replica il Presidente dell'Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali, RUTELLI.

  Il PRESIDENTE ringrazia l'audito e dichiara conclusa l'audizione.

SULLA PUBBLICAZIONE DEI QUESITI

  Il PRESIDENTE comunica che sono pubblicati in allegato, ai sensi della risoluzione relativa all'esercizio della potestà di vigilanza della Commissione sulla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, approvata dalla Commissione il 18 marzo del 2015, i quesiti dal n. 343/1671 al n. 361/1725 per i quali è pervenuta risposta scritta alla Presidenza della Commissione (vedi allegato).

  La seduta termina alle 21.20.

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - martedì 4 maggio 2021

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (DAL N. 343/1671 AL N. 361/1725)

  BORDO, ROMANO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato RAI
  Premesso che:

   alcuni organi di stampa sostengono che Giovanni Minoli sarebbe diventato proprietario dei diritti di «La Storia siamo noi» per effetto di un accordo siglato nel 2011 dall'allora direttore generale della RAI Mauro Masi;

   «La Storia siamo noi» è un noto programma televisivo di approfondimento storico, patrimonio dell'azienda e del servizio pubblico, andato in onda sulla rai dal 2002 al 2013;

   con più di tremila ore di trasmissione di straordinario materiale archivistico, il programma ha raccontato l'Italia del dopoguerra e la storia del XX secolo con preziose testimonianze di storici, sociologi, politici, economisti e studenti;

   secondo alcuni organi di stampa l'attuale proprietario Giovanni Minoli sarebbe disposto a rivendere i diritti della trasmissione alla Rai, ma l'azienda avrebbe difficoltà ad acquistarli;

   qualora fossero confermate le notizie riportate, saremmo di fronte ad un gravissimo depauperamento arrecato all'azienda da questo contratto di cessione dei diritti della trasmissione;

   sarebbe comunque necessario e giusto rientrare in possesso dei diritti della trasmissione e dei relativi contenuti, che devono rimanere nella disponibilità del servizio pubblico,

   per sapere:

    1) se le notizie riportate in premessa corrispondano a verità;

    2) quali siano i termini del suddetto contratto stipulato dalla Rai con Giovanni Minoli;

    3) se non ritengano eventualmente di trasmettere gli atti del contratto tra la Rai e Giovanni Minoli alla Corte dei Conti per accertare eventuali responsabilità contabili;

    4) quali azioni l'azienda intenda assumere per rientrare in possesso, possibilmente in modo gratuito, di una parte fondamentale del suo patrimonio. (343/1671)

  PAXIA. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
  Premesso che:

   dai recenti fatti di cronaca è emerso che Mauro Masi ha ceduto a Giovanni Minoli nel 2010 la proprietà di circa tremila ore di archivi della Rai per effetto di un accordo che entra in vigore adesso.
   Da maggio il sig. Minoli è proprietario dei diritti d'autore di «La Storia siamo noi» un programma di approfondimento ideato nel 1997 che ha fatto la storia della Rai mettendo in piazza testimonianze, inchieste, interviste a personaggi più o meno scomodi e che ha di fatto concorso a costruire il grande patrimonio del nostro servizio pubblico, basti pensare dalla strage di Ustica alla tragedia di Vermicino, al caso Tortora, alle inchieste sulla mafia, svariati capitoli sono anche dedicati ai papi, ai politici, alla Shoah, ai diritti delle donne, insomma una gigantesca enciclopedia che è marchio di qualità e un archivio di immenso valore.
   Patrimonio da salvaguardare dunque che non poteva e non doveva cadere in altre mani come se si trattasse di un oggetto di un passato dimenticato o da dimenticare, come fosse un souvenir di cui godere in privato per poi farlo cadere in un polveroso dimenticatoio perché questo bagaglio, retaggio culturale, è in realtà così irrimediabilmente legato a tutti noi che
siamo null'altro in fondo che il frutto del nostro passato.
   Eppure oggi siamo qui a guardare con imbarazzo quei battibecchi di coloro che al tempo se ne sono «lavati le mani» con la consapevolezza che in questi giorni loro non ci sarebbero stati, che non avrebbero preso parte allo scempio, che avrebbero potuto guardarlo da lontano, come un altro spettacolo, un'altra pagina grigia della Rai.
   Ricordo inoltre che i diritti vanno considerati asset aziendali e riguardano uno dei compiti fondamentali della Rai: custodire in immagini e suoni la memoria del Paese.
   Contenuti strategici di questo genere potrebbero essere ceduti senza una delibera del Consiglio d'amministrazione indipendentemente dal loro valore ed in assenza di ratifica del Consiglio d'amministrazione?
   Adesso chi verrà, paradossalmente dovrà pagare cara e amara quest'assurdità ricomprando, ripagando ciò che doveva essere già della Rai, e dunque patrimonio di tutti o dovrà semplicemente annullare il contratto di cessione in quanto l'oggetto dello stesso era un diritto indisponibile o comunque esercitabile con modalità disattese e pertanto non alienabile né in tutto o in parte?
   Per sapere
   Quali iniziative i vertici della Rai intendano assumere affinché si faccia chiarezza su questa incresciosa piuttosto che surreale situazione. (347/1684)

  RISPOSTA: In merito alle interrogazioni in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle Direzioni competenti.
  Preliminarmente si osserva che il programma televisivo «La Storia siamo noi» è stato ideato nel 1997 da Renato Parascandolo, all'epoca dirigente di Rai Educational. A far data dal 2002 e fino al 2013 il programma è stato condotto da Giovanni Minoli che ne ha curato altresì il profilo editoriale.
  Recentemente è insorto tra le parti un contrasto circa la titolarità dei diritti di utilizzazione economica delle puntate realizzate con il contributo di Giovanni Minoli.

  È stato quindi necessario un approfondimento giuridico, a seguito del quale risulta chiaro che la titolarità dei diritti di utilizzazione economica de «La Storia siamo noi» nel suo complesso spetta alla Rai, unica che può autorizzarne la diffusione e l'eventuale cessione a terzi.
  In conclusione, Giovanni Minoli può vantare alcuni diritti sui testi ideati negli anni 2010-2013, dei quali non può comunque disporre a favore di terzi senza il consenso della Rai, ma grazie ai quali sta esercitando un potere interdittivo che impedisce al pubblico la fruizione delle opere prodotte nel periodo suddetto.

  CAVANDOLI, BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, MACCANTI, PERGREFFI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
  Per sapere – premesso che:

   «I Fatti Vostri» è un programma televisivo di intrattenimento in onda su Rai 2 dal 3 dicembre 1990 prima del TG2 delle 13:00. La trasmissione, ideata da Michele Guardì, con Giovanna Flora e Rory Zamponi, è andata in onda ininterrottamente fino al 30 maggio 2003 e dal 1991 al 1996 ha avuto anche un'edizione aggiuntiva trasmessa in prima serata. Dal 29 settembre 2003 al 30 maggio 2008 ha cambiato titolo in Piazza Grande. Dopo essere stata sostituita nella stagione 2008-2009 dal contenitore Insieme sul Due, dal 22 settembre 2009 è ripresa con il titolo originale. E la trasmissione ha avuto la sua stagione anche nel 2020/21.
   Il giorno 25 febbraio 2021, nel corso del programma «I Fatti Vostri», durante lo svolgimento del concorso a premi abbinato alla trasmissione, il conduttore Giancarlo Magalli ironizzava sul nome proprio di una telespettatrice in diretta telefonica, con un riferimento ambiguo o comunque allusivo alla sfera intima. In particolare dopo che la telespettatrice si è presentata con il nome di «Immacolata», il conduttore ha replicato in maniera inopportuna «Dicono tutte così...».
   Considerata l'inappropriatezza della battuta anche alla luce dei recenti richiami da parte della Commissione parlamentare
per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi sul rispetto della persona (caso Corona, caso Friedman)
   Si chiede alla società concessionaria:

    se e quali iniziative siano state adottate, successivamente agli episodi Friedman e Corona, per condividere con conduttori, autori e redazioni linee guida sull'utilizzo di un linguaggio consono e rispettoso e sulle modalità di intervento immediato per stigmatizzare espressioni sessiste, sia da parte degli ospiti che dei conduttori;

    se l'azienda sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, se siano stati adottati provvedimenti o richiami e se si ritenga compatibile tale condotta con le responsabilità e i compiti del servizio pubblico. (344/1681)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della Direzione di Rai 2.
  In linea generale, si ritiene opportuno evidenziare che I Fatti Vostri è un programma di intrattenimento leggero tra i più longevi del palinsesto Rai, il cui conduttore e autore Giancarlo Magalli è ben conosciuto ed apprezzato dai telespettatori anche perché ha saputo proporsi come personaggio televisivo ironico, autoironico, spesso sarcastico e «tagliente», ma sempre con spirito comico e leggero, certamente mai offensivo. In tale contesto, il siparietto tra Magalli e il pubblico che partecipa telefonicamente al gioco fa ormai parte del format: il conduttore è infatti solito rispondere con una battuta a chi telefona e i telespettatori che lo conoscono e lo stimano, sono consapevoli del fatto che scherza con tutti ma senza mai usare toni offensivi.
  Per questa ragione si ritiene che la battuta di Magalli sia scaturita in un contesto assai diverso da quello citato dagli interroganti (casi Friedman e Corona) tanto che in redazione non è arrivata alcuna protesta o critica da parte del pubblico.
  Nonostante ciò, la Rete ha comunque invitato il sig. Magalli ad evitare in futuro simili espressioni.

  FORNARO, MURONI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
  Per sapere, premesso che,

   domenica 28 marzo 2021 intorno alle ore 17.20 durante un'intervista alla trasmissione «Da noi... a ruota libera» su Rai 1, la conduttrice ha mostrato ad una attrice una sua vecchia foto dicendo «guarda come eri bella qui». L'attrice ha risposto contrariata: «No, bellissima no! Sembro una nera, una ragazza di colore. Non mi riconosco...». La conduttrice risponde «a parte che sarebbe una bellissima versione di te» e prosegue l'intervista come se nulla fosse;

   nessuno ha obiettato quando un ospite ha utilizzato il termine discriminatorio «nero/nera» o per associare le persone con questo colore di pelle ad uno standard di bruttezza, per sminuire chi non è bianco. Non sono state presentate scuse pubbliche, né sono stati presi alcuni provvedimenti per condannare l'uso di questi termini;

   inoltre, più volte all'interno del programma «Tale e Quale Show» gli autori hanno acconsentito ad alcuni concorrenti di dipingersi la faccia di nero per imitare alcuni personaggi non bianchi («blackface», una pratica storicamente riconosciuta come offensiva). L'ultimo in ordine cronologico è stato il caso del cantante italo-tunisino Ghali, che ha anche espresso il suo disappunto sui social, al quale il presentatore e gli autori hanno risposto sminuendo la gravità dell'accaduto. In questo modo si umiliano e si offendono migliaia di persone per cui la pelle nera non è intrattenimento, né avanspettacolo, né celebrazione, né solidarietà, ma parte integrante della vita di tutti i giorni;

   questi non sono «scivoloni», né tantomeno casi isolati: migliaia di persone possono interiorizzare e replicare questi messaggi;

   la Rai, in qualità di società che gestisce in esclusiva il servizio pubblico radiotelevisivo italiano, ha una precisa responsabilità nei confronti dei cittadini;

   tanto più che il suo codice etico prevede: «Un elevato livello qualitativo della programmazione informativa caratterizzata da una visione europea e internazionale, dal pluralismo, dalla completezza, dall'imparzialità, dall'obiettività, dal rispetto della dignità umana, dalla deontologia professionale, dalla garanzia del contraddittorio adeguato, effettivo e leale al fine di garantire l'informazione, l'apprendimento e lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale...»;

   l'informazione attuale non racconta delle persone razzializzate, della società in cui vivono e di cui sono parte. Al contrario, propone troppo spesso modelli razzisti, sessisti, etnocentrici, cattocentrici ed eteronormativi, che costruiscono un grottesco e fittizio palcoscenico della realtà, che spesso si rivela stereotipato e discriminatorio –:

   vista la gravità della situazione riportata, alla Società concessionaria si chiede:

    se la dirigenza RAI sia al corrente di quanto esposto in premessa e se si ritiene compatibile questo modo fuorviante di fare comunicazione con le responsabilità e i compiti del servizio pubblico;

    se siano pervenute altre segnalazioni analoghe e quali azioni siano state intraprese. (345/1682)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della Direzione di Rai 1.
  In linea generale, si ritiene opportuno ricordare che «Da noi...a ruota libera», condotto da Francesca Fialdini, è un contenitore del day time in onda ogni domenica pomeriggio su Rai Uno. La trasmissione ruota intorno a interviste a personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e della televisione con un'attenzione particolare ai temi sociali, di attualità con l'obiettivo di stimolare una riflessione collettiva su tematiche sensibili quali il ruolo delle donne nella società e l'integrazione sociale e culturale. Contraddistingue il programma la scelta di introdurre in ogni puntata storie «comuni», interviste a personaggi sconosciuti come esempio di emancipazione, solidarietà, visione contemporanea della realtà che ci circonda.
  Con questo spirito sono stati invitati spesso in trasmissione ragazzi e ragazze provenienti da diversi Paesi che, accompagnati da persone incontrate in Italia, hanno testimoniato il valore dell'accoglienza, i piccoli e grandi gesti d'inclusione, il coronamento dei propri sogni e progetti professionali realizzati anche grazie al supporto di chi li ha aiutati al loro arrivo in Italia. Il tema dell'integrazione culturale e sociale è diventato quindi una cifra della domenica pomeriggio di Rai Uno, una scelta editoriale consapevole che pone spesso l'attenzione sulle tematiche antirazziali. Basti citare la storia di Joseph, (puntata del 20/12/2020), giovane africano in fuga verso l'estero, accolto da Sasha che lo trasforma nel fratello da cui non intende più separarsi; o di Ahmed, ragazzo di origine egiziane che scopre, grazie alla solidarietà di amici e docenti di una scuola milanese di grafica, di avere un enorme talento per il disegno irrealistico (messa in onda del 21/2/2021).
  Tutto ciò premesso, l'episodio in questione si riferisce ad una infelice ma involontaria espressione utilizzata da un'attrice che è un volto noto del cinema, del teatro e del piccolo schermo, sicuramente non accostabile a posizioni discriminatorie o razziste. L'intervistata stessa, a cui la frase è «scappata» senza alcun intento denigratorio, si è immediatamente corretta, aiutata tra l'altro prontamente dalla Fialdini che ha testualmente affermato «... a parte che sarebbe una bellissima versione di te».
  Questa frase rappresenta proprio l'invito a non accostare il colore della pelle a qualsivoglia standard estetico, ed è stato un modo efficace ed elegante per stigmatizzare l'accostamento del colore della pelle alla bellezza/bruttezza delle persone.
  La stessa attrice ha avuto modo di scusarsi della propria frase in un'intervista rilasciata ad altro programma televisivo, confessando di aver usato «un'espressione brutta», lontana dal suo pensiero e dalle sue abitudini e ha aggiunto di aver provato sofferenza per l'accaduto.
  In conclusione, non si ritiene che ci sia stato da parte del programma un modo fuorviante di fare comunicazione incompatibile con le responsabilità e i compiti del servizio pubblico, né – più in generale – si rileva nella programmazione della rete ammiraglia
l'utilizzo di «modelli razzisti, sessisti, etnocentrici, cattocentrici ed eteronormativi...».

  ROMANO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
  Premesso che

   Nel corso della trasmissione «Presa Diretta» andata in onda lo scorso 15 marzo su Rai Tre, è stato trasmesso un servizio dedicato alla indagine cosiddetta «Rinascita Scott», condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro.
   Tale servizio ha riportato solo ed esclusivamente documenti e video che costituiscono atti di quella stessa indagine e che sono stati evidentemente messi a disposizione della redazione di «Presa Diretta» dagli uffici della stessa Procura della Repubblica di Catanzaro o dalla Polizia giudiziaria.
   Il contenuto della trasmissione è stato conseguentemente confezionato in modo del tutto unilaterale, presentando solo ed esclusivamente video e intercettazioni come elementi di prova della sola ipotesi accusatoria.
   La messa in onda del servizio è avvenuta, di fatto, contestualmente all'avvio del processo davanti al Tribunale di Catanzaro.
   Nel processo penale questi stessi atti, utilizzati e pubblicati dalla trasmissione a sostegno della tesi accusatoria, sono invece ignoti al Tribunale, al quale è fatto divieto di conoscerli se non attraverso futura acquisizione nel corso del dibattimento processuale e in contraddittorio tra le parti, dopo averne sancito la utilizzabilità e la legittimità.
   Lo stesso metodo è stato applicato nella costruzione di altri servizi nella stessa trasmissione «Presa Diretta» andati in onda lo stesso 15 marzo, relativi ad altre inchieste condotte dalla Procura della Repubblica di Salerno e nelle quali sarebbero coinvolti alcuni giudici in organico presso il Tribunale di Catanzaro. Anche in questi servizi sono stati utilizzati informazioni e materiali video acquisiti agli atti d'indagine ma sui quali vige assoluto riserbo.
   In relazione a queste ultime indagini è stato trasmesso un filmato deprivato del sonoro, a cui è stata accostata una raffigurazione video non pertinente all'oggetto del filmato, così da configurare una rappresentanza arbitraria e falsificata dell'evento oggetto d'indagine.
   I fatti sopra esposti sono stati oggetto di dichiarazioni di protesta in merito ai contenuti della trasmissione, formulate nei giorni scorsi dall'Unione delle Camere Penali della Calabria e dall'Unione Nazionale delle Camere Penali.
   Si chiede di sapere
   Se la direzione di Rai Tre fosse stata messa preventivamente a conoscenza dei contenuti della trasmissione in oggetto, che si configura come un processo mediatico che va a sovrapporsi al processo penale appena avviato e tutt'ora in corso nelle aule giudiziarie.
   Quali iniziative si intendano assumere al fine di una informazione riparatoria, corretta ed equilibrata, che riconosca la pari dignità tra le parti processuali e che possa ripristinare le condizioni del pieno esercizio della «verginità cognitiva del giudice» come garanzia imprescindibile di terzietà e di autonomia del giudizio.
   Quali iniziative si intendano assumere al fine di ricondurre l'informazione del Servizio televisivo pubblico, in materia di cronaca giudiziaria, dentro i confini della effettiva e coerente applicazione della Direttiva dell'Unione europea 343 del 2016, che richiama al rispetto del principio della presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva. (346/1683)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della Direzione di Rai Tre.
  In primo luogo, si ritiene opportuno evidenziare che nella puntata del 15 marzo u.s. di Presadiretta il conduttore Riccardo Iacona ha mandato in onda un lungo
reportage che raccontava la forza e la capacità di penetrazione nel territorio calabrese della organizzazione criminale della 'ndrangheta, utilizzando – tra le varie fonti disponibili – anche le acquisizioni investigative di una delle più grandi operazioni di contrasto alla 'ndrangheta, denominata «Rinascita Scott». Si tratta di una importantissima indagine,
realizzata dalla Procura di Catanzaro diretta dal Procuratore Nicola Gratteri, che ha dato vita al primo maxiprocesso contro la 'ndrangheta tuttora in corso nell'aula bunker di Lamezia Terme.
  Il reportage di Riccardo Iacona, lontano dall'essere una mera messa in fila delle ipotesi accusatorie, si avvale di molti contributi originali, che sono il risultato del lavoro di investigazione della squadra di Presadiretta sul fenomeno 'ndrangheta e che non fanno parte dell'inchiesta «Rinascita Scott», né sono oggetto dell'attuale processo. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si tratta di alcune interviste ai familiari di Matteo Vinci, ucciso con un autobomba a Limbadi il 9 aprile del 2018 e oggetto di un altro processo che si sta svolgendo presso il tribunale di Vibo Valentia; le interviste ai testimoni di giustizia Giuseppe Sergio Baroni e Carmine Zappia; le interviste ai giornalisti locali Alessia Truzzolillo e Pietro Comito, che ricostruiscono le dinamiche e la storia dei clan 'ndranghetisti di Vibo Valentia e provincia; l'intervista al Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che, senza fare alcun riferimento all'attuale processo in corso a Lamezia Terme, ha raccontato come e di cosa si nutre la 'ndrangheta per aumentare la propria forza e il proprio potere di penetrazione.
  Per quanto riguarda invece i contenuti che hanno a che fare specificatamente con l'indagine «Rinascita-Scott», si sottolinea che non c'è stato alcun particolare «accesso» a fonti coperte della Procura di Catanzaro, ma sono state utilizzate esclusivamente fonti «aperte», a disposizione degli avvocati, della stampa e della pubblica opinione già dal 19 dicembre del 2019, data della esecuzione dei provvedimenti di custodia cautelare. Prova ne è che i contenuti dell'operazione Rinascita Scott sono stati resi pubblici da centinaia di articoli della stampa locale e nazionale e nei servizi televisivi, con una profusione di dettagli, nomi e cognomi degli indagati, ricostruzione di episodi, incontri e intercettazioni, che peraltro non trova riscontro nel racconto di Presadiretta, che si è limitata a raccontare solo una minima parte di questa monumentale operazione. Dunque, il programma non ha raccontato niente di nuovo, niente di non noto che avrebbe potuto turbare i giudici oggi all'opera nel processo di Lamezia Terme.
  Per quanto riguarda, infine, la concomitanza della messa in onda del reportage di Presadiretta con l'inizio del dibattimento a Lamezia Terme occorre fare alcune puntualizzazioni: il reportage è stato immaginato e realizzato prima che cominciasse il dibattimento a Lamezia Terme; oggetto dell'inchiesta non era e non poteva essere il racconto del processo a Lamezia Terme, visto che le riprese sono terminate prima della prima udienza del processo; la data della messa in onda del reportage, il 15 marzo del 2021, è stata determinata solo da esigenze produttive legate al montaggio.
  La seconda parte della trasmissione è stata dedicata al processo «Genesi» e alle indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Salerno su casi di corruzione in atti giudiziari realizzatesi al Palazzo di Giustizia di Catanzaro, vicenda che ha avuto grande eco negli organi di informazione. Si tratta della condanna in primo grado del giudice Marco Petrini, ex Presidente della II Sezione di Appello del Tribunale di Catanzaro, reo confesso di aver preso soldi e altre utilità, sentenza che ha determinato la condanna per gli stessi reati dell'avvocato Francesco Saraco e del medico Emilio Santoro.
  Anche in questo caso i materiali, i video e gli atti di indagine utilizzati nel racconto erano già circolati online e sulla stampa locale e nazionale, semplicemente perché sono stati resi pubblici agli organi di informazione dalla autorità giudiziaria.
  Per quanto riguarda il video senza sonoro, che mostra l'ex giudice Marco Petrini mentre conta delle banconote, si precisa che è stato fornito alla stampa dall'autorità giudiziaria privo di audio, per cui non è avvenuta alcuna manipolazione di atti e materiali.
  Il contributo originale è costituito dalle interviste realizzate da Riccardo Iacona in esclusiva all'avv. Francesco Saraco e a Emilio Santoro, testimoni e accusatori del giudice Petrini, che hanno raccontato per la prima volta in televisione come funzionava il cosiddetto «Sistema Catanzaro». Un contributo alla conoscenza dei fatti di così grande
importanza, che la Procura di Salerno ne ha chiesto l'acquisizione per indagini ancora in corso su altri casi di corruzione che hanno per protagonisti giudici e pm di Catanzaro.
  Quanto alle critiche, peraltro assolutamente legittime, formulate da piccole associazioni private di avvocati – Unione Camere Penali della Calabria e Unione Nazionale delle Camere Penali – esse ricalcano le stesse argomentazioni dell'interrogazione.
  In conclusione, si ritiene opportuno sottolineare che il racconto di indagini giudiziarie su temi così scottanti e di «interesse generale», come i rapporti tra la 'ndrangheta e pubblici funzionari corrotti e collusi, sia assolutamente in linea con la mission di servizio pubblico della Rai, per la quale il racconto della verità attraverso i suoi giornalisti è un dovere.

  GARNERO SANTANCHÈ, MOLLICONE. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.

  Premesso che

   martedì 13 aprile 2021 la Commissione ha audito il Presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Giacomo Lasorella, che ha trasmesso un documento contenente i dati sui tempi di parola e notizia dei soggetti politici e istituzionali nel Gruppo RAI nel periodo 13 febbraio-31 marzo 2021, corrispondente alle prime settimane di attività del governo Draghi;

   nel periodo indicato, Rocco Casalino, è stato, su Rai 1, con 1 ora 35 minuti e 53 secondi, pari al 7,02 per cento del tempo totale, il secondo soggetto negli extra-tg, preceduto di pochissimo solo da Mario Draghi (1 ora 45 minuti e 43 secondi pari al 7,74 per cento);

   a ciò si aggiungono ulteriori 28 minuti e 40 secondi, pari allo 0,97% del tempo, negli extra-tg di Rai 3;

   un tale rilievo mediatico ottenuto dal portavoce dell'ex presidente del Consiglio, esponente non eletto, suscita molti interrogativi, sia in considerazione del fatto che, a decorrere proprio dal 13 febbraio, Rocco Casalino non deteneva più alcun incarico istituzionale, sia soprattutto se confrontata, sempre con riferimento agli extra-tg di Rai 1, con quella ottenuta dai leader di partito (Giorgia Meloni, ad esempio, si è fermata al 3,01 per cento),

   si chiede di sapere

    per quali ragioni politico-istituzionali e nell'adempimento di quali obblighi di servizio pubblico l'Azienda concessionaria del Servizio pubblico radiotelevisivo abbia ritenuto di riservare, in un momento peraltro particolarmente delicato per il Paese, oltre due ore di spazio sulle proprie reti all'ex portavoce dell'ex Presidente del Consiglio dei ministri. (348/1691)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  In via preliminare è opportuno ricordare che l'ing. Rocco Casalino nel periodo indicato aveva appena terminato la sua esperienza come portavoce del Presidente del Consiglio uscente, professor Giuseppe Conte. La sua presenza nei programmi di approfondimento, stabilita da direttori e autori nell'ambito della libertà editoriale loro garantita, ha a che fare principalmente con due aspetti: uno legato alla cronaca e uno più al costume.

  Per quanto riguarda il primo aspetto, Casalino è stato ascoltato come testimone di due anni e mezzo di racconto di governo fatti da chi era «dietro le quinte». La sua esperienza politica, per quanto appena terminata, era di indubbia rilevanza visto il ruolo da protagonista ricoperto come capo della Comunicazione di Palazzo Chigi e portavoce del Presidente del Consiglio uscente. Da questo punto di vista, Casalino ha potuto raccontare al pubblico eventi curiosi e sconosciuti.
  Il secondo aspetto che ha portato a una esposizione televisiva di Casalino era invece collegato all'uscita di una sua autobiografia in cui l'autore ha ripercorso tutta la sua vita e le sue esperienze personali che lo hanno portato poi al salto da personaggio televisivo a esponente politico e delle istituzioni.
  In questo contesto di cambiamento di Governo e per il suo ruolo di testimone
dell'attività svolta dall'esecutivo uscente, oltre che per la contemporanea uscita di un'autobiografia, Rocco Casalino è stato invitato dai Direttori – nell'esercizio della loro piena libertà editoriale – nelle trasmissioni citate nell'interrogazione. A conferma dell'interesse editoriale per quanto riferito, si rileva che anche molte delle trasmissioni di emittenti concorrenti hanno avuto come ospite l'ingegner Casalino per le medesime motivazioni.

  PERGREFFI, BERGESIO, CAPITANIO, CAVANDOLI, COIN, FUSCO, MACCANTI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI

   In risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 1655/COMRAI a prima firma della Sen. Pergreffi, volta tra le altre a conoscere le spese sostenute dalla società per la gestione della sede di Pechino, la concessionaria ha fornito alla Commissione numerose informazioni che meritano ulteriori approfondimenti.
   In particolare la Rai ha affermato che la sede di Pechino:

    È composta da 6 dipendenti (di cui una pensionata) compresa la corrispondente;

    Ha realizzato nel 2020 5.800 servizi, circa 25 al giorno;

    I costi per il 2020 ammontano a circa 440.000 euro, al netto dello stipendio della corrispondente.

   Dalla risposta è altresì emerso che il permesso annuale di residenza rilasciato alla corrispondente Botteri è inspiegabilmente scaduto mentre la stessa si trovava in vacanza in Italia nel settembre 2020 e che «un nuovo visto è stato da allora negato, nonostante ripetuti tentativi esperiti presso le istituzioni italiane e cinesi competenti».
   A parere degli interroganti, le gravi affermazioni dianzi esposte meritano di essere approfondite, in particolare con riferimento alla omessa concessione del visto alla giornalista Botteri.
   Dal tenore della risposta non è dato comprendere per quale motivo sia stato negato il permesso di residenza a un giornalista italiano e in cosa si sia esplicata l'attività della Rai nei confronti delle autorità nazionali e di quelle cinesi per ottenerlo.
   A questo punto, anche alla luce dei più elementari diritti di trasparenza, la Concessionaria dovrebbe ostendere l'intera documentazione riguardante la concessione del visto della corrispondente da Pechino.
   Non è tollerabile, inoltre, che non vengano fornite informazioni circoscritte e dettagliate circa la conclusione di questa annosa situazione e specificatamente quando sia stato rinnovato il permesso alla corrispondente, dal momento che nel frattempo la giornalista sembra essere tornata al lavoro in Cina.
   Anche per quanto riguarda i dipendenti della sede di Pechino, la presenza, tra gli stessi di un dipendente già posto in quiescenza senza che siano fornite ulteriori spiegazioni merita certamente ulteriori approfondimenti.
   Da ultimo, si rileva, che la realizzazione di quasi seimila servizi in un solo anno appare imponente: si chiede che la Concessionaria voglia fornire i dati di una giornata campione per capire esattamente cosa si intenda per «servizio».
   In ossequio ai principi di trasparenza, alla Società Concessionaria si chiede di sapere:

    1) per quale motivo il permesso annuale di residenza della dott.ssa Botteri non sia stato rinnovato prima della scadenza;

    2) quali siano state le azioni e la documentazione attestante l'attività della Rai per il rinnovo del permesso annuale di residenza in Cina della corrispondente Botteri;

    3) quando sia stato rinnovato il visto;

    4) quando sia terminato il periodo di ferie della corrispondente e come abbia fatto la Rai a garantire la copertura giornalistica dalla Cina da agosto 2020 ad aprile 2021. Nel caso in cui la Rai si fosse appoggiata ad una agenzia esterna si chiede di sapere quale e relativi costi;

    5) quanto rimarrà nella sede di Pechino la corrispondente Botteri;

    6) per quale motivo la Rai abbia contrattualizzato una dipendente in quiescenza;

    7) cosa si intenda esattamente per «servizio», fornendo l'elenco dei servizi prodotti in una giornata campione;

    8) l'esito della procedura di job posting per la sede di Pechino. (349/1692)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  In primo luogo, al fine di fare chiarezza sulle azioni intraprese dai vari soggetti coinvolti per il rinnovo del visto della giornalista Giovanna Botteri in Cina, si ritiene opportuno evidenziare che, come da procedura, la corrispondente ha richiesto il rinnovo del suo permesso di residenza annuale a Pechino prima di partire per le ferie il 7 agosto 2020, dopo quasi 8 mesi ininterrotti di lavoro in piena pandemia. La richiesta è stata accompagnata da relativa ed esaustiva documentazione, ma il rinnovo è stato accordato solo dopo la partenza e ciò ha reso necessario l'ottenimento del visto per il rientro in Cina.
  Purtroppo, a partire dal 26 marzo 2020 la Cina autorizza l'entrata nel Paese solo ai suoi cittadini e ai detentori di permessi speciali, circostanza che ha creato lungaggini e difficoltà per l'ottenimento del visto, il cui rilascio è avvenuto di fatto solo il 10 marzo 2021, dopo lunghe pressioni delle nostre rappresentanze diplomatiche. A titolo esemplificativo, nella mail del 14 dicembre 2020 con cui l'ambasciatore italiano in Cina risponde alla Botteri si legge: «...Circa la tua posizione, ho sentito io stesso il Waijiaobu. Il collega cinese era ben al corrente della situazione. Mi ha riferito che stante l'evoluzione della pandemia e le nuove policy d'ingresso, ora non possono rilasciare una nuova autorizzazione (“our hands are tied”). Hanno comunque manifestato disponibilità non appena vi sarà una maggiore apertura sul fronte delle politiche di immigrazione. Purtroppo è una situazione comune a molti altri connazionali. Da parte nostra continueremo a sensibilizzarli valorizzando l'importanza della tua presenza qui.».
  E ancora, di seguito la lettera di dicembre, ma ve ne sono state altre precedenti di diniego del visto, inviata alla giornalista da Yu Peng del Ministero dell'informazione cinese: «Giovanna come stai? Stiamo cercando di fare del nostro meglio per trovare il modo di aiutarti a tornare indietro. Speriamo tanto quanto te che tu riesca a tornare il prima possibile. Ma come sai la situazione pandemica continua ad essere seria e complicata e misure drastiche sono state messe in atto per controllare e prevenire la pandemia. Dobbiamo far fronte ad un numero crescente di casi. Appena ci sarà la possibilità, ti aiuteremo a tornare. Spero che tu possa capire, auguri a te e alla tua famiglia un buon anno nuovo».

  In secondo luogo, si evidenzia che, durante il mese di ferie della Botteri, iniziato il 9 agosto (giorno di arrivo in Italia), i servizi sulla Cina sono stati realizzati dalle redazioni esteri dei vari telegiornali, con il materiale di agenzia a disposizione della Rai, senza spese ulteriori.
  Quanto alla richiesta circa la durata dell'incarico della inviata in Cina, la corrispondente rimarrà nella sede di Pechino fino a quando l'azienda lo riterrà opportuno.
  Inoltre, si precisa che i conti e le questioni finanziarie della sede sono seguiti dal signor Hu Richa, che lavora con contratto con la Rai di Pechino da oltre 35 anni e che continua la sua regolare collaborazione pur essendo già in pensione.
  Infine, a chiarimento dell'attività giornalistica svolta nella sede, occorre chiarire che per «servizio» si intende il pezzo scritto e montato per i telegiornali, i giornali radio, le rubriche, le trasmissioni di rete, le straordinarie e gli speciali; la diretta per telegiornali, programmi e straordinarie; il girato utilizzato e montato per le dirette, i lunghi reportage e le storie per gli approfondimenti e gli speciali.

  Di seguito si descrive il contenuto editoriale di una giornata campione, che non tiene ovviamente conto dei collegamenti con le trasmissioni di rete Rai1 (Domenica in, TV7, Italia si, A sua immagine...), Rai 2 (Petrolio, Tg2 dossier...), Rai 3 (Chi l'ha visto, Che tempo che fa, Mezz'ora in più...), Radio 1 (Voci dal mondo, l'Italia in diretta, Inviato speciale...), né tiene conto dei numerosissimi speciali e delle straordinarie realizzati durante la crisi pandemica.
  Giornata campione

   gr1 ore 07:00 (servizio chiuso)

   gr2 ore 07.30 (servizio chiuso)

   gr1 ore 08:00 (servizio chiuso)

   tg1 ore 08:00 (servizio montato)

   rainews24 ore 11.30 (diretta)

   tg3 ore 12.00 (diretta + immagini girate e montate)

   gr1 ore 13 (servizio chiuso)

   tg2 ore 13 (diretta + immagini montate+ servizio montato)

   gr2 ore 13.30 (servizio chiuso)

   rainews24 (servizio montato)

   tg1ore 13.30(diretta + immagini montate + servizio montato)

   gr3 ore 13.45 (servizio chiuso)

   rainews24 ore 14 (diretta + servizio montato)

   tg3 ore 14.20 (diretta + immagini)

   tg1 ore 17:00 (diretta + immagini girate)

   rai1 ore 18:00 (vita in diretta, diretta + immagini montate storia)

   gr3 ore 18:45 (servizio chiuso)

   tg3 ore 19:00 (diretta + immagini montate + servizio montato)

   gr1 ore 19:00 (servizio chiuso)

   gr2 ore 19.30 (servizio chiuso)

   rainews24 (servizio montato)

   tg1 ore 20:00 (diretta + immagini montate + servizio montato)

   tg2 ore 20.30 (diretta + immagini montate + servizio montato)

   rainews24 (servizio montato)

   tg2post ore 21.05 (diretta)

   rainews24 ore 22: (diretta)

   rainews24 ore 22.30 (check point diretta + pezzo)

   radio 1 ore 23.30 (tra poco in edicola, diretta telefonica)

   gr1 ore 24:00 (pezzo chiuso)

   tg3 linea notte ore 24:00 (diretta + immagini montate).

  ANZALDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
  Premesso che:

   Da alcuni giorni vengono trasmessi sui canali Rai, in particolare su Rai3, spot pubblicitari dei programmi della società di produzione televisiva «TvLoft», di proprietà della «Società Editoriale Il Fatto» che pubblica «Il Fatto quotidiano». «TvLoft» produce gran parte delle trasmissioni di prima serata dell'emittente tv «Nove», al numero 9 del digitale terrestre e diretta concorrente della Rai, in particolare di Rai3.
   Tra le trasmissioni promosse nello spot «TvLoft» in onda sulle reti Rai ci sono i principali appuntamenti in onda in chiaro sul Nove, in diretta concorrenza con la Rai: «Accordi e disaccordi» di Marco Travaglio e Andrea Scanzi, «La confessione» di Peter Gomez, «Opinionleader cercasi» con Selvaggia Lucarelli, di cui si vedono le immagini.
   Nelle ultime settimane le reti Rai e la piattaforma streaming «Raiplay» hanno trasmesso in modo martellante spot delle nuove trasmissioni di «Prime Video», la piattaforma streaming di Amazon, altra diretta concorrente Rai sul web.
   Sempre nelle ultime settimane diverse trasmissioni Rai hanno invitato e dato uno spazio davvero spropositato a protagonisti di trasmissioni della concorrenza (ad esempio
Mara Maionchi e Fedez per il nuovo show di Amazon «Lol, chi ride è fuori», ma anche volti Mediaset), tanto che secondo notizie di stampa i vertici Rai avrebbero emanato una circolare vietando ai conduttori e agli ospiti di parlare di prodotti televisivi della concorrenza.
   Il bilancio della Rai servizio pubblico è costituito per tre quarti dal canone dei cittadini. I ricavi dagli spot pubblicitari rappresentano solo una voce minoritaria di introiti. La Rai è anche sottoposta a stringenti tetti pubblicitari. Alla luce di questi elementi, appare evidente che la Rai abbia piena facoltà di decidere se accettare o meno un inserzionista con maggiore oculatezza rispetto alle emittenti commerciali, che invece fondano i propri introiti esclusivamente sugli incassi pubblicitari.
   Si chiede di sapere:

    se i vertici aziendali non trovino autolesionistico fare pubblicità sui canali Rai ad emittenti dirette concorrenti del servizio pubblico, come «TvLoft» della società editoriale del «Fatto quotidiano» che produce gran parte del palinsesto di prima serata del canale Nove e come «Prime Video» piattaforma streaming di Amazon in concorrenza con Raiplay;

    se sia stata effettuata un'approfondita analisi costi-benefici di queste pubblicità in onda sui canali Rai, ad esempio sul rischio di perdita di ascolti di Rai3 verso il canale Nove: a fronte di un ridotto ricavo per gli spot, c'è il rischio che i telespettatori finiscano per preferire i prodotti della concorrenza, vista la visibilità e l'affermazione data proprio sui canali Rai ai prodotti di un'altra tv, con il rischio quindi di causare all'azienda un danno maggiore rispetto al ricavo pubblicitario previsto;

    se gli spazi pubblicitari concessi alla società del «Fatto Quotidiano» e ad Amazon siano stati venduti a prezzo pieno oppure se sia stato applicato uno sconto, evenienza che sarebbe ancora più autolesionistica perché significherebbe fare un prezzo di favore ai propri concorrenti e quindi rimetterci due volte;

    se la decisione di fare pubblicità sui canali Rai ad emittenti concorrenti, come «TvLoft» e Amazon, sia stata presa con il via libera dell'Amministratore delegato e del Consiglio di amministrazione, visto che si tratta di una scelta strategica che configura un vero e proprio favoritismo alla concorrenza. (350/1702)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni di Rai Pubblicità.
  In primo luogo, si ritiene opportuno fornire i dettagli delle campagne di pubblicità tabellare relative a «TV Loft» ed «Amazon Prime Video», sottolineando che alle relative pianificazioni sono state applicate le condizioni commerciali d'uso.
  In dettaglio, per «Tv Loft» è stata pianificata una campagna di pubblicità tabellare televisiva su Rai 3 dall'11 al 24 aprile 2021; mentre per «Amazon Prime Video» sono state pianificate più campagne di pubblicità tabellare con diverse creatività e su vari canali televisivi di Rai per il periodo dall'8 gennaio all'8 maggio 2021, nonché campagne su Rai Play dall'8 gennaio al 29 aprile 2021.
  Poiché entrambe sono piattaforme on line che offrono servizi di media audiovisivi a pagamento, occorre richiamare quanto indicato dall'AGCOM che – nell'ambito dell'indagine volta all'individuazione dei mercati rilevanti nel settore dei servizi di media audiovisivi conclusa nel 2017 (cfr. allegato A alla delibera 41/17/CONS, punti 322 e 328) – ha ritenuto che i servizi di media audiovisivi in chiaro ed i servizi di media audiovisivi a pagamento costituiscono mercati distinti e che i servizi audiovisivi a pagamento on line presentano similitudini con la televisione a pagamento e alcuni caratteri di sostituibilità con la stessa.
  In tale contesto, si rende necessario fare alcune riflessioni circa l'opportunità per la concessionaria Rai Pubblicità di accettare o meno la messa a disposizione di spazi pubblicitari in favore degli operatori che ne fanno richiesta.
  Intanto, di prassi gli operatori economici si rivolgono a Rai Pubblicità per veicolare i loro messaggi pubblicitari sui mezzi Rai e le relative pianificazioni sono accolte nel rispetto
del quadro normativo di riferimento e della linea editoriale di Rai.
  Inoltre, è necessario tener presente che il Contratto di servizio vigente tra la Rai ed il Ministero dello Sviluppo Economico prevede che i contratti di diffusione pubblicitaria vengano conclusi nel rispetto, tra l'altro, del principio di non discriminazione.
  Infine, in passato si sono verificati alcuni casi relativi a operatori televisivi che – adducendo l'assenza di comprovate giustificazioni – si sono rivolti all'Antitrust a causa dell'impossibilità di accedere ai mezzi televisivi generalisti per poter diffondere le proprie comunicazioni commerciali.

  CAPITANIO, CECCHETTI, BERGESIO, CAVANDOLI, COIN, FUSCO, MACCANTI, PERGREFFI, BELOTTI, BIANCHI, BONIARDI, BORDONALI, CENTEMERO, COLLA, COMAROLI, ANDREA CRIPPA, DARA, DONINA, FERRARI, FORMENTINI, FRASSINI, GALLI, GOBBATO, GRIMOLDI, IEZZI, INVERNIZZI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MAGGIONI, MICHELI, PAROLO, RAVETTO, RIBOLLA, SNIDER, TARANTINO, TOCCALINI, LEDA VOLPI, ZANELLA, ZOFFILI, ROMEO, ARRIGONI, AUGUSSORI, BORGHESI, SIMONE BOSSI, CALDEROLI, CANDIANI, FAGGI, IWOBY, PELLEGRINI, PIROVANO, RIVOLTA, RICCARDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI

   Nella punta del 19 aprile u.s., del programma «Report», è stata nuovamente offerta una falsa rappresentazione della realtà sanitaria della Regione Lombardia.
   In primo luogo la trasmissione si è incentrata solamente su alcuni singoli problemi avvenuti nel mese di marzo 2021, senza minimante accennare al fatto che oggi la Lombardia, con 2,5 milioni di cittadini vaccinati, è la prima regione per inoculazioni, avendo tra l'altro esaurito tutte le prenotazioni degli over 80 e iniziato quelle degli over 65, con un picco di 51.000 iniezioni giornaliere e strutture pronte per 100.000 somministrazioni.
   L'altro gravissimo vulnus al servizio pubblico è il tradimento della fiducia dei telespettatori, a cui è stata offerta una rappresentazione non giornalistica ma politica della realtà, dando voce addirittura a 7 esponenti di sinistra, senza identificarli come tali e di fatto mascherandoli: in ordine vengono raccolte, senza contraddittorio, le opinioni dei consiglieri regionali PD Simone Astuti e Pietro Bussolati, i sindaci democratici Gianluca Galimberti (Cremona) ed Emilio Del Bono (Brescia), l'assessore del Comune di Crema, Attilio Galmozzi, quest'ultimo presentato addirittura al pubblico nelle vesti di medico senza qualificarlo anche come esponente del PD, il membro del Cda di Aria Mario Mazzoleni, nominato in Regione in quota opposizione, con tanto di ritratto di Che Guevara in sottofondo, senza trascurare l'ex europarlamentare di Rifondazione comunista Vittorio Agnoletto, oggi speaker di Radio Popolare. Appartenenze politiche che sono state volutamente celate ai telespettatori, tradendo la fiducia di chi paga il canone.
   La trasmissione ha condotto nel 2021 sulla regione Lombardia ben 6 inchieste in 6 differenti puntate, tutte caratterizzate dall'assenza dei più elementari obblighi di pluralismo e ponendo legittimi dubbi sulla deontologia professionale, elementari obblighi che non possono certo limitarsi alla scusa delle interviste replicate: nell'ultima puntata del 19 aprile sarebbe, infatti, stato sufficiente citare i dati aggiornati del piano vaccini che vede Regione Lombardia prima a livello nazionale sia per numero di inoculazioni che per somministrazioni giornaliere. Di pessimo gusto, inoltre, l'uso ad personam della tv pubblica fatto dal conduttore Sigfrido Ranucci per ironizzare sulla richiesta di risarcimento danni avanzata nei suoi confronti dal governatore Attilio Fontana.
   Quanto dianzi esposto conferma che il giornalismo di Report è, in questo e in altri casi, un giornalismo a tesi. L'inchiesta in questione ha totalmente stravolto la realtà dei fatti perché lo scopo del servizio non era fotografare la reale situazione del piano vaccini in Lombardia (e perché non in Toscana o in Emilia Romagna o in altre regioni?) ma fare da megafono alle posizioni politiche del PD, se non addirittura colpire il governatore Fontana reo di aver
intentato una causa civile nei confronti della trasmissione.
   La vicenda appena riportata si pone, peraltro, in netto contrasto con quanto previsto dal Contratto di servizio 2018-2022, nello specifico, l'articolo 6 del citato Contratto stabilisce chiaramente che «la Rai è tenuta ad improntare la propria offerta informativa ai canoni di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza (...) e a garantire un rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e degli operatori del servizio pubblico, i quali sono tenuti a coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità, nel rispetto della dignità della persona, e ad assicurare un contraddittorio adeguato, effettivo e leale».
   La Rai deve sempre garantire il rigore, la considerazione e il rispetto da parte dei suoi giornalisti e degli operatori del servizio pubblico delle regole deontologiche del proprio ordine professionale, tanto più in un ambito così delicato quale è quello dell'informazione dei cittadini, se non altro per il rispetto che si deve alla pluralità del pubblico televisivo e, nel caso specifico, dei telespettatori che contribuiscono al mantenimento della Rai attraverso il pagamento del canone.
   Sul punto si evidenzia, ancora, che Report utilizza per la realizzazione dei servizi anche personale freelance o collaboratore di testate caratterizzate da una forte connotazione politica. Appare incredibile che con una dotazione organica di 13.000 dipendenti la società debba utilizzare giornalisti esterni. Sarebbe molto grave se gli investimenti della Rai fossero utilizzati per attività di lavoro promiscue con altre testate giornalistiche oltre a rappresentare un rischio di danno erariale.
   Alla luce dei gravissimi fatti esposti si chiede alla Società Concessionaria:

    1) quali iniziative i vertici Rai intendano adottare al fine di evitare che episodi come quelli riportati in premessa si ripetano;

    2) quale sia il rapporto contrattuale intercorrente tra la Rai e Report: in particolare se si tratti di una produzione interna o esterna e quale rapporto di lavoro intercorra con gli inviati del programma e quindi se esista o meno una clausola di esclusiva;

    3) quanti siano i procedimenti civili con richieste risarcitorie per diffamazione presentati negli ultimi 5 anni oppure ancora in corso nei confronti della trasmissione Report, per quale ammontare e se vi siano state o meno condanne passate in giudicato negli ultimi dieci anni o qualunque altra forma di transazione. In caso affermativo, sapere quanti giudizi per il recupero delle somme anticipate dalla Rai per spese legali siano stati promossi negli ultimi dieci anni;

    4) per quale motivo nel bilancio semestrale 2020 sia stato previsto un fondo rischi per controversie legali, pari a 61,7 milioni di euro;

    5) se i vertici Rai non ritengano opportuno riferire sui fatti esposti in premessa presso la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. (355/1708)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della Direzione di Rai 3.
  In primo luogo, si ritiene opportuno evidenziare che il servizio di Report «
Aria Fritta» aveva la sola finalità di raccontare nei dettagli i disservizi e i disagi che hanno caratterizzato la campagna vaccinale lombarda. L'inchiesta ha fatto una ricostruzione cronologica dei principali fatti di cronaca accaduti negli ultimi mesi in Lombardia e in particolare nelle ultime settimane, fatti che hanno portato al cambio dell'assessore al Welfare, dell'assessore alla Famiglia, del dg Welfare, alle dimissioni del Cda di Aria e all'adozione di due sistemi informativi per la prenotazione dei vaccini, il primo realizzato dalla società regionale Aria, costo preventivato 18,5 milioni di euro, il secondo gratuito e offerto da Poste Italiane. I casi raccontati, quindi, non sono «singoli problemi» accaduti a marzo, ma sono i fatti di cronaca che hanno fatto più scalpore sulla stampa locale e nazionale in questo periodo e che sono
stati al centro di interventi e di prese di posizione da parte delle istituzioni.
  Un esempio per tutti è il caso dell'hub della Fiera di Cremona, che nei giorni 20 e 21 marzo ha rischiato di restare semideserto a causa di un errore del sistema di prenotazione di Aria, che non ha convocato i cittadini per il vaccino nonostante fossero state già preparate centinaia di dosi. La vicenda è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il 20 marzo la stessa Moratti ha scritto un tweet contro la società regionale Aria e il 22 marzo il presidente Fontana ha chiesto le dimissioni del cda di Aria nel corso di una conferenza stampa. A seguito di questa incresciosa situazione, la Regione Lombardia ha confermato di volere passare dal sistema di prenotazione di Aria a quello gratuito di Poste italiane.
  Al fine di ricostruire in modo esaustivo e completo la vicenda di Cremona, sono stati intervistati i protagonisti di quei giorni: il medico e assessore di Crema Attilio Galmozzi, il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti e il sindaco di San Bassano Giuseppe Papa, che ha portato i cittadini in fiera per il vaccino. Invece l'Asst di Cremona non ha rilasciato dichiarazioni e l'assessorato al Welfare della Moratti ha vietato di girare immagini all'interno dell'hub. L'unico ex consigliere di Aria che si è esposto pubblicamente contro la richiesta di dimissioni lanciata da Fontana è Mario Mazzoleni, che ha rilasciato interviste a diversi organi di stampa, a differenza degli altri ex membri del Cda, che hanno preferito tacere.

  In tale quadro, al fine di fornire un'informazione completa ed esaustiva e per garantire il contraddittorio, Report ha cercato di coinvolgere tutti i principali attori politici e i manager legati alla campagna vaccinale lombarda ma – nella migliore delle ipotesi – ha ottenuto rifiuti formali al rilascio di interviste, mentre in molti casi non sono stati forniti neanche cenni di riscontro, seppur negativi.
  In questa lunga lista di inutili tentativi di contatto si trovano
:

   Letizia Moratti – assessore al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia;

   Attilio Fontana – presidente della Regione Lombardia;

   Guido Bertolaso – consulente della regione Lombardia per la campagna vaccinale;

   Pietro Foroni – assessore alla Protezione civile;

   Giovanni Pavesi – dg Welfare;

   Marco Trivelli – ex dg Welfare e oggi direttore generale Asst Brianza;

   Davide Caparini – assessore al Bilancio della Lega;

   Lorenzo Gubian – amministratore unico Aria spa, Asst di Cremona, Asst Brescia, Asst Spedali Civili di Brescia;

   il portavoce dell'ex assessore al Welfare Giulio Gallera;

   Francesco Ferri – ex presidente del cda di Aria;

   Luigi Pellegrini – direttore centrale Operations di Aria spa;

   Mario Landriscina – sindaco di Como;

   Marco Ghitti – sindaco di Iseo.

  Di conseguenza, l'unico contraddittorio possibile è stato quello con l'assessore leghista alla famiglia Alessandra Locatelli, la sola esponente politica della maggioranza a concedere un'intervista ufficiale.
  In relazione a quanto sottolineato nell'interrogazione a proposito del partito di riferimento degli intervistati, è di tutta evidenza che nel corso della puntata il partito di appartenenza degli esponenti politici citati non è mai stato specificato nel sottopancia.
  Si ritiene poi utile evidenziare che le interviste al medico Agostino Dossena, in passato consigliere comunale di Forza Italia, e ad Achille Farina, dentista di Brescia, ex capogruppo del Pdl in comune, dimostrano che di fronte ai disservizi, ai disagi e ai drammi causati dal Covid non vi è stata alcuna distinzione fra le forze politiche.
  Rispetto ai dati, che cambiano di giorno in giorno, Report ha soltanto riportato l'annuncio fatto dallo stesso presidente Fontana in conferenza stampa il 12 aprile, quando ha
annunciato che la regione Lombardia aveva raggiunto 2 milioni di somministrazioni.
  Infine, per quanto riguarda la situazione degli over 80, l'inchiesta ha semplicemente raccontato come si è svolta la comunicazione utilizzata dalla Regione Lombardia. Di fronte ai disservizi causati da Aria, a fine marzo la Moratti ha promesso che tutti gli over 80 avrebbero ricevuto la prima dose entro l'11 aprile. Per riuscire a rispettare questa scadenza, la Regione ha quindi consentito agli over 80 di presentarsi direttamente nei centri vaccinali, anche se non erano stati convocati ufficialmente via sms. Questa scelta ha però portato nel weekend tra il 10 e l'11 aprile centinaia di anziani, per non dire migliaia, a fare lunghe file, anche sotto la pioggia, assembrati fuori dai centri vaccinali. E nonostante questa stretta finale, non tutti gli over 80 hanno ricevuto la prima dose entro l'11 aprile, come promesso. Lo stesso presidente Fontana, infatti, ha dovuto ammettere il 12 aprile in conferenza stampa che bisognava ancora finire le prime dosi degli over 80 allettati. Ma anche questo dato è parziale. Report ha, infatti, verificato che tra i 76.063 over 80, che alla data del 12 aprile non avevano ancora ricevuto la prima dose del vaccino, c'erano anche tanti anziani, non allettati, che si erano prenotati con Aria. Sulla vicenda degli over 80 non vaccinati entro l'11 aprile, ci sono stati numerosi interventi anche da parte dell'Anci. Inoltre, un comunicato stampa di Lombardi civici europeisti del 21 aprile denunciava circa 15 mila over 80 ancora da vaccinare a domicilio.

  BERGESIO, CAPITANIO, CAVANDOLI, COIN, FUSCO, MACCANTI, PERGREFFI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI

   Da varie fonti di stampa risulta che, per la partecipazione alla puntata – quale ospite – al programma «La Canzone segreta» in onda su Rai1, la soubrette Belen Rodriguez abbia ricevuto un compenso assolutamente fuori mercato che, sempre secondo le fonti di stampa, dovrebbe ammontare a circa centomila euro. In un momento delicato per il nostro Paese, con una pandemia che ha messo in ginocchio l'economia, con tante famiglie, lavoratori, commercianti, imprenditori piagati dalla crisi, e in ultima analisi con una Rai dai conti in rosso, una cifra simile – se le voci dovessero essere confermate – rappresenterebbe una intollerabile leggerezza da parte del servizio pubblico e uno schiaffo ai cittadini che pagano il canone, anche a fronte di ascolti assolutamente al di sotto delle aspettative e che – sempre secondo fonti di stampa – avrebbe un esorbitante costo per singola puntata.
   Alla luce di quanto dianzi esposto si chiede alla Società Concessionaria:

    di conoscere l'esatto ammontare della somma ricevuta dalla sig.ra Belen Rodriguez per la partecipazione alla puntata del 9 aprile 2021, i compensi ricevuti dagli ospiti dell'intera stagione, nonché, a quanto ammonti il costo della trasmissione per singola puntata. (357/1718)

  GASPARRI – Al Presidente della RAI e all'Amministratore delegato della RAI
  Premesso che:

   a quanto si apprende da organi di informazione, la soubrette Belen Rodriguez, ospite del programma di RaiUno «La Canzone segreta» il 9 aprile u.s., avrebbe percepito un cachet di circa 100 mila euro,

   per sapere:

   se quanto in premessa corrisponda al vero e se sì se non si intenda aprire una indagine interna trattandosi di un esborso rilevante. (361/1725)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni di Rai 1.
  Si ritiene opportuno innanzi tutto evidenziare che il programma Canzone segreta è stato realizzato in regime di appalto parziale, in collaborazione con la società Blu Yazmine che, tra le attività a suo carico, aveva anche quelle della ricerca e della contrattualizzazione degli ospiti vip (senza esclusiva Rai) a cui realizzare la sorpresa, segmento centrale del concept della trasmissione di intrattenimento.

  Per quanto riguarda il compenso riconosciuto alla signora Maria Belen Rodriguez, protagonista della puntata in onda il 9 aprile u.s., si sottolinea che si tratta di una cifra lontanissima da quanto vociferato, al di sotto di un quinto rispetto a quanto riportato dalla stampa.

  PICCOLI NARDELLI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI
  Premesso che:

   i cittadini residenti nel comune di Cumiana (TO) hanno inviato numerose segnalazioni relativamente alla pessima ricezione delle frequenze Rai a causa di disturbi continui del segnale del digitale terrestre che a tutt'oggi ancora non consente loro di ricevere i canali Rai1, Rai2, Rai3 e RaiNews;

   esasperati dal perdurare del grave disservizio i cittadini di Cumiana hanno depositato tre esposti presso il Comando della Stazione dei Carabinieri di Cumiana, rispettivamente in data 29 agosto 2018, in data 3 aprile 2019 e l'ultimo, pochi giorni fa, in data 12 aprile 2021, in cui lamentando l'impossibilità di fruire del servizio pubblico radiotelevisivo richiedevano un tempestivo intervento tecnico nella gestione e manutenzione del ripetitore Rai da cui dipende la ricezione del segnale digitale terrestre che insiste sul loro territorio; –

   alla Società Concessionaria si chiede di sapere se sia a conoscenza di quanto sopra esposto e se non ritenga opportuno adoperarsi con sollecitudine per risolvere i problemi di ricezione del segnale del territorio del comune di Cumiana per consentire ai cittadini di quest'area una corretta fruizione del servizio pubblico radiotelevisivo. (356/1717)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della Direzione Reti e Piattaforme.
  La Rai ha recentemente ricevuto l'autorizzazione ministeriale per le attività di delocalizzazione previste per l'attuale MUX1 RAI da Cumiana a Cumiana Chiesa (con ricanalizzazione del canale 6 VHF al 22 UHF) e per l'attivazione anche degli impianti di MUX2-3-4.
  Pertanto, sono state prontamente attivate – tramite Rai Way – tutte le operazioni propedeutiche per le attività di installazione e collaudo che garantiranno nel comune di Cumiana la copertura del segnale digitale dei MUX1-2-3-4 RAI.